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camminare insieme - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva delle ...

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Nuova Serie • Anno XI 2005<br />

CAMMINARE INSIEME<br />

RIVISTA TRIMESTRALE DELLA DIOCESI DI ALTAMURA • GRAVINA • ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />

UFFICIALE PER GLI ATTI DEL VESCOVO E DELLA CURIA<br />

Nuova Serie • Anno XI 2005


RIVISTA TRIMESTRALE DELLA DIOCESI<br />

DI ALTAMURA • GRAVINA<br />

ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />

UFFICIALE PER GLI ATTI<br />

DEL VESCOVO E DELLA CURIA<br />

Nuova Serie • Anno XI • 2005


CAMMINARE INSIEME<br />

Rivista della <strong>Diocesi</strong><br />

di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

ufficiale per gli atti del Vescovo e della Curia<br />

Nuova Serie - Anno XI - 2005<br />

Registrazione Tribunale di Bari n. 1384 del 06.08.1998<br />

Direttore Responsabile: Sac. Luigi Dimarno<br />

Redazione: Segreteria della Curia Diocesana<br />

Ufficio comunicazioni sociali<br />

Amministrazione:<br />

Curia Diocesana di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Arco Duomo, 1 – 70022 <strong>Altamura</strong> (BA)<br />

Tel. e Fax 080/3117024 – e-mail: curiadiocesana@libero.it<br />

Impianti e Stampa:<br />

Grafiche Grilli srl<br />

Via Manfredonia Km 2.200 – 71100 Foggia<br />

Tel. 0881/568034-568040 – Fax 0881/755525


Benedetto XVI


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata laterale.


Primo Messaggio<br />

del Santo Padre Benedetto XVI<br />

al termine della Concelebrazione Eucaristica<br />

con i Cardinali elettori<br />

Cappella Sistina, 20 aprile 2005<br />

Traduzione italiana<br />

Venerati Fratelli Cardinali,<br />

carissimi Fratelli e Sorelle in Cristo,<br />

voi tutti, uomini e donne di buona volontà!<br />

1. Grazia e pace in abbondanza a tutti voi (cfr 1Pt 1, 2)! Nel mio animo<br />

convivono in queste ore due sentimenti contrastanti. Da una parte,<br />

un senso di inadeguatezza e di umano turbamento per la responsabilità<br />

che ieri mi è stata affidata, quale Successore dell’apostolo Pietro in questa<br />

Sede di Roma, nei confronti della Chiesa universale. Dall’altra parte,<br />

sento viva in me una profonda gratitudine a Dio, che – come ci fa cantare<br />

la liturgia – non abbandona il suo gregge, ma lo conduce attraverso<br />

i tempi, sotto la guida di coloro che Egli stesso ha eletto vicari del suo<br />

Figlio e ha costituito pastori (cfr Prefazio degli Apostoli I).<br />

Carissimi, questa intima riconoscenza per un dono della divina misericordia<br />

prevale malgrado tutto nel mio cuore. E considero questo fatto<br />

una grazia speciale ottenutami dal mio venerato Predecessore, Giovanni<br />

Paolo II. Mi sembra di sentire la sua mano forte che stringe la mia; mi<br />

sembra di vedere i suoi occhi sorridenti e di ascoltare le sue parole, rivolte<br />

in questo momento particolarmente a me: “Non avere paura!”.<br />

La morte del Santo Padre Giovanni Paolo II, e i giorni che sono seguiti,<br />

sono stati per la Chiesa e per il mondo intero un tempo straordinario<br />

di grazia. Il grande dolore per la sua scomparsa e il senso di vuoto che ha<br />

lasciato in tutti sono stati temperati dall’azione di Cristo risorto, che si è<br />

manifestata durante lunghi giorni nella corale ondata di fede, d’amore e<br />

di spirituale solidarietà, culminata nelle sue solenni esequie.<br />

Possiamo dirlo: i funerali di Giovanni Paolo II sono stati un’esperienza<br />

veramente straordinaria in cui si è in qualche modo percepita la potenza<br />

di Dio che, attraverso la sua Chiesa, vuole formare di tutti i popoli una<br />

grande famiglia, mediante la forza unificante della Verità e dell’Amore


(cfr Lumen gentium, 1). Nell’ora della morte, conformato al suo Maestro<br />

e Signore, Giovanni Paolo II ha coronato il suo lungo e fecondo Pontificato,<br />

confermando nella fede il popolo cristiano, radunandolo intorno a<br />

sé e facendo sentire più unita l’intera famiglia umana.<br />

Come non sentirsi sostenuti da questa testimonianza? Come non avvertire<br />

l’incoraggiamento che proviene da questo evento di grazia?<br />

2. Sorprendendo ogni mia previsione, la Provvidenza divina, attraverso<br />

il voto dei venerati Padri Cardinali, mi ha chiamato a succedere a<br />

questo grande Papa. Ripenso in queste ore a quanto avvenne nella regione<br />

di Cesarea di Filippo, duemila anni or sono. Mi pare di udire le parole<br />

di Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, e la solenne affermazione<br />

del Signore: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia<br />

Chiesa… A te darò le chiavi del regno dei cieli” (Mt 16, 15-19).<br />

Tu sei il Cristo! Tu sei Pietro! Mi sembra di rivivere la stessa scena<br />

evangelica; io, Successore di Pietro, ripeto con trepidazione le parole<br />

trepidanti del pescatore di Galilea e riascolto con intima emozione la<br />

rassicurante promessa del divino Maestro. Se è enorme il peso della responsabilità<br />

che si riversa sulle mie povere spalle, è certamente smisurata<br />

la potenza divina su cui posso contare: “Tu sei Pietro e su questa pietra<br />

edificherò la mia Chiesa” (Mt 16, 18). Scegliendomi quale Vescovo<br />

di Roma, il Signore mi ha voluto suo Vicario, mi ha voluto “pietra” su<br />

cui tutti possano poggiare con sicurezza. Chiedo a Lui di supplire alla<br />

povertà <strong>delle</strong> mie forze, perché sia coraggioso e fedele Pastore del suo<br />

gregge, sempre docile alle ispirazioni del suo Spirito.<br />

Mi accingo a intraprendere questo peculiare ministero, il ministero<br />

‘petrino’ al servizio della Chiesa universale, con umile abbandono nelle<br />

mani della Provvidenza di Dio. È in primo luogo a Cristo che rinnovo la<br />

mia totale e fiduciosa adesione: “In Te, Domine, speravi; non confundar<br />

in aeternum!”.<br />

A voi, Signori Cardinali, con animo grato per la fiducia dimostratami,<br />

chiedo di sostenermi con la preghiera e con la costante, attiva e sapiente<br />

collaborazione. Chiedo anche a tutti i Fratelli nell’Episcopato di essermi<br />

accanto con la preghiera e col consiglio, perché possa essere veramente<br />

il Servus servorum Dei. Come Pietro e gli altri Apostoli costituirono per<br />

volere del Signore un unico Collegio apostolico, allo stesso modo il Successore<br />

di Pietro e i Vescovi, successori degli Apostoli, – il Concilio lo<br />

ha con forza ribadito (cfr Lumen gentium, 22) – , devono essere tra loro


strettamente uniti. Questa comunione collegiale, pur nella diversità dei<br />

ruoli e <strong>delle</strong> funzioni del Romano Pontefice e dei Vescovi, è a servizio<br />

della Chiesa e dell’unità nella fede, dalla quale dipende in notevole misura<br />

l’efficacia dell’azione evangelizzatrice nel mondo contemporaneo.<br />

Su questo sentiero, pertanto, sul quale hanno avanzato i miei venerati<br />

Predecessori, intendo proseguire anch’io, unicamente preoccupato di<br />

proclamare al mondo intero la presenza viva di Cristo.<br />

3. Mi sta dinanzi, in particolare, la testimonianza del Papa Giovanni<br />

Paolo II. Egli lascia una Chiesa più coraggiosa, più libera, più giovane.<br />

Una Chiesa che, secondo il suo insegnamento ed esempio, guarda con<br />

serenità al passato e non ha paura del futuro. Col Grande Giubileo essa<br />

si è introdotta nel nuovo millennio recando nelle mani il Vangelo, applicato<br />

al mondo attuale attraverso l’autorevole rilettura del Concilio Vaticano<br />

II. Giustamente il Papa Giovanni Paolo II ha indicato il Concilio<br />

quale “bussola” con cui orientarsi nel vasto oceano del terzo millennio<br />

(cfr Lett. ap. Novo millennio ineunte, 57-58). Anche nel suo Testamento<br />

spirituale egli annotava: “Sono convinto che ancora a lungo sarà dato alle<br />

nuove generazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del<br />

XX secolo ci ha elargito” (17.III.2000).<br />

Anch’io, pertanto, nell’accingermi al servizio che è proprio del Successore<br />

di Pietro, voglio affermare con forza la decisa volontà di proseguire<br />

nell’impegno di attuazione del Concilio Vaticano II, sulla scia<br />

dei miei Predecessori e in fedele continuità con la bimillenaria tradizione<br />

della Chiesa. Ricorrerà proprio quest’anno il 40° anniversario della<br />

conclusione dell’Assise conciliare (8 dicembre 1965). Col passare degli<br />

anni, i Documenti conciliari non hanno perso di attualità; i loro insegnamenti<br />

si rivelano anzi particolarmente pertinenti in rapporto alle nuove<br />

istanze della Chiesa e della presente società globalizzata.<br />

4. In maniera quanto mai significativa, il mio Pontificato inizia mentre<br />

la Chiesa sta vivendo lo speciale Anno dedicato all’Eucaristia. Come<br />

non cogliere in questa provvidenziale coincidenza un elemento che deve<br />

caratterizzare il ministero al quale sono stato chiamato? L’Eucaristia,<br />

cuore della vita cristiana e sorgente della missione evangelizzatrice della<br />

Chiesa, non può non costituire il centro permanente e la fonte del servizio<br />

petrino che mi è stato affidato.<br />

L’Eucaristia rende costantemente presente il Cristo risorto, che a noi


continua a donarsi, chiamandoci a partecipare alla mensa del suo Corpo<br />

e del suo Sangue. Dalla piena comunione con Lui scaturisce ogni altro<br />

elemento della vita della Chiesa, in primo luogo la comunione tra tutti<br />

i fedeli, l’impegno di annuncio e di testimonianza del Vangelo, l’ardore<br />

della carità verso tutti, specialmente verso i poveri e i piccoli.<br />

In questo anno, pertanto, dovrà essere celebrata con particolare rilievo<br />

la Solennità del Corpus Domini. L’Eucaristia sarà poi al centro,<br />

in agosto, della Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia e, in ottobre,<br />

dell’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si svolgerà<br />

sul tema: “L’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della<br />

Chiesa”. A tutti chiedo di intensificare nei prossimi mesi l’amore e la devozione<br />

a Gesù Eucaristia e di esprimere in modo coraggioso e chiaro la<br />

fede nella presenza reale del Signore, soprattutto mediante la solennità e<br />

la correttezza <strong>delle</strong> celebrazioni.<br />

Lo chiedo in modo speciale ai Sacerdoti, ai quali penso in questo momento<br />

con grande affetto. Il Sacerdozio ministeriale è nato nel Cenacolo,<br />

<strong>insieme</strong> con l’Eucaristia, come tante volte ha sottolineato il mio venerato<br />

Predecessore Giovanni Paolo II. “L’esistenza sacerdotale deve avere<br />

a speciale titolo una «forma eucaristica»”, ha scritto nella sua ultima<br />

Lettera per il Giovedì Santo (n. 1). A tale scopo contribuisce innanzitutto<br />

la devota celebrazione quotidiana della santa Messa, centro della vita e<br />

della missione di ogni Sacerdote.<br />

5. Alimentati e sostenuti dall’Eucaristia, i cattolici non possono non<br />

sentirsi stimolati a tendere a quella piena unità che Cristo ha ardentemente<br />

auspicato nel Cenacolo. Di questo supremo anelito del Maestro<br />

divino il Successore di Pietro sa di doversi fare carico in modo del tutto<br />

particolare. A lui infatti è stato affidato il compito di confermare i fratelli<br />

(cfr Lc 22, 32).<br />

Con piena consapevolezza, pertanto, all’inizio del suo ministero nella<br />

Chiesa di Roma che Pietro ha irrorato col suo sangue, l’attuale suo<br />

Successore si assume come impegno primario quello di lavorare senza<br />

risparmio di energie alla ricostituzione della piena e visibile unità di tutti<br />

i seguaci di Cristo. Questa è la sua ambizione, questo il suo impellente<br />

dovere. Egli è cosciente che per questo non bastano le manifestazioni<br />

di buoni sentimenti. Occorrono gesti concreti che entrino negli animi e<br />

smuovano le coscienze, sollecitando ciascuno a quella conversione interiore<br />

che è il presupposto di ogni progresso sulla via dell’ecumenismo.


Il dialogo teologico è necessario, l’approfondimento <strong>delle</strong> motivazioni<br />

storiche di scelte avvenute nel passato è pure indispensabile. Ma<br />

ciò che urge maggiormente è quella “purificazione della memoria”, tante<br />

volte evocata da Giovanni Paolo II, che sola può disporre gli animi ad<br />

accogliere la piena verità di Cristo. È davanti a Lui, supremo Giudice di<br />

ogni essere vivente, che ciascuno di noi deve porsi, nella consapevolezza<br />

di dovere un giorno a Lui rendere conto di quanto ha fatto o non ha<br />

fatto nei confronti del grande bene della piena e visibile unità di tutti i<br />

suoi discepoli.<br />

L’attuale Successore di Pietro si lascia interpellare in prima persona<br />

da questa domanda ed è disposto a fare quanto è in suo potere per promuovere<br />

la fondamentale causa dell’ecumenismo. Sulla scia dei suoi<br />

Predecessori, egli è pienamente determinato a coltivare ogni iniziativa<br />

che possa apparire opportuna per promuovere i contatti e l’intesa con i<br />

rappresentanti <strong>delle</strong> diverse Chiese e Comunità ecclesiali. Ad essi, anzi,<br />

invia anche in questa occasione il più cordiale saluto in Cristo, unico<br />

Signore di tutti.<br />

6. Torno con la memoria, in questo momento, all’indimenticabile<br />

esperienza vissuta da noi tutti in occasione della morte e dei funerali del<br />

compianto Giovanni Paolo II. Attorno alle sue spoglie mortali, adagiate<br />

sulla nuda terra, si sono raccolti i Capi <strong>delle</strong> Nazioni, persone d’ogni<br />

ceto sociale, e specialmente giovani, in un indimenticabile abbraccio di<br />

affetto e di ammirazione. A lui ha guardato con fiducia il mondo intero.<br />

È sembrato a molti che quella intensa partecipazione, amplificata sino<br />

ai confini del pianeta dai mezzi di comunicazione sociale, fosse come<br />

una corale richiesta di aiuto rivolta al Papa da parte dell’odierna umanità<br />

che, turbata da incertezze e timori, si interroga sul suo futuro.<br />

La Chiesa di oggi deve ravvivare in se stessa la consapevolezza del<br />

compito di riproporre al mondo la voce di Colui che ha detto: “Io sono la<br />

luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la<br />

luce della vita” (Gv 8, 12). Nell’intraprendere il suo ministero il nuovo<br />

Papa sa che suo compito è di far risplendere davanti agli uomini e alle<br />

donne di oggi la luce di Cristo: non la propria luce, ma quella di Cristo.<br />

Con questa consapevolezza mi rivolgo a tutti, anche a coloro che seguono<br />

altre religioni o che semplicemente cercano una risposta alle domande<br />

fondamentali dell’esistenza e ancora non l’hanno trovata. A tutti<br />

mi rivolgo con semplicità ed affetto, per assicurare che la Chiesa vuole


10<br />

continuare a tessere con loro un dialogo aperto e sincero, alla ricerca del<br />

vero bene dell’uomo e della società.<br />

Invoco da Dio l’unità e la pace per la famiglia umana e dichiaro la<br />

disponibilità di tutti i cattolici a cooperare per un autentico sviluppo sociale,<br />

rispettoso della dignità d’ogni essere umano.<br />

Non risparmierò sforzi e dedizione per proseguire il promettente dialogo<br />

avviato dai miei venerati Predecessori con le diverse civiltà, perché<br />

dalla reciproca comprensione scaturiscano le condizioni di un futuro migliore<br />

per tutti.<br />

Penso in particolare ai giovani. A loro, interlocutori privilegiati del<br />

Papa Giovanni Paolo II, va il mio affettuoso abbraccio nell’attesa, se<br />

piacerà a Dio, di incontrarli a Colonia in occasione della prossima Giornata<br />

Mondiale della Gioventù. Con voi, cari giovani, futuro e speranza<br />

della Chiesa e dell’umanità, continuerò a dialogare, ascoltando le vostre<br />

attese nell’intento di aiutarvi a incontrare sempre più in profondità il<br />

Cristo vivente, l’eternamente giovane.<br />

7. Mane nobiscum, Domine! Resta con noi Signore! Quest’invocazione,<br />

che forma il tema dominante della Lettera apostolica di Giovanni<br />

Paolo II per l’Anno dell’Eucaristia, è la preghiera che sgorga spontanea<br />

dal mio cuore, mentre mi accingo ad iniziare il ministero a cui Cristo mi<br />

ha chiamato. Come Pietro, anch’io rinnovo a Lui la mia incondizionata<br />

promessa di fedeltà. Lui solo intendo servire dedicandomi totalmente al<br />

servizio della sua Chiesa.<br />

A sostegno di questa promessa invoco la materna intercessione di<br />

Maria Santissima, nelle cui mani pongo il presente e il futuro della mia<br />

persona e della Chiesa. Intervengano con la loro intercessione anche i<br />

Santi Apostoli Pietro e Paolo e tutti i Santi.<br />

Con questi sentimenti imparto a voi, venerati Fratelli Cardinali, a coloro<br />

che partecipano a questo rito e a quanti sono in ascolto mediante la<br />

televisione e la radio una speciale, affettuosa Benedizione.


Discorso<br />

del Santo Padre Benedetto XVI<br />

al Collegio Cardinalizio<br />

Venerati Fratelli Cardinali!<br />

Sala Clementina, 22 aprile 2005<br />

1. Vi incontro anche quest’oggi e vorrei farvi parte, in maniera semplice<br />

e fraterna, dello stato d’animo che sto vivendo in questi giorni.<br />

Alle intense emozioni provate in occasione della morte del mio venerato<br />

predecessore Giovanni Paolo II e poi durante il Conclave e soprattutto<br />

al suo epilogo si assommano un intimo bisogno di silenzio e<br />

due sentimenti tra loro complementari: un vivo desiderio del cuore di<br />

ringraziare e un senso di umana impotenza dinanzi all’alto compito che<br />

mi attende.<br />

Innanzitutto la gratitudine. Sento, in primo luogo, di dover rendere<br />

grazie a Dio, che mi ha voluto, nonostante la mia umana fragilità, quale<br />

Successore dell’apostolo Pietro, e mi ha affidato il compito di reggere e<br />

guidare la Chiesa, perché sia nel mondo sacramento di unità per l’intero<br />

genere umano (cfr Lumen gentium, 1). Ne siamo certi, è l’eterno Pastore<br />

a condurre con la forza del suo Spirito il suo gregge, ad esso assicurando,<br />

in ogni tempo, Pastori da Lui scelti. In questi giorni si è levata corale<br />

la preghiera del popolo cristiano per il nuovo Pontefice e davvero emozionante<br />

è stato il primo incontro con i fedeli, l’altro ieri sera, in Piazza<br />

San Pietro: a tutti, Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, giovani e anziani<br />

giunga il mio più sentito ringraziamento per questa loro spirituale<br />

solidarietà.<br />

2. Un vivo ringraziamento sento di dover rivolgere a ciascuno di voi,<br />

venerati Fratelli, cominciando dal Signor Cardinale Angelo Sodano che,<br />

facendosi interprete dei comuni sentimenti, mi ha indirizzato poc’anzi<br />

affettuose espressioni e cordiali voti augurali. Con lui ringrazio il<br />

Signor Cardinale Camerlengo Eduardo Martínez Somalo, per il servizio<br />

generosamente reso in questa delicata fase di passaggio.<br />

Desidero poi estendere la mia sincera riconoscenza a tutti i membri<br />

del Collegio Cardinalizio per l’attiva collaborazione da essi prestata alla<br />

gestione della Chiesa durante la Sede Vacante. Con particolare affetto<br />

11


12<br />

vorrei salutare i Cardinali che, a motivo della loro età o per malattia, non<br />

hanno preso parte al Conclave. A ciascuno sono grato per l’esempio che<br />

hanno dato di disponibilità e di comunione fraterna, come pure per la<br />

loro intensa preghiera, espressioni entrambi di amore fedele alla Chiesa,<br />

sposa di Cristo.<br />

Un grazie sentito non posso, inoltre, non rivolgere a quanti, con diverse<br />

mansioni, hanno cooperato all’organizzazione e allo svolgimento<br />

del Conclave, aiutando in molti modi i Cardinali a trascorrere nel modo<br />

più sicuro e tranquillo queste giornate cariche di responsabilità.<br />

3. Venerati Fratelli, a voi il mio più personale ringraziamento per la<br />

fiducia che avete riposto in me eleggendomi Vescovo di Roma e Pastore<br />

della Chiesa universale. È un atto di fiducia che costituisce un incoraggiamento<br />

a intraprendere questa nuova missione con più serenità, perché<br />

sono persuaso di poter contare, oltre che sull’indispensabile aiuto di<br />

Dio, anche sulla vostra generosa collaborazione. Vi prego, non fatemi<br />

mai mancare questo vostro sostegno! Se da una parte mi sono presenti i<br />

limiti della mia persona e <strong>delle</strong> mie capacità, dall’altra so bene qual è la<br />

natura della missione che mi è affidata e che mi accingo a svolgere con<br />

atteggiamento di interiore dedizione. Non si tratta qui di onori, bensì di<br />

servizio da svolgere con semplicità e disponibilità, imitando il nostro<br />

Maestro e Signore, che non venne per essere servito ma per servire (cfr<br />

Mt 20, 28), e nell’Ultima Cena lavò i piedi degli apostoli comandando<br />

loro di fare altrettanto (cfr Gv 13, 13-14). Non resta pertanto, a me e a<br />

tutti noi <strong>insieme</strong>, che accettare dalla Provvidenza la volontà di Dio e<br />

fare del nostro meglio per corrispondervi, aiutandoci gli uni gli altri nell’adempimento<br />

dei rispettivi compiti a servizio della Chiesa.<br />

4. Mi è caro in questo momento riandare col pensiero ai venerati<br />

miei Predecessori, il beato Giovanni XXIII, i servi di Dio Paolo VI e<br />

Giovanni Paolo I e specialmente Giovanni Paolo II, la cui testimonianza<br />

nei giorni scorsi, più che mai, ci ha sostenuto e la cui presenza continuiamo<br />

ad avvertire sempre viva. Il doloroso evento della sua morte,<br />

dopo un periodo di grandi prove e sofferenze, si è rivelato in realtà con<br />

caratteristiche pasquali, come egli aveva auspicato nel suo Testamento<br />

(24.II - 1.III.1980). La luce e la forza di Cristo risorto sono state irradiate<br />

nella Chiesa da quella sorta di “ultima Messa” che egli ha celebrato<br />

nella sua agonia, culminata nell’“Amen” di una vita interamente


offerta, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, per la salvezza del<br />

mondo.<br />

5. Venerati Fratelli! Ciascuno tornerà ora nella rispettiva Sede per<br />

riprendere il suo lavoro, ma spiritualmente resteremo uniti nella fede e<br />

nell’amore del Signore, nel vincolo della celebrazione eucaristica, nella<br />

preghiera insistente e nella condivisione del quotidiano ministero apostolico.<br />

La vostra spirituale vicinanza, i vostri illuminati consigli e la<br />

vostra fattiva cooperazione saranno per me un dono del quale vi sarò<br />

sempre riconoscente e uno stimolo a portare a compimento il mandato<br />

affidatomi con totale fedeltà e dedizione.<br />

Alla Vergine Madre di Dio, che ha accompagnato con la sua silenziosa<br />

presenza i passi della Chiesa nascente e ha confortato la fede degli<br />

Apostoli, affido tutti noi e le attese, le speranze e le preoccupazioni<br />

dell’intera comunità dei cristiani. Sotto la materna protezione di Maria,<br />

Mater Ecclesiae, vi invito a <strong>camminare</strong> docili e obbedienti alla voce del<br />

suo divin Figlio e nostro Signore Gesù Cristo. Invocandone il costante<br />

patrocinio, imparto di cuore la Benedizione Apostolica a ognuno di voi e<br />

a quanti la Provvidenza divina affida alle vostre cure pastorali.<br />

13


14<br />

Omelia<br />

di Sua Santità Benedetto XVI<br />

durante la Celebrazione Eucaristica<br />

per l’inizio ufficiale del suo ministero petrino<br />

Piazza San Pietro, 24 aprile 2005<br />

Signori Cardinali,<br />

venerati Fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio,<br />

distinte Autorità e Membri del Corpo diplomatico,<br />

carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

Per ben tre volte, in questi giorni così intensi, il canto <strong>delle</strong> litanie dei<br />

santi ci ha accompagnato: durante i funerali del nostro Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II; in occasione dell’ingresso dei Cardinali in Conclave, ed<br />

anche oggi, quando le abbiamo nuovamente cantate con l’invocazione:<br />

Tu illum adiuva – sostieni il nuovo successore di San Pietro. Ogni volta<br />

in un modo del tutto particolare ho sentito questo canto orante come<br />

una grande consolazione. Quanto ci siamo sentiti abbandonati dopo la<br />

dipartita di Giovanni Paolo II! Il Papa che per ben 26 anni è stato nostro<br />

pastore e guida nel cammino attraverso questo tempo. Egli varcava la<br />

soglia verso l’altra vita – entrando nel mistero di Dio. Ma non compiva<br />

questo passo da solo. Chi crede, non è mai solo – non lo è nella vita e<br />

neanche nella morte. In quel momento noi abbiamo potuto invocare i<br />

santi di tutti i secoli – i suoi amici, i suoi fratelli nella fede, sapendo che<br />

sarebbero stati il corteo vivente che lo avrebbe accompagnato nell’aldilà,<br />

fino alla gloria di Dio. Noi sapevamo che il suo arrivo era atteso. Ora<br />

sappiamo che egli è fra i suoi ed è veramente a casa sua. Di nuovo, siamo<br />

stati consolati compiendo il solenne ingresso in conclave, per eleggere<br />

colui che il Signore aveva scelto. Come potevamo riconoscere il suo<br />

nome? Come potevano 115 Vescovi, provenienti da tutte le culture ed i<br />

paesi, trovare colui al quale il Signore desiderava conferire la missione<br />

di legare e sciogliere? Ancora una volta, noi lo sapevamo: sapevamo<br />

che non siamo soli, che siamo circondati, condotti e guidati dagli amici<br />

di Dio. Ed ora, in questo momento, io debole servitore di Dio devo<br />

assumere questo compito inaudito, che realmente supera ogni capacità<br />

umana. Come posso fare questo? Come sarò in grado di farlo? Voi tutti,<br />

cari amici, avete appena invocato l’intera schiera dei santi, rappresentata


da alcuni dei grandi nomi della storia di Dio con gli uomini. In tal modo,<br />

anche in me si ravviva questa consapevolezza: non sono solo. Non<br />

devo portare da solo ciò che in realtà non potrei mai portare da solo. La<br />

schiera dei santi di Dio mi protegge, mi sostiene e mi porta. E la Vostra<br />

preghiera, cari amici, la Vostra indulgenza, il Vostro amore, la Vostra fede<br />

e la Vostra speranza mi accompagnano. Infatti alla comunità dei santi<br />

non appartengono solo le grandi figure che ci hanno preceduto e di cui<br />

conosciamo i nomi. Noi tutti siamo la comunità dei santi, noi battezzati<br />

nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, noi che viviamo del<br />

dono della carne e del sangue di Cristo, per mezzo del quale egli ci vuole<br />

trasformare e renderci simili a se medesimo. Sì, la Chiesa è viva – questa<br />

è la meravigliosa esperienza di questi giorni. Proprio nei tristi giorni della<br />

malattia e della morte del Papa questo si è manifestato in modo meraviglioso<br />

ai nostri occhi: che la Chiesa è viva. E la Chiesa è giovane. Essa<br />

porta in sé il futuro del mondo e perciò mostra anche a ciascuno di noi la<br />

via verso il futuro. La Chiesa è viva e noi lo vediamo: noi sperimentiamo<br />

la gioia che il Risorto ha promesso ai suoi. La Chiesa è viva – essa è viva,<br />

perché Cristo è vivo, perché egli è veramente risorto. Nel dolore, presente<br />

sul volto del Santo Padre nei giorni di Pasqua, abbiamo contemplato<br />

il mistero della passione di Cristo ed <strong>insieme</strong> toccato le sue ferite. Ma in<br />

tutti questi giorni abbiamo anche potuto, in un senso profondo, toccare<br />

il Risorto. Ci è stato dato di sperimentare la gioia che egli ha promesso,<br />

dopo un breve tempo di oscurità, come frutto della sua resurrezione.<br />

La Chiesa è viva – così saluto con grande gioia e gratitudine voi tutti,<br />

che siete qui radunati, venerati Confratelli Cardinali e Vescovi, carissimi<br />

sacerdoti, diaconi, operatori pastorali, catechisti. Saluto voi, religiosi e<br />

religiose, testimoni della trasfigurante presenza di Dio. Saluto voi, fedeli<br />

laici, immersi nel grande spazio della costruzione del Regno di Dio<br />

che si espande nel mondo, in ogni espressione della vita. Il discorso si<br />

fa pieno di affetto anche nel saluto che rivolgo a tutti coloro che, rinati<br />

nel sacramento del Battesimo, non sono ancora in piena comunione con<br />

noi; ed a voi fratelli del popolo ebraico, cui siamo legati da un grande<br />

patrimonio spirituale comune, che affonda le sue radici nelle irrevocabili<br />

promesse di Dio. Il mio pensiero, infine – quasi come un’onda che si<br />

espande – va a tutti gli uomini del nostro tempo, credenti e non credenti.<br />

Cari amici! In questo momento non ho bisogno di presentare un programma<br />

di governo. Qualche tratto di ciò che io considero mio compito,<br />

ho già potuto esporlo nel mio messaggio di mercoledì 20 aprile; non<br />

1


1<br />

mancheranno altre occasioni per farlo. Il mio vero programma di governo<br />

è quello di non fare la mia volontà, di non perseguire mie idee, ma<br />

di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della<br />

volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui, cosicché sia Egli stesso<br />

a guidare la Chiesa in questa ora della nostra storia. Invece di esporre un<br />

programma io vorrei semplicemente cercare di commentare i due segni<br />

con cui viene rappresentata liturgicamente l’assunzione del Ministero<br />

Petrino; entrambi questi segni, del resto, rispecchiano anche esattamente<br />

ciò che viene proclamato nelle letture di oggi.<br />

Il primo segno è il Pallio, tessuto in pura lana, che mi viene posto<br />

sulle spalle. Questo antichissimo segno, che i Vescovi di Roma portano<br />

fin dal IV secolo, può essere considerato come un’immagine del giogo<br />

di Cristo, che il Vescovo di questa città, il Servo dei Servi di Dio, prende<br />

sulle sue spalle. Il giogo di Dio è la volontà di Dio, che noi accogliamo.<br />

E questa volontà non è per noi un peso esteriore, che ci opprime e ci toglie<br />

la libertà. Conoscere ciò che Dio vuole, conoscere qual è la via della<br />

vita – questa era la gioia di Israele, era il suo grande privilegio. Questa è<br />

anche la nostra gioia: la volontà di Dio non ci aliena, ci purifica – magari<br />

in modo anche doloroso – e così ci conduce a noi stessi. In tal modo, non<br />

serviamo soltanto Lui ma la salvezza di tutto il mondo, di tutta la storia.<br />

In realtà il simbolismo del Pallio è ancora più concreto: la lana d’agnello<br />

intende rappresentare la pecorella perduta o anche quella malata e quella<br />

debole, che il pastore mette sulle sue spalle e conduce alle acque della<br />

vita. La parabola della pecorella smarrita, che il pastore cerca nel deserto,<br />

era per i Padri della Chiesa un’immagine del mistero di Cristo e della<br />

Chiesa. L’umanità – noi tutti – è la pecora smarrita che, nel deserto, non<br />

trova più la strada. Il Figlio di Dio non tollera questo; Egli non può abbandonare<br />

l’umanità in una simile miserevole condizione. Balza in piedi,<br />

abbandona la gloria del cielo, per ritrovare la pecorella e inseguirla,<br />

fin sulla croce. La carica sulle sue spalle, porta la nostra umanità, porta<br />

noi stessi – Egli è il buon pastore, che offre la sua vita per le pecore. Il<br />

Pallio dice innanzitutto che tutti noi siamo portati da Cristo. Ma allo stesso<br />

tempo ci invita a portarci l’un l’altro. Così il Pallio diventa il simbolo<br />

della missione del pastore, di cui parlano la seconda lettura ed il Vangelo.<br />

La santa inquietudine di Cristo deve animare il pastore: per lui non è<br />

indifferente che tante persone vivano nel deserto. E vi sono tante forme<br />

di deserto. Vi è il deserto della povertà, il deserto della fame e della sete,<br />

vi è il deserto dell’abbandono, della solitudine, dell’amore distrutto. Vi


è il deserto dell’oscurità di Dio, dello svuotamento <strong>delle</strong> anime senza<br />

più coscienza della dignità e del cammino dell’uomo. I deserti esteriori<br />

si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così<br />

ampi. Perciò i tesori della terra non sono più al servizio dell’edificazione<br />

del giardino di Dio, nel quale tutti possano vivere, ma sono asserviti<br />

alle potenze dello sfruttamento e della distruzione. La Chiesa nel suo<br />

<strong>insieme</strong>, ed i Pastori in essa, come Cristo devono mettersi in cammino,<br />

per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso<br />

l’amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in<br />

pienezza. Il simbolo dell’agnello ha ancora un altro aspetto. Nell’Antico<br />

Oriente era usanza che i re designassero se stessi come pastori del loro<br />

popolo. Questa era un’immagine del loro potere, un’immagine cinica: i<br />

popoli erano per loro come pecore, <strong>delle</strong> quali il pastore poteva disporre<br />

a suo piacimento. Mentre il pastore di tutti gli uomini, il Dio vivente, è<br />

divenuto lui stesso agnello, si è messo dalla parte degli agnelli, di coloro<br />

che sono calpestati e uccisi. Proprio così Egli si rivela come il vero pastore:<br />

“Io sono il buon pastore… Io offro la mia vita per le pecore”, dice<br />

Gesù di se stesso (Gv 10, 14s). Non è il potere che redime, ma l’amore!<br />

Questo è il segno di Dio: Egli stesso è amore. Quante volte noi desidereremmo<br />

che Dio si mostrasse più forte. Che Egli colpisse duramente,<br />

sconfiggesse il male e creasse un mondo migliore. Tutte le ideologie del<br />

potere si giustificano così, giustificano la distruzione di ciò che si opporrebbe<br />

al progresso e alla liberazione dell’umanità. Noi soffriamo per la<br />

pazienza di Dio. E nondimeno abbiamo tutti bisogno della sua pazienza.<br />

Il Dio, che è divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal<br />

Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di<br />

Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.<br />

Una <strong>delle</strong> caratteristiche fondamentali del pastore deve essere quella<br />

di amare gli uomini che gli sono stati affidati, così come ama Cristo, al<br />

cui servizio si trova. “Pasci le mie pecore”, dice Cristo a Pietro, ed a me,<br />

in questo momento. Pascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche<br />

essere pronti a soffrire. Amare significa: dare alle pecore il vero bene,<br />

il nutrimento della verità di Dio, della parola di Dio, il nutrimento della<br />

sua presenza, che egli ci dona nel Santissimo Sacramento. Cari amici<br />

– in questo momento io posso dire soltanto: pregate per me, perché io<br />

impari sempre più ad amare il Signore. Pregate per me, perché io impari<br />

ad amare sempre più il suo gregge – voi, la Santa Chiesa, ciascuno di voi<br />

singolarmente e voi tutti <strong>insieme</strong>. Pregate per me, perché io non fugga,<br />

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1<br />

per paura, davanti ai lupi. Preghiamo gli uni per gli altri, perché il Signore<br />

ci porti e noi impariamo a portarci gli uni gli altri.<br />

Il secondo segno, con cui viene rappresentato nella liturgia odierna<br />

l’insediamento nel Ministero Petrino, è la consegna dell’anello del pescatore.<br />

La chiamata di Pietro ad essere pastore, che abbiamo udito nel<br />

Vangelo, fa seguito alla narrazione di una pesca abbondante: dopo una<br />

notte, nella quale avevano gettato le reti senza successo, i discepoli vedono<br />

sulla riva il Signore Risorto. Egli comanda loro di tornare a pescare<br />

ancora una volta ed ecco che la rete diviene così piena che essi non riescono<br />

a tirarla su; 153 grossi pesci: “E sebbene fossero così tanti, la rete<br />

non si strappò” (Gv 21, 11). Questo racconto, al termine del cammino<br />

terreno di Gesù con i suoi discepoli, corrisponde ad un racconto dell’inizio:<br />

anche allora i discepoli non avevano pescato nulla durante tutta la<br />

notte; anche allora Gesù aveva invitato Simone ad andare al largo ancora<br />

una volta. E Simone, che ancora non era chiamato Pietro, diede la mirabile<br />

risposta: Maestro, sulla tua parola getterò le reti! Ed ecco il conferimento<br />

della missione: “Non temere! D’ora in poi sarai pescatore di<br />

uomini” (Lc 5, 1-11). Anche oggi viene detto alla Chiesa e ai successori<br />

degli apostoli di prendere il largo nel mare della storia e di gettare le reti,<br />

per conquistare gli uomini al Vangelo – a Dio, a Cristo, alla vera vita.<br />

I Padri hanno dedicato un commento molto particolare anche a questo<br />

singolare compito. Essi dicono così: per il pesce, creato per l’acqua, è<br />

mortale essere tirato fuori dal mare. Esso viene sottratto al suo elemento<br />

vitale per servire di nutrimento all’uomo. Ma nella missione del pescatore<br />

di uomini avviene il contrario. Noi uomini viviamo alienati, nelle<br />

acque salate della sofferenza e della morte; in un mare di oscurità senza<br />

luce. La rete del Vangelo ci tira fuori dalle acque della morte e ci porta<br />

nello splendore della luce di Dio, nella vera vita. È proprio così – nella<br />

missione di pescatore di uomini, al seguito di Cristo, occorre portare gli<br />

uomini fuori dal mare salato di tutte le alienazioni verso la terra della<br />

vita, verso la luce di Dio. È proprio così: noi esistiamo per mostrare Dio<br />

agli uomini. E solo laddove si vede Dio, comincia veramente la vita. Solo<br />

quando incontriamo in Cristo il Dio vivente, noi conosciamo che cosa<br />

è la vita. Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione.<br />

Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto,<br />

ciascuno è amato, ciascuno è necessario. Non vi è niente di più bello<br />

che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di<br />

più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l’amicizia con lui. Il


compito del pastore, del pescatore di uomini può spesso apparire faticoso.<br />

Ma è bello e grande, perché in definitiva è un servizio alla gioia, alla<br />

gioia di Dio che vuol fare il suo ingresso nel mondo.<br />

Vorrei qui rilevare ancora una cosa: sia nell’immagine del pastore che<br />

in quella del pescatore emerge in modo molto esplicito la chiamata all’unità.<br />

“Ho ancora altre pecore, che non sono di questo ovile; anch’esse<br />

io devo condurre ed ascolteranno la mia voce e diverranno un solo gregge<br />

e un solo pastore” (Gv 10, 16), dice Gesù al termine del discorso del<br />

buon pastore. E il racconto dei 153 grossi pesci termina con la gioiosa<br />

constatazione: “sebbene fossero così tanti, la rete non si strappò” (Gv<br />

21, 11). Ahimè, amato Signore, essa ora si è strappata! vorremmo dire<br />

addolorati. Ma no – non dobbiamo essere tristi! Rallegriamoci per la tua<br />

promessa, che non delude, e facciamo tutto il possibile per percorrere la<br />

via verso l’unità, che tu hai promesso. Facciamo memoria di essa nella<br />

preghiera al Signore, come mendicanti: sì, Signore, ricordati di quanto<br />

hai promesso. Fa’ che siamo un solo pastore ed un solo gregge! Non permettere<br />

che la tua rete si strappi ed aiutaci ad essere servitori dell’unità!<br />

In questo momento il mio ricordo ritorna al 22 ottobre 1978, quando<br />

Papa Giovanni Paolo II iniziò il suo ministero qui sulla Piazza di San<br />

Pietro. Ancora, e continuamente, mi risuonano nelle orecchie le sue parole<br />

di allora: “Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo!”<br />

Il Papa parlava ai forti, ai potenti del mondo, i quali avevano paura<br />

che Cristo potesse portar via qualcosa del loro potere, se lo avessero lasciato<br />

entrare e concesso la libertà alla fede. Sì, egli avrebbe certamente<br />

portato via loro qualcosa: il dominio della corruzione, dello stravolgimento<br />

del diritto, dell’arbitrio. Ma non avrebbe portato via nulla di ciò<br />

che appartiene alla libertà dell’uomo, alla sua dignità, all’edificazione di<br />

una società giusta. Il Papa parlava inoltre a tutti gli uomini, soprattutto<br />

ai giovani. Non abbiamo forse tutti in qualche modo paura – se lasciamo<br />

entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui –<br />

paura che Egli possa portar via qualcosa della nostra vita? Non abbiamo<br />

forse paura di rinunciare a qualcosa di grande, di unico, che rende la vita<br />

così bella? Non rischiamo di trovarci poi nell’angustia e privati della<br />

libertà? Ed ancora una volta il Papa voleva dire: no! chi fa entrare Cristo,<br />

non perde nulla, nulla – assolutamente nulla di ciò che rende la vita<br />

libera, bella e grande. No! solo in quest’amicizia si spalancano le porte<br />

della vita. Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità<br />

della condizione umana. Solo in quest’amicizia noi sperimen-<br />

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20<br />

tiamo ciò che è bello e ciò che libera. Così, oggi, io vorrei, con grande<br />

forza e grande convinzione, a partire dall’esperienza di una lunga vita<br />

personale, dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non<br />

toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite,<br />

spalancate le porte a Cristo – e troverete la vera vita. Amen.


Omelia<br />

di Sua Santità Benedetto XVI<br />

durante la Celebrazione Eucaristica<br />

per l’insediamento<br />

sulla Cattedra di Vescovo di Roma<br />

Basilica di San Giovanni in Laterano, 7 maggio 2005<br />

Questo giorno, nel quale posso per la prima volta insediarmi sulla<br />

Cattedra del Vescovo di Roma quale successore di Pietro, è il giorno in<br />

cui in Italia la Chiesa celebra la Festa dell’Ascensione del Signore. Al<br />

centro di questo giorno, troviamo Cristo. E solo grazie a Lui, grazie al<br />

mistero del suo ascendere, riusciamo a comprendere il significato della<br />

Cattedra, che è a sua volta il simbolo della potestà e della responsabilità<br />

del Vescovo. Cosa ci vuol dire allora la Festa dell’Ascensione del Signore?<br />

Non vuol dirci che il Signore se ne è andato in qualche luogo lontano<br />

dagli uomini e dal mondo. L’Ascensione di Cristo non è un viaggio nello<br />

spazio verso gli astri più remoti; perché, in fondo, anche gli astri sono<br />

fatti di elementi fisici come la terra. L’Ascensione di Cristo significa<br />

che Egli non appartiene più al mondo della corruzione e della morte che<br />

condiziona la nostra vita. Significa che Egli appartiene completamente<br />

a Dio. Egli – il Figlio Eterno – ha condotto il nostro essere umano al<br />

cospetto di Dio, ha portato con sé la carne e il sangue in una forma trasfigurata.<br />

L’uomo trova spazio in Dio; attraverso Cristo, l’essere umano<br />

è stato portato fin dentro la vita stessa di Dio. E poiché Dio abbraccia e<br />

sostiene l’intero cosmo, l’Ascensione del Signore significa che Cristo<br />

non si è allontanato da noi, ma che adesso, grazie al Suo essere con il Padre,<br />

è vicino ad ognuno di noi, per sempre. Ognuno di noi può darGli del<br />

tu; ognuno può chiamarLo. Il Signore si trova sempre a portata di voce.<br />

Possiamo allontanarci da Lui interiormente. Possiamo vivere voltando-<br />

Gli le spalle. Ma Egli ci aspetta sempre, ed è sempre vicino a noi.<br />

Dalle letture della liturgia odierna impariamo anche qualcosa in più<br />

sulla concretezza con cui il Signore realizza questo Suo essere vicino<br />

a noi. Il Signore promette ai discepoli il Suo Spirito Santo. La prima<br />

lettura ci dice che lo Spirito Santo sarà “forza” per i discepoli; il Vangelo<br />

aggiunge che sarà guida alla Verità tutt’intera. Gesù ha detto tutto<br />

ai Suoi discepoli, essendo Egli stesso la Parola vivente di Dio, e Dio<br />

non può dare più di sé stesso. In Gesù, Dio ci ha donato tutto sé stesso<br />

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22<br />

– cioè – ci ha donato tutto. Oltre a questo, o accanto a questo, non può<br />

esserci nessun’altra rivelazione in grado di comunicare maggiormente o<br />

di completare, in qualche modo, la Rivelazione di Cristo. In Lui, nel Figlio,<br />

ci è stato detto tutto, ci è stato donato tutto. Ma la nostra capacità di<br />

comprendere è limitata; perciò la missione dello Spirito è di introdurre<br />

la Chiesa in modo sempre nuovo, di generazione in generazione, nella<br />

grandezza del mistero di Cristo. Lo Spirito non pone nulla di diverso e<br />

di nuovo accanto a Cristo; non c’è nessuna rivelazione pneumatica accanto<br />

a quella di Cristo – come alcuni credono – nessun secondo livello<br />

di Rivelazione. No: “prenderà del mio”, dice Cristo nel Vangelo (Gv 16,<br />

14). E come Cristo dice soltanto ciò che sente e riceve dal Padre, così lo<br />

Spirito Santo è interprete di Cristo. “Prenderà del mio”. Non ci conduce<br />

in altri luoghi, lontani da Cristo, ma ci conduce sempre più dentro la<br />

luce di Cristo. Per questo, la Rivelazione cristiana è, allo stesso tempo,<br />

sempre antica e sempre nuova. Per questo, tutto ci è sempre e già donato.<br />

Allo stesso tempo, ogni generazione, nell’inesauribile incontro col Signore<br />

– incontro mediato dallo Spirito Santo – impara sempre qualcosa<br />

di nuovo.<br />

Così, lo Spirito Santo è la forza attraverso la quale Cristo ci fa sperimentare<br />

la sua vicinanza. Ma la prima lettura dice anche una seconda<br />

parola: mi sarete testimoni. Il Cristo risorto ha bisogno di testimoni che<br />

Lo hanno incontrato, di uomini che Lo hanno conosciuto intimamente<br />

attraverso la forza dello Spirito Santo. Uomini che avendo, per così dire,<br />

toccato con mano, possono testimoniarLo. È così che la Chiesa, la famiglia<br />

di Cristo, è cresciuta da “Gerusalemme… fino agli estremi confini<br />

della terra”, come dice la lettura. Attraverso i testimoni è stata costruita<br />

la Chiesa – a cominciare da Pietro e da Paolo, e dai Dodici, fino a tutti<br />

gli uomini e le donne che, ricolmi di Cristo, nel corso dei secoli hanno<br />

riacceso e riaccenderanno in modo sempre nuovo la fiamma della fede.<br />

Ogni cristiano, a suo modo, può e deve essere testimone del Signore<br />

risorto. Quando leggiamo i nomi dei santi possiamo vedere quante volte<br />

siano stati – e continuino ad essere – anzitutto degli uomini semplici,<br />

uomini da cui emanava – ed emana – una luce splendente capace di condurre<br />

a Cristo.<br />

Ma questa sinfonia di testimonianze è dotata anche di una struttura<br />

ben definita: ai successori degli Apostoli, e cioè ai Vescovi, spetta<br />

la pubblica responsabilità di far sì che la rete di queste testimonianze<br />

permanga nel tempo. Nel sacramento dell’ordinazione episcopale ven-


gono loro conferite la potestà e la grazia necessarie per questo servizio.<br />

In questa rete di testimoni, al Successore di Pietro compete uno speciale<br />

compito. Fu Pietro che espresse per primo, a nome degli apostoli, la professione<br />

di fede: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16, 16).<br />

Questo è il compito di tutti i Successori di Pietro: essere la guida nella<br />

professione di fede in Cristo, il Figlio del Dio vivente. La Cattedra di<br />

Roma è anzitutto Cattedra di questo credo. Dall’alto di questa Cattedra<br />

il Vescovo di Roma è tenuto costantemente a ripetere: Dominus Iesus –<br />

“Gesù è il Signore”, come Paolo scrisse nelle sue lettere ai Romani (10,<br />

9) e ai Corinzi (1Cor 12, 3). Ai Corinzi, con particolare enfasi, disse:<br />

“Anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra… per noi c’è<br />

un solo Dio, il Padre…; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale<br />

esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui” (1Cor 8, 5). La Cattedra di<br />

Pietro obbliga coloro che ne sono i titolari a dire – come già fece Pietro<br />

in un momento di crisi dei discepoli – quando tanti volevano andarsene:<br />

“Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto<br />

e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6, 68 ss). Colui che siede<br />

sulla Cattedra di Pietro deve ricordare le parole che il Signore disse<br />

a Simon Pietro nell’ora dell’Ultima Cena: “…e tu, una volta ravveduto,<br />

conferma i tuoi fratelli…” (Lc 22, 32). Colui che è il titolare del ministero<br />

petrino deve avere la consapevolezza di essere un uomo fragile e<br />

debole – come sono fragili e deboli le sue proprie forze – costantemente<br />

bisognoso di purificazione e di conversione. Ma egli può anche avere la<br />

consapevolezza che dal Signore gli viene la forza per confermare i suoi<br />

fratelli nella fede e tenerli uniti nella confessione del Cristo crocifisso e<br />

risorto. Nella prima lettera di san Paolo ai Corinzi, troviamo il più antico<br />

racconto della risurrezione che abbiamo. Paolo lo ha fedelmente ripreso<br />

dai testimoni. Tale racconto dapprima parla della morte del Signore per<br />

i nostri peccati, della sua sepoltura, della sua risurrezione, avvenuta il<br />

terzo giorno, e poi dice: “Cristo apparve a Cefa e quindi ai Dodici…”<br />

(1Cor 15, 4), Così, ancora una volta, viene riassunto il significato del<br />

mandato conferito a Pietro fino alla fine dei tempi: essere testimone del<br />

Cristo risorto.<br />

Il Vescovo di Roma siede sulla sua Cattedra per dare testimonianza<br />

di Cristo. Così la Cattedra è il simbolo della potestas docendi, quella<br />

potestà di insegnamento che è parte essenziale del mandato di legare e di<br />

sciogliere conferito dal Signore a Pietro e, dopo di lui, ai Dodici. Nella<br />

Chiesa, la Sacra Scrittura, la cui comprensione cresce sotto l’ispirazione<br />

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dello Spirito Santo, e il ministero dell’interpretazione autentica, conferito<br />

agli apostoli, appartengono l’una all’altro in modo indissolubile. Dove<br />

la Sacra Scrittura viene staccata dalla voce vivente della Chiesa, cade<br />

in preda alle dispute degli esperti. Certamente, tutto ciò che essi hanno<br />

da dirci è importante e prezioso; il lavoro dei sapienti ci è di notevole<br />

aiuto per poter comprendere quel processo vivente con cui è cresciuta la<br />

Scrittura e capire così la sua ricchezza storica. Ma la scienza da sola non<br />

può fornirci una interpretazione definitiva e vincolante; non è in grado<br />

di darci, nell’interpretazione, quella certezza con cui possiamo vivere e<br />

per cui possiamo anche morire. Per questo occorre un mandato più grande,<br />

che non può scaturire dalle sole capacità umane. Per questo occorre<br />

la voce della Chiesa viva, di quella Chiesa affidata a Pietro e al collegio<br />

degli apostoli fino alla fine dei tempi.<br />

Questa potestà di insegnamento spaventa tanti uomini dentro e fuori<br />

della Chiesa. Si chiedono se essa non minacci la libertà di coscienza,<br />

se non sia una presunzione contrapposta alla libertà di pensiero. Non è<br />

così. Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, in senso<br />

assoluto, un mandato per servire. La potestà di insegnare, nella Chiesa,<br />

comporta un impegno a servizio dell’obbedienza alla fede. Il Papa non<br />

è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario:<br />

il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la<br />

Sua Parola. Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare<br />

costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di<br />

Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come<br />

di fronte ad ogni opportunismo.<br />

Lo fece Papa Giovanni Paolo II, quando, davanti a tutti i tentativi, apparentemente<br />

benevoli verso l’uomo, di fronte alle errate interpretazioni<br />

della libertà, sottolineò in modo inequivocabile l’inviolabilità dell’essere<br />

umano, l’inviolabilità della vita umana dal concepimento fino alla<br />

morte naturale. La libertà di uccidere non è una vera libertà, ma è una<br />

tirannia che riduce l’essere umano in schiavitù. Il Papa è consapevole di<br />

essere, nelle sue grandi decisioni, legato alla grande comunità della fede<br />

di tutti i tempi, alle interpretazioni vincolanti cresciute lungo il cammino<br />

pellegrinante della Chiesa. Così, il suo potere non sta al di sopra, ma è al<br />

servizio della Parola di Dio, e su di lui incombe la responsabilità di far<br />

sì che questa Parola continui a rimanere presente nella sua grandezza e a<br />

risuonare nella sua purezza, così che non venga fatta a pezzi dai continui<br />

cambiamenti <strong>delle</strong> mode.


La Cattedra è – diciamolo ancora una volta – simbolo della potestà<br />

di insegnamento, che è una potestà di obbedienza e di servizio, affinché<br />

la Parola di Dio – la sua verità! – possa risplendere tra di noi, indicandoci<br />

la strada. Ma, parlando della Cattedra del Vescovo di Roma, come<br />

non ricordare le parole che Sant’Ignazio d’Antiochia scrisse ai Romani?<br />

Pietro, provenendo da Antiochia, sua prima sede, si diresse a Roma, sua<br />

sede definitiva. Una sede resa definitiva attraverso il martirio con cui legò<br />

per sempre la sua successione a Roma. Ignazio, da parte sua, restando<br />

Vescovo di Antiochia, era diretto verso il martirio che avrebbe dovuto<br />

subire in Roma. Nella sua lettera ai Romani si riferisce alla Chiesa di<br />

Roma come a “Colei che presiede nell’amore”, espressione assai significativa.<br />

Non sappiamo con certezza che cosa Ignazio avesse davvero<br />

in mente usando queste parole. Ma per l’antica Chiesa, la parola amore,<br />

agape, accennava al mistero dell’Eucaristia. In questo Mistero l’amore<br />

di Cristo si fa sempre tangibile in mezzo a noi. Qui, Egli si dona sempre<br />

di nuovo. Qui, Egli si fa trafiggere il cuore sempre di nuovo; qui, Egli<br />

mantiene la Sua promessa, la promessa che, dalla Croce, avrebbe attirato<br />

tutto a sé. Nell’Eucaristia, noi stessi impariamo l’amore di Cristo. È<br />

stato grazie a questo centro e cuore, grazie all’Eucaristia, che i santi hanno<br />

vissuto, portando l’amore di Dio nel mondo in modi e in forme sempre<br />

nuove. Grazie all’Eucaristia la Chiesa rinasce sempre di nuovo! La<br />

Chiesa non è altro che quella rete – la comunità eucaristica! – in cui tutti<br />

noi, ricevendo il medesimo Signore, diventiamo un solo corpo e abbracciamo<br />

tutto il mondo. Presiedere nella dottrina e presiedere nell’amore,<br />

alla fine, devono essere una cosa sola: tutta la dottrina della Chiesa, alla<br />

fine, conduce all’amore. E l’Eucaristia, quale amore presente di Gesù<br />

Cristo, è il criterio di ogni dottrina. Dall’amore dipendono tutta la Legge<br />

e i Profeti, dice il Signore (Mt 22, 40). L’amore è il compimento della<br />

legge, scriveva San Paolo ai Romani (13, 10).<br />

Cari Romani, adesso sono il vostro Vescovo. Grazie per la vostra<br />

generosità, grazie per la vostra simpatia, grazie per la vostra pazienza!<br />

In quanto cattolici, in qualche modo, tutti siamo anche romani. Con le<br />

parole del salmo 87, un inno di lode a Sion, madre di tutti i popoli, cantava<br />

Israele e canta la Chiesa: “Si dirà di Sion: L’uno e l’altro è nato in<br />

essa…” (v. 5). Ugualmente, anche noi potremmo dire: in quanto cattolici,<br />

in qualche modo, siamo tutti nati a Roma. Così voglio cercare, con<br />

tutto il cuore, di essere il vostro Vescovo, il Vescovo di Roma. E tutti noi<br />

vogliamo cercare di essere sempre più cattolici – sempre più fratelli e<br />

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2<br />

sorelle nella grande famiglia di Dio, quella famiglia in cui non esistono<br />

stranieri. Infine, vorrei ringraziare di cuore il Vicario per la <strong>Diocesi</strong> di<br />

Roma, il Cardinale Camillo Ruini, e anche i Vescovi ausiliari e tutti i<br />

suoi collaboratori. Ringrazio di cuore i parroci, il clero di Roma e tutti<br />

coloro che, come fedeli, offrono il loro contributo per costruire qui la<br />

casa vivente di Dio. Amen.


Udienza<br />

ai Vescovi italiani<br />

in occasione della 54 a Assemblea Generale della CEI<br />

30 maggio 2005<br />

Cari fratelli Vescovi italiani, sono felice di incontrarvi qui questa<br />

mattina, riuniti nella vostra Assemblea Generale, dopo aver celebrato<br />

ieri con molti di voi a Bari la Santa Messa conclusiva del Congresso<br />

Eucaristico Nazionale. Saluto il vostro Presidente, Cardinale Camillo<br />

Ruini, e lo ringrazio per le calde parole che mi ha rivolto a vostro nome.<br />

Saluto i tre Vicepresidenti, il Segretario Generale e ciascuno di voi, e<br />

desidero a mia volta esprimervi sentimenti di profonda comunione e di<br />

affetto sincero.<br />

Sono trascorse soltanto poche settimane dalla mia elezione e sono<br />

ben vivi in noi quei sentimenti che ci hanno accomunato nei giorni della<br />

sofferenza e della morte del mio venerato Predecessore, il Servo di Dio<br />

Giovanni Paolo II, per ciascuno di noi un padre, un esempio ed un amico.<br />

Vi sono particolarmente grato perché avverto che accogliete me con<br />

lo stesso animo con il quale avete accompagnato lui durante i ventisei<br />

anni del suo Pontificato.<br />

Cari fratelli, il nostro legame ha d’altronde una precisa radice, che è<br />

quella che unisce tutti i Vescovi del mondo al Successore di Pietro, ma<br />

che in questa nazione assume un vigore speciale perché il Papa è Vescovo<br />

di Roma e Primate d’Italia. La storia ha mostrato, lungo l’arco di<br />

ormai venti secoli, quanto grandi frutti di bene questo peculiare legame<br />

abbia portato, sia per la vita di fede e la fioritura di civiltà del popolo italiano<br />

sia per il ministero dello stesso Successore di Pietro. Inizio dunque<br />

il servizio nuovo e inatteso a cui il Signore mi ha chiamato sentendomi<br />

intimamente confortato dalla vostra vicinanza e solidarietà: <strong>insieme</strong><br />

potremo adempiere la missione che Gesù Cristo ci ha affidato, <strong>insieme</strong><br />

potremo testimoniare Cristo e renderlo presente oggi, non meno di ieri,<br />

nelle case e negli animi degli italiani.<br />

Il rapporto dell’Italia con la fede cristiana infatti, non soltanto risale<br />

alla generazione apostolica, alla predicazione e al martirio di Pietro e di<br />

Paolo, ma anche attualmente è profondo e vivo. Certo, quella forma di<br />

cultura, basata su una razionalità puramente funzionale, che contraddice<br />

e tende ad escludere il cristianesimo e in genere le tradizioni religiose e<br />

2


2<br />

morali dell’umanità, è presente e operante in Italia come un po’ ovunque<br />

in Europa. Qui però la sua egemonia non è affatto totale e tanto meno<br />

incontrastata: sono molti infatti, anche tra quanti non condividono o comunque<br />

non praticano la nostra fede, coloro che avvertono come una tale<br />

forma di cultura costituisca in realtà una funesta mutilazione dell’uomo<br />

e della sua stessa ragione. E soprattutto, in Italia la Chiesa conserva<br />

una presenza capillare, in mezzo alla gente di ogni età e condizione, e<br />

può quindi proporre nelle più diverse situazioni il messaggio di salvezza<br />

che il Signore le ha affidato.<br />

Cari fratelli, conosco il vostro impegno per mantenere viva questa<br />

presenza e per incrementare il suo dinamismo missionario. Negli Orientamenti<br />

pastorali che avete consegnato alle <strong>Diocesi</strong> italiane per questo<br />

primo decennio del nuovo secolo, riprendendo l’insegnamento di Giovanni<br />

Paolo II nella Novo millennio ineunte, ponete giustamente alla base<br />

di tutto la contemplazione, di Gesù Cristo e in Lui del vero volto di<br />

Dio Padre, il rapporto vivo e quotidiano con lui. Qui sta infatti l’anima e<br />

l’energia segreta della Chiesa, la fonte dell’efficacia del nostro apostolato.<br />

Soprattutto nel mistero dell’Eucaristia noi stessi, i nostri sacerdoti<br />

e tutti i nostri fedeli possiamo vivere in pienezza questo rapporto con<br />

Cristo: qui Egli si fa tangibile in mezzo a noi, si dona sempre di nuovo,<br />

diventa nostro, affinché noi diventiamo suoi e impariamo il suo amore.<br />

L’Anno dell’Eucaristia e il Congresso appena celebrato a Bari sono stimoli<br />

che ci aiutano ad entrare più profondamente in questo Mistero.<br />

Nel contemplare il volto di Cristo, e in Cristo il volto del Padre, Maria<br />

Santissima ci precede, ci sostiene e ci accompagna. L’amore e la<br />

devozione per la Madre del Signore, tanto diffusi e radicati nel popolo<br />

italiano, sono un’eredità preziosa che dobbiamo sempre coltivare e una<br />

grande risorsa anche in vista dell’evangelizzazione. Su queste basi, cari<br />

fratelli, possiamo davvero proporre a noi stessi e ai nostri fedeli la vocazione<br />

alla santità, quale “misura alta della vita cristiana ordinaria”,<br />

secondo la felice espressione di Giovanni Paolo II nella Novo millennio<br />

ineunte (n. 37): lo Spirito Santo viene infatti in noi, da Cristo e dal Padre,<br />

proprio per introdurci nel mistero della vita e dell’amore di Dio, al di là<br />

di ogni forza e attesa umana.<br />

In concreto la presenza della Chiesa in mezzo alla popolazione italiana<br />

si caratterizza anzitutto per la fitta rete <strong>delle</strong> parrocchie e per la vitalità<br />

che esse tuttora esprimono, pur nei grandi cambiamenti della società<br />

e della cultura. In una vostra recente Nota pastorale (Il volto missionario


<strong>delle</strong> parrocchie in un mondo che cambia) vi siete dunque saggiamente<br />

preoccupati di sostenere le parrocchie, riaffermando il loro valore e la<br />

loro funzione e incoraggiando così in particolare i sacerdoti che hanno<br />

le non lievi responsabilità di parroci. Ma avete anche messo in luce la<br />

necessità che le parrocchie assumano un atteggiamento maggiormente<br />

missionario nella pastorale quotidiana e pertanto si aprano ad una più<br />

intensa collaborazione con tutte le forze vive di cui la Chiesa oggi dispone.<br />

È molto importante, al riguardo, che si rafforzi la comunione tra le<br />

strutture parrocchiali e le varie realtà “carismatiche” sorte negli ultimi<br />

decenni e largamente presenti in Italia, affinché la missione possa raggiungere<br />

tutti gli ambienti di vita. Al medesimo fine un contributo prezioso<br />

viene certamente dalla presenza <strong>delle</strong> comunità religiose, in Italia<br />

ancora numerose nonostante la scarsità <strong>delle</strong> vocazioni.<br />

Un terreno decisivo, per il futuro della fede e per l’orientamento complessivo<br />

della vita di una nazione, è certamente quello della cultura. Vi<br />

chiedo dunque di proseguire nel lavoro che avete intrapreso perché la<br />

voce dei cattolici sia costantemente presente nel dibattito culturale italiano,<br />

e ancor prima perché si rafforzino le capacità di elaborare razionalmente,<br />

nella luce della fede, i molteplici interrogativi che si affacciano<br />

nei vari ambiti del sapere e nelle grandi scelte di vita. Oggi la cultura<br />

e i modelli di comportamento sono inoltre sempre più condizionati e<br />

caratterizzati dalle rappresentazioni che ne propongono i media: è benemerito<br />

pertanto lo sforzo della vostra Conferenza per avere anche a questo<br />

livello un’adeguata capacità di espressione, in modo da poter offrire<br />

a tutti un’interpretazione cristiana degli avvenimenti e dei problemi.<br />

La situazione effettiva della Chiesa in Italia conferma e giustifica<br />

dunque l’attenzione e le attese che hanno verso di essa molte Chiese sorelle<br />

in Europa e nel mondo. Come ha più volte sottolineato il mio amato<br />

Predecessore Giovanni Paolo II, l’Italia può e deve avere un grande ruolo<br />

per la comune testimonianza di Gesù Cristo nostro unico Salvatore<br />

e perché in Cristo sia individuata la misura del vero umanesimo, per la<br />

coscienza <strong>delle</strong> persone come per gli assetti della vita sociale.<br />

Una questione nevralgica, che richiede la nostra più grande attenzione<br />

pastorale, è quella della famiglia. In Italia, ancor più che in altri Paesi,<br />

la famiglia rappresenta davvero la cellula fondamentale della società, è<br />

profondamente radicata nel cuore <strong>delle</strong> giovani generazioni e si fa carico<br />

di molteplici problemi, offrendo sostegno e rimedio a situazioni<br />

altrimenti disperate. E tuttavia anche in Italia la famiglia è esposta, nel-<br />

2


30<br />

l’attuale clima culturale, a molti rischi e minacce che tutti conosciamo.<br />

Alla fragilità e instabilità interna di molte unioni coniugali si assomma<br />

infatti la tendenza, diffusa nella società e nella cultura, a contestare il<br />

carattere unico e la missione propria della famiglia fondata sul matrimonio.<br />

Proprio l’Italia poi è una della nazioni in cui la scarsità <strong>delle</strong> nascite<br />

è più grave e persistente, con conseguenze già pesanti sull’intero corpo<br />

sociale. Perciò da molto tempo voi Vescovi italiani avete unito la vostra<br />

voce a quella di Giovanni Paolo II, anzitutto nel difendere la sacralità<br />

della vita umana e il valore dell’istituto matrimoniale, ma anche nel<br />

promuovere il ruolo della famiglia nella Chiesa e nella società, chiedendo<br />

misure economiche e legislative che sostengano le giovani famiglie<br />

nella generazione ed educazione dei figli. Nel medesimo spirito siete<br />

attualmente impegnati a illuminare e motivare le scelte dei cattolici e di<br />

tutti i cittadini circa i referendum ormai imminenti in merito alla legge<br />

sulla procreazione assistita: proprio nella sua chiarezza e concretezza<br />

questo vostro impegno è segno della sollecitudine dei Pastori per ogni<br />

essere umano, che non può mai venire ridotto a un mezzo, ma è sempre<br />

un fine, come ci insegna il nostro Signore Gesù Cristo nel suo Vangelo e<br />

come ci dice la stessa ragione umana. In tale impegno, e in tutta l’opera<br />

molteplice che fa parte della missione e del dovere dei Pastori, vi sono<br />

vicino con la parola e con la preghiera, confidando nella luce e nella grazia<br />

dello Spirito che agisce nelle coscienze e nei cuori.<br />

La stessa sollecitudine per il vero bene dell’uomo che ci spinge a<br />

prenderci cura <strong>delle</strong> sorti <strong>delle</strong> famiglie e del rispetto della vita umana si<br />

esprime nell’attenzione ai poveri che abbiamo tra noi, agli ammalati, gli<br />

immigrati, ai popoli decimati dalle malattie, dalle guerre e dalla fame.<br />

Cari fratelli Vescovi italiani, desidero ringraziare voi e i vostri fedeli per<br />

la larghezza della vostra carità, che contribuisce a rendere concretamente<br />

la Chiesa quel popolo nuovo nel quale nessuno è straniero. Ricordiamoci<br />

sempre <strong>delle</strong> parole del Signore: quello che avete fatto “a uno solo<br />

di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40).<br />

Ad agosto, come sapete, mi recherò a Colonia per la Giornata Mondiale<br />

della Gioventù e confido di incontrarmi di nuovo con molti di voi,<br />

accompagnati da un grande numero di giovani italiani. Proprio riguardo<br />

ai giovani, alla loro formazione, al loro rapporto con il Signore e con<br />

la Chiesa vorrei aggiungere un’ultima parola. Essi sono infatti, come<br />

ha ripetutamente affermato Giovanni Paolo II, la speranza della Chiesa,<br />

ma sono anche, nel mondo di oggi, particolarmente esposti al pericolo


di essere “sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di<br />

dottrina” (Ef 4, 14). Hanno dunque bisogno di essere aiutati a crescere<br />

e a maturare nella fede: è questo il primo servizio che essi devono ricevere<br />

dalla Chiesa, e specialmente da noi Vescovi e dai nostri sacerdoti.<br />

Sappiamo bene che molti di loro non sono in grado di comprendere e di<br />

accogliere subito tutto l’insegnamento della Chiesa ma proprio per questo<br />

è importante risvegliare in loro l’intenzione di credere con la Chiesa,<br />

la fiducia che questa Chiesa, animata e guidata dallo Spirito, è il vero<br />

soggetto della fede, inserendoci nel quale entriamo e partecipiamo nella<br />

comunione della fede. Affinché ciò possa avvenire, i giovani devono<br />

sentirsi amati dalla Chiesa, amati in concreto da noi Vescovi e sacerdoti.<br />

Potranno sperimentare così nella Chiesa, l’amicizia e l’amore che<br />

ha per loro il Signore, comprenderanno che in Cristo la verità coincide<br />

con l’amore e impareranno, a loro volta, ad amare il Signore e ad avere<br />

fiducia nel suo corpo che è la Chiesa. Questo è oggi, cari fratelli Vescovi<br />

italiani, il punto centrale della grande sfida della trasmissione della fede<br />

alle giovani generazioni.<br />

Per le vostre persone e per le vostre Chiese, per tutta la diletta nazione<br />

italiana, per il suo presente e il suo futuro cristiano, per il compito<br />

che essa è chiamata a svolgere in Europa e nel mondo, vi assicuro la<br />

mia quotidiana preghiera e imparto con affetto una speciale Benedizione<br />

Apostolica a voi, ai vostri sacerdoti, ad ogni famiglia italiana.<br />

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32<br />

Motu proprio<br />

per l’approvazione e la pubblicazione<br />

del Compendio<br />

del Catechismo della Chiesa Cattolica<br />

Ai Venerabili Fratelli Cardinali, Patriarchi, Arcivescovi, Vescovi,<br />

Presbiteri, Diaconi e a tutti i Membri del Popolo di Dio<br />

Vent’anni or sono iniziava l’elaborazione del Catechismo della Chiesa<br />

Cattolica, richiesto dall’Assemblea straordinaria del Sinodo dei Vescovi,<br />

in occasione del ventesimo anniversario della chiusura del Concilio<br />

Ecumenico Vaticano II.<br />

Ringrazio infinitamente il Signore Dio per aver donato alla Chiesa<br />

tale Catechismo, promulgato nel 1992 dal mio venerato e amato Predecessore,<br />

Papa Giovanni Paolo II.<br />

La grande utilità e preziosità di questo dono è confermata anzitutto<br />

dalla positiva e larga accoglienza, che esso ha avuto presso l’episcopato,<br />

al quale era primariamente indirizzato come testo di riferimento sicuro e<br />

autentico per l’insegnamento della dottrina cattolica, e in particolare per<br />

l’elaborazione dei catechismi locali. Ma è confermata anche dalla favorevole<br />

e grande accoglienza ad esso riservata da parte di tutte le componenti<br />

del Popolo di Dio, che l’hanno potuto conoscere ed apprezzare<br />

nelle oltre cinquanta lingue, in cui è stato finora tradotto.<br />

Ora con grande gioia approvo e promulgo il Compendio di tale Catechismo.<br />

Esso era stato vivamente auspicato dai partecipanti al Congresso Catechistico<br />

Internazionale dell’ottobre 2002, che si erano fatti interpreti<br />

in tal modo di un’esigenza molto diffusa nella Chiesa. Il mio compianto<br />

Predecessore, accogliendo tale desiderio, ne decise nel febbraio 2003 la<br />

preparazione, affidandone la redazione a una ristretta Commissione di<br />

Cardinali, da me presieduta, e affiancata da alcuni esperti collaboratori.<br />

Nel corso dei lavori, un progetto di tale Compendio è stato sottoposto al<br />

giudizio di tutti gli Eminentissimi Cardinali e dei Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze<br />

Episcopali, che nella stragrande maggioranza l’hanno favorevolmente<br />

accolto e valutato.<br />

Il Compendio, che ora presento alla Chiesa universale, è una sintesi<br />

fedele e sicura del Catechismo della Chiesa Cattolica. Esso contiene,<br />

in modo conciso, tutti gli elementi essenziali e fondamentali della fede


della Chiesa, così da costituire, come era stato auspicato dal mio Predecessore,<br />

una sorta di vademecum, che consenta alle persone, credenti e<br />

non, di abbracciare, in uno sguardo d’<strong>insieme</strong>, l’intero panorama della<br />

fede cattolica.<br />

Rispecchia fedelmente nella struttura, nei contenuti e nel linguaggio il<br />

Catechismo della Chiesa Cattolica, che troverà in questa sintesi un aiuto<br />

e uno stimolo per essere maggiormente conosciuto ed approfondito.<br />

Affido pertanto con fiducia questo Compendio anzitutto alla Chiesa<br />

intera e ad ogni cristiano in particolare, perché grazie ad esso possa ritrovare,<br />

in questo terzo millennio, nuovo slancio nel rinnovato impegno di<br />

evangelizzazione e di educazione alla fede, che deve caratterizzare ogni<br />

comunità ecclesiale e ogni credente in Cristo a qualunque età e nazione<br />

appartenga.<br />

Ma questo Compendio, per la sua brevità, chiarezza e integrità, si rivolge<br />

a ogni persona, che, vivendo in un mondo dispersivo e dai molteplici<br />

messaggi, desidera conoscere la Via della Vita, la Verità , affidata<br />

da Dio alla Chiesa del Suo Figlio.<br />

Leggendo questo autorevole strumento che è il Compendio, possa<br />

ciascuno, grazie in particolare all’intercessione di Maria Santissima, la<br />

Madre di Cristo e della Chiesa, riconoscere e accogliere sempre di più<br />

l’inesauribile bellezza, unicità e attualità del Dono per eccellenza che<br />

Dio ha fatto all’umanità: il Suo unico Figlio, Gesù Cristo, che è «la Via,<br />

la Verità e la Vita» (Gv 14, 6).<br />

Dato il 28 giugno 2005, vigilia della Solennità dei SS. Pietro e Paolo,<br />

anno primo di Pontificato.<br />

Benedictus PP XVI<br />

* * *<br />

INTRODUZIONE<br />

1. L’11 ottobre del 1992, Papa Giovanni Paolo II consegnava ai fedeli<br />

di tutto il mondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, presentandolo<br />

come «“testo di riferimento” per una catechesi rinnovata alle vive<br />

sorgenti della fede» 1 . A trent’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II<br />

1 Giovanni Paolo ii, Cost. ap. Fidei depositum, 11 ottobre 1992.<br />

33


34<br />

(1962-1965), veniva così portato a felice compimento l’auspicio espresso<br />

nel 1985 dall’Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, perché<br />

venisse composto un catechismo di tutta la dottrina cattolica sia per<br />

la fede che per la morale.<br />

Cinque anni dopo, il 15 agosto del 1997, promulgando l’editio typica<br />

del Catechismus Catholicae Ecclesiae, il Sommo Pontefice confermava<br />

la finalità fondamentale dell’opera: «Porsi come esposizione completa e<br />

integra della dottrina cattolica, che consente a tutti di conoscere ciò che la<br />

Chiesa stessa professa, celebra, vive, prega nella sua vita quotidiana» 2 .<br />

2. Per una maggiore valorizzazione del Catechismo e per venire incontro<br />

a una richiesta emersa nel Congresso Catechistico Internazionale<br />

del 2002, Giovanni Paolo II istituiva nel 2003 una Commissione speciale,<br />

presieduta dal Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede, con il compito di elaborare un Compendio del<br />

Catechismo della Chiesa Cattolica, contenente una formulazione più<br />

sintetica dei medesimi contenuti di fede. Dopo due anni di lavoro, fu preparato<br />

un progetto di compendio, che fu inviato per la consultazione ai<br />

Cardinali e ai Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali. Il progetto, nel suo<br />

complesso, ha avuto una valutazione positiva da parte della maggioranza<br />

assoluta di quanti hanno risposto. La Commissione ha, pertanto, proceduto<br />

alla revisione del suddetto progetto, e, tenendo conto <strong>delle</strong> proposte<br />

di miglioramento pervenute, ha approntato il testo finale dell’opera.<br />

3. Sono tre le caratteristiche principali del Compendio: la stretta dipendenza<br />

dal Catechismo della Chiesa Cattolica; il genere dialogico;<br />

l’utilizzo <strong>delle</strong> immagini nella catechesi.<br />

Anzitutto, il Compendio non è un’opera a sé stante e non intende in<br />

alcun modo sostituire il Catechismo della Chiesa Cattolica: piuttosto,<br />

rinvia continuamente ad esso sia con la puntuale indicazione dei numeri<br />

di riferimento sia col continuo richiamo alla sua struttura, al suo sviluppo<br />

e ai suoi contenuti. Il Compendio, inoltre, intende risvegliare un<br />

rinnovato interesse e fervore per il Catechismo, che, con la sua sapienza<br />

espositiva e con la sua unzione spirituale, resta pur sempre il testo di base<br />

della catechesi ecclesiale oggi.<br />

2 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Laetamur magnopere, 15 agosto 1997.


Come il Catechismo, anche il Compendio si articola in quattro parti,<br />

in corrispondenza <strong>delle</strong> leggi fondamentali della vita in Cristo.<br />

La prima parte, intitolata «La professione della fede», contiene un’opportuna<br />

sintesi della lex credendi, e cioè della fede professata dalla Chiesa<br />

Cattolica, ricavata dal Simbolo Apostolico, illustrato con il Simbolo<br />

niceno-costantinopolitano, la cui costante proclamazione nelle assemblee<br />

cristiane mantiene viva la memoria <strong>delle</strong> principali verità della fede.<br />

La seconda parte, intitolata «La celebrazione del mistero cristiano»,<br />

presenta gli elementi essenziali della lex celebrandi. L’annuncio del<br />

Vangelo trova, infatti, la sua risposta privilegiata nella vita sacramentale.<br />

In essa i fedeli sperimentano e testimoniano in ogni momento della<br />

loro esistenza l’efficacia salvifica del mistero pasquale, per mezzo del<br />

quale Cristo ha compiuto l’opera della nostra redenzione.<br />

La terza parte, intitolata «La vita in Cristo», richiama la lex vivendi e<br />

cioè l’impegno che i battezzati hanno di manifestare nei loro comportamenti<br />

e nelle loro scelte etiche la fedeltà alla fede professata e celebrata.<br />

I fedeli, infatti, sono chiamati dal Signore Gesù a compiere le opere che<br />

si addicono alla loro dignità di figli del Padre nella carità dello Spirito<br />

Santo.<br />

La quarta parte, intitolata «La preghiera cristiana», offre una sintesi<br />

della lex orandi e cioè della vita di preghiera. Sull’esempio di Gesù, il<br />

modello perfetto di orante, anche il cristiano è chiamato al dialogo con<br />

Dio nella preghiera, una cui espressione privilegiata è il Padre nostro, la<br />

preghiera insegnataci da Gesù stesso.<br />

4. Una seconda caratteristica del Compendio è la sua forma dialogica,<br />

che riprende un antico genere letterario catechistico, fatto di domande<br />

e risposte. Si tratta di riproporre un dialogo ideale tra il maestro<br />

e il discepolo, mediante una sequenza incalzante di interrogativi, che<br />

coinvolgono il lettore invitandolo a proseguire nella scoperta dei sempre<br />

nuovi aspetti della verità della sua fede. Il genere dialogico concorre<br />

anche ad abbreviare notevolmente il testo, riducendolo all’essenziale.<br />

Ciò potrebbe favorire l’assimilazione e l’eventuale memorizzazione dei<br />

contenuti.<br />

5. Una terza caratteristica è data dalla presenza di alcune immagini,<br />

che scandiscono l’articolazione del Compendio. Esse provengono dal<br />

ricchissimo patrimonio dell’iconografia cristiana. Dalla secolare tra-<br />

3


3<br />

dizione conciliare apprendiamo che anche l’immagine è predicazione<br />

evangelica. Gli artisti di ogni tempo hanno offerto alla contemplazione<br />

e allo stupore dei fedeli i fatti salienti del mistero della salvezza, presentandoli<br />

nello splendore del colore e nella perfezione della bellezza. È un<br />

indizio questo, di come oggi più che mai, nella civiltà dell’immagine,<br />

l’immagine sacra possa esprimere molto di più della stessa parola, dal<br />

momento che è oltremodo efficace il suo dinamismo di comunicazione e<br />

di trasmissione del messaggio evangelico.<br />

6. A quarant’anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II e nell’anno<br />

dell’Eucaristia, il Compendio può rappresentare un ulteriore sussidio<br />

per soddisfare sia la fame di verità dei fedeli di tutte le età e condizioni,<br />

sia anche il bisogno di quanti, senza essere fedeli, hanno sete di verità e<br />

di giustizia. La sua pubblicazione avverrà nella solennità dei Santi Apostoli<br />

Pietro e Paolo, colonne della Chiesa universale ed evangelizzatori<br />

esemplari del Vangelo nel mondo antico. Questi apostoli hanno visto<br />

ciò che hanno predicato e hanno testimoniato la verità di Cristo fino al<br />

martirio. Imitiamoli nel loro slancio missionario e preghiamo il Signore<br />

affinché la Chiesa segua sempre l’insegnamento degli Apostoli, dai quali<br />

ha ricevuto il primo gioioso annunzio della fede.<br />

20 marzo 2005, Domenica <strong>delle</strong> Palme<br />

Joseph Card. Ratzinger<br />

Prefetto della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede<br />

Presidente della Commissione speciale


Messaggio<br />

ai Vescovi Italiani<br />

in occasione della 55 a Assemblea Generale<br />

(Assisi, 14-18 novembre 2005)<br />

Venerati e cari Fratelli<br />

desidero farvi giungere con questo messaggio la testimonianza dei<br />

miei sentimenti di profonda comunione e di spirituale partecipazione<br />

ai lavori della vostra Assemblea Generale. Saluto il vostro Presidente,<br />

Cardinale Camillo Ruini, i tre Vicepresidenti, il Segretario Generale e<br />

ciascuno di voi con grande affetto, ben sapendo con quanta dedizione<br />

seguiate le comunità a voi affidate per guidarle e sostenerle nel cammino<br />

verso la santità. È ancora vivo in me il ricordo dell’incontro che ho avuto<br />

con tutti voi lo scorso 30 maggio in occasione della precedente Assemblea<br />

Generale. Vi dicevo allora, a poche settimane dalla mia elezione a<br />

Successore di Pietro, quanto mi sentissi “intimamente confortato dalla<br />

vostra vicinanza e solidarietà”. Oggi, a distanza di qualche mese, anche<br />

grazie agli incontri che ho avuto con molti di voi in occasione del Congresso<br />

Eucaristico Nazionale di Bari, della XX Giornata Mondiale della<br />

Gioventù di Colonia e di varie udienze, sono sempre più sostenuto dalla<br />

certezza che “<strong>insieme</strong> potremo adempiere la missione che Gesù Cristo<br />

ci ha affidato, <strong>insieme</strong> potremo testimoniare Cristo e renderlo presente<br />

oggi, non meno di ieri, nelle case e negli animi degli italiani”. Nel corso<br />

dei lavori della vostra Assemblea affronterete diversi argomenti tra cui,<br />

principalmente, la formazione dei futuri presbiteri e la presenza della<br />

Chiesa nel mondo della salute. Sono entrambi temi di grande rilevanza,<br />

a cui giustamente dedicate attenzione in vista di orientamenti e scelte<br />

che potranno essere di vero aiuto per il popolo di Dio e per l’intera Nazione<br />

italiana.<br />

La Chiesa oggi ha bisogno di sacerdoti che siano pienamente consapevoli<br />

del dono di grazia che ricevono con l’Ordinazione presbiterale e<br />

con la missione loro affidata in un tempo di rapidi e profondi cambiamenti.<br />

Affinché le nostre comunità crescano armoniosamente nella verità<br />

e nella carità, attorno all’Eucaristia e alla Parola di Dio, è indispensabile<br />

la presenza di sacerdoti che agiscano in nome di Cristo e vivano in<br />

3


3<br />

intima unione con Lui che li ha chiamati e inviati. La Chiesa ha bisogno<br />

di presbiteri che sappiano sempre conformare il loro agire al modello del<br />

buon Pastore, lasciandosi guidare con docilità dallo Spirito Santo in piena<br />

comunione con i loro Vescovi. Mentre sento con voi il dovere di ringraziare<br />

tutti i sacerdoti che in Italia con grande abnegazione, spesso nel<br />

nascondimento e lavorando senza sosta, contribuiscono a rendere vive<br />

e ricche di grazie le nostre parrocchie e comunità, condivido con voi la<br />

preoccupazione per la diminuzione del clero e per il progressivo innalzamento<br />

dell’età media dei sacerdoti. È quindi necessario e urgente incrementare<br />

la pastorale vocazionale definire sempre meglio la proposta<br />

formativa, in modo da garantire una preparazione umana, intellettuale e<br />

spirituale che sia all’altezza <strong>delle</strong> nuove sfide che il ministero sacerdotale<br />

è chiamato da affrontare. Come ho detto ai seminaristi nell’incontro<br />

del 19 agosto a Colonia, il seminario deve essere il contesto in cui matura<br />

“la ricerca di un rapporto personale con Cristo” e quindi “non tanto<br />

un luogo, ma, appunto, un significativo tempo della vita di un discepolo<br />

di Gesù” per una formazione che “ha diverse dimensioni, che convergono<br />

nell’unità della persona”. Altrettanto importante è che questa azione<br />

formativa avvenga in un contesto comunitario, per essere un riflesso di<br />

quella comunione di vita che Gesù aveva con i suoi discepoli, e per far<br />

sì che i diversi elementi del progetto educativo si unifichino attorno alle<br />

esigenze della carità pastorale. Essendo quello dei sacerdoti un compito<br />

centrale e insostituibile, ogni cura deve essere posta per la loro formazione<br />

a partire dalla qualità dei formatori. Tutti i fedeli, pregando il Padrone<br />

della messe, possono contribuire al fiorire <strong>delle</strong> vocazioni e alla<br />

formazione dei presbiteri, perché ciò che forgia un sacerdote è in primo<br />

luogo la sua preghiera e la preghiera che tutta la comunità innalza al Signore<br />

per lui e per il suo ministero.<br />

Altro tema a cui dedicherete parte dei lavori della vostra Assemblea è<br />

la pastorale della salute. La malattia pone certamente gravi e complessi<br />

problemi all’organizzazione sociale e rappresenta uno dei principali capitoli<br />

del servizio che va garantito ai cittadini, ma costituisce anzitutto<br />

una dimensione fondamentale dell’esperienza umana che interpella la<br />

missione della Chiesa e la coscienza dei credenti. Non per caso infatti<br />

il Signore ha voluto accompagnare l’annuncio della salvezza con molte<br />

guarigioni di persone sofferenti, mentre la comunità cristiana, in tutte<br />

le epoche, ha fatto dei malati un contrassegno della carità di Cristo. Per


molti versi dal modo con cui si affronta la malattia e la sofferenza si<br />

manifesta anche la dignità e il senso dell’esistenza umana. Rimane scolpita<br />

nel nostro cuore la testimonianza che ci ha dato il mio amato predecessore<br />

Giovanni Paolo II: della cattedra della sofferenza ha fatto uno<br />

vertice del suo Magistero. Illuminata e incoraggiata da una così grande<br />

testimonianza, la Chiesa è chiamata ad esprimere solidarietà e premura<br />

verso chi affronta la prova della malattia, in primo luogo aiutando a vedere<br />

la malattia e la morte stessa non come una negazione dell’umano,<br />

ma come un percorso che, sulla scia della sofferenza, della morte e della<br />

risurrezione di Gesù, ci conduce alla vita vera ed eterna. Meritano di<br />

essere sostenute e promosse le istituzioni cattoliche che tanto fanno nell’ambito<br />

sanitario e dell’assistenza, affinché siano sempre più esemplari<br />

nel coniugare innovazione e la competenza scientifica con l’attenzione<br />

primaria alla persona e alla sua dignità. Di particolare rilevanza è poi<br />

la missione dei cappellani, che nelle corsie degli ospedali incontrano e<br />

sostengono spiritualmente le persone malate, facendo sentire loro la presenza<br />

affettuosa e confortatrice del nostro unico Salvatore Gesù Cristo.<br />

Di fronte poi alla pretesa, che spesso affiora, di eliminare la sofferenza,<br />

ricorrendo perfino all’eutanasia, occorre ribadire la dignità inviolabile<br />

della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale.<br />

Cari Fratelli Vescovi italiani, nel corso dei lavori della vostra Assemblea,<br />

farete speciale memoria del quarantesimo anniversario dalla<br />

conclusione del Concilio Vaticano II. Mi unisco di tutto cuore a voi in<br />

questa commemorazione, in attesa della celebrazione, che farò io stesso<br />

il prossimo 8 dicembre, del dono straordinario che la Chiesa e l’umanità<br />

hanno ricevuto attraverso il Concilio. Desidero dirvi inoltre che apprezzo<br />

grandemente il puntuale discernimento e l’impegno unitario con cui<br />

aiutate le vostre comunità e l’intera nazione italiana ad agire sempre per<br />

il vero bene <strong>delle</strong> persone e della società. Vi incoraggio a proseguire su<br />

questa strada con serenità e coraggio, per offrire a tutti la luce del Vangelo<br />

e le parole di Colui che è via, verità e vita (cfr Gv 14, 6) per noi e per<br />

il mondo.<br />

Affido tutti voi all’amorevole protezione di Santa Maria degli Angeli<br />

e invoco i Santi Francesco e Chiara d’Assisi, tanto cari agli italiani,<br />

perché vi guidino nella riflessione e vi aiutino a promuovere la fede e la<br />

santità di vita nel popolo cristiano. Giunga a ciascuno di voi, alle vostre<br />

3


40<br />

Chiese e all’intera Nazione, con l’espressione del mio profondo affetto,<br />

la mia Benedizione Apostolica.<br />

Dal Vaticano, 10 Novembre 2005<br />

Benedetto XVI


Santa Sede


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolare decori.


Rogito<br />

per il pio transito<br />

di Sua Santità Giovanni Paolo II<br />

morte, deposizione e tumulazione<br />

di giovanni paolo ii di santa memoria<br />

Nella luce di Cristo risorto dai morti, il 2 aprile dell’anno del Signore<br />

2005, alle 21,37 della sera, mentre volgeva al termine il sabato, ed eravamo<br />

già entrati nel giorno del Signore, Ottava di Pasqua e Domenica<br />

della Divina Misericordia, l’amato Pastore della Chiesa, Giovanni Paolo<br />

II, è passato da questo mondo al Padre. Tutta la Chiesa in preghiera ha<br />

accompagnato il suo transito, specialmente i giovani.<br />

Giovanni Paolo II è stato il 264° Papa. La sua memoria rimane nel<br />

cuore della Chiesa e dell’intera umanità.<br />

Karol Wojtyła, eletto Papa il 16 ottobre 1978, nacque a Wadowice,<br />

città a 50 km da Cracovia, il 18 maggio 1920 e fu battezzato due giorni<br />

più tardi nella Chiesa parrocchiale dal sacerdote Francesco Zak.<br />

A 9 anni ricevette la Prima Comunione e a 18 anni il sacramento della<br />

Cresima. Interrotti gli studi, perché le forze di occupazione naziste avevano<br />

chiusa l’Università, lavorò in una cava e, in seguito, nella fabbrica<br />

chimica Solvay.<br />

A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, frequentò i<br />

corsi di formazione del seminario clandestino di Cracovia. Il primo novembre<br />

1946 ricevette l’ordinazione sacerdotale dalle mani del Cardinale<br />

Adam Sapieha. Poi fu mandato a Roma, dove conseguì la licenza e il<br />

dottorato in teologia, con la tesi dal titolo Doctrina de fide apud Sanctum<br />

Ioannem a Cruce.<br />

Ritornò poi in Polonia, dove ebbe alcune mansioni pastorali ed insegnò<br />

le sacre discipline. Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo<br />

Ausiliare di Cracovia. E da Paolo VI nel 1964 fu destinato alla stessa<br />

sede come Arcivescovo. Come tale intervenne al Concilio Vaticano II.<br />

Paolo VI lo creò Cardinale il 26 giugno 1967.<br />

Nel Conclave fu eletto Papa dai Cardinali il 16 ottobre 1978 e prese<br />

il nome di Giovanni Paolo II. Il 22 ottobre, Giorno del Signore, iniziava<br />

solennemente il suo ministero Petrino.<br />

Il pontificato di Giovanni Paolo II è stato uno dei più lunghi della<br />

storia della Chiesa. In tale periodo, sotto vari aspetti, si sono visti molti<br />

43


44<br />

mutamenti. Si annovera la caduta di taluni regimi, alla quale egli stesso<br />

contribuì. Allo scopo di annunciare il Vangelo compì molti viaggi in varie<br />

nazioni.<br />

Giovanni Paolo II ha esercitato il ministero Petrino con instancabile<br />

spirito missionario, dedicando tutte le sue energie sospinto dalla sollicitudo<br />

omnium ecclesiarum e dalla carità aperta all’umanità intera. Più di<br />

ogni Predecessore ha incontrato il Popolo di Dio e i Responsabili <strong>delle</strong><br />

Nazioni, nelle Celebrazioni, nelle Udienze generali e speciali e nelle Visite<br />

pastorali.<br />

Il suo amore per i giovani lo ha spinto ad iniziare le Giornate Mondiali<br />

della Gioventù, convocando milioni di giovani in varie parti del<br />

mondo.<br />

Ha promosso con successo il dialogo con gli ebrei e con i rappresentanti<br />

<strong>delle</strong> altre religioni, convocandoli talvolta in incontri di preghiera<br />

per la pace, specialmente in Assisi.<br />

Ha notevolmente allargato il Collegio dei Cardinali, creandone 231<br />

(più uno in pectore). Ha convocato ben 15 Assemblee del Sinodo dei<br />

Vescovi, 7 generali ordinarie e 8 speciali. Ha eretto numerose <strong>Diocesi</strong> e<br />

Circoscrizioni, in particolare nell’est europeo.<br />

Ha riformato i Codici di Diritto Canonico Occidentale ed Orientale,<br />

ha creato nuove Istituzioni e riordinato la Curia Romana.<br />

Come “sacerdos magnus” ha esercitato il ministero liturgico nella<br />

<strong>Diocesi</strong> di Roma e in tutto l’orbe, in piena fedeltà al Concilio Vaticano<br />

II. Ha promosso in modo esemplare la vita e la spiritualità liturgica e la<br />

preghiera contemplativa, specialmente l’adorazione eucaristica e la preghiera<br />

del santo Rosario (cfr Lett. ap. Rosarium Virginis Mariae).<br />

Sotto la sua guida la Chiesa si è avvicinata al terzo millennio e ha<br />

celebrato il Grande Giubileo del 2000, secondo le linee indicate con la<br />

Lettera apostolica Tertio millennio adveniente. Essa poi si è affacciata al<br />

nuovo evo, ricevendone indicazioni nella Lettera apostolica Novo millennio<br />

ineunte, nella quale si mostrava ai fedeli il cammino del tempo<br />

futuro.<br />

Con l’Anno della Redenzione, l’Anno Mariano e l’Anno dell’Eucaristia,<br />

ha promosso il rinnovamento spirituale della Chiesa. Ha dato un<br />

impulso straordinario alle canonizzazioni e beatificazioni, per mostrare<br />

innumerevoli esempi della santità di oggi, che fossero di incitamento<br />

agli uomini del nostro tempo. Ha proclamato Dottore della Chiesa santa<br />

Teresa di Gesù Bambino.


Il magistero dottrinale di Giovanni Paolo II è molto ricco. Custode<br />

del deposito della fede, egli si è adoperato con sapienza e coraggio a<br />

promuovere la dottrina cattolica, teologica, morale e spirituale, e a contrastare<br />

durante tutto il suo Pontificato tendenze contrarie alla genuina<br />

tradizione della Chiesa.<br />

Tra i documenti principali si annoverano 14 Encicliche, 15 Esortazioni<br />

apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche, 45 Lettere apostoliche,<br />

oltre alle Catechesi proposte nelle Udienze generali ed alle allocuzioni<br />

pronunciate in ogni parte del mondo. Con il suo insegnamento Giovanni<br />

Paolo II ha confermato e illuminato il Popolo di Dio sulla dottrina teologica<br />

(soprattutto nelle prime tre grandi Encicliche - Redemptor hominis,<br />

Dives in misericordia, Dominum et vivificantem), antropologica e sociale<br />

(Encicliche Laborem exercens, Sollicitudo rei socialis, Centesimus<br />

annus), morale (Encicliche Veritatis splendor, Evangelium vitae), ecumenica<br />

(Enciclica Ut unum sint), missiologica (Enciclica Redemptoris<br />

missio), mariologica (Enciclica Redemptoris Mater).<br />

Egli ha promulgato il Catechismo della Chiesa Cattolica, alla luce<br />

della Tradizione, autorevolmente interpretata dal Concilio Vaticano II.<br />

Ha pubblicato anche alcuni volumi come privato Dottore.<br />

Il suo magistero è culminato nell’Enciclica Ecclesia de Eucharistia<br />

e nella Lettera apostolica Mane nobiscum Domine, durante l’Anno dell’Eucaristia.<br />

Giovanni Paolo II ha lasciato a tutti una testimonianza mirabile di<br />

pietà, di vita santa e di paternità universale.<br />

I testimoni <strong>delle</strong> celebrazioni e della tumulazione<br />

corpus ioannis pauli ii p.m.<br />

vixit annos lxxxiv, menses x dies xv<br />

ecclesiae universae praefuit<br />

annos xxvi menses v dies xvii<br />

Semper in Christo vivas, Pater Sancte!<br />

4


4<br />

Testamento<br />

del Santo Padre Giovanni Paolo II<br />

Nel Nome della Santissima Trinità. Amen.<br />

Il testamento del 6.3.1979<br />

(e le aggiunte successive)<br />

Totus Tuus ego sum<br />

“Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”<br />

(cf. Mt 24, 42) – queste parole mi ricordano l’ultima chiamata, che avverrà<br />

nel momento in cui il Signore vorrà. Desidero seguirLo e desidero<br />

che tutto ciò che fa parte della mia vita terrena mi prepari a questo momento.<br />

Non so quando esso verrà, ma come tutto, anche questo momento<br />

depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus Tuus. Nelle<br />

stesse mani materne lascio tutto e Tutti coloro con i quali mi ha collegato<br />

la mia vita e la mia vocazione. In queste Mani lascio soprattutto la Chiesa,<br />

e anche la mia Nazione e tutta l’umanità. Ringrazio tutti. A tutti chiedo<br />

perdono. Chiedo anche la preghiera, affinché la Misericordia di Dio<br />

si mostri più grande della mia debolezza e indegnità.<br />

Durante gli esercizi spirituali ho riletto il testamento del Santo Padre<br />

Paolo VI. Questa lettura mi ha spinto a scrivere il presente testamento.<br />

Non lascio dietro di me alcuna proprietà di cui sia necessario disporre.<br />

Quanto alle cose di uso quotidiano che mi servivano, chiedo di distribuirle<br />

come apparirà opportuno. Gli appunti personali siano bruciati.<br />

Chiedo che su questo vigili don Stanislao, che ringrazio per la collaborazione<br />

e l’aiuto così prolungato negli anni e così comprensivo. Tutti<br />

gli altri ringraziamenti invece, li lascio nel cuore davanti a Dio stesso,<br />

perché è difficile esprimerli.<br />

Per quanto riguarda il funerale, ripeto le stesse disposizioni, che ha<br />

dato il Santo Padre Paolo VI (qui nota al margine: il sepolcro nella<br />

terra, non in un sarcofago, 13.3.92). Del luogo decida il Collegio Cardinalizio<br />

e i Connazionali.<br />

“apud Dominum misericordia<br />

et copiosa apud Eum redemptio”<br />

Giovanni Paolo pp. II


Roma, 6.III.1979<br />

Dopo la morte chiedo Sante Messe e preghiere<br />

5.III.1990<br />

Foglio senza data:<br />

* * *<br />

Esprimo la più profonda fiducia che, malgrado tutta la mia debolezza,<br />

il Signore mi concederà ogni grazia necessaria per affrontare secondo<br />

la Sua volontà qualsiasi compito, prova e sofferenza che vorrà<br />

richiedere dal Suo servo, nel corso della vita. Ho anche fiducia che non<br />

permetterà mai che, mediante qualche mio atteggiamento: parole, opere<br />

o omissioni, possa tradire i miei obblighi in questa santa Sede Petrina.<br />

24.II - 1.III.1980<br />

* * *<br />

Anche durante questi esercizi spirituali ho riflettuto sulla verità del<br />

Sacerdozio di Cristo nella prospettiva di quel Transito che per ognuno<br />

di noi è il momento della propria morte. Del congedo da questo mondo<br />

– per nascere all’altro, al mondo futuro, segno eloquente (aggiunto sopra:<br />

decisivo) è per noi la Risurrezione di Cristo.<br />

Ho letto dunque la redazione del mio testamento dell’ultimo anno,<br />

fatta anch’essa durante gli esercizi spirituali – l’ho paragonata con il testamento<br />

del mio grande Predecessore e Padre Paolo VI, con quella sublime<br />

testimonianza sulla morte di un cristiano e di un papa – e ho rinnovato<br />

in me la coscienza <strong>delle</strong> questioni, alle quali si riferisce la redazione<br />

del 6.III.1979 preparata da me (in modo piuttosto provvisorio).<br />

Oggi desidero aggiungere ad essa solo questo, che ognuno deve tener<br />

presente la prospettiva della morte. E deve esser pronto a presentarsi<br />

davanti al Signore e al Giudice – e contemporaneamente Redentore e<br />

Padre. Allora anche io prendo in considerazione questo continuamente,<br />

affidando quel momento decisivo alla Madre di Cristo e della Chiesa<br />

– alla Madre della mia speranza.<br />

I tempi, nei quali viviamo, sono indicibilmente difficili e inquieti.<br />

Difficile e tesa è diventata anche la via della Chiesa, prova caratteri-<br />

4


4<br />

stica di questi tempi – tanto per i Fedeli, quanto per i Pastori. In alcuni<br />

Paesi (come p.e. in quello di cui ho letto durante gli esercizi spirituali),<br />

la Chiesa si trova in un periodo di persecuzione tale, da non essere inferiore<br />

a quelle dei primi secoli, anzi li supera per il grado della spietatezza<br />

e dell’odio. Sanguis martyrum – semen christianorum. E oltre questo<br />

– tante persone scompaiono innocentemente, anche in questo Paese in<br />

cui viviamo…<br />

Desidero ancora una volta totalmente affidarmi alla grazia del Signore.<br />

Egli stesso deciderà quando e come devo finire la mia vita terrena e il<br />

ministero pastorale. Nella vita e nella morte Totus Tuus mediante l’Immacolata.<br />

Accettando già ora questa morte, spero che il Cristo mi dia la<br />

grazia per l’ultimo passaggio, cioè la [mia] Pasqua. Spero anche che la<br />

renda utile anche per questa più importante causa alla quale cerco di servire:<br />

la salvezza degli uomini, la salvaguardia della famiglia umana, e<br />

in essa di tutte le nazioni e dei popoli (tra essi mi rivolgo anche in modo<br />

particolare alla mia Patria terrena), utile per le persone che in modo particolare<br />

mi ha affidato, per la questione della Chiesa, per la gloria dello<br />

stesso Dio.<br />

Non desidero aggiungere niente a quello che ho scritto un anno fa<br />

– solo esprimere questa prontezza e contemporaneamente questa fiducia,<br />

alla quale i presenti esercizi spirituali di nuovo mi hanno disposto.<br />

* * *<br />

Giovanni Paolo II<br />

Totus Tuus ego sum<br />

5.III.1982<br />

Nel corso degli esercizi spirituali di quest’anno ho letto (più volte) il<br />

testo del testamento del 6.III.1979. Malgrado che tuttora lo consideri come<br />

provvisorio (non definitivo), lo lascio nella forma nella quale esiste.<br />

Non cambio (per ora) niente, e neppure aggiungo, per quanto riguarda le<br />

disposizioni in esso contenute.<br />

L’attentato alla mia vita il 13.V.1981 in qualche modo ha confermato<br />

l’esattezza <strong>delle</strong> parole scritte nel periodo degli esercizi spirituali del<br />

1980 (24.II - 1.III).


