camminare insieme - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva delle ...
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Nuova Serie • Anno XI 2005<br />
CAMMINARE INSIEME<br />
RIVISTA TRIMESTRALE DELLA DIOCESI DI ALTAMURA • GRAVINA • ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />
UFFICIALE PER GLI ATTI DEL VESCOVO E DELLA CURIA<br />
Nuova Serie • Anno XI 2005
RIVISTA TRIMESTRALE DELLA DIOCESI<br />
DI ALTAMURA • GRAVINA<br />
ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />
UFFICIALE PER GLI ATTI<br />
DEL VESCOVO E DELLA CURIA<br />
Nuova Serie • Anno XI • 2005
CAMMINARE INSIEME<br />
Rivista della <strong>Diocesi</strong><br />
di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
ufficiale per gli atti del Vescovo e della Curia<br />
Nuova Serie - Anno XI - 2005<br />
Registrazione Tribunale di Bari n. 1384 del 06.08.1998<br />
Direttore Responsabile: Sac. Luigi Dimarno<br />
Redazione: Segreteria della Curia Diocesana<br />
Ufficio comunicazioni sociali<br />
Amministrazione:<br />
Curia Diocesana di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Arco Duomo, 1 – 70022 <strong>Altamura</strong> (BA)<br />
Tel. e Fax 080/3117024 – e-mail: curiadiocesana@libero.it<br />
Impianti e Stampa:<br />
Grafiche Grilli srl<br />
Via Manfredonia Km 2.200 – 71100 Foggia<br />
Tel. 0881/568034-568040 – Fax 0881/755525
Benedetto XVI
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata laterale.
Primo Messaggio<br />
del Santo Padre Benedetto XVI<br />
al termine della Concelebrazione Eucaristica<br />
con i Cardinali elettori<br />
Cappella Sistina, 20 aprile 2005<br />
Traduzione italiana<br />
Venerati Fratelli Cardinali,<br />
carissimi Fratelli e Sorelle in Cristo,<br />
voi tutti, uomini e donne di buona volontà!<br />
1. Grazia e pace in abbondanza a tutti voi (cfr 1Pt 1, 2)! Nel mio animo<br />
convivono in queste ore due sentimenti contrastanti. Da una parte,<br />
un senso di inadeguatezza e di umano turbamento per la responsabilità<br />
che ieri mi è stata affidata, quale Successore dell’apostolo Pietro in questa<br />
Sede di Roma, nei confronti della Chiesa universale. Dall’altra parte,<br />
sento viva in me una profonda gratitudine a Dio, che – come ci fa cantare<br />
la liturgia – non abbandona il suo gregge, ma lo conduce attraverso<br />
i tempi, sotto la guida di coloro che Egli stesso ha eletto vicari del suo<br />
Figlio e ha costituito pastori (cfr Prefazio degli Apostoli I).<br />
Carissimi, questa intima riconoscenza per un dono della divina misericordia<br />
prevale malgrado tutto nel mio cuore. E considero questo fatto<br />
una grazia speciale ottenutami dal mio venerato Predecessore, Giovanni<br />
Paolo II. Mi sembra di sentire la sua mano forte che stringe la mia; mi<br />
sembra di vedere i suoi occhi sorridenti e di ascoltare le sue parole, rivolte<br />
in questo momento particolarmente a me: “Non avere paura!”.<br />
La morte del Santo Padre Giovanni Paolo II, e i giorni che sono seguiti,<br />
sono stati per la Chiesa e per il mondo intero un tempo straordinario<br />
di grazia. Il grande dolore per la sua scomparsa e il senso di vuoto che ha<br />
lasciato in tutti sono stati temperati dall’azione di Cristo risorto, che si è<br />
manifestata durante lunghi giorni nella corale ondata di fede, d’amore e<br />
di spirituale solidarietà, culminata nelle sue solenni esequie.<br />
Possiamo dirlo: i funerali di Giovanni Paolo II sono stati un’esperienza<br />
veramente straordinaria in cui si è in qualche modo percepita la potenza<br />
di Dio che, attraverso la sua Chiesa, vuole formare di tutti i popoli una<br />
grande famiglia, mediante la forza unificante della Verità e dell’Amore
(cfr Lumen gentium, 1). Nell’ora della morte, conformato al suo Maestro<br />
e Signore, Giovanni Paolo II ha coronato il suo lungo e fecondo Pontificato,<br />
confermando nella fede il popolo cristiano, radunandolo intorno a<br />
sé e facendo sentire più unita l’intera famiglia umana.<br />
Come non sentirsi sostenuti da questa testimonianza? Come non avvertire<br />
l’incoraggiamento che proviene da questo evento di grazia?<br />
2. Sorprendendo ogni mia previsione, la Provvidenza divina, attraverso<br />
il voto dei venerati Padri Cardinali, mi ha chiamato a succedere a<br />
questo grande Papa. Ripenso in queste ore a quanto avvenne nella regione<br />
di Cesarea di Filippo, duemila anni or sono. Mi pare di udire le parole<br />
di Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, e la solenne affermazione<br />
del Signore: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia<br />
Chiesa… A te darò le chiavi del regno dei cieli” (Mt 16, 15-19).<br />
Tu sei il Cristo! Tu sei Pietro! Mi sembra di rivivere la stessa scena<br />
evangelica; io, Successore di Pietro, ripeto con trepidazione le parole<br />
trepidanti del pescatore di Galilea e riascolto con intima emozione la<br />
rassicurante promessa del divino Maestro. Se è enorme il peso della responsabilità<br />
che si riversa sulle mie povere spalle, è certamente smisurata<br />
la potenza divina su cui posso contare: “Tu sei Pietro e su questa pietra<br />
edificherò la mia Chiesa” (Mt 16, 18). Scegliendomi quale Vescovo<br />
di Roma, il Signore mi ha voluto suo Vicario, mi ha voluto “pietra” su<br />
cui tutti possano poggiare con sicurezza. Chiedo a Lui di supplire alla<br />
povertà <strong>delle</strong> mie forze, perché sia coraggioso e fedele Pastore del suo<br />
gregge, sempre docile alle ispirazioni del suo Spirito.<br />
Mi accingo a intraprendere questo peculiare ministero, il ministero<br />
‘petrino’ al servizio della Chiesa universale, con umile abbandono nelle<br />
mani della Provvidenza di Dio. È in primo luogo a Cristo che rinnovo la<br />
mia totale e fiduciosa adesione: “In Te, Domine, speravi; non confundar<br />
in aeternum!”.<br />
A voi, Signori Cardinali, con animo grato per la fiducia dimostratami,<br />
chiedo di sostenermi con la preghiera e con la costante, attiva e sapiente<br />
collaborazione. Chiedo anche a tutti i Fratelli nell’Episcopato di essermi<br />
accanto con la preghiera e col consiglio, perché possa essere veramente<br />
il Servus servorum Dei. Come Pietro e gli altri Apostoli costituirono per<br />
volere del Signore un unico Collegio apostolico, allo stesso modo il Successore<br />
di Pietro e i Vescovi, successori degli Apostoli, – il Concilio lo<br />
ha con forza ribadito (cfr Lumen gentium, 22) – , devono essere tra loro
strettamente uniti. Questa comunione collegiale, pur nella diversità dei<br />
ruoli e <strong>delle</strong> funzioni del Romano Pontefice e dei Vescovi, è a servizio<br />
della Chiesa e dell’unità nella fede, dalla quale dipende in notevole misura<br />
l’efficacia dell’azione evangelizzatrice nel mondo contemporaneo.<br />
Su questo sentiero, pertanto, sul quale hanno avanzato i miei venerati<br />
Predecessori, intendo proseguire anch’io, unicamente preoccupato di<br />
proclamare al mondo intero la presenza viva di Cristo.<br />
3. Mi sta dinanzi, in particolare, la testimonianza del Papa Giovanni<br />
Paolo II. Egli lascia una Chiesa più coraggiosa, più libera, più giovane.<br />
Una Chiesa che, secondo il suo insegnamento ed esempio, guarda con<br />
serenità al passato e non ha paura del futuro. Col Grande Giubileo essa<br />
si è introdotta nel nuovo millennio recando nelle mani il Vangelo, applicato<br />
al mondo attuale attraverso l’autorevole rilettura del Concilio Vaticano<br />
II. Giustamente il Papa Giovanni Paolo II ha indicato il Concilio<br />
quale “bussola” con cui orientarsi nel vasto oceano del terzo millennio<br />
(cfr Lett. ap. Novo millennio ineunte, 57-58). Anche nel suo Testamento<br />
spirituale egli annotava: “Sono convinto che ancora a lungo sarà dato alle<br />
nuove generazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del<br />
XX secolo ci ha elargito” (17.III.2000).<br />
Anch’io, pertanto, nell’accingermi al servizio che è proprio del Successore<br />
di Pietro, voglio affermare con forza la decisa volontà di proseguire<br />
nell’impegno di attuazione del Concilio Vaticano II, sulla scia<br />
dei miei Predecessori e in fedele continuità con la bimillenaria tradizione<br />
della Chiesa. Ricorrerà proprio quest’anno il 40° anniversario della<br />
conclusione dell’Assise conciliare (8 dicembre 1965). Col passare degli<br />
anni, i Documenti conciliari non hanno perso di attualità; i loro insegnamenti<br />
si rivelano anzi particolarmente pertinenti in rapporto alle nuove<br />
istanze della Chiesa e della presente società globalizzata.<br />
4. In maniera quanto mai significativa, il mio Pontificato inizia mentre<br />
la Chiesa sta vivendo lo speciale Anno dedicato all’Eucaristia. Come<br />
non cogliere in questa provvidenziale coincidenza un elemento che deve<br />
caratterizzare il ministero al quale sono stato chiamato? L’Eucaristia,<br />
cuore della vita cristiana e sorgente della missione evangelizzatrice della<br />
Chiesa, non può non costituire il centro permanente e la fonte del servizio<br />
petrino che mi è stato affidato.<br />
L’Eucaristia rende costantemente presente il Cristo risorto, che a noi
continua a donarsi, chiamandoci a partecipare alla mensa del suo Corpo<br />
e del suo Sangue. Dalla piena comunione con Lui scaturisce ogni altro<br />
elemento della vita della Chiesa, in primo luogo la comunione tra tutti<br />
i fedeli, l’impegno di annuncio e di testimonianza del Vangelo, l’ardore<br />
della carità verso tutti, specialmente verso i poveri e i piccoli.<br />
In questo anno, pertanto, dovrà essere celebrata con particolare rilievo<br />
la Solennità del Corpus Domini. L’Eucaristia sarà poi al centro,<br />
in agosto, della Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia e, in ottobre,<br />
dell’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si svolgerà<br />
sul tema: “L’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della<br />
Chiesa”. A tutti chiedo di intensificare nei prossimi mesi l’amore e la devozione<br />
a Gesù Eucaristia e di esprimere in modo coraggioso e chiaro la<br />
fede nella presenza reale del Signore, soprattutto mediante la solennità e<br />
la correttezza <strong>delle</strong> celebrazioni.<br />
Lo chiedo in modo speciale ai Sacerdoti, ai quali penso in questo momento<br />
con grande affetto. Il Sacerdozio ministeriale è nato nel Cenacolo,<br />
<strong>insieme</strong> con l’Eucaristia, come tante volte ha sottolineato il mio venerato<br />
Predecessore Giovanni Paolo II. “L’esistenza sacerdotale deve avere<br />
a speciale titolo una «forma eucaristica»”, ha scritto nella sua ultima<br />
Lettera per il Giovedì Santo (n. 1). A tale scopo contribuisce innanzitutto<br />
la devota celebrazione quotidiana della santa Messa, centro della vita e<br />
della missione di ogni Sacerdote.<br />
5. Alimentati e sostenuti dall’Eucaristia, i cattolici non possono non<br />
sentirsi stimolati a tendere a quella piena unità che Cristo ha ardentemente<br />
auspicato nel Cenacolo. Di questo supremo anelito del Maestro<br />
divino il Successore di Pietro sa di doversi fare carico in modo del tutto<br />
particolare. A lui infatti è stato affidato il compito di confermare i fratelli<br />
(cfr Lc 22, 32).<br />
Con piena consapevolezza, pertanto, all’inizio del suo ministero nella<br />
Chiesa di Roma che Pietro ha irrorato col suo sangue, l’attuale suo<br />
Successore si assume come impegno primario quello di lavorare senza<br />
risparmio di energie alla ricostituzione della piena e visibile unità di tutti<br />
i seguaci di Cristo. Questa è la sua ambizione, questo il suo impellente<br />
dovere. Egli è cosciente che per questo non bastano le manifestazioni<br />
di buoni sentimenti. Occorrono gesti concreti che entrino negli animi e<br />
smuovano le coscienze, sollecitando ciascuno a quella conversione interiore<br />
che è il presupposto di ogni progresso sulla via dell’ecumenismo.
Il dialogo teologico è necessario, l’approfondimento <strong>delle</strong> motivazioni<br />
storiche di scelte avvenute nel passato è pure indispensabile. Ma<br />
ciò che urge maggiormente è quella “purificazione della memoria”, tante<br />
volte evocata da Giovanni Paolo II, che sola può disporre gli animi ad<br />
accogliere la piena verità di Cristo. È davanti a Lui, supremo Giudice di<br />
ogni essere vivente, che ciascuno di noi deve porsi, nella consapevolezza<br />
di dovere un giorno a Lui rendere conto di quanto ha fatto o non ha<br />
fatto nei confronti del grande bene della piena e visibile unità di tutti i<br />
suoi discepoli.<br />
L’attuale Successore di Pietro si lascia interpellare in prima persona<br />
da questa domanda ed è disposto a fare quanto è in suo potere per promuovere<br />
la fondamentale causa dell’ecumenismo. Sulla scia dei suoi<br />
Predecessori, egli è pienamente determinato a coltivare ogni iniziativa<br />
che possa apparire opportuna per promuovere i contatti e l’intesa con i<br />
rappresentanti <strong>delle</strong> diverse Chiese e Comunità ecclesiali. Ad essi, anzi,<br />
invia anche in questa occasione il più cordiale saluto in Cristo, unico<br />
Signore di tutti.<br />
6. Torno con la memoria, in questo momento, all’indimenticabile<br />
esperienza vissuta da noi tutti in occasione della morte e dei funerali del<br />
compianto Giovanni Paolo II. Attorno alle sue spoglie mortali, adagiate<br />
sulla nuda terra, si sono raccolti i Capi <strong>delle</strong> Nazioni, persone d’ogni<br />
ceto sociale, e specialmente giovani, in un indimenticabile abbraccio di<br />
affetto e di ammirazione. A lui ha guardato con fiducia il mondo intero.<br />
È sembrato a molti che quella intensa partecipazione, amplificata sino<br />
ai confini del pianeta dai mezzi di comunicazione sociale, fosse come<br />
una corale richiesta di aiuto rivolta al Papa da parte dell’odierna umanità<br />
che, turbata da incertezze e timori, si interroga sul suo futuro.<br />
La Chiesa di oggi deve ravvivare in se stessa la consapevolezza del<br />
compito di riproporre al mondo la voce di Colui che ha detto: “Io sono la<br />
luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la<br />
luce della vita” (Gv 8, 12). Nell’intraprendere il suo ministero il nuovo<br />
Papa sa che suo compito è di far risplendere davanti agli uomini e alle<br />
donne di oggi la luce di Cristo: non la propria luce, ma quella di Cristo.<br />
Con questa consapevolezza mi rivolgo a tutti, anche a coloro che seguono<br />
altre religioni o che semplicemente cercano una risposta alle domande<br />
fondamentali dell’esistenza e ancora non l’hanno trovata. A tutti<br />
mi rivolgo con semplicità ed affetto, per assicurare che la Chiesa vuole
10<br />
continuare a tessere con loro un dialogo aperto e sincero, alla ricerca del<br />
vero bene dell’uomo e della società.<br />
Invoco da Dio l’unità e la pace per la famiglia umana e dichiaro la<br />
disponibilità di tutti i cattolici a cooperare per un autentico sviluppo sociale,<br />
rispettoso della dignità d’ogni essere umano.<br />
Non risparmierò sforzi e dedizione per proseguire il promettente dialogo<br />
avviato dai miei venerati Predecessori con le diverse civiltà, perché<br />
dalla reciproca comprensione scaturiscano le condizioni di un futuro migliore<br />
per tutti.<br />
Penso in particolare ai giovani. A loro, interlocutori privilegiati del<br />
Papa Giovanni Paolo II, va il mio affettuoso abbraccio nell’attesa, se<br />
piacerà a Dio, di incontrarli a Colonia in occasione della prossima Giornata<br />
Mondiale della Gioventù. Con voi, cari giovani, futuro e speranza<br />
della Chiesa e dell’umanità, continuerò a dialogare, ascoltando le vostre<br />
attese nell’intento di aiutarvi a incontrare sempre più in profondità il<br />
Cristo vivente, l’eternamente giovane.<br />
7. Mane nobiscum, Domine! Resta con noi Signore! Quest’invocazione,<br />
che forma il tema dominante della Lettera apostolica di Giovanni<br />
Paolo II per l’Anno dell’Eucaristia, è la preghiera che sgorga spontanea<br />
dal mio cuore, mentre mi accingo ad iniziare il ministero a cui Cristo mi<br />
ha chiamato. Come Pietro, anch’io rinnovo a Lui la mia incondizionata<br />
promessa di fedeltà. Lui solo intendo servire dedicandomi totalmente al<br />
servizio della sua Chiesa.<br />
A sostegno di questa promessa invoco la materna intercessione di<br />
Maria Santissima, nelle cui mani pongo il presente e il futuro della mia<br />
persona e della Chiesa. Intervengano con la loro intercessione anche i<br />
Santi Apostoli Pietro e Paolo e tutti i Santi.<br />
Con questi sentimenti imparto a voi, venerati Fratelli Cardinali, a coloro<br />
che partecipano a questo rito e a quanti sono in ascolto mediante la<br />
televisione e la radio una speciale, affettuosa Benedizione.
Discorso<br />
del Santo Padre Benedetto XVI<br />
al Collegio Cardinalizio<br />
Venerati Fratelli Cardinali!<br />
Sala Clementina, 22 aprile 2005<br />
1. Vi incontro anche quest’oggi e vorrei farvi parte, in maniera semplice<br />
e fraterna, dello stato d’animo che sto vivendo in questi giorni.<br />
Alle intense emozioni provate in occasione della morte del mio venerato<br />
predecessore Giovanni Paolo II e poi durante il Conclave e soprattutto<br />
al suo epilogo si assommano un intimo bisogno di silenzio e<br />
due sentimenti tra loro complementari: un vivo desiderio del cuore di<br />
ringraziare e un senso di umana impotenza dinanzi all’alto compito che<br />
mi attende.<br />
Innanzitutto la gratitudine. Sento, in primo luogo, di dover rendere<br />
grazie a Dio, che mi ha voluto, nonostante la mia umana fragilità, quale<br />
Successore dell’apostolo Pietro, e mi ha affidato il compito di reggere e<br />
guidare la Chiesa, perché sia nel mondo sacramento di unità per l’intero<br />
genere umano (cfr Lumen gentium, 1). Ne siamo certi, è l’eterno Pastore<br />
a condurre con la forza del suo Spirito il suo gregge, ad esso assicurando,<br />
in ogni tempo, Pastori da Lui scelti. In questi giorni si è levata corale<br />
la preghiera del popolo cristiano per il nuovo Pontefice e davvero emozionante<br />
è stato il primo incontro con i fedeli, l’altro ieri sera, in Piazza<br />
San Pietro: a tutti, Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, giovani e anziani<br />
giunga il mio più sentito ringraziamento per questa loro spirituale<br />
solidarietà.<br />
2. Un vivo ringraziamento sento di dover rivolgere a ciascuno di voi,<br />
venerati Fratelli, cominciando dal Signor Cardinale Angelo Sodano che,<br />
facendosi interprete dei comuni sentimenti, mi ha indirizzato poc’anzi<br />
affettuose espressioni e cordiali voti augurali. Con lui ringrazio il<br />
Signor Cardinale Camerlengo Eduardo Martínez Somalo, per il servizio<br />
generosamente reso in questa delicata fase di passaggio.<br />
Desidero poi estendere la mia sincera riconoscenza a tutti i membri<br />
del Collegio Cardinalizio per l’attiva collaborazione da essi prestata alla<br />
gestione della Chiesa durante la Sede Vacante. Con particolare affetto<br />
11
12<br />
vorrei salutare i Cardinali che, a motivo della loro età o per malattia, non<br />
hanno preso parte al Conclave. A ciascuno sono grato per l’esempio che<br />
hanno dato di disponibilità e di comunione fraterna, come pure per la<br />
loro intensa preghiera, espressioni entrambi di amore fedele alla Chiesa,<br />
sposa di Cristo.<br />
Un grazie sentito non posso, inoltre, non rivolgere a quanti, con diverse<br />
mansioni, hanno cooperato all’organizzazione e allo svolgimento<br />
del Conclave, aiutando in molti modi i Cardinali a trascorrere nel modo<br />
più sicuro e tranquillo queste giornate cariche di responsabilità.<br />
3. Venerati Fratelli, a voi il mio più personale ringraziamento per la<br />
fiducia che avete riposto in me eleggendomi Vescovo di Roma e Pastore<br />
della Chiesa universale. È un atto di fiducia che costituisce un incoraggiamento<br />
a intraprendere questa nuova missione con più serenità, perché<br />
sono persuaso di poter contare, oltre che sull’indispensabile aiuto di<br />
Dio, anche sulla vostra generosa collaborazione. Vi prego, non fatemi<br />
mai mancare questo vostro sostegno! Se da una parte mi sono presenti i<br />
limiti della mia persona e <strong>delle</strong> mie capacità, dall’altra so bene qual è la<br />
natura della missione che mi è affidata e che mi accingo a svolgere con<br />
atteggiamento di interiore dedizione. Non si tratta qui di onori, bensì di<br />
servizio da svolgere con semplicità e disponibilità, imitando il nostro<br />
Maestro e Signore, che non venne per essere servito ma per servire (cfr<br />
Mt 20, 28), e nell’Ultima Cena lavò i piedi degli apostoli comandando<br />
loro di fare altrettanto (cfr Gv 13, 13-14). Non resta pertanto, a me e a<br />
tutti noi <strong>insieme</strong>, che accettare dalla Provvidenza la volontà di Dio e<br />
fare del nostro meglio per corrispondervi, aiutandoci gli uni gli altri nell’adempimento<br />
dei rispettivi compiti a servizio della Chiesa.<br />
4. Mi è caro in questo momento riandare col pensiero ai venerati<br />
miei Predecessori, il beato Giovanni XXIII, i servi di Dio Paolo VI e<br />
Giovanni Paolo I e specialmente Giovanni Paolo II, la cui testimonianza<br />
nei giorni scorsi, più che mai, ci ha sostenuto e la cui presenza continuiamo<br />
ad avvertire sempre viva. Il doloroso evento della sua morte,<br />
dopo un periodo di grandi prove e sofferenze, si è rivelato in realtà con<br />
caratteristiche pasquali, come egli aveva auspicato nel suo Testamento<br />
(24.II - 1.III.1980). La luce e la forza di Cristo risorto sono state irradiate<br />
nella Chiesa da quella sorta di “ultima Messa” che egli ha celebrato<br />
nella sua agonia, culminata nell’“Amen” di una vita interamente
offerta, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, per la salvezza del<br />
mondo.<br />
5. Venerati Fratelli! Ciascuno tornerà ora nella rispettiva Sede per<br />
riprendere il suo lavoro, ma spiritualmente resteremo uniti nella fede e<br />
nell’amore del Signore, nel vincolo della celebrazione eucaristica, nella<br />
preghiera insistente e nella condivisione del quotidiano ministero apostolico.<br />
La vostra spirituale vicinanza, i vostri illuminati consigli e la<br />
vostra fattiva cooperazione saranno per me un dono del quale vi sarò<br />
sempre riconoscente e uno stimolo a portare a compimento il mandato<br />
affidatomi con totale fedeltà e dedizione.<br />
Alla Vergine Madre di Dio, che ha accompagnato con la sua silenziosa<br />
presenza i passi della Chiesa nascente e ha confortato la fede degli<br />
Apostoli, affido tutti noi e le attese, le speranze e le preoccupazioni<br />
dell’intera comunità dei cristiani. Sotto la materna protezione di Maria,<br />
Mater Ecclesiae, vi invito a <strong>camminare</strong> docili e obbedienti alla voce del<br />
suo divin Figlio e nostro Signore Gesù Cristo. Invocandone il costante<br />
patrocinio, imparto di cuore la Benedizione Apostolica a ognuno di voi e<br />
a quanti la Provvidenza divina affida alle vostre cure pastorali.<br />
13
14<br />
Omelia<br />
di Sua Santità Benedetto XVI<br />
durante la Celebrazione Eucaristica<br />
per l’inizio ufficiale del suo ministero petrino<br />
Piazza San Pietro, 24 aprile 2005<br />
Signori Cardinali,<br />
venerati Fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio,<br />
distinte Autorità e Membri del Corpo diplomatico,<br />
carissimi Fratelli e Sorelle!<br />
Per ben tre volte, in questi giorni così intensi, il canto <strong>delle</strong> litanie dei<br />
santi ci ha accompagnato: durante i funerali del nostro Santo Padre Giovanni<br />
Paolo II; in occasione dell’ingresso dei Cardinali in Conclave, ed<br />
anche oggi, quando le abbiamo nuovamente cantate con l’invocazione:<br />
Tu illum adiuva – sostieni il nuovo successore di San Pietro. Ogni volta<br />
in un modo del tutto particolare ho sentito questo canto orante come<br />
una grande consolazione. Quanto ci siamo sentiti abbandonati dopo la<br />
dipartita di Giovanni Paolo II! Il Papa che per ben 26 anni è stato nostro<br />
pastore e guida nel cammino attraverso questo tempo. Egli varcava la<br />
soglia verso l’altra vita – entrando nel mistero di Dio. Ma non compiva<br />
questo passo da solo. Chi crede, non è mai solo – non lo è nella vita e<br />
neanche nella morte. In quel momento noi abbiamo potuto invocare i<br />
santi di tutti i secoli – i suoi amici, i suoi fratelli nella fede, sapendo che<br />
sarebbero stati il corteo vivente che lo avrebbe accompagnato nell’aldilà,<br />
fino alla gloria di Dio. Noi sapevamo che il suo arrivo era atteso. Ora<br />
sappiamo che egli è fra i suoi ed è veramente a casa sua. Di nuovo, siamo<br />
stati consolati compiendo il solenne ingresso in conclave, per eleggere<br />
colui che il Signore aveva scelto. Come potevamo riconoscere il suo<br />
nome? Come potevano 115 Vescovi, provenienti da tutte le culture ed i<br />
paesi, trovare colui al quale il Signore desiderava conferire la missione<br />
di legare e sciogliere? Ancora una volta, noi lo sapevamo: sapevamo<br />
che non siamo soli, che siamo circondati, condotti e guidati dagli amici<br />
di Dio. Ed ora, in questo momento, io debole servitore di Dio devo<br />
assumere questo compito inaudito, che realmente supera ogni capacità<br />
umana. Come posso fare questo? Come sarò in grado di farlo? Voi tutti,<br />
cari amici, avete appena invocato l’intera schiera dei santi, rappresentata
da alcuni dei grandi nomi della storia di Dio con gli uomini. In tal modo,<br />
anche in me si ravviva questa consapevolezza: non sono solo. Non<br />
devo portare da solo ciò che in realtà non potrei mai portare da solo. La<br />
schiera dei santi di Dio mi protegge, mi sostiene e mi porta. E la Vostra<br />
preghiera, cari amici, la Vostra indulgenza, il Vostro amore, la Vostra fede<br />
e la Vostra speranza mi accompagnano. Infatti alla comunità dei santi<br />
non appartengono solo le grandi figure che ci hanno preceduto e di cui<br />
conosciamo i nomi. Noi tutti siamo la comunità dei santi, noi battezzati<br />
nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, noi che viviamo del<br />
dono della carne e del sangue di Cristo, per mezzo del quale egli ci vuole<br />
trasformare e renderci simili a se medesimo. Sì, la Chiesa è viva – questa<br />
è la meravigliosa esperienza di questi giorni. Proprio nei tristi giorni della<br />
malattia e della morte del Papa questo si è manifestato in modo meraviglioso<br />
ai nostri occhi: che la Chiesa è viva. E la Chiesa è giovane. Essa<br />
porta in sé il futuro del mondo e perciò mostra anche a ciascuno di noi la<br />
via verso il futuro. La Chiesa è viva e noi lo vediamo: noi sperimentiamo<br />
la gioia che il Risorto ha promesso ai suoi. La Chiesa è viva – essa è viva,<br />
perché Cristo è vivo, perché egli è veramente risorto. Nel dolore, presente<br />
sul volto del Santo Padre nei giorni di Pasqua, abbiamo contemplato<br />
il mistero della passione di Cristo ed <strong>insieme</strong> toccato le sue ferite. Ma in<br />
tutti questi giorni abbiamo anche potuto, in un senso profondo, toccare<br />
il Risorto. Ci è stato dato di sperimentare la gioia che egli ha promesso,<br />
dopo un breve tempo di oscurità, come frutto della sua resurrezione.<br />
La Chiesa è viva – così saluto con grande gioia e gratitudine voi tutti,<br />
che siete qui radunati, venerati Confratelli Cardinali e Vescovi, carissimi<br />
sacerdoti, diaconi, operatori pastorali, catechisti. Saluto voi, religiosi e<br />
religiose, testimoni della trasfigurante presenza di Dio. Saluto voi, fedeli<br />
laici, immersi nel grande spazio della costruzione del Regno di Dio<br />
che si espande nel mondo, in ogni espressione della vita. Il discorso si<br />
fa pieno di affetto anche nel saluto che rivolgo a tutti coloro che, rinati<br />
nel sacramento del Battesimo, non sono ancora in piena comunione con<br />
noi; ed a voi fratelli del popolo ebraico, cui siamo legati da un grande<br />
patrimonio spirituale comune, che affonda le sue radici nelle irrevocabili<br />
promesse di Dio. Il mio pensiero, infine – quasi come un’onda che si<br />
espande – va a tutti gli uomini del nostro tempo, credenti e non credenti.<br />
Cari amici! In questo momento non ho bisogno di presentare un programma<br />
di governo. Qualche tratto di ciò che io considero mio compito,<br />
ho già potuto esporlo nel mio messaggio di mercoledì 20 aprile; non<br />
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1<br />
mancheranno altre occasioni per farlo. Il mio vero programma di governo<br />
è quello di non fare la mia volontà, di non perseguire mie idee, ma<br />
di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della<br />
volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui, cosicché sia Egli stesso<br />
a guidare la Chiesa in questa ora della nostra storia. Invece di esporre un<br />
programma io vorrei semplicemente cercare di commentare i due segni<br />
con cui viene rappresentata liturgicamente l’assunzione del Ministero<br />
Petrino; entrambi questi segni, del resto, rispecchiano anche esattamente<br />
ciò che viene proclamato nelle letture di oggi.<br />
Il primo segno è il Pallio, tessuto in pura lana, che mi viene posto<br />
sulle spalle. Questo antichissimo segno, che i Vescovi di Roma portano<br />
fin dal IV secolo, può essere considerato come un’immagine del giogo<br />
di Cristo, che il Vescovo di questa città, il Servo dei Servi di Dio, prende<br />
sulle sue spalle. Il giogo di Dio è la volontà di Dio, che noi accogliamo.<br />
E questa volontà non è per noi un peso esteriore, che ci opprime e ci toglie<br />
la libertà. Conoscere ciò che Dio vuole, conoscere qual è la via della<br />
vita – questa era la gioia di Israele, era il suo grande privilegio. Questa è<br />
anche la nostra gioia: la volontà di Dio non ci aliena, ci purifica – magari<br />
in modo anche doloroso – e così ci conduce a noi stessi. In tal modo, non<br />
serviamo soltanto Lui ma la salvezza di tutto il mondo, di tutta la storia.<br />
In realtà il simbolismo del Pallio è ancora più concreto: la lana d’agnello<br />
intende rappresentare la pecorella perduta o anche quella malata e quella<br />
debole, che il pastore mette sulle sue spalle e conduce alle acque della<br />
vita. La parabola della pecorella smarrita, che il pastore cerca nel deserto,<br />
era per i Padri della Chiesa un’immagine del mistero di Cristo e della<br />
Chiesa. L’umanità – noi tutti – è la pecora smarrita che, nel deserto, non<br />
trova più la strada. Il Figlio di Dio non tollera questo; Egli non può abbandonare<br />
l’umanità in una simile miserevole condizione. Balza in piedi,<br />
abbandona la gloria del cielo, per ritrovare la pecorella e inseguirla,<br />
fin sulla croce. La carica sulle sue spalle, porta la nostra umanità, porta<br />
noi stessi – Egli è il buon pastore, che offre la sua vita per le pecore. Il<br />
Pallio dice innanzitutto che tutti noi siamo portati da Cristo. Ma allo stesso<br />
tempo ci invita a portarci l’un l’altro. Così il Pallio diventa il simbolo<br />
della missione del pastore, di cui parlano la seconda lettura ed il Vangelo.<br />
La santa inquietudine di Cristo deve animare il pastore: per lui non è<br />
indifferente che tante persone vivano nel deserto. E vi sono tante forme<br />
di deserto. Vi è il deserto della povertà, il deserto della fame e della sete,<br />
vi è il deserto dell’abbandono, della solitudine, dell’amore distrutto. Vi
è il deserto dell’oscurità di Dio, dello svuotamento <strong>delle</strong> anime senza<br />
più coscienza della dignità e del cammino dell’uomo. I deserti esteriori<br />
si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così<br />
ampi. Perciò i tesori della terra non sono più al servizio dell’edificazione<br />
del giardino di Dio, nel quale tutti possano vivere, ma sono asserviti<br />
alle potenze dello sfruttamento e della distruzione. La Chiesa nel suo<br />
<strong>insieme</strong>, ed i Pastori in essa, come Cristo devono mettersi in cammino,<br />
per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso<br />
l’amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in<br />
pienezza. Il simbolo dell’agnello ha ancora un altro aspetto. Nell’Antico<br />
Oriente era usanza che i re designassero se stessi come pastori del loro<br />
popolo. Questa era un’immagine del loro potere, un’immagine cinica: i<br />
popoli erano per loro come pecore, <strong>delle</strong> quali il pastore poteva disporre<br />
a suo piacimento. Mentre il pastore di tutti gli uomini, il Dio vivente, è<br />
divenuto lui stesso agnello, si è messo dalla parte degli agnelli, di coloro<br />
che sono calpestati e uccisi. Proprio così Egli si rivela come il vero pastore:<br />
“Io sono il buon pastore… Io offro la mia vita per le pecore”, dice<br />
Gesù di se stesso (Gv 10, 14s). Non è il potere che redime, ma l’amore!<br />
Questo è il segno di Dio: Egli stesso è amore. Quante volte noi desidereremmo<br />
che Dio si mostrasse più forte. Che Egli colpisse duramente,<br />
sconfiggesse il male e creasse un mondo migliore. Tutte le ideologie del<br />
potere si giustificano così, giustificano la distruzione di ciò che si opporrebbe<br />
al progresso e alla liberazione dell’umanità. Noi soffriamo per la<br />
pazienza di Dio. E nondimeno abbiamo tutti bisogno della sua pazienza.<br />
Il Dio, che è divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal<br />
Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di<br />
Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.<br />
Una <strong>delle</strong> caratteristiche fondamentali del pastore deve essere quella<br />
di amare gli uomini che gli sono stati affidati, così come ama Cristo, al<br />
cui servizio si trova. “Pasci le mie pecore”, dice Cristo a Pietro, ed a me,<br />
in questo momento. Pascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche<br />
essere pronti a soffrire. Amare significa: dare alle pecore il vero bene,<br />
il nutrimento della verità di Dio, della parola di Dio, il nutrimento della<br />
sua presenza, che egli ci dona nel Santissimo Sacramento. Cari amici<br />
– in questo momento io posso dire soltanto: pregate per me, perché io<br />
impari sempre più ad amare il Signore. Pregate per me, perché io impari<br />
ad amare sempre più il suo gregge – voi, la Santa Chiesa, ciascuno di voi<br />
singolarmente e voi tutti <strong>insieme</strong>. Pregate per me, perché io non fugga,<br />
1
1<br />
per paura, davanti ai lupi. Preghiamo gli uni per gli altri, perché il Signore<br />
ci porti e noi impariamo a portarci gli uni gli altri.<br />
Il secondo segno, con cui viene rappresentato nella liturgia odierna<br />
l’insediamento nel Ministero Petrino, è la consegna dell’anello del pescatore.<br />
La chiamata di Pietro ad essere pastore, che abbiamo udito nel<br />
Vangelo, fa seguito alla narrazione di una pesca abbondante: dopo una<br />
notte, nella quale avevano gettato le reti senza successo, i discepoli vedono<br />
sulla riva il Signore Risorto. Egli comanda loro di tornare a pescare<br />
ancora una volta ed ecco che la rete diviene così piena che essi non riescono<br />
a tirarla su; 153 grossi pesci: “E sebbene fossero così tanti, la rete<br />
non si strappò” (Gv 21, 11). Questo racconto, al termine del cammino<br />
terreno di Gesù con i suoi discepoli, corrisponde ad un racconto dell’inizio:<br />
anche allora i discepoli non avevano pescato nulla durante tutta la<br />
notte; anche allora Gesù aveva invitato Simone ad andare al largo ancora<br />
una volta. E Simone, che ancora non era chiamato Pietro, diede la mirabile<br />
risposta: Maestro, sulla tua parola getterò le reti! Ed ecco il conferimento<br />
della missione: “Non temere! D’ora in poi sarai pescatore di<br />
uomini” (Lc 5, 1-11). Anche oggi viene detto alla Chiesa e ai successori<br />
degli apostoli di prendere il largo nel mare della storia e di gettare le reti,<br />
per conquistare gli uomini al Vangelo – a Dio, a Cristo, alla vera vita.<br />
I Padri hanno dedicato un commento molto particolare anche a questo<br />
singolare compito. Essi dicono così: per il pesce, creato per l’acqua, è<br />
mortale essere tirato fuori dal mare. Esso viene sottratto al suo elemento<br />
vitale per servire di nutrimento all’uomo. Ma nella missione del pescatore<br />
di uomini avviene il contrario. Noi uomini viviamo alienati, nelle<br />
acque salate della sofferenza e della morte; in un mare di oscurità senza<br />
luce. La rete del Vangelo ci tira fuori dalle acque della morte e ci porta<br />
nello splendore della luce di Dio, nella vera vita. È proprio così – nella<br />
missione di pescatore di uomini, al seguito di Cristo, occorre portare gli<br />
uomini fuori dal mare salato di tutte le alienazioni verso la terra della<br />
vita, verso la luce di Dio. È proprio così: noi esistiamo per mostrare Dio<br />
agli uomini. E solo laddove si vede Dio, comincia veramente la vita. Solo<br />
quando incontriamo in Cristo il Dio vivente, noi conosciamo che cosa<br />
è la vita. Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione.<br />
Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto,<br />
ciascuno è amato, ciascuno è necessario. Non vi è niente di più bello<br />
che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di<br />
più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l’amicizia con lui. Il
compito del pastore, del pescatore di uomini può spesso apparire faticoso.<br />
Ma è bello e grande, perché in definitiva è un servizio alla gioia, alla<br />
gioia di Dio che vuol fare il suo ingresso nel mondo.<br />
Vorrei qui rilevare ancora una cosa: sia nell’immagine del pastore che<br />
in quella del pescatore emerge in modo molto esplicito la chiamata all’unità.<br />
“Ho ancora altre pecore, che non sono di questo ovile; anch’esse<br />
io devo condurre ed ascolteranno la mia voce e diverranno un solo gregge<br />
e un solo pastore” (Gv 10, 16), dice Gesù al termine del discorso del<br />
buon pastore. E il racconto dei 153 grossi pesci termina con la gioiosa<br />
constatazione: “sebbene fossero così tanti, la rete non si strappò” (Gv<br />
21, 11). Ahimè, amato Signore, essa ora si è strappata! vorremmo dire<br />
addolorati. Ma no – non dobbiamo essere tristi! Rallegriamoci per la tua<br />
promessa, che non delude, e facciamo tutto il possibile per percorrere la<br />
via verso l’unità, che tu hai promesso. Facciamo memoria di essa nella<br />
preghiera al Signore, come mendicanti: sì, Signore, ricordati di quanto<br />
hai promesso. Fa’ che siamo un solo pastore ed un solo gregge! Non permettere<br />
che la tua rete si strappi ed aiutaci ad essere servitori dell’unità!<br />
In questo momento il mio ricordo ritorna al 22 ottobre 1978, quando<br />
Papa Giovanni Paolo II iniziò il suo ministero qui sulla Piazza di San<br />
Pietro. Ancora, e continuamente, mi risuonano nelle orecchie le sue parole<br />
di allora: “Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo!”<br />
Il Papa parlava ai forti, ai potenti del mondo, i quali avevano paura<br />
che Cristo potesse portar via qualcosa del loro potere, se lo avessero lasciato<br />
entrare e concesso la libertà alla fede. Sì, egli avrebbe certamente<br />
portato via loro qualcosa: il dominio della corruzione, dello stravolgimento<br />
del diritto, dell’arbitrio. Ma non avrebbe portato via nulla di ciò<br />
che appartiene alla libertà dell’uomo, alla sua dignità, all’edificazione di<br />
una società giusta. Il Papa parlava inoltre a tutti gli uomini, soprattutto<br />
ai giovani. Non abbiamo forse tutti in qualche modo paura – se lasciamo<br />
entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui –<br />
paura che Egli possa portar via qualcosa della nostra vita? Non abbiamo<br />
forse paura di rinunciare a qualcosa di grande, di unico, che rende la vita<br />
così bella? Non rischiamo di trovarci poi nell’angustia e privati della<br />
libertà? Ed ancora una volta il Papa voleva dire: no! chi fa entrare Cristo,<br />
non perde nulla, nulla – assolutamente nulla di ciò che rende la vita<br />
libera, bella e grande. No! solo in quest’amicizia si spalancano le porte<br />
della vita. Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità<br />
della condizione umana. Solo in quest’amicizia noi sperimen-<br />
1
20<br />
tiamo ciò che è bello e ciò che libera. Così, oggi, io vorrei, con grande<br />
forza e grande convinzione, a partire dall’esperienza di una lunga vita<br />
personale, dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non<br />
toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite,<br />
spalancate le porte a Cristo – e troverete la vera vita. Amen.
Omelia<br />
di Sua Santità Benedetto XVI<br />
durante la Celebrazione Eucaristica<br />
per l’insediamento<br />
sulla Cattedra di Vescovo di Roma<br />
Basilica di San Giovanni in Laterano, 7 maggio 2005<br />
Questo giorno, nel quale posso per la prima volta insediarmi sulla<br />
Cattedra del Vescovo di Roma quale successore di Pietro, è il giorno in<br />
cui in Italia la Chiesa celebra la Festa dell’Ascensione del Signore. Al<br />
centro di questo giorno, troviamo Cristo. E solo grazie a Lui, grazie al<br />
mistero del suo ascendere, riusciamo a comprendere il significato della<br />
Cattedra, che è a sua volta il simbolo della potestà e della responsabilità<br />
del Vescovo. Cosa ci vuol dire allora la Festa dell’Ascensione del Signore?<br />
Non vuol dirci che il Signore se ne è andato in qualche luogo lontano<br />
dagli uomini e dal mondo. L’Ascensione di Cristo non è un viaggio nello<br />
spazio verso gli astri più remoti; perché, in fondo, anche gli astri sono<br />
fatti di elementi fisici come la terra. L’Ascensione di Cristo significa<br />
che Egli non appartiene più al mondo della corruzione e della morte che<br />
condiziona la nostra vita. Significa che Egli appartiene completamente<br />
a Dio. Egli – il Figlio Eterno – ha condotto il nostro essere umano al<br />
cospetto di Dio, ha portato con sé la carne e il sangue in una forma trasfigurata.<br />
L’uomo trova spazio in Dio; attraverso Cristo, l’essere umano<br />
è stato portato fin dentro la vita stessa di Dio. E poiché Dio abbraccia e<br />
sostiene l’intero cosmo, l’Ascensione del Signore significa che Cristo<br />
non si è allontanato da noi, ma che adesso, grazie al Suo essere con il Padre,<br />
è vicino ad ognuno di noi, per sempre. Ognuno di noi può darGli del<br />
tu; ognuno può chiamarLo. Il Signore si trova sempre a portata di voce.<br />
Possiamo allontanarci da Lui interiormente. Possiamo vivere voltando-<br />
Gli le spalle. Ma Egli ci aspetta sempre, ed è sempre vicino a noi.<br />
Dalle letture della liturgia odierna impariamo anche qualcosa in più<br />
sulla concretezza con cui il Signore realizza questo Suo essere vicino<br />
a noi. Il Signore promette ai discepoli il Suo Spirito Santo. La prima<br />
lettura ci dice che lo Spirito Santo sarà “forza” per i discepoli; il Vangelo<br />
aggiunge che sarà guida alla Verità tutt’intera. Gesù ha detto tutto<br />
ai Suoi discepoli, essendo Egli stesso la Parola vivente di Dio, e Dio<br />
non può dare più di sé stesso. In Gesù, Dio ci ha donato tutto sé stesso<br />
21
22<br />
– cioè – ci ha donato tutto. Oltre a questo, o accanto a questo, non può<br />
esserci nessun’altra rivelazione in grado di comunicare maggiormente o<br />
di completare, in qualche modo, la Rivelazione di Cristo. In Lui, nel Figlio,<br />
ci è stato detto tutto, ci è stato donato tutto. Ma la nostra capacità di<br />
comprendere è limitata; perciò la missione dello Spirito è di introdurre<br />
la Chiesa in modo sempre nuovo, di generazione in generazione, nella<br />
grandezza del mistero di Cristo. Lo Spirito non pone nulla di diverso e<br />
di nuovo accanto a Cristo; non c’è nessuna rivelazione pneumatica accanto<br />
a quella di Cristo – come alcuni credono – nessun secondo livello<br />
di Rivelazione. No: “prenderà del mio”, dice Cristo nel Vangelo (Gv 16,<br />
14). E come Cristo dice soltanto ciò che sente e riceve dal Padre, così lo<br />
Spirito Santo è interprete di Cristo. “Prenderà del mio”. Non ci conduce<br />
in altri luoghi, lontani da Cristo, ma ci conduce sempre più dentro la<br />
luce di Cristo. Per questo, la Rivelazione cristiana è, allo stesso tempo,<br />
sempre antica e sempre nuova. Per questo, tutto ci è sempre e già donato.<br />
Allo stesso tempo, ogni generazione, nell’inesauribile incontro col Signore<br />
– incontro mediato dallo Spirito Santo – impara sempre qualcosa<br />
di nuovo.<br />
Così, lo Spirito Santo è la forza attraverso la quale Cristo ci fa sperimentare<br />
la sua vicinanza. Ma la prima lettura dice anche una seconda<br />
parola: mi sarete testimoni. Il Cristo risorto ha bisogno di testimoni che<br />
Lo hanno incontrato, di uomini che Lo hanno conosciuto intimamente<br />
attraverso la forza dello Spirito Santo. Uomini che avendo, per così dire,<br />
toccato con mano, possono testimoniarLo. È così che la Chiesa, la famiglia<br />
di Cristo, è cresciuta da “Gerusalemme… fino agli estremi confini<br />
della terra”, come dice la lettura. Attraverso i testimoni è stata costruita<br />
la Chiesa – a cominciare da Pietro e da Paolo, e dai Dodici, fino a tutti<br />
gli uomini e le donne che, ricolmi di Cristo, nel corso dei secoli hanno<br />
riacceso e riaccenderanno in modo sempre nuovo la fiamma della fede.<br />
Ogni cristiano, a suo modo, può e deve essere testimone del Signore<br />
risorto. Quando leggiamo i nomi dei santi possiamo vedere quante volte<br />
siano stati – e continuino ad essere – anzitutto degli uomini semplici,<br />
uomini da cui emanava – ed emana – una luce splendente capace di condurre<br />
a Cristo.<br />
Ma questa sinfonia di testimonianze è dotata anche di una struttura<br />
ben definita: ai successori degli Apostoli, e cioè ai Vescovi, spetta<br />
la pubblica responsabilità di far sì che la rete di queste testimonianze<br />
permanga nel tempo. Nel sacramento dell’ordinazione episcopale ven-
gono loro conferite la potestà e la grazia necessarie per questo servizio.<br />
In questa rete di testimoni, al Successore di Pietro compete uno speciale<br />
compito. Fu Pietro che espresse per primo, a nome degli apostoli, la professione<br />
di fede: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16, 16).<br />
Questo è il compito di tutti i Successori di Pietro: essere la guida nella<br />
professione di fede in Cristo, il Figlio del Dio vivente. La Cattedra di<br />
Roma è anzitutto Cattedra di questo credo. Dall’alto di questa Cattedra<br />
il Vescovo di Roma è tenuto costantemente a ripetere: Dominus Iesus –<br />
“Gesù è il Signore”, come Paolo scrisse nelle sue lettere ai Romani (10,<br />
9) e ai Corinzi (1Cor 12, 3). Ai Corinzi, con particolare enfasi, disse:<br />
“Anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra… per noi c’è<br />
un solo Dio, il Padre…; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale<br />
esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui” (1Cor 8, 5). La Cattedra di<br />
Pietro obbliga coloro che ne sono i titolari a dire – come già fece Pietro<br />
in un momento di crisi dei discepoli – quando tanti volevano andarsene:<br />
“Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto<br />
e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6, 68 ss). Colui che siede<br />
sulla Cattedra di Pietro deve ricordare le parole che il Signore disse<br />
a Simon Pietro nell’ora dell’Ultima Cena: “…e tu, una volta ravveduto,<br />
conferma i tuoi fratelli…” (Lc 22, 32). Colui che è il titolare del ministero<br />
petrino deve avere la consapevolezza di essere un uomo fragile e<br />
debole – come sono fragili e deboli le sue proprie forze – costantemente<br />
bisognoso di purificazione e di conversione. Ma egli può anche avere la<br />
consapevolezza che dal Signore gli viene la forza per confermare i suoi<br />
fratelli nella fede e tenerli uniti nella confessione del Cristo crocifisso e<br />
risorto. Nella prima lettera di san Paolo ai Corinzi, troviamo il più antico<br />
racconto della risurrezione che abbiamo. Paolo lo ha fedelmente ripreso<br />
dai testimoni. Tale racconto dapprima parla della morte del Signore per<br />
i nostri peccati, della sua sepoltura, della sua risurrezione, avvenuta il<br />
terzo giorno, e poi dice: “Cristo apparve a Cefa e quindi ai Dodici…”<br />
(1Cor 15, 4), Così, ancora una volta, viene riassunto il significato del<br />
mandato conferito a Pietro fino alla fine dei tempi: essere testimone del<br />
Cristo risorto.<br />
Il Vescovo di Roma siede sulla sua Cattedra per dare testimonianza<br />
di Cristo. Così la Cattedra è il simbolo della potestas docendi, quella<br />
potestà di insegnamento che è parte essenziale del mandato di legare e di<br />
sciogliere conferito dal Signore a Pietro e, dopo di lui, ai Dodici. Nella<br />
Chiesa, la Sacra Scrittura, la cui comprensione cresce sotto l’ispirazione<br />
23
24<br />
dello Spirito Santo, e il ministero dell’interpretazione autentica, conferito<br />
agli apostoli, appartengono l’una all’altro in modo indissolubile. Dove<br />
la Sacra Scrittura viene staccata dalla voce vivente della Chiesa, cade<br />
in preda alle dispute degli esperti. Certamente, tutto ciò che essi hanno<br />
da dirci è importante e prezioso; il lavoro dei sapienti ci è di notevole<br />
aiuto per poter comprendere quel processo vivente con cui è cresciuta la<br />
Scrittura e capire così la sua ricchezza storica. Ma la scienza da sola non<br />
può fornirci una interpretazione definitiva e vincolante; non è in grado<br />
di darci, nell’interpretazione, quella certezza con cui possiamo vivere e<br />
per cui possiamo anche morire. Per questo occorre un mandato più grande,<br />
che non può scaturire dalle sole capacità umane. Per questo occorre<br />
la voce della Chiesa viva, di quella Chiesa affidata a Pietro e al collegio<br />
degli apostoli fino alla fine dei tempi.<br />
Questa potestà di insegnamento spaventa tanti uomini dentro e fuori<br />
della Chiesa. Si chiedono se essa non minacci la libertà di coscienza,<br />
se non sia una presunzione contrapposta alla libertà di pensiero. Non è<br />
così. Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, in senso<br />
assoluto, un mandato per servire. La potestà di insegnare, nella Chiesa,<br />
comporta un impegno a servizio dell’obbedienza alla fede. Il Papa non<br />
è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario:<br />
il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la<br />
Sua Parola. Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare<br />
costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di<br />
Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come<br />
di fronte ad ogni opportunismo.<br />
Lo fece Papa Giovanni Paolo II, quando, davanti a tutti i tentativi, apparentemente<br />
benevoli verso l’uomo, di fronte alle errate interpretazioni<br />
della libertà, sottolineò in modo inequivocabile l’inviolabilità dell’essere<br />
umano, l’inviolabilità della vita umana dal concepimento fino alla<br />
morte naturale. La libertà di uccidere non è una vera libertà, ma è una<br />
tirannia che riduce l’essere umano in schiavitù. Il Papa è consapevole di<br />
essere, nelle sue grandi decisioni, legato alla grande comunità della fede<br />
di tutti i tempi, alle interpretazioni vincolanti cresciute lungo il cammino<br />
pellegrinante della Chiesa. Così, il suo potere non sta al di sopra, ma è al<br />
servizio della Parola di Dio, e su di lui incombe la responsabilità di far<br />
sì che questa Parola continui a rimanere presente nella sua grandezza e a<br />
risuonare nella sua purezza, così che non venga fatta a pezzi dai continui<br />
cambiamenti <strong>delle</strong> mode.
La Cattedra è – diciamolo ancora una volta – simbolo della potestà<br />
di insegnamento, che è una potestà di obbedienza e di servizio, affinché<br />
la Parola di Dio – la sua verità! – possa risplendere tra di noi, indicandoci<br />
la strada. Ma, parlando della Cattedra del Vescovo di Roma, come<br />
non ricordare le parole che Sant’Ignazio d’Antiochia scrisse ai Romani?<br />
Pietro, provenendo da Antiochia, sua prima sede, si diresse a Roma, sua<br />
sede definitiva. Una sede resa definitiva attraverso il martirio con cui legò<br />
per sempre la sua successione a Roma. Ignazio, da parte sua, restando<br />
Vescovo di Antiochia, era diretto verso il martirio che avrebbe dovuto<br />
subire in Roma. Nella sua lettera ai Romani si riferisce alla Chiesa di<br />
Roma come a “Colei che presiede nell’amore”, espressione assai significativa.<br />
Non sappiamo con certezza che cosa Ignazio avesse davvero<br />
in mente usando queste parole. Ma per l’antica Chiesa, la parola amore,<br />
agape, accennava al mistero dell’Eucaristia. In questo Mistero l’amore<br />
di Cristo si fa sempre tangibile in mezzo a noi. Qui, Egli si dona sempre<br />
di nuovo. Qui, Egli si fa trafiggere il cuore sempre di nuovo; qui, Egli<br />
mantiene la Sua promessa, la promessa che, dalla Croce, avrebbe attirato<br />
tutto a sé. Nell’Eucaristia, noi stessi impariamo l’amore di Cristo. È<br />
stato grazie a questo centro e cuore, grazie all’Eucaristia, che i santi hanno<br />
vissuto, portando l’amore di Dio nel mondo in modi e in forme sempre<br />
nuove. Grazie all’Eucaristia la Chiesa rinasce sempre di nuovo! La<br />
Chiesa non è altro che quella rete – la comunità eucaristica! – in cui tutti<br />
noi, ricevendo il medesimo Signore, diventiamo un solo corpo e abbracciamo<br />
tutto il mondo. Presiedere nella dottrina e presiedere nell’amore,<br />
alla fine, devono essere una cosa sola: tutta la dottrina della Chiesa, alla<br />
fine, conduce all’amore. E l’Eucaristia, quale amore presente di Gesù<br />
Cristo, è il criterio di ogni dottrina. Dall’amore dipendono tutta la Legge<br />
e i Profeti, dice il Signore (Mt 22, 40). L’amore è il compimento della<br />
legge, scriveva San Paolo ai Romani (13, 10).<br />
Cari Romani, adesso sono il vostro Vescovo. Grazie per la vostra<br />
generosità, grazie per la vostra simpatia, grazie per la vostra pazienza!<br />
In quanto cattolici, in qualche modo, tutti siamo anche romani. Con le<br />
parole del salmo 87, un inno di lode a Sion, madre di tutti i popoli, cantava<br />
Israele e canta la Chiesa: “Si dirà di Sion: L’uno e l’altro è nato in<br />
essa…” (v. 5). Ugualmente, anche noi potremmo dire: in quanto cattolici,<br />
in qualche modo, siamo tutti nati a Roma. Così voglio cercare, con<br />
tutto il cuore, di essere il vostro Vescovo, il Vescovo di Roma. E tutti noi<br />
vogliamo cercare di essere sempre più cattolici – sempre più fratelli e<br />
2
2<br />
sorelle nella grande famiglia di Dio, quella famiglia in cui non esistono<br />
stranieri. Infine, vorrei ringraziare di cuore il Vicario per la <strong>Diocesi</strong> di<br />
Roma, il Cardinale Camillo Ruini, e anche i Vescovi ausiliari e tutti i<br />
suoi collaboratori. Ringrazio di cuore i parroci, il clero di Roma e tutti<br />
coloro che, come fedeli, offrono il loro contributo per costruire qui la<br />
casa vivente di Dio. Amen.
Udienza<br />
ai Vescovi italiani<br />
in occasione della 54 a Assemblea Generale della CEI<br />
30 maggio 2005<br />
Cari fratelli Vescovi italiani, sono felice di incontrarvi qui questa<br />
mattina, riuniti nella vostra Assemblea Generale, dopo aver celebrato<br />
ieri con molti di voi a Bari la Santa Messa conclusiva del Congresso<br />
Eucaristico Nazionale. Saluto il vostro Presidente, Cardinale Camillo<br />
Ruini, e lo ringrazio per le calde parole che mi ha rivolto a vostro nome.<br />
Saluto i tre Vicepresidenti, il Segretario Generale e ciascuno di voi, e<br />
desidero a mia volta esprimervi sentimenti di profonda comunione e di<br />
affetto sincero.<br />
Sono trascorse soltanto poche settimane dalla mia elezione e sono<br />
ben vivi in noi quei sentimenti che ci hanno accomunato nei giorni della<br />
sofferenza e della morte del mio venerato Predecessore, il Servo di Dio<br />
Giovanni Paolo II, per ciascuno di noi un padre, un esempio ed un amico.<br />
Vi sono particolarmente grato perché avverto che accogliete me con<br />
lo stesso animo con il quale avete accompagnato lui durante i ventisei<br />
anni del suo Pontificato.<br />
Cari fratelli, il nostro legame ha d’altronde una precisa radice, che è<br />
quella che unisce tutti i Vescovi del mondo al Successore di Pietro, ma<br />
che in questa nazione assume un vigore speciale perché il Papa è Vescovo<br />
di Roma e Primate d’Italia. La storia ha mostrato, lungo l’arco di<br />
ormai venti secoli, quanto grandi frutti di bene questo peculiare legame<br />
abbia portato, sia per la vita di fede e la fioritura di civiltà del popolo italiano<br />
sia per il ministero dello stesso Successore di Pietro. Inizio dunque<br />
il servizio nuovo e inatteso a cui il Signore mi ha chiamato sentendomi<br />
intimamente confortato dalla vostra vicinanza e solidarietà: <strong>insieme</strong><br />
potremo adempiere la missione che Gesù Cristo ci ha affidato, <strong>insieme</strong><br />
potremo testimoniare Cristo e renderlo presente oggi, non meno di ieri,<br />
nelle case e negli animi degli italiani.<br />
Il rapporto dell’Italia con la fede cristiana infatti, non soltanto risale<br />
alla generazione apostolica, alla predicazione e al martirio di Pietro e di<br />
Paolo, ma anche attualmente è profondo e vivo. Certo, quella forma di<br />
cultura, basata su una razionalità puramente funzionale, che contraddice<br />
e tende ad escludere il cristianesimo e in genere le tradizioni religiose e<br />
2
2<br />
morali dell’umanità, è presente e operante in Italia come un po’ ovunque<br />
in Europa. Qui però la sua egemonia non è affatto totale e tanto meno<br />
incontrastata: sono molti infatti, anche tra quanti non condividono o comunque<br />
non praticano la nostra fede, coloro che avvertono come una tale<br />
forma di cultura costituisca in realtà una funesta mutilazione dell’uomo<br />
e della sua stessa ragione. E soprattutto, in Italia la Chiesa conserva<br />
una presenza capillare, in mezzo alla gente di ogni età e condizione, e<br />
può quindi proporre nelle più diverse situazioni il messaggio di salvezza<br />
che il Signore le ha affidato.<br />
Cari fratelli, conosco il vostro impegno per mantenere viva questa<br />
presenza e per incrementare il suo dinamismo missionario. Negli Orientamenti<br />
pastorali che avete consegnato alle <strong>Diocesi</strong> italiane per questo<br />
primo decennio del nuovo secolo, riprendendo l’insegnamento di Giovanni<br />
Paolo II nella Novo millennio ineunte, ponete giustamente alla base<br />
di tutto la contemplazione, di Gesù Cristo e in Lui del vero volto di<br />
Dio Padre, il rapporto vivo e quotidiano con lui. Qui sta infatti l’anima e<br />
l’energia segreta della Chiesa, la fonte dell’efficacia del nostro apostolato.<br />
Soprattutto nel mistero dell’Eucaristia noi stessi, i nostri sacerdoti<br />
e tutti i nostri fedeli possiamo vivere in pienezza questo rapporto con<br />
Cristo: qui Egli si fa tangibile in mezzo a noi, si dona sempre di nuovo,<br />
diventa nostro, affinché noi diventiamo suoi e impariamo il suo amore.<br />
L’Anno dell’Eucaristia e il Congresso appena celebrato a Bari sono stimoli<br />
che ci aiutano ad entrare più profondamente in questo Mistero.<br />
Nel contemplare il volto di Cristo, e in Cristo il volto del Padre, Maria<br />
Santissima ci precede, ci sostiene e ci accompagna. L’amore e la<br />
devozione per la Madre del Signore, tanto diffusi e radicati nel popolo<br />
italiano, sono un’eredità preziosa che dobbiamo sempre coltivare e una<br />
grande risorsa anche in vista dell’evangelizzazione. Su queste basi, cari<br />
fratelli, possiamo davvero proporre a noi stessi e ai nostri fedeli la vocazione<br />
alla santità, quale “misura alta della vita cristiana ordinaria”,<br />
secondo la felice espressione di Giovanni Paolo II nella Novo millennio<br />
ineunte (n. 37): lo Spirito Santo viene infatti in noi, da Cristo e dal Padre,<br />
proprio per introdurci nel mistero della vita e dell’amore di Dio, al di là<br />
di ogni forza e attesa umana.<br />
In concreto la presenza della Chiesa in mezzo alla popolazione italiana<br />
si caratterizza anzitutto per la fitta rete <strong>delle</strong> parrocchie e per la vitalità<br />
che esse tuttora esprimono, pur nei grandi cambiamenti della società<br />
e della cultura. In una vostra recente Nota pastorale (Il volto missionario
<strong>delle</strong> parrocchie in un mondo che cambia) vi siete dunque saggiamente<br />
preoccupati di sostenere le parrocchie, riaffermando il loro valore e la<br />
loro funzione e incoraggiando così in particolare i sacerdoti che hanno<br />
le non lievi responsabilità di parroci. Ma avete anche messo in luce la<br />
necessità che le parrocchie assumano un atteggiamento maggiormente<br />
missionario nella pastorale quotidiana e pertanto si aprano ad una più<br />
intensa collaborazione con tutte le forze vive di cui la Chiesa oggi dispone.<br />
È molto importante, al riguardo, che si rafforzi la comunione tra le<br />
strutture parrocchiali e le varie realtà “carismatiche” sorte negli ultimi<br />
decenni e largamente presenti in Italia, affinché la missione possa raggiungere<br />
tutti gli ambienti di vita. Al medesimo fine un contributo prezioso<br />
viene certamente dalla presenza <strong>delle</strong> comunità religiose, in Italia<br />
ancora numerose nonostante la scarsità <strong>delle</strong> vocazioni.<br />
Un terreno decisivo, per il futuro della fede e per l’orientamento complessivo<br />
della vita di una nazione, è certamente quello della cultura. Vi<br />
chiedo dunque di proseguire nel lavoro che avete intrapreso perché la<br />
voce dei cattolici sia costantemente presente nel dibattito culturale italiano,<br />
e ancor prima perché si rafforzino le capacità di elaborare razionalmente,<br />
nella luce della fede, i molteplici interrogativi che si affacciano<br />
nei vari ambiti del sapere e nelle grandi scelte di vita. Oggi la cultura<br />
e i modelli di comportamento sono inoltre sempre più condizionati e<br />
caratterizzati dalle rappresentazioni che ne propongono i media: è benemerito<br />
pertanto lo sforzo della vostra Conferenza per avere anche a questo<br />
livello un’adeguata capacità di espressione, in modo da poter offrire<br />
a tutti un’interpretazione cristiana degli avvenimenti e dei problemi.<br />
La situazione effettiva della Chiesa in Italia conferma e giustifica<br />
dunque l’attenzione e le attese che hanno verso di essa molte Chiese sorelle<br />
in Europa e nel mondo. Come ha più volte sottolineato il mio amato<br />
Predecessore Giovanni Paolo II, l’Italia può e deve avere un grande ruolo<br />
per la comune testimonianza di Gesù Cristo nostro unico Salvatore<br />
e perché in Cristo sia individuata la misura del vero umanesimo, per la<br />
coscienza <strong>delle</strong> persone come per gli assetti della vita sociale.<br />
Una questione nevralgica, che richiede la nostra più grande attenzione<br />
pastorale, è quella della famiglia. In Italia, ancor più che in altri Paesi,<br />
la famiglia rappresenta davvero la cellula fondamentale della società, è<br />
profondamente radicata nel cuore <strong>delle</strong> giovani generazioni e si fa carico<br />
di molteplici problemi, offrendo sostegno e rimedio a situazioni<br />
altrimenti disperate. E tuttavia anche in Italia la famiglia è esposta, nel-<br />
2
30<br />
l’attuale clima culturale, a molti rischi e minacce che tutti conosciamo.<br />
Alla fragilità e instabilità interna di molte unioni coniugali si assomma<br />
infatti la tendenza, diffusa nella società e nella cultura, a contestare il<br />
carattere unico e la missione propria della famiglia fondata sul matrimonio.<br />
Proprio l’Italia poi è una della nazioni in cui la scarsità <strong>delle</strong> nascite<br />
è più grave e persistente, con conseguenze già pesanti sull’intero corpo<br />
sociale. Perciò da molto tempo voi Vescovi italiani avete unito la vostra<br />
voce a quella di Giovanni Paolo II, anzitutto nel difendere la sacralità<br />
della vita umana e il valore dell’istituto matrimoniale, ma anche nel<br />
promuovere il ruolo della famiglia nella Chiesa e nella società, chiedendo<br />
misure economiche e legislative che sostengano le giovani famiglie<br />
nella generazione ed educazione dei figli. Nel medesimo spirito siete<br />
attualmente impegnati a illuminare e motivare le scelte dei cattolici e di<br />
tutti i cittadini circa i referendum ormai imminenti in merito alla legge<br />
sulla procreazione assistita: proprio nella sua chiarezza e concretezza<br />
questo vostro impegno è segno della sollecitudine dei Pastori per ogni<br />
essere umano, che non può mai venire ridotto a un mezzo, ma è sempre<br />
un fine, come ci insegna il nostro Signore Gesù Cristo nel suo Vangelo e<br />
come ci dice la stessa ragione umana. In tale impegno, e in tutta l’opera<br />
molteplice che fa parte della missione e del dovere dei Pastori, vi sono<br />
vicino con la parola e con la preghiera, confidando nella luce e nella grazia<br />
dello Spirito che agisce nelle coscienze e nei cuori.<br />
La stessa sollecitudine per il vero bene dell’uomo che ci spinge a<br />
prenderci cura <strong>delle</strong> sorti <strong>delle</strong> famiglie e del rispetto della vita umana si<br />
esprime nell’attenzione ai poveri che abbiamo tra noi, agli ammalati, gli<br />
immigrati, ai popoli decimati dalle malattie, dalle guerre e dalla fame.<br />
Cari fratelli Vescovi italiani, desidero ringraziare voi e i vostri fedeli per<br />
la larghezza della vostra carità, che contribuisce a rendere concretamente<br />
la Chiesa quel popolo nuovo nel quale nessuno è straniero. Ricordiamoci<br />
sempre <strong>delle</strong> parole del Signore: quello che avete fatto “a uno solo<br />
di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40).<br />
Ad agosto, come sapete, mi recherò a Colonia per la Giornata Mondiale<br />
della Gioventù e confido di incontrarmi di nuovo con molti di voi,<br />
accompagnati da un grande numero di giovani italiani. Proprio riguardo<br />
ai giovani, alla loro formazione, al loro rapporto con il Signore e con<br />
la Chiesa vorrei aggiungere un’ultima parola. Essi sono infatti, come<br />
ha ripetutamente affermato Giovanni Paolo II, la speranza della Chiesa,<br />
ma sono anche, nel mondo di oggi, particolarmente esposti al pericolo
di essere “sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di<br />
dottrina” (Ef 4, 14). Hanno dunque bisogno di essere aiutati a crescere<br />
e a maturare nella fede: è questo il primo servizio che essi devono ricevere<br />
dalla Chiesa, e specialmente da noi Vescovi e dai nostri sacerdoti.<br />
Sappiamo bene che molti di loro non sono in grado di comprendere e di<br />
accogliere subito tutto l’insegnamento della Chiesa ma proprio per questo<br />
è importante risvegliare in loro l’intenzione di credere con la Chiesa,<br />
la fiducia che questa Chiesa, animata e guidata dallo Spirito, è il vero<br />
soggetto della fede, inserendoci nel quale entriamo e partecipiamo nella<br />
comunione della fede. Affinché ciò possa avvenire, i giovani devono<br />
sentirsi amati dalla Chiesa, amati in concreto da noi Vescovi e sacerdoti.<br />
Potranno sperimentare così nella Chiesa, l’amicizia e l’amore che<br />
ha per loro il Signore, comprenderanno che in Cristo la verità coincide<br />
con l’amore e impareranno, a loro volta, ad amare il Signore e ad avere<br />
fiducia nel suo corpo che è la Chiesa. Questo è oggi, cari fratelli Vescovi<br />
italiani, il punto centrale della grande sfida della trasmissione della fede<br />
alle giovani generazioni.<br />
Per le vostre persone e per le vostre Chiese, per tutta la diletta nazione<br />
italiana, per il suo presente e il suo futuro cristiano, per il compito<br />
che essa è chiamata a svolgere in Europa e nel mondo, vi assicuro la<br />
mia quotidiana preghiera e imparto con affetto una speciale Benedizione<br />
Apostolica a voi, ai vostri sacerdoti, ad ogni famiglia italiana.<br />
31
32<br />
Motu proprio<br />
per l’approvazione e la pubblicazione<br />
del Compendio<br />
del Catechismo della Chiesa Cattolica<br />
Ai Venerabili Fratelli Cardinali, Patriarchi, Arcivescovi, Vescovi,<br />
Presbiteri, Diaconi e a tutti i Membri del Popolo di Dio<br />
Vent’anni or sono iniziava l’elaborazione del Catechismo della Chiesa<br />
Cattolica, richiesto dall’Assemblea straordinaria del Sinodo dei Vescovi,<br />
in occasione del ventesimo anniversario della chiusura del Concilio<br />
Ecumenico Vaticano II.<br />
Ringrazio infinitamente il Signore Dio per aver donato alla Chiesa<br />
tale Catechismo, promulgato nel 1992 dal mio venerato e amato Predecessore,<br />
Papa Giovanni Paolo II.<br />
La grande utilità e preziosità di questo dono è confermata anzitutto<br />
dalla positiva e larga accoglienza, che esso ha avuto presso l’episcopato,<br />
al quale era primariamente indirizzato come testo di riferimento sicuro e<br />
autentico per l’insegnamento della dottrina cattolica, e in particolare per<br />
l’elaborazione dei catechismi locali. Ma è confermata anche dalla favorevole<br />
e grande accoglienza ad esso riservata da parte di tutte le componenti<br />
del Popolo di Dio, che l’hanno potuto conoscere ed apprezzare<br />
nelle oltre cinquanta lingue, in cui è stato finora tradotto.<br />
Ora con grande gioia approvo e promulgo il Compendio di tale Catechismo.<br />
Esso era stato vivamente auspicato dai partecipanti al Congresso Catechistico<br />
Internazionale dell’ottobre 2002, che si erano fatti interpreti<br />
in tal modo di un’esigenza molto diffusa nella Chiesa. Il mio compianto<br />
Predecessore, accogliendo tale desiderio, ne decise nel febbraio 2003 la<br />
preparazione, affidandone la redazione a una ristretta Commissione di<br />
Cardinali, da me presieduta, e affiancata da alcuni esperti collaboratori.<br />
Nel corso dei lavori, un progetto di tale Compendio è stato sottoposto al<br />
giudizio di tutti gli Eminentissimi Cardinali e dei Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze<br />
Episcopali, che nella stragrande maggioranza l’hanno favorevolmente<br />
accolto e valutato.<br />
Il Compendio, che ora presento alla Chiesa universale, è una sintesi<br />
fedele e sicura del Catechismo della Chiesa Cattolica. Esso contiene,<br />
in modo conciso, tutti gli elementi essenziali e fondamentali della fede
della Chiesa, così da costituire, come era stato auspicato dal mio Predecessore,<br />
una sorta di vademecum, che consenta alle persone, credenti e<br />
non, di abbracciare, in uno sguardo d’<strong>insieme</strong>, l’intero panorama della<br />
fede cattolica.<br />
Rispecchia fedelmente nella struttura, nei contenuti e nel linguaggio il<br />
Catechismo della Chiesa Cattolica, che troverà in questa sintesi un aiuto<br />
e uno stimolo per essere maggiormente conosciuto ed approfondito.<br />
Affido pertanto con fiducia questo Compendio anzitutto alla Chiesa<br />
intera e ad ogni cristiano in particolare, perché grazie ad esso possa ritrovare,<br />
in questo terzo millennio, nuovo slancio nel rinnovato impegno di<br />
evangelizzazione e di educazione alla fede, che deve caratterizzare ogni<br />
comunità ecclesiale e ogni credente in Cristo a qualunque età e nazione<br />
appartenga.<br />
Ma questo Compendio, per la sua brevità, chiarezza e integrità, si rivolge<br />
a ogni persona, che, vivendo in un mondo dispersivo e dai molteplici<br />
messaggi, desidera conoscere la Via della Vita, la Verità , affidata<br />
da Dio alla Chiesa del Suo Figlio.<br />
Leggendo questo autorevole strumento che è il Compendio, possa<br />
ciascuno, grazie in particolare all’intercessione di Maria Santissima, la<br />
Madre di Cristo e della Chiesa, riconoscere e accogliere sempre di più<br />
l’inesauribile bellezza, unicità e attualità del Dono per eccellenza che<br />
Dio ha fatto all’umanità: il Suo unico Figlio, Gesù Cristo, che è «la Via,<br />
la Verità e la Vita» (Gv 14, 6).<br />
Dato il 28 giugno 2005, vigilia della Solennità dei SS. Pietro e Paolo,<br />
anno primo di Pontificato.<br />
Benedictus PP XVI<br />
* * *<br />
INTRODUZIONE<br />
1. L’11 ottobre del 1992, Papa Giovanni Paolo II consegnava ai fedeli<br />
di tutto il mondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, presentandolo<br />
come «“testo di riferimento” per una catechesi rinnovata alle vive<br />
sorgenti della fede» 1 . A trent’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II<br />
1 Giovanni Paolo ii, Cost. ap. Fidei depositum, 11 ottobre 1992.<br />
33
34<br />
(1962-1965), veniva così portato a felice compimento l’auspicio espresso<br />
nel 1985 dall’Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, perché<br />
venisse composto un catechismo di tutta la dottrina cattolica sia per<br />
la fede che per la morale.<br />
Cinque anni dopo, il 15 agosto del 1997, promulgando l’editio typica<br />
del Catechismus Catholicae Ecclesiae, il Sommo Pontefice confermava<br />
la finalità fondamentale dell’opera: «Porsi come esposizione completa e<br />
integra della dottrina cattolica, che consente a tutti di conoscere ciò che la<br />
Chiesa stessa professa, celebra, vive, prega nella sua vita quotidiana» 2 .<br />
2. Per una maggiore valorizzazione del Catechismo e per venire incontro<br />
a una richiesta emersa nel Congresso Catechistico Internazionale<br />
del 2002, Giovanni Paolo II istituiva nel 2003 una Commissione speciale,<br />
presieduta dal Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione<br />
per la Dottrina della Fede, con il compito di elaborare un Compendio del<br />
Catechismo della Chiesa Cattolica, contenente una formulazione più<br />
sintetica dei medesimi contenuti di fede. Dopo due anni di lavoro, fu preparato<br />
un progetto di compendio, che fu inviato per la consultazione ai<br />
Cardinali e ai Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali. Il progetto, nel suo<br />
complesso, ha avuto una valutazione positiva da parte della maggioranza<br />
assoluta di quanti hanno risposto. La Commissione ha, pertanto, proceduto<br />
alla revisione del suddetto progetto, e, tenendo conto <strong>delle</strong> proposte<br />
di miglioramento pervenute, ha approntato il testo finale dell’opera.<br />
3. Sono tre le caratteristiche principali del Compendio: la stretta dipendenza<br />
dal Catechismo della Chiesa Cattolica; il genere dialogico;<br />
l’utilizzo <strong>delle</strong> immagini nella catechesi.<br />
Anzitutto, il Compendio non è un’opera a sé stante e non intende in<br />
alcun modo sostituire il Catechismo della Chiesa Cattolica: piuttosto,<br />
rinvia continuamente ad esso sia con la puntuale indicazione dei numeri<br />
di riferimento sia col continuo richiamo alla sua struttura, al suo sviluppo<br />
e ai suoi contenuti. Il Compendio, inoltre, intende risvegliare un<br />
rinnovato interesse e fervore per il Catechismo, che, con la sua sapienza<br />
espositiva e con la sua unzione spirituale, resta pur sempre il testo di base<br />
della catechesi ecclesiale oggi.<br />
2 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Laetamur magnopere, 15 agosto 1997.
Come il Catechismo, anche il Compendio si articola in quattro parti,<br />
in corrispondenza <strong>delle</strong> leggi fondamentali della vita in Cristo.<br />
La prima parte, intitolata «La professione della fede», contiene un’opportuna<br />
sintesi della lex credendi, e cioè della fede professata dalla Chiesa<br />
Cattolica, ricavata dal Simbolo Apostolico, illustrato con il Simbolo<br />
niceno-costantinopolitano, la cui costante proclamazione nelle assemblee<br />
cristiane mantiene viva la memoria <strong>delle</strong> principali verità della fede.<br />
La seconda parte, intitolata «La celebrazione del mistero cristiano»,<br />
presenta gli elementi essenziali della lex celebrandi. L’annuncio del<br />
Vangelo trova, infatti, la sua risposta privilegiata nella vita sacramentale.<br />
In essa i fedeli sperimentano e testimoniano in ogni momento della<br />
loro esistenza l’efficacia salvifica del mistero pasquale, per mezzo del<br />
quale Cristo ha compiuto l’opera della nostra redenzione.<br />
La terza parte, intitolata «La vita in Cristo», richiama la lex vivendi e<br />
cioè l’impegno che i battezzati hanno di manifestare nei loro comportamenti<br />
e nelle loro scelte etiche la fedeltà alla fede professata e celebrata.<br />
I fedeli, infatti, sono chiamati dal Signore Gesù a compiere le opere che<br />
si addicono alla loro dignità di figli del Padre nella carità dello Spirito<br />
Santo.<br />
La quarta parte, intitolata «La preghiera cristiana», offre una sintesi<br />
della lex orandi e cioè della vita di preghiera. Sull’esempio di Gesù, il<br />
modello perfetto di orante, anche il cristiano è chiamato al dialogo con<br />
Dio nella preghiera, una cui espressione privilegiata è il Padre nostro, la<br />
preghiera insegnataci da Gesù stesso.<br />
4. Una seconda caratteristica del Compendio è la sua forma dialogica,<br />
che riprende un antico genere letterario catechistico, fatto di domande<br />
e risposte. Si tratta di riproporre un dialogo ideale tra il maestro<br />
e il discepolo, mediante una sequenza incalzante di interrogativi, che<br />
coinvolgono il lettore invitandolo a proseguire nella scoperta dei sempre<br />
nuovi aspetti della verità della sua fede. Il genere dialogico concorre<br />
anche ad abbreviare notevolmente il testo, riducendolo all’essenziale.<br />
Ciò potrebbe favorire l’assimilazione e l’eventuale memorizzazione dei<br />
contenuti.<br />
5. Una terza caratteristica è data dalla presenza di alcune immagini,<br />
che scandiscono l’articolazione del Compendio. Esse provengono dal<br />
ricchissimo patrimonio dell’iconografia cristiana. Dalla secolare tra-<br />
3
3<br />
dizione conciliare apprendiamo che anche l’immagine è predicazione<br />
evangelica. Gli artisti di ogni tempo hanno offerto alla contemplazione<br />
e allo stupore dei fedeli i fatti salienti del mistero della salvezza, presentandoli<br />
nello splendore del colore e nella perfezione della bellezza. È un<br />
indizio questo, di come oggi più che mai, nella civiltà dell’immagine,<br />
l’immagine sacra possa esprimere molto di più della stessa parola, dal<br />
momento che è oltremodo efficace il suo dinamismo di comunicazione e<br />
di trasmissione del messaggio evangelico.<br />
6. A quarant’anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II e nell’anno<br />
dell’Eucaristia, il Compendio può rappresentare un ulteriore sussidio<br />
per soddisfare sia la fame di verità dei fedeli di tutte le età e condizioni,<br />
sia anche il bisogno di quanti, senza essere fedeli, hanno sete di verità e<br />
di giustizia. La sua pubblicazione avverrà nella solennità dei Santi Apostoli<br />
Pietro e Paolo, colonne della Chiesa universale ed evangelizzatori<br />
esemplari del Vangelo nel mondo antico. Questi apostoli hanno visto<br />
ciò che hanno predicato e hanno testimoniato la verità di Cristo fino al<br />
martirio. Imitiamoli nel loro slancio missionario e preghiamo il Signore<br />
affinché la Chiesa segua sempre l’insegnamento degli Apostoli, dai quali<br />
ha ricevuto il primo gioioso annunzio della fede.<br />
20 marzo 2005, Domenica <strong>delle</strong> Palme<br />
Joseph Card. Ratzinger<br />
Prefetto della Congregazione<br />
per la Dottrina della Fede<br />
Presidente della Commissione speciale
Messaggio<br />
ai Vescovi Italiani<br />
in occasione della 55 a Assemblea Generale<br />
(Assisi, 14-18 novembre 2005)<br />
Venerati e cari Fratelli<br />
desidero farvi giungere con questo messaggio la testimonianza dei<br />
miei sentimenti di profonda comunione e di spirituale partecipazione<br />
ai lavori della vostra Assemblea Generale. Saluto il vostro Presidente,<br />
Cardinale Camillo Ruini, i tre Vicepresidenti, il Segretario Generale e<br />
ciascuno di voi con grande affetto, ben sapendo con quanta dedizione<br />
seguiate le comunità a voi affidate per guidarle e sostenerle nel cammino<br />
verso la santità. È ancora vivo in me il ricordo dell’incontro che ho avuto<br />
con tutti voi lo scorso 30 maggio in occasione della precedente Assemblea<br />
Generale. Vi dicevo allora, a poche settimane dalla mia elezione a<br />
Successore di Pietro, quanto mi sentissi “intimamente confortato dalla<br />
vostra vicinanza e solidarietà”. Oggi, a distanza di qualche mese, anche<br />
grazie agli incontri che ho avuto con molti di voi in occasione del Congresso<br />
Eucaristico Nazionale di Bari, della XX Giornata Mondiale della<br />
Gioventù di Colonia e di varie udienze, sono sempre più sostenuto dalla<br />
certezza che “<strong>insieme</strong> potremo adempiere la missione che Gesù Cristo<br />
ci ha affidato, <strong>insieme</strong> potremo testimoniare Cristo e renderlo presente<br />
oggi, non meno di ieri, nelle case e negli animi degli italiani”. Nel corso<br />
dei lavori della vostra Assemblea affronterete diversi argomenti tra cui,<br />
principalmente, la formazione dei futuri presbiteri e la presenza della<br />
Chiesa nel mondo della salute. Sono entrambi temi di grande rilevanza,<br />
a cui giustamente dedicate attenzione in vista di orientamenti e scelte<br />
che potranno essere di vero aiuto per il popolo di Dio e per l’intera Nazione<br />
italiana.<br />
La Chiesa oggi ha bisogno di sacerdoti che siano pienamente consapevoli<br />
del dono di grazia che ricevono con l’Ordinazione presbiterale e<br />
con la missione loro affidata in un tempo di rapidi e profondi cambiamenti.<br />
Affinché le nostre comunità crescano armoniosamente nella verità<br />
e nella carità, attorno all’Eucaristia e alla Parola di Dio, è indispensabile<br />
la presenza di sacerdoti che agiscano in nome di Cristo e vivano in<br />
3
3<br />
intima unione con Lui che li ha chiamati e inviati. La Chiesa ha bisogno<br />
di presbiteri che sappiano sempre conformare il loro agire al modello del<br />
buon Pastore, lasciandosi guidare con docilità dallo Spirito Santo in piena<br />
comunione con i loro Vescovi. Mentre sento con voi il dovere di ringraziare<br />
tutti i sacerdoti che in Italia con grande abnegazione, spesso nel<br />
nascondimento e lavorando senza sosta, contribuiscono a rendere vive<br />
e ricche di grazie le nostre parrocchie e comunità, condivido con voi la<br />
preoccupazione per la diminuzione del clero e per il progressivo innalzamento<br />
dell’età media dei sacerdoti. È quindi necessario e urgente incrementare<br />
la pastorale vocazionale definire sempre meglio la proposta<br />
formativa, in modo da garantire una preparazione umana, intellettuale e<br />
spirituale che sia all’altezza <strong>delle</strong> nuove sfide che il ministero sacerdotale<br />
è chiamato da affrontare. Come ho detto ai seminaristi nell’incontro<br />
del 19 agosto a Colonia, il seminario deve essere il contesto in cui matura<br />
“la ricerca di un rapporto personale con Cristo” e quindi “non tanto<br />
un luogo, ma, appunto, un significativo tempo della vita di un discepolo<br />
di Gesù” per una formazione che “ha diverse dimensioni, che convergono<br />
nell’unità della persona”. Altrettanto importante è che questa azione<br />
formativa avvenga in un contesto comunitario, per essere un riflesso di<br />
quella comunione di vita che Gesù aveva con i suoi discepoli, e per far<br />
sì che i diversi elementi del progetto educativo si unifichino attorno alle<br />
esigenze della carità pastorale. Essendo quello dei sacerdoti un compito<br />
centrale e insostituibile, ogni cura deve essere posta per la loro formazione<br />
a partire dalla qualità dei formatori. Tutti i fedeli, pregando il Padrone<br />
della messe, possono contribuire al fiorire <strong>delle</strong> vocazioni e alla<br />
formazione dei presbiteri, perché ciò che forgia un sacerdote è in primo<br />
luogo la sua preghiera e la preghiera che tutta la comunità innalza al Signore<br />
per lui e per il suo ministero.<br />
Altro tema a cui dedicherete parte dei lavori della vostra Assemblea è<br />
la pastorale della salute. La malattia pone certamente gravi e complessi<br />
problemi all’organizzazione sociale e rappresenta uno dei principali capitoli<br />
del servizio che va garantito ai cittadini, ma costituisce anzitutto<br />
una dimensione fondamentale dell’esperienza umana che interpella la<br />
missione della Chiesa e la coscienza dei credenti. Non per caso infatti<br />
il Signore ha voluto accompagnare l’annuncio della salvezza con molte<br />
guarigioni di persone sofferenti, mentre la comunità cristiana, in tutte<br />
le epoche, ha fatto dei malati un contrassegno della carità di Cristo. Per
molti versi dal modo con cui si affronta la malattia e la sofferenza si<br />
manifesta anche la dignità e il senso dell’esistenza umana. Rimane scolpita<br />
nel nostro cuore la testimonianza che ci ha dato il mio amato predecessore<br />
Giovanni Paolo II: della cattedra della sofferenza ha fatto uno<br />
vertice del suo Magistero. Illuminata e incoraggiata da una così grande<br />
testimonianza, la Chiesa è chiamata ad esprimere solidarietà e premura<br />
verso chi affronta la prova della malattia, in primo luogo aiutando a vedere<br />
la malattia e la morte stessa non come una negazione dell’umano,<br />
ma come un percorso che, sulla scia della sofferenza, della morte e della<br />
risurrezione di Gesù, ci conduce alla vita vera ed eterna. Meritano di<br />
essere sostenute e promosse le istituzioni cattoliche che tanto fanno nell’ambito<br />
sanitario e dell’assistenza, affinché siano sempre più esemplari<br />
nel coniugare innovazione e la competenza scientifica con l’attenzione<br />
primaria alla persona e alla sua dignità. Di particolare rilevanza è poi<br />
la missione dei cappellani, che nelle corsie degli ospedali incontrano e<br />
sostengono spiritualmente le persone malate, facendo sentire loro la presenza<br />
affettuosa e confortatrice del nostro unico Salvatore Gesù Cristo.<br />
Di fronte poi alla pretesa, che spesso affiora, di eliminare la sofferenza,<br />
ricorrendo perfino all’eutanasia, occorre ribadire la dignità inviolabile<br />
della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale.<br />
Cari Fratelli Vescovi italiani, nel corso dei lavori della vostra Assemblea,<br />
farete speciale memoria del quarantesimo anniversario dalla<br />
conclusione del Concilio Vaticano II. Mi unisco di tutto cuore a voi in<br />
questa commemorazione, in attesa della celebrazione, che farò io stesso<br />
il prossimo 8 dicembre, del dono straordinario che la Chiesa e l’umanità<br />
hanno ricevuto attraverso il Concilio. Desidero dirvi inoltre che apprezzo<br />
grandemente il puntuale discernimento e l’impegno unitario con cui<br />
aiutate le vostre comunità e l’intera nazione italiana ad agire sempre per<br />
il vero bene <strong>delle</strong> persone e della società. Vi incoraggio a proseguire su<br />
questa strada con serenità e coraggio, per offrire a tutti la luce del Vangelo<br />
e le parole di Colui che è via, verità e vita (cfr Gv 14, 6) per noi e per<br />
il mondo.<br />
Affido tutti voi all’amorevole protezione di Santa Maria degli Angeli<br />
e invoco i Santi Francesco e Chiara d’Assisi, tanto cari agli italiani,<br />
perché vi guidino nella riflessione e vi aiutino a promuovere la fede e la<br />
santità di vita nel popolo cristiano. Giunga a ciascuno di voi, alle vostre<br />
3
40<br />
Chiese e all’intera Nazione, con l’espressione del mio profondo affetto,<br />
la mia Benedizione Apostolica.<br />
Dal Vaticano, 10 Novembre 2005<br />
Benedetto XVI
Santa Sede
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolare decori.
