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2. Formazione permanente del clero (Mons. Negro)
Mons. Negro. Arcivescovo di Otranto e Delegato della Commissione
regionale per il clero, introduce il lavoro svolto nell’ultimo quinquennio
dalla commissione e consegna ai Vescovi le Linee guida per un progetto
regionale sulla Formazione permanente dei presbiteri nelle Chiese di
Puglia [Allegato 1] ed invita P. Luigi Gaetani e don Angelo Sabatelli
ad illustrare ai Vescovi la proposta maturata.
I relatori parlano dei lavori della Commissione Presbiterale Regionale,
delle persone coinvolte, dell’iter seguito, dall’analisi alla proposta di
scelte a livello regionale. In particolare, la proposta comprende:
• la condivisione di un modello di formazione permanente
• l’individuazione in ogni diocesi di un presbitero referente e di un
gruppo di lavoro
• la creazione di una apposita struttura di sostegno a livello regionale.
Sulla base di questi elementi essenziali e di quanto esposto dai relatori
si apre la discussione.
Mons. Martella condivide quanto proposto come punto di riferimento.
Mons. Papa si complimenta per il lavoro fatto ed approva la proposta
di un apposita struttura di sostegno, pur ribadendo che è la Diocesi il
luogo naturale della formazione permanente del Presbitero. L’organismo
ad essa preposto sarà l’Istituto Pastorale Pugliese.
Anche Mons. D’Ambrosio approva il lavoro fatto ed evidenzia la necessità
per ogni diocesi di avere una realtà diocesana cui fare riferimento.
Mons. Paciello, pur condividendo una particolare attenzione ai sacerdoti
giovani, invita a seguire con attenzione tutti i sacerdoti. Si chiede
come l’Istituto Pastorale Pugliese può arrivare ad un’azione efficace per
tutti i sacerdoti.
Mons. Pichierri afferma che l’azione dell’IPP ha già avuto positive
ricadute nelle diocesi; ora si avverte il bisogno di conoscere comunità
dove indirizzare sacerdoti in difficoltà.
Gratitudine e piena condivisione per il lavoro svolto e il progetto
presentato è espressa da Mons. Caliandro, ma avverte la difficoltà nel
far comprendere che i giovani hanno bisogno di esperienze di sostegno.
D’accordo sul ruolo dell’IPP.