Tanto più profondamente sento che mi trovo totalmente nelle Mani di<br />

Dio – e resto continuamente a disposizione del mio Signore, affidandomi<br />

a Lui nella Sua Immacolata Madre (Totus Tuus).<br />

* * *<br />

Giovanni Paolo pp. II<br />

5.III.82<br />

In connessione con l’ultima frase del mio testamento del 6.III 1979 (:<br />

“Sul luogo /il luogo cioè del funerale/ decida il Collegio Cardinalizio e<br />

i Connazionali”) – chiarisco che ho in mente: il metropolita di Cracovia<br />

o il Consiglio Generale dell’Episcopato della Polonia – al Collegio<br />

Cardinalizio chiedo intanto di soddisfare in quanto possibile le eventuali<br />

domande dei su elencati.<br />

* * *<br />

1.III.1985 (nel corso degli esercizi spirituali).<br />

Ancora – per quanto riguarda l’espressione “Collegio Cardinalizio<br />

e i Connazionali”: il “Collegio Cardinalizio” non ha nessun obbligo di<br />

interpellare su questo argomento “i Connazionali”; può tuttavia farlo,<br />

se per qualche motivo lo riterrà giusto.<br />

Gli esercizi spirituali dell’anno giubilare 2000<br />

(12-18.III)<br />

JPII<br />

[per il testamento]<br />

1. Quando nel giorno 16 ottobre 1978 il conclave dei cardinali scelse<br />

Giovanni Paolo II, il Primate della Polonia Card. Stefan Wyszynski mi<br />

disse: “Il compito del nuovo papa sarà di introdurre la Chiesa nel Terzo<br />

Millennio”. Non so se ripeto esattamente la frase, ma almeno tale era il<br />

senso di ciò che allora sentii. Lo disse l’Uomo che è passato alla storia<br />

come Primate del Millennio. Un grande Primate. Sono stato testimone<br />

della sua missione, del Suo totale affidamento. Delle Sue lotte: della Sua<br />

vittoria. “La vittoria, quando avverrà, sarà una vittoria mediante Maria”<br />

4


0<br />

– queste parole del suo Predecessore, il card. August Hlond, soleva ripetere<br />

il Primate del Millennio.<br />

In questo modo sono stato in qualche maniera preparato al compito<br />

che il giorno 16 ottobre 1978 si è presentato davanti a me. Nel momento<br />

in cui scrivo queste parole, l’Anno giubilare del 2000 è già una realtà<br />

in atto.<br />

La notte del 24 dicembre 1999 è stata aperta la simbolica Porta del<br />

Grande Giubileo nella Basilica di San Pietro, in seguito quella di San<br />

Giovanni in Laterano, poi di Santa Maria Maggiore – a capodanno, e il<br />

giorno 19 gennaio la Porta della Basilica di San Paolo “fuori le mura”.<br />

Quest’ultimo avvenimento, per via del suo carattere ecumenico, è restato<br />

impresso nella memoria in modo particolare.<br />

2. A misura che l’Anno Giubilare 2000 va avanti, di giorno in giorno<br />

si chiude dietro di noi il secolo ventesimo e si apre il secolo ventunesimo.<br />

Secondo i disegni della Provvidenza mi è stato dato di vivere nel<br />

difficile secolo che se ne sta andando nel passato, e ora nell’anno in cui<br />

l’età della mia vita giunge agli anni ottanta (“octogesima adveniens”),<br />

bisogna domandarsi se non sia il tempo di ripetere con il biblico Simeone<br />

“Nunc dimittis”.<br />

Nel giorno del 13 maggio 1981, il giorno dell’attentato al Papa durante<br />

l’udienza generale in Piazza San Pietro, la Divina Provvidenza mi<br />

ha salvato in modo miracoloso dalla morte. Colui che è unico Signore<br />

della vita e della morte Lui stesso mi ha prolungato questa vita, in un<br />

certo modo me l’ha donata di nuovo. Da questo momento essa ancora di<br />

più appartiene a Lui. Spero che Egli mi aiuterà a riconoscere fino a quando<br />

devo continuare questo servizio, al quale mi ha chiamato nel giorno<br />

16 ottobre 1978. Gli chiedo di volermi richiamare quando Egli stesso<br />

vorrà. “Nella vita e nella morte apparteniamo al Signore… siamo del<br />

Signore” (cf. Rm 14, 8). Spero anche che fino a quando mi sarà donato di<br />

compiere il servizio Petrino nella Chiesa, la Misericordia di Dio voglia<br />

prestarmi le forze necessarie per questo servizio.<br />

3. Come ogni anno durante gli esercizi spirituali ho letto il mio testamento<br />

del 6.III.1979. Continuo a mantenere le disposizioni contenute in<br />

esso. Quello che allora, e anche durante i successivi esercizi spirituali<br />

è stato aggiunto costituisce un riflesso della difficile e tesa situazione<br />

generale, che ha marcato gli anni ottanta. Dall’autunno dell’anno


1989 questa situazione è cambiata. L’ultimo decennio del secolo passato<br />

è stato libero dalle precedenti tensioni; ciò non significa che non<br />

abbia portato con sé nuovi problemi e difficoltà. In modo particolare<br />

sia lode alla Provvidenza Divina per questo, che il periodo della così<br />

detta “guerra fredda” è finito senza il violento conflitto nucleare, di cui<br />

pesava sul mondo il pericolo nel periodo precedente.<br />

4. Stando sulla soglia del terzo millennio “in medio Ecclesiae”, desidero<br />

ancora una volta esprimere gratitudine allo Spirito Santo per il<br />

grande dono del Concilio Vaticano II, al quale <strong>insieme</strong> con l’intera Chiesa<br />

– e soprattutto con l’intero episcopato – mi sento debitore. Sono convinto<br />

che ancora a lungo sarà dato alle nuove generazioni di attingere<br />

alle ricchezze che questo Concilio del XX secolo ci ha elargito. Come<br />

vescovo che ha partecipato all’evento conciliare dal primo all’ultimo<br />

giorno, desidero affidare questo grande patrimonio a tutti coloro che sono<br />

e saranno in futuro chiamati a realizzarlo. Per parte mia ringrazio<br />

l’eterno Pastore che mi ha permesso di servire questa grandissima causa<br />

nel corso di tutti gli anni del mio pontificato.<br />

“In medio Ecclesiae”… dai primi anni del servizio vescovile – appunto<br />

grazie al Concilio – mi è stato dato di sperimentare la fraterna comunione<br />

dell’Episcopato. Come sacerdote dell’Arcidiocesi di Cracovia<br />

avevo sperimentato che cosa fosse la fraterna comunione del presbiterio<br />

– il Concilio ha aperto una nuova dimensione di questa esperienza.<br />

5. Quante persone dovrei qui elencare! Probabilmente il Signore Dio<br />

ha chiamato a Sé la maggioranza di esse – quanto a coloro che ancora si<br />

trovano da questa parte, le parole di questo testamento li ricordino, tutti<br />

e dappertutto, dovunque si trovino.<br />

Nel corso di più di vent’anni da cui svolgo il servizio Petrino “in medio<br />

Ecclesiae” ho sperimentato la benevola e quanto mai feconda collaborazione<br />

di tanti Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, tanti sacerdoti, tante<br />

persone consacrate – Fratelli e Sorelle – infine di tantissime persone laiche,<br />

nell’ambiente curiale, nel Vicariato della <strong>Diocesi</strong> di Roma, nonché<br />

fuori di questi ambienti.<br />

Come non abbracciare con grata memoria tutti gli Episcopati nel<br />

mondo, con i quali mi sono incontrato nel succedersi <strong>delle</strong> visite “ad<br />

limina Apostolorum”! Come non ricordare anche tanti Fratelli cristiani –<br />

non cattolici! E il rabbino di Roma e così numerosi rappresentanti <strong>delle</strong><br />

1


2<br />

religioni non cristiane! E quanti rappresentanti del mondo della cultura,<br />

della scienza, della politica, dei mezzi di comunicazione sociale!<br />

6. A misura che si avvicina il limite della mia vita terrena ritorno con<br />

la memoria all’inizio, ai miei Genitori, al Fratello e alla Sorella (che non<br />

ho conosciuto, perché morì prima della mia nascita), alla parrocchia di<br />

Wadowice, dove sono stato battezzato, a quella città della mia giovinezza,<br />

ai coetanei, compagne e compagni della scuola elementare, del<br />

ginnasio, dell’università, fino ai tempi dell’occupazione, quando lavorai<br />

come operaio, e in seguito alla parrocchia di Niegowić, a quella cracoviana<br />

di S. Floriano, alla pastorale degli accademici, all’ambiente… a<br />

tutti gli ambienti… a Cracovia e a Roma… alle persone che in modo<br />

speciale mi sono state affidate dal Signore.<br />

A tutti voglio dire uno sola cosa: “Dio vi ricompensi”.<br />

“In manus Tuas, Domine, commendo spiritum meum”.<br />

A.D.<br />

17.III.2000


Messaggio<br />

della Presidenza della CEI<br />

Roma, 2 aprile 2005<br />

La speranza certa della risurrezione illumina la Chiesa italiana nel<br />

momento del passaggio di Giovanni Paolo II, Vescovo di Roma, Primate<br />

d’Italia, Pastore universale della Chiesa, dalla vita terrena a quella<br />

eterna. Risplendono per lui, in tutta la loro verità, le parole di San Paolo:<br />

“Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato<br />

la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto<br />

giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti<br />

coloro che attendono con amore la sua manifestazione” (2Tm 4, 7-8).<br />

La morte non affievolisce ma rende ancora più forti i sentimenti di<br />

profondo affetto e di immensa gratitudine verso un Pontefice che ha saputo<br />

immedesimarsi con il sentire culturale e religioso del nostro Paese,<br />

segnandone in modo indelebile la storia. Gli sono grati in particolare i<br />

giovani, che fino alla fine egli ha sempre cercato e che gli sono andati<br />

incontro, riconoscendolo padre, maestro e amico.<br />

Le sue parole e i suoi gesti sono stati decisivi per imprimere un forte<br />

slancio missionario alla Chiesa italiana, incoraggiandola a essere esperienza<br />

vissuta di comunione, testimone coerente di Cristo, presenza viva<br />

e culturalmente significativa nel tessuto della Nazione. La Chiesa italiana,<br />

che ha il privilegio di vivere una vicinanza tutta particolare con il<br />

Successore di Pietro, ha beneficiato di un’attenzione costante e di una<br />

premurosa vicinanza del Santo Padre, che nel corso di questi 27 anni ha<br />

visitato tante diocesi della Penisola, lasciando un segno nel cuore <strong>delle</strong><br />

persone e nella storia <strong>delle</strong> nostre comunità ecclesiali.<br />

In questo momento di sofferenza, per un distacco che tutti avremmo<br />

voluto il più lontano possibile, il pensiero e la preghiera si innalzano a<br />

Dio Padre, perché accolga l’anima dell’amato Pontefice e lo ricompensi<br />

per la testimonianza fulgida e coraggiosa che ha saputo dare nell’esercizio<br />

del ministero petrino, sia mediante la proclamazione della verità del<br />

Vangelo su Dio e sull’uomo, sia richiamando la coscienza di singoli e<br />

popoli alle esigenze severe della carità, sia, in particolare nel modo con<br />

cui in questi ultimi tempi ha affrontato con serenità e fiducioso abbandono<br />

al Padre la malattia e la morte, facendosi interprete immediato e<br />

trasparente del mistero di morte e risurrezione della Pasqua di Gesù.<br />

3


4<br />

Chiediamo a tutti di raccogliersi in preghiera perché il Papa, che fin<br />

dall’inizio del suo pontificato ha invitato a spalancare le porte a Cristo,<br />

possa ora ricevere l’abbraccio di Lui, il Signore della vita, che egli ha<br />

annunciato in modo instancabile a ogni uomo e in ogni angolo della Terra.<br />

La nostra preghiera si fa anche espressione di sentita gratitudine a<br />

Dio, per i doni straordinari che ha fatto alla Chiesa e al mondo attraverso<br />

la persona e l’insegnamento di Giovanni Paolo II.<br />

Affidiamo Giovanni Paolo II alla Divina Misericordia, attraverso<br />

l’intercessione di Maria, la Santa Vergine Madre di Dio, a cui il Santo<br />

Padre ha totalmente consacrato il suo ministero, la Chiesa e il mondo<br />

intero.<br />

La Presidenza<br />

della Conferenza Episcopale Italiana


Omelia<br />

del Card. Joseph Ratzinger<br />

Decano del Collegio Cardinalizio<br />

in occasione della Messa Esequiale<br />

per il defunto Romano Pontefice<br />

Giovanni Paolo II<br />

Piazza San Pietro, 8 aprile 2005<br />

“Seguimi” dice il Signore risorto a Pietro, come sua ultima parola a<br />

questo discepolo, scelto per pascere le sue pecore. “Seguimi” – questa<br />

parola lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave per comprendere<br />

il messaggio che viene dalla vita del nostro compianto ed amato<br />

Papa Giovanni Paolo II, le cui spoglie deponiamo oggi nella terra come<br />

seme di immortalità – il cuore pieno di tristezza, ma anche di gioiosa<br />

speranza e di profonda gratitudine.<br />

Questi sono i sentimenti del nostro animo, Fratelli e Sorelle in Cristo,<br />

presenti in Piazza S. Pietro, nelle strade adiacenti e in diversi altri luoghi<br />

della città di Roma, popolata in questi giorni da un’immensa folla silenziosa<br />

ed orante. Tutti saluto cordialmente. A nome anche del Collegio dei<br />

Cardinali desidero rivolgere il mio deferente pensiero ai Capi di Stato,<br />

di Governo e alle delegazioni dei vari Paesi. Saluto le Autorità e i Rappresentanti<br />

<strong>delle</strong> Chiese e Comunità cristiane, come pure <strong>delle</strong> diverse<br />

religioni. Saluto poi gli Arcivescovi, i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi,<br />

le religiose e i fedeli tutti giunti da ogni Continente; in modo speciale i<br />

giovani, che Giovanni Paolo II amava definire futuro e speranza della<br />

Chiesa. Il mio saluto raggiunge, inoltre, quanti in ogni parte del mondo<br />

sono a noi uniti attraverso la radio e la televisione in questa corale partecipazione<br />

al solenne rito di commiato dall’amato Pontefice.<br />

Seguimi! Da giovane studente Karol Wojtyła era entusiasta della letteratura,<br />

del teatro, della poesia. Lavorando in una fabbrica chimica, circondato<br />

e minacciato dal terrore nazista, ha sentito la voce del Signore:<br />

Seguimi! In questo contesto molto particolare cominciò a leggere libri<br />

di filosofia e di teologia, entrò poi nel seminario clandestino creato dal<br />

Cardinale Sapieha e dopo la guerra poté completare i suoi studi nella<br />

facoltà teologica dell’Università Jaghellonica di Cracovia. Tante volte<br />

nelle sue lettere ai sacerdoti e nei suoi libri autobiografici ci ha parlato<br />

del suo sacerdozio, al quale fu ordinato il 1° novembre 1946. In questi


testi interpreta il suo sacerdozio in particolare a partire da tre parole del<br />

Signore. Innanzitutto questa: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto<br />

voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”<br />

(Gv 15, 16). La seconda parola è: “Il buon pastore offre la vita<br />

per le pecore” (Gv 10, 11). E finalmente: “Come il Padre ha amato me,<br />

così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” (Gv 15, 9). In queste<br />

tre parole vediamo tutta l’anima del nostro Santo Padre. È realmente<br />

andato ovunque ed instancabilmente per portare frutto, un frutto che rimane.<br />

“Alzatevi, andiamo!”, è il titolo del suo penultimo libro. “Alzatevi,<br />

andiamo!” – con queste parole ci ha risvegliato da una fede stanca,<br />

dal sonno dei discepoli di ieri e di oggi. “Alzatevi, andiamo!” dice anche<br />

oggi a noi. Il Santo Padre è stato poi sacerdote fino in fondo, perché ha<br />

offerto la sua vita a Dio per le sue pecore e per l’intera famiglia umana,<br />

in una donazione quotidiana al servizio della Chiesa e soprattutto nelle<br />

difficili prove degli ultimi mesi. Così è diventato una sola cosa con Cristo,<br />

il buon pastore che ama le sue pecore. E infine “rimanete nel mio<br />

amore”: Il Papa che ha cercato l’incontro con tutti, che ha avuto una<br />

capacità di perdono e di apertura del cuore per tutti, ci dice, anche oggi,<br />

con queste parole del Signore: Dimorando nell’amore di Cristo impariamo,<br />

alla scuola di Cristo, l’arte del vero amore.<br />

Seguimi! Nel luglio 1958 comincia per il giovane sacerdote Karol<br />

Wojtyła una nuova tappa nel cammino con il Signore e dietro il Signore.<br />

Karol si era recato come di solito con un gruppo di giovani appassionati<br />

di canoa ai laghi Masuri per una vacanza da vivere <strong>insieme</strong>. Ma portava<br />

con sé una lettera che lo invitava a presentarsi al Primate di Polonia,<br />

Cardinale Wyszynski e poteva indovinare lo scopo dell’incontro: la sua<br />

nomina a Vescovo ausiliare di Cracovia. Lasciare l’insegnamento accademico,<br />

lasciare questa stimolante comunione con i giovani, lasciare il<br />

grande agone intellettuale per conoscere ed interpretare il mistero della<br />

creatura uomo, per rendere presente nel mondo di oggi l’interpretazione<br />

cristiana del nostro essere – tutto ciò doveva apparirgli come un perdere<br />

se stesso, perdere proprio quanto era divenuto l’identità umana di questo<br />

giovane sacerdote. Seguimi – Karol Wojtyła accettò, sentendo nella<br />

chiamata della Chiesa la voce di Cristo. E si è poi reso conto di come è<br />

vera la parola del Signore: “Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà,<br />

chi invece l’avrà perduta la salverà” (Lc 17, 33). Il nostro Papa – lo<br />

sappiamo tutti – non ha mai voluto salvare la propria vita, tenerla per<br />

sé; ha voluto dare se stesso senza riserve, fino all’ultimo momento, per


Cristo e così anche per noi. Proprio in tal modo ha potuto sperimentare<br />

come tutto quanto aveva consegnato nelle mani del Signore è ritornato<br />

in modo nuovo: l’amore alla parola, alla poesia, alle lettere fu una parte<br />

essenziale della sua missione pastorale e ha dato nuova freschezza, nuova<br />

attualità, nuova attrazione all’annuncio del Vangelo, proprio anche<br />

quando esso è segno di contraddizione.<br />

Seguimi! Nell’ottobre 1978 il Cardinale Wojtyła ode di nuovo la<br />

voce del Signore. Si rinnova il dialogo con Pietro riportato nel Vangelo<br />

di questa celebrazione: “Simone di Giovanni, mi ami? Pasci le mie<br />

pecorelle!” Alla domanda del Signore: Karol mi ami?, l’Arcivescovo<br />

di Cracovia rispose dal profondo del suo cuore: “Signore, tu sai tutto:<br />

Tu sai che ti amo”. L’amore di Cristo fu la forza dominante nel nostro<br />

amato Santo Padre; chi lo ha visto pregare, chi lo ha sentito predicare,<br />

lo sa. E così, grazie a questo profondo radicamento in Cristo ha potuto<br />

portare un peso, che va oltre le forze puramente umane: Essere pastore<br />

del gregge di Cristo, della sua Chiesa universale. Non è qui il momento<br />

di parlare dei singoli contenuti di questo Pontificato così ricco. Vorrei<br />

solo leggere due passi della liturgia di oggi, nei quali appaiono elementi<br />

centrali del suo annuncio. Nella prima lettura dice San Pietro – e dice<br />

il Papa con San Pietro – a noi: “In verità sto rendendomi conto che Dio<br />

non fa preferenza di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque<br />

popolo appartenga, è a lui accetto. Questa è la parola che egli ha<br />

inviato ai figli d’Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo<br />

di Gesù Cristo, che è Signore di tutti” (At 10, 34-36). E, nella seconda<br />

lettura, San Paolo – e con San Paolo il nostro Papa defunto – ci esorta<br />

ad alta voce: “Fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia<br />

corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi”<br />

(Fil 4, 1).<br />

Seguimi! Insieme al mandato di pascere il suo gregge, Cristo annunciò<br />

a Pietro il suo martirio. Con questa parola conclusiva e riassuntiva<br />

del dialogo sull’amore e sul mandato di pastore universale, il Signore<br />

richiama un altro dialogo, tenuto nel contesto dell’ultima cena. Qui Gesù<br />

aveva detto: “Dove vado io voi non potete venire”. Disse Pietro: “Signore,<br />

dove vai?”. Gli rispose Gesù: “Dove io vado per ora tu non puoi<br />

seguirmi; mi seguirai più tardi” (Gv 13, 33.36). Gesù dalla cena va alla<br />

croce, va alla risurrezione – entra nel mistero pasquale; Pietro ancora<br />

non lo può seguire. Adesso – dopo la risurrezione – è venuto questo momento,<br />

questo “più tardi”. Pascendo il gregge di Cristo, Pietro entra nel


mistero pasquale, va verso la croce e la risurrezione. Il Signore lo dice<br />

con queste parole, “… quando eri più giovane... andavi dove volevi, ma<br />

quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste<br />

e ti porterà dove tu non vuoi” (Gv 21, 18). Nel primo periodo del suo<br />

pontificato il Santo Padre, ancora giovane e pieno di forze, sotto la guida<br />

di Cristo andava fino ai confini del mondo. Ma poi sempre più è entrato<br />

nella comunione <strong>delle</strong> sofferenze di Cristo, sempre più ha compreso la<br />

verità <strong>delle</strong> parole: “Un altro ti cingerà…”. E proprio in questa comunione<br />

col Signore sofferente ha instancabilmente e con rinnovata intensità<br />

annunciato il Vangelo, il mistero dell’amore che va fino alla fine (cf Gv<br />

13, 1).<br />

Egli ha interpretato per noi il mistero pasquale come mistero della<br />

divina misericordia. Scrive nel suo ultimo libro: Il limite imposto al male<br />

“è in definitiva la divina misericordia” (“Memoria e identità”, pag.<br />

70). E riflettendo sull’attentato dice: “Cristo, soffrendo per tutti noi, ha<br />

conferito un nuovo senso alla sofferenza; l’ha introdotta in una nuova<br />

dimensione, in un nuovo ordine: quello dell’amore… È la sofferenza<br />

che brucia e consuma il male con la fiamma dell’amore e trae anche dal<br />

peccato una multiforme fioritura di bene” (pag. 199). Animato da questa<br />

visione, il Papa ha sofferto ed amato in comunione con Cristo e perciò il<br />

messaggio della sua sofferenza e del suo silenzio è stato così eloquente<br />

e fecondo.<br />

Divina Misericordia: Il Santo Padre ha trovato il riflesso più puro della<br />

misericordia di Dio nella Madre di Dio. Lui, che aveva perso in tenera<br />

età la mamma, tanto più ha amato la Madre divina. Ha sentito le parole<br />

del Signore crocifisso come dette proprio a lui personalmente: “Ecco tua<br />

madre!”. Ed ha fatto come il discepolo prediletto: l’ha accolta nell’intimo<br />

del suo essere (eis ta idia: Gv 19, 27) – Totus tuus. E dalla madre ha<br />

imparato a conformarsi a Cristo.<br />

Per tutti noi rimane indimenticabile come in questa ultima domenica<br />

di Pasqua della sua vita, il Santo Padre, segnato dalla sofferenza, si è<br />

affacciato ancora una volta alla finestra del Palazzo Apostolico ed un’ultima<br />

volta ha dato la benedizione “Urbi et orbi”. Possiamo essere sicuri<br />

che il nostro amato Papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci<br />

vede e ci benedice. Sì, ci benedica, Santo Padre. Noi affidiamo la tua<br />

cara anima alla Madre di Dio, tua Madre, che ti ha guidato ogni giorno<br />

e ti guiderà adesso alla gloria eterna del Suo Figlio, Gesù Cristo nostro<br />

Signore. Amen.


Al termine della solenne Celebrazione Eucaristica, hanno luogo<br />

l’Ultima Commendatio (ultima raccomandazione) e la Valedictio (commiato).<br />

Il Cardinale Vicario per la diocesi di Roma guida la supplica della<br />

Chiesa di Roma. Quindi i Patriarchi, gli Arcivescovi Maggiori e i Metropoliti<br />

<strong>delle</strong> Chiese Metropolitane “sui iuris” orientali cattoliche, si<br />

recano davanti al feretro per la supplica <strong>delle</strong> Chiese Orientali.<br />

Poi il Cardinale Decano asperge con l’acqua benedetta la salma del<br />

Pontefice defunto e la incensa.<br />

Il feretro del Santo Padre Giovanni Paolo II viene portato nella Basilica<br />

Vaticana per la tumulazione nelle Grotte Vaticane.


0<br />

Omelia<br />

del Card. Joseph Ratzinger<br />

Decano del Collegio Cardinalizio<br />

in occasione della Messa “pro eligendo Romano Pontifice”<br />

Basilica di San Pietro, 18 aprile 2005<br />

Is 61, 1-3a. 6a. 8b-9<br />

Ef 4, 11-16<br />

Gv 15, 9-17<br />

In quest’ora di grande responsabilità, ascoltiamo con particolare attenzione<br />

quanto il Signore ci dice con le sue stesse parole. Dalle tre letture<br />

vorrei scegliere solo qualche passo, che ci riguarda direttamente in<br />

un momento come questo.<br />

La prima lettura offre un ritratto profetico della figura del Messia<br />

– un ritratto che riceve tutto il suo significato dal momento in cui Gesù<br />

legge questo testo nella sinagoga di Nazareth, quando dice: “Oggi si è<br />

adempiuta questa scrittura” (Lc 4, 21). Al centro del testo profetico troviamo<br />

una parola che – almeno a prima vista – appare contraddittoria. Il<br />

Messia, parlando di sé, dice di essere mandato “a promulgare l’anno di<br />

misericordia del Signore, un giorno di vendetta per il nostro Dio.” (Is 61,<br />

2). Ascoltiamo, con gioia, l’annuncio dell’anno di misericordia: la misericordia<br />

divina pone un limite al male – ci ha detto il Santo Padre. Gesù<br />

Cristo è la misericordia divina in persona: incontrare Cristo significa incontrare<br />

la misericordia di Dio. Il mandato di Cristo è divenuto mandato<br />

nostro attraverso l’unzione sacerdotale; siamo chiamati a promulgare<br />

– non solo a parole ma con la vita, e con i segni efficaci dei sacramenti,<br />

“l’anno di misericordia del Signore”. Ma cosa vuol dire Isaia quando<br />

annuncia il “giorno della vendetta per il nostro Dio”? Gesù, a Nazareth,<br />

nella sua lettura del testo profetico, non ha pronunciato queste parole<br />

– ha concluso annunciando l’anno della misericordia. É stato forse questo<br />

il motivo dello scandalo realizzatosi dopo la sua predica? Non lo<br />

sappiamo. In ogni caso il Signore ha offerto il suo commento autentico<br />

a queste parole con la morte di croce. “Egli portò i nostri peccati nel suo<br />

corpo sul legno della croce…”, dice San Pietro (1Pt 2, 24). E San Paolo<br />

scrive ai Galati: “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge,<br />

diventando lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto


chi pende dal legno, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo<br />

passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante<br />

la fede” (Gal 3, 13s).<br />

La misericordia di Cristo non è una grazia a buon mercato, non suppone<br />

la banalizzazione del male. Cristo porta nel suo corpo e sulla sua<br />

anima tutto il peso del male, tutta la sua forza distruttiva. Egli brucia e<br />

trasforma il male nella sofferenza, nel fuoco del suo amore sofferente. Il<br />

giorno della vendetta e l’anno della misericordia coincidono nel mistero<br />

pasquale, nel Cristo morto e risorto. Questa è la vendetta di Dio: egli<br />

stesso, nella persona del Figlio, soffre per noi. Quanto più siamo toccati<br />

dalla misericordia del Signore, tanto più entriamo in solidarietà con la<br />

sua sofferenza – diveniamo disponibili a completare nella nostra carne<br />

“quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col 1, 24).<br />

Passiamo alla seconda lettura, alla lettera agli Efesini. Qui si tratta<br />

in sostanza di tre cose: in primo luogo, dei ministeri e dei carismi nella<br />

Chiesa, come doni del Signore risorto ed asceso al cielo; quindi, della<br />

maturazione della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, come<br />

condizione e contenuto dell’unità nel corpo di Cristo; ed, infine, della<br />

comune partecipazione alla crescita del corpo di Cristo, cioè della trasformazione<br />

del mondo nella comunione col Signore.<br />

Soffermiamoci solo su due punti. Il primo è il cammino verso “la maturità<br />

di Cristo”; così dice, un po’ semplificando, il testo italiano. Più precisamente<br />

dovremmo, secondo il testo greco, parlare della “misura della<br />

pienezza di Cristo”, cui siamo chiamati ad arrivare per essere realmente<br />

adulti nella fede. Non dovremmo rimanere fanciulli nella fede, in stato di<br />

minorità. E in che cosa consiste l’essere fanciulli nella fede? Risponde<br />

San Paolo: significa essere “sballottati dalle onde e portati qua e là da<br />

qualsiasi vento di dottrina…” (Ef 4, 14). Una descrizione molto attuale!<br />

Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni,<br />

quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca<br />

del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde<br />

– gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al<br />

libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo<br />

ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così<br />

via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo<br />

sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf<br />

Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene<br />

spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè<br />

1


2<br />

il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come<br />

l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo<br />

una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e<br />

che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.<br />

Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo.<br />

É lui la misura del vero umanesimo. “Adulta” non è una fede che segue<br />

le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente<br />

radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre<br />

a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso,<br />

tra inganno e verità. Questa fede adulta dobbiamo maturare, a questa<br />

fede dobbiamo guidare il gregge di Cristo. Ed è questa fede – solo la<br />

fede – che crea unità e si realizza nella carità. San Paolo ci offre a questo<br />

proposito – in contrasto con le continue peripezie di coloro che sono come<br />

fanciulli sballottati dalle onde – una bella parola: fare la verità nella<br />

carità, come formula fondamentale dell’esistenza cristiana. In Cristo,<br />

coincidono verità e carità. Nella misura in cui ci avviciniamo a Cristo,<br />

anche nella nostra vita, verità e carità si fondono. La carità senza verità<br />

sarebbe cieca; la verità senza carità sarebbe come “un cembalo che tintinna”<br />

(1Cor 13, 1).<br />

Veniamo ora al Vangelo, dalla cui ricchezza vorrei estrarre solo due piccole<br />

osservazioni. Il Signore ci rivolge queste meravigliose parole: “Non<br />

vi chiamo più servi… ma vi ho chiamato amici” (Gv 15, 15). Tante volte<br />

sentiamo di essere – come è vero – soltanto servi inutili (cf Lc 17, 10). E,<br />

ciò nonostante, il Signore ci chiama amici, ci fa suoi amici, ci dona la sua<br />

amicizia. Il Signore definisce l’amicizia in un duplice modo. Non ci sono<br />

segreti tra amici: Cristo ci dice tutto quanto ascolta dal Padre; ci dona la sua<br />

piena fiducia e, con la fiducia, anche la conoscenza. Ci rivela il suo volto, il<br />

suo cuore. Ci mostra la sua tenerezza per noi, il suo amore appassionato che<br />

va fino alla follia della croce. Si affida a noi, ci dà il potere di parlare con il<br />

suo io: “questo è il mio corpo...”, “io ti assolvo...”. Affida il suo corpo, la<br />

Chiesa, a noi. Affida alle nostre deboli menti, alle nostre deboli mani la sua<br />

verità – il mistero del Dio Padre, Figlio e Spirito Santo; il mistero del Dio<br />

che “ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3, 16). Ci<br />

ha reso suoi amici – e noi come rispondiamo?<br />

Il secondo elemento, con cui Gesù definisce l’amicizia, è la comunione<br />

<strong>delle</strong> volontà. “Idem velle – idem nolle”, era anche per i Romani<br />

la definizione di amicizia. “Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando”<br />

(Gv 15, 14). L’amicizia con Cristo coincide con quanto esprime


la terza domanda del Padre nostro: “Sia fatta la tua volontà come in cielo<br />

così in terra”. Nell’ora del Getsemani Gesù ha trasformato la nostra volontà<br />

umana ribelle in volontà conforme ed unita alla volontà divina. Ha<br />

sofferto tutto il dramma della nostra autonomia – e proprio portando la<br />

nostra volontà nelle mani di Dio, ci dona la vera libertà: “Non come voglio<br />

io, ma come vuoi tu” (Mt 21, 39). In questa comunione <strong>delle</strong> volontà<br />

si realizza la nostra redenzione: essere amici di Gesù, diventare amici di<br />

Dio. Quanto più amiamo Gesù, quanto più lo conosciamo, tanto più cresce<br />

la nostra vera libertà, cresce la gioia di essere redenti. Grazie Gesù,<br />

per la tua amicizia!<br />

L’altro elemento del Vangelo – cui volevo accennare – è il discorso<br />

di Gesù sul portare frutto: “Vi ho costituito perché andiate e portiate<br />

frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15, 16). Appare qui il dinamismo<br />

dell’esistenza del cristiano, dell’apostolo: vi ho costituito perché andiate…<br />

Dobbiamo essere animati da una santa inquietudine: l’inquietudine<br />

di portare a tutti il dono della fede, dell’amicizia con Cristo. In verità,<br />

l’amore, l’amicizia di Dio ci è stata data perché arrivi anche agli altri.<br />

Abbiamo ricevuto la fede per donarla ad altri – siamo sacerdoti per servire<br />

altri. E dobbiamo portare un frutto che rimanga. Tutti gli uomini<br />

vogliono lasciare una traccia che rimanga. Ma che cosa rimane? Il denaro<br />

no. Anche gli edifici non rimangono; i libri nemmeno. Dopo un certo<br />

tempo, più o meno lungo, tutte queste cose scompaiono. L’unica cosa,<br />

che rimane in eterno, è l’anima umana, l’uomo creato da Dio per l’eternità.<br />

Il frutto che rimane è perciò quanto abbiamo seminato nelle anime<br />

umane – l’amore, la conoscenza; il gesto capace di toccare il cuore; la<br />

parola che apre l’anima alla gioia del Signore. Allora andiamo e preghiamo<br />

il Signore, perché ci aiuti a portare frutto, un frutto che rimane. Solo<br />

così la terra viene cambiata da valle di lacrime in giardino di Dio.<br />

Ritorniamo infine, ancora una volta, alla lettera agli Efesini. La lettera<br />

dice – con le parole del Salmo 68 – che Cristo, ascendendo in cielo,<br />

“ha distribuito doni agli uomini” (Ef 4, 8). Il vincitore distribuisce doni.<br />

E questi doni sono apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri. Il nostro<br />

ministero è un dono di Cristo agli uomini, per costruire il suo corpo<br />

– il mondo nuovo. Viviamo il nostro ministero così, come dono di Cristo<br />

agli uomini! Ma in questa ora, soprattutto, preghiamo con insistenza il<br />

Signore, perché dopo il grande dono di Papa Giovanni Paolo II, ci doni<br />

di nuovo un pastore secondo il suo cuore, un pastore che ci guidi alla<br />

conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia. Amen.<br />

3


4<br />

Martedì, 19 aprile 2005, alle ore 17.50, il Card. Joseph Ratzinger<br />

è stato eletto Sommo Pontefice, 264° successore di Pietro, prendendo<br />

il nome di Benedetto XVI.<br />

Il Conclave che ha portato all’elezione di Benedetto XVI era iniziato<br />

lunedì 18 aprile 2005, nella Cappella Sistina del Palazzo Apostolico<br />

Vaticano, con l’extra omnes intimato alle ore 17.25 dal Maestro <strong>delle</strong><br />

Celebrazioni Liturgiche Pontificie, S.E. Mons. Piero Marini, dopo il<br />

giuramento prestato dai 115 Cardinali Elettori.<br />

La prima fumata nera si è avuta alle ore 20.04 dello stesso giorno.<br />

Martedì 19 aprile, fumata nera alle ore 11.52.<br />

Martedì 19 aprile, fumata bianca alle ore 17.50.<br />

Annuncio dell’elezione<br />

Alle ore 18.43, dalla Loggia esterna della Benedizione della Basilica<br />

Vaticana, il Cardinale Protodiacono Jorge Arturo Medina Estévez, in<br />

seguito alla fumata bianca <strong>delle</strong> ore 17.50, ha dato il solenne annuncio<br />

al popolo con queste le parole:<br />

Annuntio vobis gaudium magnum:<br />

habemus Papam<br />

Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,<br />

Dominum Josephum Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Ratzinger<br />

qui sibi nomen imposuit Benedictum XVI<br />

[Vi annunzio una grande gioia:<br />

abbiamo il Papa<br />

l’Eminentissimo e Reverendissimo Signore,<br />

Signore Joseph Cardinale di Santa Romana Chiesa Ratzinger<br />

che si è dato il nome di Benedetto XVI]<br />

Profilo biografico<br />

Joseph Ratzinger è nato a Marktl am Inn, nella diocesi di Passau<br />

(Germania), il 16 aprile 1927. Il padre, Commissario della Gendarmeria,<br />

proveniva da un’antica famiglia di agricoltori della Bassa Baviera.


Trascorsi gli anni dell’adolescenza a Traunstein, venne richiamato<br />

negli ultimi mesi del secondo conflitto mondiale nei servizi ausiliari antiaerei.<br />

Dal 1946 al 1951 – anno in cui, il 29 giugno, veniva ordinato sacerdote<br />

ed iniziava la sua attività di insegnamento – studiò filosofia e teologia<br />

all’Università di Monaco e nella Scuola Superiore di Filosofia e Teologia<br />

di Frisinga. Del 1953 è la dissertazione “Popolo e casa di Dio nella<br />

Dottrina della Chiesa di Sant’Agostino”, con la quale si addottorava in<br />

Teologia. Quattro anni dopo, otteneva la libera docenza, con un lavoro<br />

su “La Teologia della Storia di San Bonaventura”.<br />

Conseguito l’incarico di Dogmatica e Teologia fondamentale nella<br />

Scuola Superiore di Filosofia e Teologia di Frisinga, proseguì l’insegnamento<br />

a Bonn, dal 1959 al 1969, Münster, dal 1963 al 1966, e Tubinga,<br />

dal 1966 al 1969. In quest’ultimo anno divenne professore ordinario di<br />

Dogmatica e di storia dei dogmi all’Università di Ratisbona e Vice-Presidente<br />

della stessa Università. Intanto, già dal 1962 acquistava notorietà<br />

internazionale intervenendo, come consulente teologico dell’Arcivescovo<br />

di Colonia, Cardinale Joseph Frings, al Concilio Vaticano II, al<br />

quale diede un notevole contributo.<br />

Tra le sue numerose pubblicazioni, un posto particolare occupano<br />

l’Introduzione al Cristianesimo, raccolta di lezioni universitarie sulla<br />

professione di fede apostolica, pubblicata nel 1968; Dogma e rivelazione,<br />

un’antologia di saggi, prediche e riflessioni dedicate alla pastorale,<br />

uscita nel 1973. Ampia risonanza ottenne pure la sua arringa pronunziata<br />

dinanzi all’Accademia cattolica bavarese sul tema “Perché io sono<br />

ancora nella Chiesa?”, nella quale affermava: “Solo nella Chiesa è possibile<br />

essere cristiani e non accanto alla Chiesa”. Del 1985 è il volume<br />

Rapporto sulla fede, del 1996 Il sale della terra.<br />

Il 24 marzo 1977, Paolo VI lo nominava Arcivescovo di München<br />

und Freising. Il 28 maggio successivo riceveva la consacrazione episcopale,<br />

primo sacerdote diocesano ad assumere, dopo 80 anni, il governo<br />

pastorale della grande <strong>Diocesi</strong> bavarese.<br />

Creato e pubblicato Cardinale da Paolo VI nel Concistoro del 27 giugno<br />

1977, del Titolo di S. Maria Consolatrice al Tiburtino, è stato Relatore<br />

alla V Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi (1980), sul tema:<br />

“I compiti della famiglia cristiana nel mondo contemporaneo” e Presidente<br />

delegato della VI Assemblea sinodale (1983) su “Riconciliazione<br />

e penitenza nella missione della Chiesa”.


Il 25 novembre 1981 è stato nominato da Giovanni Paolo II Prefetto<br />

della Congregazione per la Dottrina della Fede, Presidente della Pontificia<br />

Commissione Biblica e della Pontificia Commissione Teologica<br />

Internazionale.<br />

Il 5 aprile 1993 è entrato a far parte dell’Ordine dei Cardinali Vescovi,<br />

del Titolo della Chiesa Suburbicaria di Velletri-Segni.<br />

Il 6 novembre 1998 è stato eletto Vice-Decano del Collegio Cardinalizio.<br />

Il 30 novembre 2002, il Santo Padre ne ha approvato l’elezione,<br />

fatta dai Cardinali dell’Ordine dei Vescovi, a Decano del Collegio Cardinalizio,<br />

assumendo anche il Titolo della Chiesa Suburbicaria di Ostia.<br />

È stato Presidente della Commissione per la preparazione del Catechismo<br />

della Chiesa Cattolica, che dopo sei anni di lavoro (1986-1992)<br />

ha potuto presentare al Santo Padre il nuovo Catechismo.<br />

Il 10 novembre 1999 è stato insignito della Laurea “ad honorem” in<br />

Giurisprudenza dalla LUMSA.<br />

Dal 13 novembre 2000 è Accademico onorario della Pontificia Accademia<br />

<strong>delle</strong> Scienze.<br />

Attualmente, è membro:<br />

• del Consiglio della II Sezione della Segreteria di Stato;<br />

• <strong>delle</strong> Congregazioni: per le Chiese Orientali, per il Culto Divino e la<br />

Disciplina dei Sacramenti, per i Vescovi, per l’Evangelizzazione dei<br />

Popoli, per l’Educazione Cattolica;<br />

• del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani;<br />

• <strong>delle</strong> Pontificie Commissioni: per l’America Latina; “Ecclesia Dei”.<br />

Prima Benedizione “Urbi et Orbi”<br />

del Santo Padre Benedetto XVI<br />

Alle ore 18.48, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla Loggia<br />

esterna della Benedizione della Basilica Vaticana, per salutare il popolo<br />

e impartire la Benedizione Apostolica “Urbi et Orbi”.<br />

Prima della Benedizione, il nuovo Pontefice ha rivolto ai fedeli le<br />

seguenti parole:<br />

Cari fratelli e sorelle, dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i Signori<br />

Cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella<br />

vigna del Signore.


Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti<br />

insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere.<br />

Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente,<br />

andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà<br />

dalla nostra parte. Grazie.


Messaggio<br />

della Presidenza della CEI<br />

Roma, 19 aprile 2005<br />

I Vescovi italiani assieme alle loro comunità ecclesiali ringraziano<br />

Dio per il dono fatto oggi alla Chiesa del Sommo Pontefice Benedetto<br />

XVI, Vescovo di Roma e Primate della Chiesa italiana.<br />

Accogliamo con grande gioia il Papa che la Divina Provvidenza chiama<br />

a guidare come Pastore universale la sua Chiesa. A lui il Signore affida,<br />

in questo nostro tempo carico di attese, l’opera di evangelizzazione<br />

che fin dall’inizio Gesù ha consegnato agli Apostoli, confermati nella<br />

fede e guidati nella carità da Pietro. Tutta la Chiesa e l’intera umanità<br />

guardano con fiducia e speranza all’altissimo ministero a cui Dio chiama<br />

Benedetto XVI, successore del pescatore di Galilea a cui Gesù disse:<br />

“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli<br />

inferi non prevarranno contro di essa” (Mt 16, 18).<br />

Al successore del Principe degli Apostoli esprimiamo filiale devozione<br />

e assicuriamo, fin d’ora, l’affetto e il costante sostegno nella preghiera<br />

di tutti i cattolici italiani. Anche in forza della particolare vicinanza<br />

che unisce la Chiesa italiana alla Sede Apostolica, rinnoviamo la disponibilità<br />

a impegnarci, secondo le indicazioni che verranno dal Santo Padre,<br />

per alimentare la vita di fede del nostro popolo, per contribuire alla<br />

costruzione di un’Italia e di un’Europa capaci di rendere feconde le loro<br />

radici cristiane, per incrementare l’opera missionaria così necessaria e<br />

urgente nel nostro Paese come nel resto del mondo.<br />

Invitiamo tutti ad accogliere il suo Magistero come parola di verità<br />

capace di generare speranza nel cuore dell’uomo, di far crescere la comunione<br />

tra tutti i credenti in Cristo e di dare fondamento alla fraternità<br />

tra tutti i popoli.<br />

La gioia irradiata dal Signore in questo tempo pasquale si arricchisce<br />

del dono alla Chiesa e al mondo di Benedetto XVI, per noi Padre e Pastore.<br />

A Dio rendiamo grazie e all’intercessione di Maria affidiamo il suo<br />

ministero.<br />

La Presidenza<br />

della Conferenza Episcopale Italiana


Telegramma augurale<br />

al Santo Padre Benedetto XVI<br />

in occasione della sua elezione<br />

20 aprile 2005<br />

SUA SANTITÀ<br />

BENEDETTO XVI<br />

00120 CITTÀ DEL VATICANO<br />

A NOME MIO PERSONALE E DELL’INTERA COMUNITÀ<br />

DIOCESANA DI ALTAMURA-GRAVINA-ACQUAVIVA DELLE<br />

FONTI ESPRIMO VIVE FELICITAZIONI VOSTRA ELEZIONE<br />

SOMMO PONTIFICATO, AUGURO FECONDO MINISTERO<br />

APOSTOLICO ET ASSICURO FILIALE DOCILITÀ SUPREMO<br />

MAGISTERO ET SOSTEGNO NELLA PREGHIERA.<br />

MARIO PACIELLO<br />

VESCOVO


0<br />

N. 7<br />

Eccellenza Reverendissima,<br />

SEGRETERIA DI STATO<br />

__________<br />

prima sezione - affari generali<br />

Dal Vaticano, 29 aprile 2005<br />

nella fausta circostanza dell’elezione alla Cattedra di Pietro del Santo<br />

Padre Benedetto XVI Ella, anche a nome di codesta Comunità diocesana,<br />

ha voluto inviarGli un affettuoso messaggio augurale.<br />

Sua Santità ha accolto con vivo compiacimento tale testimonianza<br />

di sincera devozione ed ha parimenti apprezzato le attestazioni di fedele<br />

adesione al Suo universale ministero, e, mentre ringrazia Vostra<br />

Eccellenza per il premuroso gesto e per le preghiere che l’hanno accompagnato,<br />

di cuore Le imparte la Benedizione Apostolica, che estende<br />

volentieri ai fedeli della <strong>Diocesi</strong>.<br />

Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinta stima<br />

______________________________<br />

A Sua Eccellenza Rev.ma<br />

Mons. Mario PACIELLO<br />

Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Curia Vescovile - Arco Duomo, 1<br />

70022 ALTAMURA (BA)<br />

dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />

dev.mo<br />

✠ Leonardo Sandri<br />

Sostituto


N. 569.758<br />

Eccellenza Reverendissima,<br />

SEGRETERIA DI STATO<br />

__________<br />

sezione<br />

per gli affari generali<br />

Dal Vaticano, 25 gennaio 2005<br />

con la cortese lettera del 28 dicembre scorso, codesta Curia Vescovile<br />

ha rimesso alla Segreteria di Stato la somma di € 5.255,00, raccolta lo<br />

scorso anno nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

in occasione della giornata per la carità del Papa.<br />

Il Santo Padre, Che ha ben apprezzato questa generosa collaborazione<br />

alle Sue iniziative di bene nel mondo, ringrazia cordialmente Vostra<br />

Eccellenza e l’intera comunità ecclesiale a Lei affidata, mentre con affetto<br />

invia Loro l’Apostolica Benedizione, su tutti invocando la grazia<br />

e la pace del Salvatore.<br />

Mi valgo volentieri della circostanza per porgerLe un saluto cordiale,<br />

confermandomi con sensi di distinto ossequio<br />

dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />

dev.mo nel Signore<br />

✠ A. Card. Sodano<br />

Segretario di Stato<br />

_________________________<br />

A Sua Eccellenza Rev.ma<br />

Mons. Mario PACIELLO<br />

Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Curia Vescovile<br />

70022 ALTAMURA BA<br />

1


2<br />

N. 25.818<br />

Eccellenza Reverendissima,<br />

SEGRETERIA DI STATO<br />

__________<br />

prima sezione - affari generali<br />

Dal Vaticano, 29 dicembre 2005<br />

è regolarmente pervenuta a questa Segreteria di Stato la somma di €<br />

5.570,00, che codesta <strong>Diocesi</strong> ha inviato al Santo Padre quale Obolo di<br />

San Pietro per l’anno 2005.<br />

Il Sommo Pontefice, Che ha apprezzato il premuroso gesto di partecipazione<br />

alla Sua sollecitudine pastorale, desidera ringraziare Vostra<br />

Eccellenza per questa significativa espressione di comunione ecclesiale<br />

e di devozione verso la Sua persona e, mentre invoca la celeste intercessione<br />

dell’Immacolata Madre del Salvatore, di cuore imparte a Lei e a<br />

quanti sono affidati alle sue cure pastorali la propiziatrice Benedizione<br />

Apostolica.<br />

Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio<br />

dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />

dev.mo nel Signore<br />

___________________________<br />

A Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Mons. Mario PACIELLO<br />

Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Arco Duomo, 1<br />

70022 ALTAMURA (Bari)<br />

✠ Leonardo Sandri<br />

Sostituto


CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO<br />

E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI<br />

Indicazioni<br />

circa la celebrazione dell’Eucaristia<br />

nelle comunità del Cammino Neocatecumenale<br />

Prot. n. 2520/03/L<br />

Dalla Città del Vaticano, 1 dicembre 2005<br />

Egregi Signor Kiko Argüello, Sig.na Carmen Hernandez e Rev.do<br />

Padre Mario Pezzi,<br />

a seguito dei dialoghi intercorsi con questa Congregazione per il Culto<br />

Divino e la Disciplina dei Sacramenti circa la celebrazione della Santissima<br />

Eucaristia nelle comunità del Cammino Neocatecumenale, in linea<br />

con gli orientamenti emersi nell’incontro con Voi dell’11 novembre<br />

c.a., sono a comunicarVi le decisioni del Santo Padre.<br />

Nella celebrazione della Santa Messa, il Cammino Neocatecumenale<br />

accetterà e seguirà i libri liturgici approvati dalla Chiesa, senza omettere<br />

né aggiungere nulla. Inoltre, circa alcuni elementi si sottolineano le indicazioni<br />

e precisazioni che seguono:<br />

1. La Domenica è il “Dies Domini”, come ha voluto illustrare il Servo<br />

di Dio, il Papa Giovanni Paolo II, nella Lettera apostolica sul Giorno del<br />

Signore. Perciò il Cammino Neocatecumenale deve entrare in dialogo<br />

con il Vescovo diocesano affinché traspaia anche nel contesto <strong>delle</strong> celebrazioni<br />

liturgiche la testimonianza dell’inserimento nella parrocchia<br />

<strong>delle</strong> comunità del Cammino Neocatecumenale. Almeno una domenica<br />

al mese le comunità del Cammino Neocatecumenale devono perciò partecipare<br />

alla Santa Messa della comunità parrocchiale.<br />

2. Circa le eventuali monizioni previe alle letture, devono essere brevi.<br />

Occorre inoltre attenersi a quanto disposto dall’«Institutio Generalis<br />

Missalis Romani» (nn. 105 e 128) e ai Praenotanda dell’«Ordo Lectionum<br />

Missae» (nn. 15, 19, 38, 42).<br />

3


4<br />

3. L’omelia, per la sua importanza e natura, è riservata al sacerdote o<br />

al diacono (cfr. C.I.C., can. 767 § 1). Quanto ad interventi occasionali di<br />

testimonianza da parte dei fedeli laici, valgono gli spazi e i modi indicati<br />

nell’Istruzione Interdicasteriale «Ecclesiae de mysterio», approvata “in<br />

forma specifica” dal Papa Giovanni Paolo II e pubblicata il 15 agosto<br />

1997. In tale documento, all’art. 3, §§ 2 e 3, si legge:<br />

§ 2 - «È lecita la proposta di una breve didascalia per favorire la maggior<br />

comprensione della liturgia che viene celebrata e anche, eccezionalmente,<br />

qualche eventuale testimonianza sempre adeguata alle norme<br />

liturgiche e offerta in occasione di liturgie eucaristiche celebrate in particolari<br />

giornate (giornata del seminario o del malato, ecc.) se ritenuta<br />

oggettivamente conveniente, come illustrativa dell’omelia regolarmente<br />

pronunciata dal sacerdote celebrante. Queste didascalie e testimonianze<br />

non devono assumere caratteristiche tali da poter essere confuse con<br />

l’omelia».<br />

§3 - «La possibilità del “dialogo” nell’omelia (cfr. Directorium de<br />

Missis cum pueris, n. 48) può essere, talvolta, prudentemente usata dal<br />

ministro celebrante come mezzo espositivo, con il quale non si delega ad<br />

altri il dovere della predicazione».<br />

Si tenga inoltre attentamente conto di quanto esposto nell’Istruzione<br />

«Redemptionis Sacramentum», al n. 74.<br />

4. Sullo scambio della pace, si concede che il Cammino Neocatecumenale<br />

possa usufruire dell’indulto già concesso, fino ad ulteriore disposizione.<br />

5. Sul modo di ricevere la Santa Comunione, si dà al Cammino Neocatecumenale<br />

un tempo di transizione (non più di due anni) per passare<br />

dal modo invalso nelle sue comunità di ricevere la Santa Comunione<br />

(seduti, uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece<br />

dell’altare dedicato in presbiterio) al modo normale per tutta la Chiesa di<br />

ricevere la Santa Comunione. Ciò significa che il Cammino Neocatecumenale<br />

deve <strong>camminare</strong> verso il modo previsto nei libri liturgici per la<br />

distribuzione del Corpo e Sangue di Cristo.<br />

6. Il Cammino Neocatecumenale deve utilizzare anche le altre Preghiere<br />

eucaristiche contenute nel Messale, e non solo la Preghiera eucaristica<br />

II.


In breve, il Cammino Neocatecumenale, nella celebrazione della<br />

Santa Messa, segua i libri liturgici approvati, avendo tuttavia presente<br />

quanto esposto sopra ai numeri 1, 2, 3, 4, 5 e 6.<br />

Riconoscente al Signore per i frutti di bene elargiti alla Chiesa mediante<br />

le molteplici attività del Cammino Neocatecumenale, colgo l’occasione<br />

per porgere distinti saluti.<br />

✠ Francis Card. Arinze<br />

Prefetto<br />

Mario Marini<br />

Sotto-Segretario


CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI<br />

Comunicazione<br />

circa le nuove disposizioni<br />

sui riti di Canonizzazione e Beatificazione<br />

Attese le conclusioni dello studio <strong>delle</strong> ragioni teologiche e <strong>delle</strong> esigenze<br />

pastorali sui riti di Beatificazione e Canonizzazione, approvate<br />

dal Santo Padre Benedetto XVI, questa Congregazione <strong>delle</strong> Cause dei<br />

Santi porta a conoscenza le seguenti nuove disposizioni.<br />

1. Fermo restante che la Canonizzazione, che attribuisce al Beato il<br />

culto per tutta la Chiesa, sarà presieduta dal Sommo Pontefice, la beatificazione,<br />

che è sempre atto pontificio, sarà celebrata da un rappresentante<br />

del Santo Padre, che di norma sarà il Prefetto della Congregazione<br />

<strong>delle</strong> Cause dei Santi.<br />

2. Il rito di Beatificazione si svolgerà nella diocesi, che ha promosso<br />

la Causa del nuovo beato, o in un’altra località ritenuta idonea.<br />

3. Su richiesta dei Vescovi e degli Attori della Causa, atteso il parere<br />

della Segreteria di Stato, il rito di Beatificazione potrà svolgersi in Roma.<br />

4. Il medesimo rito, infine, si svolgerà nella Celebrazione Eucaristica,<br />

a meno che particolari ragioni liturgiche suggeriscono che esso si tenga<br />

nel corso della celebrazione della Parola o della Liturgia <strong>delle</strong> Ore.<br />

Città del Vaticano, 29 settembre 2005<br />

José Card. Saraiva Martins<br />

Prefetto<br />

S.E. Edward Nowak<br />

Segretario


N. 1414/2004<br />

Decreti di istituzione<br />

della Facoltà Teologica Pugliese<br />

CONGREGATIO<br />

DE INSTITUTIONE CATHOLICA<br />

(de seminariis atque studiorum institutis)<br />

DECRETUM<br />

APULICÆ Episcopalis Regionalis Conferentia, novis necessitatibus<br />

pastoralibus supervenientibus, hanc Congregationem suppliciter<br />

adivit exposcens ut in eidem civitate Barensi nova Facultas Theologica<br />

erigeretur pro studiorum theologicorum beneficio Apuliæ Regionis.<br />

Hæc congregatio de institutione catholica (de seminariis<br />

atque studiorum institutis), re cum iis quorum interest mature perpensa,<br />

perspecta favorabili sententia Conferentiæ Episcopalis Italicæ, ad<br />

normam art. 61 Constitutionis Apostolicæ Sapientia christiana, petitionem<br />

Exc.mi Archiepiscopi Lyciensis, Præsidis Conferentiæ Episcopalis<br />

Apulicæ, libenter excipiens,<br />

Institutum Theologicum Appulum,<br />

in civitate Melphictensi situm, cum Decreto In Regione Italiæ Appula<br />

memoratæ Congregationis die XXIV mensis Iunii, a. D. MCMXCII,<br />

erectum atque Facultati Theologicæ Italiæ Meridionalis in civitate Neapolitana<br />

sitæ aggregatum, in<br />

facultatem theologicam apulicam<br />

in civitate Barensi sitam<br />

hoc Decreto canonice erigit erectamque declarat, facta eidem potestate<br />

academicos Baccalaureatus, Licentiæ atque Doctoratus in Theologia<br />

gradus iuxta academicam Ecclesiæ legem conferendi; servatis Statu-


tis eiusdem Facultatis ab hac Congregatione approbatis; ceteris servatis<br />

de iure servandis, præsertim quæ in Constitutione Apostolica Sapientia<br />

christiana atque adnexis Ordinationibus ceterisque Apostolicæ Sedis<br />

documentis de Studiorum Universitatibus et Facultatibus Ecclesiasticis<br />

adimplenda præscribuntur; contrariis quibuslibet minime obstantibus.<br />

Insuper hæc Congregatio Exc.mum ac Rev.mum Archiepiscopum<br />

Barensem “pro tempore”<br />

magnum cancellarium<br />

ipsius Facultatis statuit, nominat atque renuntiat, omnia ipsi agnoscens<br />

tribuensque huiusmodi muneris officia ac iura, in primis catholicæ<br />

doctrinæ orthodoxiam, morum probitatem ecclesiasticamque disciplinam<br />

vigilanter tutandi ac diligenter promovendi.<br />

Magni Cancellarii atque Exc.morum Episcoporum Regionis Apuliæ<br />

erit Facultatis navitatem academico-scientificam aptis mediis adhibitis<br />

continenter provehendi; ceteris servatis de iure servandis; contrariis quibuslibet<br />

minime obstantibus.<br />

Datum Romæ, ex ædibus eiusdem Congregationis, die XX mensis<br />

Iunii, A.D. MMV.<br />

Zenon Card. Grocholewski<br />

Præfectus<br />

✠ J. Michael Miller, c.s.b.<br />

a Secretis


N. 1414/2004<br />

CONGREGATIO<br />

DE INSTITUTIONE CATHOLICA<br />

(de seminariis atque studiorum institutis)<br />

congregatio de institutione catholica (de seminariis atque<br />

studiorum institutis), attentis commendatitiis litteris Exc.mi ac Rev.mi<br />

Archiepiscopi Lyciensis legitime præsentantis; perpensis titulis dotibusque<br />

quibus candidatus qui probe præsit aptus demonstratur; cum compererit<br />

eundem rite electum esse; ad normam, tum art. 18 Constitutionis<br />

Apostolicæ Sapientia christiana, tum peculiarium Statutorum<br />

Rev.dum D.num Salvatorem PALESE,<br />

Dioeceseos Uxentinæ - S. Mariæ Leucadensis Presbyterum,<br />

pro-præsidem<br />

facultatis theologicæ apulicæ<br />

in civitate Barensi sitæ<br />

pro munere hoc Decreto ad biennium approbat atque nominat, omnibus<br />

ipsi agnitis tributisque iuribus et officiis huiusmodi muneri de<br />

more adnexis; ceteris servatis de iure servandis; contrariis quibuslibet<br />

minime obstantibus.<br />

Datum Romæ, ex ædibus eiusdem Congregationis, die XX mensis<br />

Iunii, a. D. MMV.<br />

Zenon Card. Grocholewski<br />

Præfectus<br />

✠ J. Michael Miller, c.s.b.<br />

a Secretis


0<br />

N. 1414/2004<br />

CONGREGATIO<br />

DE INSTITUTIONE CATHOLICA<br />

(de seminariis atque studiorum institutis)<br />

congregatio de institutione catholica (de seminariis atque<br />

studiorum institutis), lectis perpensisque Statutis Facultatis Theologicæ<br />

Apulicæ, in civitate Barensi sitæ, ad normam Constitutionis Apostolicæ<br />

Sapientia christiana recognitis, quæ in eorumdem LXIV articulis<br />

dicuntur, definiuntur ac statuuntur hoc Decreto rata habet atque ad<br />

quinquennium experimenti gratia approbat; iisque ad quos pertinet ut<br />

rite observentur præcipit; ceteris servatis de iure servandis.<br />

Datum Romæ, ex ædibus eiusdem Congregationis, die XX mensis<br />

Iunii, a. D. MMV.<br />

Zenon Card. Grocholewski<br />

Præfectus<br />

✠ J. Michael Miller, c.s.b.<br />

a Secretis


N. 1414/2004<br />

CONGREGATIO<br />

DE INSTITUTIONE CATHOLICA<br />

(de seminariis atque studiorum institutis)<br />

DECRETUM<br />

Hæc congregatio de institutione catholica (de seminariis<br />

atque studiorum institutis), viso Decreto N. 1414/2004 diei XX mensis<br />

Iunii, a. D. MMV et perpensa postulatione Exc.mi ac Rev.mi Archiepiscopi<br />

Barensis “pro tempore”, Magni Cancellari, declarat:<br />

Institutum Theologicum Apulum,<br />

in civitate Melphictensi situm, Decreto In Regione Italiæ Appula<br />

huius Congregationis die XXIV mensis Iunii, a. D. MCMXCII, erectum<br />

atque Facultati Theologicæ Italiæ Meridionalis in civitate Neapolitana<br />

sitæ aggregatum; una cum<br />

Instituto Sancti Nicolai,<br />

in civitate Barensi sito, tamquam Sectione Facultatis Theologicæ<br />

Pontificiæ Studiorum Universitatis a Sancto Thoma Aquinate in Urbe,<br />

Decreto N. 593/71/24 ipsius Congregationis die XX mensis Maii, a. D.<br />

MCMLXXI erecto et ex secundo et tertio cyclo coalescenti; necnon<br />

Studio Theologico Interreligioso Apulo,<br />

in civitate Barensi sito, Facultati Theologicæ olim Pontificii Athenæi<br />

“Antonianum” in Urbe inde a die XIII mensis Iunii, a. D. MCMLXXVIII<br />

affiliato; pariter<br />

erectum est in<br />

facultatem theologicam apulam<br />

Facta eidem potestatem academicos Baccalaureatus, Licentiæ atque<br />

Doctoratus in Theologia gradus iuxta academicam Ecclesiæ legem con-<br />

1


2<br />

ferendi; servatis LIV articulis Statutorum eiusdem Facultatis ab hac<br />

Congregatione approbatis; ceteris servatis de iure servandis, præsertim<br />

quæ in Constitutione Apostolica Sapientia christiana atque adnexis<br />

Ordinationibus ceterisque Apostolicæ Sedis documentis de Studiorum<br />

Universitatibus et Facultatibus Ecclesiasticis adimplenda præscribuntur;<br />

contrariis quibuslibet minime obstantibus;<br />

ea tamen lege ut<br />

unumquodque Institutum numerum necessarium professorum habeat,<br />

qui eidem sint proprii;<br />

Institutum Sancti Nicolai ex secundo et tertio cyclo constet;<br />

Studium Theologicum Interreligiosum Apulum primum solummodo<br />

cyclum habeat.<br />

Datum Romæ, ex ædibus eiusdem Congregationis, die IV mensis<br />

Martii, a. D. MMVI.<br />

Zenon Card. Grocholewski<br />

Præfectus<br />

✠ J. Michael Miller, c.s.b.<br />

a Secretis


CONGREGATIO<br />

DE INSTITUTIONE CATHOLICA<br />

(DE SEMINARIIS ATQUE STUDIORUM INSTITUTIS)<br />

N. 1213/05/7<br />

La Congregazione per l’Educazione Cattolica, visto il parere favorevole<br />

degli Ecc.mi Vescovi della Conferenza Episcopale Pugliese, che<br />

fanno riferimento al Pontificio Seminario Regionale Appulo “Pio XI” in<br />

Molfetta,<br />

nomina<br />

il Rev. do Mons. ANTONIO LADISA<br />

dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto<br />

Rettore ad sexsennium<br />

del Pontificio Seminario Regionale Appulo “Pio XI” in Molfetta.<br />

Tanto si comunica al suddetto sacerdote per sua conoscenza e norma.<br />

Roma, dal Palazzo della Congregazione per l’Educazione Cattolica, 27<br />

settembre 2005.<br />

il prefetto<br />

Zenon Card. Grocholewski<br />

il sotto-segretario<br />

Mons. A. Vincenzo Zani<br />

3


4<br />

Istruzione<br />

circa i criteri di discernimento vocazionale<br />

riguardo alle persone con tendenze omosessuali<br />

in vista della loro ammissione<br />

al Seminario e agli Ordini sacri<br />

Introduzione<br />

In continuità con l’insegnamento del Concilio Vaticano II e, in particolare,<br />

col decreto Optatam totius 1 sulla formazione sacerdotale, la Congregazione<br />

per l’Educazione Cattolica ha pubblicato diversi documenti<br />

per promuovere un’adeguata formazione integrale dei futuri sacerdoti,<br />

offrendo orientamenti e norme precise circa suoi diversi aspetti 2 . Nel<br />

1 Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto sulla formazione sacerdotale Optatam<br />

totius (28 ottobre 1965): AAS 58 (1966), 713-727.<br />

2 Cfr. Congregazione per l’Educazione Cattolica, Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis<br />

(6 gennaio 1970; edizione nuova, 19 marzo 1985); L’insegnamento della<br />

filosofia nei Seminari (20 gennaio 1972); Orientamenti educativi per la formazione<br />

al celibato sacerdotale (11 aprile 1974); Insegnamento del Diritto Canonico per gli<br />

aspiranti al sacerdozio (2 aprile 1975); La formazione teologica dei futuri sacerdoti<br />

(22 febbraio 1976); Epistula circularis de formatione vocationum adultarum (14 luglio<br />

1976); Istruzione sulla formazione liturgica nei Seminari (3 giugno 1979); Lettera<br />

circolare su alcuni aspetti più urgenti della formazione spirituale nei Seminari (6<br />

gennaio 1980); Orientamenti educativi sull’amore umano – Lineamenti di educazione<br />

sessuale (1 novembre 1983); La Pastorale della mobilità umana nella formazione dei<br />

futuri sacerdoti (25 gennaio 1986); Orientamenti per la formazione dei futuri sacerdoti<br />

circa gli strumenti della comunicazione sociale (19 marzo 1986); Lettera circolare<br />

riguardante gli studi sulle Chiese Orientali (6 gennaio 1987); La Vergine Maria nella<br />

formazione intellettuale e spirituale (25 marzo 1988); Orientamenti per lo studio e<br />

l’insegnamento della dottrina sociale della Chiesa nella formazione sacerdotale (30<br />

dicembre 1988); Istruzione sullo studio dei Padri della Chiesa nella formazione sacerdotale<br />

(10 novembre 1989); Direttive sulla preparazione degli educatori nei Seminari<br />

(4 novembre 1993); Direttive sulla formazione dei seminaristi circa i problemi<br />

relativi al matrimonio ed alla famiglia (19 marzo 1995); Istruzione alle Conferenze<br />

Episcopali circa l’ammissione in Seminario dei candidati provenienti da altri Seminari<br />

o Famiglie religiose (9 ottobre 1986 e 8 marzo 1996); Il periodo propedeutico<br />

(1 maggio 1998); Lettere circolari circa le norme canoniche relative alle irregolarità<br />

e agli impedimenti sia ad Ordines recipiendos, sia ad Ordines exercendos (27 luglio<br />

1992 e 2 febbraio 1999).


frattempo anche il Sinodo dei Vescovi del 1990 ha riflettuto sulla formazione<br />

dei sacerdoti nelle circostanze attuali, con l’intento di portare<br />

a compimento la dottrina conciliare su questo argomento e di renderla<br />

più esplicita ed incisiva nel mondo contemporaneo. In seguito a questo<br />

Sinodo, Giovanni Paolo II pubblicò l’Esortazione apostolica post-sinodale<br />

Pastores dabo vobis 3 .<br />

Alla luce di questo ricco insegnamento, la presente Istruzione non<br />

intende soffermarsi su tutte le questioni di ordine affettivo o sessuale<br />

che richiedono un attento discernimento durante l’intero periodo della<br />

formazione.<br />

Essa contiene norme circa una questione particolare, resa più urgente<br />

dalla situazione attuale, e cioè quella dell’ammissione o meno al Seminario<br />

e agli Ordini sacri dei candidati che hanno tendenze omosessuali<br />

profondamente radicate.<br />

1. Maturità affettiva e paternità spirituale<br />

Secondo la costante Tradizione della Chiesa, riceve validamente la<br />

sacra Ordinazione esclusivamente il battezzato di sesso maschile 4 . Per<br />

mezzo del sacramento dell’Ordine, lo Spirito Santo configura il candidato,<br />

ad un titolo nuovo e specifico, a Gesù Cristo: il sacerdote, infatti,<br />

rappresenta sacramentalmente Cristo, Capo, Pastore e Sposo della Chiesa<br />

5 . A causa di questa configurazione a Cristo, tutta la vita del ministro<br />

3 Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis (25<br />

marzo 1992): AAS 84 (1992), 657-864.<br />

4 Cfr. C.I.C., can. 1024 e C.C.E.O., can. 754; Giovanni Paolo II, Lettera apostolica<br />

Ordinatio sacerdotalis sull’Ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini<br />

(22 maggio 1994): AAS 86 (1994), 545-548.<br />

5 Cfr. Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto sul ministero e la vita dei presbiteri<br />

Presbyterorum ordinis (7 dicembre 1965), n. 2: AAS 58 (1966), 991-993; Pastores<br />

dabo vobis, n. 16: AAS 84 (1992), 681-682.<br />

Riguardo alla configurazione a Cristo, Sposo della Chiesa, la Pastores dabo vobis<br />

afferma: “Il sacerdote è chiamato ad essere immagine viva di Gesù Cristo Sposo della<br />

Chiesa […]. È chiamato, pertanto, nella sua vita spirituale a rivivere l’amore di Cristo<br />

Sposo nei riguardi della Chiesa Sposa. La sua vita dev’essere illuminata e orientata<br />

anche da questo tratto sponsale, che gli chiede di essere testimone dell’amore sponsale<br />

di Cristo” (n. 22): AAS 84 (1992), 691.


sacro deve essere animata dal dono di tutta la sua persona alla Chiesa e<br />

da un’autentica carità pastorale 6 .<br />

Il candidato al ministero ordinato, pertanto, deve raggiungere la maturità<br />

affettiva. Tale maturità lo renderà capace di porsi in una corretta<br />

relazione con uomini e donne, sviluppando in lui un vero senso della<br />

paternità spirituale nei confronti della comunità ecclesiale che gli sarà<br />

affidata 7 .<br />

2. L’omosessualità e il ministero ordinato<br />

Dal Concilio Vaticano II ad oggi, diversi documenti del Magistero – e<br />

specialmente il Catechismo della Chiesa Cattolica – hanno confermato<br />

l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità. Il Catechismo distingue<br />

fra gli atti omosessuali e le tendenze omosessuali.<br />

Riguardo agli atti, insegna che, nella Sacra Scrittura, essi vengono<br />

presentati come peccati gravi. La Tradizione li ha costantemente considerati<br />

come intrinsecamente immorali e contrari alla legge naturale.<br />

Essi, di conseguenza, non possono essere approvati in nessun caso.<br />

Per quanto concerne le tendenze omosessuali profondamente radicate,<br />

che si riscontrano in un certo numero di uomini e donne, sono anch’esse<br />

oggettivamente disordinate e sovente costituiscono, anche per<br />

loro, una prova. Tali persone devono essere accolte con rispetto e delicatezza;<br />

a loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione.<br />

Esse sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita<br />

e a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono<br />

incontrare 8 .<br />

6 Cfr. Presbyterorum ordinis, n. 14: AAS 58 (1966), 1013-1014; Pastores dabo vobis,<br />

n. 23: AAS 84 (1992), 691-694.<br />

7 Cfr. Congregazione per il Clero, Direttorio Dives Ecclesiae per il ministero e la vita<br />

dei presbiteri (31 marzo 1994), n. 58.<br />

8 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica (edizione tipica, 1997), nn. 2357-2358.<br />

Cfr. anche i diversi documenti della Congregazione per la Dottrina della Fede: Dichiarazione<br />

Persona humana su alcune questioni di etica sessuale (29 dicembre 1975);<br />

Lettera Homosexualitatis problema a tutti i Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura<br />

pastorale <strong>delle</strong> persone omosessuali (1 ottobre 1986); Alcune considerazioni concernenti<br />

la risposta a proposte di legge sulla non discriminazione <strong>delle</strong> persone omosessuali<br />

(23 luglio 1992); Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale <strong>delle</strong><br />

unioni tra persone omosessuali (3 giugno 2003).


Alla luce di tale insegnamento, questo Dicastero, d’intesa con la Congregazione<br />

per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ritiene<br />

necessario affermare chiaramente che la Chiesa, pur rispettando profondamente<br />

le persone in questione 9 , non può ammettere al Seminario e agli<br />

Ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze<br />

omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura<br />

gay 10 .<br />

Le suddette persone si trovano, infatti, in una situazione che ostacola<br />

gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne. Non sono<br />

affatto da trascurare le conseguenze negative che possono derivare<br />

dall’Ordinazione di persone con tendenze omosessuali profondamente<br />

radicate.<br />

Qualora, invece, si trattasse di tendenze omosessuali che fossero solo<br />

l’espressione di un problema transitorio, come, ad esempio, quello<br />

di un’adolescenza non ancora compiuta, esse devono comunque essere<br />

chiaramente superate almeno tre anni prima dell’Ordinazione diaconale.<br />

3. Il discernimento dell’idoneità dei candidati da parte della Chiesa<br />

Due sono gli aspetti indissociabili in ogni vocazione sacerdotale: il<br />

dono gratuito di Dio e la libertà responsabile dell’uomo. La vocazione<br />

è un dono della grazia divina, ricevuto tramite la Chiesa, nella Chiesa<br />

e per il servizio della Chiesa. Rispondendo alla chiamata di Dio, l’uomo<br />

si offre liberamente a Lui nell’amore 11 . Il solo desiderio di diventare<br />

sacerdote non è sufficiente e non esiste un diritto a ricevere la sacra Ordinazione.<br />

Compete alla Chiesa – nella sua responsabilità di definire i<br />

Riguardo all’inclinazione omosessuale, la Lettera Homosexualitatis problema afferma:<br />

“La particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé un<br />

peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento<br />

intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione<br />

stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata” (n. 3).<br />

9 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica (edizione tipica, 1997), n. 2358; cfr. anche<br />

C.I.C., can. 208 e C.C.E.O., can. 11.<br />

10 Cfr. Congregazione per l’Educazione Cattolica, A memorandum to Bishops seeking<br />

advice in matters concerning homosexuality and candidates for admission to Seminary<br />

(9 luglio 1985); Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,<br />

Lettera (16 maggio 2002): Notitiae 38 (2002), 586.<br />

11 Cfr. Pastores dabo vobis, nn. 35-36: AAS 84 (1992), 714-718.


equisiti necessari per la ricezione dei Sacramenti istituiti da Cristo – discernere<br />

l’idoneità di colui che desidera entrare nel Seminario 12 , accompagnarlo<br />

durante gli anni della formazione e chiamarlo agli Ordini sacri,<br />

se sia giudicato in possesso <strong>delle</strong> qualità richieste 13 .<br />

La formazione del futuro sacerdote deve articolare, in una complementarità<br />

essenziale, le quattro dimensioni della formazione: umana,<br />

spirituale, intellettuale e pastorale 14 . In questo contesto, bisogna rilevare<br />

la particolare importanza della formazione umana, fondamento necessario<br />

di tutta la formazione 15 . Per ammettere un candidato all’Ordinazione<br />

diaconale, la Chiesa deve verificare, tra l’altro, che sia stata raggiunta la<br />

maturità affettiva del candidato al sacerdozio 16 .<br />

La chiamata agli Ordini è responsabilità personale del Vescovo 17 o del<br />

12 Cfr. C.I.C., can. 241, § 1: “Il Vescovo diocesano ammetta al seminario maggiore<br />

soltanto coloro che, sulla base <strong>delle</strong> loro doti umane e morali, spirituali e intellettuali,<br />

della loro salute fisica e psichica e della loro retta intenzione, sono ritenuti idonei a<br />

consacrarsi per sempre ai ministeri sacri” e C.C.E.O., can. 342, § 1.<br />

13 Cfr. Optatam totius, n. 6: AAS 58 (1966), 717. Cfr. anche C.I.C., can. 1029: “Siano<br />

promossi agli ordini soltanto quelli che, per prudente giudizio del Vescovo proprio o<br />

del Superiore maggiore competente, tenuto conto di tutte le circostanze, hanno fede<br />

integra, sono mossi da retta intenzione, posseggono la scienza debita, godono buona<br />

stima, sono di integri costumi e di provate virtù e sono dotati di tutte quelle altre qualità<br />

fisiche e psichiche congruenti con l’ordine che deve essere ricevuto” e C.C.E.O.,<br />

can. 758.<br />

Non chiamare agli Ordini colui che non ha le qualità richieste non è una ingiusta discriminazione:<br />

cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Alcune considerazioni<br />

concernenti la risposta a proposte di legge sulla non discriminazione <strong>delle</strong> persone<br />

omosessuali.<br />

14 Cfr. Pastores dabo vobis, nn. 43-59: AAS 84 (1992), 731-762.<br />

15 Cfr. ibid., n. 43: “Il presbitero, chiamato ad essere immagine viva di Gesù Cristo<br />

Capo e Pastore della Chiesa, deve cercare di riflettere in sé, nella misura del possibile,<br />

quella perfezione umana che risplende nel Figlio di Dio fatto uomo e che traspare con<br />

singolare efficacia nei suoi atteggiamenti verso gli altri”: AAS 84 (1992), 732.<br />

16 Cfr. ibid., nn. 44 e 50: AAS 84 (1992), 733-736 e 746-748. Cfr. anche: Congregazione<br />

per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Carta circular Entre las más<br />

delicadas a los Exc.mos y Rev.mos Señores Obispos diocesanos y demás Ordinarios<br />

canónicamente facultados para llamar a las Sagradas Ordenes, sobre Los escrutinios<br />

acerca de la idoneidad de los candidatos (10 novembre 1997): Notitiae 33 (1997),<br />

495-506, particolarmente l’Allegato V.<br />

17 Cfr. Congregazione per i Vescovi, Direttorio per il Ministero pastorale dei Vescovi<br />

Apostolorum Successores (22 febbraio 2004), n. 88.


Superiore Maggiore. Tenendo presente il parere di coloro ai quali hanno<br />

affidato la responsabilità della formazione, il Vescovo o il Superiore<br />

Maggiore, prima di ammettere all’Ordinazione il candidato, devono<br />

pervenire ad un giudizio moralmente certo sulle sue qualità. Nel caso di<br />

un dubbio serio al riguardo, non devono ammetterlo all’Ordinazione 18 .<br />

Il discernimento della vocazione e della maturità del candidato è anche<br />

un grave compito del rettore e degli altri formatori del Seminario.<br />

Prima di ogni Ordinazione, il rettore deve esprimere un suo giudizio sulle<br />

qualità del candidato richieste dalla Chiesa 19 .<br />

Nel discernimento dell’idoneità all’Ordinazione, spetta al direttore<br />

spirituale un compito importante. Pur essendo vincolato dal segreto, egli<br />

rappresenta la Chiesa nel foro interno. Nei colloqui con il candidato, il<br />

direttore spirituale deve segnatamente ricordare le esigenze della Chiesa<br />

circa la castità sacerdotale e la maturità affettiva specifica del sacerdote,<br />

nonché aiutarlo a discernere se abbia le qualità necessarie 20 . Egli ha<br />

l’obbligo di valutare tutte le qualità della personalità ed accertarsi che<br />

il candidato non presenti disturbi sessuali incompatibili col sacerdozio.<br />

Se un candidato pratica l’omosessualità o presenta tendenze omosessuali<br />

profondamente radicate, il suo direttore spirituale, così come il suo<br />

confessore, hanno il dovere di dissuaderlo, in coscienza, dal procedere<br />

verso l’Ordinazione.<br />

Rimane inteso che il candidato stesso è il primo responsabile della<br />

propria formazione 21 . Egli deve offrirsi con fiducia al discernimento della<br />

Chiesa, del Vescovo che chiama agli Ordini, del rettore del Seminario,<br />

del direttore spirituale e degli altri educatori del Seminario ai quali il<br />

Vescovo o il Superiore Maggiore hanno affidato il compito di formare i<br />

futuri sacerdoti. Sarebbe gravemente disonesto che un candidato occul-<br />

18 Cfr. C.I.C., can. 1052, § 3: “Se […] il Vescovo per precise ragioni dubita che il<br />

candidato sia idoneo a ricevere gli ordini, non lo promuova”. Cfr. anche C.C.E.O.,<br />

can. 770.<br />

19 Cfr. C.I.C., can. 1051: “Per quanto riguarda lo scrutinio circa le qualità richieste nell’ordinando<br />

[…] vi sia l’attestato del rettore del seminario o della casa di formazione,<br />

sulle qualità per ricevere l’ordine, vale a dire la sua retta dottrina, la pietà genuina,<br />

i buoni costumi, l’attitudine ad esercitare il ministero; ed inoltre, dopo una diligente<br />

indagine, un documento sul suo stato di salute sia fisica sia psichica”.<br />

20 Cfr. Pastores dabo vobis, nn. 50 e 66: AAS 84 (1992), 746-748 e 772-774. Cfr. anche<br />

Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis, n. 48.<br />

21 Cfr. Pastores dabo vobis, n. 69: AAS 84 (1992), 778.


0<br />

tasse la propria omosessualità per accedere, nonostante tutto, all’Ordinazione.<br />

Un atteggiamento così inautentico non corrisponde allo spirito<br />

di verità, di lealtà e di disponibilità che deve caratterizzare la personalità<br />

di colui che ritiene di essere chiamato a servire Cristo e la sua Chiesa nel<br />

ministero sacerdotale.<br />

Conclusione<br />

Questa Congregazione ribadisce la necessità che i Vescovi, i Superiori<br />

Maggiori e tutti i responsabili interessati compiano un attento discernimento<br />

circa l’idoneità dei candidati agli Ordini sacri, dall’ammissione<br />

nel Seminario fino all’Ordinazione. Questo discernimento deve essere<br />

fatto alla luce di una concezione del sacerdozio ministeriale in concordanza<br />

con l’insegnamento della Chiesa.<br />

I Vescovi, le Conferenze Episcopali e i Superiori Maggiori vigilino<br />

perché le norme di questa Istruzione siano osservate fedelmente per il<br />

bene dei candidati stessi e per garantire sempre alla Chiesa dei sacerdoti<br />

idonei, veri pastori secondo il cuore di Cristo.<br />

Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, in data 31 agosto 2005, ha approvato<br />

la presente Istruzione e ne ha ordinato la pubblicazione.<br />

Roma, il 4 novembre 2005, Memoria di S. Carlo Borromeo, Patrono dei<br />

Seminari.<br />

Zenon Card. Grocholewski<br />

Prefetto<br />

✠ J. Michael Miller, c.s.b.<br />

Arciv. tit. di Vertara<br />

Segretario


CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE<br />

Nota circa il Ministro del Sacramento<br />

dell’Unzione degli Infermi<br />

Il Codice di Diritto Canonico nel can. 1003 1 (cfr anche can. 739 1 del<br />

Codice dei Canoni <strong>delle</strong> Chiese Orientali) riprende esattamente la dottrina<br />

espressa dal Concilio Tridentino (Sessio XIV, can. 4: DS 1719; cfr<br />

anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1516), secondo la quale<br />

soltanto i sacerdoti (Vescovi e presbiteri) sono Ministri del Sacramento<br />

dell’Unzione degli Infermi.<br />

Questa dottrina è definitive tenenda. Né diaconi né laici perciò possono<br />

esercitare detto ministero e qualsiasi azione in questo senso costituisce<br />

simulazione del sacramento.<br />

Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’11<br />

febbraio 2005, nella memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes.<br />

* * *<br />

Lettera accompagnatoria<br />

Agli Em.mi ed Ecc.mi<br />

Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali,<br />

Joseph Card. Ratzinger<br />

Prefetto<br />

Angelo Amato, S.D.B.<br />

Arcivescovo titolare di Sila<br />

Segretario<br />

in questi ultimi anni sono pervenute alla Congregazione per la Dottrina<br />

della Fede varie domande circa il Ministro del Sacramento dell’Unzione<br />

degli Infermi.<br />

Al riguardo questo Dicastero ritiene opportuno inviare a tutti i Pastori<br />

della Chiesa Cattolica l’acclusa Nota circa il Ministro del Sacramento<br />

dell’Unzione degli Infermi (cfr Allegato 1).<br />

1


2<br />

Per Sua utilità si trasmette anche un appunto sintetico sulla storia della<br />

dottrina al riguardo, preparato da un Esperto in materia (cfr Allegato 2).<br />

Nel comunicarLe quanto sopra, profitto della circostanza per porger-<br />

Le distinti ossequi e confermarmi<br />

dev.mo<br />

Joseph Card. Ratzinger<br />

Prefetto<br />

* * *<br />

Commento<br />

In questi ultimi decenni si sono manifestate <strong>delle</strong> tendenze teologiche<br />

che mettono in dubbio la dottrina della Chiesa secondo cui il Ministro<br />

del Sacramento dell’Unzione degli Infermi “est omnis et solus sacerdos”.<br />

Il tema viene affrontato in prevalenza dal punto di vista pastorale,<br />

specialmente tenendo conto di quelle regioni in cui la scarsità di sacerdoti<br />

rende difficile l’amministrazione tempestiva del Sacramento, mentre<br />

tale difficoltà potrebbe essere risolta se i diaconi permanenti e anche<br />

laici qualificati potessero essere deputati Ministri del Sacramento.<br />

La Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede intende richiamare<br />

l’attenzione su queste tendenze, per prevenire il pericolo che<br />

ci siano dei tentativi di metterle in pratica, in detrimento della fede e con<br />

grave danno spirituale degli infermi che si vogliono aiutare.<br />

La teologia cattolica ha visto nella Lettera di Giacomo (vv. 5, 14-15) il<br />

fondamento biblico per il Sacramento dell’Unzione degli Infermi. L’Autore<br />

della lettera dopo aver dato vari consigli riguardanti la vita cristiana,<br />

offre anche una norma per gli ammalati: “Chi è malato, chiami a sé i presbiteri<br />

della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome<br />

del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo<br />

rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati”. In questo testo,<br />

la Chiesa, sotto l’azione dello Spirito Santo, ha individuato nel corso dei<br />

secoli gli elementi essenziali del Sacramento dell’Unzione degli Infermi,<br />

che il Concilio di Trento (Sess. XIV, capp. 1-3, cann. 1-4: DS 1695-1700,<br />

1716-1719) propone in forma sistematica:a) soggetto: il fedele gravemente<br />

ammalato; b) ministro: “omnis et solus sacerdos”; c) materia: l’unzione<br />

con l’olio benedetto; d) forma: la preghiera del ministro; e) effetti: grazia<br />

salvifica, perdono dei peccati, sollievo dell’infermo.


Prescindendo ora dagli altri aspetti, interessa qui sottolineare il dato<br />

dottrinale relativo al Ministro del Sacramento, al quale esclusivamente<br />

si riferisce la Nota della Congregazione.<br />

Le parole greche della Lettera di Giacomo (5, 14), che la Vulgata traduce<br />

“presbyteros Ecclesiae”, in consonanza con la tradizione, non possono<br />

riferirsi agli anziani per età della comunità, ma a quella categoria<br />

particolare di fedeli che, per l’imposizione <strong>delle</strong> mani, lo Spirito Santo<br />

aveva posto a pascere la Chiesa di Dio.<br />

Il primo documento del Magistero che parla in modo esplicito dell’Unzione<br />

degli Infermi è una lettera di Papa Innocenzo I a Decenzio,<br />

Vescovo di Gubbio (19 marzo 416). Il Papa, commentando le parole della<br />

Lettera di Giacomo, in reazione all’interpretazione, secondo cui solo i<br />

presbiteri sarebbero Ministri del Sacramento ad esclusione dei Vescovi,<br />

respinge questa limitazione, affermando che Ministri del Sacramento<br />

sono i presbiteri, ma anche il Vescovo (cfr DS 216). La lettera di Papa<br />

Innocenzo I, come anche le altre testimonianze del primo millennio<br />

(Cesario di Arles, Beda il Venerabile), non forniscono comunque alcuna<br />

prova della possibilità di introdurre Ministri non sacerdoti per il Sacramento<br />

dell’Unzione degli Infermi.<br />

Nel Magistero e nella legislazione posteriori fino al Concilio di Trento<br />

si trovano i seguenti dati: Graziano nel suo Decretum (circa anno 1140)<br />

raccoglie quasi letteralmente la parte dispositiva della summenzionata<br />

lettera di Innocenzo I (parte 1, dist. 95, can. 3). Poi nelle Decretali di<br />

Gregorio IX viene inserita una Decretale di Alessandro III (1159-1164)<br />

nella quale risponde affermativamente alla domanda se il sacerdote può<br />

amministrare il Sacramento dell’Unzione degli Infermi stando del tutto<br />

solo, senza la presenza di un altro chierico o di un laico (X 5, 40, 14).<br />

Infine il Concilio di Firenze nella Bolla Exsultate Deo (22 novembre<br />

1439) afferma come verità del tutto pacifica che “il Ministro di questo<br />

Sacramento è il sacerdote” (DS 1325).<br />

L’insegnamento del Concilio di Trento prende posizione in relazione<br />

alla contestazione dei Riformatori, secondo i quali l’Unzione degli<br />

Infermi non sarebbe un sacramento ma una invenzione umana e i “presbiteri”<br />

di cui si parla nella Lettera di Giacomo non sarebbero i sacerdoti<br />

ordinati ma gli anziani della comunità.<br />

Il Concilio espone ampiamente la dottrina cattolica al riguardo (Sess.<br />

XIV, cap. 3: DS 1697-1700) e anatematizza coloro che negano che l’Unzione<br />

degli Infermi sia uno dei sette Sacramenti (ibid., can. 1: DS 1716)<br />

3


4<br />

e che il Ministro di questo Sacramento sia solo il sacerdote (ibid., can. 4:<br />

DS 1719).<br />

Dal Concilio di Trento alla codificazione del 1917 ci sono soltanto<br />

due interventi del Magistero che riguardano in qualche modo il presente<br />

argomento. Si tratta della Costituzione Apostolica Etsi pastoralis (26<br />

maggio 1742, cfr 5, n. 3: DS 2524) e della Enciclica Ex quo primum (1<br />

marzo 1756) di Benedetto XIV. Nel primo documento si danno norme<br />

in materia liturgica sui rapporti fra i latini e i cattolici orientali giunti nel<br />

Sud d’Italia, fuggendo dalle persecuzioni; mentre nel secondo si approva<br />

e commenta l’Eucologio (Rituale) degli orientali rientrati nella piena<br />

comunione con la Sede Apostolica 1 . Quanto al Sacramento dell’Unzione<br />

degli Infermi si suppone come verità pacificamente acquisita che il ministro<br />

del sacramento sia “omnis et solus sacerdos”.<br />

La dottrina tradizionale, espressa dal Concilio di Trento sul Ministro<br />

del Sacramento dell’Unzione degli Infermi, venne codificata nel Codice<br />

di Diritto Canonico promulgato nell’anno 1917 (can. 938 1) e ripetuta<br />

quasi con le stesse parole nel Codice di Diritto Canonico promulgato nel<br />

1983 (can. 1003 1) e nel Codice dei Canoni <strong>delle</strong> Chiese Orientali del<br />

1990 (can. 739 1).<br />

Tutti i Rituali del sacramento dell’Unzione degli Infermi d’altra parte<br />

hanno sempre presupposto che il Ministro del Sacramento sia un Vescovo<br />

o un sacerdote (cfr Ordo Unctionis Infirmorum eorumque pastoralis<br />

curae, Editio typica, Typis Polyglottis Vaticanis 1972, Praenotanda, nn.<br />

5. 16-19). Perciò non hanno mai contemplato la possibilità che il ministro<br />

sia un diacono oppure un laico.<br />

La dottrina secondo cui il ministro del sacramento dell’Unzione degli<br />

Infermi “est omnis et solus sacerdos” gode di tale grado di certezza teologica<br />

che deve essere qualificata come dottrina “definitive tenenda”. Il Sacramento<br />

è invalido se un diacono o un laico tenta di amministrarlo. Tale<br />

azione costituirebbe un delitto di simulazione nell’amministrazione del Sacramento,<br />

punibile a norma del can. 1379 CIC (cfr can. 1443 CCEO).<br />

In conclusione sarà infatti opportuno ricordare che il sacerdote, per il<br />

Sacramento che ha ricevuto, rende presente in un modo tutto particolare<br />

il Signore Gesù Cristo, Capo della Chiesa.<br />

1 Si nota che anche gli Ortodossi ritengono che Ministro dell’Unzione sia solamente<br />

il Vescovo o il presbitero.


Nell’amministrazione dei sacramenti egli agisce in persona Christi<br />

Capitis e in persona Ecclesiae. Colui che opera in questo Sacramento è<br />

Gesù Cristo, il sacerdote è lo strumento vivo e visibile. Egli rappresenta<br />

e rende presente Cristo in modo speciale, per cui questo Sacramento ha<br />

una particolare dignità ed efficacia rispetto ad un sacramentale: cosicché,<br />

come dice la Parola ispirata circa l’Unzione degli Infermi, “il Signore lo<br />

rialzerà” (Gc 5, 15). Il sacerdote agisce inoltre in persona Ecclesiae.<br />

I “presbiteri della Chiesa” raccolgono nella loro preghiera (Gc 5, 14)<br />

la preghiera di tutta quanta la Chiesa; come dice Tommaso d’Aquino a<br />

questo proposito: “oratio illa non fit a sacerdote in persona sua [...], sed<br />

fit in persona totius Ecclesiae” (Summa Theologiae, Supplementum, q.<br />

31, a. 1, ad 1). Una tale preghiera trova esaudimento.


PENITENZIERIA APOSTOLICA<br />

Indulgenza plenaria<br />

concessa in occasione<br />

del quarantesimo anniversario<br />

della conclusione del Concilio Vaticano II<br />

Le opere meravigliose e i benefici di Dio verso il suo popolo devono<br />

sempre essere ricordati con rendimento di grazie, e ciò in special modo<br />

in quei giorni di festa anniversari di eventi che sono stati della massima<br />

importanza per la vita della Chiesa.<br />

Ora è vicino l’8 Dicembre, giorno sacro all’Immacolata Concezione<br />

della B. Vergine Maria, nel quale si compiranno quarant’anni da quando<br />

il Servo di Dio Paolo VI, Sommo Pontefice, che già aveva proclamato<br />

la Vergine Maria Madre della Chiesa, chiudendo il Concilio Ecumenico<br />

Vaticano Secondo, dedicava grandi lodi alla Madonna, la quale, in quanto<br />

Madre di Cristo, è Madre di Dio ed è Madre spirituale di tutti noi.<br />

In questa solennità il Sommo Pontefice Benedetto XVI, quando a Roma<br />

renderà pubblico omaggio di lode alla Vergine Immacolata, desidera<br />

vivamente che tutta la Chiesa si unisca col cuore a Lui affinché i fedeli<br />

tutti, uniti nel nome della Madre comune, siano ognor più rafforzati nella<br />

Fede, aderiscano con maggiore dedizione a Cristo e amino i fratelli con<br />

più fervente carità: da qui provengono, come ha insegnato con grande<br />

sapienza il Concilio Vaticano II, le opere di misericordia verso gli indigenti,<br />

l’osservanza della giustizia, la tutela e la ricerca della pace.<br />

Perciò il Beatissimo Padre, al quale sta molto a cuore che aumentino<br />

l’amore e la fiducia dei fedeli verso la Vergine Madre di Dio e che la loro<br />

vita, con l’aiuto e con l’esempio di santità di Lei, si conformi fedelmente<br />

ai sapienti insegnamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, nella<br />

comunione gerarchica con Lui e con i propri Vescovi, ha benevolmente<br />

concesso il dono dell’Indulgenza plenaria, ottenibile alle solite condizioni<br />

(Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera<br />

secondo le intenzioni dello stesso Sommo Pontefice), con l’animo totalmente<br />

distaccato dall’affetto verso qualunque peccato, nella prossima<br />

solennità dell’Immacolata Concezione, dai fedeli, se parteciperanno ad<br />

un sacro rito in onore della stessa, o almeno offriranno un’aperta testimonianza<br />

di devozione mariana davanti ad una immagine della Madon-


na Immacolata esposta alla pubblica venerazione, aggiungendo la recita<br />

del Padre Nostro e del Credo e una qualche invocazione all’Immacolata<br />

(ad es. «Tutta bella sei, Maria, e in te non c’è macchia originale», «Regina,<br />

concepita senza peccato originale, prega per noi»).<br />

Infine anche i fedeli, impediti per infermità o per altra giusta causa,<br />

nel medesimo giorno potranno ottenere lo stesso dono dell’Indulgenza<br />

plenaria in casa propria o dovunque si trovino, purché, con l’animo<br />

distaccato da ogni peccato e con il proposito di compiere le suddette<br />

condizioni, appena sarà loro possibile, si uniscano nello spirito e nel desiderio<br />

alle intenzioni del Sommo Pontefice in preghiere alla Madonna<br />

Immacolata e recitino il Padre nostro e il Credo.<br />

Il presente Decreto ha vigore per questa volta soltanto. Nonostante<br />

qualunque contraria disposizione.<br />

Dato a Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 18 Novembre<br />

2005, nella Dedicazione <strong>delle</strong> basiliche dei SS. Pietro e Paolo, apostoli.<br />

✠ James Francis Card. Stafford<br />

Penitenziere Maggiore<br />

Gianfranco Girotti, OFM Conv.<br />

Reggente


PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI<br />

N. 1850/05/COM-8/2<br />

Eccellenza Reverendissima,<br />

Vaticano, 19 settembre 2005<br />

ripensando allo scorso agosto, non possiamo non ricordare con stupore<br />

e ammirazione quanto abbiamo vissuto a Colonia in occasione della<br />

XX Giornata Mondiale della Gioventù. Miriadi di giovani pellegrini<br />

sono venuti da tutto il mondo per rendere visibile la loro unità con la<br />

Chiesa di Cristo; sono venuti a ricevere il sacramento della Riconciliazione<br />

e dell’Eucaristia; sono venuti ad adorare il Signore sulla scia dei<br />

Magi e <strong>delle</strong> schiere di santi che hanno speso la propria vita nella costante<br />

ricerca di Dio e della verità; sono venuti, hanno ascoltato, hanno dato<br />

testimonianza pubblica, seria e gioiosa, della loro fede.<br />

È proprio questo aspetto della Giornata Mondiale che il Santo Padre<br />

ha voluto sottolineare nel suo incontro con i vescovi a Colonia: “Non<br />

solo noi abbiamo fatto la nostra parte nel miglior modo possibile, ma<br />

anche i giovani con le loro domande, con la loro speranza, con la loro<br />

gioia nella fede, con il loro entusiasmo nel rinnovare la Chiesa, ci hanno<br />

donato qualcosa. Di questa reciprocità siamo grati e speriamo che essa<br />

perduri, che cioè i giovani con le loro domande, la loro fede e la loro<br />

gioia nella fede continuino a essere per noi una provocazione a vincere<br />

pavidità e stanchezza e ci spingano, a nostra volta, con l’esperienza della<br />

fede che ci viene donata, con l’esperienza del ministero pastorale, con<br />

la grazia del Sacramento in cui ci troviamo, a indicare loro la strada...”<br />

(Discorso di Sua Santità Benedetto XVI ai vescovi della Germania, Seminario<br />

di Colonia, Domenica 21 agosto 2005).<br />

A nome di tutti questi giovani e del Pontificio Consiglio per i Laici<br />

desideriamo quindi esprimerLe, Eccellenza, un ringraziamento vivissimo<br />

per aver accettato di essere “catechista” condividendo con loro il


Suo tempo e la Sua saggezza, con disponibilità e generosità, superando<br />

anche le indubbie difficoltà logistiche che purtroppo si sono verificate.<br />

Grazie di cuore per la Sua preziosa collaborazione a questa “grande impresa”<br />

che si presenta allo stesso tempo come una grande sfida: passare<br />

la fiaccola della fede alle prossime generazioni. Preghiamo il Signore<br />

affinché i giovani al loro ritorno siano capaci di trasmettere ai loro coetanei<br />

l’esperienza vissuta e le conoscenze acquisite, realizzando così<br />

uno degli scopi più importanti della GMG, che è quello di portare frutto<br />

al più vasto numero possibile di giovani in tutto il mondo.<br />

AugurandoLe una proficua ripresa <strong>delle</strong> attività pastorali, profittiamo<br />

volentieri della circostanza per rinnovare a Vostra Eccellenza<br />

l’espressione della nostra stima più sincera.<br />

✠ Josef Clemens ✠ Stanisław Ryłko<br />

Segretario Presidente<br />

_________________________<br />

S.E.R. Mons. Mario PACIELLO<br />

Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti


100<br />

DOCUMENTI DELLA SANTA SEDE<br />

ANNO 2005<br />

Giovanni Paolo II<br />

• Lettera Apostolica Il rapido sviluppo ai responsabili <strong>delle</strong> comunicazioni<br />

sociali (24 gennaio 2005)<br />

Benedetto XVI<br />

• Lettera Enciclica Deus caritas est sull’amore cristiano (25 dicembre<br />

2005)


Conferenza<br />

Episcopale<br />

Italiana


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - rosone.


Accordo<br />

tra il Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici<br />

del Ministero per i beni e le attività culturali<br />

e l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici<br />

della Conferenza Episcopale Italiana<br />

relativo alle procedure informatizzate<br />

utilizzate dagli enti ecclesiastici<br />

per la richiesta di verifica dell’interesse culturale<br />

dei beni immobili<br />

L’entrata in vigore (10 maggio 2004) del Codice dei beni culturali e<br />

del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137<br />

(decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) ha parzialmente innovato<br />

le procedure per la verifica dell’interesse culturale dei beni immobili di<br />

proprietà di enti ecclesiastici, che siano opera di autore non più vivente<br />

e la cui esecuzione risalga a oltre cinquanta anni. Tale verifica (cfr<br />

art. 12) costituisce l’indispensabile premessa all’eventuale alienazione<br />

degli immobili, dal momento che la sua omissione comporta conseguenze<br />

penali a carico del legale rappresentante dell’ente. L’autorizzazione<br />

all’alienazione è rilasciata dalle Direzioni regionali del Ministero per i<br />

beni e le attività culturali.<br />

Il 25 gennaio 2005 è stato firmato il decreto ministeriale che fissa i<br />

criteri e le modalità per la verifica dell’interesse culturale dei beni di<br />

proprietà <strong>delle</strong> persone giuridiche private senza fine di lucro (fra cui<br />

rientrano per definizione gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti).<br />

Il decreto è stato pubblicato nella “Gazzetta Ufficiale” del 4 febbraio<br />

2005, n. 28, ed è entrato in vigore il giorno successivo.<br />

Al fine di facilitare l’inoltro e il disbrigo <strong>delle</strong> pratiche da parte degli<br />

enti ecclesiastici e di fornire parametri comuni in vista della predisposizione<br />

degli accordi regionali, il Dipartimento per i beni culturali<br />

e paesaggistici del Ministero e l’ufficio Nazionale per i beni culturali<br />

ecclesiastici della CEI hanno predisposto l’Accordo relativo alle procedure<br />

informatizzate utilizzate dagli enti ecclesiastici per la richiesta<br />

di verifica dell’interesse culturale dei beni immobili, di seguito pubblicato.<br />

Tale accordo intende agevolare il rispetto puntuale dei termini del<br />

procedimento di verifica, nella consapevolezza, condivisa tanto dagli<br />

103


104<br />

organi ministeriali quanto dai soggetti ecclesiastici, che l’eccessivo<br />

protrarsi dei tempi della verifica costituirebbe per gli enti ecclesiastici<br />

un indebito gravame, limitando di fatto la libera disponibilità del patrimonio<br />

immobiliare.<br />

La parte ministeriale, per esigenze di uniformità e di semplificazione<br />

operativa, ha chiesto ai diversi soggetti ecclesiastici di stipulare un unico<br />

accordo applicabile a tutti gli enti ecclesiastici operanti sul territorio<br />

italiano, a prescindere dalle peculiarità canoniche dei medesimi, e di<br />

definire un unico canale, a livello diocesano e regionale, per l’introduzione<br />

<strong>delle</strong> istanze. Aderendo a questa richiesta, la Conferenza Italiana<br />

Superiori Maggiori, l’Unione Superiore Maggiori d’Italia e la Conferenza<br />

Italiana Istituti Secolari hanno convenuto di demandare alla CEI<br />

la sottoscrizione dell’accordo e di accettarne le modalità operative,<br />

senza che ciò implichi l’affievolimento dell’autonomia legittima degli<br />

istituti di vita consacrata.<br />

L’accordo, che ha carattere sperimentale e si applicherà per un anno,<br />

prevede che i Direttori regionali del Ministero sottoscrivano con i<br />

Presidenti <strong>delle</strong> corrispondenti Conferenze Episcopali Regionali ulteriori<br />

accordi locali relativi alla quantità, ai criteri di priorità e alla periodicità<br />

dell’invio <strong>delle</strong> richieste per la verifica dell’interesse culturale<br />

dei beni immobili degli enti ecclesiastici che insistono sul territorio di<br />

loro competenza.<br />

Il Capo Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici<br />

del Ministero per i beni e le attività culturali<br />

e<br />

il Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici<br />

della Conferenza Episcopale Italiana,<br />

previa autorizzazione del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana<br />

dell’8 febbraio 2005<br />

visto il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, “Codice per i beni<br />

culturali ed il paesaggio, ai sensi dell’art. 10 della legge 6 luglio 2002, n.<br />

137”, e in particolare l’art. 12 del medesimo decreto legislativo;<br />

visto il decreto ministeriale 25 gennaio 2005 recante “Criteri e modalità<br />

per la verifica dell’interesse culturale dei beni immobili appartenenti


a persone giuridiche private senza fine di lucro, ai sensi dell’art 12 del<br />

d. lgs. 22.01.2004, n. 42”;<br />

vista l’intesa del 26 gennaio 2005 tra il Ministro per i beni e le attività<br />

culturali e il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana relativa<br />

alla tutela dei beni culturali d’interesse religioso appartenenti a enti e<br />

istituzioni ecclesiastiche;<br />

visto il sistema informativo per la verifica dell’interesse culturale attivato<br />

dal Ministero per i beni e le attività culturali, accessibile al sito<br />

internet www.benitutelati.it;<br />

convengono quanto segue:<br />

1. I Direttori regionali del Ministero per i beni e le attività culturali (di<br />

seguito denominato “Ministero”) sottoscrivono con i Presidenti <strong>delle</strong><br />

Conferenze episcopali regionali – previa loro intesa con i Vescovi<br />

diocesani della Regione ecclesiastica, i Superiori Maggiori degli Istituti<br />

di vita consacrata e <strong>delle</strong> Società di vita apostolica di diritto pontificio<br />

maschili e femminili della propria Regione ecclesiastica o <strong>delle</strong><br />

loro articolazioni site nel territorio della medesima Regione – accordi<br />

relativi alla quantità, ai criteri di priorità e alla periodicità dell’invio<br />

<strong>delle</strong> richieste per la verifica dell’interesse culturale dei beni immobili<br />

degli enti ecclesiastici siti nel territorio di propria competenza.<br />

2. Le Curie diocesane, nel predisporre le richieste per la verifica dell’interesse<br />

culturale dei beni immobili degli enti ecclesiastici siti nel proprio<br />

territorio, utilizzano il software appositamente preparato dalla Conferenza<br />

Episcopale Italiana (di seguito denominata “CEI”), nel quale inseriscono<br />

i dati identificativi e descrittivi dei beni Oggetto di verifica,<br />

conformemente al tracciato disposto dall’allegato A del decreto ministeriale<br />

del 25 gennaio 2005. Esclusivamente per quanto concerne il<br />

procedimento di verifica dell’interesse culturale degli edifici di culto, la<br />

documentazione fotografica è limitata a due scatti (interno ed esterno).<br />

3. Le Curie diocesane, stampate le schede descrittive dei beni tramite il<br />

software della CEI, inviano la documentazione in formato cartaceo<br />

ed elettronico, unitamente alla richiesta di verifica, all’incaricato per<br />

10


10<br />

i beni culturali della Conferenza episcopale regionale. L’incaricato<br />

regionale, entro la prima settimana del mese, provvede ad inviare al<br />

Ministero - Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici la documentazione<br />

in formato elettronico; provvede inoltre nel medesimo<br />

tempo ad inviare la documentazione cartacea alle Direzioni regionali<br />

e contestualmente, per conoscenza, alle competenti Soprintendenze<br />

con modalità che prevedano l’avviso di ricevimento.<br />

4. Il Ministero fornisce a ciascuna Curia diocesana una password di accesso<br />

in sola lettura al sistema informativo, al fine di conoscere lo<br />

stato di avanzamento <strong>delle</strong> procedure di verifica dell’interesse culturale<br />

dei beni di propria pertinenza.<br />

5. Il Ministero concede alle Conferenze episcopali regionali le password<br />

di accesso al sistema informativo per le richieste di verifica<br />

inviate dalle Curie diocesane del rispettivo territorio.<br />

6. Il Ministero concede alla CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali<br />

ecclesiastici una password di accesso in sola lettura al sistema informativo,<br />

al fine di conoscere lo stato di avanzamento della procedura di<br />

verifica dell’interesse culturale di tutti gli enti ecclesiastici italiani.<br />

7. Il Ministero garantisce alla Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori<br />

e all’Unione Superiore Maggiori d’Italia l’accesso in sola lettura<br />

al sistema informativo attraverso apposite password relative agli<br />

enti ecclesiastici di loro pertinenza.<br />

8. Il presente Accordo si applica ad experimentum per un anno dalla<br />

data della sottoscrizione.<br />

9. Entro trenta giorni dalla stipula del presente atto le parti si impegnano ad<br />

emanare una circolare esplicativa per quanto di propria competenza.<br />

Roma, 8 marzo 2005<br />

Il Direttore dell’Ufficio Nazionale Il Capo Dipartimento<br />

per i beni culturali ecclesiastici per i beni culturali e paesaggistici<br />

Mons. Giancarlo Santi Arch. Roberto Cecchi


Giornata nazionale <strong>delle</strong> migrazioni<br />

15 gennaio 2006<br />

Fino alla scorso anno la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato<br />

veniva celebrata nelle diverse nazioni in date differenti. L’auspicio<br />

di una data unica fu formulato in occasione dell’Assemblea plenaria<br />

del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti<br />

(maggio 2004). Tale auspicio fu accolto dal Papa che fissò come data<br />

per tale celebrazione la seconda domenica dopo l’Epifania nelle Chiese<br />

dove tale solennità è celebrata il 6 gennaio (cfr Lettera del Card. Stephen<br />

Fumio Hamao ai Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali).<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente della CEI, nella recente sessione<br />

invernale (Bari, 17-20 gennaio 2005), in conformità alla decisione<br />

pontificia, ha stabilito che la Giornata nazionale <strong>delle</strong> migrazioni abbia<br />

luogo ogni anno nella seconda domenica dopo l’Epifania (cfr Lettera<br />

del Card. Camillo Ruini al Card. Fumio Hamao).<br />

Per dare attuazione alla determinazione del Consiglio Episcopale<br />

Permanente, in conseguenza del breve intervallo di tempo che sarebbe<br />

intercorso tra la celebrazione del 2005 secondo la data fin qui determinata<br />

(20 novembre) e la data della celebrazione per il 2006 (15 gennaio),<br />

il Consiglio dei Direttori Nazionali della Fondazione “Migrantes”, nella<br />

riunione del 2 febbraio 2005, ha approvato le seguenti indicazioni:<br />

– La Giornata nazionale <strong>delle</strong> migrazioni nell’anno 2005 non sarà celebrata.<br />

– La prossima Giornata si celebrerà in tutte le Chiese locali domenica<br />

15 gennaio 2006.<br />

– Negli anni successivi la Giornata sarà celebrata la seconda domenica<br />

dopo l’Epifania.<br />

– Il tema della Giornata sarà quello indicato nel Messaggio papale, specificato<br />

con un sottotitolo appropriato alla situazione italiana.<br />

– Il mese di novembre sarà dedicato alla sensibilizzazione verso la pastorale<br />

migratoria su tutto il territorio nazionale, che culminerà con<br />

la celebrazione di una “Settimana di impegno” (prima dell’Avvento)<br />

in una regione scelta ogni anno dalla Commissione Episcopale per le<br />

10


10<br />

migrazioni, in vista di una più efficace e fruttuosa celebrazione della<br />

Giornata mondiale.<br />

– La celebrazione della Giornata mondiale sarà dedicata anche alla raccolta<br />

di offerte, finalizzate al sostegno <strong>delle</strong> attività promosse dalla<br />

Fondazione “Migrantes”.<br />

Per opportuna documentazione e conoscenza si riporta la lettera del<br />

Card. Fumio Hamao e del Card. Ruini.