Rogito<br />
per il pio transito<br />
di Sua Santità Giovanni Paolo II<br />
morte, deposizione e tumulazione<br />
di giovanni paolo ii di santa memoria<br />
Nella luce di Cristo risorto dai morti, il 2 aprile dell’anno del Signore<br />
2005, alle 21,37 della sera, mentre volgeva al termine il sabato, ed eravamo<br />
già entrati nel giorno del Signore, Ottava di Pasqua e Domenica<br />
della Divina Misericordia, l’amato Pastore della Chiesa, Giovanni Paolo<br />
II, è passato da questo mondo al Padre. Tutta la Chiesa in preghiera ha<br />
accompagnato il suo transito, specialmente i giovani.<br />
Giovanni Paolo II è stato il 264° Papa. La sua memoria rimane nel<br />
cuore della Chiesa e dell’intera umanità.<br />
Karol Wojtyła, eletto Papa il 16 ottobre 1978, nacque a Wadowice,<br />
città a 50 km da Cracovia, il 18 maggio 1920 e fu battezzato due giorni<br />
più tardi nella Chiesa parrocchiale dal sacerdote Francesco Zak.<br />
A 9 anni ricevette la Prima Comunione e a 18 anni il sacramento della<br />
Cresima. Interrotti gli studi, perché le forze di occupazione naziste avevano<br />
chiusa l’Università, lavorò in una cava e, in seguito, nella fabbrica<br />
chimica Solvay.<br />
A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, frequentò i<br />
corsi di formazione del seminario clandestino di Cracovia. Il primo novembre<br />
1946 ricevette l’ordinazione sacerdotale dalle mani del Cardinale<br />
Adam Sapieha. Poi fu mandato a Roma, dove conseguì la licenza e il<br />
dottorato in teologia, con la tesi dal titolo Doctrina de fide apud Sanctum<br />
Ioannem a Cruce.<br />
Ritornò poi in Polonia, dove ebbe alcune mansioni pastorali ed insegnò<br />
le sacre discipline. Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo<br />
Ausiliare di Cracovia. E da Paolo VI nel 1964 fu destinato alla stessa<br />
sede come Arcivescovo. Come tale intervenne al Concilio Vaticano II.<br />
Paolo VI lo creò Cardinale il 26 giugno 1967.<br />
Nel Conclave fu eletto Papa dai Cardinali il 16 ottobre 1978 e prese<br />
il nome di Giovanni Paolo II. Il 22 ottobre, Giorno del Signore, iniziava<br />
solennemente il suo ministero Petrino.<br />
Il pontificato di Giovanni Paolo II è stato uno dei più lunghi della<br />
storia della Chiesa. In tale periodo, sotto vari aspetti, si sono visti molti<br />
43
44<br />
mutamenti. Si annovera la caduta di taluni regimi, alla quale egli stesso<br />
contribuì. Allo scopo di annunciare il Vangelo compì molti viaggi in varie<br />
nazioni.<br />
Giovanni Paolo II ha esercitato il ministero Petrino con instancabile<br />
spirito missionario, dedicando tutte le sue energie sospinto dalla sollicitudo<br />
omnium ecclesiarum e dalla carità aperta all’umanità intera. Più di<br />
ogni Predecessore ha incontrato il Popolo di Dio e i Responsabili <strong>delle</strong><br />
Nazioni, nelle Celebrazioni, nelle Udienze generali e speciali e nelle Visite<br />
pastorali.<br />
Il suo amore per i giovani lo ha spinto ad iniziare le Giornate Mondiali<br />
della Gioventù, convocando milioni di giovani in varie parti del<br />
mondo.<br />
Ha promosso con successo il dialogo con gli ebrei e con i rappresentanti<br />
<strong>delle</strong> altre religioni, convocandoli talvolta in incontri di preghiera<br />
per la pace, specialmente in Assisi.<br />
Ha notevolmente allargato il Collegio dei Cardinali, creandone 231<br />
(più uno in pectore). Ha convocato ben 15 Assemblee del Sinodo dei<br />
Vescovi, 7 generali ordinarie e 8 speciali. Ha eretto numerose <strong>Diocesi</strong> e<br />
Circoscrizioni, in particolare nell’est europeo.<br />
Ha riformato i Codici di Diritto Canonico Occidentale ed Orientale,<br />
ha creato nuove Istituzioni e riordinato la Curia Romana.<br />
Come “sacerdos magnus” ha esercitato il ministero liturgico nella<br />
<strong>Diocesi</strong> di Roma e in tutto l’orbe, in piena fedeltà al Concilio Vaticano<br />
II. Ha promosso in modo esemplare la vita e la spiritualità liturgica e la<br />
preghiera contemplativa, specialmente l’adorazione eucaristica e la preghiera<br />
del santo Rosario (cfr Lett. ap. Rosarium Virginis Mariae).<br />
Sotto la sua guida la Chiesa si è avvicinata al terzo millennio e ha<br />
celebrato il Grande Giubileo del 2000, secondo le linee indicate con la<br />
Lettera apostolica Tertio millennio adveniente. Essa poi si è affacciata al<br />
nuovo evo, ricevendone indicazioni nella Lettera apostolica Novo millennio<br />
ineunte, nella quale si mostrava ai fedeli il cammino del tempo<br />
futuro.<br />
Con l’Anno della Redenzione, l’Anno Mariano e l’Anno dell’Eucaristia,<br />
ha promosso il rinnovamento spirituale della Chiesa. Ha dato un<br />
impulso straordinario alle canonizzazioni e beatificazioni, per mostrare<br />
innumerevoli esempi della santità di oggi, che fossero di incitamento<br />
agli uomini del nostro tempo. Ha proclamato Dottore della Chiesa santa<br />
Teresa di Gesù Bambino.
Il magistero dottrinale di Giovanni Paolo II è molto ricco. Custode<br />
del deposito della fede, egli si è adoperato con sapienza e coraggio a<br />
promuovere la dottrina cattolica, teologica, morale e spirituale, e a contrastare<br />
durante tutto il suo Pontificato tendenze contrarie alla genuina<br />
tradizione della Chiesa.<br />
Tra i documenti principali si annoverano 14 Encicliche, 15 Esortazioni<br />
apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche, 45 Lettere apostoliche,<br />
oltre alle Catechesi proposte nelle Udienze generali ed alle allocuzioni<br />
pronunciate in ogni parte del mondo. Con il suo insegnamento Giovanni<br />
Paolo II ha confermato e illuminato il Popolo di Dio sulla dottrina teologica<br />
(soprattutto nelle prime tre grandi Encicliche - Redemptor hominis,<br />
Dives in misericordia, Dominum et vivificantem), antropologica e sociale<br />
(Encicliche Laborem exercens, Sollicitudo rei socialis, Centesimus<br />
annus), morale (Encicliche Veritatis splendor, Evangelium vitae), ecumenica<br />
(Enciclica Ut unum sint), missiologica (Enciclica Redemptoris<br />
missio), mariologica (Enciclica Redemptoris Mater).<br />
Egli ha promulgato il Catechismo della Chiesa Cattolica, alla luce<br />
della Tradizione, autorevolmente interpretata dal Concilio Vaticano II.<br />
Ha pubblicato anche alcuni volumi come privato Dottore.<br />
Il suo magistero è culminato nell’Enciclica Ecclesia de Eucharistia<br />
e nella Lettera apostolica Mane nobiscum Domine, durante l’Anno dell’Eucaristia.<br />
Giovanni Paolo II ha lasciato a tutti una testimonianza mirabile di<br />
pietà, di vita santa e di paternità universale.<br />
I testimoni <strong>delle</strong> celebrazioni e della tumulazione<br />
corpus ioannis pauli ii p.m.<br />
vixit annos lxxxiv, menses x dies xv<br />
ecclesiae universae praefuit<br />
annos xxvi menses v dies xvii<br />
Semper in Christo vivas, Pater Sancte!<br />
4
4<br />
Testamento<br />
del Santo Padre Giovanni Paolo II<br />
Nel Nome della Santissima Trinità. Amen.<br />
Il testamento del 6.3.1979<br />
(e le aggiunte successive)<br />
Totus Tuus ego sum<br />
“Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”<br />
(cf. Mt 24, 42) – queste parole mi ricordano l’ultima chiamata, che avverrà<br />
nel momento in cui il Signore vorrà. Desidero seguirLo e desidero<br />
che tutto ciò che fa parte della mia vita terrena mi prepari a questo momento.<br />
Non so quando esso verrà, ma come tutto, anche questo momento<br />
depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus Tuus. Nelle<br />
stesse mani materne lascio tutto e Tutti coloro con i quali mi ha collegato<br />
la mia vita e la mia vocazione. In queste Mani lascio soprattutto la Chiesa,<br />
e anche la mia Nazione e tutta l’umanità. Ringrazio tutti. A tutti chiedo<br />
perdono. Chiedo anche la preghiera, affinché la Misericordia di Dio<br />
si mostri più grande della mia debolezza e indegnità.<br />
Durante gli esercizi spirituali ho riletto il testamento del Santo Padre<br />
Paolo VI. Questa lettura mi ha spinto a scrivere il presente testamento.<br />
Non lascio dietro di me alcuna proprietà di cui sia necessario disporre.<br />
Quanto alle cose di uso quotidiano che mi servivano, chiedo di distribuirle<br />
come apparirà opportuno. Gli appunti personali siano bruciati.<br />
Chiedo che su questo vigili don Stanislao, che ringrazio per la collaborazione<br />
e l’aiuto così prolungato negli anni e così comprensivo. Tutti<br />
gli altri ringraziamenti invece, li lascio nel cuore davanti a Dio stesso,<br />
perché è difficile esprimerli.<br />
Per quanto riguarda il funerale, ripeto le stesse disposizioni, che ha<br />
dato il Santo Padre Paolo VI (qui nota al margine: il sepolcro nella<br />
terra, non in un sarcofago, 13.3.92). Del luogo decida il Collegio Cardinalizio<br />
e i Connazionali.<br />
“apud Dominum misericordia<br />
et copiosa apud Eum redemptio”<br />
Giovanni Paolo pp. II
Roma, 6.III.1979<br />
Dopo la morte chiedo Sante Messe e preghiere<br />
5.III.1990<br />
Foglio senza data:<br />
* * *<br />
Esprimo la più profonda fiducia che, malgrado tutta la mia debolezza,<br />
il Signore mi concederà ogni grazia necessaria per affrontare secondo<br />
la Sua volontà qualsiasi compito, prova e sofferenza che vorrà<br />
richiedere dal Suo servo, nel corso della vita. Ho anche fiducia che non<br />
permetterà mai che, mediante qualche mio atteggiamento: parole, opere<br />
o omissioni, possa tradire i miei obblighi in questa santa Sede Petrina.<br />
24.II - 1.III.1980<br />
* * *<br />
Anche durante questi esercizi spirituali ho riflettuto sulla verità del<br />
Sacerdozio di Cristo nella prospettiva di quel Transito che per ognuno<br />
di noi è il momento della propria morte. Del congedo da questo mondo<br />
– per nascere all’altro, al mondo futuro, segno eloquente (aggiunto sopra:<br />
decisivo) è per noi la Risurrezione di Cristo.<br />
Ho letto dunque la redazione del mio testamento dell’ultimo anno,<br />
fatta anch’essa durante gli esercizi spirituali – l’ho paragonata con il testamento<br />
del mio grande Predecessore e Padre Paolo VI, con quella sublime<br />
testimonianza sulla morte di un cristiano e di un papa – e ho rinnovato<br />
in me la coscienza <strong>delle</strong> questioni, alle quali si riferisce la redazione<br />
del 6.III.1979 preparata da me (in modo piuttosto provvisorio).<br />
Oggi desidero aggiungere ad essa solo questo, che ognuno deve tener<br />
presente la prospettiva della morte. E deve esser pronto a presentarsi<br />
davanti al Signore e al Giudice – e contemporaneamente Redentore e<br />
Padre. Allora anche io prendo in considerazione questo continuamente,<br />
affidando quel momento decisivo alla Madre di Cristo e della Chiesa<br />
– alla Madre della mia speranza.<br />
I tempi, nei quali viviamo, sono indicibilmente difficili e inquieti.<br />
Difficile e tesa è diventata anche la via della Chiesa, prova caratteri-<br />
4
4<br />
stica di questi tempi – tanto per i Fedeli, quanto per i Pastori. In alcuni<br />
Paesi (come p.e. in quello di cui ho letto durante gli esercizi spirituali),<br />
la Chiesa si trova in un periodo di persecuzione tale, da non essere inferiore<br />
a quelle dei primi secoli, anzi li supera per il grado della spietatezza<br />
e dell’odio. Sanguis martyrum – semen christianorum. E oltre questo<br />
– tante persone scompaiono innocentemente, anche in questo Paese in<br />
cui viviamo…<br />
Desidero ancora una volta totalmente affidarmi alla grazia del Signore.<br />
Egli stesso deciderà quando e come devo finire la mia vita terrena e il<br />
ministero pastorale. Nella vita e nella morte Totus Tuus mediante l’Immacolata.<br />
Accettando già ora questa morte, spero che il Cristo mi dia la<br />
grazia per l’ultimo passaggio, cioè la [mia] Pasqua. Spero anche che la<br />
renda utile anche per questa più importante causa alla quale cerco di servire:<br />
la salvezza degli uomini, la salvaguardia della famiglia umana, e<br />
in essa di tutte le nazioni e dei popoli (tra essi mi rivolgo anche in modo<br />
particolare alla mia Patria terrena), utile per le persone che in modo particolare<br />
mi ha affidato, per la questione della Chiesa, per la gloria dello<br />
stesso Dio.<br />
Non desidero aggiungere niente a quello che ho scritto un anno fa<br />
– solo esprimere questa prontezza e contemporaneamente questa fiducia,<br />
alla quale i presenti esercizi spirituali di nuovo mi hanno disposto.<br />
* * *<br />
Giovanni Paolo II<br />
Totus Tuus ego sum<br />
5.III.1982<br />
Nel corso degli esercizi spirituali di quest’anno ho letto (più volte) il<br />
testo del testamento del 6.III.1979. Malgrado che tuttora lo consideri come<br />
provvisorio (non definitivo), lo lascio nella forma nella quale esiste.<br />
Non cambio (per ora) niente, e neppure aggiungo, per quanto riguarda le<br />
disposizioni in esso contenute.<br />
L’attentato alla mia vita il 13.V.1981 in qualche modo ha confermato<br />
l’esattezza <strong>delle</strong> parole scritte nel periodo degli esercizi spirituali del<br />
1980 (24.II - 1.III).
Tanto più profondamente sento che mi trovo totalmente nelle Mani di<br />
Dio – e resto continuamente a disposizione del mio Signore, affidandomi<br />
a Lui nella Sua Immacolata Madre (Totus Tuus).<br />
* * *<br />
Giovanni Paolo pp. II<br />
5.III.82<br />
In connessione con l’ultima frase del mio testamento del 6.III 1979 (:<br />
“Sul luogo /il luogo cioè del funerale/ decida il Collegio Cardinalizio e<br />
i Connazionali”) – chiarisco che ho in mente: il metropolita di Cracovia<br />
o il Consiglio Generale dell’Episcopato della Polonia – al Collegio<br />
Cardinalizio chiedo intanto di soddisfare in quanto possibile le eventuali<br />
domande dei su elencati.<br />
* * *<br />
1.III.1985 (nel corso degli esercizi spirituali).<br />
Ancora – per quanto riguarda l’espressione “Collegio Cardinalizio<br />
e i Connazionali”: il “Collegio Cardinalizio” non ha nessun obbligo di<br />
interpellare su questo argomento “i Connazionali”; può tuttavia farlo,<br />
se per qualche motivo lo riterrà giusto.<br />
Gli esercizi spirituali dell’anno giubilare 2000<br />
(12-18.III)<br />
JPII<br />
[per il testamento]<br />
1. Quando nel giorno 16 ottobre 1978 il conclave dei cardinali scelse<br />
Giovanni Paolo II, il Primate della Polonia Card. Stefan Wyszynski mi<br />
disse: “Il compito del nuovo papa sarà di introdurre la Chiesa nel Terzo<br />
Millennio”. Non so se ripeto esattamente la frase, ma almeno tale era il<br />
senso di ciò che allora sentii. Lo disse l’Uomo che è passato alla storia<br />
come Primate del Millennio. Un grande Primate. Sono stato testimone<br />
della sua missione, del Suo totale affidamento. Delle Sue lotte: della Sua<br />
vittoria. “La vittoria, quando avverrà, sarà una vittoria mediante Maria”<br />
4
0<br />
– queste parole del suo Predecessore, il card. August Hlond, soleva ripetere<br />
il Primate del Millennio.<br />
In questo modo sono stato in qualche maniera preparato al compito<br />
che il giorno 16 ottobre 1978 si è presentato davanti a me. Nel momento<br />
in cui scrivo queste parole, l’Anno giubilare del 2000 è già una realtà<br />
in atto.<br />
La notte del 24 dicembre 1999 è stata aperta la simbolica Porta del<br />
Grande Giubileo nella Basilica di San Pietro, in seguito quella di San<br />
Giovanni in Laterano, poi di Santa Maria Maggiore – a capodanno, e il<br />
giorno 19 gennaio la Porta della Basilica di San Paolo “fuori le mura”.<br />
Quest’ultimo avvenimento, per via del suo carattere ecumenico, è restato<br />
impresso nella memoria in modo particolare.<br />
2. A misura che l’Anno Giubilare 2000 va avanti, di giorno in giorno<br />
si chiude dietro di noi il secolo ventesimo e si apre il secolo ventunesimo.<br />
Secondo i disegni della Provvidenza mi è stato dato di vivere nel<br />
difficile secolo che se ne sta andando nel passato, e ora nell’anno in cui<br />
l’età della mia vita giunge agli anni ottanta (“octogesima adveniens”),<br />
bisogna domandarsi se non sia il tempo di ripetere con il biblico Simeone<br />
“Nunc dimittis”.<br />
Nel giorno del 13 maggio 1981, il giorno dell’attentato al Papa durante<br />
l’udienza generale in Piazza San Pietro, la Divina Provvidenza mi<br />
ha salvato in modo miracoloso dalla morte. Colui che è unico Signore<br />
della vita e della morte Lui stesso mi ha prolungato questa vita, in un<br />
certo modo me l’ha donata di nuovo. Da questo momento essa ancora di<br />
più appartiene a Lui. Spero che Egli mi aiuterà a riconoscere fino a quando<br />
devo continuare questo servizio, al quale mi ha chiamato nel giorno<br />
16 ottobre 1978. Gli chiedo di volermi richiamare quando Egli stesso<br />
vorrà. “Nella vita e nella morte apparteniamo al Signore… siamo del<br />
Signore” (cf. Rm 14, 8). Spero anche che fino a quando mi sarà donato di<br />
compiere il servizio Petrino nella Chiesa, la Misericordia di Dio voglia<br />
prestarmi le forze necessarie per questo servizio.<br />
3. Come ogni anno durante gli esercizi spirituali ho letto il mio testamento<br />
del 6.III.1979. Continuo a mantenere le disposizioni contenute in<br />
esso. Quello che allora, e anche durante i successivi esercizi spirituali<br />
è stato aggiunto costituisce un riflesso della difficile e tesa situazione<br />
generale, che ha marcato gli anni ottanta. Dall’autunno dell’anno
1989 questa situazione è cambiata. L’ultimo decennio del secolo passato<br />
è stato libero dalle precedenti tensioni; ciò non significa che non<br />
abbia portato con sé nuovi problemi e difficoltà. In modo particolare<br />
sia lode alla Provvidenza Divina per questo, che il periodo della così<br />
detta “guerra fredda” è finito senza il violento conflitto nucleare, di cui<br />
pesava sul mondo il pericolo nel periodo precedente.<br />
4. Stando sulla soglia del terzo millennio “in medio Ecclesiae”, desidero<br />
ancora una volta esprimere gratitudine allo Spirito Santo per il<br />
grande dono del Concilio Vaticano II, al quale <strong>insieme</strong> con l’intera Chiesa<br />
– e soprattutto con l’intero episcopato – mi sento debitore. Sono convinto<br />
che ancora a lungo sarà dato alle nuove generazioni di attingere<br />
alle ricchezze che questo Concilio del XX secolo ci ha elargito. Come<br />
vescovo che ha partecipato all’evento conciliare dal primo all’ultimo<br />
giorno, desidero affidare questo grande patrimonio a tutti coloro che sono<br />
e saranno in futuro chiamati a realizzarlo. Per parte mia ringrazio<br />
l’eterno Pastore che mi ha permesso di servire questa grandissima causa<br />
nel corso di tutti gli anni del mio pontificato.<br />
“In medio Ecclesiae”… dai primi anni del servizio vescovile – appunto<br />
grazie al Concilio – mi è stato dato di sperimentare la fraterna comunione<br />
dell’Episcopato. Come sacerdote dell’Arcidiocesi di Cracovia<br />
avevo sperimentato che cosa fosse la fraterna comunione del presbiterio<br />
– il Concilio ha aperto una nuova dimensione di questa esperienza.<br />
5. Quante persone dovrei qui elencare! Probabilmente il Signore Dio<br />
ha chiamato a Sé la maggioranza di esse – quanto a coloro che ancora si<br />
trovano da questa parte, le parole di questo testamento li ricordino, tutti<br />
e dappertutto, dovunque si trovino.<br />
Nel corso di più di vent’anni da cui svolgo il servizio Petrino “in medio<br />
Ecclesiae” ho sperimentato la benevola e quanto mai feconda collaborazione<br />
di tanti Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, tanti sacerdoti, tante<br />
persone consacrate – Fratelli e Sorelle – infine di tantissime persone laiche,<br />
nell’ambiente curiale, nel Vicariato della <strong>Diocesi</strong> di Roma, nonché<br />
fuori di questi ambienti.<br />
Come non abbracciare con grata memoria tutti gli Episcopati nel<br />
mondo, con i quali mi sono incontrato nel succedersi <strong>delle</strong> visite “ad<br />
limina Apostolorum”! Come non ricordare anche tanti Fratelli cristiani –<br />
non cattolici! E il rabbino di Roma e così numerosi rappresentanti <strong>delle</strong><br />
1
2<br />
religioni non cristiane! E quanti rappresentanti del mondo della cultura,<br />
della scienza, della politica, dei mezzi di comunicazione sociale!<br />
6. A misura che si avvicina il limite della mia vita terrena ritorno con<br />
la memoria all’inizio, ai miei Genitori, al Fratello e alla Sorella (che non<br />
ho conosciuto, perché morì prima della mia nascita), alla parrocchia di<br />
Wadowice, dove sono stato battezzato, a quella città della mia giovinezza,<br />
ai coetanei, compagne e compagni della scuola elementare, del<br />
ginnasio, dell’università, fino ai tempi dell’occupazione, quando lavorai<br />
come operaio, e in seguito alla parrocchia di Niegowić, a quella cracoviana<br />
di S. Floriano, alla pastorale degli accademici, all’ambiente… a<br />
tutti gli ambienti… a Cracovia e a Roma… alle persone che in modo<br />
speciale mi sono state affidate dal Signore.<br />
A tutti voglio dire uno sola cosa: “Dio vi ricompensi”.<br />
“In manus Tuas, Domine, commendo spiritum meum”.<br />
A.D.<br />
17.III.2000
Messaggio<br />
della Presidenza della CEI<br />
Roma, 2 aprile 2005<br />
La speranza certa della risurrezione illumina la Chiesa italiana nel<br />
momento del passaggio di Giovanni Paolo II, Vescovo di Roma, Primate<br />
d’Italia, Pastore universale della Chiesa, dalla vita terrena a quella<br />
eterna. Risplendono per lui, in tutta la loro verità, le parole di San Paolo:<br />
“Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato<br />
la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto<br />
giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti<br />
coloro che attendono con amore la sua manifestazione” (2Tm 4, 7-8).<br />
La morte non affievolisce ma rende ancora più forti i sentimenti di<br />
profondo affetto e di immensa gratitudine verso un Pontefice che ha saputo<br />
immedesimarsi con il sentire culturale e religioso del nostro Paese,<br />
segnandone in modo indelebile la storia. Gli sono grati in particolare i<br />
giovani, che fino alla fine egli ha sempre cercato e che gli sono andati<br />
incontro, riconoscendolo padre, maestro e amico.<br />
Le sue parole e i suoi gesti sono stati decisivi per imprimere un forte<br />
slancio missionario alla Chiesa italiana, incoraggiandola a essere esperienza<br />
vissuta di comunione, testimone coerente di Cristo, presenza viva<br />
e culturalmente significativa nel tessuto della Nazione. La Chiesa italiana,<br />
che ha il privilegio di vivere una vicinanza tutta particolare con il<br />
Successore di Pietro, ha beneficiato di un’attenzione costante e di una<br />
premurosa vicinanza del Santo Padre, che nel corso di questi 27 anni ha<br />
visitato tante diocesi della Penisola, lasciando un segno nel cuore <strong>delle</strong><br />
persone e nella storia <strong>delle</strong> nostre comunità ecclesiali.<br />
In questo momento di sofferenza, per un distacco che tutti avremmo<br />
voluto il più lontano possibile, il pensiero e la preghiera si innalzano a<br />
Dio Padre, perché accolga l’anima dell’amato Pontefice e lo ricompensi<br />
per la testimonianza fulgida e coraggiosa che ha saputo dare nell’esercizio<br />
del ministero petrino, sia mediante la proclamazione della verità del<br />
Vangelo su Dio e sull’uomo, sia richiamando la coscienza di singoli e<br />
popoli alle esigenze severe della carità, sia, in particolare nel modo con<br />
cui in questi ultimi tempi ha affrontato con serenità e fiducioso abbandono<br />
al Padre la malattia e la morte, facendosi interprete immediato e<br />
trasparente del mistero di morte e risurrezione della Pasqua di Gesù.<br />
3
4<br />
Chiediamo a tutti di raccogliersi in preghiera perché il Papa, che fin<br />
dall’inizio del suo pontificato ha invitato a spalancare le porte a Cristo,<br />
possa ora ricevere l’abbraccio di Lui, il Signore della vita, che egli ha<br />
annunciato in modo instancabile a ogni uomo e in ogni angolo della Terra.<br />
La nostra preghiera si fa anche espressione di sentita gratitudine a<br />
Dio, per i doni straordinari che ha fatto alla Chiesa e al mondo attraverso<br />
la persona e l’insegnamento di Giovanni Paolo II.<br />
Affidiamo Giovanni Paolo II alla Divina Misericordia, attraverso<br />
l’intercessione di Maria, la Santa Vergine Madre di Dio, a cui il Santo<br />
Padre ha totalmente consacrato il suo ministero, la Chiesa e il mondo<br />
intero.<br />
La Presidenza<br />
della Conferenza Episcopale Italiana
Omelia<br />
del Card. Joseph Ratzinger<br />
Decano del Collegio Cardinalizio<br />
in occasione della Messa Esequiale<br />
per il defunto Romano Pontefice<br />
Giovanni Paolo II<br />
Piazza San Pietro, 8 aprile 2005<br />
“Seguimi” dice il Signore risorto a Pietro, come sua ultima parola a<br />
questo discepolo, scelto per pascere le sue pecore. “Seguimi” – questa<br />
parola lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave per comprendere<br />
il messaggio che viene dalla vita del nostro compianto ed amato<br />
Papa Giovanni Paolo II, le cui spoglie deponiamo oggi nella terra come<br />
seme di immortalità – il cuore pieno di tristezza, ma anche di gioiosa<br />
speranza e di profonda gratitudine.<br />
Questi sono i sentimenti del nostro animo, Fratelli e Sorelle in Cristo,<br />
presenti in Piazza S. Pietro, nelle strade adiacenti e in diversi altri luoghi<br />
della città di Roma, popolata in questi giorni da un’immensa folla silenziosa<br />
ed orante. Tutti saluto cordialmente. A nome anche del Collegio dei<br />
Cardinali desidero rivolgere il mio deferente pensiero ai Capi di Stato,<br />
di Governo e alle delegazioni dei vari Paesi. Saluto le Autorità e i Rappresentanti<br />
<strong>delle</strong> Chiese e Comunità cristiane, come pure <strong>delle</strong> diverse<br />
religioni. Saluto poi gli Arcivescovi, i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi,<br />
le religiose e i fedeli tutti giunti da ogni Continente; in modo speciale i<br />
giovani, che Giovanni Paolo II amava definire futuro e speranza della<br />
Chiesa. Il mio saluto raggiunge, inoltre, quanti in ogni parte del mondo<br />
sono a noi uniti attraverso la radio e la televisione in questa corale partecipazione<br />
al solenne rito di commiato dall’amato Pontefice.<br />
Seguimi! Da giovane studente Karol Wojtyła era entusiasta della letteratura,<br />
del teatro, della poesia. Lavorando in una fabbrica chimica, circondato<br />
e minacciato dal terrore nazista, ha sentito la voce del Signore:<br />
Seguimi! In questo contesto molto particolare cominciò a leggere libri<br />
di filosofia e di teologia, entrò poi nel seminario clandestino creato dal<br />
Cardinale Sapieha e dopo la guerra poté completare i suoi studi nella<br />
facoltà teologica dell’Università Jaghellonica di Cracovia. Tante volte<br />
nelle sue lettere ai sacerdoti e nei suoi libri autobiografici ci ha parlato<br />
del suo sacerdozio, al quale fu ordinato il 1° novembre 1946. In questi
testi interpreta il suo sacerdozio in particolare a partire da tre parole del<br />
Signore. Innanzitutto questa: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto<br />
voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”<br />
(Gv 15, 16). La seconda parola è: “Il buon pastore offre la vita<br />
per le pecore” (Gv 10, 11). E finalmente: “Come il Padre ha amato me,<br />
così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” (Gv 15, 9). In queste<br />
tre parole vediamo tutta l’anima del nostro Santo Padre. È realmente<br />
andato ovunque ed instancabilmente per portare frutto, un frutto che rimane.<br />
“Alzatevi, andiamo!”, è il titolo del suo penultimo libro. “Alzatevi,<br />
andiamo!” – con queste parole ci ha risvegliato da una fede stanca,<br />
dal sonno dei discepoli di ieri e di oggi. “Alzatevi, andiamo!” dice anche<br />
oggi a noi. Il Santo Padre è stato poi sacerdote fino in fondo, perché ha<br />
offerto la sua vita a Dio per le sue pecore e per l’intera famiglia umana,<br />
in una donazione quotidiana al servizio della Chiesa e soprattutto nelle<br />
difficili prove degli ultimi mesi. Così è diventato una sola cosa con Cristo,<br />
il buon pastore che ama le sue pecore. E infine “rimanete nel mio<br />
amore”: Il Papa che ha cercato l’incontro con tutti, che ha avuto una<br />
capacità di perdono e di apertura del cuore per tutti, ci dice, anche oggi,<br />
con queste parole del Signore: Dimorando nell’amore di Cristo impariamo,<br />
alla scuola di Cristo, l’arte del vero amore.<br />
Seguimi! Nel luglio 1958 comincia per il giovane sacerdote Karol<br />
Wojtyła una nuova tappa nel cammino con il Signore e dietro il Signore.<br />
Karol si era recato come di solito con un gruppo di giovani appassionati<br />
di canoa ai laghi Masuri per una vacanza da vivere <strong>insieme</strong>. Ma portava<br />
con sé una lettera che lo invitava a presentarsi al Primate di Polonia,<br />
Cardinale Wyszynski e poteva indovinare lo scopo dell’incontro: la sua<br />
nomina a Vescovo ausiliare di Cracovia. Lasciare l’insegnamento accademico,<br />
lasciare questa stimolante comunione con i giovani, lasciare il<br />
grande agone intellettuale per conoscere ed interpretare il mistero della<br />
creatura uomo, per rendere presente nel mondo di oggi l’interpretazione<br />
cristiana del nostro essere – tutto ciò doveva apparirgli come un perdere<br />
se stesso, perdere proprio quanto era divenuto l’identità umana di questo<br />
giovane sacerdote. Seguimi – Karol Wojtyła accettò, sentendo nella<br />
chiamata della Chiesa la voce di Cristo. E si è poi reso conto di come è<br />
vera la parola del Signore: “Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà,<br />
chi invece l’avrà perduta la salverà” (Lc 17, 33). Il nostro Papa – lo<br />
sappiamo tutti – non ha mai voluto salvare la propria vita, tenerla per<br />
sé; ha voluto dare se stesso senza riserve, fino all’ultimo momento, per
Cristo e così anche per noi. Proprio in tal modo ha potuto sperimentare<br />
come tutto quanto aveva consegnato nelle mani del Signore è ritornato<br />
in modo nuovo: l’amore alla parola, alla poesia, alle lettere fu una parte<br />
essenziale della sua missione pastorale e ha dato nuova freschezza, nuova<br />
attualità, nuova attrazione all’annuncio del Vangelo, proprio anche<br />
quando esso è segno di contraddizione.<br />
Seguimi! Nell’ottobre 1978 il Cardinale Wojtyła ode di nuovo la<br />
voce del Signore. Si rinnova il dialogo con Pietro riportato nel Vangelo<br />
di questa celebrazione: “Simone di Giovanni, mi ami? Pasci le mie<br />
pecorelle!” Alla domanda del Signore: Karol mi ami?, l’Arcivescovo<br />
di Cracovia rispose dal profondo del suo cuore: “Signore, tu sai tutto:<br />
Tu sai che ti amo”. L’amore di Cristo fu la forza dominante nel nostro<br />
amato Santo Padre; chi lo ha visto pregare, chi lo ha sentito predicare,<br />
lo sa. E così, grazie a questo profondo radicamento in Cristo ha potuto<br />
portare un peso, che va oltre le forze puramente umane: Essere pastore<br />
del gregge di Cristo, della sua Chiesa universale. Non è qui il momento<br />
di parlare dei singoli contenuti di questo Pontificato così ricco. Vorrei<br />
solo leggere due passi della liturgia di oggi, nei quali appaiono elementi<br />
centrali del suo annuncio. Nella prima lettura dice San Pietro – e dice<br />
il Papa con San Pietro – a noi: “In verità sto rendendomi conto che Dio<br />
non fa preferenza di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque<br />
popolo appartenga, è a lui accetto. Questa è la parola che egli ha<br />
inviato ai figli d’Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo<br />
di Gesù Cristo, che è Signore di tutti” (At 10, 34-36). E, nella seconda<br />
lettura, San Paolo – e con San Paolo il nostro Papa defunto – ci esorta<br />
ad alta voce: “Fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia<br />
corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi”<br />
(Fil 4, 1).<br />
Seguimi! Insieme al mandato di pascere il suo gregge, Cristo annunciò<br />
a Pietro il suo martirio. Con questa parola conclusiva e riassuntiva<br />
del dialogo sull’amore e sul mandato di pastore universale, il Signore<br />
richiama un altro dialogo, tenuto nel contesto dell’ultima cena. Qui Gesù<br />
aveva detto: “Dove vado io voi non potete venire”. Disse Pietro: “Signore,<br />
dove vai?”. Gli rispose Gesù: “Dove io vado per ora tu non puoi<br />
seguirmi; mi seguirai più tardi” (Gv 13, 33.36). Gesù dalla cena va alla<br />
croce, va alla risurrezione – entra nel mistero pasquale; Pietro ancora<br />
non lo può seguire. Adesso – dopo la risurrezione – è venuto questo momento,<br />
questo “più tardi”. Pascendo il gregge di Cristo, Pietro entra nel
mistero pasquale, va verso la croce e la risurrezione. Il Signore lo dice<br />
con queste parole, “… quando eri più giovane... andavi dove volevi, ma<br />
quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste<br />
e ti porterà dove tu non vuoi” (Gv 21, 18). Nel primo periodo del suo<br />
pontificato il Santo Padre, ancora giovane e pieno di forze, sotto la guida<br />
di Cristo andava fino ai confini del mondo. Ma poi sempre più è entrato<br />
nella comunione <strong>delle</strong> sofferenze di Cristo, sempre più ha compreso la<br />
verità <strong>delle</strong> parole: “Un altro ti cingerà…”. E proprio in questa comunione<br />
col Signore sofferente ha instancabilmente e con rinnovata intensità<br />
annunciato il Vangelo, il mistero dell’amore che va fino alla fine (cf Gv<br />
13, 1).<br />
Egli ha interpretato per noi il mistero pasquale come mistero della<br />
divina misericordia. Scrive nel suo ultimo libro: Il limite imposto al male<br />
“è in definitiva la divina misericordia” (“Memoria e identità”, pag.<br />
70). E riflettendo sull’attentato dice: “Cristo, soffrendo per tutti noi, ha<br />
conferito un nuovo senso alla sofferenza; l’ha introdotta in una nuova<br />
dimensione, in un nuovo ordine: quello dell’amore… È la sofferenza<br />
che brucia e consuma il male con la fiamma dell’amore e trae anche dal<br />
peccato una multiforme fioritura di bene” (pag. 199). Animato da questa<br />
visione, il Papa ha sofferto ed amato in comunione con Cristo e perciò il<br />
messaggio della sua sofferenza e del suo silenzio è stato così eloquente<br />
e fecondo.<br />
Divina Misericordia: Il Santo Padre ha trovato il riflesso più puro della<br />
misericordia di Dio nella Madre di Dio. Lui, che aveva perso in tenera<br />
età la mamma, tanto più ha amato la Madre divina. Ha sentito le parole<br />
del Signore crocifisso come dette proprio a lui personalmente: “Ecco tua<br />
madre!”. Ed ha fatto come il discepolo prediletto: l’ha accolta nell’intimo<br />
del suo essere (eis ta idia: Gv 19, 27) – Totus tuus. E dalla madre ha<br />
imparato a conformarsi a Cristo.<br />
Per tutti noi rimane indimenticabile come in questa ultima domenica<br />
di Pasqua della sua vita, il Santo Padre, segnato dalla sofferenza, si è<br />
affacciato ancora una volta alla finestra del Palazzo Apostolico ed un’ultima<br />
volta ha dato la benedizione “Urbi et orbi”. Possiamo essere sicuri<br />
che il nostro amato Papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci<br />
vede e ci benedice. Sì, ci benedica, Santo Padre. Noi affidiamo la tua<br />
cara anima alla Madre di Dio, tua Madre, che ti ha guidato ogni giorno<br />
e ti guiderà adesso alla gloria eterna del Suo Figlio, Gesù Cristo nostro<br />
Signore. Amen.
Al termine della solenne Celebrazione Eucaristica, hanno luogo<br />
l’Ultima Commendatio (ultima raccomandazione) e la Valedictio (commiato).<br />
Il Cardinale Vicario per la diocesi di Roma guida la supplica della<br />
Chiesa di Roma. Quindi i Patriarchi, gli Arcivescovi Maggiori e i Metropoliti<br />
<strong>delle</strong> Chiese Metropolitane “sui iuris” orientali cattoliche, si<br />
recano davanti al feretro per la supplica <strong>delle</strong> Chiese Orientali.<br />
Poi il Cardinale Decano asperge con l’acqua benedetta la salma del<br />
Pontefice defunto e la incensa.<br />
Il feretro del Santo Padre Giovanni Paolo II viene portato nella Basilica<br />
Vaticana per la tumulazione nelle Grotte Vaticane.
0<br />
Omelia<br />
del Card. Joseph Ratzinger<br />
Decano del Collegio Cardinalizio<br />
in occasione della Messa “pro eligendo Romano Pontifice”<br />
Basilica di San Pietro, 18 aprile 2005<br />
Is 61, 1-3a. 6a. 8b-9<br />
Ef 4, 11-16<br />
Gv 15, 9-17<br />
In quest’ora di grande responsabilità, ascoltiamo con particolare attenzione<br />
quanto il Signore ci dice con le sue stesse parole. Dalle tre letture<br />
vorrei scegliere solo qualche passo, che ci riguarda direttamente in<br />
un momento come questo.<br />
La prima lettura offre un ritratto profetico della figura del Messia<br />
– un ritratto che riceve tutto il suo significato dal momento in cui Gesù<br />
legge questo testo nella sinagoga di Nazareth, quando dice: “Oggi si è<br />
adempiuta questa scrittura” (Lc 4, 21). Al centro del testo profetico troviamo<br />
una parola che – almeno a prima vista – appare contraddittoria. Il<br />
Messia, parlando di sé, dice di essere mandato “a promulgare l’anno di<br />
misericordia del Signore, un giorno di vendetta per il nostro Dio.” (Is 61,<br />
2). Ascoltiamo, con gioia, l’annuncio dell’anno di misericordia: la misericordia<br />
divina pone un limite al male – ci ha detto il Santo Padre. Gesù<br />
Cristo è la misericordia divina in persona: incontrare Cristo significa incontrare<br />
la misericordia di Dio. Il mandato di Cristo è divenuto mandato<br />
nostro attraverso l’unzione sacerdotale; siamo chiamati a promulgare<br />
– non solo a parole ma con la vita, e con i segni efficaci dei sacramenti,<br />
“l’anno di misericordia del Signore”. Ma cosa vuol dire Isaia quando<br />
annuncia il “giorno della vendetta per il nostro Dio”? Gesù, a Nazareth,<br />
nella sua lettura del testo profetico, non ha pronunciato queste parole<br />
– ha concluso annunciando l’anno della misericordia. É stato forse questo<br />
il motivo dello scandalo realizzatosi dopo la sua predica? Non lo<br />
sappiamo. In ogni caso il Signore ha offerto il suo commento autentico<br />
a queste parole con la morte di croce. “Egli portò i nostri peccati nel suo<br />
corpo sul legno della croce…”, dice San Pietro (1Pt 2, 24). E San Paolo<br />
scrive ai Galati: “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge,<br />
diventando lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto
chi pende dal legno, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo<br />
passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante<br />
la fede” (Gal 3, 13s).<br />
La misericordia di Cristo non è una grazia a buon mercato, non suppone<br />
la banalizzazione del male. Cristo porta nel suo corpo e sulla sua<br />
anima tutto il peso del male, tutta la sua forza distruttiva. Egli brucia e<br />
trasforma il male nella sofferenza, nel fuoco del suo amore sofferente. Il<br />
giorno della vendetta e l’anno della misericordia coincidono nel mistero<br />
pasquale, nel Cristo morto e risorto. Questa è la vendetta di Dio: egli<br />
stesso, nella persona del Figlio, soffre per noi. Quanto più siamo toccati<br />
dalla misericordia del Signore, tanto più entriamo in solidarietà con la<br />
sua sofferenza – diveniamo disponibili a completare nella nostra carne<br />
“quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col 1, 24).<br />
Passiamo alla seconda lettura, alla lettera agli Efesini. Qui si tratta<br />
in sostanza di tre cose: in primo luogo, dei ministeri e dei carismi nella<br />
Chiesa, come doni del Signore risorto ed asceso al cielo; quindi, della<br />
maturazione della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, come<br />
condizione e contenuto dell’unità nel corpo di Cristo; ed, infine, della<br />
comune partecipazione alla crescita del corpo di Cristo, cioè della trasformazione<br />
del mondo nella comunione col Signore.<br />
Soffermiamoci solo su due punti. Il primo è il cammino verso “la maturità<br />
di Cristo”; così dice, un po’ semplificando, il testo italiano. Più precisamente<br />
dovremmo, secondo il testo greco, parlare della “misura della<br />
pienezza di Cristo”, cui siamo chiamati ad arrivare per essere realmente<br />
adulti nella fede. Non dovremmo rimanere fanciulli nella fede, in stato di<br />
minorità. E in che cosa consiste l’essere fanciulli nella fede? Risponde<br />
San Paolo: significa essere “sballottati dalle onde e portati qua e là da<br />
qualsiasi vento di dottrina…” (Ef 4, 14). Una descrizione molto attuale!<br />
Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni,<br />
quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca<br />
del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde<br />
– gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al<br />
libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo<br />
ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così<br />
via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo<br />
sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf<br />
Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene<br />
spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè<br />
1
2<br />
il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come<br />
l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo<br />
una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e<br />
che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.<br />
Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo.<br />
É lui la misura del vero umanesimo. “Adulta” non è una fede che segue<br />
le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente<br />
radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre<br />
a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso,<br />
tra inganno e verità. Questa fede adulta dobbiamo maturare, a questa<br />
fede dobbiamo guidare il gregge di Cristo. Ed è questa fede – solo la<br />
fede – che crea unità e si realizza nella carità. San Paolo ci offre a questo<br />
proposito – in contrasto con le continue peripezie di coloro che sono come<br />
fanciulli sballottati dalle onde – una bella parola: fare la verità nella<br />
carità, come formula fondamentale dell’esistenza cristiana. In Cristo,<br />
coincidono verità e carità. Nella misura in cui ci avviciniamo a Cristo,<br />
anche nella nostra vita, verità e carità si fondono. La carità senza verità<br />
sarebbe cieca; la verità senza carità sarebbe come “un cembalo che tintinna”<br />
(1Cor 13, 1).<br />
Veniamo ora al Vangelo, dalla cui ricchezza vorrei estrarre solo due piccole<br />
osservazioni. Il Signore ci rivolge queste meravigliose parole: “Non<br />
vi chiamo più servi… ma vi ho chiamato amici” (Gv 15, 15). Tante volte<br />
sentiamo di essere – come è vero – soltanto servi inutili (cf Lc 17, 10). E,<br />
ciò nonostante, il Signore ci chiama amici, ci fa suoi amici, ci dona la sua<br />
amicizia. Il Signore definisce l’amicizia in un duplice modo. Non ci sono<br />
segreti tra amici: Cristo ci dice tutto quanto ascolta dal Padre; ci dona la sua<br />
piena fiducia e, con la fiducia, anche la conoscenza. Ci rivela il suo volto, il<br />
suo cuore. Ci mostra la sua tenerezza per noi, il suo amore appassionato che<br />
va fino alla follia della croce. Si affida a noi, ci dà il potere di parlare con il<br />
suo io: “questo è il mio corpo...”, “io ti assolvo...”. Affida il suo corpo, la<br />
Chiesa, a noi. Affida alle nostre deboli menti, alle nostre deboli mani la sua<br />
verità – il mistero del Dio Padre, Figlio e Spirito Santo; il mistero del Dio<br />
che “ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3, 16). Ci<br />
ha reso suoi amici – e noi come rispondiamo?<br />
Il secondo elemento, con cui Gesù definisce l’amicizia, è la comunione<br />
<strong>delle</strong> volontà. “Idem velle – idem nolle”, era anche per i Romani<br />
la definizione di amicizia. “Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando”<br />
(Gv 15, 14). L’amicizia con Cristo coincide con quanto esprime
la terza domanda del Padre nostro: “Sia fatta la tua volontà come in cielo<br />
così in terra”. Nell’ora del Getsemani Gesù ha trasformato la nostra volontà<br />
umana ribelle in volontà conforme ed unita alla volontà divina. Ha<br />
sofferto tutto il dramma della nostra autonomia – e proprio portando la<br />
nostra volontà nelle mani di Dio, ci dona la vera libertà: “Non come voglio<br />
io, ma come vuoi tu” (Mt 21, 39). In questa comunione <strong>delle</strong> volontà<br />
si realizza la nostra redenzione: essere amici di Gesù, diventare amici di<br />
Dio. Quanto più amiamo Gesù, quanto più lo conosciamo, tanto più cresce<br />
la nostra vera libertà, cresce la gioia di essere redenti. Grazie Gesù,<br />
per la tua amicizia!<br />
L’altro elemento del Vangelo – cui volevo accennare – è il discorso<br />
di Gesù sul portare frutto: “Vi ho costituito perché andiate e portiate<br />
frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15, 16). Appare qui il dinamismo<br />
dell’esistenza del cristiano, dell’apostolo: vi ho costituito perché andiate…<br />
Dobbiamo essere animati da una santa inquietudine: l’inquietudine<br />
di portare a tutti il dono della fede, dell’amicizia con Cristo. In verità,<br />
l’amore, l’amicizia di Dio ci è stata data perché arrivi anche agli altri.<br />
Abbiamo ricevuto la fede per donarla ad altri – siamo sacerdoti per servire<br />
altri. E dobbiamo portare un frutto che rimanga. Tutti gli uomini<br />
vogliono lasciare una traccia che rimanga. Ma che cosa rimane? Il denaro<br />
no. Anche gli edifici non rimangono; i libri nemmeno. Dopo un certo<br />
tempo, più o meno lungo, tutte queste cose scompaiono. L’unica cosa,<br />
che rimane in eterno, è l’anima umana, l’uomo creato da Dio per l’eternità.<br />
Il frutto che rimane è perciò quanto abbiamo seminato nelle anime<br />
umane – l’amore, la conoscenza; il gesto capace di toccare il cuore; la<br />
parola che apre l’anima alla gioia del Signore. Allora andiamo e preghiamo<br />
il Signore, perché ci aiuti a portare frutto, un frutto che rimane. Solo<br />
così la terra viene cambiata da valle di lacrime in giardino di Dio.<br />
Ritorniamo infine, ancora una volta, alla lettera agli Efesini. La lettera<br />
dice – con le parole del Salmo 68 – che Cristo, ascendendo in cielo,<br />
“ha distribuito doni agli uomini” (Ef 4, 8). Il vincitore distribuisce doni.<br />
E questi doni sono apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri. Il nostro<br />
ministero è un dono di Cristo agli uomini, per costruire il suo corpo<br />
– il mondo nuovo. Viviamo il nostro ministero così, come dono di Cristo<br />
agli uomini! Ma in questa ora, soprattutto, preghiamo con insistenza il<br />
Signore, perché dopo il grande dono di Papa Giovanni Paolo II, ci doni<br />
di nuovo un pastore secondo il suo cuore, un pastore che ci guidi alla<br />
conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia. Amen.<br />
3
4<br />
Martedì, 19 aprile 2005, alle ore 17.50, il Card. Joseph Ratzinger<br />
è stato eletto Sommo Pontefice, 264° successore di Pietro, prendendo<br />
il nome di Benedetto XVI.<br />
Il Conclave che ha portato all’elezione di Benedetto XVI era iniziato<br />
lunedì 18 aprile 2005, nella Cappella Sistina del Palazzo Apostolico<br />
Vaticano, con l’extra omnes intimato alle ore 17.25 dal Maestro <strong>delle</strong><br />
Celebrazioni Liturgiche Pontificie, S.E. Mons. Piero Marini, dopo il<br />
giuramento prestato dai 115 Cardinali Elettori.<br />
La prima fumata nera si è avuta alle ore 20.04 dello stesso giorno.<br />
Martedì 19 aprile, fumata nera alle ore 11.52.<br />
Martedì 19 aprile, fumata bianca alle ore 17.50.<br />
Annuncio dell’elezione<br />
Alle ore 18.43, dalla Loggia esterna della Benedizione della Basilica<br />
Vaticana, il Cardinale Protodiacono Jorge Arturo Medina Estévez, in<br />
seguito alla fumata bianca <strong>delle</strong> ore 17.50, ha dato il solenne annuncio<br />
al popolo con queste le parole:<br />
Annuntio vobis gaudium magnum:<br />
habemus Papam<br />
Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,<br />
Dominum Josephum Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Ratzinger<br />
qui sibi nomen imposuit Benedictum XVI<br />
[Vi annunzio una grande gioia:<br />
abbiamo il Papa<br />
l’Eminentissimo e Reverendissimo Signore,<br />
Signore Joseph Cardinale di Santa Romana Chiesa Ratzinger<br />
che si è dato il nome di Benedetto XVI]<br />
Profilo biografico<br />
Joseph Ratzinger è nato a Marktl am Inn, nella diocesi di Passau<br />
(Germania), il 16 aprile 1927. Il padre, Commissario della Gendarmeria,<br />
proveniva da un’antica famiglia di agricoltori della Bassa Baviera.
Trascorsi gli anni dell’adolescenza a Traunstein, venne richiamato<br />
negli ultimi mesi del secondo conflitto mondiale nei servizi ausiliari antiaerei.<br />
Dal 1946 al 1951 – anno in cui, il 29 giugno, veniva ordinato sacerdote<br />
ed iniziava la sua attività di insegnamento – studiò filosofia e teologia<br />
all’Università di Monaco e nella Scuola Superiore di Filosofia e Teologia<br />
di Frisinga. Del 1953 è la dissertazione “Popolo e casa di Dio nella<br />
Dottrina della Chiesa di Sant’Agostino”, con la quale si addottorava in<br />
Teologia. Quattro anni dopo, otteneva la libera docenza, con un lavoro<br />
su “La Teologia della Storia di San Bonaventura”.<br />
Conseguito l’incarico di Dogmatica e Teologia fondamentale nella<br />
Scuola Superiore di Filosofia e Teologia di Frisinga, proseguì l’insegnamento<br />
a Bonn, dal 1959 al 1969, Münster, dal 1963 al 1966, e Tubinga,<br />
dal 1966 al 1969. In quest’ultimo anno divenne professore ordinario di<br />
Dogmatica e di storia dei dogmi all’Università di Ratisbona e Vice-Presidente<br />
della stessa Università. Intanto, già dal 1962 acquistava notorietà<br />
internazionale intervenendo, come consulente teologico dell’Arcivescovo<br />
di Colonia, Cardinale Joseph Frings, al Concilio Vaticano II, al<br />
quale diede un notevole contributo.<br />
Tra le sue numerose pubblicazioni, un posto particolare occupano<br />
l’Introduzione al Cristianesimo, raccolta di lezioni universitarie sulla<br />
professione di fede apostolica, pubblicata nel 1968; Dogma e rivelazione,<br />
un’antologia di saggi, prediche e riflessioni dedicate alla pastorale,<br />
uscita nel 1973. Ampia risonanza ottenne pure la sua arringa pronunziata<br />
dinanzi all’Accademia cattolica bavarese sul tema “Perché io sono<br />
ancora nella Chiesa?”, nella quale affermava: “Solo nella Chiesa è possibile<br />
essere cristiani e non accanto alla Chiesa”. Del 1985 è il volume<br />
Rapporto sulla fede, del 1996 Il sale della terra.<br />
Il 24 marzo 1977, Paolo VI lo nominava Arcivescovo di München<br />
und Freising. Il 28 maggio successivo riceveva la consacrazione episcopale,<br />
primo sacerdote diocesano ad assumere, dopo 80 anni, il governo<br />
pastorale della grande <strong>Diocesi</strong> bavarese.<br />
Creato e pubblicato Cardinale da Paolo VI nel Concistoro del 27 giugno<br />
1977, del Titolo di S. Maria Consolatrice al Tiburtino, è stato Relatore<br />
alla V Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi (1980), sul tema:<br />
“I compiti della famiglia cristiana nel mondo contemporaneo” e Presidente<br />
delegato della VI Assemblea sinodale (1983) su “Riconciliazione<br />
e penitenza nella missione della Chiesa”.
Il 25 novembre 1981 è stato nominato da Giovanni Paolo II Prefetto<br />
della Congregazione per la Dottrina della Fede, Presidente della Pontificia<br />
Commissione Biblica e della Pontificia Commissione Teologica<br />
Internazionale.<br />
Il 5 aprile 1993 è entrato a far parte dell’Ordine dei Cardinali Vescovi,<br />
del Titolo della Chiesa Suburbicaria di Velletri-Segni.<br />
Il 6 novembre 1998 è stato eletto Vice-Decano del Collegio Cardinalizio.<br />
Il 30 novembre 2002, il Santo Padre ne ha approvato l’elezione,<br />
fatta dai Cardinali dell’Ordine dei Vescovi, a Decano del Collegio Cardinalizio,<br />
assumendo anche il Titolo della Chiesa Suburbicaria di Ostia.<br />
È stato Presidente della Commissione per la preparazione del Catechismo<br />
della Chiesa Cattolica, che dopo sei anni di lavoro (1986-1992)<br />
ha potuto presentare al Santo Padre il nuovo Catechismo.<br />
Il 10 novembre 1999 è stato insignito della Laurea “ad honorem” in<br />
Giurisprudenza dalla LUMSA.<br />
Dal 13 novembre 2000 è Accademico onorario della Pontificia Accademia<br />
<strong>delle</strong> Scienze.<br />
Attualmente, è membro:<br />
• del Consiglio della II Sezione della Segreteria di Stato;<br />
• <strong>delle</strong> Congregazioni: per le Chiese Orientali, per il Culto Divino e la<br />
Disciplina dei Sacramenti, per i Vescovi, per l’Evangelizzazione dei<br />
Popoli, per l’Educazione Cattolica;<br />
• del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani;<br />
• <strong>delle</strong> Pontificie Commissioni: per l’America Latina; “Ecclesia Dei”.<br />
Prima Benedizione “Urbi et Orbi”<br />
del Santo Padre Benedetto XVI<br />
Alle ore 18.48, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla Loggia<br />
esterna della Benedizione della Basilica Vaticana, per salutare il popolo<br />
e impartire la Benedizione Apostolica “Urbi et Orbi”.<br />
Prima della Benedizione, il nuovo Pontefice ha rivolto ai fedeli le<br />
seguenti parole:<br />
Cari fratelli e sorelle, dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i Signori<br />
Cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella<br />
vigna del Signore.
Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti<br />
insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere.<br />
Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente,<br />
andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà<br />
dalla nostra parte. Grazie.
Messaggio<br />
della Presidenza della CEI<br />
Roma, 19 aprile 2005<br />
I Vescovi italiani assieme alle loro comunità ecclesiali ringraziano<br />
Dio per il dono fatto oggi alla Chiesa del Sommo Pontefice Benedetto<br />
XVI, Vescovo di Roma e Primate della Chiesa italiana.<br />
Accogliamo con grande gioia il Papa che la Divina Provvidenza chiama<br />
a guidare come Pastore universale la sua Chiesa. A lui il Signore affida,<br />
in questo nostro tempo carico di attese, l’opera di evangelizzazione<br />
che fin dall’inizio Gesù ha consegnato agli Apostoli, confermati nella<br />
fede e guidati nella carità da Pietro. Tutta la Chiesa e l’intera umanità<br />
guardano con fiducia e speranza all’altissimo ministero a cui Dio chiama<br />
Benedetto XVI, successore del pescatore di Galilea a cui Gesù disse:<br />
“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli<br />
inferi non prevarranno contro di essa” (Mt 16, 18).<br />
Al successore del Principe degli Apostoli esprimiamo filiale devozione<br />
e assicuriamo, fin d’ora, l’affetto e il costante sostegno nella preghiera<br />
di tutti i cattolici italiani. Anche in forza della particolare vicinanza<br />
che unisce la Chiesa italiana alla Sede Apostolica, rinnoviamo la disponibilità<br />
a impegnarci, secondo le indicazioni che verranno dal Santo Padre,<br />
per alimentare la vita di fede del nostro popolo, per contribuire alla<br />
costruzione di un’Italia e di un’Europa capaci di rendere feconde le loro<br />
radici cristiane, per incrementare l’opera missionaria così necessaria e<br />
urgente nel nostro Paese come nel resto del mondo.<br />
Invitiamo tutti ad accogliere il suo Magistero come parola di verità<br />
capace di generare speranza nel cuore dell’uomo, di far crescere la comunione<br />
tra tutti i credenti in Cristo e di dare fondamento alla fraternità<br />
tra tutti i popoli.<br />
La gioia irradiata dal Signore in questo tempo pasquale si arricchisce<br />
del dono alla Chiesa e al mondo di Benedetto XVI, per noi Padre e Pastore.<br />
A Dio rendiamo grazie e all’intercessione di Maria affidiamo il suo<br />
ministero.<br />
La Presidenza<br />
della Conferenza Episcopale Italiana
Telegramma augurale<br />
al Santo Padre Benedetto XVI<br />
in occasione della sua elezione<br />
20 aprile 2005<br />
SUA SANTITÀ<br />
BENEDETTO XVI<br />
00120 CITTÀ DEL VATICANO<br />
A NOME MIO PERSONALE E DELL’INTERA COMUNITÀ<br />
DIOCESANA DI ALTAMURA-GRAVINA-ACQUAVIVA DELLE<br />
FONTI ESPRIMO VIVE FELICITAZIONI VOSTRA ELEZIONE<br />
SOMMO PONTIFICATO, AUGURO FECONDO MINISTERO<br />
APOSTOLICO ET ASSICURO FILIALE DOCILITÀ SUPREMO<br />
MAGISTERO ET SOSTEGNO NELLA PREGHIERA.<br />
MARIO PACIELLO<br />
VESCOVO
0<br />
N. 7<br />
Eccellenza Reverendissima,<br />
SEGRETERIA DI STATO<br />
__________<br />
prima sezione - affari generali<br />
Dal Vaticano, 29 aprile 2005<br />
nella fausta circostanza dell’elezione alla Cattedra di Pietro del Santo<br />
Padre Benedetto XVI Ella, anche a nome di codesta Comunità diocesana,<br />
ha voluto inviarGli un affettuoso messaggio augurale.<br />
Sua Santità ha accolto con vivo compiacimento tale testimonianza<br />
di sincera devozione ed ha parimenti apprezzato le attestazioni di fedele<br />
adesione al Suo universale ministero, e, mentre ringrazia Vostra<br />
Eccellenza per il premuroso gesto e per le preghiere che l’hanno accompagnato,<br />
di cuore Le imparte la Benedizione Apostolica, che estende<br />
volentieri ai fedeli della <strong>Diocesi</strong>.<br />
Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinta stima<br />
______________________________<br />
A Sua Eccellenza Rev.ma<br />
Mons. Mario PACIELLO<br />
Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Curia Vescovile - Arco Duomo, 1<br />
70022 ALTAMURA (BA)<br />
dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />
dev.mo<br />
✠ Leonardo Sandri<br />
Sostituto
N. 569.758<br />
Eccellenza Reverendissima,<br />
SEGRETERIA DI STATO<br />
__________<br />
sezione<br />
per gli affari generali<br />
Dal Vaticano, 25 gennaio 2005<br />
con la cortese lettera del 28 dicembre scorso, codesta Curia Vescovile<br />
ha rimesso alla Segreteria di Stato la somma di € 5.255,00, raccolta lo<br />
scorso anno nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
in occasione della giornata per la carità del Papa.<br />
Il Santo Padre, Che ha ben apprezzato questa generosa collaborazione<br />
alle Sue iniziative di bene nel mondo, ringrazia cordialmente Vostra<br />
Eccellenza e l’intera comunità ecclesiale a Lei affidata, mentre con affetto<br />
invia Loro l’Apostolica Benedizione, su tutti invocando la grazia<br />
e la pace del Salvatore.<br />
Mi valgo volentieri della circostanza per porgerLe un saluto cordiale,<br />
confermandomi con sensi di distinto ossequio<br />
dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />
dev.mo nel Signore<br />
✠ A. Card. Sodano<br />
Segretario di Stato<br />
_________________________<br />
A Sua Eccellenza Rev.ma<br />
Mons. Mario PACIELLO<br />
Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Curia Vescovile<br />
70022 ALTAMURA BA<br />
1
2<br />
N. 25.818<br />
Eccellenza Reverendissima,<br />
SEGRETERIA DI STATO<br />
__________<br />
prima sezione - affari generali<br />
Dal Vaticano, 29 dicembre 2005<br />
è regolarmente pervenuta a questa Segreteria di Stato la somma di €<br />
5.570,00, che codesta <strong>Diocesi</strong> ha inviato al Santo Padre quale Obolo di<br />
San Pietro per l’anno 2005.<br />
Il Sommo Pontefice, Che ha apprezzato il premuroso gesto di partecipazione<br />
alla Sua sollecitudine pastorale, desidera ringraziare Vostra<br />
Eccellenza per questa significativa espressione di comunione ecclesiale<br />
e di devozione verso la Sua persona e, mentre invoca la celeste intercessione<br />
dell’Immacolata Madre del Salvatore, di cuore imparte a Lei e a<br />
quanti sono affidati alle sue cure pastorali la propiziatrice Benedizione<br />
Apostolica.<br />
Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio<br />
dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />
dev.mo nel Signore<br />
___________________________<br />
A Sua Eccellenza Reverendissima<br />
Mons. Mario PACIELLO<br />
Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Arco Duomo, 1<br />
70022 ALTAMURA (Bari)<br />
✠ Leonardo Sandri<br />
Sostituto
CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO<br />
E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI<br />
Indicazioni<br />
circa la celebrazione dell’Eucaristia<br />
nelle comunità del Cammino Neocatecumenale<br />
Prot. n. 2520/03/L<br />
Dalla Città del Vaticano, 1 dicembre 2005<br />
Egregi Signor Kiko Argüello, Sig.na Carmen Hernandez e Rev.do<br />
Padre Mario Pezzi,<br />
a seguito dei dialoghi intercorsi con questa Congregazione per il Culto<br />
Divino e la Disciplina dei Sacramenti circa la celebrazione della Santissima<br />
Eucaristia nelle comunità del Cammino Neocatecumenale, in linea<br />
con gli orientamenti emersi nell’incontro con Voi dell’11 novembre<br />
c.a., sono a comunicarVi le decisioni del Santo Padre.<br />
Nella celebrazione della Santa Messa, il Cammino Neocatecumenale<br />
accetterà e seguirà i libri liturgici approvati dalla Chiesa, senza omettere<br />
né aggiungere nulla. Inoltre, circa alcuni elementi si sottolineano le indicazioni<br />
e precisazioni che seguono:<br />
1. La Domenica è il “Dies Domini”, come ha voluto illustrare il Servo<br />
di Dio, il Papa Giovanni Paolo II, nella Lettera apostolica sul Giorno del<br />
Signore. Perciò il Cammino Neocatecumenale deve entrare in dialogo<br />
con il Vescovo diocesano affinché traspaia anche nel contesto <strong>delle</strong> celebrazioni<br />
liturgiche la testimonianza dell’inserimento nella parrocchia<br />
<strong>delle</strong> comunità del Cammino Neocatecumenale. Almeno una domenica<br />
al mese le comunità del Cammino Neocatecumenale devono perciò partecipare<br />
alla Santa Messa della comunità parrocchiale.<br />
2. Circa le eventuali monizioni previe alle letture, devono essere brevi.<br />
Occorre inoltre attenersi a quanto disposto dall’«Institutio Generalis<br />
Missalis Romani» (nn. 105 e 128) e ai Praenotanda dell’«Ordo Lectionum<br />
Missae» (nn. 15, 19, 38, 42).<br />
3
4<br />
3. L’omelia, per la sua importanza e natura, è riservata al sacerdote o<br />
al diacono (cfr. C.I.C., can. 767 § 1). Quanto ad interventi occasionali di<br />
testimonianza da parte dei fedeli laici, valgono gli spazi e i modi indicati<br />
nell’Istruzione Interdicasteriale «Ecclesiae de mysterio», approvata “in<br />
forma specifica” dal Papa Giovanni Paolo II e pubblicata il 15 agosto<br />
1997. In tale documento, all’art. 3, §§ 2 e 3, si legge:<br />
§ 2 - «È lecita la proposta di una breve didascalia per favorire la maggior<br />
comprensione della liturgia che viene celebrata e anche, eccezionalmente,<br />
qualche eventuale testimonianza sempre adeguata alle norme<br />
liturgiche e offerta in occasione di liturgie eucaristiche celebrate in particolari<br />
giornate (giornata del seminario o del malato, ecc.) se ritenuta<br />
oggettivamente conveniente, come illustrativa dell’omelia regolarmente<br />
pronunciata dal sacerdote celebrante. Queste didascalie e testimonianze<br />
non devono assumere caratteristiche tali da poter essere confuse con<br />
l’omelia».<br />
§3 - «La possibilità del “dialogo” nell’omelia (cfr. Directorium de<br />
Missis cum pueris, n. 48) può essere, talvolta, prudentemente usata dal<br />
ministro celebrante come mezzo espositivo, con il quale non si delega ad<br />
altri il dovere della predicazione».<br />
Si tenga inoltre attentamente conto di quanto esposto nell’Istruzione<br />
«Redemptionis Sacramentum», al n. 74.<br />
4. Sullo scambio della pace, si concede che il Cammino Neocatecumenale<br />
possa usufruire dell’indulto già concesso, fino ad ulteriore disposizione.<br />
5. Sul modo di ricevere la Santa Comunione, si dà al Cammino Neocatecumenale<br />
un tempo di transizione (non più di due anni) per passare<br />
dal modo invalso nelle sue comunità di ricevere la Santa Comunione<br />
(seduti, uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece<br />
dell’altare dedicato in presbiterio) al modo normale per tutta la Chiesa di<br />
ricevere la Santa Comunione. Ciò significa che il Cammino Neocatecumenale<br />
deve <strong>camminare</strong> verso il modo previsto nei libri liturgici per la<br />
distribuzione del Corpo e Sangue di Cristo.<br />
6. Il Cammino Neocatecumenale deve utilizzare anche le altre Preghiere<br />
eucaristiche contenute nel Messale, e non solo la Preghiera eucaristica<br />
II.
In breve, il Cammino Neocatecumenale, nella celebrazione della<br />
Santa Messa, segua i libri liturgici approvati, avendo tuttavia presente<br />
quanto esposto sopra ai numeri 1, 2, 3, 4, 5 e 6.<br />
Riconoscente al Signore per i frutti di bene elargiti alla Chiesa mediante<br />
le molteplici attività del Cammino Neocatecumenale, colgo l’occasione<br />
per porgere distinti saluti.<br />
✠ Francis Card. Arinze<br />
Prefetto<br />
Mario Marini<br />
Sotto-Segretario
CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI<br />
Comunicazione<br />
circa le nuove disposizioni<br />
sui riti di Canonizzazione e Beatificazione<br />
Attese le conclusioni dello studio <strong>delle</strong> ragioni teologiche e <strong>delle</strong> esigenze<br />
pastorali sui riti di Beatificazione e Canonizzazione, approvate<br />
dal Santo Padre Benedetto XVI, questa Congregazione <strong>delle</strong> Cause dei<br />
Santi porta a conoscenza le seguenti nuove disposizioni.<br />
1. Fermo restante che la Canonizzazione, che attribuisce al Beato il<br />
culto per tutta la Chiesa, sarà presieduta dal Sommo Pontefice, la beatificazione,<br />
che è sempre atto pontificio, sarà celebrata da un rappresentante<br />
del Santo Padre, che di norma sarà il Prefetto della Congregazione<br />
<strong>delle</strong> Cause dei Santi.<br />
2. Il rito di Beatificazione si svolgerà nella diocesi, che ha promosso<br />
la Causa del nuovo beato, o in un’altra località ritenuta idonea.<br />
3. Su richiesta dei Vescovi e degli Attori della Causa, atteso il parere<br />
della Segreteria di Stato, il rito di Beatificazione potrà svolgersi in Roma.<br />
4. Il medesimo rito, infine, si svolgerà nella Celebrazione Eucaristica,<br />
a meno che particolari ragioni liturgiche suggeriscono che esso si tenga<br />
nel corso della celebrazione della Parola o della Liturgia <strong>delle</strong> Ore.<br />
Città del Vaticano, 29 settembre 2005<br />
José Card. Saraiva Martins<br />
Prefetto<br />
S.E. Edward Nowak<br />
Segretario
N. 1414/2004<br />
Decreti di istituzione<br />
della Facoltà Teologica Pugliese<br />
CONGREGATIO<br />
DE INSTITUTIONE CATHOLICA<br />
(de seminariis atque studiorum institutis)<br />
DECRETUM<br />
APULICÆ Episcopalis Regionalis Conferentia, novis necessitatibus<br />
pastoralibus supervenientibus, hanc Congregationem suppliciter<br />
adivit exposcens ut in eidem civitate Barensi nova Facultas Theologica<br />
erigeretur pro studiorum theologicorum beneficio Apuliæ Regionis.<br />
Hæc congregatio de institutione catholica (de seminariis<br />
atque studiorum institutis), re cum iis quorum interest mature perpensa,<br />
perspecta favorabili sententia Conferentiæ Episcopalis Italicæ, ad<br />
normam art. 61 Constitutionis Apostolicæ Sapientia christiana, petitionem<br />
Exc.mi Archiepiscopi Lyciensis, Præsidis Conferentiæ Episcopalis<br />
Apulicæ, libenter excipiens,<br />
Institutum Theologicum Appulum,<br />
in civitate Melphictensi situm, cum Decreto In Regione Italiæ Appula<br />
memoratæ Congregationis die XXIV mensis Iunii, a. D. MCMXCII,<br />
erectum atque Facultati Theologicæ Italiæ Meridionalis in civitate Neapolitana<br />
sitæ aggregatum, in<br />
facultatem theologicam apulicam<br />
in civitate Barensi sitam<br />
hoc Decreto canonice erigit erectamque declarat, facta eidem potestate<br />
academicos Baccalaureatus, Licentiæ atque Doctoratus in Theologia<br />
gradus iuxta academicam Ecclesiæ legem conferendi; servatis Statu-
tis eiusdem Facultatis ab hac Congregatione approbatis; ceteris servatis<br />
de iure servandis, præsertim quæ in Constitutione Apostolica Sapientia<br />
christiana atque adnexis Ordinationibus ceterisque Apostolicæ Sedis<br />
documentis de Studiorum Universitatibus et Facultatibus Ecclesiasticis<br />
adimplenda præscribuntur; contrariis quibuslibet minime obstantibus.<br />
Insuper hæc Congregatio Exc.mum ac Rev.mum Archiepiscopum<br />
Barensem “pro tempore”<br />
magnum cancellarium<br />
ipsius Facultatis statuit, nominat atque renuntiat, omnia ipsi agnoscens<br />
tribuensque huiusmodi muneris officia ac iura, in primis catholicæ<br />
doctrinæ orthodoxiam, morum probitatem ecclesiasticamque disciplinam<br />
vigilanter tutandi ac diligenter promovendi.<br />
Magni Cancellarii atque Exc.morum Episcoporum Regionis Apuliæ<br />
erit Facultatis navitatem academico-scientificam aptis mediis adhibitis<br />
continenter provehendi; ceteris servatis de iure servandis; contrariis quibuslibet<br />
minime obstantibus.<br />
Datum Romæ, ex ædibus eiusdem Congregationis, die XX mensis<br />
Iunii, A.D. MMV.<br />
Zenon Card. Grocholewski<br />
Præfectus<br />
✠ J. Michael Miller, c.s.b.<br />
a Secretis
N. 1414/2004<br />
CONGREGATIO<br />
DE INSTITUTIONE CATHOLICA<br />
(de seminariis atque studiorum institutis)<br />
congregatio de institutione catholica (de seminariis atque<br />
studiorum institutis), attentis commendatitiis litteris Exc.mi ac Rev.mi<br />
Archiepiscopi Lyciensis legitime præsentantis; perpensis titulis dotibusque<br />
quibus candidatus qui probe præsit aptus demonstratur; cum compererit<br />
eundem rite electum esse; ad normam, tum art. 18 Constitutionis<br />
Apostolicæ Sapientia christiana, tum peculiarium Statutorum<br />
Rev.dum D.num Salvatorem PALESE,<br />
Dioeceseos Uxentinæ - S. Mariæ Leucadensis Presbyterum,<br />
pro-præsidem<br />
facultatis theologicæ apulicæ<br />
in civitate Barensi sitæ<br />
pro munere hoc Decreto ad biennium approbat atque nominat, omnibus<br />
ipsi agnitis tributisque iuribus et officiis huiusmodi muneri de<br />
more adnexis; ceteris servatis de iure servandis; contrariis quibuslibet<br />
minime obstantibus.<br />
Datum Romæ, ex ædibus eiusdem Congregationis, die XX mensis<br />
Iunii, a. D. MMV.<br />
Zenon Card. Grocholewski<br />
Præfectus<br />
✠ J. Michael Miller, c.s.b.<br />
a Secretis
0<br />
N. 1414/2004<br />
CONGREGATIO<br />
DE INSTITUTIONE CATHOLICA<br />
(de seminariis atque studiorum institutis)<br />
congregatio de institutione catholica (de seminariis atque<br />
studiorum institutis), lectis perpensisque Statutis Facultatis Theologicæ<br />
Apulicæ, in civitate Barensi sitæ, ad normam Constitutionis Apostolicæ<br />
Sapientia christiana recognitis, quæ in eorumdem LXIV articulis<br />
dicuntur, definiuntur ac statuuntur hoc Decreto rata habet atque ad<br />
quinquennium experimenti gratia approbat; iisque ad quos pertinet ut<br />
rite observentur præcipit; ceteris servatis de iure servandis.<br />
Datum Romæ, ex ædibus eiusdem Congregationis, die XX mensis<br />
Iunii, a. D. MMV.<br />
Zenon Card. Grocholewski<br />
Præfectus<br />
✠ J. Michael Miller, c.s.b.<br />
a Secretis
N. 1414/2004<br />
CONGREGATIO<br />
DE INSTITUTIONE CATHOLICA<br />
(de seminariis atque studiorum institutis)<br />
DECRETUM<br />
Hæc congregatio de institutione catholica (de seminariis<br />
atque studiorum institutis), viso Decreto N. 1414/2004 diei XX mensis<br />
Iunii, a. D. MMV et perpensa postulatione Exc.mi ac Rev.mi Archiepiscopi<br />
Barensis “pro tempore”, Magni Cancellari, declarat:<br />
Institutum Theologicum Apulum,<br />
in civitate Melphictensi situm, Decreto In Regione Italiæ Appula<br />
huius Congregationis die XXIV mensis Iunii, a. D. MCMXCII, erectum<br />
atque Facultati Theologicæ Italiæ Meridionalis in civitate Neapolitana<br />
sitæ aggregatum; una cum<br />
Instituto Sancti Nicolai,<br />
in civitate Barensi sito, tamquam Sectione Facultatis Theologicæ<br />
Pontificiæ Studiorum Universitatis a Sancto Thoma Aquinate in Urbe,<br />
Decreto N. 593/71/24 ipsius Congregationis die XX mensis Maii, a. D.<br />
MCMLXXI erecto et ex secundo et tertio cyclo coalescenti; necnon<br />
Studio Theologico Interreligioso Apulo,<br />
in civitate Barensi sito, Facultati Theologicæ olim Pontificii Athenæi<br />
“Antonianum” in Urbe inde a die XIII mensis Iunii, a. D. MCMLXXVIII<br />
affiliato; pariter<br />
erectum est in<br />
facultatem theologicam apulam<br />
Facta eidem potestatem academicos Baccalaureatus, Licentiæ atque<br />
Doctoratus in Theologia gradus iuxta academicam Ecclesiæ legem con-<br />
1
2<br />
ferendi; servatis LIV articulis Statutorum eiusdem Facultatis ab hac<br />
Congregatione approbatis; ceteris servatis de iure servandis, præsertim<br />
quæ in Constitutione Apostolica Sapientia christiana atque adnexis<br />
Ordinationibus ceterisque Apostolicæ Sedis documentis de Studiorum<br />
Universitatibus et Facultatibus Ecclesiasticis adimplenda præscribuntur;<br />
contrariis quibuslibet minime obstantibus;<br />
ea tamen lege ut<br />
unumquodque Institutum numerum necessarium professorum habeat,<br />
qui eidem sint proprii;<br />
Institutum Sancti Nicolai ex secundo et tertio cyclo constet;<br />
Studium Theologicum Interreligiosum Apulum primum solummodo<br />
cyclum habeat.<br />
Datum Romæ, ex ædibus eiusdem Congregationis, die IV mensis<br />
Martii, a. D. MMVI.<br />
Zenon Card. Grocholewski<br />
Præfectus<br />
✠ J. Michael Miller, c.s.b.<br />
a Secretis
CONGREGATIO<br />
DE INSTITUTIONE CATHOLICA<br />
(DE SEMINARIIS ATQUE STUDIORUM INSTITUTIS)<br />
N. 1213/05/7<br />
La Congregazione per l’Educazione Cattolica, visto il parere favorevole<br />
degli Ecc.mi Vescovi della Conferenza Episcopale Pugliese, che<br />
fanno riferimento al Pontificio Seminario Regionale Appulo “Pio XI” in<br />
Molfetta,<br />
nomina<br />
il Rev. do Mons. ANTONIO LADISA<br />
dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto<br />
Rettore ad sexsennium<br />
del Pontificio Seminario Regionale Appulo “Pio XI” in Molfetta.<br />
Tanto si comunica al suddetto sacerdote per sua conoscenza e norma.<br />
Roma, dal Palazzo della Congregazione per l’Educazione Cattolica, 27<br />
settembre 2005.<br />
il prefetto<br />
Zenon Card. Grocholewski<br />
il sotto-segretario<br />
Mons. A. Vincenzo Zani<br />
3
4<br />
Istruzione<br />
circa i criteri di discernimento vocazionale<br />
riguardo alle persone con tendenze omosessuali<br />
in vista della loro ammissione<br />
al Seminario e agli Ordini sacri<br />
Introduzione<br />
In continuità con l’insegnamento del Concilio Vaticano II e, in particolare,<br />
col decreto Optatam totius 1 sulla formazione sacerdotale, la Congregazione<br />
per l’Educazione Cattolica ha pubblicato diversi documenti<br />
per promuovere un’adeguata formazione integrale dei futuri sacerdoti,<br />
offrendo orientamenti e norme precise circa suoi diversi aspetti 2 . Nel<br />
1 Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto sulla formazione sacerdotale Optatam<br />
totius (28 ottobre 1965): AAS 58 (1966), 713-727.<br />
2 Cfr. Congregazione per l’Educazione Cattolica, Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis<br />
(6 gennaio 1970; edizione nuova, 19 marzo 1985); L’insegnamento della<br />
filosofia nei Seminari (20 gennaio 1972); Orientamenti educativi per la formazione<br />
al celibato sacerdotale (11 aprile 1974); Insegnamento del Diritto Canonico per gli<br />
aspiranti al sacerdozio (2 aprile 1975); La formazione teologica dei futuri sacerdoti<br />
(22 febbraio 1976); Epistula circularis de formatione vocationum adultarum (14 luglio<br />
1976); Istruzione sulla formazione liturgica nei Seminari (3 giugno 1979); Lettera<br />
circolare su alcuni aspetti più urgenti della formazione spirituale nei Seminari (6<br />
gennaio 1980); Orientamenti educativi sull’amore umano – Lineamenti di educazione<br />
sessuale (1 novembre 1983); La Pastorale della mobilità umana nella formazione dei<br />
futuri sacerdoti (25 gennaio 1986); Orientamenti per la formazione dei futuri sacerdoti<br />
circa gli strumenti della comunicazione sociale (19 marzo 1986); Lettera circolare<br />
riguardante gli studi sulle Chiese Orientali (6 gennaio 1987); La Vergine Maria nella<br />
formazione intellettuale e spirituale (25 marzo 1988); Orientamenti per lo studio e<br />
l’insegnamento della dottrina sociale della Chiesa nella formazione sacerdotale (30<br />
dicembre 1988); Istruzione sullo studio dei Padri della Chiesa nella formazione sacerdotale<br />
(10 novembre 1989); Direttive sulla preparazione degli educatori nei Seminari<br />
(4 novembre 1993); Direttive sulla formazione dei seminaristi circa i problemi<br />
relativi al matrimonio ed alla famiglia (19 marzo 1995); Istruzione alle Conferenze<br />
Episcopali circa l’ammissione in Seminario dei candidati provenienti da altri Seminari<br />
o Famiglie religiose (9 ottobre 1986 e 8 marzo 1996); Il periodo propedeutico<br />
(1 maggio 1998); Lettere circolari circa le norme canoniche relative alle irregolarità<br />
e agli impedimenti sia ad Ordines recipiendos, sia ad Ordines exercendos (27 luglio<br />
1992 e 2 febbraio 1999).
frattempo anche il Sinodo dei Vescovi del 1990 ha riflettuto sulla formazione<br />
dei sacerdoti nelle circostanze attuali, con l’intento di portare<br />
a compimento la dottrina conciliare su questo argomento e di renderla<br />
più esplicita ed incisiva nel mondo contemporaneo. In seguito a questo<br />
Sinodo, Giovanni Paolo II pubblicò l’Esortazione apostolica post-sinodale<br />
Pastores dabo vobis 3 .<br />
Alla luce di questo ricco insegnamento, la presente Istruzione non<br />
intende soffermarsi su tutte le questioni di ordine affettivo o sessuale<br />
che richiedono un attento discernimento durante l’intero periodo della<br />
formazione.<br />
Essa contiene norme circa una questione particolare, resa più urgente<br />
dalla situazione attuale, e cioè quella dell’ammissione o meno al Seminario<br />
e agli Ordini sacri dei candidati che hanno tendenze omosessuali<br />
profondamente radicate.<br />
1. Maturità affettiva e paternità spirituale<br />
Secondo la costante Tradizione della Chiesa, riceve validamente la<br />
sacra Ordinazione esclusivamente il battezzato di sesso maschile 4 . Per<br />
mezzo del sacramento dell’Ordine, lo Spirito Santo configura il candidato,<br />
ad un titolo nuovo e specifico, a Gesù Cristo: il sacerdote, infatti,<br />
rappresenta sacramentalmente Cristo, Capo, Pastore e Sposo della Chiesa<br />
5 . A causa di questa configurazione a Cristo, tutta la vita del ministro<br />
3 Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis (25<br />
marzo 1992): AAS 84 (1992), 657-864.<br />
4 Cfr. C.I.C., can. 1024 e C.C.E.O., can. 754; Giovanni Paolo II, Lettera apostolica<br />
Ordinatio sacerdotalis sull’Ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini<br />
(22 maggio 1994): AAS 86 (1994), 545-548.<br />
5 Cfr. Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto sul ministero e la vita dei presbiteri<br />
Presbyterorum ordinis (7 dicembre 1965), n. 2: AAS 58 (1966), 991-993; Pastores<br />
dabo vobis, n. 16: AAS 84 (1992), 681-682.<br />
Riguardo alla configurazione a Cristo, Sposo della Chiesa, la Pastores dabo vobis<br />
afferma: “Il sacerdote è chiamato ad essere immagine viva di Gesù Cristo Sposo della<br />
Chiesa […]. È chiamato, pertanto, nella sua vita spirituale a rivivere l’amore di Cristo<br />
Sposo nei riguardi della Chiesa Sposa. La sua vita dev’essere illuminata e orientata<br />
anche da questo tratto sponsale, che gli chiede di essere testimone dell’amore sponsale<br />
di Cristo” (n. 22): AAS 84 (1992), 691.
sacro deve essere animata dal dono di tutta la sua persona alla Chiesa e<br />
da un’autentica carità pastorale 6 .<br />
Il candidato al ministero ordinato, pertanto, deve raggiungere la maturità<br />
affettiva. Tale maturità lo renderà capace di porsi in una corretta<br />
relazione con uomini e donne, sviluppando in lui un vero senso della<br />
paternità spirituale nei confronti della comunità ecclesiale che gli sarà<br />
affidata 7 .<br />
2. L’omosessualità e il ministero ordinato<br />
Dal Concilio Vaticano II ad oggi, diversi documenti del Magistero – e<br />
specialmente il Catechismo della Chiesa Cattolica – hanno confermato<br />
l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità. Il Catechismo distingue<br />
fra gli atti omosessuali e le tendenze omosessuali.<br />
Riguardo agli atti, insegna che, nella Sacra Scrittura, essi vengono<br />
presentati come peccati gravi. La Tradizione li ha costantemente considerati<br />
come intrinsecamente immorali e contrari alla legge naturale.<br />
Essi, di conseguenza, non possono essere approvati in nessun caso.<br />
Per quanto concerne le tendenze omosessuali profondamente radicate,<br />
che si riscontrano in un certo numero di uomini e donne, sono anch’esse<br />
oggettivamente disordinate e sovente costituiscono, anche per<br />
loro, una prova. Tali persone devono essere accolte con rispetto e delicatezza;<br />
a loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione.<br />
Esse sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita<br />
e a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono<br />
incontrare 8 .<br />
6 Cfr. Presbyterorum ordinis, n. 14: AAS 58 (1966), 1013-1014; Pastores dabo vobis,<br />
n. 23: AAS 84 (1992), 691-694.<br />
7 Cfr. Congregazione per il Clero, Direttorio Dives Ecclesiae per il ministero e la vita<br />
dei presbiteri (31 marzo 1994), n. 58.<br />
8 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica (edizione tipica, 1997), nn. 2357-2358.<br />
Cfr. anche i diversi documenti della Congregazione per la Dottrina della Fede: Dichiarazione<br />
Persona humana su alcune questioni di etica sessuale (29 dicembre 1975);<br />
Lettera Homosexualitatis problema a tutti i Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura<br />
pastorale <strong>delle</strong> persone omosessuali (1 ottobre 1986); Alcune considerazioni concernenti<br />
la risposta a proposte di legge sulla non discriminazione <strong>delle</strong> persone omosessuali<br />
(23 luglio 1992); Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale <strong>delle</strong><br />
unioni tra persone omosessuali (3 giugno 2003).
