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11.06.2013 Views

• è l’inizio del dialogo diretto tra Dio e l’uomo, nel Figlio Suo Gesù Cristo e nella Chiesa; • è la garanzia della salvezza e il fondamento della speranza per tutta l’umanità; • è la Verità, la Benignità e l’Amore di Dio, che entra nel tessuto del vivere umano e sociale, per dargli dignità, santità ed eternità. Ma Natale è anche un bivio: ogni persona e ogni società devono scegliere di celebrarlo o meno. Purtroppo tutti, ognuno a suo modo, scelgono di celebrarlo: lo celebrano anche quei Paesi non cristiani che lo hanno ridotto ad un grande carnevale in cui si possono fare follie e concedersi evasioni. Celebrano il Natale anche quei Governi che sfornano leggi ingiuste contro la vita, la persona, il matrimonio, la famiglia. Celebrano il Natale anche certi politici, che dovrebbero finalmente smetterla di parlare di diritto di uccidere o di opporsi a verifiche di applicazioni di leggi o alla presenza di consultori accanto alle strutture sanitarie, per un’assurda paura che vengano alla luce figli destinati all’inceneritore. Celebrano la nascita di Gesù anche quei parlamentari che non hanno difficoltà a “proporre nuove forme di matrimonio, alcune sconosciute nelle culture dei popoli, nelle quali si altera la sua natura specifica” (Benedetto XVI) e nelle quali non c’è spazio per la vita. Ben vengano tutte le iniziative per l’abolizione della pena di morte, e si moltiplichino le manifestazioni per chiedere “grazia” per le singoli esecuzioni capitali e affermare l’intangibilità e la preziosità della vita. Ma nessuno si accodi a coloro che in forma pacifica combattono la violenza, se nel pensiero e nella condotta non ha lo stesso indiscusso rispetto della vita e della persona in tutte le fasi del suo esistere, dal concepimento alla morte naturale. Sul piano antropologico ed etico non c’è nessuna differenza tra la manipolazione o la distruzione dell’embrione, un aborto volontario, uno “staccare la spina” e una esecuzione capitale. Siamo talmente circondati, rincorsi, sopraffatti, ossessionati da una cultura di morte, da una informazione di morte, da progetti e strategie di morte che terroristi, kamikaze, attentati, stragi del sabato sera, omicidi domestici, infanticidi, crimini malavitosi, e milioni e milioni di aborti non fanno più notizia. 31

31 Ora alcune Regioni italiane stanno adottando una “soluzione miracolosa”, una “rivoluzione” in fatto di culto delle pratiche di morte: hanno consentito alle loro strutture ospedaliere di dotarsi di quella che era ritenuta il “fiore all’occhiello”, “il vanto” della ricerca scientifica francese, la RU 486: la pillola che procura l’aborto per via farmacologica. In Francia, dopo venti anni dall’introduzione della pillola abortiva, cresce l’invecchiamento demografico, diminuisce il tasso di fecondità, cresce la diffusione di ogni metodo contraccettivo, resta invariato il numero degli aborti, si tacciono la gravosità della pillola e gli effetti collaterali, e si continua ad asserire che la pillola è un gesto di attenzione verso la donna, che si libera del “prodotto del concepimento” “come di una pera marcia”, senza traumi psichici e fisici. La verità è ben diversa! Quando in Francia si dibatteva per l’introduzione della pillola abortiva, il genetista Jérome Lejeune definì la RU 486 “pesticida anti-umano” e affermò: “si vuole mettere sul mercato un prodotto che ucciderà ancora più facilmente i bambini. Sulla pillola abortiva e sulla legge che ne consente l’uso c’è una tecnica particolarmente temibile di manipolazione dell’opinione pubblica”. “Occorre dire chiaro e tondo, continuava il compianto scienziato, che in Francia, oggi non sembra essere possibile fare il genetista e insieme pronunciarsi pubblicamente contro l’aborto. Quando si è vecchi come me lo si può dire, ma occorre coraggio se si è nella fase iniziale della propria carriera e si rischia di vedersi rifiutare qualsiasi posto qualora si dica «io non ucciderò bambini»”. Alessandro Cè, Assessore alla Sanità della Regione Lombarda, contrario alla sperimentazione della RU 486, ha affermato: “C’è il rischio che questa venga scambiata come una pratica anticoncezionale, soprattutto da parte delle più giovani. Invece si tratta di una pillola abortiva”. Il Bimbo di Betlemme chiede ai cristiani di gridare alle coscienze del mondo intero che il matrimonio, la famiglia “in quanto istituzione naturale è patrimonio dell’umanità” (Benedetto XVI). Una scienza che non riconosce i propri limiti, che non accetta principi morali, e riduce l’essere umano ad un oggetto, che è possibile minacciare, eliminare, manipolare, non ha diritto di chiamarsi tale. I Governi che non tutelano il diritto dei figli di avere un padre e una madre “uniti”, e di crescere in seno ad una famiglia fondata sul matrimonio, minano la società dalla sue fondamenta, pongono le premesse per