Pontificium Consilium<br />

de spirituali migrantium<br />

atque itinerantium cura<br />

Prot. n. 919/2004/M<br />

Eminenza/Eccellenza Reverendissima,<br />

a conclusione della XVI Assemblea Plenaria del nostro Pontificio<br />

Consiglio (maggio 2004), i Membri e Consultori presenti ribadirono<br />

l’opportunità di celebrare, come Chiesa cattolica, la Giornata Mondiale<br />

del Migrante e del Rifugiato in una data fissa. Tale desiderio fu portato a<br />

conoscenza del Santo Padre.<br />

A tale riguardo, l’Em.mo Sig. Card. Angelo Sodano, Segretario di<br />

Stato, con Dispaccio N. 563.995, del 14 corrente, così ora mi scrive:<br />

“Per venerato incarico, mi pregio significarLe che, tutto ben considerato,<br />

si è d’accordo... che tale Giornata Mondiale sia celebrata la<br />

domenica dopo l’Epifania; essa sarà, quindi, la prima domenica dopo<br />

l’Epifania quando questa è spostata alla domenica e la seconda domenica<br />

dopo l’Epifania quando questa resta al 6 gennaio. Con auspicio che<br />

tale Giornata Mondiale giovi a suscitare una sempre maggiore attenzione<br />

pastorale verso il fenomeno dei migranti...”. Tenendo in conto la data<br />

della celebrazione locale dell’Epifania, ora saremo uniti nelle nostre<br />

preghiere e azioni, contemporanei nel giorno stabilito.<br />

Profitto volentieri dell’occasione per confermarmi<br />

dell’Eminenza/Eccellenza Vostra Reverendissima<br />

dev.mo nel Signore<br />

Stephen Fumio Card. Hamao<br />

Presidente<br />

____________________________<br />

Ai Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali<br />

e <strong>delle</strong> rispettive Strutture Gerarchiche<br />

<strong>delle</strong> Chiese Orientali Cattoliche<br />

Loro Sedi<br />

p.c. Ai Presidenti <strong>delle</strong> Commissioni Episcopali<br />

e Promotori Episcopali<br />

della Pastorale per i Migranti e i Rifugiati<br />

10


110<br />

Prot. 12 1/05<br />

Eminenza Reverendissima,<br />

Conferenza Episcopale Italiana<br />

Roma, 7 febbraio 2005<br />

riscontro la Sua del 27 ottobre 2004, prot. n. 919/2004/M, con la quale<br />

mi ha informato che a conclusione della XVI Assemblea Plenaria di<br />

codesto Pontificio Consiglio è stato espresso l’auspicio di celebrare la<br />

Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato in data fissa; auspicio<br />

accolto dal Santo Padre, secondo quanto a Lei comunicato dal Card. Angelo<br />

Sodano, Segretario di Stato, con dispaccio n. 563.995, del 14 ottobre<br />

2004.<br />

Avendo sottoposto l’indicazione al Consiglio Episcopale Permanente<br />

nella recente sessione del 17-20 gennaio 2005, mi faccio dovere comunicare<br />

che la Chiesa che è in Italia accoglie di buon grado la proposta.<br />

Mi valgo volentieri della circostanza per porgerLe i sensi del mio distinto<br />

ossequio e per confermarmi<br />

______________________<br />

A Sua Eminenza Reverendissima<br />

il Sig. Card. Stephen Fumio Hamao<br />

Presidente del Pontificio Consiglio<br />

della pastorale per i migranti e gli itineranti<br />

Palazzo San Calisto<br />

00120 - Città del Vaticano<br />

dell’Eminenza Vostra Reverendissima<br />

devotissimo nel Signore<br />

Camillo Card. Ruini<br />

Presidente


Intesa<br />

tra il Ministro per i beni e le attività culturali<br />

e il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana<br />

relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso<br />

appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche<br />

Roma, 26 gennaio 2005<br />

Il Card. Camillo Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana,<br />

e l’On. Giuliano Urbani, Ministro per i beni e le attività culturali, il<br />

26 gennaio 2005, presso la sede del Ministero hanno firmato il testo della<br />

nuova Intesa relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso<br />

appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche, che integra e sostituisce<br />

l’Intesa sottoscritta fra le parti il 13 settembre 1996 (cfr «Notiziario della<br />

Conferenza Episcopale Italiana» 1996, pp. 337-341), dando attuazione,<br />

<strong>insieme</strong> a quella firmata il 18 aprile 2000 e relativa agli archivi e alle<br />

biblioteche ecclesiastiche (cfr «Notiziario della Conferenza Episcopale<br />

Italiana» 2000, pp. 169-179), all’articolo 12 dell’Accordo di revisione<br />

del Concordato Lateranense, del 18 febbraio 1984, che prevede espressamente<br />

che la Santa Sede e la Repubblica Italiana concordino disposizioni<br />

per la salvaguardia, la valorizzazione e il godimento dei beni culturali<br />

di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche.<br />

La nuova Intesa tiene conto <strong>delle</strong> modifiche alla legislazione dello<br />

Stato italiano introdotte dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42,<br />

recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio, e dalla legge costituzionale<br />

18 ottobre 2001, n. 3, recante modifiche al titolo V della<br />

seconda parte della Costituzione. Essa costituisce un aggiornamento e<br />

un’integrazione dell’Intesa del 1996, il cui contenuto è stato sostanzialmente<br />

conservato e meglio precisato in relazione ad alcune iniziative e<br />

situazioni di particolare rilevanza, come l’inventariazione e la catalogazione<br />

dei beni culturali mobili e immobili, la loro sicurezza e conservazione,<br />

il prestito di opere d’arte per mostre ed esposizioni, l’adeguamento<br />

liturgico <strong>delle</strong> chiese.<br />

Ai sensi dell’articolo 9, comma 1, l’Intesa diventa esecutiva, nell’ordinamento<br />

canonico, con la pubblicazione sul «Notiziario» del decreto di promulgazione<br />

da parte del Presidente della CEI, e nell’ordinamento dello Stato,<br />

con la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» (serie generale, n. 103 del<br />

5 maggio 2005) del decreto di esecuzione del Presidente della Repubblica.<br />

111


112<br />

Prot. n. 88/05<br />

Conferenza Episcopale Italiana<br />

il presidente<br />

– considerato che il 26 gennaio 2005, in Roma, presso la sede del<br />

Ministero per i beni e le attività culturali è stata firmata tra Autorità<br />

statale e Conferenza Episcopale Italiana l’Intesa relativa alla tutela<br />

dei beni culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni<br />

ecclesiastiche, che abroga e sostituisce quella sottoscritta il 13 settembre<br />

1996 fra le medesime autorità, in attuazione dell’art. 12, comma<br />

1, dell’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana, firmato<br />

a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato<br />

Lateranense;<br />

– acquisito il parere espresso dal Consiglio Episcopale Permanente<br />

nella sessione del 20-23 settembre 2004, ai sensi dell’art. 23, lett. r)<br />

dello statuto della Conferenza Episcopale Italiana;<br />

– visti gli artt. 5 e 2, § 3, del medesimo statuto;<br />

– preso atto che la Santa Sede, debitamente informata, con foglio n.<br />

7458/04/RS del 18 novembre 2004 ha concesso la speciale facoltà, ai<br />

sensi del can. 455 § 1 del codice di diritto canonico, necessaria per le<br />

disposizioni stabilite dall’art. 2, comma 5, ultimo periodo, richiamate<br />

nell’art. 5, comma 3 e nell’art. 6, comma 2, e ha autorizzato il Presidente<br />

della Conferenza Episcopale Italiana alla firma dell’Intesa;<br />

– ai sensi dell’art. 4, terzo comma, del regolamento della Conferenza<br />

Episcopale Italiana,<br />

decreta<br />

che l’Intesa relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso<br />

appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche venga promulgata mediante<br />

pubblicazione nel «Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana»<br />

e che divenga esecutiva nell’ordinamento canonico dalla data di<br />

pubblicazione.


Dispone inoltre che, dell’avvenuta promulgazione, sia data tempestiva<br />

comunicazione al Ministero per i beni e le attività culturali.<br />

Roma, 31 gennaio 2005<br />

* * *<br />

il ministro per i beni e le attività culturali<br />

Camillo Card. Ruini<br />

quale autorità statale che sovrintende alla tutela, alla conservazione e<br />

alla valorizzazione del patrimonio culturale, previa autorizzazione del<br />

Consiglio dei Ministri del 3 agosto 2004, e<br />

il presidente della conferenza episcopale italiana<br />

che, autorizzato dalla Santa Sede con lettera del Cardinale Segretario<br />

di Stato del 18 novembre 2004, agisce a nome della Conferenza stessa,<br />

ai sensi degli articoli 5 e 27, lettera c), dello statuto della medesima e<br />

in conformità agli indirizzi contenuti nelle Norme e negli Orientamenti<br />

approvati dalla Conferenza Episcopale Italiana, rispettivamente del 14<br />

giugno 1974 e del 9 dicembre 1992,<br />

ai fini della collaborazione per la tutela del patrimonio storico ed artistico<br />

di cui all’articolo 12, comma 1, primo e secondo periodo, dell’Accordo,<br />

con Protocollo Addizionale, firmato a Roma il 18 febbraio 1984,<br />

che apporta modificazioni al Concordato Lateranense dell’11 febbraio<br />

1929, tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, dovendo tenere conto<br />

<strong>delle</strong> modifiche alla legislazione dello Stato italiano successivamente<br />

intervenute e, in particolare, di quanto disposto dal decreto legislativo<br />

22 gennaio 2004, n. 42, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio,<br />

e dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante modifiche<br />

al Titolo V della parte seconda della Costituzione,<br />

determinano<br />

di adottare la seguente Intesa, che abroga e sostituisce quella sottoscritta<br />

il 13 settembre 1996 fra le medesime autorità, resa esecutiva nell’ordinamento<br />

dello Stato con il decreto del Presidente della Repubblica 26<br />

113


114<br />

settembre 1996, n. 571, e nell’ordinamento della Chiesa con il decreto<br />

del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana 29 ottobre 1996, n.<br />

1251/96.<br />

Art. 1<br />

1. Ai fini della presente Intesa debbono intendersi con:<br />

a) Ministro e Ministero: il Ministro e il Ministero per i beni e le attività<br />

culturali;<br />

b) CEI: la Conferenza Episcopale Italiana.<br />

2. Sono competenti per l’attuazione <strong>delle</strong> forme di collaborazione previste<br />

dalle presenti disposizioni:<br />

a) a livello centrale, il Ministro e, secondo le rispettive competenze,<br />

i capi dei dipartimenti o i direttori generali del Ministero; il Presidente<br />

della CEI e le persone da lui eventualmente delegate;<br />

b) a livello regionale, i direttori regionali e i Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze<br />

episcopali regionali o le persone eventualmente delegate dai<br />

Presidenti stessi;<br />

c) a livello locale, i soprintendenti competenti per territorio e materia<br />

e i vescovi diocesani o le persone delegate dai vescovi stessi.<br />

3. Per quanto concerne i beni culturali di interesse religioso, gli archivi<br />

e le biblioteche ad essi appartenenti, gli istituti di vita consacrata, le<br />

società di vita apostolica e le loro articolazioni, che siano civilmente<br />

riconosciuti, concorrono, a livello non inferiore alla provincia religiosa,<br />

con i soggetti ecclesiastici indicati nel comma 2, secondo le<br />

disposizioni emanate dalla Santa Sede, nella collaborazione con gli<br />

organi statali di cui al medesimo comma.<br />

4. Ai fini della più efficace collaborazione tra le parti per la tutela del<br />

patrimonio storico e artistico, i competenti organi centrali e periferici<br />

del Ministero, allo scopo della definizione dei programmi o <strong>delle</strong> proposte<br />

di programmi pluriennali e annuali di interventi per il patrimonio<br />

storico e artistico e dei relativi piani di spesa, invitano ad apposite<br />

riunioni i corrispondenti organi ecclesiastici.<br />

5. In tali riunioni gli organi del Ministero informano gli organi ecclesiastici<br />

degli interventi che intendono intraprendere per i beni culturali


di interesse religioso appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche<br />

e acquisiscono da loro le eventuali proposte di interventi, nonché le<br />

valutazioni in ordine alle esigenze di carattere religioso.<br />

6. Nelle medesime riunioni gli organi ecclesiastici informano gli organi<br />

ministeriali circa gli interventi che a loro volta intendono intraprendere.<br />

Art. 2<br />

1. Le disposizioni della presente Intesa si applicano ai beni culturali<br />

mobili e immobili di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni<br />

ecclesiastiche, fermo restando quanto disposto in materia di conservazione<br />

e consultazione degli archivi d’interesse storico e <strong>delle</strong><br />

biblioteche degli enti e istituzioni ecclesiastiche dall’Intesa del 18<br />

aprile 2000 fra il Ministro e il Presidente della CEI.<br />

2. Al fine di armonizzare l’applicazione della legge italiana con le esigenze<br />

di carattere religioso in materia di salvaguardia, valorizzazione<br />

e godimento dei beni culturali di cui al comma 1, il Ministero e la CEI<br />

concordano sui principi enunciati nel presente articolo.<br />

3. L’inventariazione e la catalogazione dei beni culturali mobili e immobili<br />

di cui al comma 1 costituiscono il fondamento conoscitivo di<br />

ogni successivo intervento. A tal fine, la CEI collabora all’attività di<br />

catalogazione di tali beni curata dal Ministero; a sua volta il Ministero<br />

assicura, ove possibile, il sostegno all’attività di inventariazione<br />

promossa dalla CEI e le parti garantiscono il reciproco accesso alle<br />

relative banche dati. Per l’attuazione <strong>delle</strong> forme di collaborazione<br />

previste dal presente comma, il Ministero e la CEI possono stipulare<br />

appositi accordi.<br />

4. Fermo restando quanto disposto in materia dalla legislazione statale<br />

vigente, i beni culturali mobili di cui al comma 1 sono mantenuti, per<br />

quanto possibile, nei luoghi e nelle sedi di originaria collocazione o<br />

di attuale conservazione. Qualora il mantenimento in situ dei beni<br />

medesimi non ne garantisca la sicurezza o non ne assicuri la conservazione,<br />

il soprintendente, previo accordo con i competenti orga-<br />

11


11<br />

ni ecclesiastici, ne può disporre il deposito in musei ecclesiastici, se<br />

muniti di idonei impianti di sicurezza, o in musei pubblici.<br />

5. Gli interventi di conservazione dei beni culturali di cui al comma 1<br />

sono eseguiti da personale qualificato. A tal fine la CEI collabora con<br />

il Ministero per assicurare il rispetto della legislazione statale vigente<br />

in materia di requisiti professionali dei soggetti esecutori, con particolare<br />

riferimento agli interventi sui beni culturali mobili e le superfici<br />

architettoniche decorate. Gli interventi di conservazione da<br />

effettuarsi in edifici aperti al culto rientranti fra i beni culturali di cui<br />

al comma 1 sono programmati ed eseguiti, nel rispetto della normativa<br />

statale vigente, previo accordo, relativamente alle esigenze di<br />

culto, tra gli organi ministeriali e quelli ecclesiastici territorialmente<br />

competenti. Qualora l’accordo non sia raggiunto a livello locale o<br />

regionale e in presenza di rilevanti questioni di principio, il capo del<br />

dipartimento competente per materia, d’intesa con il Presidente della<br />

CEI o con un suo delegato, impartisce le direttive idonee a consentire<br />

una soluzione adeguata e condivisa.<br />

6. La sicurezza dei beni culturali di cui al comma 1 riveste primaria importanza.<br />

A tal fine, il Ministero e la CEI assicurano, secondo le rispettive<br />

competenze e disponibilità finanziarie, adeguate misure di<br />

sicurezza, con particolare riguardo agli edifici aperti al culto e ai beni<br />

maggiormente esposti al rischio di furti, del degrado e dell’abbandono.<br />

7. L’accesso e la visita ai beni culturali di cui al comma 1 sono garantiti.<br />

Ove si tratti di edifici aperti al culto o di beni mobili collocati in<br />

detti edifici, l’accesso e la visita sono consentiti nel rispetto <strong>delle</strong><br />

esigenze di carattere religioso. A tal fine possono essere definiti orari<br />

e percorsi di visita in base ad accordi tra i soprintendenti competenti<br />

per materia e per territorio e gli organi ecclesiastici territorialmente<br />

competenti.<br />

8. La richiesta di prestito per mostre, avente ad oggetto i beni culturali<br />

di cui al comma 1, è formulata in conformità alle disposizioni procedurali<br />

fissate dalla normativa canonica. Il prestito dei medesimi beni<br />

è autorizzato nel rispetto della normativa statale vigente in materia.


Art. 3<br />

1. Gli organi del Ministero e gli organi ecclesiastici competenti possono<br />

accordarsi per realizzare interventi ed iniziative che prevedono, in<br />

base alla normativa statale vigente, la partecipazione organizzativa e<br />

finanziaria rispettivamente dello Stato e di enti e istituzioni ecclesiastiche,<br />

oltre che eventualmente di altri soggetti.<br />

Art. 4<br />

1. Fra gli organi ministeriali e quelli ecclesiastici competenti ai sensi<br />

dell’art. 1, comma 2, è in ogni caso assicurata la più ampia informazione<br />

in ordine alle determinazioni finali e all’attuazione dei programmi<br />

pluriennali e annuali e dei piani di spesa, nonché allo svolgimento<br />

e alla conclusione degli interventi e <strong>delle</strong> iniziative di cui agli<br />

articoli precedenti.<br />

Art. 5<br />

1. Il vescovo diocesano presenta ai soprintendenti, valutandone congruità<br />

e priorità, le proposte per la programmazione di interventi di<br />

conservazione e le richieste di rilascio <strong>delle</strong> autorizzazioni, concernenti<br />

beni culturali di cui all’art. 2, comma 1, di proprietà di enti soggetti<br />

alla sua giurisdizione, in particolare per quanto previsto dal precedente<br />

art. 1, commi 4-6.<br />

2. Proposte e richieste di cui al comma 1, presentate dagli enti ecclesiastici<br />

indicati all’art. 1, comma 3, sono inoltrate ai soprintendenti per<br />

il tramite del vescovo diocesano territorialmente competente.<br />

3. Circa i progetti di adeguamento liturgico da realizzare negli edifici<br />

aperti al culto rientranti fra i beni culturali di cui all’art. 2, comma 1,<br />

presentati con le modalità previste dai commi precedenti, il soprintendente<br />

competente per materia e territorio procede, relativamente<br />

alle esigenze di culto, d’accordo con il vescovo diocesano, in conformità<br />

alle disposizioni della legislazione statale in materia di tutela.<br />

Qualora l’accordo non sia raggiunto a livello locale o regionale e in<br />

presenza di rilevanti questioni di principio, si procede ai sensi dell’art.<br />

2, comma 5, ultimo periodo.<br />

11


11<br />

Art. 6<br />

1. I provvedimenti amministrativi da adottarsi a norma della legislazione<br />

statale vigente che abbiano ad oggetto beni culturali di cui all’art.<br />

2, comma 1, sono assunti dal competente organo del Ministero, previo<br />

accordo, relativamente alle esigenze di culto, con il vescovo diocesano<br />

competente per territorio.<br />

2. Gli scavi e le ricerche archeologiche da effettuarsi in edifici di culto<br />

rientranti fra i beni culturali di cui all’art. 2, comma 1, sono programmati<br />

ed eseguiti, nel rispetto della normativa statale vigente, previo<br />

accordo, relativamente alle esigenze di culto, tra gli organi ministeriali<br />

e quelli ecclesiastici territorialmente competenti. Qualora l’accordo<br />

non sia raggiunto a livello locale o regionale e in presenza di<br />

rilevanti questioni di principio, si procede ai sensi dell’art. 2, comma<br />

5, ultimo periodo.<br />

3. Per l’accesso e la visita alle aree archeologiche sottostanti o connesse<br />

a edifici di culto di cui al comma precedente si applicano le disposizioni<br />

di cui all’art. 2, comma 7.<br />

4. In relazione ai beni culturali mobili di cui all’art. 2, comma 1, già in<br />

proprietà di diocesi o parrocchie estinte o provenienti da edifici di<br />

culto ridotti all’uso profano dall’autorità ecclesiastica competente e<br />

che non possano essere mantenuti nei luoghi e nelle sedi di originaria<br />

collocazione o di attuale conservazione, il soprintendente competente<br />

per materia e territorio valuta, d’accordo con il vescovo diocesano,<br />

l’opportunità del deposito dei beni stessi presso altri edifici aperti al<br />

culto, qualora gli stessi siano idonei a garantirne la conservazione,<br />

ovvero presso musei ecclesiastici, se muniti di idonei impianti di sicurezza,<br />

o musei pubblici presenti nel territorio.<br />

5. Nel caso di calamità naturali che coinvolgano beni culturali di cui<br />

all’art. 2, comma 1, il vescovo diocesano trasmette al soprintendente<br />

competente per materia e per territorio ogni utile informazione ai<br />

fini del sollecito accertamento dei danni e argomentate valutazioni<br />

circa le priorità di intervento, legate alle esigenze di culto; gli organi<br />

ministeriali ed ecclesiastici competenti si accordano poi per garan-


tire il deposito temporaneo degli stessi beni culturali mobili presso<br />

musei ecclesiastici, se muniti di idonei impianti di sicurezza, o musei<br />

pubblici presenti nel territorio, ovvero presso laboratori di restauro<br />

idonei, anche sotto il profilo della sicurezza, ad effettuare i necessari<br />

interventi conservativi.<br />

6. Il Ministero si impegna a rendere omogenee le procedure di propria<br />

pertinenza per l’accesso alle agevolazioni fiscali previste dalla normativa<br />

statale vigente in materia di erogazioni liberali destinate alla<br />

conservazione dei beni culturali di cui all’art. 2, comma 1.<br />

Art. 7<br />

1. Al fine di verificare con continuità l’attuazione <strong>delle</strong> forme di collaborazione<br />

previste dalle presenti disposizioni, di esaminare i problemi<br />

di comune interesse e di suggerire orientamenti per il migliore<br />

sviluppo della reciproca collaborazione fra le parti, continua ad operare<br />

l’Osservatorio centrale per i beni culturali di interesse religioso<br />

di proprietà ecclesiastica.<br />

2. L’Osservatorio è composto, in modo paritetico, da rappresentanti del<br />

Ministero, individuati a livello di capi dei dipartimenti, e da rappresentanti<br />

della CEI ed è presieduto, congiuntamente, da un rappresentante<br />

del Ministero e da un vescovo, in rappresentanza della CEI; le<br />

sue riunioni sono convocate almeno una volta ogni semestre, nonché<br />

ogni volta che i presidenti lo ritengano opportuno.<br />

3. Alle riunioni possono essere invitati a partecipare rappresentanti di<br />

amministrazioni ed enti pubblici e di enti e istituzioni ecclesiastiche<br />

in relazione alle questioni poste all’ordine del giorno.<br />

Art. 8<br />

1. Entro i limiti fissati in materia dalla Costituzione della Repubblica<br />

e dai principi della legislazione statale, le presenti disposizioni costituiscono<br />

indirizzi per le eventuali intese stipulate tra le regioni o<br />

le province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti ecclesiastici,<br />

fatte salve le autorizzazioni richieste dalla normativa canonica.<br />

11


120<br />

Art. 9<br />

1. Le norme della presente Intesa entrano in vigore in pari data:<br />

a) nell’ordinamento dello Stato, con la pubblicazione nella Gazzetta<br />

Ufficiale del decreto del Presidente della Repubblica che approva<br />

l’Intesa;<br />

b) nell’ordinamento della Chiesa, con la pubblicazione nel «Notiziario<br />

della CEI» del decreto con il quale il Presidente della Conferenza<br />

medesima promulga l’Intesa.<br />

Roma, 26 gennaio 2005<br />

Il Presidente Il Ministro<br />

della Conferenza Episcopale Italiana per i beni e le attività culturali<br />

Camillo Card. Ruini On. Giuliano Urbani


Istruzione<br />

in materia amministrativa<br />

La 32 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />

(Roma, 14-18 maggio 1990) approvò l’Istruzione in materia amministrativa,<br />

pubblicata il 1° aprile 1992. Essa intendeva favorire l’applicazione,<br />

in ambito patrimoniale e amministrativo, del nuovo codice di<br />

diritto canonico (1983), con le relative delibere applicative approvate<br />

dalla CEI, e dell’Accordo di revisione del Concordato lateranense<br />

(1984), a cui era seguita la riforma della legislazione pattizia in materia<br />

di enti e beni ecclesiastici e di sostentamento del clero (Norme circa gli<br />

enti e i beni ecclesiastici in Italia, diventate nell’ordinamento italiano la<br />

legge 20 maggio 1985, n. 222).<br />

Considerata l’opportunità di poter continuare a disporre, a livello<br />

nazionale, di un testo che offra indirizzi comuni in materia giuridicoamministrativa,<br />

in particolare per gli operatori del settore, soprattutto<br />

per i laici chiamati in numero sempre maggiore a compiti di responsabilità<br />

nell’amministrazione dei beni temporali ecclesiastici, il Comitato<br />

per gli enti e i beni ecclesiastici ha proceduto a un lavoro di revisione<br />

e aggiornamento dell’Istruzione. Il nuovo testo, ottenuto il parere<br />

favorevole del Consiglio per gli affari giuridici, è stato presentato al<br />

Consiglio Episcopale Permanente (sessione del 17-20 gennaio 2005),<br />

che ha espresso giudizio positivo, raccomandando alcuni miglioramenti<br />

testuali e redazionali, in particolare l’aggiunta di un indice analitico,<br />

che faciliti la consultazione.<br />

La nuova Istruzione è stata approvata dalla 54 a Assemblea Generale<br />

(Roma, 30-31 maggio 2005) con 208 voti favorevoli su 211 votanti. Con<br />

decreto in data 1° settembre 2005, il Cardinale Presidente ne ha disposto<br />

la promulgazione attraverso la pubblicazione nel “Notiziario della<br />

Conferenza Episcopale Italiana”.<br />

Il testo, che mantiene sostanzialmente la struttura e l’impianto della<br />

prima versione, è corredato da quattro allegati: classificazione degli<br />

enti ecclesiastici ai fini del riconoscimento civile (A), controlli canonici<br />

sugli atti di straordinaria amministrazione (B), bozza del decreto<br />

del Vescovo diocesano circa la definizione degli atti di amministrazione<br />

straordinaria per gli enti a lui soggetti (C), attestazione circa le norme<br />

statutarie dell’ente parrocchia (D).<br />

121


122<br />

determinazione<br />

La 54 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />

– vista l’Istruzione in materia amministrativa approvata dalla 32 a Assemblea<br />

Generale;<br />

– considerata la necessità di rivederne il testo alla luce dell’esperienza<br />

maturata nei tredici anni trascorsi dalla sua prima applicazione<br />

nonché <strong>delle</strong> innovazioni introdotte nella normativa canonica e civile;<br />

– tenuta presente la relazione e la discussione;<br />

– visto l’art. 18 dello statuto della CEI,<br />

approva<br />

l’Istruzione in materia amministrativa nel testo presentato, dando mandato<br />

alla Segreteria Generale della CEI di apportare eventuali modifiche<br />

testuali sulla base dei suggerimenti e <strong>delle</strong> proposte formulati nella discussione.<br />

Roma, 30 maggio 2005<br />

Prot. n. 753/05<br />

DECRETO<br />

In considerazione <strong>delle</strong> innovazioni intervenute in materia giuridicoamministrativa<br />

dopo la promulgazione dell’Istruzione in materia amministrativa,<br />

approvata dalla 32 a Assemblea Generale della Conferenza<br />

Episcopale Italiana, svoltasi a Roma dal 14 al 18 maggio 1990, al fine<br />

di poter disporre di uno strumento che, a livello nazionale, offra orientamenti<br />

chiari e aggiornati in materia di amministrazione dei beni temporali<br />

ecclesiastici, il Comitato per gli enti e i beni ecclesiastici ha proceduto<br />

alla revisione e all’aggiornamento del predetto testo. Ottenuto il<br />

parere favorevole del Consiglio per gli affari giuridici e tenendo conto<br />

<strong>delle</strong> raccomandazioni espresse dal Consiglio Episcopale Permanente, il<br />

nuovo testo dell’Istruzione è stato sottoposto all’esame della 54 a Assem-


lea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, svoltasi a Roma dal<br />

30 al 31 maggio 2005, che lo ha approvato con la maggioranza assoluta.<br />

Con il presente decreto, in conformità all’art. 72 del Regolamento<br />

della Conferenza Episcopale Italiana,<br />

promulgo<br />

l’Istruzione in materia amministrativa nel testo allegato al presente decreto<br />

e ne dispongo la pubblicazione nel “Notiziario della Conferenza<br />

Episcopale Italiana”.<br />

Alle determinazioni contenute nell’Istruzione, a norma dell’art. 18<br />

dello statuto della Conferenza Episcopale Italiana, “ogni Vescovo si atterrà<br />

in vista dell’unità e del bene comune, a meno che ragioni di speciale<br />

rilievo ne dissuadano, a suo giudizio, l’adozione nella propria diocesi”.<br />

Roma, 1° settembre 2005<br />

✠ Giuseppe Betori<br />

Segretario Generale<br />

Camillo Card. Ruini<br />

Presidente<br />

della Conferenza Episcopale Italiana<br />

123


124<br />

“I matrimoni tra cattolici e musulmani in Italia”<br />

Indicazioni della<br />

Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana<br />

Le Indicazioni, di seguito pubblicate, sono state elaborate e approvate<br />

dalla Presidenza della CEI. Esse costituiscono il punto di arrivo di una<br />

ampia riflessione effettuata dal Consiglio Episcopale Permanente, sulla<br />

base di apporti qualificati di teologi pastoralisti, di canonisti e di esperti<br />

in ecumenismo e in diritto islamico. Esse tengono anche conto dei contributi<br />

emersi nella consultazione <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali Regionali.<br />

Il documento intende proporre agli Ordinari diocesani talune indicazioni<br />

generali, finalizzate all’assunzione di una linea concorde nella<br />

soluzione dei singoli casi che si presentano a livello diocesano.<br />

PRESENTAZIONE<br />

Negli ultimi anni in Italia ha assunto una certa rilevanza la richiesta di<br />

celebrare nella forma religiosa il matrimonio fra una parte cattolica e una<br />

musulmana. Il fenomeno, determinato tra l’altro dalla tendenza di immigrati<br />

musulmani a trasferirsi nel nostro Paese e dal più generale aumento<br />

dei matrimoni interreligiosi, esige una specifica attenzione da parte della<br />

comunità cristiana e dei suoi pastori, anche al fine di individuare un<br />

indirizzo omogeneo nella verifica dei casi e nell’eventuale concessione<br />

della dispensa dall’impedimento dirimente di disparitas cultus, che invalida<br />

il matrimonio fra una parte cattolica e una non battezzata.<br />

Le implicanze esistenziali ed ecclesiali di questa problematica suggeriscono<br />

prudenza e fermezza e richiedono una riaffermata consapevolezza<br />

dell’identità cristiana e della visione cattolica sul matrimonio e la<br />

famiglia, anche in ragione <strong>delle</strong> conseguenze che ne derivano sul piano<br />

religioso, culturale, sociale e del dialogo interreligioso.<br />

In tale contesto il Consiglio Episcopale Permanente, dopo una ponderata<br />

riflessione su taluni materiali predisposti dalla Commissione<br />

Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, ha chiesto alla Presidenza di<br />

elaborare alcune linee pastorali da offrire agli Ordinari diocesani, al fine<br />

di motivare, orientare e favorire indirizzi comuni e prassi omogenee in<br />

materia di matrimoni tra cattolici e musulmani nelle Chiese particolari<br />

che sono in Italia.


Le Indicazioni che seguono, redatte con l’apporto interdisciplinare<br />

di esperti, illustrano in modo schematico i contenuti essenziali di questo<br />

nodo pastorale, con specifica attenzione alla preparazione e alla celebrazione<br />

del matrimonio e all’accompagnamento della coppia sposata; offrono<br />

altresì alcune appendici documentarie e la necessaria modulistica.<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente, valutato positivamente il testo<br />

<strong>delle</strong> Indicazioni, ha incaricato la Presidenza della CEI di renderle pubbliche,<br />

intendendo con ciò dare attuazione a quanto previsto dall’art. 23,<br />

lett. b) dello statuto della CEI. Infatti il Consiglio Permanente ritiene che<br />

la celebrazione del matrimonio tra una parte cattolica e una musulmana<br />

rappresenti attualmente un “problema di speciale rilievo per la Chiesa<br />

[...] in Italia”, meritevole di “un’autorevole considerazione e valutazione<br />

anche per favorire l’azione concorde dei Vescovi”.<br />

Nel presentare le Indicazioni alle Chiese che sono in Italia, auspico<br />

che questo strumento pastorale guidi la riflessione sulla problematica<br />

dei matrimoni tra cattolici e musulmani e favorisca una prassi condivisa<br />

tra parroci, sacerdoti e operatori pastorali.<br />

Roma, 29 aprile 2005<br />

Festa di Santa Caterina da Siena, Patrona d’Italia<br />

Camillo Card. Ruini<br />

Presidente della Conferenza Episcopale Italiana<br />

IL CONTESTO PASTORALE<br />

1. Le coppie miste di cattolici e musulmani che intendono oggi formare<br />

una famiglia, alle difficoltà che incontra una qualsiasi altra coppia, devono<br />

aggiungere quelle connesse con le profonde diversità culturali e religiose.<br />

Far acquisire consapevolezza riguardo a queste difficoltà è un primo, fondamentale<br />

servizio da rendere a chi chiede un tale matrimonio.<br />

2. Se infatti circa il matrimonio non mancano punti di convergenza<br />

tra islâm e cristianesimo, numerose e significative sono le differenze.<br />

Ciò impone un attento discernimento da attuare con e tra i nubendi: esso<br />

tocca non soltanto l’ambito della fede, ma investe anche aspetti molto<br />

pratici. L’esperienza mostra come sia rilevante, per esempio, la scelta<br />

12


12<br />

del luogo di residenza della futura coppia e la fondata previsione di restarvi<br />

nel futuro: lo stabilirsi in Italia, o comunque in Occidente, offre al<br />

vincolo matrimoniale (e alla parte cattolica in particolare) maggiori garanzie,<br />

che invece nella maggior parte dei casi vengono meno quando la<br />

coppia si trasferisce in un Paese islamico. Tali elementi pratici dovranno<br />

essere tenuti accuratamente presenti in ordine alla concessione alla parte<br />

cattolica della dispensa dall’impedimento dirimente di disparitas cultus<br />

(can. 1086) 1 .<br />

3. In breve, l’esperienza maturata negli anni recenti induce in linea<br />

generale a sconsigliare o comunque a non incoraggiare questi matrimoni<br />

2 , secondo una linea di pensiero significativamente condivisa anche<br />

dai musulmani. La fragilità intrinseca di tali unioni, i delicati problemi<br />

concernenti l’esercizio adulto e responsabile della propria fede cattolica<br />

da parte del coniuge battezzato e l’educazione religiosa dei figli, nonché<br />

la diversa concezione dell’istituto matrimoniale, dei diritti e doveri<br />

reciproci dei coniugi, della patria potestà e degli aspetti patrimoniali ed<br />

ereditari, la differente visione del ruolo della donna, le interferenze dell’ambiente<br />

familiare d’origine, costituiscono elementi che non possono<br />

essere sottovalutati né tanto meno ignorati, dal momento che potrebbero<br />

suscitare gravi crisi nella coppia, sino a condurla a fratture irreparabili.<br />

4. Attesa la complessità dei fattori in questione, i matrimoni tra cattolici<br />

e musulmani devono essere comunque considerati unioni potenzialmente<br />

problematiche: pertanto è necessario adottare verso le persone<br />

coinvolte un atteggiamento molto chiaro e prudente, ancorché comprensivo.<br />

Anche se talvolta è dato di incontrare coppie cristiano-musulmane<br />

di profondo spessore umano e spirituale, capaci di amalgamare<br />

specificità e differenze senza abdicare alla propria identità, non accade<br />

così nella maggioranza dei casi, non solo per i rilevanti condizionamenti<br />

sociali e culturali, ma soprattutto a causa di un’antropologia culturale<br />

1 Cfr Appendice I: “Natura dell’impedimento di disparitas cultus”.<br />

2 «Per quanto riguarda il matrimonio fra cattolici e migranti non cristiani lo si dovrà<br />

sconsigliare, pur con variata intensità, secondo la religione di ciascuno, con eccezione<br />

di casi speciali, secondo le norme del CIC e del CCEO» (Pontificio Consiglio<br />

della pastorale per i migranti e gli itineranti, istruzione Erga migrantes, 3<br />

maggio 2004, n. 63).


e religiosa profondamente diversa che le persone, talora inconsapevolmente,<br />

portano in sé.<br />

5. Proprio da ciò deriva l’esigenza che si prospettino per tempo alle<br />

parti i problemi che quasi inevitabilmente si presenteranno, verificando<br />

così non solo la loro generica buona volontà, ma anche la disponibilità e<br />

la reale attitudine ad affrontarli di comune accordo.<br />

LA VISIONE CRISTIANA DEL MATRIMONIO<br />

6. Nella prospettiva cristiana il matrimonio è anzitutto un’istituzione<br />

voluta dal Creatore e governata dalla sua legge. Come tale appartiene<br />

all’ordine della creazione, perché rispecchia la volontà divina e risponde<br />

alla natura della persona umana il fatto che tra un uomo e una donna si<br />

instauri un rapporto stabile di profonda comunione e di amore esclusivo.<br />

7. Il matrimonio, quindi, è un’istituzione sacra, voluta da Dio sin dall’inizio<br />

della creazione. Esso pertanto gode di dignità naturale ancor prima<br />

di essere illuminato dalla rivelazione e di essere accolto nella fede:<br />

l’uomo e la donna sono chiamati a unire le loro vite in un amore totale,<br />

attraverso un’alleanza che li rende «una sola carne» (Gn 2, 24). Tale<br />

unione, frutto del loro amore, li costituisce in una relazione che è «a immagine<br />

di Dio» (Gn 1, 27).<br />

8. Il modo del tutto speciale con il quale Dio affida all’uomo e alla<br />

donna, marito e moglie, la continuazione – come suoi collaboratori<br />

– dell’esistenza umana, e li chiama a perseguire, attraverso l’amore<br />

reciproco, la complementarità e la perfezione e a edificare <strong>insieme</strong> la<br />

famiglia, è narrato nell’Antico Testamento ed è ribadito da Gesù (cfr Mt<br />

19, 4-5).<br />

9. Nei primi due capitoli della Genesi, in modo mirabile il matrimonio<br />

è collegato con la volontà creatrice di Dio e inserito nel suo progetto<br />

creatore. I testi mettono in evidenza non solo la creazione sessuata degli<br />

esseri umani, ma anche l’unità e la reciproca complementarità dell’uomo<br />

e della donna. Questo fine del legame matrimoniale è espresso dalle<br />

12


12<br />

parole di Adamo che, vedendo la donna, esclama: «Questa volta essa<br />

è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa» (Gn 2, 23). La profonda<br />

verità contenuta nell’esclamazione gioiosa di Adamo viene ripresa dai<br />

Profeti, che esaltano il matrimonio allorché, con linguaggio simbolico,<br />

definiscono l’alleanza tra Dio e il popolo di Israele proprio attraverso<br />

l’esperienza nuziale (cfr Os 2, 19; Is 54, 4ss.; Ez 16, 7ss.).<br />

10. Il mistero cristiano, manifestato dal matrimonio-sacramento affidato<br />

al ministero della Chiesa, si innesta sul piano della creazione: nel<br />

battezzato, la realtà creaturale viene elevata dallo specifico dono della<br />

grazia sacramentale. Tuttavia, il matrimonio naturale – preso in considerazione<br />

nel caso di unioni in cui uno o entrambi i contraenti non hanno<br />

ricevuto il battesimo – mantiene comunque intatti i valori insiti nell’atto<br />

del consenso, che impegna tutta la vita dei nubendi in un amore indissolubile,<br />

in una fedeltà incondizionata e nella disponibilità alla prole.<br />

11. Anche se il matrimonio tra una parte cattolica e una parte musulmana<br />

non ha dignità sacramentale, esso nondimeno può realizzare i<br />

valori propri del matrimonio naturale e costituire per i coniugi una preziosa<br />

opportunità di crescita. Questa è la ratio che legittima la concessione<br />

della dispensa, quando l’Ordinario abbia escluso positivamente la<br />

sussistenza di un pericolo prossimo e insormontabile che minacci nella<br />

parte cattolica i valori soprannaturali, quali la fede, la vita di grazia, la<br />

fedeltà alle esigenze della propria coscienza rettamente formata, e sia<br />

certo che la parte musulmana non rifiuti i fini e le proprietà essenziali del<br />

matrimonio e non sia legata da un vincolo matrimoniale valido.<br />

12. Il riconoscimento del diritto naturale di ogni uomo a contrarre matrimonio<br />

– diritto che il legislatore ecclesiastico tutela anche tra persone<br />

non partecipi della stessa fede religiosa – non equivale infatti alla concessione<br />

della dispensa come presa d’atto a posteriori di una decisione ormai<br />

maturata dalla coppia, per ‘regolarizzarne’ la posizione, ma deve accompagnarsi<br />

al ricorso a mezzi di carattere spiccatamente pastorale, tendenti a<br />

far comprendere alla parte battezzata quali sono i valori profondi, umani e<br />

soprannaturali, che la sua scelta deve considerare e difendere.<br />

13. A tali condizioni, il rito sacro che unisce gli sposi può rappresentare<br />

veramente per loro un segno della grazia divina, una sorgente di


ispirazione valoriale, un forte appello all’impegno personale. Attraverso<br />

le nozze, gli sposi domandano a Dio di essere presente nella loro vita, di<br />

avvalorare la promessa di fedeltà reciproca e di aiutarli nella donazione<br />

totale, ciascuno secondo la propria consapevolezza e scelta di fede.<br />

ITINERARIO DI VERIFICA E DI PREPARAZIONE<br />

a) Il momento del primo contatto e della conoscenza iniziale della coppia<br />

14. Non è prudente che la coppia si presenti al sacerdote nell’imminenza<br />

<strong>delle</strong> nozze o quando tutto è già stato deciso: soprattutto in casi<br />

come questo, la preparazione del matrimonio richiede un’attenzione<br />

particolare, che non può essere elusa in maniera sbrigativa.<br />

15. Sul piano concreto, è consigliabile assicurare la libertà di ciascuna<br />

<strong>delle</strong> parti rispetto all’altra anche nelle modalità d’incontro. La parte<br />

cristiana dovrà essere ascoltata in un primo tempo da sola. Anche alla<br />

parte musulmana, se lo desidera, deve essere riconosciuta la possibilità<br />

di incontrare separatamente il sacerdote. Va però ricordato che nelle<br />

comunità islamiche non si ha un tipo analogo di cura pastorale. Quando,<br />

dopo i primi colloqui, si valuta conveniente proseguire il dialogo,<br />

i successivi incontri potrebbero avvenire con la presenza di entrambi i<br />

membri della coppia.<br />

16. È auspicabile che il sacerdote che incontra la coppia abbia una<br />

certa conoscenza dell’islâm, <strong>delle</strong> sue tradizioni, <strong>delle</strong> sue pratiche e<br />

della concezione islamica del matrimonio, per aiutare a discernere la<br />

globalità della situazione. È realistico ritenere che non ogni sacerdote<br />

disponga della preparazione adeguata per una corretta valutazione dei<br />

singoli casi: a questo fine si dovrebbe individuare in ogni vicariato o<br />

almeno a livello diocesano un sacerdote esperto, possibilmente coadiuvato<br />

da un gruppo di laici, in grado di affiancarsi ai parroci nell’opera di<br />

discernimento matrimoniale e di accompagnamento.<br />

17. È utile che quanti preparano la coppia al matrimonio possano incontrare<br />

la famiglia della parte cristiana. Sebbene auspicabile, è difficile<br />

che la parte musulmana accetti di ammettere estranei a discutere del ma-<br />

12


130<br />

trimonio con la propria famiglia. Non di rado per i genitori di entrambi<br />

i nubendi un tale matrimonio è un’esperienza traumatica. Molte giovani<br />

coppie incontrano una forte opposizione da parte dei loro parenti e<br />

amici: questo può portare al loro isolamento e potrebbe indurli a passi<br />

affrettati.<br />

18. Per la coppia, il confronto con una terza persona è uno specchio<br />

talora impietoso, che mette a nudo le parole non pronunciate, i discorsi<br />

non affrontati e le possibili illusioni. Nel dialogo personale può emergere<br />

il senso <strong>delle</strong> promesse reciproche e della loro fattibilità, soprattutto<br />

se si dovesse decidere in quale luogo risiedere. Il dialogo aperto<br />

è anche utile per verificare che il matrimonio non sia sollecitato dalla<br />

parte musulmana in vista del raggiungimento di altri scopi, quali l’ottenimento<br />

del permesso di lavoro, dell’asilo politico o di vantaggi simili.<br />

In questa fase di approccio si potrebbe chiedere ai fidanzati come si sono<br />

conosciuti; come e dove si è manifestato il loro amore; che cosa c’è di<br />

comune tra loro; che cosa si aspettano dal matrimonio 3 . L’approfondimento<br />

di questi aspetti personali è assai utile per il sacerdote chiamato<br />

ad accompagnarli.<br />

19. Al fine di accrescere nei fidanzati la consapevolezza circa le loro<br />

intenzioni, è conveniente rivolgere loro anche altre domande, come qui<br />

di seguito esemplificato.<br />

– Circa la religione:<br />

ÿ Come giudicate i vostri progetti di matrimonio dal punto di vista della<br />

fede personale e della pratica della vostra religione?<br />

ÿ Cosa sapete della religione dell’altro? Provate a condividere le vostre<br />

idee sull’islâm e sul cristianesimo.<br />

3 «In caso di richiesta di matrimonio di una donna cattolica con un musulmano […],<br />

per il frutto anche di amare esperienze, si dovrà fare una preparazione particolarmente<br />

accurata e approfondita durante la quale i fidanzati saranno condotti a conoscere e ad<br />

“assumere” con consapevolezza le profonde diversità culturali e religiose da affrontare,<br />

sia tra di loro, sia in rapporto alle famiglie e all’ambiente di origine della parte<br />

musulmana, a cui eventualmente si farà ritorno dopo una permanenza all’estero »<br />

(Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, istruzione<br />

Erga migrantes, n. 67).


ÿ Su quali basi religiose contate di fondare la vostra convivenza?<br />

ÿ Sino a quale punto sareste disponibili a partecipare ai riti e alle festività<br />

della religione del vostro partner?<br />

– Circa la cultura:<br />

ÿ Quale conoscenza avete dei vostri rispettivi Paesi, della loro cultura e<br />

<strong>delle</strong> loro tradizioni?<br />

ÿ Quale lingua usate per parlarvi? Avete già provato seriamente a imparare<br />

l’uno la lingua dell’altro, per evitare malintesi e conflitti?<br />

ÿ Che consapevolezza avete dei reciproci pregiudizi?<br />

– Circa la famiglia di appartenenza:<br />

ÿ Come hanno reagito i parenti, gli amici e la comunità al vostro progetto<br />

di matrimonio?<br />

ÿ Avete spiegato al vostro partner ciò che la vostra famiglia si aspetta<br />

da lui/lei in quanto membro della famiglia? Conoscete gli obblighi<br />

sociali, economici e religiosi a cui dovete attenervi?<br />

– Circa la famiglia futura:<br />

ÿ Dove avete intenzione di porre la vostra dimora?<br />

ÿ Vi siete scambiati i vostri rispettivi punti di vista riguardo ai figli e al<br />

loro numero, alla fedeltà, alla monogamia e alla poligamia, alle proprietà<br />

e alle finanze?<br />

– Circa i figli:<br />

ÿ Quale educazione religiosa intendete dare ai figli?<br />

ÿ I vostri figli saranno battezzati come cattolici o faranno parte della<br />

comunità islamica? Saranno lasciati liberi di decidere una volta cresciuti?<br />

– Circa le garanzie giuridiche:<br />

ÿ Come garantirete il diritto all’eredità del partner cristiano, nel caso di<br />

trasferimento in un Paese islamico?<br />

ÿ Potrà questi, in caso di bisogno, ottenere la custodia dei figli?<br />

ÿ Avete intenzione di consultare un esperto per formalizzare garanzie<br />

giuridiche a tutela del coniuge più debole?<br />

131


132<br />

– Circa la celebrazione del matrimonio:<br />

ÿ Qual è la forma di celebrazione più conveniente per le vostre nozze?<br />

20. A conclusione degli incontri preparatori si dovrebbe raggiungere<br />

una sufficiente consapevolezza della comprensione dei nubendi circa il<br />

matrimonio cristiano e, di conseguenza, della possibilità di concedere<br />

loro la dispensa dall’impedimento di disparitas cultus. Qualora ciò non<br />

fosse possibile, si orienti la coppia verso un’ulteriore riflessione, concedendole<br />

un congruo spazio di tempo.<br />

21. Qualora i due insistano nella volontà di sposarsi, potrebbe essere<br />

pastoralmente preferibile tollerare la prospettiva del matrimonio civile,<br />

piuttosto che concedere la dispensa, ponendo la parte cattolica in una<br />

situazione matrimoniale irreversibile.<br />

22. Se invece il colloquio giunge a un esito positivo, consolidando<br />

la convinzione che sia possibile e opportuno concedere la dispensa dall’impedimento,<br />

si inviterà la coppia a intraprendere il consueto cammino<br />

di preparazione alla celebrazione del matrimonio.<br />

b) Il tempo della preparazione<br />

23. È il momento in cui invitare la parte cattolica a frequentare il corso<br />

di preparazione al matrimonio, spiegando alla parte musulmana che<br />

la sua partecipazione, benché non obbligatoria, sarebbe auspicabile per<br />

comprendere meglio il significato del matrimonio cristiano.<br />

24. Qualora la parte musulmana accetti l’invito a prendere parte agli<br />

incontri, il parroco può chiederle di spiegare il proprio punto di vista sul<br />

matrimonio. Il confronto con altre coppie che vivono l’analoga esperienza<br />

di preparazione prossima alle nozze può essere per i due l’occasione<br />

per approfondire la consapevolezza della propria scelta.<br />

c) Il tempo della decisione<br />

25. Conclusa la preparazione, la coppia deve essere aiutata a chiarire<br />

tutti i risvolti insiti nella scelta di celebrare il matrimonio in forma religiosa.


26. È importante conoscere anche che cosa pensino di un tale matrimonio<br />

genitori e parenti della parte musulmana.<br />

27. Per la forma liturgica della celebrazione del matrimonio, ci si atterrà<br />

alle disposizioni contenute nel Rito del matrimonio (cap. III) per<br />

quanto concerne le nozze fra una parte cattolica e una parte non battezzata.<br />

d) L’accompagnamento pastorale successivo al matrimonio<br />

28. Il sostegno pastorale offerto alla coppia non può limitarsi al periodo<br />

della preparazione al matrimonio, ma deve riguardare lo svolgersi<br />

della vita familiare, soprattutto in riferimento ai contrasti che potranno<br />

sorgere: il marito musulmano consentirà davvero alla moglie cattolica di<br />

frequentare la chiesa, di assumere parte attiva nella parrocchia, di ricevere<br />

a casa il sacerdote per una visita di carattere pastorale? Quali forme<br />

concrete assumerà l’educazione religiosa dei figli?<br />

29. Se i coniugi decidono di stabilirsi in Europa, è la parte musulmana<br />

– di solito l’uomo – che ha più stimoli ad adattarsi. Quando, invece, viene<br />

deciso il trasferimento in un Paese islamico, la parte cattolica – nella<br />

stragrande maggioranza dei casi, la donna – dovrà probabilmente affrontare<br />

notevoli difficoltà (dinamiche di vita di coppia, educazione dei<br />

figli e autorità su di loro, rapporto con la famiglia del marito, soggezione<br />

al diritto di ripudio unilaterale da parte del marito, accettazione sociale<br />

della poligamia, ecc.). Fra l’altro, non deve essere sottovalutato il reale<br />

disagio che vivrà nello sforzo d’integrazione nell’ambiente. In questi<br />

casi è importante il ruolo che potranno svolgere le comunità cattoliche<br />

locali, per cui la persona andrebbe aiutata fornendole anticipatamente<br />

riferimenti sicuri in loco.<br />

30. L’educazione dei figli, in particolare, costituisce una questione<br />

molto importante e delicata. I coniugi dovrebbero sforzarsi di educare i<br />

figli nel rispetto della religione di entrambi, insistendo sui valori comuni<br />

quali: la trascendenza come dimensione essenziale della vita e la necessità<br />

di coltivare l’ambito spirituale, la preghiera, la carità, la giustizia, la<br />

fedeltà, il rispetto reciproco, ecc. Con altrettanta chiarezza dovrebbero<br />

però formare i figli alla valutazione critica <strong>delle</strong> differenze sul piano del-<br />

133


134<br />

la fede – decisamente spiccate – e su quello dell’etica, in particolare per<br />

quanto concerne la pari dignità fra uomo e donna, la libertà religiosa e<br />

l’integrazione.<br />

31. In queste famiglie non si può, infatti, trascurare il pericolo, presente<br />

sia per i coniugi sia per i figli, di scivolare in una sorta di indifferentismo<br />

religioso, finalizzato a evitare eccessive tensioni.<br />

CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO<br />

E ACCOMPAGNAMENTO FAMILIARE<br />

32. Per la valida celebrazione del matrimonio tra una parte cattolica<br />

e una parte musulmana, ordinariamente deve essere osservata la forma<br />

canonica e la celebrazione liturgica deve aver luogo come previsto in<br />

questi casi (cfr can. 1108 § 1 e Rito del matrimonio, cap. III): il consenso<br />

deve essere manifestato di fronte al parroco o a un suo delegato in presenza<br />

di due testimoni, nel corso di una liturgia della Parola, escludendo<br />

la celebrazione eucaristica. In ogni caso, non dovrà avere luogo un’altra<br />

celebrazione <strong>delle</strong> nozze con rito islamico (cfr can. 1127 § 3). Non è<br />

invece vietata la cosiddetta “festa di matrimonio” islamica, purché non<br />

contenga elementi contrari alla fede della parte cattolica.<br />

33. In presenza di ragioni che rendono inopportuna la celebrazione liturgica<br />

del matrimonio, è possibile chiedere e ottenere la dispensa dalla<br />

forma canonica (cfr cann. 1127-1129). Le ragioni che potrebbero giustificare<br />

tale richiesta sono in particolare «quelle relative al rispetto <strong>delle</strong><br />

esigenze personali della parte non cattolica, quali, ad esempio, il suo<br />

rapporto di parentela o amicizia con il ministro acattolico, l’opposizione<br />

che incontra nell’ambito familiare, il fatto che il matrimonio dovrà essere<br />

celebrato all’estero in ambiente non cattolico, e simili» 4 . L’Ordinario<br />

può concedere lecitamente la dispensa dalla forma canonica solo quando<br />

riconosca l’adeguatezza <strong>delle</strong> ragioni addotte e dopo aver consultato<br />

4 Conferenza Episcopale Italiana, Decreto generale sul matrimonio canonico, 5<br />

novembre 1990, art. 50 b; cfr anche Id., Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa<br />

in Italia, 25 luglio 1993, n. 89.


l’Ordinario del luogo in cui verrà celebrato il matrimonio, nel caso in cui<br />

la celebrazione avvenga fuori dal territorio della propria diocesi.<br />

34. Condizione per la validità di un matrimonio celebrato con dispensa<br />

dalla forma canonica è che sia comunque osservata una qualche forma<br />

pubblica di celebrazione (cfr can. 1127 § 2). In Italia la celebrazione<br />

<strong>delle</strong> nozze deve avvenire davanti a un legittimo ministro di culto, stante<br />

la necessità di dare risalto al carattere religioso del matrimonio 5 .<br />

35. Occorre in ogni caso tenere ben presente che, qualora i nubendi<br />

decidano di sposarsi senza che la parte cattolica abbia ottenuto la prescritta<br />

dispensa dall’impedimento di disparitas cultus o dalla celebrazione<br />

secondo la forma canonica (per esempio, scegliendo semplicemente<br />

il rito islamico), il matrimonio è invalido: di conseguenza la parte<br />

cattolica viene a trovarsi in una situazione matrimoniale irregolare e non<br />

può accostarsi ai sacramenti, in particolare alla comunione eucaristica.<br />

36. Il matrimonio tra una parte cattolica e una parte musulmana celebrato<br />

in Italia può conseguire gli effetti civili previsti dalla normativa<br />

concordataria. Si dovrà pertanto provvedere ai consueti adempimenti<br />

(pubblicazioni alla casa comunale e successiva trascrizione).<br />

37. L’eventuale esenzione dall’obbligo di avvalersi del riconoscimento<br />

del matrimonio agli effetti civili potrà essere concessa dall’Ordinario<br />

del luogo per gravi motivi, secondo la normativa generale.<br />

Appendice I<br />

NATURA DELL’IMPEDIMENTO DI DISPARITAS CULTUS<br />

38. Secondo la dottrina cattolica, il matrimonio ha dignità sacramentale<br />

solo quando è celebrato da due battezzati. Nel caso di matrimonio<br />

fra una parte cattolica e una non battezzata, la competenza della Chiesa<br />

cattolica sul vincolo di diritto naturale si fonda sul fatto che uno dei<br />

due nubendi è battezzato cattolico (cfr can. 1059) e si traduce nella con-<br />

5 Id., Decreto generale sul matrimonio canonico, art. 50 c.<br />

13


13<br />

cessione o meno della dispensa che toglie l’impedimento dirimente alle<br />

nozze.<br />

La dispensa deve essere richiesta dal parroco della parte cattolica all’Ordinario<br />

del luogo, normalmente attraverso il competente ufficio della<br />

Curia diocesana. A tale scopo ci si può avvalere del modulo XIII (cfr<br />

l’allegata Modulistica, Scheda n. 1). Il parroco deve anche accertare,<br />

nelle modalità consuete, lo stato libero della parte musulmana. Tenuto<br />

conto della peculiarità del caso, è opportuno che i nubendi si presentino<br />

al parroco almeno sei mesi prima <strong>delle</strong> nozze.<br />

39. Con la normativa canonica che disciplina tali matrimoni la Chiesa,<br />

da un lato, intende tutelare la fede della parte cattolica: per questo ha<br />

stabilito l’impedimento dirimente di disparitas cultus (cfr can. 1086 §<br />

1), in forza del quale è invalido il matrimonio eventualmente contratto<br />

dal fedele cattolico con una parte non battezzata; d’altro canto, essa<br />

riconosce che, nella concreta vicenda esistenziale di una persona, il<br />

matrimonio di una parte cattolica con un non battezzato può realizzare<br />

valori positivi di indubbio rilievo, quali l’esercizio del diritto alle nozze<br />

e alla procreazione con la persona liberamente scelta, in una comunione<br />

di vita fedele e indissolubile, secondo il progetto primordiale di Dio sull’uomo<br />

e sulla donna.<br />

40. Per queste ragioni l’Ordinario del luogo, qualora si diano certe<br />

condizioni, ha la facoltà di dispensare il fedele cristiano dall’impedimento<br />

invalidante e di ammetterlo alla celebrazione di un valido matrimonio.<br />

Sotto il profilo sistematico, l’istituto della dispensa si traduce nell’esonero<br />

dal vincolo della legge (nel caso in specie, quella che sancisce<br />

l’esistenza di tale impedimento, che renderebbe nullo il matrimonio),<br />

di fronte al bene prevalente del fedele (nel caso in specie, il fatto che<br />

questi non permanga in una convivenza di fatto o in un matrimonio civile),<br />

posto che si realizzino tutte le condizioni richieste per il consenso a<br />

un matrimonio integro nell’essenza, nei fini e nelle proprietà essenziali,<br />

cioè in cui entrambi i nubendi accolgano come valori l’unità, l’indissolubilità,<br />

la fedeltà e l’apertura alla prole.<br />

41. L’Ordinario del luogo può concedere lecitamente la dispensa<br />

– che rimane in ogni caso un atto discrezionale e valido solo quando sus-


sista una giusta e ragionevole causa (cfr can. 90 § 1) – dall’impedimento<br />

di disparitas cultus solo dopo avere verificato l’esistenza di alcuni requisiti<br />

(cfr can. 1086 § 2).<br />

a) In primo luogo, essi riguardano la parte cattolica, che deve:<br />

ÿ dichiarare di essere pronta a evitare il pericolo, insito nel matrimonio<br />

con una parte non battezzata, di abbandonare la fede cattolica;<br />

ÿ promettere di fare quanto è in suo potere perché tutti i figli siano<br />

battezzati ed educati nella fede cattolica.<br />

Merita di essere sottolineata la differenza che caratterizza i due impegni<br />

assunti dalla parte cattolica: mentre la salvaguardia della fede cattolica<br />

è un valore assoluto che dipende fondamentalmente dalla coscienza<br />

rettamente formata e dalla forza morale del singolo, le scelte concrete<br />

in ordine all’educazione dei figli coinvolgono egualmente – nel nostro<br />

sistema di valori e negli ordinamenti giuridici dei Paesi occidentali – entrambi<br />

i genitori, e nel mondo islamico il padre a titolo del tutto speciale.<br />

Può pertanto darsi l’eventualità che la parte cattolica, per lo più la donna,<br />

pur avendo assunto un impegno vero e sincero, si trovi poi nell’oggettiva<br />

impossibilità di mantenerlo. Nel caso specifico, si tenga presente che i<br />

musulmani osservanti ritengono di avere l’obbligo di educare senz’altro<br />

i figli maschi nella propria credenza.<br />

La parte cattolica, su invito ed eventualmente con l’aiuto del parroco,<br />

verifichi approfonditamente e senza accontentarsi di rassicurazioni generiche<br />

le intenzioni e le disposizioni in merito della parte musulmana,<br />

così da offrire all’Ordinario del luogo gli elementi necessari per ponderare<br />

la convenienza della concessione della dispensa. Per manifestare e<br />

assumere gli impegni della parte cattolica si può usare il modulo XI (cfr<br />

Modulistica, Scheda n. 2).<br />

b) La parte musulmana deve essere informata degli impegni che la<br />

parte cattolica è tenuta ad assumere; ciò deve constare negli atti. Nel rispetto<br />

della libertà di coscienza, non le viene richiesta alcuna sottoscrizione<br />

che la vincoli a impegni equivalenti, pur restando auspicabile che<br />

dia garanzie adeguate di tenere veramente un atteggiamento rispettoso,<br />

tale da permettere alla parte cattolica di adempiere gli impegni assunti.<br />

È conveniente non attendere il momento dell’esame dei coniugi per<br />

far conoscere alla parte musulmana gli obblighi a cui è tenuta la parte<br />

cattolica e dei quali anch’essa deve essere realmente consapevole. Per<br />

13


13<br />

realizzare tale informazione si può usare il modulo XI (cfr Modulistica,<br />

Scheda n. 2).<br />

c) Entrambe le parti devono essere istruite sui fini e sulle proprietà<br />

essenziali del matrimonio, che non possono essere esclusi da nessuno<br />

dei due. Questo aspetto è da tenere distinto dai precedenti, che vedevano<br />

i due nubendi muoversi su piani diversi, dal momento che solo la parte<br />

cattolica era tenuta positivamente a impegnarsi.<br />

I fini del matrimonio sono indicati nel can. 1055 § 1 e consistono<br />

nel bene dei coniugi e nella generazione ed educazione della prole. Le<br />

proprietà essenziali del matrimonio, espresse nel can. 1056, sono l’unità<br />

(non vi possono essere per una persona più vincoli matrimoniali validi<br />

in atto contemporaneamente) e l’indissolubilità (cioè la perpetuità) del<br />

vincolo. L’esclusione anche di uno solo di questi elementi da parte di<br />

uno dei contraenti, snaturando l’istituto del matrimonio così come configurato<br />

da Dio nel piano della creazione, rende invalido il matrimonio.<br />

Non si tratta, infatti, di caratteri rimessi alla libera disponibilità <strong>delle</strong><br />

parti o subordinati all’appartenenza alla Chiesa cattolica: chi li rifiuta<br />

(battezzato o meno), rifiuta con ciò il matrimonio stesso.<br />

Un’attenzione particolare deve essere dedicata al bene della fedeltà<br />

coniugale, che può essere seriamente minacciato dalla diversa comprensione<br />

di questo valore, connessa con la differente prospettiva, non solo<br />

culturale ma anche antropologica, propria del mondo islamico, il quale<br />

non mette sullo stesso piano l’uomo e la donna: la fedeltà coniugale è<br />

infatti intesa come un diritto dell’uomo verso la donna, in senso stretto<br />

esigibile solo da lui.<br />

42. Poste queste premesse, è necessario verificare in maniera approfondita<br />

l’orientamento e la volontà di entrambi i contraenti su<br />

questi punti, prestando particolare attenzione alla parte musulmana:<br />

è possibile che questa condivida solo genericamente un orientamento<br />

culturale e di pensiero contrario ai fini e alle proprietà essenziali del<br />

matrimonio, ma di fatto non li escluda con un atto di volontà personale<br />

e positivo in riferimento al proprio matrimonio. Nel corso di questa<br />

verifica potrebbero infatti emergere circostanze nuove, quali una presa<br />

di coscienza più approfondita ed eventualmente un forte disagio della<br />

parte cattolica di fronte agli orientamenti del futuro coniuge su materie<br />

così delicate; tale evenienza dovrebbe suggerire all’Ordinario di


ponderare in maniera ancora più attenta l’eventuale concessione della<br />

dispensa.<br />

Anche nel caso in cui la verifica non lasci spazio a ombre circa le<br />

intenzioni della parte musulmana, non è inutile proporle un’istruzione<br />

adeguata sul significato e sulle implicazioni morali ed esistenziali dei<br />

fini e <strong>delle</strong> proprietà essenziali del matrimonio, che entrambe le parti<br />

sono tenute a rispettare.<br />

Se invece risultasse positivamente che la parte musulmana di fatto intenda<br />

e voglia, anche solo ipoteticamente, applicare orientamenti contrari<br />

ai fini e alle proprietà essenziali del matrimonio alle nozze che sta<br />

per contrarre, ciò comporterebbe inevitabilmente la nullità del vincolo<br />

(cfr can 1101 § 2), e di conseguenza l’impossibilità assoluta di concedere<br />

la dispensa dall’impedimento.<br />

43. Come si vede, è sempre necessario vagliare attentamente le reali<br />

intenzioni della parte non cristiana, motivando l’eventuale rifiuto della<br />

dispensa con il contrasto insanabile fra le intenzioni del nubendo e la<br />

concezione cattolica del matrimonio. Non si trascuri il fatto che dichiarazioni<br />

rilasciate solo per compiacere il parroco o la parte cattolica, ma<br />

non rispondenti alle effettive intenzioni della parte musulmana, potrebbero<br />

costituire il presupposto per dare corso al procedimento per la dichiarazione<br />

di nullità del matrimonio.<br />

44. Si tenga inoltre presente che, se la coppia intende stabilirsi in un<br />

Paese islamico, è oggettivamente assai improbabile che, al di là della<br />

soggettiva buona volontà, la parte cattolica possa adempiere gli impegni<br />

assunti per ottenere la concessione della dispensa. In questo caso – cioè<br />

in presenza dell’intenzione manifestata sin dall’inizio di procedere a tale<br />

trasferimento – non è conveniente che l’Ordinario conceda la dispensa,<br />

anche di fronte all’eventualità che, per conformarsi alle leggi dello Stato<br />

islamico e sotto la pressione sociale, la coppia sia poi indotta a celebrare<br />

il matrimonio islamico. A tutela della moglie cattolica si potrebbe tuttavia<br />

tollerare la celebrazione del matrimonio civile in Italia, anche nei casi<br />

in cui esso non venga riconosciuto dallo Stato del coniuge e non possa<br />

tutelare adeguatamente la posizione della donna, essendo colà ammessa<br />

la poligamia. In tali Paesi i figli non potranno che essere musulmani e,<br />

qualora la coppia vi si trasferisse dopo avere trascorso alcuni anni in Italia,<br />

essi, se battezzati, dovrebbero apostatare la fede cristiana.<br />

13


140<br />

Si deve altresì ammonire la parte cattolica sulla gravità <strong>delle</strong> conseguenze<br />

derivanti dall’eventuale emissione della professione di fede<br />

islamica, che configurerebbe una vera e propria apostasia.<br />

Appendice II<br />

LA SHAHÂDA<br />

(LA PROFESSIONE DI FEDE MUSULMANA)<br />

45. Le considerazioni contenute nell’Appendice I riguardano principalmente<br />

il caso – statisticamente molto più frequente – di una donna<br />

cattolica che voglia sposare un uomo musulmano.<br />

Una serie di problematiche particolari sorge nel caso in cui sia un uomo<br />

cattolico a voler sposare una donna musulmana: tale unione infatti<br />

è severamente vietata dalla legge coranica, in forza dell’impedimento di<br />

“differenza di religione”, secondo il quale il maschio musulmano può<br />

sposare una «donna del Libro», cioè una donna ebrea o cristiana (Corano,<br />

5, 5); mentre una musulmana non può sposare un «politeista» (Corano,<br />

2, 221) o un «miscredente» (Corano, 60, 10), categorie all’interno<br />

<strong>delle</strong> quali sono annoverati anche cristiani ed ebrei.<br />

Negli ordinamenti giuridici dei Paesi islamici spesso l’autorizzazione<br />

civile alla celebrazione presuppone l’emissione della shahâda da parte<br />

del contraente non musulmano (qui, cattolico), ossia della professione di<br />

fede musulmana 6 .<br />

46. Il problema si pone normalmente, in Italia, quando si intenda contrarre<br />

matrimonio canonico a cui conseguono anche gli effetti civili; in<br />

tal caso, può accadere che il consolato del Paese islamico non trasmetta<br />

i documenti all’ufficiale dello stato civile se prima non risulti che il contraente<br />

cattolico ha emesso la shahâda.<br />

6 Shahâda significa in arabo “testimonianza” (professione di fede) e la sua formulazione<br />

è la seguente: Lâ ilâha illâ Allâh wa Muhammad rasûl Allâh, e cioè: “Non<br />

c’è divinità all’infuori di Dio e Maometto è l’inviato di Dio”. Con la preghiera, il<br />

digiuno nel mese di Ramadân, l’elemosina e il pellegrinaggio alla Mecca è uno dei<br />

cinque pilastri fondamentali dell’islâm. Pronunciata in arabo e talora semplicemente<br />

sottoscritta davanti a due testimoni, è sufficiente per provare la conversione all’islâm,<br />

assoggettandosi ai diritti e ai doveri della comunità islamica.


Non di rado, per aggirare l’ostacolo, il cattolico in questione pronuncia<br />

o sottoscrive la shahâda, pensando di compiere una mera formalità.<br />

In realtà, egli pone un atto di apostasia dalla fede cattolica e manifesta<br />

una vera e propria adesione all’islâm. Il parroco deve illustrare al<br />

contraente cattolico il vero significato della shahâda, ammonendolo che<br />

non si tratta di un mero adempimento burocratico, ma di un vero e proprio<br />

abbandono formale della fede cattolica 7 .<br />

47. Nel caso ipotizzato, si potrebbe valutare con l’Ordinario l’eventualità<br />

di ricorrere alla previa celebrazione del matrimonio nel rito civile,<br />

procedendo solo in un secondo momento alla celebrazione canonica,<br />

per superare il mancato rilascio dei documenti da parte del consolato.<br />

La normativa italiana, infatti, consente di celebrare il matrimonio civile<br />

con una musulmana senza la dovuta documentazione e senza il “nulla<br />

osta” internazionale, in quanto la disparità di trattamento prevista dalla<br />

legislazione islamica contrasta con la Costituzione italiana, secondo il<br />

principio della reciprocità 8 .<br />

Il matrimonio civile così celebrato, però, sarà valido solo per l’ordinamento<br />

italiano e non nel Paese d’origine della donna musulmana; la<br />

7 Tale professione di fede, se compiuta consapevolmente, costituisce un atto formale<br />

di abbandono della Chiesa cattolica (cfr can. 751), il quale, quando assume la sostanza<br />

di vero delitto, risulta sanzionato dal can. 1364 (scomunica latae sententiae). La sua<br />

emissione esime sia dalla forma canonica (cfr cann. 1108, 1117) sia dall’impedimento<br />

di disparitas cultus (cfr can. 1086 § 1). Il cattolico, che ha emesso tale professione<br />

e si presenta al parroco chiedendo il matrimonio canonico, è tenuto a ritrattare formalmente<br />

tale atto prima del matrimonio; se la parte cattolica rifiuta di farlo, seppur<br />

ammonita <strong>delle</strong> gravi conseguenze dell’apostasia, deve essere rimandata al matrimonio<br />

civile. In ogni caso, la questione deve essere rimessa alla prudente valutazione<br />

dell’Ordinario del luogo.<br />

8 L’art. 27 della legge n. 218/1995 sottopone la capacità matrimoniale e le altre condizioni<br />

per contrarre matrimonio alla legge nazionale di ciascun nubendo al momento<br />

della celebrazione. Qualora l’impedimento previsto dalla legge risultasse contrastante<br />

con l’ordinamento italiano, l’autorità italiana potrebbe legittimamente invocare il limite<br />

dell’ordine pubblico, come nel caso del divieto per la donna musulmana di sposare<br />

un non musulmano. L’impedimento si pone in evidente contrasto con il principio<br />

di eguaglianza sancito, oltre che dalla Costituzione, da numerosi atti internazionali in<br />

tema di tutela dei diritti dell’uomo, quali gli artt. 12 e 14 della Convenzione europea<br />

dei diritti dell’uomo. L’ordine pubblico può giustificare la mancata produzione del<br />

nulla osta al matrimonio richiesto agli stranieri dall’art. 116 del codice civile.<br />

141


142<br />

coppia perciò, con ogni probabilità, dovrà affrontare problemi gravosi in<br />

rapporto sia alla famiglia, sia al Paese d’origine.<br />

Appendice III<br />

ALCUNI ELEMENTI DI CONOSCENZA<br />

DEL MATRIMONIO NELL’ISLÂM<br />

a) Il matrimonio come contratto<br />

48. Il matrimonio nell’islâm ha un significato e un valore religioso,<br />

in quanto voluto da Dio. Dal Corano risulta un’immagine ricca del matrimonio;<br />

in essa ritroviamo anche le due finalità essenziali della tradizione<br />

cristiana, espresse nei valori della riproduzione della specie e<br />

dell’istituzione di una relazione di pace, rispetto, affetto e misericordia<br />

fra gli sposi. In modo più scarno, invece, il diritto islamico vede nel matrimonio<br />

un contratto che rende leciti i rapporti sessuali fra gli sposi. Si<br />

tratta di un contratto bilaterale privato, per la cui validità non è necessaria<br />

una celebrazione pubblica.<br />

b) Una famiglia patriarcale, con doveri e ruoli prestabiliti<br />

49. La famiglia che nasce dal matrimonio islamico è sottoposta all’autorità<br />

del marito e si basa su doveri e diritti dei coniugi ben definiti.<br />

L’ideale coranico della famiglia è patriarcale, per cui l’uomo è il perno<br />

della vita familiare. L’impronta patriarcale resiste anche oggi, sebbene<br />

interpellata e parzialmente modificata dai moderni cambiamenti sociali.<br />

La superiorità maschile si manifesta anche negli atti sociali, come nel<br />

rendere testimonianza o nella divisione dell’eredità.<br />

In base a questa preminenza, il diritto stabilisce i ruoli, i reciproci diritti<br />

e i doveri dei membri della famiglia. Fra i coniugi vi sono anzitutto<br />

doveri reciproci, come la coabitazione, il rispetto, l’affetto, la salvaguardia<br />

degli interessi morali e materiali della famiglia, la reciproca vocazione<br />

successoria, la congiunzione agli sposi dei figli nati dal matrimonio,<br />

la creazione di parentela per alleanza.<br />

50. I diritti della sposa sono il mantenimento da parte del marito,<br />

l’uguaglianza di trattamento <strong>delle</strong> mogli nel matrimonio poligamico, la


possibilità di visitare i parenti e riceverne la visita, l’amministrazione<br />

dei propri beni senza il controllo del marito, la custodia dei figli in tenera<br />

età, ma sempre sotto il controllo paterno o del tutore legittimo. La<br />

tutela dei figli spetta al padre, che decide e controlla la loro educazione,<br />

in particolare che siano educati nell’islâm. In caso di scioglimento del<br />

matrimonio, la custodia dei figli spetta alla madre. La custodia del figlio<br />

maschio cessa con la pubertà, mentre la custodia della figlia dura fino al<br />

matrimonio di questa.<br />

51. I diritti dello sposo sono la fedeltà e l’obbedienza da parte della<br />

moglie, l’allattamento dei figli al seno da parte della moglie, la vigilanza<br />

sul buon andamento della casa, il rispetto dovuto dalla moglie ai parenti<br />

del marito. Solo il padre istituisce la filiazione legittima e il diritto legittimo<br />

all’eredità.<br />

c) Lo scioglimento del matrimonio: ripudio e divorzio<br />

52. Il ripudio, previsto e regolato dal Corano, è un atto unilaterale del<br />

marito, che rompe il contratto matrimoniale. Il diritto islamico spiega<br />

che il matrimonio, essendo un contratto bilaterale privato, può essere<br />

sciolto privatamente. Lo scioglimento avviene per ripudio, divorzio o<br />

decesso di uno dei congiunti.<br />

Il marito ha il diritto, unilaterale e assoluto, di pronunciare il ripudio.<br />

La donna può decidere, in alcuni casi determinati, di chiedere al giudice<br />

il ripudio dietro pagamento di un compenso al marito consenziente,<br />

quando i dissapori della coppia siano insanabili.<br />

53. In taluni casi il giudice stesso pronuncia la separazione definitiva<br />

tra gli sposi. Quest’ultima forma di scioglimento, che ha una certa<br />

analogia con il divorzio giudiziario, si applica in determinati casi, come<br />

l’assenza prolungata del marito dal tetto coniugale, la sua carcerazione,<br />

l’omissione prolungata del pagamento del mantenimento della moglie,<br />

il maltrattamento eccessivo.<br />

Alcuni Stati a maggioranza islamica (per esempio, la Tunisia e la Turchia)<br />

proibiscono il ripudio, o lo sottopongono al controllo giudiziario.<br />

143


144<br />

d) La poligamia<br />

54. La poligamia è consentita dal Corano fino a quattro mogli e a tutte<br />

le concubine desiderate. Si esige l’equità di trattamento <strong>delle</strong> mogli da<br />

parte del marito.<br />

Nel diritto e nella tradizione, fino a oggi, la poligamia è lecita, sebbene,<br />

per motivi economici, sia in regresso.<br />

Normalmente l’equità di trattamento <strong>delle</strong> donne viene intesa, dai<br />

giuristi islamici, in senso “quantitativo”. La Tunisia, interpretando<br />

l’equità in senso “psicologico”, ha abolito la poligamia, mentre altri Stati<br />

sottopongono al giudice la verifica <strong>delle</strong> condizioni di sussistenza della<br />

capacità per il matrimonio poligamico.<br />

e) Etica della sessualità e della vita fisica<br />

55. In generale manca una riflessione antropologica congrua sul senso,<br />

il valore e il fine della sessualità.<br />

La fornicazione e l’adulterio della donna sono peccati particolarmente<br />

gravi per l’islâm. La riflessione è invece liberale riguardo alla regolazione<br />

<strong>delle</strong> nascite, anche se la mentalità popolare incoraggia la fecondità. I giuristi<br />

ammettono la liceità di ogni tipo di contraccezione. Gli Stati, non di rado,<br />

favoriscono politiche di contraccezione indiscriminata per risolvere il<br />

problema demografico. Quanto alla sterilizzazione, maschile e femminile,<br />

essa è giudicata illecita, in base al principio di integrità del corpo umano.<br />

56. L’aborto è condannato, a meno che non si renda necessario per<br />

salvare la vita della madre; viene comunque considerato una forma minore<br />

di infanticidio. I giuristi, pertanto, vietano l’aborto dopo il quarto<br />

mese o sempre, eccetto il caso di pericolo per la salute della madre. È<br />

però ammesso l’aborto del “feto malformato”.<br />

La fecondazione eterologa è vietata, mentre viene ammessa quella<br />

omologa.<br />

f) I rapporti tra genitori e figli<br />

57. Il padre provvede al mantenimento e all’orientamento educativo<br />

dei figli; la madre esercita la custodia sui figli e li educa nella fanciullezza,<br />

in nome e nella religione del padre.


58. Altri principi generali importanti nell’islâm sono la solidarietà<br />

nella famiglia patriarcale, il rispetto dei beni dell’orfano e infine la proibizione<br />

dell’adozione.<br />

I figli devono obbedienza, riconoscenza e rispetto ai genitori e ricevono<br />

dal padre il consenso, o il diniego, al loro progetto di vita e di matrimonio.<br />

59. I ruoli familiari, maschile e femminile, ben delineati e distinti,<br />

spiegano certi comportamenti oppositivi dei ragazzi e dei giovani immigrati<br />

musulmani verso figure femminili autorevoli. Il padre è responsabile<br />

dei rapporti sociali per tutto quanto concerne l’educazione dei figli,<br />

mentre nei Paesi europei quest’incombenza spesso spetta alla madre; le<br />

due culture, quindi, usano talora codici opposti, con il rischio di possibili<br />

fraintendimenti.<br />

14


14<br />

Scheda n. 1 (modulo XIII)<br />

Appendice IV<br />

MODULISTICA<br />

Domanda di dispensa dall’impedimento<br />

per matrimonio tra una parte cattolica<br />

e una parte non battezzata<br />

Eccellenza Reverendissima,<br />

il sottoscritto parroco espone il seguente caso di richiesta di matrimonio<br />

canonico:<br />

il/la signor/a _____________________________________________,<br />

nato/a a _________________ ( _____________ ), il _____________<br />

chiede di contrarre matrimonio con ___________________________,<br />

nato/a a _________________ ( _____________ ), il _____________<br />

La parte richiedente è cattolica, mentre l’altra parte non è battezzata<br />

e appartiene alla religione ________________________________. Si<br />

verifica pertanto il caso previsto dal can. 1086 del codice di diritto canonico,<br />

e sussiste l’impedimento di disparità del culto.<br />

Entrambi i contraenti sono istruiti sui fini e sulle proprietà essenziali<br />

del matrimonio. In particolare, la parte cattolica è stata esortata a valutare<br />

con attenzione le conseguenze derivanti dall’unione matrimoniale<br />

con persona non battezzata. Poiché consta che nessuno dei fini o <strong>delle</strong><br />

proprietà essenziali del matrimonio viene escluso dai contraenti, esprimo<br />

parere favorevole affinché sia concessa la dispensa dal suddetto impedimento<br />

in forza dei seguenti motivi 10 :<br />

9 Cfr can. 1086; Conferenza Episcopale Italiana, Decreto generale sul matrimonio<br />

canonico, artt. 48-49.<br />

10 Per esempio: pericolo di matrimonio civile, fermezza e perseveranza nel proposito<br />

di sposarsi, legittimazione della prole.


________________________________________________________<br />

________________________________________________________<br />

La parte cattolica, in mia presenza, ha dichiarato di essere pronta ad<br />

allontanare i pericoli di abbandonare la fede e ha promesso di fare tutto<br />

quanto è in suo potere affinché i figli ricevano il battesimo e un’educazione<br />

cattolica. Ho informato in proposito l’altra parte, la quale si è<br />

dichiarata consapevole degli impegni assunti dalla comparte. Infine, ho<br />

accertato lo stato libero dei nubendi.<br />

Alla domanda allego documentazione relativa ai suddetti adempimenti.<br />

In fede.<br />

Luogo e data ____________________<br />

L.S.<br />

Il parroco<br />

_________________________<br />

Allegati: 1. Dichiarazione sottoscritta dalla parte cattolica (mod. XI)<br />

2. Attestazione di avvenuta informazione alla comparte (mod.<br />

XI)<br />

3. Stato libero dei contraenti (cfr Decreto generale sul matrimonio<br />

canonico, art. 49)<br />

14


14<br />

Scheda n. 2 (modulo XI)<br />

Dichiarazioni prescritte nei matrimoni misti 11<br />

Dichiarazione della parte cattolica<br />

Nell’esprimere il consenso libero e irrevocabile che mi unirà in comunione<br />

di vita e di amore con _____________________ , dichiaro di<br />

aderire pienamente alla fede cattolica e d’essere pronto/a ad allontanare<br />

i pericoli di abbandonarla;mi impegno ad adempiere i miei doveri verso<br />

il coniuge, nel rispetto del suo credo religioso. In ordine alla procreazione<br />

ed educazione dei figli prometto sinceramente di fare quanto è in mio<br />

potere perché tutti i figli siano battezzati ed educati nella Chiesa cattolica.<br />

In fede<br />

Luogo e data ____________________<br />

______________________________<br />

(firma del contraente cattolico)<br />

Attestazione del parroco<br />

Il sottoscritto parroco _____________________________________<br />

dichiara di aver informato il signor/la signora ____________________<br />

__________________ <strong>delle</strong> dichiarazioni e promesse sottoscritte dalla<br />

parte cattolica con cui intende celebrare il matrimonio cristiano. Attesto<br />

che l’interessato/a è consapevole degli impegni assunti dal futuro coniuge<br />

cattolico, come risulta da sua dichiarazione verbale<br />

– resa in presenza di ____________________________ e di _______;<br />

11 Cfr cann. 1125-1126; Conferenza Episcopale Italiana, Decreto generale sul<br />

matrimonio canonico, art. 48.


– (oppure) e dalla sottostante firma per presa visione.<br />

Data e luogo ____________________<br />

______________________________<br />

(firma del contraente acattolico)<br />

______________________________<br />

(firma del parroco)<br />

L.S.<br />

14


1 0<br />

Scheda n. 3<br />

Dichiarazione della parte musulmana 12<br />

Nel giorno del mio matrimonio, davanti a Dio, in piena libertà voglio<br />

creare con ___________________________________ una vera comunione<br />

di vita e d’amore.<br />

Con questo impegno reciproco intendiamo – e io in prima persona<br />

intendo – stabilire tra di noi un legame indissolubile, che nel corso della<br />

nostra vita niente potrà distruggere.<br />

Io so che ___________________________________ si impegna in<br />

un matrimonio monogamico e irrevocabile. Altrettanto io mi impegno<br />

ugualmente alla fedeltà per tutta la nostra vita. Io sarò per lei/lui un vero<br />

sostegno e lei/lui sarà la mia unica sposa (il mio unico sposo).<br />

In fede<br />

Data e luogo ____________________<br />

______________________________<br />

(firma dell’interessato)<br />

______________________________<br />

(firma del parroco)<br />

L.S.<br />

12 La dichiarazione va distinta accuratamente da quella del modulo XI. Infatti, mentre<br />

questa è obbligatoria e la sua formulazione è quella prescritta dal Decreto generale sul<br />

matrimonio canonico, la presente invece è funzionale solo alla certezza che il parroco<br />

deve acquisire circa la sussistenza di tutti gli elementi per la celebrazione valida del<br />

matrimonio e può dare altresì una certa tutela alla parte cattolica.


Messaggio dei Vescovi Italiani<br />

per il 40° anniversario della conclusione<br />

del Concilio Vaticano II<br />

55 a Assemblea Generale - Assisi, 14-18 novembre 2005<br />

Carissimi nel Signore,<br />

quarant’anni fa, l’8 dicembre 1965, Paolo VI chiudeva il Concilio Vaticano<br />

II. Quasi tutti eravamo, allora, seminaristi o giovani preti. Oggi<br />

che lo Spirito Santo ci ha posto come Vescovi a pascere le Chiese di Dio<br />

che sono in Italia (cfr At 20, 28) ricordiamo ancora con commozione quei<br />

giorni; abbiamo davanti agli occhi immagini piene di fascino, come quella<br />

dei duemila Vescovi che entrano in processione in San Pietro o quella<br />

di Papa Giovanni che, dalla finestra del Palazzo Apostolico, saluta i fedeli<br />

venuti per essere testimoni di quell’avvenimento. Ma soprattutto portiamo<br />

ancora nel cuore i desideri, le attese, le speranze che il Concilio aveva<br />

suscitato in noi. Eravamo – e lo siamo nello stesso modo oggi – gioiosi e<br />

fieri della Chiesa e della testimonianza di universalità, di unità, di amore<br />

al Vangelo che essa offriva al mondo; ed eravamo convinti di vivere una<br />

primavera, una stagione bella, ricca di promesse e di speranze.<br />

Abbiamo capito meglio, in quegli anni, che cosa sia la Chiesa, istituzione<br />

antica e sempre nuova, che noi amiamo con affetto profondo. Essa<br />

è il popolo “in religioso ascolto della parola di Dio”, chiamato a proclamarla<br />

a tutti con ferma fiducia, secondo la testimonianza ricevuta fin dalle<br />

origini e così espressa dall’apostolo Giovanni: “Vi annunciamo la vita<br />

eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi; quello che abbiamo<br />

veduto e udito noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate<br />

in comunione con noi e la nostra comunione sia col Padre e con il Figlio<br />

suo Gesù Cristo” (Gv 1, 1-3), “affinché mediante l’annuncio della salvezza<br />

il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami” (DV<br />

1). Così il Concilio si è presentato e così noi desideriamo che la Chiesa<br />

sempre si manifesti: popolo che si pone in ascolto della Parola di Dio, la<br />

riceve e la proclama, e celebra i divini misteri per la salvezza del mondo.<br />

Anzitutto l’ascolto: all’inizio, infatti, non ci siamo noi con i nostri<br />

progetti; all’inizio risuona quella parola che, scaturita dal silenzio di<br />

Dio, tocca i nostri cuori e li riempie di gioia stupita e riconoscente. C’è<br />

1 1


1 2<br />

una parola di Dio per noi, una parola che ci coglie nell’intimo del nostro<br />

cuore e si rivolge alla nostra libertà suscitando la risposta della fede.<br />

La costituzione dogmatica Dei Verbum confessa questa parola, per<br />

la quale “Dio invisibile per la ricchezza del suo amore parla agli uomini<br />

come ad amici e si intrattiene con loro per invitarli e ammetterli alla<br />

comunione con sé” (DV 2). In questo modo, il Concilio ci ha ricordato<br />

che l’uomo non è solo, gettato a vivere nella fredda immensità dell’universo,<br />

ma è chiamato da una parola amica a rispondere a un appello e a<br />

costruire <strong>insieme</strong> un mondo degno dell’uomo e di Dio. Le tante e varie<br />

parole che scandiscono la storia del rapporto tra Dio e l’uomo (cfr Eb<br />

1, 1-2) hanno il loro compimento e la loro perfezione nella Parola fatta<br />

carne, in Gesù di Nazaret (DV 4). Poiché è Dio in carne umana, egli ci rivela<br />

il volto di amore del Padre; e poiché è uomo a perfetta somiglianza<br />

di Dio, egli ci permette di sperare sempre nell’uomo e di comprenderne<br />

il compito sulla terra.<br />

È il mistero di Cristo a unire indissolubilmente l’uomo e Dio e a rivelare<br />

la nostra vocazione, il compito che ci è affidato: la comunione.<br />

Comunione con Dio Padre, dal quale riceviamo con gratitudine la vita;<br />

comunione tra noi, perché Dio sia santificato nel mondo. Questo mistero<br />

di vita e di morte, di amore che ha vinto il peccato, ci è donato nell’Eucaristia<br />

e nei diversi sacramenti che da esso scaturiscono, esprimendone<br />

la ricchezza e attuandone la forza. La costituzione Sacrosanctum Concilium<br />

proclama proprio questo: che il mistero di Cristo non appartiene<br />

soltanto al passato come fatto storico, ma è vivo, presente, efficace come<br />

azione di salvezza di Dio. Per questo la Chiesa attraverso i secoli non<br />

smette di celebrare la liturgia, che “è il culmine cui tende la [sua] azione…<br />

e, <strong>insieme</strong>, la fonte da cui promana tutto il suo vigore” (SC 10): è<br />

consapevole che nel mistero di Cristo, reso presente tra noi per la forza<br />

dello Spirito Santo, sta l’origine inesauribile della sua vita, la forza della<br />

sua missione, la via della sua santità, la manifestazione piena della sua<br />

identità.<br />

Nella Parola e nei sacramenti è Cristo stesso, vincitore del peccato e<br />

della morte, a operare ed edificare il suo corpo, la Chiesa, che in Maria<br />

contempla il proprio ideale mentre la venera come Madre. Fatta di uomini<br />

con le loro doti e i loro limiti, la Chiesa è però dono di Dio, presa<br />

di mezzo al mondo, riempita dello Spirito del Risorto, costruita come<br />

comunione di fede e di amore per essere nel mondo, segno e strumento<br />

di unità. “Popolo radunato dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito


Santo”, essa – come ci insegna la costituzione dogmatica Lumen gentium<br />

– esiste per riunire gli uomini con Dio e fra di loro e per attirare il<br />

mondo intero al Padre (cfr LG 1). L’unica Chiesa, una santa cattolica e<br />

apostolica, articolata nella molteplicità dei ministeri e arricchita dalla<br />

varietà dei carismi, si fa presente in tutte le Chiese particolari, guidate<br />

dai loro Vescovi: e l’unità generata dall’unica Parola e dall’unico Pane<br />

di vita è espressa dalla comunione collegiale dei Vescovi con il Vescovo<br />

di Roma, il successore di Pietro.<br />

Il Signore chiama tutti alla sua Chiesa: di qui nasce la passione che<br />

ogni battezzato deve sentire per la causa del Vangelo, impegnandosi per<br />

essa con piena consapevolezza e responsabilità nell’attività di evangelizzazione<br />

e di missione. Da qui scaturisce la passione per l’unità del<br />

corpo ecclesiale di Cristo, e dunque l’impegno ecumenico, a cui tutti siamo<br />

chiamati. Da qui viene l’urgenza di riscoprire il legame della Chiesa<br />

con la sua santa radice, la fede d’Israele, e di avere a cuore il dialogo e<br />

l’amicizia con i “fratelli maggiori”, gli ebrei. Da questa vocazione alla<br />

comunione con Dio nasce anche l’urgenza del dialogo con i credenti di<br />

tutte le religioni. Da qui, infine, sorge il bisogno di sviluppare un dialogo<br />

rispettoso, mai separato dalla proclamazione del Vangelo con le donne<br />

e gli uomini di buona volontà a qualunque cultura, situazione storica o<br />

posizione appartengano.<br />

La Chiesa vive così nella storia al servizio della salvezza per la gloria<br />

di Dio: scaturisce da qui l’ispirazione della costituzione pastorale del<br />

Concilio Gaudium et spes, che offre uno sguardo fiducioso sul panorama<br />

dell’esistenza umana per cogliere nelle culture l’anelito all’unità e<br />

alla comunione, per valorizzare tutti i germi di bene, per moltiplicare le<br />

esperienze di donazione, di amore, “al fine di stabilire quella fraternità<br />

universale che corrisponde a tale vocazione” (GS 3), e accoglie il contributo<br />

che le può venire dall’uomo e dalla sua storia (cfr GS 44). In modo<br />

particolare si colloca in questa luce l’impegno della Chiesa al servizio<br />

della pace fra gli uomini e i popoli: il rifiuto della violenza si coniuga<br />

all’urgenza di promuovere la giustizia e la riconciliazione come unica<br />

via possibile a una pace autentica e duratura.<br />

La ricezione del Concilio, ossia la sua assimilazione e attuazione concreta<br />

nella vita e nella missione della Chiesa, è stata ed è un’opera complessa<br />

e spesso travagliata; ma i frutti positivi sono comunque assai grandi<br />

e ben più rilevanti <strong>delle</strong> difficoltà: abbiamo dunque tutti i motivi per<br />

ringraziare il Signore del dono che ci ha fatto attraverso il Vaticano II.<br />

1 3


1 4<br />

In Italia il rinnovamento conciliare, per cui tanto si è speso, con non<br />

poca sofferenza, Paolo VI e poi, con altrettanta fedeltà, Giovanni Paolo<br />

II, ha inciso in maniera profonda sul volto e sulla realtà <strong>delle</strong> nostre<br />

Chiese, e anche sui modi e sulle forme della presenza cristiana nella vita<br />

del Paese: anche se non è stato possibile arrestare i processi di secolarizzazione<br />

e purtroppo di scristianizzazione, il rinnovamento conciliare<br />

ha indubbiamente aiutato a comprendere le radici di questi fenomeni e<br />

soprattutto ha stimolato una risposta pastorale e culturale, in chiave di<br />

missione e di evangelizzazione.<br />

Gli aspetti di travaglio, di contestazione e di crisi del periodo successivo<br />

al Concilio in Italia non hanno bloccato la rinnovata consapevolezza<br />

della comunione ecclesiale e della responsabilità missionaria<br />

condivisa da tutti i credenti, in particolare mediante l’impegno capillare<br />

e generoso dei laici cristiani e <strong>delle</strong> loro molteplici aggregazioni. Il panorama,<br />

rispetto a quarant’anni fa, è assai cambiato, ma è rimasta viva<br />

e feconda l’eredità del Concilio, che ci ha insegnato a “discernere negli<br />

avvenimenti … i veri segni della presenza e del disegno di Dio” (GS 11)<br />

e al contempo ci ha ammonito che “al di sotto di tutti i mutamenti ci sono<br />

molte cose che non cambiano; esse trovano il loro ultimo fondamento in<br />

Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli (cfr Eb 13, 8)” (GS<br />

10). La Chiesa è chiamata pertanto a continuare oggi, e sempre di nuovo,<br />

quella grande opera di discernimento e di orientamento profetico che il<br />

Vaticano II, sotto la guida dello Spirito Santo, ha saputo compiere tanto<br />

fruttuosamente, testimone della speranza che non delude in questo mondo<br />

che cambia.<br />

Sono queste alcune <strong>delle</strong> considerazioni che ci hanno motivato a fare<br />

memoria con voi e per voi di questa “grande grazia di cui la Chiesa ha<br />

beneficiato nel secolo ventesimo. In esso – come ci ha ricordato Giovanni<br />

Paolo II – ci è offerta una sicura ‘bussola’ per orientarci nel cammino<br />

del secolo che si apre” (NMI 57). È una convinzione che Benedetto XVI<br />

ci ha riproposto con forza nel suo primo messaggio. Per questo sentiamo<br />

di dover riconsegnare il patrimonio del Concilio alle nostre comunità<br />

cristiane, soprattutto ai giovani. È grande in noi tutti il desiderio che il<br />

cammino verso la comunione con Dio – amore infinito – e verso la comunione<br />

tra gli uomini si rinnovi con fresca energia.<br />

Questo compito noi ora lo affidiamo a voi, giovani. Ve lo ripetiamo<br />

con le parole sempre attuali e belle che il Concilio vi ha rivolto: “La<br />

Chiesa vi guarda con fiducia e con amore… essa è la vera giovinezza


del mondo. Essa possiede ciò che fa la forza e la bellezza dei giovani:<br />

la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, di darsi senza ritorno, di<br />

rinnovarsi e ripartire verso nuove conquiste. Guardatela e voi ritroverete<br />

in essa il volto di Cristo, il vero eroe umile e saggio, profeta della verità e<br />

dell’amore, il compagno e l’amico dei giovani” (Messaggi del Concilio<br />

all’umanità, Ai giovani). Per questo vi invitiamo a conoscere meglio e<br />

ad amare il Concilio, traendone ispirazione sempre nuova per la vostra<br />

fede, per la costruzione del popolo di Dio e per il servizio al Regno nella<br />

storia, secondo la volontà del Signore.<br />

Assisi, 16 novembre 2005<br />

I Vescovi italiani<br />

1


1<br />

Testimoni di Gesù risorto,<br />

speranza del mondo<br />

Traccia di riflessione in preparazione<br />

al Convegno Ecclesiale di Verona<br />

16-20 ottobre 2006<br />

PRESENTAZIONE<br />

Sono lieto di presentare la traccia di riflessione destinata ad accompagnare<br />

il cammino <strong>delle</strong> Chiese in Italia nella preparazione al IV<br />

Convegno Ecclesiale nazionale, che si svolgerà a Verona dal 16 al 20<br />

ottobre 2006.<br />

Questo “evento” si colloca a metà del primo decennio del terzo millennio<br />

e si propone di dare nuovo impulso allo slancio missionario scaturito<br />

dal Grande Giubileo del 2000 e di compiere una prima verifica<br />

del cammino pastorale svolto in questo decennio e di essere occasione<br />

di ripresa e di rilancio verso gli impegni che ancora ci attendono. Esso<br />

dovrà rappresentare – questo è il desiderio di tutti noi – un evento veramente<br />

significativo, analogamente a quanto avvenuto per i tre Convegni<br />

precedenti: Roma 1976, Loreto 1985, Palermo 1995; un evento che si<br />

inserisce nel cammino della Chiesa nel nostro Paese, scandito oggi dagli<br />

orientamenti pastorali Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia.<br />

La scelta del tema “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”<br />

è stata il punto di arrivo di un’intensa e partecipata riflessione di tutto<br />

l’Episcopato italiano, giunta a conclusione nella 51 a Assemblea Generale<br />

(Roma, 19-23 maggio 2003). Questa formulazione del tema dice la<br />

volontà di ribadire con forza la scelta già fatta nei precedenti Convegni<br />

Ecclesiali: quella di dedicare tali eventi alla considerazione del ruolo dei<br />

cristiani nel contesto della realtà storica in cui vivono e operano. Su questa<br />

confermata scelta metodologica il titolo del Convegno intende far<br />

convergere quattro fondamentali elementi: la persona di Gesù, il Risorto<br />

che vive in mezzo a noi; il mondo, nella concretezza della svolta sociale<br />

e culturale della quale noi stessi siamo destinatari e protagonisti; le attese<br />

di questo mondo, che il Vangelo apre alla vera speranza che viene<br />

da Dio; l’impegno dei fedeli cristiani, in particolare dei laici, per essere<br />

testimoni credibili del Risorto attraverso una vita rinnovata e capace di<br />

cambiare la storia.


In questo contesto, il tema intende rispondere ad alcuni interrogativi<br />

di fondo e di grande interesse: che cosa il Vangelo comunica alla vita dei<br />

cristiani? come Gesù Cristo può rigenerare questo vissuto, soprattutto<br />

nella sua dimensione quotidiana? come può essere plasmata una nuova<br />

prospettiva antropologica nell’epoca della complessità? quali forme e<br />

modalità possono caratterizzare la presenza dei cristiani in questo momento<br />

storico nel nostro Paese?<br />

Lo strumento che qui viene presentato vuole avviare e favorire una<br />

prima riflessione su tali interrogativi, per preparare le nostre Chiese a<br />

un incontro che sia generatore di un forte messaggio di impegno e di<br />

speranza per tutti.<br />

Maria, Madre della Chiesa, che con il suo “sì” detto nel segreto del<br />

cuore ha reso possibile l’irrompere della Speranza nella storia, illumini<br />

e guidi il nostro cammino perché sappiamo «individuare atteggiamenti e<br />

scelte che rendano la Chiesa una comunità a servizio della speranza per<br />

ogni uomo» (Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, Appendice).<br />

Roma, 29 aprile 2005, Festa di Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia<br />

e d’Europa<br />

Dionigi Card. Tettamanzi<br />

Presidente del Comitato preparatorio<br />

1


1<br />

Calendario<br />

maggio 2005 Pubblicazione della traccia di riflessione<br />

estate 2005 Pubblicazione del calendario degli incontri<br />

che daranno forma al “percorso<br />

nazionale itinerante” di preparazione<br />

al Convegno<br />

settembre 2005 - maggio 2006 Approfondimento della traccia di riflessione<br />

nelle Chiese particolari attraverso<br />

i consigli presbiterale e pastorale<br />

e nelle forme che verranno stabilite a<br />

livello diocesano<br />

4 giugno 2006 Termine ultimo per la consegna al<br />

Gruppo regionale di coordinamento<br />

dei contributi diocesani di preparazione<br />

al Convegno<br />

31 luglio 2006 Termine ultimo per la consegna alla<br />

Giunta del Comitato Preparatorio <strong>delle</strong><br />

sintesi regionali e dei contributi degli<br />

organismi e aggregazioni ecclesiali<br />

a livello nazionale<br />

settembre 2006 Incontri regionali dei delegati diocesani<br />

al Convegno


Questa è la nostra fede<br />

Nota pastorale<br />

della Commissione Episcopale per la dottrina della fede,<br />

l’annuncio e la catechesi<br />

sul primo annuncio del Vangelo<br />

La nota pastorale sul primo annuncio del Vangelo Questa è la nostra<br />

fede è stata elaborata dalla Commissione Episcopale per la dottrina<br />

della fede, l’annuncio e la catechesi; il Consiglio Episcopale Permanente<br />

ha espresso parere favorevole alla pubblicazione nella sessione di<br />

marzo 2005.<br />

Il documento si pone come momento sintetico di precedenti interventi<br />

della Conferenza Episcopale Italiana sul tema del primo annuncio, in<br />

risposta a una indicazione del Consiglio Episcopale Permanente, formulata<br />

in occasione dell’approvazione della terza nota sull’iniziazione<br />

cristiana nella sessione di marzo 2003.<br />

Il testo si articola in quattro capitoli e descrive l’importanza, il contenuto,<br />

i linguaggi, le finalità del primo annuncio, inquadrandolo nel<br />

vasto orizzonte dell’evangelizzazione e contestualizzandolo nell’attuale<br />

scenario religioso e culturale. La nota offre anche una possibile esemplificazione<br />

concreta di primo annuncio sul modello della liturgia della<br />

veglia pasquale e propone <strong>delle</strong> indicazioni operative per una pastorale<br />

del primo annuncio, con riferimento ai soggetti, alla pedagogia, ai destinatari<br />

e alle forme.<br />

PRESENTAZIONE<br />

Preparata dal grande giubileo del Duemila, la santa Chiesa di Gesù<br />

Cristo è entrata nel terzo millennio con la chiara coscienza e la convinzione<br />

sempre più condivisa che la missione di annunciare il Vangelo a<br />

ogni creatura è ancora ben lontana dal suo compimento, anzi è appena<br />

agli inizi.<br />

Con gli orientamenti pastorali dell’episcopato italiano per questo primo<br />

decennio del Duemila, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia,<br />

si è delineato e decisamente intrapreso un cammino pastorale con<br />

l’obiettivo della «comunicazione del Vangelo ai fedeli, a quanti vivono<br />

1


1 0<br />

nell’indifferenza e ai non cristiani, qui nelle nostre terre e nella missione<br />

ad gentes» 1 . Questo obiettivo richiede che si ponga mano a un impegno<br />

di primo annuncio del Vangelo, sia perché cresce il numero <strong>delle</strong> persone<br />

non battezzate o che debbono completare l’iniziazione cristiana,<br />

sia perché molti battezzati vivono come se Cristo non esistesse; inoltre<br />

anche in quanti ripetono i segni della fede, non sempre alle parole e ai<br />

gesti corrisponde un’autentica e concreta adesione alla persona di Gesù<br />

Salvatore.<br />

Anche l’Italia, come in generale tutta l’Europa, «si colloca ormai tra<br />

quei luoghi tradizionalmente cristiani nei quali, oltre a una nuova evangelizzazione,<br />

in certi casi si impone una prima evangelizzazione»: così<br />

scriveva Giovanni Paolo II, il grande missionario del mondo, nell’esortazione<br />

apostolica Ecclesia in Europa 2 . In un contesto obiettivamente<br />

missionario, come il nostro, occorre riportare al centro di ogni Chiesa<br />

diocesana e di tutte e singole le comunità parrocchiali il primo annuncio<br />

della fede. È a questa meta che è esplicitamente dedicata la presente Nota<br />

pastorale, come risulta dalla struttura in cui essa è articolata.<br />

Il primo capitolo (Alle sorgenti dell’evangelizzazione) ha lo scopo<br />

di descrivere l’importanza, il contenuto, i linguaggi, le finalità del<br />

primo annuncio del Vangelo, inquadrandolo nel vasto orizzonte dell’evangelizzazione.<br />

Infatti se è vero che è il Vangelo a fare la Chiesa<br />

ed è la Chiesa in quanto tale a fare l’evangelizzazione, è anche vero<br />

che questa può avvenire solo seguendo lo stile del Signore Gesù. Per<br />

questo, dopo aver presentato alcuni tratti sintetici del volto del divino<br />

evangelizzatore, si propone il contenuto essenziale di questo annuncio:<br />

«Gesù Cristo, crocifisso e risorto, è il Signore e l’unico salvatore<br />

del mondo». L’evento della Pasqua rimane pertanto il nucleo germinale<br />

di tutto il processo di trasmissione del Vangelo e del successivo<br />

sviluppo del dogma. Questo contenuto identico in tutti i tempi e in tutti<br />

i luoghi può essere espresso in diversi linguaggi e generi letterari, come<br />

attesta il Nuovo Testamento: proclamazioni dì fede, inni o cantici,<br />

racconti e testimonianze, ma sempre con la sua nota irrinunciabile di<br />

“lieto messaggio”.<br />

1 Conferenza Episcopale Italiana, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia.<br />

Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il primo decennio del 2000,<br />

n. 67: «Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana» 2001, 175.<br />

2 Giovanni Paolo II, Esort. ap. Ecclesia in Europa, n. 46: AAS 95 (2003) 678.


Il secondo capitolo (Comunicare il Vangelo oggi) tenta una contestualizzazione<br />

del primo annuncio del Vangelo nello scenario dell’attuale<br />

frangente culturale, segnato da un avanzato processo di secolarizzazione<br />

ma anche da un diffuso bisogno religioso, seppure fragile e<br />

ambiguo. Provocata da questo contesto, la comunità cristiana deve saper<br />

riesprimere la sua fedeltà ai caratteri fondamentali del messaggio cristiano,<br />

oggi particolarmente attuali: il carattere di assolutezza, l’aspetto<br />

salvifico, la dimensione storica, la sua nota paradossale e sorprendente.<br />

Grande attenzione va dedicata allo stile della comunicazione, che deve<br />

essere testimoniale e, <strong>insieme</strong>, dialogico, evitando false alternative, come<br />

quella fra testimonianza della vita e annuncio esplicito, come pure<br />

fra identità e dialogo.<br />

Il terzo capitolo (Gesù risorto è la nostra salvezza) offre una possibile<br />

esemplificazione concreta di primo annuncio della fede, ripercorrendone<br />

la struttura portante, così come avviene in modo paradigmatico<br />

nella liturgia della veglia pasquale: i catecumeni e tutti i credenti<br />

già battezzati sono chiamati ad emettere la solenne professione<br />

della fede in Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo. Il segno della croce<br />

è pertanto la formula-base della nostra fede, in quanto ne esprime i<br />

due misteri principali: la santa Pasqua del Signore e la santa uni-trinità<br />

di Dio.<br />

Il capitolo finale (Noi lo annunciamo a voi) propone <strong>delle</strong> essenziali<br />

indicazioni operative per attuare una pastorale di primo annuncio. Esse<br />

riguardano i soggetti, la pedagogia, i destinatari, le forme occasionali e<br />

quelle organiche.<br />

Nel suo <strong>insieme</strong>, la Nota vuole orientare e aiutare concretamente a<br />

tradurre quanto affermato nel documento Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie<br />

in un mondo che cambia: «C’è bisogno di un rinnovato primo<br />

annuncio della fede. È compito della Chiesa in quanto tale, e ricade su<br />

ogni cristiano, discepolo e quindi testimone di Cristo; tocca in modo<br />

particolare le parrocchie» 3 (n. 6).<br />

Affidiamo a Maria, “stella dell’evangelizzazione”, l’auspicio che<br />

la presente Nota venga accolta e valorizzata per quello che vuole essere:<br />

uno strumento di lavoro chiaro, concreto, efficace, perché la nostra<br />

3 Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un<br />

mondo che cambia, n. 6: «Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana» 2004,<br />

140.<br />

1 1


1 2<br />

Chiesa in Italia assuma con nuovo slancio la missione evangelizzatrice,<br />

affidatale da Gesù Risorto, speranza del mondo.<br />

Roma, 15 maggio 2005<br />

Solennità di Pentecoste<br />

✠ Francesco Lambiasi<br />

Presidente della Commissione Episcopale<br />

per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi


Rendiconto,<br />

previsto dall’art. 44 della legge n. 222/1985,<br />

circa l’utilizzo <strong>delle</strong> somme<br />

pervenute all’I.C.S.C. e alla C.E.I.<br />

nell’anno 2004<br />

L’articolo 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222, dispone che la Conferenza<br />

Episcopale Italiana trasmetta annualmente all’autorità statale<br />

competente il rendiconto relativo all’effettiva utilizzazione <strong>delle</strong> somme<br />

di cui agli articoli 46, 47 e 50, terzo comma, della stessa legge e lo<br />

pubblichi sul “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana”, organo<br />

ufficiale della Conferenza medesima.<br />

In adempimento a tale disposizione, si pubblica il rendiconto relativo<br />

all’anno 2004, con alcune annotazioni illustrative, inviato dal Presidente<br />

della CEI, Card. Camillo Ruini, al Ministro dell’Interno, On. Giuseppe<br />

Pisanu, con lettera in data 6 luglio 2005, prot. n. 558/05.<br />

Nell’indicare i singoli dati si segue l’ordine <strong>delle</strong> lettere del comma<br />

secondo dell’art. 44:<br />

* Lettera a) - Numero dei sacerdoti a favore dei quali si è provveduto<br />

nell’anno 2004:<br />

– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore <strong>delle</strong><br />

diocesi n. 35.702<br />

– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore<br />

<strong>delle</strong> diocesi n. 3.115<br />

* Lettera b) - Somma stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana per<br />

il dignitoso sostentamento dei sacerdoti (al netto dei contributi previdenziali<br />

dovuti al Fondo Clero dell’INPS e al lordo <strong>delle</strong> ritenute<br />

fiscali):<br />

– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno:<br />

da un minimo di € 10.521,60 (€ 876,80 mensili x 12 mensilità)<br />

ad un massimo di € 19.596,48 (€ 1.633,04 mensili x 12 mensilità)<br />

– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno:<br />

sacerdoti: € 14.204,16 (€ 1.183,68 mensili x 12 mensilità)<br />

Vescovi emeriti: € 17.229,12 (€ 1.435,76 mensili x 12 mensilità)<br />

1 3


1 4<br />

* Lettera c) - Ammontare complessivo <strong>delle</strong> somme di cui agli artt. 46 e<br />

47 destinate al sostentamento del clero:<br />

– erogazioni liberali pervenute all’Istituto Centrale per il sostentamento<br />

del clero e deducibili a termini dell’art. 46 € 18.326.246<br />

– importo destinato dalla CEI a valere sull’anticipo dell’8 per mille<br />

IRPEF € 319.500.000<br />

* Lettera d) - Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata l’intera remunerazione:<br />

n. 152<br />

* Lettera e) - Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata un’integrazione:<br />

n. 34.906<br />

* Lettera f) - Ammontare <strong>delle</strong> ritenute fiscali e dei contributi previdenziali<br />

operati ai sensi dell’art. 25:<br />

– ritenute fiscali € 59.022.296<br />

– contributi previdenziali € 27.735.495<br />

* Lettera g) - Interventi finanziari dell’Istituto Centrale a favore dei singoli<br />

Istituti per il sostentamento del clero € 311.292.633<br />

* Lettera h) - Interventi operati per le altre finalità previste dall’art. 48:<br />

1. Esigenze di culto della popolazione<br />

La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 437.027.892,91.<br />

In particolare, essa è stata così ripartita:<br />

– per la costruzione di nuovi edifici di culto e centri parrocchiali:<br />

€ 130 milioni;<br />

– alle diocesi, per il sostegno <strong>delle</strong> attività di culto e pastorale:<br />

€ 150 milioni;<br />

– per interventi di rilievo nazionale definiti dalla CEI:<br />

€ 31.027.892,91;<br />

– per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici: € 70 milioni;<br />

– per il “fondo speciale” finalizzato alla promozione della catechesi<br />

e dell’educazione cristiana: € 50 milioni;<br />

– per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali:<br />

€ 6 milioni.