Alla luce di tale insegnamento, questo Dicastero, d’intesa con la Congregazione<br />
per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ritiene<br />
necessario affermare chiaramente che la Chiesa, pur rispettando profondamente<br />
le persone in questione 9 , non può ammettere al Seminario e agli<br />
Ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze<br />
omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura<br />
gay 10 .<br />
Le suddette persone si trovano, infatti, in una situazione che ostacola<br />
gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne. Non sono<br />
affatto da trascurare le conseguenze negative che possono derivare<br />
dall’Ordinazione di persone con tendenze omosessuali profondamente<br />
radicate.<br />
Qualora, invece, si trattasse di tendenze omosessuali che fossero solo<br />
l’espressione di un problema transitorio, come, ad esempio, quello<br />
di un’adolescenza non ancora compiuta, esse devono comunque essere<br />
chiaramente superate almeno tre anni prima dell’Ordinazione diaconale.<br />
3. Il discernimento dell’idoneità dei candidati da parte della Chiesa<br />
Due sono gli aspetti indissociabili in ogni vocazione sacerdotale: il<br />
dono gratuito di Dio e la libertà responsabile dell’uomo. La vocazione<br />
è un dono della grazia divina, ricevuto tramite la Chiesa, nella Chiesa<br />
e per il servizio della Chiesa. Rispondendo alla chiamata di Dio, l’uomo<br />
si offre liberamente a Lui nell’amore 11 . Il solo desiderio di diventare<br />
sacerdote non è sufficiente e non esiste un diritto a ricevere la sacra Ordinazione.<br />
Compete alla Chiesa – nella sua responsabilità di definire i<br />
Riguardo all’inclinazione omosessuale, la Lettera Homosexualitatis problema afferma:<br />
“La particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé un<br />
peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento<br />
intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione<br />
stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata” (n. 3).<br />
9 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica (edizione tipica, 1997), n. 2358; cfr. anche<br />
C.I.C., can. 208 e C.C.E.O., can. 11.<br />
10 Cfr. Congregazione per l’Educazione Cattolica, A memorandum to Bishops seeking<br />
advice in matters concerning homosexuality and candidates for admission to Seminary<br />
(9 luglio 1985); Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,<br />
Lettera (16 maggio 2002): Notitiae 38 (2002), 586.<br />
11 Cfr. Pastores dabo vobis, nn. 35-36: AAS 84 (1992), 714-718.
equisiti necessari per la ricezione dei Sacramenti istituiti da Cristo – discernere<br />
l’idoneità di colui che desidera entrare nel Seminario 12 , accompagnarlo<br />
durante gli anni della formazione e chiamarlo agli Ordini sacri,<br />
se sia giudicato in possesso <strong>delle</strong> qualità richieste 13 .<br />
La formazione del futuro sacerdote deve articolare, in una complementarità<br />
essenziale, le quattro dimensioni della formazione: umana,<br />
spirituale, intellettuale e pastorale 14 . In questo contesto, bisogna rilevare<br />
la particolare importanza della formazione umana, fondamento necessario<br />
di tutta la formazione 15 . Per ammettere un candidato all’Ordinazione<br />
diaconale, la Chiesa deve verificare, tra l’altro, che sia stata raggiunta la<br />
maturità affettiva del candidato al sacerdozio 16 .<br />
La chiamata agli Ordini è responsabilità personale del Vescovo 17 o del<br />
12 Cfr. C.I.C., can. 241, § 1: “Il Vescovo diocesano ammetta al seminario maggiore<br />
soltanto coloro che, sulla base <strong>delle</strong> loro doti umane e morali, spirituali e intellettuali,<br />
della loro salute fisica e psichica e della loro retta intenzione, sono ritenuti idonei a<br />
consacrarsi per sempre ai ministeri sacri” e C.C.E.O., can. 342, § 1.<br />
13 Cfr. Optatam totius, n. 6: AAS 58 (1966), 717. Cfr. anche C.I.C., can. 1029: “Siano<br />
promossi agli ordini soltanto quelli che, per prudente giudizio del Vescovo proprio o<br />
del Superiore maggiore competente, tenuto conto di tutte le circostanze, hanno fede<br />
integra, sono mossi da retta intenzione, posseggono la scienza debita, godono buona<br />
stima, sono di integri costumi e di provate virtù e sono dotati di tutte quelle altre qualità<br />
fisiche e psichiche congruenti con l’ordine che deve essere ricevuto” e C.C.E.O.,<br />
can. 758.<br />
Non chiamare agli Ordini colui che non ha le qualità richieste non è una ingiusta discriminazione:<br />
cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Alcune considerazioni<br />
concernenti la risposta a proposte di legge sulla non discriminazione <strong>delle</strong> persone<br />
omosessuali.<br />
14 Cfr. Pastores dabo vobis, nn. 43-59: AAS 84 (1992), 731-762.<br />
15 Cfr. ibid., n. 43: “Il presbitero, chiamato ad essere immagine viva di Gesù Cristo<br />
Capo e Pastore della Chiesa, deve cercare di riflettere in sé, nella misura del possibile,<br />
quella perfezione umana che risplende nel Figlio di Dio fatto uomo e che traspare con<br />
singolare efficacia nei suoi atteggiamenti verso gli altri”: AAS 84 (1992), 732.<br />
16 Cfr. ibid., nn. 44 e 50: AAS 84 (1992), 733-736 e 746-748. Cfr. anche: Congregazione<br />
per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Carta circular Entre las más<br />
delicadas a los Exc.mos y Rev.mos Señores Obispos diocesanos y demás Ordinarios<br />
canónicamente facultados para llamar a las Sagradas Ordenes, sobre Los escrutinios<br />
acerca de la idoneidad de los candidatos (10 novembre 1997): Notitiae 33 (1997),<br />
495-506, particolarmente l’Allegato V.<br />
17 Cfr. Congregazione per i Vescovi, Direttorio per il Ministero pastorale dei Vescovi<br />
Apostolorum Successores (22 febbraio 2004), n. 88.
Superiore Maggiore. Tenendo presente il parere di coloro ai quali hanno<br />
affidato la responsabilità della formazione, il Vescovo o il Superiore<br />
Maggiore, prima di ammettere all’Ordinazione il candidato, devono<br />
pervenire ad un giudizio moralmente certo sulle sue qualità. Nel caso di<br />
un dubbio serio al riguardo, non devono ammetterlo all’Ordinazione 18 .<br />
Il discernimento della vocazione e della maturità del candidato è anche<br />
un grave compito del rettore e degli altri formatori del Seminario.<br />
Prima di ogni Ordinazione, il rettore deve esprimere un suo giudizio sulle<br />
qualità del candidato richieste dalla Chiesa 19 .<br />
Nel discernimento dell’idoneità all’Ordinazione, spetta al direttore<br />
spirituale un compito importante. Pur essendo vincolato dal segreto, egli<br />
rappresenta la Chiesa nel foro interno. Nei colloqui con il candidato, il<br />
direttore spirituale deve segnatamente ricordare le esigenze della Chiesa<br />
circa la castità sacerdotale e la maturità affettiva specifica del sacerdote,<br />
nonché aiutarlo a discernere se abbia le qualità necessarie 20 . Egli ha<br />
l’obbligo di valutare tutte le qualità della personalità ed accertarsi che<br />
il candidato non presenti disturbi sessuali incompatibili col sacerdozio.<br />
Se un candidato pratica l’omosessualità o presenta tendenze omosessuali<br />
profondamente radicate, il suo direttore spirituale, così come il suo<br />
confessore, hanno il dovere di dissuaderlo, in coscienza, dal procedere<br />
verso l’Ordinazione.<br />
Rimane inteso che il candidato stesso è il primo responsabile della<br />
propria formazione 21 . Egli deve offrirsi con fiducia al discernimento della<br />
Chiesa, del Vescovo che chiama agli Ordini, del rettore del Seminario,<br />
del direttore spirituale e degli altri educatori del Seminario ai quali il<br />
Vescovo o il Superiore Maggiore hanno affidato il compito di formare i<br />
futuri sacerdoti. Sarebbe gravemente disonesto che un candidato occul-<br />
18 Cfr. C.I.C., can. 1052, § 3: “Se […] il Vescovo per precise ragioni dubita che il<br />
candidato sia idoneo a ricevere gli ordini, non lo promuova”. Cfr. anche C.C.E.O.,<br />
can. 770.<br />
19 Cfr. C.I.C., can. 1051: “Per quanto riguarda lo scrutinio circa le qualità richieste nell’ordinando<br />
[…] vi sia l’attestato del rettore del seminario o della casa di formazione,<br />
sulle qualità per ricevere l’ordine, vale a dire la sua retta dottrina, la pietà genuina,<br />
i buoni costumi, l’attitudine ad esercitare il ministero; ed inoltre, dopo una diligente<br />
indagine, un documento sul suo stato di salute sia fisica sia psichica”.<br />
20 Cfr. Pastores dabo vobis, nn. 50 e 66: AAS 84 (1992), 746-748 e 772-774. Cfr. anche<br />
Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis, n. 48.<br />
21 Cfr. Pastores dabo vobis, n. 69: AAS 84 (1992), 778.
0<br />
tasse la propria omosessualità per accedere, nonostante tutto, all’Ordinazione.<br />
Un atteggiamento così inautentico non corrisponde allo spirito<br />
di verità, di lealtà e di disponibilità che deve caratterizzare la personalità<br />
di colui che ritiene di essere chiamato a servire Cristo e la sua Chiesa nel<br />
ministero sacerdotale.<br />
Conclusione<br />
Questa Congregazione ribadisce la necessità che i Vescovi, i Superiori<br />
Maggiori e tutti i responsabili interessati compiano un attento discernimento<br />
circa l’idoneità dei candidati agli Ordini sacri, dall’ammissione<br />
nel Seminario fino all’Ordinazione. Questo discernimento deve essere<br />
fatto alla luce di una concezione del sacerdozio ministeriale in concordanza<br />
con l’insegnamento della Chiesa.<br />
I Vescovi, le Conferenze Episcopali e i Superiori Maggiori vigilino<br />
perché le norme di questa Istruzione siano osservate fedelmente per il<br />
bene dei candidati stessi e per garantire sempre alla Chiesa dei sacerdoti<br />
idonei, veri pastori secondo il cuore di Cristo.<br />
Il Sommo Pontefice Benedetto XVI, in data 31 agosto 2005, ha approvato<br />
la presente Istruzione e ne ha ordinato la pubblicazione.<br />
Roma, il 4 novembre 2005, Memoria di S. Carlo Borromeo, Patrono dei<br />
Seminari.<br />
Zenon Card. Grocholewski<br />
Prefetto<br />
✠ J. Michael Miller, c.s.b.<br />
Arciv. tit. di Vertara<br />
Segretario
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE<br />
Nota circa il Ministro del Sacramento<br />
dell’Unzione degli Infermi<br />
Il Codice di Diritto Canonico nel can. 1003 1 (cfr anche can. 739 1 del<br />
Codice dei Canoni <strong>delle</strong> Chiese Orientali) riprende esattamente la dottrina<br />
espressa dal Concilio Tridentino (Sessio XIV, can. 4: DS 1719; cfr<br />
anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1516), secondo la quale<br />
soltanto i sacerdoti (Vescovi e presbiteri) sono Ministri del Sacramento<br />
dell’Unzione degli Infermi.<br />
Questa dottrina è definitive tenenda. Né diaconi né laici perciò possono<br />
esercitare detto ministero e qualsiasi azione in questo senso costituisce<br />
simulazione del sacramento.<br />
Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’11<br />
febbraio 2005, nella memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes.<br />
* * *<br />
Lettera accompagnatoria<br />
Agli Em.mi ed Ecc.mi<br />
Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali,<br />
Joseph Card. Ratzinger<br />
Prefetto<br />
Angelo Amato, S.D.B.<br />
Arcivescovo titolare di Sila<br />
Segretario<br />
in questi ultimi anni sono pervenute alla Congregazione per la Dottrina<br />
della Fede varie domande circa il Ministro del Sacramento dell’Unzione<br />
degli Infermi.<br />
Al riguardo questo Dicastero ritiene opportuno inviare a tutti i Pastori<br />
della Chiesa Cattolica l’acclusa Nota circa il Ministro del Sacramento<br />
dell’Unzione degli Infermi (cfr Allegato 1).<br />
1
2<br />
Per Sua utilità si trasmette anche un appunto sintetico sulla storia della<br />
dottrina al riguardo, preparato da un Esperto in materia (cfr Allegato 2).<br />
Nel comunicarLe quanto sopra, profitto della circostanza per porger-<br />
Le distinti ossequi e confermarmi<br />
dev.mo<br />
Joseph Card. Ratzinger<br />
Prefetto<br />
* * *<br />
Commento<br />
In questi ultimi decenni si sono manifestate <strong>delle</strong> tendenze teologiche<br />
che mettono in dubbio la dottrina della Chiesa secondo cui il Ministro<br />
del Sacramento dell’Unzione degli Infermi “est omnis et solus sacerdos”.<br />
Il tema viene affrontato in prevalenza dal punto di vista pastorale,<br />
specialmente tenendo conto di quelle regioni in cui la scarsità di sacerdoti<br />
rende difficile l’amministrazione tempestiva del Sacramento, mentre<br />
tale difficoltà potrebbe essere risolta se i diaconi permanenti e anche<br />
laici qualificati potessero essere deputati Ministri del Sacramento.<br />
La Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede intende richiamare<br />
l’attenzione su queste tendenze, per prevenire il pericolo che<br />
ci siano dei tentativi di metterle in pratica, in detrimento della fede e con<br />
grave danno spirituale degli infermi che si vogliono aiutare.<br />
La teologia cattolica ha visto nella Lettera di Giacomo (vv. 5, 14-15) il<br />
fondamento biblico per il Sacramento dell’Unzione degli Infermi. L’Autore<br />
della lettera dopo aver dato vari consigli riguardanti la vita cristiana,<br />
offre anche una norma per gli ammalati: “Chi è malato, chiami a sé i presbiteri<br />
della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome<br />
del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo<br />
rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati”. In questo testo,<br />
la Chiesa, sotto l’azione dello Spirito Santo, ha individuato nel corso dei<br />
secoli gli elementi essenziali del Sacramento dell’Unzione degli Infermi,<br />
che il Concilio di Trento (Sess. XIV, capp. 1-3, cann. 1-4: DS 1695-1700,<br />
1716-1719) propone in forma sistematica:a) soggetto: il fedele gravemente<br />
ammalato; b) ministro: “omnis et solus sacerdos”; c) materia: l’unzione<br />
con l’olio benedetto; d) forma: la preghiera del ministro; e) effetti: grazia<br />
salvifica, perdono dei peccati, sollievo dell’infermo.
Prescindendo ora dagli altri aspetti, interessa qui sottolineare il dato<br />
dottrinale relativo al Ministro del Sacramento, al quale esclusivamente<br />
si riferisce la Nota della Congregazione.<br />
Le parole greche della Lettera di Giacomo (5, 14), che la Vulgata traduce<br />
“presbyteros Ecclesiae”, in consonanza con la tradizione, non possono<br />
riferirsi agli anziani per età della comunità, ma a quella categoria<br />
particolare di fedeli che, per l’imposizione <strong>delle</strong> mani, lo Spirito Santo<br />
aveva posto a pascere la Chiesa di Dio.<br />
Il primo documento del Magistero che parla in modo esplicito dell’Unzione<br />
degli Infermi è una lettera di Papa Innocenzo I a Decenzio,<br />
Vescovo di Gubbio (19 marzo 416). Il Papa, commentando le parole della<br />
Lettera di Giacomo, in reazione all’interpretazione, secondo cui solo i<br />
presbiteri sarebbero Ministri del Sacramento ad esclusione dei Vescovi,<br />
respinge questa limitazione, affermando che Ministri del Sacramento<br />
sono i presbiteri, ma anche il Vescovo (cfr DS 216). La lettera di Papa<br />
Innocenzo I, come anche le altre testimonianze del primo millennio<br />
(Cesario di Arles, Beda il Venerabile), non forniscono comunque alcuna<br />
prova della possibilità di introdurre Ministri non sacerdoti per il Sacramento<br />
dell’Unzione degli Infermi.<br />
Nel Magistero e nella legislazione posteriori fino al Concilio di Trento<br />
si trovano i seguenti dati: Graziano nel suo Decretum (circa anno 1140)<br />
raccoglie quasi letteralmente la parte dispositiva della summenzionata<br />
lettera di Innocenzo I (parte 1, dist. 95, can. 3). Poi nelle Decretali di<br />
Gregorio IX viene inserita una Decretale di Alessandro III (1159-1164)<br />
nella quale risponde affermativamente alla domanda se il sacerdote può<br />
amministrare il Sacramento dell’Unzione degli Infermi stando del tutto<br />
solo, senza la presenza di un altro chierico o di un laico (X 5, 40, 14).<br />
Infine il Concilio di Firenze nella Bolla Exsultate Deo (22 novembre<br />
1439) afferma come verità del tutto pacifica che “il Ministro di questo<br />
Sacramento è il sacerdote” (DS 1325).<br />
L’insegnamento del Concilio di Trento prende posizione in relazione<br />
alla contestazione dei Riformatori, secondo i quali l’Unzione degli<br />
Infermi non sarebbe un sacramento ma una invenzione umana e i “presbiteri”<br />
di cui si parla nella Lettera di Giacomo non sarebbero i sacerdoti<br />
ordinati ma gli anziani della comunità.<br />
Il Concilio espone ampiamente la dottrina cattolica al riguardo (Sess.<br />
XIV, cap. 3: DS 1697-1700) e anatematizza coloro che negano che l’Unzione<br />
degli Infermi sia uno dei sette Sacramenti (ibid., can. 1: DS 1716)<br />
3
4<br />
e che il Ministro di questo Sacramento sia solo il sacerdote (ibid., can. 4:<br />
DS 1719).<br />
Dal Concilio di Trento alla codificazione del 1917 ci sono soltanto<br />
due interventi del Magistero che riguardano in qualche modo il presente<br />
argomento. Si tratta della Costituzione Apostolica Etsi pastoralis (26<br />
maggio 1742, cfr 5, n. 3: DS 2524) e della Enciclica Ex quo primum (1<br />
marzo 1756) di Benedetto XIV. Nel primo documento si danno norme<br />
in materia liturgica sui rapporti fra i latini e i cattolici orientali giunti nel<br />
Sud d’Italia, fuggendo dalle persecuzioni; mentre nel secondo si approva<br />
e commenta l’Eucologio (Rituale) degli orientali rientrati nella piena<br />
comunione con la Sede Apostolica 1 . Quanto al Sacramento dell’Unzione<br />
degli Infermi si suppone come verità pacificamente acquisita che il ministro<br />
del sacramento sia “omnis et solus sacerdos”.<br />
La dottrina tradizionale, espressa dal Concilio di Trento sul Ministro<br />
del Sacramento dell’Unzione degli Infermi, venne codificata nel Codice<br />
di Diritto Canonico promulgato nell’anno 1917 (can. 938 1) e ripetuta<br />
quasi con le stesse parole nel Codice di Diritto Canonico promulgato nel<br />
1983 (can. 1003 1) e nel Codice dei Canoni <strong>delle</strong> Chiese Orientali del<br />
1990 (can. 739 1).<br />
Tutti i Rituali del sacramento dell’Unzione degli Infermi d’altra parte<br />
hanno sempre presupposto che il Ministro del Sacramento sia un Vescovo<br />
o un sacerdote (cfr Ordo Unctionis Infirmorum eorumque pastoralis<br />
curae, Editio typica, Typis Polyglottis Vaticanis 1972, Praenotanda, nn.<br />
5. 16-19). Perciò non hanno mai contemplato la possibilità che il ministro<br />
sia un diacono oppure un laico.<br />
La dottrina secondo cui il ministro del sacramento dell’Unzione degli<br />
Infermi “est omnis et solus sacerdos” gode di tale grado di certezza teologica<br />
che deve essere qualificata come dottrina “definitive tenenda”. Il Sacramento<br />
è invalido se un diacono o un laico tenta di amministrarlo. Tale<br />
azione costituirebbe un delitto di simulazione nell’amministrazione del Sacramento,<br />
punibile a norma del can. 1379 CIC (cfr can. 1443 CCEO).<br />
In conclusione sarà infatti opportuno ricordare che il sacerdote, per il<br />
Sacramento che ha ricevuto, rende presente in un modo tutto particolare<br />
il Signore Gesù Cristo, Capo della Chiesa.<br />
1 Si nota che anche gli Ortodossi ritengono che Ministro dell’Unzione sia solamente<br />
il Vescovo o il presbitero.
Nell’amministrazione dei sacramenti egli agisce in persona Christi<br />
Capitis e in persona Ecclesiae. Colui che opera in questo Sacramento è<br />
Gesù Cristo, il sacerdote è lo strumento vivo e visibile. Egli rappresenta<br />
e rende presente Cristo in modo speciale, per cui questo Sacramento ha<br />
una particolare dignità ed efficacia rispetto ad un sacramentale: cosicché,<br />
come dice la Parola ispirata circa l’Unzione degli Infermi, “il Signore lo<br />
rialzerà” (Gc 5, 15). Il sacerdote agisce inoltre in persona Ecclesiae.<br />
I “presbiteri della Chiesa” raccolgono nella loro preghiera (Gc 5, 14)<br />
la preghiera di tutta quanta la Chiesa; come dice Tommaso d’Aquino a<br />
questo proposito: “oratio illa non fit a sacerdote in persona sua [...], sed<br />
fit in persona totius Ecclesiae” (Summa Theologiae, Supplementum, q.<br />
31, a. 1, ad 1). Una tale preghiera trova esaudimento.
PENITENZIERIA APOSTOLICA<br />
Indulgenza plenaria<br />
concessa in occasione<br />
del quarantesimo anniversario<br />
della conclusione del Concilio Vaticano II<br />
Le opere meravigliose e i benefici di Dio verso il suo popolo devono<br />
sempre essere ricordati con rendimento di grazie, e ciò in special modo<br />
in quei giorni di festa anniversari di eventi che sono stati della massima<br />
importanza per la vita della Chiesa.<br />
Ora è vicino l’8 Dicembre, giorno sacro all’Immacolata Concezione<br />
della B. Vergine Maria, nel quale si compiranno quarant’anni da quando<br />
il Servo di Dio Paolo VI, Sommo Pontefice, che già aveva proclamato<br />
la Vergine Maria Madre della Chiesa, chiudendo il Concilio Ecumenico<br />
Vaticano Secondo, dedicava grandi lodi alla Madonna, la quale, in quanto<br />
Madre di Cristo, è Madre di Dio ed è Madre spirituale di tutti noi.<br />
In questa solennità il Sommo Pontefice Benedetto XVI, quando a Roma<br />
renderà pubblico omaggio di lode alla Vergine Immacolata, desidera<br />
vivamente che tutta la Chiesa si unisca col cuore a Lui affinché i fedeli<br />
tutti, uniti nel nome della Madre comune, siano ognor più rafforzati nella<br />
Fede, aderiscano con maggiore dedizione a Cristo e amino i fratelli con<br />
più fervente carità: da qui provengono, come ha insegnato con grande<br />
sapienza il Concilio Vaticano II, le opere di misericordia verso gli indigenti,<br />
l’osservanza della giustizia, la tutela e la ricerca della pace.<br />
Perciò il Beatissimo Padre, al quale sta molto a cuore che aumentino<br />
l’amore e la fiducia dei fedeli verso la Vergine Madre di Dio e che la loro<br />
vita, con l’aiuto e con l’esempio di santità di Lei, si conformi fedelmente<br />
ai sapienti insegnamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, nella<br />
comunione gerarchica con Lui e con i propri Vescovi, ha benevolmente<br />
concesso il dono dell’Indulgenza plenaria, ottenibile alle solite condizioni<br />
(Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera<br />
secondo le intenzioni dello stesso Sommo Pontefice), con l’animo totalmente<br />
distaccato dall’affetto verso qualunque peccato, nella prossima<br />
solennità dell’Immacolata Concezione, dai fedeli, se parteciperanno ad<br />
un sacro rito in onore della stessa, o almeno offriranno un’aperta testimonianza<br />
di devozione mariana davanti ad una immagine della Madon-
na Immacolata esposta alla pubblica venerazione, aggiungendo la recita<br />
del Padre Nostro e del Credo e una qualche invocazione all’Immacolata<br />
(ad es. «Tutta bella sei, Maria, e in te non c’è macchia originale», «Regina,<br />
concepita senza peccato originale, prega per noi»).<br />
Infine anche i fedeli, impediti per infermità o per altra giusta causa,<br />
nel medesimo giorno potranno ottenere lo stesso dono dell’Indulgenza<br />
plenaria in casa propria o dovunque si trovino, purché, con l’animo<br />
distaccato da ogni peccato e con il proposito di compiere le suddette<br />
condizioni, appena sarà loro possibile, si uniscano nello spirito e nel desiderio<br />
alle intenzioni del Sommo Pontefice in preghiere alla Madonna<br />
Immacolata e recitino il Padre nostro e il Credo.<br />
Il presente Decreto ha vigore per questa volta soltanto. Nonostante<br />
qualunque contraria disposizione.<br />
Dato a Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 18 Novembre<br />
2005, nella Dedicazione <strong>delle</strong> basiliche dei SS. Pietro e Paolo, apostoli.<br />
✠ James Francis Card. Stafford<br />
Penitenziere Maggiore<br />
Gianfranco Girotti, OFM Conv.<br />
Reggente
PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI<br />
N. 1850/05/COM-8/2<br />
Eccellenza Reverendissima,<br />
Vaticano, 19 settembre 2005<br />
ripensando allo scorso agosto, non possiamo non ricordare con stupore<br />
e ammirazione quanto abbiamo vissuto a Colonia in occasione della<br />
XX Giornata Mondiale della Gioventù. Miriadi di giovani pellegrini<br />
sono venuti da tutto il mondo per rendere visibile la loro unità con la<br />
Chiesa di Cristo; sono venuti a ricevere il sacramento della Riconciliazione<br />
e dell’Eucaristia; sono venuti ad adorare il Signore sulla scia dei<br />
Magi e <strong>delle</strong> schiere di santi che hanno speso la propria vita nella costante<br />
ricerca di Dio e della verità; sono venuti, hanno ascoltato, hanno dato<br />
testimonianza pubblica, seria e gioiosa, della loro fede.<br />
È proprio questo aspetto della Giornata Mondiale che il Santo Padre<br />
ha voluto sottolineare nel suo incontro con i vescovi a Colonia: “Non<br />
solo noi abbiamo fatto la nostra parte nel miglior modo possibile, ma<br />
anche i giovani con le loro domande, con la loro speranza, con la loro<br />
gioia nella fede, con il loro entusiasmo nel rinnovare la Chiesa, ci hanno<br />
donato qualcosa. Di questa reciprocità siamo grati e speriamo che essa<br />
perduri, che cioè i giovani con le loro domande, la loro fede e la loro<br />
gioia nella fede continuino a essere per noi una provocazione a vincere<br />
pavidità e stanchezza e ci spingano, a nostra volta, con l’esperienza della<br />
fede che ci viene donata, con l’esperienza del ministero pastorale, con<br />
la grazia del Sacramento in cui ci troviamo, a indicare loro la strada...”<br />
(Discorso di Sua Santità Benedetto XVI ai vescovi della Germania, Seminario<br />
di Colonia, Domenica 21 agosto 2005).<br />
A nome di tutti questi giovani e del Pontificio Consiglio per i Laici<br />
desideriamo quindi esprimerLe, Eccellenza, un ringraziamento vivissimo<br />
per aver accettato di essere “catechista” condividendo con loro il
Suo tempo e la Sua saggezza, con disponibilità e generosità, superando<br />
anche le indubbie difficoltà logistiche che purtroppo si sono verificate.<br />
Grazie di cuore per la Sua preziosa collaborazione a questa “grande impresa”<br />
che si presenta allo stesso tempo come una grande sfida: passare<br />
la fiaccola della fede alle prossime generazioni. Preghiamo il Signore<br />
affinché i giovani al loro ritorno siano capaci di trasmettere ai loro coetanei<br />
l’esperienza vissuta e le conoscenze acquisite, realizzando così<br />
uno degli scopi più importanti della GMG, che è quello di portare frutto<br />
al più vasto numero possibile di giovani in tutto il mondo.<br />
AugurandoLe una proficua ripresa <strong>delle</strong> attività pastorali, profittiamo<br />
volentieri della circostanza per rinnovare a Vostra Eccellenza<br />
l’espressione della nostra stima più sincera.<br />
✠ Josef Clemens ✠ Stanisław Ryłko<br />
Segretario Presidente<br />
_________________________<br />
S.E.R. Mons. Mario PACIELLO<br />
Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti
100<br />
DOCUMENTI DELLA SANTA SEDE<br />
ANNO 2005<br />
Giovanni Paolo II<br />
• Lettera Apostolica Il rapido sviluppo ai responsabili <strong>delle</strong> comunicazioni<br />
sociali (24 gennaio 2005)<br />
Benedetto XVI<br />
• Lettera Enciclica Deus caritas est sull’amore cristiano (25 dicembre<br />
2005)
Conferenza<br />
Episcopale<br />
Italiana
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - rosone.
Accordo<br />
tra il Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici<br />
del Ministero per i beni e le attività culturali<br />
e l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici<br />
della Conferenza Episcopale Italiana<br />
relativo alle procedure informatizzate<br />
utilizzate dagli enti ecclesiastici<br />
per la richiesta di verifica dell’interesse culturale<br />
dei beni immobili<br />
L’entrata in vigore (10 maggio 2004) del Codice dei beni culturali e<br />
del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137<br />
(decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) ha parzialmente innovato<br />
le procedure per la verifica dell’interesse culturale dei beni immobili di<br />
proprietà di enti ecclesiastici, che siano opera di autore non più vivente<br />
e la cui esecuzione risalga a oltre cinquanta anni. Tale verifica (cfr<br />
art. 12) costituisce l’indispensabile premessa all’eventuale alienazione<br />
degli immobili, dal momento che la sua omissione comporta conseguenze<br />
penali a carico del legale rappresentante dell’ente. L’autorizzazione<br />
all’alienazione è rilasciata dalle Direzioni regionali del Ministero per i<br />
beni e le attività culturali.<br />
Il 25 gennaio 2005 è stato firmato il decreto ministeriale che fissa i<br />
criteri e le modalità per la verifica dell’interesse culturale dei beni di<br />
proprietà <strong>delle</strong> persone giuridiche private senza fine di lucro (fra cui<br />
rientrano per definizione gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti).<br />
Il decreto è stato pubblicato nella “Gazzetta Ufficiale” del 4 febbraio<br />
2005, n. 28, ed è entrato in vigore il giorno successivo.<br />
Al fine di facilitare l’inoltro e il disbrigo <strong>delle</strong> pratiche da parte degli<br />
enti ecclesiastici e di fornire parametri comuni in vista della predisposizione<br />
degli accordi regionali, il Dipartimento per i beni culturali<br />
e paesaggistici del Ministero e l’ufficio Nazionale per i beni culturali<br />
ecclesiastici della CEI hanno predisposto l’Accordo relativo alle procedure<br />
informatizzate utilizzate dagli enti ecclesiastici per la richiesta<br />
di verifica dell’interesse culturale dei beni immobili, di seguito pubblicato.<br />
Tale accordo intende agevolare il rispetto puntuale dei termini del<br />
procedimento di verifica, nella consapevolezza, condivisa tanto dagli<br />
103
104<br />
organi ministeriali quanto dai soggetti ecclesiastici, che l’eccessivo<br />
protrarsi dei tempi della verifica costituirebbe per gli enti ecclesiastici<br />
un indebito gravame, limitando di fatto la libera disponibilità del patrimonio<br />
immobiliare.<br />
La parte ministeriale, per esigenze di uniformità e di semplificazione<br />
operativa, ha chiesto ai diversi soggetti ecclesiastici di stipulare un unico<br />
accordo applicabile a tutti gli enti ecclesiastici operanti sul territorio<br />
italiano, a prescindere dalle peculiarità canoniche dei medesimi, e di<br />
definire un unico canale, a livello diocesano e regionale, per l’introduzione<br />
<strong>delle</strong> istanze. Aderendo a questa richiesta, la Conferenza Italiana<br />
Superiori Maggiori, l’Unione Superiore Maggiori d’Italia e la Conferenza<br />
Italiana Istituti Secolari hanno convenuto di demandare alla CEI<br />
la sottoscrizione dell’accordo e di accettarne le modalità operative,<br />
senza che ciò implichi l’affievolimento dell’autonomia legittima degli<br />
istituti di vita consacrata.<br />
L’accordo, che ha carattere sperimentale e si applicherà per un anno,<br />
prevede che i Direttori regionali del Ministero sottoscrivano con i<br />
Presidenti <strong>delle</strong> corrispondenti Conferenze Episcopali Regionali ulteriori<br />
accordi locali relativi alla quantità, ai criteri di priorità e alla periodicità<br />
dell’invio <strong>delle</strong> richieste per la verifica dell’interesse culturale<br />
dei beni immobili degli enti ecclesiastici che insistono sul territorio di<br />
loro competenza.<br />
Il Capo Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici<br />
del Ministero per i beni e le attività culturali<br />
e<br />
il Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici<br />
della Conferenza Episcopale Italiana,<br />
previa autorizzazione del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana<br />
dell’8 febbraio 2005<br />
visto il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, “Codice per i beni<br />
culturali ed il paesaggio, ai sensi dell’art. 10 della legge 6 luglio 2002, n.<br />
137”, e in particolare l’art. 12 del medesimo decreto legislativo;<br />
visto il decreto ministeriale 25 gennaio 2005 recante “Criteri e modalità<br />
per la verifica dell’interesse culturale dei beni immobili appartenenti
a persone giuridiche private senza fine di lucro, ai sensi dell’art 12 del<br />
d. lgs. 22.01.2004, n. 42”;<br />
vista l’intesa del 26 gennaio 2005 tra il Ministro per i beni e le attività<br />
culturali e il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana relativa<br />
alla tutela dei beni culturali d’interesse religioso appartenenti a enti e<br />
istituzioni ecclesiastiche;<br />
visto il sistema informativo per la verifica dell’interesse culturale attivato<br />
dal Ministero per i beni e le attività culturali, accessibile al sito<br />
internet www.benitutelati.it;<br />
convengono quanto segue:<br />
1. I Direttori regionali del Ministero per i beni e le attività culturali (di<br />
seguito denominato “Ministero”) sottoscrivono con i Presidenti <strong>delle</strong><br />
Conferenze episcopali regionali – previa loro intesa con i Vescovi<br />
diocesani della Regione ecclesiastica, i Superiori Maggiori degli Istituti<br />
di vita consacrata e <strong>delle</strong> Società di vita apostolica di diritto pontificio<br />
maschili e femminili della propria Regione ecclesiastica o <strong>delle</strong><br />
loro articolazioni site nel territorio della medesima Regione – accordi<br />
relativi alla quantità, ai criteri di priorità e alla periodicità dell’invio<br />
<strong>delle</strong> richieste per la verifica dell’interesse culturale dei beni immobili<br />
degli enti ecclesiastici siti nel territorio di propria competenza.<br />
2. Le Curie diocesane, nel predisporre le richieste per la verifica dell’interesse<br />
culturale dei beni immobili degli enti ecclesiastici siti nel proprio<br />
territorio, utilizzano il software appositamente preparato dalla Conferenza<br />
Episcopale Italiana (di seguito denominata “CEI”), nel quale inseriscono<br />
i dati identificativi e descrittivi dei beni Oggetto di verifica,<br />
conformemente al tracciato disposto dall’allegato A del decreto ministeriale<br />
del 25 gennaio 2005. Esclusivamente per quanto concerne il<br />
procedimento di verifica dell’interesse culturale degli edifici di culto, la<br />
documentazione fotografica è limitata a due scatti (interno ed esterno).<br />
3. Le Curie diocesane, stampate le schede descrittive dei beni tramite il<br />
software della CEI, inviano la documentazione in formato cartaceo<br />
ed elettronico, unitamente alla richiesta di verifica, all’incaricato per<br />
10
10<br />
i beni culturali della Conferenza episcopale regionale. L’incaricato<br />
regionale, entro la prima settimana del mese, provvede ad inviare al<br />
Ministero - Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici la documentazione<br />
in formato elettronico; provvede inoltre nel medesimo<br />
tempo ad inviare la documentazione cartacea alle Direzioni regionali<br />
e contestualmente, per conoscenza, alle competenti Soprintendenze<br />
con modalità che prevedano l’avviso di ricevimento.<br />
4. Il Ministero fornisce a ciascuna Curia diocesana una password di accesso<br />
in sola lettura al sistema informativo, al fine di conoscere lo<br />
stato di avanzamento <strong>delle</strong> procedure di verifica dell’interesse culturale<br />
dei beni di propria pertinenza.<br />
5. Il Ministero concede alle Conferenze episcopali regionali le password<br />
di accesso al sistema informativo per le richieste di verifica<br />
inviate dalle Curie diocesane del rispettivo territorio.<br />
6. Il Ministero concede alla CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali<br />
ecclesiastici una password di accesso in sola lettura al sistema informativo,<br />
al fine di conoscere lo stato di avanzamento della procedura di<br />
verifica dell’interesse culturale di tutti gli enti ecclesiastici italiani.<br />
7. Il Ministero garantisce alla Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori<br />
e all’Unione Superiore Maggiori d’Italia l’accesso in sola lettura<br />
al sistema informativo attraverso apposite password relative agli<br />
enti ecclesiastici di loro pertinenza.<br />
8. Il presente Accordo si applica ad experimentum per un anno dalla<br />
data della sottoscrizione.<br />
9. Entro trenta giorni dalla stipula del presente atto le parti si impegnano ad<br />
emanare una circolare esplicativa per quanto di propria competenza.<br />
Roma, 8 marzo 2005<br />
Il Direttore dell’Ufficio Nazionale Il Capo Dipartimento<br />
per i beni culturali ecclesiastici per i beni culturali e paesaggistici<br />
Mons. Giancarlo Santi Arch. Roberto Cecchi
Giornata nazionale <strong>delle</strong> migrazioni<br />
15 gennaio 2006<br />
Fino alla scorso anno la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato<br />
veniva celebrata nelle diverse nazioni in date differenti. L’auspicio<br />
di una data unica fu formulato in occasione dell’Assemblea plenaria<br />
del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti<br />
(maggio 2004). Tale auspicio fu accolto dal Papa che fissò come data<br />
per tale celebrazione la seconda domenica dopo l’Epifania nelle Chiese<br />
dove tale solennità è celebrata il 6 gennaio (cfr Lettera del Card. Stephen<br />
Fumio Hamao ai Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali).<br />
Il Consiglio Episcopale Permanente della CEI, nella recente sessione<br />
invernale (Bari, 17-20 gennaio 2005), in conformità alla decisione<br />
pontificia, ha stabilito che la Giornata nazionale <strong>delle</strong> migrazioni abbia<br />
luogo ogni anno nella seconda domenica dopo l’Epifania (cfr Lettera<br />
del Card. Camillo Ruini al Card. Fumio Hamao).<br />
Per dare attuazione alla determinazione del Consiglio Episcopale<br />
Permanente, in conseguenza del breve intervallo di tempo che sarebbe<br />
intercorso tra la celebrazione del 2005 secondo la data fin qui determinata<br />
(20 novembre) e la data della celebrazione per il 2006 (15 gennaio),<br />
il Consiglio dei Direttori Nazionali della Fondazione “Migrantes”, nella<br />
riunione del 2 febbraio 2005, ha approvato le seguenti indicazioni:<br />
– La Giornata nazionale <strong>delle</strong> migrazioni nell’anno 2005 non sarà celebrata.<br />
– La prossima Giornata si celebrerà in tutte le Chiese locali domenica<br />
15 gennaio 2006.<br />
– Negli anni successivi la Giornata sarà celebrata la seconda domenica<br />
dopo l’Epifania.<br />
– Il tema della Giornata sarà quello indicato nel Messaggio papale, specificato<br />
con un sottotitolo appropriato alla situazione italiana.<br />
– Il mese di novembre sarà dedicato alla sensibilizzazione verso la pastorale<br />
migratoria su tutto il territorio nazionale, che culminerà con<br />
la celebrazione di una “Settimana di impegno” (prima dell’Avvento)<br />
in una regione scelta ogni anno dalla Commissione Episcopale per le<br />
10
10<br />
migrazioni, in vista di una più efficace e fruttuosa celebrazione della<br />
Giornata mondiale.<br />
– La celebrazione della Giornata mondiale sarà dedicata anche alla raccolta<br />
di offerte, finalizzate al sostegno <strong>delle</strong> attività promosse dalla<br />
Fondazione “Migrantes”.<br />
Per opportuna documentazione e conoscenza si riporta la lettera del<br />
Card. Fumio Hamao e del Card. Ruini.
Pontificium Consilium<br />
de spirituali migrantium<br />
atque itinerantium cura<br />
Prot. n. 919/2004/M<br />
Eminenza/Eccellenza Reverendissima,<br />
a conclusione della XVI Assemblea Plenaria del nostro Pontificio<br />
Consiglio (maggio 2004), i Membri e Consultori presenti ribadirono<br />
l’opportunità di celebrare, come Chiesa cattolica, la Giornata Mondiale<br />
del Migrante e del Rifugiato in una data fissa. Tale desiderio fu portato a<br />
conoscenza del Santo Padre.<br />
A tale riguardo, l’Em.mo Sig. Card. Angelo Sodano, Segretario di<br />
Stato, con Dispaccio N. 563.995, del 14 corrente, così ora mi scrive:<br />
“Per venerato incarico, mi pregio significarLe che, tutto ben considerato,<br />
si è d’accordo... che tale Giornata Mondiale sia celebrata la<br />
domenica dopo l’Epifania; essa sarà, quindi, la prima domenica dopo<br />
l’Epifania quando questa è spostata alla domenica e la seconda domenica<br />
dopo l’Epifania quando questa resta al 6 gennaio. Con auspicio che<br />
tale Giornata Mondiale giovi a suscitare una sempre maggiore attenzione<br />
pastorale verso il fenomeno dei migranti...”. Tenendo in conto la data<br />
della celebrazione locale dell’Epifania, ora saremo uniti nelle nostre<br />
preghiere e azioni, contemporanei nel giorno stabilito.<br />
Profitto volentieri dell’occasione per confermarmi<br />
dell’Eminenza/Eccellenza Vostra Reverendissima<br />
dev.mo nel Signore<br />
Stephen Fumio Card. Hamao<br />
Presidente<br />
____________________________<br />
Ai Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali<br />
e <strong>delle</strong> rispettive Strutture Gerarchiche<br />
<strong>delle</strong> Chiese Orientali Cattoliche<br />
Loro Sedi<br />
p.c. Ai Presidenti <strong>delle</strong> Commissioni Episcopali<br />
e Promotori Episcopali<br />
della Pastorale per i Migranti e i Rifugiati<br />
10
110<br />
Prot. 12 1/05<br />
Eminenza Reverendissima,<br />
Conferenza Episcopale Italiana<br />
Roma, 7 febbraio 2005<br />
riscontro la Sua del 27 ottobre 2004, prot. n. 919/2004/M, con la quale<br />
mi ha informato che a conclusione della XVI Assemblea Plenaria di<br />
codesto Pontificio Consiglio è stato espresso l’auspicio di celebrare la<br />
Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato in data fissa; auspicio<br />
accolto dal Santo Padre, secondo quanto a Lei comunicato dal Card. Angelo<br />
Sodano, Segretario di Stato, con dispaccio n. 563.995, del 14 ottobre<br />
2004.<br />
Avendo sottoposto l’indicazione al Consiglio Episcopale Permanente<br />
nella recente sessione del 17-20 gennaio 2005, mi faccio dovere comunicare<br />
che la Chiesa che è in Italia accoglie di buon grado la proposta.<br />
Mi valgo volentieri della circostanza per porgerLe i sensi del mio distinto<br />
ossequio e per confermarmi<br />
______________________<br />
A Sua Eminenza Reverendissima<br />
il Sig. Card. Stephen Fumio Hamao<br />
Presidente del Pontificio Consiglio<br />
della pastorale per i migranti e gli itineranti<br />
Palazzo San Calisto<br />
00120 - Città del Vaticano<br />
dell’Eminenza Vostra Reverendissima<br />
devotissimo nel Signore<br />
Camillo Card. Ruini<br />
Presidente
Intesa<br />
tra il Ministro per i beni e le attività culturali<br />
e il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana<br />
relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso<br />
appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche<br />
Roma, 26 gennaio 2005<br />
Il Card. Camillo Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana,<br />
e l’On. Giuliano Urbani, Ministro per i beni e le attività culturali, il<br />
26 gennaio 2005, presso la sede del Ministero hanno firmato il testo della<br />
nuova Intesa relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso<br />
appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche, che integra e sostituisce<br />
l’Intesa sottoscritta fra le parti il 13 settembre 1996 (cfr «Notiziario della<br />
Conferenza Episcopale Italiana» 1996, pp. 337-341), dando attuazione,<br />
<strong>insieme</strong> a quella firmata il 18 aprile 2000 e relativa agli archivi e alle<br />
biblioteche ecclesiastiche (cfr «Notiziario della Conferenza Episcopale<br />
Italiana» 2000, pp. 169-179), all’articolo 12 dell’Accordo di revisione<br />
del Concordato Lateranense, del 18 febbraio 1984, che prevede espressamente<br />
che la Santa Sede e la Repubblica Italiana concordino disposizioni<br />
per la salvaguardia, la valorizzazione e il godimento dei beni culturali<br />
di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche.<br />
La nuova Intesa tiene conto <strong>delle</strong> modifiche alla legislazione dello<br />
Stato italiano introdotte dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42,<br />
recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio, e dalla legge costituzionale<br />
18 ottobre 2001, n. 3, recante modifiche al titolo V della<br />
seconda parte della Costituzione. Essa costituisce un aggiornamento e<br />
un’integrazione dell’Intesa del 1996, il cui contenuto è stato sostanzialmente<br />
conservato e meglio precisato in relazione ad alcune iniziative e<br />
situazioni di particolare rilevanza, come l’inventariazione e la catalogazione<br />
dei beni culturali mobili e immobili, la loro sicurezza e conservazione,<br />
il prestito di opere d’arte per mostre ed esposizioni, l’adeguamento<br />
liturgico <strong>delle</strong> chiese.<br />
Ai sensi dell’articolo 9, comma 1, l’Intesa diventa esecutiva, nell’ordinamento<br />
canonico, con la pubblicazione sul «Notiziario» del decreto di promulgazione<br />
da parte del Presidente della CEI, e nell’ordinamento dello Stato,<br />
con la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» (serie generale, n. 103 del<br />
5 maggio 2005) del decreto di esecuzione del Presidente della Repubblica.<br />
111
112<br />
Prot. n. 88/05<br />
Conferenza Episcopale Italiana<br />
il presidente<br />
– considerato che il 26 gennaio 2005, in Roma, presso la sede del<br />
Ministero per i beni e le attività culturali è stata firmata tra Autorità<br />
statale e Conferenza Episcopale Italiana l’Intesa relativa alla tutela<br />
dei beni culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni<br />
ecclesiastiche, che abroga e sostituisce quella sottoscritta il 13 settembre<br />
1996 fra le medesime autorità, in attuazione dell’art. 12, comma<br />
1, dell’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana, firmato<br />
a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato<br />
Lateranense;<br />
– acquisito il parere espresso dal Consiglio Episcopale Permanente<br />
nella sessione del 20-23 settembre 2004, ai sensi dell’art. 23, lett. r)<br />
dello statuto della Conferenza Episcopale Italiana;<br />
– visti gli artt. 5 e 2, § 3, del medesimo statuto;<br />
– preso atto che la Santa Sede, debitamente informata, con foglio n.<br />
7458/04/RS del 18 novembre 2004 ha concesso la speciale facoltà, ai<br />
sensi del can. 455 § 1 del codice di diritto canonico, necessaria per le<br />
disposizioni stabilite dall’art. 2, comma 5, ultimo periodo, richiamate<br />
nell’art. 5, comma 3 e nell’art. 6, comma 2, e ha autorizzato il Presidente<br />
della Conferenza Episcopale Italiana alla firma dell’Intesa;<br />
– ai sensi dell’art. 4, terzo comma, del regolamento della Conferenza<br />
Episcopale Italiana,<br />
decreta<br />
che l’Intesa relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso<br />
appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche venga promulgata mediante<br />
pubblicazione nel «Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana»<br />
e che divenga esecutiva nell’ordinamento canonico dalla data di<br />
pubblicazione.
Dispone inoltre che, dell’avvenuta promulgazione, sia data tempestiva<br />
comunicazione al Ministero per i beni e le attività culturali.<br />
Roma, 31 gennaio 2005<br />
* * *<br />
il ministro per i beni e le attività culturali<br />
Camillo Card. Ruini<br />
quale autorità statale che sovrintende alla tutela, alla conservazione e<br />
alla valorizzazione del patrimonio culturale, previa autorizzazione del<br />
Consiglio dei Ministri del 3 agosto 2004, e<br />
il presidente della conferenza episcopale italiana<br />
che, autorizzato dalla Santa Sede con lettera del Cardinale Segretario<br />
di Stato del 18 novembre 2004, agisce a nome della Conferenza stessa,<br />
ai sensi degli articoli 5 e 27, lettera c), dello statuto della medesima e<br />
in conformità agli indirizzi contenuti nelle Norme e negli Orientamenti<br />
approvati dalla Conferenza Episcopale Italiana, rispettivamente del 14<br />
giugno 1974 e del 9 dicembre 1992,<br />
ai fini della collaborazione per la tutela del patrimonio storico ed artistico<br />
di cui all’articolo 12, comma 1, primo e secondo periodo, dell’Accordo,<br />
con Protocollo Addizionale, firmato a Roma il 18 febbraio 1984,<br />
che apporta modificazioni al Concordato Lateranense dell’11 febbraio<br />
1929, tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, dovendo tenere conto<br />
<strong>delle</strong> modifiche alla legislazione dello Stato italiano successivamente<br />
intervenute e, in particolare, di quanto disposto dal decreto legislativo<br />
22 gennaio 2004, n. 42, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio,<br />
e dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante modifiche<br />
al Titolo V della parte seconda della Costituzione,<br />
determinano<br />
di adottare la seguente Intesa, che abroga e sostituisce quella sottoscritta<br />
il 13 settembre 1996 fra le medesime autorità, resa esecutiva nell’ordinamento<br />
dello Stato con il decreto del Presidente della Repubblica 26<br />
113
114<br />
settembre 1996, n. 571, e nell’ordinamento della Chiesa con il decreto<br />
del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana 29 ottobre 1996, n.<br />
1251/96.<br />
Art. 1<br />
1. Ai fini della presente Intesa debbono intendersi con:<br />
a) Ministro e Ministero: il Ministro e il Ministero per i beni e le attività<br />
culturali;<br />
b) CEI: la Conferenza Episcopale Italiana.<br />
2. Sono competenti per l’attuazione <strong>delle</strong> forme di collaborazione previste<br />
dalle presenti disposizioni:<br />
a) a livello centrale, il Ministro e, secondo le rispettive competenze,<br />
i capi dei dipartimenti o i direttori generali del Ministero; il Presidente<br />
della CEI e le persone da lui eventualmente delegate;<br />
b) a livello regionale, i direttori regionali e i Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze<br />
episcopali regionali o le persone eventualmente delegate dai<br />
Presidenti stessi;<br />
c) a livello locale, i soprintendenti competenti per territorio e materia<br />
e i vescovi diocesani o le persone delegate dai vescovi stessi.<br />
3. Per quanto concerne i beni culturali di interesse religioso, gli archivi<br />
e le biblioteche ad essi appartenenti, gli istituti di vita consacrata, le<br />
società di vita apostolica e le loro articolazioni, che siano civilmente<br />
riconosciuti, concorrono, a livello non inferiore alla provincia religiosa,<br />
con i soggetti ecclesiastici indicati nel comma 2, secondo le<br />
disposizioni emanate dalla Santa Sede, nella collaborazione con gli<br />
organi statali di cui al medesimo comma.<br />
4. Ai fini della più efficace collaborazione tra le parti per la tutela del<br />
patrimonio storico e artistico, i competenti organi centrali e periferici<br />
del Ministero, allo scopo della definizione dei programmi o <strong>delle</strong> proposte<br />
di programmi pluriennali e annuali di interventi per il patrimonio<br />
storico e artistico e dei relativi piani di spesa, invitano ad apposite<br />
riunioni i corrispondenti organi ecclesiastici.<br />
5. In tali riunioni gli organi del Ministero informano gli organi ecclesiastici<br />
degli interventi che intendono intraprendere per i beni culturali
di interesse religioso appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche<br />
e acquisiscono da loro le eventuali proposte di interventi, nonché le<br />
valutazioni in ordine alle esigenze di carattere religioso.<br />
6. Nelle medesime riunioni gli organi ecclesiastici informano gli organi<br />
ministeriali circa gli interventi che a loro volta intendono intraprendere.<br />
Art. 2<br />
1. Le disposizioni della presente Intesa si applicano ai beni culturali<br />
mobili e immobili di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni<br />
ecclesiastiche, fermo restando quanto disposto in materia di conservazione<br />
e consultazione degli archivi d’interesse storico e <strong>delle</strong><br />
biblioteche degli enti e istituzioni ecclesiastiche dall’Intesa del 18<br />
aprile 2000 fra il Ministro e il Presidente della CEI.<br />
2. Al fine di armonizzare l’applicazione della legge italiana con le esigenze<br />
di carattere religioso in materia di salvaguardia, valorizzazione<br />
e godimento dei beni culturali di cui al comma 1, il Ministero e la CEI<br />
concordano sui principi enunciati nel presente articolo.<br />
3. L’inventariazione e la catalogazione dei beni culturali mobili e immobili<br />
di cui al comma 1 costituiscono il fondamento conoscitivo di<br />
ogni successivo intervento. A tal fine, la CEI collabora all’attività di<br />
catalogazione di tali beni curata dal Ministero; a sua volta il Ministero<br />
assicura, ove possibile, il sostegno all’attività di inventariazione<br />
promossa dalla CEI e le parti garantiscono il reciproco accesso alle<br />
relative banche dati. Per l’attuazione <strong>delle</strong> forme di collaborazione<br />
previste dal presente comma, il Ministero e la CEI possono stipulare<br />
appositi accordi.<br />
4. Fermo restando quanto disposto in materia dalla legislazione statale<br />
vigente, i beni culturali mobili di cui al comma 1 sono mantenuti, per<br />
quanto possibile, nei luoghi e nelle sedi di originaria collocazione o<br />
di attuale conservazione. Qualora il mantenimento in situ dei beni<br />
medesimi non ne garantisca la sicurezza o non ne assicuri la conservazione,<br />
il soprintendente, previo accordo con i competenti orga-<br />
11
11<br />
ni ecclesiastici, ne può disporre il deposito in musei ecclesiastici, se<br />
muniti di idonei impianti di sicurezza, o in musei pubblici.<br />
5. Gli interventi di conservazione dei beni culturali di cui al comma 1<br />
sono eseguiti da personale qualificato. A tal fine la CEI collabora con<br />
il Ministero per assicurare il rispetto della legislazione statale vigente<br />
in materia di requisiti professionali dei soggetti esecutori, con particolare<br />
riferimento agli interventi sui beni culturali mobili e le superfici<br />
architettoniche decorate. Gli interventi di conservazione da<br />
effettuarsi in edifici aperti al culto rientranti fra i beni culturali di cui<br />
al comma 1 sono programmati ed eseguiti, nel rispetto della normativa<br />
statale vigente, previo accordo, relativamente alle esigenze di<br />
culto, tra gli organi ministeriali e quelli ecclesiastici territorialmente<br />
competenti. Qualora l’accordo non sia raggiunto a livello locale o<br />
regionale e in presenza di rilevanti questioni di principio, il capo del<br />
dipartimento competente per materia, d’intesa con il Presidente della<br />
CEI o con un suo delegato, impartisce le direttive idonee a consentire<br />
una soluzione adeguata e condivisa.<br />
6. La sicurezza dei beni culturali di cui al comma 1 riveste primaria importanza.<br />
A tal fine, il Ministero e la CEI assicurano, secondo le rispettive<br />
competenze e disponibilità finanziarie, adeguate misure di<br />
sicurezza, con particolare riguardo agli edifici aperti al culto e ai beni<br />
maggiormente esposti al rischio di furti, del degrado e dell’abbandono.<br />
7. L’accesso e la visita ai beni culturali di cui al comma 1 sono garantiti.<br />
Ove si tratti di edifici aperti al culto o di beni mobili collocati in<br />
detti edifici, l’accesso e la visita sono consentiti nel rispetto <strong>delle</strong><br />
esigenze di carattere religioso. A tal fine possono essere definiti orari<br />
e percorsi di visita in base ad accordi tra i soprintendenti competenti<br />
per materia e per territorio e gli organi ecclesiastici territorialmente<br />
competenti.<br />
8. La richiesta di prestito per mostre, avente ad oggetto i beni culturali<br />
di cui al comma 1, è formulata in conformità alle disposizioni procedurali<br />
fissate dalla normativa canonica. Il prestito dei medesimi beni<br />
è autorizzato nel rispetto della normativa statale vigente in materia.
Art. 3<br />
1. Gli organi del Ministero e gli organi ecclesiastici competenti possono<br />
accordarsi per realizzare interventi ed iniziative che prevedono, in<br />
base alla normativa statale vigente, la partecipazione organizzativa e<br />
finanziaria rispettivamente dello Stato e di enti e istituzioni ecclesiastiche,<br />
oltre che eventualmente di altri soggetti.<br />
Art. 4<br />
1. Fra gli organi ministeriali e quelli ecclesiastici competenti ai sensi<br />
dell’art. 1, comma 2, è in ogni caso assicurata la più ampia informazione<br />
in ordine alle determinazioni finali e all’attuazione dei programmi<br />
pluriennali e annuali e dei piani di spesa, nonché allo svolgimento<br />
e alla conclusione degli interventi e <strong>delle</strong> iniziative di cui agli<br />
articoli precedenti.<br />
Art. 5<br />
1. Il vescovo diocesano presenta ai soprintendenti, valutandone congruità<br />
e priorità, le proposte per la programmazione di interventi di<br />
conservazione e le richieste di rilascio <strong>delle</strong> autorizzazioni, concernenti<br />
beni culturali di cui all’art. 2, comma 1, di proprietà di enti soggetti<br />
alla sua giurisdizione, in particolare per quanto previsto dal precedente<br />
art. 1, commi 4-6.<br />
2. Proposte e richieste di cui al comma 1, presentate dagli enti ecclesiastici<br />
indicati all’art. 1, comma 3, sono inoltrate ai soprintendenti per<br />
il tramite del vescovo diocesano territorialmente competente.<br />
3. Circa i progetti di adeguamento liturgico da realizzare negli edifici<br />
aperti al culto rientranti fra i beni culturali di cui all’art. 2, comma 1,<br />
presentati con le modalità previste dai commi precedenti, il soprintendente<br />
competente per materia e territorio procede, relativamente<br />
alle esigenze di culto, d’accordo con il vescovo diocesano, in conformità<br />
alle disposizioni della legislazione statale in materia di tutela.<br />
Qualora l’accordo non sia raggiunto a livello locale o regionale e in<br />
presenza di rilevanti questioni di principio, si procede ai sensi dell’art.<br />
2, comma 5, ultimo periodo.<br />
11
11<br />
Art. 6<br />
1. I provvedimenti amministrativi da adottarsi a norma della legislazione<br />
statale vigente che abbiano ad oggetto beni culturali di cui all’art.<br />
2, comma 1, sono assunti dal competente organo del Ministero, previo<br />
accordo, relativamente alle esigenze di culto, con il vescovo diocesano<br />
competente per territorio.<br />
2. Gli scavi e le ricerche archeologiche da effettuarsi in edifici di culto<br />
rientranti fra i beni culturali di cui all’art. 2, comma 1, sono programmati<br />
ed eseguiti, nel rispetto della normativa statale vigente, previo<br />
accordo, relativamente alle esigenze di culto, tra gli organi ministeriali<br />
e quelli ecclesiastici territorialmente competenti. Qualora l’accordo<br />
non sia raggiunto a livello locale o regionale e in presenza di<br />
rilevanti questioni di principio, si procede ai sensi dell’art. 2, comma<br />
5, ultimo periodo.<br />
3. Per l’accesso e la visita alle aree archeologiche sottostanti o connesse<br />
a edifici di culto di cui al comma precedente si applicano le disposizioni<br />
di cui all’art. 2, comma 7.<br />
4. In relazione ai beni culturali mobili di cui all’art. 2, comma 1, già in<br />
proprietà di diocesi o parrocchie estinte o provenienti da edifici di<br />
culto ridotti all’uso profano dall’autorità ecclesiastica competente e<br />
che non possano essere mantenuti nei luoghi e nelle sedi di originaria<br />
collocazione o di attuale conservazione, il soprintendente competente<br />
per materia e territorio valuta, d’accordo con il vescovo diocesano,<br />
l’opportunità del deposito dei beni stessi presso altri edifici aperti al<br />
culto, qualora gli stessi siano idonei a garantirne la conservazione,<br />
ovvero presso musei ecclesiastici, se muniti di idonei impianti di sicurezza,<br />
o musei pubblici presenti nel territorio.<br />
5. Nel caso di calamità naturali che coinvolgano beni culturali di cui<br />
all’art. 2, comma 1, il vescovo diocesano trasmette al soprintendente<br />
competente per materia e per territorio ogni utile informazione ai<br />
fini del sollecito accertamento dei danni e argomentate valutazioni<br />
circa le priorità di intervento, legate alle esigenze di culto; gli organi<br />
ministeriali ed ecclesiastici competenti si accordano poi per garan-
tire il deposito temporaneo degli stessi beni culturali mobili presso<br />
musei ecclesiastici, se muniti di idonei impianti di sicurezza, o musei<br />
pubblici presenti nel territorio, ovvero presso laboratori di restauro<br />
idonei, anche sotto il profilo della sicurezza, ad effettuare i necessari<br />
interventi conservativi.<br />
6. Il Ministero si impegna a rendere omogenee le procedure di propria<br />
pertinenza per l’accesso alle agevolazioni fiscali previste dalla normativa<br />
statale vigente in materia di erogazioni liberali destinate alla<br />
conservazione dei beni culturali di cui all’art. 2, comma 1.<br />
Art. 7<br />
1. Al fine di verificare con continuità l’attuazione <strong>delle</strong> forme di collaborazione<br />
previste dalle presenti disposizioni, di esaminare i problemi<br />
di comune interesse e di suggerire orientamenti per il migliore<br />
sviluppo della reciproca collaborazione fra le parti, continua ad operare<br />
l’Osservatorio centrale per i beni culturali di interesse religioso<br />
di proprietà ecclesiastica.<br />
2. L’Osservatorio è composto, in modo paritetico, da rappresentanti del<br />
Ministero, individuati a livello di capi dei dipartimenti, e da rappresentanti<br />
della CEI ed è presieduto, congiuntamente, da un rappresentante<br />
del Ministero e da un vescovo, in rappresentanza della CEI; le<br />
sue riunioni sono convocate almeno una volta ogni semestre, nonché<br />
ogni volta che i presidenti lo ritengano opportuno.<br />
3. Alle riunioni possono essere invitati a partecipare rappresentanti di<br />
amministrazioni ed enti pubblici e di enti e istituzioni ecclesiastiche<br />
in relazione alle questioni poste all’ordine del giorno.<br />
Art. 8<br />
1. Entro i limiti fissati in materia dalla Costituzione della Repubblica<br />
e dai principi della legislazione statale, le presenti disposizioni costituiscono<br />
indirizzi per le eventuali intese stipulate tra le regioni o<br />
le province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti ecclesiastici,<br />
fatte salve le autorizzazioni richieste dalla normativa canonica.<br />
11
120<br />
Art. 9<br />
1. Le norme della presente Intesa entrano in vigore in pari data:<br />
a) nell’ordinamento dello Stato, con la pubblicazione nella Gazzetta<br />
Ufficiale del decreto del Presidente della Repubblica che approva<br />
l’Intesa;<br />
b) nell’ordinamento della Chiesa, con la pubblicazione nel «Notiziario<br />
della CEI» del decreto con il quale il Presidente della Conferenza<br />
medesima promulga l’Intesa.<br />
Roma, 26 gennaio 2005<br />
Il Presidente Il Ministro<br />
della Conferenza Episcopale Italiana per i beni e le attività culturali<br />
Camillo Card. Ruini On. Giuliano Urbani
Istruzione<br />
in materia amministrativa<br />
La 32 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />
(Roma, 14-18 maggio 1990) approvò l’Istruzione in materia amministrativa,<br />
pubblicata il 1° aprile 1992. Essa intendeva favorire l’applicazione,<br />
in ambito patrimoniale e amministrativo, del nuovo codice di<br />
diritto canonico (1983), con le relative delibere applicative approvate<br />
dalla CEI, e dell’Accordo di revisione del Concordato lateranense<br />
(1984), a cui era seguita la riforma della legislazione pattizia in materia<br />
di enti e beni ecclesiastici e di sostentamento del clero (Norme circa gli<br />
enti e i beni ecclesiastici in Italia, diventate nell’ordinamento italiano la<br />
legge 20 maggio 1985, n. 222).<br />
Considerata l’opportunità di poter continuare a disporre, a livello<br />
nazionale, di un testo che offra indirizzi comuni in materia giuridicoamministrativa,<br />
in particolare per gli operatori del settore, soprattutto<br />
per i laici chiamati in numero sempre maggiore a compiti di responsabilità<br />
nell’amministrazione dei beni temporali ecclesiastici, il Comitato<br />
per gli enti e i beni ecclesiastici ha proceduto a un lavoro di revisione<br />
e aggiornamento dell’Istruzione. Il nuovo testo, ottenuto il parere<br />
favorevole del Consiglio per gli affari giuridici, è stato presentato al<br />
Consiglio Episcopale Permanente (sessione del 17-20 gennaio 2005),<br />
che ha espresso giudizio positivo, raccomandando alcuni miglioramenti<br />
testuali e redazionali, in particolare l’aggiunta di un indice analitico,<br />
che faciliti la consultazione.<br />
La nuova Istruzione è stata approvata dalla 54 a Assemblea Generale<br />
(Roma, 30-31 maggio 2005) con 208 voti favorevoli su 211 votanti. Con<br />
decreto in data 1° settembre 2005, il Cardinale Presidente ne ha disposto<br />
la promulgazione attraverso la pubblicazione nel “Notiziario della<br />
Conferenza Episcopale Italiana”.<br />
Il testo, che mantiene sostanzialmente la struttura e l’impianto della<br />
prima versione, è corredato da quattro allegati: classificazione degli<br />
enti ecclesiastici ai fini del riconoscimento civile (A), controlli canonici<br />
sugli atti di straordinaria amministrazione (B), bozza del decreto<br />
del Vescovo diocesano circa la definizione degli atti di amministrazione<br />
straordinaria per gli enti a lui soggetti (C), attestazione circa le norme<br />
statutarie dell’ente parrocchia (D).<br />
121
122<br />
determinazione<br />
La 54 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />
– vista l’Istruzione in materia amministrativa approvata dalla 32 a Assemblea<br />
Generale;<br />
– considerata la necessità di rivederne il testo alla luce dell’esperienza<br />
maturata nei tredici anni trascorsi dalla sua prima applicazione<br />
nonché <strong>delle</strong> innovazioni introdotte nella normativa canonica e civile;<br />
– tenuta presente la relazione e la discussione;<br />
– visto l’art. 18 dello statuto della CEI,<br />
approva<br />
l’Istruzione in materia amministrativa nel testo presentato, dando mandato<br />
alla Segreteria Generale della CEI di apportare eventuali modifiche<br />
testuali sulla base dei suggerimenti e <strong>delle</strong> proposte formulati nella discussione.<br />
Roma, 30 maggio 2005<br />
Prot. n. 753/05<br />
DECRETO<br />
In considerazione <strong>delle</strong> innovazioni intervenute in materia giuridicoamministrativa<br />
dopo la promulgazione dell’Istruzione in materia amministrativa,<br />
approvata dalla 32 a Assemblea Generale della Conferenza<br />
Episcopale Italiana, svoltasi a Roma dal 14 al 18 maggio 1990, al fine<br />
di poter disporre di uno strumento che, a livello nazionale, offra orientamenti<br />
chiari e aggiornati in materia di amministrazione dei beni temporali<br />
ecclesiastici, il Comitato per gli enti e i beni ecclesiastici ha proceduto<br />
alla revisione e all’aggiornamento del predetto testo. Ottenuto il<br />
parere favorevole del Consiglio per gli affari giuridici e tenendo conto<br />
<strong>delle</strong> raccomandazioni espresse dal Consiglio Episcopale Permanente, il<br />
nuovo testo dell’Istruzione è stato sottoposto all’esame della 54 a Assem-
lea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, svoltasi a Roma dal<br />
30 al 31 maggio 2005, che lo ha approvato con la maggioranza assoluta.<br />
Con il presente decreto, in conformità all’art. 72 del Regolamento<br />
della Conferenza Episcopale Italiana,<br />
promulgo<br />
l’Istruzione in materia amministrativa nel testo allegato al presente decreto<br />
e ne dispongo la pubblicazione nel “Notiziario della Conferenza<br />
Episcopale Italiana”.<br />
Alle determinazioni contenute nell’Istruzione, a norma dell’art. 18<br />
dello statuto della Conferenza Episcopale Italiana, “ogni Vescovo si atterrà<br />
in vista dell’unità e del bene comune, a meno che ragioni di speciale<br />
rilievo ne dissuadano, a suo giudizio, l’adozione nella propria diocesi”.<br />
Roma, 1° settembre 2005<br />
✠ Giuseppe Betori<br />
Segretario Generale<br />
Camillo Card. Ruini<br />
Presidente<br />
della Conferenza Episcopale Italiana<br />
123
124<br />
“I matrimoni tra cattolici e musulmani in Italia”<br />
Indicazioni della<br />
Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana<br />
Le Indicazioni, di seguito pubblicate, sono state elaborate e approvate<br />
dalla Presidenza della CEI. Esse costituiscono il punto di arrivo di una<br />
ampia riflessione effettuata dal Consiglio Episcopale Permanente, sulla<br />
base di apporti qualificati di teologi pastoralisti, di canonisti e di esperti<br />
in ecumenismo e in diritto islamico. Esse tengono anche conto dei contributi<br />
emersi nella consultazione <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali Regionali.<br />
Il documento intende proporre agli Ordinari diocesani talune indicazioni<br />
generali, finalizzate all’assunzione di una linea concorde nella<br />
soluzione dei singoli casi che si presentano a livello diocesano.<br />
PRESENTAZIONE<br />
Negli ultimi anni in Italia ha assunto una certa rilevanza la richiesta di<br />
celebrare nella forma religiosa il matrimonio fra una parte cattolica e una<br />
musulmana. Il fenomeno, determinato tra l’altro dalla tendenza di immigrati<br />
musulmani a trasferirsi nel nostro Paese e dal più generale aumento<br />
dei matrimoni interreligiosi, esige una specifica attenzione da parte della<br />
comunità cristiana e dei suoi pastori, anche al fine di individuare un<br />
indirizzo omogeneo nella verifica dei casi e nell’eventuale concessione<br />
della dispensa dall’impedimento dirimente di disparitas cultus, che invalida<br />
il matrimonio fra una parte cattolica e una non battezzata.<br />
Le implicanze esistenziali ed ecclesiali di questa problematica suggeriscono<br />
prudenza e fermezza e richiedono una riaffermata consapevolezza<br />
dell’identità cristiana e della visione cattolica sul matrimonio e la<br />
famiglia, anche in ragione <strong>delle</strong> conseguenze che ne derivano sul piano<br />
religioso, culturale, sociale e del dialogo interreligioso.<br />
In tale contesto il Consiglio Episcopale Permanente, dopo una ponderata<br />
riflessione su taluni materiali predisposti dalla Commissione<br />
Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, ha chiesto alla Presidenza di<br />
elaborare alcune linee pastorali da offrire agli Ordinari diocesani, al fine<br />
di motivare, orientare e favorire indirizzi comuni e prassi omogenee in<br />
materia di matrimoni tra cattolici e musulmani nelle Chiese particolari<br />
che sono in Italia.
Le Indicazioni che seguono, redatte con l’apporto interdisciplinare<br />
di esperti, illustrano in modo schematico i contenuti essenziali di questo<br />
nodo pastorale, con specifica attenzione alla preparazione e alla celebrazione<br />
del matrimonio e all’accompagnamento della coppia sposata; offrono<br />
altresì alcune appendici documentarie e la necessaria modulistica.<br />
Il Consiglio Episcopale Permanente, valutato positivamente il testo<br />
<strong>delle</strong> Indicazioni, ha incaricato la Presidenza della CEI di renderle pubbliche,<br />
intendendo con ciò dare attuazione a quanto previsto dall’art. 23,<br />
lett. b) dello statuto della CEI. Infatti il Consiglio Permanente ritiene che<br />
la celebrazione del matrimonio tra una parte cattolica e una musulmana<br />
rappresenti attualmente un “problema di speciale rilievo per la Chiesa<br />
[...] in Italia”, meritevole di “un’autorevole considerazione e valutazione<br />
anche per favorire l’azione concorde dei Vescovi”.<br />
Nel presentare le Indicazioni alle Chiese che sono in Italia, auspico<br />
che questo strumento pastorale guidi la riflessione sulla problematica<br />
dei matrimoni tra cattolici e musulmani e favorisca una prassi condivisa<br />
tra parroci, sacerdoti e operatori pastorali.<br />
Roma, 29 aprile 2005<br />
Festa di Santa Caterina da Siena, Patrona d’Italia<br />
Camillo Card. Ruini<br />
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana<br />
IL CONTESTO PASTORALE<br />
1. Le coppie miste di cattolici e musulmani che intendono oggi formare<br />
una famiglia, alle difficoltà che incontra una qualsiasi altra coppia, devono<br />
aggiungere quelle connesse con le profonde diversità culturali e religiose.<br />
Far acquisire consapevolezza riguardo a queste difficoltà è un primo, fondamentale<br />
servizio da rendere a chi chiede un tale matrimonio.<br />
2. Se infatti circa il matrimonio non mancano punti di convergenza<br />
tra islâm e cristianesimo, numerose e significative sono le differenze.<br />
Ciò impone un attento discernimento da attuare con e tra i nubendi: esso<br />
tocca non soltanto l’ambito della fede, ma investe anche aspetti molto<br />
pratici. L’esperienza mostra come sia rilevante, per esempio, la scelta<br />
12
12<br />
del luogo di residenza della futura coppia e la fondata previsione di restarvi<br />
nel futuro: lo stabilirsi in Italia, o comunque in Occidente, offre al<br />
vincolo matrimoniale (e alla parte cattolica in particolare) maggiori garanzie,<br />
che invece nella maggior parte dei casi vengono meno quando la<br />
coppia si trasferisce in un Paese islamico. Tali elementi pratici dovranno<br />
essere tenuti accuratamente presenti in ordine alla concessione alla parte<br />
cattolica della dispensa dall’impedimento dirimente di disparitas cultus<br />
(can. 1086) 1 .<br />
3. In breve, l’esperienza maturata negli anni recenti induce in linea<br />
generale a sconsigliare o comunque a non incoraggiare questi matrimoni<br />
2 , secondo una linea di pensiero significativamente condivisa anche<br />
dai musulmani. La fragilità intrinseca di tali unioni, i delicati problemi<br />
concernenti l’esercizio adulto e responsabile della propria fede cattolica<br />
da parte del coniuge battezzato e l’educazione religiosa dei figli, nonché<br />
la diversa concezione dell’istituto matrimoniale, dei diritti e doveri<br />
reciproci dei coniugi, della patria potestà e degli aspetti patrimoniali ed<br />
ereditari, la differente visione del ruolo della donna, le interferenze dell’ambiente<br />
familiare d’origine, costituiscono elementi che non possono<br />
essere sottovalutati né tanto meno ignorati, dal momento che potrebbero<br />
suscitare gravi crisi nella coppia, sino a condurla a fratture irreparabili.<br />
4. Attesa la complessità dei fattori in questione, i matrimoni tra cattolici<br />
e musulmani devono essere comunque considerati unioni potenzialmente<br />
problematiche: pertanto è necessario adottare verso le persone<br />
coinvolte un atteggiamento molto chiaro e prudente, ancorché comprensivo.<br />
Anche se talvolta è dato di incontrare coppie cristiano-musulmane<br />
di profondo spessore umano e spirituale, capaci di amalgamare<br />
specificità e differenze senza abdicare alla propria identità, non accade<br />
così nella maggioranza dei casi, non solo per i rilevanti condizionamenti<br />
sociali e culturali, ma soprattutto a causa di un’antropologia culturale<br />
1 Cfr Appendice I: “Natura dell’impedimento di disparitas cultus”.<br />
2 «Per quanto riguarda il matrimonio fra cattolici e migranti non cristiani lo si dovrà<br />
sconsigliare, pur con variata intensità, secondo la religione di ciascuno, con eccezione<br />
di casi speciali, secondo le norme del CIC e del CCEO» (Pontificio Consiglio<br />
della pastorale per i migranti e gli itineranti, istruzione Erga migrantes, 3<br />
maggio 2004, n. 63).
e religiosa profondamente diversa che le persone, talora inconsapevolmente,<br />
portano in sé.<br />
5. Proprio da ciò deriva l’esigenza che si prospettino per tempo alle<br />
parti i problemi che quasi inevitabilmente si presenteranno, verificando<br />
così non solo la loro generica buona volontà, ma anche la disponibilità e<br />
la reale attitudine ad affrontarli di comune accordo.<br />
LA VISIONE CRISTIANA DEL MATRIMONIO<br />
6. Nella prospettiva cristiana il matrimonio è anzitutto un’istituzione<br />
voluta dal Creatore e governata dalla sua legge. Come tale appartiene<br />
all’ordine della creazione, perché rispecchia la volontà divina e risponde<br />
alla natura della persona umana il fatto che tra un uomo e una donna si<br />
instauri un rapporto stabile di profonda comunione e di amore esclusivo.<br />
7. Il matrimonio, quindi, è un’istituzione sacra, voluta da Dio sin dall’inizio<br />
della creazione. Esso pertanto gode di dignità naturale ancor prima<br />
di essere illuminato dalla rivelazione e di essere accolto nella fede:<br />
l’uomo e la donna sono chiamati a unire le loro vite in un amore totale,<br />
attraverso un’alleanza che li rende «una sola carne» (Gn 2, 24). Tale<br />
unione, frutto del loro amore, li costituisce in una relazione che è «a immagine<br />
di Dio» (Gn 1, 27).<br />
8. Il modo del tutto speciale con il quale Dio affida all’uomo e alla<br />
donna, marito e moglie, la continuazione – come suoi collaboratori<br />
– dell’esistenza umana, e li chiama a perseguire, attraverso l’amore<br />
reciproco, la complementarità e la perfezione e a edificare <strong>insieme</strong> la<br />
famiglia, è narrato nell’Antico Testamento ed è ribadito da Gesù (cfr Mt<br />
19, 4-5).<br />
9. Nei primi due capitoli della Genesi, in modo mirabile il matrimonio<br />
è collegato con la volontà creatrice di Dio e inserito nel suo progetto<br />
creatore. I testi mettono in evidenza non solo la creazione sessuata degli<br />
esseri umani, ma anche l’unità e la reciproca complementarità dell’uomo<br />
e della donna. Questo fine del legame matrimoniale è espresso dalle<br />
12
12<br />
parole di Adamo che, vedendo la donna, esclama: «Questa volta essa<br />
è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa» (Gn 2, 23). La profonda<br />
verità contenuta nell’esclamazione gioiosa di Adamo viene ripresa dai<br />
Profeti, che esaltano il matrimonio allorché, con linguaggio simbolico,<br />
definiscono l’alleanza tra Dio e il popolo di Israele proprio attraverso<br />
l’esperienza nuziale (cfr Os 2, 19; Is 54, 4ss.; Ez 16, 7ss.).<br />
10. Il mistero cristiano, manifestato dal matrimonio-sacramento affidato<br />
al ministero della Chiesa, si innesta sul piano della creazione: nel<br />
battezzato, la realtà creaturale viene elevata dallo specifico dono della<br />
grazia sacramentale. Tuttavia, il matrimonio naturale – preso in considerazione<br />
nel caso di unioni in cui uno o entrambi i contraenti non hanno<br />
ricevuto il battesimo – mantiene comunque intatti i valori insiti nell’atto<br />
del consenso, che impegna tutta la vita dei nubendi in un amore indissolubile,<br />
in una fedeltà incondizionata e nella disponibilità alla prole.<br />
11. Anche se il matrimonio tra una parte cattolica e una parte musulmana<br />
non ha dignità sacramentale, esso nondimeno può realizzare i<br />
valori propri del matrimonio naturale e costituire per i coniugi una preziosa<br />
opportunità di crescita. Questa è la ratio che legittima la concessione<br />
della dispensa, quando l’Ordinario abbia escluso positivamente la<br />
sussistenza di un pericolo prossimo e insormontabile che minacci nella<br />
parte cattolica i valori soprannaturali, quali la fede, la vita di grazia, la<br />
fedeltà alle esigenze della propria coscienza rettamente formata, e sia<br />
certo che la parte musulmana non rifiuti i fini e le proprietà essenziali del<br />
matrimonio e non sia legata da un vincolo matrimoniale valido.<br />
12. Il riconoscimento del diritto naturale di ogni uomo a contrarre matrimonio<br />
– diritto che il legislatore ecclesiastico tutela anche tra persone<br />
non partecipi della stessa fede religiosa – non equivale infatti alla concessione<br />
della dispensa come presa d’atto a posteriori di una decisione ormai<br />
maturata dalla coppia, per ‘regolarizzarne’ la posizione, ma deve accompagnarsi<br />
al ricorso a mezzi di carattere spiccatamente pastorale, tendenti a<br />
far comprendere alla parte battezzata quali sono i valori profondi, umani e<br />
soprannaturali, che la sua scelta deve considerare e difendere.<br />
13. A tali condizioni, il rito sacro che unisce gli sposi può rappresentare<br />
veramente per loro un segno della grazia divina, una sorgente di
ispirazione valoriale, un forte appello all’impegno personale. Attraverso<br />
le nozze, gli sposi domandano a Dio di essere presente nella loro vita, di<br />
avvalorare la promessa di fedeltà reciproca e di aiutarli nella donazione<br />
totale, ciascuno secondo la propria consapevolezza e scelta di fede.<br />
ITINERARIO DI VERIFICA E DI PREPARAZIONE<br />
a) Il momento del primo contatto e della conoscenza iniziale della coppia<br />
14. Non è prudente che la coppia si presenti al sacerdote nell’imminenza<br />
<strong>delle</strong> nozze o quando tutto è già stato deciso: soprattutto in casi<br />
come questo, la preparazione del matrimonio richiede un’attenzione<br />
particolare, che non può essere elusa in maniera sbrigativa.<br />
15. Sul piano concreto, è consigliabile assicurare la libertà di ciascuna<br />
<strong>delle</strong> parti rispetto all’altra anche nelle modalità d’incontro. La parte<br />
cristiana dovrà essere ascoltata in un primo tempo da sola. Anche alla<br />
parte musulmana, se lo desidera, deve essere riconosciuta la possibilità<br />
di incontrare separatamente il sacerdote. Va però ricordato che nelle<br />
comunità islamiche non si ha un tipo analogo di cura pastorale. Quando,<br />
dopo i primi colloqui, si valuta conveniente proseguire il dialogo,<br />
i successivi incontri potrebbero avvenire con la presenza di entrambi i<br />
membri della coppia.<br />
16. È auspicabile che il sacerdote che incontra la coppia abbia una<br />
certa conoscenza dell’islâm, <strong>delle</strong> sue tradizioni, <strong>delle</strong> sue pratiche e<br />
della concezione islamica del matrimonio, per aiutare a discernere la<br />
globalità della situazione. È realistico ritenere che non ogni sacerdote<br />
disponga della preparazione adeguata per una corretta valutazione dei<br />
singoli casi: a questo fine si dovrebbe individuare in ogni vicariato o<br />
almeno a livello diocesano un sacerdote esperto, possibilmente coadiuvato<br />
da un gruppo di laici, in grado di affiancarsi ai parroci nell’opera di<br />
discernimento matrimoniale e di accompagnamento.<br />
17. È utile che quanti preparano la coppia al matrimonio possano incontrare<br />
la famiglia della parte cristiana. Sebbene auspicabile, è difficile<br />
che la parte musulmana accetti di ammettere estranei a discutere del ma-<br />
12
130<br />
trimonio con la propria famiglia. Non di rado per i genitori di entrambi<br />
i nubendi un tale matrimonio è un’esperienza traumatica. Molte giovani<br />
coppie incontrano una forte opposizione da parte dei loro parenti e<br />
amici: questo può portare al loro isolamento e potrebbe indurli a passi<br />
affrettati.<br />
18. Per la coppia, il confronto con una terza persona è uno specchio<br />
talora impietoso, che mette a nudo le parole non pronunciate, i discorsi<br />
non affrontati e le possibili illusioni. Nel dialogo personale può emergere<br />
il senso <strong>delle</strong> promesse reciproche e della loro fattibilità, soprattutto<br />
se si dovesse decidere in quale luogo risiedere. Il dialogo aperto<br />
è anche utile per verificare che il matrimonio non sia sollecitato dalla<br />
parte musulmana in vista del raggiungimento di altri scopi, quali l’ottenimento<br />
del permesso di lavoro, dell’asilo politico o di vantaggi simili.<br />
In questa fase di approccio si potrebbe chiedere ai fidanzati come si sono<br />
conosciuti; come e dove si è manifestato il loro amore; che cosa c’è di<br />
comune tra loro; che cosa si aspettano dal matrimonio 3 . L’approfondimento<br />
di questi aspetti personali è assai utile per il sacerdote chiamato<br />
ad accompagnarli.<br />
19. Al fine di accrescere nei fidanzati la consapevolezza circa le loro<br />
intenzioni, è conveniente rivolgere loro anche altre domande, come qui<br />
di seguito esemplificato.<br />
– Circa la religione:<br />
ÿ Come giudicate i vostri progetti di matrimonio dal punto di vista della<br />
fede personale e della pratica della vostra religione?<br />
ÿ Cosa sapete della religione dell’altro? Provate a condividere le vostre<br />
idee sull’islâm e sul cristianesimo.<br />
3 «In caso di richiesta di matrimonio di una donna cattolica con un musulmano […],<br />
per il frutto anche di amare esperienze, si dovrà fare una preparazione particolarmente<br />
accurata e approfondita durante la quale i fidanzati saranno condotti a conoscere e ad<br />
“assumere” con consapevolezza le profonde diversità culturali e religiose da affrontare,<br />
sia tra di loro, sia in rapporto alle famiglie e all’ambiente di origine della parte<br />
musulmana, a cui eventualmente si farà ritorno dopo una permanenza all’estero »<br />
(Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, istruzione<br />
Erga migrantes, n. 67).