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Ora alcune Regioni italiane stanno adottando una “soluzione miracolosa”,<br />

una “rivoluzione” in fatto di culto <strong>delle</strong> pratiche di morte: hanno<br />

consentito alle loro strutture ospedaliere di dotarsi di quella che era ritenuta<br />

il “fiore all’occhiello”, “il vanto” della ricerca scientifica francese,<br />

la RU 486: la pillola che procura l’aborto per via farmacologica.<br />

In Francia, dopo venti anni dall’introduzione della pillola abortiva,<br />

cresce l’invecchiamento demografico, diminuisce il tasso di fecondità,<br />

cresce la diffusione di ogni metodo contraccettivo, resta invariato il numero<br />

degli aborti, si tacciono la gravosità della pillola e gli effetti collaterali,<br />

e si continua ad asserire che la pillola è un gesto di attenzione<br />

verso la donna, che si libera del “prodotto del concepimento” “come di<br />

una pera marcia”, senza traumi psichici e fisici. La verità è ben diversa!<br />

Quando in Francia si dibatteva per l’introduzione della pillola abortiva,<br />

il genetista Jérome Lejeune definì la RU 486 “pesticida anti-umano”<br />

e affermò: “si vuole mettere sul mercato un prodotto che ucciderà<br />

ancora più facilmente i bambini. Sulla pillola abortiva e sulla legge che<br />

ne consente l’uso c’è una tecnica particolarmente temibile di manipolazione<br />

dell’opinione pubblica”. “Occorre dire chiaro e tondo, continuava<br />

il compianto scienziato, che in Francia, oggi non sembra essere possibile<br />

fare il genetista e <strong>insieme</strong> pronunciarsi pubblicamente contro l’aborto.<br />

Quando si è vecchi come me lo si può dire, ma occorre coraggio se si<br />

è nella fase iniziale della propria carriera e si rischia di vedersi rifiutare<br />

qualsiasi posto qualora si dica «io non ucciderò bambini»”.<br />

Alessandro Cè, Assessore alla Sanità della Regione Lombarda, contrario<br />

alla sperimentazione della RU 486, ha affermato: “C’è il rischio<br />

che questa venga scambiata come una pratica anticoncezionale, soprattutto<br />

da parte <strong>delle</strong> più giovani. Invece si tratta di una pillola abortiva”.<br />

Il Bimbo di Betlemme chiede ai cristiani di gridare alle coscienze<br />

del mondo intero che il matrimonio, la famiglia “in quanto istituzione<br />

naturale è patrimonio dell’umanità” (Benedetto XVI). Una scienza che<br />

non riconosce i propri limiti, che non accetta principi morali, e riduce<br />

l’essere umano ad un oggetto, che è possibile minacciare, eliminare, manipolare,<br />

non ha diritto di chiamarsi tale.<br />

I Governi che non tutelano il diritto dei figli di avere un padre e una<br />

madre “uniti”, e di crescere in seno ad una famiglia fondata sul matrimonio,<br />

minano la società dalla sue fondamenta, pongono le premesse per

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