2. Interventi caritativi in Italia e nei paesi del terzo mondo<br />

La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 180 milioni.<br />

In particolare, essa è stata così ripartita:<br />

– alle diocesi, per interventi caritativi a favore della collettività nazionale:<br />

€ 80 milioni;<br />

– per interventi caritativi di rilievo nazionale definiti dalla CEI:<br />

€ 20 milioni;<br />

– per interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo:<br />

€ 80 milioni.<br />

ANNOTAZIONI<br />

L’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222 dispone che “la<br />

Conferenza Episcopale Italiana trasmette annualmente all’autorità statale<br />

competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione <strong>delle</strong><br />

somme di cui agli articoli 46, 47 [e 50, terzo comma]”, e indica gli elementi<br />

che “tale rendiconto deve comunque precisare”.<br />

sostentamento del clero cattolico<br />

1. Quanto al dato di cui alla lettera a) dell’art. 44, comma secondo<br />

Il numero di 38.817 (35.702 + 3.115) individua i sacerdoti inseriti<br />

nel sistema di sostentamento nel corso del 2004, compresi coloro che<br />

tra il 2 gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno sono deceduti.<br />

I primi (35.702) sono coloro che hanno avuto titolo ad una remunerazione<br />

per il ministero svolto a tempo pieno in servizio <strong>delle</strong> diocesi<br />

(cfr art. 24); i secondi (3.115) sono coloro a cui si è provveduto a titolo<br />

di previdenza integrativa (cfr art. 27, comma primo), non essendo essi<br />

più in grado di svolgere un servizio a tempo pieno.<br />

2. Quanto ai dati di cui alla lettera b)<br />

L’esistenza di un importo minimo e di un importo massimo di remunerazione<br />

assicurato ai sacerdoti deriva dalle scelte operate nella definizione<br />

del sistema remunerativo.<br />

A ciascun sacerdote spetta un numero X di punti; ogni anno la CEI<br />

determina il valore monetario del singolo punto (per il 2004: € 10,96);<br />

1


1<br />

la remunerazione assicurata corrisponde al prodotto del numero dei<br />

punti per il valore del punto.<br />

Il numero dei punti varia in concreto per ciascun sacerdote, perché a<br />

partire da un numero-base uguale per tutti (nel 2004: 80 punti mensili)<br />

sono attribuiti punti ulteriori (che, a partire dal 1998, possono raggiungere<br />

un massimo di 149 punti mensili) al verificarsi di circostanze previste<br />

dalla normativa data dalla CEI ai sensi dell’art. 75 della legge n.<br />

222/1985 e secondo gli indirizzi del can. 281 del codice di diritto canonico<br />

(oneri particolari connessi con l’esercizio di taluni uffici; anzianità<br />

nell’esercizio del ministero sacerdotale; spese per alloggio in mancanza<br />

di casa canonica; condizioni di speciale difficoltà).<br />

3. Quanto ai dati di cui alla lettera c)<br />

Le offerte deducibili previste dall’art. 46, destinate al sostentamento<br />

del clero cattolico nel 2004, sono state pari a € 18.326.246.<br />

Si tratta dell’importo complessivo <strong>delle</strong> erogazioni liberali versate<br />

nel corso del 2003 dai donanti sui conti correnti postale e bancari dell’Istituto<br />

Centrale oppure presso gli Istituti diocesani per il sostentamento<br />

del clero all’uopo delegati, del quale l’Istituto Centrale ha avuto<br />

conoscenza esauriente soltanto dopo la chiusura dell’esercizio 2003,<br />

al ricevimento <strong>delle</strong> rendicontazioni degli enti collettori; conseguentemente<br />

detto importo è stato destinato al sostentamento del clero nell’esercizio<br />

successivo (2004).<br />

La somma di € 319.500.000,00 corrisponde all’importo trasmesso<br />

dalla CEI all’Istituto Centrale prelevandolo dal versamento complessivo<br />

di € 936.527.892,91 effettuato dallo Stato nell’anno 2004 ai sensi<br />

dell’ultimo comma dell’art. 47.<br />

4. Quanto ai dati di cui alle lettere d) ed e)<br />

Come è noto, il sistema di sostentamento del clero cattolico è impostato<br />

secondo i seguenti criteri:<br />

A. I sacerdoti che svolgono servizio in favore della diocesi “comunicano<br />

annualmente all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero:<br />

a) la remunerazione che, secondo le norme stabilite dal Vescovo<br />

diocesano, sentito il Consiglio presbiterale, ricevono dagli enti<br />

ecclesiastici presso i quali esercitano il ministero;


) gli stipendi eventualmente ad essi corrisposti da altri soggetti”<br />

(art. 33).<br />

B. “L’Istituto verifica, per ciascun sacerdote, i dati ricevuti a norma dell’art.<br />

33. Qualora la somma dei proventi di cui al medesimo articolo<br />

non raggiunga la misura determinata dalla Conferenza Episcopale<br />

Italiana a norma dell’articolo 24, primo comma, l’Istituto stabilisce<br />

l’integrazione spettante, dandone comunicazione all’interessato”<br />

(art. 34, comma primo).<br />

C. “Gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero provvedono all’integrazione<br />

di cui all’art. 34 con i redditi del loro patrimonio.<br />

Qualora tali redditi risultino insufficienti, gli Istituti richiedono all’Istituto<br />

Centrale la somma residua necessaria ad assicurare ad ogni<br />

sacerdote la remunerazione nella misura stabilita” (art. 35, commi<br />

primo e secondo).<br />

In pratica possono dunque verificarsi tre situazioni:<br />

– Taluni sacerdoti non ricevono alcuna remunerazione dall’ente ecclesiastico,<br />

perché questo è impossibilitato a intervenire in loro favore<br />

per mancanza totale di mezzi; se il sacerdote non ha altre entrate<br />

computabili, gli si deve l’intera remunerazione.<br />

I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 152.<br />

– Altri sacerdoti ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o<br />

godono di altre entrate computabili; se con queste risorse non raggiungono<br />

la misura di remunerazione loro attribuita (cfr quanto annotato<br />

più sopra alla lettera B) hanno diritto di ricevere una integrazione<br />

fino alla concorrenza di tale misura.<br />

I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 34.906.<br />

– Altri sacerdoti, infine, che ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici<br />

o godono di altre entrate computabili, raggiungono con questi<br />

apporti, o addirittura superano, la misura di remunerazione loro attribuita;<br />

in questo caso non è dovuta loro alcuna integrazione.<br />

I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 3.759.<br />

1


1<br />

5. Quanto al dato di cui alla lettera f)<br />

A proposito <strong>delle</strong> ritenute fiscali è opportuno ricordare che si tratta di<br />

quelle operate dall’Istituto Centrale su due possibili componenti della<br />

remunerazione dei sacerdoti:<br />

– la remunerazione ricevuta da enti ecclesiastici;<br />

– la remunerazione totale o l’integrazione ricevuta dagli Istituti per il<br />

sostentamento del clero.<br />

È da sottolineare, peraltro, che il carico fiscale complessivo che è<br />

gravato sui sacerdoti nel 2004 è maggiore dell’importo indicato: quando,<br />

per esempio, a comporre la remunerazione attribuita al sacerdote<br />

concorre uno stipendio (insegnamento della religione cattolica nelle<br />

scuole, assistenza spirituale negli ospedali o nelle carceri, ecc.) le ritenute<br />

sul medesimo sono operate direttamente dallo Stato. È noto inoltre<br />

che lo Stato effettua le ritenute sulle pensioni di cui eventualmente i<br />

sacerdoti godono.<br />

A proposito dei contributi previdenziali si precisa che si tratta di<br />

quelli dovuti, ai sensi della legge 22 dicembre 1973, n. 903, per il fondo<br />

speciale clero costituito presso l’INPS, l’iscrizione al quale è obbligatoria<br />

per ogni sacerdote secolare avente cittadinanza italiana e per ogni<br />

sacerdote non avente cittadinanza italiana, ma presente sul territorio<br />

italiano al servizio di diocesi italiane.<br />

6. Quanto alla lettera g)<br />

Se si confrontano i dati relativi al primo e terzo comma del precedente<br />

punto 3 <strong>delle</strong> presenti Annotazioni (€ 337.826.246) e la somma<br />

erogata dall’Istituto Centrale ai singoli Istituti diocesani per il sostentamento<br />

del clero (€ 311.292.633) – utilizzata per la corresponsione<br />

ai sacerdoti <strong>delle</strong> integrazioni e degli assegni di previdenza, per il versamento<br />

dei contributi previdenziali al Fondo Clero dell’INPS, per il<br />

pagamento del premio di una polizza sanitaria integrativa in favore del<br />

Clero – si constata la differenza positiva di € 26.533.613. Tale somma<br />

sarà utilizzata per le esigenze del sostentamento del clero dell’anno<br />

successivo.


7. Quanto alla lettera h)<br />

1. esigenze di culto della popolazione<br />

A) Una quota di € 130 milioni è stata destinata per la costruzione di edifici<br />

di culto cattolico e <strong>delle</strong> pertinenti opere parrocchiali. Gli interventi<br />

sono finalizzati all’esigenza di rispondere in maniera adeguata<br />

alla mobilità della popolazione sul territorio nazionale, con particolare<br />

riferimento agli insediamenti abitativi nelle periferie urbane, e<br />

di dotare le comunità parrocchiali di adeguate infrastrutture (per es.<br />

case canoniche, locali per la catechesi e la pastorale giovanile).<br />

B) Una quota di € 150 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane<br />

per il sostegno <strong>delle</strong> attività di culto e di pastorale.<br />

La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti<br />

criteri: una quota base (€ 338.352,00) eguale per ciascuna<br />

diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti:<br />

€ 112.784,00), una quota variabile a seconda del numero degli<br />

abitanti (€ 1,2637 per abitante).<br />

L’individuazione <strong>delle</strong> finalità di culto e di pastorale alle quali destinare<br />

la somma ricevuta è stata fatta in un’apposita circolare inviata<br />

dalla CEI ai Vescovi diocesani, tenendo come punto di riferimento<br />

la descrizione <strong>delle</strong> attività di religione e di culto contenuta nell’art.<br />

16, lett. a) della legge n. 222/1985: attività dirette all’esercizio del<br />

culto e alla cura <strong>delle</strong> anime, alla formazione del clero e dei religiosi,<br />

a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana.<br />

Agli stessi criteri ci si è attenuti nel fornire ai Vescovi gli schemi per<br />

il rendiconto annuale.<br />

C) Una quota di € 31.027.892,91 è stata destinata a sostegno di attività<br />

di culto e pastorale a rilievo nazionale, individuate in concreto dalla<br />

Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente.<br />

Considerato il decremento <strong>delle</strong> somme pervenute alla CEI nell’anno<br />

2004 in forza degli articoli 46 e 47 della legge 222/1985 e al fine di<br />

mantenere quasi inalterata, rispetto all’anno precedente, la somma<br />

destinata a questa finalità, la Conferenza Episcopale Italiana ha stabilito<br />

di destinarvi l’ulteriore quota di € 4.972.107,09, prelevandola<br />

dall’“accantonamento” costituito presso la CEI nel 2003 (indicato al-<br />

1


1 0<br />

la lettera h), n. 3, del Rendiconto presentato lo scorso anno e descritto<br />

al n. 7, sub 3, <strong>delle</strong> relative Annotazioni), raggiungendo in tal modo la<br />

somma complessiva di € 36 milioni. Anche per quest’anno si segnalano,<br />

tra gli altri e a titolo esemplificativo, contributi: a monasteri di<br />

clausura femminili che versano in condizioni di particolare necessità;<br />

alle Facoltà teologiche, affidate alla diretta responsabilità dei Vescovi<br />

italiani; a enti e associazioni operanti nell’ambito della catechesi,<br />

dell’educazione cristiana e per scopi missionari.<br />

D) Una quota di € 70 milioni è stata destinata per la salvaguardia dei<br />

beni culturali ecclesiastici. Gli interventi programmati sono finalizzati<br />

primariamente al restauro e al consolidamento statico di edifici<br />

di culto di interesse storico-artistico e loro pertinenze, alla conservazione<br />

e consultazione di archivi e biblioteche diocesani e alla promozione<br />

di musei diocesani o di interesse diocesano, all’inventariazione<br />

informatizzata dei beni artistici e storici di proprietà di enti ecclesiastici,<br />

all’installazione di impianti di sicurezza per gli edifici di culto e<br />

le loro dotazioni storico-artistiche, al restauro di organi a canne.<br />

E) Una quota di € 50 milioni è stata destinata per il “fondo speciale”,<br />

costituito presso la CEI, finalizzato alla promozione della catechesi e<br />

dell’educazione cristiana.<br />

F) Una quota di € 6 milioni è stata destinata per l’attività dei Tribunali<br />

ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali.<br />

2.1. interventi caritativi a favore della collettività nazionale<br />

A) Una quota di € 80 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane<br />

per interventi caritativi a favore della collettività nazionale.<br />

La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti<br />

criteri: una quota base (€ 180.865,00) uguale per ciascuna<br />

diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti:<br />

€ 60.288,33), una quota variabile a seconda del numero degli<br />

abitanti (€ 0,6747 per abitante).


B) Una quota di € 20 milioni è stata destinata per interventi caritativi in<br />

Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla Presidenza<br />

della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente. Per le stesse<br />

ragioni illustrate al precedente n. 7, sub 1, lettera C, la Conferenza<br />

Episcopale Italiana ha stabilito di destinare a questa finalità l’ulteriore<br />

quota di € 10 milioni, prelevandola dall’“accantonamento”<br />

costituito presso la CEI nel 2003 (indicato alla lettera h), n. 3, del<br />

Rendiconto presentato lo scorso anno e descritto al n. 7, sub 3, <strong>delle</strong><br />

relative Annotazioni), raggiungendo in tal modo la somma complessiva<br />

di € 30 milioni. Anche per quest’anno si segnalano, tra gli altri<br />

e a titolo esemplificativo, contributi: alla Caritas Italiana che coordina<br />

interventi sul territorio riguardanti i seguenti ambiti: il sostegno<br />

alle famiglie particolarmente disagiate, l’accoglienza dei rifugiati, il<br />

recupero <strong>delle</strong> vittime della tratta di esseri umani, iniziative orientate<br />

a favorire il reinserimento lavorativo, sociale e comunitario di<br />

detenuti; contributi a fondazioni ed enti senza scopo di lucro che<br />

operano per l’assistenza ai poveri e agli emarginati, per il reinserimento<br />

sociale di disoccupati ed ex tossicodipendenti, per il sostegno<br />

di soggetti disabili.<br />

2.2. interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo<br />

Nell’anno 2004 una quota di € 80 milioni è stata destinata agli interventi<br />

caritativi a favore del Terzo mondo.<br />

Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato.<br />

Relativamente ai fondi dell’anno 2004 sono pervenuti n. 721 progetti,<br />

di cui quelli finora approvati sono stati 284. Molti progetti sono stati<br />

respinti perché non rientravano negli ambiti previsti dalla legge n.<br />

222/85, oppure perché la loro realizzazione è stata giudicata meno urgente<br />

o non in linea con il Regolamento indicante il quadro dei criteri<br />

generali di intervento e le priorità contenutistiche e geografiche.<br />

I progetti finanziati promuovono la formazione in molteplici ambiti:<br />

dall’alfabetizzazione alla formazione professionale in campo sanitario,<br />

agricolo-ambientale, economico, cooperativo e <strong>delle</strong> comunicazioni sociali;<br />

non si trascura il sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione<br />

di competenze gestionali, né si tengono in minor considerazione la<br />

formazione universitaria e la promozione della donna. Oltre al sostegno<br />

offerto a questa tipologia di progetti prioritari, si segnalano anche talu-<br />

1 1


1 2<br />

ni interventi consistenti per emergenze che ricorrentemente insorgono<br />

nelle aree interessate all’azione del Comitato: l’entità degli stanziamenti<br />

varia nel caso di gravi calamità nazionali rispetto a interventi più<br />

mirati per emergenze locali.<br />

Di seguito si elencano taluni progetti, tra quelli maggiormente significativi,<br />

per la cui realizzazione sono stati concessi contributi.<br />

In ambito scolastico: formazione e aggiornamento degli insegnanti in<br />

Messico, Perù, Eritrea, El Salvador, Repubblica Democratica del Congo<br />

e India; scuole primarie di base nell’Africa subsahariana; borse di studio<br />

universitario in Angola e Kenya; corsi di alfabetizzazione per bambini<br />

sordomuti in Nigeria.<br />

In ambito sanitario: equipaggiamento di un centro ospedaliero di<br />

ginecologia e ostetricia in Costa d’Avorio; costruzione ed equipaggiamento<br />

di strutture ospedaliere in Mali; protezione speciale di minori e<br />

adolescenti portatori di handicap ed equipaggiamento di un ospedale in<br />

Brasile; avvio di scuole di formazione di infermiere in India e di operatori<br />

sanitari per la chirurgia ortopedica pediatrica e la riabilitazione in<br />

Rwanda; progetto per la protezione della vita della madre e la prevenzione<br />

della trasmissione del virus HIV al neonato in Tanzania, Mozambico<br />

e Uganda.<br />

Nel settore della promozione umana: avvio di un centro polivalente<br />

di formazione professionale in Mozambico e Benin; avvio di un centro<br />

per l’accoglienza e la formazione dei ragazzi di strada e formazione <strong>delle</strong><br />

coscienze per la lotta all’AIDS in Etiopia; formazione e promozione<br />

della donna, prevenzione <strong>delle</strong> deviazioni della strada e laboratori medici<br />

in Honduras; formazione al lavoro e avvio di un’impresa sociale in<br />

Albania; corsi di informatica per giovani tribali in India; centro per il<br />

reinserimento di adolescenti e giovani a rischio delinquenziale in Bolivia;<br />

in Palestina, formazione di personale docente e tecnici informatici<br />

nonché lotta all’uso di alcool e droghe; formazione dei giovani agricoltori<br />

<strong>delle</strong> comunità rurali in Brasile.<br />

Tra le emergenze alle quali è stato possibile dar risposta nel 2004 si<br />

segnala:<br />

Haiti (alluvione e ciclone): € 3.500.000;<br />

Angola (ricostruzione a seguito della guerra civile): € 3.000.000;<br />

Madagascar (ciclone): € 2.000.000;


Argentina<br />

(crisi sociale e dissesto economico-finanziario): € 2.000.000;<br />

Bangladesh (alluvione): € 1.000.000;<br />

Liberia (scuola): € 200.000;<br />

Timor Est (carestia): € 100.000;<br />

Repubblica Democratica del Congo (sanità): € 100.000.<br />

L’intera somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque<br />

erogata per i progetti approvati. Si segnala, inoltre, che la somma di<br />

€ 80 milioni destinata nell’anno 2003 è stata interamente erogata per<br />

finanziare 484 dei 1.339 progetti presentati.<br />

1 3


1 4<br />

Ripartizione <strong>delle</strong> somme<br />

derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />

per l’anno 2005<br />

La 54 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana ha<br />

approvato la proposta di ripartizione <strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto<br />

per mille dell’IRPEF per l’anno 2005, presentata dalla Presidenza della<br />

CEI, dopo aver sentito il Consiglio Episcopale Permanente nella sessione<br />

di marzo 2005.<br />

La determinazione è stata approvata con 184 voti favorevoli su 186<br />

votanti.<br />

determinazione<br />

La 54 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />

– preso atto che, sulla base <strong>delle</strong> informazioni ricevute il 21 gennaio<br />

2005 dal Ministero dell’Economia e <strong>delle</strong> Finanze, la somma relativa<br />

all’otto per mille irpef che lo Stato è tenuto a versare alla CEI nel corso<br />

dell’anno 2005 risulta pari a € 984.115.165,49 (€ 129.900.292,06<br />

a titolo di conguaglio per l’anno 2002 e € 854.214.873,43 a titolo di<br />

anticipo dell’anno 2005);<br />

– viste le Determinazioni circa la ripartizione <strong>delle</strong> somme derivanti<br />

dall’otto per mille irpef per l’anno 2003, approvate dalla 51 a Assemblea<br />

Generale, in particolare il n. 1, lettera d), nel quale si dispone la<br />

costituzione di un “accantonamento a futura destinazione per le esigenze<br />

di culto e pastorale e per gli interventi caritativi”;<br />

– considerate le proposte di ripartizione e assegnazione presentate<br />

dalla Presidenza della CEI;<br />

– visti i paragrafi 1 e 5 della delibera CEI n. 57,<br />

approva<br />

le seguenti determinazioni<br />

1. La somma di € 984.115.165,49, di cui in premessa, è così ripartita e<br />

assegnata:


a) all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero:<br />

315.000.000,00;<br />

b) per le esigenze di culto e pastorale:<br />

471.250.000,00, di cui:<br />

– alle diocesi: 155 milioni;<br />

– per l’edilizia di culto: 200 milioni<br />

(di cui 120 milioni destinati alla nuova edilizia di culto, 10 milioni<br />

destinati alla costruzione di case canoniche nel Sud d’Italia<br />

e 70 milioni destinati alla tutela e al restauro dei beni culturali<br />

ecclesiastici);<br />

– al Fondo per la catechesi e l’educazione cristiana: 60 milioni;<br />

– ai Tribunali Ecclesiastici Regionali: 7 milioni;<br />

– per esigenze di culto e pastorale di rilievo nazionale:<br />

49.250.000,00;<br />

c) per gli interventi caritativi:<br />

195.000.000,00, di cui:<br />

– alle diocesi: 85 milioni;<br />

– per interventi nei Paesi del terzo mondo: 80 milioni;<br />

– per esigenze caritative di rilievo nazionale: 30 milioni;<br />

d) per accantonamento a futura destinazione per le esigenze di culto<br />

e pastorale e per gli interventi caritativi:<br />

2.865.165,49.<br />

2. Eventuali variazioni in positivo o in negativo della somma di cui in<br />

premessa derivanti dalle comunicazioni definitive dell’Amministrazione<br />

statale competente saranno imputate al “fondo di riserva” costituito<br />

presso la CEI.<br />

1


1<br />

Determinazione<br />

concernente l’adeguamento<br />

del valore monetario del punto<br />

per l’anno 2006<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 19-22 settembre<br />

2005, ai sensi dell’art. 6 del Testo Unico <strong>delle</strong> disposizioni di<br />

attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento del clero che svolge<br />

servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi (in “Notiziario della Conferenza Episcopale<br />

Italiana”, 1991, 152), ha approvato la seguente determinazione<br />

concernente l’adeguamento del valore monetario del punto a decorrere<br />

dal 1° gennaio 2006.<br />

Conferenza Episcopale Italiana<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente<br />

– visto l’articolo 2, §§ 1, 2 e 3 della delibera della CEI n. 58 (Testo<br />

unico <strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento<br />

del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi);<br />

– visto l’art. 6 della medesima delibera;<br />

approva<br />

la seguente determinazione<br />

1. Il valore monetario del punto a decorrere dal 1° gennaio 2006 è<br />

elevato a € 11,57.


Prot. n. 788/05<br />

Venerato Confratello,<br />

Roma, 27 settembre 2005<br />

il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 19-22 settembre<br />

2005, ha proceduto, in conformità alle disposizioni statutarie,<br />

all’elezione dei Membri <strong>delle</strong> Commissioni Episcopali e di altri organismi<br />

della CEI.<br />

Mi è, pertanto, gradito comunicarLe che Vostra Eccellenza è stato<br />

eletto<br />

Membro<br />

della Commissione Episcopale per il servizio della carità<br />

e la salute<br />

Il mandato, a norma dell’art. 45 dello Statuto, ha la durata di un quinquennio<br />

(2005-2010).<br />

Mentre allego alla presente l’elenco dei componenti la Commissione,<br />

della quale Ella è chiamata a far parte, accolga i sentimenti di viva riconoscenza<br />

del Consiglio Permanente, della Presidenza e mio personale<br />

per la Sua disponibilità.<br />

Con fraterno ricordo e con l’augurio di ogni bene, mi confermo con<br />

cordiale saluto<br />

dev.mo nel Signore<br />

✠ Giuseppe Betori<br />

Segretario Generale<br />

_________________________<br />

A Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Mons. Mario Paciello<br />

Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Arco Duomo, 2<br />

70022 <strong>Altamura</strong> BA<br />

1


1<br />

Prot. n. 810/05<br />

Venerato Confratello,<br />

Roma, 27 settembre 2005<br />

mi è gradito comunicarLe che il Consiglio Episcopale Permanente,<br />

nella sessione del 19-22 settembre 2005 ha eletto Vostra Eccellenza<br />

Membro<br />

della Presidenza della caritas Italiana<br />

A nome dei Membri del Consiglio Permanente e mio personale accolga<br />

i sentimenti di viva gratitudine per la disponibilità ad assumere<br />

questo ulteriore impegno in seno agli Organi della CEI.<br />

Nell’assicurarLe che il Presidente della Caritas, S.E. Mons. Francesco<br />

Montenegro, provvederà a informarLa sugli impegni concernenti il<br />

Suo incarico, La saluto fraternamente e Le auguro ogni bene<br />

_________________________<br />

A Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Mons. Mario Paciello<br />

Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Piazza Benedetto XIII, 26<br />

70024 <strong>Gravina</strong> di Puglia BA<br />

dev.mo nel Signore<br />

✠ Giuseppe Betori<br />

Segretario Generale


DOCUMENTI<br />

DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />

ANNO 2005<br />

• Firma dell’intesa tra il Ministro per i Beni e le attività culturali e il<br />

Presidente della Conferenza Episcopale Italiana relativa alla tutela<br />

dei beni culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni<br />

ecclesiastiche (26 gennaio 2005)<br />

• Accordo relativo alle procedure informatizzate utilizzate dagli enti<br />

ecclesiastici per la richiesta di verifica dell’interesse culturale dei beni<br />

immobili (8 marzo 2005)<br />

• Traccia di riflessione in preparazione al Convegno Ecclesiale di Verona,<br />

16-20 ottobre 2006 (20 giugno 2005)<br />

• Convenzione concernente la misura dei compensi per diritti connessi<br />

al diritto d’autore per l’utilizzazione di musica registrata (22 giugno<br />

2005)<br />

Assemblea Generale della CEI<br />

• Istruzione in materia amministrativa (2005) (1 settembre 2005)<br />

Presidenza della CEI<br />

• Messaggio in occasione della morte di Giovanni Paolo II - Roma, 2<br />

aprile 2005 (2 aprile 2005)<br />

• Messaggio in occasione dell’elezione di Benedetto XVI - Roma, 19<br />

aprile 2005 (19 aprile 2005)<br />

• “I matrimoni tra cattolici e musulmani in Italia”. Indicazioni (29<br />

aprile 2005)<br />

Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede, l’annuncio e la<br />

catechesi<br />

• Questa è la nostra fede. Nota pastorale sul primo annuncio del Vangelo<br />

(15 maggio 2005)<br />

Commissione Episcopale per il laicato<br />

• “Fare di Cristo il cuore del mondo”. Lettera ai fedeli laici (27 marzo<br />

2005)<br />

1


1 0<br />

Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia<br />

e la pace<br />

• “Frutto della terra e del lavoro dell’uomo”. Mondo rurale che cambia<br />

e Chiesa in Italia. Nota pastorale 19 marzo 2005)


Conferenza<br />

Episcopale<br />

Pugliese


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolari decori.


Verbale<br />

della riunione ordinaria<br />

25-26-27 gennaio 2005<br />

Centro di accoglienza “Santa Maria <strong>delle</strong> Grazie”<br />

San Giovanni Rotondo (FG)<br />

Martedì 25 gennaio 2005 alle ore 10.30 in San Giovanni Rotondo<br />

(FG), nel Centro di Accoglienza “Santa Maria <strong>delle</strong> Grazie”, ha avuto<br />

inizio la sessione invernale di tre giorni della Conferenza Episcopale Pugliese,<br />

convocata con lettera del 10 gennaio 2005. Gli Arcivescovi e Vescovi<br />

della Regione sono ospiti dell’Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-<br />

San Giovanni Rotondo e Delegato Pontificio per le Opere di Padre Pio.<br />

Presiede i lavori l’Arcivescovo Metropolita di Lecce Mons. Cosmo<br />

Francesco Ruppi.<br />

Questo l’ordine del giorno, comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi e<br />

Vescovi con lettera del 5 gennaio 2005 (Prot. n. 5/05):<br />

25 gennaio, martedì<br />

ore 10.30 Saluto e Comunicazioni del Presidente<br />

ore 16.00 Seminario Regionale di Molfetta: Traccia formativa dell’anno,<br />

Proposta 6° anno (Relatore: Mons. G. Ricchiuti, Rettore)<br />

ore 18.00 Tribunale Ecclesiastico Regionale (Relatore: Mons. L. Murolo,<br />

Vicario Giudiziale)<br />

26 gennaio, mercoledì<br />

ore 9.00 Congresso Eucaristico Nazionale (S. Ecc. Mons. Cacucci)<br />

ore 10.00 Istituto Pastorale Pugliese:<br />

• designazione nuovo Presidente<br />

• relazione sull’attività svolta (Relatore: don C. Damasi, Direttore)<br />

ore 11.30 Comunicazioni sulla legge 40 (procreazione assistita)<br />

ore 16.00 Incontro con la CISM pugliese (relatore: P. D. Sardella)<br />

ore 18.30 Solenne Concelebrazione Eucaristica nella Parrocchia San<br />

Leonardo<br />

1 3


1 4<br />

27 gennaio, giovedì<br />

ore 7.30 Concelebrazione nella Cripta del Santuario S. Maria d. Grazie,<br />

presso la tomba di San Pio da Pietrelcina<br />

ore 10.00 Incontro CISM, USMI e GIS (Superiori/e Maggiori di Puglia)<br />

ore 12.30 Varie ed eventuali:<br />

• Attività <strong>delle</strong> Commissioni Pastorali Regionali<br />

• Insegnamento della religione cattolica: verifica<br />

• Bilancio economico della CEP - Consuntivo 2004<br />

Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />

Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice presidente;<br />

Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />

Domenico Caliandro, Mons. Domenico DAmbrosio, Mons. Vito De<br />

Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons.<br />

Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico<br />

Padovano, Mons. Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri,<br />

Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco Pio Tamburrino, Mons.<br />

Francesco Zerrillo.<br />

Sono altresì presenti gli Arcivescovi emeriti: Mons. Settimio Todisco<br />

e Mons. Riccardo Ruotolo.<br />

È assente Mons. Semeraro, Amministratore Apostolico di Oria, Vescovo<br />

di Albano Laziale, perché impegnato nella Conferenza Episcopale<br />

Laziale.<br />

Dopo la recita dell’Ora media, il Presidente saluta tutti i Confratelli<br />

presenti e ringrazia l’Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni<br />

R. per l’accoglienza fraterna riservata ai Vescovi della Regione.<br />

Per la celebrazione eucaristica in questi giorni, su proposta di Mons.<br />

D’Ambrosio, i Vescovi accolgono l’invito di concelebrare nella serata<br />

del 26 presso la Chiesa Madre di San Giovanni R., la parrocchia di San<br />

Leonardo, come segno di comunione con la comunità locale; al mattino<br />

del 27 nella cripta del Santuario, presso la tomba di San Pio da Pietrelcina.<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

Il Presidente relaziona ai Confratelli sul recente Consiglio Permanente,<br />

svoltosi a Bari, in vista dei Congresso Eucaristico Nazionale e


per la riapertura al culto della Chiesa Cattedrale, dopo alcuni anni di<br />

restauro. A tale proposito, Mons. Cacucci ringrazia i Confratelli intervenuti<br />

a Bari il 18 gennaio u.s., per il segno di comunione tra le Chiese<br />

di Puglia.<br />

Il Presidente, mentre rinvia alla relazione del Cardinale Ruini, Presidente<br />

della CEI, per quanto attiene ai lavori del Consiglio Permanente,<br />

si sofferma sul problema della Legge 40/2004, sulla fecondazione medicalmente<br />

assistita, per illustrare ai Confratelli la posizione presentata<br />

dal Cardinale Presidente, all’indomani della pronunzia della Corte Costituzionale<br />

che ha respinto la proposta di referendum sull’abrogazione<br />

totale della legge, mentre ha approvato quattro referendum su modifiche<br />

parziali della stessa legge. Premesso che la legge non corrisponde all’insegnamento<br />

etico della Chiesa, va riconosciuta la finalità di uscire<br />

da una situazione di confusione generale e il tentativo di salvaguardare<br />

i principi.<br />

Le proposte di modifiche presentate in Parlamento ed anche dai sostenitori<br />

dei referendum sono peggiorative in senso etico. Inoltre, i referendum<br />

non sono al momento evitabili, data la brevità di tempo e la<br />

difficoltà a raggiungere un’intesa di modifica in Parlamento entro il 12<br />

giugno p.v. Infine, così come è impostata, la consultazione referendaria,<br />

non consente di esprimere un chiaro SI o, al contrario, un rifiuto della<br />

legge in parola. Perché, in caso di validità del referendum, o si cadrebbe<br />

nel caos o si andrebbe in una direzione peggiorativa della legge stessa.<br />

Tenendo presenti queste motivazioni ci si può avvalere di tutte le possibilità<br />

previste dal legislatore in merito (compresa l’astensione).<br />

Mons. Ruppi ricorda che sono allo studio le iniziative da assumere<br />

e invita i Vescovi a favorire lo scambio di proposte e a facilitare la conoscenza<br />

critica della Legge 40, per esempio, servendosi del fascicolo<br />

pubblicato dal Movimento per la vita ed invitando degli esperti a parlare<br />

alle comunità. Dopo la consultazione elettorale per le Regioni, i laici impegnati<br />

nel settore potranno presentare meglio le posizioni da assumere,<br />

badando ad evitare interventi che ridurrebbero il problema ad un conflitto<br />

o contrapposizione tra cattolici e laici.<br />

Aperta la discussione, inizia un ampio ed articolato dibattito tra i presenti:<br />

si evidenziano i diversi aspetti della legge 40 in riferimento al magistero<br />

(Negro, Caliandro, Padovano, ...); viene richiamata l’urgenza di<br />

ribadire i diritti del concepito e la dignità dell’embrione (De Grisantis,<br />

Martella, Papa ...); è avvertita la necessità di un’adeguata informazio-<br />

1


1<br />

ne e formazione (Cacucci, Ruppi, Seccia, ...); si ricorda il dovere dei<br />

Vescovi di esercitare il magistero specie nei confronti dei sacerdoti e<br />

del popolo di Dio, evitando di lasciarsi trascinare nella polemica inutile<br />

per problemi seri di antropologia umana e cristiana (Tamburrino, Papa<br />

...); ma c’è da fare attenzione a non svalutare l’istituto del referendum,<br />

espressione di democrazia, ma ricordando la prospettiva del progetto<br />

culturale (formazione), nella distinzione tra strategie e risposte concrete<br />

(Calabro, Seccia, Cacucci).<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, conclude la discussione con l’invito ai<br />

presenti a mettere a disposizione i carismi di ciascuno, per mantenere<br />

alta l’attenzione ai valori etici fondamentali e al senso di responsabilità e<br />

si abbia cura della qualità della comunicazione, servendosi e divulgando<br />

gli strumenti disponibili. Infine, propone ai Vescovi di chiedere, attraverso<br />

Mons. D’Ambrosio, la disponibilità di un esperto perché illustri<br />

ai Vescovi in termini precisi la Legge e le problematiche connesse alla<br />

consultazione referendaria.<br />

Dichiarazione di monumentalità dei beni culturali. Il Codice Urbani<br />

ha modificato la prassi fondata sulla Legge 39 che considerava bene<br />

culturale soggetto alla Soprintendenza una chiesa con più di 50 anni. Le<br />

procedure sono cambiate ed è necessario che una chiesa sia dichiarata<br />

“bene monumentale” per poter accedere ai contributi. Il vincolo di monumentalità<br />

con il Codice Urbani è stato trasferito alle Regioni. Si sta<br />

preparando un documento in proposito che sarà mandato ai Vescovi per<br />

chiarire la prassi da seguire.<br />

Pastorale carceraria. Nel recente Consiglio Permanente è iniziata<br />

una riflessione sulla pastorale negli istituti di pena e non si esclude che<br />

in futuro si possa pervenire ad orientamenti comuni, perché la pastorale<br />

carceraria sia effettivamente nell’ambito della pastorale ordinaria.<br />

Ordo Virginum. Al momento si è deciso di soprassedere alla pubblicazione<br />

di un documento ufficiale sull’Ordo Virginum, in attesa di una<br />

maturazione di questa esperienza in Italia. La sola indicazione comune<br />

da tenere presente è quella di non accogliere la domanda di chi ha già<br />

fatto parte di qualche Congregazione religiosa. A tale proposito Mons.<br />

Paciello suggerisce che l’Ordo Virginum sia formato da giovani disposte<br />

anche ad una vita in comune.


Commissioni Episcopali. Il Presidente ricorda che nella prossima Assemblea<br />

generale di aprile si dovrà provvedere al rinnovo <strong>delle</strong> Commissioni<br />

Episcopali Nazionali. Pertanto ogni Conferenza Regionale è invitata<br />

ad indicare le proprie proposte per le presidenze <strong>delle</strong> singole commissioni<br />

ed il Consiglio di Amministrazione. Dopo breve consultazione,<br />

viene compilato l’elenco che il Presidente trasmetterà alla Segreteria Generale<br />

della CEI dopo qualche eventuale integrazione [Allegato 1].<br />

Istituti Superiori di Scienze Religiose. Nella progressiva attuazione<br />

del “Processo di Bologna” (sulla riforma europea degli studi universitari)<br />

che prevede il modulo 3+2, mentre gli Istituti di Scienze religiose<br />

diventeranno “scuole teologiche”, gli Istituti Superiori di Scienze Religiose<br />

diventeranno “Istituti Superiori di religione cattolica”. Al momento<br />

non vi sono ulteriori informazioni, oltre quelle già date dalla Congregazione<br />

per l’Educazione Cattolica. Le Conferenze Episcopali saranno<br />

invitate a fare un programma regionale. Come orientamento, gli II.SS.<br />

SS.RR. di Oria e San Severo dovrebbero essere assorbiti. Nell’incontro<br />

di marzo ci saranno ulteriori indicazioni.<br />

Facoltà Teologica Pugliese. La documentazione è già stata trasmessa<br />

dalla CEI alla Congregazione per l’Educazione Cattolica ed ora si è in<br />

attesa <strong>delle</strong> osservazioni del Dicastero Pontificio. Non mancano spinte<br />

negative da parte di alcuni teologi e dell’ATI, ma si nutrono buone<br />

speranze che l’iter sia completato in tempo per avviare il processo di<br />

Bologna.<br />

San Gerardo Maiella. La Congregazione per il culto divino e la disciplina<br />

dei sacramenti ha trasmesso il decreto di conferma per l’elezione<br />

di San Gerardo Maiella come Patrono <strong>delle</strong> mamme gestanti e dei bambini<br />

per la Regione Puglia [Allegato 2].<br />

Assistenza spirituale agli emigrati italiani. Mons. Ruppi riferisce<br />

dell’intervento fatto da Mons. Belotti in Consiglio Permanente sul tema<br />

e, dopo aver accennato ai dati salienti del movimento migratorio degli<br />

italiani e alla strutturazione <strong>delle</strong> comunità nazionali in alcune <strong>Diocesi</strong><br />

Europee, ricorda che si propone ancora il dovere di un’assistenza religiosa<br />

da parte di sacerdoti inviati da congregazioni religiose o dalle<br />

<strong>Diocesi</strong> di origine per essere vicini a questi nostri connazionali.<br />

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1<br />

2. Congresso Eucaristico Nazionale<br />

Mons. Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto, fa distribuire ai Vescovi<br />

il programma dettagliato e la messa del Congresso preparata da due<br />

sacerdoti baresi (Ladisa e Parisi), che è stata eseguita la prima volta per<br />

la riapertura della cattedrale di Bari il 18 gennaio u.s.<br />

Mons. Cacucci invita i Vescovi ad essere presenti a Bari dal venerdì<br />

alla domenica (dal 27 al 29) come momenti culminanti del Congresso,<br />

ma anche in altri momenti significativi (come l’apertura e la celebrazione<br />

ecumenica) per esprimere la comunione e la collegialità <strong>delle</strong> Chiese<br />

di Puglia. Per una maggiore divulgazione del programma e una corretta<br />

informazione dei gruppi riguardo alle diverse giornate, celebrazioni e<br />

incontri previsti in calendario, si raccomanda vivamente l’attivazione<br />

del “delegato diocesano” sia per il coordinamento sia per l’informazione<br />

del Comitato diocesano di Bari. Infine, Mons. Cacucci chiede anche<br />

la disponibilità di “volontari” <strong>delle</strong> diocesi pugliesi per far fronte a tutte<br />

le esigenze organizzative. Si prevede la necessità di almeno 500 volontari.<br />

Infine, proprio per attivare senza ritardi il coinvolgimento <strong>delle</strong><br />

comunità diocesane, Mons. Ruppi e Mons. Cacucci presiederanno il 10<br />

febbraio a Bari (presso la Casa del Clero) l’incontro con tutti i delegati<br />

diocesani.<br />

Alle ore 16.00 i lavori riprendono con la recita dei Vespri.<br />

3. Seminario Regionale<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, invita il Rettore del Seminario Regionale<br />

di Molfetta, Mons. Giovanni Ricchiuti, a relazionare ai Vescovi sull’andamento<br />

del percorso formativo.<br />

Mons. Ricchiuti saluta i Vescovi e ringrazia per la fiducia che continuano<br />

a porre nella sua persona e nell’equipe dei superiori ed educatori<br />

del seminario. Passa quindi a presentare prima la proposta formativa per<br />

l’anno in corso, poi quella operativa per il sesto anno.<br />

Quanto alla proposta formativa [Allegato 3] Si cerca per la Chiesa<br />

un Pastore, il Rettore ricorda che si tratta di un tema comune per tutti i<br />

seminari regionali, come era stato concordato nell’incontro dei Rettori.<br />

Prendendo lo spunto da una pagina di don Primo Mazzolari, evidenzia<br />

che la traccia si concentra sull’icona biblica del Cristo buon pastore e ne<br />

sviluppa le motivazioni, gli obiettivi formativi, i fondamenti, gli stru-


menti e le modalità del percorso formativo che coinvolge tutta la comunità<br />

e si rivolge anche ai seminaristi dei singoli anni.<br />

Mons. Ricchiuti consegna ai Vescovi anche un progetto operativo per<br />

il sesto anno formativo [Allegato 4] dove sono indicati obiettivi, modalità<br />

e forme di accompagnamento dei seminaristi durante questo importante<br />

periodo di transizione dal seminario alla vita pastorale in diocesi.<br />

In breve: sarà il Rettore ad assumere la responsabilità di questo anno<br />

durante il quale si propone che i giovani tornino in Seminario per un<br />

periodo di 3 settimane nei mesi di ottobre, gennaio e aprile (con ritorno<br />

in <strong>Diocesi</strong> il sabato e la domenica). Durante il periodo di permanenza in<br />

seminario si prevedono le seguenti proposte formative.<br />

A livello spirituale (quotidianamente: liturgia <strong>delle</strong> ore, Eucaristia<br />

e meditazione; mensilmente: ritiro spirituale, in diocesi; annualmente:<br />

esercizi spirituali di corso). A livello formativo (esercitazione omiletica<br />

– per i diaconi – durante la celebrazione eucaristica di corso e<br />

di comunità). A livello pastorale e culturale, in forma di laboratori<br />

guidati da esperti (la qualità di vita del presbitero; il ministero della<br />

predicazione omiletica; i “prenotanda” dei rituali per la celebrazione<br />

dei sacramenti, in particolare, la presidenza dell’Eucaristia; il sacramento<br />

della riconciliazione e la direzione spirituale nel ministero presbiterale;<br />

il presbitero e la guida della comunità; organismi e dinamiche<br />

di partecipazione tra presbiteri e laici nella pastorale diocesana e<br />

parrocchiale).<br />

Il Presidente, prima di aprire la discussione, invita Mons. D’Ambrosio,<br />

responsabile della Commissione Episcopale di vigilanza sul Seminario<br />

Regionale, ad intervenire.<br />

Mons. D’Ambrosio si sofferma sulla proposta relativa al sesto anno<br />

dicendosi compiaciuto per essere usciti dall’incertezza con un progetto<br />

concreto, chiaro e preciso. Ma pone altresì degli interrogativi: sul periodo<br />

di permanenza in seminario (solo tre settimane?), circa la possibilità<br />

di iscrizione al primo anno di licenza, ed infine, circa i contenuti della<br />

formazione, che andrebbero integrati (ad es. pastorale giovanile, amministrazione<br />

parrocchiale, ...).<br />

Mons. Padovano, partendo dall’impostazione del curriculum formativo<br />

(biennio per il discernimento e triennio per la formazione) che non<br />

risulta essere esaustivo per gli obiettivi indicati, ritiene che il sesto anno<br />

sia non solo proiettato all’impatto con il ministero pastorale, ma serva<br />

come coronamento della formazione.<br />

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1 0<br />

Secondo Mons. Pichierri il sesto anno dovrebbe essere separato dal<br />

1° per la licenza per far parte integrante della formazione.<br />

Mons. De Grisantis approva la proposta presentata e suggerisce di integrarla<br />

con altri aspetti formativi e di verifica dell’esperienza pastorale.<br />

L’impostazione è valida, per integrazioni si potrà vedere.<br />

Mons. Talucci ricorda che si è già discusso in assemblea a lungo sui<br />

cinque anni senza conclusioni precise ed ora ci si ferma al sesto anno che<br />

dovrebbe essere aggiuntivo o integrativo. Il programma proposto lascia<br />

intendere che il quinquennio non è completo e quindi va ripensato.<br />

Mons. Todisco si dice convinto che c’è un equivoco di fondo quando<br />

si parla di anno formativo, perché nella formazione di un padre di comunità<br />

si deve pensare e parlare di una dimensione integrale.<br />

Mons. Fragnelli considera utile la proposta del Rettore per lavorare<br />

su qualcosa di concreto, anche in vista della Facoltà teologica. Suggerisce<br />

di pensare ad alleanze culturali mirate perché i nostri futuri sacerdoti<br />

conseguano dei master (per es. di alcuni mesi) in varie discipline possibili.<br />

Secondo Mons. Martella siamo di fronte ad una norma che non ci<br />

dice come va attuata. Pertanto dobbiamo trovare il coraggio di dire se il<br />

sesto anno lo facciamo in diocesi o in seminario. Qualche problema si<br />

pone con l’Istituto Teologico.<br />

Mons. Paciello riconosce lo sforzo fatto dalla commissione e la volontà<br />

di salvare l’Istituto Teologico, ma sottolinea che così non si risolve<br />

del tutto il problema del sesto anno. Questo deve avere le sue radici negli<br />

anni precedenti.<br />

Secondo Mons. Cacucci, come criterio generale, la proposta va accolta<br />

e seguita da tutti. Non separerebbe il sesto anno dall’Istituto Teologico.<br />

Mons. Tamburrino sostiene che il sesto anno deve essere giustificato<br />

in se stesso e consiglia di rafforzare la piattaforma formativa con crediti<br />

valutabili ai fini della licenza.<br />

Mons. Ruppi fa presente che il problema del sesto anno è comune a<br />

tutte le Regioni. In attesa della Ratio, mentre formazione e lunghezza di<br />

tempi sono i nodi di fondo, condivide la proposta presentata e lascerebbe<br />

l’opzionalità circa l’iscrizione al primo anno per la licenza.<br />

Mons. Negro sostiene che se ne parli ancora, perché la proposta va<br />

collocata all’interno del cammino formativo. Intanto venga approvata<br />

come esperienza libera.


Per Mons. Calabro l’inserimento in diocesi e la formazione culturale<br />

restano i punti importanti ed ancora critici. Andrebbero recuperate <strong>delle</strong><br />

discipline che formino alla integrazione tra catechesi, liturgia e carità,<br />

come anche la spiritualità e la vita fraterna.<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, chiude la discussione invitando a lasciare<br />

da parte il problema della Ratio per quando sarà definitiva e la possibilità<br />

di frequentare il primo anno di licenza. Propone anche di varare la<br />

proposta presentata dal rettore per due-tre anni.<br />

I Vescovi approvano la proposta del Presidente.<br />

Il Rettore, Mons. Ricchiuti, chiede ai Vescovi un parere ed eventuale<br />

autorizzazione per l’esperienza pastorale limitata ai seminaristi del<br />

triennio teologico. Sono state individuate alcune parrocchie (6-7) nelle<br />

quali si attua una programmazione precisa e ben articolata. Se il parroco<br />

dovesse chiedere la presenza occasionale dei seminaristi durante la settimana,<br />

è possibile permettere questa presenza in parrocchia? Il parere dei<br />

Vescovi è favorevole, ma la decisione deve essere assunta dall’equipe<br />

educativa.<br />

In vista del prossimo anno, continua il Rettore, è previsto il rientro in<br />

<strong>Diocesi</strong> di don Mimmo Cornacchia (padre spirituale) e di due animatori<br />

(don Cosimo Posi e don Ciro Alabrese). Mentre don Salvatore Casole passa<br />

dal 2° al 3° anno. Pertanto ci sarebbe bisogno di due nuovi animatori.<br />

Infine, quanto alla Fondazione Regina Apuliae, i Vescovi confermano<br />

i revisori dei conti già in carica. Il Notaio ha preparato lo Statuto della<br />

Fondazione, con le integrazioni votate nell’ultima Assemblea e ne viene<br />

distribuita copia ad ogni Vescovo [Allegato 5].<br />

Dopo una breve pausa, i lavori riprendono alle ore 18.00.<br />

4. Tribunale Ecclesiastico Regionale<br />

Mons. Luca Murolo, Vicario Giudiziale del T.E.R.P. di Bari, consegna<br />

ai singoli Vescovi una cartellina con la relazione e i dati relativi sia<br />

all’attività del Tribunale, sia alle singole <strong>Diocesi</strong>.<br />

Invitato dal Presidente, Mons. Ruppi, il Vicario Giudiziale legge una<br />

puntuale relazione sull’attività svolta dal T.E.R.P. nel corso del 2004,<br />

completa del bilancio consuntivo 2004 [Allegato 6].<br />

Dopo l’espressione della gratitudine per il prezioso lavoro a favore<br />

della famiglia e dell’intera Regione ecclesiastica, espressa da Mons.<br />

Ruppi a nome della Conferenza, seguono gli interventi dei presenti.<br />

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Mons. De Grisantis, a proposito della preparazione dei nubendi al sacramento<br />

del matrimonio, ritiene che ne andrebbe rivista l’impostazione,<br />

mentre Mons. Cacucci mette in guardia a non confondere la preparazione<br />

al matrimonio con la preoccupazione per tutta la pastorale familiare,<br />

senza operare facili ma indebite deduzioni. L’aumento del numero di<br />

cause introdotte indica anche la fiducia nella Chiesa – prosegue Mons.<br />

Cacucci – e nello stesso TERP. Il problema pastorale è urgente proprio<br />

dopo la celebrazione del matrimonio in Chiesa. I dati forniti vanno presentati<br />

e spiegati ai sacerdoti che devono accertarsi personalmente della<br />

volontà dei nubendi.<br />

Mons. Ruppi attira l’attenzione su un dato che dovrebbe far riflettere:<br />

75 coppie su 234 hanno avuto meno di un anno di convivenza! Poi<br />

Mons. Ruppi, in qualità di Presidente, rinnova al TERP tutta la fiducia<br />

della Conferenza Episcopale regionale e, dopo aver ringraziato l’Arcivescovo<br />

di Bari come Moderatore del Tribunale per quanto la <strong>Diocesi</strong><br />

di Bari e la CEI hanno fatto per assicurare una degna sede al Tribunale,<br />

invita i Confratelli a visitare la nuova sede, in Largo San Sabino 1.<br />

Prima di concludere l’incontro, Mons. Ruppi riprende la bozza del<br />

documento sul Matrimonio tra un mussulmano e una donna cattolica e<br />

si sofferma su alcuni dati statistici, evidenziando quanto siano a rischio<br />

queste unioni. L’esperienza documenta l’alta percentuale dei matrimoni<br />

che presentano gravi difficoltà dopo la celebrazione ed è pertanto sconsigliabile<br />

agevolare unioni del genere.<br />

5. Istituto Pastorale Pugliese<br />

Mercoledì 26 gennaio<br />

Prima di introdurre il Direttore, don Cosimo Damasi, per la relazione<br />

sull’attività svolta dall’I.P.P., il Presidente, Mons. Ruppi, ricorda ai Confratelli<br />

che, a seguito del trasferimento di Mons. Semeraro alla <strong>Diocesi</strong><br />

di Albano, è necessario provvedere all’elezione del Presidente dell’Istituto<br />

Pastorale Pugliese.<br />

Mons. Papa propone di nominare Mons. Fragnelli, vescovo di Castellaneta.<br />

I Vescovi approvano all’unanimità.<br />

Il Direttore dell’I.P.P. fa consegnare ai Vescovi una cartella [Allegato<br />

7] con la documentazione dell’attività svolta (Relazione dell’Anno<br />

2004; elenchi dei docenti e partecipanti al Forum Pastorale; n. 3 ela-


orati per le tre sessioni del Forum; Consulenze svolte nel 2004; Conto<br />

economico dell’Istituto Pastorale, lettera di dimissioni del Direttore).<br />

Particolare attenzione meritano gli elaborati prodotti in relazione agli incontri<br />

formativi sul forum pastorale generale “Diventare Comunità dall’Eucaristia”<br />

realizzati in Regione come preparazione al Congresso Eucaristico<br />

Nazionale di Bari. Le tre sessioni si sono svolte rispettivamente<br />

a Lucera (Oasi Betania il 10.12.2004) sul tema: Sviluppo di comunità e<br />

progettazione pastorale; a Conversano (S. Maria dell’Isola il 14 gennaio<br />

2005) sul tema: Fare Comunità: governare i processi decisionali;<br />

a Lecce (Pastor Bonus il 28.01.05) sul tema: Formare alla Comunità<br />

Cristiana. Dopo aver raccontato ai Vescovi l’impostazione e lo sviluppo<br />

del forum pastorale, l’attività svolta dall’Istituto Pastorale nel corso dell’anno<br />

ed il conto economico, don Damasi presenta anche ai Vescovi le<br />

sue dimissioni da Direttore dell’I.P.P. essendo terminato il periodo per il<br />

quale è stato nominato. I Vescovi non accettano le dimissioni, rinviando<br />

ogni decisione a dopo il Congresso Eucaristico Nazionale.<br />

Mons. Papa interviene per chiedere a don Damasi la ragione della<br />

scelta dei tre temi e dei tre incontri. Don Damasi risponde che è emerso<br />

tenendo presenti sia le comunità e sia le indicazioni dei sacerdoti partecipanti.<br />

Mons. Calabro, da una lettura dei documenti forniti, ha l’impressione<br />

che emerga un’attenzione (per esempio per il cambio di guida) in chiave<br />

troppo sociologica e poco pastorale.<br />

Secondo Mons. Cacucci l’I.P.P. deve continuare ad impegnarsi sulla<br />

formazione permanente dei sacerdoti, dei docenti Irc, dei formatori di<br />

giovani e adolescenti. Invita a presentare ai Vescovi un programma da seguire;<br />

individuare gruppi di formatori; organizzare l’I.P.P. con un apposito<br />

segretario per meglio coordinare e gestire tutte le iniziative formative.<br />

Anche Mons. Ruppi, concludendo, ribadisce che l’I.P.P. debba dedicarsi<br />

alla formazione permanente del clero, ispirazione iniziale dello<br />

stesso Istituto. Oggi appare molto utile la possibilità di conseguire dei<br />

master per formatori di comunità. Ed infine, considera utile la figura<br />

di un segretario, ma che abbia buone capacità di comunicatore e svolga<br />

la funzione di portavoce, divulgatore <strong>delle</strong> iniziative dell’I.P.P. Sarebbe<br />

utile che per la riunione di giugno fosse approntata una linea di sviluppo<br />

e di continuità dell’I.P.P.<br />

Don Damasi, nella breve replica agli interventi, precisa che il Forum<br />

non è ancora concluso e mancano le valutazioni generali sul cammino<br />

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1 4<br />

percorso. Inoltre fa presente che i Vescovi possono intervenire a tutte le<br />

sessioni di lavoro. Quanto alle richieste e prospettive indicate, tutto è possibile,<br />

ma dotando l’I.P.P. di altre risorse umane disponibili ed efficienti.<br />

6. La Legge sulla procreazione medicalmente assistita e i referendum<br />

Dopo una breve interruzione dei lavori, i Vescovi si ritrovano per<br />

ascoltare il Dott. Zelante, dell’Istituto di Genetica di Casa Sollievo della<br />

Sofferenza, ed approfondire le problematiche inerenti la legge 40/2004<br />

(procreazione medicalmente assistita) e la prossima consultazione referendaria.<br />

Il Dott. Zelante introduce il suo intervento con due premesse. Una<br />

storica: Casa Sollievo 10 anni fa ebbe il coraggio di affrontare la genetica<br />

(acquisendo l’Istituto Mendel). Secondo i rapidi progressi nella<br />

biotecnologia trovano impreparati giuristi, filosofi, politici e bioetici...<br />

nonostante tutto l’interesse mostrato verso problemi molto seri ma spesso<br />

asserviti all’interesse economico, scientifico, politico.<br />

La scienza riconosce che già lo zigote è una nuova entità, irripetibile<br />

ed unica. Pertanto si parla di dignità dell’embrione e della sua intangibilità.<br />

La biotecnologia è giunta a manipolare e, quindi, ad interferire<br />

nel processo naturale di formazione e di sviluppo dell’embrione. Si pone<br />

qui il problema della procreazione medicalmente assistita: quando la<br />

formazione dell’embrione avviene al di fuori dell’atto coniugale o con<br />

gameti della coppia (omologa) o esterni alla coppia (eterologa). Ma il<br />

processo per la formazione dell’embrione è oggi possibile tecnicamente<br />

anche per una coppia omosessuale, o di una singola persona. Insomma,<br />

senza scendere in molti dettagli tecnici, ci si trova davanti ad un far west<br />

incredibile di richieste e iniziative che disorientano. Sino ad oggi ogni<br />

Stato legifera per conto proprio.<br />

In Italia, dopo anni e anni di discussioni, è stata approvata dal Parlamento<br />

la prima legge per la procreazione medicalmente assistita [Legge<br />

n. 40 del 2004], con la quale si è cercato di creare una intesa tra uomini di<br />

buona volontà e porre qualche argine alla mancanza di regole.<br />

In sintesi la Legge 40 consente l’accesso alla procreazione assistita<br />

alle coppie eterosessuali di fatto viventi nelle quali manca la fertilità.<br />

È dichiarata ammissibile solo la procreazione omologa. Vengono riconosciuti<br />

i diritti del nascituro. La legge, inoltre, vieta la produzione eccessiva<br />

di embrioni, la loro conservazione per finalità diverse dalla pro-


creazione (per esempio, per ottenere cellule staminali, sulle quali oggi<br />

si concentrano molti studi scientifici, presentandole come grandi potenzialità!).<br />

La Chiesa deve prestare molta attenzione al problema cui sono<br />

connesse conseguenze non indifferenti sulla dignità dell’embrione.<br />

Per quanto concerne la consultazione referendaria, il dott. Zelante la<br />

considera illegittima perché vengono chiamati a decidere gli elettori su<br />

cose che non riescono a comprendere. Sussiste una confusione tra concetti<br />

scientifici certi e concetti non scientifici.<br />

Per venire, infine, ai quesiti referendari il Dottore ricorda che la Corte<br />

Costituzionale ha respinto il quesito proposto dai radicali (abolizione<br />

della legge in toto e determinare una vacatio legis per garantire la massima<br />

libertà!), mentre ne ha ammesso quattro: 1) libertà di accesso alla<br />

procreazione assistita, con abolizione dell’obbligo di diagnosi medica di<br />

sterilità; 2) abolizione dei diritti del concepito, del limite di tre embrioni,<br />

ecc.; 3) abolizione di ogni divieto alla sperimentazione sugli embrioni;<br />

4) abolizione del divieto della fecondazione eterologa! Una impostazione<br />

che prescinde dalla famiglia. Ecco perché è proprio la famiglia che va<br />

difesa e tutelata.<br />

Al termine dell’intervento del medico, segue un articolato dibattito<br />

tra i presenti e importanti precisazioni mediche da parte del Relatore.<br />

Il Presidente della CEP, Mons. Ruppi, prima di concludere l’incontro<br />

per il pranzo, ringrazia il Dott. Zelante per la sua disponibilità e auspica<br />

che altri medici competenti e con capacità comunicative si mettano a<br />

disposizione nelle diverse diocesi per un discorso di formazione indirizzato<br />

al clero e ai laici.<br />

7. Incontro CEP - CISM<br />

I lavori della Conferenza riprendono alle ore 16.00 con l’incontro dei<br />

Vescovi con i Ministri Provinciali <strong>delle</strong> Comunità Religiose Maschili<br />

presenti in Puglia.<br />

Mons. Ruppi saluta i Ministri Provinciali, ringraziandoli per la loro<br />

presenza e per il dialogo fraterno che si manifesta in questo annuale<br />

appuntamento. La loro presenza e attività, specie in alcuni luoghi di<br />

sofferenza (ospedali, carceri, ...) è un segno di speranza e di concreta<br />

testimonianza di fede.<br />

Prende la parola il Rev. P. Donato Sardella ofm, Presidente della CI-<br />

SM, per il suo intervento. Il P. Provinciale legge ai Vescovi la sua rela-<br />

1


1<br />

zione [Allegato 8] nella quale esprime la gratitudine ai Vescovi per<br />

questa occasione di dialogo e per la particolare attenzione <strong>delle</strong> Chiese<br />

di Puglia alla vita consacrata, come sperimentato ancora una volta<br />

nell’annuale meeting che ha avuto per tema “...e danzando canteranno.<br />

La vita consacrata nella Chiesa in festa”, intenso momento di preparazione<br />

al Congresso Eucaristico Nazionale. Evidenzia anche la significativa<br />

partecipazione di alcuni Ministri Provinciali ai consigli presbiterali<br />

e pastorali <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> nelle quali sono presenti. Richiama anche<br />

l’esperienza della predicazione itinerante, sotto forma di missione<br />

evangelizzatrice, vissuta congiuntamente da diverse famiglie religiose<br />

in alcune <strong>Diocesi</strong>. Infine, P. Sardella, dopo aver ricordato il significativo<br />

impegno per la costituzione della Facoltà Teologica, ulteriore segno di<br />

comunione, chiede una particolare attenzione anche alle istituzioni culturali<br />

dei religiosi (come biblioteche e archivi). Guardando al futuro, P.<br />

Sardella annunzia la presenza in Puglia del Consiglio di Presidenza e dei<br />

Presidenti regionali C.I.S.M. nei giorni 25-27 maggio, durante il CEN,<br />

mentre nel prossimo mese di novembre si terrà in Puglia l’Assemblea<br />

Generale C.I.S.M.<br />

Interviene Mons. Cacucci per presentare il programma generale <strong>delle</strong><br />

giornate del C.E.N. e richiamare l’attenzione alla mattinata di venerdì,<br />

quando il Card. Ruini incontrerà i gruppi, movimenti e associazione ecclesiali.<br />

La presenza del clero e della vita consacrata deve offrire una<br />

visibilità della Chiesa di comunione.<br />

Mons. Pichierri esprime gioia e gratitudine per l’incontro e la positiva<br />

esperienza vissuta in diocesi per la missione “giovani per i giovani”.<br />

Invita ad una speciale attenzione per la giornata della vita consacrata.<br />

Anche Mons. Paciello, riferendosi alla missione giovani, presenta<br />

l’esigenza di una missione inserita nel cammino pastorale e con il coinvolgimento<br />

della diocesi.<br />

P. Donato risponde che la missione parte un anno prima proprio per il<br />

coinvolgimento della diocesi prima e soprattutto dopo la missione. Molto<br />

importante è la previa lettura o conoscenza del territorio.<br />

Mons. Ruppi, facendo riferimento all’Anno dell’Eucaristia e alla comunione<br />

ecclesiale, si chiede: cosa possiamo fare di più noi vescovi con<br />

voi religiosi? Quali prospettive di impegno per la nostra Regione dopo<br />

il CEN?<br />

Mons. Papa: oltre l’aspetto comunionale, la dimensione contemplativa!<br />

C’è oggi una forte nostalgia di Dio, di spiritualità. Una domanda che


deve trovare risposta in ogni comunità religiosa. Moltiplicare i luoghi e i<br />

momenti di adorazione.<br />

Nelle comunità monastiche e religiose di Bari – interviene Mons. Cacucci<br />

– è stato accolto l’invito rivolto da Mons. Bregantini, con <strong>delle</strong><br />

proposte di momenti di adorazione, veglie di preghiera il sabato notte.<br />

A Lecce, in una chiesa del centro storico c’è la possibilità di adorazione<br />

dalle 22 all’una. Anche a Foggia è stata fatta questa esperienza.<br />

P. Sabino Di Molfetta, Provinciale dei Giuseppini di Asti, nel riferire<br />

che presso il Santuario dello Sterpeto a Barletta, già da tempo ogni<br />

sabato sera c’è un momento di preghiera dalle ore 22 alle 24, aggiunge,<br />

rivolto ai Vescovi: Non abbiate paura di chiederci ciò di cui pensate aver<br />

bisogno senza timore di invasione di campo!<br />

P. Giuseppe Piemontese, provinciale dei Conventuali, a proposito dei<br />

monasteri di clausura, dice che le monache ascoltano sia il Vescovo, sia<br />

il Provinciale; pertanto sarebbe opportuna una reciproca informazione.<br />

Positiva è la partecipazione ai consigli presbiterali. Si chiede una collaborazione<br />

per il discernimento <strong>delle</strong> vocazioni, specie femminili. Per<br />

l’aiuto economico (biblioteche e archivi...) si attendono segnali concreti.<br />

Infine, chiede qualche informazione sulla Facoltà Teologica.<br />

Fra Diego Pedone, ministro prov. dei Cappuccini (Bari) sottolinea<br />

l’urgenza di chiedere una specifica attenzione ai poveri e agli ultimi, al<br />

Corpo di Cristo offeso, lacerato e abbandonato.<br />

Seguono altri interventi che sottolineano l’attenzione ai ragazzi, agli<br />

adolescenti e ai giovani (P. Agostino ofm Lecce; Terziari Cappuccini,..).<br />

Mons. Todisco in riferimento all’Anno dell’Eucaristia, ricorda l’importanza<br />

del sacramento della riconciliazione ed esorta i religiosi ad essere<br />

più disponibili anche per gli stessi sacerdoti.<br />

P. Mario, Provinciale dei Carmelitani, si sofferma sull’aspetto vocazionale<br />

e sull’attenzione al carisma dell’Istituto. Esprime gratitudine per<br />

il lavoro svolto nella Commissione regionale per il lavoro di formazione<br />

dei giovani preti. Conclude con l’auspicio che nel magistero dei Vescovi<br />

sia più presente l’attenzione alla vita consacrata.<br />

Mans. Ruppi, nella qualità di Presidente della CEP, al termine degli<br />

interventi risponde ad alcuni quesiti emersi nel dibattito.<br />

Quanto alla Facoltà Teologica: il 20 dicembre u.s. la Cei ha trasmesso<br />

tutta la documentazione alla Congregazione per l’Educazione Cattolica.<br />

Si è cercato di mantenere un alto profilo di unità della nuova istituzione<br />

1


1<br />

che avrà a Bari la sede. Si spera di avere risposte più concrete entro i mesi<br />

di marzo-aprile dal Dicastero Pontificio.<br />

Quanto ai Beni Culturali, è previsto il riconoscimento da parte della<br />

CEI <strong>delle</strong> biblioteche di Istituti Religiosi (là dove esistono ed hanno una<br />

consistenza reale), al fine di ottenere un contributo dai fondi dell’otto<br />

per mille. Ma si dovrà anche cominciare a pensare ad un progetto di<br />

informatizzazione dei fondi librari esistenti nella Regione, a cominciare<br />

dalle biblioteche della futura Facoltà Teologica.<br />

Alle ore 18.00, conclusi i lavori della giornata, gli Arcivescovi, Vescovi<br />

e Provinciali si recano nella Chiesa Madre di San Giovanni Rotondo<br />

per la Concelebrazione Eucaristica, presieduta dall’Ordinario del<br />

luogo Mons. D’Ambrosio, in segno di accoglienza e comunione con la<br />

comunità ecclesiale locale.<br />

Giovedì 27 gennaio<br />

La giornata inizia alle ore 7.30 con la Concelebrazione Eucaristica<br />

presieduta da Mons. Ruppi, Arcivescovo di Lecce e Presidente della<br />

CEP, nella cripta del Santuario S. Maria <strong>delle</strong> Grazie, presso la tomba di<br />

San Pio da Pietrelcina.<br />

Alle ore 10.00 riprendono i lavori della Conferenza con l’annuncio,<br />

da parte di Mons. Ruppi, della firma di una nuova Intesa per i Beni Culturali<br />

tra la C.E.I. e il Ministero per i BB.CC. A tale proposito i Vescovi<br />

vengono informati che nel riordino <strong>delle</strong> Soprintendenze, è stata costituita<br />

la Direzione Generale regionale ed è stato nominato Direttore Generale<br />

l’Arch. Gian Marco Jacobitti.<br />

8. Incontro annuale C.E.P. - U.S.M.I. e G.I.S.<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, saluta a nome dei Vescovi, le Madri Generali,<br />

Provinciali e le Responsabili degli Istituti Secolari presenti in<br />

Puglia e dà la parola a M. Lucia Resta, Provinciale <strong>delle</strong> Adoratrici del<br />

Preziosissimo Sangue.<br />

La Presidente USMI esprime gratitudine per il cammino comune<br />

fatto con le Chiese di Puglia e nel suo intervento mette a fuoco sia la<br />

consistenza della vita religiosa femminile nella Regione, sia i problemi<br />

importanti da affrontare [Allegato 9].


In particolare, quanto alla presenza geografica e al servizio apostolico,<br />

in Puglia sono presenti 4.500 religiose distribuite in 480 comunità e<br />

28 monasteri; al novembre 2004 le comunità impegnate nel servizio pastorale<br />

sono 132, mentre 138 in opere sociali e assistenziali; 25 in ospedali.<br />

Quanto alla pastorale della cultura le religiose hanno 162 scuole<br />

dell’infanzia, 27 primarie, 7 superiori di 1° grado e 18 di 2° grado e Istituti<br />

di formazione professionale.<br />

M. Resta pone l’accento sul passaggio epocale che esige dalla vita<br />

consacrata una presa di coscienza della propria identità e della riscoperta<br />

dei carismi per una testimonianza semplice e coraggiosa nell’oggi.<br />

Se la V.C. è profezia, c’è molto da lavorare per affrontare le sfide della<br />

spiritualità, dell’inculturazione, <strong>delle</strong> nuove vocazioni, del ruolo della<br />

donna nella Chiesa, <strong>delle</strong> vecchie e nuove povertà. Il cammino di comunione<br />

che si va consolidando tra USMI, CISM e GIS, mentre fa avvertire<br />

l’esigenza di maggiore comunione intercongregazionale, pone la necessità<br />

di essere in rete per meglio riflettere <strong>insieme</strong> e proiettarsi verso il<br />

futuro. L’USMI pugliese è formata da 18 superiore generali, 5 Superiore<br />

provinciali, 29 delegate; dal Consiglio di Presidenza e dagli uffici per<br />

la formazione, la pastorale di ambiente. Si auspica anche una presenza<br />

più attiva e stimolante da parte dei Vicari Episcopali per la V.C., adeguatamente<br />

formati come guide spirituali e disponibili per le confessioni e<br />

il discernimento vocazionale. Nelle giornate vocazionali sarebbe bello<br />

sentire parlare anche della vita consacrata femminile che fa parte della<br />

vita della Chiesa.<br />

M. Resta presenta, infine, alcune richieste ai Vescovi. Predisporre<br />

forme di aiuto e sostegno formativo per le religiose che provengono<br />

dall’Asia o Africa, specie quando nella singola diocesi non è possibile.<br />

Prendere in considerazione anche l’insegnamento della religione nelle<br />

scuole statali, come forma di apostolato per le religiose in possesso dei<br />

requisiti. Studiare una convenzione tra diocesi-parrocchia e istituto religioso<br />

per le religiose impegnate a tempo pieno nella pastorale. È possibile<br />

avere un ufficio regionale centrale per l’USMI, la CISM e GIS?<br />

M. Resta conclude ringraziando i presenti per l’attenzione ed auspica<br />

che il dialogo si sviluppi ancora nella linea già tracciata dalle Mutuae<br />

Relationes e che veda come frutto maturo proprio la Facoltà Teologica<br />

per cui si sta lavorando.<br />

Mons. Ruppi invita la coordinatrice del GIS ad intervenire.<br />

1


200<br />

Prende la parola la Prof. Maria Nobile, di Taranto, che ha assunto da<br />

poco questo incarico dopo la Prof. De Giorgi.<br />

Gli Istituti Secolari – dice la Nobile – sono una realtà formata da laici,<br />

laiche e sacerdoti, persone che vivono la propria consacrazione nell’impegno<br />

professionale storico e mondano. Invita a guardare con gratitudine<br />

gli Istituti Secolari come dono per la presenza di questa forma di consacrazione<br />

in Regione. C’è bisogno di uno sguardo benevolo per sentirsi<br />

sostenuti. Il coordinamento degli Istituti Secolari nella nostra Puglia ha<br />

avuto inizio con il Convegno sulla Vita Consacrata in Puglia del 1998.<br />

Al momento risultano circa 50 Istituti Secolari, ma solo 11 responsabili.<br />

La dott. Parato è entrata a far parte del Consiglio Mondiale degli istituti<br />

Secolari. In Puglia ne sono nati 10 ed i loro responsabili sono in Regione.<br />

Quanto ai GIS diocesani, sono presenti solo nelle città capoluogo ma<br />

non nelle altre diocesi e si dovrebbero promuovere. La Nobile conclude<br />

esprimendo la propria gioia nel vivere questa esperienza di Chiesa.<br />

Ascoltate le relazioni, il Presidente Mons. Ruppi apre la discussione.<br />

Anzitutto ricorda alle Congregazioni che gestiscono istituti di assistenza<br />

per minori o anziani di fare attenzione alla trasformazione in atto disposta<br />

dai piani sociali di zona che devono razionalizzare i servizi presenti<br />

sul territorio. Pertanto è indispensabile intervenire agli incontri per essere<br />

riconosciuti e inseriti negli stessi piani. I futuri interventi regionali<br />

saranno possibili solo se inseriti nei piani di zona.<br />

Mons. Cacucci ricorda l’importanza dell’Atlante della vita consacrata<br />

in Puglia e richiama l’attenzione sul prossimo Congresso Eucaristico<br />

Nazionale (Bari 21-29 maggio) che vuol essere espressione di<br />

un popolo credente, di una comunità completa non divisa per categorie,<br />

che si ritrova per riproporre la centralità della domenica e l’importanza<br />

dell’adorazione eucaristica. Un impegno specifico per la vita consacrata,<br />

cui è rivolto un particolare invito a ritrovarsi in alcuni momenti più<br />

significativi come l’apertura del CEN, la preghiera ecumenica (mercoledì),<br />

dal venerdì alla domenica, per vivere <strong>insieme</strong> l’esperienza del popolo<br />

di Dio.<br />

Mons. Papa, dopo aver ringraziato il presidente per le integrazioni<br />

alla relazione, si complimenta con M. Resta per la relazione e ricorda,<br />

con uno sguardo storico, come gli Istituti di Vita Consacrata siano stati<br />

i primi a cogliere le trasformazioni nella Chiesa. Mentre molti istituti<br />

si impoveriscono sino ad estinguersi, altri nuovi nascono e nel cambiamento<br />

sono chiamati a vivere l’ecclesiologia della comunione. Secondo


Mons. Papa, l’accento va posto sulla fedeltà creativa, specie in riferimento<br />

ad opere sociali nate in altri contesti culturali ed oggi soggetti a<br />

profondi cambiamenti. Mons. Papa vede positivamente l’inserimento di<br />

religiose qualificate nell’insegnamento della religione cattolica. Quanto<br />

agli Istituti secolari rappresentano dei valori evangelici che passano nel<br />

vissuto della gente.<br />

Mons. Fragnelli esprime gioia e soddisfazione per questi incontri e gli<br />

argomenti proposti nelle relazioni, richiamando l’importanza di alleanze<br />

formative per il discernimento vocazionale e l’accompagnamento da parte<br />

di sacerdoti preparati e disponibili. Quanto alle convenzioni pastorali, si<br />

dovrebbe passare dalle collaborazioni alla corresponsabilità. Infine, importante<br />

è l’orientamento missionario unitario per la pastorale d’ambiente.<br />

Mons. Paciello osserva come non si parli dell’Ordo Virginum e chiede<br />

informazioni su qualche esperienza di convenzione pastorale. Fa osservare<br />

la necessità di formare i futuri sacerdoti al discernimento vocazionale<br />

e carismatico.<br />

La Dott. Parato, componente dell’organismo mondiale del GIS, dice<br />

che gli Istituti Secolari sono come l’ala avanzata della Chiesa, ma molto<br />

spesso non vengono utilizzati nelle <strong>Diocesi</strong>, con tutte le potenzialità che<br />

hanno (per esempio l’Editrice Vivere In).<br />

Mons. Seccia riferisce della presenza di nuovi Istituti o Congregazioni<br />

religiose nella <strong>Diocesi</strong> e della necessità di avere dei riferimenti<br />

qualificati per assicurare formazione e aggiornamento che la <strong>Diocesi</strong> da<br />

sola non è in grado di fare. Per quanto concerne gli Istituti Secolari c’è<br />

qualche difficoltà proprio a livello di conoscenza degli stessi consacrati<br />

che non sempre si presentano al Vescovo. Infine, ricorda le difficoltà per<br />

l’inserimento nell’insegnamento della religione sia per il ridotto margine<br />

del 30 per cento, sia per i tempi in cui avvengono i trasferimenti <strong>delle</strong><br />

religiose da una diocesi ad un’altra.<br />

Anche Mons. Martella interviene sulla preparazione e disponibilità dei<br />

sacerdoti e sulle convenzioni pastorali. Chiede, a proposito <strong>delle</strong> vocazioni,<br />

se e quanto la vita consacrata investe per la pastorale vocazionale.<br />

La Dott. Nobile, a proposito del segreto, chiede ai Vescovi di aiutare<br />

i consacrati nel loro specifico carisma. Alcuni Istituti hanno <strong>delle</strong> opere,<br />

altri vivono la laicità piena e il riserbo è vissuto diversamente.<br />

Mons. Zerrillo riferisce quattro casi di convenzione pastorale e dell’equipe<br />

di pastorale vocazionale che vede coinvolti anche membri della<br />

vita consacrata.<br />

201


202<br />

P. Diego Pedone, Vice Presidente CISM, esprime fiducia a partire da<br />

questo incontro e, facendo riferimento al foglio di collegamento Convergere,<br />

parla del servizio offerto o richiesto, ma sempre di qualità. I<br />

religiosi vogliono vivere e non sopravvivere, sono importanti per la vita<br />

della <strong>Diocesi</strong>. Un particolare invito alla contemplazione fondato sulla<br />

certezza che il Padre dona in ogni tempo energie nuove alla sua Chiesa!<br />

P. Piemontese richiama il problema <strong>delle</strong> religiose provenienti da altri<br />

Paesi con un discernimento limitato; accenna anche al trasferimento<br />

<strong>delle</strong> sedi provinciali. Per le quali, interviene Mons. Ruppi, i Vescovi<br />

non sono informati!<br />

Mons. Todisco considera questo incontro, che si ripete da diversi anni,<br />

uno dei più concreti, perché fondato sull’esperienza condivisa ed uno<br />

stimolo a farci carico di tutto ciò che è Chiesa. Il versante primario posto<br />

da Cristo per la vita consacrata, continua Mons. Todisco, è la Storia:<br />

gioiosa testimonianza di Cristo Signore nella storia.<br />

M. Resta ringrazia per il reciproco ascolto e si augura un passaggio<br />

all’attuazione di quanto è emerso.<br />

Mons. Ruppi conclude l’incontro ribadendo la necessità di fare attenzione<br />

agli istituti assistenziali per i minori.<br />

Mons. Cacucci, infine, ricorda che il 10 febbraio presso la Casa del<br />

Clero di Bari, alle ore 9.30, avrà luogo l’incontro dei delegati diocesani<br />

per il Congresso Eucaristico Nazionale.<br />

Con la recita dell’Angelus, si concludono i lavori della CEP.<br />

9. Varie<br />

Commissioni Pastorali regionali. Non avendo il tempo di approfondire<br />

l’argomento, vengono acquisite agli atti della CEP le relazioni sui<br />

lavori <strong>delle</strong> singole commissioni nel corso dell’ultimo anno o dell’intero<br />

periodo quadriennale [Allegato 10].<br />

Copia <strong>delle</strong> singole relazioni sono consegnate ai Vescovi presenti:<br />

• commissione di pastorale liturgica<br />

• attività delegazione Caritas Regione Puglia<br />

• consulta regionale per la Pastorale della salute<br />

• consulta del laicato<br />

• commissione per l’ecumenismo e il dialogo<br />

• commissione per l’educazione, la scuola e l’università<br />

• commissione per le migrazioni.


Bilancio consuntivo della CEP 2004. Il Segretario consegna ai Vescovi<br />

copia del bilancio consuntivo della CEP relativo al 2004 [Allegato<br />

11].<br />

Calendario CEP 2005. Le riunioni ordinarie della CEP sono fissate<br />

alle seguenti date: martedì 15 marzo (ore 9.30 a Molfetta); martedì 14<br />

giugno (ore 10 a Leuca); lunedì 12 dicembre (9.30 a Molfetta). Nel mese<br />

di ottobre esercizi spirituali o pellegrinaggio con esercizi spirituali dal<br />

10 al 17 o dal 17 al 24 (da precisare).<br />

Il Segretario CEP<br />

✠ Michele Seccia<br />

Vescovo di San Severo<br />

203


204<br />

Verbale<br />

della riunione ordinaria<br />

15 marzo 2005<br />

Seminario Regionale - Molfetta<br />

Martedì 15 marzo 2005 alle ore 9.30, nel Pontificio Seminario Regionale<br />

di Molfetta, ha avuto inizio la riunione ordinaria della Conferenza<br />

Episcopale Pugliese. Presiede l’Arcivescovo Metropolita di Lecce,<br />

Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />

Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />

e Vescovi con lettera di convocazione del 28 febbraio 2005 [Prot.<br />

n. 18/05]:<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

2. Formazione permanente del clero (Mons. Negro)<br />

3. Istituti Superiori di Scienze Religiose<br />

4. Seminario Regionale: Animatori<br />

5. Congresso Eucaristico Nazionale: programma definitivo (Mons.<br />

Cacucci)<br />

6. Varie.<br />

Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />

Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice presidente;<br />

Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />

Domenico Caliandro, Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Vito De<br />

Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons.<br />

Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Benigno<br />

Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri, Mons. Rocco Talucci,<br />

Mons. Francesco Pio Tamburrino, Mons. Francesco Zerrillo.<br />

È altresì presente l’Arcivescovo emerito: Mons. Settimio Todisco.<br />

È assente Mons. Domenico Padovano, impegnato a Roma per il Consiglio<br />

degli Affari Economici.<br />

Dopo la recita dell’Ora media, il Presidente saluta i presenti e ringrazia<br />

per tutti gli attestati di solidarietà giunti in questi giorni alla Chiesa di<br />

Lecce per la vicenda di don Cesare Lodeserto.


1. Comunicazioni del Presidente<br />

a. Consultazione referendaria sulla L. 40/2004<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, riferisce dell’ultimo Consiglio Permanente<br />

della CEI, nel corso del quale è stata ribadita la posizione da assumere<br />

in occasione della consultazione referendaria sulla Legge 40/2004,<br />

a proposito della procreazione medicalmente assistita. La scelta dell’astensione<br />

è ben motivata costituzionalmente, ed è dettata dal tipo di<br />

modifiche che vengono proposte alla Legge, in quanto questa sarebbe<br />

modificata in senso peggiorativo da un punto di vista etico. Il testo approvato<br />

dal Parlamento, pur non rispondendo in pieno e in toto alla visione<br />

etica e antropologica cristiana, è il punto di arrivo e di equilibrio<br />

di un lungo iter legislativo procedurale che ha visto concordare politici<br />

di diversa estrazione culturale e religiosa. Convergenza concretizzatasi<br />

nella costituzione del Comitato “Scienza e Vita”, che sta proponendo a<br />

livello nazionale una informazione scientifica e documentata sui reali<br />

problemi connessi alla procreazione assistita.<br />

È pertanto necessario sia promuovere un’attenta opera di informazione<br />

sul tema, sia spiegare il valore e la necessità della scelta astensionista<br />

per i referendum. Sarebbe opportuno favorire anche nelle diocesi, con il<br />

coinvolgimento di esperti (medici, avvocati, moralisti, operatori di consultori<br />

....) la formazione di Comitati in grado di fornire e promuovere<br />

un’adeguata informazione della comunità.<br />

b. Informazioni varie<br />

Si prevede un ulteriore aumento della percentuale destinata alla Chiesa<br />

Cattolica (dal 76% all’89% nel giro di 14 anni). È opportuno che anche<br />

le <strong>Diocesi</strong>, come la CEI, creino un fondo di accantonamento, per<br />

prevenire eventuali difficoltà in futuro.<br />

Quanto alla Facoltà Teologica Pugliese, la pratica sta proseguendo il<br />

suo iter procedurale presso la Congregazione per l’Educazione Cattolica.<br />

Per la gestione del Tribunale Ecclesiastico Regionale di Bari è stato<br />

assegnato un fondo di 750.000,00 Euro.<br />

È stato approvato un documento sul primo annuncio del Vangelo e la<br />

nuova Ratio per la formazione degli aspiranti al sacerdozio (quest’ultima<br />

sarà discussa in Assemblea nella sessione del prossimo novembre).<br />

Infine è stato anche approvato un documento sulla pastorale rurale.<br />

20


20<br />

2. Formazione permanente del clero (Mons. Negro)<br />

Mons. Negro. Arcivescovo di Otranto e Delegato della Commissione<br />

regionale per il clero, introduce il lavoro svolto nell’ultimo quinquennio<br />

dalla commissione e consegna ai Vescovi le Linee guida per un progetto<br />

regionale sulla Formazione permanente dei presbiteri nelle Chiese di<br />

Puglia [Allegato 1] ed invita P. Luigi Gaetani e don Angelo Sabatelli<br />

ad illustrare ai Vescovi la proposta maturata.<br />

I relatori parlano dei lavori della Commissione Presbiterale Regionale,<br />

<strong>delle</strong> persone coinvolte, dell’iter seguito, dall’analisi alla proposta di<br />

scelte a livello regionale. In particolare, la proposta comprende:<br />

• la condivisione di un modello di formazione permanente<br />

• l’individuazione in ogni diocesi di un presbitero referente e di un<br />

gruppo di lavoro<br />

• la creazione di una apposita struttura di sostegno a livello regionale.<br />

Sulla base di questi elementi essenziali e di quanto esposto dai relatori<br />

si apre la discussione.<br />

Mons. Martella condivide quanto proposto come punto di riferimento.<br />

Mons. Papa si complimenta per il lavoro fatto ed approva la proposta<br />

di un apposita struttura di sostegno, pur ribadendo che è la <strong>Diocesi</strong> il<br />

luogo naturale della formazione permanente del Presbitero. L’organismo<br />

ad essa preposto sarà l’Istituto Pastorale Pugliese.<br />

Anche Mons. D’Ambrosio approva il lavoro fatto ed evidenzia la necessità<br />

per ogni diocesi di avere una realtà diocesana cui fare riferimento.<br />

Mons. Paciello, pur condividendo una particolare attenzione ai sacerdoti<br />

giovani, invita a seguire con attenzione tutti i sacerdoti. Si chiede<br />

come l’Istituto Pastorale Pugliese può arrivare ad un’azione efficace per<br />

tutti i sacerdoti.<br />

Mons. Pichierri afferma che l’azione dell’IPP ha già avuto positive<br />

ricadute nelle diocesi; ora si avverte il bisogno di conoscere comunità<br />

dove indirizzare sacerdoti in difficoltà.<br />

Gratitudine e piena condivisione per il lavoro svolto e il progetto<br />

presentato è espressa da Mons. Caliandro, ma avverte la difficoltà nel<br />

far comprendere che i giovani hanno bisogno di esperienze di sostegno.<br />

D’accordo sul ruolo dell’IPP.


Secondo Mons. Talucci, che condivide la proposta, il discorso andrebbe<br />

allargato a tutti anche alle comunità. Importante, inoltre, avere<br />

<strong>delle</strong> comunità di riferimento per le situazioni più gravi.<br />

Mons. Tamburrino considera un dono la proposta di un supporto regionale<br />

per una urgenza avvertita da tutti.<br />

Mons. Ruppi nel condividere quanto proposto dalla Commissione,<br />

suggerisce di dare seguito al lavoro già svolto, programmando un corso<br />

per i formatori (almeno un sacerdote per diocesi) e di confermare un<br />

luogo di riferimento per tutta la regione, in modo che nell’arco di un<br />

triennio si realizzi un corso per i formatori.<br />

Prima di concludere, Mons Negro ringrazia la commissione presbiterale<br />

regionale per il lavoro svolto ed affida la proposta elaborata all’IPP.<br />

3. Istituti Superiori di Scienze Religiose (ISSR)<br />

Mons. Ruppi consegna ai presenti uno schema e la copia della Nota<br />

CEI [Allegato 2] per presentare l’argomento in discussione e premette<br />

che si tratta di un processo più generale concernente la riorganizzazione<br />

degli studi teologici in Italia con un rigore scientifico. L’indirizzo generale<br />

deciso è che tutti gli ISSR esistenti nella Regione, dipendano dalla<br />

Facoltà Teologica. In vista di questo traguardo la nostra Regione è particolarmente<br />

interessata.<br />

Gli Istituti di Scienze Religiose cessano di esistere e sono trasformati<br />

in Scuole di Formazione teologica e rilasciano un diploma o attestato<br />

che non costituisce titolo per accedere agli ISSR.<br />

Si punta alla realizzazione di un sistema a rete: Facoltà e Istituti (con<br />

curriculum quinquennale 3+ 2). Al termine del triennio si consegue il<br />

diploma in Scienze religiose ; con il successivo biennio, il Magistero in<br />

Scienze Religiose (laurea specialistica).<br />

Ora sia per la conferma degli ISSR sia per una nuova erezione è indispensabile<br />

assolvere alle seguenti condizioni, tutte ben precisate dalla<br />

nota CEI che i Vescovi leggono in copia, con una proposta applicativa<br />

per la Puglia. Un adeguato bacino di utenza, un minimo di 12 alunni per<br />

anno, uno Statuto e Regolamento; un regolare piano di studi; un adeguato<br />

corpo docente, una sede, una biblioteca, diversi sussidi didattici; un piano<br />

di finanziamento e la convenzione tra l’ISSR e la Facoltà Teologica.<br />

La CEP deve formulare il piano degli ISSR per il territorio regionale,<br />

attivando una procedura iniziale: prende contatto con la Facoltà<br />

20


20<br />

Teologica e raggiunge le intese circa Statuti e Regolamenti; elabora una<br />

convenzione base che sarà firmata dal moderatore. Se la CEI accoglie il<br />

piano e le proposte concrete, esamina e trasmette alla CEC che procede<br />

all’erezione. Se un ISSR già eretto risulta essere inadempiente alle Norme<br />

ora fissate, potrà essere sospeso e, se è il caso, annullato dalla CEC.<br />

Per passare alla fase operativa nella nostra Regione, il Presidente delinea<br />

un piano di lavoro e propone una riunione operativa dei Direttori<br />

ISSR e <strong>delle</strong> sedi attivate; dovrà trasmettere alla CEI la pianificazione<br />

in base alla quale dovrà essere approntata la documentazione richiesta<br />

per poterla inoltrare alla Congregazione per l’Educazione Cattolica; se<br />

la Facoltà dovesse essere eretta e il piano ISSR approvato, si potrebbe<br />

partire già con l’anno accademico 2005-2006.<br />

Sulle indicazioni offerte dal Presidente si apre un articolato confronto<br />

durante il quale emerge una sostanziale condivisione della pianificazione<br />

regionale degli ISSR. Questi sarebbero presenti nelle città capoluogo,<br />

con sedi distaccate in alcune diocesi che dovranno essere in grado<br />

di assicurare la presenza e la funzionalità del primo triennio dell’ISSR<br />

secondo le precise norme stabilite dalla Cei e dalla Congregazione. In<br />

particolare gli ISSR sarebbero a Bari (con Trani e Conversano); a Foggia<br />

(con Lucera, San Severo Manfredonia); a Lecce (con Brindisi); a<br />

Taranto (con Oria). I Vescovi approvano all’unanimità la pianificazione<br />

regionale, anche se ci vorrà almeno un biennio per la transizione.<br />

4. Seminario Regionale: Animatori<br />

L’argomento viene rinviato alla prossima riunione di giugno.<br />

5. Congresso Eucaristico Nazionale: programma definitivo<br />

L’Arcivescovo di Bari-Bitonto, Mons. Cacucci, introduce ringraziando<br />

i Vescovi della Regione per il vivo interesse mostrato verso il CEN e<br />

l’apporto positivo offerto a questo evento. Anticipa che il 18 marzo p.v.<br />

avrà luogo a Bari un ulteriore incontro per i referenti diocesani per fare il<br />

punto sulla iscrizione preventiva agli eventi del CEN.<br />

Mons. Cacucci invita gli Arcivescovi e Vescovi della Regione a partecipare<br />

alla Solennità del Corpus Domini, anticipata a Bari il giovedì,<br />

con una delegazione diocesana.


Mons. Cacucci comunica anche che il Comitato per la preparazione<br />

del CEN propone di celebrare, Domenica 10 aprile (III domenica di Pasqua)<br />

1 , in tutte le <strong>Diocesi</strong> della Regione una Giornata di preghiera e di<br />

solidarietà per la buona riuscita del Congresso Eucaristico Nazionale di<br />

Bari. Il Presidente, Mons. Ruppi, sottolinea l’importanza di un segno per<br />

sensibilizzare tutte le comunità ecclesiali sull’evento che si celebrerà<br />

nella nostra Regione. I Parroci e tutti i sacerdoti siano invitati a parlare<br />

del Congresso, del suo tema, ed eventualmente, sollecitino un gesto di<br />

solidarietà fraterna che i Vescovi trasmetteranno direttamente all’Arcivescovo<br />

di Bari. I Vescovi condividono la proposta all’unanimità.<br />

Particolare risalto viene dato alla proposta che sarà offerta ai giovani<br />

nel “Villaggio Giovani” da sabato 21 al giovedì: un’iniziativa che dipenderà<br />

molto dall’adesione <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> pugliesi e che potrà anche essere<br />

ripetuta in diocesi.<br />

Mons. Padovano, Vescovo delegato per i beni culturali, archivi e musei,<br />

non potendo presenziare alla riunione odierna, ha chiesto al suo Vicario<br />

generale di raccogliere il materiale preparato dalle <strong>Diocesi</strong> per una<br />

pubblicazione sui Musei Diocesani esistenti in Puglia, che sarà divulgata<br />

durante il Congresso Eucaristico nazionale.<br />

6. Varie<br />

Mons. Fragnelli, delegato dalla CEP nel Comitato preparatorio del<br />

IV Convegno Ecclesiale Nazionale “Testimoni di Cristo Risorto, speranza<br />

del mondo (Verona 16-22 ottobre 2006), consegna una nota informativa<br />

sul primo incontro del Comitato svoltosi a Roma il 19 febbraio<br />

u.s. [Allegato 3].<br />

L’Arcivescovo di Bari, Mons. Cacucci, fa presente che Mons. Vito<br />

Angiuli di Bari non può più svolgere il compito di responsabile dell’Ufficio<br />

Catechistico regionale per i concomitanti impegni pastorali in <strong>Diocesi</strong>.<br />

I Vescovi presenti indicano all’unanimità il sacerdote don Pio Zuppa<br />

per lo stesso ufficio e per il quinquennio 2005-2010.<br />

Mons. D’Ambrosio sull’esperienza <strong>delle</strong> altre regioni ecclesiastiche,<br />

propone che anche per la Puglia venga nominato un coordinatore regio-<br />

1 Se il Verbale dovesse arrivare in ritardo, per qualche Confratello che si è dovuto<br />

allontanare prima della fine dei lavori, ogni Vescovo decida per una domenica nel<br />

mese di aprile.<br />

20


210<br />

nale per i Gruppi di Preghiera Padre Pio, e indica il P. Luciano Lotti,<br />

capp. della fraternità di San Severo. I Vescovi approvano all’unanimità.<br />

Infine, Mons. Ruppi, per quanto concerne il pellegrinaggio-esercizi<br />

spirituali presenta la proposta offerta dall’Opera Romana Pellegrinaggi<br />

di andare in Giordania [Allegato 4]. Emerge l’orientamento per la terza<br />

settimana di ottobre. Appena definito il programma, sarà trasmesso<br />

ai Vescovi (14-19 ottobre). In ogni caso si possono dare le adesioni per<br />

raggiungere il numero di 30 partecipanti anche con alcuni sacerdoti per<br />

diocesi.<br />

Prima della fine dei lavori, il Presidente legge ai presenti un comunicato<br />

stampa da divulgare e che potrà essere utilizzato per il Bollettino<br />

Diocesano [Allegato 5].<br />

Verso le ore 13.15, terminata la discussione dei temi all’Ordine del<br />

Giorno, il Presidente con la recita dell’Angelus, conclude i lavori, dando<br />

appuntamento ai Vescovi e agli Arcivescovi per il 16 giugno alle ore<br />

10.00 presso il Santuario Santa Maria de finibus terrae a Leuca.


Verbale<br />

della riunione ordinaria<br />

14 giugno 2005<br />

Santuario S. Maria de finibus terrae - Leuca (LE)<br />

Martedì 14 giugno 2005, alle ore 9.30, nel Santuario S. Maria de<br />

finibus terrae a Leuca, ha avuto inizio la riunione ordinaria della Conferenza<br />

Episcopale Pugliese. Presiede l’Arcivescovo Metropolita di Lecce,<br />

Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />

Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />

e Vescovi con lettera di convocazione del 1 giugno 2005 [Prot. n.<br />

27/05]:<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

2. Facoltà Teologica<br />

3. Seminario Regionale<br />

4. Incontro con il Dr. Giuseppe Fiori, Dirigente Ufficio Scolast. Regionale<br />

5. Uffici Regionali per la Scuola e i BB.CC.<br />

6. Varie ed eventuali.<br />

Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />

Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice presidente;<br />

Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />

Domenico Caliandro, Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Vito De<br />

Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons.<br />

Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico<br />

Padovano, Mons. Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri,<br />

Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco Pio Tamburrino, Mons.<br />

Francesco Zerrillo.<br />

Sono altresì presenti gli Arcivescovi emeriti: Mons. Carmelo Cassati,<br />

Mons. Vincenzo Franco, Mons. Martino Scarafile, Mons. Settimio Todisco.<br />

211


212<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

Dopo la recita dell’Ora media, il Presidente, Mons. Ruppi, introduce<br />

i lavori ringraziando Mons. De Grisantis per l’accoglienza riservata ai<br />

Vescovi.<br />

Poi ricorda Mons. Guglielmo Motolese, Arcivescovo emerito di Taranto,<br />

deceduto il 5 giugno u.s. alla veneranda età di 95 anni. Il lungo<br />

e luminoso ministero episcopale esercitato dal compianto Presule, già<br />

Presidente della nostra Conferenza, è ancora oggi di esempio e lezione<br />

per noi tutti. La sua figura – prosegue Mons. Ruppi – è scolpita nel cuore<br />

della Chiesa di Taranto ed è viva nel cuore <strong>delle</strong> Chiese di Puglia e della<br />

Chiesa italiana, che ha servito per molti anni, come vice presidente<br />

della CEI e presidente della Caritas. La folta partecipazione notata alla<br />

celebrazione <strong>delle</strong> esequie è stato il segno più eloquente dell’incisiva<br />

e fruttuosa azione pastorale svolta da Mons. Motolese, che pur avendo<br />

lasciato il ministero attivo dal 1987, aveva continuato ad essere presente<br />

accanto ai malati nella Cittadella della Carità, da Lui voluta e realizzata.<br />

Mons. Ruppi rivolge un saluto particolare a S. Ecc. Mons. Michele<br />

Castoro, Vescovo eletto di Oria (impegnato negli esercizi spirituali) e<br />

formula l’augurio di buon lavoro a Mons. Felice Di Molfetta, eletto presidente<br />

della Commissione episcopale per la Liturgia.<br />

La recente esperienza del Congresso Eucaristico Nazionale – continua<br />

Mons. Ruppi – è stato un tempo di grazia per la nostra Regione: l’intenso<br />

programma spirituale, ecclesiale, ecumenico, pastorale, culturale,<br />

che ha permesso alle Chiese particolari della Puglia e di tutta l’Italia di<br />

incontrarsi intorno al Cristo Eucaristico per riscoprire la centralità del<br />

Giorno del Risorto, la Domenica, è culminato nel modo più significativo<br />

con la presenza del Sommo Pontefice Benedetto XVI, venuto a presiedere<br />

la Concelebrazione conclusiva del grande evento. Facendosi interprete<br />

di tutti i Vescovi, Mons. Ruppi esprime gratitudine e compiacimento<br />

a Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto e a tutta<br />

la Comunità ecclesiale per l’ottima organizzazione, la bellezza e la cura<br />

con cui è stato preparato e vissuto il CEN.<br />

Un particolare plauso ha riscontrato il “Villaggio dei giovani” che,<br />

oltre ad offrire una panoramica della pastorale giovanile in Italia e le<br />

concrete realizzazioni dovute al “Progetto Policoro”, è stato un punto<br />

di riferimento per la riflessione, l’adorazione eucaristica, la preghiera<br />

personale e comunitaria di tanti giovani.