ÿ Su quali basi religiose contate di fondare la vostra convivenza?<br />
ÿ Sino a quale punto sareste disponibili a partecipare ai riti e alle festività<br />
della religione del vostro partner?<br />
– Circa la cultura:<br />
ÿ Quale conoscenza avete dei vostri rispettivi Paesi, della loro cultura e<br />
<strong>delle</strong> loro tradizioni?<br />
ÿ Quale lingua usate per parlarvi? Avete già provato seriamente a imparare<br />
l’uno la lingua dell’altro, per evitare malintesi e conflitti?<br />
ÿ Che consapevolezza avete dei reciproci pregiudizi?<br />
– Circa la famiglia di appartenenza:<br />
ÿ Come hanno reagito i parenti, gli amici e la comunità al vostro progetto<br />
di matrimonio?<br />
ÿ Avete spiegato al vostro partner ciò che la vostra famiglia si aspetta<br />
da lui/lei in quanto membro della famiglia? Conoscete gli obblighi<br />
sociali, economici e religiosi a cui dovete attenervi?<br />
– Circa la famiglia futura:<br />
ÿ Dove avete intenzione di porre la vostra dimora?<br />
ÿ Vi siete scambiati i vostri rispettivi punti di vista riguardo ai figli e al<br />
loro numero, alla fedeltà, alla monogamia e alla poligamia, alle proprietà<br />
e alle finanze?<br />
– Circa i figli:<br />
ÿ Quale educazione religiosa intendete dare ai figli?<br />
ÿ I vostri figli saranno battezzati come cattolici o faranno parte della<br />
comunità islamica? Saranno lasciati liberi di decidere una volta cresciuti?<br />
– Circa le garanzie giuridiche:<br />
ÿ Come garantirete il diritto all’eredità del partner cristiano, nel caso di<br />
trasferimento in un Paese islamico?<br />
ÿ Potrà questi, in caso di bisogno, ottenere la custodia dei figli?<br />
ÿ Avete intenzione di consultare un esperto per formalizzare garanzie<br />
giuridiche a tutela del coniuge più debole?<br />
131
132<br />
– Circa la celebrazione del matrimonio:<br />
ÿ Qual è la forma di celebrazione più conveniente per le vostre nozze?<br />
20. A conclusione degli incontri preparatori si dovrebbe raggiungere<br />
una sufficiente consapevolezza della comprensione dei nubendi circa il<br />
matrimonio cristiano e, di conseguenza, della possibilità di concedere<br />
loro la dispensa dall’impedimento di disparitas cultus. Qualora ciò non<br />
fosse possibile, si orienti la coppia verso un’ulteriore riflessione, concedendole<br />
un congruo spazio di tempo.<br />
21. Qualora i due insistano nella volontà di sposarsi, potrebbe essere<br />
pastoralmente preferibile tollerare la prospettiva del matrimonio civile,<br />
piuttosto che concedere la dispensa, ponendo la parte cattolica in una<br />
situazione matrimoniale irreversibile.<br />
22. Se invece il colloquio giunge a un esito positivo, consolidando<br />
la convinzione che sia possibile e opportuno concedere la dispensa dall’impedimento,<br />
si inviterà la coppia a intraprendere il consueto cammino<br />
di preparazione alla celebrazione del matrimonio.<br />
b) Il tempo della preparazione<br />
23. È il momento in cui invitare la parte cattolica a frequentare il corso<br />
di preparazione al matrimonio, spiegando alla parte musulmana che<br />
la sua partecipazione, benché non obbligatoria, sarebbe auspicabile per<br />
comprendere meglio il significato del matrimonio cristiano.<br />
24. Qualora la parte musulmana accetti l’invito a prendere parte agli<br />
incontri, il parroco può chiederle di spiegare il proprio punto di vista sul<br />
matrimonio. Il confronto con altre coppie che vivono l’analoga esperienza<br />
di preparazione prossima alle nozze può essere per i due l’occasione<br />
per approfondire la consapevolezza della propria scelta.<br />
c) Il tempo della decisione<br />
25. Conclusa la preparazione, la coppia deve essere aiutata a chiarire<br />
tutti i risvolti insiti nella scelta di celebrare il matrimonio in forma religiosa.
26. È importante conoscere anche che cosa pensino di un tale matrimonio<br />
genitori e parenti della parte musulmana.<br />
27. Per la forma liturgica della celebrazione del matrimonio, ci si atterrà<br />
alle disposizioni contenute nel Rito del matrimonio (cap. III) per<br />
quanto concerne le nozze fra una parte cattolica e una parte non battezzata.<br />
d) L’accompagnamento pastorale successivo al matrimonio<br />
28. Il sostegno pastorale offerto alla coppia non può limitarsi al periodo<br />
della preparazione al matrimonio, ma deve riguardare lo svolgersi<br />
della vita familiare, soprattutto in riferimento ai contrasti che potranno<br />
sorgere: il marito musulmano consentirà davvero alla moglie cattolica di<br />
frequentare la chiesa, di assumere parte attiva nella parrocchia, di ricevere<br />
a casa il sacerdote per una visita di carattere pastorale? Quali forme<br />
concrete assumerà l’educazione religiosa dei figli?<br />
29. Se i coniugi decidono di stabilirsi in Europa, è la parte musulmana<br />
– di solito l’uomo – che ha più stimoli ad adattarsi. Quando, invece, viene<br />
deciso il trasferimento in un Paese islamico, la parte cattolica – nella<br />
stragrande maggioranza dei casi, la donna – dovrà probabilmente affrontare<br />
notevoli difficoltà (dinamiche di vita di coppia, educazione dei<br />
figli e autorità su di loro, rapporto con la famiglia del marito, soggezione<br />
al diritto di ripudio unilaterale da parte del marito, accettazione sociale<br />
della poligamia, ecc.). Fra l’altro, non deve essere sottovalutato il reale<br />
disagio che vivrà nello sforzo d’integrazione nell’ambiente. In questi<br />
casi è importante il ruolo che potranno svolgere le comunità cattoliche<br />
locali, per cui la persona andrebbe aiutata fornendole anticipatamente<br />
riferimenti sicuri in loco.<br />
30. L’educazione dei figli, in particolare, costituisce una questione<br />
molto importante e delicata. I coniugi dovrebbero sforzarsi di educare i<br />
figli nel rispetto della religione di entrambi, insistendo sui valori comuni<br />
quali: la trascendenza come dimensione essenziale della vita e la necessità<br />
di coltivare l’ambito spirituale, la preghiera, la carità, la giustizia, la<br />
fedeltà, il rispetto reciproco, ecc. Con altrettanta chiarezza dovrebbero<br />
però formare i figli alla valutazione critica <strong>delle</strong> differenze sul piano del-<br />
133
134<br />
la fede – decisamente spiccate – e su quello dell’etica, in particolare per<br />
quanto concerne la pari dignità fra uomo e donna, la libertà religiosa e<br />
l’integrazione.<br />
31. In queste famiglie non si può, infatti, trascurare il pericolo, presente<br />
sia per i coniugi sia per i figli, di scivolare in una sorta di indifferentismo<br />
religioso, finalizzato a evitare eccessive tensioni.<br />
CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO<br />
E ACCOMPAGNAMENTO FAMILIARE<br />
32. Per la valida celebrazione del matrimonio tra una parte cattolica<br />
e una parte musulmana, ordinariamente deve essere osservata la forma<br />
canonica e la celebrazione liturgica deve aver luogo come previsto in<br />
questi casi (cfr can. 1108 § 1 e Rito del matrimonio, cap. III): il consenso<br />
deve essere manifestato di fronte al parroco o a un suo delegato in presenza<br />
di due testimoni, nel corso di una liturgia della Parola, escludendo<br />
la celebrazione eucaristica. In ogni caso, non dovrà avere luogo un’altra<br />
celebrazione <strong>delle</strong> nozze con rito islamico (cfr can. 1127 § 3). Non è<br />
invece vietata la cosiddetta “festa di matrimonio” islamica, purché non<br />
contenga elementi contrari alla fede della parte cattolica.<br />
33. In presenza di ragioni che rendono inopportuna la celebrazione liturgica<br />
del matrimonio, è possibile chiedere e ottenere la dispensa dalla<br />
forma canonica (cfr cann. 1127-1129). Le ragioni che potrebbero giustificare<br />
tale richiesta sono in particolare «quelle relative al rispetto <strong>delle</strong><br />
esigenze personali della parte non cattolica, quali, ad esempio, il suo<br />
rapporto di parentela o amicizia con il ministro acattolico, l’opposizione<br />
che incontra nell’ambito familiare, il fatto che il matrimonio dovrà essere<br />
celebrato all’estero in ambiente non cattolico, e simili» 4 . L’Ordinario<br />
può concedere lecitamente la dispensa dalla forma canonica solo quando<br />
riconosca l’adeguatezza <strong>delle</strong> ragioni addotte e dopo aver consultato<br />
4 Conferenza Episcopale Italiana, Decreto generale sul matrimonio canonico, 5<br />
novembre 1990, art. 50 b; cfr anche Id., Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa<br />
in Italia, 25 luglio 1993, n. 89.
l’Ordinario del luogo in cui verrà celebrato il matrimonio, nel caso in cui<br />
la celebrazione avvenga fuori dal territorio della propria diocesi.<br />
34. Condizione per la validità di un matrimonio celebrato con dispensa<br />
dalla forma canonica è che sia comunque osservata una qualche forma<br />
pubblica di celebrazione (cfr can. 1127 § 2). In Italia la celebrazione<br />
<strong>delle</strong> nozze deve avvenire davanti a un legittimo ministro di culto, stante<br />
la necessità di dare risalto al carattere religioso del matrimonio 5 .<br />
35. Occorre in ogni caso tenere ben presente che, qualora i nubendi<br />
decidano di sposarsi senza che la parte cattolica abbia ottenuto la prescritta<br />
dispensa dall’impedimento di disparitas cultus o dalla celebrazione<br />
secondo la forma canonica (per esempio, scegliendo semplicemente<br />
il rito islamico), il matrimonio è invalido: di conseguenza la parte<br />
cattolica viene a trovarsi in una situazione matrimoniale irregolare e non<br />
può accostarsi ai sacramenti, in particolare alla comunione eucaristica.<br />
36. Il matrimonio tra una parte cattolica e una parte musulmana celebrato<br />
in Italia può conseguire gli effetti civili previsti dalla normativa<br />
concordataria. Si dovrà pertanto provvedere ai consueti adempimenti<br />
(pubblicazioni alla casa comunale e successiva trascrizione).<br />
37. L’eventuale esenzione dall’obbligo di avvalersi del riconoscimento<br />
del matrimonio agli effetti civili potrà essere concessa dall’Ordinario<br />
del luogo per gravi motivi, secondo la normativa generale.<br />
Appendice I<br />
NATURA DELL’IMPEDIMENTO DI DISPARITAS CULTUS<br />
38. Secondo la dottrina cattolica, il matrimonio ha dignità sacramentale<br />
solo quando è celebrato da due battezzati. Nel caso di matrimonio<br />
fra una parte cattolica e una non battezzata, la competenza della Chiesa<br />
cattolica sul vincolo di diritto naturale si fonda sul fatto che uno dei<br />
due nubendi è battezzato cattolico (cfr can. 1059) e si traduce nella con-<br />
5 Id., Decreto generale sul matrimonio canonico, art. 50 c.<br />
13
13<br />
cessione o meno della dispensa che toglie l’impedimento dirimente alle<br />
nozze.<br />
La dispensa deve essere richiesta dal parroco della parte cattolica all’Ordinario<br />
del luogo, normalmente attraverso il competente ufficio della<br />
Curia diocesana. A tale scopo ci si può avvalere del modulo XIII (cfr<br />
l’allegata Modulistica, Scheda n. 1). Il parroco deve anche accertare,<br />
nelle modalità consuete, lo stato libero della parte musulmana. Tenuto<br />
conto della peculiarità del caso, è opportuno che i nubendi si presentino<br />
al parroco almeno sei mesi prima <strong>delle</strong> nozze.<br />
39. Con la normativa canonica che disciplina tali matrimoni la Chiesa,<br />
da un lato, intende tutelare la fede della parte cattolica: per questo ha<br />
stabilito l’impedimento dirimente di disparitas cultus (cfr can. 1086 §<br />
1), in forza del quale è invalido il matrimonio eventualmente contratto<br />
dal fedele cattolico con una parte non battezzata; d’altro canto, essa<br />
riconosce che, nella concreta vicenda esistenziale di una persona, il<br />
matrimonio di una parte cattolica con un non battezzato può realizzare<br />
valori positivi di indubbio rilievo, quali l’esercizio del diritto alle nozze<br />
e alla procreazione con la persona liberamente scelta, in una comunione<br />
di vita fedele e indissolubile, secondo il progetto primordiale di Dio sull’uomo<br />
e sulla donna.<br />
40. Per queste ragioni l’Ordinario del luogo, qualora si diano certe<br />
condizioni, ha la facoltà di dispensare il fedele cristiano dall’impedimento<br />
invalidante e di ammetterlo alla celebrazione di un valido matrimonio.<br />
Sotto il profilo sistematico, l’istituto della dispensa si traduce nell’esonero<br />
dal vincolo della legge (nel caso in specie, quella che sancisce<br />
l’esistenza di tale impedimento, che renderebbe nullo il matrimonio),<br />
di fronte al bene prevalente del fedele (nel caso in specie, il fatto che<br />
questi non permanga in una convivenza di fatto o in un matrimonio civile),<br />
posto che si realizzino tutte le condizioni richieste per il consenso a<br />
un matrimonio integro nell’essenza, nei fini e nelle proprietà essenziali,<br />
cioè in cui entrambi i nubendi accolgano come valori l’unità, l’indissolubilità,<br />
la fedeltà e l’apertura alla prole.<br />
41. L’Ordinario del luogo può concedere lecitamente la dispensa<br />
– che rimane in ogni caso un atto discrezionale e valido solo quando sus-
sista una giusta e ragionevole causa (cfr can. 90 § 1) – dall’impedimento<br />
di disparitas cultus solo dopo avere verificato l’esistenza di alcuni requisiti<br />
(cfr can. 1086 § 2).<br />
a) In primo luogo, essi riguardano la parte cattolica, che deve:<br />
ÿ dichiarare di essere pronta a evitare il pericolo, insito nel matrimonio<br />
con una parte non battezzata, di abbandonare la fede cattolica;<br />
ÿ promettere di fare quanto è in suo potere perché tutti i figli siano<br />
battezzati ed educati nella fede cattolica.<br />
Merita di essere sottolineata la differenza che caratterizza i due impegni<br />
assunti dalla parte cattolica: mentre la salvaguardia della fede cattolica<br />
è un valore assoluto che dipende fondamentalmente dalla coscienza<br />
rettamente formata e dalla forza morale del singolo, le scelte concrete<br />
in ordine all’educazione dei figli coinvolgono egualmente – nel nostro<br />
sistema di valori e negli ordinamenti giuridici dei Paesi occidentali – entrambi<br />
i genitori, e nel mondo islamico il padre a titolo del tutto speciale.<br />
Può pertanto darsi l’eventualità che la parte cattolica, per lo più la donna,<br />
pur avendo assunto un impegno vero e sincero, si trovi poi nell’oggettiva<br />
impossibilità di mantenerlo. Nel caso specifico, si tenga presente che i<br />
musulmani osservanti ritengono di avere l’obbligo di educare senz’altro<br />
i figli maschi nella propria credenza.<br />
La parte cattolica, su invito ed eventualmente con l’aiuto del parroco,<br />
verifichi approfonditamente e senza accontentarsi di rassicurazioni generiche<br />
le intenzioni e le disposizioni in merito della parte musulmana,<br />
così da offrire all’Ordinario del luogo gli elementi necessari per ponderare<br />
la convenienza della concessione della dispensa. Per manifestare e<br />
assumere gli impegni della parte cattolica si può usare il modulo XI (cfr<br />
Modulistica, Scheda n. 2).<br />
b) La parte musulmana deve essere informata degli impegni che la<br />
parte cattolica è tenuta ad assumere; ciò deve constare negli atti. Nel rispetto<br />
della libertà di coscienza, non le viene richiesta alcuna sottoscrizione<br />
che la vincoli a impegni equivalenti, pur restando auspicabile che<br />
dia garanzie adeguate di tenere veramente un atteggiamento rispettoso,<br />
tale da permettere alla parte cattolica di adempiere gli impegni assunti.<br />
È conveniente non attendere il momento dell’esame dei coniugi per<br />
far conoscere alla parte musulmana gli obblighi a cui è tenuta la parte<br />
cattolica e dei quali anch’essa deve essere realmente consapevole. Per<br />
13
13<br />
realizzare tale informazione si può usare il modulo XI (cfr Modulistica,<br />
Scheda n. 2).<br />
c) Entrambe le parti devono essere istruite sui fini e sulle proprietà<br />
essenziali del matrimonio, che non possono essere esclusi da nessuno<br />
dei due. Questo aspetto è da tenere distinto dai precedenti, che vedevano<br />
i due nubendi muoversi su piani diversi, dal momento che solo la parte<br />
cattolica era tenuta positivamente a impegnarsi.<br />
I fini del matrimonio sono indicati nel can. 1055 § 1 e consistono<br />
nel bene dei coniugi e nella generazione ed educazione della prole. Le<br />
proprietà essenziali del matrimonio, espresse nel can. 1056, sono l’unità<br />
(non vi possono essere per una persona più vincoli matrimoniali validi<br />
in atto contemporaneamente) e l’indissolubilità (cioè la perpetuità) del<br />
vincolo. L’esclusione anche di uno solo di questi elementi da parte di<br />
uno dei contraenti, snaturando l’istituto del matrimonio così come configurato<br />
da Dio nel piano della creazione, rende invalido il matrimonio.<br />
Non si tratta, infatti, di caratteri rimessi alla libera disponibilità <strong>delle</strong><br />
parti o subordinati all’appartenenza alla Chiesa cattolica: chi li rifiuta<br />
(battezzato o meno), rifiuta con ciò il matrimonio stesso.<br />
Un’attenzione particolare deve essere dedicata al bene della fedeltà<br />
coniugale, che può essere seriamente minacciato dalla diversa comprensione<br />
di questo valore, connessa con la differente prospettiva, non solo<br />
culturale ma anche antropologica, propria del mondo islamico, il quale<br />
non mette sullo stesso piano l’uomo e la donna: la fedeltà coniugale è<br />
infatti intesa come un diritto dell’uomo verso la donna, in senso stretto<br />
esigibile solo da lui.<br />
42. Poste queste premesse, è necessario verificare in maniera approfondita<br />
l’orientamento e la volontà di entrambi i contraenti su<br />
questi punti, prestando particolare attenzione alla parte musulmana:<br />
è possibile che questa condivida solo genericamente un orientamento<br />
culturale e di pensiero contrario ai fini e alle proprietà essenziali del<br />
matrimonio, ma di fatto non li escluda con un atto di volontà personale<br />
e positivo in riferimento al proprio matrimonio. Nel corso di questa<br />
verifica potrebbero infatti emergere circostanze nuove, quali una presa<br />
di coscienza più approfondita ed eventualmente un forte disagio della<br />
parte cattolica di fronte agli orientamenti del futuro coniuge su materie<br />
così delicate; tale evenienza dovrebbe suggerire all’Ordinario di
ponderare in maniera ancora più attenta l’eventuale concessione della<br />
dispensa.<br />
Anche nel caso in cui la verifica non lasci spazio a ombre circa le<br />
intenzioni della parte musulmana, non è inutile proporle un’istruzione<br />
adeguata sul significato e sulle implicazioni morali ed esistenziali dei<br />
fini e <strong>delle</strong> proprietà essenziali del matrimonio, che entrambe le parti<br />
sono tenute a rispettare.<br />
Se invece risultasse positivamente che la parte musulmana di fatto intenda<br />
e voglia, anche solo ipoteticamente, applicare orientamenti contrari<br />
ai fini e alle proprietà essenziali del matrimonio alle nozze che sta<br />
per contrarre, ciò comporterebbe inevitabilmente la nullità del vincolo<br />
(cfr can 1101 § 2), e di conseguenza l’impossibilità assoluta di concedere<br />
la dispensa dall’impedimento.<br />
43. Come si vede, è sempre necessario vagliare attentamente le reali<br />
intenzioni della parte non cristiana, motivando l’eventuale rifiuto della<br />
dispensa con il contrasto insanabile fra le intenzioni del nubendo e la<br />
concezione cattolica del matrimonio. Non si trascuri il fatto che dichiarazioni<br />
rilasciate solo per compiacere il parroco o la parte cattolica, ma<br />
non rispondenti alle effettive intenzioni della parte musulmana, potrebbero<br />
costituire il presupposto per dare corso al procedimento per la dichiarazione<br />
di nullità del matrimonio.<br />
44. Si tenga inoltre presente che, se la coppia intende stabilirsi in un<br />
Paese islamico, è oggettivamente assai improbabile che, al di là della<br />
soggettiva buona volontà, la parte cattolica possa adempiere gli impegni<br />
assunti per ottenere la concessione della dispensa. In questo caso – cioè<br />
in presenza dell’intenzione manifestata sin dall’inizio di procedere a tale<br />
trasferimento – non è conveniente che l’Ordinario conceda la dispensa,<br />
anche di fronte all’eventualità che, per conformarsi alle leggi dello Stato<br />
islamico e sotto la pressione sociale, la coppia sia poi indotta a celebrare<br />
il matrimonio islamico. A tutela della moglie cattolica si potrebbe tuttavia<br />
tollerare la celebrazione del matrimonio civile in Italia, anche nei casi<br />
in cui esso non venga riconosciuto dallo Stato del coniuge e non possa<br />
tutelare adeguatamente la posizione della donna, essendo colà ammessa<br />
la poligamia. In tali Paesi i figli non potranno che essere musulmani e,<br />
qualora la coppia vi si trasferisse dopo avere trascorso alcuni anni in Italia,<br />
essi, se battezzati, dovrebbero apostatare la fede cristiana.<br />
13
140<br />
Si deve altresì ammonire la parte cattolica sulla gravità <strong>delle</strong> conseguenze<br />
derivanti dall’eventuale emissione della professione di fede<br />
islamica, che configurerebbe una vera e propria apostasia.<br />
Appendice II<br />
LA SHAHÂDA<br />
(LA PROFESSIONE DI FEDE MUSULMANA)<br />
45. Le considerazioni contenute nell’Appendice I riguardano principalmente<br />
il caso – statisticamente molto più frequente – di una donna<br />
cattolica che voglia sposare un uomo musulmano.<br />
Una serie di problematiche particolari sorge nel caso in cui sia un uomo<br />
cattolico a voler sposare una donna musulmana: tale unione infatti<br />
è severamente vietata dalla legge coranica, in forza dell’impedimento di<br />
“differenza di religione”, secondo il quale il maschio musulmano può<br />
sposare una «donna del Libro», cioè una donna ebrea o cristiana (Corano,<br />
5, 5); mentre una musulmana non può sposare un «politeista» (Corano,<br />
2, 221) o un «miscredente» (Corano, 60, 10), categorie all’interno<br />
<strong>delle</strong> quali sono annoverati anche cristiani ed ebrei.<br />
Negli ordinamenti giuridici dei Paesi islamici spesso l’autorizzazione<br />
civile alla celebrazione presuppone l’emissione della shahâda da parte<br />
del contraente non musulmano (qui, cattolico), ossia della professione di<br />
fede musulmana 6 .<br />
46. Il problema si pone normalmente, in Italia, quando si intenda contrarre<br />
matrimonio canonico a cui conseguono anche gli effetti civili; in<br />
tal caso, può accadere che il consolato del Paese islamico non trasmetta<br />
i documenti all’ufficiale dello stato civile se prima non risulti che il contraente<br />
cattolico ha emesso la shahâda.<br />
6 Shahâda significa in arabo “testimonianza” (professione di fede) e la sua formulazione<br />
è la seguente: Lâ ilâha illâ Allâh wa Muhammad rasûl Allâh, e cioè: “Non<br />
c’è divinità all’infuori di Dio e Maometto è l’inviato di Dio”. Con la preghiera, il<br />
digiuno nel mese di Ramadân, l’elemosina e il pellegrinaggio alla Mecca è uno dei<br />
cinque pilastri fondamentali dell’islâm. Pronunciata in arabo e talora semplicemente<br />
sottoscritta davanti a due testimoni, è sufficiente per provare la conversione all’islâm,<br />
assoggettandosi ai diritti e ai doveri della comunità islamica.
Non di rado, per aggirare l’ostacolo, il cattolico in questione pronuncia<br />
o sottoscrive la shahâda, pensando di compiere una mera formalità.<br />
In realtà, egli pone un atto di apostasia dalla fede cattolica e manifesta<br />
una vera e propria adesione all’islâm. Il parroco deve illustrare al<br />
contraente cattolico il vero significato della shahâda, ammonendolo che<br />
non si tratta di un mero adempimento burocratico, ma di un vero e proprio<br />
abbandono formale della fede cattolica 7 .<br />
47. Nel caso ipotizzato, si potrebbe valutare con l’Ordinario l’eventualità<br />
di ricorrere alla previa celebrazione del matrimonio nel rito civile,<br />
procedendo solo in un secondo momento alla celebrazione canonica,<br />
per superare il mancato rilascio dei documenti da parte del consolato.<br />
La normativa italiana, infatti, consente di celebrare il matrimonio civile<br />
con una musulmana senza la dovuta documentazione e senza il “nulla<br />
osta” internazionale, in quanto la disparità di trattamento prevista dalla<br />
legislazione islamica contrasta con la Costituzione italiana, secondo il<br />
principio della reciprocità 8 .<br />
Il matrimonio civile così celebrato, però, sarà valido solo per l’ordinamento<br />
italiano e non nel Paese d’origine della donna musulmana; la<br />
7 Tale professione di fede, se compiuta consapevolmente, costituisce un atto formale<br />
di abbandono della Chiesa cattolica (cfr can. 751), il quale, quando assume la sostanza<br />
di vero delitto, risulta sanzionato dal can. 1364 (scomunica latae sententiae). La sua<br />
emissione esime sia dalla forma canonica (cfr cann. 1108, 1117) sia dall’impedimento<br />
di disparitas cultus (cfr can. 1086 § 1). Il cattolico, che ha emesso tale professione<br />
e si presenta al parroco chiedendo il matrimonio canonico, è tenuto a ritrattare formalmente<br />
tale atto prima del matrimonio; se la parte cattolica rifiuta di farlo, seppur<br />
ammonita <strong>delle</strong> gravi conseguenze dell’apostasia, deve essere rimandata al matrimonio<br />
civile. In ogni caso, la questione deve essere rimessa alla prudente valutazione<br />
dell’Ordinario del luogo.<br />
8 L’art. 27 della legge n. 218/1995 sottopone la capacità matrimoniale e le altre condizioni<br />
per contrarre matrimonio alla legge nazionale di ciascun nubendo al momento<br />
della celebrazione. Qualora l’impedimento previsto dalla legge risultasse contrastante<br />
con l’ordinamento italiano, l’autorità italiana potrebbe legittimamente invocare il limite<br />
dell’ordine pubblico, come nel caso del divieto per la donna musulmana di sposare<br />
un non musulmano. L’impedimento si pone in evidente contrasto con il principio<br />
di eguaglianza sancito, oltre che dalla Costituzione, da numerosi atti internazionali in<br />
tema di tutela dei diritti dell’uomo, quali gli artt. 12 e 14 della Convenzione europea<br />
dei diritti dell’uomo. L’ordine pubblico può giustificare la mancata produzione del<br />
nulla osta al matrimonio richiesto agli stranieri dall’art. 116 del codice civile.<br />
141
142<br />
coppia perciò, con ogni probabilità, dovrà affrontare problemi gravosi in<br />
rapporto sia alla famiglia, sia al Paese d’origine.<br />
Appendice III<br />
ALCUNI ELEMENTI DI CONOSCENZA<br />
DEL MATRIMONIO NELL’ISLÂM<br />
a) Il matrimonio come contratto<br />
48. Il matrimonio nell’islâm ha un significato e un valore religioso,<br />
in quanto voluto da Dio. Dal Corano risulta un’immagine ricca del matrimonio;<br />
in essa ritroviamo anche le due finalità essenziali della tradizione<br />
cristiana, espresse nei valori della riproduzione della specie e<br />
dell’istituzione di una relazione di pace, rispetto, affetto e misericordia<br />
fra gli sposi. In modo più scarno, invece, il diritto islamico vede nel matrimonio<br />
un contratto che rende leciti i rapporti sessuali fra gli sposi. Si<br />
tratta di un contratto bilaterale privato, per la cui validità non è necessaria<br />
una celebrazione pubblica.<br />
b) Una famiglia patriarcale, con doveri e ruoli prestabiliti<br />
49. La famiglia che nasce dal matrimonio islamico è sottoposta all’autorità<br />
del marito e si basa su doveri e diritti dei coniugi ben definiti.<br />
L’ideale coranico della famiglia è patriarcale, per cui l’uomo è il perno<br />
della vita familiare. L’impronta patriarcale resiste anche oggi, sebbene<br />
interpellata e parzialmente modificata dai moderni cambiamenti sociali.<br />
La superiorità maschile si manifesta anche negli atti sociali, come nel<br />
rendere testimonianza o nella divisione dell’eredità.<br />
In base a questa preminenza, il diritto stabilisce i ruoli, i reciproci diritti<br />
e i doveri dei membri della famiglia. Fra i coniugi vi sono anzitutto<br />
doveri reciproci, come la coabitazione, il rispetto, l’affetto, la salvaguardia<br />
degli interessi morali e materiali della famiglia, la reciproca vocazione<br />
successoria, la congiunzione agli sposi dei figli nati dal matrimonio,<br />
la creazione di parentela per alleanza.<br />
50. I diritti della sposa sono il mantenimento da parte del marito,<br />
l’uguaglianza di trattamento <strong>delle</strong> mogli nel matrimonio poligamico, la
possibilità di visitare i parenti e riceverne la visita, l’amministrazione<br />
dei propri beni senza il controllo del marito, la custodia dei figli in tenera<br />
età, ma sempre sotto il controllo paterno o del tutore legittimo. La<br />
tutela dei figli spetta al padre, che decide e controlla la loro educazione,<br />
in particolare che siano educati nell’islâm. In caso di scioglimento del<br />
matrimonio, la custodia dei figli spetta alla madre. La custodia del figlio<br />
maschio cessa con la pubertà, mentre la custodia della figlia dura fino al<br />
matrimonio di questa.<br />
51. I diritti dello sposo sono la fedeltà e l’obbedienza da parte della<br />
moglie, l’allattamento dei figli al seno da parte della moglie, la vigilanza<br />
sul buon andamento della casa, il rispetto dovuto dalla moglie ai parenti<br />
del marito. Solo il padre istituisce la filiazione legittima e il diritto legittimo<br />
all’eredità.<br />
c) Lo scioglimento del matrimonio: ripudio e divorzio<br />
52. Il ripudio, previsto e regolato dal Corano, è un atto unilaterale del<br />
marito, che rompe il contratto matrimoniale. Il diritto islamico spiega<br />
che il matrimonio, essendo un contratto bilaterale privato, può essere<br />
sciolto privatamente. Lo scioglimento avviene per ripudio, divorzio o<br />
decesso di uno dei congiunti.<br />
Il marito ha il diritto, unilaterale e assoluto, di pronunciare il ripudio.<br />
La donna può decidere, in alcuni casi determinati, di chiedere al giudice<br />
il ripudio dietro pagamento di un compenso al marito consenziente,<br />
quando i dissapori della coppia siano insanabili.<br />
53. In taluni casi il giudice stesso pronuncia la separazione definitiva<br />
tra gli sposi. Quest’ultima forma di scioglimento, che ha una certa<br />
analogia con il divorzio giudiziario, si applica in determinati casi, come<br />
l’assenza prolungata del marito dal tetto coniugale, la sua carcerazione,<br />
l’omissione prolungata del pagamento del mantenimento della moglie,<br />
il maltrattamento eccessivo.<br />
Alcuni Stati a maggioranza islamica (per esempio, la Tunisia e la Turchia)<br />
proibiscono il ripudio, o lo sottopongono al controllo giudiziario.<br />
143
144<br />
d) La poligamia<br />
54. La poligamia è consentita dal Corano fino a quattro mogli e a tutte<br />
le concubine desiderate. Si esige l’equità di trattamento <strong>delle</strong> mogli da<br />
parte del marito.<br />
Nel diritto e nella tradizione, fino a oggi, la poligamia è lecita, sebbene,<br />
per motivi economici, sia in regresso.<br />
Normalmente l’equità di trattamento <strong>delle</strong> donne viene intesa, dai<br />
giuristi islamici, in senso “quantitativo”. La Tunisia, interpretando<br />
l’equità in senso “psicologico”, ha abolito la poligamia, mentre altri Stati<br />
sottopongono al giudice la verifica <strong>delle</strong> condizioni di sussistenza della<br />
capacità per il matrimonio poligamico.<br />
e) Etica della sessualità e della vita fisica<br />
55. In generale manca una riflessione antropologica congrua sul senso,<br />
il valore e il fine della sessualità.<br />
La fornicazione e l’adulterio della donna sono peccati particolarmente<br />
gravi per l’islâm. La riflessione è invece liberale riguardo alla regolazione<br />
<strong>delle</strong> nascite, anche se la mentalità popolare incoraggia la fecondità. I giuristi<br />
ammettono la liceità di ogni tipo di contraccezione. Gli Stati, non di rado,<br />
favoriscono politiche di contraccezione indiscriminata per risolvere il<br />
problema demografico. Quanto alla sterilizzazione, maschile e femminile,<br />
essa è giudicata illecita, in base al principio di integrità del corpo umano.<br />
56. L’aborto è condannato, a meno che non si renda necessario per<br />
salvare la vita della madre; viene comunque considerato una forma minore<br />
di infanticidio. I giuristi, pertanto, vietano l’aborto dopo il quarto<br />
mese o sempre, eccetto il caso di pericolo per la salute della madre. È<br />
però ammesso l’aborto del “feto malformato”.<br />
La fecondazione eterologa è vietata, mentre viene ammessa quella<br />
omologa.<br />
f) I rapporti tra genitori e figli<br />
57. Il padre provvede al mantenimento e all’orientamento educativo<br />
dei figli; la madre esercita la custodia sui figli e li educa nella fanciullezza,<br />
in nome e nella religione del padre.
58. Altri principi generali importanti nell’islâm sono la solidarietà<br />
nella famiglia patriarcale, il rispetto dei beni dell’orfano e infine la proibizione<br />
dell’adozione.<br />
I figli devono obbedienza, riconoscenza e rispetto ai genitori e ricevono<br />
dal padre il consenso, o il diniego, al loro progetto di vita e di matrimonio.<br />
59. I ruoli familiari, maschile e femminile, ben delineati e distinti,<br />
spiegano certi comportamenti oppositivi dei ragazzi e dei giovani immigrati<br />
musulmani verso figure femminili autorevoli. Il padre è responsabile<br />
dei rapporti sociali per tutto quanto concerne l’educazione dei figli,<br />
mentre nei Paesi europei quest’incombenza spesso spetta alla madre; le<br />
due culture, quindi, usano talora codici opposti, con il rischio di possibili<br />
fraintendimenti.<br />
14
14<br />
Scheda n. 1 (modulo XIII)<br />
Appendice IV<br />
MODULISTICA<br />
Domanda di dispensa dall’impedimento<br />
per matrimonio tra una parte cattolica<br />
e una parte non battezzata<br />
Eccellenza Reverendissima,<br />
il sottoscritto parroco espone il seguente caso di richiesta di matrimonio<br />
canonico:<br />
il/la signor/a _____________________________________________,<br />
nato/a a _________________ ( _____________ ), il _____________<br />
chiede di contrarre matrimonio con ___________________________,<br />
nato/a a _________________ ( _____________ ), il _____________<br />
La parte richiedente è cattolica, mentre l’altra parte non è battezzata<br />
e appartiene alla religione ________________________________. Si<br />
verifica pertanto il caso previsto dal can. 1086 del codice di diritto canonico,<br />
e sussiste l’impedimento di disparità del culto.<br />
Entrambi i contraenti sono istruiti sui fini e sulle proprietà essenziali<br />
del matrimonio. In particolare, la parte cattolica è stata esortata a valutare<br />
con attenzione le conseguenze derivanti dall’unione matrimoniale<br />
con persona non battezzata. Poiché consta che nessuno dei fini o <strong>delle</strong><br />
proprietà essenziali del matrimonio viene escluso dai contraenti, esprimo<br />
parere favorevole affinché sia concessa la dispensa dal suddetto impedimento<br />
in forza dei seguenti motivi 10 :<br />
9 Cfr can. 1086; Conferenza Episcopale Italiana, Decreto generale sul matrimonio<br />
canonico, artt. 48-49.<br />
10 Per esempio: pericolo di matrimonio civile, fermezza e perseveranza nel proposito<br />
di sposarsi, legittimazione della prole.
________________________________________________________<br />
________________________________________________________<br />
La parte cattolica, in mia presenza, ha dichiarato di essere pronta ad<br />
allontanare i pericoli di abbandonare la fede e ha promesso di fare tutto<br />
quanto è in suo potere affinché i figli ricevano il battesimo e un’educazione<br />
cattolica. Ho informato in proposito l’altra parte, la quale si è<br />
dichiarata consapevole degli impegni assunti dalla comparte. Infine, ho<br />
accertato lo stato libero dei nubendi.<br />
Alla domanda allego documentazione relativa ai suddetti adempimenti.<br />
In fede.<br />
Luogo e data ____________________<br />
L.S.<br />
Il parroco<br />
_________________________<br />
Allegati: 1. Dichiarazione sottoscritta dalla parte cattolica (mod. XI)<br />
2. Attestazione di avvenuta informazione alla comparte (mod.<br />
XI)<br />
3. Stato libero dei contraenti (cfr Decreto generale sul matrimonio<br />
canonico, art. 49)<br />
14
14<br />
Scheda n. 2 (modulo XI)<br />
Dichiarazioni prescritte nei matrimoni misti 11<br />
Dichiarazione della parte cattolica<br />
Nell’esprimere il consenso libero e irrevocabile che mi unirà in comunione<br />
di vita e di amore con _____________________ , dichiaro di<br />
aderire pienamente alla fede cattolica e d’essere pronto/a ad allontanare<br />
i pericoli di abbandonarla;mi impegno ad adempiere i miei doveri verso<br />
il coniuge, nel rispetto del suo credo religioso. In ordine alla procreazione<br />
ed educazione dei figli prometto sinceramente di fare quanto è in mio<br />
potere perché tutti i figli siano battezzati ed educati nella Chiesa cattolica.<br />
In fede<br />
Luogo e data ____________________<br />
______________________________<br />
(firma del contraente cattolico)<br />
Attestazione del parroco<br />
Il sottoscritto parroco _____________________________________<br />
dichiara di aver informato il signor/la signora ____________________<br />
__________________ <strong>delle</strong> dichiarazioni e promesse sottoscritte dalla<br />
parte cattolica con cui intende celebrare il matrimonio cristiano. Attesto<br />
che l’interessato/a è consapevole degli impegni assunti dal futuro coniuge<br />
cattolico, come risulta da sua dichiarazione verbale<br />
– resa in presenza di ____________________________ e di _______;<br />
11 Cfr cann. 1125-1126; Conferenza Episcopale Italiana, Decreto generale sul<br />
matrimonio canonico, art. 48.
– (oppure) e dalla sottostante firma per presa visione.<br />
Data e luogo ____________________<br />
______________________________<br />
(firma del contraente acattolico)<br />
______________________________<br />
(firma del parroco)<br />
L.S.<br />
14
1 0<br />
Scheda n. 3<br />
Dichiarazione della parte musulmana 12<br />
Nel giorno del mio matrimonio, davanti a Dio, in piena libertà voglio<br />
creare con ___________________________________ una vera comunione<br />
di vita e d’amore.<br />
Con questo impegno reciproco intendiamo – e io in prima persona<br />
intendo – stabilire tra di noi un legame indissolubile, che nel corso della<br />
nostra vita niente potrà distruggere.<br />
Io so che ___________________________________ si impegna in<br />
un matrimonio monogamico e irrevocabile. Altrettanto io mi impegno<br />
ugualmente alla fedeltà per tutta la nostra vita. Io sarò per lei/lui un vero<br />
sostegno e lei/lui sarà la mia unica sposa (il mio unico sposo).<br />
In fede<br />
Data e luogo ____________________<br />
______________________________<br />
(firma dell’interessato)<br />
______________________________<br />
(firma del parroco)<br />
L.S.<br />
12 La dichiarazione va distinta accuratamente da quella del modulo XI. Infatti, mentre<br />
questa è obbligatoria e la sua formulazione è quella prescritta dal Decreto generale sul<br />
matrimonio canonico, la presente invece è funzionale solo alla certezza che il parroco<br />
deve acquisire circa la sussistenza di tutti gli elementi per la celebrazione valida del<br />
matrimonio e può dare altresì una certa tutela alla parte cattolica.
Messaggio dei Vescovi Italiani<br />
per il 40° anniversario della conclusione<br />
del Concilio Vaticano II<br />
55 a Assemblea Generale - Assisi, 14-18 novembre 2005<br />
Carissimi nel Signore,<br />
quarant’anni fa, l’8 dicembre 1965, Paolo VI chiudeva il Concilio Vaticano<br />
II. Quasi tutti eravamo, allora, seminaristi o giovani preti. Oggi<br />
che lo Spirito Santo ci ha posto come Vescovi a pascere le Chiese di Dio<br />
che sono in Italia (cfr At 20, 28) ricordiamo ancora con commozione quei<br />
giorni; abbiamo davanti agli occhi immagini piene di fascino, come quella<br />
dei duemila Vescovi che entrano in processione in San Pietro o quella<br />
di Papa Giovanni che, dalla finestra del Palazzo Apostolico, saluta i fedeli<br />
venuti per essere testimoni di quell’avvenimento. Ma soprattutto portiamo<br />
ancora nel cuore i desideri, le attese, le speranze che il Concilio aveva<br />
suscitato in noi. Eravamo – e lo siamo nello stesso modo oggi – gioiosi e<br />
fieri della Chiesa e della testimonianza di universalità, di unità, di amore<br />
al Vangelo che essa offriva al mondo; ed eravamo convinti di vivere una<br />
primavera, una stagione bella, ricca di promesse e di speranze.<br />
Abbiamo capito meglio, in quegli anni, che cosa sia la Chiesa, istituzione<br />
antica e sempre nuova, che noi amiamo con affetto profondo. Essa<br />
è il popolo “in religioso ascolto della parola di Dio”, chiamato a proclamarla<br />
a tutti con ferma fiducia, secondo la testimonianza ricevuta fin dalle<br />
origini e così espressa dall’apostolo Giovanni: “Vi annunciamo la vita<br />
eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi; quello che abbiamo<br />
veduto e udito noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate<br />
in comunione con noi e la nostra comunione sia col Padre e con il Figlio<br />
suo Gesù Cristo” (Gv 1, 1-3), “affinché mediante l’annuncio della salvezza<br />
il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami” (DV<br />
1). Così il Concilio si è presentato e così noi desideriamo che la Chiesa<br />
sempre si manifesti: popolo che si pone in ascolto della Parola di Dio, la<br />
riceve e la proclama, e celebra i divini misteri per la salvezza del mondo.<br />
Anzitutto l’ascolto: all’inizio, infatti, non ci siamo noi con i nostri<br />
progetti; all’inizio risuona quella parola che, scaturita dal silenzio di<br />
Dio, tocca i nostri cuori e li riempie di gioia stupita e riconoscente. C’è<br />
1 1
1 2<br />
una parola di Dio per noi, una parola che ci coglie nell’intimo del nostro<br />
cuore e si rivolge alla nostra libertà suscitando la risposta della fede.<br />
La costituzione dogmatica Dei Verbum confessa questa parola, per<br />
la quale “Dio invisibile per la ricchezza del suo amore parla agli uomini<br />
come ad amici e si intrattiene con loro per invitarli e ammetterli alla<br />
comunione con sé” (DV 2). In questo modo, il Concilio ci ha ricordato<br />
che l’uomo non è solo, gettato a vivere nella fredda immensità dell’universo,<br />
ma è chiamato da una parola amica a rispondere a un appello e a<br />
costruire <strong>insieme</strong> un mondo degno dell’uomo e di Dio. Le tante e varie<br />
parole che scandiscono la storia del rapporto tra Dio e l’uomo (cfr Eb<br />
1, 1-2) hanno il loro compimento e la loro perfezione nella Parola fatta<br />
carne, in Gesù di Nazaret (DV 4). Poiché è Dio in carne umana, egli ci rivela<br />
il volto di amore del Padre; e poiché è uomo a perfetta somiglianza<br />
di Dio, egli ci permette di sperare sempre nell’uomo e di comprenderne<br />
il compito sulla terra.<br />
È il mistero di Cristo a unire indissolubilmente l’uomo e Dio e a rivelare<br />
la nostra vocazione, il compito che ci è affidato: la comunione.<br />
Comunione con Dio Padre, dal quale riceviamo con gratitudine la vita;<br />
comunione tra noi, perché Dio sia santificato nel mondo. Questo mistero<br />
di vita e di morte, di amore che ha vinto il peccato, ci è donato nell’Eucaristia<br />
e nei diversi sacramenti che da esso scaturiscono, esprimendone<br />
la ricchezza e attuandone la forza. La costituzione Sacrosanctum Concilium<br />
proclama proprio questo: che il mistero di Cristo non appartiene<br />
soltanto al passato come fatto storico, ma è vivo, presente, efficace come<br />
azione di salvezza di Dio. Per questo la Chiesa attraverso i secoli non<br />
smette di celebrare la liturgia, che “è il culmine cui tende la [sua] azione…<br />
e, <strong>insieme</strong>, la fonte da cui promana tutto il suo vigore” (SC 10): è<br />
consapevole che nel mistero di Cristo, reso presente tra noi per la forza<br />
dello Spirito Santo, sta l’origine inesauribile della sua vita, la forza della<br />
sua missione, la via della sua santità, la manifestazione piena della sua<br />
identità.<br />
Nella Parola e nei sacramenti è Cristo stesso, vincitore del peccato e<br />
della morte, a operare ed edificare il suo corpo, la Chiesa, che in Maria<br />
contempla il proprio ideale mentre la venera come Madre. Fatta di uomini<br />
con le loro doti e i loro limiti, la Chiesa è però dono di Dio, presa<br />
di mezzo al mondo, riempita dello Spirito del Risorto, costruita come<br />
comunione di fede e di amore per essere nel mondo, segno e strumento<br />
di unità. “Popolo radunato dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo”, essa – come ci insegna la costituzione dogmatica Lumen gentium<br />
– esiste per riunire gli uomini con Dio e fra di loro e per attirare il<br />
mondo intero al Padre (cfr LG 1). L’unica Chiesa, una santa cattolica e<br />
apostolica, articolata nella molteplicità dei ministeri e arricchita dalla<br />
varietà dei carismi, si fa presente in tutte le Chiese particolari, guidate<br />
dai loro Vescovi: e l’unità generata dall’unica Parola e dall’unico Pane<br />
di vita è espressa dalla comunione collegiale dei Vescovi con il Vescovo<br />
di Roma, il successore di Pietro.<br />
Il Signore chiama tutti alla sua Chiesa: di qui nasce la passione che<br />
ogni battezzato deve sentire per la causa del Vangelo, impegnandosi per<br />
essa con piena consapevolezza e responsabilità nell’attività di evangelizzazione<br />
e di missione. Da qui scaturisce la passione per l’unità del<br />
corpo ecclesiale di Cristo, e dunque l’impegno ecumenico, a cui tutti siamo<br />
chiamati. Da qui viene l’urgenza di riscoprire il legame della Chiesa<br />
con la sua santa radice, la fede d’Israele, e di avere a cuore il dialogo e<br />
l’amicizia con i “fratelli maggiori”, gli ebrei. Da questa vocazione alla<br />
comunione con Dio nasce anche l’urgenza del dialogo con i credenti di<br />
tutte le religioni. Da qui, infine, sorge il bisogno di sviluppare un dialogo<br />
rispettoso, mai separato dalla proclamazione del Vangelo con le donne<br />
e gli uomini di buona volontà a qualunque cultura, situazione storica o<br />
posizione appartengano.<br />
La Chiesa vive così nella storia al servizio della salvezza per la gloria<br />
di Dio: scaturisce da qui l’ispirazione della costituzione pastorale del<br />
Concilio Gaudium et spes, che offre uno sguardo fiducioso sul panorama<br />
dell’esistenza umana per cogliere nelle culture l’anelito all’unità e<br />
alla comunione, per valorizzare tutti i germi di bene, per moltiplicare le<br />
esperienze di donazione, di amore, “al fine di stabilire quella fraternità<br />
universale che corrisponde a tale vocazione” (GS 3), e accoglie il contributo<br />
che le può venire dall’uomo e dalla sua storia (cfr GS 44). In modo<br />
particolare si colloca in questa luce l’impegno della Chiesa al servizio<br />
della pace fra gli uomini e i popoli: il rifiuto della violenza si coniuga<br />
all’urgenza di promuovere la giustizia e la riconciliazione come unica<br />
via possibile a una pace autentica e duratura.<br />
La ricezione del Concilio, ossia la sua assimilazione e attuazione concreta<br />
nella vita e nella missione della Chiesa, è stata ed è un’opera complessa<br />
e spesso travagliata; ma i frutti positivi sono comunque assai grandi<br />
e ben più rilevanti <strong>delle</strong> difficoltà: abbiamo dunque tutti i motivi per<br />
ringraziare il Signore del dono che ci ha fatto attraverso il Vaticano II.<br />
1 3
1 4<br />
In Italia il rinnovamento conciliare, per cui tanto si è speso, con non<br />
poca sofferenza, Paolo VI e poi, con altrettanta fedeltà, Giovanni Paolo<br />
II, ha inciso in maniera profonda sul volto e sulla realtà <strong>delle</strong> nostre<br />
Chiese, e anche sui modi e sulle forme della presenza cristiana nella vita<br />
del Paese: anche se non è stato possibile arrestare i processi di secolarizzazione<br />
e purtroppo di scristianizzazione, il rinnovamento conciliare<br />
ha indubbiamente aiutato a comprendere le radici di questi fenomeni e<br />
soprattutto ha stimolato una risposta pastorale e culturale, in chiave di<br />
missione e di evangelizzazione.<br />
Gli aspetti di travaglio, di contestazione e di crisi del periodo successivo<br />
al Concilio in Italia non hanno bloccato la rinnovata consapevolezza<br />
della comunione ecclesiale e della responsabilità missionaria<br />
condivisa da tutti i credenti, in particolare mediante l’impegno capillare<br />
e generoso dei laici cristiani e <strong>delle</strong> loro molteplici aggregazioni. Il panorama,<br />
rispetto a quarant’anni fa, è assai cambiato, ma è rimasta viva<br />
e feconda l’eredità del Concilio, che ci ha insegnato a “discernere negli<br />
avvenimenti … i veri segni della presenza e del disegno di Dio” (GS 11)<br />
e al contempo ci ha ammonito che “al di sotto di tutti i mutamenti ci sono<br />
molte cose che non cambiano; esse trovano il loro ultimo fondamento in<br />
Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli (cfr Eb 13, 8)” (GS<br />
10). La Chiesa è chiamata pertanto a continuare oggi, e sempre di nuovo,<br />
quella grande opera di discernimento e di orientamento profetico che il<br />
Vaticano II, sotto la guida dello Spirito Santo, ha saputo compiere tanto<br />
fruttuosamente, testimone della speranza che non delude in questo mondo<br />
che cambia.<br />
Sono queste alcune <strong>delle</strong> considerazioni che ci hanno motivato a fare<br />
memoria con voi e per voi di questa “grande grazia di cui la Chiesa ha<br />
beneficiato nel secolo ventesimo. In esso – come ci ha ricordato Giovanni<br />
Paolo II – ci è offerta una sicura ‘bussola’ per orientarci nel cammino<br />
del secolo che si apre” (NMI 57). È una convinzione che Benedetto XVI<br />
ci ha riproposto con forza nel suo primo messaggio. Per questo sentiamo<br />
di dover riconsegnare il patrimonio del Concilio alle nostre comunità<br />
cristiane, soprattutto ai giovani. È grande in noi tutti il desiderio che il<br />
cammino verso la comunione con Dio – amore infinito – e verso la comunione<br />
tra gli uomini si rinnovi con fresca energia.<br />
Questo compito noi ora lo affidiamo a voi, giovani. Ve lo ripetiamo<br />
con le parole sempre attuali e belle che il Concilio vi ha rivolto: “La<br />
Chiesa vi guarda con fiducia e con amore… essa è la vera giovinezza
del mondo. Essa possiede ciò che fa la forza e la bellezza dei giovani:<br />
la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, di darsi senza ritorno, di<br />
rinnovarsi e ripartire verso nuove conquiste. Guardatela e voi ritroverete<br />
in essa il volto di Cristo, il vero eroe umile e saggio, profeta della verità e<br />
dell’amore, il compagno e l’amico dei giovani” (Messaggi del Concilio<br />
all’umanità, Ai giovani). Per questo vi invitiamo a conoscere meglio e<br />
ad amare il Concilio, traendone ispirazione sempre nuova per la vostra<br />
fede, per la costruzione del popolo di Dio e per il servizio al Regno nella<br />
storia, secondo la volontà del Signore.<br />
Assisi, 16 novembre 2005<br />
I Vescovi italiani<br />
1
1<br />
Testimoni di Gesù risorto,<br />
speranza del mondo<br />
Traccia di riflessione in preparazione<br />
al Convegno Ecclesiale di Verona<br />
16-20 ottobre 2006<br />
PRESENTAZIONE<br />
Sono lieto di presentare la traccia di riflessione destinata ad accompagnare<br />
il cammino <strong>delle</strong> Chiese in Italia nella preparazione al IV<br />
Convegno Ecclesiale nazionale, che si svolgerà a Verona dal 16 al 20<br />
ottobre 2006.<br />
Questo “evento” si colloca a metà del primo decennio del terzo millennio<br />
e si propone di dare nuovo impulso allo slancio missionario scaturito<br />
dal Grande Giubileo del 2000 e di compiere una prima verifica<br />
del cammino pastorale svolto in questo decennio e di essere occasione<br />
di ripresa e di rilancio verso gli impegni che ancora ci attendono. Esso<br />
dovrà rappresentare – questo è il desiderio di tutti noi – un evento veramente<br />
significativo, analogamente a quanto avvenuto per i tre Convegni<br />
precedenti: Roma 1976, Loreto 1985, Palermo 1995; un evento che si<br />
inserisce nel cammino della Chiesa nel nostro Paese, scandito oggi dagli<br />
orientamenti pastorali Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia.<br />
La scelta del tema “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”<br />
è stata il punto di arrivo di un’intensa e partecipata riflessione di tutto<br />
l’Episcopato italiano, giunta a conclusione nella 51 a Assemblea Generale<br />
(Roma, 19-23 maggio 2003). Questa formulazione del tema dice la<br />
volontà di ribadire con forza la scelta già fatta nei precedenti Convegni<br />
Ecclesiali: quella di dedicare tali eventi alla considerazione del ruolo dei<br />
cristiani nel contesto della realtà storica in cui vivono e operano. Su questa<br />
confermata scelta metodologica il titolo del Convegno intende far<br />
convergere quattro fondamentali elementi: la persona di Gesù, il Risorto<br />
che vive in mezzo a noi; il mondo, nella concretezza della svolta sociale<br />
e culturale della quale noi stessi siamo destinatari e protagonisti; le attese<br />
di questo mondo, che il Vangelo apre alla vera speranza che viene<br />
da Dio; l’impegno dei fedeli cristiani, in particolare dei laici, per essere<br />
testimoni credibili del Risorto attraverso una vita rinnovata e capace di<br />
cambiare la storia.
In questo contesto, il tema intende rispondere ad alcuni interrogativi<br />
di fondo e di grande interesse: che cosa il Vangelo comunica alla vita dei<br />
cristiani? come Gesù Cristo può rigenerare questo vissuto, soprattutto<br />
nella sua dimensione quotidiana? come può essere plasmata una nuova<br />
prospettiva antropologica nell’epoca della complessità? quali forme e<br />
modalità possono caratterizzare la presenza dei cristiani in questo momento<br />
storico nel nostro Paese?<br />
Lo strumento che qui viene presentato vuole avviare e favorire una<br />
prima riflessione su tali interrogativi, per preparare le nostre Chiese a<br />
un incontro che sia generatore di un forte messaggio di impegno e di<br />
speranza per tutti.<br />
Maria, Madre della Chiesa, che con il suo “sì” detto nel segreto del<br />
cuore ha reso possibile l’irrompere della Speranza nella storia, illumini<br />
e guidi il nostro cammino perché sappiamo «individuare atteggiamenti e<br />
scelte che rendano la Chiesa una comunità a servizio della speranza per<br />
ogni uomo» (Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, Appendice).<br />
Roma, 29 aprile 2005, Festa di Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia<br />
e d’Europa<br />
Dionigi Card. Tettamanzi<br />
Presidente del Comitato preparatorio<br />
1
1<br />
Calendario<br />
maggio 2005 Pubblicazione della traccia di riflessione<br />
estate 2005 Pubblicazione del calendario degli incontri<br />
che daranno forma al “percorso<br />
nazionale itinerante” di preparazione<br />
al Convegno<br />
settembre 2005 - maggio 2006 Approfondimento della traccia di riflessione<br />
nelle Chiese particolari attraverso<br />
i consigli presbiterale e pastorale<br />
e nelle forme che verranno stabilite a<br />
livello diocesano<br />
4 giugno 2006 Termine ultimo per la consegna al<br />
Gruppo regionale di coordinamento<br />
dei contributi diocesani di preparazione<br />
al Convegno<br />
31 luglio 2006 Termine ultimo per la consegna alla<br />
Giunta del Comitato Preparatorio <strong>delle</strong><br />
sintesi regionali e dei contributi degli<br />
organismi e aggregazioni ecclesiali<br />
a livello nazionale<br />
settembre 2006 Incontri regionali dei delegati diocesani<br />
al Convegno
Questa è la nostra fede<br />
Nota pastorale<br />
della Commissione Episcopale per la dottrina della fede,<br />
l’annuncio e la catechesi<br />
sul primo annuncio del Vangelo<br />
La nota pastorale sul primo annuncio del Vangelo Questa è la nostra<br />
fede è stata elaborata dalla Commissione Episcopale per la dottrina<br />
della fede, l’annuncio e la catechesi; il Consiglio Episcopale Permanente<br />
ha espresso parere favorevole alla pubblicazione nella sessione di<br />
marzo 2005.<br />
Il documento si pone come momento sintetico di precedenti interventi<br />
della Conferenza Episcopale Italiana sul tema del primo annuncio, in<br />
risposta a una indicazione del Consiglio Episcopale Permanente, formulata<br />
in occasione dell’approvazione della terza nota sull’iniziazione<br />
cristiana nella sessione di marzo 2003.<br />
Il testo si articola in quattro capitoli e descrive l’importanza, il contenuto,<br />
i linguaggi, le finalità del primo annuncio, inquadrandolo nel<br />
vasto orizzonte dell’evangelizzazione e contestualizzandolo nell’attuale<br />
scenario religioso e culturale. La nota offre anche una possibile esemplificazione<br />
concreta di primo annuncio sul modello della liturgia della<br />
veglia pasquale e propone <strong>delle</strong> indicazioni operative per una pastorale<br />
del primo annuncio, con riferimento ai soggetti, alla pedagogia, ai destinatari<br />
e alle forme.<br />
PRESENTAZIONE<br />
Preparata dal grande giubileo del Duemila, la santa Chiesa di Gesù<br />
Cristo è entrata nel terzo millennio con la chiara coscienza e la convinzione<br />
sempre più condivisa che la missione di annunciare il Vangelo a<br />
ogni creatura è ancora ben lontana dal suo compimento, anzi è appena<br />
agli inizi.<br />
Con gli orientamenti pastorali dell’episcopato italiano per questo primo<br />
decennio del Duemila, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia,<br />
si è delineato e decisamente intrapreso un cammino pastorale con<br />
l’obiettivo della «comunicazione del Vangelo ai fedeli, a quanti vivono<br />
1
1 0<br />
nell’indifferenza e ai non cristiani, qui nelle nostre terre e nella missione<br />
ad gentes» 1 . Questo obiettivo richiede che si ponga mano a un impegno<br />
di primo annuncio del Vangelo, sia perché cresce il numero <strong>delle</strong> persone<br />
non battezzate o che debbono completare l’iniziazione cristiana,<br />
sia perché molti battezzati vivono come se Cristo non esistesse; inoltre<br />
anche in quanti ripetono i segni della fede, non sempre alle parole e ai<br />
gesti corrisponde un’autentica e concreta adesione alla persona di Gesù<br />
Salvatore.<br />
Anche l’Italia, come in generale tutta l’Europa, «si colloca ormai tra<br />
quei luoghi tradizionalmente cristiani nei quali, oltre a una nuova evangelizzazione,<br />
in certi casi si impone una prima evangelizzazione»: così<br />
scriveva Giovanni Paolo II, il grande missionario del mondo, nell’esortazione<br />
apostolica Ecclesia in Europa 2 . In un contesto obiettivamente<br />
missionario, come il nostro, occorre riportare al centro di ogni Chiesa<br />
diocesana e di tutte e singole le comunità parrocchiali il primo annuncio<br />
della fede. È a questa meta che è esplicitamente dedicata la presente Nota<br />
pastorale, come risulta dalla struttura in cui essa è articolata.<br />
Il primo capitolo (Alle sorgenti dell’evangelizzazione) ha lo scopo<br />
di descrivere l’importanza, il contenuto, i linguaggi, le finalità del<br />
primo annuncio del Vangelo, inquadrandolo nel vasto orizzonte dell’evangelizzazione.<br />
Infatti se è vero che è il Vangelo a fare la Chiesa<br />
ed è la Chiesa in quanto tale a fare l’evangelizzazione, è anche vero<br />
che questa può avvenire solo seguendo lo stile del Signore Gesù. Per<br />
questo, dopo aver presentato alcuni tratti sintetici del volto del divino<br />
evangelizzatore, si propone il contenuto essenziale di questo annuncio:<br />
«Gesù Cristo, crocifisso e risorto, è il Signore e l’unico salvatore<br />
del mondo». L’evento della Pasqua rimane pertanto il nucleo germinale<br />
di tutto il processo di trasmissione del Vangelo e del successivo<br />
sviluppo del dogma. Questo contenuto identico in tutti i tempi e in tutti<br />
i luoghi può essere espresso in diversi linguaggi e generi letterari, come<br />
attesta il Nuovo Testamento: proclamazioni dì fede, inni o cantici,<br />
racconti e testimonianze, ma sempre con la sua nota irrinunciabile di<br />
“lieto messaggio”.<br />
1 Conferenza Episcopale Italiana, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia.<br />
Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il primo decennio del 2000,<br />
n. 67: «Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana» 2001, 175.<br />
2 Giovanni Paolo II, Esort. ap. Ecclesia in Europa, n. 46: AAS 95 (2003) 678.
Il secondo capitolo (Comunicare il Vangelo oggi) tenta una contestualizzazione<br />
del primo annuncio del Vangelo nello scenario dell’attuale<br />
frangente culturale, segnato da un avanzato processo di secolarizzazione<br />
ma anche da un diffuso bisogno religioso, seppure fragile e<br />
ambiguo. Provocata da questo contesto, la comunità cristiana deve saper<br />
riesprimere la sua fedeltà ai caratteri fondamentali del messaggio cristiano,<br />
oggi particolarmente attuali: il carattere di assolutezza, l’aspetto<br />
salvifico, la dimensione storica, la sua nota paradossale e sorprendente.<br />
Grande attenzione va dedicata allo stile della comunicazione, che deve<br />
essere testimoniale e, <strong>insieme</strong>, dialogico, evitando false alternative, come<br />
quella fra testimonianza della vita e annuncio esplicito, come pure<br />
fra identità e dialogo.<br />
Il terzo capitolo (Gesù risorto è la nostra salvezza) offre una possibile<br />
esemplificazione concreta di primo annuncio della fede, ripercorrendone<br />
la struttura portante, così come avviene in modo paradigmatico<br />
nella liturgia della veglia pasquale: i catecumeni e tutti i credenti<br />
già battezzati sono chiamati ad emettere la solenne professione<br />
della fede in Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo. Il segno della croce<br />
è pertanto la formula-base della nostra fede, in quanto ne esprime i<br />
due misteri principali: la santa Pasqua del Signore e la santa uni-trinità<br />
di Dio.<br />
Il capitolo finale (Noi lo annunciamo a voi) propone <strong>delle</strong> essenziali<br />
indicazioni operative per attuare una pastorale di primo annuncio. Esse<br />
riguardano i soggetti, la pedagogia, i destinatari, le forme occasionali e<br />
quelle organiche.<br />
Nel suo <strong>insieme</strong>, la Nota vuole orientare e aiutare concretamente a<br />
tradurre quanto affermato nel documento Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie<br />
in un mondo che cambia: «C’è bisogno di un rinnovato primo<br />
annuncio della fede. È compito della Chiesa in quanto tale, e ricade su<br />
ogni cristiano, discepolo e quindi testimone di Cristo; tocca in modo<br />
particolare le parrocchie» 3 (n. 6).<br />
Affidiamo a Maria, “stella dell’evangelizzazione”, l’auspicio che<br />
la presente Nota venga accolta e valorizzata per quello che vuole essere:<br />
uno strumento di lavoro chiaro, concreto, efficace, perché la nostra<br />
3 Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un<br />
mondo che cambia, n. 6: «Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana» 2004,<br />
140.<br />
1 1
1 2<br />
Chiesa in Italia assuma con nuovo slancio la missione evangelizzatrice,<br />
affidatale da Gesù Risorto, speranza del mondo.<br />
Roma, 15 maggio 2005<br />
Solennità di Pentecoste<br />
✠ Francesco Lambiasi<br />
Presidente della Commissione Episcopale<br />
per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi
Rendiconto,<br />
previsto dall’art. 44 della legge n. 222/1985,<br />
circa l’utilizzo <strong>delle</strong> somme<br />
pervenute all’I.C.S.C. e alla C.E.I.<br />
nell’anno 2004<br />
L’articolo 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222, dispone che la Conferenza<br />
Episcopale Italiana trasmetta annualmente all’autorità statale<br />
competente il rendiconto relativo all’effettiva utilizzazione <strong>delle</strong> somme<br />
di cui agli articoli 46, 47 e 50, terzo comma, della stessa legge e lo<br />
pubblichi sul “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana”, organo<br />
ufficiale della Conferenza medesima.<br />
In adempimento a tale disposizione, si pubblica il rendiconto relativo<br />
all’anno 2004, con alcune annotazioni illustrative, inviato dal Presidente<br />
della CEI, Card. Camillo Ruini, al Ministro dell’Interno, On. Giuseppe<br />
Pisanu, con lettera in data 6 luglio 2005, prot. n. 558/05.<br />
Nell’indicare i singoli dati si segue l’ordine <strong>delle</strong> lettere del comma<br />
secondo dell’art. 44:<br />
* Lettera a) - Numero dei sacerdoti a favore dei quali si è provveduto<br />
nell’anno 2004:<br />
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore <strong>delle</strong><br />
diocesi n. 35.702<br />
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore<br />
<strong>delle</strong> diocesi n. 3.115<br />
* Lettera b) - Somma stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana per<br />
il dignitoso sostentamento dei sacerdoti (al netto dei contributi previdenziali<br />
dovuti al Fondo Clero dell’INPS e al lordo <strong>delle</strong> ritenute<br />
fiscali):<br />
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno:<br />
da un minimo di € 10.521,60 (€ 876,80 mensili x 12 mensilità)<br />
ad un massimo di € 19.596,48 (€ 1.633,04 mensili x 12 mensilità)<br />
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno:<br />
sacerdoti: € 14.204,16 (€ 1.183,68 mensili x 12 mensilità)<br />
Vescovi emeriti: € 17.229,12 (€ 1.435,76 mensili x 12 mensilità)<br />
1 3
1 4<br />
* Lettera c) - Ammontare complessivo <strong>delle</strong> somme di cui agli artt. 46 e<br />
47 destinate al sostentamento del clero:<br />
– erogazioni liberali pervenute all’Istituto Centrale per il sostentamento<br />
del clero e deducibili a termini dell’art. 46 € 18.326.246<br />
– importo destinato dalla CEI a valere sull’anticipo dell’8 per mille<br />
IRPEF € 319.500.000<br />
* Lettera d) - Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata l’intera remunerazione:<br />
n. 152<br />
* Lettera e) - Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata un’integrazione:<br />
n. 34.906<br />
* Lettera f) - Ammontare <strong>delle</strong> ritenute fiscali e dei contributi previdenziali<br />
operati ai sensi dell’art. 25:<br />
– ritenute fiscali € 59.022.296<br />
– contributi previdenziali € 27.735.495<br />
* Lettera g) - Interventi finanziari dell’Istituto Centrale a favore dei singoli<br />
Istituti per il sostentamento del clero € 311.292.633<br />
* Lettera h) - Interventi operati per le altre finalità previste dall’art. 48:<br />
1. Esigenze di culto della popolazione<br />
La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 437.027.892,91.<br />
In particolare, essa è stata così ripartita:<br />
– per la costruzione di nuovi edifici di culto e centri parrocchiali:<br />
€ 130 milioni;<br />
– alle diocesi, per il sostegno <strong>delle</strong> attività di culto e pastorale:<br />
€ 150 milioni;<br />
– per interventi di rilievo nazionale definiti dalla CEI:<br />
€ 31.027.892,91;<br />
– per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici: € 70 milioni;<br />
– per il “fondo speciale” finalizzato alla promozione della catechesi<br />
e dell’educazione cristiana: € 50 milioni;<br />
– per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali:<br />
€ 6 milioni.
2. Interventi caritativi in Italia e nei paesi del terzo mondo<br />
La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 180 milioni.<br />
In particolare, essa è stata così ripartita:<br />
– alle diocesi, per interventi caritativi a favore della collettività nazionale:<br />
€ 80 milioni;<br />
– per interventi caritativi di rilievo nazionale definiti dalla CEI:<br />
€ 20 milioni;<br />
– per interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo:<br />
€ 80 milioni.<br />
ANNOTAZIONI<br />
L’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222 dispone che “la<br />
Conferenza Episcopale Italiana trasmette annualmente all’autorità statale<br />
competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione <strong>delle</strong><br />
somme di cui agli articoli 46, 47 [e 50, terzo comma]”, e indica gli elementi<br />
che “tale rendiconto deve comunque precisare”.<br />
sostentamento del clero cattolico<br />
1. Quanto al dato di cui alla lettera a) dell’art. 44, comma secondo<br />
Il numero di 38.817 (35.702 + 3.115) individua i sacerdoti inseriti<br />
nel sistema di sostentamento nel corso del 2004, compresi coloro che<br />
tra il 2 gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno sono deceduti.<br />
I primi (35.702) sono coloro che hanno avuto titolo ad una remunerazione<br />
per il ministero svolto a tempo pieno in servizio <strong>delle</strong> diocesi<br />
(cfr art. 24); i secondi (3.115) sono coloro a cui si è provveduto a titolo<br />
di previdenza integrativa (cfr art. 27, comma primo), non essendo essi<br />
più in grado di svolgere un servizio a tempo pieno.<br />
2. Quanto ai dati di cui alla lettera b)<br />
L’esistenza di un importo minimo e di un importo massimo di remunerazione<br />
assicurato ai sacerdoti deriva dalle scelte operate nella definizione<br />
del sistema remunerativo.<br />
A ciascun sacerdote spetta un numero X di punti; ogni anno la CEI<br />
determina il valore monetario del singolo punto (per il 2004: € 10,96);<br />
1
1<br />
la remunerazione assicurata corrisponde al prodotto del numero dei<br />
punti per il valore del punto.<br />
Il numero dei punti varia in concreto per ciascun sacerdote, perché a<br />
partire da un numero-base uguale per tutti (nel 2004: 80 punti mensili)<br />
sono attribuiti punti ulteriori (che, a partire dal 1998, possono raggiungere<br />
un massimo di 149 punti mensili) al verificarsi di circostanze previste<br />
dalla normativa data dalla CEI ai sensi dell’art. 75 della legge n.<br />
222/1985 e secondo gli indirizzi del can. 281 del codice di diritto canonico<br />
(oneri particolari connessi con l’esercizio di taluni uffici; anzianità<br />
nell’esercizio del ministero sacerdotale; spese per alloggio in mancanza<br />
di casa canonica; condizioni di speciale difficoltà).<br />
3. Quanto ai dati di cui alla lettera c)<br />
Le offerte deducibili previste dall’art. 46, destinate al sostentamento<br />
del clero cattolico nel 2004, sono state pari a € 18.326.246.<br />
Si tratta dell’importo complessivo <strong>delle</strong> erogazioni liberali versate<br />
nel corso del 2003 dai donanti sui conti correnti postale e bancari dell’Istituto<br />
Centrale oppure presso gli Istituti diocesani per il sostentamento<br />
del clero all’uopo delegati, del quale l’Istituto Centrale ha avuto<br />
conoscenza esauriente soltanto dopo la chiusura dell’esercizio 2003,<br />
al ricevimento <strong>delle</strong> rendicontazioni degli enti collettori; conseguentemente<br />
detto importo è stato destinato al sostentamento del clero nell’esercizio<br />
successivo (2004).<br />
La somma di € 319.500.000,00 corrisponde all’importo trasmesso<br />
dalla CEI all’Istituto Centrale prelevandolo dal versamento complessivo<br />
di € 936.527.892,91 effettuato dallo Stato nell’anno 2004 ai sensi<br />
dell’ultimo comma dell’art. 47.<br />
4. Quanto ai dati di cui alle lettere d) ed e)<br />
Come è noto, il sistema di sostentamento del clero cattolico è impostato<br />
secondo i seguenti criteri:<br />
A. I sacerdoti che svolgono servizio in favore della diocesi “comunicano<br />
annualmente all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero:<br />
a) la remunerazione che, secondo le norme stabilite dal Vescovo<br />
diocesano, sentito il Consiglio presbiterale, ricevono dagli enti<br />
ecclesiastici presso i quali esercitano il ministero;
) gli stipendi eventualmente ad essi corrisposti da altri soggetti”<br />
(art. 33).<br />
B. “L’Istituto verifica, per ciascun sacerdote, i dati ricevuti a norma dell’art.<br />
33. Qualora la somma dei proventi di cui al medesimo articolo<br />
non raggiunga la misura determinata dalla Conferenza Episcopale<br />
Italiana a norma dell’articolo 24, primo comma, l’Istituto stabilisce<br />
l’integrazione spettante, dandone comunicazione all’interessato”<br />
(art. 34, comma primo).<br />
C. “Gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero provvedono all’integrazione<br />
di cui all’art. 34 con i redditi del loro patrimonio.<br />
Qualora tali redditi risultino insufficienti, gli Istituti richiedono all’Istituto<br />
Centrale la somma residua necessaria ad assicurare ad ogni<br />
sacerdote la remunerazione nella misura stabilita” (art. 35, commi<br />
primo e secondo).<br />
In pratica possono dunque verificarsi tre situazioni:<br />
– Taluni sacerdoti non ricevono alcuna remunerazione dall’ente ecclesiastico,<br />
perché questo è impossibilitato a intervenire in loro favore<br />
per mancanza totale di mezzi; se il sacerdote non ha altre entrate<br />
computabili, gli si deve l’intera remunerazione.<br />
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 152.<br />
– Altri sacerdoti ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o<br />
godono di altre entrate computabili; se con queste risorse non raggiungono<br />
la misura di remunerazione loro attribuita (cfr quanto annotato<br />
più sopra alla lettera B) hanno diritto di ricevere una integrazione<br />
fino alla concorrenza di tale misura.<br />
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 34.906.<br />
– Altri sacerdoti, infine, che ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici<br />
o godono di altre entrate computabili, raggiungono con questi<br />
apporti, o addirittura superano, la misura di remunerazione loro attribuita;<br />
in questo caso non è dovuta loro alcuna integrazione.<br />
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 3.759.<br />
1
1<br />
5. Quanto al dato di cui alla lettera f)<br />
A proposito <strong>delle</strong> ritenute fiscali è opportuno ricordare che si tratta di<br />
quelle operate dall’Istituto Centrale su due possibili componenti della<br />
remunerazione dei sacerdoti:<br />
– la remunerazione ricevuta da enti ecclesiastici;<br />
– la remunerazione totale o l’integrazione ricevuta dagli Istituti per il<br />
sostentamento del clero.<br />
È da sottolineare, peraltro, che il carico fiscale complessivo che è<br />
gravato sui sacerdoti nel 2004 è maggiore dell’importo indicato: quando,<br />
per esempio, a comporre la remunerazione attribuita al sacerdote<br />
concorre uno stipendio (insegnamento della religione cattolica nelle<br />
scuole, assistenza spirituale negli ospedali o nelle carceri, ecc.) le ritenute<br />
sul medesimo sono operate direttamente dallo Stato. È noto inoltre<br />
che lo Stato effettua le ritenute sulle pensioni di cui eventualmente i<br />
sacerdoti godono.<br />
A proposito dei contributi previdenziali si precisa che si tratta di<br />
quelli dovuti, ai sensi della legge 22 dicembre 1973, n. 903, per il fondo<br />
speciale clero costituito presso l’INPS, l’iscrizione al quale è obbligatoria<br />
per ogni sacerdote secolare avente cittadinanza italiana e per ogni<br />
sacerdote non avente cittadinanza italiana, ma presente sul territorio<br />
italiano al servizio di diocesi italiane.<br />
6. Quanto alla lettera g)<br />
Se si confrontano i dati relativi al primo e terzo comma del precedente<br />
punto 3 <strong>delle</strong> presenti Annotazioni (€ 337.826.246) e la somma<br />
erogata dall’Istituto Centrale ai singoli Istituti diocesani per il sostentamento<br />
del clero (€ 311.292.633) – utilizzata per la corresponsione<br />
ai sacerdoti <strong>delle</strong> integrazioni e degli assegni di previdenza, per il versamento<br />
dei contributi previdenziali al Fondo Clero dell’INPS, per il<br />
pagamento del premio di una polizza sanitaria integrativa in favore del<br />
Clero – si constata la differenza positiva di € 26.533.613. Tale somma<br />
sarà utilizzata per le esigenze del sostentamento del clero dell’anno<br />
successivo.
7. Quanto alla lettera h)<br />
1. esigenze di culto della popolazione<br />
A) Una quota di € 130 milioni è stata destinata per la costruzione di edifici<br />
di culto cattolico e <strong>delle</strong> pertinenti opere parrocchiali. Gli interventi<br />
sono finalizzati all’esigenza di rispondere in maniera adeguata<br />
alla mobilità della popolazione sul territorio nazionale, con particolare<br />
riferimento agli insediamenti abitativi nelle periferie urbane, e<br />
di dotare le comunità parrocchiali di adeguate infrastrutture (per es.<br />
case canoniche, locali per la catechesi e la pastorale giovanile).<br />
B) Una quota di € 150 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane<br />
per il sostegno <strong>delle</strong> attività di culto e di pastorale.<br />
La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti<br />
criteri: una quota base (€ 338.352,00) eguale per ciascuna<br />
diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti:<br />
€ 112.784,00), una quota variabile a seconda del numero degli<br />
abitanti (€ 1,2637 per abitante).<br />
L’individuazione <strong>delle</strong> finalità di culto e di pastorale alle quali destinare<br />
la somma ricevuta è stata fatta in un’apposita circolare inviata<br />
dalla CEI ai Vescovi diocesani, tenendo come punto di riferimento<br />
la descrizione <strong>delle</strong> attività di religione e di culto contenuta nell’art.<br />
16, lett. a) della legge n. 222/1985: attività dirette all’esercizio del<br />
culto e alla cura <strong>delle</strong> anime, alla formazione del clero e dei religiosi,<br />
a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana.<br />
Agli stessi criteri ci si è attenuti nel fornire ai Vescovi gli schemi per<br />
il rendiconto annuale.<br />
C) Una quota di € 31.027.892,91 è stata destinata a sostegno di attività<br />
di culto e pastorale a rilievo nazionale, individuate in concreto dalla<br />
Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente.<br />
Considerato il decremento <strong>delle</strong> somme pervenute alla CEI nell’anno<br />
2004 in forza degli articoli 46 e 47 della legge 222/1985 e al fine di<br />
mantenere quasi inalterata, rispetto all’anno precedente, la somma<br />
destinata a questa finalità, la Conferenza Episcopale Italiana ha stabilito<br />
di destinarvi l’ulteriore quota di € 4.972.107,09, prelevandola<br />
dall’“accantonamento” costituito presso la CEI nel 2003 (indicato al-<br />
1
1 0<br />
la lettera h), n. 3, del Rendiconto presentato lo scorso anno e descritto<br />
al n. 7, sub 3, <strong>delle</strong> relative Annotazioni), raggiungendo in tal modo la<br />
somma complessiva di € 36 milioni. Anche per quest’anno si segnalano,<br />
tra gli altri e a titolo esemplificativo, contributi: a monasteri di<br />
clausura femminili che versano in condizioni di particolare necessità;<br />
alle Facoltà teologiche, affidate alla diretta responsabilità dei Vescovi<br />
italiani; a enti e associazioni operanti nell’ambito della catechesi,<br />
dell’educazione cristiana e per scopi missionari.<br />
D) Una quota di € 70 milioni è stata destinata per la salvaguardia dei<br />
beni culturali ecclesiastici. Gli interventi programmati sono finalizzati<br />
primariamente al restauro e al consolidamento statico di edifici<br />
di culto di interesse storico-artistico e loro pertinenze, alla conservazione<br />
e consultazione di archivi e biblioteche diocesani e alla promozione<br />
di musei diocesani o di interesse diocesano, all’inventariazione<br />
informatizzata dei beni artistici e storici di proprietà di enti ecclesiastici,<br />
all’installazione di impianti di sicurezza per gli edifici di culto e<br />
le loro dotazioni storico-artistiche, al restauro di organi a canne.<br />
E) Una quota di € 50 milioni è stata destinata per il “fondo speciale”,<br />
costituito presso la CEI, finalizzato alla promozione della catechesi e<br />
dell’educazione cristiana.<br />
F) Una quota di € 6 milioni è stata destinata per l’attività dei Tribunali<br />
ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali.<br />
2.1. interventi caritativi a favore della collettività nazionale<br />
A) Una quota di € 80 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane<br />
per interventi caritativi a favore della collettività nazionale.<br />
La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti<br />
criteri: una quota base (€ 180.865,00) uguale per ciascuna<br />
diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti:<br />
€ 60.288,33), una quota variabile a seconda del numero degli<br />
abitanti (€ 0,6747 per abitante).
