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11.06.2013 Views

esistenza: tentativo inconscio di ritrovare me stesso. Dopo un tempo che non so misurare, tra polverose ragnatele di ricordi e mucchi disordinati di brandelli di vita, penetrando il buio di un passato insano, scorsi una scala inaffidabile e maliosa, curva come schiena di avvizzita centenaria, i pioli consunti dallo scendere e il salire di miriadi di menti, di verità, bramose. Un balzo e l’avrei raggiunta, ma in quell’angusto morso di liberatrice speranza, pigrizia e diffidenza, paura e orgoglio, egoismo e falsità, intrecciando avanzi di ricordi angoscianti, tessono una rete che mi incatena al suolo, mentre un ignobile sibilo, inumano e disonesto, tra sarcasmo e derisione, mi spinge ancora 31

320 a piluccare racimoli di goliardici errori. E lì per sempre sarei rimasto se un ultimo guizzo di dignità sopita, bruciando la diabolica trama, non mi avesse aperto il salvifico varco, ed io, saggiamente temerario, non mi fossi fidato della scala. E più salivo e più le usate cose si allontanavano, rimpicciolivano, scomparivano nella gola buia del nulla. E… oh! Cosa sublime, più mi elevavo più ero leggero, mentre un orizzonte vasto e profondo, luminoso e penetrante si schiudeva ai miei occhi già rapiti dal suo chiarore. Giunto all’ultimo gradino credevo di abbracciare l’universo;

320<br />

a piluccare racimoli<br />

di goliardici errori.<br />

E lì per sempre<br />

sarei rimasto<br />

se un ultimo guizzo<br />

di dignità sopita,<br />

bruciando<br />

la diabolica trama,<br />

non mi avesse aperto<br />

il salvifico varco,<br />

ed io,<br />

saggiamente temerario,<br />

non mi fossi fidato<br />

della scala.<br />

E più salivo<br />

e più le usate cose<br />

si allontanavano,<br />

rimpicciolivano,<br />

scomparivano<br />

nella gola buia<br />

del nulla.<br />

E… oh! Cosa sublime,<br />

più mi elevavo<br />

più ero leggero,<br />

mentre un orizzonte<br />

vasto e profondo,<br />

luminoso e penetrante<br />

si schiudeva ai miei occhi<br />

già rapiti<br />

dal suo chiarore.<br />

Giunto<br />

all’ultimo gradino<br />

credevo di abbracciare<br />

l’universo;

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