Anche Mons. Cacucci interviene per esprimere gratitudine a tutti i<br />

Confratelli che personalmente e con le rispettive comunità ecclesiali sono<br />

intervenuti ai diversi momenti del CEN, offrendo così una chiara immagine<br />

di Chiesa Eucaristica.<br />

Entrando nel vivo dei problemi attuali, il Presidente prende atto con<br />

soddisfazione della risposta della popolazione alla consultazione referendaria,<br />

elogiando l’unità del mondo cattolico e la convergenza, sul tema<br />

della vita, di molte personalità del mondo scientifico e sociale. La<br />

Puglia ha scelto la vita, la difesa dell’embrione e non ha esitato ad accogliere<br />

la proposta del Comitato “Scienza e Vita” di non votare, non per<br />

fuga dalle responsabilità, ma per una scelta meditata, costituzionalmente<br />

corretta e rispondente ai dettami della coscienza. Degno di rilievo è stato<br />

l’impegno profuso nel promuovere conferenze, dibattiti di alto profilo<br />

culturale, scientifico, etico per informare le comunità.<br />

Per le comunicazioni il Presidente consegna ai Vescovi copia della Lettera<br />

del Nunzio Apostolico, indirizzata ai Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali<br />

Regionali su alcuni problemi di comune interesse [Allegato 1].<br />

Ricorda, inoltre, l’importante circolare della CEI circa la richiesta<br />

della verifica dell’interesse culturale dei beni immobili di proprietà ecclesiastica<br />

(cf. Accordo dell’8 marzo 2005 tra Dipartimento Ministero<br />

BB.CC. e Ufficio nazionale BB.CC.EE. della CEI). Un adempimento<br />

che esige, su indicazione della stessa CEI, la firma di un’apposita convenzione<br />

tra la CEP e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici;<br />

nonché la costituzione di un “Ufficio Regionale per i Beni<br />

Culturali Ecclesiastici”.<br />

Per quanto concerne l’Accordo tra la Direzione Regionale del Ministero<br />

e la Conferenza Episcopale Pugliese, per la verifica dell’interesse<br />

culturale dei beni immobiliari di proprietà di enti ecclesiastici, i Vescovi<br />

autorizzano il Presidente alla firma [Allegato 2].<br />

Quanto all’Ufficio Regionale, attesa l’indisponibilità del Dott. Bellomo,<br />

cui va la gratitudine della Conferenza l’importante servizio alle<br />

<strong>Diocesi</strong> svolto per molti anni, su indicazione di Mons. Cacucci, viene<br />

designato all’unanimità come delegato regionale il sacerdote don Gaetano<br />

COVIELLO, dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto. La sede dell’ufficio<br />

sarà a Bari e lo stesso don Coviello, d’intesa con il Vescovo delegato del<br />

settore e secondo le indicazioni fornite dalla CEI, provvederà alla organizzazione<br />

dell’ufficio e alla redazione di un regolamento da presentare<br />

nella prossima riunione della CEP.<br />

213


214<br />

2. Facoltà Teologica<br />

Introducendo il primo punto all’O.d.G., Mons. Ruppi conferma ai<br />

Vescovi la notizia circa il riconoscimento della «Facoltà Teologica Pugliese»,<br />

trasmessa dal Presidente della CEI, Card. Ruini [Allegato 3]<br />

e ripercorre le tappe essenziali dell’iter per giungere alla positiva definizione<br />

di un progetto importante per le <strong>Diocesi</strong> della Regione, ma altrettanto<br />

serio ed impegnativo da attuare con l’apporto di tutti.<br />

Mons. Ruppi nell’evidenziare l’urgenza di alcuni adempimenti, ricorda<br />

che la Facoltà Teologica Pugliese, sarà unica Facoltà, con sede ufficiale<br />

a Bari in un immobile messo a disposizione dalla <strong>Diocesi</strong> di Bari-Bitonto.<br />

In attesa degli atti formali come il Decreto di erezione della facoltà,<br />

il Nulla osta ad docendum per i professori stabili, nonché la nomina del<br />

pro-preside che dovrà avviare la organizzazione degli studi per l’anno accademico<br />

2005-2006, è necessario provvedere alle decisioni più urgenti.<br />

In attuazione dell’Art. 8 dello Statuto della Facoltà, i Vescovi costituiscono<br />

la Commissione di Alto Patronato della Facoltà che è formata dal<br />

Presidente pro-tempore della CEP, dal Gran Cancelliere (Arcivescovo di<br />

Bari-Bitonto), da tre Vescovi eletti dalla CEP, da un Rappresentante del<br />

Generale dei Domenicani, dai Presidenti pro-tempore della CISM e dell’USMI<br />

regionale e dal Rettore del Seminario Regionale di Molfetta.<br />

Nella sede di Bari ci sarà la Segreteria generale e l’Economato. I docenti,<br />

in possesso dei requisiti richiesti, indipendentemente dalla sede in<br />

cui insegnano, saranno considerati docenti della Facoltà e da essa retribuiti<br />

<strong>insieme</strong> alla Segreteria e all’Economato centrale.<br />

Per quanto concerne le sedi di Molfetta, Santa Fara, San Nicola, si<br />

dovranno fare apposite convenzioni per la manutenzione ordinaria tra la<br />

Facoltà e la CEP, la CISM e la <strong>Diocesi</strong> di Bari.<br />

Quanto all’economia, Mons. Ruppi ricorda che le <strong>Diocesi</strong> devono<br />

provvedere al versamento <strong>delle</strong> quote previste [Allegato 4]. Inoltre<br />

nello stesso Statuto della Fondazione «Regina Apuliae», il cui capitale<br />

è abbastanza solido da garantire le necessità annuali di gestione, sono<br />

stati previsti anche i soci sostenitori che, con congrui contributi annuali,<br />

possono assicurare un flusso di circa € 100.000,00.<br />

Prima di passare alle votazioni per designare i tre Vescovi della Conferenza,<br />

il Presidente chiede se vi sono interventi.<br />

Mons. Cacucci, nella qualità di Gran Cancelliere, comunica che per<br />

la nomina del Segretario Generale ha chiesto al P. Generale dei Domeni-


cani la disponibilità di un Padre domenicano: come Economo, nominerà<br />

l’economo della <strong>Diocesi</strong> di Bari, don Vito MANCHISI; come Bibliotecario,<br />

il P. MAGGIORE dei cappuccini. Sarà necessario, insiste Mons.<br />

Cacucci, fare comprendere alle religiose presenti in Puglia l’importanza<br />

della Facoltà e la possibilità di acquisire una formazione teologica di<br />

qualità per tutte.<br />

Mons. Negro evidenzia la delicatezza del momento che esige un’attenzione<br />

particolare nel continuare a seguire i diversi passaggi sino all’effettivo<br />

funzionamento della Facoltà. Inoltre, richiama la necessità<br />

della preparazione dei docenti e insiste perchè tutti i Vescovi facciano<br />

<strong>delle</strong> scelte mirate nel preparare docenti all’altezza della Facoltà e dell’approfondimento<br />

scientifico <strong>delle</strong> discipline teologiche.<br />

Mons. Ruppi invita a passare alle votazioni per designare i 3 Vescovi<br />

delegati della CEP nel Comitato di Alto Patronato. Distribuite le schede<br />

ed effettuate le votazioni, risultano eletti: Mons. Negro, Mons. Papa e<br />

Mons. Martella.<br />

3. Istituti Superiori di Scienze Religiose<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, ricorda che con l’istituzione della Facoltà<br />

Teologica si pone la necessità di riordinare l’assetto dell’insegnamento<br />

e della formazione teologica nella Regione, secondo quanto prescritto<br />

dalla recente Nota della CEI [Allegato 5]. Per meglio illustrare alla<br />

Conferenza questo problema, è stato invitato Mons. Nunzio Galantino,<br />

incaricato presso la CEI degli II.SS.SS.RR.<br />

Mons. Galantino ringrazia i Vescovi per l’invito e precisa subito che<br />

oggi gli II.SS.SS.RR. vanno adeguati tutti in relazione alla Facoltà Teologica,<br />

venendo meno tutti i collegamenti a diverse realtà e istituzioni teologiche<br />

(come Napoli, Roma, Santa Croce, ...). La CEP ha già delineato una<br />

“mappa” della distribuzione nella Regione dei diversi II.SS.SS.RR., ma<br />

il cammino da compiere non è ancora completo, perché tale “mappa” dovrà<br />

essere riconosciuta dalla Facoltà, dalla CEI e dalla Congregazione per<br />

l’Educazione Cattolica. In vista di tale obiettivo è necessario chiarire che<br />

se, per esempio, si conferma l’orientamento di riconoscere o istituire un<br />

I.S.S.R. nelle diocesi sedi di provincia, sarà opportuno che l’I.S.S.R. abbia<br />

una denominazione non collegata alla singola diocesi, così da lasciar aperta<br />

la possibilità di avere sedi periferiche per il triennio, quando situazioni<br />

territoriali e scelte pastorali diocesane lo esigono. Fermo restando che si<br />

21


21<br />

tratta di un unico I.S.S.R. (come si potrebbe verificare per la Metropolia di<br />

Foggia o di Bari). Indispensabile sarà la presenza di “docenti stabili” nelle<br />

materie fondamentali per garantire la serietà dell’Istituto, l’approfondimento<br />

e l’aggiornamento costante <strong>delle</strong> “scienze religiose”.<br />

Mons. Galantino ricorda ai Vescovi quanto detto dal Card. Scola<br />

nell’ultima Assemblea CEI, che la scuola teologica oggi può perseguire<br />

meglio degli obiettivi culturali importanti e di livello superiore, per<br />

quanti sono veramente interessati al sapere teologico (bioetica, dottrina<br />

sociale, problematiche bibliche o dogmatiche, ...) senza mirare al conseguimento<br />

di titoli. In tale prospettiva la formazione teologica trova una<br />

risposta anche con forme diverse dagli II.SS.SS.RR.<br />

Per quanto concerne, poi, il passaggio dagli attuali Istituti alla nuova<br />

pianificazione, è chiaro che ciò avverrà gradualmente e che, in ogni caso,<br />

niente andrà perduto del lavoro già fatto dagli studenti.<br />

Il Presidente ringrazia Mons. Galantino per le opportune precisazioni<br />

e le risposte ai quesiti posti dai Vescovi.<br />

4. Seminario Regionale<br />

Il Presidente invita il Rettore del Seminario Regionale, Mons. Ricchiuti,<br />

ad illustrare la situazione e le esigenze del Seminario Regionale<br />

in vista del prossimo anno.<br />

Mons. Ricchiuti presenta ai Vescovi il prospetto sintetico previsto<br />

per il prossimo anno formativo 2005-2006 [Allegato 6] e, dopo aver<br />

ringraziato i Vescovi per la fiducia e l’attenzione con cui seguono la vita<br />

del Seminario regionale, chiede che si provveda per due nuovi Padri<br />

Spirituali e due nuovi animatori di corso poiché devono rientrare nelle<br />

rispettive diocesi don Domenico Cornacchia (di <strong>Altamura</strong>, dopo 12 anni<br />

di servizio come Padre Spirituale) e don Ciro Alabrese (di Taranto). Per i<br />

Padri Spirituali il Rettore propone una presenza maggiore per don Francesco<br />

DE LUCIA e la risposta positiva per don Franco APOLLONIO di<br />

Lucera. Poiché, tra coloro che hanno frequentato l’anno propedeutico e i<br />

giovani provenienti dai seminari minori, si prevede la formazione di due<br />

gruppi per il I anno (una quarantina di seminaristi) ci dovrebbero essere<br />

altri due animatori.<br />

Il Rettore indica alcuni nomi e lascia ai Vescovi il tempo di decidere.<br />

Il Presidente ringrazia Mons. Ricchiuti per il prezioso lavoro al servizio<br />

<strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> di Puglia e chiede di passare al successivo punto del-


l’O.d.G. facendo entrare il Dirigente Scolastico regionale e i suoi collaboratori.<br />

5. Incontro con il Dott. Giuseppe Fiori, Dirigente Ufficio Scolastico<br />

Regionale<br />

Mons. Ruppi, a nome dei presenti, saluta il Dr. Fiori e lo ringrazia per<br />

aver accolto l’invito di incontrare tutti i Vescovi della Regione nel momento<br />

in cui si sta per concludere la lunga attesa per il riconoscimento<br />

giuridico dei docenti di religione con l’immissione in ruolo.<br />

Il Dr. Fiori si dice lieto di poter portare a compimento il cammino di<br />

attesa di oltre un decennio e di aver firmato in data odierna il Decreto di<br />

applicazione della Circolare del 9 giugno u.s. per l’immissione in ruolo<br />

del primo gruppo di IdRc che ha superato il Concorso e precisamente<br />

676 docenti (di cui 294 nella scuola primaria e 382 nella scuola secondaria)<br />

[Allegato 7].<br />

Il Dirigente precisa che le graduatorie sono fatte per diocesi e che,<br />

ora si tratterà di trasmettere agli Ordinari Diocesani l’elenco alfabetico<br />

di coloro che entreranno in ruolo, a decorrere dal 1° settembre 2005. Una<br />

volta ottenuta la proposta di nomina da parte degli Ordinari, gli interessati<br />

saranno convocati per il contratto di assunzione dall’Ufficio Regionale<br />

o dal CSA di competenza. È importante fare un controllo su tutta la<br />

Regione per evitare, per quanto possibile, che ci sia una dispersione di<br />

posti in ruolo non occupati. Inoltre tutti gli IdRc dovranno svolgere un<br />

anno di prova che sarà anche di formazione. Sin dal primo anno di ruolo,<br />

il docente potrebbe fare richiesta di pars-time.<br />

Tutta l’operazione si svolgerà nel corso di due anni e si presterà la<br />

dovuta attenzione perchè non vi siano dispersioni di posti disponibili,<br />

previa intesa tra i Vescovi interessati.<br />

Il Dr. Fiori lascia la parola ad alcuni collaboratori che lo accompagnano.<br />

Il Preside della Scuola Media “Michelangelo” di Bari, evidenzia come<br />

il docente di Rc, una volta certo della propria figura giuridica assume<br />

un ruolo ben preciso nel consiglio di classe, ed è quanto mai importante<br />

che nella scuola ci siano docenti preparati e propositivi.<br />

Il Dr. Scrimitore, che ha presieduto il concorso per la scuola secondaria<br />

richiama l’attenzione sulla consapevolezza di una responsabilità<br />

educativa che deve animare e caratterizzare i docenti di Rc.<br />

21


21<br />

Infine, il Dr. Nappi, funzionario della Direzione Scolastica regionale,<br />

spiega la procedura da seguire. Saranno formate 19 graduatorie relative<br />

alle 19 diocesi della Puglia ed i vescovi diocesani saranno personalmente<br />

coinvolti per la prima proposta di nomina dei docenti che entreranno<br />

in ruolo dal prossimo 1° settembre 2005.<br />

Il Dirigente farà pervenire ai Vescovi l’elenco dei vincitori in relazione<br />

ai posti cattedra che possono essere occupati. I Vescovi faranno<br />

pervenire le designazioni ai CSA (ex Provveditorati) di Lecce (per il<br />

primo grado: infanzia e primaria) e di Bari (per la scuola secondaria).<br />

L’assegnazione, ratificata con il contratto, avrà valore anche per gli anni<br />

successivi. I docenti interessati al tempo parziale ne potranno fare richiesta<br />

sin dal primo anno e questa sarà presa in considerazione secondo<br />

le norme vigenti della legislazione scolastica.<br />

6. Uffici Regionali per la Scuola e i BB. CC.<br />

Per seguire le non poche e facili incombenze connesse al mondo della<br />

scuola (riforma, immissione in ruolo dei Docenti Irc, attenzione alla pastorale<br />

scolastica, ...) la CEI ha sollecitato la costituzione di un regolare<br />

ufficio regionale (come già ricordato per i Beni Culturali ecclesiastici).<br />

Questi uffici oltre a svolgere un servizio di raccordo tra le <strong>Diocesi</strong>, come<br />

si è cercato di fare sinora, dovranno garantire una efficace collaborazione<br />

e intesa con gli organi previsti dal Ministero a livello regionale, la<br />

Conferenza Episcopale regionale e le stesse <strong>Diocesi</strong>. Per quanto concerne<br />

l’ambito scolastico – ricorda Mons. Seccia – l’attento lavoro di don<br />

Annicchiarico e la disponibilità della Direzione Regionale per la Scuola,<br />

hanno dato un buon risultato. Perciò si è avvertita l’esigenza di approntare<br />

una bozza di regolamento per l’Ufficio Regionale per l’educazione,<br />

scuola, Irc e università [Allegato 8].<br />

Ai Vescovi ne viene consegnata copia per eventuali osservazioni da<br />

proporre, discutere ed eventualmente approvare nella prossima riunione.<br />

7. Varie ed eventuali<br />

I Vescovi approvano il Regolamento della Commissione Regionale<br />

per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, già discusso e corretto<br />

nella riunione CEP del 24 ottobre 2003 [Allegato 9].


Su proposta di Mons. Pichierri, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie,<br />

i Vescovi concedono il parere favorevole della Conferenza per<br />

l’introduzione della Causa del Sac. Ruggero CAPUTO (1907-1980) di<br />

Barletta. Una biografia del sullodato sacerdote era già stata inviata dall’Arcivescovo<br />

proponente a tutti i membri della CEP [Allegato 10]<br />

e nel corso della riunione odierna viene consegnata a tutti la biografia<br />

pubblicata dalle Edizioni San Paolo (2005).<br />

Il Presidente ricorda che è confermato il Pellegrinaggio - Esercizi<br />

spirituali in Giordania, guidato da P. Rossi de Gasperi s.j. Oltre ai Vescovi<br />

possono partecipare alcuni sacerdoti per <strong>Diocesi</strong> sino alla formazione<br />

del gruppo.<br />

La prossima riunione della Conferenza è fissata per martedì 25 ottobre<br />

p.v. ed avrà luogo a Bitonto, presso il Santuario dei Ss. Medici.<br />

Alle 13.45 esauriti gli argomenti all’OdG. il Presidente rinnova la<br />

gratitudine dei Vescovi all’Ordinario di Ugento, poi recita l’Angelus ed<br />

invita i presenti all’agape fraterna.<br />

Il Segretario<br />

✠ Michele Seccia<br />

21


220<br />

Verbale<br />

della riunione ordinaria<br />

26 ottobre 2005<br />

Seminario Regionale - Molfetta<br />

Mercoledì 26 ottobre 2005, alle ore 9.30, nel Seminario Regionale<br />

di Molfetta, ha avuto inizio la riunione ordinaria della Conferenza<br />

Episcopale Pugliese. L’incontro è stato convocato dal Segretario con<br />

l’invio dell’ordine del giorno in data 8 ottobre 2005.<br />

Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />

Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vicepresidente;<br />

Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro,<br />

Mons. Domenico Caliandro, Mons. Michele Castoro, Mons. Domenico<br />

D’Ambrosio. Mons. Vito De Grisantis, Mons. Pietro M. Fragnelli,<br />

Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico Padovano,<br />

Mons. Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri, Mons.<br />

Rocco Talucci.<br />

Sono altresì presenti alcuni Ordinari emeriti: Mons. Vincenzo Franco,<br />

Mons. Settimio Todisco e Mons. Martino Scarafile.<br />

Assenti: Mons. Di Molfetta (impegnato alla CEI), Mons. Martella<br />

(viaggio pastorale in Australia), Mons. Zerrillo (Esercizi spirituali).<br />

Dopo la recita dell’Ora media, il Vicepresidente Mons. Cacucci<br />

esprime al Presidente Mons. Ruppi la partecipazione della Conferenza<br />

al cordoglio per la morte di Mons. Dell’Era, Economo dell’Arcidiocesi<br />

di Lecce; comunica anche la morte di Mons. Tomasiello.<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, introduce i lavori comunicando che<br />

Mons. Ricchiuti ha indirizzato una lettera di ringraziamento alla Conferenza<br />

per la partecipazione all’Ordinazione Episcopale e per la fiducia<br />

concessagli nell’ufficio di Rettore del Seminario Regionale ed invita i<br />

Confratelli nella sua nuova sede di Acerenza.<br />

Mons. Ruppi fa presente che, grazie alla celere risposta da parte della<br />

Congregazione per l’Educazione Cattolica, non c’è stata alcuna vacatio<br />

nella direzione del Seminario Regionale e che il nuovo Rettore, Mons.


Antonio LADISA, ha già iniziato ad esercitare le proprie funzioni all’indomani<br />

dell’Ordinazione di Mons. Ricchiuti.<br />

1. Comunicazioni della Presidenza<br />

Comunicazione dalla Nunziatura. Il Presidente dà lettura ai presenti<br />

della comunicazione del Nunzio Apostolico in merito al De promovendis<br />

e conferma l’inserimento dell’argomento nell’ordine del giorno dei<br />

lavori della sessione invernale di gennaio, già fissata ai giorni 30-31<br />

gennaio e l febbraio 2006, presso il Centro climatico San Paolo di Martina<br />

Franca. Infine, invita Mons. Cacucci a relazionare ai Vescovi sul<br />

recente Sinodo, appena concluso in Vaticano sul tema dell’Eucaristia.<br />

Informazione sul Sinodo. Mons. Cacucci prende la parola e, dopo<br />

aver ricordato che la sua partecipazione al Sinodo è dovuta alla celebrazione<br />

del Congresso Eucaristico nazionale in Bari, nel riferire l’esperienza<br />

appena vissuta, la definisce molto arricchente per il respiro ecclesiale<br />

di ampia portata e per la visione globale non solo del tema in sé,<br />

quanto <strong>delle</strong> diverse situazioni ecclesiali emerse durante il dibattito. Di<br />

tutto questo si recepisce qualcosa nel Messaggio finale e nelle Proposizioni,<br />

ma si è in attesa del Documento conclusivo da parte del Santo<br />

Padre che è stato quasi sempre presente ai lavori, con un significativo<br />

apporto nell’approfondimento degli argomenti in discussione.<br />

Dal Consiglio Permanente della C.E.I.<br />

Commissioni Episcopali. Mons. Ruppi ricorda che, dopo l’elezione<br />

dei Presidenti <strong>delle</strong> singole Commissioni, il Consiglio Permanente ha<br />

provveduto alla nomina degli altri Vescovi componenti. Sono 11 i Vescovi<br />

della CEP chiamati a far parte <strong>delle</strong> commissioni.<br />

Tribunale Ecclesiastico Regionale. Dalla visita dell’incaricato della<br />

CEI è emerso l’apprezzamento per il TERP, per la sede prestigiosa e<br />

l’ottima funzionalità. Purtroppo, è ancora in crescita il numero <strong>delle</strong><br />

cause pendenti, ma si prevede una graduale diminuzione, dovuta anche<br />

al calo dei matrimoni celebrati. Il recente Sinodo ha raccomandato la<br />

celerità dei processi canonici e per questo si rendono necessarie altre<br />

presenze stabili. Recentemente una religiosa con la funzione di giudice<br />

è stata richiesta dalla <strong>Diocesi</strong> di Poiana in Brasile. È stato nominato<br />

un altro patrono stabile, in modo da averne tre e coprire le esigenze di<br />

tutta la Regione (nord - centro - sud). Per la richiesta di altri giudici, al<br />

momento non vi sono altre disponibilità.<br />

221


222<br />

Mons. Papa invita a stabilire dei criteri per la scelta dei giudici, prima<br />

ancora di affidare l’incarico a giovani che hanno appena completato<br />

gli studi (equilibrio, esperienza pastorale, un buon tirocinio con il Vicario<br />

Giudiziale). Alla richiesta si associa Mons. Todisco richiamando<br />

l’attenzione sulla necessità di non fare scadere la funzione dei giudici.<br />

Varie. Il Presidente, Mons. Ruppi, informa brevemente i presenti su<br />

altre decisioni e attività del Consiglio Permanente.<br />

• Autorizzata la traduzione del martirologio Romano;<br />

• inviato ai Vescovi il documento sulla formazione al ministero sacerdotale;<br />

• approvati gli O.S.A. per la scuola secondaria superiore;<br />

• è allo studio l’attuazione della modifica dell’art. 11 dell’Accordo di<br />

Villa Madama (Concordato) circa l’assistenza ospedaliera e carceraria.<br />

Si intravede la possibilità di inserire i diaconi. Si deve trovare<br />

uno spazio per le suore ospedaliere e per il volontariato.<br />

Per quanto attiene ad alcuni problemi regionali, Mons. Ruppi informa<br />

che la Fondazione <strong>delle</strong> Casse di Risparmio di Puglia, a seguito<br />

della legge di riforma <strong>delle</strong> fondazioni <strong>delle</strong> Casse di Risparmio, che<br />

prevede una commissione di 7 rappresentanti di organismi pubblici nell’organo<br />

di indirizzo, sarà richiesto anche alla CEP di esprimere una<br />

terna di persone di fiducia, tra le quali sarà scelto un componente. Il<br />

Presidente invita i Confratelli ad indicare eventuali persone in grado di<br />

offrire questo servizio, trattandosi di progetti di alto profilo.<br />

La Regione Puglia, continua Mons. Ruppi, ha finalmente approvato<br />

e varato il piano finanziamenti per i beni culturali relativi ai P.O.R. e si<br />

constata un buon risultato per le diocesi pugliesi che vedono approvati<br />

quattro finanziamenti per i musei diocesani e sette per gli archivi.<br />

Si apre una breve discussione sul momento politico-amministrativo<br />

della Regione. Non mancano valutazioni critiche da parte di alcuni<br />

Vescovi, ma prevale l’invito a non lasciarsi coinvolgere nella polemica<br />

innescata proprio in questi giorni da alcuni cattolici impegnati nel sociale.<br />

I Vescovi devono restare liberi e autonomi, per poter intervenire<br />

nel momento opportuno e senza condizionamenti.<br />

2. Istituto Pastorale Pugliese<br />

Il Presidente invita Mons. Fragnelli a relazionare sull’attività dell’Istituto<br />

Pastorale Pugliese.


Mons. Fragnelli presenta la nuova proposta elaborata e aggiornata<br />

dopo l’incontro del 17 settembre u.s. [allegato 1] motivando le scelte di<br />

formazione permanente per il prossimo anno nel contesto del cammino<br />

verso l’incontro ecclesiale di Verona (ottobre 2006). Mons. Fragnelli<br />

chiede ai Vescovi l’autorizzazione per la pubblicazione del lavoro fatto<br />

dall’Istituto per la formazione del clero e fa presente la necessità di<br />

nominare un nuovo Direttore, vista la non disponibilità di don Cosimo<br />

Damasi. Infine, quale Vescovo delegato per la preparazione del Convegno<br />

Ecclesiale di Verona, chiede il parere della Conferenza sulle figure<br />

pugliesi di santità del secolo passato da segnalare per il Convegno.<br />

Mons. Negro interviene per chiedere di proseguire il cammino già<br />

fatto nel passato quinquennio dall’Istituto e di passare all’attuazione<br />

dell’impegno di curare la formazione dei formatori, fissando l’attenzione<br />

sui bisogni emersi nella Regione (sacerdoti, pastorale giovanile e<br />

laicato) e cominciando ad attuare il progetto già formulato e approvato<br />

per i sacerdoti.<br />

Mons. Cacucci propone che il Direttore dell’Istituto Pastorale sia espresso<br />

dalla metropolia di Foggia e raccomanda una speciale attenzione per<br />

la formazione dei sacerdoti impegnati nella pastorale giovanile.<br />

Quanto al Direttore dell’Istituto Pastorale, dopo un confronto tra<br />

diverse proposte, è accolta all’unanimità l’indicazione di don Sandro<br />

RAMIREZ della <strong>Diocesi</strong> di Conversano-Monopoli.<br />

Quanto alle figure di santità del ‘900, i Vescovi concordano sui laici<br />

Giovanni Modugno, Luisa Piccarreta, Genoveffa de Troia; sui Sacerdoti<br />

don Pasquale Uva e don Ambrogio Grittani; sui Vescovi Mons. Di<br />

Donna e Mons. Bello.<br />

Mons. Ruppi segnala l’indisponibilità di don Margiotta per la Pastorale<br />

Giovanile. I Vescovi auspicano che don Alessandro Amapani,<br />

compatibilmente con l’impegno presso l’Ufficio Nazionale di Pastorale<br />

Giovanile, svolga anche il compito di Segretario Regionale, previa<br />

autorizzazione dalla CEI. Infine, per quanto concerne le Commissioni<br />

Pastorali Regionali, per mancanza di tempo, l’argomento è rinviato alla<br />

prossima Conferenza.<br />

3. Incontro con il nuovo Rettore, Mons. Antonio LADISA<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, introduce il nuovo Rettore del Seminario<br />

Regionale e lo presenta ai Vescovi, formulando gli auguri per il delicato<br />

223


224<br />

e importante servizio cui è stato chiamato. Il Vescovo delegato per il<br />

Seminario, Mons. D’Ambrosio, si è già incontrato con il nuovo Rettore<br />

per presentargli le attese dei Vescovi.<br />

Mons. Negro ringrazia il Rettore per aver accettato e nell’attesa del<br />

tempo necessario per una conoscenza diretta di persone e situazioni,<br />

chiede se già ha in mente una scelta metodologica o un progetto educativo.<br />

Ricorda che a breve i Vescovi approveranno la nuova ratio per la<br />

formazione dei futuri presbiteri.<br />

Mons. Talucci sollecita un incontro personale con il nuovo Rettore.<br />

Mons. Caliandro raccomanda vicinanza e conoscenza personale dei<br />

seminaristi, da non demandare solo agli animatori di corso.<br />

Mons. Padovano fa presente che in una realtà così complessa e numerosa<br />

come la comunità del Seminario Regionale sarebbe utile la presenza<br />

di un vice-rettore. Mons. Papa suggerisce un’indicazione pratica:<br />

stretta intesa e comunione tra rettore ed educatori. Che tutti si dedichino<br />

a tempo pieno a questo gravoso compito, evitando di assumere altri<br />

impegni.<br />

Mons. Cacucci invita a tenere presenti gli orientamenti e le norme<br />

della CEI di prossima pubblicazione.<br />

Mons. Paciello definisce il documento, già inviato in esame ai Vescovi,<br />

completo e ricco, evidenziandone un importante suggerimento:<br />

ogni comunità abbia una regola di comunità.<br />

Mons. Ruppi osserva che se il numero degli alunni esige un vice rettore,<br />

è opportuno attendere un anno, prima di decidere per una scelta.<br />

È inoltre importante coltivare il rapporto di intesa tra i padri spirituali e<br />

gli animatori. Per quanto concerne, infine, il 6° anno e l’anno propedeutico,<br />

i Vescovi attendono <strong>delle</strong> indicazioni.<br />

Mons. Ladisa, dopo aver ascoltato i diversi interventi, ringrazia i<br />

Vescovi per la fiducia ed espone quanto sta facendo in queste prime<br />

settimane. Numerosi gli incontri con tutti gli educatori <strong>insieme</strong> ed anche<br />

separatamente (padri spirituali ed animatori). Per quanto riguarda<br />

il vice rettore ritiene di dover attendere prima di una decisione. Tra le<br />

nuove decisioni assunte, riferisce l’esperienza guidata di gruppo per<br />

quelli di primo anno nella pastorale. Accanto all’esigenza di una certa<br />

continuità tra seminario minore e maggiore, il Rettore avverte la necessità<br />

di un accompagnamento per i seminaristi del primo anno.<br />

Per l’anno propedeutico, a fronte di un numero elevato (41 gli iscritti),<br />

c’è la proposta di formare due gruppi e fissare un calendario che


consenta un’esperienza di circa quattro mesi in Seminario. La <strong>Diocesi</strong><br />

assicurerebbe la guida nel periodo libero.<br />

Dopo una rapida discussione su questo problema, circa l’opportunità<br />

o meno di dividere in due il gruppo del propedeutico, i Vescovi concordano<br />

sulla necessità di mantenere il gruppo unito nella struttura del<br />

Seminario, magari con qualche adattamento, consapevoli che sin dai<br />

primi giorni il gruppo tende a diminuire.<br />

Quanto al sesto anno, il Rettore dice di aver solo letto la proposta<br />

senza averla discussa con Mons. Ricchiuti. Pertanto i Vescovi decidono<br />

di regolarsi come per gli anni passati, tenendo conto che l’istituzione<br />

della Facoltà Teologica potrebbe favorire la presenza di quanti devono<br />

frequentare il sesto anno. La decisione – sostiene Mons. Papa – venga<br />

presa da ogni Vescovo per i propri seminaristi.<br />

Terminata la discussione ed essendo ormai tardi, Mons. Ruppi recita<br />

l’Angelus aggiornando la discussione sulla revisione <strong>delle</strong> Commissioni<br />

Pastorali Regionali alla prossima riunione del 12 dicembre p.v., come<br />

già stabilito a suo tempo.<br />

Alle ore 13.30 la Conferenza termina i lavori.<br />

Il Segretario<br />

✠ Michele Seccia<br />

22


22<br />

Ministero per i Beni Conferenza Episcopale Pugliese<br />

e le Attività Culturali<br />

Direzione regionale<br />

per i beni culturali<br />

e paesaggistici<br />

della Puglia<br />

Accordo<br />

per la verifica dell’interesse culturale<br />

dei beni immobiliari di proprietà di Enti Ecclesiastici<br />

visto il Titolo I della parte seconda del Decreto Legislativo 22 gennaio<br />

2004, n. 42, Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art.<br />

10 della Legge 6 luglio 2002, n. 137;<br />

viste, in particolare le disposizioni dell’art. 12 del Decreto Legislativo<br />

22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, relative<br />

alla verifica dell’interesse culturale;<br />

visto il Decreto del Ministero per i beni e le attività culturali 25 gennaio<br />

2005, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 28 del<br />

4 febbraio 2005 con cui si definiscono criteri e modalità per la verifica<br />

dell’interesse culturale dei beni immobili di proprietà <strong>delle</strong> persone giuridiche<br />

private senza fini di lucro, ai sensi dell’art. 12 del Decreto Legislativo<br />

22 gennaio 2004, n. 42;<br />

visto l’Accordo tra il Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici<br />

del Ministero per i beni e le attività culturali e l’Ufficio Nazionale per i<br />

beni culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana, relativo<br />

alle procedure informatizzate utilizzate dagli Enti ecclesiastici per la<br />

richiesta di verifica dell’interesse culturale dei beni immobili, sottoscritto<br />

in data 8 marzo 2005;<br />

considerato che l’art. 2, comma 2, del Decreto del Ministero per i beni<br />

e le attività culturali 25 gennaio 2005 demanda alle Direzioni regionali<br />

il compito di definire tramite intese con i soggetti richiedenti le modalità<br />

della verifica dell’interesse culturale dei beni immobili, con particolare


iguardo alle modalità di utilizzo del relativo modello informatico, ai<br />

tempi di trasmissione <strong>delle</strong> richieste ed alla loro consistenza;<br />

considerato, altresì, che il punto 1 dell’Accordo stabilisce che i Direttori<br />

regionali sottoscrivano tali accordi, di cui precisa che debbano essere<br />

relativi alla quantità, ai criteri di priorità ed alla periodicità dell’invio<br />

<strong>delle</strong> richieste, con i Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali Regionali;<br />

Tutto ciò premesso e considerato<br />

Tra la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia,<br />

rappresentata dal Direttore regionale Arch. Gian Marco Jacobitti e<br />

la Conferenza Episcopale Pugliese, rappresentata dal Presidente della<br />

Conferenza Episcopale Pugliese, S.E. Rev.ma Mons. Cosmo Francesco<br />

Ruppi.<br />

Si conviene e si stipula quanto segue:<br />

Art. 1<br />

Termini dell’accordo<br />

La Conferenza Episcopale Pugliese interviene al presente accordo previa<br />

intesa con i Vescovi diocesani della Regione Ecclesiastica Pugliese,<br />

con i Superiori Maggiori degli Istituti di vita consacrata e <strong>delle</strong> Società<br />

di vita apostolica di diritto pontificio maschili e femminili della Puglia<br />

(o <strong>delle</strong> articolazioni pugliesi <strong>delle</strong> stesse) Tali istituzioni sono proprietarie<br />

di numerosi beni immobili situati nella Regione Puglia la cui esecuzione<br />

risale ad oltre cinquant’anni e il cui autore non sia più vivente,<br />

sottoposti pertanto ai disposti del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004,<br />

n. 42. Il censimento di tali beni è ad oggi in corso.<br />

Art. 2<br />

Definizione dell’Accordo<br />

In ottemperanza ai disposti di legge citati in premessa ed a seguito della<br />

definizione dell’Accordo anch’esso citato in premessa, le Curie Diocesane<br />

si impegnano a predisporre – per tramite dei competenti Uffici<br />

incaricati dei Beni culturali ecclesiastici – le richieste di verifica del-<br />

22


22<br />

l’interesse dei beni immobili degli enti ecclesiastici siti nel proprio territorio<br />

utilizzando un software appositamente predisposto dalla Conferenza<br />

Episcopale Italiana, conformemente alle indicazioni del Decreto<br />

25 gennaio 2005.<br />

Limitatamente agli edifici di culto, la documentazione fotografica richiesta<br />

è limitata a due scatti, l’uno dell’esterno, l’altro dell’interno.<br />

Si impegnano quindi a trasmettere dette schede in formato cartaceo ed<br />

elettronico, unitamente alla richiesta di verifica, all’incaricato per i beni<br />

culturali della Conferenza Episcopale Pugliese.<br />

Art. 3<br />

L’incaricato per i beni culturali<br />

della Conferenza Episcopale Pugliese<br />

L’incaricato per i beni culturali della Conferenza Episcopale Pugliese<br />

si impegna a trasmettere, entro i primi sette (sette) giorni (esclusi sabati<br />

e festivi) dei mesi di settembre - novembre - gennaio - marzo - maggio<br />

- luglio, le schede compilate secondo le cardinalità e le priorità di cui al<br />

successivo art. 5 sia in formato elettronico, al Ministero per i Beni e le<br />

attività culturali, Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici, sia in<br />

formato cartaceo, comprensivo <strong>delle</strong> planimetrie catastali, individuanti<br />

con esattezza la localizzazione del bene mediante perimetrazione <strong>delle</strong><br />

particelle, <strong>delle</strong> visure catastali e di stampa a colori della documentazione<br />

fotografica, alla Direzione regionale e contestualmente per conoscenza,<br />

alle competenti Soprintendenze per i beni architettonici e per il<br />

paesaggio nonché per i beni archeologici, con modalità che prevedano<br />

avviso di ricevimento.<br />

Nell’ipotesi in cui l’Ente ecclesiastico non sia l’unico proprietario dell’immobile<br />

oggetto di verifica, l’incaricato si impegna ad indicare i millesimi<br />

di proprietà, i nominativi e i dati anagrafici degli altri proprietari<br />

e/o condomini e degli eventuali possessori.<br />

Art. 4<br />

Scadenze<br />

L’avviso di ricevimento costituisce avvio del procedimento. Dalla data<br />

di ricevimento scatteranno i tempi di cui al comma 2 dell’art. 3 del Decreto<br />

Ministeriale 25 gennaio 2005.


Art. 5<br />

Impegni della Conferenza Episcopale Pugliese e priorità<br />

Per consentire l’agevole svolgimento del procedimento ed una efficace<br />

azione di verifica e valutazione, la Conferenza Episcopale Pugliese si<br />

impegna a trasmettere gli elenchi, corredati di schede descrittive, secondo<br />

un programma che consenta, da un lato la rapida verifica dell’interesse<br />

di quei beni per cui tale procedura è necessaria in via d’urgenza e,<br />

dall’altro, il sistematico completamento di un censimento dei beni immobili<br />

presenti nella Regione.<br />

A tal fine la Conferenza Episcopale Pugliese si impegna, per tramite<br />

dell’incaricato per i beni culturali, a trasmettere gli elenchi completi di<br />

schede descrittive secondo seguenti criteri di priorità:<br />

a) beni a rischio di perdita totale;<br />

b) beni per cui è previsto l’inserimento in piani di alienazione;<br />

c) beni di prossimo restauro.<br />

La Conferenza Episcopale Pugliese si impegna a trasmettere e la Direzione<br />

regionale a verificare, ogni bimestre, un singolo elenco che descriva<br />

non più di 40 beni.<br />

Art. 6<br />

Tempi e modalità di risposta della Direzione regionale<br />

La Direzione regionale, secondo i disposti del comma 2 dell’art. 3 del<br />

Decreto Ministeriale 25 gennaio 2005 provvederà alla istruttoria del<br />

procedimento di verifica entro 120 giorni dalla data di ricevimento dell’elenco.<br />

Concluso questo provvederà ad inserire i dati risultanti dalla<br />

verifica nel database centrale, emanerà i provvedimenti di interesse e<br />

provvederà a notificarli all’incaricato per i beni culturali ed all’Ente proprietario<br />

secondo i disposti dell’art. 15 del Decreto Legislativo 22 gennaio<br />

2004, n. 42 ed alla loro trascrizione nei registri immobiliari.<br />

La Direzione regionale, inoltre, si riserva, in qualunque momento di sottoporre<br />

a modifica il presente accordo per sopravvenute e motivate esigenze<br />

connesse all’organizzazione dell’Ufficio e al numero di verifiche<br />

richieste all’interno della Regione, dichiarandosi disponibile a considerare<br />

eventuali variazioni che in tal senso dovessero essere rappresentate<br />

dall’incaricato della Conferenza Episcopale Pugliese.<br />

22


230<br />

Particolari casi d’urgenza che comportino modifiche alla cardinalità indicata<br />

all’art. 5 dovranno essere oggetto di intese specifiche in appendice<br />

al presente accordo.<br />

Art. 7<br />

Ricorsi<br />

Avverso la dichiarazione di cui all’art. precedente l’Ente proprietario<br />

potrà ricorrere secondo le modalità descritte dall’art. 16 del Decreto Legislativo<br />

22 gennaio 2004, n. 42.<br />

Art. 8<br />

Controllo <strong>delle</strong> richieste tramite WEB<br />

La concessione <strong>delle</strong> password d’accesso al sito web www.benitutelati.<br />

it avverrà secondo quanto disciplinato dai punti 4-7 dell’Accordo citato<br />

in premessa.<br />

Art. 9<br />

Durata dell’accordo<br />

Conformemente a quanto convenuto al punto 8 dell’Accordo citato in<br />

premessa, il presente accordo, che si applica ad experimentum per un<br />

anno dalla data di sottoscrizione, si rinnova tacitamente alla scadenza.<br />

Bari, lì 26.07.2005<br />

Il Direttore regionale Il Presidente<br />

per i beni culturali e paesaggistici della Conferenza Episcopale<br />

della Puglia Pugliese<br />

Arch. Gian Marco Jacobitti ✠ Cosmo Francesco Ruppi


Tribunale<br />

Ecclesiastico<br />

Regionale<br />

Pugliese


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Campanili - trifore.


Relazione per l’anno 2003<br />

agli Eccellentissimi Vescovi<br />

della Regione Puglia<br />

28 gennaio 2004<br />

Eccellenze Reverendissime,<br />

porgo i più vivi ringraziamenti anche a nome dei Vicari Giudiziali Aggiunti,<br />

Mons. Antonio Caricato e don Pasquale Larocca per la fiducia che<br />

avete riposto in noi riconfermando l’incarico per il prossimo quinquennio.<br />

Assicuriamo impegno e fedeltà nel compimento di questo servizio.<br />

Presento a Voi la relazione della attività del nostro Tribunale<br />

Regionale durante l’anno 2003. È una informazione doverosa perché<br />

non soltanto siate resi partecipi del lavoro svolto da coloro che voi avete<br />

deputato all’ufficio di giudici e da tutti i loro collaboratori: Difensori<br />

del Vincolo, cancelliere, notai, patroni, ma anche perché sia data a voi<br />

la possibilità di osservare un aspetto della situazione che interessa la<br />

pastorale della famiglia nella nostra regione.<br />

1. Le cause (cfr. Allegato n. 2)<br />

A) Nel 2003 sono stati introdotti 275 nuovi libelli (nel 1998: 300; nel<br />

1999: 267; nel 2000: 284; nel 2001: 311; nel 2002: 266);<br />

sono state decise 205 cause;<br />

ne sono state archiviate 26;<br />

al 31 Dicembre 2003 risultano pendenti 774 cause.<br />

Al 31 Dicembre del 2002 risultavano pendenti 730 cause.<br />

Delle cause decise<br />

139 si sono concluse affermativamente, cioè con la dichiarazione<br />

di nullità del matrimonio;<br />

66 si sono concluse negativamente, cioè con il riconoscimento della<br />

validità del matrimonio.<br />

B) Le motivazioni principali:<br />

Matrimoni dichiarati nulli:<br />

• 49 per esclusione della indissolubilità,<br />

• 33 per esclusione della prole,<br />

233


234<br />

• 27 per simulazione totale del consenso,<br />

• 23 per difetto di discrezione di giudizio e per incapacità ad<br />

assumere gli obblighi coniugali, iuxta can. 1095, n. 2 e n. 3,<br />

• 22 per timore,<br />

• 9 per esclusione della fedeltà,<br />

• 1 per difetto di forma canonica.<br />

C) Durata della convivenza dopo la celebrazione: dai 275 libelli presentati<br />

nel 2003 risulta che 206 unioni matrimoniali sono durate tra<br />

i 10 giorni e i 5 anni (cfr. Allegato n. 5).<br />

* Considerando il numero crescente di nuovi libelli introdotti, la breve<br />

durata <strong>delle</strong> convivenze matrimoniali e il numero dei matrimoni dichiarati<br />

nulli per simulazione, totale e parziale (esclusione della indissolubilità,<br />

della prole e della fedeltà) e per la incapacità psicologica, si constata,<br />

che da parte dei fedeli che hanno errato, c’è fiducia nella Chiesa a<br />

cui si ricorre per ottenere una parola di verità, di giustizia in ordine alla<br />

pacificazione della coscienza e alla regolarizzazione del loro rapporto<br />

con Dio e con la comunità ecclesiale. Ma si constata anche che le comunità<br />

cristiane hanno ancora molto da impegnarsi perché gli sposi siano<br />

aiutati ad accostarsi al sacramento del matrimonio con convinzione, con<br />

sincera fede e con maggiore consapevolezza e capacità psicologica.<br />

Forse non è superfluo ripetere quanto detto negli anni scorsi circa<br />

la necessità della preparazione remota dei nubendi e della preparazione<br />

prossima da realizzare mediante un percorso che abbia la caratteristica<br />

di un catecumenato.<br />

Ma è anche necessario ribadire che ai parroci e agli operatori di pastorale<br />

familiare tocca essere più attenti nel rendersi conto <strong>delle</strong> reali<br />

intenzioni con cui e per cui gli sposi chiedono il sacramento.<br />

Infatti incombe sui parroci il dovere morale di valorizzare quell’adempimento,<br />

con significato pastorale, dell’esame dei nubendi (cd.<br />

“processetto matrimoniale”).<br />

Esso deve essere finalizzato a verificare la libertà, l’integrità del consenso,<br />

la volontà di sposarsi secondo la natura, i fini e le proprietà essenziali<br />

del matrimonio, l’autenticità della domanda religiosa del matrimonio<br />

e la maturazione avvenuta soprattutto in ordine alla volontà di<br />

celebrare un patto coniugale come lo intende la Chiesa (cfr. can. 1063 e<br />

Direttorio di Pastorale familiare, p. 73, n. 66).


Bisognerebbe essere più coraggiosi nel mettere in pratica quanto è<br />

indicato nella Familiaris Consortio: “quando …nonostante ogni tentativo<br />

fatto, i nubendi mostrano di rifiutare in modo esplicito e formale<br />

ciò che la Chiesa intende compiere quando si celebra il matrimonio dei<br />

battezzati, il pastore d’anime non può ammetterli alla celebrazione…”<br />

(F.C. n. 68,e).<br />

* A proposito dei “processetti matrimoniali” c’è da dire che spesso è<br />

capitato di esaminarne alcuni con risposte monosillabiche e standard e<br />

che risultavano redatti da persone diverse dal parroco il quale vi aveva<br />

apposto solo la firma.<br />

* Inoltre mi permetto suggerire che si raccomandi ai parroci di porre<br />

particolare attenzione anche in ciò che è necessario all’adempimento di<br />

una celebrazione valida, come l’osservanza della forma canonica (quando<br />

naturalmente non c’è stata la concessione della dispensa).<br />

È stato dichiarato nullo un matrimonio, che si è svolto con processo<br />

documentale, perché nell’“atto di matrimonio” non erano stati indicati i<br />

testimoni, richiesti dalla forma canonica (iuxta can. 1108 § 1), né di essi<br />

erano riportate le firme.<br />

È opportuno ricordare ai parroci, o a chi ne fa le veci, che, secondo il<br />

can. 1121 § 1, è loro compito redigere l’atto di matrimonio (e non di un<br />

collaboratore laico occasionale, come è capitato nel caso esaminato dal<br />

Tribunale), specialmente quando si conferisce la delega ad un altro sacerdote<br />

(per giunta straniero senza la residenza in Italia). Nel caso a cui<br />

si fa riferimento fu data la delega ad un sacerdote anziano che scambiò il<br />

matrimonio, solo canonico, di due vedovi, avanti negli anni, per una celebrazione<br />

di 50° e perciò firmò e fece firmare gli sposi, ma senza che ci<br />

fossero i testimoni e senza neppure richiedere lo scambio del consenso,<br />

né tanto meno leggere gli articoli del Codice Civile (cfr. CEI, Decreto<br />

Generale sul matrimonio canonico, n. 42).<br />

2. I Giudici (cfr. Allegato n. 1)<br />

* Durante l’anno 2003 i giudici che sono stati impegnati nelle istruttorie<br />

e nelle ponenze sono stati 19, e di essi: 4 a tempo pieno (20 ore settimanali):<br />

Murolo, Caricato, Larocca, Magnocavallo; 6 a tempo parziale<br />

(12 ore settimanali) : Cota, De Punzio, Di Nunzio, Montanaro, Pica, Sal-<br />

23


23<br />

vo; 9 con impegno “occasionale”: Aquino, Di Leo, Di Vittorio, Dotti, P.<br />

Lorusso, P. Neri, Oliva, Palmiotti, Sozzo.<br />

I Giudici che hanno fatto parte solo dei collegi, ma senza fare istruttorie<br />

e ponenze, con impegno “occasionale”, sono stati 2: Stangarone e Fusillo.<br />

Un nuovo “uditore” che quest’anno ha collaborato per le istruttorie<br />

<strong>delle</strong> cause è stato il dott. Giuseppe Nuzzi, della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<br />

<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong>.<br />

Nell’ anno 2004 entra a far parte del collegio dei Giudici Mons. Leonardo<br />

Erriquenz della <strong>Diocesi</strong> di Conversano-Monopoli che questa Conferenza<br />

Episcopale ha nominato nella precedente sessione di Dicembre<br />

2003. Sono certo del valido contributo che Mons. Erriquenz darà al nostro<br />

Tribunale.<br />

* Una nota positiva che voglio evidenziare è la seguente: in alcuni<br />

casi, durante l’istruttoria, proprio per l’attenzione pastorale del giudice,<br />

le parti si sono riappacificate e hanno ripreso a convivere. Il Tribunale ha<br />

interessato i relativi parroci per la continuazione del cammino.<br />

* Nel 2003 sono state decise 205 cause, pertanto con soddisfazione si<br />

può prendere atto che i giudici e gli “uditori” si sono impegnati facendo<br />

del loro meglio, ognuno secondo le proprie possibilità e disponibilità,<br />

nonostante i condizionamenti di tempo e di spazio.<br />

Intanto il numero <strong>delle</strong> cause in pendenza al 31 Dicembre 2003 è<br />

molto alto: 774.<br />

È noto quanto stia a cuore a ognuno di Voi il nostro lavoro e tutti noi,<br />

Giudici, Uditori, Difensori del Vincolo, Cancelliere e Notai siamo orgogliosi<br />

di rendere questo delicato servizio.<br />

È noto anche quanto Voi siate preoccupati perché le cause si definiscano<br />

entro tempi più brevi con la stessa obiettività e serietà.<br />

Ora, più che chiedere altri giudici, oso chiedere che quelli già impegnati<br />

possano ottimizzare la loro disponibilità. Cioè che possa aumentare<br />

il numero dei giudici a tempo pieno, altrimenti difficilmente si potrà<br />

sbloccare la situazione <strong>delle</strong> tante cause da completare.<br />

Inoltre, in prospettiva bisognerebbe pensare a preparare giovani sacerdoti<br />

che, interessati alle problematiche pastorali familiari, conseguendo<br />

il titolo accademico in Diritto canonico, possano, in un prossimo<br />

futuro, con competenza e disponibilità ricoprire incarichi nei vari uffici<br />

del Tribunale.


3. I Difensori del Vincolo e Promotore di Giustizia (cfr. Allegato n. 1)<br />

Il Titolare dell’ufficio di Difensore del Vincolo è stato Mons. Felice<br />

Posa. Con lui hanno collaborato egregiamente come sostituti tre sacerdoti<br />

e cinque laici. Nel 2004 ha iniziato a collaborare anche il sac. Luigi<br />

Lazzari della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong>.<br />

L’opera del Difensore del Vincolo è importante perché deve svolgere<br />

il suo compito di proporre ed esporre tutto quello che ragionevolmente<br />

può addursi contro la nullità del matrimonio, specialmente nella fase dibattimentale.<br />

Per il nostro organico, essendo alto il numero <strong>delle</strong> cause, è necessaria<br />

qualche unità in più perché molte volte i Difensori del vincolo in<br />

carica (titolare e sostituti) non sempre riescono ad essere tempestivi nel<br />

presentare le “Animadversiones pro vinculo”.<br />

Mons. Felice Posa durante l’anno 2003 ha ricoperto l’incarico di<br />

Promotore di Giustizia, ma quando ciò è risultato incompatibile, perché<br />

impegnato come “difensore del vincolo”, l’incarico di Promotore di<br />

Giustizia Aggiunto è stato svolto da don Ignazio Pansini.<br />

4. I Patroni Stabili (cfr. Allegato n. 6)<br />

Affinché, specialmente a livello periferico, si possano avere notizie<br />

chiare sul prezioso servizio reso dai patroni stabili a vantaggio dei fedeli<br />

che ne abbiano bisogno, mi permetto ricordare chi è il patrono stabile.<br />

Ecco come si esprime il can. 1490: “In ciascun tribunale si costituiscano,<br />

per quanto è possibile, patroni stabili, stipendiati dallo stesso tribunale,<br />

che esercitino l’incarico di avvocati o procuratori nelle cause soprattutto<br />

matrimoniali per le parti che di preferenza desiderino sceglierli”.<br />

Le Norme della CEI del 18/3/1 997 danno queste indicazioni:<br />

Art. 6, § 2: “A tali patroni stabili i fedeli possono rivolgersi per ottenere<br />

consulenza canonica circa la loro situazione matrimoniale e per avvalersi<br />

del loro patrocinio avanti il Tribunale regionale presso il quale prestano<br />

il loro servizio… Per potersi avvalere del patrocinio di un patrono stabile,<br />

la parte che ne abbia interesse deve farne richiesta scritta e motivata al<br />

Preside del Collegio giudicante. Questi accoglie la richiesta tenuto conto<br />

<strong>delle</strong> ragioni addotte e <strong>delle</strong> effettive disponibilità di servizio”.<br />

§ 3: “Il patrono stabile non riceve alcun compenso dai fedeli, né per<br />

la consulenza, né per il patrocinio o la rappresentanza in giudizio”.<br />

23


23<br />

Nel nostro Tribunale hanno l’incarico di Patroni stabili l’avv. Antonio<br />

Lia e l’avv. Paolo Stefanì.<br />

Essi, secondo quanto stabilito dal Regolamento del nostro Tribunale,<br />

hanno assicurato la presenza, almeno una volta al mese nelle sedi <strong>delle</strong><br />

<strong>Diocesi</strong> dei capoluoghi di provincia in un apposito ufficio <strong>delle</strong> rispettive<br />

Curie.<br />

In particolare l’avv. Lia: il terzo mercoledì del mese presso la Curia<br />

di Taranto e il quarto mercoledì del mese presso la Curia di Lecce;<br />

l’avv. Stefanì: il primo mercoledì del mese presso la Curia di Foggia<br />

e il secondo mercoledì del mese presso la Curia di Brindisi.<br />

Negli altri giorni, durante le ore d’ufficio, sono a disposizione presso<br />

la sede del Tribunale in Bari.<br />

Oltre a quanto è indicato nel prospetto (Allegato n. 6) circa il numero<br />

<strong>delle</strong> cause introdotte dai patroni stabili durante il 2003, rendo noto che<br />

essi hanno svolto consulenze: n. 110 a Bari, n. 38 a Foggia, n. 14 a Brindisi,<br />

n. 31 a Taranto, n. 48 a Lecce.<br />

Posso attestare che l’avv. Lia e l’avv. Stefanì hanno svolto il loro lavoro<br />

con competenza e passione pastorale.<br />

Dato il numero alto di richieste, molto probabilmente si prevede, per<br />

il nostro Tribunale, d’intesa con gli organi della C.E.I., la possibilità di<br />

un terzo patrono stabile.<br />

5. I patroni di fiducia<br />

Negli Allegati n. 7 e n. 8 sono elencati gli avvocati iscritti all’albo del<br />

nostro Tribunale, ammessi dall’Ecc.mo Moderatore e quante cause ogni<br />

avvocato ha introdotto nel 2003.<br />

Oltre a coloro che hanno conseguito il diploma di avvocati rotali sono<br />

elencati quelli che hanno la Laurea in Diritto Canonico e quelli che hanno<br />

conseguito il titolo accademico di Licenza in Diritto Canonico. Questi<br />

ultimi sono stati ammessi “ad biennium” per dar loro la possibilità di<br />

conseguire anche il dottorato.<br />

Per opportuna retta informazione mi permetto ricordare che la misura<br />

degli onorari dovuti dalle parti ai patroni di fiducia è determinata dal Preside<br />

del Collegio giudicante in riferimento alla tabella stabilita, e anche quest’anno<br />

confermata, dal Consiglio Episcopale Permanente: da un minimo<br />

di €. 1.330,00 ad un massimo di €. 2.660,00 (escluso IVA e ulteriori oneri<br />

sostenuti dal patrono e che non possono essere compresi in tali onorari).


Sia i patroni stabili sia i patroni di fiducia sono disponibili a turno<br />

per assumere le cause di gratuito patrocinio dei fedeli in serie difficoltà<br />

economiche.<br />

6. La Cancelleria e la sede del Tribunale<br />

Il Cancelliere don Vito Spinelli, un “addetto alla Cancelleria” e sei<br />

notai-attuari che assistono i giudici durante le istruttorie, hanno fatto tutto<br />

il possibile per seguire le tantissime pratiche. Il loro numero si è rivelato<br />

inadeguato alla mole di lavoro.<br />

Si prevede che nel prossimo mese di aprile il Tribunale potrà trasferire<br />

la sua sede in ambienti più ampi messi a disposizione dall’Arcivescovo<br />

di Bari. Attualmente sono in corso i lavori di adattamento per i<br />

quali la C.E.I. ha erogato un contributo di €. 109.421,00.<br />

7. L’Amministrazione<br />

I costi di gestione del nostro Tribunale possono essere rilevati dalla<br />

relazione finanziaria allegata.<br />

Dal 1 Luglio 2003 l’Amministrazione è gestita dal dott. Benedetto<br />

Morea con la collaborazione del dott. Carlo Cassano. Questi era uno dei<br />

notai-attuari che è stato distaccato per seguire la contabilità.<br />

Anche quest’anno voglio ricordare che il concorso <strong>delle</strong> parti ai costi <strong>delle</strong><br />

cause, così come stabilito dal Consiglio Permanente Episcopale, è il seguente:<br />

la parte attrice, che invoca il ministero del Tribunale, è tenuta a versare<br />

al momento della presentazione del libello €. 414,00;<br />

la parte convenuta non è tenuta ad alcuna contribuzione, ove partecipi<br />

all’istruttoria senza patrocinio. Nel caso in cui nomini un patrono di<br />

fiducia o ottenga di fruire dell’assistenza di un patrono stabile, è tenuta a<br />

versare €. 207,00.<br />

8. Conclusione<br />

Concludo la presente relazione rinnovando la gratitudine per la vostra<br />

fiducia e assicurando a nome di tutti gli operatori del Tribunale un<br />

servizio in piena fedeltà e collaborazione con Voi.<br />

Sac. Luca Murolo<br />

Vicario Giudiziale<br />

23


240<br />

Organico del Tribunale<br />

nell’anno 2004<br />

Moderatore S.E. Mons. Francesco<br />

Cacucci<br />

Vicario<br />

Giudiziale<br />

Vicario Giudiziale<br />

emerito<br />

Vicario Giudiziale<br />

agg.<br />

Vicario Giudiziale<br />

agg.<br />

Allegato n. 1<br />

Arcivescovo<br />

di Bari-Bitonto<br />

Mons. Luca Murolo (Molfetta-Ruvo<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Mons. Luigi<br />

Stangarone<br />

Mons. Antonio<br />

Caricato<br />

(Bari-Bitonto)<br />

(Lecce)<br />

Sac. Pasquale Larocca (Bari-Bitonto)<br />

Giudici Sac. Gianfranco Aquino (Oria)<br />

Sac. Mario Cota (San Severo)<br />

Sac. Pietro De Punzio (Brindisi-Ostuni)<br />

Sac. Nicola Dileo (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Sac. Michele Di Nunzio (Foggia-Bovino)<br />

Sac. Agostino<br />

Divittorio<br />

(Cerignola-Ascoli Satriano)<br />

Sor. Federica Dotti (Comunità Loyola<br />

Molfetta)<br />

Mons. Leonardo Erriquenz (Conversano - Monopoli)<br />

Mons. Domenico Fusillo (Conversano - Monopoli)<br />

P. Lorenzo Lorusso, OP (PP. Domenicani<br />

S. Nicola - Bari)<br />

Sac. Antonio Magnocavallo (Bari-Bitonto)<br />

Mons. Giuseppe Montanaro (Taranto)<br />

P. Antonio Neri (Ist. Betania - Terlizzi)<br />

Mons. Paolo Oliva (Taranto)


Sac. Nunzio Palmiotti (Molfetta-Ruvo<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Sac. Giuseppe Pica (Nardò-Gallipoli)<br />

Sac. Filippo Salvo (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />

Sac. Antonio Sozzo (Lecce)<br />

Difensori del Vincolo<br />

Titolare Mons. Felice Posa (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Sostituti Sac. Ignazio Pansini (Molfetta-Ruvo<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Sac. Giuseppe Romagno (Conversano-Monopoli)<br />

Sac. Giuseppe Laterza (Conversano-Monopoli)<br />

Sac. Luigi Lazzari (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Dott. Vito Giannelli (Bari-Bitonto)<br />

Dott.ssa Valentina Bovio (Bari-Bitonto)<br />

Dott. Fabio Alberto Russo (Bari-Bitonto)<br />

Dott.ssa F.sca Maria (Molfetta-Ruvo-Giovinaz-<br />

Lorusso<br />

zo-Terlizzi)<br />

Dott.ssa Vitalba Simone (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Promotore di Giustizia<br />

Titolare Mons. Felice Posa (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Aggiunto Sac. Ignazio Pansini (Molfetta-Ruvo<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Uditori Sac. Michele Barbaro (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />

Sac. Giovanni Pinto (Lucera-Troia)<br />

Dott.ssa Maria Colaluce (Molfetta-Ruvo<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Dott. Giuseppe Nuzzi (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Dott. Vittorio Palumbieri (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />

241


242<br />

Uditori supplenti Dott. Antonio Capoccia (Lecce)<br />

Dott. Mario Macrì (Ugento<br />

Santa Maria di Leuca)<br />

Ins. Giulia Villani (Ugento-Santa Maria<br />

di Leuca)<br />

Patroni stabili Avv. Dott. Antonio Lia (Bari-Bitonto)<br />

Avv. Dott. Paolo Stefanì (Bari-Bitonto)<br />

Cancelleria<br />

Cancelliere - Notaio Sac. Vito Spinelli (Bari-Bitonto)<br />

Addetto<br />

Rag. Alfonso De Leo (Molfetta-Ruvo<br />

alla Cancelleria<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Amministrazione Prof. Benedetto Morea (Bari-Bitonto)<br />

Dott. Carlo Cassano (Bari-Bitonto)<br />

Attuari - Notai<br />

Sostituti Rag. Leonardo Amato (Bari-Bitonto)<br />

Rag. M. Antonietta<br />

(Molfetta-Ruvo<br />

Baronchelli<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Rag. Antonio Iurilli (Molfetta-Ruvo<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Rag. Angela Sette (Bari-Bitonto)<br />

Dott. Liborio Tridente (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />

Rag. Rosa Zaffanella (Bari-Bitonto)<br />

Deputati Rag. Palma <strong>Acquaviva</strong> (Taranto)<br />

Rag. Graziano Facecchia (Brindisi-Ostuni)<br />

Rag. Gianni Giannone (Lecce)<br />

Rag. Maurizio Margheriti (Oria)<br />

Rag. Francesco Mosè Radi (Cerignola<br />

Ascoli Satriano)


Relazione anno 2003<br />

Cause introdotte 275<br />

Cause archiviate 26<br />

Cause decise 205<br />

Decise<br />

Affermative 139<br />

Negative 66<br />

Totale 205<br />

Capi di nullità<br />

Allegato n. 2<br />

Esclusione dell’indissolubilità 49 affermative<br />

52 negative<br />

Esclusione della prole 33 affermative<br />

34 negative<br />

Timore 22 affermative<br />

18 negative<br />

Defectus discretionis iudicii 3 affermative<br />

3 negative<br />

Incapacità ad assumere gli obblighi coniugali 20 affermative<br />

14 negative<br />

Simulazione totale del consenso 27 affermative<br />

25 negative<br />

Errore di persona 0 affermative<br />

1 negative<br />

Errore di qualità 6 affermative<br />

16 negative<br />

Esclusione della fedeltà 9 affermative<br />

6 negative<br />

Dolo 6 affermative<br />

6 negative<br />

Impotenza 3 affermative<br />

243


244<br />

2 negative<br />

Condizione 5 affermative<br />

4 negative<br />

Esclusione del bonum coniugum 3 affermative<br />

10 negative<br />

Difetto di forma canonica 1 affermative<br />

0 negative<br />

Esclusione della sacramentalità 0 affermative<br />

2 negative<br />

La somma dei capi ammessi o respinti non corrisponde al numero <strong>delle</strong><br />

sentenze affermative o negative in quanto alcune volte nella stessa sentenza<br />

il Tribunale si è pronunziato su più capi, alcuni dei quali vengono<br />

ammessi e altri respinti.


<strong>Diocesi</strong> di provenienza<br />

<strong>delle</strong> 275 cause introdotte nell’anno 2003<br />

<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> 8<br />

Andria 5<br />

Bari-Bitonto 58<br />

Brindisi-Ostuni 23<br />

Castellaneta 8<br />

Cerignola-Ascoli Satriano 2<br />

Conversano-Monopoli 24<br />

Foggia-Bovino 17<br />

Lecce 21<br />

Lucera-Troia 1<br />

Manfredonia-Vieste 9<br />

Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi 9<br />

Nardò-Gallipoli 14<br />

Oria 10<br />

Otranto 10<br />

San Severo 13<br />

Taranto 17<br />

Trani-Barletta-Bisceglie 21<br />

Ugento-S. Maria di Leuca 5<br />

Totale 275<br />

Allegato n. 3<br />

24


24<br />

Professioni<br />

Allegato n. 4<br />

Attori Attrici Convenuti Convenute<br />

Agricoltore 4 3 8 1<br />

Artigiano 13 8 8 6<br />

Casalinga 0 14 0 32<br />

Commerciante 10 2 8 1<br />

Disoccupato 5 7 7 16<br />

Impiegato 25 12 20 22<br />

Imprenditore 3 0 1 0<br />

Infermiere 1 6 2 3<br />

Insegnante 5 18 2 9<br />

Libero Profess. 40 17 29 19<br />

Militari 11 0 15 1<br />

Operaio 22 18 19 13<br />

Pensionato 2 0 0 2<br />

Studente 5 19 5 21<br />

Non dichiarati 2 3 3 2<br />

Totale 148 127 127 148<br />

Attori 148<br />

Attrici 127<br />

Totale parte attrice 275<br />

Convenuti 127<br />

Convenute 148<br />

Totale parte convenuta 275


Durata della convivenza matrimoniale<br />

<strong>delle</strong> coppie che hanno introdotto il libello<br />

nell’anno 2003<br />

10 giorni 1<br />

14 giorni 1<br />

15 giorni 1<br />

20 giorni 2<br />

1 mese 1<br />

2 mesi 10<br />

3 mesi 6<br />

4 mesi 2<br />

5 mesi 4<br />

6 mesi 10<br />

7 mesi 1<br />

8 mesi 7<br />

9 mesi 1<br />

10 mesi 6<br />

1 anno 32<br />

15 mesi 1<br />

18 mesi 7<br />

19 mesi 1<br />

2 anni 48<br />

3 anni 26<br />

4 anni 16<br />

5 anni 21<br />

6 anni 7<br />

7 anni 13<br />

8 anni 12<br />

9 anni 5<br />

10 anni 4<br />

11 anni 5<br />

12 anni 1<br />

13 anni 1<br />

Allegato n. 5<br />

24


24<br />

14 anni 1<br />

16 anni 1<br />

18 anni 4<br />

19 anni 1<br />

20 anni 2<br />

26 anni 1<br />

29 anni 1<br />

Coppie non dichiarate 10<br />

Totale 275


Statistiche sull’attività del Tribunale<br />

in particolare per la diocesi di<br />

<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Anno 2003<br />

totale cause decise<br />

Totale cause decise<br />

nella <strong>Diocesi</strong><br />

Allegato n. 6<br />

aff. neg.<br />

205 6 4 2<br />

Capi di nullità Totale Aff. Neg. Arch.<br />

Esclusione della indissolubilità 5 5<br />

Esclusione della prole 3 2 1<br />

Timore 0<br />

Defectus discretionis iudicii 0<br />

Incapacità ad assumere<br />

gli obblighi coniugali<br />

Simulazione totale del consenso 1 1<br />

Errore di persona 0<br />

Errore di qualità 0<br />

Esclusione della fedeltà 1 1<br />

Dolo 0<br />

Impotenza 0<br />

Condizione 1 1<br />

Esclusione del bonum coniugum 2 2<br />

Ratto 0<br />

Esclusione della sacramentalità 0<br />

0<br />

24


2 0<br />

La somma dei capi ammessi o respinti non corrisponde al numero<br />

<strong>delle</strong> sentenze affermative o negative in quanto alcune volte nella stessa<br />

sentenza il Tribunale si è pronunziato su più capi, alcuni dei quali vengono<br />

ammessi e altri respinti.


Vita<br />

Diocesana


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata laterale - particolare finestra trifora.


Elezione<br />

di S.E. Mons. Michele Castoro<br />

a Vescovo di Oria<br />

Benedetto XVI ha nominato Vescovo di Oria (Italia) il Rev.do Mons.<br />

Michele Castoro, del clero della diocesi di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti, finora Capo Ufficio della Congregazione per i Vescovi<br />

(da L’Osservatore Romano, 15 maggio 2005).<br />

Mons. Michele Castoro è nato ad <strong>Altamura</strong> il 14 gennaio 1952.<br />

Dopo le Scuole Medie ed il Ginnasio nel Seminario Arcivescovile<br />

di Bari, ha frequentato a Roma il Liceo nel Seminario Romano Minore.<br />

Passato al Seminario Romano Maggiore, ha seguito i corsi di Filosofia<br />

e Teologia rispettivamente presso la Pontificia Università Lateranense<br />

e la Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito la Licenza in<br />

Teologia Fondamentale. In seguito ha conseguito la Laurea in Storia e<br />

Filosofia presso l’Università degli Studi di Bari.<br />

Ordinato sacerdote il 6 agosto 1977, in diocesi ha svolto i seguenti<br />

ministeri: Segretario del Vescovo, Insegnante di Religione nel Liceo<br />

Classico Statale “Cagnazzi” di <strong>Altamura</strong>, Assistente della F.U.C.I., Collaboratore<br />

parrocchiale della Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, Direttore Spirituale<br />

del Seminano Diocesano di <strong>Gravina</strong>.<br />

Chiamato nel 1985 al servizio della Santa Sede, ha svolto il suo ministero<br />

nella Congregazione per i Vescovi, dove nel 1996 è stato nominato<br />

Capo Ufficio. Nel 2001 è stato nominato anche Sostituto della Segreteria<br />

del Collegio Cardinalizio. Dal 1998 è Prelato d’onore di Sua Santità.<br />

Nel tempo libero dall’ufficio, ha sempre svolto ministero pastorale in<br />

Roma, dapprima come Assistente Spirituale presso l’Università Cattolica<br />

del Sacro Cuore; in seguito come collaboratore presso la Parrocchia<br />

di Santa Maria <strong>delle</strong> Grazie al Trionfale; infine, come Cappellano <strong>delle</strong><br />

Suore Discepole del Sacro Cuore e dell’annesso Collegio universitario.<br />

* * *<br />

La notizia della nomina è stata data al Presbiterio diocesano a mezzogiorno<br />

del 14 maggio 2005, nel salone della Curia Diocesana di <strong>Altamura</strong>,<br />

dal Vescovo Mons. Mario Paciello. Lo stesso Vescovo, dopo aver<br />

2 3


2 4<br />

letto ai presenti la comunicazione a lui pervenuta da parte del Nunzio<br />

Apostolico in Italia, Mons. Paolo Romeo, si è fatto interprete e portavoce<br />

di un saluto che Mons. Castoro ha voluto inviare ai sacerdoti di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti, quale espressione dei suoi sentimenti<br />

di amicizia, di comunione e di affetto per tutti e per ciascuno.<br />

Carissimi, in questi anni della mia permanenza a Roma, ho sempre<br />

cercato di seguire spiritualmente e da vicino il provvidenziale cammino<br />

della nostra Chiesa “murgiana”. Ora che torno nell’amata Puglia, continuerò<br />

a farlo, con una preghiera ancor più intensa.<br />

Quando sono stato informato della decisione del Santo Padre Benedetto<br />

XVI di annoverarmi nel Collegio Episcopale, ho dato la mia accettazione,<br />

non senza trepidazione ma pure con serenità d’animo, ripetendo<br />

le parole della Madonna: “Avvenga di me secondo la tua volontà”.<br />

Conosco le difficoltà che comporta oggi il ministero episcopale.<br />

Consapevole dei miei limiti, mi abbandono con umile fiducia all’aiuto<br />

potente del Signore “che sceglie ciò che nel mondo è debole... perché<br />

nessuno possa gloriarsi davanti a Lui” (1Cor 1, 27-29).<br />

Considero una grazia l’aver prestato servizio alla Santa Sede durante<br />

gli anni di pontificato del grande Papa Giovanni Paolo II, che ha incarnato<br />

in maniera esemplare la figura del Buon Pastore.<br />

Al nuovo Papa Benedetto XVI, ho già promesso la mia piena e gioiosa<br />

obbedienza, consapevole che solo la comunione con il Successore di<br />

Pietro e con il Collegio dei Vescovi può garantire la fecondità del ministero<br />

episcopale che mi attende.<br />

Sostenetemi con la preghiera, perché la grazia dello Spirito Santo,<br />

che attendiamo in questa Pentecoste, mi renda pastore secondo il cuore<br />

di Dio.<br />

Sarete informati in tempo sulla data della Consacrazione episcopale,<br />

alla quale vi aspetto tutti. Affido alla Madonna la mia nuova missione<br />

pastorale. A te, o Maria, la mia filiale implorazione: “preparami un buon<br />

cammino”.<br />

Un grande abbraccio a tutti<br />

Don Michele Castoro


Carissimi sacerdoti e<br />

fedeli tutti della diocesi di Oria,<br />

* * *<br />

Primo saluto<br />

di S.E. Mons. Michele Castoro<br />

alla <strong>Diocesi</strong> di Oria<br />

1. Nel momento in cui vi giunge la notizia della mia nomina a vostro<br />

Vescovo, desidero rivolgervi il mio primo affettuoso saluto con l’espressione<br />

augurale dell’Apostolo Paolo: “Grazia, misericordia e pace da Dio<br />

Padre e da Cristo Gesù nostro Signore” (1Tm 1, 2).<br />

Quando sono stato informato della decisione del Santo Padre Benedetto<br />

XVI di nominarmi vostro Vescovo, ho dato la mia accettazione,<br />

non senza trepidazione ma pure con serenità d’animo, ripetendo le parole<br />

della Madonna: “Avvenga di me secondo la tua volontà”.<br />

Conosco le difficoltà che comporta oggi il ministero episcopale.<br />

Consapevole dei miei limiti, mi abbandono con umile fiducia all’aiuto<br />

potente del Signore “che sceglie ciò che nel mondo è debole… perché<br />

nessuno possa gloriarsi davanti a Lui” (1Cor 1, 27-29).<br />

Considero una grazia l’aver prestato servizio alla Santa Sede durante<br />

gli anni di pontificato del grande Papa Giovanni Paolo II, che ha incarnato<br />

in maniera esemplare la figura del Buon Pastore.<br />

Al nuovo Papa Benedetto XVI, che in queste prime settimane di pontificato<br />

tanta speranza ha suscitato nel mondo intero, ho già promesso<br />

la mia piena e gioiosa obbedienza, consapevole che solo la comunione<br />

con il Successore di Pietro e con il Collegio dei Vescovi può garantire<br />

la fecondità del ministero episcopale che mi attende.<br />

2. Carissimi, vengo a voi nel nome del Signore. È il Signore la sorgente<br />

della mia forza, sarà Lui l’oggetto del mio annuncio, Lui la via e<br />

la mèta del nostro comune cammino. Non vi chiedo onori e glorie, ma<br />

vi chiedo soltanto di accogliermi con fede e con amore, di mostrarmi<br />

docilità e collaborazione e di aiutarmi con la vostra preghiera.<br />

Dopo i lunghi anni a Roma, sono ben lieto di tornare nella nostra amata<br />

Puglia. So di venire in una terra di lunga tradizione cristiana benedetta dalla<br />

presenza di anime sante, penso in particolare al Beato Bartolo Longo,<br />

2


2<br />

e dall’azione pastorale di benemeriti Vescovi: ricordo il carissimo Cardinale<br />

Salvatore De Giorgi, il compianto Mons. Armando Franco e l’amico<br />

fraterno Mons. Marcello Semeraro, mio immediato predecessore. A tutti<br />

loro, come anche all’Amministratore Apostolico Mons. Pietro Maria Fragnelli,<br />

mio compagno di studi al Seminario Romano, e ai due Vescovi originari<br />

della diocesi, Mons. Giovanni Battista Pichierri e Mons. Domenico<br />

Caliandro, vada il mio affettuoso e riconoscente pensiero.<br />

Nel solco sapientemente tracciato da così zelanti Pastori, mi appresto<br />

ad iniziare con voi questa formidabile avventura di Chiesa, all’inizio<br />

del Terzo Millennio. Cammineremo sotto la guida illuminata del Santo<br />

Padre Benedetto XVI, in piena sintonia con la Chiesa che è in Italia e<br />

con le altre diocesi della Puglia. Come frutto di questo anno Eucaristico,<br />

punteremo su una più diffusa e sentita partecipazione alla Santa Messa<br />

domenicale, perché “senza la celebrazione eucaristica della domenica<br />

noi cristiani non possiamo vivere” (cf. Congresso Eucaristico Nazionale<br />

di Bari).<br />

3. Miei cari fratelli, sono impaziente di venire tra voi. Vorrei affrettare<br />

i tempi per conoscere i vostri volti e salutarvi uno per uno.<br />

A voi sacerdoti e diaconi, rivolgo il mio fraterno e cordiale saluto,<br />

con l’assicurazione di dedicare a voi le primizie della mia carità pastorale.<br />

Vengo portando nel mio zaino il sogno di una profonda comunione<br />

tra noi, convinto che solo l’amore costruisce.<br />

Saluto voi cari seminaristi: voi avrete un posto particolare nel cuore<br />

del Vescovo perché siete il futuro e la speranza della nostra Chiesa.<br />

Rivolgo un caloroso saluto a voi Religiosi, alle Suore, ai membri degli<br />

Istituti secolari. Alle monache contemplative chiedo di non farmi mai<br />

mancare il sostegno della loro preghiera.<br />

Saluto con animo grato voi catechisti ed insegnanti di religione, voi<br />

laici impegnati nell’Azione Cattolica ed in altre associazioni, in gruppi,<br />

in movimenti ed in varie forme di volontariato, e voi appartenenti alle<br />

confraternite. So di poter contare sul vostro generoso impegno, per la<br />

costruzione del regno di Dio.<br />

Saluto le famiglie, santuari della vita, e voi genitori, soggetti primari<br />

di educazione alla fede ed ai valori umani per le nuove generazioni.<br />

Benedico fin d’ora i vostri bambini ed abbraccio i vostri giovani. Care<br />

ragazze e cari ragazzi, la Chiesa vi ama intensamente, da sempre; ma<br />

soprattutto in questi tempi guarda a voi con speciale speranza.


A voi anziani, a voi ammalati, a voi poveri ed a tutti voi sofferenti<br />

nell’anima e nel corpo tendo fraternamente la mia mano per offrirvi l’affettuosa<br />

carezza di Dio.<br />

Saluto i lavoratori dei campi e gli artigiani, gli imprenditori, i commercianti,<br />

gli impiegati e gli operai; gli immigrati e i disoccupati, saluto<br />

il personale della scuola e gli operatori culturali, invitando tutti ad accogliere<br />

Cristo nella propria vita.<br />

Saluto con rispetto le Autorità civili, militari e politiche, le donne e<br />

gli uomini di buona volontà e tutti coloro che operano per il progresso<br />

della società.<br />

4. Cari Amici, chiedo a tutti di pregare per me. Implorate l’intercessione<br />

dei nostri Santi Patroni: San Barsanofio, i Santi Cosma e Damiano,<br />

il beato Bartolo Longo, Sant’Annibale Maria Di Francia, perché la grazia<br />

dello Spirito Santo, che attendiamo in questa Pentecoste, mi renda<br />

pastore secondo il cuore di Dio, segno e strumento di unità, sentinella<br />

vigile di una Chiesa che brucia dell’amore di Cristo per la salvezza<br />

dell’uomo.<br />

Carissimi, fin d’ora vi dichiaro la mia volontà di volervi bene. Siete<br />

nella mia mente e nel mio cuore. Siete già nelle mie preghiere.<br />

Affido alla Madonna la mia nuova missione pastorale. “A te, o Maria,<br />

la mia filiale implorazione: preparami un buon cammino”.<br />

Cristo Redentore benedica la diocesi di Oria, benedica ogni nostra<br />

famiglia, benedica ciascuno di noi.<br />

Tutti abbraccio con affetto.<br />

Don Michele Castoro<br />

Vescovo eletto di Oria<br />

2


2<br />

Bolla di nomina<br />

di S.E. Mons. Michele Castoro<br />

a Vescovo di Oria<br />

Benedetto Vescovo, Servo dei servi di Dio, al diletto figlio Michele<br />

Castoro, del clero della Chiesa di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti, finora Capo Ufficio della Congregazione per i Vescovi, eletto Vescovo<br />

di Oria, salute e Apostolica Benedizione.<br />

In quanto successore dell’Apostolo Pietro è nostro dovere adoperarci<br />

con sollecitudine per il bene dell’intero gregge del Signore. Dovendo<br />

provvedere all’antica diocesi di Oria, dopo il trasferimento del Venerato<br />

Fratello Marcello Semeraro alla sede suburbicaria di Albano, abbiamo<br />

pensato a te, diletto figlio che, ornato di riconosciute doti di mente<br />

e di cuore, hai lavorato con saggezza e diligenza per molti anni nella<br />

Congregazione per i Vescovi, ritenendoti idoneo per il governo di quella<br />

Chiesa Cattedrale. Pertanto, avvalendoci del consiglio della medesima<br />

Congregazione per i Vescovi, con la Nostra Potestà Apostolica ti nominiamo<br />

Vescovo di Oria, con i relativi diritti ed obblighi.<br />

Ti autorizziamo, osservando le leggi liturgiche, a ricevere l’ordinazione<br />

episcopale da parte di qualsiasi Vescovo cattolico fuori della città di Roma<br />

dopo aver emesso la professione di fede cattolica secondo l’uso e i<br />

sacri canoni, e aver fatto il giuramento di fedeltà verso di Noi ed i Nostri<br />

Successori. Disponiamo, inoltre, che queste Lettere Apostoliche vengano<br />

portate a conoscenza del Clero e del popolo della medesima diocesi,<br />

che esortiamo affinché ti accolgano di buon animo e ti ricevano con il<br />

dovuto rispetto. Per intercessione della Vergine Maria, Madre della Fiducia,<br />

che è oggetto della tua pia venerazione, imploriamo infine in tuo<br />

favore, diletto figlio, abbondantissimi doni dello Spirito Santo. Con il<br />

suo divino aiuto tu possa pascere e santificare come buon Pastore e Padre<br />

i fedeli affidati alle tue cure in modo tale che essi si rendano credibili<br />

e lieti testimoni del Vangelo di Cristo, avendo come centro della loro vita<br />

spirituale l’Eucaristia con la quale si edifica, vive e cresce la Chiesa.<br />

La grazia di Dio sia sempre con te e con la comunità diocesana di Oria a<br />

Noi carissima.<br />

Dato in Roma, presso San Pietro, il 14 maggio dell’anno del Signore<br />

2005, nel primo anno del Nostro Pontificato.<br />

Benedetto PP. XVI


* * *<br />

Lo stemma<br />

Di azzurro cappato di argento: all’ombra di sole di oro, caricata del<br />

monogramma di Cristo (IHS) di nero, nel primo; alla stella (7) di azzurro<br />

a destra e al leone rampante di rosso a sinistra, nel secondo.<br />

L’azzurro del campo simboleggia il distacco dai valori mondani e l’ascesa<br />

dell’anima verso Dio, quindi il percorso <strong>delle</strong> Virtù Celesti che s’innalzano<br />

sulle cose di questa terra verso il cielo.<br />

Su questo campeggia il sole, con il monogramma del nome di Cristo<br />

(IHS) a rappresentare la fonte di luce e di salvezza che promana da Gesù.<br />

Questo messaggio il cristiano lo può comprendere con la Fede, prima<br />

Virtù, rappresentata dal metallo più nobile, l’oro, usato nella rappresentazione<br />

del sole. L’argento è il simbolo della trasparenza, quindi della<br />

Verità, della Giustizia, doti fondamentali su cui articolare la nostra vita<br />

nei confronti dei fratelli.<br />

La stella rappresenta Maria, la nostra madre celeste, e ricorda le Cattedrali<br />

di <strong>Altamura</strong> e di Oria, dedicate entrambe a Santa Maria Assunta.<br />

Il leone è il simbolo della forza ed è rappresentato in rosso, colore dell’Amore,<br />

per sottolineare la forza dell’Amore di Dio per l’Uomo, senza<br />

il quale siamo inermi e la nostra vita perde di significato. Inoltre, la figura<br />

del leone vuole ricordare <strong>Altamura</strong>, detta anche “Leonessa di Puglia”<br />

ed i leoni che appaiono davanti alla facciata della sua Cattedrale.<br />

L’uso di porre leoni a difesa <strong>delle</strong> costruzioni data dal medioevo, quando<br />

era diffusa la credenza che tale animale dormisse ad occhi aperti, senza<br />

quindi interrompere la sua funzione protettiva.<br />

* * *<br />

Il motto<br />

In nomine Iesu (At 3, 6)<br />

L’impegno pastorale di Mons. Castoro si incentra tutto in Nostro Signore<br />

Gesù, come affermato nel suo primo saluto alla <strong>Diocesi</strong> di Oria: “Carissimi,<br />

vengo a voi nel nome del Signore”. Particolare significato assume<br />

oggi questo intendimento, nell’attualità dell’Anno dell’Eucaristia.<br />

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2 0<br />

Ordinazione Episcopale<br />

di S.E. Mons. Michele Castoro<br />

Vescovo di Oria<br />

Il 25 giugno 2005, ad <strong>Altamura</strong>, in Piazza Duomo, ha avuto luogo Ordinazione<br />

Episcopale di S.E. Mons. Michele Castoro, Vescovo di Oria,<br />

conferita da S.E. il Card. Giovanni Battista Re, Prefetto Congregazione<br />

per i Vescovi, essendo Conconsacranti S.E. Mons. Mario Paciello, Vescovo<br />

<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, e S.E. Mons. Marcello<br />

Semeraro, Vescovo Albano e già Vescovo di Oria.<br />

Hanno concelebrato i Cardinali Bernardin Gantin, Prefetto emerito<br />

della Congregazione per i Vescovi, e Salvatore De Giorgi, Arcivescovo<br />

di Palermo; gli Arcivescovi e Vescovi: Mons. Paolo Romeo, Nunzio<br />

Apostolico in Italia, Mons. Francesco Monterisi, Segretario della<br />

Congregazione per i Vescovi, Mons. Csaba Ternyák, Segretario della<br />

Congregazione per il Clero, Mons. Piero Marini, Maestro <strong>delle</strong> Celebrazioni<br />

Liturgiche Pontificie, Mons. Francesco Gioia, Delegato della<br />

Basilica di S. Antonio di Padova, Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Arcivescovo<br />

Metropolita di Lecce e Presidente della Conferenza Episcopale<br />

Pugliese, Mons. Benigno Luigi Papa, Arcivescovo Metropolita di<br />

Taranto, Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo Metropolita di Cagliari,<br />

Mons. Francesco Cuccarese, Arcivescovo Metropolita di Pescara-Penne,<br />

Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San<br />

Giovanni Rotondo, Mons. Donato Negro, Arcivescovo<br />

di Otranto, Mons. Michele Scandiffio, Arcivescovo di Acerenza, Mons.<br />

Salvatore Ligorio, Arcivescovo di Matera-Irsina, Mons. Carmelo Cassati,<br />

Arcivescovo emerito di Trani-Barletta-Bisceglie, Mons. Vincenzo<br />

Franco, Arcivescovo emerito di Otranto, Mons. Pietro Maria Fragnelli,<br />

Vescovo di Castellaneta e Amministratore Apostolico di Oria, Mons.<br />

Luigi Martella, Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Mons.<br />

Domenico Caliandro, Vescovo di Nardò-Gallipoli, Mons. Michele Seccia,<br />

Vescovo di San Severo, Mons. Giuseppe Rocco Favale, Vescovo di<br />

Vallo della Lucania, Mons. Martino Scarafile, Vescovo emerito di Castellaneta,<br />

Mons. Ernesto Mandara, Vescovo Ausiliare di Roma.<br />

Inoltre, hanno concelebrato i Presbiteri <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<br />

<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti e di Oria, gli Officiali della Congregazione<br />

per i Vescovi, altri Officiali in servizio presso la Santa Sede e


numerosi Sacerdoti, amici di Mons. Castoro, venuti da diverse <strong>Diocesi</strong><br />

d’Italia.<br />

Tra i fedeli, giunti numerosi anche dalla <strong>Diocesi</strong> di Oria, erano presenti,<br />

oltre ai familiari e parenti di Mons. Castoro, le Autorità politiche,<br />

civili e militari della Regione Puglia, <strong>delle</strong> Province di Bari, Brindisi e<br />

Taranto, i Sindaci dei Comuni <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti e di Oria.<br />

* * *<br />

Indirizzo di saluto<br />

di S.E. Mons. Mario Paciello<br />

All’inizio della Celebrazione, seguita anche attraverso maxischermi<br />

appositamente impiantati nelle Piazze vicine alla Cattedrale, oltre che in<br />

diretta televisiva attraverso la Televisione locale “Canale 2 - Puglia Channel”,<br />

Mons. Mario Paciello ha rivolto il seguente indirizzo di saluto:<br />

Eminenza Reverendissima,<br />

le Chiese che sono in Oria e in <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti magnificano il Signore ed esultano in Dio per le meraviglie che<br />

Egli opera chiamando i suoi figli, nonostante i limiti propri della condizione<br />

umana, a partecipare alla costruzione del Suo Regno di santità, di<br />

amore e di grazia.<br />

Mons. Michele Castoro, presbitero di questa Comunità Diocesana di<br />

<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, finora al servizio della Santa<br />

Sede nella Congregazione per i Vescovi, dicastero da Vostra Eminenza<br />

sapientemente diretto, e nella Segreteria del Collegio Cardinalizio, è stato<br />

chiamato dal Santo Padre Benedetto XVI a reggere come maestro e<br />

pastore la Cattedra di Oria.<br />

Con vera gioia mi permetto di farmi interprete dei sentimenti dei Presbiteri<br />

e di tutto il popolo di Dio qui presente, per porgere il più cordiale<br />

e rispettoso benvenuto a Lei, Eminenza, e per ringraziarla di aver accettato<br />

di presiedere questa Solenne Concelebrazione.<br />

La presenza dell’Eminenza Vostra Reverendissima in mezzo a noi,<br />

onora grandemente questa Città, ed è, per le Chiese di Oria e di Altamu-<br />

2 1


2 2<br />

ra-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, una chiara testimonianza della stima,<br />

dell’affetto che Ella nutre verso Mons. Michele, e segno tangibile di riconoscenza<br />

per l’impegno, la finezza, l’amore con cui egli ha svolto il<br />

suo delicatissimo ufficio.<br />

Un riverente ossequio, pregno di gratitudine, a S. E. Mons. Paolo Romeo,<br />

Nunzio Apostolico in Italia: la Sua presenza ci fa sentire più vicino<br />

il Santo Padre.<br />

Saluto con fraterno affetto Sua Eminenza il Cardinale Bernardin<br />

Gantin, Prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi e Decano<br />

emerito del Collegio Cardinalizio: la Sua nobile figura dà un tocco più<br />

visibilmente missionario a questa celebrazione e ci mette in più intima<br />

comunione con la giovane Chiesa Africana.<br />

Con altrettanta gioia e stima saluto Sua Eminenza il Cardinale Salvatore<br />

De Giorgi, Arcivescovo di Palermo, che con Sua Eccellenza Mons.<br />

Marcello Semeraro è il segno della successione apostolica nella Chiesa<br />

di Oria.<br />

Come Pastore di questa Chiesa saluto con tanta gioia Sua Eccellenza<br />

Mons. Piero Marini, Sua Eccellenza Mons. Csaba Ternyák e i Confratelli<br />

Arcivescovi e Vescovi venuti ad imporre le mani su Mons. Michele:<br />

questa festosa corona episcopale intorno all’ordinando è segno tangibile<br />

della collegialità episcopale e dell’unità della Chiesa.<br />

Un caloroso benvenuto alla Chiesa di Oria, a Sua Eccellenza Mons.<br />

Pietro Maria Fragnelli, Vescovo di Castellaneta e Amministratore Apostolico<br />

di Oria. Saluto e ringrazio Sua Eccellenza Mons. Francesco<br />

Monterisi e tutta la Congregazione per i Vescovi, venuta a stringersi in<br />

preghiera attorno al suo ex capo-ufficio.<br />

Saluto cordialmente e con viva gratitudine le Autorità Politiche, Civili,<br />

Militari e particolarmente il Sindaco della Città, Dott. Mario Stacca, e<br />

le Forze dell’Ordine.<br />

Un augurio fraterno a te, carissimo Mons. Michele: la Chiesa Locale<br />

di cui sei figlio e presbitero è orgogliosa di te, ed è qui, non solo per dimostrarti<br />

stima e affetto, ma anche per invocare su di te la forza e i doni<br />

dello “Spiritus Principalis”, e per raccogliere in questa Solenne Eucaristia<br />

le ore di adorazione fatte nelle parrocchie, e la lunga veglia notturna<br />

dei giovani della Città, protrattasi fino all’alba di questo giorno radioso.


La Vergine Assunta, Sant’Irene, San Michele Arcangelo, Sant’Eustachio,<br />

i Santi Medici e San Barsanofio ti custodiscano e ti guidino.<br />

* * *<br />

Omelia<br />

di S.E. il Card. Giovanni Battista Re<br />

L’immagine del Buon Pastore – di cui parla il Vangelo or ora proclamato<br />

– dice forse poco alla mentalità del nostro tempo industrializzato,<br />

ma per gli ascoltatori di Gesù, che avevano dimestichezza con greggi e<br />

armenti, aveva grande eloquenza.<br />

È un’immagine che dipinge bene i compiti e lo stile di vita di un<br />

Vescovo. È l’immagine che questa sera parla con incisività ai nostri<br />

cuori, mentre davanti a questa splendida Cattedrale, monumento di fede<br />

e di arte, siamo riuniti per l’ordinazione episcopale di un figlio di questa<br />

terra, Mons. Michele Castoro.<br />

Per la diocesi di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti l’elevazione<br />

di un suo sacerdote a Vescovo di una diocesi sorella è anche<br />

un’esaltazione <strong>delle</strong> numerose vocazioni sacerdotali e religiose che<br />

questa diocesi ha saputo esprimere e che hanno le loro radici nella fede<br />

e nella vita cristiana <strong>delle</strong> famiglie di questa terra pugliese.<br />

Caro Mons. Michele, mediante l’imposizione <strong>delle</strong> mani e l’invocazione<br />

dello Spirito Santo tu diventerai Successore degli Apostoli e sarai<br />

inserito nel Collegio dei Vescovi.<br />

Le mie mani e quelle dei Vescovi presenti, che si protenderanno sul<br />

tuo capo, continueranno quella lunghissima catena attraverso la quale<br />

si risale nei secoli e si giunge fino a Cristo. La successione apostolica,<br />

che collega la Chiesa di oggi con quella degli Apostoli, corre su questa<br />

ininterrotta serie di mani protese nel solenne rito dell’ordinazione<br />

episcopale, a garanzia di una presenza divina, che continua a produrre<br />

nella Chiesa frutti di salvezza e costituisce il nuovo Vescovo segno vivente<br />

del Cristo.<br />

La preghiera, che accompagna questo gesto, invoca lo Spirito Santo<br />

perché sia lui ad operare nel nuovo Vescovo e a condurlo nel suo ministero<br />

pastorale.<br />

Tale preghiera si conclude dicendo: “O Padre, che conosci i segreti<br />

dei cuori, concedi a questo tuo servo, da te eletto all’episcopato, di pa-<br />

2 3


2 4<br />

scere il tuo gregge e di compiere in modo irreprensibile la missione del<br />

sommo sacerdozio”.<br />

Nel rito dell’ordinazione vi è poi un gesto molto significativo: al<br />

candidato viene posto sul capo il libro dei Vangeli, per indicare che nel<br />

suo ministero il Vescovo sarà sottoposto alla Parola di Dio e dovrà lasciarsi<br />

impregnare dalla Parola di Dio per annunciarla agli altri.<br />

Il libro dei Vangeli aperto sopra il capo dell’ordinando, ricorda che la<br />

Parola di Dio è il cuore della missione del Vescovo, il quale è chiamato<br />

a comunicare il Vangelo, a testimoniarlo con coraggio ed a viverlo nella<br />

sua vita.<br />

Il Vescovo infatti è, innanzi tutto, maestro della fede.<br />

Certo un Vescovo oggi deve occuparsi di tante cose. È chiamato<br />

spesso a portare pesi gravi perché molti ricorrono a lui per chiedere aiuto,<br />

sostegno e conforto, e deve assumere sempre molti impegni. Ma ciò<br />

non può distoglierlo dal servizio fondamentale di essere maestro della<br />

fede e araldo della Parola di Dio.<br />

Il Vescovo è chiamato ad illuminare e a trasmettere la verità: nelle<br />

nebbie dei dubbi, <strong>delle</strong> inquietudini e del relativismo di oggi, il popolo<br />

di Dio desidera conoscere che cosa insegna la Chiesa cattolica per poter<br />

ancora credere <strong>insieme</strong> con lei.<br />

Il Vescovo inoltre deve prodigarsi, personalmente e mediante i sacerdoti,<br />

per la santificazione dell’intero popolo di Dio, facendo in modo<br />

che la diocesi sia casa e scuola di preghiera, che attinge dai sacramenti<br />

la luce e la forza per vivere in pienezza e con coerenza il messaggio del<br />

Vangelo.<br />

Il Vescovo è poi pastore, cioè padre e guida spirituale di quanti sono<br />

a lui affidati.<br />

Di tale compito è segno eloquente il pastorale, che viene consegnato<br />

al neo-consacrato con la raccomandazione: “Abbi cura dell’intero<br />

gregge nel quale lo Spirito Santo ti ha posto come Vescovo per reggere<br />

la Chiesa di Dio”.<br />

Nel compiere il tuo ministero pastorale, caro Mons. Michele, è alla<br />

suggestiva immagine del Buon Pastore che tu dovrai continuamente<br />

ispirarti. Ad essa dovrà intonarsi ogni tua scelta e nel tuo comportamento<br />

dovrai esprimere “i tratti del Buon Pastore”.<br />

Questi semplici accenni ci dicono quali compiti ingenti rechi con sé<br />

l’elevazione all’episcopato. È certamente una responsabilità grande e<br />

talvolta un peso che sembra schiacciante. Ma al nuovo Vescovo sia di


conforto la certezza di avere ubbidito alla chiamata del Signore e di sapere<br />

che dalla grazia di Dio e dal sostegno che avrà dai suoi sacerdoti gli<br />

verrà l’aiuto necessario per far fronte ad ogni sfida e ad ogni difficoltà.<br />

Quando io sono stato ordinato Vescovo dal Papa Giovanni Paolo II,<br />

18 anni or sono, il Santo Padre mi disse che “la chiamata all’episcopato<br />

significa anche chiamata ad un rapporto di particolare amicizia e intimità<br />

con Cristo”. Questa stessa esortazione io desidero ripetere a te, caro<br />

Mons. Michele.<br />

Costituendoti Successore degli Apostoli, Cristo ti chiama ad un’amicizia<br />

più intima con lui; ti chiama ad un più intenso colloquio con lui<br />

mediante la preghiera, per essere un pastore secondo il suo cuore.<br />

A Dio parlerai del tuo popolo nella preghiera e al tuo popolo parlerai<br />

di Dio (cfr. San Gregorio Magno).<br />

Il sacramento dell’episcopato, infatti, è mistero di intimità con Cristo,<br />

di amore e di dedizione a lui, per continuare la sua opera sulla terra e<br />

realizzare il disegno di amore di Dio nei riguardi degli uomini e <strong>delle</strong><br />

donne del nostro tempo. Per questo, ogni Vescovo è un inviato. Cristo<br />

ha detto agli Apostoli: “Andate…!”.<br />

Attraverso la mediazione della Chiesa Dio ti consacra questa sera e ti<br />

invia alla antica e gloriosa diocesi di Oria, ricca di vitalità cristiana.<br />

Sono certo che Oria ti accoglierà con gioia e speranza, quale angelo<br />

mandato da Dio per guidarla nell’impegno per il bene.<br />

A quanti di Oria questa sera sono qui, numerosi, vorrei assicurare<br />

che il loro nuovo Vescovo sarà un degno successore di tanti Vescovi<br />

zelanti e santi che hanno onorato la cattedra episcopale di Oria. Sarà un<br />

Padre e un Pastore secondo il cuore di Dio.<br />

A Mons. Castoro mi è caro ricordare che la forza e lo stile della sua<br />

missione vengono da Dio. Caro Mons. Michele, quando dovesse accadere<br />

che ti assalga la tentazione dello scoraggiamento perché trovi le<br />

porte chiuse o gli orecchi sordi al tuo annuncio del Vangelo, ricordati<br />

che è Dio che ti manda.<br />

Cristo non ha garantito ai suoi Apostoli, e tanto meno ai loro successori,<br />

un’accoglienza assicurata, le porte aperte, una vita facile… ma ha<br />

garantito di sicuro l’assistenza dello Spirito Santo, quello Spirito che<br />

la diocesi di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti e la diocesi di<br />

Oria, <strong>insieme</strong> con gli Amici qui venuti da tante parti, venuti anche dalla<br />

Congregazione per i Vescovi, invocano per te in forma abbondante in<br />

questo rito solenne.<br />

2


2<br />

Tu sei mandato per portare luce dove vi sono tenebre, per portare<br />

amore dove c’è odio, per portare pace dove c’è violenza, per portare<br />

speranza agli uomini e alle donne del nostro tempo, che ne sono così<br />

assetati, per liberare dal peccato chi vi è immerso, per consolare chi è<br />

afflitto, per portare ad ogni cuore Cristo nostro Salvatore.<br />

Missione sublime, ma <strong>insieme</strong> carica di responsabilità: guidare anime<br />

verso un destino eterno nella società secolarizzata di oggi, orientare<br />

in tal senso volontà libere, portare intelligenze, umili o piene di sé, all’accettazione<br />

della verità rivelata con una fede che ispira le scelte della<br />

vita, ricordare verità che si cerca di dimenticare, è un compito talmente<br />

alto e arduo… da far tremare.<br />

Ma la potenza dello Spirito Santo sarà con te e ti aiuterà ad avere<br />

tanto amore, tanta dedizione, tanta saggezza e tanto coraggio.<br />

È quanto tutti invochiamo da Dio per te in questa celebrazione.<br />

Tu hai scelto come motto episcopale: “In nomine Iesu”. Andrai ad<br />

Oria “nel nome di Gesù”. Nel nome di Gesù il tuo cuore, la tua mente,<br />

le tue energie saranno tutte dedicate al bene della diocesi che ti è stata<br />

affidata dal Papa.<br />

E la preghiera al Padre celeste, nel nome di Gesù, sia per te, caro<br />

Mons. Michele, come il bastone sul quale appoggiarti nelle fatiche pastorali<br />

del tuo cammino di ogni giorno.<br />

* * *<br />

Parole di ringraziamento<br />

di S.E. Mons. Michele Castoro<br />

al termine dell’Ordinazione Episcopale<br />

Signori Cardinali,<br />

Eccellenze Reverendissime,<br />

Carissimi sacerdoti, fedeli e amici tutti.<br />

1. “Pace e carità in abbondanza siano con Voi” (cf 1Pt 1, 2).<br />

Voi, che per la vostra fede in Cristo Signore e per la bontà del vostro<br />

cuore, siete qui convenuti da varie parti ed in particolare – in gruppi<br />

così numerosi – dalla già tanto amata diocesi di Oria, da Roma, dalla<br />

Puglia e da altre regioni, oltre che da <strong>Gravina</strong>, <strong>Acquaviva</strong>, Santeramo,<br />

Spinazzola, Poggiorsini e dalle diverse parrocchie di <strong>Altamura</strong>.


In quest’ora solenne di grazia, alla quale “il Signore mi ha chiamato”<br />

(Gal 1, 5), nel “giorno natalizio” della mia immeritata aggregazione al<br />

Collegio Episcopale, quale successore degli Apostoli, e in comunione<br />

con il Sommo Pontefice, per perpetuare l’opera di Cristo, Pastore Eterno,<br />

salgano con forza dal mio animo sentimenti di stupefatto ringraziamento<br />

e di fiduciosa – seppur trepidante – preghiera.<br />

“L’anima mia magnifica il Signore e il mio Spirito esulta in Dio mio<br />

Salvatore” (Lc 1, 46).<br />

2. Esultanza che è rendimento di grazie innanzitutto a Dio, “perché<br />

mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero” episcopale<br />

(1Tm 1, 12). Rendo grazie a Dio, Padre <strong>delle</strong> misericordie e Dio di ogni<br />

consolazione; al Figlio suo Gesù Cristo, Redentore del genere umano,<br />

allo Spirito Santo, che è amore e che ci fa “nuove creature”, alla sempre<br />

Vergine Maria, Madre di Cristo e della Chiesa, ed ai Santi tutti del Cielo.<br />

Esultanza che è ringraziamento devoto e filiale al Santo Padre Benedetto<br />

XVI. A Lui, Vicario di Cristo, capo del Collegio Apostolico, Pastore<br />

della Chiesa universale, la mia fedeltà di Vescovo in quella totale<br />

unità di comunione che sola può garantire la fecondità del ministero episcopale<br />

che mi attende.<br />

Esprimo poi la più sincera gratitudine al Signor Cardinale Giovanni<br />

Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, che ha accettato<br />

benevolmente di presiedere la mia Consacrazione conferendomi la pienezza<br />

del sacerdozio, come pure ai due Ecc.mi Assistenti all’ordinazione:<br />

Mons. Mario Paciello, mio amato Vescovo e Pastore della diocesi di<br />

<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, e Mons. Marcello Semeraro,<br />

Vescovo di Albano e mio immediato predecessore nella sede di Oria.<br />

Il mio grazie fervido e commosso all’antico e amato mio Superiore<br />

l’Em.mo Card. Bernardin Gantin, Prefetto emerito della Congregazione<br />

per i Vescovi e Decano emerito del Collegio Cardinalizio, ora missionario<br />

in Africa, qui venuto appositamente dal Benin, al Card. Salvatore De<br />

Giorgi, Arcivescovo di Palermo, all’Arcivescovo Mons. Paolo Romeo,<br />

Nunzio Apostolico in Italia, all’Arcivescovo Mons. Francesco Monterisi,<br />

Segretario del Dicastero per i Vescovi, a Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo<br />

di Cagliari, all’Arcivescovo Mons. Cosmo Francesco Ruppi,<br />

Presidente della Conferenza Episcopale Pugliese, al Vescovo Amministratore<br />

Apostolico di Oria Mons. Pietro Maria Fragnelli ed agli Ecc.mi<br />

Arcivescovi e Vescovi di Puglia.<br />

2


2<br />

Non mi dilungo ad elencarne altri. Ringrazio i Vescovi venuti da<br />

Roma (gli Arcivescovi Mons. Piero Marini, Maestro <strong>delle</strong> Celebrazioni<br />

Liturgiche del Sommo Pontefice e Mons. Csaba Ternyak, Segretario<br />

della Congregazione per il Clero, Mons. Francesco Gioia) e tutti i<br />

Vescovi qui convenuti, tutti a me carissimi.<br />

I due Nunzi Apostolici <strong>Altamura</strong>ni, gli Arcivescovi Mons. Donato<br />

Squicciarini e Mons. Giacinto Berloco, impossibilitati ad essere con noi<br />

oggi, hanno assicurato la loro spirituale partecipazione. Non posso poi<br />

non ricordare anche due Vescovi che non sono più, ai quali sono stato<br />

molto vicino: Mons. Salvatore Isgrò, che mi ha ordinato sacerdote, e<br />

Mons. Tarcisio Pisani, entrambi sono nella pace dei giusti. Consentitemi<br />

infine di ricordare anche l’antico parroco della Cattedrale di <strong>Altamura</strong>,<br />

Mons. Vincenzo Lucariello, anch’egli in Paradiso.<br />

Ringrazio ora i Cerimonieri Pontifici, Mons. Franco Camaldo e<br />

Mons. Stefano Sanchirico, il Comitato organizzatore, la Corale interparrocchiale,<br />

le forze dell’Ordine, i volontari e tutti coloro che si sono<br />

adoperati per la buona riuscita di questa Liturgia.<br />

Saluto e ringrazio gli Amici venuti da ogni parte, sacerdoti, religiosi,<br />

religiose e laici e quelli che mi sono stati particolarmente vicini in questi<br />

giorni con la preghiera e con gesti di affetto e di solidarietà.<br />

Un saluto particolare alle Monache di clausura: le clarisse di <strong>Altamura</strong>,<br />

e le Benedettine e le Clarisse di Manduria, che sono in preghiera con<br />

noi.<br />

Saluto tutte le Personalità e le Autorità di ogni ordine e grado, per<br />

l’affettuosa loro partecipazione. Saluto e ringrazio i Sindaci dei Comuni<br />

della diocesi di Oria e quelli dei Comuni della diocesi di <strong>Altamura</strong>-<br />

<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti. Ringrazio il Sindaco di <strong>Altamura</strong>, Dott.<br />

Mario Stacca, con l’Amministrazione Comunale e tutti i Benefattori che<br />

hanno voluto organizzare questa festa.<br />

Ringrazio in particolare Mons. Mario Paciello, che si è fatto carico di<br />

preparare questo evento.<br />

Saluto e ringrazio l’intera diocesi di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti, che mi ha generato, mi ha formato e sempre mi ha accompagnato.<br />

3. Ma, permettetemi un ringraziamento particolare ai miei sacerdoti<br />

e al popolo fedele di Oria qui presente: vi ho voluto bene fin dal primo<br />

momento, vi porto nel mio cuore. Verrò presto a vivere con voi, dove


dimorate voi dimorerò anch’io, dove lavorate voi lavorerò anch’io, dove<br />

soffrite e gioite voi soffrirò e gioirò anch’io, perché i vostri dolori<br />

saranno i miei e le vostre feste saranno anche le mie, i nostri problemi<br />

li condivideremo e i vostri santi patroni saranno anche i miei protettori,<br />

la storia di santità della vostra Chiesa dovrà diventare anche mia. Nelle<br />

famiglie e nell’ambiente di lavoro porteremo, con il Vangelo, la santità<br />

e la grazia. Tornando alle vostre case date il mio saluto benedicente a<br />

tutti, specialmente ai malati, ai bambini ed agli anziani ed a quanti sono<br />

provati nel corpo e nello spirito.<br />

Un affettuoso pensiero ai miei familiari, – ed a mia madre, anch’essa<br />

presente perché vive in Cristo – e a tutti coloro che mi hanno fatto del<br />

bene e mi hanno voluto bene. Penso ai Sacerdoti che hanno curato la mia<br />

formazione e a coloro con i quali ho condiviso il ministero sacerdotale.<br />

Un grazie particolare ai Superiori ed ai Colleghi della Congregazione<br />

per i Vescovi, che hanno voluto essermi accanto in questo giorno di festa.<br />

La loro presenza è per me un grande onore, oltre che un graditissimo<br />

dono. Da loro mi sono sempre sentito ben accolto e stimato ed a loro<br />

sono molto debitore per quanto mi hanno insegnato su come amare e<br />

servire la Chiesa e il Papa.<br />

Saluto infine e ringrazio gli antichi compagni di scuola, i colleghi e<br />

gli alunni del Liceo Classico di <strong>Altamura</strong>.<br />

4. In un libretto, intitolato “Consigli per un Vescovo”, San Roberto<br />

Bellarmino afferma che “Un Vescovo deve eccellere in tutto e giungere<br />

all’apice della perfezione” (Admonitio p. 70). E l’Esortazione Apostolica<br />

“Pastores Gregis” incalza che il Vescovo è colui che deve “lasciar<br />

passare attraverso il proprio cuore e la propria vita la carità di Dio”, deve<br />

cioè “fare come trasparire in se medesimo la persona stessa di Cristo,<br />

Pastore Supremo” (n. 13).<br />

In questi giorni mi sono chiesto con San Paolo: “E chi è mai all’altezza<br />

di questo compito?” (2Cor 2, 16). E con l’Apostolo mi sono sentito ripetere<br />

la confortante assicurazione del Signore: “Ti basta la mia grazia; la mia<br />

potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2Cor 12, 9).<br />

Ma vi dirò anche che sono pieno di serena fiducia. Sempre con l’Apostolo<br />

Paolo oso ripetere: “So in chi ho creduto” (2Tm 1, 12), Scio cui credidi,<br />

so a chi mi sono affidato. Sono consapevole che tutto debba sempre<br />

nella vita di ciascuno di noi approdare nel fiducioso abbandono alla divina<br />

volontà.<br />

2


2 0<br />

Ho scelto come motto del mio stemma episcopale: “In nomine Iesu”.<br />

Inizio la mia missione nel nome del Signore. In questo Anno dell’Eucaristia,<br />

assumo davanti alla Chiesa il formidabile compito di annunziare<br />

e far conoscere a tutti il nome di Gesù ed il suo messaggio.<br />

Chiedo perciò a tutti voi per l’avvenire il sostegno di una preghiera<br />

continua ed abbondante. Interceda per me Maria Santissima, Madre della<br />

Fiducia e Vergine del Buoncammino, perché il Signore che mi ha scelto,<br />

plasmi sempre di più in me la carità del Buon Pastore: quella carità<br />

che non ha misura, quella carità che mi aiuti ad amare il gregge che mi è<br />

affidato, senza trascurare nessuno e senza passare accanto ad alcuno con<br />

cuore chiuso o con passo affrettato.<br />

Quella carità che invoco con un’antica preghiera di San Colombano:<br />

“O Dio Padre,<br />

ti prego nel nome del tuo Figlio Gesù Cristo,<br />

donami quella carità che non viene mai meno,<br />

perché la mia lucerna si mantenga sempre accesa,<br />

e mai si estingua:<br />

arda per me,<br />

brilli per gli altri. Amen” (Istruzione sulla compunzione, 12, 2-3).<br />

* * *<br />

Verbale<br />

dell’Ordinazione Episcopale<br />

conferita a S.E. Mons. Michele Castoro<br />

Vescovo di Oria<br />

da S.E. il Card. Giovanni Battista Re<br />

Prefetto della Congregazione per i Vescovi<br />

OFFICIUM<br />

DE LITURGICIS CELEBRATIONIBUS<br />

SUMMI PONTIFICIS<br />

in nomine domini. amen<br />

Universis ac singulis hoc publicum Instrumentum inspecturis fidem<br />

facio ac testor hac die vigesima quinta mensis Iunii anno bismillesimo


quinto, sacri Pontificatus Sanctissimi Domini Nostri benedicti papæ<br />

xvi primo, in mea testiumque infrascriptorum præsentia, Eminentissimum<br />

ac Reverendissimum Dominum ioannem baptistam s.r.e.<br />

Cardinalem re, Tituli Ecclesiæ Suburbicariæ Sabinensis-Mandelensis,<br />

Præfectus Congregationis pro Episcopis, de speciali mandato eiusdem<br />

Sanctissimi in Christo Patris et Domini benedicti Divina Providentia<br />

papæ xvi, in Ecclesia Cathedrali Altamurensi, inter Missarum sollemnia<br />

ordinavisse Excellentissimum ac Reverendissimum Dominum michaelem<br />

castoro, per Apostolicas sub plumbo Litteras “Qui successimus”,<br />

die decimo quarto mensis Maii anno bismillesimo quinto datas,<br />

electum Episcopum Uritanum, omnibus quidem servatis ritibus in Pontificali<br />

Romano præscriptis, cum eodem Eminentissimo Patre sacrum<br />

ritum confecisse Excellentissimos ac Reverendissimos d.d. marium<br />

paciello, Episcopum Altamurensem-Gravinensem-Aquavivensem et<br />

marcellum semeraro, Episcopum Albanensem.<br />

Super quibus omnibus et singulis ego infrascriptus Franciscus Camaldo,<br />

a Cæremoniis Pontificalibus et Apostolicæ Sedis Antistes atque<br />

Protonotarius Apostolicus ex officio rogatus, hoc publicum Instrumentum<br />

mea manu signatum, sigilloque impressum, confeci.<br />

Datum in Civitate Altamurensi, die 25 mensis Iunii anno Domini 2005,<br />

præsentibus ibidem et ad prædicta testibus adhibitis atque rogatis.<br />

✠ G. Battista Card. Re<br />

✠ Mario Paciello<br />

✠ Marcello Semeraro<br />

Franciscus Camaldo<br />

Cær. Pont.<br />

2 1


2 2<br />

Inizio del ministero episcopale<br />

nella <strong>Diocesi</strong> di Oria<br />

di S.E. Mons. Michele Castoro<br />

Il 29 agosto 2005, S.E. Mons. Michele Castoro ha iniziato ufficialmente<br />

il suo ministero Episcopale quale Vescovo di Oria.<br />

Si riportano di seguito: il saluto di S.E. Mons. Mario Paciello, all’inizio<br />

della celebrazione; l’Omelia di S.E. Mons. Michele Castoro ed<br />

il Verbale della presa di possesso canonico della <strong>Diocesi</strong> di Oria.<br />

Indirizzo di saluto<br />

di S.E. Mons. Mario Paciello<br />

Eccellenza Reverendissima e carissimo Mons. Michele,<br />

l’esultanza <strong>delle</strong> Chiese di Oria e di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti per la tua nomina a Vescovo di Oria, e la intensa commozione<br />

tua personale e di tutta l’assemblea per la solenne Concelebrazione<br />

dell’ordinazione episcopale, oggi sfociano, per il Presbiterio e il Popolo<br />

di Dio che è in Oria, nella gioia dell’accoglienza del nuovo, atteso e desiderato<br />

Pastore; per te, nella profonda trepidazione del cuore, di fronte<br />

alle grandi responsabilità che il ministero episcopale comporta.<br />

Il giorno dell’ingresso in <strong>Diocesi</strong>, infatti, è per il Vescovo come la<br />

Domenica <strong>delle</strong> Palme per Gesù.<br />

Il servizio episcopale, per tutta la sua durata, è una lunga settimana<br />

pasquale, nella quale annuncio, magistero, incontri personali, pause di<br />

spirituale intimità in casa di Lazzaro, Marta e Maria, momenti formativi<br />

ed eucaristici con i discepoli nel Cenacolo, ore difficili per accettare e far<br />

accettare la volontà di Dio, ti faranno vivere l’anelito dell’“ora” provata<br />

da Gesù, per portare tutti all’incontro col Risorto e alla partecipazione<br />

vitale alla Sua Risurrezione.<br />

Fratelli e sorelle della Chiesa di Oria, se da fratello maggiore e padre<br />

di Mons. Castoro posso permettermi di esprimerVi un mio profondo<br />

convincimento, vi dico che non vi sarà difficile voler bene a Mons. Castoro,<br />

stimarlo e ascoltarlo.<br />

Egli non viene per esercitare un potere, ma per guidarvi verso la Veri-


tà che è Cristo Risorto; non viene di propria iniziativa, ma per obbedienza<br />

accettata con amore.<br />

Facendo mia l’espressione di S. Ignazio di Antiochia, vi auguro di<br />

sentirvi sempre uniti a lui come le corde alla cetra.<br />

Se permetterete allo Spirito di far vibrare le corde dei vostri cuori al<br />

vento della carità, si sprigionerà la melodia della comunione fraterna,<br />

ecclesiale e pastorale.<br />

Noi della <strong>Diocesi</strong> Madre di Mons. Castoro, accompagnandolo nel suo<br />

ingresso nella sua <strong>Diocesi</strong>, vogliamo ancora una volta testimoniare a lui<br />

e alla Chiesa che gli è stata affidata, la nostra stima, l’affetto, la vicinanza<br />

spirituale e la condivisione del giudizio espresso dal Santo Padre Benedetto<br />

XVI nella Bolla di nomina: (Sacerdote) “ornato di riconosciute<br />

doti di mente e di cuore”.<br />

Ora che un figlio di <strong>Altamura</strong> è fra voi come Pastore, le <strong>Diocesi</strong> di<br />

Oria e di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti sono unite da un legame<br />

più stretto di fraternità e di carità, che si esprimerà innanzitutto<br />

nella preghiera perché lo Spirito illumini, fortifichi e sostenga Mons.<br />

Castoro, e la Vergine Assunta e San Barsanofio lo confortino e lo custodiscano<br />

nel cammino.<br />

2 3


2 4<br />

Fratelli e sorelle in Cristo,<br />

Carissimi amici.<br />

* * *<br />

Omelia<br />

di S.E. Mons. Michele Castoro<br />

1. Vengo in mezzo a voi nel nome del Signore, In nomine Iesu, e a<br />

tutti rivolgo il cristiano saluto della Pace.<br />

Quasi impaziente di venire tra voi, come scriveva l’Apostolo Paolo ai<br />

Romani (Rm 15, 22), questi due mesi di attesa mi sono sembrati persino<br />

lunghi. La impazienza nasceva dal desiderio di venire presto fra voi, che<br />

siete la Chiesa alla quale la bontà del Santo Padre mi ha inviato: Chiesa<br />

in Oria, che già tanto amo con quell’amore messo nel mio cuore per voi<br />

dal Signore che mi vuole vostro Pastore e Padre.<br />

Un incontro, questo, atteso e preparato nella preghiera.<br />

Non posso, infatti, non sentire il peso e la responsabilità che comporta<br />

l’impegnativo e gravoso ministero episcopale in momenti tanto delicati<br />

della vita civile, sociale ed ecclesiale, per la complessità dei problemi<br />

del mondo d’oggi, segnato da grandi novità ma anche da grandi sfide.<br />

Sono sempre più evidenti i gravi problemi che riguardano la ricostruzione<br />

del tessuto cristiano della società, nella quale la fede cristiana è posta<br />

a confronto con le istanze della secolarizzazione e della modernità, del<br />

consumismo e del soggettivismo morale.<br />

Ma la toccante pagina della Scrittura, che ci è stata ora proclamata,<br />

può consentirci la trepidazione, ma mai lo sgomento o la paura. Ognuno<br />

di noi sa chi è colui “che abbiamo seguito” dopo aver lasciato tutto (cfr.<br />

Mt 19, 27-29): è Gesù di Nazareth, l’Emmanuele, che ci ha assicurato<br />

di essere con noi fino alla fine del mondo. Anche noi, che abbiamo<br />

fatto l’esperienza della fede, possiamo dire con San Paolo: “Sono stato<br />

crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.<br />

Questa vita che vivo nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio,<br />

che ha dato se stesso per me” (Gal 2, 19-20).<br />

2. Oltre a questi motivi di fede, ho avuto, in questo tempo di attesa,<br />

il conforto della vostra accogliente bontà. Ho pregustato di poter vivere<br />

con ognuno di voi quella “comunione”, cioè quella partecipazione


di intenti e di affetti che è segno e contenuto della stessa esperienza di<br />

Chiesa. Di questa vostra concorde aspirazione ho avuto prova – e rinnovo<br />

a ciascuno il mio grazie – dalla vostra corale partecipazione alla mia<br />

Ordinazione episcopale ad <strong>Altamura</strong> il 25 giugno scorso, dalle molte lettere<br />

di sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli, che mi hanno inviato voti<br />

augurali, con la promessa di particolari preghiere.<br />

La mia riconoscenza, quindi, è per tutti voi qui presenti, per la testimonianza<br />

di affetto e di fede che mi date con la vostra partecipazione a<br />

questo momento di preghiera, e si estende a coloro che, impediti ad essere<br />

qui dall’età o dalla sofferenza, hanno assicurato la loro partecipazione<br />

spirituale.<br />

Un particolare ringraziamento desidero esprimerlo, poi, all’Ecc.mo<br />

Nunzio Apostolico, Mons. Paolo Romeo, Rappresentante Pontificio in<br />

Italia. Cara Eccellenza, siamo lieti di accoglierLa in Oria; grazie di essere<br />

tra noi oggi; la sua presenza ci onora profondamente; in Lei salutiamo<br />

e ringraziamo il Santo Padre Benedetto XVI; a Lei affidiamo i nostri<br />

sentimenti di affetto e di venerazione verso il Papa; nel Successore di<br />

Pietro noi riconosciamo il centro visibile dell’unità della fede e della<br />

comunione nella Chiesa.<br />

Devo, inoltre, a S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, Vescovo di Castellaneta,<br />

un grazie vivissimo per l’instancabile ministero svolto in questi<br />

mesi di Amministrazione Apostolica e per le espressioni tanto cordiali e<br />

incoraggianti che, a nome di tutti, mi ha ora rivolto.<br />

Pensieri e devozione mi portano a far menzione anche del mio predecessore,<br />

S.E. Mons. Marcello Semeraro: a lui riserbo gratitudine, mentre<br />

rendo doveroso omaggio al suo zelante ministero. Mi propongo di<br />

continuarlo con l’aiuto potente del Signore, cercando di comprendere le<br />

attese e i bisogni attuali di questa nostra Chiesa di Oria, di questa nostra<br />

terra, di questa nostra città, che d’ora in poi sentirò e amerò come la mia<br />

Chiesa, la mia terra, la mia città. Questa diletta diocesi, ricca di un’ininterrotta<br />

testimonianza di fedeltà al Vangelo, ammirata per la laboriosità<br />

e la cordiale accoglienza della sua gente, nota per le tradizioni culturali,<br />

civili e religiose, celebre per i semi di santità presenti nelle sue contrade.<br />

In questa solenne circostanza desidero, poi, rendere onore alla diocesi<br />

di Oria per l’esemplare impegno missionario sviluppato in questi anni,<br />

che ha portato ad una fattiva collaborazione con la Chiesa di Scutari,<br />

in Albania, dove un nostro sacerdote svolge il suo ministero pastorale<br />

2


2<br />

come educatore nel Seminario interdiocesano e dove, con il contributo<br />

dei nostri fedeli, è stata costruita una bella Chiesa, consacrata il 30 luglio<br />

scorso, dedicata ai Santi Medici.<br />

Da parte mia, desidero assicurare che questo impegno missionario,<br />

con l’aiuto di Dio, dovrà continuare e, come spero, accrescersi.<br />

Rivolgo un particolare ringraziamento al 1° Cittadino di Oria, il Prof.<br />

Cosimo Moretto, che anche a nome dei Sindaci degli altri Comuni della<br />

diocesi, mi ha rivolto sentite espressioni di benvenuto. Saluto anche<br />

tutte le autorità politiche, civili e militari e quanti portano il peso e la<br />

responsabilità del servizio al bene comune, come pure le singole personalità<br />

che hanno voluto onorarmi con la loro presenza.<br />

Vogliate consentirmi di rivolgere, ora, un caloroso e grato saluto a<br />

S.E. Mons. Mario Paciello, Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti, che ha voluto amabilmente accompagnarmi nella sede del<br />

mio nuovo ministero. Saluto e ringrazio anche gli altri Vescovi: gli Ecc.<br />

mi Mons. Benigno Papa, Arcivescovo metropolita di Taranto, Mons.<br />

Rocco Talucci, Arcivescovo di Brindisi-Ostuni e Mons. Martino Scarafile,<br />

Vescovo emerito di Castellaneta. Saluto e ringrazio anche il Sindaco<br />

di <strong>Altamura</strong>, Dott. Mario Stacca, ed il Rappresentante della Presidenza<br />

del Consiglio Regionale della Puglia, l’altamurano Avv. Michele Venticelli.<br />

Un distinto e affettuoso saluto ai sacerdoti ed ai numerosi fedeli<br />

della mia cara città di <strong>Altamura</strong>. Saluto e ringrazio anche i sacerdoti e gli<br />

amici venuti da lontano.<br />

A tutti voi qui presenti in questa deliziosa piazza ripeto con l’Apostolo:<br />

“Il mio affetto è con tutti voi, in Gesù Cristo” (1Cor 16, 22). E con il<br />

nostro Santo patrono Barsanofio, vi dico: “Figli miei diletti, vi abbraccio<br />

nel Signore, supplicandolo di proteggervi da ogni male” (Lettera 194).<br />

3. Carissimi, non è questo il momento per un discorso programmatico.<br />

Il piano di lavoro lo prepareremo <strong>insieme</strong>.<br />

Non possiamo tuttavia non tener conto di due priorità sulle quali<br />

oggi la Chiesa intera è chiamata a riflettere e ad operare seriamente: la<br />

famiglia e i giovani. Il nostro impegno sarà senza risparmio per salvaguardare<br />

l’unità della famiglia ed il ruolo che le compete nella società e<br />

per assicurare ai nostri giovani un futuro di speranza.<br />

Lo Spirito ci faccia pronti e disponibili all’appello che viene da questi<br />

nuovi “segni dei tempi”.