B) Una quota di € 20 milioni è stata destinata per interventi caritativi in<br />
Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla Presidenza<br />
della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente. Per le stesse<br />
ragioni illustrate al precedente n. 7, sub 1, lettera C, la Conferenza<br />
Episcopale Italiana ha stabilito di destinare a questa finalità l’ulteriore<br />
quota di € 10 milioni, prelevandola dall’“accantonamento”<br />
costituito presso la CEI nel 2003 (indicato alla lettera h), n. 3, del<br />
Rendiconto presentato lo scorso anno e descritto al n. 7, sub 3, <strong>delle</strong><br />
relative Annotazioni), raggiungendo in tal modo la somma complessiva<br />
di € 30 milioni. Anche per quest’anno si segnalano, tra gli altri<br />
e a titolo esemplificativo, contributi: alla Caritas Italiana che coordina<br />
interventi sul territorio riguardanti i seguenti ambiti: il sostegno<br />
alle famiglie particolarmente disagiate, l’accoglienza dei rifugiati, il<br />
recupero <strong>delle</strong> vittime della tratta di esseri umani, iniziative orientate<br />
a favorire il reinserimento lavorativo, sociale e comunitario di<br />
detenuti; contributi a fondazioni ed enti senza scopo di lucro che<br />
operano per l’assistenza ai poveri e agli emarginati, per il reinserimento<br />
sociale di disoccupati ed ex tossicodipendenti, per il sostegno<br />
di soggetti disabili.<br />
2.2. interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo<br />
Nell’anno 2004 una quota di € 80 milioni è stata destinata agli interventi<br />
caritativi a favore del Terzo mondo.<br />
Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato.<br />
Relativamente ai fondi dell’anno 2004 sono pervenuti n. 721 progetti,<br />
di cui quelli finora approvati sono stati 284. Molti progetti sono stati<br />
respinti perché non rientravano negli ambiti previsti dalla legge n.<br />
222/85, oppure perché la loro realizzazione è stata giudicata meno urgente<br />
o non in linea con il Regolamento indicante il quadro dei criteri<br />
generali di intervento e le priorità contenutistiche e geografiche.<br />
I progetti finanziati promuovono la formazione in molteplici ambiti:<br />
dall’alfabetizzazione alla formazione professionale in campo sanitario,<br />
agricolo-ambientale, economico, cooperativo e <strong>delle</strong> comunicazioni sociali;<br />
non si trascura il sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione<br />
di competenze gestionali, né si tengono in minor considerazione la<br />
formazione universitaria e la promozione della donna. Oltre al sostegno<br />
offerto a questa tipologia di progetti prioritari, si segnalano anche talu-<br />
1 1
1 2<br />
ni interventi consistenti per emergenze che ricorrentemente insorgono<br />
nelle aree interessate all’azione del Comitato: l’entità degli stanziamenti<br />
varia nel caso di gravi calamità nazionali rispetto a interventi più<br />
mirati per emergenze locali.<br />
Di seguito si elencano taluni progetti, tra quelli maggiormente significativi,<br />
per la cui realizzazione sono stati concessi contributi.<br />
In ambito scolastico: formazione e aggiornamento degli insegnanti in<br />
Messico, Perù, Eritrea, El Salvador, Repubblica Democratica del Congo<br />
e India; scuole primarie di base nell’Africa subsahariana; borse di studio<br />
universitario in Angola e Kenya; corsi di alfabetizzazione per bambini<br />
sordomuti in Nigeria.<br />
In ambito sanitario: equipaggiamento di un centro ospedaliero di<br />
ginecologia e ostetricia in Costa d’Avorio; costruzione ed equipaggiamento<br />
di strutture ospedaliere in Mali; protezione speciale di minori e<br />
adolescenti portatori di handicap ed equipaggiamento di un ospedale in<br />
Brasile; avvio di scuole di formazione di infermiere in India e di operatori<br />
sanitari per la chirurgia ortopedica pediatrica e la riabilitazione in<br />
Rwanda; progetto per la protezione della vita della madre e la prevenzione<br />
della trasmissione del virus HIV al neonato in Tanzania, Mozambico<br />
e Uganda.<br />
Nel settore della promozione umana: avvio di un centro polivalente<br />
di formazione professionale in Mozambico e Benin; avvio di un centro<br />
per l’accoglienza e la formazione dei ragazzi di strada e formazione <strong>delle</strong><br />
coscienze per la lotta all’AIDS in Etiopia; formazione e promozione<br />
della donna, prevenzione <strong>delle</strong> deviazioni della strada e laboratori medici<br />
in Honduras; formazione al lavoro e avvio di un’impresa sociale in<br />
Albania; corsi di informatica per giovani tribali in India; centro per il<br />
reinserimento di adolescenti e giovani a rischio delinquenziale in Bolivia;<br />
in Palestina, formazione di personale docente e tecnici informatici<br />
nonché lotta all’uso di alcool e droghe; formazione dei giovani agricoltori<br />
<strong>delle</strong> comunità rurali in Brasile.<br />
Tra le emergenze alle quali è stato possibile dar risposta nel 2004 si<br />
segnala:<br />
Haiti (alluvione e ciclone): € 3.500.000;<br />
Angola (ricostruzione a seguito della guerra civile): € 3.000.000;<br />
Madagascar (ciclone): € 2.000.000;
Argentina<br />
(crisi sociale e dissesto economico-finanziario): € 2.000.000;<br />
Bangladesh (alluvione): € 1.000.000;<br />
Liberia (scuola): € 200.000;<br />
Timor Est (carestia): € 100.000;<br />
Repubblica Democratica del Congo (sanità): € 100.000.<br />
L’intera somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque<br />
erogata per i progetti approvati. Si segnala, inoltre, che la somma di<br />
€ 80 milioni destinata nell’anno 2003 è stata interamente erogata per<br />
finanziare 484 dei 1.339 progetti presentati.<br />
1 3
1 4<br />
Ripartizione <strong>delle</strong> somme<br />
derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />
per l’anno 2005<br />
La 54 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana ha<br />
approvato la proposta di ripartizione <strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto<br />
per mille dell’IRPEF per l’anno 2005, presentata dalla Presidenza della<br />
CEI, dopo aver sentito il Consiglio Episcopale Permanente nella sessione<br />
di marzo 2005.<br />
La determinazione è stata approvata con 184 voti favorevoli su 186<br />
votanti.<br />
determinazione<br />
La 54 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />
– preso atto che, sulla base <strong>delle</strong> informazioni ricevute il 21 gennaio<br />
2005 dal Ministero dell’Economia e <strong>delle</strong> Finanze, la somma relativa<br />
all’otto per mille irpef che lo Stato è tenuto a versare alla CEI nel corso<br />
dell’anno 2005 risulta pari a € 984.115.165,49 (€ 129.900.292,06<br />
a titolo di conguaglio per l’anno 2002 e € 854.214.873,43 a titolo di<br />
anticipo dell’anno 2005);<br />
– viste le Determinazioni circa la ripartizione <strong>delle</strong> somme derivanti<br />
dall’otto per mille irpef per l’anno 2003, approvate dalla 51 a Assemblea<br />
Generale, in particolare il n. 1, lettera d), nel quale si dispone la<br />
costituzione di un “accantonamento a futura destinazione per le esigenze<br />
di culto e pastorale e per gli interventi caritativi”;<br />
– considerate le proposte di ripartizione e assegnazione presentate<br />
dalla Presidenza della CEI;<br />
– visti i paragrafi 1 e 5 della delibera CEI n. 57,<br />
approva<br />
le seguenti determinazioni<br />
1. La somma di € 984.115.165,49, di cui in premessa, è così ripartita e<br />
assegnata:
a) all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero:<br />
315.000.000,00;<br />
b) per le esigenze di culto e pastorale:<br />
471.250.000,00, di cui:<br />
– alle diocesi: 155 milioni;<br />
– per l’edilizia di culto: 200 milioni<br />
(di cui 120 milioni destinati alla nuova edilizia di culto, 10 milioni<br />
destinati alla costruzione di case canoniche nel Sud d’Italia<br />
e 70 milioni destinati alla tutela e al restauro dei beni culturali<br />
ecclesiastici);<br />
– al Fondo per la catechesi e l’educazione cristiana: 60 milioni;<br />
– ai Tribunali Ecclesiastici Regionali: 7 milioni;<br />
– per esigenze di culto e pastorale di rilievo nazionale:<br />
49.250.000,00;<br />
c) per gli interventi caritativi:<br />
195.000.000,00, di cui:<br />
– alle diocesi: 85 milioni;<br />
– per interventi nei Paesi del terzo mondo: 80 milioni;<br />
– per esigenze caritative di rilievo nazionale: 30 milioni;<br />
d) per accantonamento a futura destinazione per le esigenze di culto<br />
e pastorale e per gli interventi caritativi:<br />
2.865.165,49.<br />
2. Eventuali variazioni in positivo o in negativo della somma di cui in<br />
premessa derivanti dalle comunicazioni definitive dell’Amministrazione<br />
statale competente saranno imputate al “fondo di riserva” costituito<br />
presso la CEI.<br />
1
1<br />
Determinazione<br />
concernente l’adeguamento<br />
del valore monetario del punto<br />
per l’anno 2006<br />
Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 19-22 settembre<br />
2005, ai sensi dell’art. 6 del Testo Unico <strong>delle</strong> disposizioni di<br />
attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento del clero che svolge<br />
servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi (in “Notiziario della Conferenza Episcopale<br />
Italiana”, 1991, 152), ha approvato la seguente determinazione<br />
concernente l’adeguamento del valore monetario del punto a decorrere<br />
dal 1° gennaio 2006.<br />
Conferenza Episcopale Italiana<br />
Il Consiglio Episcopale Permanente<br />
– visto l’articolo 2, §§ 1, 2 e 3 della delibera della CEI n. 58 (Testo<br />
unico <strong>delle</strong> disposizioni di attuazione <strong>delle</strong> norme relative al sostentamento<br />
del clero che svolge servizio in favore <strong>delle</strong> diocesi);<br />
– visto l’art. 6 della medesima delibera;<br />
approva<br />
la seguente determinazione<br />
1. Il valore monetario del punto a decorrere dal 1° gennaio 2006 è<br />
elevato a € 11,57.
Prot. n. 788/05<br />
Venerato Confratello,<br />
Roma, 27 settembre 2005<br />
il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 19-22 settembre<br />
2005, ha proceduto, in conformità alle disposizioni statutarie,<br />
all’elezione dei Membri <strong>delle</strong> Commissioni Episcopali e di altri organismi<br />
della CEI.<br />
Mi è, pertanto, gradito comunicarLe che Vostra Eccellenza è stato<br />
eletto<br />
Membro<br />
della Commissione Episcopale per il servizio della carità<br />
e la salute<br />
Il mandato, a norma dell’art. 45 dello Statuto, ha la durata di un quinquennio<br />
(2005-2010).<br />
Mentre allego alla presente l’elenco dei componenti la Commissione,<br />
della quale Ella è chiamata a far parte, accolga i sentimenti di viva riconoscenza<br />
del Consiglio Permanente, della Presidenza e mio personale<br />
per la Sua disponibilità.<br />
Con fraterno ricordo e con l’augurio di ogni bene, mi confermo con<br />
cordiale saluto<br />
dev.mo nel Signore<br />
✠ Giuseppe Betori<br />
Segretario Generale<br />
_________________________<br />
A Sua Eccellenza Reverendissima<br />
Mons. Mario Paciello<br />
Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Arco Duomo, 2<br />
70022 <strong>Altamura</strong> BA<br />
1
1<br />
Prot. n. 810/05<br />
Venerato Confratello,<br />
Roma, 27 settembre 2005<br />
mi è gradito comunicarLe che il Consiglio Episcopale Permanente,<br />
nella sessione del 19-22 settembre 2005 ha eletto Vostra Eccellenza<br />
Membro<br />
della Presidenza della caritas Italiana<br />
A nome dei Membri del Consiglio Permanente e mio personale accolga<br />
i sentimenti di viva gratitudine per la disponibilità ad assumere<br />
questo ulteriore impegno in seno agli Organi della CEI.<br />
Nell’assicurarLe che il Presidente della Caritas, S.E. Mons. Francesco<br />
Montenegro, provvederà a informarLa sugli impegni concernenti il<br />
Suo incarico, La saluto fraternamente e Le auguro ogni bene<br />
_________________________<br />
A Sua Eccellenza Reverendissima<br />
Mons. Mario Paciello<br />
Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Piazza Benedetto XIII, 26<br />
70024 <strong>Gravina</strong> di Puglia BA<br />
dev.mo nel Signore<br />
✠ Giuseppe Betori<br />
Segretario Generale
DOCUMENTI<br />
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />
ANNO 2005<br />
• Firma dell’intesa tra il Ministro per i Beni e le attività culturali e il<br />
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana relativa alla tutela<br />
dei beni culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni<br />
ecclesiastiche (26 gennaio 2005)<br />
• Accordo relativo alle procedure informatizzate utilizzate dagli enti<br />
ecclesiastici per la richiesta di verifica dell’interesse culturale dei beni<br />
immobili (8 marzo 2005)<br />
• Traccia di riflessione in preparazione al Convegno Ecclesiale di Verona,<br />
16-20 ottobre 2006 (20 giugno 2005)<br />
• Convenzione concernente la misura dei compensi per diritti connessi<br />
al diritto d’autore per l’utilizzazione di musica registrata (22 giugno<br />
2005)<br />
Assemblea Generale della CEI<br />
• Istruzione in materia amministrativa (2005) (1 settembre 2005)<br />
Presidenza della CEI<br />
• Messaggio in occasione della morte di Giovanni Paolo II - Roma, 2<br />
aprile 2005 (2 aprile 2005)<br />
• Messaggio in occasione dell’elezione di Benedetto XVI - Roma, 19<br />
aprile 2005 (19 aprile 2005)<br />
• “I matrimoni tra cattolici e musulmani in Italia”. Indicazioni (29<br />
aprile 2005)<br />
Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede, l’annuncio e la<br />
catechesi<br />
• Questa è la nostra fede. Nota pastorale sul primo annuncio del Vangelo<br />
(15 maggio 2005)<br />
Commissione Episcopale per il laicato<br />
• “Fare di Cristo il cuore del mondo”. Lettera ai fedeli laici (27 marzo<br />
2005)<br />
1
1 0<br />
Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia<br />
e la pace<br />
• “Frutto della terra e del lavoro dell’uomo”. Mondo rurale che cambia<br />
e Chiesa in Italia. Nota pastorale 19 marzo 2005)
Conferenza<br />
Episcopale<br />
Pugliese
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolari decori.
Verbale<br />
della riunione ordinaria<br />
25-26-27 gennaio 2005<br />
Centro di accoglienza “Santa Maria <strong>delle</strong> Grazie”<br />
San Giovanni Rotondo (FG)<br />
Martedì 25 gennaio 2005 alle ore 10.30 in San Giovanni Rotondo<br />
(FG), nel Centro di Accoglienza “Santa Maria <strong>delle</strong> Grazie”, ha avuto<br />
inizio la sessione invernale di tre giorni della Conferenza Episcopale Pugliese,<br />
convocata con lettera del 10 gennaio 2005. Gli Arcivescovi e Vescovi<br />
della Regione sono ospiti dell’Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-<br />
San Giovanni Rotondo e Delegato Pontificio per le Opere di Padre Pio.<br />
Presiede i lavori l’Arcivescovo Metropolita di Lecce Mons. Cosmo<br />
Francesco Ruppi.<br />
Questo l’ordine del giorno, comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi e<br />
Vescovi con lettera del 5 gennaio 2005 (Prot. n. 5/05):<br />
25 gennaio, martedì<br />
ore 10.30 Saluto e Comunicazioni del Presidente<br />
ore 16.00 Seminario Regionale di Molfetta: Traccia formativa dell’anno,<br />
Proposta 6° anno (Relatore: Mons. G. Ricchiuti, Rettore)<br />
ore 18.00 Tribunale Ecclesiastico Regionale (Relatore: Mons. L. Murolo,<br />
Vicario Giudiziale)<br />
26 gennaio, mercoledì<br />
ore 9.00 Congresso Eucaristico Nazionale (S. Ecc. Mons. Cacucci)<br />
ore 10.00 Istituto Pastorale Pugliese:<br />
• designazione nuovo Presidente<br />
• relazione sull’attività svolta (Relatore: don C. Damasi, Direttore)<br />
ore 11.30 Comunicazioni sulla legge 40 (procreazione assistita)<br />
ore 16.00 Incontro con la CISM pugliese (relatore: P. D. Sardella)<br />
ore 18.30 Solenne Concelebrazione Eucaristica nella Parrocchia San<br />
Leonardo<br />
1 3
1 4<br />
27 gennaio, giovedì<br />
ore 7.30 Concelebrazione nella Cripta del Santuario S. Maria d. Grazie,<br />
presso la tomba di San Pio da Pietrelcina<br />
ore 10.00 Incontro CISM, USMI e GIS (Superiori/e Maggiori di Puglia)<br />
ore 12.30 Varie ed eventuali:<br />
• Attività <strong>delle</strong> Commissioni Pastorali Regionali<br />
• Insegnamento della religione cattolica: verifica<br />
• Bilancio economico della CEP - Consuntivo 2004<br />
Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />
Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice presidente;<br />
Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />
Domenico Caliandro, Mons. Domenico DAmbrosio, Mons. Vito De<br />
Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons.<br />
Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico<br />
Padovano, Mons. Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri,<br />
Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco Pio Tamburrino, Mons.<br />
Francesco Zerrillo.<br />
Sono altresì presenti gli Arcivescovi emeriti: Mons. Settimio Todisco<br />
e Mons. Riccardo Ruotolo.<br />
È assente Mons. Semeraro, Amministratore Apostolico di Oria, Vescovo<br />
di Albano Laziale, perché impegnato nella Conferenza Episcopale<br />
Laziale.<br />
Dopo la recita dell’Ora media, il Presidente saluta tutti i Confratelli<br />
presenti e ringrazia l’Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni<br />
R. per l’accoglienza fraterna riservata ai Vescovi della Regione.<br />
Per la celebrazione eucaristica in questi giorni, su proposta di Mons.<br />
D’Ambrosio, i Vescovi accolgono l’invito di concelebrare nella serata<br />
del 26 presso la Chiesa Madre di San Giovanni R., la parrocchia di San<br />
Leonardo, come segno di comunione con la comunità locale; al mattino<br />
del 27 nella cripta del Santuario, presso la tomba di San Pio da Pietrelcina.<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
Il Presidente relaziona ai Confratelli sul recente Consiglio Permanente,<br />
svoltosi a Bari, in vista dei Congresso Eucaristico Nazionale e
per la riapertura al culto della Chiesa Cattedrale, dopo alcuni anni di<br />
restauro. A tale proposito, Mons. Cacucci ringrazia i Confratelli intervenuti<br />
a Bari il 18 gennaio u.s., per il segno di comunione tra le Chiese<br />
di Puglia.<br />
Il Presidente, mentre rinvia alla relazione del Cardinale Ruini, Presidente<br />
della CEI, per quanto attiene ai lavori del Consiglio Permanente,<br />
si sofferma sul problema della Legge 40/2004, sulla fecondazione medicalmente<br />
assistita, per illustrare ai Confratelli la posizione presentata<br />
dal Cardinale Presidente, all’indomani della pronunzia della Corte Costituzionale<br />
che ha respinto la proposta di referendum sull’abrogazione<br />
totale della legge, mentre ha approvato quattro referendum su modifiche<br />
parziali della stessa legge. Premesso che la legge non corrisponde all’insegnamento<br />
etico della Chiesa, va riconosciuta la finalità di uscire<br />
da una situazione di confusione generale e il tentativo di salvaguardare<br />
i principi.<br />
Le proposte di modifiche presentate in Parlamento ed anche dai sostenitori<br />
dei referendum sono peggiorative in senso etico. Inoltre, i referendum<br />
non sono al momento evitabili, data la brevità di tempo e la<br />
difficoltà a raggiungere un’intesa di modifica in Parlamento entro il 12<br />
giugno p.v. Infine, così come è impostata, la consultazione referendaria,<br />
non consente di esprimere un chiaro SI o, al contrario, un rifiuto della<br />
legge in parola. Perché, in caso di validità del referendum, o si cadrebbe<br />
nel caos o si andrebbe in una direzione peggiorativa della legge stessa.<br />
Tenendo presenti queste motivazioni ci si può avvalere di tutte le possibilità<br />
previste dal legislatore in merito (compresa l’astensione).<br />
Mons. Ruppi ricorda che sono allo studio le iniziative da assumere<br />
e invita i Vescovi a favorire lo scambio di proposte e a facilitare la conoscenza<br />
critica della Legge 40, per esempio, servendosi del fascicolo<br />
pubblicato dal Movimento per la vita ed invitando degli esperti a parlare<br />
alle comunità. Dopo la consultazione elettorale per le Regioni, i laici impegnati<br />
nel settore potranno presentare meglio le posizioni da assumere,<br />
badando ad evitare interventi che ridurrebbero il problema ad un conflitto<br />
o contrapposizione tra cattolici e laici.<br />
Aperta la discussione, inizia un ampio ed articolato dibattito tra i presenti:<br />
si evidenziano i diversi aspetti della legge 40 in riferimento al magistero<br />
(Negro, Caliandro, Padovano, ...); viene richiamata l’urgenza di<br />
ribadire i diritti del concepito e la dignità dell’embrione (De Grisantis,<br />
Martella, Papa ...); è avvertita la necessità di un’adeguata informazio-<br />
1
1<br />
ne e formazione (Cacucci, Ruppi, Seccia, ...); si ricorda il dovere dei<br />
Vescovi di esercitare il magistero specie nei confronti dei sacerdoti e<br />
del popolo di Dio, evitando di lasciarsi trascinare nella polemica inutile<br />
per problemi seri di antropologia umana e cristiana (Tamburrino, Papa<br />
...); ma c’è da fare attenzione a non svalutare l’istituto del referendum,<br />
espressione di democrazia, ma ricordando la prospettiva del progetto<br />
culturale (formazione), nella distinzione tra strategie e risposte concrete<br />
(Calabro, Seccia, Cacucci).<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, conclude la discussione con l’invito ai<br />
presenti a mettere a disposizione i carismi di ciascuno, per mantenere<br />
alta l’attenzione ai valori etici fondamentali e al senso di responsabilità e<br />
si abbia cura della qualità della comunicazione, servendosi e divulgando<br />
gli strumenti disponibili. Infine, propone ai Vescovi di chiedere, attraverso<br />
Mons. D’Ambrosio, la disponibilità di un esperto perché illustri<br />
ai Vescovi in termini precisi la Legge e le problematiche connesse alla<br />
consultazione referendaria.<br />
Dichiarazione di monumentalità dei beni culturali. Il Codice Urbani<br />
ha modificato la prassi fondata sulla Legge 39 che considerava bene<br />
culturale soggetto alla Soprintendenza una chiesa con più di 50 anni. Le<br />
procedure sono cambiate ed è necessario che una chiesa sia dichiarata<br />
“bene monumentale” per poter accedere ai contributi. Il vincolo di monumentalità<br />
con il Codice Urbani è stato trasferito alle Regioni. Si sta<br />
preparando un documento in proposito che sarà mandato ai Vescovi per<br />
chiarire la prassi da seguire.<br />
Pastorale carceraria. Nel recente Consiglio Permanente è iniziata<br />
una riflessione sulla pastorale negli istituti di pena e non si esclude che<br />
in futuro si possa pervenire ad orientamenti comuni, perché la pastorale<br />
carceraria sia effettivamente nell’ambito della pastorale ordinaria.<br />
Ordo Virginum. Al momento si è deciso di soprassedere alla pubblicazione<br />
di un documento ufficiale sull’Ordo Virginum, in attesa di una<br />
maturazione di questa esperienza in Italia. La sola indicazione comune<br />
da tenere presente è quella di non accogliere la domanda di chi ha già<br />
fatto parte di qualche Congregazione religiosa. A tale proposito Mons.<br />
Paciello suggerisce che l’Ordo Virginum sia formato da giovani disposte<br />
anche ad una vita in comune.
Commissioni Episcopali. Il Presidente ricorda che nella prossima Assemblea<br />
generale di aprile si dovrà provvedere al rinnovo <strong>delle</strong> Commissioni<br />
Episcopali Nazionali. Pertanto ogni Conferenza Regionale è invitata<br />
ad indicare le proprie proposte per le presidenze <strong>delle</strong> singole commissioni<br />
ed il Consiglio di Amministrazione. Dopo breve consultazione,<br />
viene compilato l’elenco che il Presidente trasmetterà alla Segreteria Generale<br />
della CEI dopo qualche eventuale integrazione [Allegato 1].<br />
Istituti Superiori di Scienze Religiose. Nella progressiva attuazione<br />
del “Processo di Bologna” (sulla riforma europea degli studi universitari)<br />
che prevede il modulo 3+2, mentre gli Istituti di Scienze religiose<br />
diventeranno “scuole teologiche”, gli Istituti Superiori di Scienze Religiose<br />
diventeranno “Istituti Superiori di religione cattolica”. Al momento<br />
non vi sono ulteriori informazioni, oltre quelle già date dalla Congregazione<br />
per l’Educazione Cattolica. Le Conferenze Episcopali saranno<br />
invitate a fare un programma regionale. Come orientamento, gli II.SS.<br />
SS.RR. di Oria e San Severo dovrebbero essere assorbiti. Nell’incontro<br />
di marzo ci saranno ulteriori indicazioni.<br />
Facoltà Teologica Pugliese. La documentazione è già stata trasmessa<br />
dalla CEI alla Congregazione per l’Educazione Cattolica ed ora si è in<br />
attesa <strong>delle</strong> osservazioni del Dicastero Pontificio. Non mancano spinte<br />
negative da parte di alcuni teologi e dell’ATI, ma si nutrono buone<br />
speranze che l’iter sia completato in tempo per avviare il processo di<br />
Bologna.<br />
San Gerardo Maiella. La Congregazione per il culto divino e la disciplina<br />
dei sacramenti ha trasmesso il decreto di conferma per l’elezione<br />
di San Gerardo Maiella come Patrono <strong>delle</strong> mamme gestanti e dei bambini<br />
per la Regione Puglia [Allegato 2].<br />
Assistenza spirituale agli emigrati italiani. Mons. Ruppi riferisce<br />
dell’intervento fatto da Mons. Belotti in Consiglio Permanente sul tema<br />
e, dopo aver accennato ai dati salienti del movimento migratorio degli<br />
italiani e alla strutturazione <strong>delle</strong> comunità nazionali in alcune <strong>Diocesi</strong><br />
Europee, ricorda che si propone ancora il dovere di un’assistenza religiosa<br />
da parte di sacerdoti inviati da congregazioni religiose o dalle<br />
<strong>Diocesi</strong> di origine per essere vicini a questi nostri connazionali.<br />
1
1<br />
2. Congresso Eucaristico Nazionale<br />
Mons. Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto, fa distribuire ai Vescovi<br />
il programma dettagliato e la messa del Congresso preparata da due<br />
sacerdoti baresi (Ladisa e Parisi), che è stata eseguita la prima volta per<br />
la riapertura della cattedrale di Bari il 18 gennaio u.s.<br />
Mons. Cacucci invita i Vescovi ad essere presenti a Bari dal venerdì<br />
alla domenica (dal 27 al 29) come momenti culminanti del Congresso,<br />
ma anche in altri momenti significativi (come l’apertura e la celebrazione<br />
ecumenica) per esprimere la comunione e la collegialità <strong>delle</strong> Chiese<br />
di Puglia. Per una maggiore divulgazione del programma e una corretta<br />
informazione dei gruppi riguardo alle diverse giornate, celebrazioni e<br />
incontri previsti in calendario, si raccomanda vivamente l’attivazione<br />
del “delegato diocesano” sia per il coordinamento sia per l’informazione<br />
del Comitato diocesano di Bari. Infine, Mons. Cacucci chiede anche<br />
la disponibilità di “volontari” <strong>delle</strong> diocesi pugliesi per far fronte a tutte<br />
le esigenze organizzative. Si prevede la necessità di almeno 500 volontari.<br />
Infine, proprio per attivare senza ritardi il coinvolgimento <strong>delle</strong><br />
comunità diocesane, Mons. Ruppi e Mons. Cacucci presiederanno il 10<br />
febbraio a Bari (presso la Casa del Clero) l’incontro con tutti i delegati<br />
diocesani.<br />
Alle ore 16.00 i lavori riprendono con la recita dei Vespri.<br />
3. Seminario Regionale<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, invita il Rettore del Seminario Regionale<br />
di Molfetta, Mons. Giovanni Ricchiuti, a relazionare ai Vescovi sull’andamento<br />
del percorso formativo.<br />
Mons. Ricchiuti saluta i Vescovi e ringrazia per la fiducia che continuano<br />
a porre nella sua persona e nell’equipe dei superiori ed educatori<br />
del seminario. Passa quindi a presentare prima la proposta formativa per<br />
l’anno in corso, poi quella operativa per il sesto anno.<br />
Quanto alla proposta formativa [Allegato 3] Si cerca per la Chiesa<br />
un Pastore, il Rettore ricorda che si tratta di un tema comune per tutti i<br />
seminari regionali, come era stato concordato nell’incontro dei Rettori.<br />
Prendendo lo spunto da una pagina di don Primo Mazzolari, evidenzia<br />
che la traccia si concentra sull’icona biblica del Cristo buon pastore e ne<br />
sviluppa le motivazioni, gli obiettivi formativi, i fondamenti, gli stru-
menti e le modalità del percorso formativo che coinvolge tutta la comunità<br />
e si rivolge anche ai seminaristi dei singoli anni.<br />
Mons. Ricchiuti consegna ai Vescovi anche un progetto operativo per<br />
il sesto anno formativo [Allegato 4] dove sono indicati obiettivi, modalità<br />
e forme di accompagnamento dei seminaristi durante questo importante<br />
periodo di transizione dal seminario alla vita pastorale in diocesi.<br />
In breve: sarà il Rettore ad assumere la responsabilità di questo anno<br />
durante il quale si propone che i giovani tornino in Seminario per un<br />
periodo di 3 settimane nei mesi di ottobre, gennaio e aprile (con ritorno<br />
in <strong>Diocesi</strong> il sabato e la domenica). Durante il periodo di permanenza in<br />
seminario si prevedono le seguenti proposte formative.<br />
A livello spirituale (quotidianamente: liturgia <strong>delle</strong> ore, Eucaristia<br />
e meditazione; mensilmente: ritiro spirituale, in diocesi; annualmente:<br />
esercizi spirituali di corso). A livello formativo (esercitazione omiletica<br />
– per i diaconi – durante la celebrazione eucaristica di corso e<br />
di comunità). A livello pastorale e culturale, in forma di laboratori<br />
guidati da esperti (la qualità di vita del presbitero; il ministero della<br />
predicazione omiletica; i “prenotanda” dei rituali per la celebrazione<br />
dei sacramenti, in particolare, la presidenza dell’Eucaristia; il sacramento<br />
della riconciliazione e la direzione spirituale nel ministero presbiterale;<br />
il presbitero e la guida della comunità; organismi e dinamiche<br />
di partecipazione tra presbiteri e laici nella pastorale diocesana e<br />
parrocchiale).<br />
Il Presidente, prima di aprire la discussione, invita Mons. D’Ambrosio,<br />
responsabile della Commissione Episcopale di vigilanza sul Seminario<br />
Regionale, ad intervenire.<br />
Mons. D’Ambrosio si sofferma sulla proposta relativa al sesto anno<br />
dicendosi compiaciuto per essere usciti dall’incertezza con un progetto<br />
concreto, chiaro e preciso. Ma pone altresì degli interrogativi: sul periodo<br />
di permanenza in seminario (solo tre settimane?), circa la possibilità<br />
di iscrizione al primo anno di licenza, ed infine, circa i contenuti della<br />
formazione, che andrebbero integrati (ad es. pastorale giovanile, amministrazione<br />
parrocchiale, ...).<br />
Mons. Padovano, partendo dall’impostazione del curriculum formativo<br />
(biennio per il discernimento e triennio per la formazione) che non<br />
risulta essere esaustivo per gli obiettivi indicati, ritiene che il sesto anno<br />
sia non solo proiettato all’impatto con il ministero pastorale, ma serva<br />
come coronamento della formazione.<br />
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1 0<br />
Secondo Mons. Pichierri il sesto anno dovrebbe essere separato dal<br />
1° per la licenza per far parte integrante della formazione.<br />
Mons. De Grisantis approva la proposta presentata e suggerisce di integrarla<br />
con altri aspetti formativi e di verifica dell’esperienza pastorale.<br />
L’impostazione è valida, per integrazioni si potrà vedere.<br />
Mons. Talucci ricorda che si è già discusso in assemblea a lungo sui<br />
cinque anni senza conclusioni precise ed ora ci si ferma al sesto anno che<br />
dovrebbe essere aggiuntivo o integrativo. Il programma proposto lascia<br />
intendere che il quinquennio non è completo e quindi va ripensato.<br />
Mons. Todisco si dice convinto che c’è un equivoco di fondo quando<br />
si parla di anno formativo, perché nella formazione di un padre di comunità<br />
si deve pensare e parlare di una dimensione integrale.<br />
Mons. Fragnelli considera utile la proposta del Rettore per lavorare<br />
su qualcosa di concreto, anche in vista della Facoltà teologica. Suggerisce<br />
di pensare ad alleanze culturali mirate perché i nostri futuri sacerdoti<br />
conseguano dei master (per es. di alcuni mesi) in varie discipline possibili.<br />
Secondo Mons. Martella siamo di fronte ad una norma che non ci<br />
dice come va attuata. Pertanto dobbiamo trovare il coraggio di dire se il<br />
sesto anno lo facciamo in diocesi o in seminario. Qualche problema si<br />
pone con l’Istituto Teologico.<br />
Mons. Paciello riconosce lo sforzo fatto dalla commissione e la volontà<br />
di salvare l’Istituto Teologico, ma sottolinea che così non si risolve<br />
del tutto il problema del sesto anno. Questo deve avere le sue radici negli<br />
anni precedenti.<br />
Secondo Mons. Cacucci, come criterio generale, la proposta va accolta<br />
e seguita da tutti. Non separerebbe il sesto anno dall’Istituto Teologico.<br />
Mons. Tamburrino sostiene che il sesto anno deve essere giustificato<br />
in se stesso e consiglia di rafforzare la piattaforma formativa con crediti<br />
valutabili ai fini della licenza.<br />
Mons. Ruppi fa presente che il problema del sesto anno è comune a<br />
tutte le Regioni. In attesa della Ratio, mentre formazione e lunghezza di<br />
tempi sono i nodi di fondo, condivide la proposta presentata e lascerebbe<br />
l’opzionalità circa l’iscrizione al primo anno per la licenza.<br />
Mons. Negro sostiene che se ne parli ancora, perché la proposta va<br />
collocata all’interno del cammino formativo. Intanto venga approvata<br />
come esperienza libera.
Per Mons. Calabro l’inserimento in diocesi e la formazione culturale<br />
restano i punti importanti ed ancora critici. Andrebbero recuperate <strong>delle</strong><br />
discipline che formino alla integrazione tra catechesi, liturgia e carità,<br />
come anche la spiritualità e la vita fraterna.<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, chiude la discussione invitando a lasciare<br />
da parte il problema della Ratio per quando sarà definitiva e la possibilità<br />
di frequentare il primo anno di licenza. Propone anche di varare la<br />
proposta presentata dal rettore per due-tre anni.<br />
I Vescovi approvano la proposta del Presidente.<br />
Il Rettore, Mons. Ricchiuti, chiede ai Vescovi un parere ed eventuale<br />
autorizzazione per l’esperienza pastorale limitata ai seminaristi del<br />
triennio teologico. Sono state individuate alcune parrocchie (6-7) nelle<br />
quali si attua una programmazione precisa e ben articolata. Se il parroco<br />
dovesse chiedere la presenza occasionale dei seminaristi durante la settimana,<br />
è possibile permettere questa presenza in parrocchia? Il parere dei<br />
Vescovi è favorevole, ma la decisione deve essere assunta dall’equipe<br />
educativa.<br />
In vista del prossimo anno, continua il Rettore, è previsto il rientro in<br />
<strong>Diocesi</strong> di don Mimmo Cornacchia (padre spirituale) e di due animatori<br />
(don Cosimo Posi e don Ciro Alabrese). Mentre don Salvatore Casole passa<br />
dal 2° al 3° anno. Pertanto ci sarebbe bisogno di due nuovi animatori.<br />
Infine, quanto alla Fondazione Regina Apuliae, i Vescovi confermano<br />
i revisori dei conti già in carica. Il Notaio ha preparato lo Statuto della<br />
Fondazione, con le integrazioni votate nell’ultima Assemblea e ne viene<br />
distribuita copia ad ogni Vescovo [Allegato 5].<br />
Dopo una breve pausa, i lavori riprendono alle ore 18.00.<br />
4. Tribunale Ecclesiastico Regionale<br />
Mons. Luca Murolo, Vicario Giudiziale del T.E.R.P. di Bari, consegna<br />
ai singoli Vescovi una cartellina con la relazione e i dati relativi sia<br />
all’attività del Tribunale, sia alle singole <strong>Diocesi</strong>.<br />
Invitato dal Presidente, Mons. Ruppi, il Vicario Giudiziale legge una<br />
puntuale relazione sull’attività svolta dal T.E.R.P. nel corso del 2004,<br />
completa del bilancio consuntivo 2004 [Allegato 6].<br />
Dopo l’espressione della gratitudine per il prezioso lavoro a favore<br />
della famiglia e dell’intera Regione ecclesiastica, espressa da Mons.<br />
Ruppi a nome della Conferenza, seguono gli interventi dei presenti.<br />
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1 2<br />
Mons. De Grisantis, a proposito della preparazione dei nubendi al sacramento<br />
del matrimonio, ritiene che ne andrebbe rivista l’impostazione,<br />
mentre Mons. Cacucci mette in guardia a non confondere la preparazione<br />
al matrimonio con la preoccupazione per tutta la pastorale familiare,<br />
senza operare facili ma indebite deduzioni. L’aumento del numero di<br />
cause introdotte indica anche la fiducia nella Chiesa – prosegue Mons.<br />
Cacucci – e nello stesso TERP. Il problema pastorale è urgente proprio<br />
dopo la celebrazione del matrimonio in Chiesa. I dati forniti vanno presentati<br />
e spiegati ai sacerdoti che devono accertarsi personalmente della<br />
volontà dei nubendi.<br />
Mons. Ruppi attira l’attenzione su un dato che dovrebbe far riflettere:<br />
75 coppie su 234 hanno avuto meno di un anno di convivenza! Poi<br />
Mons. Ruppi, in qualità di Presidente, rinnova al TERP tutta la fiducia<br />
della Conferenza Episcopale regionale e, dopo aver ringraziato l’Arcivescovo<br />
di Bari come Moderatore del Tribunale per quanto la <strong>Diocesi</strong><br />
di Bari e la CEI hanno fatto per assicurare una degna sede al Tribunale,<br />
invita i Confratelli a visitare la nuova sede, in Largo San Sabino 1.<br />
Prima di concludere l’incontro, Mons. Ruppi riprende la bozza del<br />
documento sul Matrimonio tra un mussulmano e una donna cattolica e<br />
si sofferma su alcuni dati statistici, evidenziando quanto siano a rischio<br />
queste unioni. L’esperienza documenta l’alta percentuale dei matrimoni<br />
che presentano gravi difficoltà dopo la celebrazione ed è pertanto sconsigliabile<br />
agevolare unioni del genere.<br />
5. Istituto Pastorale Pugliese<br />
Mercoledì 26 gennaio<br />
Prima di introdurre il Direttore, don Cosimo Damasi, per la relazione<br />
sull’attività svolta dall’I.P.P., il Presidente, Mons. Ruppi, ricorda ai Confratelli<br />
che, a seguito del trasferimento di Mons. Semeraro alla <strong>Diocesi</strong><br />
di Albano, è necessario provvedere all’elezione del Presidente dell’Istituto<br />
Pastorale Pugliese.<br />
Mons. Papa propone di nominare Mons. Fragnelli, vescovo di Castellaneta.<br />
I Vescovi approvano all’unanimità.<br />
Il Direttore dell’I.P.P. fa consegnare ai Vescovi una cartella [Allegato<br />
7] con la documentazione dell’attività svolta (Relazione dell’Anno<br />
2004; elenchi dei docenti e partecipanti al Forum Pastorale; n. 3 ela-
orati per le tre sessioni del Forum; Consulenze svolte nel 2004; Conto<br />
economico dell’Istituto Pastorale, lettera di dimissioni del Direttore).<br />
Particolare attenzione meritano gli elaborati prodotti in relazione agli incontri<br />
formativi sul forum pastorale generale “Diventare Comunità dall’Eucaristia”<br />
realizzati in Regione come preparazione al Congresso Eucaristico<br />
Nazionale di Bari. Le tre sessioni si sono svolte rispettivamente<br />
a Lucera (Oasi Betania il 10.12.2004) sul tema: Sviluppo di comunità e<br />
progettazione pastorale; a Conversano (S. Maria dell’Isola il 14 gennaio<br />
2005) sul tema: Fare Comunità: governare i processi decisionali;<br />
a Lecce (Pastor Bonus il 28.01.05) sul tema: Formare alla Comunità<br />
Cristiana. Dopo aver raccontato ai Vescovi l’impostazione e lo sviluppo<br />
del forum pastorale, l’attività svolta dall’Istituto Pastorale nel corso dell’anno<br />
ed il conto economico, don Damasi presenta anche ai Vescovi le<br />
sue dimissioni da Direttore dell’I.P.P. essendo terminato il periodo per il<br />
quale è stato nominato. I Vescovi non accettano le dimissioni, rinviando<br />
ogni decisione a dopo il Congresso Eucaristico Nazionale.<br />
Mons. Papa interviene per chiedere a don Damasi la ragione della<br />
scelta dei tre temi e dei tre incontri. Don Damasi risponde che è emerso<br />
tenendo presenti sia le comunità e sia le indicazioni dei sacerdoti partecipanti.<br />
Mons. Calabro, da una lettura dei documenti forniti, ha l’impressione<br />
che emerga un’attenzione (per esempio per il cambio di guida) in chiave<br />
troppo sociologica e poco pastorale.<br />
Secondo Mons. Cacucci l’I.P.P. deve continuare ad impegnarsi sulla<br />
formazione permanente dei sacerdoti, dei docenti Irc, dei formatori di<br />
giovani e adolescenti. Invita a presentare ai Vescovi un programma da seguire;<br />
individuare gruppi di formatori; organizzare l’I.P.P. con un apposito<br />
segretario per meglio coordinare e gestire tutte le iniziative formative.<br />
Anche Mons. Ruppi, concludendo, ribadisce che l’I.P.P. debba dedicarsi<br />
alla formazione permanente del clero, ispirazione iniziale dello<br />
stesso Istituto. Oggi appare molto utile la possibilità di conseguire dei<br />
master per formatori di comunità. Ed infine, considera utile la figura<br />
di un segretario, ma che abbia buone capacità di comunicatore e svolga<br />
la funzione di portavoce, divulgatore <strong>delle</strong> iniziative dell’I.P.P. Sarebbe<br />
utile che per la riunione di giugno fosse approntata una linea di sviluppo<br />
e di continuità dell’I.P.P.<br />
Don Damasi, nella breve replica agli interventi, precisa che il Forum<br />
non è ancora concluso e mancano le valutazioni generali sul cammino<br />
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1 4<br />
percorso. Inoltre fa presente che i Vescovi possono intervenire a tutte le<br />
sessioni di lavoro. Quanto alle richieste e prospettive indicate, tutto è possibile,<br />
ma dotando l’I.P.P. di altre risorse umane disponibili ed efficienti.<br />
6. La Legge sulla procreazione medicalmente assistita e i referendum<br />
Dopo una breve interruzione dei lavori, i Vescovi si ritrovano per<br />
ascoltare il Dott. Zelante, dell’Istituto di Genetica di Casa Sollievo della<br />
Sofferenza, ed approfondire le problematiche inerenti la legge 40/2004<br />
(procreazione medicalmente assistita) e la prossima consultazione referendaria.<br />
Il Dott. Zelante introduce il suo intervento con due premesse. Una<br />
storica: Casa Sollievo 10 anni fa ebbe il coraggio di affrontare la genetica<br />
(acquisendo l’Istituto Mendel). Secondo i rapidi progressi nella<br />
biotecnologia trovano impreparati giuristi, filosofi, politici e bioetici...<br />
nonostante tutto l’interesse mostrato verso problemi molto seri ma spesso<br />
asserviti all’interesse economico, scientifico, politico.<br />
La scienza riconosce che già lo zigote è una nuova entità, irripetibile<br />
ed unica. Pertanto si parla di dignità dell’embrione e della sua intangibilità.<br />
La biotecnologia è giunta a manipolare e, quindi, ad interferire<br />
nel processo naturale di formazione e di sviluppo dell’embrione. Si pone<br />
qui il problema della procreazione medicalmente assistita: quando la<br />
formazione dell’embrione avviene al di fuori dell’atto coniugale o con<br />
gameti della coppia (omologa) o esterni alla coppia (eterologa). Ma il<br />
processo per la formazione dell’embrione è oggi possibile tecnicamente<br />
anche per una coppia omosessuale, o di una singola persona. Insomma,<br />
senza scendere in molti dettagli tecnici, ci si trova davanti ad un far west<br />
incredibile di richieste e iniziative che disorientano. Sino ad oggi ogni<br />
Stato legifera per conto proprio.<br />
In Italia, dopo anni e anni di discussioni, è stata approvata dal Parlamento<br />
la prima legge per la procreazione medicalmente assistita [Legge<br />
n. 40 del 2004], con la quale si è cercato di creare una intesa tra uomini di<br />
buona volontà e porre qualche argine alla mancanza di regole.<br />
In sintesi la Legge 40 consente l’accesso alla procreazione assistita<br />
alle coppie eterosessuali di fatto viventi nelle quali manca la fertilità.<br />
È dichiarata ammissibile solo la procreazione omologa. Vengono riconosciuti<br />
i diritti del nascituro. La legge, inoltre, vieta la produzione eccessiva<br />
di embrioni, la loro conservazione per finalità diverse dalla pro-
creazione (per esempio, per ottenere cellule staminali, sulle quali oggi<br />
si concentrano molti studi scientifici, presentandole come grandi potenzialità!).<br />
La Chiesa deve prestare molta attenzione al problema cui sono<br />
connesse conseguenze non indifferenti sulla dignità dell’embrione.<br />
Per quanto concerne la consultazione referendaria, il dott. Zelante la<br />
considera illegittima perché vengono chiamati a decidere gli elettori su<br />
cose che non riescono a comprendere. Sussiste una confusione tra concetti<br />
scientifici certi e concetti non scientifici.<br />
Per venire, infine, ai quesiti referendari il Dottore ricorda che la Corte<br />
Costituzionale ha respinto il quesito proposto dai radicali (abolizione<br />
della legge in toto e determinare una vacatio legis per garantire la massima<br />
libertà!), mentre ne ha ammesso quattro: 1) libertà di accesso alla<br />
procreazione assistita, con abolizione dell’obbligo di diagnosi medica di<br />
sterilità; 2) abolizione dei diritti del concepito, del limite di tre embrioni,<br />
ecc.; 3) abolizione di ogni divieto alla sperimentazione sugli embrioni;<br />
4) abolizione del divieto della fecondazione eterologa! Una impostazione<br />
che prescinde dalla famiglia. Ecco perché è proprio la famiglia che va<br />
difesa e tutelata.<br />
Al termine dell’intervento del medico, segue un articolato dibattito<br />
tra i presenti e importanti precisazioni mediche da parte del Relatore.<br />
Il Presidente della CEP, Mons. Ruppi, prima di concludere l’incontro<br />
per il pranzo, ringrazia il Dott. Zelante per la sua disponibilità e auspica<br />
che altri medici competenti e con capacità comunicative si mettano a<br />
disposizione nelle diverse diocesi per un discorso di formazione indirizzato<br />
al clero e ai laici.<br />
7. Incontro CEP - CISM<br />
I lavori della Conferenza riprendono alle ore 16.00 con l’incontro dei<br />
Vescovi con i Ministri Provinciali <strong>delle</strong> Comunità Religiose Maschili<br />
presenti in Puglia.<br />
Mons. Ruppi saluta i Ministri Provinciali, ringraziandoli per la loro<br />
presenza e per il dialogo fraterno che si manifesta in questo annuale<br />
appuntamento. La loro presenza e attività, specie in alcuni luoghi di<br />
sofferenza (ospedali, carceri, ...) è un segno di speranza e di concreta<br />
testimonianza di fede.<br />
Prende la parola il Rev. P. Donato Sardella ofm, Presidente della CI-<br />
SM, per il suo intervento. Il P. Provinciale legge ai Vescovi la sua rela-<br />
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1<br />
zione [Allegato 8] nella quale esprime la gratitudine ai Vescovi per<br />
questa occasione di dialogo e per la particolare attenzione <strong>delle</strong> Chiese<br />
di Puglia alla vita consacrata, come sperimentato ancora una volta<br />
nell’annuale meeting che ha avuto per tema “...e danzando canteranno.<br />
La vita consacrata nella Chiesa in festa”, intenso momento di preparazione<br />
al Congresso Eucaristico Nazionale. Evidenzia anche la significativa<br />
partecipazione di alcuni Ministri Provinciali ai consigli presbiterali<br />
e pastorali <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> nelle quali sono presenti. Richiama anche<br />
l’esperienza della predicazione itinerante, sotto forma di missione<br />
evangelizzatrice, vissuta congiuntamente da diverse famiglie religiose<br />
in alcune <strong>Diocesi</strong>. Infine, P. Sardella, dopo aver ricordato il significativo<br />
impegno per la costituzione della Facoltà Teologica, ulteriore segno di<br />
comunione, chiede una particolare attenzione anche alle istituzioni culturali<br />
dei religiosi (come biblioteche e archivi). Guardando al futuro, P.<br />
Sardella annunzia la presenza in Puglia del Consiglio di Presidenza e dei<br />
Presidenti regionali C.I.S.M. nei giorni 25-27 maggio, durante il CEN,<br />
mentre nel prossimo mese di novembre si terrà in Puglia l’Assemblea<br />
Generale C.I.S.M.<br />
Interviene Mons. Cacucci per presentare il programma generale <strong>delle</strong><br />
giornate del C.E.N. e richiamare l’attenzione alla mattinata di venerdì,<br />
quando il Card. Ruini incontrerà i gruppi, movimenti e associazione ecclesiali.<br />
La presenza del clero e della vita consacrata deve offrire una<br />
visibilità della Chiesa di comunione.<br />
Mons. Pichierri esprime gioia e gratitudine per l’incontro e la positiva<br />
esperienza vissuta in diocesi per la missione “giovani per i giovani”.<br />
Invita ad una speciale attenzione per la giornata della vita consacrata.<br />
Anche Mons. Paciello, riferendosi alla missione giovani, presenta<br />
l’esigenza di una missione inserita nel cammino pastorale e con il coinvolgimento<br />
della diocesi.<br />
P. Donato risponde che la missione parte un anno prima proprio per il<br />
coinvolgimento della diocesi prima e soprattutto dopo la missione. Molto<br />
importante è la previa lettura o conoscenza del territorio.<br />
Mons. Ruppi, facendo riferimento all’Anno dell’Eucaristia e alla comunione<br />
ecclesiale, si chiede: cosa possiamo fare di più noi vescovi con<br />
voi religiosi? Quali prospettive di impegno per la nostra Regione dopo<br />
il CEN?<br />
Mons. Papa: oltre l’aspetto comunionale, la dimensione contemplativa!<br />
C’è oggi una forte nostalgia di Dio, di spiritualità. Una domanda che
deve trovare risposta in ogni comunità religiosa. Moltiplicare i luoghi e i<br />
momenti di adorazione.<br />
Nelle comunità monastiche e religiose di Bari – interviene Mons. Cacucci<br />
– è stato accolto l’invito rivolto da Mons. Bregantini, con <strong>delle</strong><br />
proposte di momenti di adorazione, veglie di preghiera il sabato notte.<br />
A Lecce, in una chiesa del centro storico c’è la possibilità di adorazione<br />
dalle 22 all’una. Anche a Foggia è stata fatta questa esperienza.<br />
P. Sabino Di Molfetta, Provinciale dei Giuseppini di Asti, nel riferire<br />
che presso il Santuario dello Sterpeto a Barletta, già da tempo ogni<br />
sabato sera c’è un momento di preghiera dalle ore 22 alle 24, aggiunge,<br />
rivolto ai Vescovi: Non abbiate paura di chiederci ciò di cui pensate aver<br />
bisogno senza timore di invasione di campo!<br />
P. Giuseppe Piemontese, provinciale dei Conventuali, a proposito dei<br />
monasteri di clausura, dice che le monache ascoltano sia il Vescovo, sia<br />
il Provinciale; pertanto sarebbe opportuna una reciproca informazione.<br />
Positiva è la partecipazione ai consigli presbiterali. Si chiede una collaborazione<br />
per il discernimento <strong>delle</strong> vocazioni, specie femminili. Per<br />
l’aiuto economico (biblioteche e archivi...) si attendono segnali concreti.<br />
Infine, chiede qualche informazione sulla Facoltà Teologica.<br />
Fra Diego Pedone, ministro prov. dei Cappuccini (Bari) sottolinea<br />
l’urgenza di chiedere una specifica attenzione ai poveri e agli ultimi, al<br />
Corpo di Cristo offeso, lacerato e abbandonato.<br />
Seguono altri interventi che sottolineano l’attenzione ai ragazzi, agli<br />
adolescenti e ai giovani (P. Agostino ofm Lecce; Terziari Cappuccini,..).<br />
Mons. Todisco in riferimento all’Anno dell’Eucaristia, ricorda l’importanza<br />
del sacramento della riconciliazione ed esorta i religiosi ad essere<br />
più disponibili anche per gli stessi sacerdoti.<br />
P. Mario, Provinciale dei Carmelitani, si sofferma sull’aspetto vocazionale<br />
e sull’attenzione al carisma dell’Istituto. Esprime gratitudine per<br />
il lavoro svolto nella Commissione regionale per il lavoro di formazione<br />
dei giovani preti. Conclude con l’auspicio che nel magistero dei Vescovi<br />
sia più presente l’attenzione alla vita consacrata.<br />
Mans. Ruppi, nella qualità di Presidente della CEP, al termine degli<br />
interventi risponde ad alcuni quesiti emersi nel dibattito.<br />
Quanto alla Facoltà Teologica: il 20 dicembre u.s. la Cei ha trasmesso<br />
tutta la documentazione alla Congregazione per l’Educazione Cattolica.<br />
Si è cercato di mantenere un alto profilo di unità della nuova istituzione<br />
1
1<br />
che avrà a Bari la sede. Si spera di avere risposte più concrete entro i mesi<br />
di marzo-aprile dal Dicastero Pontificio.<br />
Quanto ai Beni Culturali, è previsto il riconoscimento da parte della<br />
CEI <strong>delle</strong> biblioteche di Istituti Religiosi (là dove esistono ed hanno una<br />
consistenza reale), al fine di ottenere un contributo dai fondi dell’otto<br />
per mille. Ma si dovrà anche cominciare a pensare ad un progetto di<br />
informatizzazione dei fondi librari esistenti nella Regione, a cominciare<br />
dalle biblioteche della futura Facoltà Teologica.<br />
Alle ore 18.00, conclusi i lavori della giornata, gli Arcivescovi, Vescovi<br />
e Provinciali si recano nella Chiesa Madre di San Giovanni Rotondo<br />
per la Concelebrazione Eucaristica, presieduta dall’Ordinario del<br />
luogo Mons. D’Ambrosio, in segno di accoglienza e comunione con la<br />
comunità ecclesiale locale.<br />
Giovedì 27 gennaio<br />
La giornata inizia alle ore 7.30 con la Concelebrazione Eucaristica<br />
presieduta da Mons. Ruppi, Arcivescovo di Lecce e Presidente della<br />
CEP, nella cripta del Santuario S. Maria <strong>delle</strong> Grazie, presso la tomba di<br />
San Pio da Pietrelcina.<br />
Alle ore 10.00 riprendono i lavori della Conferenza con l’annuncio,<br />
da parte di Mons. Ruppi, della firma di una nuova Intesa per i Beni Culturali<br />
tra la C.E.I. e il Ministero per i BB.CC. A tale proposito i Vescovi<br />
vengono informati che nel riordino <strong>delle</strong> Soprintendenze, è stata costituita<br />
la Direzione Generale regionale ed è stato nominato Direttore Generale<br />
l’Arch. Gian Marco Jacobitti.<br />
8. Incontro annuale C.E.P. - U.S.M.I. e G.I.S.<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, saluta a nome dei Vescovi, le Madri Generali,<br />
Provinciali e le Responsabili degli Istituti Secolari presenti in<br />
Puglia e dà la parola a M. Lucia Resta, Provinciale <strong>delle</strong> Adoratrici del<br />
Preziosissimo Sangue.<br />
La Presidente USMI esprime gratitudine per il cammino comune<br />
fatto con le Chiese di Puglia e nel suo intervento mette a fuoco sia la<br />
consistenza della vita religiosa femminile nella Regione, sia i problemi<br />
importanti da affrontare [Allegato 9].
In particolare, quanto alla presenza geografica e al servizio apostolico,<br />
in Puglia sono presenti 4.500 religiose distribuite in 480 comunità e<br />
28 monasteri; al novembre 2004 le comunità impegnate nel servizio pastorale<br />
sono 132, mentre 138 in opere sociali e assistenziali; 25 in ospedali.<br />
Quanto alla pastorale della cultura le religiose hanno 162 scuole<br />
dell’infanzia, 27 primarie, 7 superiori di 1° grado e 18 di 2° grado e Istituti<br />
di formazione professionale.<br />
M. Resta pone l’accento sul passaggio epocale che esige dalla vita<br />
consacrata una presa di coscienza della propria identità e della riscoperta<br />
dei carismi per una testimonianza semplice e coraggiosa nell’oggi.<br />
Se la V.C. è profezia, c’è molto da lavorare per affrontare le sfide della<br />
spiritualità, dell’inculturazione, <strong>delle</strong> nuove vocazioni, del ruolo della<br />
donna nella Chiesa, <strong>delle</strong> vecchie e nuove povertà. Il cammino di comunione<br />
che si va consolidando tra USMI, CISM e GIS, mentre fa avvertire<br />
l’esigenza di maggiore comunione intercongregazionale, pone la necessità<br />
di essere in rete per meglio riflettere <strong>insieme</strong> e proiettarsi verso il<br />
futuro. L’USMI pugliese è formata da 18 superiore generali, 5 Superiore<br />
provinciali, 29 delegate; dal Consiglio di Presidenza e dagli uffici per<br />
la formazione, la pastorale di ambiente. Si auspica anche una presenza<br />
più attiva e stimolante da parte dei Vicari Episcopali per la V.C., adeguatamente<br />
formati come guide spirituali e disponibili per le confessioni e<br />
il discernimento vocazionale. Nelle giornate vocazionali sarebbe bello<br />
sentire parlare anche della vita consacrata femminile che fa parte della<br />
vita della Chiesa.<br />
M. Resta presenta, infine, alcune richieste ai Vescovi. Predisporre<br />
forme di aiuto e sostegno formativo per le religiose che provengono<br />
dall’Asia o Africa, specie quando nella singola diocesi non è possibile.<br />
Prendere in considerazione anche l’insegnamento della religione nelle<br />
scuole statali, come forma di apostolato per le religiose in possesso dei<br />
requisiti. Studiare una convenzione tra diocesi-parrocchia e istituto religioso<br />
per le religiose impegnate a tempo pieno nella pastorale. È possibile<br />
avere un ufficio regionale centrale per l’USMI, la CISM e GIS?<br />
M. Resta conclude ringraziando i presenti per l’attenzione ed auspica<br />
che il dialogo si sviluppi ancora nella linea già tracciata dalle Mutuae<br />
Relationes e che veda come frutto maturo proprio la Facoltà Teologica<br />
per cui si sta lavorando.<br />
Mons. Ruppi invita la coordinatrice del GIS ad intervenire.<br />
1
200<br />
Prende la parola la Prof. Maria Nobile, di Taranto, che ha assunto da<br />
poco questo incarico dopo la Prof. De Giorgi.<br />
Gli Istituti Secolari – dice la Nobile – sono una realtà formata da laici,<br />
laiche e sacerdoti, persone che vivono la propria consacrazione nell’impegno<br />
professionale storico e mondano. Invita a guardare con gratitudine<br />
gli Istituti Secolari come dono per la presenza di questa forma di consacrazione<br />
in Regione. C’è bisogno di uno sguardo benevolo per sentirsi<br />
sostenuti. Il coordinamento degli Istituti Secolari nella nostra Puglia ha<br />
avuto inizio con il Convegno sulla Vita Consacrata in Puglia del 1998.<br />
Al momento risultano circa 50 Istituti Secolari, ma solo 11 responsabili.<br />
La dott. Parato è entrata a far parte del Consiglio Mondiale degli istituti<br />
Secolari. In Puglia ne sono nati 10 ed i loro responsabili sono in Regione.<br />
Quanto ai GIS diocesani, sono presenti solo nelle città capoluogo ma<br />
non nelle altre diocesi e si dovrebbero promuovere. La Nobile conclude<br />
esprimendo la propria gioia nel vivere questa esperienza di Chiesa.<br />
Ascoltate le relazioni, il Presidente Mons. Ruppi apre la discussione.<br />
Anzitutto ricorda alle Congregazioni che gestiscono istituti di assistenza<br />
per minori o anziani di fare attenzione alla trasformazione in atto disposta<br />
dai piani sociali di zona che devono razionalizzare i servizi presenti<br />
sul territorio. Pertanto è indispensabile intervenire agli incontri per essere<br />
riconosciuti e inseriti negli stessi piani. I futuri interventi regionali<br />
saranno possibili solo se inseriti nei piani di zona.<br />
Mons. Cacucci ricorda l’importanza dell’Atlante della vita consacrata<br />
in Puglia e richiama l’attenzione sul prossimo Congresso Eucaristico<br />
Nazionale (Bari 21-29 maggio) che vuol essere espressione di<br />
un popolo credente, di una comunità completa non divisa per categorie,<br />
che si ritrova per riproporre la centralità della domenica e l’importanza<br />
dell’adorazione eucaristica. Un impegno specifico per la vita consacrata,<br />
cui è rivolto un particolare invito a ritrovarsi in alcuni momenti più<br />
significativi come l’apertura del CEN, la preghiera ecumenica (mercoledì),<br />
dal venerdì alla domenica, per vivere <strong>insieme</strong> l’esperienza del popolo<br />
di Dio.<br />
Mons. Papa, dopo aver ringraziato il presidente per le integrazioni<br />
alla relazione, si complimenta con M. Resta per la relazione e ricorda,<br />
con uno sguardo storico, come gli Istituti di Vita Consacrata siano stati<br />
i primi a cogliere le trasformazioni nella Chiesa. Mentre molti istituti<br />
si impoveriscono sino ad estinguersi, altri nuovi nascono e nel cambiamento<br />
sono chiamati a vivere l’ecclesiologia della comunione. Secondo
Mons. Papa, l’accento va posto sulla fedeltà creativa, specie in riferimento<br />
ad opere sociali nate in altri contesti culturali ed oggi soggetti a<br />
profondi cambiamenti. Mons. Papa vede positivamente l’inserimento di<br />
religiose qualificate nell’insegnamento della religione cattolica. Quanto<br />
agli Istituti secolari rappresentano dei valori evangelici che passano nel<br />
vissuto della gente.<br />
Mons. Fragnelli esprime gioia e soddisfazione per questi incontri e gli<br />
argomenti proposti nelle relazioni, richiamando l’importanza di alleanze<br />
formative per il discernimento vocazionale e l’accompagnamento da parte<br />
di sacerdoti preparati e disponibili. Quanto alle convenzioni pastorali, si<br />
dovrebbe passare dalle collaborazioni alla corresponsabilità. Infine, importante<br />
è l’orientamento missionario unitario per la pastorale d’ambiente.<br />
Mons. Paciello osserva come non si parli dell’Ordo Virginum e chiede<br />
informazioni su qualche esperienza di convenzione pastorale. Fa osservare<br />
la necessità di formare i futuri sacerdoti al discernimento vocazionale<br />
e carismatico.<br />
La Dott. Parato, componente dell’organismo mondiale del GIS, dice<br />
che gli Istituti Secolari sono come l’ala avanzata della Chiesa, ma molto<br />
spesso non vengono utilizzati nelle <strong>Diocesi</strong>, con tutte le potenzialità che<br />
hanno (per esempio l’Editrice Vivere In).<br />
Mons. Seccia riferisce della presenza di nuovi Istituti o Congregazioni<br />
religiose nella <strong>Diocesi</strong> e della necessità di avere dei riferimenti<br />
qualificati per assicurare formazione e aggiornamento che la <strong>Diocesi</strong> da<br />
sola non è in grado di fare. Per quanto concerne gli Istituti Secolari c’è<br />
qualche difficoltà proprio a livello di conoscenza degli stessi consacrati<br />
che non sempre si presentano al Vescovo. Infine, ricorda le difficoltà per<br />
l’inserimento nell’insegnamento della religione sia per il ridotto margine<br />
del 30 per cento, sia per i tempi in cui avvengono i trasferimenti <strong>delle</strong><br />
religiose da una diocesi ad un’altra.<br />
Anche Mons. Martella interviene sulla preparazione e disponibilità dei<br />
sacerdoti e sulle convenzioni pastorali. Chiede, a proposito <strong>delle</strong> vocazioni,<br />
se e quanto la vita consacrata investe per la pastorale vocazionale.<br />
La Dott. Nobile, a proposito del segreto, chiede ai Vescovi di aiutare<br />
i consacrati nel loro specifico carisma. Alcuni Istituti hanno <strong>delle</strong> opere,<br />
altri vivono la laicità piena e il riserbo è vissuto diversamente.<br />
Mons. Zerrillo riferisce quattro casi di convenzione pastorale e dell’equipe<br />
di pastorale vocazionale che vede coinvolti anche membri della<br />
vita consacrata.<br />
201
202<br />
P. Diego Pedone, Vice Presidente CISM, esprime fiducia a partire da<br />
questo incontro e, facendo riferimento al foglio di collegamento Convergere,<br />
parla del servizio offerto o richiesto, ma sempre di qualità. I<br />
religiosi vogliono vivere e non sopravvivere, sono importanti per la vita<br />
della <strong>Diocesi</strong>. Un particolare invito alla contemplazione fondato sulla<br />
certezza che il Padre dona in ogni tempo energie nuove alla sua Chiesa!<br />
P. Piemontese richiama il problema <strong>delle</strong> religiose provenienti da altri<br />
Paesi con un discernimento limitato; accenna anche al trasferimento<br />
<strong>delle</strong> sedi provinciali. Per le quali, interviene Mons. Ruppi, i Vescovi<br />
non sono informati!<br />
Mons. Todisco considera questo incontro, che si ripete da diversi anni,<br />
uno dei più concreti, perché fondato sull’esperienza condivisa ed uno<br />
stimolo a farci carico di tutto ciò che è Chiesa. Il versante primario posto<br />
da Cristo per la vita consacrata, continua Mons. Todisco, è la Storia:<br />
gioiosa testimonianza di Cristo Signore nella storia.<br />
M. Resta ringrazia per il reciproco ascolto e si augura un passaggio<br />
all’attuazione di quanto è emerso.<br />
Mons. Ruppi conclude l’incontro ribadendo la necessità di fare attenzione<br />
agli istituti assistenziali per i minori.<br />
Mons. Cacucci, infine, ricorda che il 10 febbraio presso la Casa del<br />
Clero di Bari, alle ore 9.30, avrà luogo l’incontro dei delegati diocesani<br />
per il Congresso Eucaristico Nazionale.<br />
Con la recita dell’Angelus, si concludono i lavori della CEP.<br />
9. Varie<br />
Commissioni Pastorali regionali. Non avendo il tempo di approfondire<br />
l’argomento, vengono acquisite agli atti della CEP le relazioni sui<br />
lavori <strong>delle</strong> singole commissioni nel corso dell’ultimo anno o dell’intero<br />
periodo quadriennale [Allegato 10].<br />
Copia <strong>delle</strong> singole relazioni sono consegnate ai Vescovi presenti:<br />
• commissione di pastorale liturgica<br />
• attività delegazione Caritas Regione Puglia<br />
• consulta regionale per la Pastorale della salute<br />
• consulta del laicato<br />
• commissione per l’ecumenismo e il dialogo<br />
• commissione per l’educazione, la scuola e l’università<br />
• commissione per le migrazioni.
Bilancio consuntivo della CEP 2004. Il Segretario consegna ai Vescovi<br />
copia del bilancio consuntivo della CEP relativo al 2004 [Allegato<br />
11].<br />
Calendario CEP 2005. Le riunioni ordinarie della CEP sono fissate<br />
alle seguenti date: martedì 15 marzo (ore 9.30 a Molfetta); martedì 14<br />
giugno (ore 10 a Leuca); lunedì 12 dicembre (9.30 a Molfetta). Nel mese<br />
di ottobre esercizi spirituali o pellegrinaggio con esercizi spirituali dal<br />
10 al 17 o dal 17 al 24 (da precisare).<br />
Il Segretario CEP<br />
✠ Michele Seccia<br />
Vescovo di San Severo<br />
203
204<br />
Verbale<br />
della riunione ordinaria<br />
15 marzo 2005<br />
Seminario Regionale - Molfetta<br />
Martedì 15 marzo 2005 alle ore 9.30, nel Pontificio Seminario Regionale<br />
di Molfetta, ha avuto inizio la riunione ordinaria della Conferenza<br />
Episcopale Pugliese. Presiede l’Arcivescovo Metropolita di Lecce,<br />
Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />
Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />
e Vescovi con lettera di convocazione del 28 febbraio 2005 [Prot.<br />
n. 18/05]:<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
2. Formazione permanente del clero (Mons. Negro)<br />
3. Istituti Superiori di Scienze Religiose<br />
4. Seminario Regionale: Animatori<br />
5. Congresso Eucaristico Nazionale: programma definitivo (Mons.<br />
Cacucci)<br />
6. Varie.<br />
Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />
Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice presidente;<br />
Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />
Domenico Caliandro, Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Vito De<br />
Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons.<br />
Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Benigno<br />
Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri, Mons. Rocco Talucci,<br />
Mons. Francesco Pio Tamburrino, Mons. Francesco Zerrillo.<br />
È altresì presente l’Arcivescovo emerito: Mons. Settimio Todisco.<br />
È assente Mons. Domenico Padovano, impegnato a Roma per il Consiglio<br />
degli Affari Economici.<br />
Dopo la recita dell’Ora media, il Presidente saluta i presenti e ringrazia<br />
per tutti gli attestati di solidarietà giunti in questi giorni alla Chiesa di<br />
Lecce per la vicenda di don Cesare Lodeserto.
1. Comunicazioni del Presidente<br />
a. Consultazione referendaria sulla L. 40/2004<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, riferisce dell’ultimo Consiglio Permanente<br />
della CEI, nel corso del quale è stata ribadita la posizione da assumere<br />
in occasione della consultazione referendaria sulla Legge 40/2004,<br />
a proposito della procreazione medicalmente assistita. La scelta dell’astensione<br />
è ben motivata costituzionalmente, ed è dettata dal tipo di<br />
modifiche che vengono proposte alla Legge, in quanto questa sarebbe<br />
modificata in senso peggiorativo da un punto di vista etico. Il testo approvato<br />
dal Parlamento, pur non rispondendo in pieno e in toto alla visione<br />
etica e antropologica cristiana, è il punto di arrivo e di equilibrio<br />
di un lungo iter legislativo procedurale che ha visto concordare politici<br />
di diversa estrazione culturale e religiosa. Convergenza concretizzatasi<br />
nella costituzione del Comitato “Scienza e Vita”, che sta proponendo a<br />
livello nazionale una informazione scientifica e documentata sui reali<br />
problemi connessi alla procreazione assistita.<br />
È pertanto necessario sia promuovere un’attenta opera di informazione<br />
sul tema, sia spiegare il valore e la necessità della scelta astensionista<br />
per i referendum. Sarebbe opportuno favorire anche nelle diocesi, con il<br />
coinvolgimento di esperti (medici, avvocati, moralisti, operatori di consultori<br />
....) la formazione di Comitati in grado di fornire e promuovere<br />
un’adeguata informazione della comunità.<br />
b. Informazioni varie<br />
Si prevede un ulteriore aumento della percentuale destinata alla Chiesa<br />
Cattolica (dal 76% all’89% nel giro di 14 anni). È opportuno che anche<br />
le <strong>Diocesi</strong>, come la CEI, creino un fondo di accantonamento, per<br />
prevenire eventuali difficoltà in futuro.<br />
Quanto alla Facoltà Teologica Pugliese, la pratica sta proseguendo il<br />
suo iter procedurale presso la Congregazione per l’Educazione Cattolica.<br />
Per la gestione del Tribunale Ecclesiastico Regionale di Bari è stato<br />
assegnato un fondo di 750.000,00 Euro.<br />
È stato approvato un documento sul primo annuncio del Vangelo e la<br />
nuova Ratio per la formazione degli aspiranti al sacerdozio (quest’ultima<br />
sarà discussa in Assemblea nella sessione del prossimo novembre).<br />
Infine è stato anche approvato un documento sulla pastorale rurale.<br />
20
20<br />
2. Formazione permanente del clero (Mons. Negro)<br />
Mons. Negro. Arcivescovo di Otranto e Delegato della Commissione<br />
regionale per il clero, introduce il lavoro svolto nell’ultimo quinquennio<br />
dalla commissione e consegna ai Vescovi le Linee guida per un progetto<br />
regionale sulla Formazione permanente dei presbiteri nelle Chiese di<br />
Puglia [Allegato 1] ed invita P. Luigi Gaetani e don Angelo Sabatelli<br />
ad illustrare ai Vescovi la proposta maturata.<br />
I relatori parlano dei lavori della Commissione Presbiterale Regionale,<br />
<strong>delle</strong> persone coinvolte, dell’iter seguito, dall’analisi alla proposta di<br />
scelte a livello regionale. In particolare, la proposta comprende:<br />
• la condivisione di un modello di formazione permanente<br />
• l’individuazione in ogni diocesi di un presbitero referente e di un<br />
gruppo di lavoro<br />
• la creazione di una apposita struttura di sostegno a livello regionale.<br />
Sulla base di questi elementi essenziali e di quanto esposto dai relatori<br />
si apre la discussione.<br />
Mons. Martella condivide quanto proposto come punto di riferimento.<br />
Mons. Papa si complimenta per il lavoro fatto ed approva la proposta<br />
di un apposita struttura di sostegno, pur ribadendo che è la <strong>Diocesi</strong> il<br />
luogo naturale della formazione permanente del Presbitero. L’organismo<br />
ad essa preposto sarà l’Istituto Pastorale Pugliese.<br />
Anche Mons. D’Ambrosio approva il lavoro fatto ed evidenzia la necessità<br />
per ogni diocesi di avere una realtà diocesana cui fare riferimento.<br />
Mons. Paciello, pur condividendo una particolare attenzione ai sacerdoti<br />
giovani, invita a seguire con attenzione tutti i sacerdoti. Si chiede<br />
come l’Istituto Pastorale Pugliese può arrivare ad un’azione efficace per<br />
tutti i sacerdoti.<br />
Mons. Pichierri afferma che l’azione dell’IPP ha già avuto positive<br />
ricadute nelle diocesi; ora si avverte il bisogno di conoscere comunità<br />
dove indirizzare sacerdoti in difficoltà.<br />
Gratitudine e piena condivisione per il lavoro svolto e il progetto<br />
presentato è espressa da Mons. Caliandro, ma avverte la difficoltà nel<br />
far comprendere che i giovani hanno bisogno di esperienze di sostegno.<br />
D’accordo sul ruolo dell’IPP.
Secondo Mons. Talucci, che condivide la proposta, il discorso andrebbe<br />
allargato a tutti anche alle comunità. Importante, inoltre, avere<br />
<strong>delle</strong> comunità di riferimento per le situazioni più gravi.<br />
Mons. Tamburrino considera un dono la proposta di un supporto regionale<br />
per una urgenza avvertita da tutti.<br />
Mons. Ruppi nel condividere quanto proposto dalla Commissione,<br />
suggerisce di dare seguito al lavoro già svolto, programmando un corso<br />
per i formatori (almeno un sacerdote per diocesi) e di confermare un<br />
luogo di riferimento per tutta la regione, in modo che nell’arco di un<br />
triennio si realizzi un corso per i formatori.<br />
Prima di concludere, Mons Negro ringrazia la commissione presbiterale<br />
regionale per il lavoro svolto ed affida la proposta elaborata all’IPP.<br />
3. Istituti Superiori di Scienze Religiose (ISSR)<br />
Mons. Ruppi consegna ai presenti uno schema e la copia della Nota<br />
CEI [Allegato 2] per presentare l’argomento in discussione e premette<br />
che si tratta di un processo più generale concernente la riorganizzazione<br />
degli studi teologici in Italia con un rigore scientifico. L’indirizzo generale<br />
deciso è che tutti gli ISSR esistenti nella Regione, dipendano dalla<br />
Facoltà Teologica. In vista di questo traguardo la nostra Regione è particolarmente<br />
interessata.<br />
Gli Istituti di Scienze Religiose cessano di esistere e sono trasformati<br />
in Scuole di Formazione teologica e rilasciano un diploma o attestato<br />
che non costituisce titolo per accedere agli ISSR.<br />
Si punta alla realizzazione di un sistema a rete: Facoltà e Istituti (con<br />
curriculum quinquennale 3+ 2). Al termine del triennio si consegue il<br />
diploma in Scienze religiose ; con il successivo biennio, il Magistero in<br />
Scienze Religiose (laurea specialistica).<br />
Ora sia per la conferma degli ISSR sia per una nuova erezione è indispensabile<br />
assolvere alle seguenti condizioni, tutte ben precisate dalla<br />
nota CEI che i Vescovi leggono in copia, con una proposta applicativa<br />
per la Puglia. Un adeguato bacino di utenza, un minimo di 12 alunni per<br />
anno, uno Statuto e Regolamento; un regolare piano di studi; un adeguato<br />
corpo docente, una sede, una biblioteca, diversi sussidi didattici; un piano<br />
di finanziamento e la convenzione tra l’ISSR e la Facoltà Teologica.<br />
La CEP deve formulare il piano degli ISSR per il territorio regionale,<br />
attivando una procedura iniziale: prende contatto con la Facoltà<br />
20
20<br />
Teologica e raggiunge le intese circa Statuti e Regolamenti; elabora una<br />
convenzione base che sarà firmata dal moderatore. Se la CEI accoglie il<br />
piano e le proposte concrete, esamina e trasmette alla CEC che procede<br />
all’erezione. Se un ISSR già eretto risulta essere inadempiente alle Norme<br />
ora fissate, potrà essere sospeso e, se è il caso, annullato dalla CEC.<br />
Per passare alla fase operativa nella nostra Regione, il Presidente delinea<br />
un piano di lavoro e propone una riunione operativa dei Direttori<br />
ISSR e <strong>delle</strong> sedi attivate; dovrà trasmettere alla CEI la pianificazione<br />
in base alla quale dovrà essere approntata la documentazione richiesta<br />
per poterla inoltrare alla Congregazione per l’Educazione Cattolica; se<br />
la Facoltà dovesse essere eretta e il piano ISSR approvato, si potrebbe<br />
partire già con l’anno accademico 2005-2006.<br />
Sulle indicazioni offerte dal Presidente si apre un articolato confronto<br />
durante il quale emerge una sostanziale condivisione della pianificazione<br />
regionale degli ISSR. Questi sarebbero presenti nelle città capoluogo,<br />
con sedi distaccate in alcune diocesi che dovranno essere in grado<br />
di assicurare la presenza e la funzionalità del primo triennio dell’ISSR<br />
secondo le precise norme stabilite dalla Cei e dalla Congregazione. In<br />
particolare gli ISSR sarebbero a Bari (con Trani e Conversano); a Foggia<br />
(con Lucera, San Severo Manfredonia); a Lecce (con Brindisi); a<br />
Taranto (con Oria). I Vescovi approvano all’unanimità la pianificazione<br />
regionale, anche se ci vorrà almeno un biennio per la transizione.<br />
4. Seminario Regionale: Animatori<br />
L’argomento viene rinviato alla prossima riunione di giugno.<br />
5. Congresso Eucaristico Nazionale: programma definitivo<br />
L’Arcivescovo di Bari-Bitonto, Mons. Cacucci, introduce ringraziando<br />
i Vescovi della Regione per il vivo interesse mostrato verso il CEN e<br />
l’apporto positivo offerto a questo evento. Anticipa che il 18 marzo p.v.<br />
avrà luogo a Bari un ulteriore incontro per i referenti diocesani per fare il<br />
punto sulla iscrizione preventiva agli eventi del CEN.<br />
Mons. Cacucci invita gli Arcivescovi e Vescovi della Regione a partecipare<br />
alla Solennità del Corpus Domini, anticipata a Bari il giovedì,<br />
con una delegazione diocesana.
Mons. Cacucci comunica anche che il Comitato per la preparazione<br />
del CEN propone di celebrare, Domenica 10 aprile (III domenica di Pasqua)<br />
1 , in tutte le <strong>Diocesi</strong> della Regione una Giornata di preghiera e di<br />
solidarietà per la buona riuscita del Congresso Eucaristico Nazionale di<br />
Bari. Il Presidente, Mons. Ruppi, sottolinea l’importanza di un segno per<br />
sensibilizzare tutte le comunità ecclesiali sull’evento che si celebrerà<br />
nella nostra Regione. I Parroci e tutti i sacerdoti siano invitati a parlare<br />
del Congresso, del suo tema, ed eventualmente, sollecitino un gesto di<br />
solidarietà fraterna che i Vescovi trasmetteranno direttamente all’Arcivescovo<br />
di Bari. I Vescovi condividono la proposta all’unanimità.<br />
Particolare risalto viene dato alla proposta che sarà offerta ai giovani<br />
nel “Villaggio Giovani” da sabato 21 al giovedì: un’iniziativa che dipenderà<br />
molto dall’adesione <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> pugliesi e che potrà anche essere<br />
ripetuta in diocesi.<br />
Mons. Padovano, Vescovo delegato per i beni culturali, archivi e musei,<br />
non potendo presenziare alla riunione odierna, ha chiesto al suo Vicario<br />
generale di raccogliere il materiale preparato dalle <strong>Diocesi</strong> per una<br />
pubblicazione sui Musei Diocesani esistenti in Puglia, che sarà divulgata<br />
durante il Congresso Eucaristico nazionale.<br />
6. Varie<br />
Mons. Fragnelli, delegato dalla CEP nel Comitato preparatorio del<br />
IV Convegno Ecclesiale Nazionale “Testimoni di Cristo Risorto, speranza<br />
del mondo (Verona 16-22 ottobre 2006), consegna una nota informativa<br />
sul primo incontro del Comitato svoltosi a Roma il 19 febbraio<br />
u.s. [Allegato 3].<br />
L’Arcivescovo di Bari, Mons. Cacucci, fa presente che Mons. Vito<br />
Angiuli di Bari non può più svolgere il compito di responsabile dell’Ufficio<br />
Catechistico regionale per i concomitanti impegni pastorali in <strong>Diocesi</strong>.<br />
I Vescovi presenti indicano all’unanimità il sacerdote don Pio Zuppa<br />
per lo stesso ufficio e per il quinquennio 2005-2010.<br />
Mons. D’Ambrosio sull’esperienza <strong>delle</strong> altre regioni ecclesiastiche,<br />
propone che anche per la Puglia venga nominato un coordinatore regio-<br />
1 Se il Verbale dovesse arrivare in ritardo, per qualche Confratello che si è dovuto<br />
allontanare prima della fine dei lavori, ogni Vescovo decida per una domenica nel<br />
mese di aprile.<br />
20
210<br />
nale per i Gruppi di Preghiera Padre Pio, e indica il P. Luciano Lotti,<br />
capp. della fraternità di San Severo. I Vescovi approvano all’unanimità.<br />
Infine, Mons. Ruppi, per quanto concerne il pellegrinaggio-esercizi<br />
spirituali presenta la proposta offerta dall’Opera Romana Pellegrinaggi<br />
di andare in Giordania [Allegato 4]. Emerge l’orientamento per la terza<br />
settimana di ottobre. Appena definito il programma, sarà trasmesso<br />
ai Vescovi (14-19 ottobre). In ogni caso si possono dare le adesioni per<br />
raggiungere il numero di 30 partecipanti anche con alcuni sacerdoti per<br />
diocesi.<br />
Prima della fine dei lavori, il Presidente legge ai presenti un comunicato<br />
stampa da divulgare e che potrà essere utilizzato per il Bollettino<br />
Diocesano [Allegato 5].<br />
Verso le ore 13.15, terminata la discussione dei temi all’Ordine del<br />
Giorno, il Presidente con la recita dell’Angelus, conclude i lavori, dando<br />
appuntamento ai Vescovi e agli Arcivescovi per il 16 giugno alle ore<br />
10.00 presso il Santuario Santa Maria de finibus terrae a Leuca.
