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camminare insieme - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva delle ...

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Più che fermarsi, pertanto, a riflettere sul lavoro che dovremo compiere,<br />

mi sembra opportuno richiamare la mia e la vostra attenzione sulla<br />

necessità di fare fra noi “un cuor solo e un’anima sola”, per rendere presente<br />

in noi e fra noi Cristo Signore, ed essere in tal modo animati dal<br />

suo Spirito, spinti a lavorare <strong>insieme</strong> con sincero impegno d’intenti, di<br />

comprensione e di rispetto, per sapere scambievolmente condividere le<br />

gioie e le sofferenze l’uno dell’altro.<br />

La Chiesa, infatti, è “comunione” nel suo duplice riferimento, in Cristo<br />

con Dio e in Cristo con i fratelli. Da questa realtà di Chiesa dobbiamo<br />

far discendere alcuni principi ispiratori della nostra condotta e della<br />

nostra azione.<br />

Innanzitutto, la necessaria comunione tra il Vescovo e il presbiterio:<br />

un’unione non solo affettiva, ma effettiva e concreta, che trae le sue ragioni<br />

dalla fede. Sarà il frutto più pregiato di questo Anno Eucaristico:<br />

non possiamo dimenticare, infatti, che il Signore stesso ha posto nelle<br />

nostre mani l’Eucaristia, che è il segno massimo e misterioso della comunione<br />

nella Chiesa.<br />

Miei cari Presbiteri, senza la vostra preziosa collaborazione non potrò<br />

fare nulla di quanto mi è chiesto. Voglia il Cielo che in me ed in voi risplenda<br />

luminoso l’ideale del sacerdozio (cf 1Tm 4, 14), perché la nostra<br />

vita sia espressione credibile dei misteri che celebriamo e diventi per<br />

molti giovani attrattiva a seguire Cristo nel suo atto di totale donazione,<br />

mentre rendo lode a Dio per il nutrito stuolo di diaconi e seminaristi che<br />

trovo in Oria e che costituiscono un provvidenziale segno di speranza<br />

per la nostra Chiesa.<br />

Il mio impegno nei prossimi mesi sarà quello di conoscervi personalmente,<br />

cari sacerdoti, e con voi conoscere ed amare le vostre parrocchie<br />

e i fedeli tutti di questa Chiesa.<br />

Nel richiamo di questi aspetti della comunione ecclesiale, devo ricordare<br />

le comunità di religiosi e religiose presenti in diocesi, per ringraziarle<br />

e dir loro che è motivo di conforto e di fiducia sapere della loro<br />

disponibilità e del loro impegno, che vorrà essere sempre più generoso e<br />

fattivo, in unione con il presbiterio diocesano e sotto la guida pastorale<br />

del Vescovo.<br />

Infine, ma certo non ultimi – sia nell’apprezzamento che a loro è dovuto,<br />

sia negli affetti – i fedeli laici, e tra questi quanti appartengono agli<br />

Istituti secolari e quanti hanno scelto di operare nelle varie associazioni,<br />

movimenti, gruppi ecclesiali e confraternite.<br />

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