Più che fermarsi, pertanto, a riflettere sul lavoro che dovremo compiere,<br />

mi sembra opportuno richiamare la mia e la vostra attenzione sulla<br />

necessità di fare fra noi “un cuor solo e un’anima sola”, per rendere presente<br />

in noi e fra noi Cristo Signore, ed essere in tal modo animati dal<br />

suo Spirito, spinti a lavorare <strong>insieme</strong> con sincero impegno d’intenti, di<br />

comprensione e di rispetto, per sapere scambievolmente condividere le<br />

gioie e le sofferenze l’uno dell’altro.<br />

La Chiesa, infatti, è “comunione” nel suo duplice riferimento, in Cristo<br />

con Dio e in Cristo con i fratelli. Da questa realtà di Chiesa dobbiamo<br />

far discendere alcuni principi ispiratori della nostra condotta e della<br />

nostra azione.<br />

Innanzitutto, la necessaria comunione tra il Vescovo e il presbiterio:<br />

un’unione non solo affettiva, ma effettiva e concreta, che trae le sue ragioni<br />

dalla fede. Sarà il frutto più pregiato di questo Anno Eucaristico:<br />

non possiamo dimenticare, infatti, che il Signore stesso ha posto nelle<br />

nostre mani l’Eucaristia, che è il segno massimo e misterioso della comunione<br />

nella Chiesa.<br />

Miei cari Presbiteri, senza la vostra preziosa collaborazione non potrò<br />

fare nulla di quanto mi è chiesto. Voglia il Cielo che in me ed in voi risplenda<br />

luminoso l’ideale del sacerdozio (cf 1Tm 4, 14), perché la nostra<br />

vita sia espressione credibile dei misteri che celebriamo e diventi per<br />

molti giovani attrattiva a seguire Cristo nel suo atto di totale donazione,<br />

mentre rendo lode a Dio per il nutrito stuolo di diaconi e seminaristi che<br />

trovo in Oria e che costituiscono un provvidenziale segno di speranza<br />

per la nostra Chiesa.<br />

Il mio impegno nei prossimi mesi sarà quello di conoscervi personalmente,<br />

cari sacerdoti, e con voi conoscere ed amare le vostre parrocchie<br />

e i fedeli tutti di questa Chiesa.<br />

Nel richiamo di questi aspetti della comunione ecclesiale, devo ricordare<br />

le comunità di religiosi e religiose presenti in diocesi, per ringraziarle<br />

e dir loro che è motivo di conforto e di fiducia sapere della loro<br />

disponibilità e del loro impegno, che vorrà essere sempre più generoso e<br />

fattivo, in unione con il presbiterio diocesano e sotto la guida pastorale<br />

del Vescovo.<br />

Infine, ma certo non ultimi – sia nell’apprezzamento che a loro è dovuto,<br />

sia negli affetti – i fedeli laici, e tra questi quanti appartengono agli<br />

Istituti secolari e quanti hanno scelto di operare nelle varie associazioni,<br />

movimenti, gruppi ecclesiali e confraternite.<br />

2


2<br />

Amare questa Chiesa di Oria, essere in questa Chiesa ed essere questa<br />

Chiesa, come ci ripeterebbe Sant’Agostino, in perfetta unione con Cristo,<br />

con il Papa, con la Chiesa universale e fra di noi, ciascuno nel proprio<br />

ruolo: Vescovo, presbiteri, religiosi, religiose, fedeli laici. È questo<br />

il mio sogno di Vescovo. Come potrei io svolgere il mio mandato di insegnare,<br />

di santificare e di governare senza di voi? Come potreste voi<br />

essere Chiesa e nella Chiesa, senza l’unione con il vostro Vescovo?<br />

4. Nel lavoro che ci attende non siamo certamente soli. Abbiamo con<br />

noi il Signore, abbiamo la protezione di Maria Santissima, Madre della<br />

Chiesa, assieme a San Barsanofio, ai Santi Cosma e Damiano, a Sant’Annibale<br />

Maria Di Francia e al Beato Bartolo Longo, nativo di questa<br />

diocesi.<br />

E voi continuate a pregare per me, perché sappia generosamente corrispondere<br />

alla grazia dell’episcopato in una visione di fede sempre più<br />

pura, in una volontà di dedizione senza riserve, in un atteggiamento di<br />

ascolto verso ogni persona, in una attenzione che non escluda nessuno<br />

e prediliga quanti ne hanno più bisogno: i piccoli, i poveri, i malati e gli<br />

ultimi.<br />

Che il Signore mi renda sentinella vigile e premurosa, e che il mio<br />

umile servizio affretti il sorgere di una nuova primavera per la Chiesa di<br />

Oria e diventi per tutti fonte di luce e motivo di speranza.<br />

Il Signore ci benedica tutti e ci accompagni nel cammino che oggi<br />

iniziamo assieme nel suo santo Nome. In nomine Iesu, appunto, nel nome<br />

benedetto di Gesù benedetto.<br />

A Lui solo l’onore e la gloria nei secoli. Amen.


Prot. N. CD-2005-293<br />

* * *<br />

Verbale<br />

della presa di possesso canonico<br />

della <strong>Diocesi</strong> di Oria<br />

da parte del Vescovo Mons. Michele Castoro<br />

Oggi, 29 agosto 2005, il Vescovo Mons. Michele Castoro ha dato inizio<br />

al suo ministero episcopale in questa <strong>Diocesi</strong> di Oria prendendone il reale<br />

possesso canonico a norma del can. 382 del Codice di Diritto Canonico.<br />

Mons. Michele Castoro è stato accolto in piazza Donnolo dall’Amministratore<br />

Apostolico S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, Vescovo<br />

di Castellaneta e dal Collegio dei Consultori. Giunto sul sagrato della<br />

Chiesa di S. Francesco di Paola, dopo i saluti con i Vescovi presenti, con<br />

il Presbiterio diocesano, è stato accompagnato dal parroco di S. Francesco<br />

di Paola nella Cripta per un breve momento di preghiera dinanzi<br />

alla reliquia di S. Barsanofio, patrono della <strong>Diocesi</strong> e della Città di Oria.<br />

Terminato il momento di preghiera, il Vescovo <strong>insieme</strong> ai sacerdoti, si è<br />

incamminato processionalmente verso piazza Manfredi; alla Porta degli<br />

Ebrei il Sindaco della Città, prof. Cosimo Moretto, con la Giunta Municipale,<br />

dà il benvenuto al nuovo pastore.<br />

In piazza Manfredi, il Vescovo è stato accolto da un gran numero di<br />

fedeli venuti da ogni parte della <strong>Diocesi</strong>, da una rappresentanza della<br />

sua <strong>Diocesi</strong> di origine <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti e dalle<br />

autorità Civili e Militari.<br />

Il Nunzio Apostolico in Italia, S.E. Mons. Paolo Romeo, ha presieduto<br />

l’inizio della celebrazione dando il mandato di mostrare la bolla di<br />

nomina al Collegio dei Consultori, con la quale il Santo Padre in data 14<br />

maggio 2005 ha nominato Mons. Michele Castoro Vescovo di Oria. Il<br />

Cancelliere Diocesano ne ha dato lettura all’assemblea.<br />

S.E. Mons. Paolo Romeo ha insediato il nuovo Vescovo consegnandogli<br />

il pastorale; Mons. Michele Castoro da quel momento ha assunto<br />

la presidenza della celebrazione eucaristica.<br />

Hanno rivolto l’indirizzo di saluto al nuovo Vescovo, il Sindaco della<br />

Città di Oria, l’Amministratore Apostolico e il Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<br />

<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, S.E. Mons. Mario Paciello.<br />

2


2 0<br />

Dopo la proclamazione del vangelo, il Vescovo nell’omelia ha commentato<br />

le Scritture Sacre risuonate nell’assemblea interpretandole alla<br />

luce dell’evento odierno, professando la sua fede nell’evangelo del Signore<br />

Gesù e ribadendo il suo amore per la Chiesa. Ricordando i suoi<br />

predecessori più immediati, ha assicurato il suo intendimento di proseguirne<br />

il servizio alla comunione ecclesiale, con quella carità sollecita<br />

che dev’essere virtù del Pastore.<br />

Terminata la celebrazione, il Vescovo con i concelebranti e l’assemblea,<br />

si è recato processionalmente nella Basilica-Cattedrale per insediarsi<br />

sulla Cattedra, mentre la Schola Cantorum ha intonato il Te Deum.<br />

Ha fatto seguito la promessa di obbedienza da parte dei Consultori e da<br />

alcuni membri della Consulta diocesana dei Laici.<br />

Hanno partecipato al sacro rito l’Arcivescovo Metropolita di Taranto,<br />

S.E. Mons. Benigno Luigi Papa; l’Arcivescovo di Brindisi-Ostuni,<br />

S.E. Mons. Rocco Talucci; l’Arcivescovo eletto di Acerenza, S.E. Mons.<br />

Giovanni Ricchiuti.<br />

Prima della benedizione è stato letto il presente verbale che sarà firmato<br />

da S.E. Mons. Michele Castoro, dal Nunzio Apostolico in Italia,<br />

dagli Arcivescovi e Vescovi presenti, dal Sindaco di Oria, dal Sindaco di<br />

<strong>Altamura</strong>, e da me Cancelliere Diocesano.<br />

✠ Michele Castoro - Vescovo di Oria<br />

✠ Paolo Romeo - Nunzio Apostolico in Italia<br />

✠ Pietro M. Fragnelli - Vescovo di Castellaneta, già Amministratore Apostolico<br />

✠ Benigno L. Papa - Arcivescovo Metropolita di Taranto<br />

✠ Rocco Talucci - Arcivescovo di Brindisi-Ostuni<br />

✠ Mario Paciello - Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

✠ Giovanni Ricchiuti - Arcivescovo eletto di Acerenza<br />

Prof. Cosimo Moretto - Sindaco di Oria<br />

Dott. Mario Stacca - Sindaco di <strong>Altamura</strong><br />

Sac. Francesco Nigro - Cancelliere Diocesano<br />

Oria, dalla Curia Diocesana, 29 Agosto 2005<br />

Solennità di S. Barsanofio Anacoreta, Patrono della <strong>Diocesi</strong> e Città di<br />

Oria


Atti<br />

del Vescovo


L’ing. Franchini (Direttore dei Lavori di restauro della Cattedrale di<br />

<strong>Altamura</strong>) mostra al Vescovo ed al Vicario le colonne ed il falco facente<br />

parti del vecchio portale - prospetto posteriore della Cattedrale, che<br />

erano state inglobate nelle murature durante i lavori di realizzazione<br />

dell’ampliamento del coro (fine XV sec.).


Introduzione<br />

Programma Pastorale Diocesano<br />

2005-2006<br />

Grandi eventi hanno vissuto la Chiesa Universale e la nostra Chiesa<br />

Diocesana nell’anno pastorale 2004-2005.<br />

Agli incontri nazionali e ai cammini a livello mondiale programmati<br />

da tempo, quali: l’Anno dell’Eucaristia, il Congresso Eucaristico Nazionale<br />

di Bari e la Giornata Mondiale della Gioventù, si sono aggiunti avvenimenti<br />

di risonanza planetaria: la morte di Giovanni Paolo II e l’elezione<br />

di Benedetto XVI: due momenti la cui eco non si spegnerà facilmente<br />

nel tempo e che hanno coinvolto e messo in movimento Governi,<br />

Nazioni, Religioni, Chiese, ambiti Politici, Culturali, e singole persone,<br />

particolarmente giovani.<br />

Il 2004-2005 è stato segnato anche da cataclismi devastanti che hanno<br />

seminato morte e distruzione, da attentati terroristici sempre più spietati<br />

e da vere e proprie guerre fratricide.<br />

La nostra Chiesa Locale, sul piano parrocchiale, associativo e diocesano,<br />

ha vissuto e condiviso tutte le tappe gioiose, dolorose e impegnative<br />

del cammino che la Provvidenza del Padre, nel suo piano di amore, ci<br />

ha fatto percorrere, e avverte tutta l’impotenza davanti a un sistematico e<br />

sempre più “normale” crescendo di violenza assurda.<br />

1. In cammino con le Chiese Locali che sono in Italia<br />

Con questa Assemblea Pastorale Diocesana si apre ufficialmente<br />

l’Anno Pastorale 2005-2006, un anno da vivere in particolare sintonia<br />

con tutte le Chiese Locali che sono in Italia, poiché il cammino 2005-<br />

2006 è la tappa centrale del decennio pastorale 2001-2010 programmato<br />

dalla C.E.I.<br />

La centralità di questa tappa sarà resa particolarmente visibile dal<br />

Convegno Ecclesiale di Verona (16-20 ottobre 2006).<br />

A metà percorso del decennio iniziato col Giubileo del 2000, la Chiesa<br />

che è in Italia, come ha fatto nei tre decenni precedenti, sente il bisogno<br />

di una auto-verifica della sua fede nel Risorto e di interrogarsi su<br />

come vivere da testimoni le situazioni che maggiormente interpellano<br />

l’esistenza contemporanea.<br />

2 3


2 4<br />

Il Convegno di Verona sarà un momento di sintesi culturale e pastorale<br />

dell’impegno di approfondimento che tutte le Chiese Locali faranno<br />

nei prossimi mesi sulla traccia di riflessione proposta dal Comitato preparatorio<br />

del Convegno.<br />

• La traccia ci porterà a volgere lo sguardo a Cristo Risorto, fondamento<br />

della fede e della speranza che illumina e sostiene la testimonianza<br />

cristiana, in un contesto culturale disorientato e smarrito.<br />

• I questionari della traccia ci aiuteranno a porci <strong>delle</strong> domande e a<br />

darci <strong>delle</strong> risposte, su come vivere da cristiani nel mondo.<br />

Cinque sono gli ambiti socio-culturali sui quali siamo chiamati a<br />

riflettere e a interpellarci.<br />

1) La vita affettiva (identità e complementarietà sessuale – educazione<br />

dei sentimenti – maternità/paternità – famiglia).<br />

2) Il lavoro e la festa (nuovi problemi di impiego – inserimento dei giovani<br />

– concorrenza mondiale – rispetto della persona – valore e rispetto<br />

della festa).<br />

3) La fragilità umana (la sofferenza – l’accoglienza del nascituro – la<br />

cura dei malati – l’ospitalità – l’assistenza – lo stile di vita).<br />

4) La tradizione (cioè il “trasmettere” – i mezzi della comunicazione sociale<br />

– la scuola e l’università – la formazione intellettuale e morale).<br />

5) La cittadinanza (l’appartenenza civile – il radicamento nella storia<br />

– la globalizzazione – le trasformazioni economiche – la fame – la<br />

giustizia – l’emigrazione – la pace – l’ambiente).<br />

Tutti siamo chiamati a fare questo approfondimento teologico-pastorale<br />

e culturale del tema del Convegno cercando di evitare due smagliature:<br />

1) farne solo oggetto di studio, cioè di fredde e disinteressate o formali<br />

considerazioni culturali;<br />

2) accogliere l’approfondimento della traccia come un impegno che ci<br />

distrae dal cammino che stiamo facendo e che si sovrappone ad altri<br />

incontri di studio, di formazione, di riflessione, di catechesi.


La traccia di riflessione deve entrare quanto più è possibile nel nostro<br />

cammino pastorale del 2005-2006 per cui sarà oggetto:<br />

• di studio degli incontri di aggiornamento del Clero;<br />

• di meditazione dei ritiri del Clero;<br />

• di incontro di catechesi di Adulti e Giovani, di Operatori Pastorali, di<br />

Associazioni e Movimenti, di Gruppi Famiglia, di Uffici Pastorali di<br />

Curia, di Operatori nella Pastorale di Ambiente.<br />

Un piccolo Comitato Diocesano di coordinamento, guidato da Don<br />

Mimmo Giannuzzi, cercherà di agevolare il coinvolgimento di tutti semplificando<br />

temi e questionari e dando le indicazioni necessarie.<br />

2. In continuità col cammino pastorale diocesano<br />

La programmazione pastorale annuale, perché possa essere tappa<br />

di un cammino per la realizzazione di un progetto:<br />

1) deve essere attenta alla continuità con le tappe precedenti;<br />

2) deve avere degli obiettivi chiari;<br />

3) ha bisogno di contare sul coordinamento <strong>delle</strong> persone, <strong>delle</strong> risorse,<br />

dei mezzi e <strong>delle</strong> strutture;<br />

4) deve essere animata da un convinto spirito di comunione;<br />

5) deve avvertire una forte responsabilità verso la missione;<br />

6) deve sentire un bisogno permanente di formazione spirituale, teologica<br />

e pastorale di preti e di laici.<br />

Senza questi presupposti, la pastorale è una parola vuota e senza senso;<br />

tutto quello che si fa, compresi liturgia e sacramenti, è un battere<br />

l’aria, un pescare a vuoto, un vagare senza meta.<br />

1) - 2) continuità e chiarezza di obiettivi<br />

Gli obiettivi pastorali primari dei programmi precedenti sono stati:<br />

¸ il Giorno del Signore;<br />

¸ la Famiglia;<br />

¸ i Giovani;<br />

¸ l’Unità Pastorale.<br />

Per quanto attento e costante possa essere stato l’impegno per avvicinarci<br />

a questi traguardi, non possiamo ritenere raggiunte le mete.<br />

2


2<br />

Tutte e quattro le scelte pastorali, pertanto, restano in essere, anche<br />

perché rientrano nel tema del Convegno Ecclesiale di Verona.<br />

3) - 4) - 5) coordinamento - comunione - missione<br />

La domanda centrale del programma 2004-2005 è stata “Quale parrocchia<br />

per il nostro tempo?”.<br />

L’interrogativo nasceva dalla Nota Pastorale C.E.I. “Il volto missionario<br />

della Chiesa in un mondo che cambia”.<br />

L’impegno primario dei Consigli Pastorali dell’anno trascorso doveva<br />

essere una attenta e veritiera verifica <strong>delle</strong> condizioni di salute <strong>delle</strong><br />

parrocchie, cioè della vitalità pastorale, della dinamicità missionaria,<br />

dell’attenzione privilegiata alla formazione dei laici, dell’apertura a una<br />

ricerca di comunione e di tessitura di unità pastorali.<br />

Credo che la traccia di riflessione in preparazione al Convegno di<br />

Verona possa essere di grande aiuto per fare una verifica, forse non fatta,<br />

perché si sviluppi una profonda esigenza di comunione e si ravvivi lo<br />

slancio missionario 1 .<br />

6) - formazione<br />

Senza formazione siamo atleti senza esercizio, operai senza esperienza,<br />

giocatori senza allenamento, autisti senza patente. Il vero dramma è<br />

che, forse, siamo convinti di non avere bisogno di formazione: la riteniamo<br />

tempo rubato alle cose da fare. Abbiamo sempre qualche impegno<br />

da premettere o qualche ragione che ci giustifica quando siamo chiamati<br />

agli incontri formativi.<br />

La non sufficiente attenzione alla priorità della formazione emerge<br />

non solo dalla difficoltà di partecipare o far partecipare ai momenti formativi<br />

proposti dalla <strong>Diocesi</strong>, ma anche dalla mancanza, in tante parrocchie,<br />

di catechesi ordinaria a giovani ed adulti, alle Associazioni e ai<br />

laici impegnati nei vari settori pastorali.<br />

1 Per una ulteriore riflessione sulla parrocchia e sull’unità pastorale, ritengo opportuno<br />

riportare in appendice quanto ho scritto nel programma 2004-2005.


1. Il giorno del Signore<br />

OBIETTIVI PRIMARI<br />

Era desiderio di tutti, dopo il grande Convegno Pastorale Diocesano<br />

su “Il Giorno del Signore” (14-20 febbraio 2005), che le istanze emerse<br />

dalla settimana di studio non fossero dimenticate.<br />

La ricaduta di tutto ciò che è stato detto nel Convegno può verificarsi solo<br />

nella parrocchia. La parrocchia deve ritrovare il coraggio di andare contro<br />

corrente rispetto al modo con cui gran parte dei cristiani vive la Domenica.<br />

• Non bisogna limitarsi a “servire” coloro che “frequentano”, il cui numero<br />

va sempre più assottigliandosi.<br />

• Bisogna “andare a cercare”, e non la domenica mattina.<br />

• I modi di questa ricerca sono tanti:<br />

ÿ Incontri in casa;<br />

ÿ Formazione di veri Gruppi Liturgici che preparano le celebrazioni<br />

con competenza;<br />

ÿ Insieme ad altri Gruppi Liturgici e con l’aiuto dell’Ufficio Liturgico<br />

Diocesano, mini corsi di Liturgia sui santi segni (riti, rubriche,<br />

gesti, canti, preghiere, letture, abbigliamento liturgico, arredo e<br />

corredo sacro, suppellettile sacra, tempi liturgici, sacramenti);<br />

ÿ Abolizione <strong>delle</strong> celebrazioni non necessarie, specie dove c’è vicinanza<br />

di luoghi celebrativi e contemporaneità di celebrazione o<br />

frazionamento di partecipanti;<br />

ÿ Liturgie veramente “pasquali” che lasciano il segno;<br />

ÿ Catechesi sulla “serietà” del precetto festivo;<br />

ÿ Preparazione di divertimenti senza sballo per i giovani;<br />

ÿ Offerta di sabato sera alternativo alla discoteca;<br />

ÿ Proposta di volontariato, di incontri di amicizia, di fraternità, di<br />

preghiera, di svago, da parte degli stessi giovani e adulti della parrocchia.<br />

2. Famiglia<br />

La famiglia, sotto l’aspetto pastorale, non è un peso, ma una risorsa.<br />

La famiglia è un’ottima operatrice pastorale, evangelizzatrice, collaboratrice<br />

a tutti i livelli. La famiglia, però, raramente viene da sé in chiesa:<br />

bisogna svegliarla, sensibilizzarla, formarla.<br />

2


2<br />

Bisogna favorire l’incontro e la solidarietà tra le famiglie e formarle<br />

con tutti i mezzi possibili per renderle “testimoni” in tutti gli ambienti.<br />

Sul piano concreto, sono sempre valide le indicazioni date nei programmi<br />

precedenti:<br />

• Qualificare i percorsi formativi dei nubendi con itinerari e tempi concordati<br />

tra parrocchie tramite l’Ufficio Famiglia.<br />

• Itinerario formativo per gruppi famiglia coordinato dall’Ufficio Famiglia.<br />

• Far vivere alle famiglie le esperienze di formazione e di spiritualità a<br />

livello diocesano, sia se inserite in Associazioni, Gruppi, Confraternite,<br />

sia se non appartenenti ad alcuna aggregazione: ritiro quaresimale<br />

guidato dal Vescovo, eventi diocesani.<br />

3. Giovani<br />

Il Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile, con la collaborazione<br />

della Consulta di Pastorale Giovanile, dopo la faticosa e fruttuosa esperienza<br />

della organizzazione della partecipazione dei nostri giovani alla<br />

GMG di Colonia 2005, vuole essere particolarmente attenta ai giovani<br />

“lontani”.<br />

Per tale motivo, oltre le tappe del cammino già programmato per il<br />

2005-2006, si rende disponibile a collaborare con il CSI, l’ANSPI e i Docenti<br />

di Religione, per attività sportive, oratoriane e para-scolastiche.<br />

I parroci propongano ai giovani, membri di Associazioni e non, di valorizzare<br />

gli incontri formativi extra-parrocchiali organizzati per loro:<br />

• La Scuola di Preghiera;<br />

• I ritiri della Scuola di Preghiera;<br />

• La Via Crucis Diocesana;<br />

• La XXI GMG della Vigilia <strong>delle</strong> Palme (<strong>Altamura</strong>);<br />

• La Veglia Ecumenica di Pentecoste;<br />

• La Peregrinatio del Crocifisso di S. Damiano;<br />

• L’incontro Europeo dei Giovani a Milano animato dalla Comunità di<br />

Taizé (27/12-2/1/06).<br />

Le date e i luoghi degli incontri sono nel calendario diocesano (in<br />

allegato).<br />

Un lavoro prezioso che ogni sacerdote ed educatore deve fare con i<br />

giovani sono: la catechesi, la direzione spirituale, la formazione alla pre-


ghiera e alla vita sacramentale, altrimenti si corre il rischio di fare con<br />

loro solo attività e iniziative senza senso.<br />

4. Unità Pastorale<br />

La riflessione centrale della settimana del Convegno è stata dedicata<br />

al tema dell’unità pastorale, perché senza comunione pastorale tra le<br />

parrocchie, non si può far vivere ai fedeli la domenica come fonte di<br />

testimonianza e di missionarietà.<br />

Il Convegno ci ha ricordato o insegnato che la parrocchia non deve<br />

curare solo chi “frequenta”, ma deve occuparsi della fede che non c’è,<br />

di quell’80% che crede di non avere bisogno di Gesù Cristo o che non<br />

sa nemmeno chi è.<br />

Una parrocchia chiusa alla proposta di incamminarsi verso l’unità<br />

pastorale, è segno che non vive la comunione all’interno e non ha il<br />

senso della missione. Una parrocchia che basta a se stessa, è segno che<br />

si accontenta di molto poco e che non ha nulla da dare.<br />

L’unità pastorale crea perplessità, perché la si vede come un battaglione<br />

formato con i resti di altri plotoni sconfitti e decimati, o come la<br />

cancellazione dell’identità e della singolarità della parrocchia.<br />

Fare una unità pastorale non è un declassare al ruolo di gregari chi<br />

finora correva da campione o leader della squadra. L’unità pastorale<br />

nasce dalla consapevolezza che la parrocchia da sola, pur potendo contare<br />

sulla disponibilità dei laici, a causa <strong>delle</strong> accresciute esigenze della<br />

pastorale odierna, non può più rispondere da sola ai bisogni spirituali,<br />

personali, familiari del territorio.<br />

C’è tutto da guadagnare:<br />

• a guardare i bisogni del territorio <strong>insieme</strong> ad altre comunità parrocchiali;<br />

• a far scoprire ai laici il sacerdozio battesimale, che è comunione e<br />

missione;<br />

• ad evangelizzare i giovani con i giovani (per strapparli dalle discoteche;<br />

per responsabilizzarli nell’oratorio o nel volontariato), e le<br />

famiglie con le famiglie (formazione alla fede dei figli, educazione<br />

al senso della domenica);<br />

• a confrontare e coordinare itinerari pastorali parrocchiali;<br />

• a condividere risorse, iniziative, risposte pastorali concrete ai bisogni<br />

della gente;<br />

2


2 0<br />

• a domandarsi <strong>insieme</strong> come calare nel territorio gli orientamenti pastorali<br />

della <strong>Diocesi</strong>.<br />

ATTIVITà DIOCESANE<br />

PER L’ANNO 2005-2006<br />

1. Conclusione dell’Anno Eucaristico con tre Giornate Eucaristiche<br />

(quarant’ore), celebrate contemporaneamente in tutte le Parrocchie<br />

e Monasteri nei giorni 27-28-29 ottobre 2005.<br />

2. Esercizi spirituali dei Sacerdoti e dei Diaconi 26-30 giugno 2006<br />

- Santuario S. Maria dell’Isola - Conversano (BA).<br />

I Sacerdoti cerchino di partecipare al corso diocesano di esercizi,<br />

non solo per adempiere un dovere e soddisfare un bisogno dello<br />

Spirito, ma anche come momento e testimonianza di comunione<br />

sacerdotale.<br />

Agli Esercizi possono partecipare Laici solo in forma residenziale e<br />

a condizione che ci siano stanze sufficienti.<br />

3. Ritiri spirituali dei Sacerdoti e dei Diaconi ogni terzo venerdì del<br />

mese presso il Centro Giovanile “Benedetto XIII” di <strong>Gravina</strong>.<br />

4. Aggiornamento del Clero sulla traccia di riflessione del Convegno<br />

di Verona, presso il Centro Giovanile, ogni quarto venerdì del mese.<br />

Possono essere presenti Operatori pastorali in grado di partecipare.<br />

5. Pozzo di Giacobbe, lectio divina per sacerdoti, religiose, laici, presso<br />

il Centro Giovanile, ogni secondo lunedì del mese da novembre<br />

2005 a maggio 2006.<br />

6. Scuola di preghiera per giovani, presso il Centro Giovanile Benedetto<br />

XIII di <strong>Gravina</strong>: 21 ottobre 2005; 18 novembre 2005; 11<br />

dicembre 2005; 20 gennaio 2006; 17 febbraio 2006; 2 aprile 2006;<br />

12 maggio 2006.<br />

7. Messa Crismale nella Cattedrale di <strong>Gravina</strong> il mercoledì santo, 12<br />

aprile 2006.<br />

8. Corpus Domini Diocesano, giovedì 15 giugno 2006 a Poggiorsini.<br />

9. Giornata Diocesana del Ministrante a Noci, il 12 giugno 2006,<br />

come momento conclusivo e celebrativo del cammino parrocchiale<br />

e interparrocchiale (cittadino) animato dall’Ufficio Liturgico, dal<br />

CDV, dal Seminario e dall’ACR.


10. Due giorni di formazione per Catechisti sul compendio del Catechismo<br />

della Chiesa Cattolica, il 26-27 settembre 2005.<br />

11. Incontri di formazione metodologica per catechisti sulla comunicazione<br />

e le relazioni efficaci (Dott. Quaglietta) nella sede di <strong>Altamura</strong><br />

- <strong>Gravina</strong> - Santeramo - Spinazzola, il martedì e mercoledì.<br />

12. Scuola di Formazione Teologico-Pastorale e Seminari di studio<br />

secondo i contenuti, i tempi, i luoghi del programma e del calendario<br />

allegati.<br />

13. Il giornale “Avvenire” con la pagina diocesana, nella quale il Vescovo<br />

cercherà di essere sempre presente con uno scritto, tornerà<br />

ad essere nelle parrocchie la domenica ogni quindici giorni, con un<br />

numero di copie proporzionato agli abitanti.<br />

I parroci, trovino sin d’ora collaboratori che si assumono l’impegno<br />

della distribuzione, ma soprattutto non si stanchino di sensibilizzare<br />

la comunità sulla validità dell’acquisto di un numero settimanale<br />

di stampa cattolica con notizie “di casa”.<br />

14. Per far conoscere e far entrare nelle famiglie il magistero di Benedetto<br />

XVI, nelle domeniche alterne ad “Avvenire”, la Curia si impegna<br />

a mettere a disposizione dei parroci dei volantini con i messaggi<br />

più significativi per la formazione cristiana <strong>delle</strong> famiglie.<br />

15. La Consulta <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali prossimamente avrà un<br />

presidente, un segretario e un sacerdote delegato ad assisterla per<br />

tessere meglio i rapporti tra la <strong>Diocesi</strong> e le singole aggregazioni:<br />

Presidente e segretario saranno designati dai rappresentanti <strong>delle</strong><br />

aggregazioni.<br />

16. Il Servizio Diocesano per il Catecumenato riprenderà i contatti<br />

con i referenti parrocchiali per una ulteriore messa a punto dell’itinerario<br />

di preparazione al battesimo degli adulti.<br />

17. I Diaconi e i Ministri Istituiti si incontreranno ogni secondo mercoledì<br />

del mese. Dal 2-4 giugno 2006, a Policoro, faranno gli esercizi<br />

spirituali con le famiglie.<br />

18. La Caritas Diocesana (vedi programma allegato) è disponibile e<br />

orientata a fare formazione e a dare vita a centri di ascolto all’interno<br />

di unità pastorali.<br />

19. Il settore Cultura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Curia<br />

organizzerà una serie di proiezioni di film a tema con relativo cineforum.<br />

Destinatari: giovani, coppie, educatori, docenti, privati cittadini.<br />

2 1


2 2<br />

20. La Curia cercherà di aprire al più presto un sito web della <strong>Diocesi</strong>.<br />

21. Sabato, 17 dicembre sarà consacrata la Chiesa superiore del nuovo<br />

Ospedale “Miulli”, intitolata a S. Maria della Salute, nella quale il<br />

Vescovo celebrerà la Messa nella notte di Natale.<br />

In gennaio 2006, con programma di manifestazioni scientifiche,<br />

culturali e celebrazioni religiose, sarà inaugurato ufficialmente il<br />

nuovo complesso dell’Ospedale.<br />

SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA E PASTORALE<br />

ANNO SCOLASTICO - A - SACRA SCRITTURA - 2005/2006<br />

Finalità<br />

La scuola di Formazione Teologico-Pastorale intende dare un contributo<br />

al rinnovamento della nostra Chiesa Locale, offrendo stimoli per<br />

una migliore comprensione dell’uomo contemporaneo e per una maggiore<br />

radicalità evangelica.<br />

Obiettivi<br />

• Favorire la capacità relazionale con sé, con gli altri e con Dio.<br />

• Approfondire la conoscenza e sviluppare l’elaborazione dei contenuti<br />

teologici.<br />

• Educare a pensare e a “incarnare” il messaggio evangelico.<br />

• Sviluppare competenze comunicative in grado di migliorare il proprio<br />

stile di annuncio e di attività educativa.<br />

• Favorire la formazione di équipes stabili di lavoro a servizio <strong>delle</strong><br />

parrocchie e degli Uffici di Curia.<br />

Destinatari<br />

• Per quanti vogliono conoscere le ragioni della loro fede.<br />

• Per Laici che vogliono servire la comunità degli uomini con il ministero<br />

dell’annuncio, della catechesi, della liturgia, della famiglia,<br />

degli infermi, dei poveri, della cultura, della scuola.<br />

• Per gli Aspiranti ai ministeri istituiti e straordinari.<br />

• Per le Persone consacrate.<br />

• Per i Cooperatori pastorali <strong>delle</strong> parrocchie e associazioni.


• Per i Responsabili degli Uffici Pastorali.<br />

• Per i Responsabili <strong>delle</strong> confraternite.<br />

Metodologia<br />

• Lezioni.<br />

• Itinerari di ricerca e di scoperta per favorire la riflessione e l’elaborazione<br />

dei contenuti.<br />

• Laboratori con metodologia interattiva e narrativa nei seminari.<br />

Livello degli studi<br />

La scuola si pone ad un livello intermedio tra gli Istituti Teologici e la<br />

formazione di base <strong>delle</strong> parrocchie.<br />

L’ambito di riferimento specifico in cui si colloca la scuola è quello<br />

pastorale-ministeriale, e non abilita all’insegnamento della religione<br />

cattolica.<br />

Struttura della scuola<br />

La struttura della scuola è ciclica: Anno A - Sacra Scrittura; Anno B<br />

- Teologia Dommatica; Anno C - Teologia Morale e Pastorale.<br />

Periodo di lezione: Ottobre 2005 – Maggio 2006.<br />

Tempi e luoghi<br />

− Lunedì partecipazione al Pozzo di Giacobbe (Centro Giovanile – <strong>Gravina</strong>);<br />

− Il Martedì dalle 19.30 alle 21.00 nelle sedi di: <strong>Altamura</strong>, <strong>Gravina</strong>,<br />

<strong>Acquaviva</strong>, Santeramo e Spinazzola.<br />

− Seminari di studi a cura di alcuni Uffici della Curia, nelle stesse sedi e<br />

date della Scuola, sul rapporto tra Parola di Dio e vissuto (sofferenza<br />

– liturgia – missione – lavoro, ecc.).<br />

Consiglio Permanente della scuola<br />

Ha il compito di programmare <strong>insieme</strong> con il Vescovo e gli Uffici di<br />

Curia la formazione all’interno della <strong>Diocesi</strong>. I Componenti:<br />

2 3


2 4<br />

• Direttore Ufficio Catechistico: don Vito Cassese;<br />

• Direttore Ufficio Cultura: don Mimmo Giannuzzi;<br />

• P. Pasquale Cenciarelli;<br />

• Don Angelo Cianciotta;<br />

• Don Giacomo Lorusso;<br />

• Don Carlo Carducci;<br />

• Don Nunzio Falcicchio (alla segreteria);<br />

• Prof. Colacicco Francesco (IRC).<br />

Docenti<br />

• Don Nino Prisciandaro;<br />

• Don Giacomo Lorusso;<br />

• Don Angelo Cianciotta.<br />

PROGRAMMA PASTORALE CARITAS ANNO 2005 - 2006<br />

Il programma pastorale per il prossimo anno non può che incanalarsi<br />

nello stesso solco di quello che da diversi anni stiamo cercando di<br />

perseguire e che ha obbiettivo unico e primario la crescita della Caritas<br />

Parrocchiale secondo le necessità del territorio per dare <strong>delle</strong> risposte<br />

concrete a quanti sono nella sofferenza a diverso titolo e per la sete di<br />

servizio vero e concreto che da più parti arriva come monito e riferimento<br />

di base.<br />

Sul piano parrocchiale<br />

La preghiera: vissuta <strong>insieme</strong> a tutta la comunità nei momenti forti e<br />

nella quotidianità.<br />

La Formazione: con la novità che tale formazione non più sarà curata<br />

per singole parrocchie, ma nella direzione <strong>delle</strong> Unità Pastorale.<br />

I Centri d’ascolto parrocchiale: dove ascoltare per capire, osservare<br />

per progettare, orientare per risolvere, con la decisa novità che tale<br />

formazione che i centri di ascolto dovranno essere organizzati e vissuti<br />

finalmente, non più per singola parrocchia, ma come Unità Pastorali.<br />

Il Servizio ai giovani, per promuovere il credito formativo per i ragazzi<br />

frequentanti gli ultimi anni <strong>delle</strong> scuole superiori, e per sostenere<br />

l’Anno di Volontariato Sociale Volontari per ragazzi e ragazze.


Il Servizio alle Famiglie, per sostenerle con interventi e gesti concreti<br />

salvaguardando la loro dignità e cercando di intervenire per le cose<br />

di cui hanno bisogno.<br />

Organizzare un servizio di recapito a casa, avvalendosi della collaborazione<br />

dei ministri straordinari.<br />

A livello diocesano<br />

Il primo obiettivo è la presenza attiva ed operativa degli animatori<br />

Caritas in tutte le realtà parrocchiali.<br />

Il secondo obiettivo è la costruzione dell’Osservatorio <strong>delle</strong> povertà<br />

e <strong>delle</strong> disponibilità.<br />

Il terzo obiettivo è l’impegno politico-sociale per lavorare in rete<br />

con le istituzioni e le realtà politiche del territorio.<br />

Il quarto obiettivo: la progettualità, con precisi e puntuali progetti<br />

da predisporre e realizzare con gli altri uffici, per fornire radicali e fattivi<br />

aiuti per la risoluzione dei diversi problemi.<br />

Il quinto obiettivo: la collaborazione ed il coordinamento del volontariato.<br />

Il nuovo obiettivo in vista <strong>delle</strong> unità pastorali, la nascita di un servizio<br />

formativo per la crescita <strong>delle</strong> Caritas Parrocchiali con laboratori<br />

operativi per paese coordinati a livello diocesano in vista <strong>delle</strong> unità pastorali.<br />

A livello diocesano<br />

Seguire direttamente le diverse Caritas Parrocchiali con la nascita dei<br />

laboratori in diocesi, per il collegamento con la regione e il centro nazionale,<br />

e per paesi per il collegamento con le parrocchie.<br />

Lavorare con gli altri uffici di Curia per cercare percorsi comuni, in<br />

modo che in ogni attività non manchi il riferimento alla Carità.<br />

Stipulare apposite convenzioni per sostenere il cammino dei centri<br />

di ascolto nella risoluzione <strong>delle</strong> problematiche presentate e raccolte<br />

nell’ascolto.<br />

Coordinare il lavoro del volontariato a livello centrale per la formazione<br />

dei volontari e la costruzione di una mappa dei servizi.<br />

Promuovere per ogni paese della diocesi e sostenere nel cammino<br />

iniziale dei gesti, segno di una Carità che si fa accoglienza.<br />

2


2<br />

Concludendo<br />

Incontri mensili di preghiera e programmazione del Consiglio Diocesano<br />

Caritas a partire dal mese di Ottobre 2005 e per tutto il 2006 con<br />

la sola esclusione dei mesi di Luglio ed Agosto e Settembre ogni terzo<br />

Lunedì del mese dalle 16.30 alle 18.30.<br />

Incontri mensili di preghiera, formazione e di organizzazione del<br />

Coordinamento Cittadino.<br />

Incontri quindicinali da proporre agli animatori Caritas per la formazione<br />

e l’attività della Caritas Parrocchiale e per i giovani in servizio<br />

in <strong>Diocesi</strong>; da Ottobre 2005.<br />

Assemblea Diocesana per la presentazione del programma e della<br />

struttura Caritas Diocesana per il mese di novembre prima dell’avvento<br />

presumibilmente Lunedì 14 Novembre 2005 dalle 17.30 alle 19.00.<br />

Organizzazione, con l’Ufficio Migrantes, della giornata per le Migrazioni.<br />

Incontri, nel mese di Ottobre, con le Istituzioni locali ed in particolare<br />

con i Servizi Sociali dei diversi comuni della <strong>Diocesi</strong>.<br />

Avvio con la prima domenica di Avvento, dei progetti “Un anziano<br />

in affidamento”; e “Adozione a Vicinanza” quale investimento culturale<br />

a favore dei minori a rischio.<br />

Organizzazione, in collaborazione con gli altri Uffici CEI, dell’Avvento<br />

e del Natale di fraternità proponendo anche, con l’aiuto della<br />

rete internazionale del commercio equo-solidale, per l’importazione diretta<br />

dei prodotti alimentari ed artigianali dai paesi in via di sviluppo.<br />

Organizzazione, con l’Ufficio Giustizia e Pace e Pastorale Giovanile,<br />

della giornata e del mese della Pace e della giornata di sensibilizzazione<br />

per il Servizio civile Volontario.<br />

Organizzazione, con l’ufficio di Pastorale Sanitaria, della giornata<br />

del malato del 11 Febbraio 2006.<br />

Organizzazione, in collaborazione con gli altri uffici CEI, della<br />

Quaresima e della Pasqua di solidarietà.<br />

Assemblea Diocesana per un momento di confronto e verifica per il<br />

mese di Giugno, presumibilmente Lunedì 19 Giugno 2006.<br />

Organizzazione, nei diversi centri della <strong>Diocesi</strong>, di giornate o settimana<br />

del Volontariato con dibattiti e manifestazioni utili a far conoscere<br />

le diverse realtà ed a creare coordinamento per poter raggiungere il traguardo<br />

della Consulta Diocesana della Associazioni di Volontariato.


Altre attività saranno promosse dal Consiglio Diocesano in ordine a<br />

progetti operativi in base alle indicazioni del Vescovo e di Caritas Italiana;<br />

di tali progetti si darà adeguata informazione dopo l’approvazione<br />

da parte degli uffici di curia.<br />

Il Signore ci dia:<br />

• la capacità di accettare ciò che non potremo cambiare;<br />

• il coraggio, l’entusiasmo, la forza di cambiare quel che possiamo;<br />

• l’umiltà di riconoscere i nostri limiti, perché solo così sapremo andare<br />

incontro agli altri per cercare, anche quel che ci manca.<br />

Il Direttore Caritas Diocesana<br />

Diacono Pinuccio Angelillo<br />

APPENDICE<br />

(dal Programma Pastorale 2004-2005)<br />

QUALE PARROCCHIA PER IL NOSTRO TEMPO<br />

Il delicato e pur necessario lavoro di verifica e l’attenzione ai nuovi<br />

impegni da assumere per l’anno pastorale che questa Assemblea inaugura,<br />

non devono far passare inosservata la Nota Pastorale dei Vescovi Italiani:<br />

“Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia”.<br />

Soprattutto non possiamo non accogliere e valorizzare l’invito che<br />

il Papa e i Vescovi fanno, di riscoprire la parrocchia, di chiederci quale<br />

volto essa deve avere in un mondo in rapida evoluzione, quale metodologia<br />

pastorale deve adottare, perché la parrocchia entri in dialogo col<br />

territorio.<br />

Dobbiamo riconoscere che della parrocchia abbiamo idee inesatte,<br />

sbagliate, approssimative e incomplete, frutto non di studio ma di impressioni,<br />

di esperienze negative, di mentalità corrente o di metodi pastorali<br />

di questa o quella figura di parroco.<br />

Una scelta saggia e quanto mai opportuna sarebbe, per questo nuovo<br />

anno pastorale, studiare, approfondire, discutere il Documento dei<br />

Vescovi con un corso di formazione per giovani, gruppi famiglie, laici<br />

impegnati, o nella catechesi degli adulti.<br />

Se non si conosce l’identità, la missione, la funzione della parrocchia<br />

non si può nemmeno renderla presenza di Chiesa nel territorio.<br />

2


2<br />

1. La Parrocchia: Chiesa vicina alla vita<br />

Dice il Papa nella Esortazione Apostolica Christifideles Laici (n. 26)<br />

che la parrocchia “è l’ultima localizzazione della Chiesa; è in un certo<br />

senso la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e <strong>delle</strong><br />

sue figlie”. La Parrocchia è la “figura della Chiesa incarnata in un<br />

luogo”; è la “figura della Chiesa vicina alla vita” (Doc. C.E.I., 4). La<br />

Parrocchia “non ha la medesima identità teologica” della <strong>Diocesi</strong>, ma<br />

è solo per mezzo di essa che la <strong>Diocesi</strong> realizza il legame col territorio.<br />

La parrocchia è come la risultante di due coordinate: vita cristiana e<br />

territorio.<br />

2. Parrocchia e Territorio<br />

La parrocchia, nel IV-V secolo è nata per evangelizzare le campagne,<br />

il territorio fuori le mura.<br />

Oggi, nonostante la grande facilità di movimento e la molteplicità di<br />

incontri e di relazioni, le persone sono ancora molto legate al territorio<br />

dove abitano e per tutte le loro necessità fanno riferimento alla propria<br />

parrocchia.<br />

Uno dei punti controversi nella diversa concezione della parrocchia,<br />

specialmente tra i sacerdoti, è la questione dei confini territoriali, che,<br />

pur avendo una necessità pratica dal punto di vista giuridico e pastorale,<br />

non può non tener conto della facile mobilità <strong>delle</strong> persone.<br />

3. Occorre una pastorale integrata<br />

Una pastorale integrata contribuisce molto a superare una visione rigida<br />

dei confini. Dobbiamo valutare con realismo i cambiamenti culturali<br />

in corso, per discernere le strade da percorrere, perché ogni persona<br />

e ogni famiglia possa incontrare Cristo.<br />

È impensabile oggi scegliere di restare prigionieri di una concezione<br />

chiusa di parrocchia amministratrice di sacramenti.<br />

Se si prende coscienza che la parrocchia è sempre meno in grado di<br />

dare risposte autosufficienti, si scopre la necessità di aprirsi, di attuare<br />

una conversione missionaria della pastorale, di “tessere rapporti diretti<br />

con tutti i suoi abitanti, cristiani e non cristiani, partecipi della vita della<br />

Comunità o ai suoi margini” (Doc. C.E.I., 10).


Conversione pastorale significa che non bisogna incappare né in Scilla,<br />

né in Cariddi, cioè chiudersi in una mortale autosufficienza pastorale,<br />

oppure rassegnarsi a essere “centro di servizi”.<br />

Il duplice scoglio si supera con l’integrazione pastorale, cioè intensificando<br />

la collaborazione con le parrocchie vicine, per programmare<br />

<strong>insieme</strong> le attività che superano le possibilità della singola parrocchia.<br />

4. La fonte e i canali di una pastorale integrata<br />

Una pastorale integrata è postulata non solo, né principalmente dai<br />

cambiamenti sociologici, ma dal mistero stesso della Chiesa che è Comunione.<br />

La comunionalità della Chiesa sgorga dalla Trinità e sfocia<br />

nella missionarietà.<br />

a) Fondamentali, per l’unità e l’integrazione pastorale sono gli Orientamenti<br />

Pastorali dati dal Vescovo e l’impegno degli Uffici Pastorali<br />

della Curia. Tuttavia, una ecclesiologia di comunione non germoglia<br />

ugualmente senza una convinta disponibilità e una vera obbedienza<br />

da parte dei sacerdoti e dei fedeli laici.<br />

b) Ecco la necessità che, prima sacerdoti e seminaristi, e fedeli laici<br />

poi, si convertano allo Spirito di comunione e a una fede missionaria,<br />

che non rinuncia al confronto con mentalità e culture estranee e<br />

contrarie al Vangelo.<br />

c) Conversione a una pastorale integrata non è sinonimo di moltiplicazione<br />

di attività. Tutt’altro! Bisogna cominciare col valorizzare ciò<br />

che esiste pastoralmente e che ci fa avvicinare tante persone precariamente<br />

legate alla Chiesa.<br />

d) La svolta missionaria non è né aggiunta, né alternativa alla pastorale<br />

ordinaria; ma rivoluzione copernicana di mentalità e di rapporti con<br />

la <strong>Diocesi</strong> e con le altre parrocchie.<br />

e) Resta primaria la cura pastorale degli adulti, cioè <strong>delle</strong> famiglie e<br />

degli ambienti di lavoro, cominciando a rimescolare tutte le ore e le<br />

date degli incontri, secondo i ritmi di vita <strong>delle</strong> famiglie. Anche per<br />

raggiungere i giovani non si può fare a meno della collaborazione<br />

<strong>delle</strong> famiglie.<br />

f) Come si può parlare di parrocchia e non parlare del parroco? Nel<br />

Decreto Conciliare Christus Dominus (30) si legge: “collaboratori<br />

del Vescovo sono i parroci, ai quali, come a pastori propri, è affida-<br />

2


300<br />

ta la cura <strong>delle</strong> anime, in una determinata parte della <strong>Diocesi</strong>, sotto<br />

l’autorità dello stesso Vescovo”.<br />

La pastorale integrata, o rinnovamento pastorale, non mette in discussione<br />

il ruolo e la responsabilità del parroco, ma lo aiuta ad esercitare<br />

l’ufficio nel modo più autentico e non da protagonista unico<br />

<strong>delle</strong> sorti della parrocchia.<br />

g) Il servizio pastorale non è una condanna ad esaurirsi, ma responsabilità:<br />

• di coinvolgere e formare i laici alla corresponsabilità;<br />

• attenzione a non fare della parrocchia una bacca chiusa in se stessa,<br />

ma ad inserirla nella comunione ecclesiale e missionaria e nel<br />

dialogo interparrocchiale.<br />

h) Integrazione pastorale significa anche invito, apertura e accoglienza<br />

verso i Religiosi e le Associazioni e Movimenti presenti in Parrocchia,<br />

perché entrino in modo stabile nella vita e nelle attività della<br />

parrocchia, pur nel rispetto del loro carisma.<br />

i) Chi ha la grazia di avere il Vicario parrocchiale o un diacono, o chi<br />

ne svolge il compito, non sottovaluti l’importanza di tale presenza.<br />

Il vice-parroco fa una preziosa esperienza in vista di altre responsabilità;<br />

il parroco ha interlocutori preziosi per il dialogo, il confronto,<br />

la pastorale giovanile, la vita comune.<br />

l) Queste riflessioni sulla parrocchia sono incomplete e sintetiche; tuttavia<br />

non è possibile concluderle senza accennare:<br />

• alla necessità di puntare a ciò che è primario ed essenziale nella<br />

pastorale: l’annuncio del Regno di Dio;<br />

• alla assoluta necessità di costituire in ogni Parrocchia Consigli<br />

Pastorali formati, responsabilizzati, ascoltati e valorizzati.<br />

Non posso nascondere che nel giro, fatto quest’anno, tra i Consigli<br />

Pastorali <strong>delle</strong> Parrocchie, ho incontrato Consigli molto ricettivi,<br />

passivi, muti, senza segni di sollecitudine missionaria con molti<br />

membri in atteggiamento di ospiti, di uditori, di invitati.<br />

Con Consigli così fatti, la Parrocchia può solo dormire un sonno<br />

comatoso col rischio di non svegliarsi più.<br />

m) “La parrocchia da sola non basta - dice il Documento C.E.I. al n. 9;<br />

ci vogliono competenze che possono essere assicurate solo da livelli<br />

più integrati, diocesani o almeno zonali, e da dedizioni più specifiche,<br />

come quelle associative”. Se non basta da sola la parrocchia, a<br />

maggior ragione non basta da solo il parroco.


«La proposta di una pastorale integrata mette in luce che la parrocchia<br />

di oggi e di domani non dovrà più concepirsi a porte sbarrate,<br />

ma all’interno di un tessuto di relazioni stabili» (Doc. C.E.I., 11).<br />

Mi auguro che queste semplici provocazioni facciano sentire a tutti<br />

il bisogno di approfondire il problema grave e urgente della conversione<br />

pastorale e di chiedersi, cosa occorre fare sul piano parrocchiale<br />

e diocesano.<br />

n) Il Programma e il calendario <strong>delle</strong> attività che oggi consegno ai<br />

Presbiteri, ai Responsabili di Associazioni, Gruppi, Movimenti e ai<br />

Segretari dei Consigli Pastorali, non sono definitivi: sono solo una<br />

bozza offerta alle vostre riflessioni.<br />

Ritiri del Clero<br />

CALENDARIO<br />

2005: 21 ottobre; 11 novembre; 16 dicembre<br />

2006: 20 gennaio; 17 febbraio; 17 marzo; 12 maggio<br />

Aggiornamento del Clero<br />

2005: 28 ottobre; 25 novembre<br />

2006: 27 gennaio; 24 febbraio; 24 marzo<br />

Pozzo di Giacobbe<br />

2005: 21 novembre<br />

2006: 16 gennaio; 13 febbraio; 13 marzo; 8 maggio<br />

Messa Crismale: 12 aprile 2006 - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Corpus Domini: 15 giugno 2006 - Poggiorsini<br />

Esercizi Spirituali del Clero: 26 - 30 giugno 2006<br />

Sem.pre: incontro Seminaristi e Preti: 3-7 luglio 2006<br />

301


302<br />

Consiglio Presbiterale e Collegio Consultori<br />

24 ottobre 2005<br />

27 marzo 2006<br />

Consiglio Pastorale Diocesano e Assemblea CDAL<br />

(Consulta Aggregazioni Laicali)<br />

1 ottobre 2005<br />

24 giugno 2006<br />

VII Assemblea Pastorale Diocesana: 9 settembre 2006<br />

Convegno Ecclesiale - Verona: 16-20 ottobre 2006<br />

Incontri Uffici di Curia<br />

2005: 26 settembre<br />

28 novembre<br />

2006: 30 gennaio<br />

27 febbraio<br />

24 aprile<br />

29 maggio<br />

19 giugno<br />

31 agosto<br />

1 settembre<br />

4 settembre<br />

18 settembre<br />

Scuola di preghiera “Emmaus”<br />

2005: 21 ottobre<br />

18 novembre<br />

11 dicembre<br />

2006: 20 gennaio<br />

17 febbraio<br />

12 maggio


San Michele Arcangelo,<br />

primo adoratore di Dio,<br />

modello perfetto<br />

di umiltà e di obbedienza<br />

al Creatore e Signore<br />

degli Angeli e degli uomini,<br />

nostro Custode e Protettore,<br />

prega per noi il Padre Celeste,<br />

perché ci doni il Suo Spirito,<br />

il Suo Amore e la Sua Grazia.<br />

Insegnaci col tuo esempio<br />

ad avere il gusto di Dio,<br />

e a cercare sempre la Verità<br />

nell’ascolto della Sua Parola.<br />

Aiutaci ad amare<br />

e fare in ogni cosa<br />

la Volontà del Padre.<br />

Rendici forti nella tentazione<br />

e pazienti nella sofferenza.<br />

Preghiera<br />

a San Michele Arcangelo<br />

Fa’ che nulla anteponiamo a Cristo<br />

e, vivendo sempre alla Sua Presenza,<br />

amiamo il prossimo<br />

annunciando a tutti,<br />

con la testimonianza della vita,<br />

che uno solo è il Signore,<br />

al quale spetta ogni onore<br />

e gloria nei secoli.<br />

Amen.<br />

Preghiere<br />

✠ Mario Paciello<br />

303


304<br />

a “TU per TU con LUI”<br />

sulle strade di Colonia e del Mondo<br />

Gesù, Amico mio<br />

e mio Signore,<br />

fammi sentire<br />

il privilegio e la responsabilità<br />

di essere giovane “oggi”,<br />

in questo secolo bisognoso<br />

di sentinelle sveglie,<br />

coraggiose e forti,<br />

fedeli a Te e fiduciose<br />

nell’uomo, anche se smarrito e peccatore.<br />

Spesso mi capita di addormentarmi,<br />

come i discepoli<br />

nella notte del tradimento<br />

o di negare di conoscerTi<br />

davanti agli amici;<br />

ma mi vergogno “da morire”<br />

di vergognarmi di Te.<br />

Non voglio essere Pietro che ti rinnega,<br />

ma Pietro che Ti proclama Signore<br />

sul piazzale del tempio<br />

o davanti al Sinedrio;<br />

non Saulo che Ti perseguita,<br />

ma Paolo che non sa vivere senza di Te<br />

e non può fare a meno<br />

di parlare di Te.<br />

Tu sai che spesso ho paura,<br />

ma voglio finirla di fuggire<br />

davanti al dovere;<br />

non voglio arrendermi<br />

davanti alle difficoltà;<br />

non voglio chiudere gli occhi<br />

davanti ai bisogni degli altri;


non voglio rifugiarmi<br />

nella tana dell’egoismo vile<br />

dove tutto perde senso e muore.<br />

Il desiderio immenso di felicità<br />

diventi in me<br />

insaziabile sete di Verità,<br />

ricerca faticosa<br />

di interiore bellezza,<br />

fatica benedetta<br />

di amore durevole e vero.<br />

L’innato bisogno,<br />

di ballare e ritmare<br />

diventi in me danza di libertà<br />

al suono melodioso e forte<br />

della Tua Parola.<br />

Trasforma la mia stupida paura<br />

di dare le mie cose<br />

nella gioia impagabile di dare me stesso:<br />

a Te che mi vuoi “Santo”,<br />

agli altri che mi desiderano<br />

“fratello”-“sorella”.<br />

Credimi, Amico mio:<br />

mi sento un forziere sigillato!<br />

La tua Stella e il tuo Spirito<br />

mi rendano uno “scrigno aperto”<br />

a Te, da Te, per il mondo.<br />

Ciao, Ti adoro nel mio cuore,<br />

più della persona che amo,<br />

perché tu credi in me.<br />

Anch’io credo in te<br />

e Ti voglio bene.<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

30


30<br />

Intenzioni<br />

affidate all’Apostolato della Preghiera<br />

per l’Anno Pastorale 2005-2006<br />

Ottobre 2005<br />

Perché il sangue sgorgato dal Cuore di Cristo purifichi il mondo dal peccato<br />

e infiammi di ardore missionario la Sua Chiesa.<br />

Novembre 2005<br />

Perché i Sacerdoti e tutti i Consacrati sentano fortemente il dovere della<br />

vigilanza evangelica ed insegnino, con l’esempio, ai fedeli laici ad attendere<br />

operosi il Signore che viene.<br />

Dicembre 2005<br />

Perché il Figlio di Dio, che si fa uomo per amore, e prende la forma di<br />

servo per sacrificarsi per noi, ci insegni a metterci accanto ad ogni persona,<br />

per portarla, con l’esempio e la parola, verso la salvezza.<br />

Gennaio 2006<br />

Perché ogni comunità parrocchiale rifletta con grande senso di responsabilità<br />

sulla traccia del Convegno Ecclesiale di Verona, per conoscere<br />

meglio la propria realtà in vista di un’azione pastorale più appropriata ed<br />

efficace.<br />

Febbraio 2006<br />

Per i medici, gli infermieri e tutti coloro che assistono i malati, perché li<br />

curino come fratelli, con instancabile umanità e con spirito di cristiana<br />

carità, vedendo in loro il segno visibile del Cristo sofferente.<br />

Marzo 2006<br />

Perché i laici impegnati nell’apostolato, i membri dei Consigli Pastorali<br />

e <strong>delle</strong> Aggregazioni sentano il bisogno di formarsi spiritualmente<br />

e pastoralmente, per vivere in modo più incisivo e responsabile la loro<br />

presenza nella Chiesa.<br />

Aprile 2006<br />

Per tutti coloro che operano nella Comunicazione Sociale, perché ricerchino<br />

sempre la verità, esaltino il bene, rispettino i valori fondamentali


dell’uomo ed educhino le nuove generazioni alla giustizia, alla pace, alla<br />

solidarietà e al rispetto della vita e della natura.<br />

Maggio 2006<br />

Perché ai lavoratori siano riconosciuti i giusti diritti; perché per i giovani<br />

si aprano prospettive di impiego, e perché il lavoro, mentre assicura il<br />

benessere e fa progredire la società, non diventi un ostacolo nella ricerca<br />

del Regno di Dio.<br />

Giugno 2006<br />

Perché il Cuore di Cristo, trafitto per la salvezza di tutta l’umanità, ci<br />

faccia comprendere la necessità di <strong>camminare</strong> verso l’unità innanzitutto<br />

all’interno della Chiesa, per rinnovare le Comunità Parrocchiali ed essere<br />

credibili nell’azione missionaria ed ecumenica.<br />

Luglio 2006<br />

Perché i Sacerdoti, i Catechisti, i Gruppi Liturgici, gli Operatori Pastorali<br />

adottino tutti i mezzi possibili per aiutare le famiglie a riscoprire la<br />

Domenica come Giorno irrinunciabile per incontrare il Signore e celebrare<br />

nell’Eucaristia la Sua Risurrezione.<br />

Agosto 2006<br />

Perché i giovani vedano nei loro pastori e in coloro che li educano modelli<br />

convincenti di fede, di preghiera, di spirito di servizio, di dedizione<br />

gioiosa e generosa, per sentirsi chiamati a seguirne l’esempio.<br />

Settembre 2006<br />

Perché le unioni benedette dal Signore col sacramento del matrimonio<br />

risplendano per fedeltà, solidità, purezza, apertura alla vita e all’accoglienza,<br />

per essere segno vivo dell’originale progetto di Dio sulla famiglia.<br />

Ottobre 2006<br />

Per le nazioni martoriate dal terrorismo, dalla fame e dal debito internazionale,<br />

perché trovino nei Governi dei Paesi del benessere concreti gesti<br />

di solidarietà e interventi risolutivi perché sia riconosciuta la dignità<br />

di ogni persona e si instauri la giustizia e la pace.<br />

30


30<br />

Novembre 2006<br />

Per tutti i fedeli defunti, specialmente per le vittime della violenza, del<br />

terrorismo e <strong>delle</strong> condanne a morte, perché il Cuore misericordioso di<br />

Cristo apra loro la porta della pace e della gioia eterna.<br />

Dicembre 2006<br />

Per coloro che il Signore ha scelto dall’eternità per il sacerdozio o la vita<br />

consacrata, perché scoprano la bellezza della chiamata a farsi dono, e<br />

rispondano con prontezza e generosità, senza lasciarsi scoraggiare dalla<br />

pigrizia e dall’egoismo.


“Signore, tu lavi i piedi a me?<br />

Non mi laverai mai i piedi!”.<br />

Auguri<br />

in occasione della Santa Pasqua<br />

“Se non ti laverò<br />

non avrai parte con me!”.<br />

“Signore, non solo i piedi<br />

ma anche le mani e il capo!”.<br />

Tu, il Signore,<br />

vuoi lavare i piedi<br />

a me, tuo servo?<br />

(Gv 13, 8-9)<br />

Se non ti lavo<br />

non puoi sederti<br />

a mensa con me;<br />

non posso condurti<br />

ai confini del mistero<br />

e tu non saprai mai<br />

dove giunge l’Amore.<br />

Consegnami il tuo piede<br />

perché lo lavi<br />

e tu possa penetrare<br />

nel Tempio del Mio Cuore<br />

e capire l’immensità<br />

del gesto.<br />

Immergi,<br />

Agnello Immolato,<br />

e il piede e il capo<br />

Messaggi<br />

30


310<br />

nel catino<br />

del Sangue Redentore.<br />

Detergimi,<br />

Divino Risorto,<br />

col lino candido<br />

del sepolcro aperto,<br />

e io, tralcio della tua Vite,<br />

guizzo di fiamma<br />

del tuo Roveto Inestinguibile,<br />

pensiero segreto<br />

di Sapienza Eterna,<br />

capello contato<br />

del Mistico Corpo,<br />

avrò mani innocenti<br />

e cuore puro<br />

per salire con te<br />

alla Città futura<br />

e permanente.<br />

✠ Mario Paciello<br />

• Pietro si scandalizza che Gesù, Maestro e Signore, voglia lavare i piedi<br />

a lui, che è il servo.<br />

• Gesù gli dice: “Se non ti lavo, non puoi celebrare la Cena con me; se<br />

non accetti il mio gesto, non puoi capire che io sono venuto per servire;<br />

non puoi scoprire fin dove si giunge quando si ama”.<br />

• Pietro (ogni cristiano) prendendo atto che il gesto di Gesù è simbolo<br />

del suo sacrificio, risponde: “Agnello Immolato, immergimi tutto nel<br />

catino del Tuo sangue e asciugami con i lini della Tua Risurrezione.<br />

Io nella Chiesa sono piccola cosa (un capello) ma sono contato da Te<br />

(Tu mi conosci, mi ami, mi salvi); io sono tua creatura e ti appartengo<br />

(come il tralcio alle vite, come lingua di fuoco all’incendio, come<br />

il pensiero alla mente).<br />

Tu vuoi rinnovarmi per far salire anche me con te nella Celeste Gerusalemme;<br />

per questo lavami non solo i piedi, ma anche il capo e le<br />

mani. Tutto!”.


Messaggio<br />

alle Famiglie della Zona di “Via Selva”<br />

in <strong>Altamura</strong><br />

Carissimi fratelli e sorelle,<br />

la grazia, la pace e la gioia del Cristo Risorto siano con tutti voi.<br />

Vi comunico con gioia che il giorno di Pasqua ho eretto la Parrocchia<br />

del “SS. Redentore”; e voi che abitate nel territorio compreso tra via Matera<br />

e Via Graviscella, oltre la circonvallazione, ne siete i parrocchiani.<br />

Nello stesso giorno ho nominato vostro Parroco, don Mimmo Cornacchia,<br />

il quale con voi e per voi costruirà il nuovo complesso parrocchiale<br />

ed edificherà la Chiesa viva che siete voi.<br />

Per l’affetto paterno che provo per don Mimmo e per voi, vi prego,<br />

non soltanto di accogliere con gratitudine al Signore il dono della nuova<br />

parrocchia e del suo primo parroco, ma anche di sostenere don Mimmo,<br />

aiutarlo, offrirgli tutta la collaborazione che potete dargli e rispondere<br />

con grande sensibilità e generosità alle sue cure pastorali.<br />

In attesa di incontrarci, vi auguro una santa Pasqua e vi benedico.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 27 marzo 2005, Pasqua del Signore<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

311


312<br />

Carissimi,<br />

Messaggio<br />

in occasione della malattia<br />

di Sua Santità Giovanni Paolo II<br />

– Ai Sacerdoti della <strong>Diocesi</strong><br />

– Alle Comunità parrocchiali e religiose<br />

siamo tutti consapevoli <strong>delle</strong> gravi condizioni di salute del Santo Padre,<br />

e tutti sentiamo un forte bisogno di pregare per lui, per la Chiesa, per<br />

il mondo.<br />

Sono certo che già avete pensato quando e come farlo, oggi, domani,<br />

domenica e nei giorni seguenti.<br />

Anche se dislocati su tutto il territorio diocesano, sentiamoci una sola<br />

voce, una sola supplica, una sola Chiesa che, come quella di Gerusalemme,<br />

prega per Pietro.<br />

Vi benedico.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 1 aprile 2005<br />

* * *<br />

Mandato<br />

ai giovani partecipanti alla<br />

Giornata Mondiale della Gioventù<br />

(Colonia, 16-21 agosto 2005)<br />

Giovani,<br />

Cristo, Stella luminosa del mattino,<br />

vi chiama a Colonia.<br />

La vostra decisione di rispondere<br />

all’appello del Santo Padre Giovanni Paolo II<br />

di andare, <strong>insieme</strong> con tutti<br />

✠ Mario, Vescovo


i giovani del mondo,<br />

ad incontrare, nella persona<br />

del Suo successore, Papa Benedetto XVI,<br />

il rappresentante del “Dolce Cristo in terra”,<br />

sia segno della scelta di cercare Cristo,<br />

di lasciarvi guidare dalla Stella<br />

della Sua Parola,<br />

per adorarlo presente nell’Eucaristia,<br />

aprirgli lo scrigno del vostro cuore<br />

nel sacramento della Riconciliazione,<br />

offrirGli il dono della giovinezza<br />

e accogliere il Suo invito<br />

a ritornare per un’altra via<br />

per testimoniare al mondo<br />

che Egli è l’unico Salvatore di tutti.<br />

Qualunque sia la vostra condizione,<br />

non esitate a partire, non abbiate paura.<br />

I Magi, le cui reliquie troverete a Colonia,<br />

erano pagani, ma cercarono<br />

il Salvatore, Lo videro, Lo adorarono.<br />

Anche se foste nel peccato e lontani da Lui,<br />

decidete di mettervi in cammino;<br />

ma con un unico obiettivo:<br />

incontrare Cristo per adorarlo.<br />

Come i Magi, abbandonate pigrizia,<br />

comodità e indifferenza.<br />

Mettete nello zaino del cuore<br />

tanto coraggio, spazi di silenzio,<br />

gioia di condividere,<br />

disponibilità ad ascoltare,<br />

spirito di sacrificio,<br />

volontà di cercare <strong>insieme</strong> e restare uniti,<br />

desiderio di ritornare sulla strada<br />

di una fede adulta, coerente, solare.<br />

313


314<br />

Se questi sentimenti sono<br />

nel vostro cuore, io vi mando,<br />

con la mia benedizione<br />

e la preghiera <strong>delle</strong> vostre comunità parrocchiali,<br />

alla Giornata Mondiale<br />

della Gioventù 2005 a Colonia,<br />

come scrigni aperti a Cristo, aperti da Cristo,<br />

aperti per il mondo.<br />

<strong>Altamura</strong>, 31 luglio 2005<br />

* * *<br />

Il Vostro<br />

Vescovo Mario<br />

“Sono venuto perché abbiano la vita” (Gv 10, 10)<br />

Messaggio<br />

in occasione del Santo Natale<br />

Non togliamo nulla alla dolcezza e alle nostalgiche emozioni del Natale.<br />

Non disprezziamo la tenerezza che ispirano le nenie e le tradizioni<br />

intorno al presepe e all’albero di Natale; facciamo gustare a piccoli e<br />

grandi la gioia di stare <strong>insieme</strong>, di sentirsi amati.<br />

Ma noi adulti “credenti” viviamo l’evento cristiano dell’Incarnazione<br />

del Figlio di Dio come esplosione di bagliore che illumina tutta la<br />

terra, come scoppio di tuono fragoroso che scuote il torpore del nostro<br />

tempo.<br />

Siamo come le fanciulle assopite della similitudine evangelica che,<br />

all’annuncio della venuta dello Sposo, devono riordinare lampade e vesti<br />

per entrare con Lui alle nozze.<br />

Natale è una cascata di luce e di grazia dall’Alto che esorta alla<br />

speranza e spinge a svegliarsi e a mettersi in movimento per vivere un<br />

incontro che cambia la vita.<br />

Natale è la manifestazione di un piano divino di amore che ci precede<br />

e dal quale parte la rinascita dell’umanità;


• è l’inizio del dialogo diretto tra Dio e l’uomo, nel Figlio Suo Gesù<br />

Cristo e nella Chiesa;<br />

• è la garanzia della salvezza e il fondamento della speranza per tutta<br />

l’umanità;<br />

• è la Verità, la Benignità e l’Amore di Dio, che entra nel tessuto del<br />

vivere umano e sociale, per dargli dignità, santità ed eternità.<br />

Ma Natale è anche un bivio: ogni persona e ogni società devono scegliere<br />

di celebrarlo o meno.<br />

Purtroppo tutti, ognuno a suo modo, scelgono di celebrarlo: lo celebrano<br />

anche quei Paesi non cristiani che lo hanno ridotto ad un grande<br />

carnevale in cui si possono fare follie e concedersi evasioni.<br />

Celebrano il Natale anche quei Governi che sfornano leggi ingiuste<br />

contro la vita, la persona, il matrimonio, la famiglia.<br />

Celebrano il Natale anche certi politici, che dovrebbero finalmente<br />

smetterla di parlare di diritto di uccidere o di opporsi a verifiche di applicazioni<br />

di leggi o alla presenza di consultori accanto alle strutture sanitarie,<br />

per un’assurda paura che vengano alla luce figli destinati all’inceneritore.<br />

Celebrano la nascita di Gesù anche quei parlamentari che non hanno<br />

difficoltà a “proporre nuove forme di matrimonio, alcune sconosciute<br />

nelle culture dei popoli, nelle quali si altera la sua natura specifica”<br />

(Benedetto XVI) e nelle quali non c’è spazio per la vita.<br />

Ben vengano tutte le iniziative per l’abolizione della pena di morte,<br />

e si moltiplichino le manifestazioni per chiedere “grazia” per le singoli<br />

esecuzioni capitali e affermare l’intangibilità e la preziosità della vita.<br />

Ma nessuno si accodi a coloro che in forma pacifica combattono la<br />

violenza, se nel pensiero e nella condotta non ha lo stesso indiscusso<br />

rispetto della vita e della persona in tutte le fasi del suo esistere, dal concepimento<br />

alla morte naturale.<br />

Sul piano antropologico ed etico non c’è nessuna differenza tra la<br />

manipolazione o la distruzione dell’embrione, un aborto volontario, uno<br />

“staccare la spina” e una esecuzione capitale.<br />

Siamo talmente circondati, rincorsi, sopraffatti, ossessionati da una<br />

cultura di morte, da una informazione di morte, da progetti e strategie<br />

di morte che terroristi, kamikaze, attentati, stragi del sabato sera, omicidi<br />

domestici, infanticidi, crimini malavitosi, e milioni e milioni di aborti<br />

non fanno più notizia.<br />

31


31<br />

Ora alcune Regioni italiane stanno adottando una “soluzione miracolosa”,<br />

una “rivoluzione” in fatto di culto <strong>delle</strong> pratiche di morte: hanno<br />

consentito alle loro strutture ospedaliere di dotarsi di quella che era ritenuta<br />

il “fiore all’occhiello”, “il vanto” della ricerca scientifica francese,<br />

la RU 486: la pillola che procura l’aborto per via farmacologica.<br />

In Francia, dopo venti anni dall’introduzione della pillola abortiva,<br />

cresce l’invecchiamento demografico, diminuisce il tasso di fecondità,<br />

cresce la diffusione di ogni metodo contraccettivo, resta invariato il numero<br />

degli aborti, si tacciono la gravosità della pillola e gli effetti collaterali,<br />

e si continua ad asserire che la pillola è un gesto di attenzione<br />

verso la donna, che si libera del “prodotto del concepimento” “come di<br />

una pera marcia”, senza traumi psichici e fisici. La verità è ben diversa!<br />

Quando in Francia si dibatteva per l’introduzione della pillola abortiva,<br />

il genetista Jérome Lejeune definì la RU 486 “pesticida anti-umano”<br />

e affermò: “si vuole mettere sul mercato un prodotto che ucciderà<br />

ancora più facilmente i bambini. Sulla pillola abortiva e sulla legge che<br />

ne consente l’uso c’è una tecnica particolarmente temibile di manipolazione<br />

dell’opinione pubblica”. “Occorre dire chiaro e tondo, continuava<br />

il compianto scienziato, che in Francia, oggi non sembra essere possibile<br />

fare il genetista e <strong>insieme</strong> pronunciarsi pubblicamente contro l’aborto.<br />

Quando si è vecchi come me lo si può dire, ma occorre coraggio se si<br />

è nella fase iniziale della propria carriera e si rischia di vedersi rifiutare<br />

qualsiasi posto qualora si dica «io non ucciderò bambini»”.<br />

Alessandro Cè, Assessore alla Sanità della Regione Lombarda, contrario<br />

alla sperimentazione della RU 486, ha affermato: “C’è il rischio<br />

che questa venga scambiata come una pratica anticoncezionale, soprattutto<br />

da parte <strong>delle</strong> più giovani. Invece si tratta di una pillola abortiva”.<br />

Il Bimbo di Betlemme chiede ai cristiani di gridare alle coscienze<br />

del mondo intero che il matrimonio, la famiglia “in quanto istituzione<br />

naturale è patrimonio dell’umanità” (Benedetto XVI). Una scienza che<br />

non riconosce i propri limiti, che non accetta principi morali, e riduce<br />

l’essere umano ad un oggetto, che è possibile minacciare, eliminare, manipolare,<br />

non ha diritto di chiamarsi tale.<br />

I Governi che non tutelano il diritto dei figli di avere un padre e una<br />

madre “uniti”, e di crescere in seno ad una famiglia fondata sul matrimonio,<br />

minano la società dalla sue fondamenta, pongono le premesse per


un irreparabile dissesto della società, dalle conseguenze imprevedibili,<br />

ma certamente più disastrose di quelle ecologiche.<br />

Abbiamo bisogno del Natale, di quello vero, che ci fa celebrare nella<br />

fede il Figlio di Dio che si fa uomo e ci rende capaci di credere nella<br />

vita, di accogliere la vita, di rispettare la vita, di gioire della vita, di aiutare<br />

e salvare la vita, di promuovere la vita.<br />

Noi cristiani, che della Vita abbiamo ricevuto la pienezza nel battesimo,<br />

e la recuperiamo nella confessione, la alimentiamo con l’Eucaristia<br />

e la Parola di verità, possiamo e dobbiamo donarla a piene mani,<br />

come Maria la Madre di Gesù, testimoniando, in tutte le sue dimensioni,<br />

l’amore per la vita e per l’uomo.<br />

Questa è la luce e la gioia del vero Natale.<br />

L’Amore<br />

si è fatto Carne<br />

perché la mia carne<br />

diventasse amore.<br />

La Verità<br />

si è fatta Via<br />

perché io,<br />

smarrito,<br />

ritrovassi me<br />

nell’Infinito.<br />

* * *<br />

Auguri<br />

in occasione del Santo Natale<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

✠ Mario, Vescovo<br />

L’eterna tentazione dell’uomo: lasciarsi portare, come barca alla deriva,<br />

dalla piacevole onda di brame e di passioni, per poi perdersi in una<br />

notte senza aurora.<br />

31


31<br />

Quando, deluso e sconfitto, egli rilegge la propria storia, scopre che<br />

non tutto è perduto se prende in mano il timone della ragione.<br />

La decisione non è facile, perché l’orgoglio ferito gli impedisce di<br />

riconoscere i propri sbagli e lo invita a ritornare ai passati errori.<br />

Quando, vincendo ogni remora, afferra la scala della ragione, riconosce<br />

il vero valore <strong>delle</strong> cose, resta affascinato dal piacere della conoscenza<br />

e intravede mondi e profondità che vorrebbe penetrare, ma non<br />

ne ha i mezzi.<br />

Gli viene incontro dall’Alto la Luce del Verbo, che innalzandolo col<br />

dono dello Spirito, lo immerge nell’immensità del mistero e colui che<br />

era “smarrito” ritrova se stesso nell’Infinito di Dio.<br />

Nella notte senza aurora<br />

del mio cieco vagare<br />

per polle avvelenate<br />

e ingannatrici;<br />

la gola riarsa<br />

dagli stessi rivoli<br />

a cui, avido,<br />

mi accostavo<br />

bramoso di senso,<br />

di forme e di piacere;<br />

piagati i piedi<br />

da strade percorse<br />

e senza uscita;<br />

deluso dal limite<br />

di ogni cosa,<br />

prostrato dalla fatica<br />

del mio inutile vivere;<br />

vinto dal nulla<br />

di anni perduti,<br />

certo soltanto<br />

di ineludibile resa,<br />

come lacero sacco<br />

vuoto e negletto<br />

mi gettai, solitario,<br />

in un angolo oscuro<br />

della mia perduta


esistenza:<br />

tentativo inconscio<br />

di ritrovare me stesso.<br />

Dopo un tempo<br />

che non so misurare,<br />

tra polverose ragnatele<br />

di ricordi<br />

e mucchi disordinati<br />

di brandelli di vita,<br />

penetrando il buio<br />

di un passato insano,<br />

scorsi una scala<br />

inaffidabile e maliosa,<br />

curva come schiena<br />

di avvizzita centenaria,<br />

i pioli consunti<br />

dallo scendere<br />

e il salire<br />

di miriadi di menti,<br />

di verità, bramose.<br />

Un balzo<br />

e l’avrei raggiunta,<br />

ma in quell’angusto morso<br />

di liberatrice speranza,<br />

pigrizia e diffidenza,<br />

paura e orgoglio,<br />

egoismo e falsità,<br />

intrecciando avanzi<br />

di ricordi angoscianti,<br />

tessono una rete<br />

che mi incatena<br />

al suolo, mentre<br />

un ignobile sibilo,<br />

inumano e disonesto,<br />

tra sarcasmo e derisione,<br />

mi spinge ancora<br />

31


320<br />

a piluccare racimoli<br />

di goliardici errori.<br />

E lì per sempre<br />

sarei rimasto<br />

se un ultimo guizzo<br />

di dignità sopita,<br />

bruciando<br />

la diabolica trama,<br />

non mi avesse aperto<br />

il salvifico varco,<br />

ed io,<br />

saggiamente temerario,<br />

non mi fossi fidato<br />

della scala.<br />

E più salivo<br />

e più le usate cose<br />

si allontanavano,<br />

rimpicciolivano,<br />

scomparivano<br />

nella gola buia<br />

del nulla.<br />

E… oh! Cosa sublime,<br />

più mi elevavo<br />

più ero leggero,<br />

mentre un orizzonte<br />

vasto e profondo,<br />

luminoso e penetrante<br />

si schiudeva ai miei occhi<br />

già rapiti<br />

dal suo chiarore.<br />

Giunto<br />

all’ultimo gradino<br />

credevo di abbracciare<br />

l’universo;


ma, alzando lo sguardo,<br />

scorsi l’Infinito.<br />

Volevo afferrarlo,<br />

ma i pioli<br />

della mia fragile scala<br />

erano finiti.<br />

Ed ecco – dono divino –<br />

un insperato Alito<br />

di Luce,<br />

sollevandomi,<br />

mi proiettò nel Cuore<br />

dell’Immenso.<br />

E più mi immergevo,<br />

e più era giorno;<br />

e più, avido, respiravo,<br />

più era primavera<br />

eterna.<br />

Così, dopo molto<br />

vagare<br />

e sofferto ricercare,<br />

provai il primo,<br />

vero sussulto<br />

del cuore<br />

e della mente,<br />

l’oblìo del non eterno<br />

e l’estasi<br />

dell’Amplesso Divino.<br />

Ora so che solo<br />

nella Verità c’è vita;<br />

e la Verità è Amore,<br />

e l’Amore è<br />

Beatitudine infinita.<br />

321


322<br />

So che l’Amore<br />

si è fatto Carne<br />

perché la mia carne<br />

diventasse amore;<br />

e la Verità<br />

si è fatta Via<br />

perché io, smarrito,<br />

ritrovassi me<br />

nell’Infinito.<br />

✠ Mario Paciello


Omelia<br />

per l’Ordinazione Sacerdotale<br />

di Don Giuseppe Cifarelli<br />

Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />

5 febbraio 2005<br />

V Domenica del Tempo Ordinario - A<br />

Schema<br />

Omelie<br />

Is 58, 7-10<br />

Sal 111<br />

1Cor 2, 1-5<br />

Mt 5, 13-16<br />

La Parola di Dio è come la pioggia: produce effetti diversi secondo<br />

dove cade, anche se è la stessa acqua: si ravvivano i fiumi; si disseta<br />

la terra; si nutrono le piante; si rigenera la vita; mette in movimento le<br />

turbine.<br />

La Parola che abbiamo ascoltata è come pioggia discesa dal cielo,<br />

dono dell’amore del Padre.<br />

Attingendo a questa Parola, possiamo ricevere insegnamenti per la<br />

giornata della vita, che si celebra la prima domenica di febbraio.<br />

Alla luce di questa Parola, dobbiamo entrare nel mistero che stiamo<br />

celebrando: l’Ordinazione presbiterale di Don Giuseppe Cifarelli.<br />

Sappiamo che:<br />

1. tutto il popolo di Dio è stato costituito da Cristo, in forza del<br />

Battesimo, “popolo sacerdotale”;<br />

2. l’unico Sommo Sacerdote del Nuovo Testamento è Gesù;<br />

3. ma, fra tutti i suoi discepoli, egli ne sceglie alcuni, perché in suo<br />

nome esercitino nella Chiesa l’ufficio di sacerdote e continuino la<br />

sua missione di Maestro, Sacerdote e Pastore.<br />

323


324<br />

Il Vescovo, fra poco, chiederà a don Giuseppe:<br />

− vuoi cooperare per tutta la vita col Vescovo a servizio del popolo di Dio?<br />

− Vuoi adempiere il ministero della Parola?<br />

− Vuoi celebrare con devozione e fedeltà l’Eucaristia, i Sacramenti e<br />

particolarmente il Sacramento della Riconciliazione?<br />

− Vuoi dedicarti assiduamente alla preghiera?<br />

− Prometti a me a ai miei successori obbedienza?<br />

Giuseppe, con sincerità e convinzione, risponderà: “Sì lo voglio”.<br />

E voi che, in silenzio sacro, ascolterete questo dialogo, vi chiederete:<br />

perché? Ci riuscirà? Sarà possibile? Come potrà mantenere questi impegni<br />

solenni e ufficiali?<br />

Domande legittime, alle quali oggi risponde il Signore, per bocca di<br />

Isaia, di Paolo, di Matteo.<br />

Per bocca di Isaia, il Signore ci ha detto che il segreto della riuscita<br />

e della fecondità dei frutti è l’amore: “Spezza il pane con l’affamato,<br />

introduci in casa i miseri, vesti chi è nudo, non distogliere gli occhi<br />

dalla tua gente”.<br />

Gli effetti della carità sono: “La tua luce sorgerà come l’aurora, la tua<br />

ferità si rimarginerà presto, la gloria del Signore ti seguirà; invocherai il<br />

Signore ed egli ti risponderà; allora brillerà fra le tenebre la tua luce”.<br />

Per mezzo di Paolo, il Signore ci ricorda che il fondamento solido è<br />

Gesù Cristo e non le risorse umane di cultura o di saper fare: “Non vi annunziai<br />

il Vangelo con sublimità di parola o di sapienza; venni in mezzo<br />

a voi in debolezza e trepidazione; io so di non sapere altro, se non Gesù<br />

Cristo crocifisso.<br />

Il sacerdote può farsi tutte le pizze, i pub, le vacanze che vuole; può<br />

leggersi tutti i giornali e i romanzi o i saggi più recenti; può conoscere<br />

tutto il vocabolario e i linguaggi <strong>delle</strong> ultime generazioni… se non “conosce<br />

Gesù”, perde tempo e corre il rischio di sentirsi un fallito.<br />

Se si cade in questo trabocchetto, si diventa luce soffocata, nascosta<br />

sotto il moggio; si diventa sale senza sapore; non si è più punto di riferimento.<br />

La luce, per essere felice di essere luce, deve donarsi, essere felice di<br />

consumarsi per illuminare e riscaldare. Il sale, per essere felice di essere<br />

sale, deve essere sempre pronto a scomparire, per dare gusto e preservare.


Il sacerdote è l’uomo di Cristo e degli altri: per lui e per loro vive, si<br />

dona, soffre, ama.<br />

Il sacerdote che scompare, perché si immerge in Cristo e si dona fino<br />

in fondo, è un uomo felice.<br />

* * *<br />

Omelia<br />

per la Messa Crismale<br />

Concattedrale di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

23 marzo 2005<br />

Is 61, 1-3.6.8-9<br />

Sal 88<br />

Ap 1, 5-8<br />

Lc 4, 16-21<br />

“Siano perfetti nell’unità e il mondo riconosca che tu mi hai mandato”<br />

(Gv 17, 23).<br />

Carissimi fratelli nel sacerdozio e nell’amore di Cristo,<br />

l’annuale appuntamento della Messa Crismale è un momento favorevole<br />

e di grazia per noi Sacerdoti, perché, in modo unico, ci offre l’opportunità<br />

di gridare a Cristo “<strong>insieme</strong>” la volontà di rinnovare le promesse<br />

fatte nell’ordinazione.<br />

Sentiamoci in profonda comunione spirituale col Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II, che vive questa Pasqua con una partecipazione più intensa<br />

e dolorosa alla passione di Cristo. Diamo il benvenuto e apriamo le<br />

braccia con fraterno affetto a Don Giuseppe Cifarelli, che per la prima<br />

volta vive come presbitero questa Solenne Concelebrazione.<br />

Personalmente saluto ciascuno di voi, cari Sacerdoti, e tutte le persone<br />

che per voi vivono, che vi servono e con voi collaborano; e vi esprimo<br />

il grazie più profondo e sincero per tutto l’impegno pastorale con cui vi<br />

donate al popolo di Dio.<br />

Sentiamo la vicinanza spirituale di S.E. Mons. Salvatore Isgrò, di<br />

Don Giacinto Ventura, di Don Giacomino Lorusso, di Don Michele Colangelo<br />

che celebrano la prima Pasqua alla presenza dell’Agnello immolato<br />

e glorioso.<br />

32


32<br />

Ricordiamo con affetto e offriamo al Cristo morto e risorto il nostro<br />

fratello Massimiliano, Diacono.<br />

L’amore di Cristo e per i fratelli ci chiama a conversione<br />

In comunione con tutti i sacerdoti del mondo, particolarmente con i<br />

confratelli infermi: don Francesco Simone, don Rocco Campanale, don<br />

Angelo Mastrandrea, don Giovanni Tritto; uniti ai confratelli che servono<br />

la Chiesa di Dio fuori <strong>Diocesi</strong>: Mons. Giacinto Berloco, Mons.<br />

Donato Squicciarini, Mons. Vincenzo Moramarco, Mons. Michele Castoro,<br />

don Andrea Ferrante; facendoci voce di qualche confratello in difficoltà<br />

e in ricerca della Volontà di Dio, siamo qui per affermare davanti<br />

a questa assemblea e a tutta la Chiesa che, “spinti dall’Amore di Cristo”,<br />

che ci ha resi partecipi del Suo Sacerdozio, e “dall’amore per i fratelli”,<br />

ai quali siamo stati donati, vogliamo non lasciarci guidare da interessi<br />

umani, per essere “testimoni nel mondo della Sua opera di salvezza”<br />

(Colletta).<br />

Il Giovedì Santo, nella Messa Crismale e nella Messa “In Cœna Domini”,<br />

ci chiama a sederci “<strong>insieme</strong>” intorno alla Mensa, per ascoltare le<br />

confidenze del Cristo; per accogliere i suoi insegnamenti; per ricevere i<br />

frutti della sua preghiera per noi; per essere edificati dal Suo farsi servo,<br />

dal Suo spezzarsi per noi; per confrontarci con Lui.<br />

Giovedì Santo è un giorno che ci mette nel cuore una più forte nostalgia<br />

di santità, un bisogno di rinnovamento spirituale, una presa di<br />

coscienza di dover essere in continua conversione:<br />

• conversione interiore per risvegliare la fede, intensificare il rapporto<br />

con Cristo;<br />

• conversione ecclesiale per rinnovare il rapporto col Vescovo, con i<br />

Confratelli, con i fedeli laici;<br />

• conversione pastorale per offrire un annuncio e svolgere una missione<br />

rispondenti alle urgenze di oggi.<br />

Dal Convegno un appello all’unità<br />

Cari Sacerdoti, siamo reduci da un grande Convegno Pastorale che<br />

tanto interesse e consenso ha riscosso da parte vostra e dei fedeli laici, e<br />

che ha suscitato speranze e attese le cui risposte sono in gran parte nelle<br />

nostre mani.


I fedeli laici che vi hanno partecipato, illuminati dalla parola chiara<br />

e convincente dei Relatori, sono disponibili per darci la collaborazione<br />

necessaria e desiderosi di essere chiamati e formati.<br />

E tutti noi Sacerdoti, dopo aver osservato, anche attraverso le finestre<br />

aperte dal Convegno, quanto disinteresse c’è verso i valori religiosi e,<br />

nello stesso tempo, quale profonda e inconscia domanda di spiritualità e<br />

di verità c’è nel cuore dell’uomo, avvertiamo più fortemente l’urgenza<br />

di un annuncio incisivo, efficace e unitario.<br />

Tutti ci rendiamo conto che è ora, non solo di unire le forze, ma anche<br />

di cambiare metodologie pastorali.<br />

Innanzitutto noi Sacerdoti dobbiamo riscoprire la forza evangelizzatrice<br />

della fiducia nell’altro e l’efficacia della testimonianza di unità.<br />

Dobbiamo cominciare col chiederci se abbiamo:<br />

• l’umiltà di esaminarci e di cambiare;<br />

• lo spirito di distacco, per mettere da parte abitudini, opinioni personali,<br />

eventuali pregiudizi;<br />

• il bisogno di andare incontro ai confratelli sacerdoti, di stare <strong>insieme</strong><br />

con gioia e di lavorare con loro.<br />

Un piccolo esempio, tratto da esperienze che tutti abbiamo fatto, ci<br />

aiuta a constatare la validità di questi atteggiamenti per l’efficacia dell’azione<br />

ministeriale: una missione ben preparata crea risveglio, partecipazione,<br />

ascolto, apertura di porte e di cuori, accoglienza, desiderio che<br />

l’esperienza continui.<br />

Il segreto della riuscita e dell’efficacia è nella progettazione, nella<br />

partecipazione, nel coinvolgimento, negli interventi dall’esterno, nel<br />

contributo degli specialisti e degli esperti; ma soprattutto nella condivisione<br />

di idee, di forze, di obiettivi, nella comunione di volontà, nell’accettazione<br />

reciproca.<br />

Quando si rompe il guscio duro dell’individualismo e dell’attaccamento<br />

ad un passato pastoralmente remoto, ciò che sembrava impossibile<br />

diventa realtà; soglie e limiti che si credevano invalicabili, si aprono;<br />

ambienti che apparivano ostili o indifferenti apprezzano il gesto di ricerca<br />

e di attenzione.<br />

Il cammino <strong>delle</strong> Comunità parrocchiali nel dopo-concilio<br />

Nella Chiesa del dopo-concilio la nascita di nuovi Organismi di partecipazione,<br />

quali il Consiglio Pastorale e il Consiglio per gli Affari<br />

32


32<br />

Economici, ha permesso ai fedeli laici di esercitare meglio la vocazione<br />

sacerdotale, regale e profetica. Gli Organismi di Consiglio, a loro volta,<br />

hanno offerto alle parrocchie l’opportunità di fare un grande salto di<br />

qualità in quanto a partecipazione responsabile e attiva dei laici alla vita<br />

della Comunità. Chi ha valorizzato la forza di questi organismi ne ha<br />

sperimentato la necessità e l’efficacia. Chi ne ha fatto a meno, o se ne è<br />

servito in modo improprio, facendo tutto da solo, solo è rimasto e senza<br />

frutto il suo lavoro.<br />

Il cammino <strong>delle</strong> Chiese Locali nel terzo millennio<br />

La Chiesa del nuovo millennio, attenta alla realtà socio-culturale in<br />

cui è chiamata a dare la propria testimonianza, prende atto di un più urgente<br />

bisogno di comunione pastorale allargata, per una missione più<br />

rispondente alle attese del territorio e alla domanda di fede <strong>delle</strong> singole<br />

persone. La Parrocchia deve “tessere rapporti diretti con tutti i suoi<br />

abitanti, cristiani e non cristiani, partecipi alla vita della comunità o<br />

ai suoi margini” (Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un mondo che<br />

cambia, n. 10).<br />

Per rispondere a questo compito, la parrocchia da sola non basta: è<br />

“finito il tempo della parrocchia autonoma ed autosufficiente”.<br />

Non si tratta di sopprimere “parrocchie limitrofe accorpandole in<br />

una più ampia” (cfr. ibidem, n. 11), ma di integrarsi a vicenda in unità<br />

pastorali.<br />

L’unità pastorale: una necessità!<br />

Non è questo il momento di approfondire la natura e i criteri per la<br />

costituzione e l’operatività <strong>delle</strong> unità pastorali. Prima di ipotizzare raggruppamenti<br />

di parrocchie, è necessario radicarsi nella convinzione che<br />

chiudersi in riserve mentali e in opinioni personali; arroccarsi dietro immagini<br />

superate di parrocchia; avere paura o sfiducia di aprirsi al nuovo<br />

e al futuro, significa restare nel deserto, condannare la propria Comunità<br />

ad isolarsi o ad isterilirsi.<br />

Quella ipotetica Comunità, secondo l’immagine di Geremia sarebbe<br />

“come un tamerisco nella steppa; quando viene il bene non lo vede. Dimorerà<br />

in luoghi aridi nel deserto” (17, 6).


Un parroco può avere ragioni valide e difficoltà vere e degne di rispetto<br />

per non sentirsi disposto o preparato ad aprirsi a nuove impostazioni<br />

pastorali; ma in questo caso, il bene <strong>delle</strong> anime e il cammino della<br />

Chiesa devono avere la precedenza assoluta. Nella Chiesa Locale si può<br />

amare il Signore e spendersi per la salvezza <strong>delle</strong> anime fino all’ultimo<br />

respiro, pur non avendo responsabilità pastorali dirette.<br />

L’unità pastorale, come la parrocchia, è un tesoro irrinunciabile, perché<br />

garantisce frutti insperati. Il cammino verso l’unità pastorale, infatti,<br />

fa passare il pastore e la comunità:<br />

• dall’individualismo, alla comunione;<br />

• dal cammino solitario, alla mobilitazione ecclesiale;<br />

• dallo spreco di energie, al saggio impiego <strong>delle</strong> risorse proprie e altrui;<br />

• dai tentativi di sopravvivenza, alla pianificazione di rinascita della<br />

zona;<br />

• dalla conservazione del passato, all’attenzione al presente;<br />

• da risposte a domande occasionali di servizio, al progetto pastorale<br />

integrato;<br />

• dalla cura di alcuni, alla ricerca di tutti;<br />

• dalla conservazione di abitudini pastorali ereditate da un passato che<br />

non c’è più, alla necessità di aggiornarsi.<br />

Per questi motivi, l’unità pastorale, non può germogliare da una semplice<br />

imposizione dall’alto. Deve essere esigenza di pastori, di operatori<br />

pastorali, comunità parrocchiale. Non è frutto di tecnicismo pastorale,<br />

ma di consapevolezza di dover adeguare l’organizzazione pastorale alle<br />

urgenze che emergono dal nuovo modo di pensare e di vivere degli uomini,<br />

<strong>delle</strong> famiglie, della società del nostro tempo.<br />

Il cantiere dell’unità<br />

L’impegno per far sviluppare la cultura e lo spirito dell’unità non è<br />

uguale per tutti; chiede di lavorare su diversi fronti; prima di “fare”, domanda<br />

di “cambiare”:<br />

• bisogna ricredersi dall’essere il migliore, l’inimitabile, l’irraggiungibile;<br />

• si deve riflettere prima di progettare iniziative proprie, per non creare<br />

difficoltà e disagi ad altri confratelli e comunità;<br />

32


330<br />

• si deve uscire da un isolamento antico e da roccaforti con le porte<br />

sbarrate;<br />

• si deve cominciare a guardare con occhio più sereno ciò che forse si è<br />

sempre pregiudizialmente considerato, avendo sempre da ridire sugli<br />

orientamenti, le proposte, le iniziative della <strong>Diocesi</strong> o <strong>delle</strong> altre Comunità;<br />

• si deve superare la paura di perdere autonomia, autorevolezza, libertà,<br />

mettendosi in dialogo;<br />

• si deve essere più disponibili a guardarsi intorno, ad aggiornarsi, a<br />

prendere atto di dove va il mondo e di come la Chiesa cerca di capirlo<br />

per dare risposte; di individuare vie nuove, metodi e criteri efficaci,<br />

per essere casa di comunione e di salvezza per tutti;<br />

• bisogna liberarsi dal “lievito vecchio” dell’inquietudine, dell’insoddisfazione,<br />

della insopportabilità di tutto e di tutti, del malessere di<br />

non sapere cosa si vuole.<br />

I passi fatti verso l’unità<br />

Parlando di conversione a una pastorale di comunione, credo che<br />

sia doveroso anche dare un veloce sguardo retrospettivo e proiettare in<br />

avanti la nostra realtà presbiterale e pastorale del 2005, per prepararci<br />

all’immediato futuro.<br />

Dal 1997, con la riforma della Curia, l’elaborazione del progetto pastorale<br />

e dei programmi diocesani, le assemblee dell’Incoronata, la celebrazione<br />

diocesana del Corpus Domini, la visita pastorale, le iniziative<br />

del “Seminario per laici”, (come la S.F.T.P., il Pozzo di Giacobbe), la<br />

costituzione del Consiglio Pastorale Diocesano e della Consulta <strong>delle</strong><br />

Aggregazioni Laicali, i campi-scuola unitari di A.C., gli esercizi spirituali<br />

diocesani per Sacerdoti e Laici, la spinta a costituire i Consigli Pastorali<br />

e per gli Affari Economici nelle Parrocchie, abbiamo cercato di<br />

mettere pietre per costruire la difficile strada dell’unità e di dare un volto<br />

di comunione alla nostra <strong>Diocesi</strong>.<br />

Ora ci attende un altro passo da muovere con urgenza e necessariamente:<br />

il cammino verso l’unità pastorale. È una responsabilità che grava<br />

sulle nostre spalle e di cui dobbiamo rendere conto al Signore, a questa<br />

generazione e ai posteri.