Verbale<br />
della riunione ordinaria<br />
14 giugno 2005<br />
Santuario S. Maria de finibus terrae - Leuca (LE)<br />
Martedì 14 giugno 2005, alle ore 9.30, nel Santuario S. Maria de<br />
finibus terrae a Leuca, ha avuto inizio la riunione ordinaria della Conferenza<br />
Episcopale Pugliese. Presiede l’Arcivescovo Metropolita di Lecce,<br />
Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />
Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />
e Vescovi con lettera di convocazione del 1 giugno 2005 [Prot. n.<br />
27/05]:<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
2. Facoltà Teologica<br />
3. Seminario Regionale<br />
4. Incontro con il Dr. Giuseppe Fiori, Dirigente Ufficio Scolast. Regionale<br />
5. Uffici Regionali per la Scuola e i BB.CC.<br />
6. Varie ed eventuali.<br />
Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />
Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice presidente;<br />
Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />
Domenico Caliandro, Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Vito De<br />
Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons.<br />
Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico<br />
Padovano, Mons. Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri,<br />
Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco Pio Tamburrino, Mons.<br />
Francesco Zerrillo.<br />
Sono altresì presenti gli Arcivescovi emeriti: Mons. Carmelo Cassati,<br />
Mons. Vincenzo Franco, Mons. Martino Scarafile, Mons. Settimio Todisco.<br />
211
212<br />
1. Comunicazioni del Presidente<br />
Dopo la recita dell’Ora media, il Presidente, Mons. Ruppi, introduce<br />
i lavori ringraziando Mons. De Grisantis per l’accoglienza riservata ai<br />
Vescovi.<br />
Poi ricorda Mons. Guglielmo Motolese, Arcivescovo emerito di Taranto,<br />
deceduto il 5 giugno u.s. alla veneranda età di 95 anni. Il lungo<br />
e luminoso ministero episcopale esercitato dal compianto Presule, già<br />
Presidente della nostra Conferenza, è ancora oggi di esempio e lezione<br />
per noi tutti. La sua figura – prosegue Mons. Ruppi – è scolpita nel cuore<br />
della Chiesa di Taranto ed è viva nel cuore <strong>delle</strong> Chiese di Puglia e della<br />
Chiesa italiana, che ha servito per molti anni, come vice presidente<br />
della CEI e presidente della Caritas. La folta partecipazione notata alla<br />
celebrazione <strong>delle</strong> esequie è stato il segno più eloquente dell’incisiva<br />
e fruttuosa azione pastorale svolta da Mons. Motolese, che pur avendo<br />
lasciato il ministero attivo dal 1987, aveva continuato ad essere presente<br />
accanto ai malati nella Cittadella della Carità, da Lui voluta e realizzata.<br />
Mons. Ruppi rivolge un saluto particolare a S. Ecc. Mons. Michele<br />
Castoro, Vescovo eletto di Oria (impegnato negli esercizi spirituali) e<br />
formula l’augurio di buon lavoro a Mons. Felice Di Molfetta, eletto presidente<br />
della Commissione episcopale per la Liturgia.<br />
La recente esperienza del Congresso Eucaristico Nazionale – continua<br />
Mons. Ruppi – è stato un tempo di grazia per la nostra Regione: l’intenso<br />
programma spirituale, ecclesiale, ecumenico, pastorale, culturale,<br />
che ha permesso alle Chiese particolari della Puglia e di tutta l’Italia di<br />
incontrarsi intorno al Cristo Eucaristico per riscoprire la centralità del<br />
Giorno del Risorto, la Domenica, è culminato nel modo più significativo<br />
con la presenza del Sommo Pontefice Benedetto XVI, venuto a presiedere<br />
la Concelebrazione conclusiva del grande evento. Facendosi interprete<br />
di tutti i Vescovi, Mons. Ruppi esprime gratitudine e compiacimento<br />
a Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto e a tutta<br />
la Comunità ecclesiale per l’ottima organizzazione, la bellezza e la cura<br />
con cui è stato preparato e vissuto il CEN.<br />
Un particolare plauso ha riscontrato il “Villaggio dei giovani” che,<br />
oltre ad offrire una panoramica della pastorale giovanile in Italia e le<br />
concrete realizzazioni dovute al “Progetto Policoro”, è stato un punto<br />
di riferimento per la riflessione, l’adorazione eucaristica, la preghiera<br />
personale e comunitaria di tanti giovani.
Anche Mons. Cacucci interviene per esprimere gratitudine a tutti i<br />
Confratelli che personalmente e con le rispettive comunità ecclesiali sono<br />
intervenuti ai diversi momenti del CEN, offrendo così una chiara immagine<br />
di Chiesa Eucaristica.<br />
Entrando nel vivo dei problemi attuali, il Presidente prende atto con<br />
soddisfazione della risposta della popolazione alla consultazione referendaria,<br />
elogiando l’unità del mondo cattolico e la convergenza, sul tema<br />
della vita, di molte personalità del mondo scientifico e sociale. La<br />
Puglia ha scelto la vita, la difesa dell’embrione e non ha esitato ad accogliere<br />
la proposta del Comitato “Scienza e Vita” di non votare, non per<br />
fuga dalle responsabilità, ma per una scelta meditata, costituzionalmente<br />
corretta e rispondente ai dettami della coscienza. Degno di rilievo è stato<br />
l’impegno profuso nel promuovere conferenze, dibattiti di alto profilo<br />
culturale, scientifico, etico per informare le comunità.<br />
Per le comunicazioni il Presidente consegna ai Vescovi copia della Lettera<br />
del Nunzio Apostolico, indirizzata ai Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali<br />
Regionali su alcuni problemi di comune interesse [Allegato 1].<br />
Ricorda, inoltre, l’importante circolare della CEI circa la richiesta<br />
della verifica dell’interesse culturale dei beni immobili di proprietà ecclesiastica<br />
(cf. Accordo dell’8 marzo 2005 tra Dipartimento Ministero<br />
BB.CC. e Ufficio nazionale BB.CC.EE. della CEI). Un adempimento<br />
che esige, su indicazione della stessa CEI, la firma di un’apposita convenzione<br />
tra la CEP e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici;<br />
nonché la costituzione di un “Ufficio Regionale per i Beni<br />
Culturali Ecclesiastici”.<br />
Per quanto concerne l’Accordo tra la Direzione Regionale del Ministero<br />
e la Conferenza Episcopale Pugliese, per la verifica dell’interesse<br />
culturale dei beni immobiliari di proprietà di enti ecclesiastici, i Vescovi<br />
autorizzano il Presidente alla firma [Allegato 2].<br />
Quanto all’Ufficio Regionale, attesa l’indisponibilità del Dott. Bellomo,<br />
cui va la gratitudine della Conferenza l’importante servizio alle<br />
<strong>Diocesi</strong> svolto per molti anni, su indicazione di Mons. Cacucci, viene<br />
designato all’unanimità come delegato regionale il sacerdote don Gaetano<br />
COVIELLO, dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto. La sede dell’ufficio<br />
sarà a Bari e lo stesso don Coviello, d’intesa con il Vescovo delegato del<br />
settore e secondo le indicazioni fornite dalla CEI, provvederà alla organizzazione<br />
dell’ufficio e alla redazione di un regolamento da presentare<br />
nella prossima riunione della CEP.<br />
213
214<br />
2. Facoltà Teologica<br />
Introducendo il primo punto all’O.d.G., Mons. Ruppi conferma ai<br />
Vescovi la notizia circa il riconoscimento della «Facoltà Teologica Pugliese»,<br />
trasmessa dal Presidente della CEI, Card. Ruini [Allegato 3]<br />
e ripercorre le tappe essenziali dell’iter per giungere alla positiva definizione<br />
di un progetto importante per le <strong>Diocesi</strong> della Regione, ma altrettanto<br />
serio ed impegnativo da attuare con l’apporto di tutti.<br />
Mons. Ruppi nell’evidenziare l’urgenza di alcuni adempimenti, ricorda<br />
che la Facoltà Teologica Pugliese, sarà unica Facoltà, con sede ufficiale<br />
a Bari in un immobile messo a disposizione dalla <strong>Diocesi</strong> di Bari-Bitonto.<br />
In attesa degli atti formali come il Decreto di erezione della facoltà,<br />
il Nulla osta ad docendum per i professori stabili, nonché la nomina del<br />
pro-preside che dovrà avviare la organizzazione degli studi per l’anno accademico<br />
2005-2006, è necessario provvedere alle decisioni più urgenti.<br />
In attuazione dell’Art. 8 dello Statuto della Facoltà, i Vescovi costituiscono<br />
la Commissione di Alto Patronato della Facoltà che è formata dal<br />
Presidente pro-tempore della CEP, dal Gran Cancelliere (Arcivescovo di<br />
Bari-Bitonto), da tre Vescovi eletti dalla CEP, da un Rappresentante del<br />
Generale dei Domenicani, dai Presidenti pro-tempore della CISM e dell’USMI<br />
regionale e dal Rettore del Seminario Regionale di Molfetta.<br />
Nella sede di Bari ci sarà la Segreteria generale e l’Economato. I docenti,<br />
in possesso dei requisiti richiesti, indipendentemente dalla sede in<br />
cui insegnano, saranno considerati docenti della Facoltà e da essa retribuiti<br />
<strong>insieme</strong> alla Segreteria e all’Economato centrale.<br />
Per quanto concerne le sedi di Molfetta, Santa Fara, San Nicola, si<br />
dovranno fare apposite convenzioni per la manutenzione ordinaria tra la<br />
Facoltà e la CEP, la CISM e la <strong>Diocesi</strong> di Bari.<br />
Quanto all’economia, Mons. Ruppi ricorda che le <strong>Diocesi</strong> devono<br />
provvedere al versamento <strong>delle</strong> quote previste [Allegato 4]. Inoltre<br />
nello stesso Statuto della Fondazione «Regina Apuliae», il cui capitale<br />
è abbastanza solido da garantire le necessità annuali di gestione, sono<br />
stati previsti anche i soci sostenitori che, con congrui contributi annuali,<br />
possono assicurare un flusso di circa € 100.000,00.<br />
Prima di passare alle votazioni per designare i tre Vescovi della Conferenza,<br />
il Presidente chiede se vi sono interventi.<br />
Mons. Cacucci, nella qualità di Gran Cancelliere, comunica che per<br />
la nomina del Segretario Generale ha chiesto al P. Generale dei Domeni-
cani la disponibilità di un Padre domenicano: come Economo, nominerà<br />
l’economo della <strong>Diocesi</strong> di Bari, don Vito MANCHISI; come Bibliotecario,<br />
il P. MAGGIORE dei cappuccini. Sarà necessario, insiste Mons.<br />
Cacucci, fare comprendere alle religiose presenti in Puglia l’importanza<br />
della Facoltà e la possibilità di acquisire una formazione teologica di<br />
qualità per tutte.<br />
Mons. Negro evidenzia la delicatezza del momento che esige un’attenzione<br />
particolare nel continuare a seguire i diversi passaggi sino all’effettivo<br />
funzionamento della Facoltà. Inoltre, richiama la necessità<br />
della preparazione dei docenti e insiste perchè tutti i Vescovi facciano<br />
<strong>delle</strong> scelte mirate nel preparare docenti all’altezza della Facoltà e dell’approfondimento<br />
scientifico <strong>delle</strong> discipline teologiche.<br />
Mons. Ruppi invita a passare alle votazioni per designare i 3 Vescovi<br />
delegati della CEP nel Comitato di Alto Patronato. Distribuite le schede<br />
ed effettuate le votazioni, risultano eletti: Mons. Negro, Mons. Papa e<br />
Mons. Martella.<br />
3. Istituti Superiori di Scienze Religiose<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, ricorda che con l’istituzione della Facoltà<br />
Teologica si pone la necessità di riordinare l’assetto dell’insegnamento<br />
e della formazione teologica nella Regione, secondo quanto prescritto<br />
dalla recente Nota della CEI [Allegato 5]. Per meglio illustrare alla<br />
Conferenza questo problema, è stato invitato Mons. Nunzio Galantino,<br />
incaricato presso la CEI degli II.SS.SS.RR.<br />
Mons. Galantino ringrazia i Vescovi per l’invito e precisa subito che<br />
oggi gli II.SS.SS.RR. vanno adeguati tutti in relazione alla Facoltà Teologica,<br />
venendo meno tutti i collegamenti a diverse realtà e istituzioni teologiche<br />
(come Napoli, Roma, Santa Croce, ...). La CEP ha già delineato una<br />
“mappa” della distribuzione nella Regione dei diversi II.SS.SS.RR., ma<br />
il cammino da compiere non è ancora completo, perché tale “mappa” dovrà<br />
essere riconosciuta dalla Facoltà, dalla CEI e dalla Congregazione per<br />
l’Educazione Cattolica. In vista di tale obiettivo è necessario chiarire che<br />
se, per esempio, si conferma l’orientamento di riconoscere o istituire un<br />
I.S.S.R. nelle diocesi sedi di provincia, sarà opportuno che l’I.S.S.R. abbia<br />
una denominazione non collegata alla singola diocesi, così da lasciar aperta<br />
la possibilità di avere sedi periferiche per il triennio, quando situazioni<br />
territoriali e scelte pastorali diocesane lo esigono. Fermo restando che si<br />
21
21<br />
tratta di un unico I.S.S.R. (come si potrebbe verificare per la Metropolia di<br />
Foggia o di Bari). Indispensabile sarà la presenza di “docenti stabili” nelle<br />
materie fondamentali per garantire la serietà dell’Istituto, l’approfondimento<br />
e l’aggiornamento costante <strong>delle</strong> “scienze religiose”.<br />
Mons. Galantino ricorda ai Vescovi quanto detto dal Card. Scola<br />
nell’ultima Assemblea CEI, che la scuola teologica oggi può perseguire<br />
meglio degli obiettivi culturali importanti e di livello superiore, per<br />
quanti sono veramente interessati al sapere teologico (bioetica, dottrina<br />
sociale, problematiche bibliche o dogmatiche, ...) senza mirare al conseguimento<br />
di titoli. In tale prospettiva la formazione teologica trova una<br />
risposta anche con forme diverse dagli II.SS.SS.RR.<br />
Per quanto concerne, poi, il passaggio dagli attuali Istituti alla nuova<br />
pianificazione, è chiaro che ciò avverrà gradualmente e che, in ogni caso,<br />
niente andrà perduto del lavoro già fatto dagli studenti.<br />
Il Presidente ringrazia Mons. Galantino per le opportune precisazioni<br />
e le risposte ai quesiti posti dai Vescovi.<br />
4. Seminario Regionale<br />
Il Presidente invita il Rettore del Seminario Regionale, Mons. Ricchiuti,<br />
ad illustrare la situazione e le esigenze del Seminario Regionale<br />
in vista del prossimo anno.<br />
Mons. Ricchiuti presenta ai Vescovi il prospetto sintetico previsto<br />
per il prossimo anno formativo 2005-2006 [Allegato 6] e, dopo aver<br />
ringraziato i Vescovi per la fiducia e l’attenzione con cui seguono la vita<br />
del Seminario regionale, chiede che si provveda per due nuovi Padri<br />
Spirituali e due nuovi animatori di corso poiché devono rientrare nelle<br />
rispettive diocesi don Domenico Cornacchia (di <strong>Altamura</strong>, dopo 12 anni<br />
di servizio come Padre Spirituale) e don Ciro Alabrese (di Taranto). Per i<br />
Padri Spirituali il Rettore propone una presenza maggiore per don Francesco<br />
DE LUCIA e la risposta positiva per don Franco APOLLONIO di<br />
Lucera. Poiché, tra coloro che hanno frequentato l’anno propedeutico e i<br />
giovani provenienti dai seminari minori, si prevede la formazione di due<br />
gruppi per il I anno (una quarantina di seminaristi) ci dovrebbero essere<br />
altri due animatori.<br />
Il Rettore indica alcuni nomi e lascia ai Vescovi il tempo di decidere.<br />
Il Presidente ringrazia Mons. Ricchiuti per il prezioso lavoro al servizio<br />
<strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> di Puglia e chiede di passare al successivo punto del-
l’O.d.G. facendo entrare il Dirigente Scolastico regionale e i suoi collaboratori.<br />
5. Incontro con il Dott. Giuseppe Fiori, Dirigente Ufficio Scolastico<br />
Regionale<br />
Mons. Ruppi, a nome dei presenti, saluta il Dr. Fiori e lo ringrazia per<br />
aver accolto l’invito di incontrare tutti i Vescovi della Regione nel momento<br />
in cui si sta per concludere la lunga attesa per il riconoscimento<br />
giuridico dei docenti di religione con l’immissione in ruolo.<br />
Il Dr. Fiori si dice lieto di poter portare a compimento il cammino di<br />
attesa di oltre un decennio e di aver firmato in data odierna il Decreto di<br />
applicazione della Circolare del 9 giugno u.s. per l’immissione in ruolo<br />
del primo gruppo di IdRc che ha superato il Concorso e precisamente<br />
676 docenti (di cui 294 nella scuola primaria e 382 nella scuola secondaria)<br />
[Allegato 7].<br />
Il Dirigente precisa che le graduatorie sono fatte per diocesi e che,<br />
ora si tratterà di trasmettere agli Ordinari Diocesani l’elenco alfabetico<br />
di coloro che entreranno in ruolo, a decorrere dal 1° settembre 2005. Una<br />
volta ottenuta la proposta di nomina da parte degli Ordinari, gli interessati<br />
saranno convocati per il contratto di assunzione dall’Ufficio Regionale<br />
o dal CSA di competenza. È importante fare un controllo su tutta la<br />
Regione per evitare, per quanto possibile, che ci sia una dispersione di<br />
posti in ruolo non occupati. Inoltre tutti gli IdRc dovranno svolgere un<br />
anno di prova che sarà anche di formazione. Sin dal primo anno di ruolo,<br />
il docente potrebbe fare richiesta di pars-time.<br />
Tutta l’operazione si svolgerà nel corso di due anni e si presterà la<br />
dovuta attenzione perchè non vi siano dispersioni di posti disponibili,<br />
previa intesa tra i Vescovi interessati.<br />
Il Dr. Fiori lascia la parola ad alcuni collaboratori che lo accompagnano.<br />
Il Preside della Scuola Media “Michelangelo” di Bari, evidenzia come<br />
il docente di Rc, una volta certo della propria figura giuridica assume<br />
un ruolo ben preciso nel consiglio di classe, ed è quanto mai importante<br />
che nella scuola ci siano docenti preparati e propositivi.<br />
Il Dr. Scrimitore, che ha presieduto il concorso per la scuola secondaria<br />
richiama l’attenzione sulla consapevolezza di una responsabilità<br />
educativa che deve animare e caratterizzare i docenti di Rc.<br />
21
21<br />
Infine, il Dr. Nappi, funzionario della Direzione Scolastica regionale,<br />
spiega la procedura da seguire. Saranno formate 19 graduatorie relative<br />
alle 19 diocesi della Puglia ed i vescovi diocesani saranno personalmente<br />
coinvolti per la prima proposta di nomina dei docenti che entreranno<br />
in ruolo dal prossimo 1° settembre 2005.<br />
Il Dirigente farà pervenire ai Vescovi l’elenco dei vincitori in relazione<br />
ai posti cattedra che possono essere occupati. I Vescovi faranno<br />
pervenire le designazioni ai CSA (ex Provveditorati) di Lecce (per il<br />
primo grado: infanzia e primaria) e di Bari (per la scuola secondaria).<br />
L’assegnazione, ratificata con il contratto, avrà valore anche per gli anni<br />
successivi. I docenti interessati al tempo parziale ne potranno fare richiesta<br />
sin dal primo anno e questa sarà presa in considerazione secondo<br />
le norme vigenti della legislazione scolastica.<br />
6. Uffici Regionali per la Scuola e i BB. CC.<br />
Per seguire le non poche e facili incombenze connesse al mondo della<br />
scuola (riforma, immissione in ruolo dei Docenti Irc, attenzione alla pastorale<br />
scolastica, ...) la CEI ha sollecitato la costituzione di un regolare<br />
ufficio regionale (come già ricordato per i Beni Culturali ecclesiastici).<br />
Questi uffici oltre a svolgere un servizio di raccordo tra le <strong>Diocesi</strong>, come<br />
si è cercato di fare sinora, dovranno garantire una efficace collaborazione<br />
e intesa con gli organi previsti dal Ministero a livello regionale, la<br />
Conferenza Episcopale regionale e le stesse <strong>Diocesi</strong>. Per quanto concerne<br />
l’ambito scolastico – ricorda Mons. Seccia – l’attento lavoro di don<br />
Annicchiarico e la disponibilità della Direzione Regionale per la Scuola,<br />
hanno dato un buon risultato. Perciò si è avvertita l’esigenza di approntare<br />
una bozza di regolamento per l’Ufficio Regionale per l’educazione,<br />
scuola, Irc e università [Allegato 8].<br />
Ai Vescovi ne viene consegnata copia per eventuali osservazioni da<br />
proporre, discutere ed eventualmente approvare nella prossima riunione.<br />
7. Varie ed eventuali<br />
I Vescovi approvano il Regolamento della Commissione Regionale<br />
per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, già discusso e corretto<br />
nella riunione CEP del 24 ottobre 2003 [Allegato 9].
Su proposta di Mons. Pichierri, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie,<br />
i Vescovi concedono il parere favorevole della Conferenza per<br />
l’introduzione della Causa del Sac. Ruggero CAPUTO (1907-1980) di<br />
Barletta. Una biografia del sullodato sacerdote era già stata inviata dall’Arcivescovo<br />
proponente a tutti i membri della CEP [Allegato 10]<br />
e nel corso della riunione odierna viene consegnata a tutti la biografia<br />
pubblicata dalle Edizioni San Paolo (2005).<br />
Il Presidente ricorda che è confermato il Pellegrinaggio - Esercizi<br />
spirituali in Giordania, guidato da P. Rossi de Gasperi s.j. Oltre ai Vescovi<br />
possono partecipare alcuni sacerdoti per <strong>Diocesi</strong> sino alla formazione<br />
del gruppo.<br />
La prossima riunione della Conferenza è fissata per martedì 25 ottobre<br />
p.v. ed avrà luogo a Bitonto, presso il Santuario dei Ss. Medici.<br />
Alle 13.45 esauriti gli argomenti all’OdG. il Presidente rinnova la<br />
gratitudine dei Vescovi all’Ordinario di Ugento, poi recita l’Angelus ed<br />
invita i presenti all’agape fraterna.<br />
Il Segretario<br />
✠ Michele Seccia<br />
21
220<br />
Verbale<br />
della riunione ordinaria<br />
26 ottobre 2005<br />
Seminario Regionale - Molfetta<br />
Mercoledì 26 ottobre 2005, alle ore 9.30, nel Seminario Regionale<br />
di Molfetta, ha avuto inizio la riunione ordinaria della Conferenza<br />
Episcopale Pugliese. L’incontro è stato convocato dal Segretario con<br />
l’invio dell’ordine del giorno in data 8 ottobre 2005.<br />
Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />
Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vicepresidente;<br />
Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro,<br />
Mons. Domenico Caliandro, Mons. Michele Castoro, Mons. Domenico<br />
D’Ambrosio. Mons. Vito De Grisantis, Mons. Pietro M. Fragnelli,<br />
Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico Padovano,<br />
Mons. Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri, Mons.<br />
Rocco Talucci.<br />
Sono altresì presenti alcuni Ordinari emeriti: Mons. Vincenzo Franco,<br />
Mons. Settimio Todisco e Mons. Martino Scarafile.<br />
Assenti: Mons. Di Molfetta (impegnato alla CEI), Mons. Martella<br />
(viaggio pastorale in Australia), Mons. Zerrillo (Esercizi spirituali).<br />
Dopo la recita dell’Ora media, il Vicepresidente Mons. Cacucci<br />
esprime al Presidente Mons. Ruppi la partecipazione della Conferenza<br />
al cordoglio per la morte di Mons. Dell’Era, Economo dell’Arcidiocesi<br />
di Lecce; comunica anche la morte di Mons. Tomasiello.<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, introduce i lavori comunicando che<br />
Mons. Ricchiuti ha indirizzato una lettera di ringraziamento alla Conferenza<br />
per la partecipazione all’Ordinazione Episcopale e per la fiducia<br />
concessagli nell’ufficio di Rettore del Seminario Regionale ed invita i<br />
Confratelli nella sua nuova sede di Acerenza.<br />
Mons. Ruppi fa presente che, grazie alla celere risposta da parte della<br />
Congregazione per l’Educazione Cattolica, non c’è stata alcuna vacatio<br />
nella direzione del Seminario Regionale e che il nuovo Rettore, Mons.
Antonio LADISA, ha già iniziato ad esercitare le proprie funzioni all’indomani<br />
dell’Ordinazione di Mons. Ricchiuti.<br />
1. Comunicazioni della Presidenza<br />
Comunicazione dalla Nunziatura. Il Presidente dà lettura ai presenti<br />
della comunicazione del Nunzio Apostolico in merito al De promovendis<br />
e conferma l’inserimento dell’argomento nell’ordine del giorno dei<br />
lavori della sessione invernale di gennaio, già fissata ai giorni 30-31<br />
gennaio e l febbraio 2006, presso il Centro climatico San Paolo di Martina<br />
Franca. Infine, invita Mons. Cacucci a relazionare ai Vescovi sul<br />
recente Sinodo, appena concluso in Vaticano sul tema dell’Eucaristia.<br />
Informazione sul Sinodo. Mons. Cacucci prende la parola e, dopo<br />
aver ricordato che la sua partecipazione al Sinodo è dovuta alla celebrazione<br />
del Congresso Eucaristico nazionale in Bari, nel riferire l’esperienza<br />
appena vissuta, la definisce molto arricchente per il respiro ecclesiale<br />
di ampia portata e per la visione globale non solo del tema in sé,<br />
quanto <strong>delle</strong> diverse situazioni ecclesiali emerse durante il dibattito. Di<br />
tutto questo si recepisce qualcosa nel Messaggio finale e nelle Proposizioni,<br />
ma si è in attesa del Documento conclusivo da parte del Santo<br />
Padre che è stato quasi sempre presente ai lavori, con un significativo<br />
apporto nell’approfondimento degli argomenti in discussione.<br />
Dal Consiglio Permanente della C.E.I.<br />
Commissioni Episcopali. Mons. Ruppi ricorda che, dopo l’elezione<br />
dei Presidenti <strong>delle</strong> singole Commissioni, il Consiglio Permanente ha<br />
provveduto alla nomina degli altri Vescovi componenti. Sono 11 i Vescovi<br />
della CEP chiamati a far parte <strong>delle</strong> commissioni.<br />
Tribunale Ecclesiastico Regionale. Dalla visita dell’incaricato della<br />
CEI è emerso l’apprezzamento per il TERP, per la sede prestigiosa e<br />
l’ottima funzionalità. Purtroppo, è ancora in crescita il numero <strong>delle</strong><br />
cause pendenti, ma si prevede una graduale diminuzione, dovuta anche<br />
al calo dei matrimoni celebrati. Il recente Sinodo ha raccomandato la<br />
celerità dei processi canonici e per questo si rendono necessarie altre<br />
presenze stabili. Recentemente una religiosa con la funzione di giudice<br />
è stata richiesta dalla <strong>Diocesi</strong> di Poiana in Brasile. È stato nominato<br />
un altro patrono stabile, in modo da averne tre e coprire le esigenze di<br />
tutta la Regione (nord - centro - sud). Per la richiesta di altri giudici, al<br />
momento non vi sono altre disponibilità.<br />
221
222<br />
Mons. Papa invita a stabilire dei criteri per la scelta dei giudici, prima<br />
ancora di affidare l’incarico a giovani che hanno appena completato<br />
gli studi (equilibrio, esperienza pastorale, un buon tirocinio con il Vicario<br />
Giudiziale). Alla richiesta si associa Mons. Todisco richiamando<br />
l’attenzione sulla necessità di non fare scadere la funzione dei giudici.<br />
Varie. Il Presidente, Mons. Ruppi, informa brevemente i presenti su<br />
altre decisioni e attività del Consiglio Permanente.<br />
• Autorizzata la traduzione del martirologio Romano;<br />
• inviato ai Vescovi il documento sulla formazione al ministero sacerdotale;<br />
• approvati gli O.S.A. per la scuola secondaria superiore;<br />
• è allo studio l’attuazione della modifica dell’art. 11 dell’Accordo di<br />
Villa Madama (Concordato) circa l’assistenza ospedaliera e carceraria.<br />
Si intravede la possibilità di inserire i diaconi. Si deve trovare<br />
uno spazio per le suore ospedaliere e per il volontariato.<br />
Per quanto attiene ad alcuni problemi regionali, Mons. Ruppi informa<br />
che la Fondazione <strong>delle</strong> Casse di Risparmio di Puglia, a seguito<br />
della legge di riforma <strong>delle</strong> fondazioni <strong>delle</strong> Casse di Risparmio, che<br />
prevede una commissione di 7 rappresentanti di organismi pubblici nell’organo<br />
di indirizzo, sarà richiesto anche alla CEP di esprimere una<br />
terna di persone di fiducia, tra le quali sarà scelto un componente. Il<br />
Presidente invita i Confratelli ad indicare eventuali persone in grado di<br />
offrire questo servizio, trattandosi di progetti di alto profilo.<br />
La Regione Puglia, continua Mons. Ruppi, ha finalmente approvato<br />
e varato il piano finanziamenti per i beni culturali relativi ai P.O.R. e si<br />
constata un buon risultato per le diocesi pugliesi che vedono approvati<br />
quattro finanziamenti per i musei diocesani e sette per gli archivi.<br />
Si apre una breve discussione sul momento politico-amministrativo<br />
della Regione. Non mancano valutazioni critiche da parte di alcuni<br />
Vescovi, ma prevale l’invito a non lasciarsi coinvolgere nella polemica<br />
innescata proprio in questi giorni da alcuni cattolici impegnati nel sociale.<br />
I Vescovi devono restare liberi e autonomi, per poter intervenire<br />
nel momento opportuno e senza condizionamenti.<br />
2. Istituto Pastorale Pugliese<br />
Il Presidente invita Mons. Fragnelli a relazionare sull’attività dell’Istituto<br />
Pastorale Pugliese.
Mons. Fragnelli presenta la nuova proposta elaborata e aggiornata<br />
dopo l’incontro del 17 settembre u.s. [allegato 1] motivando le scelte di<br />
formazione permanente per il prossimo anno nel contesto del cammino<br />
verso l’incontro ecclesiale di Verona (ottobre 2006). Mons. Fragnelli<br />
chiede ai Vescovi l’autorizzazione per la pubblicazione del lavoro fatto<br />
dall’Istituto per la formazione del clero e fa presente la necessità di<br />
nominare un nuovo Direttore, vista la non disponibilità di don Cosimo<br />
Damasi. Infine, quale Vescovo delegato per la preparazione del Convegno<br />
Ecclesiale di Verona, chiede il parere della Conferenza sulle figure<br />
pugliesi di santità del secolo passato da segnalare per il Convegno.<br />
Mons. Negro interviene per chiedere di proseguire il cammino già<br />
fatto nel passato quinquennio dall’Istituto e di passare all’attuazione<br />
dell’impegno di curare la formazione dei formatori, fissando l’attenzione<br />
sui bisogni emersi nella Regione (sacerdoti, pastorale giovanile e<br />
laicato) e cominciando ad attuare il progetto già formulato e approvato<br />
per i sacerdoti.<br />
Mons. Cacucci propone che il Direttore dell’Istituto Pastorale sia espresso<br />
dalla metropolia di Foggia e raccomanda una speciale attenzione per<br />
la formazione dei sacerdoti impegnati nella pastorale giovanile.<br />
Quanto al Direttore dell’Istituto Pastorale, dopo un confronto tra<br />
diverse proposte, è accolta all’unanimità l’indicazione di don Sandro<br />
RAMIREZ della <strong>Diocesi</strong> di Conversano-Monopoli.<br />
Quanto alle figure di santità del ‘900, i Vescovi concordano sui laici<br />
Giovanni Modugno, Luisa Piccarreta, Genoveffa de Troia; sui Sacerdoti<br />
don Pasquale Uva e don Ambrogio Grittani; sui Vescovi Mons. Di<br />
Donna e Mons. Bello.<br />
Mons. Ruppi segnala l’indisponibilità di don Margiotta per la Pastorale<br />
Giovanile. I Vescovi auspicano che don Alessandro Amapani,<br />
compatibilmente con l’impegno presso l’Ufficio Nazionale di Pastorale<br />
Giovanile, svolga anche il compito di Segretario Regionale, previa<br />
autorizzazione dalla CEI. Infine, per quanto concerne le Commissioni<br />
Pastorali Regionali, per mancanza di tempo, l’argomento è rinviato alla<br />
prossima Conferenza.<br />
3. Incontro con il nuovo Rettore, Mons. Antonio LADISA<br />
Il Presidente, Mons. Ruppi, introduce il nuovo Rettore del Seminario<br />
Regionale e lo presenta ai Vescovi, formulando gli auguri per il delicato<br />
223
224<br />
e importante servizio cui è stato chiamato. Il Vescovo delegato per il<br />
Seminario, Mons. D’Ambrosio, si è già incontrato con il nuovo Rettore<br />
per presentargli le attese dei Vescovi.<br />
Mons. Negro ringrazia il Rettore per aver accettato e nell’attesa del<br />
tempo necessario per una conoscenza diretta di persone e situazioni,<br />
chiede se già ha in mente una scelta metodologica o un progetto educativo.<br />
Ricorda che a breve i Vescovi approveranno la nuova ratio per la<br />
formazione dei futuri presbiteri.<br />
Mons. Talucci sollecita un incontro personale con il nuovo Rettore.<br />
Mons. Caliandro raccomanda vicinanza e conoscenza personale dei<br />
seminaristi, da non demandare solo agli animatori di corso.<br />
Mons. Padovano fa presente che in una realtà così complessa e numerosa<br />
come la comunità del Seminario Regionale sarebbe utile la presenza<br />
di un vice-rettore. Mons. Papa suggerisce un’indicazione pratica:<br />
stretta intesa e comunione tra rettore ed educatori. Che tutti si dedichino<br />
a tempo pieno a questo gravoso compito, evitando di assumere altri<br />
impegni.<br />
Mons. Cacucci invita a tenere presenti gli orientamenti e le norme<br />
della CEI di prossima pubblicazione.<br />
Mons. Paciello definisce il documento, già inviato in esame ai Vescovi,<br />
completo e ricco, evidenziandone un importante suggerimento:<br />
ogni comunità abbia una regola di comunità.<br />
Mons. Ruppi osserva che se il numero degli alunni esige un vice rettore,<br />
è opportuno attendere un anno, prima di decidere per una scelta.<br />
È inoltre importante coltivare il rapporto di intesa tra i padri spirituali e<br />
gli animatori. Per quanto concerne, infine, il 6° anno e l’anno propedeutico,<br />
i Vescovi attendono <strong>delle</strong> indicazioni.<br />
Mons. Ladisa, dopo aver ascoltato i diversi interventi, ringrazia i<br />
Vescovi per la fiducia ed espone quanto sta facendo in queste prime<br />
settimane. Numerosi gli incontri con tutti gli educatori <strong>insieme</strong> ed anche<br />
separatamente (padri spirituali ed animatori). Per quanto riguarda<br />
il vice rettore ritiene di dover attendere prima di una decisione. Tra le<br />
nuove decisioni assunte, riferisce l’esperienza guidata di gruppo per<br />
quelli di primo anno nella pastorale. Accanto all’esigenza di una certa<br />
continuità tra seminario minore e maggiore, il Rettore avverte la necessità<br />
di un accompagnamento per i seminaristi del primo anno.<br />
Per l’anno propedeutico, a fronte di un numero elevato (41 gli iscritti),<br />
c’è la proposta di formare due gruppi e fissare un calendario che
consenta un’esperienza di circa quattro mesi in Seminario. La <strong>Diocesi</strong><br />
assicurerebbe la guida nel periodo libero.<br />
Dopo una rapida discussione su questo problema, circa l’opportunità<br />
o meno di dividere in due il gruppo del propedeutico, i Vescovi concordano<br />
sulla necessità di mantenere il gruppo unito nella struttura del<br />
Seminario, magari con qualche adattamento, consapevoli che sin dai<br />
primi giorni il gruppo tende a diminuire.<br />
Quanto al sesto anno, il Rettore dice di aver solo letto la proposta<br />
senza averla discussa con Mons. Ricchiuti. Pertanto i Vescovi decidono<br />
di regolarsi come per gli anni passati, tenendo conto che l’istituzione<br />
della Facoltà Teologica potrebbe favorire la presenza di quanti devono<br />
frequentare il sesto anno. La decisione – sostiene Mons. Papa – venga<br />
presa da ogni Vescovo per i propri seminaristi.<br />
Terminata la discussione ed essendo ormai tardi, Mons. Ruppi recita<br />
l’Angelus aggiornando la discussione sulla revisione <strong>delle</strong> Commissioni<br />
Pastorali Regionali alla prossima riunione del 12 dicembre p.v., come<br />
già stabilito a suo tempo.<br />
Alle ore 13.30 la Conferenza termina i lavori.<br />
Il Segretario<br />
✠ Michele Seccia<br />
22
22<br />
Ministero per i Beni Conferenza Episcopale Pugliese<br />
e le Attività Culturali<br />
Direzione regionale<br />
per i beni culturali<br />
e paesaggistici<br />
della Puglia<br />
Accordo<br />
per la verifica dell’interesse culturale<br />
dei beni immobiliari di proprietà di Enti Ecclesiastici<br />
visto il Titolo I della parte seconda del Decreto Legislativo 22 gennaio<br />
2004, n. 42, Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art.<br />
10 della Legge 6 luglio 2002, n. 137;<br />
viste, in particolare le disposizioni dell’art. 12 del Decreto Legislativo<br />
22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, relative<br />
alla verifica dell’interesse culturale;<br />
visto il Decreto del Ministero per i beni e le attività culturali 25 gennaio<br />
2005, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 28 del<br />
4 febbraio 2005 con cui si definiscono criteri e modalità per la verifica<br />
dell’interesse culturale dei beni immobili di proprietà <strong>delle</strong> persone giuridiche<br />
private senza fini di lucro, ai sensi dell’art. 12 del Decreto Legislativo<br />
22 gennaio 2004, n. 42;<br />
visto l’Accordo tra il Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici<br />
del Ministero per i beni e le attività culturali e l’Ufficio Nazionale per i<br />
beni culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana, relativo<br />
alle procedure informatizzate utilizzate dagli Enti ecclesiastici per la<br />
richiesta di verifica dell’interesse culturale dei beni immobili, sottoscritto<br />
in data 8 marzo 2005;<br />
considerato che l’art. 2, comma 2, del Decreto del Ministero per i beni<br />
e le attività culturali 25 gennaio 2005 demanda alle Direzioni regionali<br />
il compito di definire tramite intese con i soggetti richiedenti le modalità<br />
della verifica dell’interesse culturale dei beni immobili, con particolare
iguardo alle modalità di utilizzo del relativo modello informatico, ai<br />
tempi di trasmissione <strong>delle</strong> richieste ed alla loro consistenza;<br />
considerato, altresì, che il punto 1 dell’Accordo stabilisce che i Direttori<br />
regionali sottoscrivano tali accordi, di cui precisa che debbano essere<br />
relativi alla quantità, ai criteri di priorità ed alla periodicità dell’invio<br />
<strong>delle</strong> richieste, con i Presidenti <strong>delle</strong> Conferenze Episcopali Regionali;<br />
Tutto ciò premesso e considerato<br />
Tra la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia,<br />
rappresentata dal Direttore regionale Arch. Gian Marco Jacobitti e<br />
la Conferenza Episcopale Pugliese, rappresentata dal Presidente della<br />
Conferenza Episcopale Pugliese, S.E. Rev.ma Mons. Cosmo Francesco<br />
Ruppi.<br />
Si conviene e si stipula quanto segue:<br />
Art. 1<br />
Termini dell’accordo<br />
La Conferenza Episcopale Pugliese interviene al presente accordo previa<br />
intesa con i Vescovi diocesani della Regione Ecclesiastica Pugliese,<br />
con i Superiori Maggiori degli Istituti di vita consacrata e <strong>delle</strong> Società<br />
di vita apostolica di diritto pontificio maschili e femminili della Puglia<br />
(o <strong>delle</strong> articolazioni pugliesi <strong>delle</strong> stesse) Tali istituzioni sono proprietarie<br />
di numerosi beni immobili situati nella Regione Puglia la cui esecuzione<br />
risale ad oltre cinquant’anni e il cui autore non sia più vivente,<br />
sottoposti pertanto ai disposti del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004,<br />
n. 42. Il censimento di tali beni è ad oggi in corso.<br />
Art. 2<br />
Definizione dell’Accordo<br />
In ottemperanza ai disposti di legge citati in premessa ed a seguito della<br />
definizione dell’Accordo anch’esso citato in premessa, le Curie Diocesane<br />
si impegnano a predisporre – per tramite dei competenti Uffici<br />
incaricati dei Beni culturali ecclesiastici – le richieste di verifica del-<br />
22
22<br />
l’interesse dei beni immobili degli enti ecclesiastici siti nel proprio territorio<br />
utilizzando un software appositamente predisposto dalla Conferenza<br />
Episcopale Italiana, conformemente alle indicazioni del Decreto<br />
25 gennaio 2005.<br />
Limitatamente agli edifici di culto, la documentazione fotografica richiesta<br />
è limitata a due scatti, l’uno dell’esterno, l’altro dell’interno.<br />
Si impegnano quindi a trasmettere dette schede in formato cartaceo ed<br />
elettronico, unitamente alla richiesta di verifica, all’incaricato per i beni<br />
culturali della Conferenza Episcopale Pugliese.<br />
Art. 3<br />
L’incaricato per i beni culturali<br />
della Conferenza Episcopale Pugliese<br />
L’incaricato per i beni culturali della Conferenza Episcopale Pugliese<br />
si impegna a trasmettere, entro i primi sette (sette) giorni (esclusi sabati<br />
e festivi) dei mesi di settembre - novembre - gennaio - marzo - maggio<br />
- luglio, le schede compilate secondo le cardinalità e le priorità di cui al<br />
successivo art. 5 sia in formato elettronico, al Ministero per i Beni e le<br />
attività culturali, Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici, sia in<br />
formato cartaceo, comprensivo <strong>delle</strong> planimetrie catastali, individuanti<br />
con esattezza la localizzazione del bene mediante perimetrazione <strong>delle</strong><br />
particelle, <strong>delle</strong> visure catastali e di stampa a colori della documentazione<br />
fotografica, alla Direzione regionale e contestualmente per conoscenza,<br />
alle competenti Soprintendenze per i beni architettonici e per il<br />
paesaggio nonché per i beni archeologici, con modalità che prevedano<br />
avviso di ricevimento.<br />
Nell’ipotesi in cui l’Ente ecclesiastico non sia l’unico proprietario dell’immobile<br />
oggetto di verifica, l’incaricato si impegna ad indicare i millesimi<br />
di proprietà, i nominativi e i dati anagrafici degli altri proprietari<br />
e/o condomini e degli eventuali possessori.<br />
Art. 4<br />
Scadenze<br />
L’avviso di ricevimento costituisce avvio del procedimento. Dalla data<br />
di ricevimento scatteranno i tempi di cui al comma 2 dell’art. 3 del Decreto<br />
Ministeriale 25 gennaio 2005.
Art. 5<br />
Impegni della Conferenza Episcopale Pugliese e priorità<br />
Per consentire l’agevole svolgimento del procedimento ed una efficace<br />
azione di verifica e valutazione, la Conferenza Episcopale Pugliese si<br />
impegna a trasmettere gli elenchi, corredati di schede descrittive, secondo<br />
un programma che consenta, da un lato la rapida verifica dell’interesse<br />
di quei beni per cui tale procedura è necessaria in via d’urgenza e,<br />
dall’altro, il sistematico completamento di un censimento dei beni immobili<br />
presenti nella Regione.<br />
A tal fine la Conferenza Episcopale Pugliese si impegna, per tramite<br />
dell’incaricato per i beni culturali, a trasmettere gli elenchi completi di<br />
schede descrittive secondo seguenti criteri di priorità:<br />
a) beni a rischio di perdita totale;<br />
b) beni per cui è previsto l’inserimento in piani di alienazione;<br />
c) beni di prossimo restauro.<br />
La Conferenza Episcopale Pugliese si impegna a trasmettere e la Direzione<br />
regionale a verificare, ogni bimestre, un singolo elenco che descriva<br />
non più di 40 beni.<br />
Art. 6<br />
Tempi e modalità di risposta della Direzione regionale<br />
La Direzione regionale, secondo i disposti del comma 2 dell’art. 3 del<br />
Decreto Ministeriale 25 gennaio 2005 provvederà alla istruttoria del<br />
procedimento di verifica entro 120 giorni dalla data di ricevimento dell’elenco.<br />
Concluso questo provvederà ad inserire i dati risultanti dalla<br />
verifica nel database centrale, emanerà i provvedimenti di interesse e<br />
provvederà a notificarli all’incaricato per i beni culturali ed all’Ente proprietario<br />
secondo i disposti dell’art. 15 del Decreto Legislativo 22 gennaio<br />
2004, n. 42 ed alla loro trascrizione nei registri immobiliari.<br />
La Direzione regionale, inoltre, si riserva, in qualunque momento di sottoporre<br />
a modifica il presente accordo per sopravvenute e motivate esigenze<br />
connesse all’organizzazione dell’Ufficio e al numero di verifiche<br />
richieste all’interno della Regione, dichiarandosi disponibile a considerare<br />
eventuali variazioni che in tal senso dovessero essere rappresentate<br />
dall’incaricato della Conferenza Episcopale Pugliese.<br />
22
230<br />
Particolari casi d’urgenza che comportino modifiche alla cardinalità indicata<br />
all’art. 5 dovranno essere oggetto di intese specifiche in appendice<br />
al presente accordo.<br />
Art. 7<br />
Ricorsi<br />
Avverso la dichiarazione di cui all’art. precedente l’Ente proprietario<br />
potrà ricorrere secondo le modalità descritte dall’art. 16 del Decreto Legislativo<br />
22 gennaio 2004, n. 42.<br />
Art. 8<br />
Controllo <strong>delle</strong> richieste tramite WEB<br />
La concessione <strong>delle</strong> password d’accesso al sito web www.benitutelati.<br />
it avverrà secondo quanto disciplinato dai punti 4-7 dell’Accordo citato<br />
in premessa.<br />
Art. 9<br />
Durata dell’accordo<br />
Conformemente a quanto convenuto al punto 8 dell’Accordo citato in<br />
premessa, il presente accordo, che si applica ad experimentum per un<br />
anno dalla data di sottoscrizione, si rinnova tacitamente alla scadenza.<br />
Bari, lì 26.07.2005<br />
Il Direttore regionale Il Presidente<br />
per i beni culturali e paesaggistici della Conferenza Episcopale<br />
della Puglia Pugliese<br />
Arch. Gian Marco Jacobitti ✠ Cosmo Francesco Ruppi
Tribunale<br />
Ecclesiastico<br />
Regionale<br />
Pugliese
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Campanili - trifore.
Relazione per l’anno 2003<br />
agli Eccellentissimi Vescovi<br />
della Regione Puglia<br />
28 gennaio 2004<br />
Eccellenze Reverendissime,<br />
porgo i più vivi ringraziamenti anche a nome dei Vicari Giudiziali Aggiunti,<br />
Mons. Antonio Caricato e don Pasquale Larocca per la fiducia che<br />
avete riposto in noi riconfermando l’incarico per il prossimo quinquennio.<br />
Assicuriamo impegno e fedeltà nel compimento di questo servizio.<br />
Presento a Voi la relazione della attività del nostro Tribunale<br />
Regionale durante l’anno 2003. È una informazione doverosa perché<br />
non soltanto siate resi partecipi del lavoro svolto da coloro che voi avete<br />
deputato all’ufficio di giudici e da tutti i loro collaboratori: Difensori<br />
del Vincolo, cancelliere, notai, patroni, ma anche perché sia data a voi<br />
la possibilità di osservare un aspetto della situazione che interessa la<br />
pastorale della famiglia nella nostra regione.<br />
1. Le cause (cfr. Allegato n. 2)<br />
A) Nel 2003 sono stati introdotti 275 nuovi libelli (nel 1998: 300; nel<br />
1999: 267; nel 2000: 284; nel 2001: 311; nel 2002: 266);<br />
sono state decise 205 cause;<br />
ne sono state archiviate 26;<br />
al 31 Dicembre 2003 risultano pendenti 774 cause.<br />
Al 31 Dicembre del 2002 risultavano pendenti 730 cause.<br />
Delle cause decise<br />
139 si sono concluse affermativamente, cioè con la dichiarazione<br />
di nullità del matrimonio;<br />
66 si sono concluse negativamente, cioè con il riconoscimento della<br />
validità del matrimonio.<br />
B) Le motivazioni principali:<br />
Matrimoni dichiarati nulli:<br />
• 49 per esclusione della indissolubilità,<br />
• 33 per esclusione della prole,<br />
233
234<br />
• 27 per simulazione totale del consenso,<br />
• 23 per difetto di discrezione di giudizio e per incapacità ad<br />
assumere gli obblighi coniugali, iuxta can. 1095, n. 2 e n. 3,<br />
• 22 per timore,<br />
• 9 per esclusione della fedeltà,<br />
• 1 per difetto di forma canonica.<br />
C) Durata della convivenza dopo la celebrazione: dai 275 libelli presentati<br />
nel 2003 risulta che 206 unioni matrimoniali sono durate tra<br />
i 10 giorni e i 5 anni (cfr. Allegato n. 5).<br />
* Considerando il numero crescente di nuovi libelli introdotti, la breve<br />
durata <strong>delle</strong> convivenze matrimoniali e il numero dei matrimoni dichiarati<br />
nulli per simulazione, totale e parziale (esclusione della indissolubilità,<br />
della prole e della fedeltà) e per la incapacità psicologica, si constata,<br />
che da parte dei fedeli che hanno errato, c’è fiducia nella Chiesa a<br />
cui si ricorre per ottenere una parola di verità, di giustizia in ordine alla<br />
pacificazione della coscienza e alla regolarizzazione del loro rapporto<br />
con Dio e con la comunità ecclesiale. Ma si constata anche che le comunità<br />
cristiane hanno ancora molto da impegnarsi perché gli sposi siano<br />
aiutati ad accostarsi al sacramento del matrimonio con convinzione, con<br />
sincera fede e con maggiore consapevolezza e capacità psicologica.<br />
Forse non è superfluo ripetere quanto detto negli anni scorsi circa<br />
la necessità della preparazione remota dei nubendi e della preparazione<br />
prossima da realizzare mediante un percorso che abbia la caratteristica<br />
di un catecumenato.<br />
Ma è anche necessario ribadire che ai parroci e agli operatori di pastorale<br />
familiare tocca essere più attenti nel rendersi conto <strong>delle</strong> reali<br />
intenzioni con cui e per cui gli sposi chiedono il sacramento.<br />
Infatti incombe sui parroci il dovere morale di valorizzare quell’adempimento,<br />
con significato pastorale, dell’esame dei nubendi (cd.<br />
“processetto matrimoniale”).<br />
Esso deve essere finalizzato a verificare la libertà, l’integrità del consenso,<br />
la volontà di sposarsi secondo la natura, i fini e le proprietà essenziali<br />
del matrimonio, l’autenticità della domanda religiosa del matrimonio<br />
e la maturazione avvenuta soprattutto in ordine alla volontà di<br />
celebrare un patto coniugale come lo intende la Chiesa (cfr. can. 1063 e<br />
Direttorio di Pastorale familiare, p. 73, n. 66).
Bisognerebbe essere più coraggiosi nel mettere in pratica quanto è<br />
indicato nella Familiaris Consortio: “quando …nonostante ogni tentativo<br />
fatto, i nubendi mostrano di rifiutare in modo esplicito e formale<br />
ciò che la Chiesa intende compiere quando si celebra il matrimonio dei<br />
battezzati, il pastore d’anime non può ammetterli alla celebrazione…”<br />
(F.C. n. 68,e).<br />
* A proposito dei “processetti matrimoniali” c’è da dire che spesso è<br />
capitato di esaminarne alcuni con risposte monosillabiche e standard e<br />
che risultavano redatti da persone diverse dal parroco il quale vi aveva<br />
apposto solo la firma.<br />
* Inoltre mi permetto suggerire che si raccomandi ai parroci di porre<br />
particolare attenzione anche in ciò che è necessario all’adempimento di<br />
una celebrazione valida, come l’osservanza della forma canonica (quando<br />
naturalmente non c’è stata la concessione della dispensa).<br />
È stato dichiarato nullo un matrimonio, che si è svolto con processo<br />
documentale, perché nell’“atto di matrimonio” non erano stati indicati i<br />
testimoni, richiesti dalla forma canonica (iuxta can. 1108 § 1), né di essi<br />
erano riportate le firme.<br />
È opportuno ricordare ai parroci, o a chi ne fa le veci, che, secondo il<br />
can. 1121 § 1, è loro compito redigere l’atto di matrimonio (e non di un<br />
collaboratore laico occasionale, come è capitato nel caso esaminato dal<br />
Tribunale), specialmente quando si conferisce la delega ad un altro sacerdote<br />
(per giunta straniero senza la residenza in Italia). Nel caso a cui<br />
si fa riferimento fu data la delega ad un sacerdote anziano che scambiò il<br />
matrimonio, solo canonico, di due vedovi, avanti negli anni, per una celebrazione<br />
di 50° e perciò firmò e fece firmare gli sposi, ma senza che ci<br />
fossero i testimoni e senza neppure richiedere lo scambio del consenso,<br />
né tanto meno leggere gli articoli del Codice Civile (cfr. CEI, Decreto<br />
Generale sul matrimonio canonico, n. 42).<br />
2. I Giudici (cfr. Allegato n. 1)<br />
* Durante l’anno 2003 i giudici che sono stati impegnati nelle istruttorie<br />
e nelle ponenze sono stati 19, e di essi: 4 a tempo pieno (20 ore settimanali):<br />
Murolo, Caricato, Larocca, Magnocavallo; 6 a tempo parziale<br />
(12 ore settimanali) : Cota, De Punzio, Di Nunzio, Montanaro, Pica, Sal-<br />
23
23<br />
vo; 9 con impegno “occasionale”: Aquino, Di Leo, Di Vittorio, Dotti, P.<br />
Lorusso, P. Neri, Oliva, Palmiotti, Sozzo.<br />
I Giudici che hanno fatto parte solo dei collegi, ma senza fare istruttorie<br />
e ponenze, con impegno “occasionale”, sono stati 2: Stangarone e Fusillo.<br />
Un nuovo “uditore” che quest’anno ha collaborato per le istruttorie<br />
<strong>delle</strong> cause è stato il dott. Giuseppe Nuzzi, della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<br />
<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong>.<br />
Nell’ anno 2004 entra a far parte del collegio dei Giudici Mons. Leonardo<br />
Erriquenz della <strong>Diocesi</strong> di Conversano-Monopoli che questa Conferenza<br />
Episcopale ha nominato nella precedente sessione di Dicembre<br />
2003. Sono certo del valido contributo che Mons. Erriquenz darà al nostro<br />
Tribunale.<br />
* Una nota positiva che voglio evidenziare è la seguente: in alcuni<br />
casi, durante l’istruttoria, proprio per l’attenzione pastorale del giudice,<br />
le parti si sono riappacificate e hanno ripreso a convivere. Il Tribunale ha<br />
interessato i relativi parroci per la continuazione del cammino.<br />
* Nel 2003 sono state decise 205 cause, pertanto con soddisfazione si<br />
può prendere atto che i giudici e gli “uditori” si sono impegnati facendo<br />
del loro meglio, ognuno secondo le proprie possibilità e disponibilità,<br />
nonostante i condizionamenti di tempo e di spazio.<br />
Intanto il numero <strong>delle</strong> cause in pendenza al 31 Dicembre 2003 è<br />
molto alto: 774.<br />
È noto quanto stia a cuore a ognuno di Voi il nostro lavoro e tutti noi,<br />
Giudici, Uditori, Difensori del Vincolo, Cancelliere e Notai siamo orgogliosi<br />
di rendere questo delicato servizio.<br />
È noto anche quanto Voi siate preoccupati perché le cause si definiscano<br />
entro tempi più brevi con la stessa obiettività e serietà.<br />
Ora, più che chiedere altri giudici, oso chiedere che quelli già impegnati<br />
possano ottimizzare la loro disponibilità. Cioè che possa aumentare<br />
il numero dei giudici a tempo pieno, altrimenti difficilmente si potrà<br />
sbloccare la situazione <strong>delle</strong> tante cause da completare.<br />
Inoltre, in prospettiva bisognerebbe pensare a preparare giovani sacerdoti<br />
che, interessati alle problematiche pastorali familiari, conseguendo<br />
il titolo accademico in Diritto canonico, possano, in un prossimo<br />
futuro, con competenza e disponibilità ricoprire incarichi nei vari uffici<br />
del Tribunale.
3. I Difensori del Vincolo e Promotore di Giustizia (cfr. Allegato n. 1)<br />
Il Titolare dell’ufficio di Difensore del Vincolo è stato Mons. Felice<br />
Posa. Con lui hanno collaborato egregiamente come sostituti tre sacerdoti<br />
e cinque laici. Nel 2004 ha iniziato a collaborare anche il sac. Luigi<br />
Lazzari della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong>.<br />
L’opera del Difensore del Vincolo è importante perché deve svolgere<br />
il suo compito di proporre ed esporre tutto quello che ragionevolmente<br />
può addursi contro la nullità del matrimonio, specialmente nella fase dibattimentale.<br />
Per il nostro organico, essendo alto il numero <strong>delle</strong> cause, è necessaria<br />
qualche unità in più perché molte volte i Difensori del vincolo in<br />
carica (titolare e sostituti) non sempre riescono ad essere tempestivi nel<br />
presentare le “Animadversiones pro vinculo”.<br />
Mons. Felice Posa durante l’anno 2003 ha ricoperto l’incarico di<br />
Promotore di Giustizia, ma quando ciò è risultato incompatibile, perché<br />
impegnato come “difensore del vincolo”, l’incarico di Promotore di<br />
Giustizia Aggiunto è stato svolto da don Ignazio Pansini.<br />
4. I Patroni Stabili (cfr. Allegato n. 6)<br />
Affinché, specialmente a livello periferico, si possano avere notizie<br />
chiare sul prezioso servizio reso dai patroni stabili a vantaggio dei fedeli<br />
che ne abbiano bisogno, mi permetto ricordare chi è il patrono stabile.<br />
Ecco come si esprime il can. 1490: “In ciascun tribunale si costituiscano,<br />
per quanto è possibile, patroni stabili, stipendiati dallo stesso tribunale,<br />
che esercitino l’incarico di avvocati o procuratori nelle cause soprattutto<br />
matrimoniali per le parti che di preferenza desiderino sceglierli”.<br />
Le Norme della CEI del 18/3/1 997 danno queste indicazioni:<br />
Art. 6, § 2: “A tali patroni stabili i fedeli possono rivolgersi per ottenere<br />
consulenza canonica circa la loro situazione matrimoniale e per avvalersi<br />
del loro patrocinio avanti il Tribunale regionale presso il quale prestano<br />
il loro servizio… Per potersi avvalere del patrocinio di un patrono stabile,<br />
la parte che ne abbia interesse deve farne richiesta scritta e motivata al<br />
Preside del Collegio giudicante. Questi accoglie la richiesta tenuto conto<br />
<strong>delle</strong> ragioni addotte e <strong>delle</strong> effettive disponibilità di servizio”.<br />
§ 3: “Il patrono stabile non riceve alcun compenso dai fedeli, né per<br />
la consulenza, né per il patrocinio o la rappresentanza in giudizio”.<br />
23
23<br />
Nel nostro Tribunale hanno l’incarico di Patroni stabili l’avv. Antonio<br />
Lia e l’avv. Paolo Stefanì.<br />
Essi, secondo quanto stabilito dal Regolamento del nostro Tribunale,<br />
hanno assicurato la presenza, almeno una volta al mese nelle sedi <strong>delle</strong><br />
<strong>Diocesi</strong> dei capoluoghi di provincia in un apposito ufficio <strong>delle</strong> rispettive<br />
Curie.<br />
In particolare l’avv. Lia: il terzo mercoledì del mese presso la Curia<br />
di Taranto e il quarto mercoledì del mese presso la Curia di Lecce;<br />
l’avv. Stefanì: il primo mercoledì del mese presso la Curia di Foggia<br />
e il secondo mercoledì del mese presso la Curia di Brindisi.<br />
Negli altri giorni, durante le ore d’ufficio, sono a disposizione presso<br />
la sede del Tribunale in Bari.<br />
Oltre a quanto è indicato nel prospetto (Allegato n. 6) circa il numero<br />
<strong>delle</strong> cause introdotte dai patroni stabili durante il 2003, rendo noto che<br />
essi hanno svolto consulenze: n. 110 a Bari, n. 38 a Foggia, n. 14 a Brindisi,<br />
n. 31 a Taranto, n. 48 a Lecce.<br />
Posso attestare che l’avv. Lia e l’avv. Stefanì hanno svolto il loro lavoro<br />
con competenza e passione pastorale.<br />
Dato il numero alto di richieste, molto probabilmente si prevede, per<br />
il nostro Tribunale, d’intesa con gli organi della C.E.I., la possibilità di<br />
un terzo patrono stabile.<br />
5. I patroni di fiducia<br />
Negli Allegati n. 7 e n. 8 sono elencati gli avvocati iscritti all’albo del<br />
nostro Tribunale, ammessi dall’Ecc.mo Moderatore e quante cause ogni<br />
avvocato ha introdotto nel 2003.<br />
Oltre a coloro che hanno conseguito il diploma di avvocati rotali sono<br />
elencati quelli che hanno la Laurea in Diritto Canonico e quelli che hanno<br />
conseguito il titolo accademico di Licenza in Diritto Canonico. Questi<br />
ultimi sono stati ammessi “ad biennium” per dar loro la possibilità di<br />
conseguire anche il dottorato.<br />
Per opportuna retta informazione mi permetto ricordare che la misura<br />
degli onorari dovuti dalle parti ai patroni di fiducia è determinata dal Preside<br />
del Collegio giudicante in riferimento alla tabella stabilita, e anche quest’anno<br />
confermata, dal Consiglio Episcopale Permanente: da un minimo<br />
di €. 1.330,00 ad un massimo di €. 2.660,00 (escluso IVA e ulteriori oneri<br />
sostenuti dal patrono e che non possono essere compresi in tali onorari).
Sia i patroni stabili sia i patroni di fiducia sono disponibili a turno<br />
per assumere le cause di gratuito patrocinio dei fedeli in serie difficoltà<br />
economiche.<br />
6. La Cancelleria e la sede del Tribunale<br />
Il Cancelliere don Vito Spinelli, un “addetto alla Cancelleria” e sei<br />
notai-attuari che assistono i giudici durante le istruttorie, hanno fatto tutto<br />
il possibile per seguire le tantissime pratiche. Il loro numero si è rivelato<br />
inadeguato alla mole di lavoro.<br />
Si prevede che nel prossimo mese di aprile il Tribunale potrà trasferire<br />
la sua sede in ambienti più ampi messi a disposizione dall’Arcivescovo<br />
di Bari. Attualmente sono in corso i lavori di adattamento per i<br />
quali la C.E.I. ha erogato un contributo di €. 109.421,00.<br />
7. L’Amministrazione<br />
I costi di gestione del nostro Tribunale possono essere rilevati dalla<br />
relazione finanziaria allegata.<br />
Dal 1 Luglio 2003 l’Amministrazione è gestita dal dott. Benedetto<br />
Morea con la collaborazione del dott. Carlo Cassano. Questi era uno dei<br />
notai-attuari che è stato distaccato per seguire la contabilità.<br />
Anche quest’anno voglio ricordare che il concorso <strong>delle</strong> parti ai costi <strong>delle</strong><br />
cause, così come stabilito dal Consiglio Permanente Episcopale, è il seguente:<br />
la parte attrice, che invoca il ministero del Tribunale, è tenuta a versare<br />
al momento della presentazione del libello €. 414,00;<br />
la parte convenuta non è tenuta ad alcuna contribuzione, ove partecipi<br />
all’istruttoria senza patrocinio. Nel caso in cui nomini un patrono di<br />
fiducia o ottenga di fruire dell’assistenza di un patrono stabile, è tenuta a<br />
versare €. 207,00.<br />
8. Conclusione<br />
Concludo la presente relazione rinnovando la gratitudine per la vostra<br />
fiducia e assicurando a nome di tutti gli operatori del Tribunale un<br />
servizio in piena fedeltà e collaborazione con Voi.<br />
Sac. Luca Murolo<br />
Vicario Giudiziale<br />
23
240<br />
Organico del Tribunale<br />
nell’anno 2004<br />
Moderatore S.E. Mons. Francesco<br />
Cacucci<br />
Vicario<br />
Giudiziale<br />
Vicario Giudiziale<br />
emerito<br />
Vicario Giudiziale<br />
agg.<br />
Vicario Giudiziale<br />
agg.<br />
Allegato n. 1<br />
Arcivescovo<br />
di Bari-Bitonto<br />
Mons. Luca Murolo (Molfetta-Ruvo<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Mons. Luigi<br />
Stangarone<br />
Mons. Antonio<br />
Caricato<br />
(Bari-Bitonto)<br />
(Lecce)<br />
Sac. Pasquale Larocca (Bari-Bitonto)<br />
Giudici Sac. Gianfranco Aquino (Oria)<br />
Sac. Mario Cota (San Severo)<br />
Sac. Pietro De Punzio (Brindisi-Ostuni)<br />
Sac. Nicola Dileo (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Sac. Michele Di Nunzio (Foggia-Bovino)<br />
Sac. Agostino<br />
Divittorio<br />
(Cerignola-Ascoli Satriano)<br />
Sor. Federica Dotti (Comunità Loyola<br />
Molfetta)<br />
Mons. Leonardo Erriquenz (Conversano - Monopoli)<br />
Mons. Domenico Fusillo (Conversano - Monopoli)<br />
P. Lorenzo Lorusso, OP (PP. Domenicani<br />
S. Nicola - Bari)<br />
Sac. Antonio Magnocavallo (Bari-Bitonto)<br />
Mons. Giuseppe Montanaro (Taranto)<br />
P. Antonio Neri (Ist. Betania - Terlizzi)<br />
Mons. Paolo Oliva (Taranto)
Sac. Nunzio Palmiotti (Molfetta-Ruvo<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Sac. Giuseppe Pica (Nardò-Gallipoli)<br />
Sac. Filippo Salvo (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />
Sac. Antonio Sozzo (Lecce)<br />
Difensori del Vincolo<br />
Titolare Mons. Felice Posa (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Sostituti Sac. Ignazio Pansini (Molfetta-Ruvo<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Sac. Giuseppe Romagno (Conversano-Monopoli)<br />
Sac. Giuseppe Laterza (Conversano-Monopoli)<br />
Sac. Luigi Lazzari (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Dott. Vito Giannelli (Bari-Bitonto)<br />
Dott.ssa Valentina Bovio (Bari-Bitonto)<br />
Dott. Fabio Alberto Russo (Bari-Bitonto)<br />
Dott.ssa F.sca Maria (Molfetta-Ruvo-Giovinaz-<br />
Lorusso<br />
zo-Terlizzi)<br />
Dott.ssa Vitalba Simone (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Promotore di Giustizia<br />
Titolare Mons. Felice Posa (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Aggiunto Sac. Ignazio Pansini (Molfetta-Ruvo<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Uditori Sac. Michele Barbaro (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />
Sac. Giovanni Pinto (Lucera-Troia)<br />
Dott.ssa Maria Colaluce (Molfetta-Ruvo<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Dott. Giuseppe Nuzzi (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Dott. Vittorio Palumbieri (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />
241
242<br />
Uditori supplenti Dott. Antonio Capoccia (Lecce)<br />
Dott. Mario Macrì (Ugento<br />
Santa Maria di Leuca)<br />
Ins. Giulia Villani (Ugento-Santa Maria<br />
di Leuca)<br />
Patroni stabili Avv. Dott. Antonio Lia (Bari-Bitonto)<br />
Avv. Dott. Paolo Stefanì (Bari-Bitonto)<br />
Cancelleria<br />
Cancelliere - Notaio Sac. Vito Spinelli (Bari-Bitonto)<br />
Addetto<br />
Rag. Alfonso De Leo (Molfetta-Ruvo<br />
alla Cancelleria<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Amministrazione Prof. Benedetto Morea (Bari-Bitonto)<br />
Dott. Carlo Cassano (Bari-Bitonto)<br />
Attuari - Notai<br />
Sostituti Rag. Leonardo Amato (Bari-Bitonto)<br />
Rag. M. Antonietta<br />
(Molfetta-Ruvo<br />
Baronchelli<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Rag. Antonio Iurilli (Molfetta-Ruvo<br />
Giovinazzo-Terlizzi)<br />
Rag. Angela Sette (Bari-Bitonto)<br />
Dott. Liborio Tridente (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />
Rag. Rosa Zaffanella (Bari-Bitonto)<br />
Deputati Rag. Palma <strong>Acquaviva</strong> (Taranto)<br />
Rag. Graziano Facecchia (Brindisi-Ostuni)<br />
Rag. Gianni Giannone (Lecce)<br />
Rag. Maurizio Margheriti (Oria)<br />
Rag. Francesco Mosè Radi (Cerignola<br />
Ascoli Satriano)
Relazione anno 2003<br />
Cause introdotte 275<br />
Cause archiviate 26<br />
Cause decise 205<br />
Decise<br />
Affermative 139<br />
Negative 66<br />
Totale 205<br />
Capi di nullità<br />
Allegato n. 2<br />
Esclusione dell’indissolubilità 49 affermative<br />
52 negative<br />
Esclusione della prole 33 affermative<br />
34 negative<br />
Timore 22 affermative<br />
18 negative<br />
Defectus discretionis iudicii 3 affermative<br />
3 negative<br />
Incapacità ad assumere gli obblighi coniugali 20 affermative<br />
14 negative<br />
Simulazione totale del consenso 27 affermative<br />
25 negative<br />
Errore di persona 0 affermative<br />
1 negative<br />
Errore di qualità 6 affermative<br />
16 negative<br />
Esclusione della fedeltà 9 affermative<br />
6 negative<br />
Dolo 6 affermative<br />
6 negative<br />
Impotenza 3 affermative<br />
243
244<br />
2 negative<br />
Condizione 5 affermative<br />
4 negative<br />
Esclusione del bonum coniugum 3 affermative<br />
10 negative<br />
Difetto di forma canonica 1 affermative<br />
0 negative<br />
Esclusione della sacramentalità 0 affermative<br />
2 negative<br />
La somma dei capi ammessi o respinti non corrisponde al numero <strong>delle</strong><br />
sentenze affermative o negative in quanto alcune volte nella stessa sentenza<br />
il Tribunale si è pronunziato su più capi, alcuni dei quali vengono<br />
ammessi e altri respinti.
<strong>Diocesi</strong> di provenienza<br />
<strong>delle</strong> 275 cause introdotte nell’anno 2003<br />
<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> 8<br />
Andria 5<br />
Bari-Bitonto 58<br />
Brindisi-Ostuni 23<br />
Castellaneta 8<br />
Cerignola-Ascoli Satriano 2<br />
Conversano-Monopoli 24<br />
Foggia-Bovino 17<br />
Lecce 21<br />
Lucera-Troia 1<br />
Manfredonia-Vieste 9<br />
Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi 9<br />
Nardò-Gallipoli 14<br />
Oria 10<br />
Otranto 10<br />
San Severo 13<br />
Taranto 17<br />
Trani-Barletta-Bisceglie 21<br />
Ugento-S. Maria di Leuca 5<br />
Totale 275<br />
Allegato n. 3<br />
24
24<br />
Professioni<br />
Allegato n. 4<br />
Attori Attrici Convenuti Convenute<br />
Agricoltore 4 3 8 1<br />
Artigiano 13 8 8 6<br />
Casalinga 0 14 0 32<br />
Commerciante 10 2 8 1<br />
Disoccupato 5 7 7 16<br />
Impiegato 25 12 20 22<br />
Imprenditore 3 0 1 0<br />
Infermiere 1 6 2 3<br />
Insegnante 5 18 2 9<br />
Libero Profess. 40 17 29 19<br />
Militari 11 0 15 1<br />
Operaio 22 18 19 13<br />
Pensionato 2 0 0 2<br />
Studente 5 19 5 21<br />
Non dichiarati 2 3 3 2<br />
Totale 148 127 127 148<br />
Attori 148<br />
Attrici 127<br />
Totale parte attrice 275<br />
Convenuti 127<br />
Convenute 148<br />
Totale parte convenuta 275
Durata della convivenza matrimoniale<br />
<strong>delle</strong> coppie che hanno introdotto il libello<br />
nell’anno 2003<br />
10 giorni 1<br />
14 giorni 1<br />
15 giorni 1<br />
20 giorni 2<br />
1 mese 1<br />
2 mesi 10<br />
3 mesi 6<br />
4 mesi 2<br />
5 mesi 4<br />
6 mesi 10<br />
7 mesi 1<br />
8 mesi 7<br />
9 mesi 1<br />
10 mesi 6<br />
1 anno 32<br />
15 mesi 1<br />
18 mesi 7<br />
19 mesi 1<br />
2 anni 48<br />
3 anni 26<br />
4 anni 16<br />
5 anni 21<br />
6 anni 7<br />
7 anni 13<br />
8 anni 12<br />
9 anni 5<br />
10 anni 4<br />
11 anni 5<br />
12 anni 1<br />
13 anni 1<br />
Allegato n. 5<br />
24
24<br />
14 anni 1<br />
16 anni 1<br />
18 anni 4<br />
19 anni 1<br />
20 anni 2<br />
26 anni 1<br />
29 anni 1<br />
Coppie non dichiarate 10<br />
Totale 275
Statistiche sull’attività del Tribunale<br />
in particolare per la diocesi di<br />
<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
Anno 2003<br />
totale cause decise<br />
Totale cause decise<br />
nella <strong>Diocesi</strong><br />
Allegato n. 6<br />
aff. neg.<br />
205 6 4 2<br />
Capi di nullità Totale Aff. Neg. Arch.<br />
Esclusione della indissolubilità 5 5<br />
Esclusione della prole 3 2 1<br />
Timore 0<br />
Defectus discretionis iudicii 0<br />
Incapacità ad assumere<br />
gli obblighi coniugali<br />
Simulazione totale del consenso 1 1<br />
Errore di persona 0<br />
Errore di qualità 0<br />
Esclusione della fedeltà 1 1<br />
Dolo 0<br />
Impotenza 0<br />
Condizione 1 1<br />
Esclusione del bonum coniugum 2 2<br />
Ratto 0<br />
Esclusione della sacramentalità 0<br />
0<br />
24
2 0<br />
La somma dei capi ammessi o respinti non corrisponde al numero<br />
<strong>delle</strong> sentenze affermative o negative in quanto alcune volte nella stessa<br />
sentenza il Tribunale si è pronunziato su più capi, alcuni dei quali vengono<br />
ammessi e altri respinti.
Vita<br />
Diocesana
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata laterale - particolare finestra trifora.
Elezione<br />
di S.E. Mons. Michele Castoro<br />
a Vescovo di Oria<br />
Benedetto XVI ha nominato Vescovo di Oria (Italia) il Rev.do Mons.<br />
Michele Castoro, del clero della diocesi di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti, finora Capo Ufficio della Congregazione per i Vescovi<br />
(da L’Osservatore Romano, 15 maggio 2005).<br />
Mons. Michele Castoro è nato ad <strong>Altamura</strong> il 14 gennaio 1952.<br />
Dopo le Scuole Medie ed il Ginnasio nel Seminario Arcivescovile<br />
di Bari, ha frequentato a Roma il Liceo nel Seminario Romano Minore.<br />
Passato al Seminario Romano Maggiore, ha seguito i corsi di Filosofia<br />
e Teologia rispettivamente presso la Pontificia Università Lateranense<br />
e la Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito la Licenza in<br />
Teologia Fondamentale. In seguito ha conseguito la Laurea in Storia e<br />
Filosofia presso l’Università degli Studi di Bari.<br />
Ordinato sacerdote il 6 agosto 1977, in diocesi ha svolto i seguenti<br />
ministeri: Segretario del Vescovo, Insegnante di Religione nel Liceo<br />
Classico Statale “Cagnazzi” di <strong>Altamura</strong>, Assistente della F.U.C.I., Collaboratore<br />
parrocchiale della Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, Direttore Spirituale<br />
del Seminano Diocesano di <strong>Gravina</strong>.<br />
Chiamato nel 1985 al servizio della Santa Sede, ha svolto il suo ministero<br />
nella Congregazione per i Vescovi, dove nel 1996 è stato nominato<br />
Capo Ufficio. Nel 2001 è stato nominato anche Sostituto della Segreteria<br />
del Collegio Cardinalizio. Dal 1998 è Prelato d’onore di Sua Santità.<br />
Nel tempo libero dall’ufficio, ha sempre svolto ministero pastorale in<br />
Roma, dapprima come Assistente Spirituale presso l’Università Cattolica<br />
del Sacro Cuore; in seguito come collaboratore presso la Parrocchia<br />
di Santa Maria <strong>delle</strong> Grazie al Trionfale; infine, come Cappellano <strong>delle</strong><br />
Suore Discepole del Sacro Cuore e dell’annesso Collegio universitario.<br />
* * *<br />
La notizia della nomina è stata data al Presbiterio diocesano a mezzogiorno<br />
del 14 maggio 2005, nel salone della Curia Diocesana di <strong>Altamura</strong>,<br />
dal Vescovo Mons. Mario Paciello. Lo stesso Vescovo, dopo aver<br />
2 3
2 4<br />
letto ai presenti la comunicazione a lui pervenuta da parte del Nunzio<br />
Apostolico in Italia, Mons. Paolo Romeo, si è fatto interprete e portavoce<br />
di un saluto che Mons. Castoro ha voluto inviare ai sacerdoti di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti, quale espressione dei suoi sentimenti<br />
di amicizia, di comunione e di affetto per tutti e per ciascuno.<br />
Carissimi, in questi anni della mia permanenza a Roma, ho sempre<br />
cercato di seguire spiritualmente e da vicino il provvidenziale cammino<br />
della nostra Chiesa “murgiana”. Ora che torno nell’amata Puglia, continuerò<br />
a farlo, con una preghiera ancor più intensa.<br />
Quando sono stato informato della decisione del Santo Padre Benedetto<br />
XVI di annoverarmi nel Collegio Episcopale, ho dato la mia accettazione,<br />
non senza trepidazione ma pure con serenità d’animo, ripetendo<br />
le parole della Madonna: “Avvenga di me secondo la tua volontà”.<br />
Conosco le difficoltà che comporta oggi il ministero episcopale.<br />
Consapevole dei miei limiti, mi abbandono con umile fiducia all’aiuto<br />
potente del Signore “che sceglie ciò che nel mondo è debole... perché<br />
nessuno possa gloriarsi davanti a Lui” (1Cor 1, 27-29).<br />
Considero una grazia l’aver prestato servizio alla Santa Sede durante<br />
gli anni di pontificato del grande Papa Giovanni Paolo II, che ha incarnato<br />
in maniera esemplare la figura del Buon Pastore.<br />
Al nuovo Papa Benedetto XVI, ho già promesso la mia piena e gioiosa<br />
obbedienza, consapevole che solo la comunione con il Successore di<br />
Pietro e con il Collegio dei Vescovi può garantire la fecondità del ministero<br />
episcopale che mi attende.<br />
Sostenetemi con la preghiera, perché la grazia dello Spirito Santo,<br />
che attendiamo in questa Pentecoste, mi renda pastore secondo il cuore<br />
di Dio.<br />
Sarete informati in tempo sulla data della Consacrazione episcopale,<br />
alla quale vi aspetto tutti. Affido alla Madonna la mia nuova missione<br />
pastorale. A te, o Maria, la mia filiale implorazione: “preparami un buon<br />
cammino”.<br />
Un grande abbraccio a tutti<br />
Don Michele Castoro
Carissimi sacerdoti e<br />
fedeli tutti della diocesi di Oria,<br />
* * *<br />
Primo saluto<br />
di S.E. Mons. Michele Castoro<br />
alla <strong>Diocesi</strong> di Oria<br />
1. Nel momento in cui vi giunge la notizia della mia nomina a vostro<br />
Vescovo, desidero rivolgervi il mio primo affettuoso saluto con l’espressione<br />
augurale dell’Apostolo Paolo: “Grazia, misericordia e pace da Dio<br />
Padre e da Cristo Gesù nostro Signore” (1Tm 1, 2).<br />
Quando sono stato informato della decisione del Santo Padre Benedetto<br />
XVI di nominarmi vostro Vescovo, ho dato la mia accettazione,<br />
non senza trepidazione ma pure con serenità d’animo, ripetendo le parole<br />
della Madonna: “Avvenga di me secondo la tua volontà”.<br />
Conosco le difficoltà che comporta oggi il ministero episcopale.<br />
Consapevole dei miei limiti, mi abbandono con umile fiducia all’aiuto<br />
potente del Signore “che sceglie ciò che nel mondo è debole… perché<br />
nessuno possa gloriarsi davanti a Lui” (1Cor 1, 27-29).<br />
Considero una grazia l’aver prestato servizio alla Santa Sede durante<br />
gli anni di pontificato del grande Papa Giovanni Paolo II, che ha incarnato<br />
in maniera esemplare la figura del Buon Pastore.<br />
Al nuovo Papa Benedetto XVI, che in queste prime settimane di pontificato<br />
tanta speranza ha suscitato nel mondo intero, ho già promesso<br />
la mia piena e gioiosa obbedienza, consapevole che solo la comunione<br />
con il Successore di Pietro e con il Collegio dei Vescovi può garantire<br />
la fecondità del ministero episcopale che mi attende.<br />
2. Carissimi, vengo a voi nel nome del Signore. È il Signore la sorgente<br />
della mia forza, sarà Lui l’oggetto del mio annuncio, Lui la via e<br />
la mèta del nostro comune cammino. Non vi chiedo onori e glorie, ma<br />
vi chiedo soltanto di accogliermi con fede e con amore, di mostrarmi<br />
docilità e collaborazione e di aiutarmi con la vostra preghiera.<br />
Dopo i lunghi anni a Roma, sono ben lieto di tornare nella nostra amata<br />
Puglia. So di venire in una terra di lunga tradizione cristiana benedetta dalla<br />
presenza di anime sante, penso in particolare al Beato Bartolo Longo,<br />
2
2<br />
e dall’azione pastorale di benemeriti Vescovi: ricordo il carissimo Cardinale<br />
Salvatore De Giorgi, il compianto Mons. Armando Franco e l’amico<br />
fraterno Mons. Marcello Semeraro, mio immediato predecessore. A tutti<br />
loro, come anche all’Amministratore Apostolico Mons. Pietro Maria Fragnelli,<br />
mio compagno di studi al Seminario Romano, e ai due Vescovi originari<br />
della diocesi, Mons. Giovanni Battista Pichierri e Mons. Domenico<br />
Caliandro, vada il mio affettuoso e riconoscente pensiero.<br />
Nel solco sapientemente tracciato da così zelanti Pastori, mi appresto<br />
ad iniziare con voi questa formidabile avventura di Chiesa, all’inizio<br />
del Terzo Millennio. Cammineremo sotto la guida illuminata del Santo<br />
Padre Benedetto XVI, in piena sintonia con la Chiesa che è in Italia e<br />
con le altre diocesi della Puglia. Come frutto di questo anno Eucaristico,<br />
punteremo su una più diffusa e sentita partecipazione alla Santa Messa<br />
domenicale, perché “senza la celebrazione eucaristica della domenica<br />
noi cristiani non possiamo vivere” (cf. Congresso Eucaristico Nazionale<br />
di Bari).<br />
3. Miei cari fratelli, sono impaziente di venire tra voi. Vorrei affrettare<br />
i tempi per conoscere i vostri volti e salutarvi uno per uno.<br />
A voi sacerdoti e diaconi, rivolgo il mio fraterno e cordiale saluto,<br />
con l’assicurazione di dedicare a voi le primizie della mia carità pastorale.<br />
Vengo portando nel mio zaino il sogno di una profonda comunione<br />
tra noi, convinto che solo l’amore costruisce.<br />
Saluto voi cari seminaristi: voi avrete un posto particolare nel cuore<br />
del Vescovo perché siete il futuro e la speranza della nostra Chiesa.<br />
Rivolgo un caloroso saluto a voi Religiosi, alle Suore, ai membri degli<br />
Istituti secolari. Alle monache contemplative chiedo di non farmi mai<br />
mancare il sostegno della loro preghiera.<br />
Saluto con animo grato voi catechisti ed insegnanti di religione, voi<br />
laici impegnati nell’Azione Cattolica ed in altre associazioni, in gruppi,<br />
in movimenti ed in varie forme di volontariato, e voi appartenenti alle<br />
confraternite. So di poter contare sul vostro generoso impegno, per la<br />
costruzione del regno di Dio.<br />
Saluto le famiglie, santuari della vita, e voi genitori, soggetti primari<br />
di educazione alla fede ed ai valori umani per le nuove generazioni.<br />
Benedico fin d’ora i vostri bambini ed abbraccio i vostri giovani. Care<br />
ragazze e cari ragazzi, la Chiesa vi ama intensamente, da sempre; ma<br />
soprattutto in questi tempi guarda a voi con speciale speranza.
A voi anziani, a voi ammalati, a voi poveri ed a tutti voi sofferenti<br />
nell’anima e nel corpo tendo fraternamente la mia mano per offrirvi l’affettuosa<br />
carezza di Dio.<br />
Saluto i lavoratori dei campi e gli artigiani, gli imprenditori, i commercianti,<br />
gli impiegati e gli operai; gli immigrati e i disoccupati, saluto<br />
il personale della scuola e gli operatori culturali, invitando tutti ad accogliere<br />
Cristo nella propria vita.<br />
Saluto con rispetto le Autorità civili, militari e politiche, le donne e<br />
gli uomini di buona volontà e tutti coloro che operano per il progresso<br />
della società.<br />
4. Cari Amici, chiedo a tutti di pregare per me. Implorate l’intercessione<br />
dei nostri Santi Patroni: San Barsanofio, i Santi Cosma e Damiano,<br />
il beato Bartolo Longo, Sant’Annibale Maria Di Francia, perché la grazia<br />
dello Spirito Santo, che attendiamo in questa Pentecoste, mi renda<br />
pastore secondo il cuore di Dio, segno e strumento di unità, sentinella<br />
vigile di una Chiesa che brucia dell’amore di Cristo per la salvezza<br />
dell’uomo.<br />
Carissimi, fin d’ora vi dichiaro la mia volontà di volervi bene. Siete<br />
nella mia mente e nel mio cuore. Siete già nelle mie preghiere.<br />
Affido alla Madonna la mia nuova missione pastorale. “A te, o Maria,<br />
la mia filiale implorazione: preparami un buon cammino”.<br />
Cristo Redentore benedica la diocesi di Oria, benedica ogni nostra<br />
famiglia, benedica ciascuno di noi.<br />
Tutti abbraccio con affetto.<br />
Don Michele Castoro<br />
Vescovo eletto di Oria<br />
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2<br />
Bolla di nomina<br />
di S.E. Mons. Michele Castoro<br />
a Vescovo di Oria<br />
Benedetto Vescovo, Servo dei servi di Dio, al diletto figlio Michele<br />
Castoro, del clero della Chiesa di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti, finora Capo Ufficio della Congregazione per i Vescovi, eletto Vescovo<br />
di Oria, salute e Apostolica Benedizione.<br />
In quanto successore dell’Apostolo Pietro è nostro dovere adoperarci<br />
con sollecitudine per il bene dell’intero gregge del Signore. Dovendo<br />
provvedere all’antica diocesi di Oria, dopo il trasferimento del Venerato<br />
Fratello Marcello Semeraro alla sede suburbicaria di Albano, abbiamo<br />
pensato a te, diletto figlio che, ornato di riconosciute doti di mente<br />
e di cuore, hai lavorato con saggezza e diligenza per molti anni nella<br />
Congregazione per i Vescovi, ritenendoti idoneo per il governo di quella<br />
Chiesa Cattedrale. Pertanto, avvalendoci del consiglio della medesima<br />
Congregazione per i Vescovi, con la Nostra Potestà Apostolica ti nominiamo<br />
Vescovo di Oria, con i relativi diritti ed obblighi.<br />
Ti autorizziamo, osservando le leggi liturgiche, a ricevere l’ordinazione<br />
episcopale da parte di qualsiasi Vescovo cattolico fuori della città di Roma<br />
dopo aver emesso la professione di fede cattolica secondo l’uso e i<br />
sacri canoni, e aver fatto il giuramento di fedeltà verso di Noi ed i Nostri<br />
Successori. Disponiamo, inoltre, che queste Lettere Apostoliche vengano<br />
portate a conoscenza del Clero e del popolo della medesima diocesi,<br />
che esortiamo affinché ti accolgano di buon animo e ti ricevano con il<br />
dovuto rispetto. Per intercessione della Vergine Maria, Madre della Fiducia,<br />
che è oggetto della tua pia venerazione, imploriamo infine in tuo<br />
favore, diletto figlio, abbondantissimi doni dello Spirito Santo. Con il<br />
suo divino aiuto tu possa pascere e santificare come buon Pastore e Padre<br />
i fedeli affidati alle tue cure in modo tale che essi si rendano credibili<br />
e lieti testimoni del Vangelo di Cristo, avendo come centro della loro vita<br />
spirituale l’Eucaristia con la quale si edifica, vive e cresce la Chiesa.<br />
La grazia di Dio sia sempre con te e con la comunità diocesana di Oria a<br />
Noi carissima.<br />
Dato in Roma, presso San Pietro, il 14 maggio dell’anno del Signore<br />
2005, nel primo anno del Nostro Pontificato.<br />
Benedetto PP. XVI
* * *<br />
Lo stemma<br />
Di azzurro cappato di argento: all’ombra di sole di oro, caricata del<br />
monogramma di Cristo (IHS) di nero, nel primo; alla stella (7) di azzurro<br />
a destra e al leone rampante di rosso a sinistra, nel secondo.<br />
L’azzurro del campo simboleggia il distacco dai valori mondani e l’ascesa<br />
dell’anima verso Dio, quindi il percorso <strong>delle</strong> Virtù Celesti che s’innalzano<br />
sulle cose di questa terra verso il cielo.<br />
Su questo campeggia il sole, con il monogramma del nome di Cristo<br />
(IHS) a rappresentare la fonte di luce e di salvezza che promana da Gesù.<br />
Questo messaggio il cristiano lo può comprendere con la Fede, prima<br />
Virtù, rappresentata dal metallo più nobile, l’oro, usato nella rappresentazione<br />
del sole. L’argento è il simbolo della trasparenza, quindi della<br />
Verità, della Giustizia, doti fondamentali su cui articolare la nostra vita<br />
nei confronti dei fratelli.<br />
La stella rappresenta Maria, la nostra madre celeste, e ricorda le Cattedrali<br />
di <strong>Altamura</strong> e di Oria, dedicate entrambe a Santa Maria Assunta.<br />
Il leone è il simbolo della forza ed è rappresentato in rosso, colore dell’Amore,<br />
per sottolineare la forza dell’Amore di Dio per l’Uomo, senza<br />
il quale siamo inermi e la nostra vita perde di significato. Inoltre, la figura<br />
del leone vuole ricordare <strong>Altamura</strong>, detta anche “Leonessa di Puglia”<br />
ed i leoni che appaiono davanti alla facciata della sua Cattedrale.<br />
L’uso di porre leoni a difesa <strong>delle</strong> costruzioni data dal medioevo, quando<br />
era diffusa la credenza che tale animale dormisse ad occhi aperti, senza<br />
quindi interrompere la sua funzione protettiva.<br />
* * *<br />
Il motto<br />
In nomine Iesu (At 3, 6)<br />
L’impegno pastorale di Mons. Castoro si incentra tutto in Nostro Signore<br />
Gesù, come affermato nel suo primo saluto alla <strong>Diocesi</strong> di Oria: “Carissimi,<br />
vengo a voi nel nome del Signore”. Particolare significato assume<br />
oggi questo intendimento, nell’attualità dell’Anno dell’Eucaristia.<br />
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2 0<br />
Ordinazione Episcopale<br />
di S.E. Mons. Michele Castoro<br />
Vescovo di Oria<br />
Il 25 giugno 2005, ad <strong>Altamura</strong>, in Piazza Duomo, ha avuto luogo Ordinazione<br />
Episcopale di S.E. Mons. Michele Castoro, Vescovo di Oria,<br />
conferita da S.E. il Card. Giovanni Battista Re, Prefetto Congregazione<br />
per i Vescovi, essendo Conconsacranti S.E. Mons. Mario Paciello, Vescovo<br />
<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, e S.E. Mons. Marcello<br />
Semeraro, Vescovo Albano e già Vescovo di Oria.<br />
Hanno concelebrato i Cardinali Bernardin Gantin, Prefetto emerito<br />
della Congregazione per i Vescovi, e Salvatore De Giorgi, Arcivescovo<br />
di Palermo; gli Arcivescovi e Vescovi: Mons. Paolo Romeo, Nunzio<br />
Apostolico in Italia, Mons. Francesco Monterisi, Segretario della<br />
Congregazione per i Vescovi, Mons. Csaba Ternyák, Segretario della<br />
Congregazione per il Clero, Mons. Piero Marini, Maestro <strong>delle</strong> Celebrazioni<br />
Liturgiche Pontificie, Mons. Francesco Gioia, Delegato della<br />
Basilica di S. Antonio di Padova, Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Arcivescovo<br />
Metropolita di Lecce e Presidente della Conferenza Episcopale<br />
Pugliese, Mons. Benigno Luigi Papa, Arcivescovo Metropolita di<br />
Taranto, Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo Metropolita di Cagliari,<br />
Mons. Francesco Cuccarese, Arcivescovo Metropolita di Pescara-Penne,<br />
Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San<br />
Giovanni Rotondo, Mons. Donato Negro, Arcivescovo<br />
di Otranto, Mons. Michele Scandiffio, Arcivescovo di Acerenza, Mons.<br />
Salvatore Ligorio, Arcivescovo di Matera-Irsina, Mons. Carmelo Cassati,<br />
Arcivescovo emerito di Trani-Barletta-Bisceglie, Mons. Vincenzo<br />
Franco, Arcivescovo emerito di Otranto, Mons. Pietro Maria Fragnelli,<br />
Vescovo di Castellaneta e Amministratore Apostolico di Oria, Mons.<br />
Luigi Martella, Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Mons.<br />
Domenico Caliandro, Vescovo di Nardò-Gallipoli, Mons. Michele Seccia,<br />
Vescovo di San Severo, Mons. Giuseppe Rocco Favale, Vescovo di<br />
Vallo della Lucania, Mons. Martino Scarafile, Vescovo emerito di Castellaneta,<br />
Mons. Ernesto Mandara, Vescovo Ausiliare di Roma.<br />
Inoltre, hanno concelebrato i Presbiteri <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<br />
<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti e di Oria, gli Officiali della Congregazione<br />
per i Vescovi, altri Officiali in servizio presso la Santa Sede e
numerosi Sacerdoti, amici di Mons. Castoro, venuti da diverse <strong>Diocesi</strong><br />
d’Italia.<br />
Tra i fedeli, giunti numerosi anche dalla <strong>Diocesi</strong> di Oria, erano presenti,<br />
oltre ai familiari e parenti di Mons. Castoro, le Autorità politiche,<br />
civili e militari della Regione Puglia, <strong>delle</strong> Province di Bari, Brindisi e<br />
Taranto, i Sindaci dei Comuni <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti e di Oria.<br />
* * *<br />
Indirizzo di saluto<br />
di S.E. Mons. Mario Paciello<br />
All’inizio della Celebrazione, seguita anche attraverso maxischermi<br />
appositamente impiantati nelle Piazze vicine alla Cattedrale, oltre che in<br />
diretta televisiva attraverso la Televisione locale “Canale 2 - Puglia Channel”,<br />
Mons. Mario Paciello ha rivolto il seguente indirizzo di saluto:<br />
Eminenza Reverendissima,<br />
le Chiese che sono in Oria e in <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti magnificano il Signore ed esultano in Dio per le meraviglie che<br />
Egli opera chiamando i suoi figli, nonostante i limiti propri della condizione<br />
umana, a partecipare alla costruzione del Suo Regno di santità, di<br />
amore e di grazia.<br />
Mons. Michele Castoro, presbitero di questa Comunità Diocesana di<br />
<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, finora al servizio della Santa<br />
Sede nella Congregazione per i Vescovi, dicastero da Vostra Eminenza<br />
sapientemente diretto, e nella Segreteria del Collegio Cardinalizio, è stato<br />
chiamato dal Santo Padre Benedetto XVI a reggere come maestro e<br />
pastore la Cattedra di Oria.<br />
Con vera gioia mi permetto di farmi interprete dei sentimenti dei Presbiteri<br />
e di tutto il popolo di Dio qui presente, per porgere il più cordiale<br />
e rispettoso benvenuto a Lei, Eminenza, e per ringraziarla di aver accettato<br />
di presiedere questa Solenne Concelebrazione.<br />
La presenza dell’Eminenza Vostra Reverendissima in mezzo a noi,<br />
onora grandemente questa Città, ed è, per le Chiese di Oria e di Altamu-<br />
2 1
2 2<br />
ra-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, una chiara testimonianza della stima,<br />
dell’affetto che Ella nutre verso Mons. Michele, e segno tangibile di riconoscenza<br />
per l’impegno, la finezza, l’amore con cui egli ha svolto il<br />
suo delicatissimo ufficio.<br />
Un riverente ossequio, pregno di gratitudine, a S. E. Mons. Paolo Romeo,<br />
Nunzio Apostolico in Italia: la Sua presenza ci fa sentire più vicino<br />
il Santo Padre.<br />
Saluto con fraterno affetto Sua Eminenza il Cardinale Bernardin<br />
Gantin, Prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi e Decano<br />
emerito del Collegio Cardinalizio: la Sua nobile figura dà un tocco più<br />
visibilmente missionario a questa celebrazione e ci mette in più intima<br />
comunione con la giovane Chiesa Africana.<br />
Con altrettanta gioia e stima saluto Sua Eminenza il Cardinale Salvatore<br />
De Giorgi, Arcivescovo di Palermo, che con Sua Eccellenza Mons.<br />
Marcello Semeraro è il segno della successione apostolica nella Chiesa<br />
di Oria.<br />
Come Pastore di questa Chiesa saluto con tanta gioia Sua Eccellenza<br />
Mons. Piero Marini, Sua Eccellenza Mons. Csaba Ternyák e i Confratelli<br />
Arcivescovi e Vescovi venuti ad imporre le mani su Mons. Michele:<br />
questa festosa corona episcopale intorno all’ordinando è segno tangibile<br />
della collegialità episcopale e dell’unità della Chiesa.<br />
Un caloroso benvenuto alla Chiesa di Oria, a Sua Eccellenza Mons.<br />
Pietro Maria Fragnelli, Vescovo di Castellaneta e Amministratore Apostolico<br />
di Oria. Saluto e ringrazio Sua Eccellenza Mons. Francesco<br />
Monterisi e tutta la Congregazione per i Vescovi, venuta a stringersi in<br />
preghiera attorno al suo ex capo-ufficio.<br />
Saluto cordialmente e con viva gratitudine le Autorità Politiche, Civili,<br />
Militari e particolarmente il Sindaco della Città, Dott. Mario Stacca, e<br />
le Forze dell’Ordine.<br />
Un augurio fraterno a te, carissimo Mons. Michele: la Chiesa Locale<br />
di cui sei figlio e presbitero è orgogliosa di te, ed è qui, non solo per dimostrarti<br />
stima e affetto, ma anche per invocare su di te la forza e i doni<br />
dello “Spiritus Principalis”, e per raccogliere in questa Solenne Eucaristia<br />
le ore di adorazione fatte nelle parrocchie, e la lunga veglia notturna<br />
dei giovani della Città, protrattasi fino all’alba di questo giorno radioso.
La Vergine Assunta, Sant’Irene, San Michele Arcangelo, Sant’Eustachio,<br />
i Santi Medici e San Barsanofio ti custodiscano e ti guidino.<br />
* * *<br />
Omelia<br />
di S.E. il Card. Giovanni Battista Re<br />
L’immagine del Buon Pastore – di cui parla il Vangelo or ora proclamato<br />
– dice forse poco alla mentalità del nostro tempo industrializzato,<br />
ma per gli ascoltatori di Gesù, che avevano dimestichezza con greggi e<br />
armenti, aveva grande eloquenza.<br />
È un’immagine che dipinge bene i compiti e lo stile di vita di un<br />
Vescovo. È l’immagine che questa sera parla con incisività ai nostri<br />
cuori, mentre davanti a questa splendida Cattedrale, monumento di fede<br />
e di arte, siamo riuniti per l’ordinazione episcopale di un figlio di questa<br />
terra, Mons. Michele Castoro.<br />
Per la diocesi di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti l’elevazione<br />
di un suo sacerdote a Vescovo di una diocesi sorella è anche<br />
un’esaltazione <strong>delle</strong> numerose vocazioni sacerdotali e religiose che<br />
questa diocesi ha saputo esprimere e che hanno le loro radici nella fede<br />
e nella vita cristiana <strong>delle</strong> famiglie di questa terra pugliese.<br />
Caro Mons. Michele, mediante l’imposizione <strong>delle</strong> mani e l’invocazione<br />
dello Spirito Santo tu diventerai Successore degli Apostoli e sarai<br />
inserito nel Collegio dei Vescovi.<br />
Le mie mani e quelle dei Vescovi presenti, che si protenderanno sul<br />
tuo capo, continueranno quella lunghissima catena attraverso la quale<br />
si risale nei secoli e si giunge fino a Cristo. La successione apostolica,<br />
che collega la Chiesa di oggi con quella degli Apostoli, corre su questa<br />
ininterrotta serie di mani protese nel solenne rito dell’ordinazione<br />
episcopale, a garanzia di una presenza divina, che continua a produrre<br />
nella Chiesa frutti di salvezza e costituisce il nuovo Vescovo segno vivente<br />
del Cristo.<br />
La preghiera, che accompagna questo gesto, invoca lo Spirito Santo<br />
perché sia lui ad operare nel nuovo Vescovo e a condurlo nel suo ministero<br />
pastorale.<br />
Tale preghiera si conclude dicendo: “O Padre, che conosci i segreti<br />
dei cuori, concedi a questo tuo servo, da te eletto all’episcopato, di pa-<br />
2 3
2 4<br />
scere il tuo gregge e di compiere in modo irreprensibile la missione del<br />
sommo sacerdozio”.<br />
Nel rito dell’ordinazione vi è poi un gesto molto significativo: al<br />
candidato viene posto sul capo il libro dei Vangeli, per indicare che nel<br />
suo ministero il Vescovo sarà sottoposto alla Parola di Dio e dovrà lasciarsi<br />
impregnare dalla Parola di Dio per annunciarla agli altri.<br />
Il libro dei Vangeli aperto sopra il capo dell’ordinando, ricorda che la<br />
Parola di Dio è il cuore della missione del Vescovo, il quale è chiamato<br />
a comunicare il Vangelo, a testimoniarlo con coraggio ed a viverlo nella<br />
sua vita.<br />
Il Vescovo infatti è, innanzi tutto, maestro della fede.<br />
Certo un Vescovo oggi deve occuparsi di tante cose. È chiamato<br />
spesso a portare pesi gravi perché molti ricorrono a lui per chiedere aiuto,<br />
sostegno e conforto, e deve assumere sempre molti impegni. Ma ciò<br />
non può distoglierlo dal servizio fondamentale di essere maestro della<br />
fede e araldo della Parola di Dio.<br />
Il Vescovo è chiamato ad illuminare e a trasmettere la verità: nelle<br />
nebbie dei dubbi, <strong>delle</strong> inquietudini e del relativismo di oggi, il popolo<br />
di Dio desidera conoscere che cosa insegna la Chiesa cattolica per poter<br />
ancora credere <strong>insieme</strong> con lei.<br />
Il Vescovo inoltre deve prodigarsi, personalmente e mediante i sacerdoti,<br />
per la santificazione dell’intero popolo di Dio, facendo in modo<br />
che la diocesi sia casa e scuola di preghiera, che attinge dai sacramenti<br />
la luce e la forza per vivere in pienezza e con coerenza il messaggio del<br />
Vangelo.<br />
Il Vescovo è poi pastore, cioè padre e guida spirituale di quanti sono<br />
a lui affidati.<br />
Di tale compito è segno eloquente il pastorale, che viene consegnato<br />
al neo-consacrato con la raccomandazione: “Abbi cura dell’intero<br />
gregge nel quale lo Spirito Santo ti ha posto come Vescovo per reggere<br />
la Chiesa di Dio”.<br />
Nel compiere il tuo ministero pastorale, caro Mons. Michele, è alla<br />
suggestiva immagine del Buon Pastore che tu dovrai continuamente<br />
ispirarti. Ad essa dovrà intonarsi ogni tua scelta e nel tuo comportamento<br />
dovrai esprimere “i tratti del Buon Pastore”.<br />
Questi semplici accenni ci dicono quali compiti ingenti rechi con sé<br />
l’elevazione all’episcopato. È certamente una responsabilità grande e<br />
talvolta un peso che sembra schiacciante. Ma al nuovo Vescovo sia di
conforto la certezza di avere ubbidito alla chiamata del Signore e di sapere<br />
che dalla grazia di Dio e dal sostegno che avrà dai suoi sacerdoti gli<br />
verrà l’aiuto necessario per far fronte ad ogni sfida e ad ogni difficoltà.<br />
Quando io sono stato ordinato Vescovo dal Papa Giovanni Paolo II,<br />
18 anni or sono, il Santo Padre mi disse che “la chiamata all’episcopato<br />
significa anche chiamata ad un rapporto di particolare amicizia e intimità<br />
con Cristo”. Questa stessa esortazione io desidero ripetere a te, caro<br />
Mons. Michele.<br />
Costituendoti Successore degli Apostoli, Cristo ti chiama ad un’amicizia<br />
più intima con lui; ti chiama ad un più intenso colloquio con lui<br />
mediante la preghiera, per essere un pastore secondo il suo cuore.<br />
A Dio parlerai del tuo popolo nella preghiera e al tuo popolo parlerai<br />
di Dio (cfr. San Gregorio Magno).<br />
Il sacramento dell’episcopato, infatti, è mistero di intimità con Cristo,<br />
di amore e di dedizione a lui, per continuare la sua opera sulla terra e<br />
realizzare il disegno di amore di Dio nei riguardi degli uomini e <strong>delle</strong><br />
donne del nostro tempo. Per questo, ogni Vescovo è un inviato. Cristo<br />
ha detto agli Apostoli: “Andate…!”.<br />
Attraverso la mediazione della Chiesa Dio ti consacra questa sera e ti<br />
invia alla antica e gloriosa diocesi di Oria, ricca di vitalità cristiana.<br />
Sono certo che Oria ti accoglierà con gioia e speranza, quale angelo<br />
mandato da Dio per guidarla nell’impegno per il bene.<br />
A quanti di Oria questa sera sono qui, numerosi, vorrei assicurare<br />
che il loro nuovo Vescovo sarà un degno successore di tanti Vescovi<br />
zelanti e santi che hanno onorato la cattedra episcopale di Oria. Sarà un<br />
Padre e un Pastore secondo il cuore di Dio.<br />
A Mons. Castoro mi è caro ricordare che la forza e lo stile della sua<br />
missione vengono da Dio. Caro Mons. Michele, quando dovesse accadere<br />
che ti assalga la tentazione dello scoraggiamento perché trovi le<br />
porte chiuse o gli orecchi sordi al tuo annuncio del Vangelo, ricordati<br />
che è Dio che ti manda.<br />
Cristo non ha garantito ai suoi Apostoli, e tanto meno ai loro successori,<br />
un’accoglienza assicurata, le porte aperte, una vita facile… ma ha<br />
garantito di sicuro l’assistenza dello Spirito Santo, quello Spirito che<br />
la diocesi di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti e la diocesi di<br />
Oria, <strong>insieme</strong> con gli Amici qui venuti da tante parti, venuti anche dalla<br />
Congregazione per i Vescovi, invocano per te in forma abbondante in<br />
questo rito solenne.<br />
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2<br />
Tu sei mandato per portare luce dove vi sono tenebre, per portare<br />
amore dove c’è odio, per portare pace dove c’è violenza, per portare<br />
speranza agli uomini e alle donne del nostro tempo, che ne sono così<br />
assetati, per liberare dal peccato chi vi è immerso, per consolare chi è<br />
afflitto, per portare ad ogni cuore Cristo nostro Salvatore.<br />
Missione sublime, ma <strong>insieme</strong> carica di responsabilità: guidare anime<br />
verso un destino eterno nella società secolarizzata di oggi, orientare<br />
in tal senso volontà libere, portare intelligenze, umili o piene di sé, all’accettazione<br />
della verità rivelata con una fede che ispira le scelte della<br />
vita, ricordare verità che si cerca di dimenticare, è un compito talmente<br />
alto e arduo… da far tremare.<br />
Ma la potenza dello Spirito Santo sarà con te e ti aiuterà ad avere<br />
tanto amore, tanta dedizione, tanta saggezza e tanto coraggio.<br />
È quanto tutti invochiamo da Dio per te in questa celebrazione.<br />
Tu hai scelto come motto episcopale: “In nomine Iesu”. Andrai ad<br />
Oria “nel nome di Gesù”. Nel nome di Gesù il tuo cuore, la tua mente,<br />
le tue energie saranno tutte dedicate al bene della diocesi che ti è stata<br />
affidata dal Papa.<br />
E la preghiera al Padre celeste, nel nome di Gesù, sia per te, caro<br />
Mons. Michele, come il bastone sul quale appoggiarti nelle fatiche pastorali<br />
del tuo cammino di ogni giorno.<br />
* * *<br />
Parole di ringraziamento<br />
di S.E. Mons. Michele Castoro<br />
al termine dell’Ordinazione Episcopale<br />
Signori Cardinali,<br />
Eccellenze Reverendissime,<br />
Carissimi sacerdoti, fedeli e amici tutti.<br />
1. “Pace e carità in abbondanza siano con Voi” (cf 1Pt 1, 2).<br />
Voi, che per la vostra fede in Cristo Signore e per la bontà del vostro<br />
cuore, siete qui convenuti da varie parti ed in particolare – in gruppi<br />
così numerosi – dalla già tanto amata diocesi di Oria, da Roma, dalla<br />
Puglia e da altre regioni, oltre che da <strong>Gravina</strong>, <strong>Acquaviva</strong>, Santeramo,<br />
Spinazzola, Poggiorsini e dalle diverse parrocchie di <strong>Altamura</strong>.
In quest’ora solenne di grazia, alla quale “il Signore mi ha chiamato”<br />
(Gal 1, 5), nel “giorno natalizio” della mia immeritata aggregazione al<br />
Collegio Episcopale, quale successore degli Apostoli, e in comunione<br />
con il Sommo Pontefice, per perpetuare l’opera di Cristo, Pastore Eterno,<br />
salgano con forza dal mio animo sentimenti di stupefatto ringraziamento<br />
e di fiduciosa – seppur trepidante – preghiera.<br />
“L’anima mia magnifica il Signore e il mio Spirito esulta in Dio mio<br />
Salvatore” (Lc 1, 46).<br />
2. Esultanza che è rendimento di grazie innanzitutto a Dio, “perché<br />
mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero” episcopale<br />
(1Tm 1, 12). Rendo grazie a Dio, Padre <strong>delle</strong> misericordie e Dio di ogni<br />
consolazione; al Figlio suo Gesù Cristo, Redentore del genere umano,<br />
allo Spirito Santo, che è amore e che ci fa “nuove creature”, alla sempre<br />
Vergine Maria, Madre di Cristo e della Chiesa, ed ai Santi tutti del Cielo.<br />
Esultanza che è ringraziamento devoto e filiale al Santo Padre Benedetto<br />
XVI. A Lui, Vicario di Cristo, capo del Collegio Apostolico, Pastore<br />
della Chiesa universale, la mia fedeltà di Vescovo in quella totale<br />
unità di comunione che sola può garantire la fecondità del ministero episcopale<br />
che mi attende.<br />
Esprimo poi la più sincera gratitudine al Signor Cardinale Giovanni<br />
Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, che ha accettato<br />
benevolmente di presiedere la mia Consacrazione conferendomi la pienezza<br />
del sacerdozio, come pure ai due Ecc.mi Assistenti all’ordinazione:<br />
Mons. Mario Paciello, mio amato Vescovo e Pastore della diocesi di<br />
<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, e Mons. Marcello Semeraro,<br />
Vescovo di Albano e mio immediato predecessore nella sede di Oria.<br />
Il mio grazie fervido e commosso all’antico e amato mio Superiore<br />
l’Em.mo Card. Bernardin Gantin, Prefetto emerito della Congregazione<br />
per i Vescovi e Decano emerito del Collegio Cardinalizio, ora missionario<br />
in Africa, qui venuto appositamente dal Benin, al Card. Salvatore De<br />
Giorgi, Arcivescovo di Palermo, all’Arcivescovo Mons. Paolo Romeo,<br />
Nunzio Apostolico in Italia, all’Arcivescovo Mons. Francesco Monterisi,<br />
Segretario del Dicastero per i Vescovi, a Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo<br />
di Cagliari, all’Arcivescovo Mons. Cosmo Francesco Ruppi,<br />
Presidente della Conferenza Episcopale Pugliese, al Vescovo Amministratore<br />
Apostolico di Oria Mons. Pietro Maria Fragnelli ed agli Ecc.mi<br />
Arcivescovi e Vescovi di Puglia.<br />
2
2<br />
Non mi dilungo ad elencarne altri. Ringrazio i Vescovi venuti da<br />
Roma (gli Arcivescovi Mons. Piero Marini, Maestro <strong>delle</strong> Celebrazioni<br />
Liturgiche del Sommo Pontefice e Mons. Csaba Ternyak, Segretario<br />
della Congregazione per il Clero, Mons. Francesco Gioia) e tutti i<br />
Vescovi qui convenuti, tutti a me carissimi.<br />
I due Nunzi Apostolici <strong>Altamura</strong>ni, gli Arcivescovi Mons. Donato<br />
Squicciarini e Mons. Giacinto Berloco, impossibilitati ad essere con noi<br />
oggi, hanno assicurato la loro spirituale partecipazione. Non posso poi<br />
non ricordare anche due Vescovi che non sono più, ai quali sono stato<br />
molto vicino: Mons. Salvatore Isgrò, che mi ha ordinato sacerdote, e<br />
Mons. Tarcisio Pisani, entrambi sono nella pace dei giusti. Consentitemi<br />
infine di ricordare anche l’antico parroco della Cattedrale di <strong>Altamura</strong>,<br />
Mons. Vincenzo Lucariello, anch’egli in Paradiso.<br />
Ringrazio ora i Cerimonieri Pontifici, Mons. Franco Camaldo e<br />
Mons. Stefano Sanchirico, il Comitato organizzatore, la Corale interparrocchiale,<br />
le forze dell’Ordine, i volontari e tutti coloro che si sono<br />
adoperati per la buona riuscita di questa Liturgia.<br />
Saluto e ringrazio gli Amici venuti da ogni parte, sacerdoti, religiosi,<br />
religiose e laici e quelli che mi sono stati particolarmente vicini in questi<br />
giorni con la preghiera e con gesti di affetto e di solidarietà.<br />
Un saluto particolare alle Monache di clausura: le clarisse di <strong>Altamura</strong>,<br />
e le Benedettine e le Clarisse di Manduria, che sono in preghiera con<br />
noi.<br />
Saluto tutte le Personalità e le Autorità di ogni ordine e grado, per<br />
l’affettuosa loro partecipazione. Saluto e ringrazio i Sindaci dei Comuni<br />
della diocesi di Oria e quelli dei Comuni della diocesi di <strong>Altamura</strong>-<br />
<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti. Ringrazio il Sindaco di <strong>Altamura</strong>, Dott.<br />
Mario Stacca, con l’Amministrazione Comunale e tutti i Benefattori che<br />
hanno voluto organizzare questa festa.<br />
Ringrazio in particolare Mons. Mario Paciello, che si è fatto carico di<br />
preparare questo evento.<br />
Saluto e ringrazio l’intera diocesi di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti, che mi ha generato, mi ha formato e sempre mi ha accompagnato.<br />
3. Ma, permettetemi un ringraziamento particolare ai miei sacerdoti<br />
e al popolo fedele di Oria qui presente: vi ho voluto bene fin dal primo<br />
momento, vi porto nel mio cuore. Verrò presto a vivere con voi, dove
dimorate voi dimorerò anch’io, dove lavorate voi lavorerò anch’io, dove<br />
soffrite e gioite voi soffrirò e gioirò anch’io, perché i vostri dolori<br />
saranno i miei e le vostre feste saranno anche le mie, i nostri problemi<br />
li condivideremo e i vostri santi patroni saranno anche i miei protettori,<br />
la storia di santità della vostra Chiesa dovrà diventare anche mia. Nelle<br />
famiglie e nell’ambiente di lavoro porteremo, con il Vangelo, la santità<br />
e la grazia. Tornando alle vostre case date il mio saluto benedicente a<br />
tutti, specialmente ai malati, ai bambini ed agli anziani ed a quanti sono<br />
provati nel corpo e nello spirito.<br />
Un affettuoso pensiero ai miei familiari, – ed a mia madre, anch’essa<br />
presente perché vive in Cristo – e a tutti coloro che mi hanno fatto del<br />
bene e mi hanno voluto bene. Penso ai Sacerdoti che hanno curato la mia<br />
formazione e a coloro con i quali ho condiviso il ministero sacerdotale.<br />
Un grazie particolare ai Superiori ed ai Colleghi della Congregazione<br />
per i Vescovi, che hanno voluto essermi accanto in questo giorno di festa.<br />
La loro presenza è per me un grande onore, oltre che un graditissimo<br />
dono. Da loro mi sono sempre sentito ben accolto e stimato ed a loro<br />
sono molto debitore per quanto mi hanno insegnato su come amare e<br />
servire la Chiesa e il Papa.<br />
Saluto infine e ringrazio gli antichi compagni di scuola, i colleghi e<br />
gli alunni del Liceo Classico di <strong>Altamura</strong>.<br />
4. In un libretto, intitolato “Consigli per un Vescovo”, San Roberto<br />
Bellarmino afferma che “Un Vescovo deve eccellere in tutto e giungere<br />
all’apice della perfezione” (Admonitio p. 70). E l’Esortazione Apostolica<br />
“Pastores Gregis” incalza che il Vescovo è colui che deve “lasciar<br />
passare attraverso il proprio cuore e la propria vita la carità di Dio”, deve<br />
cioè “fare come trasparire in se medesimo la persona stessa di Cristo,<br />
Pastore Supremo” (n. 13).<br />
In questi giorni mi sono chiesto con San Paolo: “E chi è mai all’altezza<br />
di questo compito?” (2Cor 2, 16). E con l’Apostolo mi sono sentito ripetere<br />
la confortante assicurazione del Signore: “Ti basta la mia grazia; la mia<br />
potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2Cor 12, 9).<br />
Ma vi dirò anche che sono pieno di serena fiducia. Sempre con l’Apostolo<br />
Paolo oso ripetere: “So in chi ho creduto” (2Tm 1, 12), Scio cui credidi,<br />
so a chi mi sono affidato. Sono consapevole che tutto debba sempre<br />
nella vita di ciascuno di noi approdare nel fiducioso abbandono alla divina<br />
volontà.<br />
2
2 0<br />
Ho scelto come motto del mio stemma episcopale: “In nomine Iesu”.<br />
Inizio la mia missione nel nome del Signore. In questo Anno dell’Eucaristia,<br />
assumo davanti alla Chiesa il formidabile compito di annunziare<br />
e far conoscere a tutti il nome di Gesù ed il suo messaggio.<br />
Chiedo perciò a tutti voi per l’avvenire il sostegno di una preghiera<br />
continua ed abbondante. Interceda per me Maria Santissima, Madre della<br />
Fiducia e Vergine del Buoncammino, perché il Signore che mi ha scelto,<br />
plasmi sempre di più in me la carità del Buon Pastore: quella carità<br />
che non ha misura, quella carità che mi aiuti ad amare il gregge che mi è<br />
affidato, senza trascurare nessuno e senza passare accanto ad alcuno con<br />
cuore chiuso o con passo affrettato.<br />
Quella carità che invoco con un’antica preghiera di San Colombano:<br />
“O Dio Padre,<br />
ti prego nel nome del tuo Figlio Gesù Cristo,<br />
donami quella carità che non viene mai meno,<br />
perché la mia lucerna si mantenga sempre accesa,<br />
e mai si estingua:<br />
arda per me,<br />
brilli per gli altri. Amen” (Istruzione sulla compunzione, 12, 2-3).<br />
* * *<br />
Verbale<br />
dell’Ordinazione Episcopale<br />
conferita a S.E. Mons. Michele Castoro<br />
Vescovo di Oria<br />
da S.E. il Card. Giovanni Battista Re<br />
Prefetto della Congregazione per i Vescovi<br />
OFFICIUM<br />
DE LITURGICIS CELEBRATIONIBUS<br />
SUMMI PONTIFICIS<br />
in nomine domini. amen<br />
Universis ac singulis hoc publicum Instrumentum inspecturis fidem<br />
facio ac testor hac die vigesima quinta mensis Iunii anno bismillesimo
quinto, sacri Pontificatus Sanctissimi Domini Nostri benedicti papæ<br />
xvi primo, in mea testiumque infrascriptorum præsentia, Eminentissimum<br />
ac Reverendissimum Dominum ioannem baptistam s.r.e.<br />
Cardinalem re, Tituli Ecclesiæ Suburbicariæ Sabinensis-Mandelensis,<br />
Præfectus Congregationis pro Episcopis, de speciali mandato eiusdem<br />
Sanctissimi in Christo Patris et Domini benedicti Divina Providentia<br />
papæ xvi, in Ecclesia Cathedrali Altamurensi, inter Missarum sollemnia<br />
ordinavisse Excellentissimum ac Reverendissimum Dominum michaelem<br />
castoro, per Apostolicas sub plumbo Litteras “Qui successimus”,<br />
die decimo quarto mensis Maii anno bismillesimo quinto datas,<br />
electum Episcopum Uritanum, omnibus quidem servatis ritibus in Pontificali<br />
Romano præscriptis, cum eodem Eminentissimo Patre sacrum<br />
ritum confecisse Excellentissimos ac Reverendissimos d.d. marium<br />
paciello, Episcopum Altamurensem-Gravinensem-Aquavivensem et<br />
marcellum semeraro, Episcopum Albanensem.<br />
Super quibus omnibus et singulis ego infrascriptus Franciscus Camaldo,<br />
a Cæremoniis Pontificalibus et Apostolicæ Sedis Antistes atque<br />
Protonotarius Apostolicus ex officio rogatus, hoc publicum Instrumentum<br />
mea manu signatum, sigilloque impressum, confeci.<br />
Datum in Civitate Altamurensi, die 25 mensis Iunii anno Domini 2005,<br />
præsentibus ibidem et ad prædicta testibus adhibitis atque rogatis.<br />
✠ G. Battista Card. Re<br />
✠ Mario Paciello<br />
✠ Marcello Semeraro<br />
Franciscus Camaldo<br />
Cær. Pont.<br />
2 1
2 2<br />
Inizio del ministero episcopale<br />
nella <strong>Diocesi</strong> di Oria<br />
di S.E. Mons. Michele Castoro<br />
Il 29 agosto 2005, S.E. Mons. Michele Castoro ha iniziato ufficialmente<br />
il suo ministero Episcopale quale Vescovo di Oria.<br />
Si riportano di seguito: il saluto di S.E. Mons. Mario Paciello, all’inizio<br />
della celebrazione; l’Omelia di S.E. Mons. Michele Castoro ed<br />
il Verbale della presa di possesso canonico della <strong>Diocesi</strong> di Oria.<br />
Indirizzo di saluto<br />
di S.E. Mons. Mario Paciello<br />
Eccellenza Reverendissima e carissimo Mons. Michele,<br />
l’esultanza <strong>delle</strong> Chiese di Oria e di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti per la tua nomina a Vescovo di Oria, e la intensa commozione<br />
tua personale e di tutta l’assemblea per la solenne Concelebrazione<br />
dell’ordinazione episcopale, oggi sfociano, per il Presbiterio e il Popolo<br />
di Dio che è in Oria, nella gioia dell’accoglienza del nuovo, atteso e desiderato<br />
Pastore; per te, nella profonda trepidazione del cuore, di fronte<br />
alle grandi responsabilità che il ministero episcopale comporta.<br />
Il giorno dell’ingresso in <strong>Diocesi</strong>, infatti, è per il Vescovo come la<br />
Domenica <strong>delle</strong> Palme per Gesù.<br />
Il servizio episcopale, per tutta la sua durata, è una lunga settimana<br />
pasquale, nella quale annuncio, magistero, incontri personali, pause di<br />
spirituale intimità in casa di Lazzaro, Marta e Maria, momenti formativi<br />
ed eucaristici con i discepoli nel Cenacolo, ore difficili per accettare e far<br />
accettare la volontà di Dio, ti faranno vivere l’anelito dell’“ora” provata<br />
da Gesù, per portare tutti all’incontro col Risorto e alla partecipazione<br />
vitale alla Sua Risurrezione.<br />
Fratelli e sorelle della Chiesa di Oria, se da fratello maggiore e padre<br />
di Mons. Castoro posso permettermi di esprimerVi un mio profondo<br />
convincimento, vi dico che non vi sarà difficile voler bene a Mons. Castoro,<br />
stimarlo e ascoltarlo.<br />
Egli non viene per esercitare un potere, ma per guidarvi verso la Veri-
tà che è Cristo Risorto; non viene di propria iniziativa, ma per obbedienza<br />
accettata con amore.<br />
Facendo mia l’espressione di S. Ignazio di Antiochia, vi auguro di<br />
sentirvi sempre uniti a lui come le corde alla cetra.<br />
Se permetterete allo Spirito di far vibrare le corde dei vostri cuori al<br />
vento della carità, si sprigionerà la melodia della comunione fraterna,<br />
ecclesiale e pastorale.<br />
Noi della <strong>Diocesi</strong> Madre di Mons. Castoro, accompagnandolo nel suo<br />
ingresso nella sua <strong>Diocesi</strong>, vogliamo ancora una volta testimoniare a lui<br />
e alla Chiesa che gli è stata affidata, la nostra stima, l’affetto, la vicinanza<br />
spirituale e la condivisione del giudizio espresso dal Santo Padre Benedetto<br />
XVI nella Bolla di nomina: (Sacerdote) “ornato di riconosciute<br />
doti di mente e di cuore”.<br />
Ora che un figlio di <strong>Altamura</strong> è fra voi come Pastore, le <strong>Diocesi</strong> di<br />
Oria e di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti sono unite da un legame<br />
più stretto di fraternità e di carità, che si esprimerà innanzitutto<br />
nella preghiera perché lo Spirito illumini, fortifichi e sostenga Mons.<br />
Castoro, e la Vergine Assunta e San Barsanofio lo confortino e lo custodiscano<br />
nel cammino.<br />
2 3
2 4<br />
Fratelli e sorelle in Cristo,<br />
Carissimi amici.<br />
* * *<br />
Omelia<br />
di S.E. Mons. Michele Castoro<br />
1. Vengo in mezzo a voi nel nome del Signore, In nomine Iesu, e a<br />
tutti rivolgo il cristiano saluto della Pace.<br />
Quasi impaziente di venire tra voi, come scriveva l’Apostolo Paolo ai<br />
Romani (Rm 15, 22), questi due mesi di attesa mi sono sembrati persino<br />
lunghi. La impazienza nasceva dal desiderio di venire presto fra voi, che<br />
siete la Chiesa alla quale la bontà del Santo Padre mi ha inviato: Chiesa<br />
in Oria, che già tanto amo con quell’amore messo nel mio cuore per voi<br />
dal Signore che mi vuole vostro Pastore e Padre.<br />
Un incontro, questo, atteso e preparato nella preghiera.<br />
Non posso, infatti, non sentire il peso e la responsabilità che comporta<br />
l’impegnativo e gravoso ministero episcopale in momenti tanto delicati<br />
della vita civile, sociale ed ecclesiale, per la complessità dei problemi<br />
del mondo d’oggi, segnato da grandi novità ma anche da grandi sfide.<br />
Sono sempre più evidenti i gravi problemi che riguardano la ricostruzione<br />
del tessuto cristiano della società, nella quale la fede cristiana è posta<br />
a confronto con le istanze della secolarizzazione e della modernità, del<br />
consumismo e del soggettivismo morale.<br />
Ma la toccante pagina della Scrittura, che ci è stata ora proclamata,<br />
può consentirci la trepidazione, ma mai lo sgomento o la paura. Ognuno<br />
di noi sa chi è colui “che abbiamo seguito” dopo aver lasciato tutto (cfr.<br />
Mt 19, 27-29): è Gesù di Nazareth, l’Emmanuele, che ci ha assicurato<br />
di essere con noi fino alla fine del mondo. Anche noi, che abbiamo<br />
fatto l’esperienza della fede, possiamo dire con San Paolo: “Sono stato<br />
crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.<br />
Questa vita che vivo nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio,<br />
che ha dato se stesso per me” (Gal 2, 19-20).<br />
2. Oltre a questi motivi di fede, ho avuto, in questo tempo di attesa,<br />
il conforto della vostra accogliente bontà. Ho pregustato di poter vivere<br />
con ognuno di voi quella “comunione”, cioè quella partecipazione
di intenti e di affetti che è segno e contenuto della stessa esperienza di<br />
Chiesa. Di questa vostra concorde aspirazione ho avuto prova – e rinnovo<br />
a ciascuno il mio grazie – dalla vostra corale partecipazione alla mia<br />
Ordinazione episcopale ad <strong>Altamura</strong> il 25 giugno scorso, dalle molte lettere<br />
di sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli, che mi hanno inviato voti<br />
augurali, con la promessa di particolari preghiere.<br />
La mia riconoscenza, quindi, è per tutti voi qui presenti, per la testimonianza<br />
di affetto e di fede che mi date con la vostra partecipazione a<br />
questo momento di preghiera, e si estende a coloro che, impediti ad essere<br />
qui dall’età o dalla sofferenza, hanno assicurato la loro partecipazione<br />
spirituale.<br />
Un particolare ringraziamento desidero esprimerlo, poi, all’Ecc.mo<br />
Nunzio Apostolico, Mons. Paolo Romeo, Rappresentante Pontificio in<br />
Italia. Cara Eccellenza, siamo lieti di accoglierLa in Oria; grazie di essere<br />
tra noi oggi; la sua presenza ci onora profondamente; in Lei salutiamo<br />
e ringraziamo il Santo Padre Benedetto XVI; a Lei affidiamo i nostri<br />
sentimenti di affetto e di venerazione verso il Papa; nel Successore di<br />
Pietro noi riconosciamo il centro visibile dell’unità della fede e della<br />
comunione nella Chiesa.<br />
Devo, inoltre, a S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, Vescovo di Castellaneta,<br />
un grazie vivissimo per l’instancabile ministero svolto in questi<br />
mesi di Amministrazione Apostolica e per le espressioni tanto cordiali e<br />
incoraggianti che, a nome di tutti, mi ha ora rivolto.<br />
Pensieri e devozione mi portano a far menzione anche del mio predecessore,<br />
S.E. Mons. Marcello Semeraro: a lui riserbo gratitudine, mentre<br />
rendo doveroso omaggio al suo zelante ministero. Mi propongo di<br />
continuarlo con l’aiuto potente del Signore, cercando di comprendere le<br />
attese e i bisogni attuali di questa nostra Chiesa di Oria, di questa nostra<br />
terra, di questa nostra città, che d’ora in poi sentirò e amerò come la mia<br />
Chiesa, la mia terra, la mia città. Questa diletta diocesi, ricca di un’ininterrotta<br />
testimonianza di fedeltà al Vangelo, ammirata per la laboriosità<br />
e la cordiale accoglienza della sua gente, nota per le tradizioni culturali,<br />
civili e religiose, celebre per i semi di santità presenti nelle sue contrade.<br />
In questa solenne circostanza desidero, poi, rendere onore alla diocesi<br />
di Oria per l’esemplare impegno missionario sviluppato in questi anni,<br />
che ha portato ad una fattiva collaborazione con la Chiesa di Scutari,<br />
in Albania, dove un nostro sacerdote svolge il suo ministero pastorale<br />
2
2<br />
come educatore nel Seminario interdiocesano e dove, con il contributo<br />
dei nostri fedeli, è stata costruita una bella Chiesa, consacrata il 30 luglio<br />
scorso, dedicata ai Santi Medici.<br />
Da parte mia, desidero assicurare che questo impegno missionario,<br />
con l’aiuto di Dio, dovrà continuare e, come spero, accrescersi.<br />
Rivolgo un particolare ringraziamento al 1° Cittadino di Oria, il Prof.<br />
Cosimo Moretto, che anche a nome dei Sindaci degli altri Comuni della<br />
diocesi, mi ha rivolto sentite espressioni di benvenuto. Saluto anche<br />
tutte le autorità politiche, civili e militari e quanti portano il peso e la<br />
responsabilità del servizio al bene comune, come pure le singole personalità<br />
che hanno voluto onorarmi con la loro presenza.<br />
Vogliate consentirmi di rivolgere, ora, un caloroso e grato saluto a<br />
S.E. Mons. Mario Paciello, Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti, che ha voluto amabilmente accompagnarmi nella sede del<br />
mio nuovo ministero. Saluto e ringrazio anche gli altri Vescovi: gli Ecc.<br />
mi Mons. Benigno Papa, Arcivescovo metropolita di Taranto, Mons.<br />
Rocco Talucci, Arcivescovo di Brindisi-Ostuni e Mons. Martino Scarafile,<br />
Vescovo emerito di Castellaneta. Saluto e ringrazio anche il Sindaco<br />
di <strong>Altamura</strong>, Dott. Mario Stacca, ed il Rappresentante della Presidenza<br />
del Consiglio Regionale della Puglia, l’altamurano Avv. Michele Venticelli.<br />
Un distinto e affettuoso saluto ai sacerdoti ed ai numerosi fedeli<br />
della mia cara città di <strong>Altamura</strong>. Saluto e ringrazio anche i sacerdoti e gli<br />
amici venuti da lontano.<br />
A tutti voi qui presenti in questa deliziosa piazza ripeto con l’Apostolo:<br />
“Il mio affetto è con tutti voi, in Gesù Cristo” (1Cor 16, 22). E con il<br />
nostro Santo patrono Barsanofio, vi dico: “Figli miei diletti, vi abbraccio<br />
nel Signore, supplicandolo di proteggervi da ogni male” (Lettera 194).<br />
3. Carissimi, non è questo il momento per un discorso programmatico.<br />
Il piano di lavoro lo prepareremo <strong>insieme</strong>.<br />
Non possiamo tuttavia non tener conto di due priorità sulle quali<br />
oggi la Chiesa intera è chiamata a riflettere e ad operare seriamente: la<br />
famiglia e i giovani. Il nostro impegno sarà senza risparmio per salvaguardare<br />
l’unità della famiglia ed il ruolo che le compete nella società e<br />
per assicurare ai nostri giovani un futuro di speranza.<br />
Lo Spirito ci faccia pronti e disponibili all’appello che viene da questi<br />
nuovi “segni dei tempi”.
Più che fermarsi, pertanto, a riflettere sul lavoro che dovremo compiere,<br />
mi sembra opportuno richiamare la mia e la vostra attenzione sulla<br />
necessità di fare fra noi “un cuor solo e un’anima sola”, per rendere presente<br />
in noi e fra noi Cristo Signore, ed essere in tal modo animati dal<br />
suo Spirito, spinti a lavorare <strong>insieme</strong> con sincero impegno d’intenti, di<br />
comprensione e di rispetto, per sapere scambievolmente condividere le<br />
gioie e le sofferenze l’uno dell’altro.<br />
La Chiesa, infatti, è “comunione” nel suo duplice riferimento, in Cristo<br />
con Dio e in Cristo con i fratelli. Da questa realtà di Chiesa dobbiamo<br />
far discendere alcuni principi ispiratori della nostra condotta e della<br />
nostra azione.<br />
Innanzitutto, la necessaria comunione tra il Vescovo e il presbiterio:<br />
un’unione non solo affettiva, ma effettiva e concreta, che trae le sue ragioni<br />
dalla fede. Sarà il frutto più pregiato di questo Anno Eucaristico:<br />
non possiamo dimenticare, infatti, che il Signore stesso ha posto nelle<br />
nostre mani l’Eucaristia, che è il segno massimo e misterioso della comunione<br />
nella Chiesa.<br />
Miei cari Presbiteri, senza la vostra preziosa collaborazione non potrò<br />
fare nulla di quanto mi è chiesto. Voglia il Cielo che in me ed in voi risplenda<br />
luminoso l’ideale del sacerdozio (cf 1Tm 4, 14), perché la nostra<br />
vita sia espressione credibile dei misteri che celebriamo e diventi per<br />
molti giovani attrattiva a seguire Cristo nel suo atto di totale donazione,<br />
mentre rendo lode a Dio per il nutrito stuolo di diaconi e seminaristi che<br />
trovo in Oria e che costituiscono un provvidenziale segno di speranza<br />
per la nostra Chiesa.<br />
Il mio impegno nei prossimi mesi sarà quello di conoscervi personalmente,<br />
cari sacerdoti, e con voi conoscere ed amare le vostre parrocchie<br />
e i fedeli tutti di questa Chiesa.<br />
Nel richiamo di questi aspetti della comunione ecclesiale, devo ricordare<br />
le comunità di religiosi e religiose presenti in diocesi, per ringraziarle<br />
e dir loro che è motivo di conforto e di fiducia sapere della loro<br />
disponibilità e del loro impegno, che vorrà essere sempre più generoso e<br />
fattivo, in unione con il presbiterio diocesano e sotto la guida pastorale<br />
del Vescovo.<br />
Infine, ma certo non ultimi – sia nell’apprezzamento che a loro è dovuto,<br />
sia negli affetti – i fedeli laici, e tra questi quanti appartengono agli<br />
Istituti secolari e quanti hanno scelto di operare nelle varie associazioni,<br />
movimenti, gruppi ecclesiali e confraternite.<br />
2
2<br />
Amare questa Chiesa di Oria, essere in questa Chiesa ed essere questa<br />
Chiesa, come ci ripeterebbe Sant’Agostino, in perfetta unione con Cristo,<br />
con il Papa, con la Chiesa universale e fra di noi, ciascuno nel proprio<br />
ruolo: Vescovo, presbiteri, religiosi, religiose, fedeli laici. È questo<br />
il mio sogno di Vescovo. Come potrei io svolgere il mio mandato di insegnare,<br />
di santificare e di governare senza di voi? Come potreste voi<br />
essere Chiesa e nella Chiesa, senza l’unione con il vostro Vescovo?<br />
4. Nel lavoro che ci attende non siamo certamente soli. Abbiamo con<br />
noi il Signore, abbiamo la protezione di Maria Santissima, Madre della<br />
Chiesa, assieme a San Barsanofio, ai Santi Cosma e Damiano, a Sant’Annibale<br />
Maria Di Francia e al Beato Bartolo Longo, nativo di questa<br />
diocesi.<br />
E voi continuate a pregare per me, perché sappia generosamente corrispondere<br />
alla grazia dell’episcopato in una visione di fede sempre più<br />
pura, in una volontà di dedizione senza riserve, in un atteggiamento di<br />
ascolto verso ogni persona, in una attenzione che non escluda nessuno<br />
e prediliga quanti ne hanno più bisogno: i piccoli, i poveri, i malati e gli<br />
ultimi.<br />
Che il Signore mi renda sentinella vigile e premurosa, e che il mio<br />
umile servizio affretti il sorgere di una nuova primavera per la Chiesa di<br />
Oria e diventi per tutti fonte di luce e motivo di speranza.<br />
Il Signore ci benedica tutti e ci accompagni nel cammino che oggi<br />
iniziamo assieme nel suo santo Nome. In nomine Iesu, appunto, nel nome<br />
benedetto di Gesù benedetto.<br />
A Lui solo l’onore e la gloria nei secoli. Amen.
Prot. N. CD-2005-293<br />
* * *<br />
Verbale<br />
della presa di possesso canonico<br />
della <strong>Diocesi</strong> di Oria<br />
da parte del Vescovo Mons. Michele Castoro<br />
Oggi, 29 agosto 2005, il Vescovo Mons. Michele Castoro ha dato inizio<br />
al suo ministero episcopale in questa <strong>Diocesi</strong> di Oria prendendone il reale<br />
possesso canonico a norma del can. 382 del Codice di Diritto Canonico.<br />
Mons. Michele Castoro è stato accolto in piazza Donnolo dall’Amministratore<br />
Apostolico S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, Vescovo<br />
di Castellaneta e dal Collegio dei Consultori. Giunto sul sagrato della<br />
Chiesa di S. Francesco di Paola, dopo i saluti con i Vescovi presenti, con<br />
il Presbiterio diocesano, è stato accompagnato dal parroco di S. Francesco<br />
di Paola nella Cripta per un breve momento di preghiera dinanzi<br />
alla reliquia di S. Barsanofio, patrono della <strong>Diocesi</strong> e della Città di Oria.<br />
Terminato il momento di preghiera, il Vescovo <strong>insieme</strong> ai sacerdoti, si è<br />
incamminato processionalmente verso piazza Manfredi; alla Porta degli<br />
Ebrei il Sindaco della Città, prof. Cosimo Moretto, con la Giunta Municipale,<br />
dà il benvenuto al nuovo pastore.<br />
In piazza Manfredi, il Vescovo è stato accolto da un gran numero di<br />
fedeli venuti da ogni parte della <strong>Diocesi</strong>, da una rappresentanza della<br />
sua <strong>Diocesi</strong> di origine <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti e dalle<br />
autorità Civili e Militari.<br />
Il Nunzio Apostolico in Italia, S.E. Mons. Paolo Romeo, ha presieduto<br />
l’inizio della celebrazione dando il mandato di mostrare la bolla di<br />
nomina al Collegio dei Consultori, con la quale il Santo Padre in data 14<br />
maggio 2005 ha nominato Mons. Michele Castoro Vescovo di Oria. Il<br />
Cancelliere Diocesano ne ha dato lettura all’assemblea.<br />
S.E. Mons. Paolo Romeo ha insediato il nuovo Vescovo consegnandogli<br />
il pastorale; Mons. Michele Castoro da quel momento ha assunto<br />
la presidenza della celebrazione eucaristica.<br />
Hanno rivolto l’indirizzo di saluto al nuovo Vescovo, il Sindaco della<br />
Città di Oria, l’Amministratore Apostolico e il Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<br />
<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, S.E. Mons. Mario Paciello.<br />
2
2 0<br />
Dopo la proclamazione del vangelo, il Vescovo nell’omelia ha commentato<br />
le Scritture Sacre risuonate nell’assemblea interpretandole alla<br />
luce dell’evento odierno, professando la sua fede nell’evangelo del Signore<br />
Gesù e ribadendo il suo amore per la Chiesa. Ricordando i suoi<br />
predecessori più immediati, ha assicurato il suo intendimento di proseguirne<br />
il servizio alla comunione ecclesiale, con quella carità sollecita<br />
che dev’essere virtù del Pastore.<br />
Terminata la celebrazione, il Vescovo con i concelebranti e l’assemblea,<br />
si è recato processionalmente nella Basilica-Cattedrale per insediarsi<br />
sulla Cattedra, mentre la Schola Cantorum ha intonato il Te Deum.<br />
Ha fatto seguito la promessa di obbedienza da parte dei Consultori e da<br />
alcuni membri della Consulta diocesana dei Laici.<br />
Hanno partecipato al sacro rito l’Arcivescovo Metropolita di Taranto,<br />
S.E. Mons. Benigno Luigi Papa; l’Arcivescovo di Brindisi-Ostuni,<br />
S.E. Mons. Rocco Talucci; l’Arcivescovo eletto di Acerenza, S.E. Mons.<br />
Giovanni Ricchiuti.<br />
Prima della benedizione è stato letto il presente verbale che sarà firmato<br />
da S.E. Mons. Michele Castoro, dal Nunzio Apostolico in Italia,<br />
dagli Arcivescovi e Vescovi presenti, dal Sindaco di Oria, dal Sindaco di<br />
<strong>Altamura</strong>, e da me Cancelliere Diocesano.<br />
✠ Michele Castoro - Vescovo di Oria<br />
✠ Paolo Romeo - Nunzio Apostolico in Italia<br />
✠ Pietro M. Fragnelli - Vescovo di Castellaneta, già Amministratore Apostolico<br />
✠ Benigno L. Papa - Arcivescovo Metropolita di Taranto<br />
✠ Rocco Talucci - Arcivescovo di Brindisi-Ostuni<br />
✠ Mario Paciello - Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
✠ Giovanni Ricchiuti - Arcivescovo eletto di Acerenza<br />
Prof. Cosimo Moretto - Sindaco di Oria<br />
Dott. Mario Stacca - Sindaco di <strong>Altamura</strong><br />
Sac. Francesco Nigro - Cancelliere Diocesano<br />
Oria, dalla Curia Diocesana, 29 Agosto 2005<br />
Solennità di S. Barsanofio Anacoreta, Patrono della <strong>Diocesi</strong> e Città di<br />
Oria
Atti<br />
del Vescovo
L’ing. Franchini (Direttore dei Lavori di restauro della Cattedrale di<br />
<strong>Altamura</strong>) mostra al Vescovo ed al Vicario le colonne ed il falco facente<br />
parti del vecchio portale - prospetto posteriore della Cattedrale, che<br />
erano state inglobate nelle murature durante i lavori di realizzazione<br />
dell’ampliamento del coro (fine XV sec.).
Introduzione<br />
Programma Pastorale Diocesano<br />
2005-2006<br />
Grandi eventi hanno vissuto la Chiesa Universale e la nostra Chiesa<br />
Diocesana nell’anno pastorale 2004-2005.<br />
Agli incontri nazionali e ai cammini a livello mondiale programmati<br />
da tempo, quali: l’Anno dell’Eucaristia, il Congresso Eucaristico Nazionale<br />
di Bari e la Giornata Mondiale della Gioventù, si sono aggiunti avvenimenti<br />
di risonanza planetaria: la morte di Giovanni Paolo II e l’elezione<br />
di Benedetto XVI: due momenti la cui eco non si spegnerà facilmente<br />
nel tempo e che hanno coinvolto e messo in movimento Governi,<br />
Nazioni, Religioni, Chiese, ambiti Politici, Culturali, e singole persone,<br />
particolarmente giovani.<br />
Il 2004-2005 è stato segnato anche da cataclismi devastanti che hanno<br />
seminato morte e distruzione, da attentati terroristici sempre più spietati<br />
e da vere e proprie guerre fratricide.<br />
La nostra Chiesa Locale, sul piano parrocchiale, associativo e diocesano,<br />
ha vissuto e condiviso tutte le tappe gioiose, dolorose e impegnative<br />
del cammino che la Provvidenza del Padre, nel suo piano di amore, ci<br />
ha fatto percorrere, e avverte tutta l’impotenza davanti a un sistematico e<br />
sempre più “normale” crescendo di violenza assurda.<br />
1. In cammino con le Chiese Locali che sono in Italia<br />
Con questa Assemblea Pastorale Diocesana si apre ufficialmente<br />
l’Anno Pastorale 2005-2006, un anno da vivere in particolare sintonia<br />
con tutte le Chiese Locali che sono in Italia, poiché il cammino 2005-<br />
2006 è la tappa centrale del decennio pastorale 2001-2010 programmato<br />
dalla C.E.I.<br />
La centralità di questa tappa sarà resa particolarmente visibile dal<br />
Convegno Ecclesiale di Verona (16-20 ottobre 2006).<br />
A metà percorso del decennio iniziato col Giubileo del 2000, la Chiesa<br />
che è in Italia, come ha fatto nei tre decenni precedenti, sente il bisogno<br />
di una auto-verifica della sua fede nel Risorto e di interrogarsi su<br />
come vivere da testimoni le situazioni che maggiormente interpellano<br />
l’esistenza contemporanea.<br />
2 3
2 4<br />
Il Convegno di Verona sarà un momento di sintesi culturale e pastorale<br />
dell’impegno di approfondimento che tutte le Chiese Locali faranno<br />
nei prossimi mesi sulla traccia di riflessione proposta dal Comitato preparatorio<br />
del Convegno.<br />
• La traccia ci porterà a volgere lo sguardo a Cristo Risorto, fondamento<br />
della fede e della speranza che illumina e sostiene la testimonianza<br />
cristiana, in un contesto culturale disorientato e smarrito.<br />
• I questionari della traccia ci aiuteranno a porci <strong>delle</strong> domande e a<br />
darci <strong>delle</strong> risposte, su come vivere da cristiani nel mondo.<br />
Cinque sono gli ambiti socio-culturali sui quali siamo chiamati a<br />
riflettere e a interpellarci.<br />
1) La vita affettiva (identità e complementarietà sessuale – educazione<br />
dei sentimenti – maternità/paternità – famiglia).<br />
2) Il lavoro e la festa (nuovi problemi di impiego – inserimento dei giovani<br />
– concorrenza mondiale – rispetto della persona – valore e rispetto<br />
della festa).<br />
3) La fragilità umana (la sofferenza – l’accoglienza del nascituro – la<br />
cura dei malati – l’ospitalità – l’assistenza – lo stile di vita).<br />
4) La tradizione (cioè il “trasmettere” – i mezzi della comunicazione sociale<br />
– la scuola e l’università – la formazione intellettuale e morale).<br />
5) La cittadinanza (l’appartenenza civile – il radicamento nella storia<br />
– la globalizzazione – le trasformazioni economiche – la fame – la<br />
giustizia – l’emigrazione – la pace – l’ambiente).<br />
Tutti siamo chiamati a fare questo approfondimento teologico-pastorale<br />
e culturale del tema del Convegno cercando di evitare due smagliature:<br />
1) farne solo oggetto di studio, cioè di fredde e disinteressate o formali<br />
considerazioni culturali;<br />
2) accogliere l’approfondimento della traccia come un impegno che ci<br />
distrae dal cammino che stiamo facendo e che si sovrappone ad altri<br />
incontri di studio, di formazione, di riflessione, di catechesi.
La traccia di riflessione deve entrare quanto più è possibile nel nostro<br />
cammino pastorale del 2005-2006 per cui sarà oggetto:<br />
• di studio degli incontri di aggiornamento del Clero;<br />
• di meditazione dei ritiri del Clero;<br />
• di incontro di catechesi di Adulti e Giovani, di Operatori Pastorali, di<br />
Associazioni e Movimenti, di Gruppi Famiglia, di Uffici Pastorali di<br />
Curia, di Operatori nella Pastorale di Ambiente.<br />
Un piccolo Comitato Diocesano di coordinamento, guidato da Don<br />
Mimmo Giannuzzi, cercherà di agevolare il coinvolgimento di tutti semplificando<br />
temi e questionari e dando le indicazioni necessarie.<br />
2. In continuità col cammino pastorale diocesano<br />
La programmazione pastorale annuale, perché possa essere tappa<br />
di un cammino per la realizzazione di un progetto:<br />
1) deve essere attenta alla continuità con le tappe precedenti;<br />
2) deve avere degli obiettivi chiari;<br />
3) ha bisogno di contare sul coordinamento <strong>delle</strong> persone, <strong>delle</strong> risorse,<br />
dei mezzi e <strong>delle</strong> strutture;<br />
4) deve essere animata da un convinto spirito di comunione;<br />
5) deve avvertire una forte responsabilità verso la missione;<br />
6) deve sentire un bisogno permanente di formazione spirituale, teologica<br />
e pastorale di preti e di laici.<br />
Senza questi presupposti, la pastorale è una parola vuota e senza senso;<br />
tutto quello che si fa, compresi liturgia e sacramenti, è un battere<br />
l’aria, un pescare a vuoto, un vagare senza meta.<br />
1) - 2) continuità e chiarezza di obiettivi<br />
Gli obiettivi pastorali primari dei programmi precedenti sono stati:<br />
¸ il Giorno del Signore;<br />
¸ la Famiglia;<br />
¸ i Giovani;<br />
¸ l’Unità Pastorale.<br />
Per quanto attento e costante possa essere stato l’impegno per avvicinarci<br />
a questi traguardi, non possiamo ritenere raggiunte le mete.<br />
2
2<br />
Tutte e quattro le scelte pastorali, pertanto, restano in essere, anche<br />
perché rientrano nel tema del Convegno Ecclesiale di Verona.<br />
3) - 4) - 5) coordinamento - comunione - missione<br />
La domanda centrale del programma 2004-2005 è stata “Quale parrocchia<br />
per il nostro tempo?”.<br />
L’interrogativo nasceva dalla Nota Pastorale C.E.I. “Il volto missionario<br />
della Chiesa in un mondo che cambia”.<br />
L’impegno primario dei Consigli Pastorali dell’anno trascorso doveva<br />
essere una attenta e veritiera verifica <strong>delle</strong> condizioni di salute <strong>delle</strong><br />
parrocchie, cioè della vitalità pastorale, della dinamicità missionaria,<br />
dell’attenzione privilegiata alla formazione dei laici, dell’apertura a una<br />
ricerca di comunione e di tessitura di unità pastorali.<br />
Credo che la traccia di riflessione in preparazione al Convegno di<br />
Verona possa essere di grande aiuto per fare una verifica, forse non fatta,<br />
perché si sviluppi una profonda esigenza di comunione e si ravvivi lo<br />
slancio missionario 1 .<br />
6) - formazione<br />
Senza formazione siamo atleti senza esercizio, operai senza esperienza,<br />
giocatori senza allenamento, autisti senza patente. Il vero dramma è<br />
che, forse, siamo convinti di non avere bisogno di formazione: la riteniamo<br />
tempo rubato alle cose da fare. Abbiamo sempre qualche impegno<br />
da premettere o qualche ragione che ci giustifica quando siamo chiamati<br />
agli incontri formativi.<br />
La non sufficiente attenzione alla priorità della formazione emerge<br />
non solo dalla difficoltà di partecipare o far partecipare ai momenti formativi<br />
proposti dalla <strong>Diocesi</strong>, ma anche dalla mancanza, in tante parrocchie,<br />
di catechesi ordinaria a giovani ed adulti, alle Associazioni e ai<br />
laici impegnati nei vari settori pastorali.<br />
1 Per una ulteriore riflessione sulla parrocchia e sull’unità pastorale, ritengo opportuno<br />
riportare in appendice quanto ho scritto nel programma 2004-2005.
1. Il giorno del Signore<br />
OBIETTIVI PRIMARI<br />
Era desiderio di tutti, dopo il grande Convegno Pastorale Diocesano<br />
su “Il Giorno del Signore” (14-20 febbraio 2005), che le istanze emerse<br />
dalla settimana di studio non fossero dimenticate.<br />
La ricaduta di tutto ciò che è stato detto nel Convegno può verificarsi solo<br />
nella parrocchia. La parrocchia deve ritrovare il coraggio di andare contro<br />
corrente rispetto al modo con cui gran parte dei cristiani vive la Domenica.<br />
• Non bisogna limitarsi a “servire” coloro che “frequentano”, il cui numero<br />
va sempre più assottigliandosi.<br />
• Bisogna “andare a cercare”, e non la domenica mattina.<br />
• I modi di questa ricerca sono tanti:<br />
ÿ Incontri in casa;<br />
ÿ Formazione di veri Gruppi Liturgici che preparano le celebrazioni<br />
con competenza;<br />
ÿ Insieme ad altri Gruppi Liturgici e con l’aiuto dell’Ufficio Liturgico<br />
Diocesano, mini corsi di Liturgia sui santi segni (riti, rubriche,<br />
gesti, canti, preghiere, letture, abbigliamento liturgico, arredo e<br />
corredo sacro, suppellettile sacra, tempi liturgici, sacramenti);<br />
ÿ Abolizione <strong>delle</strong> celebrazioni non necessarie, specie dove c’è vicinanza<br />
di luoghi celebrativi e contemporaneità di celebrazione o<br />
frazionamento di partecipanti;<br />
ÿ Liturgie veramente “pasquali” che lasciano il segno;<br />
ÿ Catechesi sulla “serietà” del precetto festivo;<br />
ÿ Preparazione di divertimenti senza sballo per i giovani;<br />
ÿ Offerta di sabato sera alternativo alla discoteca;<br />
ÿ Proposta di volontariato, di incontri di amicizia, di fraternità, di<br />
preghiera, di svago, da parte degli stessi giovani e adulti della parrocchia.<br />
2. Famiglia<br />
La famiglia, sotto l’aspetto pastorale, non è un peso, ma una risorsa.<br />
La famiglia è un’ottima operatrice pastorale, evangelizzatrice, collaboratrice<br />
a tutti i livelli. La famiglia, però, raramente viene da sé in chiesa:<br />
bisogna svegliarla, sensibilizzarla, formarla.<br />
2
2<br />
Bisogna favorire l’incontro e la solidarietà tra le famiglie e formarle<br />
con tutti i mezzi possibili per renderle “testimoni” in tutti gli ambienti.<br />
Sul piano concreto, sono sempre valide le indicazioni date nei programmi<br />
precedenti:<br />
• Qualificare i percorsi formativi dei nubendi con itinerari e tempi concordati<br />
tra parrocchie tramite l’Ufficio Famiglia.<br />
• Itinerario formativo per gruppi famiglia coordinato dall’Ufficio Famiglia.<br />
• Far vivere alle famiglie le esperienze di formazione e di spiritualità a<br />
livello diocesano, sia se inserite in Associazioni, Gruppi, Confraternite,<br />
sia se non appartenenti ad alcuna aggregazione: ritiro quaresimale<br />
guidato dal Vescovo, eventi diocesani.<br />
3. Giovani<br />
Il Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile, con la collaborazione<br />
della Consulta di Pastorale Giovanile, dopo la faticosa e fruttuosa esperienza<br />
della organizzazione della partecipazione dei nostri giovani alla<br />
GMG di Colonia 2005, vuole essere particolarmente attenta ai giovani<br />
“lontani”.<br />
Per tale motivo, oltre le tappe del cammino già programmato per il<br />
2005-2006, si rende disponibile a collaborare con il CSI, l’ANSPI e i Docenti<br />
di Religione, per attività sportive, oratoriane e para-scolastiche.<br />
I parroci propongano ai giovani, membri di Associazioni e non, di valorizzare<br />
gli incontri formativi extra-parrocchiali organizzati per loro:<br />
• La Scuola di Preghiera;<br />
• I ritiri della Scuola di Preghiera;<br />
• La Via Crucis Diocesana;<br />
• La XXI GMG della Vigilia <strong>delle</strong> Palme (<strong>Altamura</strong>);<br />
• La Veglia Ecumenica di Pentecoste;<br />
• La Peregrinatio del Crocifisso di S. Damiano;<br />
• L’incontro Europeo dei Giovani a Milano animato dalla Comunità di<br />
Taizé (27/12-2/1/06).<br />
Le date e i luoghi degli incontri sono nel calendario diocesano (in<br />
allegato).<br />
Un lavoro prezioso che ogni sacerdote ed educatore deve fare con i<br />
giovani sono: la catechesi, la direzione spirituale, la formazione alla pre-
ghiera e alla vita sacramentale, altrimenti si corre il rischio di fare con<br />
loro solo attività e iniziative senza senso.<br />
4. Unità Pastorale<br />
La riflessione centrale della settimana del Convegno è stata dedicata<br />
al tema dell’unità pastorale, perché senza comunione pastorale tra le<br />
parrocchie, non si può far vivere ai fedeli la domenica come fonte di<br />
testimonianza e di missionarietà.<br />
Il Convegno ci ha ricordato o insegnato che la parrocchia non deve<br />
curare solo chi “frequenta”, ma deve occuparsi della fede che non c’è,<br />
di quell’80% che crede di non avere bisogno di Gesù Cristo o che non<br />
sa nemmeno chi è.<br />
Una parrocchia chiusa alla proposta di incamminarsi verso l’unità<br />
pastorale, è segno che non vive la comunione all’interno e non ha il<br />
senso della missione. Una parrocchia che basta a se stessa, è segno che<br />
si accontenta di molto poco e che non ha nulla da dare.<br />
L’unità pastorale crea perplessità, perché la si vede come un battaglione<br />
formato con i resti di altri plotoni sconfitti e decimati, o come la<br />
cancellazione dell’identità e della singolarità della parrocchia.<br />
Fare una unità pastorale non è un declassare al ruolo di gregari chi<br />
finora correva da campione o leader della squadra. L’unità pastorale<br />
nasce dalla consapevolezza che la parrocchia da sola, pur potendo contare<br />
sulla disponibilità dei laici, a causa <strong>delle</strong> accresciute esigenze della<br />
pastorale odierna, non può più rispondere da sola ai bisogni spirituali,<br />
personali, familiari del territorio.<br />
C’è tutto da guadagnare:<br />
• a guardare i bisogni del territorio <strong>insieme</strong> ad altre comunità parrocchiali;<br />
• a far scoprire ai laici il sacerdozio battesimale, che è comunione e<br />
missione;<br />
• ad evangelizzare i giovani con i giovani (per strapparli dalle discoteche;<br />
per responsabilizzarli nell’oratorio o nel volontariato), e le<br />
famiglie con le famiglie (formazione alla fede dei figli, educazione<br />
al senso della domenica);<br />
• a confrontare e coordinare itinerari pastorali parrocchiali;<br />
• a condividere risorse, iniziative, risposte pastorali concrete ai bisogni<br />
della gente;<br />
2
2 0<br />
• a domandarsi <strong>insieme</strong> come calare nel territorio gli orientamenti pastorali<br />
della <strong>Diocesi</strong>.<br />
ATTIVITà DIOCESANE<br />
PER L’ANNO 2005-2006<br />
1. Conclusione dell’Anno Eucaristico con tre Giornate Eucaristiche<br />
(quarant’ore), celebrate contemporaneamente in tutte le Parrocchie<br />
e Monasteri nei giorni 27-28-29 ottobre 2005.<br />
2. Esercizi spirituali dei Sacerdoti e dei Diaconi 26-30 giugno 2006<br />
- Santuario S. Maria dell’Isola - Conversano (BA).<br />
I Sacerdoti cerchino di partecipare al corso diocesano di esercizi,<br />
non solo per adempiere un dovere e soddisfare un bisogno dello<br />
Spirito, ma anche come momento e testimonianza di comunione<br />
sacerdotale.<br />
Agli Esercizi possono partecipare Laici solo in forma residenziale e<br />
a condizione che ci siano stanze sufficienti.<br />
3. Ritiri spirituali dei Sacerdoti e dei Diaconi ogni terzo venerdì del<br />
mese presso il Centro Giovanile “Benedetto XIII” di <strong>Gravina</strong>.<br />
4. Aggiornamento del Clero sulla traccia di riflessione del Convegno<br />
di Verona, presso il Centro Giovanile, ogni quarto venerdì del mese.<br />
Possono essere presenti Operatori pastorali in grado di partecipare.<br />
5. Pozzo di Giacobbe, lectio divina per sacerdoti, religiose, laici, presso<br />
il Centro Giovanile, ogni secondo lunedì del mese da novembre<br />
2005 a maggio 2006.<br />
6. Scuola di preghiera per giovani, presso il Centro Giovanile Benedetto<br />
XIII di <strong>Gravina</strong>: 21 ottobre 2005; 18 novembre 2005; 11<br />
dicembre 2005; 20 gennaio 2006; 17 febbraio 2006; 2 aprile 2006;<br />
12 maggio 2006.<br />
7. Messa Crismale nella Cattedrale di <strong>Gravina</strong> il mercoledì santo, 12<br />
aprile 2006.<br />
8. Corpus Domini Diocesano, giovedì 15 giugno 2006 a Poggiorsini.<br />
9. Giornata Diocesana del Ministrante a Noci, il 12 giugno 2006,<br />
come momento conclusivo e celebrativo del cammino parrocchiale<br />
e interparrocchiale (cittadino) animato dall’Ufficio Liturgico, dal<br />
CDV, dal Seminario e dall’ACR.
10. Due giorni di formazione per Catechisti sul compendio del Catechismo<br />
della Chiesa Cattolica, il 26-27 settembre 2005.<br />
11. Incontri di formazione metodologica per catechisti sulla comunicazione<br />
e le relazioni efficaci (Dott. Quaglietta) nella sede di <strong>Altamura</strong><br />
- <strong>Gravina</strong> - Santeramo - Spinazzola, il martedì e mercoledì.<br />
12. Scuola di Formazione Teologico-Pastorale e Seminari di studio<br />
secondo i contenuti, i tempi, i luoghi del programma e del calendario<br />
allegati.<br />
13. Il giornale “Avvenire” con la pagina diocesana, nella quale il Vescovo<br />
cercherà di essere sempre presente con uno scritto, tornerà<br />
ad essere nelle parrocchie la domenica ogni quindici giorni, con un<br />
numero di copie proporzionato agli abitanti.<br />
I parroci, trovino sin d’ora collaboratori che si assumono l’impegno<br />
della distribuzione, ma soprattutto non si stanchino di sensibilizzare<br />
la comunità sulla validità dell’acquisto di un numero settimanale<br />
di stampa cattolica con notizie “di casa”.<br />
14. Per far conoscere e far entrare nelle famiglie il magistero di Benedetto<br />
XVI, nelle domeniche alterne ad “Avvenire”, la Curia si impegna<br />
a mettere a disposizione dei parroci dei volantini con i messaggi<br />
più significativi per la formazione cristiana <strong>delle</strong> famiglie.<br />
15. La Consulta <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali prossimamente avrà un<br />
presidente, un segretario e un sacerdote delegato ad assisterla per<br />
tessere meglio i rapporti tra la <strong>Diocesi</strong> e le singole aggregazioni:<br />
Presidente e segretario saranno designati dai rappresentanti <strong>delle</strong><br />
aggregazioni.<br />
16. Il Servizio Diocesano per il Catecumenato riprenderà i contatti<br />
con i referenti parrocchiali per una ulteriore messa a punto dell’itinerario<br />
di preparazione al battesimo degli adulti.<br />
17. I Diaconi e i Ministri Istituiti si incontreranno ogni secondo mercoledì<br />
del mese. Dal 2-4 giugno 2006, a Policoro, faranno gli esercizi<br />
spirituali con le famiglie.<br />
18. La Caritas Diocesana (vedi programma allegato) è disponibile e<br />
orientata a fare formazione e a dare vita a centri di ascolto all’interno<br />
di unità pastorali.<br />
19. Il settore Cultura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Curia<br />
organizzerà una serie di proiezioni di film a tema con relativo cineforum.<br />
Destinatari: giovani, coppie, educatori, docenti, privati cittadini.<br />
2 1
2 2<br />
20. La Curia cercherà di aprire al più presto un sito web della <strong>Diocesi</strong>.<br />
21. Sabato, 17 dicembre sarà consacrata la Chiesa superiore del nuovo<br />
Ospedale “Miulli”, intitolata a S. Maria della Salute, nella quale il<br />
Vescovo celebrerà la Messa nella notte di Natale.<br />
In gennaio 2006, con programma di manifestazioni scientifiche,<br />
culturali e celebrazioni religiose, sarà inaugurato ufficialmente il<br />
nuovo complesso dell’Ospedale.<br />
SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA E PASTORALE<br />
ANNO SCOLASTICO - A - SACRA SCRITTURA - 2005/2006<br />
Finalità<br />
La scuola di Formazione Teologico-Pastorale intende dare un contributo<br />
al rinnovamento della nostra Chiesa Locale, offrendo stimoli per<br />
una migliore comprensione dell’uomo contemporaneo e per una maggiore<br />
radicalità evangelica.<br />
Obiettivi<br />
• Favorire la capacità relazionale con sé, con gli altri e con Dio.<br />
• Approfondire la conoscenza e sviluppare l’elaborazione dei contenuti<br />
teologici.<br />
• Educare a pensare e a “incarnare” il messaggio evangelico.<br />
• Sviluppare competenze comunicative in grado di migliorare il proprio<br />
stile di annuncio e di attività educativa.<br />
• Favorire la formazione di équipes stabili di lavoro a servizio <strong>delle</strong><br />
parrocchie e degli Uffici di Curia.<br />
Destinatari<br />
• Per quanti vogliono conoscere le ragioni della loro fede.<br />
• Per Laici che vogliono servire la comunità degli uomini con il ministero<br />
dell’annuncio, della catechesi, della liturgia, della famiglia,<br />
degli infermi, dei poveri, della cultura, della scuola.<br />
• Per gli Aspiranti ai ministeri istituiti e straordinari.<br />
• Per le Persone consacrate.<br />
• Per i Cooperatori pastorali <strong>delle</strong> parrocchie e associazioni.
• Per i Responsabili degli Uffici Pastorali.<br />
• Per i Responsabili <strong>delle</strong> confraternite.<br />
Metodologia<br />
• Lezioni.<br />
• Itinerari di ricerca e di scoperta per favorire la riflessione e l’elaborazione<br />
dei contenuti.<br />
• Laboratori con metodologia interattiva e narrativa nei seminari.<br />
Livello degli studi<br />
La scuola si pone ad un livello intermedio tra gli Istituti Teologici e la<br />
formazione di base <strong>delle</strong> parrocchie.<br />
L’ambito di riferimento specifico in cui si colloca la scuola è quello<br />
pastorale-ministeriale, e non abilita all’insegnamento della religione<br />
cattolica.<br />
Struttura della scuola<br />
La struttura della scuola è ciclica: Anno A - Sacra Scrittura; Anno B<br />
- Teologia Dommatica; Anno C - Teologia Morale e Pastorale.<br />
Periodo di lezione: Ottobre 2005 – Maggio 2006.<br />
Tempi e luoghi<br />
− Lunedì partecipazione al Pozzo di Giacobbe (Centro Giovanile – <strong>Gravina</strong>);<br />
− Il Martedì dalle 19.30 alle 21.00 nelle sedi di: <strong>Altamura</strong>, <strong>Gravina</strong>,<br />
<strong>Acquaviva</strong>, Santeramo e Spinazzola.<br />
− Seminari di studi a cura di alcuni Uffici della Curia, nelle stesse sedi e<br />
date della Scuola, sul rapporto tra Parola di Dio e vissuto (sofferenza<br />
– liturgia – missione – lavoro, ecc.).<br />
Consiglio Permanente della scuola<br />
Ha il compito di programmare <strong>insieme</strong> con il Vescovo e gli Uffici di<br />
Curia la formazione all’interno della <strong>Diocesi</strong>. I Componenti:<br />
2 3
2 4<br />
• Direttore Ufficio Catechistico: don Vito Cassese;<br />
• Direttore Ufficio Cultura: don Mimmo Giannuzzi;<br />
• P. Pasquale Cenciarelli;<br />
• Don Angelo Cianciotta;<br />
• Don Giacomo Lorusso;<br />
• Don Carlo Carducci;<br />
• Don Nunzio Falcicchio (alla segreteria);<br />
• Prof. Colacicco Francesco (IRC).<br />
Docenti<br />
• Don Nino Prisciandaro;<br />
• Don Giacomo Lorusso;<br />
• Don Angelo Cianciotta.<br />
PROGRAMMA PASTORALE CARITAS ANNO 2005 - 2006<br />
Il programma pastorale per il prossimo anno non può che incanalarsi<br />
nello stesso solco di quello che da diversi anni stiamo cercando di<br />
perseguire e che ha obbiettivo unico e primario la crescita della Caritas<br />
Parrocchiale secondo le necessità del territorio per dare <strong>delle</strong> risposte<br />
concrete a quanti sono nella sofferenza a diverso titolo e per la sete di<br />
servizio vero e concreto che da più parti arriva come monito e riferimento<br />
di base.<br />
Sul piano parrocchiale<br />
La preghiera: vissuta <strong>insieme</strong> a tutta la comunità nei momenti forti e<br />
nella quotidianità.<br />
La Formazione: con la novità che tale formazione non più sarà curata<br />
per singole parrocchie, ma nella direzione <strong>delle</strong> Unità Pastorale.<br />
I Centri d’ascolto parrocchiale: dove ascoltare per capire, osservare<br />
per progettare, orientare per risolvere, con la decisa novità che tale<br />
formazione che i centri di ascolto dovranno essere organizzati e vissuti<br />
finalmente, non più per singola parrocchia, ma come Unità Pastorali.<br />
Il Servizio ai giovani, per promuovere il credito formativo per i ragazzi<br />
frequentanti gli ultimi anni <strong>delle</strong> scuole superiori, e per sostenere<br />
l’Anno di Volontariato Sociale Volontari per ragazzi e ragazze.