Prepariamo il futuro<br />

Fra sette anni, se il Signore mi darà vita, si concluderà il mio servizio<br />

episcopale.<br />

Nel 2012, i sacerdoti che avranno superato ottanta anni saranno 23;<br />

11 attuali parroci avranno più di 75 anni.<br />

Su una media costante di 70 sacerdoti diocesani, nel 2012, 39 sacerdoti<br />

avranno superato la soglia dei 60 anni.<br />

È vero che il Signore susciterà altre vocazioni e manderà altri operai<br />

nella Sua Messe. Ma ora dobbiamo chiederci quale cultura pastorale,<br />

quale profumo di Chiesa, quale spirito di comunione, quale spinta missionaria<br />

stiamo coltivando per le nuove generazioni di preti e di laici<br />

pastoralmente impegnati.<br />

Senza volerlo e senza accorgersene, nel bene e nel male, chi è più<br />

avanti negli anni fa scuola di vita.<br />

Dobbiamo allargare gli spazi interiori di accoglienza reciproca; dobbiamo<br />

valorizzare i talenti di ognuno; dobbiamo condividere, specialmente<br />

con i confratelli con cui operiamo, progetti, responsabilità, gioie,<br />

dolori; dobbiamo saperci mettere da parte quando le forze diventano impari<br />

o quando l’obbedienza ce lo chiede.<br />

“Obbedendo per amore, scrive Giovanni Paolo II nella Lettera ai<br />

Sacerdoti per il Giovedì Santo, rinunciando magari a legittimi spazi di<br />

libertà, quando si tratta di aderire all’autorevole discernimento dei Vescovi,<br />

il Sacerdote attua nella propria carne quel «prendete e mangiate»<br />

con cui Cristo, nell’ultima Cena affidò se stesso alla Chiesa” (n. 3).<br />

Se, come ripeteremo nelle promesse sacerdotali, ci lasciamo guidare<br />

non dall’amore verso noi stessi, ma dall’amore di Dio e dei fratelli, non<br />

faremo fatica a diventare apostoli e promotori di unità; sentiremo fortemente<br />

la chiamata a dare un volto missionario alla nostra Chiesa; e voi,<br />

fatti da Cristo “Regno di sacerdoti per il suo Dio e padre” (Ap 1, 6), riceverete<br />

stima da quelli che vi vedranno, perché siete davvero “stirpe che<br />

il Signore ha benedetto” (Is 61, 9). “A lui la gloria e la potenza nei secoli<br />

dei secoli. Amen” (Ap 1, 6).<br />

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332<br />

Omelia<br />

per la Solenne Concelebrazione<br />

in suffragio di Giovanni Paolo II<br />

Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />

4 aprile 2005<br />

Festa traslata dell’Annunciazione<br />

Is 7, 10-14<br />

Sal 39<br />

Eb 10, 4-10<br />

Lc 1, 26-38<br />

La Solennità dell’Annunciazione è la festa che celebra il mistero<br />

grande dell’Incarnazione del Figlio di Dio; è la festa del grande “si” con<br />

cui Maria ha collaborato alla salvezza del mondo; è la festa della potenza<br />

e della presenza dello Spirito Santo che ha dato il via, nel grembo di<br />

Maria, alla realizzazione del progetto di amore del Padre.<br />

È particolarmente provvidenziale e significativo per la nostra <strong>Diocesi</strong><br />

vivere questa Solenne Concelebrazione in suffragio di Giovanni paolo II,<br />

perché egli è stato il grande messaggero del Cristo redentore dell’uomo;<br />

è stato figlio devotissimo di Maria; è stato, nella sua vita privata e nel suo<br />

alto ministero, costantemente e docilmente in ascolto dello Spirito.<br />

Le riflessioni che vi offro in questa omelia sono i sentimenti provati<br />

nell’intimo stando, in questi giorni, in preghiera per il Papa.<br />

Pescatore di tutti i mari<br />

Giovanni Paolo II ha gettato la rete di Pietro in tutti i mari del mondo:<br />

è stato “l’apostolo <strong>delle</strong> genti” del 2000; con i suoi 104 viaggi fuori dall’Italia<br />

ha fatto 31 volte il giro del mondo.<br />

È entrato nelle sedi <strong>delle</strong> Organizzazioni Internazionali, nei Parlamenti,<br />

nelle Università, nelle sinagoghe, nelle moschee, nelle chiese<br />

evangeliche, nelle carceri, nei lebbrosari, nelle fabbriche, nelle più remote<br />

e diseredate terre di missione.<br />

Ha letteralmente “scongelato” Dittatori, ha stretto la mano a Governanti<br />

di Paesi atei, ha abbracciato bambini, Teresa di Calcutta, giovani,<br />

lebbrosi, disabili.


Ha superato confini di Stati da secoli chiusi al dialogo con la Chiesa<br />

Cattolica; ha varcato soglie che nessun cattolico, papa, prete, laico, aveva<br />

mai pensato di fare.<br />

L’amore a Cristo e all’uomo non gli ha fatto trovare ostacoli; non gli<br />

ha fatto lasciare nulla di intentato; l’ha fatto volare e atterrare verso Nazioni<br />

ostili e culture lontane dal pensiero cristiano.<br />

“Non abbiate paura”; “Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo” gridò<br />

con forza all’inizio del suo ministero papale. In 27 anni di pontificato,<br />

le “chiavi del Regno”, che Cristo gli consegnò il 16 ottobre 1978, si<br />

sono consunte, perché è andato in tutti i Paesi del mondo, ha incontrato<br />

milioni e milioni di uomini e donne di tutte le condizioni sociali e culturali,<br />

per aprire le porte del Regno e per far entrare nell’ovile di Cristo le<br />

pecore disperse o smarrite.<br />

Come San Francesco Saverio, dopo aver evangelizzato l’India e il<br />

Giappone, muore su un’isola a 150 Km dalla Cina, arso dalla febbre e<br />

dall’anelito inappagato di annunciare il Vangelo ai Cinesi, così Giovanni<br />

Paolo II è tornato al Padre, mentre era proteso verso la Russia e la Cina.<br />

Ma gli sforzi fatti, certamente faranno germogliare cose meravigliose.<br />

Il profeta di Dio<br />

Giovanni Paolo II ha gridato Dio a un mondo fortemente tentato di<br />

realizzarsi senza di Lui, senza la Sua verità, senza la Sua legge, senza i<br />

Suoi doni di salvezza, senza Cristo, senza la Chiesa.<br />

La sua prima e costante sollecitudine pastorale è stata: convincere le<br />

generazioni della fine e dell’inizio dei due millenni che l’uomo, più conosce<br />

Cristo, più comprende se stesso; più assimila Cristo, più diventa<br />

uomo; l’uomo, per essere pienamente se stesso, non può fare a meno di<br />

Cristo.<br />

Giovanni Paolo II è stato un navigatore che conosceva bene la rotta<br />

e tutti i pericoli della traversata; ma non ha esitato a mettersi a prua con<br />

lo sguardo della mente alzato a tutti i grandi problemi della Chiesa e del<br />

mondo: dalla centralità di Cristo, unico salvatore dell’uomo, alla reale<br />

presenza di Cristo nell’Eucaristia; dall’importanza del Giorno del Signore,<br />

al ruolo della Vergine Maria nella vita della Chiesa; dal bisogno<br />

di far entrare il Concilio nella vita della Chiesa, alla formazione dei sacerdoti;<br />

dalla chiamata alla santità di tutti i battezzati, al richiamo forte e<br />

333


334<br />

chiaro per il rispetto dei principi morali; dal dissesto ecologico, al debito<br />

estero dei paesi poveri; dai sequestri di persona, alla condanna di ogni<br />

forma di violenza, ingiustizia e oppressione; dall’impegno instancabile<br />

per la pace, alla disapprovazione di ogni guerra; dall’ammissione <strong>delle</strong><br />

colpe della Chiesa, alla promozione del dialogo ecumenico e interreligioso;<br />

dall’abbattimento del muro di Berlino e di tutto ciò di cui era<br />

simbolo, alla messa in guardia dai pericoli del capitalismo e del consumismo;<br />

dalla lotta per la difesa della dignità della persona e del diritto<br />

alla vita, alla cura costante per la famiglia.<br />

Cuore grande<br />

Nel suo cuore c’era posto per tutti, perché era un cuore pieno di Cristo,<br />

di devozione filiale alla Vergine e di amore all’uomo.<br />

Di qui la sua tenerezza verso i bambini, la sua passione per i giovani,<br />

la sua attenzione verso i poveri, verso le vittime della violenza, della<br />

guerra, dei cataclismi della natura.<br />

Questo cuore universale lo rendeva giovane con i giovani, buon samaritano<br />

verso i diseredati, maestro con i dotti, piccolo con i piccoli, padre<br />

verso tutti, saggio e prudente, fermo e affabile con i grandi della terra,<br />

gioioso e sereno sotto il peso del governo della Chiesa, eroicamente naturale<br />

e naturalmente eroico dal primo all’ultimo istante del suo pontificato.<br />

Con la sua testimonianza di vita ha spostato molto in avanti i paletti<br />

della santità, della fedeltà e della generosità del pastore. È un modello al<br />

quale noi Sacerdoti e Vescovi del terzo millennio dobbiamo volgere lo<br />

sguardo molto attentamente.<br />

Sull’esempio del Maestro, egli prima ha operato, poi ha insegnato. È<br />

difficile raggiungerlo e imitarlo; ma Giovanni Paolo II ci ha insegnato il<br />

segreto per riuscirci: non bisogna aver paura di quello che Cristo chiede;<br />

tutto diventa possibile quando è Lui stesso, Cristo, a dare la forza.<br />

Uomo tra gli uomini<br />

Dice la Lettera agli Ebrei: “Ogni pontefice, preso tra gli uomini, è<br />

costituito a servizio degli uomini nelle cose che riguardano Dio”.<br />

Il Signore ha scelto Giovanni Paolo II fra gli uomini, cioè ha chiamato<br />

al papato un uomo che aveva vissuto i risvolti più dolorosi e drammatici<br />

dell’esperienza umana: è stato orfano, operaio, studente, seminarista-


clandestino, attore, scrittore di drammi, sportivo. Aveva un fisico da atleta,<br />

scattante, voce forte e sonora; era un poliglotta e grande comunicatore.<br />

Diventato prete, viceparroco, professore, vescovo, cardinale, papa,<br />

non ha mai dimenticato di essere “uomo”.<br />

Gli era più facile mostrarsi uomo tra gli uomini, che rispettare i protocolli<br />

del suo ruolo; ma ha dato a Cristo la risposta più piena, gioiosa e<br />

generosa, alla chiamata ricevuta, perché la sua umanità era illuminata,<br />

vivificata dal Cristo, creduto, amato, seguito con dedizione assoluta.<br />

Uomo della croce<br />

Non avevamo il metro per misurare l’altezza della fede di Giovanni<br />

Paolo II, l’ampiezza del Suo amore alla Chiesa, la grandezza della Sua<br />

personalità umana e cristiana, la profondità <strong>delle</strong> Sue parole.<br />

Il suo progressivo decadimento fisico, iniziato con l’orribile attentato,<br />

seguito da un minaccioso tumore, da due cadute, dal tremito, dal<br />

Parkinson, da interventi chirurgici sempre più devastanti, da laringotracheite<br />

acuta, ha fatto emergere, come da morta crisalide, la figura grandiosa<br />

di Pontefice di cui la Chiesa e il mondo avevano bisogno.<br />

Noi lo abbiamo visto limitato, impedito, tremante, rauco, sofferente,<br />

trainato, rantolante, muto, con la mano incerta, le spalle curve, il collo<br />

rigido, il capo chino.<br />

A schiacciarlo così, non sono stati i mali, ma l’enorme, straordinario bagaglio<br />

di bene operato in tutta la vita, e particolarmente in 27 anni di pontificato.<br />

L’umiltà con la quale Giovanni Paolo II ha dato spettacolo al mondo di<br />

impotenza e di disabilità; l’amore e la naturalezza con cui ha abbracciato il<br />

degrado fisico; la tenacia con la quale ha continuato a lavorare, a girare il<br />

mondo, a parlare, a incontrare le folle, hanno messo il sigillo alla sua grande<br />

fede, hanno autenticato ogni sua parola, hanno resa perfetta la sua identificazione<br />

a Cristo, e ora hanno messo in atteggiamento di profondo rispetto e<br />

in movimento non credenti, personalità politiche lontane dalla Chiesa, capi<br />

carismatici di altre religioni non sempre benevoli verso i cristiani.<br />

Uomo dell’unità<br />

Se il mondo intero indìce giornate di lutto, sospende manifestazioni<br />

sportive, si mette in cammino verso Roma, è segno che, anche in morte,<br />

Giovanni Paolo II è segno e promotore di unità.<br />

33


33<br />

Lui, per la prima volta nella storia dell’umanità, ha radunato in<br />

un’unica invocazione di pace tutti i popoli e tutte le religioni della terra.<br />

La sua tensione ecumenica, lo ha portato a raccogliere in un unico<br />

martirologio i testimoni di tutte le Chiese cristiane che nel ventesimo secolo<br />

hanno versato il sangue per Cristo. La sua passione per l’unità della<br />

Chiesa, gli ha fatto allargare le braccia a Oriente e a Occidente e, con la<br />

sua grande forza morale, ha ravvicinato e spinto in avanti cattolici, protestanti<br />

e ortodossi, verso il dialogo ecumenico e l’unità nella carità.<br />

Un’orma per i giovani<br />

Cosa sarebbe stato questo trentennio senza Giovanni Paolo II?<br />

Egli ha reso simpatico il Vangelo ai giovani, dietro di lui, milioni<br />

e milioni di giovani hanno fatto sacrifici inauditi per incontrarlo, per<br />

ascoltarlo, per stare con lui.<br />

La Chiesa ha preso coscienza della sua grande responsabilità di essere<br />

luce elevata sui popoli; le religioni e le Chiese cristiane hanno scoperto<br />

di essere segno e germe di pace tra le Nazioni; il progresso tecnologico,<br />

gli esperimenti della scienza, la globalizzazione sono stati richiamati a<br />

rispettare l’uomo, la vita, la persona, la legge naturale, l’ambiente.<br />

In 27 anni, Egli ha tracciato solchi e gettato seme in tutti i terreni del<br />

mondo, lasciando orme gigantesche del suo passaggio.<br />

Le orme non devono scomparire e il seme gettato deve germogliare.<br />

Dipende da questa generazione non cancellare le impronte di luce<br />

con gli scarponi infangati di materialismo, di secolarismo, di relativismo<br />

morale, di fede emotiva e superficiale.<br />

Tocca a noi curare il seme del cammino nuovo della Chiesa nel terzo<br />

millennio.<br />

Giovanni Paolo II, salvato da Maria nel 1981, dalla mano omicida,<br />

mossa da farneticante esaltazione o da satanico progetto di Organizzazioni<br />

segrete, ha percorso un calvario quotidiano, fino a salire sulla croce<br />

con Cristo il venerdì; sabato è stato accolto in cielo da Maria, per essere<br />

consegnato da Cristo, nel Giorno del Signore, nelle braccia misericordiose<br />

del Padre.<br />

A Lui, che tanto ha amato la Chiesa, noi ci affidiamo.


Omelia<br />

per la Celebrazione del Corpus Domini<br />

<strong>Altamura</strong>, 29 maggio 2005<br />

Schema<br />

Dt 8, 2-3.14-16<br />

Sal 147<br />

1Cor 10, 16-17<br />

Gv 6, 51-58<br />

Celebriamo la Solennità del Corpus Domini nel cuore della settimana<br />

del Congresso Eucaristico Nazionale.<br />

Tema del congresso è: “Sine dominico non possumus”: senza tutto<br />

quello che la domenica è; senza tutto quello che la domenica significa,<br />

contiene ed esprime… non possiamo essere cristiani.<br />

Non esistono veri cristiani senza domenica, perché non si può vivere<br />

da cristiani se non si vive la domenica.<br />

Come la vita fisica ha bisogno di respirare, bere, mangiare, dormire,<br />

così la vita dello spirito (la fede, la vita cristiana) è impossibile senza il<br />

giorno del Signore e senza l’Eucaristia.<br />

Questo rapporto tra fede e Giorno del Signore lo aveva compreso<br />

bene il popolo di Israele: “Mosè parlò al popolo dicendo: Ricordati di<br />

tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi<br />

quarant’anni nel deserto… Non dimenticare il Signore tuo Dio che ti ha<br />

fatto uscire dal Paese di Egitto, dalla condizione servile… Ha fatto sgorgare<br />

per te l’acqua dalla roccia durissima… Nel deserto ti ha nutrito di<br />

manna sconosciuta ai tuoi Padri” (1 a Lettura: Dt 8, 2 ss.).<br />

Per non dimenticare i segni della presenza e dell’azione di Dio nel<br />

passato, e per sentirne la provvidenza e la vicinanza nel presente difficile,<br />

il popolo di Israele deve dare somma importanza al sabato, per riposarsi<br />

e ricordare. Non esiste un vero Israelita senza il sabato.<br />

Scrive Giovanni Paolo II: “Si ponga un impegno speciale nel riscoprire<br />

e vivere pienamente la Domenica come giorno del Signore e<br />

giorno della Chiesa” (Mane nobiscum Domine, 23).<br />

“È proprio nella Messa domenicale, infatti, che i cristiani rivivono<br />

in modo particolarmente intenso l’esperienza fatta dagli Apostoli<br />

33


33<br />

la sera di Pasqua, quando il Risorto si manifestò ad essi riuniti <strong>insieme</strong>”<br />

(Dies Domini, 21).<br />

Sine dominico… non c’è presenza reale di Cristo<br />

“L’Eucaristia, dice il Papa, è mistero di presenza, per mezzo del quale<br />

si realizza in modo sommo la promessa di Gesù di restare con noi fino<br />

alla fine del mondo”. “Per questo la fede ci chiede di stare davanti all’Eucaristia<br />

con la consapevolezza che siamo davanti a Cristo stesso”<br />

(MND, 16).<br />

Gesù è stato chiaro e fermo nella promessa e nella istituzione. Nel<br />

Vangelo di Giovanni Egli dice: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo”.<br />

“La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la<br />

mia carne e beve il mio sangue, dimora in me ed io in Lui”. “Chi mangia<br />

questo pane vivrà in eterno”.<br />

E Paolo ricorda ai Corinzi (2 a Lettura): “Il calice che benediciamo è<br />

comunione col sangue di Cristo”. “Il pane che spezziamo è comunione<br />

col corpo di Cristo”.<br />

Sine dominico… non c’è comunione con Cristo<br />

“Ricevere l’Eucaristia è entrare in comunione profonda con Gesù<br />

[…] Questo rapporto di intima e reciproca «permanenza» ci consente<br />

di anticipare, in qualche modo, il cielo sulla terra” […] La comunione<br />

eucaristica ci è data per «saziarci» di Dio su questa terra, in attesa dell’appagamento<br />

pieno del cielo” (MND, 19).<br />

Sine dominico… non c’è Chiesa, né comunione ecclesiale<br />

“La Chiesa è il corpo di Cristo: si cammina «con Cristo» nella misura<br />

in cui si è in rapporto «con il suo Corpo» […] è proprio l’unico Pane<br />

Eucaristico che ci rende un corpo solo […] Nel mistero eucaristico Gesù<br />

edifica la Chiesa come comunione” (MND, 20).<br />

“In ogni Messa siamo chiamati a misurarci con l’ideale di comunione<br />

che il libro degli Atti degli Apostoli tratteggia come modello per la Chiesa<br />

di sempre” (MND, 22).


Sine dominico… non c’è missione<br />

Senza l’energia e la spinta che le viene dall’Eucaristia domenicale, la<br />

Chiesa non ha la forza di essere missionaria.<br />

“L’incontro con Cristo, continuamente approfondito nell’intimità eucaristica,<br />

suscita nella Chiesa e in ciascun cristiano l’urgenza di testimoniare<br />

e di evangelizzare […] [L’Eucaristia] è un modo di essere, che<br />

da Gesù passa nel cristiano e, attraverso la sua testimonianza, mira ad<br />

irradiarsi nella società e nella cultura” (MND, 24-25).<br />

“Non abbiamo paura di parlare di Dio e di portare a fronte alta i segni<br />

della fede […] Ci si sbaglia a ritenere che il riferimento pubblico alla<br />

fede possa intaccare la giusta autonomia dello Stato e <strong>delle</strong> istituzioni<br />

civili” (MND, 26).<br />

Con la celebrazione del Congresso Eucaristico, l’Anno dell’Eucaristia<br />

entra nella fase conclusiva.<br />

Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica “Mane nobiscum Domine”,<br />

ha scritto: “La presenza di Gesù nel tabernacolo deve costituire<br />

come un polo di attrazione per un numero sempre più grande di anime<br />

innamorate di Lui […] L’adorazione eucaristica fuori della messa diventi<br />

[…] un impegno speciale per le singole comunità parrocchiali e<br />

religiose. Restiamo prostrati a lungo davanti a Gesù presente nell’Eucaristia,<br />

riparando con la nostra fede e il nostro amore le trascuratezze, le<br />

dimenticanze e persino gli oltraggi…” (MND, 18).<br />

La riapertura e la benedizione della chiesa di S. Michele al Corso nella<br />

festa del Corpus Domini non è causale.<br />

È una risposta all’invito del Santo Padre e la realizzazione di un sogno<br />

che da sette anni mi portavo nel cuore: aprire nel cuore della città di<br />

<strong>Altamura</strong> un cenacolo per l’adorazione continua a Gesù Eucaristia.<br />

S. Michele al Corso da oggi è un segno e un invito: segno della presenza<br />

viva di Cristo in mezzo a noi; invito a entrare e fermarsi.<br />

Nell’andirivieni frenetico di movimenti e di problemi <strong>delle</strong> nostre<br />

giornate assurde, abbiamo tutti bisogno di fermate per pause di silenzio,<br />

per rimettere ordine, per rientrare in noi stessi, per ascoltare, per dialogare<br />

con Dio.<br />

La Chiesa di S. Michele deve essere come la “tenda del convegno” di<br />

Israele nel deserto: il punto di incontro con Dio; il luogo di riferimento<br />

33


340<br />

di tutti; l’asse dove convergono tutti i raggi; il rifugio dei momenti difficili;<br />

il luogo del ristoro spirituale.<br />

In S. Michele si devono formare anime eucaristiche, specialmente<br />

di giovani: “L’Eucaristia è il centro vitale intorno a cui desidero che i<br />

giovani si raccolgano per alimentare la loro fede ed il loro entusiasmo”<br />

(MND 4). “Giovani […] portate all’incontro con Gesù nascosto sotto i<br />

veli eucaristici tutto l’entusiasmo della vostra età, della vostra speranza,<br />

della vostra capacità di amare […] i Santi… nell’Eucaristia hanno trovato<br />

l’alimento per il loro cammino di perfezione” (MND, 30-31).<br />

I sacerdoti e gli educatori formino fanciulli, adolescenti, giovani<br />

a sentire fortemente il richiamo e l’attesa di Gesù nel tabernacolo: sboccerà<br />

una nuova primavera, fioriranno vocazioni.


Carissimi,<br />

Ai Presbiteri e ai Diaconi<br />

della <strong>Diocesi</strong><br />

Lettere<br />

è la prima volta, nell’anno 2005, che Vi incontro per lettera, per cui<br />

Vi formulo gli auguri più cordiali di buona salute e di gioioso impegno<br />

pastorale.<br />

Vi ringrazio per la sensibilità e la prontezza con cui avete risposto,<br />

<strong>insieme</strong> ai fedeli <strong>delle</strong> vostre Comunità, al mio appello di solidarietà per<br />

le vittime del maremoto nel Sud-Est Asiatico.<br />

Con la presente mi permetto di sollecitare il vostro pieno coinvolgimento<br />

nella preparazione e nello svolgimento del Convegno Pastorale.<br />

Il Convegno: “Di Domenica in Domenica” è un momento centrale e<br />

culminante dell’attuazione del Programma Pastorale Diocesano 2003-<br />

2005. È un tentativo, <strong>insieme</strong> all’indagine sul Giorno del Signore, per<br />

aiutare i Sacerdoti e gli Operatori Pastorali nel loro impegno di risvegliare<br />

nei fedeli la coscienza dell’importanza, della necessità e della santità<br />

del Giorno del Signore e del modo più giusto per celebrarlo.<br />

Tutti noi, la domenica, sentiamo il “peso” degli Assenti, molto più<br />

della fatica che ci fanno fare i Presenti; e tutti avvertiamo l’angoscia<br />

di partecipazioni spesso troppo mute, disimpegnate, distratte, delegate,<br />

passive.<br />

Per questo vi chiedo molto umilmente, ma altrettanto pressantemente,<br />

che:<br />

• vi preoccupiate di suscitare interesse e promuovere adesioni al Convegno;<br />

• nella settimana 14-20 febbraio 2005, sospendiate tutte le attività che<br />

possono impedire la partecipazione vostra e dei laici al Convegno;<br />

• vi facciate modello e trascinatori di partecipazione;<br />

• la domenica, 20 febbraio, cerchiate di essere nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />

entro le 11,30, anche se non potete celebrare.<br />

Se non vi è possibile sopprimere la celebrazione della Messa della<br />

tarda mattinata, cercate di farla presiedere a un confratello non parroco o<br />

in difficoltà di viaggiare.<br />

341


342<br />

A nulla servirebbero i discorsi della settimana del Convegno, se non<br />

dessimo ai Fedeli testimonianza di quanto crediamo nell’importanza e<br />

nella solennità del Giorno del Signore.<br />

Vi ricordo che il ritiro di febbraio si farà giorno 18 nella Cripta della<br />

Cattedrale di <strong>Acquaviva</strong>, con inizio alle ore 9.30.<br />

Vi saluto caramente, mentre vi prego di aiutare la Segreteria a fare<br />

bene ogni cosa, dando tempestive comunicazioni dei nomi dei partecipanti<br />

al Convegno.<br />

Vi benedico.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 9 gennaio 2005, Battesimo del Signore<br />

Carissimi,<br />

* * *<br />

✠ Mario, Vescovo<br />

Ai Presbiteri e ai Diaconi<br />

Diocesani e Religiosi<br />

il Convegno Pastorale Diocesano ci ha offerto la gradita e attesa opportunità<br />

di vivere “<strong>insieme</strong>”, per un’intera settimana, intensi momenti<br />

di ascolto, di riflessione, e di fare esperienza di come sia “cosa buona e<br />

gioiosa che i fratelli stiano <strong>insieme</strong>”.<br />

Per i fedeli presenti nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, il 20 febbraio, provenienti<br />

dalle diverse Comunità della <strong>Diocesi</strong>, è stato motivo di edificazione<br />

e di godimento spirituale celebrare la pasqua domenicale presieduta<br />

dal Vescovo, concelebrata da tutti i Presbiteri disponibili.<br />

La Messa del Crisma del 2005, alla quale con la presente Vi invito a<br />

partecipare, è anello di congiunzione e segno di continuità tra il Convegno<br />

Diocesano e il Congresso Eucaristico Nazionale.<br />

So quanto ognuno di voi crede nell’importanza, nel valore e nel profondo<br />

significato spirituale, sacramentale e comunionale della Messa


Crismale; e vedo, di anno in anno, quanto la partecipazione a questa solenne<br />

liturgia, “unica”, nella quale confermiamo a Cristo Sommo Sacerdote<br />

la nostra volontà di seguirlo e di servirlo nella fedeltà, contribuisca<br />

a farci vivere intensamente il Triduo Pasquale.<br />

Sarebbe opportuno che dalle Parrocchie e dalle Associazioni e Movimenti<br />

venissero alla Messa Crismale almeno gli Operatori Pastorali,<br />

i Collaboratori più impegnati, gruppetti di cresimandi, coppie in attesa<br />

del battesimo e catecumeni.<br />

Cerchiamo di non privare i laici di quelle esperienze ecclesiali e di<br />

quei momenti liturgici che non si possono conoscere e vivere nell’ambito<br />

parrocchiale.<br />

Nell’attesa di vederci, il 23 marzo, mercoledì santo, alle ore 18.30<br />

ad <strong>Acquaviva</strong>, Vi abbraccio fraternamente e benedico il vostro impegno<br />

pastorale.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 8 marzo 2005<br />

Carissimi,<br />

* * *<br />

✠ Mario, Vescovo<br />

Ai Rev.mi Sacerdoti e Diaconi<br />

Diocesani e Religiosi<br />

Loro Sedi<br />

il mese di maggio ci riserva o ci annunzia diversi appuntamenti; per<br />

questo ho pensato di raccoglierne le date e di ricordarne lo scopo in<br />

un’unica lettera, da custodire nell’agenda, per non perderla di vista.<br />

Il 9 maggio, lunedì, presso il Centro Giovanile, si terrà l’ultimo incontro<br />

di Lectio Divina, “Il Pozzo di Giacobbe”.<br />

Il 13 maggio, venerdì, nella Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, alle ore 20.30,<br />

avrà inizio la Veglia Diocesana di Pentecoste. Sono invitati tutti a partecipare,<br />

ma in modo speciale i giovani.<br />

La Curia, per mezzo del Servizio di Pastorale Giovanile, sta organizzando<br />

un servizio di pullman per i giovani. Ma, per impegnare gli<br />

343


344<br />

autobus occorrenti, è necessario che i Parroci comunichino, entro l’8<br />

maggio a don Nunzio Falcicchio (cell. 340/34 34 829), quanti giovani<br />

della propria parrocchia intendono avvalersene: il costo di simbolica<br />

partecipazione è di € 1,00.<br />

La Veglia è organizzata dal Segretariato per l’Ecumenismo, dal Servizio<br />

di Pastorale Giovanile e dal Centro Diocesano Vocazioni.<br />

Saranno presenti anche i Fratelli <strong>delle</strong> Chiese Cristiane Evangeliche.<br />

Invito personalmente tutti i Presbiteri, i Diaconi, i Religiosi, le Religiose<br />

ad essere presenti.<br />

Il 20 maggio, venerdì, presso il Santuario del Buoncammino, ci sarà<br />

il Ritiro Spirituale del Clero.<br />

In quella circostanza faremo un altro adempimento, ormai inderogabile:<br />

le votazioni per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione e del<br />

Collegio dei Revisori dei Conti dell’Istituto Diocesano Sostentamento<br />

Clero.<br />

Il 26 maggio, giovedì, celebreremo la festa del Corpus Domini con<br />

la Processione Eucaristica nelle singole Città.<br />

Il Vescovo parteciperà alla Celebrazione di <strong>Altamura</strong>, perché quel<br />

giorno benedirà la Chiesa restaurata di San Michele “al Corso” e darà<br />

inizio all’Adorazione perpetua in <strong>Altamura</strong>.<br />

Mi permetto di esortare i parroci ad attivarsi, o da soli con la propria<br />

Comunità, o <strong>insieme</strong> con altre Parrocchie, per far partecipare i propri<br />

fedeli al Congresso Eucaristico.<br />

Mi sembra, da domande fattemi, che i laici non sappiano a chi fare<br />

riferimento per le prenotazioni.<br />

Il 12 giugno, domenica, si svolgerà il referendum: non abbiate timore<br />

di suggerire a chi vuole fare una scelta etica e cristiana di non votare,<br />

come risposta libera, responsabile, costituzionalmente democratica e<br />

cristianamente coerente.<br />

Ma vi consiglio di valorizzare gli incontri promossi dal Movimento<br />

per la Vita, dal Comitato “Scienza e Vita”, dalle Parrocchie e dalle Associazioni,<br />

per informare e formare bene i laici sul delicatissimo tema della<br />

fecondazione assistita, della Legge 40/2004, sulle gravi conseguenze<br />

che si verificherebbero con l’abolizione della legge, perché, a loro volta,


i laici diffondano le giuste informazioni negli ambienti di vita e di lavoro.<br />

Il referendum non è una competizione elettorale, ma un momento di<br />

alta responsabilità per la difesa della vita, della persona, della famiglia,<br />

dei fondamentali principi di etica naturale: come cittadini e cristiani<br />

dobbiamo sentirci chiamati a dare testimonianza alla verità.<br />

Non si dispiacciano i sacerdoti più giovani se, ancora una volta, lancio<br />

l’invito a prendere in considerazione la possibilità di accompagnare i<br />

giovani a Colonia, per la Giornata Mondiale della Gioventù.<br />

Se i giovani vanno da soli a vivere questa esperienza ne riceveranno<br />

più male che bene, e al ritorno non avranno nulla da dare alle loro Parrocchie.<br />

Augurandovi tante soddisfazioni e gioie pastorali vi saluto cordialmente.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 3 maggio 2005<br />

Carissimi,<br />

* * *<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

Al Clero, ai Religiosi e ai fedeli Laici<br />

della Chiesa che è in<br />

<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

le lunghe ore del viaggio di ritorno da Colonia sono state preziose<br />

per immergermi nelle prospettive e nelle problematiche del nuovo anno<br />

pastorale.<br />

Il 2005-2006 sarà l’anno della Celebrazione del grande Convegno<br />

Ecclesiale che si terrà a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006.<br />

Durante il rientro in <strong>Diocesi</strong> ho avuto modo di studiare la traccia di<br />

riflessione preparata dal Comitato della C.E.I., per aiutare le Chiese Par-<br />

34


34<br />

ticolari a incamminarsi verso la grande assise decennale della Chiesa<br />

Italiana.<br />

È ovvio che il nostro Programma Pastorale Diocesano per il 2005-<br />

2006 non può non prendere suggerimenti e linee di orientamento anche<br />

dall’evento ecclesiale nazionale.<br />

Questa lettera, divenuta ormai una tradizione della vigilia del nuovo<br />

anno pastorale, ha lo scopo di invitare i presbiteri e i fedeli laici, i religiosi<br />

e le religiose all’Assemblea Pastorale Diocesana presso il Santuario<br />

dell’Incoronata, e di fare una panoramica sulle “novità” della vita<br />

della <strong>Diocesi</strong>.<br />

Ricordo a tutti, in primo luogo, il grande appuntamento all’Incoronata,<br />

il 10 settembre 2005, per mettere nelle mani di Maria le Comunità e<br />

il cammino pastorale.<br />

Credo che ormai sia superfluo richiamare l’obbligo morale, pastorale<br />

ed ecclesiale di essere presenti a tutti i momenti della Giornata. Ma,<br />

visto che, nonostante la bella e commovente partecipazione di sacerdoti e<br />

fedeli, si notano ancora assenze abituali o presenze momentanee o esclusivamente<br />

personali, senza la comunità, mi permetto ancora una volta di<br />

pregarvi di essere attivamente partecipi, di coinvolgere i fedeli, specialmente<br />

i collaboratori pastorali, e di promuoverne la partecipazione.<br />

L’Assemblea dell’Incoronata non è un pellegrinaggio di devozione,<br />

né una gita settembrina, ma Chiesa in preghiera, in ascolto, in ricerca<br />

di purificazione e di riconciliazione; è Chiesa che prima di partire studia<br />

l’itinerario da seguire e le tappe da raggiungere; è gioioso momento di<br />

incontro, di scambio di esperienze, di conoscenza, di fraterna comunione,<br />

segno forte di Chiesa in cammino e in ricerca di unità.<br />

Dalla Curia riceverete indicazioni e avvisi circa l’ora di inizio, il programma<br />

della Giornata e tutto ciò che sarà opportuno tenere presente o<br />

sapere dell’Assemblea Pastorale.<br />

Vi annuncio ufficialmente che nel mese di settembre, dopo l’Assemblea<br />

dell’Incoronata, ci saranno alcuni insediamenti di parroci e altri<br />

movimenti.<br />

1) Don Michele Lombardi sarà Parroco di San Pietro Apostolo e Cappellano<br />

del carcere di Spinazzola (inizio ministero: 13 settembre<br />

2005).


2) Don Rocco Scalera sarà Parroco del Sacro Cuore di Santeramo,<br />

perché Don Michele Masi ha chiesto di rientrare nella sua Congregazione<br />

del Preziosissimo Sangue (inizio ministero: 12 settembre<br />

2005).<br />

3) In Santa Teresa di <strong>Altamura</strong>, a Don Paolo Colonna, che da alcuni<br />

anni aveva presentato le dimissioni, succederà come Parroco Don<br />

Giacomo Fiore (inizio ministero: 24 settembre 2005).<br />

4) Don Vito Nuzzi subentrerà come Parroco di Sant’Erasmo a Santeramo<br />

al posto di Don Giacomo Fiore (inizio ministero: 18 settembre<br />

2005).<br />

5) Per decisione del Consiglio dell’Ordine, Padre Matteo Ornelli va in<br />

Venezuela. Il Padre Provinciale, ha designato come Parroco e Vice-<br />

Parroco di San Francesco in <strong>Gravina</strong> rispettivamente Padre Mario<br />

Marino e Padre Daniele Maiorano.<br />

6) Il Padre Generale dei Vocazionisti ha designato come Parroco e Vice-Parroco<br />

di San Francesco in <strong>Acquaviva</strong>, rispettivamente Don<br />

Mario Cavalera e Don Belisario Campanile, che sostituiscono<br />

Don Sabino, in considerazione <strong>delle</strong> sue condizioni di salute e per<br />

assicurare maggiori forze ai bisogni pastorali della Parrocchia.<br />

7) Il Provinciale dei Conventuali, ha designato come Vicario parrocchiale<br />

dell’Annunziata di Spinazzola Padre Giuseppe Tondo.<br />

In considerazione di altre urgenze pastorali e per inserire nella vita<br />

della <strong>Diocesi</strong> i giovani seminaristi in cammino verso gli Ordini Sacri, ho<br />

ritenuto opportuno stabilire quanto segue:<br />

1) Don Michele Capodiferro diventerà Cappellano del Monastero <strong>delle</strong><br />

Carmelitane e Vicario Parrocchiale della Madonna della Grazia.<br />

2) Don Giuseppe Cifarelli continuerà a svolgere il suo servizio nel<br />

Seminario Diocesano come Vice-Rettore.<br />

3) Don Saverio Colonna, salvo l’ufficio di parroco, svolgerà il compito<br />

di Padre Spirituale dei seminaristi di scuola superiore.<br />

34


34<br />

4) Don Giuseppe Creanza, come Padre Spirituale del Seminario, curerà<br />

i ragazzi di scuola media.<br />

5) Don Angelo Cianciotta sarà il nuovo Incaricato Diocesano della<br />

promozione del Sostegno Economico della Chiesa Cattolica.<br />

6) Don Nunzio Falcicchio verrà trasferito come Vicario parrocchiale<br />

da Santa Maria Maggiore in <strong>Acquaviva</strong>, alla Parrocchia del Redentore<br />

in <strong>Altamura</strong>.<br />

7) Vincenzo Lopano di <strong>Altamura</strong>, il 17 settembre p.v. sarà ordinato<br />

Diacono e continuerà ad operare pastoralmente nella Parrocchia del<br />

Sacro Cuore in Santeramo.<br />

8) Giuseppe Loviglio farà parte della Comunità del Seminario Diocesano<br />

come animatore e continuerà a fare esperienza pastorale in San<br />

Domenico in <strong>Gravina</strong>.<br />

9) Per Francesco Elia e Nicola Chiarulli, in attesa <strong>delle</strong> relazioni da<br />

parte del Seminario Regionale, sto valutando quale potrebbe essere<br />

l’ambiente più idoneo e la soluzione più opportuna per il loro inserimento<br />

pastorale nella <strong>Diocesi</strong>.<br />

A tutti e singoli i Sacerdoti che lasciano incarichi e uffici ricoperti, i<br />

più vivi e grati ringraziamenti da me e da tutta la Comunità Diocesana.<br />

Ai Sacerdoti, Diaconi, Laici che operano in Curia o a livello Diocesano<br />

annunzio che si avverte da tempo e da più parti l’esigenza di<br />

un ricambio e di un rimpasto in vista di un rilancio della vitalità e della<br />

operatività di tutti i settori pastorali; per tale motivo, non appena lo si<br />

riterrà opportuno, si chiederà ad ognuno la rinuncia e la disponibilità ad<br />

un eventuale cambio di ufficio o a una riconferma.<br />

La partecipazione della nostra <strong>Diocesi</strong> alla GMG di Colonia è stata<br />

numerosa (circa 400 persone). Si sono fatti apprezzare molto, per l’entusiasmo<br />

e la generosità con cui hanno lavorato, i volontari.<br />

Credo che non vi dispiaccia sapere che anche le catechesi tenute dal<br />

Vescovo sono state molto seguite e apprezzate dai giovani, dai sacerdoti


e dai Vescovi presenti: grazie a tutti coloro che hanno pregato per questo<br />

compito affidatomi.<br />

• Con vero dolore devo comunicarvi che sono risultati vani tutti gli<br />

sforzi fatti per circa due anni per aiutare Don Antonio Raimondi a<br />

superare la crisi e rientrare nell’esercizio del ministero.<br />

Il 22 luglio egli si è sposato civilmente incorrendo purtroppo nella sospensione<br />

“latae sententiae” (can. 1394 § 1) e nella rimozione “ipso<br />

iure” dall’ufficio di parroco (can. 194 § 1, § 3).<br />

• Per ragioni di famiglia e motivi di salute ha chiesto di rientrare in<br />

<strong>Diocesi</strong> Don Giuseppe Perrucci di <strong>Altamura</strong>, finora inserito nella<br />

<strong>Diocesi</strong> di Roma. È in corso la pratica di escardinazione.<br />

• Entro la fine dell’anno 2005 tutti i reparti dell’Ospedale “Miulli”<br />

opereranno nella nuova struttura.<br />

Il trasferimento dei pazienti avrà inizio nella seconda metà di settembre.<br />

La notte di Natale si celebrerà nella Chiesa superiore dell’Ospedale.<br />

Nei primi di gennaio 2006, con una serie di iniziative culturali, artistiche<br />

e scientifiche, si farà l’inaugurazione ufficiale del nuovo Ospedale.<br />

• Entro la fine del 2005 è prevista anche la conclusione dei lavori di<br />

restauro del Palazzo Loglisci in <strong>Gravina</strong> e il trasferimento della Comunità<br />

del Seminario nel nuovo edificio.<br />

In attesa di incontravi vi saluto con fraterno affetto.<br />

<strong>Altamura</strong>, 25 agosto 2005<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

34


3 0<br />

Carissimi,<br />

* * *<br />

- Rev.di Presbiteri<br />

- Docenti di Religione<br />

- Catechisti<br />

l’incontro per la presentazione del “Compendio del Catechismo della<br />

Chiesa Cattolica”, annunciato durante l’Assemblea Pastorale al Santuario<br />

dell’Incoronata, si farà come era stato previsto il 26 settembre<br />

2005, alle ore 19.00 presso il Centro Giovanile “Benedetto XIII” di<br />

<strong>Gravina</strong>.<br />

So che l’Ufficio Catechistico Diocesano si è premurato con grande<br />

tempestività di diffondere la notizia con manifesti e volantini.<br />

Non posso fare a meno, tuttavia, di rivolgermi a ognuno di voi personalmente<br />

per esortarvi ad essere presenti e a invitare altri a partecipare<br />

per due motivi:<br />

1) è un’occasione unica per essere aiutati ad entrare nei contenuti del<br />

Compendio, nei criteri con i quali è stato scritto, e per scoprire la sua<br />

connessione con i catechismi per una migliore valorizzazione nella<br />

catechesi.<br />

2) Viene a presentare il Compendio Sua Eccellenza Mons. Angelo Amato,<br />

sdb, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede il<br />

quale con il Cardinale Joseph Ratzinger è stato l’estensore dell’opera.<br />

Il 26 settembre è lunedì: nelle parrocchie non ci sono celebrazioni<br />

serali; altri eventuali impegni pastorali possono essere trasferiti ad altra<br />

data.<br />

Gradirei molto il coinvolgimento degli associati nelle varie aggregazioni<br />

e degli alunni più sensibili <strong>delle</strong> Scuole Superiori.<br />

Vi ringrazio sin d’ora per la risposta che darete, che certamente sarà<br />

generosa ed entusiastica. Vi benedico.<br />

<strong>Gravina</strong> in Puglia, 19 settembre 2005<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo


Carissimi Confratelli,<br />

* * *<br />

in ottobre la Chiesa vive in modo particolare la sua dimensione missionaria,<br />

non solo perché è il mese dedicato alle missioni e culmina nella<br />

Giornata Missionaria, ma anche perché nelle <strong>Diocesi</strong> e nelle Parrocchie<br />

tutto parla di nuovo inizio e di nuovo cammino.<br />

In ottobre ricominciano anche i nostri appuntamenti mensili per il<br />

ritiro spirituale e l’aggiornamento.<br />

Quest’anno animerà i ritiri S.E. Mons. Gianfranco Todisco, Vescovo<br />

di Melfi-Rapolla-Venosa.<br />

Negli incontri di aggiornamento approfondiremo e discuteremo la<br />

traccia di riflessione in preparazione al Convegno ecclesiale di Verona.<br />

Per il ritiro ci incontreremo al Centro Giovanile “Benedetto XIII” di<br />

<strong>Gravina</strong>; per l’aggiornamento ci ritroveremo nella sala “Giovanni Paolo<br />

II” dell’episcopio di <strong>Gravina</strong>.<br />

È bello sentirsi “al completo” e far dono ai confratelli della propria<br />

presenza, segno di stima e di rispetto verso gli altri e di fedeltà ai doveri<br />

sacerdotali.<br />

Ci ritroveremo per il ritiro il 21 ottobre 2005 alle ore 9,30.<br />

Vi saluto cordialmente.<br />

<strong>Gravina</strong> in Puglia, 16 ottobre 2005<br />

✠ Mario, Vescovo<br />

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3 2<br />

Prot. n. 10/2005<br />

Erezione<br />

della Parrocchia del “SS. Redentore”<br />

in <strong>Altamura</strong><br />

Decreti<br />

Il costante sviluppo edilizio <strong>delle</strong> nostre città, particolarmente intenso<br />

nei centri più evoluti sul piano industriale, in breve tempo ha trasformato<br />

in agglomerati urbani aree periferiche finora libere.<br />

La nascita di questi nuovi centri e i nuovi insediamenti previsti dai<br />

piani regolatori dei Comuni, sin dall’inizio del mio ministero pastorale<br />

in <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, mi hanno fatto avvertire<br />

l’urgenza e la necessità di reperire suoli, di provvedere alla istituzione<br />

di nuove parrocchie, di far progettare strutture parrocchiali idonee alle<br />

attuali esigenze pastorali e di dare inizio a presenze pastorali nelle zone<br />

di nuovi insediamenti.<br />

In <strong>Altamura</strong>, la zona di “Via Selva”, oltre la circonvallazione (S.S.<br />

96), si è popolata di palazzi che, secondo fondate e documentate previsioni,<br />

ospiteranno circa quindicimila persone.<br />

Visto che la Giunta Comunale di <strong>Altamura</strong>, con delibera n. 458 del<br />

15 settembre 2004, accoglieva la richiesta da me formulata sin dal 21<br />

settembre 2001, tesa ad ottenere suoli per l’edificazione di nuove parrocchie;<br />

visto che il Commissario Prefettizio di <strong>Altamura</strong>, dott. Luigi Varratta,<br />

con delibera n. 60 del 20 dicembre 2004, ha assegnato alla Curia Diocesana<br />

il diritto di superficie su un’area di circa 8000 mq. in Via Selva;<br />

visto che molti condomini del nuovo quartiere sono già abitati, ritengo<br />

urgente dare inizio alla cura pastorale della zona, istituendo canonicamente<br />

una nuova parrocchia.<br />

Pertanto, in ottemperanza alle norme del Diritto Canonico, can. 515 §<br />

2, ricevuto il parere favorevole del Consiglio Presbiterale nella riunione<br />

dell’11 marzo 2005, con la mia autorità ordinaria,


erigo canonicamente<br />

la Parrocchia del “SS. Redentore”<br />

in <strong>Altamura</strong>.<br />

La suddetta Parrocchia abbraccia tutto il territorio compreso sul lato<br />

esterno della circonvallazione tra Via Matera e Via Graviscella; si estende,<br />

sul quarto lato, fino al confine del Comune di <strong>Altamura</strong> e confina con<br />

le Parrocchie del SS. Rosario di Pompei, di S. Giovanni Bosco e di S.<br />

Maria del Carmine.<br />

Col presente decreto stabilisco, inoltre, che la festa liturgica del SS.<br />

Redentore si celebri la Domenica In Albis.<br />

Confido che la sollecitudine del Vescovo e l’impegno pastorale di<br />

quanti saranno chiamati ad operare in questa grande porzione del Popolo<br />

di Dio, per la grazia di Cristo “Redentore dell’uomo”, dello Spirito<br />

Santo che anima la Chiesa, e per l’intercessione di Maria, possano sviluppare<br />

il Suo Regno nei cuori dei singoli e <strong>delle</strong> famiglie.<br />

Copia autentica di questo decreto sarà conservata negli archivi della<br />

Curia Diocesana e <strong>delle</strong> Parrocchie del SS. Rosario di Pompei, di S. Giovanni<br />

Bosco e di S. Maria del Carmine.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 27 marzo 2005, Pasqua del Signore<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

3 3


3 4<br />

Prot. n. 20/2005<br />

Dedicazione<br />

della chiesa parrocchiale di S. Sepolcro<br />

in <strong>Altamura</strong><br />

Nell’anno del Signore Duemilacinque, il giorno due del mese di<br />

giugno, nella città di <strong>Altamura</strong>, durante una solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica da Noi presieduta con il concorso di diversi sacerdoti, di<br />

autorità civili e militari e di numerosissimi fedeli, attenendoci alle<br />

norme liturgiche prescritte dal Pontificale Romano per il Rito della<br />

Dedicazione di una chiesa,<br />

Noi<br />

Mario Paciello<br />

Vescovo della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

abbiamo dedicato questa chiesa parrocchiale<br />

a gloria della Santissima Trinità e per la santificazione degli uomini<br />

sotto il titolo di San Sepolcro.<br />

La chiesa, già esistente dal 1974, è stata totalmente modificata, ristrutturata,<br />

ampliata ed adeguata alle attuali norme liturgiche, grazie all’opera<br />

della Cooperativa Edil-<strong>Altamura</strong> e collaboratori, su idee progettuali<br />

degli ingegneri Salvatore Tricarico e Antonio Farella.<br />

Le opere artistiche sono del Prof. Giuseppe Di Marzo, realizzate dai<br />

Fratelli Perotti di Vietri sul Mare - SA (vetrate), Salvatore Iannicelli di<br />

Torrecuso - BN (opere in legno), Ditta Prometeo-Caminetti di San Lorenzello<br />

- BN (opere in marmo), Fratelli Rodolfo e Nino Simone di San<br />

Lorenzello - BN (opere in ferro dorato e portoni di ingresso).<br />

L’elettrificazione <strong>delle</strong> campane e l’impianto audio sono stati realizzati<br />

dalla Ditta Quasar Elettronica di Francavilla al Mare - CH.<br />

All’ingresso dell’aula liturgica è stata collocata una lapide commemorativa<br />

a perpetua memoria.<br />

Stabiliamo che, ogni anno, la Comunità parrocchiale faccia memoria<br />

di questo giorno solenne con l’Ufficio proprio, iniziando dai Primi Vespri.


Al termine della celebrazione, è stato redatto il presente atto in triplice<br />

copia, di cui una è destinata all’archivio della Curia Diocesana, l’altra<br />

all’archivio dell’Episcopio e la terza all’archivio parrocchiale.<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

Il Parroco<br />

Don Vito Colonna<br />

I Testimoni<br />

Direnzo Leonardo<br />

Salvatore Tricarico<br />

Antonio Farella<br />

Testo della lapide commemorativa<br />

gloria, lode, onore,<br />

benedizione<br />

alla trinità beata,<br />

al cristo risorto<br />

e alla madre del redentore<br />

la comunità di san sepolcro<br />

riconoscente eleva<br />

nel giorno in cui,<br />

con solenne rito,<br />

il vescovo mario paciello<br />

consacra questa chiesa<br />

restaurata per volontà<br />

del parroco vito colonna<br />

col genio, la passione e il sacrificio<br />

di artisti, tecnici e maestranze,<br />

grazie alla generosità<br />

del popolo di dio.<br />

altamura, 2 giugno 2005<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

3


3<br />

Prot. n. 23/2005<br />

Promulgazione<br />

dello Statuto unico diocesano<br />

e del Regolamento dei Comitati Feste<br />

«Il popolo che festeggia Gesù Cristo, la Vergine Maria e i Santi si raccoglie<br />

intorno ad autentici modelli di vita e viene aiutato a costruire la<br />

sua unità sulla base di questi valori che, radicati nella sua storia, ne costituiscono<br />

la vera forza unificante sul piano culturale e sociale» (Conferenza<br />

Episcopale Pugliese, Le nostre feste. Nota pastorale su le feste<br />

religiose popolari nelle Chiese di Puglia, 4 febbraio 1998, n. 1).<br />

Consapevole dell’interesse che le feste religiose suscitano all’interno<br />

dei nostri paesi e <strong>delle</strong> Comunità ecclesiali;<br />

tenuto conto che, soprattutto le feste popolari, vengono celebrate con<br />

elementi propri della spettacolarità e <strong>delle</strong> tradizioni folcloristiche;<br />

al fine di evitare inadeguatezze o elementi fuorvianti il significato<br />

religioso della festa, ho ritenuto opportuno redigere un apposito Statuto<br />

ed un Regolamento per determinare le norme specifiche alle quali i Comitati<br />

devono attenersi per la preparazione e lo svolgimento della festa<br />

stessa.<br />

Pertanto, confortato dal parere favorevole del presbiterio diocesano,<br />

visto il can. 94 del CJC, con il presente Decreto<br />

approvo<br />

lo Statuto unico diocesano ed il Regolamento<br />

dei Comitati Feste,<br />

disponendone la promulgazione “ad experimentum” per cinque anni, a<br />

partire dalla data odierna.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 15 agosto 2005, Solennità dell’Assunzione della<br />

Beata Vergine Maria<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci


STATUTO UNICO DIOCESANO<br />

DEI COMITATI FESTE<br />

Titolo I<br />

NATURA - FUNZIONE - DURATA<br />

Art. 1<br />

Il Comitato Feste (in seguito denominato CF) è formato da fedeli laici<br />

che vogliono impegnarsi a tenere viva e ad incrementare la devozione,<br />

collaborando nella promozione, organizzazione e realizzazione della<br />

Festa in onore del Signore, o della Beata Vergine Maria o dei Santi.<br />

Art. 2<br />

Il CF è espressione e parte integrante della Comunità ecclesiale; esso<br />

opera di comune intento con il Consiglio Pastorale della parrocchia nel<br />

cui territorio si venera la Sacra Immagine e, dove è presente, con la relativa<br />

Confraternita/Associazione. A tal fine, il Vice Presidente del CF<br />

entra a far parte del Consiglio Pastorale Parrocchiale.<br />

Per le Feste Patronali, il CF collabora con la Curia Diocesana e con<br />

l’Amministrazione Comunale, promovendo il coinvolgimento e l’impegno<br />

dei gruppi e dei singoli fedeli.<br />

Art. 3<br />

Il CF dura in carica un anno, dal 1 gennaio al 31 dicembre, e può essere<br />

riconfermato. Tuttavia, tale riconferma non può essere protratta per un<br />

tempo superiore a tre anni di seguito per i membri che occupano cariche<br />

direttive.<br />

Titolo II<br />

I MEMBRI<br />

Art. 4<br />

Possono far parte del CF fedeli laici, uomini e donne, di provata fede<br />

e moralità cristiana cattolica, spiccata onestà e sincera devozione verso<br />

il Signore, la Beata Vergine Maria e i Santi, che non abbiano interessi<br />

3


3<br />

privati nelle attività del medesimo CF e che si impegnano, con adesione<br />

libera e volontaria, a prestare la loro fattiva collaborazione, senza compenso<br />

alcuno, nello spirito e nella lettera del presente Statuto, perché<br />

siano custoditi i valori genuini della pietà popolare.<br />

Non possono in alcun modo farvi parte coloro che ricoprono cariche<br />

politiche.<br />

Art. 5<br />

Il CF è composto da un numero di membri compreso tra cinque e quindici<br />

unità. Coloro che desiderano farne parte, devono inoltrare, entro<br />

il 31 dicembre, domanda scritta al Parroco/Rettore, il quale, sentito il<br />

parere del Consiglio Pastorale Parrocchiale, entro il 31 gennaio successivo,<br />

indica e propone i componenti all’Ordinario diocesano per l’approvazione.<br />

Art. 6<br />

Tutti i membri del CF sono tenuti a:<br />

• frequentare gli incontri periodici di formazione;<br />

• partecipare alle celebrazioni liturgiche in onore del Signore, della<br />

Beata Vergine Maria e dei Santi, accostandosi ai sacramenti della Penitenza<br />

e dell’Eucaristia.<br />

Art. 7<br />

Ogni membro del CF deve avere copia del presente Statuto e del<br />

Regolamento annesso, e ne deve rispettare le prescrizioni.<br />

Titolo III<br />

ORGANI DI GOVERNO<br />

Art. 8<br />

Organo del CF è l’Assemblea, costituita da tutti i membri del CF. Ad<br />

essa spetta:<br />

• discutere ed indicare le linee per il programma generale della Festa,<br />

sentito il Consiglio Pastorale Parrocchiale;<br />

• approvare il bilancio preventivo di spesa e consuntivo economico


della Festa e trasmetterlo all’Ordinario diocesano per la prevista revisione,<br />

a norma dell’art. 13 del presente Statuto;<br />

• programmare eventuali iniziative straordinarie, dopo aver sentito il<br />

parere dell’Ordinario diocesano.<br />

Art. 9<br />

Presidente di diritto del CF è sempre il Parroco/Rettore, o un altro Sacerdote<br />

da lui delegato.<br />

Spetta al Presidente:<br />

• indicare e proporre all’Ordinario diocesano per l’approvazione i nominativi<br />

dei componenti il CF, a norma dell’art. 5 del presente Statuto;<br />

• nominare, tra i membri dell’Assemblea, il Vice Presidente, l’Economo<br />

e il Segretario, sentito il parere del Consiglio Pastorale Parrocchiale;<br />

• convocare e presiedere le riunioni del CF;<br />

• vigilare sull’osservanza del presente Statuto, nel rispetto <strong>delle</strong> norme<br />

ecclesiastiche e civili;<br />

• sostituire, per causa grave “ex informata conscientia”, qualcuno dei<br />

componenti del CF o scioglierlo completamente, a norma dell’art. 15<br />

del presente Statuto.<br />

Art. 10<br />

Spetta al Vice Presidente, nominato dal Presidente:<br />

• predisporre e attuare, secondo le linee approvate dall’Assemblea, il<br />

programma della Festa e trasmetterlo all’Ordinario diocesano per la<br />

prevista approvazione, a norma dell’art. 13 del presente Statuto;<br />

• firmare i contratti di spesa e le reversali d’incasso;<br />

• trattare le pubbliche relazioni;<br />

• sostituire il Presidente, in caso di assenza o di impedimento, nelle<br />

riunioni di Assemblea.<br />

Art. 11<br />

Spetta all’Economo, nominato dal Presidente:<br />

• provvedere a tenere la contabilità generale della Festa;<br />

3


3 0<br />

• redigere il bilancio preventivo di spesa e consuntivo economico della<br />

Festa, da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea;<br />

• raccogliere, con la collaborazione di tutti i membri del CF, le oblazioni<br />

ed i contributi volontari degli Enti e dei singoli offerenti;<br />

• conservare il denaro su libretto intestato al CF, con firma congiunta<br />

del Vice Presidente;<br />

• consegnare, a conclusione della Festa, tutti gli atti al Presidente.<br />

Art. 12<br />

Spetta al Segretario, nominato dal Presidente:<br />

• redigere i verbali <strong>delle</strong> riunioni dell’Assemblea, da leggere di volta in<br />

volta all’inizio dell’incontro;<br />

• inviare, per mandato del Vice Presidente, notizie <strong>delle</strong> convocazioni<br />

dell’Assemblea, con il preciso ordine del giorno, almeno cinque giorni<br />

prima della data stabilita;<br />

• assicurare la conservazione e l’aggiornamento dell’archivio del CF;<br />

• stendere la relazione finale della Festa.<br />

Titolo IV<br />

NORME GENERALI<br />

Art. 13<br />

L’Ordinario diocesano esamina ed approva il programma della Festa e<br />

ne revisiona il bilancio preventivo.<br />

Art. 14<br />

Entro il 31 dicembre, il Vice Presidente, unitamente a tutti gli altri componenti<br />

del CF, rimette il mandato ricevuto e restituisce i beni del CF nelle<br />

mani del Presidente, il quale provvederà a riconsegnarli al nuovo CF.<br />

Art. 15<br />

In qualunque momento il Presidente, per causa grave “ex informata conscientia”,<br />

può sostituire qualcuno dei componenti del CF o scioglierlo<br />

completamente.


Art. 16<br />

Le norme non contenute nel presente Statuto e che ogni CF deve osservare,<br />

sono specificate dall’allegato Regolamento diocesano dei CF.<br />

Il presente Statuto è promulgato “ad experimentum” per cinque anni.<br />

Con l’entrata in vigore in data odierna, sono abrogati i precedenti Statuti<br />

e cessano dal loro incarico tutti i membri degli attuali Comitati Festa.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 15 agosto 2005, Solennità dell’Assunzione della<br />

Beata Vergine Maria<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

REGOLAMENTO UNICO DIOCESANO<br />

DEI COMITATI FESTE<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

Il presente Regolamento regola le attività del Comitato Feste (in seguito<br />

denominato CF), alla luce della Nota pastorale della Conferenza<br />

Episcopale Pugliese “Le nostre Feste” su le feste religiose popolari<br />

nelle Chiese di Puglia (febbraio 1998) e degli altri Documenti del<br />

Magistero.<br />

Il fine è quello di promuovere e orientare evangelicamente le nostre<br />

feste popolari, rivestite non poche volte di un ritualismo di dubbia e<br />

ambigua provenienza.<br />

Capitolo I<br />

PREPARAZIONE ALLA FESTA<br />

1. Nella preparazione della Festa, si dia spazio alla proclamazione<br />

della Parola di Dio e al suo approfondimento, cercando di curare con<br />

attenzione la liturgia (S. Messa, Celebrazione penitenziale, Adorazione<br />

eucaristica…).<br />

3 1


3 2<br />

2. Si programmino iniziative per coinvolgere gli ammalati, gli anziani<br />

e i diversamente abili, prevedendo possibilmente gesti significativi di<br />

carità e di solidarietà.<br />

Capitolo II<br />

CELEBRAZIONE DELLA FESTA<br />

3.1. La Festa si svolga nel giorno stabilito, in sintonia con le norme<br />

ecclesiali. È assolutamente vietata la celebrazione della Festa nelle domeniche<br />

di Avvento, di Quaresima e di Pasqua e nelle altre domeniche in<br />

cui si celebrano le grandi Solennità del Signore (Santa Famiglia, Epifania,<br />

Battesimo, Ascensione, Pentecoste, SS. Trinità, SS. Corpo e Sangue<br />

di Cristo, Cristo Re). In caso di concomitanza, essa viene spostata al<br />

giorno seguente o ad altra data compatibile.<br />

3.2. Dove, per antica consuetudine, la Festa della Beata Vergine Maria<br />

o di un Santo si celebra in una <strong>delle</strong> domeniche di maggio, purché<br />

non ricorra una Solennità del Signore (cfr. 3.1), si può onorare la Beata<br />

Vergine Maria o il Santo con la processione, purché i testi della Messa e<br />

della Liturgia <strong>delle</strong> Ore siano della domenica.<br />

4. L’apparato esteriore (luminarie, fuochi pirotecnici, bande musicali)<br />

deve essere sobrio, evitando inutili sfarzi.<br />

5. Eventuali intrattenimenti musicali non devono disturbare le celebrazioni<br />

religiose; siano ispirati al buon gusto, al rispetto della dignità<br />

della Festa e non comportino spese eccessive. Similmente, i fuochi pirotecnici<br />

non disturbino lo svolgimento della processione.<br />

Capitolo III<br />

LA PROCESSIONE<br />

6. La processione deve mantenere il suo carattere sacro, evitando<br />

ogni commistione con realtà profane. Essa si svolga sempre sotto la presidenza<br />

ecclesiastica.<br />

7. Il CF assolva fedelmente tutti gli adempimenti richiesti dalle normative<br />

vigenti (domande alle diverse Autorità per i vari permessi, ecc.).


8. La durata della processione sia contenuta, possibilmente, entro le<br />

due ore. A tal fine, il CF studi percorsi che siano attenti a non creare problemi<br />

per l’ordine pubblico e la viabilità, come anche itinerari diversi di<br />

anno in anno.<br />

9. Per l’animazione della processione, il CF scelga persone preparate<br />

e si usino opportuni impianti di amplificazione.<br />

10. Qualora alla processione partecipino in forma ufficiale Autorità<br />

istituzionali, civili e militari, queste occupino il posto immediatamente<br />

dietro la Sacra Immagine.<br />

Capitolo IV<br />

DOVERI DEL COMITATO FESTE<br />

11. Nel suo costituirsi, il CF deve essere debitamente approvato dalla<br />

competente Autorità ecclesiastica, a norma dello Statuto unico diocesano.<br />

12. La gestione economica della Festa sia ispirata a criteri di trasparenza<br />

e di rispetto <strong>delle</strong> norme vigenti, sia ecclesiali che civili. Ogni irregolarità<br />

amministrativa costituisce per il responsabile causa di decadenza<br />

immediata dal medesimo CF.<br />

13. La questua pubblica potrà essere effettuata nell’ambito dell’intera<br />

città unicamente per la Festa patronale; per le altre Feste, solo nel territorio<br />

parrocchiale. I membri del CF a ciò deputati, richiederanno alla<br />

Curia Diocesana la vidimazione dei tesserini con relativa fotografia.<br />

Il mancato rispetto di questa norma, verrà sanzionato dall’Ordinario<br />

Diocesano.<br />

14. Ogni incasso deve essere registrato su apposito bollettario, numerato<br />

progressivamente, con matrice e figlia, quest’ultima da rilasciare<br />

all’offerente come ricevuta.<br />

15. Almeno un mese prima della raccolta <strong>delle</strong> offerte, devono essere<br />

presentati all’Ordinario diocesano, in duplice copia per l’approvazione,<br />

il programma dettagliato della Festa e il bilancio preventivo di spesa;<br />

3 3


3 4<br />

inoltre, venga corrisposto alla Curia Diocesana il contributo previsto dal<br />

Tariffario Regionale per il rilascio del permesso per festività esterne.<br />

16. È assolutamente vietato fare aste pubbliche per portare in processione<br />

la Sacra Immagine, come anche chiedere offerte nel corso della<br />

processione ed esibire denaro sui simulacri.<br />

17. Entro due mesi dalla conclusione della Festa, l’Economo presenta<br />

al CF il conto consuntivo per la relativa approvazione; copia dello<br />

stesso deve essere inoltrata quanto prima alla Curia Diocesana.<br />

18. Entro il 31 dicembre, il Vice Presidente del CF restituirà al<br />

Presidente i libretti bancari, le somme residue attive e tutto ciò che è<br />

stato da esso acquisito.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 15 agosto 2005, Solennità dell’Assunzione della<br />

Beata Vergine Maria<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

LE FESTE NELLA DIOCESI<br />

“Nessuna nuova festa esterna può essere istituita, senza il consenso<br />

scritto dell’Ordinario Diocesano”.<br />

gennaio<br />

20 San Sebastiano: Spinazzola - Festa<br />

patronale<br />

marzo - aprile<br />

1° Martedì di marzo Beata Vergine Maria di Costantinopoli:<br />

<strong>Gravina</strong> e <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti - solo Festa religiosa<br />

19 San Giuseppe: <strong>Altamura</strong> - Processione<br />

penitenziale


Venerdì Santo Via crucis o Processione dei misteri:<br />

in tutti i paesi<br />

Martedì dopo Pasqua Madonna del Bosco: Spinazzola -<br />

Festa compatrona (arrivo in paese)<br />

maggio<br />

1 San Giuseppe: Santeramo in Colle<br />

- Chiesa S. Giuseppe<br />

5 Santa Irene: <strong>Altamura</strong> - Festa patronale<br />

8 San Michele <strong>delle</strong> Grotte: <strong>Gravina</strong><br />

- Festa cittadina<br />

20 Sant’Eustachio: <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti - solo Festa religiosa<br />

22 Santa Rita: <strong>Altamura</strong> - S. Agostino;<br />

<strong>Acquaviva</strong><br />

24 Beata Vergine Maria Ausiliatrice:<br />

<strong>Altamura</strong> - S. Giovanni Bosco<br />

terz’ultima domenica San Matteo: <strong>Gravina</strong> - Mater Ecclesiae<br />

ultima domenica SS. Crocifisso:<strong>Gravina</strong> - Festa cittadina<br />

Corpus Domini diocesano: il giovedì; cittadino: la<br />

domenica<br />

giugno<br />

2 Sant’Erasmo: Santeramo in Colle<br />

- Festa patronale<br />

13 Sant’Antonio: <strong>Altamura</strong> - Immacolata;<br />

<strong>Gravina</strong> - S. Francesco<br />

Martedì dopo Pentecoste Madonna della Croce: <strong>Altamura</strong> -<br />

Chiesa Madonna della Croce<br />

Venerdì dopo il Corpus Domini Sacratissimo Cuore di Gesù: <strong>Altamura</strong>,<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti e<br />

Santeramo in Colle - Sacro Cuore<br />

luglio<br />

16 Beata Vergine Maria del Monte<br />

Carmelo: <strong>Altamura</strong> - S. Maria del<br />

Carmine; <strong>Gravina</strong> - S. Sofia; Santeramo<br />

in Colle - Chiesa del Carmine<br />

3


3<br />

26 Sant’Anna: <strong>Altamura</strong> - S. Anna<br />

agosto<br />

11 Beata Vergine Maria Addolorata:<br />

Poggiorsini - Festa patronale<br />

12 Madonna del Bosco: Spinazzola -<br />

Festa compatrona<br />

15 Assunzione della Beata Vergine<br />

Maria: <strong>Altamura</strong> - Festa patronale<br />

settembre<br />

1° Martedì Beata Vergine Maria di Costantinopoli:<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti - Festa<br />

patronale<br />

8 Natività della Beata Vergine Maria:<br />

<strong>Gravina</strong> - Madonna della Grazia;<br />

Santeramo in Colle - Annunziata<br />

seconda Domenica Maria SS. del Buoncammino: <strong>Altamura</strong><br />

- Festa cittadina<br />

14 Esaltazione della Santa Croce:<br />

Santeramo in Colle - SS. Crocifisso<br />

23 San Pio da Pietrelcina: <strong>Gravina</strong> -<br />

Mater Ecclesiae<br />

26 Santi Cosma e Damiano: <strong>Altamura</strong><br />

- S. Maria della Consolazione;<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti - S. Domenico<br />

29 Santi Arcangeli Michele, Gabriele<br />

e Raffaele: <strong>Gravina</strong> - Festa patronale;<br />

<strong>Altamura</strong> - S. Michele Arcangelo<br />

ottobre<br />

4 San Francesco d’Assisi: <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti - S. Francesco (marcia<br />

della pace)


7 Beata Maria Vergine del Rosario:<br />

<strong>Altamura</strong> - SS. Rosario; <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti - S. Domenico<br />

dicembre<br />

13 Santa Lucia: <strong>Gravina</strong> - Chiesa S.<br />

Lucia; <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti - S.<br />

Lucia<br />

3


3<br />

Costituzione<br />

del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici<br />

Prot. n. 48/2005<br />

• visto il Decreto di costituzione nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti del Consiglio Diocesano per gli Affari<br />

Economici, promulgato dal mio Venerato Predecessore, Mons.<br />

Tarcisio Pisani, in data 1 settembre 1987;<br />

• in seguito alla scadenza del mandato del medesimo Consiglio attualmente<br />

in carica, avvenuta in data 13 aprile 2004;<br />

• a norma dei cann. 492 e 493 del CJC, e dei nn. 26 e 27 dell’Istruzione<br />

in materia amministrativa, promulgata dalla Conferenza Episcopale<br />

Italiana in data 1 settembre 2005,<br />

con il presente Decreto<br />

costituisco<br />

il Consiglio Diocesano per gli Affari Economici<br />

per il quinquennio 2005-2010<br />

il quale risulta composto dai seguenti membri, che formalmente nomino:<br />

Avv. Nunzio Langiulli<br />

Avv. Massimo Marvulli<br />

Dott. Giuseppe Tragni<br />

Rag. Donata Ceglie<br />

Mons. Felice Posa<br />

Sac. Domenico Laddaga<br />

Sac. Giuseppe Pietroforte<br />

Nomino Segretario del suddetto Consiglio il Sac. Vincenzo Panaro.<br />

Alle riunioni del Consiglio parteciperanno il Sac. Luigi Dimarno,<br />

Economo diocesano, e il Sac. Vito Colonna, Vicario Generale.


Il presente Decreto ha effetto immediato.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 1 novembre 2005, Solennità di Tutti i Santi<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

3


3 0<br />

Costituzione<br />

del Consiglio di Amministrazione<br />

e del Collegio dei Revisori dei Conti<br />

dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero<br />

Prot. n. 55/2005<br />

• vista la Legge n. 222 del 20 maggio 1985 e le Disposizioni emanate<br />

dalla Conferenza Episcopale Italiana;<br />

• in seguito alla scadenza del mandato del Consiglio di<br />

Amministrazione e del Collegio dei Revisori dei Conti dell’Istituto<br />

Diocesano Sostentamento Clero attualmente in carica;<br />

• preso atto che il Clero diocesano, ai sensi degli artt. 7 e 18 dello<br />

Statuto del medesimo Istituto, ha designato su base elettiva i propri<br />

rappresentanti in seno ai suddetti Organismi;<br />

• individuati gli altri membri, la cui designazione spetta al Vescovo<br />

Diocesano,<br />

con il presente Decreto<br />

costituisco<br />

il Consiglio di Amministrazione<br />

ed il Collegio dei Revisori dei Conti<br />

dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero<br />

per il quinquennio 2005-2010<br />

i quali risultano rispettivamente composti dai seguenti membri:<br />

consiglio di amministrazione<br />

Presidente: Sac. Giuseppe Lofrese<br />

Vice Presidente: Sac. Giacomo Fiore


Consiglieri: Sac. Michele Lorusso<br />

Sac. Carlo Carducci<br />

Avv. Vito Barbieri<br />

Avv. Vincenzo Ardito<br />

Segretario: Sac. Domenico Laddaga<br />

collegio dei revisori dei conti<br />

Presidente: Rag. Donata Ceglie<br />

Membri: Sac. Saverio Ciaccia<br />

Rag. Giuseppe Fruttuoso<br />

Il presente Decreto ha effetto immediato.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 8 dicembre 2005, Solennità dell’Immacolata<br />

Concezione della B.V.M.<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

3 1


3 2<br />

Mons. Vescovo ha nominato:<br />

Nomine<br />

6 febbraio 2005 il Sac. Giuseppe Cifarelli, Vicario parrocchiale della<br />

Parrocchia del Sacro Cuore in <strong>Altamura</strong> (Prot. n.<br />

02/2005).<br />

27 marzo 2005 il Sac. Domenico Cornacchia, Parroco della Parrocchia<br />

del SS. Redentore in <strong>Altamura</strong> (Prot. n.<br />

11/2005).<br />

28 marzo 2005 la Prof.ssa Anna Maria Bosco, Presidente Diocesana<br />

di A.C. per il triennio 2005-2008 (Prot. n.<br />

12/2005).<br />

5 maggio 2005 l’Ins. Anna Maria Mastrorocco, Presidente diocesana<br />

del Movimento di Impegno Educativo di Azione<br />

Cattolica (MIEAC) per il triennio 2005-2008 (Prot.<br />

n. 17/2005).<br />

20 maggio 2005 P. Giacomo Paris, smm, Commissario dell’Associazione<br />

“Maria SS. del Buoncammino” in <strong>Altamura</strong>,<br />

“ad nutum Episcopi” (Prot. n. 18/2005).<br />

22 maggio 2005 Presidenti parrocchiali di A.C., per il triennio 2005-<br />

2008 (Prot. n. 19/2005), i Signori:<br />

Laurieri Francesco S. Maria Assunta - Cattedrale<br />

in <strong>Altamura</strong><br />

Ventura Maria Grazia Sacro Cuore in <strong>Altamura</strong><br />

Ciccimarra Maria S. Agostino in <strong>Altamura</strong><br />

Spatuzzo Anna S. Giovanni Bosco in <strong>Altamura</strong><br />

Cirrottola Michele S. Maria del Carmine in<br />

<strong>Altamura</strong><br />

Lorusso Maria S. Maria della Consolazione<br />

in <strong>Altamura</strong>


Lagonigro Maria S. Michele Arcangelo in<br />

<strong>Altamura</strong><br />

Marroccoli Maria S. Nicola in <strong>Altamura</strong><br />

Lettini Rocca SS. Rosario di Pompei in<br />

<strong>Altamura</strong><br />

Fiore Donato S. Sepolcro in <strong>Altamura</strong><br />

Lucariello Nicola S. Teresa in <strong>Altamura</strong><br />

Cannito Saverio SS. Trinità in <strong>Altamura</strong><br />

Forzati Francesco Gesù Buon Pastore in<br />

<strong>Gravina</strong><br />

Laddaga Michele Madonna della Grazia in<br />

<strong>Gravina</strong><br />

Carlucci Eustachio Mater Ecclesiae in <strong>Gravina</strong><br />

Ciurlia Rita S. Domenico in <strong>Gravina</strong><br />

D’Agostino Filippo S. Giovanni Battista in<br />

<strong>Gravina</strong><br />

Langiulli Teresa S. Giovanni Evangelista<br />

in <strong>Gravina</strong><br />

Dimattia Francesco S.S. Nicola e Cecilia in<br />

<strong>Gravina</strong><br />

Cicala Giovanni Spirito Santo in <strong>Gravina</strong><br />

Balestra Filomena SS. Crocifisso in <strong>Gravina</strong><br />

Campanale Giulio S. Eustachio in <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti<br />

Caporusso Antonio Sacro Cuore in <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti<br />

Morgese Domenico S. Domenico in <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti<br />

Colafemmina Angelo S. Francesco in <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti<br />

Ventura Maria Carmela S. Lucia in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti<br />

Stano Angela S. Maria Maggiore in <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti<br />

Mastropasqua S. Erasmo in Santeramo<br />

Francesca in Colle<br />

3 3


3 4<br />

Natuzzi Vito Nicola Sacro Cuore in Santeramo<br />

in Colle<br />

Lassandro Michele SS. Crocifisso in Santeramo<br />

in Colle<br />

Blasi Giuseppe S. Pietro Apostolo in Spinazzola<br />

Carbone Adriano Maria SS. Annunziata in<br />

Spinazzola<br />

Vitucci Francesco Maria SS. Addolorata in<br />

Poggiorsini<br />

1 settembre 2005 il Sac. Rocco Scalera, Parroco della Parrocchia<br />

del Sacro Cuore in Santeramo in Colle (Prot. n.<br />

26/2005);<br />

il Sac. Michele Lombardi, Parroco della Parrocchia<br />

di San Pietro Apostolo in Spinazzola (Prot. n.<br />

27/2005);<br />

il Sac. Giacomo Fiore, Parroco della Parrocchia di<br />

Santa Teresa in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 28/2005);<br />

il Sac. Vito Nuzzi, Parroco della Parrocchia di Sant’Erasmo<br />

in Santeramo in Colle (Prot. n. 29/2005);<br />

P. Mario Marino, ofm Conv., Parroco della Parrocchia<br />

di San Francesco d’Assisi in <strong>Gravina</strong> (Prot.<br />

n. 30/2005);<br />

P. Daniele Flavio M. Maiorano, ofm Conv., Vicario<br />

parrocchiale della Parrocchia di San Francesco<br />

d’Assisi in <strong>Gravina</strong> (Prot. n. 31/2005);<br />

P. Giuseppe Franco Tondo, ofm Conv., Vicario<br />

parrocchiale della Parrocchia Maria SS. Annunziata<br />

in Spinazzola (Prot. n. 32/2005);<br />

il Sac. Michele Capodiferro, Vicario parrocchiale


della Parrocchia Madonna della Grazia e Cappellano<br />

della Comunità <strong>delle</strong> Monache Carmelitane Scalze<br />

in <strong>Gravina</strong> (Prot. n. 33/2005);<br />

il Sac. Nunzio Falcicchio, Vicario parrocchiale della<br />

Parrocchia del SS. Redentore in <strong>Altamura</strong> (Prot. n.<br />

34/2005);<br />

il Sac. Giuseppe Cifarelli, Vice Rettore; il Sac.<br />

Francesco Saverio Colonna, Padre Spirituale,<br />

l’Accolito Giuseppe Loviglio, Animatore del Seminario<br />

Diocesano (Prot. n. 35/2005);<br />

il Sac. Michele Lombardi, Cappellano dell’Istituto<br />

Penitenziario di Spinazzola (Prot. n. 36/2005);<br />

il Sac. Angelantonio Cianciotta, Incaricato del Servizio<br />

Diocesano per la promozione del sostegno economico<br />

alla Chiesa (Prot. n. 37/2005);<br />

15 settembre 2005 il Sac. Vincenzo Panaro, Assistente Spirituale dell’Istituto<br />

Secolare Missionarie della Regalità di<br />

N.S. Gesù Cristo, per il triennio 2005-2008 (Prot. n.<br />

38/2005);<br />

il Sac. Domenico Giannuzzi, Assistente Diocesano<br />

unitario di A.C., per il triennio 2005-2008 e Assistente<br />

Diocesano del Movimento di Impegno Educativo<br />

di Azione Cattolica (M.I.E.A.C.) (Prot. n. 39/2005);<br />

il Sac. Luigi Lazzari, Vice Assistente Diocesano<br />

del Settore Adulti di A.C., per il triennio 2005-2008<br />

(Prot. n. 40/2005);<br />

il Sac. Nunzio Falcicchio, Vice Assistente Diocesano<br />

del Settore Giovani di A.C., per il triennio 2005-<br />

2008 (Prot. n. 41/2005);<br />

3


3<br />

il Sac. Giuseppe Cifarelli, Vice Assistente Diocesano<br />

dell’Azione Cattolica Ragazzi, per il triennio<br />

2005-2008 (Prot. n. 42/2005).<br />

25 settembre 2005 Mons. Francesco Paolo Colonna, Canonico del<br />

Capitolo della Cattedrale e Rettore della chiesa di S.<br />

Michele al Corso in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 43/2005);<br />

il Diac. Vincenzo Lopano, Collaboratore presso la<br />

Parrocchia del Sacro Cuore in Santeramo in Colle<br />

(Prot. n. 44/2005).<br />

1 ottobre 2005 il Sac. Mario Cavalera, sdv, Parroco della Parrocchia<br />

di S. Francesco in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti (Prot.<br />

n. 45/2005).<br />

1 novembre 2005 il Sac. Giuseppe Perrucci, Vicario parrocchiale<br />

della Parrocchia di S. Maria della Consolazione in<br />

<strong>Altamura</strong> (Prot. n. 47/2005).<br />

10 dicembre 2005 P. Giuseppe Franco Tondo, ofm Conv., Cappellano<br />

dell’Ospedale Civile di Spinazzola (Prot. n.<br />

56/2005).<br />

13 dicembre 2005 P. Mario Marino, ofm Conv., Confessore ordinario<br />

<strong>delle</strong> Monache Carmelitane Scalze e <strong>delle</strong> Suore<br />

Missionarie di Gesù Crocifisso in <strong>Gravina</strong> (Prot. n.<br />

57/2005);<br />

P. Giuseppe Pasquariello, ofm Conv., Confessore<br />

ordinario <strong>delle</strong> Monache Domenicane e Cappellano<br />

<strong>delle</strong> Suore Missionarie del Sacro Costato (Casa<br />

Madre) in <strong>Gravina</strong> (Prot. n. 58/2005).<br />

18 dicembre 2005 il Sac. Nunzio Falcicchio, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

diocesano Comunicazioni Sociali (Prot. n. 59/2005);


P. Maurizio Bevilacqua, cmf, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

Missionario diocesano (Prot. n. 60/2005).<br />

26 dicembre 2005 il Diac. Benito Bolognese, Vice Direttore dell’Ufficio<br />

diocesano Pellegrinaggi (Prot. n. 61/2005);<br />

l’Accolito Giuseppe Loviglio, Assistente Spirituale<br />

del Gruppo Scout “<strong>Gravina</strong> 2” (Prot. n. 62/2005).<br />

In data 1 ottobre 2005, previo assenso di Mons. Vescovo, il Segretario<br />

Generale della Conferenza Episcopale Italiana ha confermato il Sac.<br />

Alessandro Amapani, Aiutante di Studio presso il Servizio Nazionale<br />

per la Pastorale Giovanile, per il triennio 2005-2008.<br />

Incardinazione<br />

In data 1 ottobre 2005, previo Decreto di escardinazione a firma di S.E.<br />

il Card. Camillo Ruini, Vicario Generale di Sua Santità per la <strong>Diocesi</strong> di<br />

Roma, Mons. Vescovo ha incardinato nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti il Sac. Giuseppe Perrucci, del Clero della<br />

suddetta circoscrizione ecclesiastica (Prot. n. 46/2005).<br />

Mons. Vescovo ha confermato:<br />

Conferme<br />

21 aprile 2005 Lama Emanuele, Priore della Confraternita di<br />

S. Michele, con sede in <strong>Gravina</strong> in Puglia (Prot. n.<br />

14/2005).<br />

27 luglio 2005 il Sac. Giacomo Fiore, Direttore Diocesano dell’Unione<br />

Apostolica del Clero “ad triennium”<br />

(Prot. n. 22/2005).<br />

3


3<br />

Mons. Vescovo ha autorizzato:<br />

Autorizzazioni<br />

7 febbraio 2005 il Sac. Vito Incampo, Parroco della Parrocchia<br />

di S. Maria della Consolazione in <strong>Altamura</strong>, a concedere<br />

ipoteca di primo grado sostanziale a favore<br />

della Banca Popolare di Puglia e Basilicata su immobile<br />

sito in <strong>Altamura</strong>, Via Pola n. 10 (Prot. n.<br />

01/2005).<br />

1 marzo 2005 P. Pasquale Cenciarelli, Parroco della Parrocchia<br />

di S. Maria del Carmine in <strong>Altamura</strong>, ad acquistare<br />

l’immobile sito in <strong>Altamura</strong>, Via A. Angelastri<br />

n. 26-28-30 (Prot. n. 04/2005).<br />

11 marzo 2005 il Sac. Saverio Ciaccia a stipulare, in nome e<br />

per conto della Parrocchia del SS. Crocifisso in<br />

<strong>Gravina</strong>, il rogito notarile per:<br />

- la permuta di un locale di proprietà della suddetta<br />

Parrocchia con un locale di proprietà del Comune<br />

di <strong>Gravina</strong> in Puglia;<br />

- la formalizzazione dell’atto di ricognizione e consegna<br />

alla medesima Parrocchia <strong>delle</strong> aree retrostanti<br />

la chiesa, anch’esse di proprietà dello stesso<br />

Comune;<br />

- la cessione gratuita da parte della suddetta parrocchia<br />

dell’area attualmente destinata a campo di<br />

calcetto (Prot. n. 08/2005).<br />

21 marzo 2005 il Sac. Vito Incampo, Parroco della Parrocchia di<br />

S. Maria della Consolazione in <strong>Altamura</strong>, a stipulare<br />

contratto di mutuo ipotecario, della durata di<br />

quindici anni, presso l’Agenzia di <strong>Altamura</strong> della<br />

Banca Popolare di Milano (Prot. n. 09/2005).<br />

15 aprile 2005 il Sac. Giuseppe Pietroforte, Parroco della Parrocchia<br />

di S. Domenico in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti,


a procedere al trasferimento del suolo edificatorio<br />

già individuato nelle precedenti autorizzazioni del<br />

7 ottobre 2002 e 9 giugno 2003, atteso che tale pagamento<br />

traslativo darebbe piena ed esatta esecuzione<br />

alle volontà testamentarie della defunta Tria<br />

Rosa (Prot. n. 13/2005).<br />

29 aprile 2005 il Sac. Giuseppe Lofrese, Presidente del Capitolo<br />

Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, a proporre ricorso in Cassazione<br />

avverso la sentenza della Corte di Appello<br />

di Bari - Sezione I - n. 413/2004 del 04.05.2004,<br />

ed a sottoscrivere procura speciale alle liti per la<br />

proposizione del detto ricorso in Cassazione all’avv.<br />

Natale Clemente (Prot. n. 15/2005).<br />

11 luglio 2005 il Sac. Domenico Giannuzzi, Parroco “in solidum”<br />

della Parrocchia di S. Eustachio in <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti, ad acquistare l’immobile<br />

sito in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Via F. Pepe n. 66-68<br />

(Prot. n. 21/2005).<br />

25 agosto 2005 P. Giuseppe Rolli, Parroco della Parrocchia Maria<br />

SS. Annunziata in Spinazzola, a vendere un<br />

appartamento al primo piano del fabbricato condominiale<br />

sito in Spinazzola, Corso Umberto I n.<br />

142, e affidare in regolare locazione i locali ubicati<br />

al piano terra dello stesso fabbricato condominiale<br />

(Prot. n. 24/2005);<br />

il Sac. Guerino Perrucci, Parroco della Parrocchia<br />

di S. Michele Arcangelo in <strong>Altamura</strong>, a stipulare<br />

contratto di mutuo chirografario, della durata<br />

di tre anni, presso l’Agenzia di <strong>Altamura</strong> della<br />

Banca Popolare di Milano (Prot. n. 25/2005).<br />

7 novembre 2005 Mons. Diego Carlucci, Rettore e Legale Rappresentante<br />

della Chiesa di S. Lorenzo martire in <strong>Altamura</strong>,<br />

rinnovando l’autorizzazione concessa il<br />

3


3 0<br />

Mons. Vescovo ha concesso la licenza:<br />

23.07.2001 a seguito del frazionamento dell’originaria<br />

particella 48, a donare a favore del Comune<br />

di <strong>Altamura</strong> un terreno sito nel medesimo Comune,<br />

Via Golgota (zona <strong>delle</strong> Cappelle), foglio 166,<br />

particella 1132, di are 4 e ca. 52, affinché lo stesso<br />

Comune possa provvedere alla sistemazione di<br />

tutta la zona (Prot. n. 50/2005).<br />

Licenze<br />

1 marzo 2005 a Colaninno Vito, Priore della Confraternita di<br />

Maria SS. del Carmine, con sede in <strong>Gravina</strong> in Puglia<br />

presso la chiesa di Santa Sofia, per adire le vie<br />

legali nei confronti della Sig.ra Lobifaro Teresa, ed<br />

eventualmente anche nei confronti dei suoi Germani<br />

(Prot. n. 03/2005).<br />

3 marzo 2005 a S.E. Mons. Domenico Padovano, Vescovo di<br />

Conversano-Monopoli, per conferire il Ministero<br />

dell’Accolitato al Seminarista Giuseppe Loviglio<br />

(Prot. n. 05/2005) e del Lettorato ai Seminaristi Nicola<br />

Chiarulli (Prot. n. 06/2005) e Francesco Elia<br />

(Prot. n. 07/2005).<br />

2 maggio 2005 al Sac. Giuseppe Lofrese, Presidente del Capitolo<br />

Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, per alienare, in favore della<br />

Sig.ra Rosata Rosa, il diritto di censo sull’immobile<br />

sito in <strong>Gravina</strong> in Puglia, Via Porticella n. 35<br />

(Prot. n. 16/2005).<br />

5 dicembre 2005 a S.E. Mons. Michele Castoro, Vescovo di<br />

Oria, per conferire il Ministero dell’Accolitato<br />

ai Seminaristi Francesco Elia (Prot. n. 53/2005) e<br />

Nicola Chiarulli (Prot. n. 54/2005).


Mons. Vescovo ha approvato:<br />

Riconoscimenti e Approvazioni<br />

7 novembre 2005 le modifiche dello Statuto della Fraternità “Marta e<br />

Maria”:<br />

a) vengono modificati o precisati gli articoli 15 -<br />

17 - 19 - 21 - 22 - 23 - 28 - 32 - 37 - 40 - 41 - 48<br />

- 51 - 59 - 61 - 64 - 65 - 69 - 70 - 71 - 73;<br />

b) viene abolito il vecchio articolo 42;<br />

c) vengono approvati tre nuovi articoli (Prot. n.<br />

51/2005).<br />

10 novembre 2005 il progetto esecutivo “Memoriae Ecclesiae Murgiae”,<br />

con il relativo quadro economico e la copertura<br />

finanziaria nella misura di € 30.617,00, conferendo<br />

l’incarico di Responsabile Unico del Procedimento<br />

al Sac. Domenico Giannuzzi, il quale sarà<br />

coadiuvato nelle fasi di esecuzione tecnico-amministrativa<br />

di ogni singolo intervento dall’Avv. Vincenzo<br />

Casucci e dall’Arch. Marzia Basile (Prot. n.<br />

52/2005).<br />

Idoneità all’Insegnamento della Religione Cattolica<br />

30 dicembre 2005 Mons. Vescovo ha rilasciato il Decreto di idoneità<br />

all’insegnamento della Religione Cattolica nelle<br />

Scuole Statali Primarie e dell’Infanzia ai seguenti<br />

Insegnanti (Prot. n. 63-314/2005):<br />

Abiusi Nunziata, Abiusi Antonia, Acquafredda<br />

Giacomina, Ambrosecchia Stefania, Ambrosio<br />

Margherita, Angelastro Rosanna, Antonucci Maria<br />

Filippa, Ardino Caterina, Bartolomeo Angela, Bartolomeo<br />

Giuseppina, Battezzato Giacomina, Berlino<br />

Rosa, Bitetti Caterina, Bitetti Giuseppina, Boffilo<br />

Giovanna, Bolognese Anna Gabriella, Bosco<br />

Marisa, Bruno Dorotea, Bruno Rosa, Bruno Gra-<br />

3 1


3 2<br />

ziella, Buonamassa Rosa, Calamiello Maria Teresa,<br />

Calia Angela, Calia Laura, Calia Elena, Calia<br />

Angela, Calia Laura, Campanale Maria, Cannito<br />

Pileria, Capone Chiara, Capone Maddalena, Caponio<br />

Elisabetta, Capozzo Nunziata, Cappiello Maria<br />

G., Caputo Alessandra, Carlucci Rosa, Carlucci<br />

Palma Rosa, Carlucci Maddalena, Carone Ermelinda,<br />

Carone Giovanna, Carretta Antonia, Casella<br />

Angela, Casino Grazia, Cassano Maria Giovanna,<br />

Casacci Marzia, Centoducati Lucia, Chiapparino<br />

Grazia Maria, Cifarelli Cornelia, Cifarelli Antonia,<br />

Ciliberti Rosanna, Cirrottola Anna, Colacicco Vita<br />

Nunzia, Colangiulo Antonia, Colavito Annamaria,<br />

Colavito Maria, Colonna Anna, Colucci Francesca,<br />

Conca Marianna, Conese Maria Carmela, Conese<br />

Chiara Maria, Creanza Patrizia Maria, Creanza<br />

Carmela, D’Agostino Anna, D’Ambrosio Angela,<br />

De Felice Felicia, De Marinis Antonia, De Ruvo<br />

Cosima Maria A., Debellis Domenica, D’Effremo<br />

Anna, D’Erario Anna, Derosa Arcangela, Di Noia<br />

Margherita, Diele Angela, Digennaro Maria Vincenza,<br />

Digirolamo Anna Rosa, Digirolamo Rosella,<br />

Dileo Anna, Dileone Maria, Dimattia Pasqua,<br />

Dinicolamaria Teresa, Dipalo Angelica, Disabato<br />

Laura, Donnoli Annunziata, Eramo Concetta, Eramo<br />

Pierina, Falcicchio Vita, Fasano Anna Maria,<br />

Ferrulli Vita, Ferrulli Leonarda, Ferrulli Giuseppa,<br />

Filimbeni Micaela, Fraccalvieri Annunziata, Franchini<br />

Aurelia, Franco Filomena, Franco Margherita,<br />

Franco Anna, Frizzale Anna, Gentile Maria Angela,<br />

Giordano Caterina, Giorgio Anna Maria, Giove<br />

Teresa, Grasso Caterina, Grimaldi Anna Maria,<br />

Guerrieri Marianna, Guglielmi Mariagrazia, Ivone<br />

Anna, Labarile Teresa, Labarile Felicia, Labarile<br />

Maria, Laborante Rosa Anna, Lacarpia Filippina,<br />

Laiso Graziella, Lamuraglia Mariagrazia, Langone<br />

Giuseppina, Lanzolla Antonia, Lanzolla Angela<br />

Vita, Lanzolla Maria Antonia, Lasalandra Rosa,


Lasaponara Angela, Lella Angela, Leone Francesca,<br />

Leone Vita Maria, Lillo Carmela, Loglisci<br />

Maria Letizia, Loiudice Angela, Loporcaro Anna,<br />

Lorusso Anna, Lorusso Maria, Lorusso Giuseppina,<br />

Losacco Rosa, Losito Agata Anna, Lucarelli<br />

Antonia Paola, Lucariello Teresa, Luisi Olimpia,<br />

Lupariello Margherita, Maggipinto Maria Lucia,<br />

Magliocco Anna, Maiullari Addolorata, Manchisi<br />

Giacoma, Manciavillano Carmela, Mandolino<br />

Isabella, Manicone Maria, Mannarella Anna Maria,<br />

Mannarella Eufemia, Marcogiuseppe Luigina,<br />

Maremoti Silvana Amalia, Marino Gerarda, Mascolo<br />

Angela, Massaro Elisa, Mastrandrea Cecilia,<br />

Mastrandrea Maddalena, Mazzarella Eufemia,<br />

Mele Antonia, Mercadante Anna Maria, Messina<br />

Concetta, Miglionico Donata, Montarulo Maria,<br />

Montemurro Maria, Moramarco Grazia, Moramarco<br />

Chiara, Moramarco Lucia, Musci Caterina,<br />

Musci Santa, Mussella Maria Giuseppa, Nacci Maria<br />

Concetta, Nacucchi Angela, Napoletano Maria<br />

Rosaria, Natuzzi Vita Maria, Natuzzi Francesca,<br />

Natuzzi Anna, Nocco Costanza, Nolasco Maria<br />

Rosaria, Nuzzi Nunzia, Pacella Daniela, Panzarino<br />

Vincenza, Parisi Maria Vincenza, Passiatore<br />

Domenica, Paulangelo Anna Maria, Pellicola Antonia,<br />

Pellicola Francesca, Perniola Elisabetta, Perniola<br />

Angela, Perniola Giulia Giovanna V., Petrafesa<br />

Antonia, Petragallo Grazia, Petrocelli Rosalia,<br />

Pietrocola Anna, Piizzi Chiara, Plasmati Brigida,<br />

Polignieri Marianna, Polignieri Faustina, Porfido<br />

Giuseppina, Porfido Domenica, Porzia Maria<br />

Teresa, Quatraro Francesca, Ragone Fortunata,<br />

Raimondi Anna Maria, Rifino Benedetta, Rinaldi<br />

Pasqua, Riviello Carmela, Rizzotti Maria, Romito<br />

Tiziana, Ruzzi Maria Raffaella, Sacino Vita Maria,<br />

Saracino Maria Nicola, Sardone Leonarda, Sardone<br />

Maria, Savino Rosa, Scalera Virginia, Schiavino<br />

Angela, Seminara Anna Maria, Silletti Anna, Sil-<br />

3 3


3 4<br />

vestri Carmela, Simone Rosa Maria, Simone Angela,<br />

Sportelli Maria Angela, Squicciarini Francesca<br />

Domenica, Squicciarino Maria, Stacca Paola,<br />

Stasolla Angela, Tafuni Giovanna Teresa, Tafuni<br />

Raffaella, Tamburrino Maria Giovanna, Tangorra<br />

Daniela, Tangorra Immacolata, Tenaglia Cecilia<br />

Cira, Tritto Michelina, Tritto Maria Rosaria, Trotta<br />

Porsia, Ubbriaco Raffaella, Venezia Bruna, Visci<br />

Maria Ciriaca, Visci Maria, Visci Maria Giuseppe,<br />

Volpe Rosa, Volpe Anna, Volpe Annunziata, Volpe<br />

Antonia, Zerni Maria Giuseppa, Natuzzi Domenica,<br />

Volpe Luciana, Leone Letizia Angela, Lomurno<br />

Maria Antonia, Lovecchio Domenica, Marroccoli<br />

Vita Maria, Masiello Giulia, Mercede Filomena,<br />

Nigro Domenica, Pepe Carmela, Zucchetti Silvana,<br />

Carone Chiara, Ventura Caterina.<br />

Mons. Vescovo ha rilasciato il Decreto di idoneità<br />

all’insegnamento della Religione Cattolica nelle<br />

Scuole Secondarie di primo e secondo grado ai seguenti<br />

Docenti (Prot. n. 315-316/2005):<br />

Attanasio Maria Assunta, Simone Vitalba.


Ordinazioni<br />

Il 5 febbraio 2005, nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, Mons. Vescovo ha conferito<br />

l’Ordine del Presbiterato al Diacono Don Giuseppe Cifarelli,<br />

del Clero diocesano.<br />

Il 17 settembre 2005, nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, Mons. Vescovo ha<br />

conferito l’Ordine del Diaconato al Seminarista Vincenzo Lopano,<br />

della Comunità parrocchiale della SS. Trinità in <strong>Altamura</strong>, incardinandolo<br />

nel Clero diocesano.<br />

Ministeri<br />

Il 6 marzo 2005, nella Cappella Maggiore del Pontificio Seminario Regionale<br />

“Pio XI” di Molfetta, S.E. Mons. Domenico Padovano, Vescovo<br />

di Conversano-Monopoli, previe lettere dimissorie del Vescovo diocesano,<br />

ha conferito il Ministero dell’Accolitato al Seminarista Giuseppe<br />

Loviglio, della Comunità parrocchiale Mater Ecclesiae in <strong>Gravina</strong>; il<br />

Ministero del Lettorato ai Seminaristi Nicola Chiarulli, della Comunità<br />

parrocchiale di S. Francesco in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, e Francesco<br />

Elia, della Comunità parrocchiale della Madonna della Grazia in <strong>Gravina</strong>.<br />

Il 24 marzo 2005, durante la Messa In Coena Domini nella Cattedrale di<br />

<strong>Altamura</strong>, Mons. Vescovo ha istituito Ministri straordinari della Comunione<br />

i Signori:<br />

Ceglia Giovanni<br />

(Parrocchia S. Maria Assunta - Cattedrale in <strong>Altamura</strong>)<br />

Martimucci Vito, Massaro Irene, Panaro Concetta<br />

(Parrocchia Sacro Cuore in <strong>Altamura</strong>)<br />

Langone Luigi<br />

(Parrocchia S. Teresa in <strong>Altamura</strong>)<br />

Dimattia Giuseppe, Dipalo Cesare<br />

(Parrocchia S.S. Pietro e Paolo in <strong>Gravina</strong>)<br />

3


3<br />

Lavermicocca Leonardo<br />

(Parrocchia S. Maria Maggiore in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Altieri Eleonora<br />

(Parrocchia Maria SS. Addolorata in Poggiorsini)<br />

L’11 dicembre 2005, nella Cappella Maggiore del Pontificio Seminario<br />

Regionale “Pio XI” di Molfetta, S.E. Mons. Michele Castoro, Vescovo<br />

di Oria, previe lettere dimissorie del Vescovo diocesano, ha conferito il<br />

Ministero dell’Accolitato ai Seminaristi Nicola Chiarulli, della Comunità<br />

parrocchiale di S. Francesco in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, e Francesco<br />

Elia, della Comunità parrocchiale della Madonna della Grazia in <strong>Gravina</strong>.


Introduzione<br />

“Quale animazione pastorale<br />

per la crescita di Comunità cristiane<br />

come Comunità di salute<br />

e di servizio alla vita”<br />

Relazione<br />

tenuta al 7° Convegno Nazionale della C.E.I.<br />

per i Direttori degli Uffici diocesani<br />

per la Pastorale della Salute<br />

su: “Chiesa: Comunità di salute e di servizio alla vita<br />

nel contesto attuale”.<br />

Chianciano Terme (SI)<br />

20-22 giugno 2005<br />

Dopo aver ascoltato i temi magistralmente trattati da maestri e da<br />

esperti, è legittima e ovvia la domanda: cosa fare per far diventare le nostre<br />

parrocchie “Comunità di salute e di servizio alla vita?”.<br />

Credo che molte risposte sono state date dai Relatori che hanno guidato<br />

la riflessione e il dialogo di questo Convegno, e molta luce su questo<br />

punto possiamo attingere nei Documenti Pontifici, nelle Note Pastorali,<br />

negli Atti dei Convegni passati.<br />

Ma se la domanda torna, è segno che la questione della pastorale della<br />

salute, pur avendo raggiunto picchi di grande chiarezza sul piano teologico,<br />

non trova ampia traduzione e felice conferma nella pratica.<br />

La pastorale della salute, pur impegnando più persone, e pur riscuotendo<br />

una relativa attenzione nelle parrocchie, non ancora risponde, se<br />

non in piccolissima parte, alle istanze di cura, di vicinanza, di aiuto che<br />

vengono dal territorio.<br />

Le famiglie, gli operatori pastorali di altri settori, in genere, restano<br />

fuori da una doverosa presa di coscienza dalle proprie responsabilità,<br />

finché non si è colpiti in prima persona nella salute propria o dei propri<br />

cari.<br />

Per sapere che tipo di animazione pastorale scegliere, quali mezzi o<br />

criteri formativi adottare per educare la Comunità a crescere come Comunità<br />

di salute e di servizio alla vita, penso che sia necessario:<br />

3


3<br />

1) mettere a fuoco cosa intendiamo per “Salute”, di quale salute parliamo;<br />

di quale salute la Comunità deve farsi portatrice.<br />

2) Quali sono i segni del bisogno di salute nella Comunità, e di quali<br />

servizi necessita la cura della vita.<br />

Voi, che avete molta più esperienza di me, sapete quanto è esaltante e<br />

drammatica, delicata e difficile la presenza cristiana e sacerdotale accanto<br />

alla sofferenza; ma sapete anche quanto siamo lontani da Comunità cristiane<br />

che si possano definire Comunità di salute e di servizio alla vita.<br />

Salute e vita sono due realtà ampie e onnicomprensive, che non possono<br />

ricevere risposte riduttive, parziali, sul piano pastorale.<br />

Basta guardare le nostre parrocchie: senza sottovalutare quello che si<br />

fa, dobbiamo riconoscere che i campi ancora inesplorati dei bisogni di<br />

salute sono molto più vasti <strong>delle</strong> piccole aiuole che sacerdoti e persone<br />

di buona volontà, curano.<br />

E tutto ciò che essi fanno è ignorato sia dagli altri operatori pastorali,<br />

sia dalla comunità.<br />

Una “comunità di salute” e di “servizio alla vita” può sembrare ideale<br />

irraggiungibile, ma è necessario avvicinarsi quanto più è possibile,<br />

animati dalla speranza.<br />

I<br />

LA SALUTE<br />

A - Definire la salute non è facile, perché è un concetto che nel tempo ha<br />

subìto una evoluzione culturale.<br />

1) Una prima definizione del concetto di salute è: assenza di malattia<br />

o di alterazioni biopsichiche che alterano l’organismo. La<br />

medicina ha funzione curativa.<br />

2) L’Organizzazione mondiale della Sanità (22.07.1946) definisce<br />

la salute come: “stato di completo benessere fisico, psichico e<br />

sociale, e non solo di assenza di malattia e di infermità”. È un<br />

concetto positivo di salute. La medicina diventa preventiva.<br />

3) Un concetto attuale di salute è: l’equilibrio dinamico, (all’interno)<br />

della persona corpo, psiche e spirito e, (all’esterno), tra<br />

soggetto e ambiente. In questa visione della salute, quando si<br />

parla di salute, non ci si riferisce solo al corpo, ma a tutto l’uomo;<br />

acquista importanza l’ambiente fisico, familiare e sociale.


Nota C.E.I. (1989), La pastorale della salute nella Chiesa Italiana, n.<br />

6: “Il concetto di salute ha acquistato nuove e importanti connotazioni.<br />

Non si rapporta, infatti, unicamente a fattori fisici e organici, ma coinvolge<br />

le dimensioni psichiche e spirituali della persona, estendendosi<br />

all’ambiente fisico, affettivo, sociale e morale in cui la persona vive ed<br />

opera. Un rapporto profondo viene avvertito tra salute, qualità di vita e<br />

benessere dell’uomo”.<br />

Per B. Haring: “Una persona è sana, quando è abitualmente capace<br />

di vivere, utilizzando tutte le facoltà o energie in suo possesso e realmente<br />

disponibili… in ogni situazione… per sviluppare… il massimo di<br />

amore ablativo in Cristo…” (Etica Medica, Edizioni Paoline, Cinisello<br />

Balsamo 1970, pp. 252-255).<br />

Si può avere una persona sana anche se fisicamente o psichicamente<br />

compromessa; come una persona può essere ammalata anche se pienamente<br />

efficiente dal punto di vista fisico-psichico. Di qui, due osservazioni:<br />

a) la salute non è indispensabile, per essere utili agli altri o alla società<br />

(è una verità che sfugge alle ideologie materialistiche).<br />

b) Ma è anche vero che la malattia è causa di difficoltà per la salute<br />

della persona.<br />

B - Come promuovere la cultura della salute<br />

L’uomo è innanzitutto “corporeità”, e quindi è importante curare la<br />

sua dimensione biologica e fisica; ma nell’uomo ci sono anche forze psichiche<br />

e spirituali che con la corporeità formano l’unità della vita umana.<br />

Ogni malattia ha ripercussione sulla psiche, come ogni anomalia psichica<br />

o spirituale si ripercuote sulla totalità della persona.<br />

Molte cause di logoramento dipendono:<br />

1) dall’uomo (droghe, alcool, abusi sessuali);<br />

2) dall’ambiente familiare e sociale (amore, educazione ai valori non<br />

ricevuti);<br />

3) dall’ambiente ecologico.<br />

Una educazione sanitaria deve partire dalla coscienza che la vita e la<br />

salute sono dono di Dio e devono essere accolte secondo la volontà del<br />

donatore (difendere, valorizzare, apprezzare, …).<br />

3


3 0<br />

La salute, tuttavia, non è un bene assoluto: la vita vale più della salute;<br />

vale infinitamente anche quando la salute manca, in qualunque stadio<br />

della vita.<br />

La salute deve essere difesa dall’inquinamento ecologico, dalla manipolazione<br />

biologica (contraccettivi, abusi di farmaci).<br />

Quando la salute è minata o limitata, fare pastorale della salute significa<br />

non nascondere, aiutare ad accettare, insegnare a valorizzare la<br />

malattia.<br />

Formare “Comunità di salute” significa impegnare tutti, formare tutti<br />

a curare la salute, prevenire pericoli fisici, psichici, sociali.<br />

Avere il coraggio di ostacolare l’idolatria della salute, come bene a<br />

cui si sacrifica tutto.<br />

C - “La Pastorale della Salute nella Chiesa italiana”<br />

(Nota Past. C.E.I. - 1989)<br />

Nella Comunità, chi deve curare la salute? Chi se ne deve occupare?<br />

La Pastorale della Salute è: “la presenza e l’azione della Chiesa per<br />

recare la luce e la grazia del Signore a coloro che soffrono e a quanti se<br />

ne prendono cura. Non viene rivolta solo ai malati, ma anche ai sani,<br />

ispirando una cultura più sensibile alla sofferenza, all’emarginazione e<br />

ai valori della vita e della salute” (Nota C.E.I. - 1989, n. 19).<br />

Questa sintetica descrizione della Pastorale della Salute, intesa come<br />

modo di essere e di operare della Comunità cristiana, e non come riduttivo<br />

rapporto tra sacerdote e fedele, sul piano teologico segna un superamento<br />

di visione anguste, ma sul piano della pratica pastorale segna<br />

ancora il passo.<br />

L’ecclesiologia di comunione proposta dal Vaticano II investe tutti i<br />

membri della Chiesa della responsabilità di curare gli infermi e i sofferenti.<br />

Tutti: religiosi-religiose e i laici sono chiamati ad essere presenti nel<br />

mondo della salute.<br />

Anche i malati (Christifideles laici, n. 54) sono non solo destinatari,<br />

ma soggetti e protagonisti, non solo perché interessati, ma soprattutto<br />

perché testimoni credibili.<br />

Sono coinvolti familiari e parenti; medici e infermieri cristiani.<br />

Senza la loro azione è impossibile una “pastorale ecclesiale della salute”;<br />

ma bisogna far prendere loro coscienza del battesimo, dell’incorporazione<br />

a Cristo e formarli.


Nel dialogo di tutte le forze della Comunità, è possibile “leggere” i<br />

segni dei tempi e progettare l’azione pastorale per il luogo e il tempo in<br />

cui operare.<br />

Un discernimento “comunitario” permette di perseguire gli obiettivi<br />

propri della pastorale sanitaria.<br />

Il n. 20 della Nota C.E.I. (1989) li sintetizza così:<br />

1) illuminare con la fede i problemi suscitati dalla ricerca scientifica e<br />

dalle tecniche di intervento sulla vita e sulla persona.<br />

2) Educare al valore della vita e promuovere il valore della vita.<br />

3) Contribuire ad umanizzare i servizi socio-sanitari.<br />

4) Aiutare il malato a vivere con fede e dignità la sua sofferenza.<br />

5) Far scoprire ai disabili il valore di “essere” rispetto al “fare”: la vita è<br />

un valore superiore alla salute.<br />

6) Essere accanto alla famiglia perché viva con fede la malattia dei propri<br />

congiunti.<br />

7) Formare gli operatori sanitari.<br />

8) Sensibilizzare Istituzioni e Comunità sui problemi della salute.<br />

Sono obiettivi che conoscete: li ho richiamati perché non devono<br />

sfuggirci le conseguenze pratiche di questi enunciati.<br />

Dunque, oggi, la pastorale della salute è un’azione molto più ampia<br />

e lungimirante della semplice assistenza agli infermi; è un campo molto<br />

più vasto di attenzione e di intervento.<br />

La pastorale della salute abbraccia situazioni e realtà che vanno molto<br />

al di là della infermità in senso stretto e punta ai traguardi che superano<br />

la ricerca di benessere fisico.<br />

La pastorale della salute ha come obiettivo finale l’incontro con Dio,<br />

ma non è solo dare a tutti i costi sacramenti; è impegno di evangelizzazione<br />

attraverso una grande umanità.<br />

La pastorale della salute, attenta ai segni dei tempi, deve farsi coscienza<br />

critica quando è in gioco la difesa della vita e la dignità della<br />

persona.<br />

La pastorale della salute non è impegno autonomo per addetti ai lavori,<br />

ma azione organica e coordinata con tutte le espressioni di pastorale<br />

ordinaria della comunità cristiana.<br />

La Comunità ecclesiale, infatti, è il primo soggetto dell’azione pastorale<br />

a servizio della vita e della salute.<br />

3 1


3 2<br />

II<br />

QUALI BISOGNI DI SALUTE NELLA COMUNITà!<br />

A - Una mappa dei bisogni di salute di vita, anche se veloce e panoramica,<br />

sarà sempre incompleta.<br />

Ma è necessario osservarla per renderci più chiaramente conto di:<br />

quanto c’è da fare, quanto poco e quanto malamente operiamo.<br />

Procediamo per esemplificazione:<br />

a) si moltiplicano in Italia e all’estero casi di eliminazione dei propri<br />

figli di pochi mesi, oltre gli innumerevoli casi di abbandono dopo<br />

il parto.<br />

Dietro questi gesti c’è un disperato bisogno di salute psichica, affettiva,<br />

spirituale. È Pastorale della Salute l’accompagnamento e il<br />

sostegno <strong>delle</strong> mammine sempre più impreparate alla maternità.<br />

b) I figli che uccidono i genitori giovani o anziani, non sono un semaforo<br />

rosso di “solitudine”, di assenza di valori, di rapporti familiari<br />

conflittuali culminati nel delitto?<br />

c) Droga, alcool, sesso senza regole denunciano vuoti paurosi di senso<br />

della vita, di rispetto della salute propria ed altrui.<br />

d) È Pastorale della Salute della vita:<br />

– la presenza nelle famiglie “vittime vere” <strong>delle</strong> stragi del sabato<br />

sera;<br />

– l’assistenza alle donne che vogliono abortire o che hanno abortito.<br />

e) I familiari dei malati cronici, dei disabili, spesso trascurati dai servizi<br />

sociali, in condizioni di grave disagio finanziario, sono anch’essi<br />

“malati” da curare psicologicamente, spiritualmente e materialmente.<br />

f) Gli undicimila giovani dai 15 ai 39 anni, che ogni anno si ammalano<br />

di tumore, su una fascia giovanile di 22 milioni di individui;<br />

e tutti i malati di tumore, che, oltre a lottare con il male, devono<br />

combattere contro tutte le ripercussioni che si scatenano a livello<br />

affettivo, psicologico, sociale, sul piano della fiducia, della speranza<br />

nel futuro, della fede, …hanno bisogno di comunicare, di<br />

fare gruppo, di collaborare, di essere sostenuti psicologicamente e<br />

spiritualmente nei rapporti con se stessi, con i figli, con Dio.<br />

Hanno bisogno di informazione, di aiuto nel disbrigo <strong>delle</strong> pratiche,<br />

di accompagnamento o trasporto.


Hanno bisogno di essere aiutati a scoprire la loro condizione di<br />

soggetti attivi nella vita e nella pastorale della parrocchia.<br />

g) In ogni Comunità sono molti i disabili, e molti sono i loro problemi,<br />

specialmente se sono adulti o soli.<br />

Molti sono anche gli anziani, pochi si preparano a vivere bene la terza<br />

e la quarta età: molto si può fare per gli anziani autosufficienti sul<br />

piano della socializzazione e del volontariato, e molto di più si può<br />

ottenere da loro.<br />

h) Molte sono le situazioni che sul piano familiare, affettivo, economico,<br />

culturale, sociale, morale, religioso, esercitano influssi<br />

negativi e inquinanti sulla salute psichica, spirituale, fisica <strong>delle</strong><br />

persone. Situazioni che una “Comunità di salute di vita” non può<br />

ignorare.<br />

i) I gravi e delicatissimi quesiti dell’ultimo referendum, al di là dei<br />

risultati, al di là dei linciaggi, <strong>delle</strong> analisi gratuite, <strong>delle</strong> accuse<br />

offensive… ci hanno fatto prendere coscienza di un altro grave<br />

compito della pastorale della salute <strong>delle</strong> Comunità cristiane: inculcare<br />

in tutte le età la cultura della vita, la verità scientifica sulla<br />

vita e sulla persona. I veri ignoranti non erano coloro che hanno<br />

scelto di non votare; ma quei circa dieci milioni che hanno votato<br />

“SI” senza rendersi conto <strong>delle</strong> gravi e irreparabili conseguenze<br />

che poteva avere la loro scelta.<br />

Quale pastorale della salute, riduttivamente intesa, potrebbe rispondere<br />

a queste istanze?<br />

Nella veloce zumata di bisogni, abbiamo notato tutti come: la Pastorale<br />

della Salute non può fare a meno della Pastorale della Famiglia,<br />

della Pastorale Giovanile, della Caritas, così non può fare a meno di Catechisti,<br />

di chi si occupa di liturgia, di tempo libero, di cultura, di volontariato.<br />

La Pastorale della Salute è per natura sua pastorale comunitaria e unitaria:<br />

deve trasfondersi come per osmosi in tutti i settori pastorali, e deve<br />

assorbire e coinvolgere tutti i settori pastorali, se vuole diventare pastorale<br />

della comunità: cioè di tutta la comunità che serve la salute, di tutta<br />

la comunità che è raggiunta dai buon samaritani che fanno pastorale della<br />

salute.<br />

Purtroppo, dobbiamo avere l’umiltà di riconoscere che: se le nostre<br />

parrocchie fossero aziende, molte, forse moltissime, sarebbero già fallite.<br />

3 3


3 4<br />

Segreto dello sviluppo di un’azienda sono: la formazione, l’aggiornamento,<br />

la conoscenza <strong>delle</strong> domande di mercato, l’apertura alle nuove<br />

tecnologie, le verifiche periodiche, l’organizzazione del lavoro, la programmazione<br />

e il coordinamento: è tutto ciò che da altri livelli e per<br />

scopi ben più alti, manca nelle nostre parrocchie.<br />

Si cede facilmente alla tentazione di promuovere sul campo, ritenendo<br />

tempo perso la formazione.<br />

B - Che cosa dobbiamo fare?<br />

È una domanda biblica: quando la si è posta e si è accolta la risposta,<br />

si sono verificati grandi eventi di salvezza.<br />

Se vogliamo evitare di dire belle parole, frasi fatte, slogan a effetto,<br />

a cui non segue nulla, mentre carenze e ritardi restano sempre gli stessi;<br />

per non sognare e per non ritenere utopistico il traguardo di un a Comunità<br />

di salute, dobbiamo avere il coraggio di riconoscere i punti deboli<br />

della pastorale.<br />

Ne indico solo due; sorvolo sul primo, mi fermo un momento sul secondo<br />

e concludo.<br />

Il primo punto debole è la formazione di sacerdoti, operatori sanitari,<br />

volontari, persone impegnate in tutti i campi della pastorale: formazione<br />

spirituale, umana, teologica, ecclesiale. Ma di questo si è parlato e si<br />

parla frequentemente.<br />

Il secondo punto debole è la formazione e la conversione pastorale<br />

all’unità. Spesso mi chiedo se la prima malata di cui la Pastorale della<br />

Salute deve prendersi cura non sia proprio la stessa pastorale. La distinzione<br />

sul piano dell’approfondimento teologico-pastorale tra: pastorale<br />

familiare, vocazionale, caritativa, sanitaria, catechetica, liturgica, giovanile,<br />

sociale, del tempo libero, della comunicazione, del turismo non<br />

deve portarci a scomporre il meraviglioso e unitario volto della pastorale,<br />

fino a sentire tutta la difficoltà di mettere <strong>insieme</strong> i pezzi; non deve<br />

farci cadere in un divisionismo pastorale, per cui gli operatori nei diversi<br />

ambiti pastorali si sentano soli e avvertano il peso del disinteresse di tutti<br />

gli altri.<br />

La parrocchia nel suo interno, le parrocchie tra di loro, la Chiesa particolare<br />

negli uffici di curia… hanno bisogno di una terapia intensiva<br />

di unità. Diversamente è in pericolo la credibilità dell’annuncio e della<br />

testimonianza; è molto incerta l’efficacia dell’azione pastorale.


Dove non c’è unità, c’è un organismo spirituale malato; dove c’è<br />

divisione, anche solo sul piano operativo pastorale, c’è una Comunità<br />

morta che non può annunciare né salute né vita.<br />

La Sapienza Divina del Figlio di Dio, ha affrontato la passione invocando<br />

la piena comunione col Padre e il dono dell’unità per coloro che<br />

aveva mandato a guarire i malati.<br />

Se questo è l’anelito profondo del cuore di Cristo, e se la Sua Chiesa<br />

lo ascolta e lo accoglie, si può pensare che al prossimo Convegno di pastorale<br />

della Salute parteciperanno operatori di tutti gli ambiti pastorali,<br />

per poi incamminarsi verso un’animazione corale di comunità di salute<br />

a servizio della vita piena.<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

3


BIANCA


Atti<br />

della Curia


L’ing. Franchini (Direttore dei Lavori di restauro della Cattedrale di<br />

<strong>Altamura</strong>) mostra al Vescovo ed al Vicario le colonne ed il falco facente<br />

parti del vecchio portale - prospetto posteriore della Cattedrale, che<br />

erano state inglobate nelle murature durante i lavori di realizzazione<br />

dell’ampliamento del coro (fine XV sec.).


Carissimi,<br />

VICARIO GENERALE<br />

Ai Rev.mi Sacerdoti<br />

Diocesani e Religiosi<br />

Loro Sedi<br />

il prossimo 29 agosto, S.E. Mons. Michele Castoro farà l’ingresso<br />

nella <strong>Diocesi</strong> di Oria, iniziando così il suo ministero di Pastore di quella<br />

Chiesa particolare.<br />

Vogliamo accompagnarlo con la nostra preghiera e con la nostra fraterna<br />

vicinanza in questo momento così importante della sua vita e del<br />

suo servizio alla Chiesa.<br />

Per venire incontro alla richiesta di molti, abbiamo pensato di raggiungere<br />

Oria in pullman, e così partecipare alla Solenne Celebrazione<br />

per l’inizio del ministero pastorale.<br />

Pertanto, chiedo soprattutto ai Parroci di voler comunicare in Curia,<br />

entro e non oltre il 10 agosto, i nominativi di quanti desiderano prendere<br />

parte. La quota di partecipazione per le spese del pullman è di € 8,00.<br />

Successivamente, Vi saranno comunicati l’orario preciso e il luogo di<br />

partenza.<br />

Approfitto di questa occasione per comunicarVi l’esito <strong>delle</strong> votazioni,<br />

svoltesi presso il Santuario del Buoncammino durante l’ultimo Ritiro<br />

del Clero, per l’elezione di alcuni rappresentanti all’interno dell’Istituto<br />

Diocesano per il Sostentamento del Clero:<br />

- membri del Consiglio di Amministrazione: Don Giacomo Fiore e<br />

Don Michele Lorusso;<br />

- membro del Collegio dei Revisori dei Conti: Don Saverio Ciaccia.<br />

In attesa di Vostre comunicazioni, Vi saluto fraternamente.<br />

<strong>Altamura</strong>, 20 luglio 2005<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale<br />

3


400<br />

* * *<br />

Indirizzo augurale<br />

a S.E. Mons. Vescovo<br />

in occasione della 6 a Assemblea Diocesana<br />

Santuario dell’Incoronata - Foggia<br />

10 settembre 2005<br />

Eccellenza Reverendissima, carissimi Confratelli nel sacerdozio e<br />

nel servizio diaconale ed ecclesiale, fratelli e sorelle qui convenuti da<br />

ogni città della <strong>Diocesi</strong>, singolarmente, con la famiglia e soprattutto con<br />

le Comunità parrocchiali, da alcuni anni siamo soliti incominciare l’anno<br />

pastorale diocesano venendo in pellegrinaggio presso il Santuario<br />

della Madre di Dio, Maria Incoronata, qui a Foggia, per invocare la Sua<br />

materna protezione sul nostro cammino ecclesiale.<br />

E ogni volta abbiamo tanti motivi per confermare e rinnovare il senso<br />

della nostra appartenenza a Cristo e alla Chiesa locale che è in <strong>Altamura</strong>,<br />

<strong>Gravina</strong>, <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Santeramo in Colle, Spinazzola e Poggiorsini.<br />

In particolare, quest’anno è stato dedicato dal Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II, di venerata memoria, al Sacramento dell’Eucaristia, un ritorno<br />

alle origini della nostra fede in Cristo, Pane di vita, per attingere a piene<br />

mani al Mistero della salvezza e rinvigorire il nostro essere cristiani testimoni<br />

del Risorto.<br />

Il Congresso Eucaristico Nazionale di Bari, con l’esempio dei Martiri<br />

di Abitene, ci ha fatto comprendere che “senza la domenica non possiamo<br />

vivere” e perciò, pellegrini in cammino verso la Pasqua eterna, in ginocchio<br />

abbiamo confessato “siamo venuti per adorarlo!”, ripetendo le<br />

parole dei Magi riecheggiate durante la recente Giornata Mondiale della<br />

Gioventù a Colonia.<br />

Come quegli antichi Saggi, anche noi, cercatori della Verità, preghiamo<br />

la Vergine Incoronata di mostrarci il Suo Figlio Benedetto perché,<br />

pur con le mani vuote ma con il cuore pronto, oggi siamo arrivati qui


per adorarlo, vivo e presente nella Parola e nel Pane spezzato. E vogliamo<br />

chiederLe di guidarci nel nostro quotidiano per annunciare la<br />

Buona Notizia ai fratelli, riconoscendo Gesù nei tanti volti sofferenti di<br />

un’umanità spesso ferita e disorientata.<br />

Indicaci, Madre premurosa, la strada giusta per far ritorno alle nostre<br />

case, evitando quella certo più facile e allettante della mentalità corrente,<br />

dove numerosi falsi profeti ci invitano ad allontanarci da Dio e a perderci<br />

in mille sentieri di morte.<br />

Anche Lei, nostro amato Pastore, continui instancabilmente a segnalarci<br />

i pericoli <strong>delle</strong> scorciatoie facili e a narrarci la bellezza della meta<br />

raggiunta dopo un lungo viaggio in compagnia della Chiesa, luogo eletto<br />

della manifestazione del Progetto divino.<br />

Carissimo don Mario, colgo l’occasione per esprimerle, a nome di<br />

tutti, gli auguri più cordiali per le prossime ricorrenze della Sua ordinazione<br />

episcopale (29.09.1991), dell’ingresso nella nostra <strong>Diocesi</strong><br />

(25.10.1997) e del compleanno (26.10.1937), nella gioiosa consapevolezza<br />

che sotto la Sua guida tanto cammino abbiamo percorso e ancora<br />

di più ne faremo, a lode e gloria del nostro Signore Gesù Cristo, Via<br />

Verità e Vita. Amen!<br />

Buon lavoro, Eccellenza, e cordiali auguri!<br />

Don Vito Colonna<br />

Vicario Generale<br />

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402<br />

SEGRETERIA<br />

VERBALI DELLE RIUNIONI<br />

DEGLI UFFICI DI CURIA<br />

Verbale n. 20<br />

Lunedì 24 gennaio 2005, alle ore 16.00, si è svolta presso la Curia<br />

Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia, convocata<br />

con lettera del Vicario Generale in data 18 gennaio 2005 (Prot. n.<br />

15/05), per discutere il seguente ordine del giorno:<br />

1. aggiornamento sul Convegno Diocesano di febbraio p.v.;<br />

2. 1 a verifica del lavoro svolto dagli Uffici di Curia;<br />

3. varie ed eventuali.<br />

Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale - Ufficio<br />

Scuola), don N. Laterza (Ufficio Missionario), don D. Giannuzzi<br />

(Ufficio Cultura e Comunicazioni Sociali), don A. Cianciotta (Centro<br />

Diocesano Vocazioni), don S. Ciaccia (Ufficio Formazione Permanente),<br />

diac. Giuseppe Angelillo (Ufficio Caritas), don G. Chironna (Ufficio<br />

Migranti) e don V. Confetti (Ufficio Pastorale Sanitaria).<br />

Dopo la lettura del Verbale della riunione precedente da parte del<br />

Segretario, il Vicario Generale ha introdotto l’incontro, richiamando<br />

l’attenzione dei presenti circa le numerose e continue assenze da parte<br />

di alcuni responsabili degli Uffici, con effetti negativi su tutto l’andamento<br />

della Curia.<br />

A questo proposito, il Vescovo ha proposto di presentare la struttura<br />

della Curia a partire dai Sacerdoti giovani, per favorire non solo la conoscenza,<br />

ma anche la partecipazione responsabile.<br />

Il Vescovo ha continuato, informando i presenti che, in occasione<br />

del maremoto nel Sud-Est asiatico, sono stati raccolti ed inviati già alla<br />

Caritas Italiana € 66.100,00; per quanto è possibile, si eviti di inviare<br />

offerte in forma individuale, cercando di passare attraverso l’Economo<br />

diocesano.<br />

Passando al primo punto all’ordine del giorno, il Vescovo ha aggiornato<br />

i presenti circa i preparativi in vista del Convegno Diocesano; è


necessario, tuttavia, una diffusione più capillare del programma, che<br />

favorisca un coinvolgimento maggiore <strong>delle</strong> Comunità parrocchiali e<br />

di tutte le realtà ecclesiali. Tra i presenti, alcuni hanno avanzato <strong>delle</strong><br />

perplessità riguardo al primo giorno del Convegno, che coincide con il<br />

“Pozzo di Giacobbe”.<br />

Il Vicario Generale ha riferito della proposta di una “Missione-giovani”,<br />

avanzata da parte dei Frati Minori Conventuali di Bari, dopo aver<br />

visitato le Scuole Superiori della <strong>Diocesi</strong> in occasione del Centenario<br />

della nascita di San Giuseppe da Copertino. Dopo una discussione sulla<br />

opportunità dell’iniziativa, i presenti hanno concordato che, per il<br />

momento, non è il caso di prendere in esame la proposta, vista anche<br />

la coincidenza con il tempo quaresimale e con il Convegno diocesano.<br />

Inoltre, è importante che una simile iniziativa sia collocata in maniera<br />

organica all’interno del Programma Pastorale diocesano, anche per le<br />

sue prospettive future.<br />

A questo proposito, il Vescovo ha sottolineato che la <strong>Diocesi</strong> non<br />

deve dare l’impressione di essere un contenitore in cui ci mettiamo tutto<br />

quello che vogliamo, ma ogni iniziativa deve rispondere a precisi criteri<br />

di progettualità pastorale.<br />

Inoltre, se si tiene conto che i nostri gruppi giovanili sono in calo numerico,<br />

mentre si mantengono stabili i gruppi dei giovanissimi, è necessario<br />

programmare un momento forte a livello di Pastorale Giovanile<br />

all’inizio del nuovo Anno Pastorale, perché anche la prossima Giornata<br />

Mondiale della Gioventù di Colonia non rimanga un evento isolato (L.<br />

Cagnazzi). In particolare, una possibile “Missione-giovani” dovrebbe<br />

essere un impegno di tutta la Chiesa locale, quale sollecitazione a riflettere<br />

sull’importanza della Pastorale Giovanile nelle singole Comunità,<br />

in continuità con il Programma Pastorale di questi ultimi anni e con il<br />

prossimo Convegno Diocesano (don V. Incampo), facendo leva sulla<br />

ricchezza rappresentata dalle Associazioni, Gruppi e Movimenti presenti<br />

in <strong>Diocesi</strong> (don V. Cassese). Per questo, a partire dall’esperienza<br />

della Missione diocesana del 2000, è necessario pensare ad un lungo<br />

periodo di preparazione, che formi i nostri giovani ad essere missionari,<br />

incidendo sull’ambiente circostante (don M. Lorusso). Oltretutto, il<br />

modello di Missione “da fuori” è ormai superato: è necessario, invece,<br />

promuovere <strong>delle</strong> équipes, che assicurino una certa continuità nel lavoro<br />

pastorale (P. Cenciarelli).<br />

403


404<br />

Lo stesso P. Cenciarelli ha posto la questione su come informare<br />

correttamente ed esaurientemente i fedeli circa il prossimo referendum<br />

sulla procreazione assistita.<br />

A fronte di alcune iniziative su questo argomento da parte del<br />

Movimento per la vita e del Forum <strong>delle</strong> Associazioni Familiari, in collaborazione<br />

con la Commissione Regionale di Pastorale Familiare, il<br />

Vescovo ha ribadito l’esigenza di una catechesi capillare e dal linguaggio<br />

comprensibile da parte di tutti, per evitare che alcune iniziative siano<br />

vissute solo da pochi; spesso, tante iniziative non sono conosciute,<br />

per cui è importante promuovere, innanzitutto a livello di Curia, una<br />

comunicazione più efficace, per una pastorale più attenta al territorio<br />

e non di tipo individuale. In questo senso, è necessario non lasciarsi<br />

sfuggire alcune iniziative di carattere “eccezionale” (Vicario Generale),<br />

magari servendosi dei giornalini parrocchiali ed interparrocchiali per<br />

farle conoscere a tutti (don L. Dimarno).<br />

In chiusura dell’incontro, don G. Monitillo ha sollevato il problema<br />

della pagina diocesana di Avvenire. Rispondendo, il Vescovo ha espresso<br />

tutta la sua delusione per il fatto che nella nostra <strong>Diocesi</strong> non si avverte<br />

la necessità e l’urgenza di uno strumento culturale che sia espressione<br />

del pensiero della Chiesa.<br />

I presenti si sono espressi a favore della continuità della pagina diocesana,<br />

dichiarandosi disponibili a riprendere il discorso in un altro momento,<br />

per trovare una soluzione positiva al problema.<br />

L’incontro si è concluso con un momento di preghiera alle ore<br />

18.00.<br />

Sac. Vincenzo Panaro<br />

Segretario


Verbale n. 21<br />

Lunedì 28 febbraio 2005, alle ore 16.00, si è svolta presso la Curia<br />

Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia, convocata<br />

con lettera del Vicario Generale in data 23 febbraio 2005 (Prot. n.<br />

46/05), per discutere il seguente ordine del giorno:<br />

4. verifica del Convegno Pastorale Diocesano;<br />

5. prospettive per la programmazione;<br />

6. varie ed eventuali.<br />

Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale - Ufficio<br />

Scuola), don G. Pietroforte (Vicario Episcopale), don V. Confetti<br />

(Ufficio Pastorale Sanitaria) e don R. Scalera (Servizio per il Sostegno<br />

Economico alla Chiesa).<br />

1. Dopo la lettura del Verbale della riunione precedente da parte del<br />

Segretario, il Vicario Generale ha introdotto la discussione sul primo<br />

punto all’ordine del giorno.<br />

È emerso, da parte di tutti, un giudizio positivo circa l’impostazione<br />

del Convegno, la sua preparazione ed il suo svolgimento, la competenza<br />

dei relatori e la pertinenza dei loro interventi; altrettanto positiva è stata<br />

la risposta massiccia da parte degli operatori pastorali, quale esperienza<br />

concreta di Chiesa che si riunisce per ascoltare e dialogare; tale partecipazione<br />

è stata favorita anche dall’orario (19.00-21.00); forse, si è<br />

notata un’eccessiva severità da parte del servizio d’ordine nei confronti<br />

di quanti non avevano provveduto all’iscrizione nei tempi stabiliti.<br />

Circa i contenuti, molto ricche e stimolanti sono state le relazioni,<br />

mentre più frammentarie le tavole rotonde; circa il concerto di Antonella<br />

Ruggiero, ci si aspettava qualcosa di più articolato (don V. Incampo).<br />

Intervenendo, il Vescovo si è mostrato concorde su queste osservazioni,<br />

apprezzando l’immane lavoro fatto per la buona riuscita del<br />

Convegno stesso in ogni suo aspetto; circa la severità del servizio d’ordine,<br />

lo scopo è stato unicamente di rispettare quanti si erano iscritti in<br />

anticipo, dando la possibilità agli organizzatori di predisporre in tempo<br />

ogni cosa.<br />

Don S. Ciaccia ha evidenziato alcuni limiti circa l’indagine condotta<br />

in preparazione al Convegno: molti Parroci non hanno fatto una corretta<br />

distribuzione <strong>delle</strong> schede, secondo le indicazioni date; inoltre,<br />

40


40<br />

nell’analisi, non bisognava mettere <strong>insieme</strong> le schede raccolte durante<br />

l’Assemblea Diocesana all’Incoronata, in quanto compilate da persone<br />

praticanti; infine, oltre quelle già fatte, si potrebbero individuare altre<br />

letture trasversali.<br />

Forse l’indagine non è stata correttamente impostata (don M.<br />

Lorusso); tuttavia, è importante pensare all’utilizzo pastorale dei dati<br />

da essa emersi (Vicario Generale).<br />

Don D. Giannuzzi, responsabile della Segreteria del Convegno, ha<br />

richiamato l’attenzione dei presenti sugli obiettivi che ci eravamo proposti,<br />

e cioè sul coinvolgimento <strong>delle</strong> Comunità parrocchiali, evitando<br />

l’improvvisazione. Inoltre, la diversità di modalità e la proposta del<br />

concerto, sono stati dei tentativi per vivacizzare la settimana, cercando<br />

di inserire anche voci al di fuori dell’ambiente ecclesiale.<br />

2. Passando al secondo punto all’ordine del giorno, il Vescovo ha<br />

invitato i presenti a pensare a quali orientamenti pastorali per la nostra<br />

<strong>Diocesi</strong> dopo il Convegno.<br />

Don G. Lorusso ha suggerito che siano gli Uffici di Curia ad indicare<br />

una serie di temi da sviluppare ed approfondire a diversi livelli.<br />

Don M. Lorusso ha proposto di partire dall’inchiesta, nonostante i<br />

limiti evidenziati, affinché la programmazione pastorale possa rispondere<br />

in concreto ai dati da essa emersi.<br />

Don D. Giannuzzi, tenendo presenti anche le indicazioni emerse<br />

durante l’ultima Assemblea diocesana di AC, ha avanzato l’ipotesi di<br />

avviare una riflessione più articolata sulle Unità Pastorali.<br />

Don V. Incampo ha chiesto che le Comunità siano adeguatamente<br />

aiutate a vivere il Congresso Eucaristico Nazionale, in vista del quale è<br />

stato celebrato il Convegno Diocesano.<br />

Don G. Monitillo ha proposto la pubblicazione del Direttorio liturgico-pastorale.<br />

Raccogliendo le proposte, il Vescovo ha richiamato la necessità di<br />

riprendere in mano i Programmi Pastorali degli anni passati, affinché<br />

il Convegno faccia da collegamento per il futuro. Quanto al Congresso<br />

Eucaristico Nazionale, ogni parrocchia deve avvertire il bisogno<br />

di parteciparvi in qualche modo; intanto, come frutto del Congresso<br />

Eucaristico, il prossimo 2 giugno vi sarà l’apertura al culto della chiesa<br />

di S. Michele al Corso in <strong>Altamura</strong>, per essere destinata all’Adorazione<br />

Eucaristica prolungata. Infine, quanto al Direttorio liturgico-pastorale,


esso dovrebbe essere uno strumento che uniformi i diversi comportamenti<br />

in materia liturgica, e dunque molto di più di una semplice raccolta<br />

di norme liturgiche e canoniche.<br />

Alla richiesta da parte di molti di avere tra le mani, prima della pubblicazione<br />

degli Atti del Convegno, qualcosa di più semplice e snello,<br />

che permetta di avviare subito il lavoro di approfondimento, il Vescovo<br />

ha chiesto la collaborazione di tutti gli Uffici di Curia. Più concretamente,<br />

don D. Giannuzzi ha proposto che, mediante il coinvolgimento<br />

di tutte le realtà presenti in <strong>Diocesi</strong>, si costituisca subito un gruppo di<br />

lavoro, che metta a fuoco alcune indicazioni emerse dal Convegno, soprattutto<br />

per quanto attiene le Unità Pastorali.<br />

È emerso, inoltre, la proposta che ciascun Ufficio, dopo la pubblicazione<br />

degli Atti, indichi alcune priorità, da discutere nei successivi<br />

incontri unitari (don S. Ciaccia, L. Cagnazzi). Per questo, ha concluso<br />

il Vescovo, il Programma Pastorale deve essere un lavoro comune,<br />

che parta da molto lontano, tenga presenti gli obiettivi proposti e si<br />

ponga come tappa durante il cammino; spetterà al Consiglio Pastorale<br />

Diocesano individuarne le modalità di attuazione, come espressione di<br />

quel “sentire comune” emerso proprio dall’esperienza ecclesiale del<br />

Convegno.<br />

L’incontro si è concluso con un momento di preghiera alle ore<br />

18.30.<br />

Verbale n. 22<br />

Sac. Vincenzo Panaro<br />

Segretario<br />

Lunedì 24 ottobre 2005, alle ore 16.00, si è svolta presso la<br />

Curia Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia, per<br />

discutere il seguente ordine del giorno:<br />

7. traccia di riflessione in preparazione al Convegno Ecclesiale di<br />

Verona (16-20 ottobre 2006);<br />

8. proposte degli Uffici Pastorali;<br />

9. varie ed eventuali.<br />

40


40<br />

Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale - Ufficio<br />

Scuola), don G. Chironna (Ufficio Migranti), don M. Lorusso (Ufficio<br />

Pastorale Sociale e del Lavoro), don V. Confetti (Ufficio Pastorale<br />

Sanitaria).<br />

Presiede la riunione il Vicario Generale, per impegni del Vescovo a<br />

Roma.<br />

1. Don Domenico Giannuzzi, Incaricato diocesano per il Convegno<br />

di Verona, presenta le schede predisposte quale contributo alla lettura<br />

e al confronto sulla Traccia nelle singole parrocchie. Per ogni capitolo<br />

del documento, sono stati presentati alcuni temi, sui quali ci si confronterà,<br />

secondo tre tappe: analisi, discernimento, proposta. In un primo<br />

momento (novembre-dicembre 2005), ogni parrocchia provvederà a<br />

coinvolgere tutti i gruppi nel percorso di riflessione e verifica; in seguito,<br />

la Commissione interparrocchiale (per unità pastorali) compilerà<br />

un’unica scheda per ogni tema, da consegnare entro il 6 gennaio 2006<br />

alla Commissione diocesana.<br />

Viene apprezzato da parte dei presenti il tentativo di semplificazione,<br />

rispetto alle domande proposte dalla stessa Traccia.<br />

2. Segretariato per l’Ecumenismo e il Dialogo: nel 40° anniversario<br />

della conclusione del Concilio Vaticano II, si ritiene opportuno<br />

rivisitare quei documenti del Concilio che fanno esplicito riferimento<br />

all’ecumenismo e alle relazioni tra le Chiese: Unitatis redintegratio e<br />

Nostra aetate in particolare, ma anche quelle parti della Lumen gentium,<br />

della Gaudium et spes e della Dei Verbum che si riferiscono agli<br />

stessi temi. In questa prospettiva, in collaborazione con gli Uffici diocesani<br />

Catechistico e Cultura, vengono proposti durante l’anno alcuni<br />

incontri con <strong>delle</strong> personalità di rilievo. Inoltre, in preparazione alla<br />

3 a Assemblea Ecumenica Europea, che si terrà a Sibiu in Romania nel<br />

2007, si propone di approfondire i contenuti della “Charta Oecumenica”.<br />

Ci si propone anche di curare la formazione ecumenica del Clero e degli<br />

Operatori Pastorali, valorizzando gli incontri di aggiornamento del<br />

Clero e la Scuola di Formazione Teologico Pastorale. Infine, per sensibilizzare<br />

i giovani ai temi dell’ecumenismo e del dialogo tra le religioni, si<br />

propone, in collaborazione con l’Ufficio di Pastorale Giovanile, la partecipazione<br />

all’Incontro Europeo dei Giovani, animato dalla Comunità


di Taizé (Milano, fine dicembre 2005) e l’animazione della Veglia di<br />

Pentecoste (3 giugno 2006), oltre alla Settimana di Preghiera per l’unità<br />

dei cristiani.<br />

Ufficio Famiglia: con l’approssimarsi dell’entrata in vigore della<br />

legge che chiude definitivamente gli istituti di accoglienza dei minori<br />

(31 dicembre 2006), l’Ufficio sente la necessità di sensibilizzare ed<br />

invitare le famiglie della nostra <strong>Diocesi</strong> a scoprire la possibilità offerta<br />

dall’affidamento familiare nei confronti di quei minori che vivono<br />

momentaneamente senza famiglia. In particolare, ci si prefiggono tre<br />

obiettivi: promuovere la cultura della solidarietà nella famiglia, tra le<br />

famiglie e a favore <strong>delle</strong> famiglie; offrire una comunità di servizio per<br />

le famiglie che vivono situazioni di disagio; creare una rete formativa<br />

permanente a servizio <strong>delle</strong> eventuali famiglie affidatarie.<br />

Altri appuntamenti programmati: incontro diocesano <strong>delle</strong> famiglie<br />

(6 novembre 2005), Ritiro per le famiglie e le Aggregazioni laicali (5<br />

marzo 2006), Ritiro per i Fidanzati (26 marzo 2006).<br />

Ufficio Caritas: vengono presentati tre progetti per l’impiego di volontari<br />

in servizio civile presso la Caritas Diocesana: “Insieme… per un<br />

grande futuro” (per i minori), “Insieme… per liberare la pena” (per i<br />

detenuti in misure alternative alla pena ed ex detenuti), “L’uomo vale<br />

sempre di più…” (per gli anziani).<br />

Circa le collette in occasione di emergenze per calamità naturali (terremoti,<br />

maltempo, ecc.), ogni parrocchia si organizzi in maniera autonoma,<br />

consegnando le offerte in Curia o inviandole direttamente alla<br />

Caritas Italiana.<br />

Ufficio Pastorale Giovanile: viene presentato il programma della<br />

“Peregrinatio” nella nostra <strong>Diocesi</strong> del Crocifisso di S. Damiano, dal<br />

14 al 27 novembre p.v., a ottocento anni dal giorno in cui il giovane<br />

Francesco d’Assisi, fermatosi a pregare nella chiesetta di S. Damiano,<br />

ricevette dallo stesso Crocifisso il mandato di riparare la Sua casa.<br />

Anche in considerazione di questa iniziativa, viene ribadita la necessità<br />

di una più stretta collaborazione con gli altri Uffici di Curia, al fine<br />

di invogliare i giovani ad impegnarsi in progetti concreti.<br />

L’incontro si è concluso con un momento di preghiera alle ore<br />

18.30.<br />

Sac. Vincenzo Panaro<br />

Segretario<br />

40


410<br />

Verbale n. 23<br />

Lunedì 28 novembre 2005, alle ore 16.00, si è svolta presso la Curia<br />

Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia, per discutere<br />

i seguenti punti all’ordine del giorno:<br />

10. verifica <strong>delle</strong> iniziative degli Uffici Pastorali;<br />

11. Ufficio Caritas: richiesta di contributo economico per progetti;<br />

12. varie ed eventuali.<br />

Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale - Ufficio<br />

Scuola), don A. Cianciotta (Centro Diocesano Vocazioni - Sostegno economico<br />

alla Chiesa), don S. Ciaccia (Ufficio Formazione Permanente),<br />

don M. Lorusso (Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro), don V. Confetti<br />

(Ufficio Pastorale Sanitaria), L. Cagnazzi (Ufficio Pastorale Sanitaria) e<br />

don V. Incampo (Segretariato Ecumenismo e Dialogo).<br />

Dopo la lettura del Verbale della riunione precedente da parte del<br />

Segretario, il Vicario Generale richiama l’attenzione dei presenti su alcune<br />

assenze ricorrenti da parte di alcuni responsabili degli Uffici, segno<br />

di stanchezza e di appiattimento.<br />

1. Introducendo il primo punto all’ordine del giorno, il Vescovo chiede<br />

agli Uffici interessati di aggiornare i presenti circa la problematica<br />

dell’affido familiare, di cui si parlò nella riunione del 24 ottobre u.s., in<br />

vista dell’entrata in vigore, il 31 dicembre 2006, della legge che chiude<br />

definitivamente gli istituti di accoglienza dei minori.<br />

L’Ufficio Famiglia sta prendendo i contatti con i singoli Comuni,<br />

soprattutto con i Servizi Sociali, per quanto di competenza degli Enti<br />

pubblici, mentre l’Ufficio Caritas sta pensando di elaborare un progetto<br />

che tenga conto del coinvolgimento degli Enti pubblici, ma soprattutto<br />

della formazione <strong>delle</strong> coppie, a partire da un’indagine conoscitiva da<br />

condurre attraverso le parrocchie.<br />

Intervenendo, il Vescovo si interroga sulle modalità concrete di attuazione<br />

di questo progetto e sul coinvolgimento della Comunità diocesana<br />

in maniera veramente ecclesiale, dal momento che spesso, purtroppo,<br />

manca un lavoro unitario tra i vari Uffici pastorali, sia a livello<br />

di informazione, sia a livello di azione.<br />

Don V. Cassese ritiene che si tratta di coordinare, secondo un certo<br />

criterio, le realtà che già esistono ed operano in questo settore.


Don G. Fiore avverte la grande difficoltà di reperire le famiglie affidatarie,<br />

forse perché siamo ancora a livello di prima informazione; per<br />

questo, ritiene necessario vedersi <strong>insieme</strong> – Ufficio Famiglia e Ufficio<br />

Caritas – per stilare un progetto di lavoro.<br />

Pertanto, dopo il richiamo da parte del Vicario Generale alla proposta<br />

avanzata lo scorso anno, ma pressoché disattesa, di un incontro per<br />

Settore tra gli Uffici prima di arrivare alla riunione ordinaria mensile,<br />

don G. Pietroforte, Vicario Episcopale, propone nei prossimi giorni un<br />

incontro di Settore, per iniziare a programmare un intervento unitario.<br />

Per agevolare ancora di più il lavoro, il Vescovo chiede che i singoli<br />

Uffici comunichino con un certo anticipo in Curia gli argomenti<br />

da trattare, rimandando eventualmente alla riunione successiva quegli<br />

argomenti non ancora affrontati.<br />

2. Passando al secondo punto all’ordine del giorno, il Vescovo comunica<br />

di aver assegnato per l’Ufficio Caritas, sentito il Consiglio diocesano<br />

per gli Affari Economici nella riunione del 26 novembre 2005, la somma<br />

di € 67.000,00 (rispetto a € 123.500,00 richiesti), di cui € 20.000,00<br />

per il Fondo Antiusura ed € 47.000,00 per le altre attività dell’Ufficio.<br />

Purtroppo, sono tante le necessità da tenere presenti in ambito caritativo<br />

e molti dei progetti elaborati dallo stesso Ufficio o non si conoscono con<br />

un certo anticipo, oppure hanno una durata pluriennale, che impegna la<br />

<strong>Diocesi</strong> in maniera consistente. È necessario, conclude il Vescovo, che di<br />

questo se ne parli <strong>insieme</strong> in Curia, per dare <strong>insieme</strong> risposte efficaci.<br />

Don Mimmo Giannuzzi aggiorna i presenti circa la situazione della<br />

pagina diocesana di Avvenire: è necessario individuare un criterio<br />

oggettivo per distribuire tra le parrocchie le 1.150 copie imposte dalla<br />

Redazione di Milano. Prima di avanzare <strong>delle</strong> proposte, viene accolta<br />

la richiesta unanime di abbassare il più possibile il numero di copie per<br />

parrocchia, magari facendo leva sugli abbonamenti quotidiani.<br />

Infine, l’Ufficio Caritas espone il progetto di una casa di accoglienza<br />

per Sacerdoti anziani in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, presso i locali dei Padri<br />

Vocazionisti.<br />

L’incontro si conclude con un momento di preghiera alle ore 18.00.<br />

Sac. Vincenzo Panaro<br />

Segretario<br />

411


412<br />

CONSIGLIO PRESBITERALE<br />

Riunione dell’11 marzo 2005<br />

Oggi, 11 marzo 2005, alle ore 10.15, presso la Curia Diocesana si è<br />

riunito il Consiglio Presbiterale.<br />

Risultano assenti giustificati: don Giuseppe Lofrese, don Domenico<br />

Giannuzzi, don Vincenzo Confetti, don Giacomo Lorusso jr., don Pasquale<br />

Martino, sdb, P. Matteo Ornelli, ofmConv., Don Saverio Paternoster.<br />

Il Vescovo apre l’incontro salutando i presenti e dando loro alcune<br />

comunicazioni:<br />

1. una parte del Centro Giovanile “Benedetto XIII” è stata ceduta in fitto<br />

all’Istituto Professionale di <strong>Gravina</strong>;<br />

2. proseguono i lavori di restauro del Palazzo Loglisci, sempre in <strong>Gravina</strong>,<br />

prossima sede del Seminario Diocesano, mediante i fondi destinati<br />

dalla Soprintendenza per i beni culturali; si spera di restaurare<br />

anche le grotte sottostanti lo stesso palazzo;<br />

3. proseguono, altresì, i lavori di costruzione della nuova chiesa parrocchiale<br />

della Trinità in <strong>Altamura</strong>, nonostante gli intoppi e le numerose<br />

difficoltà incontrate; il Comune, infatti, si era impegnato a risolvere il<br />

problema del deflusso <strong>delle</strong> acque, ma – al presente – non ha ancora<br />

assolto tale impegno;<br />

4. il Comune di <strong>Gravina</strong> ha concesso il suolo per la costruzione della<br />

nuova chiesa parrocchiale dello Spirito Santo, presso l’edificio scolastico<br />

della Scuola Elementare “Peter Pan”; il progetto, già approvato,<br />

sarà presentato alla CEI entro il 31 marzo 2005;<br />

5. i Padri del Preziosissimo Sangue di Santeramo hanno lasciato la Parrocchia<br />

del Sacro Cuore; occorre acquistare i locali parrocchiali, usufruendo<br />

dei finanziamenti messi a disposizione dalla CEI per le case canoniche;<br />

6. il Comune di <strong>Altamura</strong> ha concesso un suolo della superficie di 8.000<br />

mq. in Via Selva, al di là della circonvallazione, per la costruzione<br />

di una nuova Parrocchiale; in quella zona, infatti, compresa tra Via<br />

Graviscella e Via Matera dal lato esterno della circonvallazione, è<br />

previsto un incremento urbanistico di circa 15.000 abitanti. È stata<br />

già avviata la pratica presso la CEI.: si pensa di far coincidere la data<br />

di erezione della nuova Parrocchia, che avrà il titolo del “SS. Reden-


tore”, con il giorno di Pasqua. Intanto, si sta cercando un suolo per<br />

l’edificazione di una nuova Parrocchia anche nella zona di Via Bari.<br />

Guardando in prospettiva, il Vescovo inviata i presenti ad avanzare<br />

<strong>delle</strong> proposte di riassetto <strong>delle</strong> Parrocchie del Centro storico.<br />

Don Domenico Natale suggerisce di individuare già da adesso una<br />

possibilità di riassetto del Centro storico e reperire un sacerdote da incaricare<br />

per questo.<br />

Si propone di erigere in Parrocchia la chiesa della Pietà in Santeramo;<br />

il Comune ha assegnato una superficie di circa 5.000 mq. vicino al campo<br />

sportivo nuovo.<br />

Padre Giuseppe Rolli ricorda che su Spinazzola è stato individuato un<br />

benefattore disponibile a donare un suolo di 5.000 mq.: si stanno prendendo<br />

contatti con il Comune per le pratiche necessarie.<br />

Altro punto all’ordine del giorno: preparazione al Convegno di Verona.<br />

Il Vescovo invita i Direttori degli Uffici di Curia a domandarsi: cosa<br />

deve nascere dal Convegno? Il Convegno sembra abbia realizzato le attese<br />

di tutti e può scandire meglio il cammino pastorale della <strong>Diocesi</strong>.<br />

Padre Giuseppe Rolli, manifestando apprezzamento per il Convegno,<br />

suggerisce che il tema da sviluppare nei prossimi anni potrebbe essere<br />

Eucaristia e Carità.<br />

Don Saverio Ciaccia invita i presenti a pensare a degli spazi di incontro<br />

per la cultura, lo sport, il tempo libero, al fine di offrire spazi educativi<br />

per il ritrovo di ragazzi e giovani.<br />

Don Giovanni Bruno suggerisce di focalizzare il tema della santificazione<br />

della Domenica: come aiutare i ragazzi a riscoprire il giorno<br />

del Signore? Oltre a favorire attività culturali e ricreative, occorre dare<br />

risposte chiare sul valore della domenica per chi lavora.<br />

Don Saverio Colonna invita a valorizzare la domenica a 360 gradi,<br />

creando attività di cineforum, recital e altro.<br />

Il Vescovo, concludendo, invita i presenti a pensare cosa creare a livello<br />

interparrocchiale nel settore ricreativo, e sportivo, dal momento che non tutte<br />

le parrocchie hanno strutture disponibili. Siamo invitati a dare riposte urgenti.<br />

Non essendoci altri argomenti all’ordine del giorno, la riunione termina<br />

con un momento di preghiera alle ore 11.30.<br />

Il Segretario<br />

Sac. Giuseppe Creanza<br />

413


414<br />

In pace Domini<br />

Si è spento il 6 gennaio 2005, all’età di 81 anni, Mons. Michele<br />

Colangelo, Cappellano di Sua Santità ed Arciprete del Capitolo<br />

Concattedrale di <strong>Gravina</strong>.<br />

Nato a <strong>Gravina</strong> il 28 agosto 1924, dopo aver frequentato il Ginnasio<br />

nel Seminario Vescovile di <strong>Gravina</strong>, completò gli studi liceali e teologici<br />

nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta.<br />

Ordinato Sacerdote da Mons. Giovanni Maria Sanna nella Cattedrale<br />

di <strong>Gravina</strong> il 20 luglio 1947, fu nominato Vice Parroco del SS. Nome di<br />

Gesù in <strong>Gravina</strong>, Insegnante di Italiano, Latino e Greco nel Seminario<br />

Vescovile, Assistente interparrocchiale della G.IA.C. e della G.I.O.C. ed<br />

Assistente della F.U.C.I., del Movimento Maestri di Azione Cattolica e<br />

dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici.<br />

Nominato Mansionario del Capitolo Cattedrale di <strong>Gravina</strong> il 25 dicembre<br />

1950, divenne Canonico Teologo del medesimo Capitolo il 30<br />

settembre 1952.<br />

Vice Parroco della Parrocchia di S. Nicola dal 3 dicembre 1954, il<br />

16 febbraio 1960 divenne Vicario Economo e il 1 settembre dello stesso<br />

anno Parroco della medesima Comunità parrocchiale, succedendo nell’ufficio<br />

allo zio Don Giovanni Colangelo. Nel contempo, ha svolto anche<br />

l’incarico di Delegato Vescovile di A.C. (1954-1957), Rettore della<br />

chiesa di S. Domenico, Assistente diocesano della Gioventù Femminile<br />

di Azione Cattolica e Confessore <strong>delle</strong> Suore Stimmatine presso l’Ospedale<br />

Civile (1957-1960) ed Insegnante di Religione nella Scuola di<br />

Avviamento Professionale di <strong>Gravina</strong> (1954-1960). Negli anni successivi,<br />

è stato membro del Consiglio Amministrativo diocesano (1959-<br />

1962), deputato al Seminario Vescovile per la disciplina (1960-1962),<br />

Confessore straordinario <strong>delle</strong> Monache Carmelitane e <strong>delle</strong> Suore<br />

del Crocifisso (1960-1963), Procuratore della Cappellania Curata SS.<br />

Nome di Gesù - Istituto “F. Loglisci” dal 1963; nel 1971 fu nominato<br />

di nuovo Assistente del Movimento Maestri di Azione Cattolica (sarà<br />

confermato in questo incarico anche per il triennio 1984-1986) e dell’Associazione<br />

Italiana Maestri Cattolici.<br />

Già membro del Collegio dei Consultori dal 17 febbraio 1984 e<br />

del Consiglio Presbiterale Interdiocesano dal 6 aprile 1986, a seguito<br />

della costituzione della nuova <strong>Diocesi</strong> è stato nominato Incaricato per


la Musica Sacra nell’Ufficio Liturgico diocesano, Vicario Episcopale<br />

e, successivamente, Coordinatore per la Zona pastorale di <strong>Gravina</strong>-<br />

Spinazzola-Poggiorsini, membro del Consiglio Presbiterale diocesano<br />

del Collegio dei Consultori.<br />

Il 31 gennaio 2001, a seguito della rinuncia per raggiunti limiti d’età<br />

dall’ufficio di Parroco, ha ricevuto l’onorificenza di Cappellano di Sua<br />

Santità e la nomina di Arciprete del Capitolo Cattedrale di <strong>Gravina</strong>.<br />

Sacerdote colto e generoso, sensibile verso quanti incontrava e pronto<br />

ad aiutarli, è stato per il popolo di Dio un luminoso esempio di dedizione<br />

alla causa del Vangelo.<br />

41


41<br />

Rendiconto<br />

relativo alla assegnazione<br />

<strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />

per l’esercizio 2005<br />

I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE<br />

- contributo ricevuto dalla c.e.i. nel 2005 560.281,45<br />

- interessi netti maturati sui depositi bancari e sugli investimenti:<br />

al 30.09.2004 1.775,72<br />

al 31.12.2004 1.889,92<br />

al 31.03.2005 1.057,20<br />

al 30.06.2005 792,23<br />

5.515,07<br />

- fondo diocesano di garanzia relativo agli<br />

esercizi precedenti<br />

- somme impegnate per iniziative pluriennali<br />

esercizi precedenti<br />

- somme assegnate nell’esercizio 2004 e non<br />

erogate al 31.03.2005<br />

a) totale <strong>delle</strong> somme da assegnare per<br />

l’anno 2005<br />

A. Esercizio del culto:<br />

242.248,30<br />

0,00<br />

387.098,16<br />

1.195.142,98<br />

1. Conservazione o restauro edifici di culto già esistenti o<br />

altri beni culturali ecclesiastici 122.853,00<br />

2. Sussidi liturgici 20.424,64<br />

3. Centro Giovanile 32.000,00<br />

175.277,64


B. Esercizio e cura <strong>delle</strong> anime:<br />

1. Attività pastorali straordinarie 21.136,00<br />

2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 30.000,00<br />

3. Mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale 45.350,67<br />

4. Istituto di scienze religiose 13.500,00<br />

5. Archivi e biblioteche di enti ecclesiastici<br />

6. Manutenzione straordinaria di case canoniche e/o locali<br />

10.000,00<br />

di ministero pastorale 67.321,08<br />

7. Consultorio familiare diocesano 2.500,00<br />

8. Parrocchie in condizioni di straordinaria necessità 15.000,00<br />

9. Enti ecclesiastici per il sostentamento dei sacerdoti ad- 4.250,00<br />

detti<br />

10. Clero anziano e malato 2.300,00<br />

11. Istituti di vita consacrata in straordinaria necessità 16.000,00<br />

12. Rimborsi Collaboratori 23.082,90<br />

250.440,65<br />

C. Formazione del clero:<br />

1. Seminario diocesano, interdiocesano, regionale 87.915,00<br />

2. Rette di seminaristi e sacerdoti studenti a Roma o presso<br />

altre facoltà ecclesiastiche 3.800,00<br />

3. Formazione permanente del clero 12.380,00<br />

4. Restauro Seminario 239.440,74<br />

343.535,74<br />

D. Scopi missionari:<br />

1. Centro missionario diocesano e animazione missionaria 3.000,00<br />

3. Cura pastorale degli immigrati presenti in diocesi 15.000,00<br />

18.000,00<br />

E. Catechesi ed educazione cristiana:<br />

1. Oratori e patronati per ragazzi e giovani 5.000,00<br />

41


41<br />

2. Associazioni ecclesiali (per la formazione dei membri) 5.000,00<br />

3. Iniziative di cultura religiosa nell’ambito della diocesi 6.500,00<br />

4. Istituti Regionali 5.055,00<br />

21.555,00<br />

F. Contributo al servizio diocesano per la promozione<br />

del sostegno economico alla Chiesa 1.200,00<br />

1.200,00<br />

G. Altre assegnazioni:<br />

1. Casa San Lorenzo 6.000,00<br />

2. Fondo Facoltà Teologica 50.385,18<br />

3. Fitto Parrocchia Spirito Santo 15.000,00<br />

4. Tasse manutenzione Casa Mastrogiacomo 15.500,47<br />

86.885,65<br />

H. Somme impegnate per iniziative pluriennali:<br />

1. Fondo diocesano di garanzia<br />

(fino al 10% del contributo dell’anno 2005) 56.000,00<br />

2. Fondo diocesano di garanzia relativo agli esercizi 242.248,30<br />

precedenti<br />

298.248,30<br />

b) totale <strong>delle</strong> assegnazioni 1.195.142,98<br />

II. PER INTERVENTI CARITATIVI<br />

- contributo ricevuto dalla c.e.i. nel 2005 307.959,66<br />

- interessi netti maturati sui depositi bancari e sugli investimenti:<br />

al 30.09.2004 1.361,73<br />

al 31.12.2004 1.589,82<br />

al 31.03.2005 1.179,67<br />

al 30.06.2005 794,05<br />

4.925,27


- somme impegnate per iniziative pluriennali esercizi<br />

precedenti<br />

- somme assegnate nell’esercizio 2004 e non erogate<br />

al 31.03.2005<br />

a) totale <strong>delle</strong> somme da assegnare per l’anno<br />

2005<br />

A. Distribuzione a persone bisognose:<br />

0,00<br />

310.245,55<br />

623.130,48<br />

1. Da parte della diocesi 67.890,00<br />

2. Da parte <strong>delle</strong> parrocchie 67.800,00<br />

3. Da parte di altri enti ecclesiastici 30.000,00<br />

165.690,00<br />

B. Opere caritative diocesane:<br />

1. In favore di extracomunitari 11.100,00<br />

2. In favore di tossicodipendenti 10.000,00<br />

3. In favore di anziani 18.000,00<br />

4. In favore di portatori di handicap 10.500,00<br />

5. In favore di altri bisognosi 39.738,27<br />

6. Fondo antiusura (diocesano o regionale) 20.000,00<br />

109.338,27<br />

C. Opere caritative parrocchiali:<br />

1. In favore di extracomunitari 10.000,00<br />

2. In favore di altri bisognosi 30.000,00<br />

3. Associazione Samaritano 12.484,05<br />

52.484,05<br />

D. Opere caritative di altri enti ecclesiastici:<br />

1. Fondazione Benedetto XIII 30.000,00<br />

2. Opere Caritative Religiose 47.000,00<br />

3. Casa accoglienza Loglisci 198.618,16<br />

275.618,16<br />

41


420<br />

E. Altre assegnazioni:<br />

1. Gemellaggio Awasa 15.000,00<br />

2. Opere caritative missionarie 5.000,00<br />

20.000,00<br />

b) totale <strong>delle</strong> assegnazioni 623.130,48<br />

1. Il parere del Consiglio diocesano per gli affari economici è stato<br />

espresso nella riunione tenutasi in data 26 novembre 2005<br />

2. Il parere del Collegio dei consultori è stato espresso nella riunione<br />

tenutasi in data 26 novembre 2005<br />

3. L’incaricato diocesano per la promozione del sostegno economico<br />

alla Chiesa è stato sentito dal Vescovo in data 26 novembre 2005<br />

4. Il Direttore della Caritas Diocesana è stato sentito dal Vescovo in merito<br />

agli interventi caritativi in data 26 novembre 2005<br />

<strong>Altamura</strong>, 28 novembre 2005<br />

il vescovo diocesano<br />

✠ Mario Paciello


Rendiconto<br />

relativo alla erogazione<br />

<strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />

per l’esercizio 2004<br />

I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE<br />

A. Esercizio del culto:<br />

1. Conservazione o restauro edifici di culto già esistenti<br />

o altri beni culturali ecclesiastici 23.260,00<br />

2. Sussidi liturgici 596,96<br />

3. Centro Giovanile 100.000,00<br />

123.856,96<br />

B. Esercizio e cura <strong>delle</strong> anime:<br />

1. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 25.706,08<br />

2. Tribunale ecclesiastico diocesano 25.000,00<br />

3. Mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale 28.532,64<br />

4. Istituto di scienze religiose 11.470,00<br />

5. Manutenzione straordinaria di case canoniche e/o locali<br />

di ministero pastorale 8.424,73<br />

6. Parrocchie in condizioni di straordinaria necessità 15.000,00<br />

7. Clero anziano e malato 1.000,00<br />

8. Istituti di vita consacrata in straordinaria necessità 3.000,00<br />

118.133,45<br />

C. Formazione del clero:<br />

1. Seminario diocesano, interdiocesano, regionale 71.544,62<br />

2. Formazione permanente del clero 5.320,00<br />

3. Restauro Seminario Diocesano 105.000,00<br />

181.864,62<br />

421


422<br />

D. Scopi missionari:<br />

1. Centro missionario diocesano e animazione missionaria<br />

E. Catechesi ed educazione cristiana:<br />

2.100,00<br />

2.100,00<br />

1. Iniziative di cultura religiosa nell’ambito della dio- 1.403,15<br />

cesi<br />

2. Istituti e Centri Religiosi 1.655,00<br />

3.058,15<br />

F. Contributo al servizio diocesano per la promozione del<br />

sostegno economico alla Chiesa:<br />

G. Altre erogazioni:<br />

0,00<br />

1. Casa S. Lorenzo 10.000,00<br />

2. Fitto Parrocchia Spirito Santo 12.128,44<br />

3. Ricostruzione Parrocchia San Sabino 30.000,00<br />

4. Spese di manutenzione e tasse per immobili 4.008,33<br />

56.136,77<br />

a) totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate nel<br />

2004<br />

Riepilogo<br />

- totale <strong>delle</strong> somme da<br />

1.108.486,34<br />

erogare per l’anno 2004<br />

- a dedurre totale <strong>delle</strong> erogazioni<br />

effettuate nell’anno 2004 (fi-<br />

485.189,95<br />

no al 31 marzo 2005)<br />

623.336,39<br />

- DIFFERENZA L’importo “differenza”<br />

è così composto:<br />

485.149,95


* Fondo diocesano di garanzia (fino al<br />

10% del contributo dell’anno 2004)<br />

* Fondo diocesano di garanzia relativo<br />

agli esercizi precedenti<br />

Totale fondo diocesano di garanzia<br />

(da riportare nel rendiconto assegnazioni<br />

2005)<br />

* Altre somme assegnate nell’esercizio<br />

2004 e non erogate<br />

al 31.03.2005 (da riportare nel rendiconto<br />

assegnazioni 2005)<br />

- interessi netti del 30.09.04; 31.12.04<br />

e 31.03.05<br />

- assegni emessi o bonifici effettuati<br />

ma non ancora<br />

contabilizzati nell’e/c<br />

saldo conto corrente e/o deposito<br />

titoli al 31 marzo 2005<br />

190.248,30<br />

242.248,30<br />

387.098,16<br />

3.665,64<br />

11.066,73<br />

644.078,83<br />

423


424<br />

II. PER INTERVENTI CARITATIVI<br />

A. Distribuzione a persone bisognose:<br />

1. Da parte della diocesi 18.100,00<br />

2. Da parte <strong>delle</strong> parrocchie 10.000,00<br />

3. Da parte di altri enti ecclesiastici 30.000,00<br />

58.100,00<br />

B. Opere caritative diocesane:<br />

1. In favore di extracomunitari 10.000,00<br />

2. In favore di anziani 1.000,00<br />

3. In favore di altri bisognosi 11.230,00<br />

4. Fondo antiusura (diocesano o regionale) 15.000,00<br />

37.230,00<br />

C. Opere caritative parrocchiali:<br />

1. Caritas parrocchiali 20.000,00<br />

20.000,00<br />

D. Opere caritative di altri enti ecclesiastici:<br />

1. Centro di accoglienza Benedetto XIII 30.430,00<br />

2. Opere caritative religiose 25.050,00<br />

55.480,00<br />

Riepilogo<br />

b) totale <strong>delle</strong> erogazioni<br />

effettuate nel 2004<br />

- totale <strong>delle</strong> somme da erogare<br />

per l’anno 2004<br />

- a dedurre totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate<br />

nell’anno 2004 (fino al 31 marzo 2005)<br />

170.810,00<br />

477.496,77<br />

170.810,00


- DIFFERENZA 306.686,77<br />

L’importo “differenza” è così composto:<br />

* Altre somme assegnate nell’esercizio 2004 e 310.245,55<br />

non erogate al 31.03.2005<br />

(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2005)<br />

- interessi netti del 30.09.04; 31.12.04 e 31.03.05 4.131,22<br />

- ASSEGNI EMESSI O BONIFICI EFFETTUATI MA<br />

NON ANCORA<br />

2.000,00<br />

CONTABILIZZATI NELL’E/C<br />

saldo conto corrente e/o deposito titoli al 31 316.376,77<br />

marzo 2005<br />

Si allegano:<br />

1. relazione esplicativa del rendiconto relativo alle somme erogate;<br />

2. fotocopia <strong>delle</strong> pagine di tutti gli estratti conto bancari dal 01.04.2004<br />

al 31.03.2005;<br />

3. documentazione dei depositi amministrati o della gestione patrimoniale<br />

nel caso in cui le disponibilità siano state temporaneamente investite.<br />

Si attesta che:<br />

• il presente “Rendiconto” è stato sottoposto alla verifica del Consiglio<br />

Diocesano per gli affari economici;<br />

• il “Rendiconto” è pubblicato nel bollettino ufficiale della diocesi.<br />

l’economo diocesano<br />

Sac. Luigi Dimarno<br />

il vescovo diocesano<br />

X Mario Paciello<br />

42


42<br />

RENDICONTO DELLE COLLETTE<br />

PER LE GIORNATE OBBLIGATORIE 2005<br />

Giornata<br />

Migranti *<br />

missionaria Seminario<br />

Carità<br />

del Papa<br />

Università<br />

Cattolica<br />

Luoghi<br />

Santi<br />

Infanzia<br />

missionaria Lebbrosi<br />

ALTAMURA<br />

Cattedrale 250,00 200,00 200,00 200,00 500,00 600,00<br />

Sacro Cuore 200,00 150,00 200,00 150,00 100,00 550,00 850,00<br />

S. Agostino 100,00 150,00 100,00 500,00 500,00<br />

S. Anna 150,00 50,00 80,00 1.000,00 500,00<br />

S. Giovanni Bosco 1.350,00 150,00 50,00 150,00 1.260,00 1.200,00<br />

S. Maria Carmine 120,00 50,00 160,00 760,00 500,00<br />

S. M. Consolazione 250,00 150,00 120,00 200,00 90,00 1.870,00 630,00<br />

S. Michele A. 130,00 125,00 230,00 150,00 125,00 405,00 500,00<br />

S. Nicola 250,00 175,00 130,00 145,00 150,00 510,00 500,00<br />

SS. Rosario 420,00 150,00 50,00 50,00 390,00 600,00<br />

S. Sabino 100,00 100,00 230,00 100,00 130,00 273,00 100,00<br />

S. Sepolcro 200,00 50,00 100,00 25,00 50,00 100,00 250,00<br />

S. Teresa 477,00 315,00 250,00 250,00 272,00 1.600,00 1.000,00<br />

SS. Redentore 50,00 80,00<br />

SS. Trinità 50,00 300,00 50,00 50,00 180,00 325,00


Ancelle “Volpicelli”<br />

Buoncammino 170,00 50,00 235,00 220,00 730,00 230,00<br />

Cimitero 120,00 60,00 600,00<br />

Madonna della Croce 55,00 39,00 30,00 18,00 125,00 125,00<br />

Ospedale 80,00 120,00 50,00 85,00 100,00<br />

S. Antonio 45,00 30,00 133,00 45,00<br />

S. Chiara<br />

S. Domenico 70,00 150,00 50,00 220,00 100,00<br />

S. Francesco di P. 32,00 20,00 36,00 55,00<br />

S. Lorenzo<br />

S. Lucia 50,00 100,00 100,00 110,00 700,00 370,00<br />

Annunziata<br />

Offerte varie 462,00<br />

4.102,00 1.104,00 2.850,00 2.232,00 2.215,00 0,00 12.439,00 9.760,00<br />

GRAVINA<br />

Buon Pastore 1.000,00 650,00<br />

Madonna d. Grazie 40,00 40,00 40,00 410,00<br />

Mater Ecclesiae 400,00 600,00 600,00<br />

S. Domenico 350,00 100,00 200,00 4.400,00 2.200,00<br />

S. Francesco 350,00 360,00 105,00 150,00 200,00 500,00 200,00<br />

42


42<br />

S. Giovanni Battista 105,00 217,00 425,00 1.355,00 513,00<br />

S. Giovanni Evang. 30,00 30,00 30,00 570,00 270,00<br />

SS. Nicola e Cecilia 450,00<br />

SS. Pietro e Paolo 130,00<br />

Spirito Santo 120,00 830,00 815,00<br />

SS. Crocifisso 151,00 50,00 174,00 2.750,00 1.900,00<br />

SS. Nome di Gesù 50,00 50,00<br />

Cattedrale<br />

Ospedale<br />

S.Emidio 40,00<br />

S. Felice 235,00 80,00<br />

S. Giuseppe<br />

S. Maria<br />

S. Sofia<br />

S. Teresa<br />

Suore S. Cecilia<br />

Suore Sacro Costato 200,00<br />

350,00 360,00 781,00 587,00 1.589,00 0,00 12.740,00 8.058,00<br />

ACQUAVIVA<br />

S. Eustachio 230,00 100,00 80,00 270,00 270,00


S. Agostino 30,00 20,00 20,00 30,00 30,00<br />

Sacro Cuore 126,00 200,00 150,00 870,00 500,00<br />

S. Domenico 1.000,00 150,00 50,00 200,00 1.500,00 1.000,00<br />

S. Francesco 105,00 55,00 40,00 850,00 250,00<br />

S. Lucia 120,00 45,00 80,00 150,00 400,00<br />

S. Maria Maggiore 400,00 150,00 30,00 120,00 500,00 1.000,00<br />

Addolorata<br />

Immacolata<br />

Ospedale “Collone”<br />

Ospedale “Miulli” 120,00<br />

S. Anna<br />

S. Benedetto<br />

S. Chiara<br />

Suore “Cirielli” 200,00 150,00 500,00<br />

1.400,00 0,00 911,00 700,00 840,00 0,00 4.670,00 3.570,00<br />

SANTERAMO<br />

S. Erasmo 380,00 200,00 250,00 360,00 380,00 950,00 1.351,00<br />

Sacro Cuore 110,00 170,00 200,00 170,00 800,00 1.000,00<br />

SS. Crocifisso 1.125,00 440,00 455,00 500,00 500,00 1.200,00 700,00<br />

42


430<br />

Annunziata 20,00 137,00 70,00<br />

Carmine 20,00 150,00 109,00<br />

Monfortani 100,00 40,00 75,00 130,00 170,00<br />

Ospedale<br />

Pietà 70,00 100,00 60,00<br />

S. Giuseppe 25,00 63,00 100,00<br />

S. Lucia 30,00 20,00<br />

Salesiani 120,00 100,00<br />

Confr. SS. Sacram. 50,00<br />

1.815,00 810,00 905,00 900,00 1.190,00 0,00 3.720,00 3.660,00<br />

SPINAZZOLA<br />

S. Pietro Apostolo 30,00 30,00 50,00 50,00 50,00 690,00 250,00<br />

SS. Annunziata 150,00 165,00 100,00 350,00 600,00 250,00<br />

180,00 30,00 215,00 150,00 400,00 0,00 1.290,00 500,00<br />

POGGIORSINI<br />

M. SS. Addolorata 200,00 300,00<br />

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 200,00 300,00<br />

TOTALE 7.847,00 2.304,00 5.662,00 4.569,00 6.234,00 0,00 35.059,00 25.848,00<br />

* La Giornata Nazionale per i Migranti è stata trasferita a Gennaio 2006<br />

Aggiornato al 18.11.2006


Diario<br />

del Vescovo


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolare leone portale.


GENNAIO 2005<br />

1 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Cattedrale- <strong>Gravina</strong><br />

2 Celebrazione Eucaristica ore 17,00 - Piccolo Seminario - Foggia<br />

4 Incontro in Curia Diocesana;<br />

Benedizione stabilimento “Divani-Contempo” - <strong>Altamura</strong><br />

5 Incontro con il Sem. pre. - <strong>Altamura</strong><br />

Cresime adolescenti ore 18,30 - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

6 Visita alla Casa di Riposo - Villa Serena - <strong>Altamura</strong><br />

Partecipazione ad un Concerto di Natale - Poggiorsini<br />

7 Udienze<br />

Incontro in Episcopio con gli organizzatori del prossimo Convegno<br />

Diocesano - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Incontro in episcopio con i pastori <strong>delle</strong> Chiese evangeliche<br />

9 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 e celebrazione comunitaria del<br />

sacramento del Battesimo - Cattedrale <strong>Altamura</strong><br />

10 Pozzo di Giacobbe<br />

11 Commissione Episcopale per Pastorale della Salute e la Carità -<br />

Roma<br />

Intervista: SAT 2000<br />

13 Udienze in Curia<br />

14 Incontro per pranzo con i sacerdoti di <strong>Acquaviva</strong> ore 10,00 - presso<br />

le suore Vocazioniste - <strong>Acquaviva</strong><br />

16 Cresime adolescenti ore 11,00 - Sant’Erasmo - Santeramo<br />

17 Udienze<br />

433


434<br />

Incontro con i Conventuali di Spinazzola - Spinazzola;<br />

Incontro con i Volontari dell’Opera del Samaritano - Episcopio<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

19 Udienze<br />

Incontro con il Gruppo Teresa Orsini - Aula Giovanni Paolo II -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

Incontro col Rettore Magnifico dell’Università di Bari - Bari<br />

20 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - Festa San Sebastiano - Spinazzola<br />

21 Ritiro Clero ore 9,30 - Centro Giovanile “Benedetto XIII” - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

Scuola di preghiera - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

22 Celebrazione Eucaristica per le coppie di fidanzati e anniversari di<br />

matrimonio ore 18,00 - S. Francesco di Paola - Bari<br />

23 Cresime adolescenti ore 11,00 - Sant’Erasmo - Santeramo<br />

Udienze<br />

24 Udienze<br />

Riunione Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro di preghiera per l’Unità dei Cristiani ore 18,30 - Cattedrale<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

25/27 C.E.P. - San Giovanni Rotondo<br />

28 Aggiornamento Clero - Aula Giovanni Paolo II - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

29 Udienze<br />

Incontro Ecumenico ore 18,00 - Centro Giovanile “Benedetto<br />

XIII” - <strong>Gravina</strong>


30 Celebrazione Eucaristica ore 10,30 - Giornata del Ringraziamento<br />

- San Domenico - <strong>Altamura</strong><br />

Inaugurazione del Rosone della Chiesa <strong>delle</strong> Suore del Divino Zelo<br />

ore 12,00 - <strong>Altamura</strong><br />

31 Udienze<br />

FEBBRAIO 2005<br />

2 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - per la Vita Consacrata -<br />

Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

3 Incontro della Delegazione Regionale Caritas con Gruppo Mega<br />

ore 12,00<br />

Seminario Diocesano ore 17,30 - Bari<br />

4 Udienze<br />

5 Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - Ordinazione Sacerdotale del<br />

Diacono Giuseppe Cifarelli - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

6 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Festa del Ringraziamento -<br />

Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - Madonna <strong>delle</strong> Vita - Buon<br />

Pastore - <strong>Gravina</strong><br />

7 Udienze<br />

9 Ceneri - Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Conversazione con il Movimento della Vita - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

10 “Oratorio per l’Infanzia violata”con la partecipazione di Michele<br />

Mirabella. Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Catechesi Radio Maria<br />

43


43<br />

11 Udienze<br />

12 Udienze<br />

13 Celebrazione eucaristica per esequie della mamma di Don Giuseppe<br />

Nuzzi - San Nicola - <strong>Gravina</strong><br />

14/20 IV Convegno Pastorale Diocesano - Centro Giovanile “Benedetto<br />

XIII” - <strong>Gravina</strong><br />

Pozzo di Giacobbe<br />

15 Udienze<br />

Convegno Pastorale<br />

16 Visite a domicilio<br />

Convegno Pastorale Diocesano<br />

17 Visita cantiere Nuovo Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />

Visita Ospedale di Castellaneta<br />

Convegno Pastorale Diocesano<br />

18 Ritiro Clero - Cripta Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

Convegno Pastorale Diocesano<br />

19 Udienze<br />

Convegno Pastorale Diocesano<br />

20 Solenne Concelebrazione per chiusura IV Convegno Pastorale<br />

Diocesano - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - V anniversario consacrazione della<br />

Chiesa dell’Annunciazione - <strong>Gravina</strong><br />

21 Udienze<br />

Incontro con le Caritas parrocchiali di Gravin<br />

22 Celebrazione Eucaristica - Sant’Agostino - Irsina<br />

23 Udienze


Relazione per l’Inaugurazione XX anno accademico Università<br />

della Terza Età - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />

24 Udienze<br />

25 Udienze<br />

Aggiornamento Clero - Aula Giovanni Paolo II - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

26 Partecipazione al Convegno organizzato dall’A.N.T. - Aula Giovanni<br />

Paolo II - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

27 Udienze<br />

Assemblea Diocesana di A.C. e Celebrazione Eucaristica ore<br />

10,30 - Centro Giovanile “Benedetto XIII” - <strong>Gravina</strong><br />

28 Udienze<br />

Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />

MARZO 2005<br />

1 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Madonna di Costantinopoli<br />

- Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

2 Udienze<br />

Catechesi per i Seminaristi, Gruppo Samuel e Genitori: Seminario<br />

Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

3 Giornata di studio<br />

4 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per un compleanno centenario - San<br />

Matteo - <strong>Gravina</strong><br />

Veglia di preghiera per i Cavalieri del Santo Sepolcro<br />

5 Udienze<br />

Partecipazione alla Conferenza organizzata dall’Ordine Equestre<br />

del Santo Sepolcro di Gerusalemme - <strong>Gravina</strong><br />

43


43<br />

6 Celebrazione Eucaristica per i Cavalieri del Santo Sepolcro - Cattedrale<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica con Cresime per il 34° anniversario della<br />

Parrocchia San Matteo - <strong>Gravina</strong><br />

7 Udienze<br />

8 Giornata di studio<br />

9 Udienze<br />

10 Udienze<br />

Catechesi - Parrocchia Buon Pastore (presenza della statua Madonna<br />

dell’Incoronata) - <strong>Gravina</strong><br />

11 Udienze<br />

Consiglio presbiterale ore 10,00 - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro con i Sacerdoti di <strong>Altamura</strong><br />

12 Udienze<br />

Cresime adolescenti ore 17,00 - San Sepolcro (Cattedrale) - <strong>Altamura</strong><br />

13 Ritiro C.D.A.L. - Centro Giovanile “Benedetto XIII” - <strong>Gravina</strong><br />

14 Pozzo di Giacobbe<br />

15 C.E.P. ore 9,30 - Molfetta<br />

16 Incontro con la Delegazione Rumena - Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />

Catechesi sulla Settimana Santa - Santissima Trinità - <strong>Altamura</strong><br />

17 Udienze<br />

18 Celebrazione Eucaristica - Madonna dell’Addolorata - San Sepolcro<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

Scuola di preghiera dei Giovani - Centro Giovanile “Benedetto<br />

XIII” - <strong>Gravina</strong>


19 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per gli alunni del Liceo scientifico ore<br />

12,00 - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro di preghiera e agape con i seminaristi e genitori - Seminario<br />

Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

20 Benedizione <strong>delle</strong> Palme e Celebrazione Eucaristica - Cattedrale<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

21 Udienze;<br />

Visita al cantiere del nuovo Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />

22 Giornata di studio<br />

23 Messa del Crisma ore 18,30 - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

24 Udienze;<br />

Incontro con l’USMI - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Messa in Coena Domini ore 18,30 - Cattedrale <strong>Altamura</strong><br />

25 Azione Liturgica - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

Processione del Legno Santo - <strong>Gravina</strong><br />

26 Udienze<br />

Veglia pasquale - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

27 Santa Pasqua - Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Cattedrale<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica ore 19,30 - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

29 Celebrazione Eucaristica - Madonna del Bosco - Santuario Madonna<br />

del Bosco - Spinazzola<br />

Consiglio Pastorale - Santissima Trinità - <strong>Altamura</strong><br />

30 Udienze<br />

Visita zona La Selva di <strong>Altamura</strong> per costruzione nuova parrocchia<br />

31 Udienze<br />

43


440<br />

Incontro con il Commissario prefettizio di <strong>Altamura</strong><br />

Incontro con il Sem. Pre.<br />

Catechesi Radio Maria<br />

APRILE 2005<br />

1 Udienze<br />

Veglia di preghiera - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />

2 Udienze<br />

Veglia di preghiera per il Papa - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

Il Papa Giovanni Paolo II è morto - ore 21,37<br />

3 Udienze<br />

4 Giornata di studio<br />

5 Celebrazione Eucaristica - Rinnovazione voti <strong>delle</strong> Suore Figlie<br />

del Divino Amore - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />

6 Udienze<br />

7 Udienze<br />

Visita in San Pietro alla salma di Giovanni Paolo II - Roma<br />

Veglia in San Giovanni in Laterano per il Papa Giovanni Paolo II<br />

- Roma<br />

8 Messa esequiale in Piazza San Pietro ore 10,00 per il Santo Padre<br />

Giovanni Paolo II - Roma<br />

9 Udienze<br />

Visita alla famiglia di Nola per il portone della Cattedrale di <strong>Gravina</strong><br />

Cresime adolescenti ore 19,00 - San Giovanni Bosco - <strong>Altamura</strong><br />

10 Cresime adolescenti ore 11,00 - Ss. Crocifisso - Santeramo<br />

Udienze


11 Udienze<br />

12 Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - Trigesimo di Suor Filomena<br />

(Marcelline) - Cappella <strong>delle</strong> Suore Marcelline - Foggia<br />

13 Visita al cantiere del nuovo Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />

Udienze<br />

14 Consegna del Certificato di idoneità agli Insegnanti di Religione<br />

- Centro Giovanile “Benedetto XIII” - <strong>Gravina</strong><br />

15 Ritiro del Clero – Centro Giovanile “Benedetto XIII” - <strong>Gravina</strong><br />

Consulta della Pastorale della Salute - San Giorgio Jonico<br />

16 Consulta della Pastorale della Salute - San Giorgio Jonico<br />

Cresime adolescenti ore 18,00 - Buon Pastore - <strong>Gravina</strong><br />

17 Cresime adolescenti ore 11,00 - Ss. Crocifisso - Santeramo<br />

Cresime adolescenti ore 18,30 - S. M. del Carmine - <strong>Altamura</strong><br />

Visita a Don Rocco Campanale per il suo 91° compleanno<br />

18 Conclave per l’elezione del nuovo Papa<br />

Uffici di curia ore 16,30 - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

19 Eletto Papa: Joseph Ratzinger - Benedetto XVI<br />

20 Udienze<br />

Visita alla Selva per nuovo centro parrocchiale - <strong>Altamura</strong><br />

21 Saluto ai partecipanti della corsa campestre <strong>delle</strong> scuole - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

Visita con i tecnici al cantiere della nuova Chiesa della Trinità<br />

(Trasfigurazione) - <strong>Altamura</strong><br />

22 Udienze<br />

23 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

441


442<br />

Cresime adolescenti ore 18,30 - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />

24 Inizio del Ministero Pontificio di Benedetto XVI<br />

Cresime adolescenti ore 10,30 – San Nicola – <strong>Gravina</strong><br />

Cresime adolescenti ore 19,00 – Madonna <strong>delle</strong> Grazie – <strong>Gravina</strong><br />

25 Visita alla parrocchia San Sepolcro – <strong>Altamura</strong><br />

Cresime adolescenti ore 19,00 – San Francesco – <strong>Acquaviva</strong><br />

26 Udienze<br />

27 Udienze – Curia – <strong>Altamura</strong><br />

Consiglio Affari Economici – Ospedale Miulli – <strong>Acquaviva</strong><br />

Premiazione al Concorso “Colori del Creato” organizzato dall’A.<br />

C. – Poggiorsini<br />

28 Udienze<br />

Convegno organizzato dal Liceo Scientifico – Aula Consiliare<br />

– <strong>Altamura</strong><br />

29 Incontro con i Sacerdoti di <strong>Gravina</strong> – Episcopio – <strong>Gravina</strong><br />

III incontro Diocesano A.D.P. – ore 17,00 catechesi e Celebrazione<br />

Eucaristica – Cattedrale – <strong>Acquaviva</strong><br />

30 Udienze<br />

Visita alle Clarisse – <strong>Altamura</strong><br />

Cresime adolescenti ore 19,00 -Spirito Santo (in Cattedrale) – <strong>Gravina</strong><br />

MAGGIO 2005<br />

1 Udienze<br />

Cresime adolescenti ore 11,00 - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />

Cresime adolescenti ore 19,00 - Ss. Crocifisso - <strong>Gravina</strong><br />

2 Udienze<br />

3 Giornata di studio


4 Udienze<br />

Visita con i tecnici al cantiere della nuova chiesa della Trinità - <strong>Altamura</strong><br />

Visita al sindaco di <strong>Gravina</strong><br />

Visita al cantiere di S. Michele al corso di <strong>Altamura</strong><br />

Partecipazione al Musical sulla Passione vivente - Polivalente -<br />

<strong>Altamura</strong><br />

5 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica ore 11,30 - Festa di Sant’Irene - Cattedrale<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

Pranzo con i preti di <strong>Altamura</strong><br />

6 Incontro con la Presidenza di A.C. - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

7 Udienze<br />

Cresime adolescenti ore 19,00 - Maria Ss. Addolorata - Poggiorsini<br />

8 Cresime adolescenti ore 11,15 - Ss. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica ore 18,00 - Mese di maggio - Santuario<br />

di Picciano<br />

9 Pozzo di Giacobbe<br />

10 Udienze<br />

Visita al cantiere della nuova chiesa della Trinità - <strong>Altamura</strong><br />

11 Celebrazione Eucaristica ore 7,30 - Monastero <strong>delle</strong> Clarisse - <strong>Altamura</strong><br />

12 Catechesi Radio Maria<br />

13 Udienze<br />

Veglia di Pentecoste - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

14 Visita al cantiere del nuovo Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />

Udienze<br />

Cresime adolescenti ore 18,30 - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

443


444<br />

15 Cresime adolescenti ore 17,00 - Sacro Cuore - Santeramo<br />

16 Udienze<br />

17 Giornata di studio<br />

18 Udienze<br />

Incontro con la scuola media “Nitti” di Santeramo<br />

Incontro in Regione per l’Ospedale Miulli<br />

19 Giornata di studio<br />

20 Ritiro del Clero ore 9,30 - Santuario del Buoncammino - <strong>Altamura</strong><br />

Visita ai laboratori di marmeria e falegnameria per i cantieri della<br />

<strong>Diocesi</strong> e dell’Ospedale Miulli<br />

21 Celebrazione Eucaristica - Santa Rita - Sant’Agostino - <strong>Altamura</strong><br />

Apertura Congresso Eucaristico Nazionale di Bari<br />

22 Cresime adolescenti ore 11,00 (interparrocchiale) - Ss. Annunziata<br />

- Spinazzola<br />

Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - Ss. Trinità - <strong>Altamura</strong><br />

23 Visita al Cantiere del palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

24 Giornata di studio<br />

25 Udienze<br />

Congresso Eucaristico Nazionale - Preghiera Ecumenica - Basilica<br />

San Nicola - Bari<br />

Incontro con la Comunità Di Gesù - Bari<br />

26 Benedizione Chiesa S. Michele al Corso - Corpus Domini - Processione<br />

Eucaristica e Celebrazione - <strong>Altamura</strong><br />

27 Incontro con i tecnici per lavori di ristrutturazione Chiesa San Sepolcro<br />

- <strong>Altamura</strong>


Incontro con il sindaco di <strong>Altamura</strong> in Comune<br />

28 Congresso Eucaristico Nazionale - Incontro con le famiglie - Fiera<br />

del Levante - Bari<br />

29 Congresso Eucaristico Nazionale - Celebrazione Eucaristica conclusiva<br />

presieduta da Benedetto XVI ore 10,30 - Maristella - Bari<br />

30-31 Assemblea C.E.I.<br />

Incontro di tutti i Vescovi con il Papa Benedetto XVI nell’Aula del<br />

Sindaco - Città del Vaticano<br />

GIUGNO 2005<br />

1 Celebrazione Eucaristica ore 19,00 (triduo eucaristico) - Cattedrale<br />

- <strong>Acquaviva</strong><br />

2 Celebrazione Eucaristica e processione ore 9,30 - Festa Patronale<br />

S. Erasmo - Chiesa Madre - Santeramo<br />

Celebrazione Eucaristica per consacrazione della Chiesa di San<br />

Sepolcro ristrutturata, ore 19,00 - <strong>Altamura</strong><br />

3 Celebrazione Eucaristica ore 11,30 - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - Sacro Cuore - <strong>Acquaviva</strong><br />

4 Celebrazione Eucaristica - Matrimonio Antonio Palella e Barbara<br />

Grilli - ore 11,00 - Basilica San Giovanni Battista - Foggia<br />

Cresime adolescenti ore 18,30 - San Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong><br />

5 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - SS. Crocifisso - <strong>Gravina</strong><br />

Cresime adolescenti ore 19,00 - Santa Teresa - <strong>Altamura</strong><br />

6 Udienze<br />

7 Visita alla Scuola Primaria “M. Soranno” - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

44


44<br />

Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - seminaristi e genitori per<br />

conclusione dell’anno - Seminario Diocesano<br />

8 Visita alla parrocchia del Ss. Redentore - <strong>Altamura</strong><br />

Concelebrazione Eucaristica per le esequie di S. Ecc.za Mons.<br />

Motolese - Concattedrale di Taranto<br />

9 Udienze<br />

Saluto ai Docenti Universitari dell’Università “La Sapienza” -<br />

ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />

10 Giornata di studio<br />

11 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Cresime adolescenti ore 18,30 - Sant’Agostino - <strong>Altamura</strong><br />

12 Udienze<br />

Cresime adolescenti ore 11,30 - Sant’ Anna - <strong>Altamura</strong><br />

Cresime adolescenti ore 19,00 - San Matteo - <strong>Gravina</strong><br />

13 Celebrazione Eucaristica - Matrimonio - ore 11,00 - Spirito Santo<br />

- Foggia<br />

14 C.E.P. - Santuario Santa Maria di Leuca<br />

15 Udienze<br />

16 Incontro di Curia - ore 9,30 - <strong>Altamura</strong><br />

17 Incontro di Curia - ore 9,30 - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica e benedizione nuova parrocchia SS. Redentore<br />

- ore 19,30 - <strong>Altamura</strong><br />

18 Incontro con gli Ebrei messianici, ore 10,00 - Fiera del Levante<br />

- Bari<br />

19 Incontro ore 8,30 - Episcopio - Bari<br />

Cresime adolescenti ore 11,30 - Sant’Agostino - <strong>Altamura</strong>


20/22 Convegno Nazionale della Pastorale della Salute - Terme di Chianciano<br />

22 Relazione al Convegno Nazionale della Pastorale della Salute -<br />

Terme di Chianciano<br />

23 Catechesi Radio Maria<br />

24 Consiglio Affari Economici e Collegio dei Consultori ore 17,00<br />

- Curia - <strong>Altamura</strong><br />

25 Concelebrazione per la consacrazione episcopale di Sua Ecc.za<br />

Mons. Michele Castoro ore 17,30 - Piazzale Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

26 Concelebrazione Eucaristica con S. Ecc.za Mons. Michele Castoro<br />

ore 11,00 - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

27/ Campo estivo Sem.Pre.<br />

1 luglio<br />

LUGLIO 2005<br />

2 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica con Mons. Rocco Campanale per i suoi<br />

65 anni di sacerdozio - <strong>Altamura</strong><br />

4 Udienze<br />

Visita a Poggiorsini per benedizione fabbrica Acqua Orsinella<br />

Incontro con l’Ufficio Scuola ore 18,00 - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

5 Udienze<br />

6 Udienze<br />

7 Udienze<br />

Incontro con i Presidenti di Azione Cattolica - <strong>Altamura</strong><br />

44


44<br />

8 Udienze<br />

9 Udienze<br />

10 Udienze<br />

11 Udienze<br />

12 Consiglio Affari Economici - Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />

13 Incontro con l’INAIL all’Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong>, per stipula<br />

del contratto<br />

Udienze<br />

14 Udienze<br />

Visita alla canonica della parrocchia della Consolazione - <strong>Altamura</strong><br />

Visita al cantiere del nuovo ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />

15 Visita ai Seminaristi in vacanza - Acerenza<br />

Benedizione lapide “Caduti 17-7-1948” - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

16 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica ore 10,30 - S. M. del Carmine - <strong>Altamura</strong><br />

17 Celebrazione Eucaristica per 50° di ordinazione sacerdotale di<br />

Don Giuseppe Lofrese ore 19,00 - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

18 Incontro con il prof. Corbella a Monza per l’Ospedale<br />

Arrivo a Pieve di Cadore<br />

19 A Ortisei per l’Ospedale Miulli<br />

22 Incontro con Mons. Betori - CEI - Roma<br />

Incontro con il presidente dell’INAIL - Roma


23 Incontro con i tecnici del cantiere del nuovo Ospedale Miulli ore<br />

9,00 - <strong>Acquaviva</strong><br />

Udienze<br />

24 Giornata di studio in preparazione alla G.M.G. di Colonia<br />

Udienze<br />

25 Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Studio in preparazione alla G.M.G. di Colonia<br />

26 Visita al cantiere del Palazzo Loglisci ore 8,45 - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

28 Udienze<br />

29 Celebrazione Eucaristica ore 7,30 - “Festa dei Santi Marta Maria<br />

e Lazzaro” - Fraternità Marta e Maria - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

30 Visita al cantiere del nuovo ospedale Miulli ore 8,30 - <strong>Acquaviva</strong><br />

31 Celebrazione Eucaristica ore 19,15 per i Giovani che parteciperanno<br />

alla G.M.G. di Colonia - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

AGOSTO 2005<br />

1 Udienze<br />

Visita del presidente della Regione e dell’Assessore alla Sanità<br />

all’Ospedale Miulli<br />

2 Celebrazione Eucaristica ore 10,30 - Matrimonio Pisani - Santuario<br />

di Paola<br />

3 Udienze<br />

4/8 Esercizi Spirituali Fraternità Marta e Maria - Oasi Sacro Cuore<br />

- Conversano<br />

Catechesi Radio Maria<br />

44


4 0<br />

8 Celebrazione Eucaristica ore 10,00 - conclusione Esercizi Spirituali<br />

F.M.M. - Oasi Sacro Cuore - Conversano<br />

Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />

Visita al Palazzo Loglisci<br />

9 Udienze<br />

Visita al Palazzo Loglisci<br />

10 Celebrazione Eucaristica ore 7,30 - Monastero Clarisse - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

11 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Festa Patronale Madonna<br />

Addolorata - Poggiorsini<br />

Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - San Nicola - <strong>Altamura</strong><br />

12 Celebrazione Eucaristica per esequie di 5 giovani - Sant’Erasmo<br />

- Santeramo<br />

Udienze<br />

13 Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - Festa Patronale - Madonna<br />

del Bosco - Spinazzola<br />

14 Celebrazione Eucaristica per 50° di sacerdozio di Don Felice Posa<br />

ore 11,00 - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

15 Partenza per Colonia - Giornata Mondiale dei Giovani<br />

16 Celebrazione Eucaristica ore 9,00 - Abbazia dell’Acquafredda -<br />

Lenno (Como)<br />

Arrivo a Colonia<br />

17 G.M.G. - Colonia - Catechesi e Celebrazione Eucaristica nella<br />

Parrocchia del Sacro Cuore (Helig Kreuz)<br />

Pranzo al Consolato Italiano<br />

Festa degli Italiani - Colonia<br />

18 G.M.G. - Colonia - Catechesi e Celebrazione Eucaristica nella<br />

Parrocchia di San Lorenzo (St Laurentius) a Windeck


19 G.M.G. - Colonia - Incontro e Celebrazione Eucaristica con i giovani<br />

della <strong>Diocesi</strong> a Remsceild<br />

20 G.M.G. - Colonia - Celebrazione Eucaristica all’Accademia di<br />

Brul (Colonia)<br />

21 G.M.G. - Colonia - Concelebrazione Eucaristica col Santo Padre<br />

Benedetto XVI per conclusione G.M.G. di Colonia - ore 10,00 -<br />

Marienfeld<br />

22 Ritorno da Colonia - Celebrazione Eucaristica - Lenno (Como)<br />

23 Celebrazione Eucaristica - Lenno (Como)<br />

25 Sopralluogo Ospedale Centrale Miulli<br />

26 Preparazione Assemblea Pastorale Diocesana<br />

27 Riunione di Curia ore 10,00 per preparazione Assemblea<br />

28 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica ore 18,30 Sant’Agostino - <strong>Altamura</strong><br />

29 Curia<br />

Partecipazione alla celebrazione dell’ingresso di Mons. Castoro a<br />

Oria<br />

30 Incontro con gli Insegnanti di Religione, ore 10,00 - Episcopio -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

Preparazione Assemblea Diocesana<br />

31 Riunione di Curia in preparazione all’Assemblea Diocesana - ore<br />

10,00 - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

4 1


4 2<br />

1 Udienze<br />

Preparazione Assemblea<br />

SETTEMBRE 2005<br />

2 Celebrazione Eucaristica ore 7,30 - S. Maria <strong>delle</strong> Grazie<br />

Udienze<br />

3 Partenza per Assisi<br />

4 Celebrazione per XXX Opera dell’Amore Sacerdotale - S. Maria<br />

degli Angeli - Assisi<br />

5 Curia - Preparazione Assemblea Diocesana<br />

Udienze<br />

6 Celebrazione Eucaristica ore 11,30; Festa Patronale S. Maria di<br />

Costantinopoli - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong>; Processione ore 19,00<br />

7 Preparazione Assemblea<br />

8 Celebrazione Eucaristica ore 11,15 - Madonna <strong>delle</strong> Grazie<br />

9 Curia - Preparazione VI Assemblea Diocesana<br />

10 VI Assemblea Pastorale Diocesana - Santuario dell’Incoronata -<br />

Foggia<br />

11 Celebrazione Eucaristica ore 11,30 - Madonna del Buoncammino<br />

- Cattedrale <strong>Altamura</strong>; Processione ore 19,30<br />

12 Curia - Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per ingresso del nuovo parroco don<br />

Rocco Scalera - Sacro Cuore - Santeramo<br />

13 Celebrazione Eucaristica ore 19,30 per ingresso del nuovo parroco<br />

don Michele Lombardi - S. Pietro Apostolo - Spinazzola


14 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica ore 19,30 - Ss. Crocifisso - Santeramo<br />

15 Curia - Udienze<br />

Catechesi: Radio Maria<br />

16 Udienze in Curia e ad <strong>Acquaviva</strong><br />

17 CEP - Molfetta<br />

Ordinazione Diaconale del seminarista Vincenzo Lopano: ore<br />

19,00 - Cattedrale <strong>Altamura</strong><br />

18 Celebrazione Eucaristica ore 19,00 per presa di possesso del nuovo<br />

parroco don Vito Nuzzi - Sant’Erasmo - Santeramo<br />

19 Udienze<br />

Assemblea Pastorale “Ss. Redentore” - <strong>Altamura</strong><br />

21 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica ore 18,00 - San Giovanni Rotondo - Foggia<br />

22 Incontro ore 10,00 presso il Comune di Santeramo per concessione<br />

suolo nuova parrocchia<br />

Intervista sul Compendio del Catechismo<br />

Partecipazione alla conferenza per il XX di CL a <strong>Gravina</strong> - Ss. Pietro<br />

e Paolo<br />

Celebrazione Eucaristica con Transito ore 11,15 - Santa Croce -<br />

<strong>Altamura</strong><br />

23 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica con benedizione della nuova cappella<br />

ore 19,00 - Suore Vocazioniste - <strong>Acquaviva</strong><br />

24 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica ore 18,30 per presa di possesso del nuovo<br />

parroco don Giacomo Fiore - Santa Teresa - <strong>Altamura</strong><br />

4 3


4 4<br />

25 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per XXV di sacerdozio di Don Vito Ventricelli<br />

ore 19,00 - Ss. Trinità - <strong>Altamura</strong><br />

26 Celebrazione Eucaristica ore 10,30 - Ss. Medici - Consolazione<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

Visita alla Chiesa del Rosario di <strong>Altamura</strong><br />

Visita al cantiere della Trinità<br />

Convegno sul Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica<br />

- Mons. Angelo Amato - ore 19,00 - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

27 Udienze<br />

28 Curia<br />

Primi Vespri di San Michele - <strong>Gravina</strong><br />

29 Celebrazione Eucaristica ore 9,00 - S. Michele Arc. - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Festa Patronale S. Michele<br />

Arcangelo - Cattedrale - <strong>Gravina</strong>; Processione ore 19,00<br />

30 Udienze<br />

OTTOBRE 2005<br />

1 Udienze<br />

Consiglio Pastorale Diocesano e CDAL al Centro Giovanile di<br />

<strong>Gravina</strong><br />

2 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - Maria Ss. Annunziata - Spinazzola<br />

3 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - San Nicola - <strong>Altamura</strong><br />

4 Celebrazione Eucaristica per insediamento del nuovo parroco P.<br />

Mario Marino - ore 19,00 - San Francesco - <strong>Gravina</strong>


5 Udienze<br />

Conversazione con i sacerdoti salesiani giovani a Santeramo sul<br />

relativismo moderno<br />

6 Consulta Pastorale della Salute ore 9,30 - Santa Fara - Bari;<br />

Udienze<br />

Inaugurazione Milan Club - <strong>Gravina</strong><br />

7 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Ss. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per 50° di sacerdozio di Don Angelo<br />

Casino - Madonna <strong>delle</strong> Grazie - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

8 Celebrazione Eucaristica ore 7,00 - Domenicane - <strong>Gravina</strong><br />

Consacrazione Episcopale di Sua Ecc.za Mons. Giovanni Ricchiuti<br />

ore 16,30 - Bisceglie<br />

9 Udienze<br />

Cresime adolescenti ore 11,30 - Santa Lucia - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

10 Udienze<br />

Sopralluogo Ospedale Miulli<br />

11/15 Esercizi Spirituali dei Vescovi di Puglia - Conversano<br />

17/19 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />

20 Udienze<br />

21 Ritiro del Clero: Relatore Mons. Gianfranco Todisco, Vescovo di<br />

Melfi-Rapolla-Venosa - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

Kairos - ore 17,00 - Bari<br />

23 Celebrazione Eucaristica con benedizione icona della Madonna e<br />

Battesimo - ore 10,30 - San Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />

Partenza per Roma<br />

4


4<br />

24 Commissione CEI - Pastorale della Salute - Roma<br />

25 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica ore 15,30; Esequie per la Famiglia perita<br />

per l’alluvione; Chiesa Madre - Santeramo<br />

Vespri e benedizione ore 17,00 - Cappella Convento San Francesco<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

26 C.E.P. - Molfetta<br />

27 Incontro con i ministri straordinari della Comunione Parrocchia<br />

“Buon Pastore” - Aula Giov. Paolo II - Episcopio<br />

Udienze<br />

Catechesi Radio Maria<br />

28 Aggiornamento Clero ore 9,30<br />

29 Udienze<br />

Celebrazione del sacramento del matrimonio ore 11,00 - Ss. Redentore<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica ore 18,30 per ingresso del nuovo parroco<br />

Don Mario Cavalera - San Francesco - <strong>Acquaviva</strong><br />

30 Celebrazione Eucaristica per i fanciulli ore 10,00; Spirito Santo<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

Catechesi sulla “Porta del Giorno del Signore” ore 12,00, ai seminaristi<br />

e alle loro famiglie<br />

Celebrazione Eucaristica con le famiglie dei seminaristi - Gruppo<br />

Samuel - ore 17,00 - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

31 Incontro con i preti di <strong>Acquaviva</strong> ore 9,00<br />

NOVEMBRE 2005<br />

1 Celebrazione Eucaristica ore 15,30 - Cimitero - <strong>Gravina</strong><br />

2 Celebrazione Eucaristica ore 9,00 - Cimitero - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Cimitero - <strong>Acquaviva</strong>


3 Udienze in Curia<br />

4 Sopralluogo Ospedale Miulli<br />

5 Udienze<br />

Inaugurazione Casa Famiglia “Exultet” - <strong>Altamura</strong><br />

7 Udienze<br />

Visita ai cantieri della Trinità e del Palazzo Loglisci<br />

8 Udienze<br />

9 Udienze<br />

11 Ritiro del Clero<br />

Incontro con i sacerdoti di <strong>Gravina</strong>, la Caritas e le Samaritane -<br />

Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

12 Udienze<br />

Incontro con i preti di Santeramo in Chiesa Madre ore 17,00<br />

Celebrazione Eucaristica ore 18,00 - XXV Anniversario<br />

Donatori di Sangue Sant’Erasmo - Santeramo<br />

13 Meditazione ai Gruppi Famiglia del Sacro Cuore ore 9,30 - <strong>Altamura</strong><br />

- Oasi S. Giovanni<br />

Udienze<br />

14/19 Assemblea straordinaria C.E.I. - Roma<br />

20 Celebrazione Eucaristica ore 11,30 Cresime adolescenti - S. M.<br />

Consolazione - <strong>Altamura</strong><br />

21 Pozzo di Giacobbe ore 19,00 - Centro Giovanile “Benedetto XIII<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

22 Sopralluogo Ospedale Miulli ore 16,00<br />

Veglia a San Francesco per il Crocifisso di San Damiano ore 20,00<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

4


4<br />

23 Udienze<br />

25 Aggiornamento Clero ore 10,00<br />

Udienze<br />

26 Visita a San Lorenzo e al Monastero <strong>delle</strong> Clarisse - <strong>Altamura</strong><br />

Curia: Collegio dei Consultori e Affari Economici<br />

27 Cresime adolescenti ore 11,30 - S. Eustachio - Sant’Agostino -<br />

Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

Celebrazione Eucaristica: Dolcecanto<br />

28 Udienze<br />

Uffici di Curia ore 16,00 - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica ore 19,30 - Chiesa Immacolata - <strong>Acquaviva</strong><br />

30 Incontro in Comune col Capitolo Cattedrale e il Sindaco di <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

Visita a un moribondo - Ospedale di Foggia<br />

DICEMBRE 2005<br />

1 Catechesi Radio Maria (Novena Immacolata)<br />

3 Preghiera con i Seminaristi del minore ore 7,00 - Cappella - Episcopio<br />

Incontro con l’ AVO ore 9,30 - <strong>Acquaviva</strong><br />

Udienze<br />

Incontro con i giovanissimi di A.C. ore 16,30 - Centro Giovanile<br />

“Benedetto XIII - <strong>Gravina</strong><br />

4 Celebrazione Eucaristica ore 10,30 - San Nicola - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - A.C. San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />

6 Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - San Nicola - <strong>Altamura</strong>


7 Udienze<br />

Cresime adolescenti ore 19,30 - Ss. Trinità - <strong>Altamura</strong> - nella Parrocchia<br />

di San Sepolcro<br />

8 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

Omaggio floreale alla Madonna - <strong>Gravina</strong><br />

10 Visita e celebrazione eucaristica ore 10,00 - Colonia Hanseniana<br />

Gioia del Colle<br />

11 Ritiro Spirituale agli Animatori Salesiani ore 10,00 - Villa Speranza<br />

- Ostuni<br />

Partenza per Roma<br />

12/13 Presidenza Caritas - Roma<br />

14 CEP ore 9,00 - Molfetta<br />

Udienze<br />

15 Incontro con le suore e l’Associazione Teresa Orsini - Sala Giovanni<br />

Paolo II - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

16 Ritiro del Clero<br />

Udienze<br />

17 Udienze<br />

Visita al Presepe vivente della scuola S. Giovanni Bosco<br />

Celebrazione Eucaristica ore 18,00 - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

Partecipazione al Concerto di Natale organizzato dal Rotary Club<br />

- Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

18 Sopralluogo Ospedale Miulli ore 10,15<br />

Celebrazione Eucaristica - Cresime Adolescenti “San Domenico”<br />

- <strong>Acquaviva</strong><br />

Celebrazione per l’Alleanza - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

4


4 0<br />

19 Udienze<br />

20 Incontro con i bambini presso la Caritas “San Francesco” - <strong>Acquaviva</strong><br />

21 Benedizione dell’ “Hospice” ore 10,00 - Grumo<br />

Udienze<br />

Incontro ore 21,00 presso il Parco Domingo <strong>Altamura</strong> - conversazione<br />

sulla Famiglia - Rotary Club<br />

22 Udienze<br />

Assemblea con i giovani del Liceo Scientifico di <strong>Gravina</strong> - ore<br />

9,00 - Cattedrale <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

23 Benedizione del Presepe ore 9,30; scuola primaria “S. Domenico<br />

Savio” - <strong>Gravina</strong><br />

ore 11,30 - Consegna Medaglie - Ospedale Miulli<br />

24 Udienze di Natale<br />

Celebrazione Eucaristica ore 23,00 - “Cappella Nuovo Ospedale<br />

Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

25 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

26 Celebrazione per la Fraternità - Marta e Maria e i Diaconi - Cappella<br />

- Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

27 Benedizione Aula il Girotondo ore 18,30 - <strong>Gravina</strong><br />

30 Celebrazione Eucaristica con il Cardinale Sepe ore 19,30 - XXV<br />

anniversario di sacerdozio di don Vito Cassese - Parrocchia Ss.<br />

Pietro e Paolo - <strong>Gravina</strong><br />

31 Veglia di fine anno - Cattedrale - <strong>Gravina</strong>


SUSSIDIO RICCHISSIMO<br />

PER L’ANNUNCIO LITURGICO DELLA PAROLA DI DIO<br />

Temi di predicazione<br />

OMELIE<br />

QUOTE ABBONAMENTO 2006/2007 - ITALIA<br />

Cartaceo: € 48,00<br />

PDF: € 37,00<br />

Cartaceo + PDF: € 76,00<br />

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4 1


BIANCA


Indice<br />

Benedetto XVI....................................................................... 3<br />

Primo Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI al termine<br />

della Concelebrazione Eucaristica con i Cardinali elettori ......... 5<br />

Santa Sede ............................................................................... 41<br />

Rogito per il pio transito di Sua Santità Giovanni Paolo II ......... 43<br />

Conferenza Episcopale Italiana ...................................... 101<br />

Conferenza Episcopale Pugliese .................................... 181<br />

Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese ............. 231<br />

Vita Diocesana ....................................................................... 251<br />

Atti del Vescovo ................................................................... 281


4 4<br />

Atti della Curia .................................................................. 397<br />

Diario del Vescovo ............................................................... 431

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