Il Servizio alle Famiglie, per sostenerle con interventi e gesti concreti<br />
salvaguardando la loro dignità e cercando di intervenire per le cose<br />
di cui hanno bisogno.<br />
Organizzare un servizio di recapito a casa, avvalendosi della collaborazione<br />
dei ministri straordinari.<br />
A livello diocesano<br />
Il primo obiettivo è la presenza attiva ed operativa degli animatori<br />
Caritas in tutte le realtà parrocchiali.<br />
Il secondo obiettivo è la costruzione dell’Osservatorio <strong>delle</strong> povertà<br />
e <strong>delle</strong> disponibilità.<br />
Il terzo obiettivo è l’impegno politico-sociale per lavorare in rete<br />
con le istituzioni e le realtà politiche del territorio.<br />
Il quarto obiettivo: la progettualità, con precisi e puntuali progetti<br />
da predisporre e realizzare con gli altri uffici, per fornire radicali e fattivi<br />
aiuti per la risoluzione dei diversi problemi.<br />
Il quinto obiettivo: la collaborazione ed il coordinamento del volontariato.<br />
Il nuovo obiettivo in vista <strong>delle</strong> unità pastorali, la nascita di un servizio<br />
formativo per la crescita <strong>delle</strong> Caritas Parrocchiali con laboratori<br />
operativi per paese coordinati a livello diocesano in vista <strong>delle</strong> unità pastorali.<br />
A livello diocesano<br />
Seguire direttamente le diverse Caritas Parrocchiali con la nascita dei<br />
laboratori in diocesi, per il collegamento con la regione e il centro nazionale,<br />
e per paesi per il collegamento con le parrocchie.<br />
Lavorare con gli altri uffici di Curia per cercare percorsi comuni, in<br />
modo che in ogni attività non manchi il riferimento alla Carità.<br />
Stipulare apposite convenzioni per sostenere il cammino dei centri<br />
di ascolto nella risoluzione <strong>delle</strong> problematiche presentate e raccolte<br />
nell’ascolto.<br />
Coordinare il lavoro del volontariato a livello centrale per la formazione<br />
dei volontari e la costruzione di una mappa dei servizi.<br />
Promuovere per ogni paese della diocesi e sostenere nel cammino<br />
iniziale dei gesti, segno di una Carità che si fa accoglienza.<br />
2
2<br />
Concludendo<br />
Incontri mensili di preghiera e programmazione del Consiglio Diocesano<br />
Caritas a partire dal mese di Ottobre 2005 e per tutto il 2006 con<br />
la sola esclusione dei mesi di Luglio ed Agosto e Settembre ogni terzo<br />
Lunedì del mese dalle 16.30 alle 18.30.<br />
Incontri mensili di preghiera, formazione e di organizzazione del<br />
Coordinamento Cittadino.<br />
Incontri quindicinali da proporre agli animatori Caritas per la formazione<br />
e l’attività della Caritas Parrocchiale e per i giovani in servizio<br />
in <strong>Diocesi</strong>; da Ottobre 2005.<br />
Assemblea Diocesana per la presentazione del programma e della<br />
struttura Caritas Diocesana per il mese di novembre prima dell’avvento<br />
presumibilmente Lunedì 14 Novembre 2005 dalle 17.30 alle 19.00.<br />
Organizzazione, con l’Ufficio Migrantes, della giornata per le Migrazioni.<br />
Incontri, nel mese di Ottobre, con le Istituzioni locali ed in particolare<br />
con i Servizi Sociali dei diversi comuni della <strong>Diocesi</strong>.<br />
Avvio con la prima domenica di Avvento, dei progetti “Un anziano<br />
in affidamento”; e “Adozione a Vicinanza” quale investimento culturale<br />
a favore dei minori a rischio.<br />
Organizzazione, in collaborazione con gli altri Uffici CEI, dell’Avvento<br />
e del Natale di fraternità proponendo anche, con l’aiuto della<br />
rete internazionale del commercio equo-solidale, per l’importazione diretta<br />
dei prodotti alimentari ed artigianali dai paesi in via di sviluppo.<br />
Organizzazione, con l’Ufficio Giustizia e Pace e Pastorale Giovanile,<br />
della giornata e del mese della Pace e della giornata di sensibilizzazione<br />
per il Servizio civile Volontario.<br />
Organizzazione, con l’ufficio di Pastorale Sanitaria, della giornata<br />
del malato del 11 Febbraio 2006.<br />
Organizzazione, in collaborazione con gli altri uffici CEI, della<br />
Quaresima e della Pasqua di solidarietà.<br />
Assemblea Diocesana per un momento di confronto e verifica per il<br />
mese di Giugno, presumibilmente Lunedì 19 Giugno 2006.<br />
Organizzazione, nei diversi centri della <strong>Diocesi</strong>, di giornate o settimana<br />
del Volontariato con dibattiti e manifestazioni utili a far conoscere<br />
le diverse realtà ed a creare coordinamento per poter raggiungere il traguardo<br />
della Consulta Diocesana della Associazioni di Volontariato.
Altre attività saranno promosse dal Consiglio Diocesano in ordine a<br />
progetti operativi in base alle indicazioni del Vescovo e di Caritas Italiana;<br />
di tali progetti si darà adeguata informazione dopo l’approvazione<br />
da parte degli uffici di curia.<br />
Il Signore ci dia:<br />
• la capacità di accettare ciò che non potremo cambiare;<br />
• il coraggio, l’entusiasmo, la forza di cambiare quel che possiamo;<br />
• l’umiltà di riconoscere i nostri limiti, perché solo così sapremo andare<br />
incontro agli altri per cercare, anche quel che ci manca.<br />
Il Direttore Caritas Diocesana<br />
Diacono Pinuccio Angelillo<br />
APPENDICE<br />
(dal Programma Pastorale 2004-2005)<br />
QUALE PARROCCHIA PER IL NOSTRO TEMPO<br />
Il delicato e pur necessario lavoro di verifica e l’attenzione ai nuovi<br />
impegni da assumere per l’anno pastorale che questa Assemblea inaugura,<br />
non devono far passare inosservata la Nota Pastorale dei Vescovi Italiani:<br />
“Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia”.<br />
Soprattutto non possiamo non accogliere e valorizzare l’invito che<br />
il Papa e i Vescovi fanno, di riscoprire la parrocchia, di chiederci quale<br />
volto essa deve avere in un mondo in rapida evoluzione, quale metodologia<br />
pastorale deve adottare, perché la parrocchia entri in dialogo col<br />
territorio.<br />
Dobbiamo riconoscere che della parrocchia abbiamo idee inesatte,<br />
sbagliate, approssimative e incomplete, frutto non di studio ma di impressioni,<br />
di esperienze negative, di mentalità corrente o di metodi pastorali<br />
di questa o quella figura di parroco.<br />
Una scelta saggia e quanto mai opportuna sarebbe, per questo nuovo<br />
anno pastorale, studiare, approfondire, discutere il Documento dei<br />
Vescovi con un corso di formazione per giovani, gruppi famiglie, laici<br />
impegnati, o nella catechesi degli adulti.<br />
Se non si conosce l’identità, la missione, la funzione della parrocchia<br />
non si può nemmeno renderla presenza di Chiesa nel territorio.<br />
2
2<br />
1. La Parrocchia: Chiesa vicina alla vita<br />
Dice il Papa nella Esortazione Apostolica Christifideles Laici (n. 26)<br />
che la parrocchia “è l’ultima localizzazione della Chiesa; è in un certo<br />
senso la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e <strong>delle</strong><br />
sue figlie”. La Parrocchia è la “figura della Chiesa incarnata in un<br />
luogo”; è la “figura della Chiesa vicina alla vita” (Doc. C.E.I., 4). La<br />
Parrocchia “non ha la medesima identità teologica” della <strong>Diocesi</strong>, ma<br />
è solo per mezzo di essa che la <strong>Diocesi</strong> realizza il legame col territorio.<br />
La parrocchia è come la risultante di due coordinate: vita cristiana e<br />
territorio.<br />
2. Parrocchia e Territorio<br />
La parrocchia, nel IV-V secolo è nata per evangelizzare le campagne,<br />
il territorio fuori le mura.<br />
Oggi, nonostante la grande facilità di movimento e la molteplicità di<br />
incontri e di relazioni, le persone sono ancora molto legate al territorio<br />
dove abitano e per tutte le loro necessità fanno riferimento alla propria<br />
parrocchia.<br />
Uno dei punti controversi nella diversa concezione della parrocchia,<br />
specialmente tra i sacerdoti, è la questione dei confini territoriali, che,<br />
pur avendo una necessità pratica dal punto di vista giuridico e pastorale,<br />
non può non tener conto della facile mobilità <strong>delle</strong> persone.<br />
3. Occorre una pastorale integrata<br />
Una pastorale integrata contribuisce molto a superare una visione rigida<br />
dei confini. Dobbiamo valutare con realismo i cambiamenti culturali<br />
in corso, per discernere le strade da percorrere, perché ogni persona<br />
e ogni famiglia possa incontrare Cristo.<br />
È impensabile oggi scegliere di restare prigionieri di una concezione<br />
chiusa di parrocchia amministratrice di sacramenti.<br />
Se si prende coscienza che la parrocchia è sempre meno in grado di<br />
dare risposte autosufficienti, si scopre la necessità di aprirsi, di attuare<br />
una conversione missionaria della pastorale, di “tessere rapporti diretti<br />
con tutti i suoi abitanti, cristiani e non cristiani, partecipi della vita della<br />
Comunità o ai suoi margini” (Doc. C.E.I., 10).
Conversione pastorale significa che non bisogna incappare né in Scilla,<br />
né in Cariddi, cioè chiudersi in una mortale autosufficienza pastorale,<br />
oppure rassegnarsi a essere “centro di servizi”.<br />
Il duplice scoglio si supera con l’integrazione pastorale, cioè intensificando<br />
la collaborazione con le parrocchie vicine, per programmare<br />
<strong>insieme</strong> le attività che superano le possibilità della singola parrocchia.<br />
4. La fonte e i canali di una pastorale integrata<br />
Una pastorale integrata è postulata non solo, né principalmente dai<br />
cambiamenti sociologici, ma dal mistero stesso della Chiesa che è Comunione.<br />
La comunionalità della Chiesa sgorga dalla Trinità e sfocia<br />
nella missionarietà.<br />
a) Fondamentali, per l’unità e l’integrazione pastorale sono gli Orientamenti<br />
Pastorali dati dal Vescovo e l’impegno degli Uffici Pastorali<br />
della Curia. Tuttavia, una ecclesiologia di comunione non germoglia<br />
ugualmente senza una convinta disponibilità e una vera obbedienza<br />
da parte dei sacerdoti e dei fedeli laici.<br />
b) Ecco la necessità che, prima sacerdoti e seminaristi, e fedeli laici<br />
poi, si convertano allo Spirito di comunione e a una fede missionaria,<br />
che non rinuncia al confronto con mentalità e culture estranee e<br />
contrarie al Vangelo.<br />
c) Conversione a una pastorale integrata non è sinonimo di moltiplicazione<br />
di attività. Tutt’altro! Bisogna cominciare col valorizzare ciò<br />
che esiste pastoralmente e che ci fa avvicinare tante persone precariamente<br />
legate alla Chiesa.<br />
d) La svolta missionaria non è né aggiunta, né alternativa alla pastorale<br />
ordinaria; ma rivoluzione copernicana di mentalità e di rapporti con<br />
la <strong>Diocesi</strong> e con le altre parrocchie.<br />
e) Resta primaria la cura pastorale degli adulti, cioè <strong>delle</strong> famiglie e<br />
degli ambienti di lavoro, cominciando a rimescolare tutte le ore e le<br />
date degli incontri, secondo i ritmi di vita <strong>delle</strong> famiglie. Anche per<br />
raggiungere i giovani non si può fare a meno della collaborazione<br />
<strong>delle</strong> famiglie.<br />
f) Come si può parlare di parrocchia e non parlare del parroco? Nel<br />
Decreto Conciliare Christus Dominus (30) si legge: “collaboratori<br />
del Vescovo sono i parroci, ai quali, come a pastori propri, è affida-<br />
2
300<br />
ta la cura <strong>delle</strong> anime, in una determinata parte della <strong>Diocesi</strong>, sotto<br />
l’autorità dello stesso Vescovo”.<br />
La pastorale integrata, o rinnovamento pastorale, non mette in discussione<br />
il ruolo e la responsabilità del parroco, ma lo aiuta ad esercitare<br />
l’ufficio nel modo più autentico e non da protagonista unico<br />
<strong>delle</strong> sorti della parrocchia.<br />
g) Il servizio pastorale non è una condanna ad esaurirsi, ma responsabilità:<br />
• di coinvolgere e formare i laici alla corresponsabilità;<br />
• attenzione a non fare della parrocchia una bacca chiusa in se stessa,<br />
ma ad inserirla nella comunione ecclesiale e missionaria e nel<br />
dialogo interparrocchiale.<br />
h) Integrazione pastorale significa anche invito, apertura e accoglienza<br />
verso i Religiosi e le Associazioni e Movimenti presenti in Parrocchia,<br />
perché entrino in modo stabile nella vita e nelle attività della<br />
parrocchia, pur nel rispetto del loro carisma.<br />
i) Chi ha la grazia di avere il Vicario parrocchiale o un diacono, o chi<br />
ne svolge il compito, non sottovaluti l’importanza di tale presenza.<br />
Il vice-parroco fa una preziosa esperienza in vista di altre responsabilità;<br />
il parroco ha interlocutori preziosi per il dialogo, il confronto,<br />
la pastorale giovanile, la vita comune.<br />
l) Queste riflessioni sulla parrocchia sono incomplete e sintetiche; tuttavia<br />
non è possibile concluderle senza accennare:<br />
• alla necessità di puntare a ciò che è primario ed essenziale nella<br />
pastorale: l’annuncio del Regno di Dio;<br />
• alla assoluta necessità di costituire in ogni Parrocchia Consigli<br />
Pastorali formati, responsabilizzati, ascoltati e valorizzati.<br />
Non posso nascondere che nel giro, fatto quest’anno, tra i Consigli<br />
Pastorali <strong>delle</strong> Parrocchie, ho incontrato Consigli molto ricettivi,<br />
passivi, muti, senza segni di sollecitudine missionaria con molti<br />
membri in atteggiamento di ospiti, di uditori, di invitati.<br />
Con Consigli così fatti, la Parrocchia può solo dormire un sonno<br />
comatoso col rischio di non svegliarsi più.<br />
m) “La parrocchia da sola non basta - dice il Documento C.E.I. al n. 9;<br />
ci vogliono competenze che possono essere assicurate solo da livelli<br />
più integrati, diocesani o almeno zonali, e da dedizioni più specifiche,<br />
come quelle associative”. Se non basta da sola la parrocchia, a<br />
maggior ragione non basta da solo il parroco.
«La proposta di una pastorale integrata mette in luce che la parrocchia<br />
di oggi e di domani non dovrà più concepirsi a porte sbarrate,<br />
ma all’interno di un tessuto di relazioni stabili» (Doc. C.E.I., 11).<br />
Mi auguro che queste semplici provocazioni facciano sentire a tutti<br />
il bisogno di approfondire il problema grave e urgente della conversione<br />
pastorale e di chiedersi, cosa occorre fare sul piano parrocchiale<br />
e diocesano.<br />
n) Il Programma e il calendario <strong>delle</strong> attività che oggi consegno ai<br />
Presbiteri, ai Responsabili di Associazioni, Gruppi, Movimenti e ai<br />
Segretari dei Consigli Pastorali, non sono definitivi: sono solo una<br />
bozza offerta alle vostre riflessioni.<br />
Ritiri del Clero<br />
CALENDARIO<br />
2005: 21 ottobre; 11 novembre; 16 dicembre<br />
2006: 20 gennaio; 17 febbraio; 17 marzo; 12 maggio<br />
Aggiornamento del Clero<br />
2005: 28 ottobre; 25 novembre<br />
2006: 27 gennaio; 24 febbraio; 24 marzo<br />
Pozzo di Giacobbe<br />
2005: 21 novembre<br />
2006: 16 gennaio; 13 febbraio; 13 marzo; 8 maggio<br />
Messa Crismale: 12 aprile 2006 - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Corpus Domini: 15 giugno 2006 - Poggiorsini<br />
Esercizi Spirituali del Clero: 26 - 30 giugno 2006<br />
Sem.pre: incontro Seminaristi e Preti: 3-7 luglio 2006<br />
301
302<br />
Consiglio Presbiterale e Collegio Consultori<br />
24 ottobre 2005<br />
27 marzo 2006<br />
Consiglio Pastorale Diocesano e Assemblea CDAL<br />
(Consulta Aggregazioni Laicali)<br />
1 ottobre 2005<br />
24 giugno 2006<br />
VII Assemblea Pastorale Diocesana: 9 settembre 2006<br />
Convegno Ecclesiale - Verona: 16-20 ottobre 2006<br />
Incontri Uffici di Curia<br />
2005: 26 settembre<br />
28 novembre<br />
2006: 30 gennaio<br />
27 febbraio<br />
24 aprile<br />
29 maggio<br />
19 giugno<br />
31 agosto<br />
1 settembre<br />
4 settembre<br />
18 settembre<br />
Scuola di preghiera “Emmaus”<br />
2005: 21 ottobre<br />
18 novembre<br />
11 dicembre<br />
2006: 20 gennaio<br />
17 febbraio<br />
12 maggio
San Michele Arcangelo,<br />
primo adoratore di Dio,<br />
modello perfetto<br />
di umiltà e di obbedienza<br />
al Creatore e Signore<br />
degli Angeli e degli uomini,<br />
nostro Custode e Protettore,<br />
prega per noi il Padre Celeste,<br />
perché ci doni il Suo Spirito,<br />
il Suo Amore e la Sua Grazia.<br />
Insegnaci col tuo esempio<br />
ad avere il gusto di Dio,<br />
e a cercare sempre la Verità<br />
nell’ascolto della Sua Parola.<br />
Aiutaci ad amare<br />
e fare in ogni cosa<br />
la Volontà del Padre.<br />
Rendici forti nella tentazione<br />
e pazienti nella sofferenza.<br />
Preghiera<br />
a San Michele Arcangelo<br />
Fa’ che nulla anteponiamo a Cristo<br />
e, vivendo sempre alla Sua Presenza,<br />
amiamo il prossimo<br />
annunciando a tutti,<br />
con la testimonianza della vita,<br />
che uno solo è il Signore,<br />
al quale spetta ogni onore<br />
e gloria nei secoli.<br />
Amen.<br />
Preghiere<br />
✠ Mario Paciello<br />
303
304<br />
a “TU per TU con LUI”<br />
sulle strade di Colonia e del Mondo<br />
Gesù, Amico mio<br />
e mio Signore,<br />
fammi sentire<br />
il privilegio e la responsabilità<br />
di essere giovane “oggi”,<br />
in questo secolo bisognoso<br />
di sentinelle sveglie,<br />
coraggiose e forti,<br />
fedeli a Te e fiduciose<br />
nell’uomo, anche se smarrito e peccatore.<br />
Spesso mi capita di addormentarmi,<br />
come i discepoli<br />
nella notte del tradimento<br />
o di negare di conoscerTi<br />
davanti agli amici;<br />
ma mi vergogno “da morire”<br />
di vergognarmi di Te.<br />
Non voglio essere Pietro che ti rinnega,<br />
ma Pietro che Ti proclama Signore<br />
sul piazzale del tempio<br />
o davanti al Sinedrio;<br />
non Saulo che Ti perseguita,<br />
ma Paolo che non sa vivere senza di Te<br />
e non può fare a meno<br />
di parlare di Te.<br />
Tu sai che spesso ho paura,<br />
ma voglio finirla di fuggire<br />
davanti al dovere;<br />
non voglio arrendermi<br />
davanti alle difficoltà;<br />
non voglio chiudere gli occhi<br />
davanti ai bisogni degli altri;
non voglio rifugiarmi<br />
nella tana dell’egoismo vile<br />
dove tutto perde senso e muore.<br />
Il desiderio immenso di felicità<br />
diventi in me<br />
insaziabile sete di Verità,<br />
ricerca faticosa<br />
di interiore bellezza,<br />
fatica benedetta<br />
di amore durevole e vero.<br />
L’innato bisogno,<br />
di ballare e ritmare<br />
diventi in me danza di libertà<br />
al suono melodioso e forte<br />
della Tua Parola.<br />
Trasforma la mia stupida paura<br />
di dare le mie cose<br />
nella gioia impagabile di dare me stesso:<br />
a Te che mi vuoi “Santo”,<br />
agli altri che mi desiderano<br />
“fratello”-“sorella”.<br />
Credimi, Amico mio:<br />
mi sento un forziere sigillato!<br />
La tua Stella e il tuo Spirito<br />
mi rendano uno “scrigno aperto”<br />
a Te, da Te, per il mondo.<br />
Ciao, Ti adoro nel mio cuore,<br />
più della persona che amo,<br />
perché tu credi in me.<br />
Anch’io credo in te<br />
e Ti voglio bene.<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
30
30<br />
Intenzioni<br />
affidate all’Apostolato della Preghiera<br />
per l’Anno Pastorale 2005-2006<br />
Ottobre 2005<br />
Perché il sangue sgorgato dal Cuore di Cristo purifichi il mondo dal peccato<br />
e infiammi di ardore missionario la Sua Chiesa.<br />
Novembre 2005<br />
Perché i Sacerdoti e tutti i Consacrati sentano fortemente il dovere della<br />
vigilanza evangelica ed insegnino, con l’esempio, ai fedeli laici ad attendere<br />
operosi il Signore che viene.<br />
Dicembre 2005<br />
Perché il Figlio di Dio, che si fa uomo per amore, e prende la forma di<br />
servo per sacrificarsi per noi, ci insegni a metterci accanto ad ogni persona,<br />
per portarla, con l’esempio e la parola, verso la salvezza.<br />
Gennaio 2006<br />
Perché ogni comunità parrocchiale rifletta con grande senso di responsabilità<br />
sulla traccia del Convegno Ecclesiale di Verona, per conoscere<br />
meglio la propria realtà in vista di un’azione pastorale più appropriata ed<br />
efficace.<br />
Febbraio 2006<br />
Per i medici, gli infermieri e tutti coloro che assistono i malati, perché li<br />
curino come fratelli, con instancabile umanità e con spirito di cristiana<br />
carità, vedendo in loro il segno visibile del Cristo sofferente.<br />
Marzo 2006<br />
Perché i laici impegnati nell’apostolato, i membri dei Consigli Pastorali<br />
e <strong>delle</strong> Aggregazioni sentano il bisogno di formarsi spiritualmente<br />
e pastoralmente, per vivere in modo più incisivo e responsabile la loro<br />
presenza nella Chiesa.<br />
Aprile 2006<br />
Per tutti coloro che operano nella Comunicazione Sociale, perché ricerchino<br />
sempre la verità, esaltino il bene, rispettino i valori fondamentali
dell’uomo ed educhino le nuove generazioni alla giustizia, alla pace, alla<br />
solidarietà e al rispetto della vita e della natura.<br />
Maggio 2006<br />
Perché ai lavoratori siano riconosciuti i giusti diritti; perché per i giovani<br />
si aprano prospettive di impiego, e perché il lavoro, mentre assicura il<br />
benessere e fa progredire la società, non diventi un ostacolo nella ricerca<br />
del Regno di Dio.<br />
Giugno 2006<br />
Perché il Cuore di Cristo, trafitto per la salvezza di tutta l’umanità, ci<br />
faccia comprendere la necessità di <strong>camminare</strong> verso l’unità innanzitutto<br />
all’interno della Chiesa, per rinnovare le Comunità Parrocchiali ed essere<br />
credibili nell’azione missionaria ed ecumenica.<br />
Luglio 2006<br />
Perché i Sacerdoti, i Catechisti, i Gruppi Liturgici, gli Operatori Pastorali<br />
adottino tutti i mezzi possibili per aiutare le famiglie a riscoprire la<br />
Domenica come Giorno irrinunciabile per incontrare il Signore e celebrare<br />
nell’Eucaristia la Sua Risurrezione.<br />
Agosto 2006<br />
Perché i giovani vedano nei loro pastori e in coloro che li educano modelli<br />
convincenti di fede, di preghiera, di spirito di servizio, di dedizione<br />
gioiosa e generosa, per sentirsi chiamati a seguirne l’esempio.<br />
Settembre 2006<br />
Perché le unioni benedette dal Signore col sacramento del matrimonio<br />
risplendano per fedeltà, solidità, purezza, apertura alla vita e all’accoglienza,<br />
per essere segno vivo dell’originale progetto di Dio sulla famiglia.<br />
Ottobre 2006<br />
Per le nazioni martoriate dal terrorismo, dalla fame e dal debito internazionale,<br />
perché trovino nei Governi dei Paesi del benessere concreti gesti<br />
di solidarietà e interventi risolutivi perché sia riconosciuta la dignità<br />
di ogni persona e si instauri la giustizia e la pace.<br />
30
30<br />
Novembre 2006<br />
Per tutti i fedeli defunti, specialmente per le vittime della violenza, del<br />
terrorismo e <strong>delle</strong> condanne a morte, perché il Cuore misericordioso di<br />
Cristo apra loro la porta della pace e della gioia eterna.<br />
Dicembre 2006<br />
Per coloro che il Signore ha scelto dall’eternità per il sacerdozio o la vita<br />
consacrata, perché scoprano la bellezza della chiamata a farsi dono, e<br />
rispondano con prontezza e generosità, senza lasciarsi scoraggiare dalla<br />
pigrizia e dall’egoismo.
“Signore, tu lavi i piedi a me?<br />
Non mi laverai mai i piedi!”.<br />
Auguri<br />
in occasione della Santa Pasqua<br />
“Se non ti laverò<br />
non avrai parte con me!”.<br />
“Signore, non solo i piedi<br />
ma anche le mani e il capo!”.<br />
Tu, il Signore,<br />
vuoi lavare i piedi<br />
a me, tuo servo?<br />
(Gv 13, 8-9)<br />
Se non ti lavo<br />
non puoi sederti<br />
a mensa con me;<br />
non posso condurti<br />
ai confini del mistero<br />
e tu non saprai mai<br />
dove giunge l’Amore.<br />
Consegnami il tuo piede<br />
perché lo lavi<br />
e tu possa penetrare<br />
nel Tempio del Mio Cuore<br />
e capire l’immensità<br />
del gesto.<br />
Immergi,<br />
Agnello Immolato,<br />
e il piede e il capo<br />
Messaggi<br />
30
310<br />
nel catino<br />
del Sangue Redentore.<br />
Detergimi,<br />
Divino Risorto,<br />
col lino candido<br />
del sepolcro aperto,<br />
e io, tralcio della tua Vite,<br />
guizzo di fiamma<br />
del tuo Roveto Inestinguibile,<br />
pensiero segreto<br />
di Sapienza Eterna,<br />
capello contato<br />
del Mistico Corpo,<br />
avrò mani innocenti<br />
e cuore puro<br />
per salire con te<br />
alla Città futura<br />
e permanente.<br />
✠ Mario Paciello<br />
• Pietro si scandalizza che Gesù, Maestro e Signore, voglia lavare i piedi<br />
a lui, che è il servo.<br />
• Gesù gli dice: “Se non ti lavo, non puoi celebrare la Cena con me; se<br />
non accetti il mio gesto, non puoi capire che io sono venuto per servire;<br />
non puoi scoprire fin dove si giunge quando si ama”.<br />
• Pietro (ogni cristiano) prendendo atto che il gesto di Gesù è simbolo<br />
del suo sacrificio, risponde: “Agnello Immolato, immergimi tutto nel<br />
catino del Tuo sangue e asciugami con i lini della Tua Risurrezione.<br />
Io nella Chiesa sono piccola cosa (un capello) ma sono contato da Te<br />
(Tu mi conosci, mi ami, mi salvi); io sono tua creatura e ti appartengo<br />
(come il tralcio alle vite, come lingua di fuoco all’incendio, come<br />
il pensiero alla mente).<br />
Tu vuoi rinnovarmi per far salire anche me con te nella Celeste Gerusalemme;<br />
per questo lavami non solo i piedi, ma anche il capo e le<br />
mani. Tutto!”.
Messaggio<br />
alle Famiglie della Zona di “Via Selva”<br />
in <strong>Altamura</strong><br />
Carissimi fratelli e sorelle,<br />
la grazia, la pace e la gioia del Cristo Risorto siano con tutti voi.<br />
Vi comunico con gioia che il giorno di Pasqua ho eretto la Parrocchia<br />
del “SS. Redentore”; e voi che abitate nel territorio compreso tra via Matera<br />
e Via Graviscella, oltre la circonvallazione, ne siete i parrocchiani.<br />
Nello stesso giorno ho nominato vostro Parroco, don Mimmo Cornacchia,<br />
il quale con voi e per voi costruirà il nuovo complesso parrocchiale<br />
ed edificherà la Chiesa viva che siete voi.<br />
Per l’affetto paterno che provo per don Mimmo e per voi, vi prego,<br />
non soltanto di accogliere con gratitudine al Signore il dono della nuova<br />
parrocchia e del suo primo parroco, ma anche di sostenere don Mimmo,<br />
aiutarlo, offrirgli tutta la collaborazione che potete dargli e rispondere<br />
con grande sensibilità e generosità alle sue cure pastorali.<br />
In attesa di incontrarci, vi auguro una santa Pasqua e vi benedico.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 27 marzo 2005, Pasqua del Signore<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
311
312<br />
Carissimi,<br />
Messaggio<br />
in occasione della malattia<br />
di Sua Santità Giovanni Paolo II<br />
– Ai Sacerdoti della <strong>Diocesi</strong><br />
– Alle Comunità parrocchiali e religiose<br />
siamo tutti consapevoli <strong>delle</strong> gravi condizioni di salute del Santo Padre,<br />
e tutti sentiamo un forte bisogno di pregare per lui, per la Chiesa, per<br />
il mondo.<br />
Sono certo che già avete pensato quando e come farlo, oggi, domani,<br />
domenica e nei giorni seguenti.<br />
Anche se dislocati su tutto il territorio diocesano, sentiamoci una sola<br />
voce, una sola supplica, una sola Chiesa che, come quella di Gerusalemme,<br />
prega per Pietro.<br />
Vi benedico.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 1 aprile 2005<br />
* * *<br />
Mandato<br />
ai giovani partecipanti alla<br />
Giornata Mondiale della Gioventù<br />
(Colonia, 16-21 agosto 2005)<br />
Giovani,<br />
Cristo, Stella luminosa del mattino,<br />
vi chiama a Colonia.<br />
La vostra decisione di rispondere<br />
all’appello del Santo Padre Giovanni Paolo II<br />
di andare, <strong>insieme</strong> con tutti<br />
✠ Mario, Vescovo
i giovani del mondo,<br />
ad incontrare, nella persona<br />
del Suo successore, Papa Benedetto XVI,<br />
il rappresentante del “Dolce Cristo in terra”,<br />
sia segno della scelta di cercare Cristo,<br />
di lasciarvi guidare dalla Stella<br />
della Sua Parola,<br />
per adorarlo presente nell’Eucaristia,<br />
aprirgli lo scrigno del vostro cuore<br />
nel sacramento della Riconciliazione,<br />
offrirGli il dono della giovinezza<br />
e accogliere il Suo invito<br />
a ritornare per un’altra via<br />
per testimoniare al mondo<br />
che Egli è l’unico Salvatore di tutti.<br />
Qualunque sia la vostra condizione,<br />
non esitate a partire, non abbiate paura.<br />
I Magi, le cui reliquie troverete a Colonia,<br />
erano pagani, ma cercarono<br />
il Salvatore, Lo videro, Lo adorarono.<br />
Anche se foste nel peccato e lontani da Lui,<br />
decidete di mettervi in cammino;<br />
ma con un unico obiettivo:<br />
incontrare Cristo per adorarlo.<br />
Come i Magi, abbandonate pigrizia,<br />
comodità e indifferenza.<br />
Mettete nello zaino del cuore<br />
tanto coraggio, spazi di silenzio,<br />
gioia di condividere,<br />
disponibilità ad ascoltare,<br />
spirito di sacrificio,<br />
volontà di cercare <strong>insieme</strong> e restare uniti,<br />
desiderio di ritornare sulla strada<br />
di una fede adulta, coerente, solare.<br />
313
314<br />
Se questi sentimenti sono<br />
nel vostro cuore, io vi mando,<br />
con la mia benedizione<br />
e la preghiera <strong>delle</strong> vostre comunità parrocchiali,<br />
alla Giornata Mondiale<br />
della Gioventù 2005 a Colonia,<br />
come scrigni aperti a Cristo, aperti da Cristo,<br />
aperti per il mondo.<br />
<strong>Altamura</strong>, 31 luglio 2005<br />
* * *<br />
Il Vostro<br />
Vescovo Mario<br />
“Sono venuto perché abbiano la vita” (Gv 10, 10)<br />
Messaggio<br />
in occasione del Santo Natale<br />
Non togliamo nulla alla dolcezza e alle nostalgiche emozioni del Natale.<br />
Non disprezziamo la tenerezza che ispirano le nenie e le tradizioni<br />
intorno al presepe e all’albero di Natale; facciamo gustare a piccoli e<br />
grandi la gioia di stare <strong>insieme</strong>, di sentirsi amati.<br />
Ma noi adulti “credenti” viviamo l’evento cristiano dell’Incarnazione<br />
del Figlio di Dio come esplosione di bagliore che illumina tutta la<br />
terra, come scoppio di tuono fragoroso che scuote il torpore del nostro<br />
tempo.<br />
Siamo come le fanciulle assopite della similitudine evangelica che,<br />
all’annuncio della venuta dello Sposo, devono riordinare lampade e vesti<br />
per entrare con Lui alle nozze.<br />
Natale è una cascata di luce e di grazia dall’Alto che esorta alla<br />
speranza e spinge a svegliarsi e a mettersi in movimento per vivere un<br />
incontro che cambia la vita.<br />
Natale è la manifestazione di un piano divino di amore che ci precede<br />
e dal quale parte la rinascita dell’umanità;
• è l’inizio del dialogo diretto tra Dio e l’uomo, nel Figlio Suo Gesù<br />
Cristo e nella Chiesa;<br />
• è la garanzia della salvezza e il fondamento della speranza per tutta<br />
l’umanità;<br />
• è la Verità, la Benignità e l’Amore di Dio, che entra nel tessuto del<br />
vivere umano e sociale, per dargli dignità, santità ed eternità.<br />
Ma Natale è anche un bivio: ogni persona e ogni società devono scegliere<br />
di celebrarlo o meno.<br />
Purtroppo tutti, ognuno a suo modo, scelgono di celebrarlo: lo celebrano<br />
anche quei Paesi non cristiani che lo hanno ridotto ad un grande<br />
carnevale in cui si possono fare follie e concedersi evasioni.<br />
Celebrano il Natale anche quei Governi che sfornano leggi ingiuste<br />
contro la vita, la persona, il matrimonio, la famiglia.<br />
Celebrano il Natale anche certi politici, che dovrebbero finalmente<br />
smetterla di parlare di diritto di uccidere o di opporsi a verifiche di applicazioni<br />
di leggi o alla presenza di consultori accanto alle strutture sanitarie,<br />
per un’assurda paura che vengano alla luce figli destinati all’inceneritore.<br />
Celebrano la nascita di Gesù anche quei parlamentari che non hanno<br />
difficoltà a “proporre nuove forme di matrimonio, alcune sconosciute<br />
nelle culture dei popoli, nelle quali si altera la sua natura specifica”<br />
(Benedetto XVI) e nelle quali non c’è spazio per la vita.<br />
Ben vengano tutte le iniziative per l’abolizione della pena di morte,<br />
e si moltiplichino le manifestazioni per chiedere “grazia” per le singoli<br />
esecuzioni capitali e affermare l’intangibilità e la preziosità della vita.<br />
Ma nessuno si accodi a coloro che in forma pacifica combattono la<br />
violenza, se nel pensiero e nella condotta non ha lo stesso indiscusso<br />
rispetto della vita e della persona in tutte le fasi del suo esistere, dal concepimento<br />
alla morte naturale.<br />
Sul piano antropologico ed etico non c’è nessuna differenza tra la<br />
manipolazione o la distruzione dell’embrione, un aborto volontario, uno<br />
“staccare la spina” e una esecuzione capitale.<br />
Siamo talmente circondati, rincorsi, sopraffatti, ossessionati da una<br />
cultura di morte, da una informazione di morte, da progetti e strategie<br />
di morte che terroristi, kamikaze, attentati, stragi del sabato sera, omicidi<br />
domestici, infanticidi, crimini malavitosi, e milioni e milioni di aborti<br />
non fanno più notizia.<br />
31
31<br />
Ora alcune Regioni italiane stanno adottando una “soluzione miracolosa”,<br />
una “rivoluzione” in fatto di culto <strong>delle</strong> pratiche di morte: hanno<br />
consentito alle loro strutture ospedaliere di dotarsi di quella che era ritenuta<br />
il “fiore all’occhiello”, “il vanto” della ricerca scientifica francese,<br />
la RU 486: la pillola che procura l’aborto per via farmacologica.<br />
In Francia, dopo venti anni dall’introduzione della pillola abortiva,<br />
cresce l’invecchiamento demografico, diminuisce il tasso di fecondità,<br />
cresce la diffusione di ogni metodo contraccettivo, resta invariato il numero<br />
degli aborti, si tacciono la gravosità della pillola e gli effetti collaterali,<br />
e si continua ad asserire che la pillola è un gesto di attenzione<br />
verso la donna, che si libera del “prodotto del concepimento” “come di<br />
una pera marcia”, senza traumi psichici e fisici. La verità è ben diversa!<br />
Quando in Francia si dibatteva per l’introduzione della pillola abortiva,<br />
il genetista Jérome Lejeune definì la RU 486 “pesticida anti-umano”<br />
e affermò: “si vuole mettere sul mercato un prodotto che ucciderà<br />
ancora più facilmente i bambini. Sulla pillola abortiva e sulla legge che<br />
ne consente l’uso c’è una tecnica particolarmente temibile di manipolazione<br />
dell’opinione pubblica”. “Occorre dire chiaro e tondo, continuava<br />
il compianto scienziato, che in Francia, oggi non sembra essere possibile<br />
fare il genetista e <strong>insieme</strong> pronunciarsi pubblicamente contro l’aborto.<br />
Quando si è vecchi come me lo si può dire, ma occorre coraggio se si<br />
è nella fase iniziale della propria carriera e si rischia di vedersi rifiutare<br />
qualsiasi posto qualora si dica «io non ucciderò bambini»”.<br />
Alessandro Cè, Assessore alla Sanità della Regione Lombarda, contrario<br />
alla sperimentazione della RU 486, ha affermato: “C’è il rischio<br />
che questa venga scambiata come una pratica anticoncezionale, soprattutto<br />
da parte <strong>delle</strong> più giovani. Invece si tratta di una pillola abortiva”.<br />
Il Bimbo di Betlemme chiede ai cristiani di gridare alle coscienze<br />
del mondo intero che il matrimonio, la famiglia “in quanto istituzione<br />
naturale è patrimonio dell’umanità” (Benedetto XVI). Una scienza che<br />
non riconosce i propri limiti, che non accetta principi morali, e riduce<br />
l’essere umano ad un oggetto, che è possibile minacciare, eliminare, manipolare,<br />
non ha diritto di chiamarsi tale.<br />
I Governi che non tutelano il diritto dei figli di avere un padre e una<br />
madre “uniti”, e di crescere in seno ad una famiglia fondata sul matrimonio,<br />
minano la società dalla sue fondamenta, pongono le premesse per
un irreparabile dissesto della società, dalle conseguenze imprevedibili,<br />
ma certamente più disastrose di quelle ecologiche.<br />
Abbiamo bisogno del Natale, di quello vero, che ci fa celebrare nella<br />
fede il Figlio di Dio che si fa uomo e ci rende capaci di credere nella<br />
vita, di accogliere la vita, di rispettare la vita, di gioire della vita, di aiutare<br />
e salvare la vita, di promuovere la vita.<br />
Noi cristiani, che della Vita abbiamo ricevuto la pienezza nel battesimo,<br />
e la recuperiamo nella confessione, la alimentiamo con l’Eucaristia<br />
e la Parola di verità, possiamo e dobbiamo donarla a piene mani,<br />
come Maria la Madre di Gesù, testimoniando, in tutte le sue dimensioni,<br />
l’amore per la vita e per l’uomo.<br />
Questa è la luce e la gioia del vero Natale.<br />
L’Amore<br />
si è fatto Carne<br />
perché la mia carne<br />
diventasse amore.<br />
La Verità<br />
si è fatta Via<br />
perché io,<br />
smarrito,<br />
ritrovassi me<br />
nell’Infinito.<br />
* * *<br />
Auguri<br />
in occasione del Santo Natale<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
✠ Mario, Vescovo<br />
L’eterna tentazione dell’uomo: lasciarsi portare, come barca alla deriva,<br />
dalla piacevole onda di brame e di passioni, per poi perdersi in una<br />
notte senza aurora.<br />
31
31<br />
Quando, deluso e sconfitto, egli rilegge la propria storia, scopre che<br />
non tutto è perduto se prende in mano il timone della ragione.<br />
La decisione non è facile, perché l’orgoglio ferito gli impedisce di<br />
riconoscere i propri sbagli e lo invita a ritornare ai passati errori.<br />
Quando, vincendo ogni remora, afferra la scala della ragione, riconosce<br />
il vero valore <strong>delle</strong> cose, resta affascinato dal piacere della conoscenza<br />
e intravede mondi e profondità che vorrebbe penetrare, ma non<br />
ne ha i mezzi.<br />
Gli viene incontro dall’Alto la Luce del Verbo, che innalzandolo col<br />
dono dello Spirito, lo immerge nell’immensità del mistero e colui che<br />
era “smarrito” ritrova se stesso nell’Infinito di Dio.<br />
Nella notte senza aurora<br />
del mio cieco vagare<br />
per polle avvelenate<br />
e ingannatrici;<br />
la gola riarsa<br />
dagli stessi rivoli<br />
a cui, avido,<br />
mi accostavo<br />
bramoso di senso,<br />
di forme e di piacere;<br />
piagati i piedi<br />
da strade percorse<br />
e senza uscita;<br />
deluso dal limite<br />
di ogni cosa,<br />
prostrato dalla fatica<br />
del mio inutile vivere;<br />
vinto dal nulla<br />
di anni perduti,<br />
certo soltanto<br />
di ineludibile resa,<br />
come lacero sacco<br />
vuoto e negletto<br />
mi gettai, solitario,<br />
in un angolo oscuro<br />
della mia perduta
esistenza:<br />
tentativo inconscio<br />
di ritrovare me stesso.<br />
Dopo un tempo<br />
che non so misurare,<br />
tra polverose ragnatele<br />
di ricordi<br />
e mucchi disordinati<br />
di brandelli di vita,<br />
penetrando il buio<br />
di un passato insano,<br />
scorsi una scala<br />
inaffidabile e maliosa,<br />
curva come schiena<br />
di avvizzita centenaria,<br />
i pioli consunti<br />
dallo scendere<br />
e il salire<br />
di miriadi di menti,<br />
di verità, bramose.<br />
Un balzo<br />
e l’avrei raggiunta,<br />
ma in quell’angusto morso<br />
di liberatrice speranza,<br />
pigrizia e diffidenza,<br />
paura e orgoglio,<br />
egoismo e falsità,<br />
intrecciando avanzi<br />
di ricordi angoscianti,<br />
tessono una rete<br />
che mi incatena<br />
al suolo, mentre<br />
un ignobile sibilo,<br />
inumano e disonesto,<br />
tra sarcasmo e derisione,<br />
mi spinge ancora<br />
31
320<br />
a piluccare racimoli<br />
di goliardici errori.<br />
E lì per sempre<br />
sarei rimasto<br />
se un ultimo guizzo<br />
di dignità sopita,<br />
bruciando<br />
la diabolica trama,<br />
non mi avesse aperto<br />
il salvifico varco,<br />
ed io,<br />
saggiamente temerario,<br />
non mi fossi fidato<br />
della scala.<br />
E più salivo<br />
e più le usate cose<br />
si allontanavano,<br />
rimpicciolivano,<br />
scomparivano<br />
nella gola buia<br />
del nulla.<br />
E… oh! Cosa sublime,<br />
più mi elevavo<br />
più ero leggero,<br />
mentre un orizzonte<br />
vasto e profondo,<br />
luminoso e penetrante<br />
si schiudeva ai miei occhi<br />
già rapiti<br />
dal suo chiarore.<br />
Giunto<br />
all’ultimo gradino<br />
credevo di abbracciare<br />
l’universo;
ma, alzando lo sguardo,<br />
scorsi l’Infinito.<br />
Volevo afferrarlo,<br />
ma i pioli<br />
della mia fragile scala<br />
erano finiti.<br />
Ed ecco – dono divino –<br />
un insperato Alito<br />
di Luce,<br />
sollevandomi,<br />
mi proiettò nel Cuore<br />
dell’Immenso.<br />
E più mi immergevo,<br />
e più era giorno;<br />
e più, avido, respiravo,<br />
più era primavera<br />
eterna.<br />
Così, dopo molto<br />
vagare<br />
e sofferto ricercare,<br />
provai il primo,<br />
vero sussulto<br />
del cuore<br />
e della mente,<br />
l’oblìo del non eterno<br />
e l’estasi<br />
dell’Amplesso Divino.<br />
Ora so che solo<br />
nella Verità c’è vita;<br />
e la Verità è Amore,<br />
e l’Amore è<br />
Beatitudine infinita.<br />
321
322<br />
So che l’Amore<br />
si è fatto Carne<br />
perché la mia carne<br />
diventasse amore;<br />
e la Verità<br />
si è fatta Via<br />
perché io, smarrito,<br />
ritrovassi me<br />
nell’Infinito.<br />
✠ Mario Paciello
Omelia<br />
per l’Ordinazione Sacerdotale<br />
di Don Giuseppe Cifarelli<br />
Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />
5 febbraio 2005<br />
V Domenica del Tempo Ordinario - A<br />
Schema<br />
Omelie<br />
Is 58, 7-10<br />
Sal 111<br />
1Cor 2, 1-5<br />
Mt 5, 13-16<br />
La Parola di Dio è come la pioggia: produce effetti diversi secondo<br />
dove cade, anche se è la stessa acqua: si ravvivano i fiumi; si disseta<br />
la terra; si nutrono le piante; si rigenera la vita; mette in movimento le<br />
turbine.<br />
La Parola che abbiamo ascoltata è come pioggia discesa dal cielo,<br />
dono dell’amore del Padre.<br />
Attingendo a questa Parola, possiamo ricevere insegnamenti per la<br />
giornata della vita, che si celebra la prima domenica di febbraio.<br />
Alla luce di questa Parola, dobbiamo entrare nel mistero che stiamo<br />
celebrando: l’Ordinazione presbiterale di Don Giuseppe Cifarelli.<br />
Sappiamo che:<br />
1. tutto il popolo di Dio è stato costituito da Cristo, in forza del<br />
Battesimo, “popolo sacerdotale”;<br />
2. l’unico Sommo Sacerdote del Nuovo Testamento è Gesù;<br />
3. ma, fra tutti i suoi discepoli, egli ne sceglie alcuni, perché in suo<br />
nome esercitino nella Chiesa l’ufficio di sacerdote e continuino la<br />
sua missione di Maestro, Sacerdote e Pastore.<br />
323
324<br />
Il Vescovo, fra poco, chiederà a don Giuseppe:<br />
− vuoi cooperare per tutta la vita col Vescovo a servizio del popolo di Dio?<br />
− Vuoi adempiere il ministero della Parola?<br />
− Vuoi celebrare con devozione e fedeltà l’Eucaristia, i Sacramenti e<br />
particolarmente il Sacramento della Riconciliazione?<br />
− Vuoi dedicarti assiduamente alla preghiera?<br />
− Prometti a me a ai miei successori obbedienza?<br />
Giuseppe, con sincerità e convinzione, risponderà: “Sì lo voglio”.<br />
E voi che, in silenzio sacro, ascolterete questo dialogo, vi chiederete:<br />
perché? Ci riuscirà? Sarà possibile? Come potrà mantenere questi impegni<br />
solenni e ufficiali?<br />
Domande legittime, alle quali oggi risponde il Signore, per bocca di<br />
Isaia, di Paolo, di Matteo.<br />
Per bocca di Isaia, il Signore ci ha detto che il segreto della riuscita<br />
e della fecondità dei frutti è l’amore: “Spezza il pane con l’affamato,<br />
introduci in casa i miseri, vesti chi è nudo, non distogliere gli occhi<br />
dalla tua gente”.<br />
Gli effetti della carità sono: “La tua luce sorgerà come l’aurora, la tua<br />
ferità si rimarginerà presto, la gloria del Signore ti seguirà; invocherai il<br />
Signore ed egli ti risponderà; allora brillerà fra le tenebre la tua luce”.<br />
Per mezzo di Paolo, il Signore ci ricorda che il fondamento solido è<br />
Gesù Cristo e non le risorse umane di cultura o di saper fare: “Non vi annunziai<br />
il Vangelo con sublimità di parola o di sapienza; venni in mezzo<br />
a voi in debolezza e trepidazione; io so di non sapere altro, se non Gesù<br />
Cristo crocifisso.<br />
Il sacerdote può farsi tutte le pizze, i pub, le vacanze che vuole; può<br />
leggersi tutti i giornali e i romanzi o i saggi più recenti; può conoscere<br />
tutto il vocabolario e i linguaggi <strong>delle</strong> ultime generazioni… se non “conosce<br />
Gesù”, perde tempo e corre il rischio di sentirsi un fallito.<br />
Se si cade in questo trabocchetto, si diventa luce soffocata, nascosta<br />
sotto il moggio; si diventa sale senza sapore; non si è più punto di riferimento.<br />
La luce, per essere felice di essere luce, deve donarsi, essere felice di<br />
consumarsi per illuminare e riscaldare. Il sale, per essere felice di essere<br />
sale, deve essere sempre pronto a scomparire, per dare gusto e preservare.
Il sacerdote è l’uomo di Cristo e degli altri: per lui e per loro vive, si<br />
dona, soffre, ama.<br />
Il sacerdote che scompare, perché si immerge in Cristo e si dona fino<br />
in fondo, è un uomo felice.<br />
* * *<br />
Omelia<br />
per la Messa Crismale<br />
Concattedrale di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
23 marzo 2005<br />
Is 61, 1-3.6.8-9<br />
Sal 88<br />
Ap 1, 5-8<br />
Lc 4, 16-21<br />
“Siano perfetti nell’unità e il mondo riconosca che tu mi hai mandato”<br />
(Gv 17, 23).<br />
Carissimi fratelli nel sacerdozio e nell’amore di Cristo,<br />
l’annuale appuntamento della Messa Crismale è un momento favorevole<br />
e di grazia per noi Sacerdoti, perché, in modo unico, ci offre l’opportunità<br />
di gridare a Cristo “<strong>insieme</strong>” la volontà di rinnovare le promesse<br />
fatte nell’ordinazione.<br />
Sentiamoci in profonda comunione spirituale col Santo Padre Giovanni<br />
Paolo II, che vive questa Pasqua con una partecipazione più intensa<br />
e dolorosa alla passione di Cristo. Diamo il benvenuto e apriamo le<br />
braccia con fraterno affetto a Don Giuseppe Cifarelli, che per la prima<br />
volta vive come presbitero questa Solenne Concelebrazione.<br />
Personalmente saluto ciascuno di voi, cari Sacerdoti, e tutte le persone<br />
che per voi vivono, che vi servono e con voi collaborano; e vi esprimo<br />
il grazie più profondo e sincero per tutto l’impegno pastorale con cui vi<br />
donate al popolo di Dio.<br />
Sentiamo la vicinanza spirituale di S.E. Mons. Salvatore Isgrò, di<br />
Don Giacinto Ventura, di Don Giacomino Lorusso, di Don Michele Colangelo<br />
che celebrano la prima Pasqua alla presenza dell’Agnello immolato<br />
e glorioso.<br />
32
32<br />
Ricordiamo con affetto e offriamo al Cristo morto e risorto il nostro<br />
fratello Massimiliano, Diacono.<br />
L’amore di Cristo e per i fratelli ci chiama a conversione<br />
In comunione con tutti i sacerdoti del mondo, particolarmente con i<br />
confratelli infermi: don Francesco Simone, don Rocco Campanale, don<br />
Angelo Mastrandrea, don Giovanni Tritto; uniti ai confratelli che servono<br />
la Chiesa di Dio fuori <strong>Diocesi</strong>: Mons. Giacinto Berloco, Mons.<br />
Donato Squicciarini, Mons. Vincenzo Moramarco, Mons. Michele Castoro,<br />
don Andrea Ferrante; facendoci voce di qualche confratello in difficoltà<br />
e in ricerca della Volontà di Dio, siamo qui per affermare davanti<br />
a questa assemblea e a tutta la Chiesa che, “spinti dall’Amore di Cristo”,<br />
che ci ha resi partecipi del Suo Sacerdozio, e “dall’amore per i fratelli”,<br />
ai quali siamo stati donati, vogliamo non lasciarci guidare da interessi<br />
umani, per essere “testimoni nel mondo della Sua opera di salvezza”<br />
(Colletta).<br />
Il Giovedì Santo, nella Messa Crismale e nella Messa “In Cœna Domini”,<br />
ci chiama a sederci “<strong>insieme</strong>” intorno alla Mensa, per ascoltare le<br />
confidenze del Cristo; per accogliere i suoi insegnamenti; per ricevere i<br />
frutti della sua preghiera per noi; per essere edificati dal Suo farsi servo,<br />
dal Suo spezzarsi per noi; per confrontarci con Lui.<br />
Giovedì Santo è un giorno che ci mette nel cuore una più forte nostalgia<br />
di santità, un bisogno di rinnovamento spirituale, una presa di<br />
coscienza di dover essere in continua conversione:<br />
• conversione interiore per risvegliare la fede, intensificare il rapporto<br />
con Cristo;<br />
• conversione ecclesiale per rinnovare il rapporto col Vescovo, con i<br />
Confratelli, con i fedeli laici;<br />
• conversione pastorale per offrire un annuncio e svolgere una missione<br />
rispondenti alle urgenze di oggi.<br />
Dal Convegno un appello all’unità<br />
Cari Sacerdoti, siamo reduci da un grande Convegno Pastorale che<br />
tanto interesse e consenso ha riscosso da parte vostra e dei fedeli laici, e<br />
che ha suscitato speranze e attese le cui risposte sono in gran parte nelle<br />
nostre mani.
I fedeli laici che vi hanno partecipato, illuminati dalla parola chiara<br />
e convincente dei Relatori, sono disponibili per darci la collaborazione<br />
necessaria e desiderosi di essere chiamati e formati.<br />
E tutti noi Sacerdoti, dopo aver osservato, anche attraverso le finestre<br />
aperte dal Convegno, quanto disinteresse c’è verso i valori religiosi e,<br />
nello stesso tempo, quale profonda e inconscia domanda di spiritualità e<br />
di verità c’è nel cuore dell’uomo, avvertiamo più fortemente l’urgenza<br />
di un annuncio incisivo, efficace e unitario.<br />
Tutti ci rendiamo conto che è ora, non solo di unire le forze, ma anche<br />
di cambiare metodologie pastorali.<br />
Innanzitutto noi Sacerdoti dobbiamo riscoprire la forza evangelizzatrice<br />
della fiducia nell’altro e l’efficacia della testimonianza di unità.<br />
Dobbiamo cominciare col chiederci se abbiamo:<br />
• l’umiltà di esaminarci e di cambiare;<br />
• lo spirito di distacco, per mettere da parte abitudini, opinioni personali,<br />
eventuali pregiudizi;<br />
• il bisogno di andare incontro ai confratelli sacerdoti, di stare <strong>insieme</strong><br />
con gioia e di lavorare con loro.<br />
Un piccolo esempio, tratto da esperienze che tutti abbiamo fatto, ci<br />
aiuta a constatare la validità di questi atteggiamenti per l’efficacia dell’azione<br />
ministeriale: una missione ben preparata crea risveglio, partecipazione,<br />
ascolto, apertura di porte e di cuori, accoglienza, desiderio che<br />
l’esperienza continui.<br />
Il segreto della riuscita e dell’efficacia è nella progettazione, nella<br />
partecipazione, nel coinvolgimento, negli interventi dall’esterno, nel<br />
contributo degli specialisti e degli esperti; ma soprattutto nella condivisione<br />
di idee, di forze, di obiettivi, nella comunione di volontà, nell’accettazione<br />
reciproca.<br />
Quando si rompe il guscio duro dell’individualismo e dell’attaccamento<br />
ad un passato pastoralmente remoto, ciò che sembrava impossibile<br />
diventa realtà; soglie e limiti che si credevano invalicabili, si aprono;<br />
ambienti che apparivano ostili o indifferenti apprezzano il gesto di ricerca<br />
e di attenzione.<br />
Il cammino <strong>delle</strong> Comunità parrocchiali nel dopo-concilio<br />
Nella Chiesa del dopo-concilio la nascita di nuovi Organismi di partecipazione,<br />
quali il Consiglio Pastorale e il Consiglio per gli Affari<br />
32
32<br />
Economici, ha permesso ai fedeli laici di esercitare meglio la vocazione<br />
sacerdotale, regale e profetica. Gli Organismi di Consiglio, a loro volta,<br />
hanno offerto alle parrocchie l’opportunità di fare un grande salto di<br />
qualità in quanto a partecipazione responsabile e attiva dei laici alla vita<br />
della Comunità. Chi ha valorizzato la forza di questi organismi ne ha<br />
sperimentato la necessità e l’efficacia. Chi ne ha fatto a meno, o se ne è<br />
servito in modo improprio, facendo tutto da solo, solo è rimasto e senza<br />
frutto il suo lavoro.<br />
Il cammino <strong>delle</strong> Chiese Locali nel terzo millennio<br />
La Chiesa del nuovo millennio, attenta alla realtà socio-culturale in<br />
cui è chiamata a dare la propria testimonianza, prende atto di un più urgente<br />
bisogno di comunione pastorale allargata, per una missione più<br />
rispondente alle attese del territorio e alla domanda di fede <strong>delle</strong> singole<br />
persone. La Parrocchia deve “tessere rapporti diretti con tutti i suoi<br />
abitanti, cristiani e non cristiani, partecipi alla vita della comunità o<br />
ai suoi margini” (Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un mondo che<br />
cambia, n. 10).<br />
Per rispondere a questo compito, la parrocchia da sola non basta: è<br />
“finito il tempo della parrocchia autonoma ed autosufficiente”.<br />
Non si tratta di sopprimere “parrocchie limitrofe accorpandole in<br />
una più ampia” (cfr. ibidem, n. 11), ma di integrarsi a vicenda in unità<br />
pastorali.<br />
L’unità pastorale: una necessità!<br />
Non è questo il momento di approfondire la natura e i criteri per la<br />
costituzione e l’operatività <strong>delle</strong> unità pastorali. Prima di ipotizzare raggruppamenti<br />
di parrocchie, è necessario radicarsi nella convinzione che<br />
chiudersi in riserve mentali e in opinioni personali; arroccarsi dietro immagini<br />
superate di parrocchia; avere paura o sfiducia di aprirsi al nuovo<br />
e al futuro, significa restare nel deserto, condannare la propria Comunità<br />
ad isolarsi o ad isterilirsi.<br />
Quella ipotetica Comunità, secondo l’immagine di Geremia sarebbe<br />
“come un tamerisco nella steppa; quando viene il bene non lo vede. Dimorerà<br />
in luoghi aridi nel deserto” (17, 6).
Un parroco può avere ragioni valide e difficoltà vere e degne di rispetto<br />
per non sentirsi disposto o preparato ad aprirsi a nuove impostazioni<br />
pastorali; ma in questo caso, il bene <strong>delle</strong> anime e il cammino della<br />
Chiesa devono avere la precedenza assoluta. Nella Chiesa Locale si può<br />
amare il Signore e spendersi per la salvezza <strong>delle</strong> anime fino all’ultimo<br />
respiro, pur non avendo responsabilità pastorali dirette.<br />
L’unità pastorale, come la parrocchia, è un tesoro irrinunciabile, perché<br />
garantisce frutti insperati. Il cammino verso l’unità pastorale, infatti,<br />
fa passare il pastore e la comunità:<br />
• dall’individualismo, alla comunione;<br />
• dal cammino solitario, alla mobilitazione ecclesiale;<br />
• dallo spreco di energie, al saggio impiego <strong>delle</strong> risorse proprie e altrui;<br />
• dai tentativi di sopravvivenza, alla pianificazione di rinascita della<br />
zona;<br />
• dalla conservazione del passato, all’attenzione al presente;<br />
• da risposte a domande occasionali di servizio, al progetto pastorale<br />
integrato;<br />
• dalla cura di alcuni, alla ricerca di tutti;<br />
• dalla conservazione di abitudini pastorali ereditate da un passato che<br />
non c’è più, alla necessità di aggiornarsi.<br />
Per questi motivi, l’unità pastorale, non può germogliare da una semplice<br />
imposizione dall’alto. Deve essere esigenza di pastori, di operatori<br />
pastorali, comunità parrocchiale. Non è frutto di tecnicismo pastorale,<br />
ma di consapevolezza di dover adeguare l’organizzazione pastorale alle<br />
urgenze che emergono dal nuovo modo di pensare e di vivere degli uomini,<br />
<strong>delle</strong> famiglie, della società del nostro tempo.<br />
Il cantiere dell’unità<br />
L’impegno per far sviluppare la cultura e lo spirito dell’unità non è<br />
uguale per tutti; chiede di lavorare su diversi fronti; prima di “fare”, domanda<br />
di “cambiare”:<br />
• bisogna ricredersi dall’essere il migliore, l’inimitabile, l’irraggiungibile;<br />
• si deve riflettere prima di progettare iniziative proprie, per non creare<br />
difficoltà e disagi ad altri confratelli e comunità;<br />
32
330<br />
• si deve uscire da un isolamento antico e da roccaforti con le porte<br />
sbarrate;<br />
• si deve cominciare a guardare con occhio più sereno ciò che forse si è<br />
sempre pregiudizialmente considerato, avendo sempre da ridire sugli<br />
orientamenti, le proposte, le iniziative della <strong>Diocesi</strong> o <strong>delle</strong> altre Comunità;<br />
• si deve superare la paura di perdere autonomia, autorevolezza, libertà,<br />
mettendosi in dialogo;<br />
• si deve essere più disponibili a guardarsi intorno, ad aggiornarsi, a<br />
prendere atto di dove va il mondo e di come la Chiesa cerca di capirlo<br />
per dare risposte; di individuare vie nuove, metodi e criteri efficaci,<br />
per essere casa di comunione e di salvezza per tutti;<br />
• bisogna liberarsi dal “lievito vecchio” dell’inquietudine, dell’insoddisfazione,<br />
della insopportabilità di tutto e di tutti, del malessere di<br />
non sapere cosa si vuole.<br />
I passi fatti verso l’unità<br />
Parlando di conversione a una pastorale di comunione, credo che<br />
sia doveroso anche dare un veloce sguardo retrospettivo e proiettare in<br />
avanti la nostra realtà presbiterale e pastorale del 2005, per prepararci<br />
all’immediato futuro.<br />
Dal 1997, con la riforma della Curia, l’elaborazione del progetto pastorale<br />
e dei programmi diocesani, le assemblee dell’Incoronata, la celebrazione<br />
diocesana del Corpus Domini, la visita pastorale, le iniziative<br />
del “Seminario per laici”, (come la S.F.T.P., il Pozzo di Giacobbe), la<br />
costituzione del Consiglio Pastorale Diocesano e della Consulta <strong>delle</strong><br />
Aggregazioni Laicali, i campi-scuola unitari di A.C., gli esercizi spirituali<br />
diocesani per Sacerdoti e Laici, la spinta a costituire i Consigli Pastorali<br />
e per gli Affari Economici nelle Parrocchie, abbiamo cercato di<br />
mettere pietre per costruire la difficile strada dell’unità e di dare un volto<br />
di comunione alla nostra <strong>Diocesi</strong>.<br />
Ora ci attende un altro passo da muovere con urgenza e necessariamente:<br />
il cammino verso l’unità pastorale. È una responsabilità che grava<br />
sulle nostre spalle e di cui dobbiamo rendere conto al Signore, a questa<br />
generazione e ai posteri.
Prepariamo il futuro<br />
Fra sette anni, se il Signore mi darà vita, si concluderà il mio servizio<br />
episcopale.<br />
Nel 2012, i sacerdoti che avranno superato ottanta anni saranno 23;<br />
11 attuali parroci avranno più di 75 anni.<br />
Su una media costante di 70 sacerdoti diocesani, nel 2012, 39 sacerdoti<br />
avranno superato la soglia dei 60 anni.<br />
È vero che il Signore susciterà altre vocazioni e manderà altri operai<br />
nella Sua Messe. Ma ora dobbiamo chiederci quale cultura pastorale,<br />
quale profumo di Chiesa, quale spirito di comunione, quale spinta missionaria<br />
stiamo coltivando per le nuove generazioni di preti e di laici<br />
pastoralmente impegnati.<br />
Senza volerlo e senza accorgersene, nel bene e nel male, chi è più<br />
avanti negli anni fa scuola di vita.<br />
Dobbiamo allargare gli spazi interiori di accoglienza reciproca; dobbiamo<br />
valorizzare i talenti di ognuno; dobbiamo condividere, specialmente<br />
con i confratelli con cui operiamo, progetti, responsabilità, gioie,<br />
dolori; dobbiamo saperci mettere da parte quando le forze diventano impari<br />
o quando l’obbedienza ce lo chiede.<br />
“Obbedendo per amore, scrive Giovanni Paolo II nella Lettera ai<br />
Sacerdoti per il Giovedì Santo, rinunciando magari a legittimi spazi di<br />
libertà, quando si tratta di aderire all’autorevole discernimento dei Vescovi,<br />
il Sacerdote attua nella propria carne quel «prendete e mangiate»<br />
con cui Cristo, nell’ultima Cena affidò se stesso alla Chiesa” (n. 3).<br />
Se, come ripeteremo nelle promesse sacerdotali, ci lasciamo guidare<br />
non dall’amore verso noi stessi, ma dall’amore di Dio e dei fratelli, non<br />
faremo fatica a diventare apostoli e promotori di unità; sentiremo fortemente<br />
la chiamata a dare un volto missionario alla nostra Chiesa; e voi,<br />
fatti da Cristo “Regno di sacerdoti per il suo Dio e padre” (Ap 1, 6), riceverete<br />
stima da quelli che vi vedranno, perché siete davvero “stirpe che<br />
il Signore ha benedetto” (Is 61, 9). “A lui la gloria e la potenza nei secoli<br />
dei secoli. Amen” (Ap 1, 6).<br />
331
332<br />
Omelia<br />
per la Solenne Concelebrazione<br />
in suffragio di Giovanni Paolo II<br />
Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />
4 aprile 2005<br />
Festa traslata dell’Annunciazione<br />
Is 7, 10-14<br />
Sal 39<br />
Eb 10, 4-10<br />
Lc 1, 26-38<br />
La Solennità dell’Annunciazione è la festa che celebra il mistero<br />
grande dell’Incarnazione del Figlio di Dio; è la festa del grande “si” con<br />
cui Maria ha collaborato alla salvezza del mondo; è la festa della potenza<br />
e della presenza dello Spirito Santo che ha dato il via, nel grembo di<br />
Maria, alla realizzazione del progetto di amore del Padre.<br />
È particolarmente provvidenziale e significativo per la nostra <strong>Diocesi</strong><br />
vivere questa Solenne Concelebrazione in suffragio di Giovanni paolo II,<br />
perché egli è stato il grande messaggero del Cristo redentore dell’uomo;<br />
è stato figlio devotissimo di Maria; è stato, nella sua vita privata e nel suo<br />
alto ministero, costantemente e docilmente in ascolto dello Spirito.<br />
Le riflessioni che vi offro in questa omelia sono i sentimenti provati<br />
nell’intimo stando, in questi giorni, in preghiera per il Papa.<br />
Pescatore di tutti i mari<br />
Giovanni Paolo II ha gettato la rete di Pietro in tutti i mari del mondo:<br />
è stato “l’apostolo <strong>delle</strong> genti” del 2000; con i suoi 104 viaggi fuori dall’Italia<br />
ha fatto 31 volte il giro del mondo.<br />
È entrato nelle sedi <strong>delle</strong> Organizzazioni Internazionali, nei Parlamenti,<br />
nelle Università, nelle sinagoghe, nelle moschee, nelle chiese<br />
evangeliche, nelle carceri, nei lebbrosari, nelle fabbriche, nelle più remote<br />
e diseredate terre di missione.<br />
Ha letteralmente “scongelato” Dittatori, ha stretto la mano a Governanti<br />
di Paesi atei, ha abbracciato bambini, Teresa di Calcutta, giovani,<br />
lebbrosi, disabili.
Ha superato confini di Stati da secoli chiusi al dialogo con la Chiesa<br />
Cattolica; ha varcato soglie che nessun cattolico, papa, prete, laico, aveva<br />
mai pensato di fare.<br />
L’amore a Cristo e all’uomo non gli ha fatto trovare ostacoli; non gli<br />
ha fatto lasciare nulla di intentato; l’ha fatto volare e atterrare verso Nazioni<br />
ostili e culture lontane dal pensiero cristiano.<br />
“Non abbiate paura”; “Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo” gridò<br />
con forza all’inizio del suo ministero papale. In 27 anni di pontificato,<br />
le “chiavi del Regno”, che Cristo gli consegnò il 16 ottobre 1978, si<br />
sono consunte, perché è andato in tutti i Paesi del mondo, ha incontrato<br />
milioni e milioni di uomini e donne di tutte le condizioni sociali e culturali,<br />
per aprire le porte del Regno e per far entrare nell’ovile di Cristo le<br />
pecore disperse o smarrite.<br />
Come San Francesco Saverio, dopo aver evangelizzato l’India e il<br />
Giappone, muore su un’isola a 150 Km dalla Cina, arso dalla febbre e<br />
dall’anelito inappagato di annunciare il Vangelo ai Cinesi, così Giovanni<br />
Paolo II è tornato al Padre, mentre era proteso verso la Russia e la Cina.<br />
Ma gli sforzi fatti, certamente faranno germogliare cose meravigliose.<br />
Il profeta di Dio<br />
Giovanni Paolo II ha gridato Dio a un mondo fortemente tentato di<br />
realizzarsi senza di Lui, senza la Sua verità, senza la Sua legge, senza i<br />
Suoi doni di salvezza, senza Cristo, senza la Chiesa.<br />
La sua prima e costante sollecitudine pastorale è stata: convincere le<br />
generazioni della fine e dell’inizio dei due millenni che l’uomo, più conosce<br />
Cristo, più comprende se stesso; più assimila Cristo, più diventa<br />
uomo; l’uomo, per essere pienamente se stesso, non può fare a meno di<br />
Cristo.<br />
Giovanni Paolo II è stato un navigatore che conosceva bene la rotta<br />
e tutti i pericoli della traversata; ma non ha esitato a mettersi a prua con<br />
lo sguardo della mente alzato a tutti i grandi problemi della Chiesa e del<br />
mondo: dalla centralità di Cristo, unico salvatore dell’uomo, alla reale<br />
presenza di Cristo nell’Eucaristia; dall’importanza del Giorno del Signore,<br />
al ruolo della Vergine Maria nella vita della Chiesa; dal bisogno<br />
di far entrare il Concilio nella vita della Chiesa, alla formazione dei sacerdoti;<br />
dalla chiamata alla santità di tutti i battezzati, al richiamo forte e<br />
333
334<br />
chiaro per il rispetto dei principi morali; dal dissesto ecologico, al debito<br />
estero dei paesi poveri; dai sequestri di persona, alla condanna di ogni<br />
forma di violenza, ingiustizia e oppressione; dall’impegno instancabile<br />
per la pace, alla disapprovazione di ogni guerra; dall’ammissione <strong>delle</strong><br />
colpe della Chiesa, alla promozione del dialogo ecumenico e interreligioso;<br />
dall’abbattimento del muro di Berlino e di tutto ciò di cui era<br />
simbolo, alla messa in guardia dai pericoli del capitalismo e del consumismo;<br />
dalla lotta per la difesa della dignità della persona e del diritto<br />
alla vita, alla cura costante per la famiglia.<br />
Cuore grande<br />
Nel suo cuore c’era posto per tutti, perché era un cuore pieno di Cristo,<br />
di devozione filiale alla Vergine e di amore all’uomo.<br />
Di qui la sua tenerezza verso i bambini, la sua passione per i giovani,<br />
la sua attenzione verso i poveri, verso le vittime della violenza, della<br />
guerra, dei cataclismi della natura.<br />
Questo cuore universale lo rendeva giovane con i giovani, buon samaritano<br />
verso i diseredati, maestro con i dotti, piccolo con i piccoli, padre<br />
verso tutti, saggio e prudente, fermo e affabile con i grandi della terra,<br />
gioioso e sereno sotto il peso del governo della Chiesa, eroicamente naturale<br />
e naturalmente eroico dal primo all’ultimo istante del suo pontificato.<br />
Con la sua testimonianza di vita ha spostato molto in avanti i paletti<br />
della santità, della fedeltà e della generosità del pastore. È un modello al<br />
quale noi Sacerdoti e Vescovi del terzo millennio dobbiamo volgere lo<br />
sguardo molto attentamente.<br />
Sull’esempio del Maestro, egli prima ha operato, poi ha insegnato. È<br />
difficile raggiungerlo e imitarlo; ma Giovanni Paolo II ci ha insegnato il<br />
segreto per riuscirci: non bisogna aver paura di quello che Cristo chiede;<br />
tutto diventa possibile quando è Lui stesso, Cristo, a dare la forza.<br />
Uomo tra gli uomini<br />
Dice la Lettera agli Ebrei: “Ogni pontefice, preso tra gli uomini, è<br />
costituito a servizio degli uomini nelle cose che riguardano Dio”.<br />
Il Signore ha scelto Giovanni Paolo II fra gli uomini, cioè ha chiamato<br />
al papato un uomo che aveva vissuto i risvolti più dolorosi e drammatici<br />
dell’esperienza umana: è stato orfano, operaio, studente, seminarista-
clandestino, attore, scrittore di drammi, sportivo. Aveva un fisico da atleta,<br />
scattante, voce forte e sonora; era un poliglotta e grande comunicatore.<br />
Diventato prete, viceparroco, professore, vescovo, cardinale, papa,<br />
non ha mai dimenticato di essere “uomo”.<br />
Gli era più facile mostrarsi uomo tra gli uomini, che rispettare i protocolli<br />
del suo ruolo; ma ha dato a Cristo la risposta più piena, gioiosa e<br />
generosa, alla chiamata ricevuta, perché la sua umanità era illuminata,<br />
vivificata dal Cristo, creduto, amato, seguito con dedizione assoluta.<br />
Uomo della croce<br />
Non avevamo il metro per misurare l’altezza della fede di Giovanni<br />
Paolo II, l’ampiezza del Suo amore alla Chiesa, la grandezza della Sua<br />
personalità umana e cristiana, la profondità <strong>delle</strong> Sue parole.<br />
Il suo progressivo decadimento fisico, iniziato con l’orribile attentato,<br />
seguito da un minaccioso tumore, da due cadute, dal tremito, dal<br />
Parkinson, da interventi chirurgici sempre più devastanti, da laringotracheite<br />
acuta, ha fatto emergere, come da morta crisalide, la figura grandiosa<br />
di Pontefice di cui la Chiesa e il mondo avevano bisogno.<br />
Noi lo abbiamo visto limitato, impedito, tremante, rauco, sofferente,<br />
trainato, rantolante, muto, con la mano incerta, le spalle curve, il collo<br />
rigido, il capo chino.<br />
A schiacciarlo così, non sono stati i mali, ma l’enorme, straordinario bagaglio<br />
di bene operato in tutta la vita, e particolarmente in 27 anni di pontificato.<br />
L’umiltà con la quale Giovanni Paolo II ha dato spettacolo al mondo di<br />
impotenza e di disabilità; l’amore e la naturalezza con cui ha abbracciato il<br />
degrado fisico; la tenacia con la quale ha continuato a lavorare, a girare il<br />
mondo, a parlare, a incontrare le folle, hanno messo il sigillo alla sua grande<br />
fede, hanno autenticato ogni sua parola, hanno resa perfetta la sua identificazione<br />
a Cristo, e ora hanno messo in atteggiamento di profondo rispetto e<br />
in movimento non credenti, personalità politiche lontane dalla Chiesa, capi<br />
carismatici di altre religioni non sempre benevoli verso i cristiani.<br />
Uomo dell’unità<br />
Se il mondo intero indìce giornate di lutto, sospende manifestazioni<br />
sportive, si mette in cammino verso Roma, è segno che, anche in morte,<br />
Giovanni Paolo II è segno e promotore di unità.<br />
33
33<br />
Lui, per la prima volta nella storia dell’umanità, ha radunato in<br />
un’unica invocazione di pace tutti i popoli e tutte le religioni della terra.<br />
La sua tensione ecumenica, lo ha portato a raccogliere in un unico<br />
martirologio i testimoni di tutte le Chiese cristiane che nel ventesimo secolo<br />
hanno versato il sangue per Cristo. La sua passione per l’unità della<br />
Chiesa, gli ha fatto allargare le braccia a Oriente e a Occidente e, con la<br />
sua grande forza morale, ha ravvicinato e spinto in avanti cattolici, protestanti<br />
e ortodossi, verso il dialogo ecumenico e l’unità nella carità.<br />
Un’orma per i giovani<br />
Cosa sarebbe stato questo trentennio senza Giovanni Paolo II?<br />
Egli ha reso simpatico il Vangelo ai giovani, dietro di lui, milioni<br />
e milioni di giovani hanno fatto sacrifici inauditi per incontrarlo, per<br />
ascoltarlo, per stare con lui.<br />
La Chiesa ha preso coscienza della sua grande responsabilità di essere<br />
luce elevata sui popoli; le religioni e le Chiese cristiane hanno scoperto<br />
di essere segno e germe di pace tra le Nazioni; il progresso tecnologico,<br />
gli esperimenti della scienza, la globalizzazione sono stati richiamati a<br />
rispettare l’uomo, la vita, la persona, la legge naturale, l’ambiente.<br />
In 27 anni, Egli ha tracciato solchi e gettato seme in tutti i terreni del<br />
mondo, lasciando orme gigantesche del suo passaggio.<br />
Le orme non devono scomparire e il seme gettato deve germogliare.<br />
Dipende da questa generazione non cancellare le impronte di luce<br />
con gli scarponi infangati di materialismo, di secolarismo, di relativismo<br />
morale, di fede emotiva e superficiale.<br />
Tocca a noi curare il seme del cammino nuovo della Chiesa nel terzo<br />
millennio.<br />
Giovanni Paolo II, salvato da Maria nel 1981, dalla mano omicida,<br />
mossa da farneticante esaltazione o da satanico progetto di Organizzazioni<br />
segrete, ha percorso un calvario quotidiano, fino a salire sulla croce<br />
con Cristo il venerdì; sabato è stato accolto in cielo da Maria, per essere<br />
consegnato da Cristo, nel Giorno del Signore, nelle braccia misericordiose<br />
del Padre.<br />
A Lui, che tanto ha amato la Chiesa, noi ci affidiamo.
Omelia<br />
per la Celebrazione del Corpus Domini<br />
<strong>Altamura</strong>, 29 maggio 2005<br />
Schema<br />
Dt 8, 2-3.14-16<br />
Sal 147<br />
1Cor 10, 16-17<br />
Gv 6, 51-58<br />
Celebriamo la Solennità del Corpus Domini nel cuore della settimana<br />
del Congresso Eucaristico Nazionale.<br />
Tema del congresso è: “Sine dominico non possumus”: senza tutto<br />
quello che la domenica è; senza tutto quello che la domenica significa,<br />
contiene ed esprime… non possiamo essere cristiani.<br />
Non esistono veri cristiani senza domenica, perché non si può vivere<br />
da cristiani se non si vive la domenica.<br />
Come la vita fisica ha bisogno di respirare, bere, mangiare, dormire,<br />
così la vita dello spirito (la fede, la vita cristiana) è impossibile senza il<br />
giorno del Signore e senza l’Eucaristia.<br />
Questo rapporto tra fede e Giorno del Signore lo aveva compreso<br />
bene il popolo di Israele: “Mosè parlò al popolo dicendo: Ricordati di<br />
tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi<br />
quarant’anni nel deserto… Non dimenticare il Signore tuo Dio che ti ha<br />
fatto uscire dal Paese di Egitto, dalla condizione servile… Ha fatto sgorgare<br />
per te l’acqua dalla roccia durissima… Nel deserto ti ha nutrito di<br />
manna sconosciuta ai tuoi Padri” (1 a Lettura: Dt 8, 2 ss.).<br />
Per non dimenticare i segni della presenza e dell’azione di Dio nel<br />
passato, e per sentirne la provvidenza e la vicinanza nel presente difficile,<br />
il popolo di Israele deve dare somma importanza al sabato, per riposarsi<br />
e ricordare. Non esiste un vero Israelita senza il sabato.<br />
Scrive Giovanni Paolo II: “Si ponga un impegno speciale nel riscoprire<br />
e vivere pienamente la Domenica come giorno del Signore e<br />
giorno della Chiesa” (Mane nobiscum Domine, 23).<br />
“È proprio nella Messa domenicale, infatti, che i cristiani rivivono<br />
in modo particolarmente intenso l’esperienza fatta dagli Apostoli<br />
33
33<br />
la sera di Pasqua, quando il Risorto si manifestò ad essi riuniti <strong>insieme</strong>”<br />
(Dies Domini, 21).<br />
Sine dominico… non c’è presenza reale di Cristo<br />
“L’Eucaristia, dice il Papa, è mistero di presenza, per mezzo del quale<br />
si realizza in modo sommo la promessa di Gesù di restare con noi fino<br />
alla fine del mondo”. “Per questo la fede ci chiede di stare davanti all’Eucaristia<br />
con la consapevolezza che siamo davanti a Cristo stesso”<br />
(MND, 16).<br />
Gesù è stato chiaro e fermo nella promessa e nella istituzione. Nel<br />
Vangelo di Giovanni Egli dice: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo”.<br />
“La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la<br />
mia carne e beve il mio sangue, dimora in me ed io in Lui”. “Chi mangia<br />
questo pane vivrà in eterno”.<br />
E Paolo ricorda ai Corinzi (2 a Lettura): “Il calice che benediciamo è<br />
comunione col sangue di Cristo”. “Il pane che spezziamo è comunione<br />
col corpo di Cristo”.<br />
Sine dominico… non c’è comunione con Cristo<br />
“Ricevere l’Eucaristia è entrare in comunione profonda con Gesù<br />
[…] Questo rapporto di intima e reciproca «permanenza» ci consente<br />
di anticipare, in qualche modo, il cielo sulla terra” […] La comunione<br />
eucaristica ci è data per «saziarci» di Dio su questa terra, in attesa dell’appagamento<br />
pieno del cielo” (MND, 19).<br />
Sine dominico… non c’è Chiesa, né comunione ecclesiale<br />
“La Chiesa è il corpo di Cristo: si cammina «con Cristo» nella misura<br />
in cui si è in rapporto «con il suo Corpo» […] è proprio l’unico Pane<br />
Eucaristico che ci rende un corpo solo […] Nel mistero eucaristico Gesù<br />
edifica la Chiesa come comunione” (MND, 20).<br />
“In ogni Messa siamo chiamati a misurarci con l’ideale di comunione<br />
che il libro degli Atti degli Apostoli tratteggia come modello per la Chiesa<br />
di sempre” (MND, 22).
Sine dominico… non c’è missione<br />
Senza l’energia e la spinta che le viene dall’Eucaristia domenicale, la<br />
Chiesa non ha la forza di essere missionaria.<br />
“L’incontro con Cristo, continuamente approfondito nell’intimità eucaristica,<br />
suscita nella Chiesa e in ciascun cristiano l’urgenza di testimoniare<br />
e di evangelizzare […] [L’Eucaristia] è un modo di essere, che<br />
da Gesù passa nel cristiano e, attraverso la sua testimonianza, mira ad<br />
irradiarsi nella società e nella cultura” (MND, 24-25).<br />
“Non abbiamo paura di parlare di Dio e di portare a fronte alta i segni<br />
della fede […] Ci si sbaglia a ritenere che il riferimento pubblico alla<br />
fede possa intaccare la giusta autonomia dello Stato e <strong>delle</strong> istituzioni<br />
civili” (MND, 26).<br />
Con la celebrazione del Congresso Eucaristico, l’Anno dell’Eucaristia<br />
entra nella fase conclusiva.<br />
Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica “Mane nobiscum Domine”,<br />
ha scritto: “La presenza di Gesù nel tabernacolo deve costituire<br />
come un polo di attrazione per un numero sempre più grande di anime<br />
innamorate di Lui […] L’adorazione eucaristica fuori della messa diventi<br />
[…] un impegno speciale per le singole comunità parrocchiali e<br />
religiose. Restiamo prostrati a lungo davanti a Gesù presente nell’Eucaristia,<br />
riparando con la nostra fede e il nostro amore le trascuratezze, le<br />
dimenticanze e persino gli oltraggi…” (MND, 18).<br />
La riapertura e la benedizione della chiesa di S. Michele al Corso nella<br />
festa del Corpus Domini non è causale.<br />
È una risposta all’invito del Santo Padre e la realizzazione di un sogno<br />
che da sette anni mi portavo nel cuore: aprire nel cuore della città di<br />
<strong>Altamura</strong> un cenacolo per l’adorazione continua a Gesù Eucaristia.<br />
S. Michele al Corso da oggi è un segno e un invito: segno della presenza<br />
viva di Cristo in mezzo a noi; invito a entrare e fermarsi.<br />
Nell’andirivieni frenetico di movimenti e di problemi <strong>delle</strong> nostre<br />
giornate assurde, abbiamo tutti bisogno di fermate per pause di silenzio,<br />
per rimettere ordine, per rientrare in noi stessi, per ascoltare, per dialogare<br />
con Dio.<br />
La Chiesa di S. Michele deve essere come la “tenda del convegno” di<br />
Israele nel deserto: il punto di incontro con Dio; il luogo di riferimento<br />
33
340<br />
di tutti; l’asse dove convergono tutti i raggi; il rifugio dei momenti difficili;<br />
il luogo del ristoro spirituale.<br />
In S. Michele si devono formare anime eucaristiche, specialmente<br />
di giovani: “L’Eucaristia è il centro vitale intorno a cui desidero che i<br />
giovani si raccolgano per alimentare la loro fede ed il loro entusiasmo”<br />
(MND 4). “Giovani […] portate all’incontro con Gesù nascosto sotto i<br />
veli eucaristici tutto l’entusiasmo della vostra età, della vostra speranza,<br />
della vostra capacità di amare […] i Santi… nell’Eucaristia hanno trovato<br />
l’alimento per il loro cammino di perfezione” (MND, 30-31).<br />
I sacerdoti e gli educatori formino fanciulli, adolescenti, giovani<br />
a sentire fortemente il richiamo e l’attesa di Gesù nel tabernacolo: sboccerà<br />
una nuova primavera, fioriranno vocazioni.
Carissimi,<br />
Ai Presbiteri e ai Diaconi<br />
della <strong>Diocesi</strong><br />
Lettere<br />
è la prima volta, nell’anno 2005, che Vi incontro per lettera, per cui<br />
Vi formulo gli auguri più cordiali di buona salute e di gioioso impegno<br />
pastorale.<br />
Vi ringrazio per la sensibilità e la prontezza con cui avete risposto,<br />
<strong>insieme</strong> ai fedeli <strong>delle</strong> vostre Comunità, al mio appello di solidarietà per<br />
le vittime del maremoto nel Sud-Est Asiatico.<br />
Con la presente mi permetto di sollecitare il vostro pieno coinvolgimento<br />
nella preparazione e nello svolgimento del Convegno Pastorale.<br />
Il Convegno: “Di Domenica in Domenica” è un momento centrale e<br />
culminante dell’attuazione del Programma Pastorale Diocesano 2003-<br />
2005. È un tentativo, <strong>insieme</strong> all’indagine sul Giorno del Signore, per<br />
aiutare i Sacerdoti e gli Operatori Pastorali nel loro impegno di risvegliare<br />
nei fedeli la coscienza dell’importanza, della necessità e della santità<br />
del Giorno del Signore e del modo più giusto per celebrarlo.<br />
Tutti noi, la domenica, sentiamo il “peso” degli Assenti, molto più<br />
della fatica che ci fanno fare i Presenti; e tutti avvertiamo l’angoscia<br />
di partecipazioni spesso troppo mute, disimpegnate, distratte, delegate,<br />
passive.<br />
Per questo vi chiedo molto umilmente, ma altrettanto pressantemente,<br />
che:<br />
• vi preoccupiate di suscitare interesse e promuovere adesioni al Convegno;<br />
• nella settimana 14-20 febbraio 2005, sospendiate tutte le attività che<br />
possono impedire la partecipazione vostra e dei laici al Convegno;<br />
• vi facciate modello e trascinatori di partecipazione;<br />
• la domenica, 20 febbraio, cerchiate di essere nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />
entro le 11,30, anche se non potete celebrare.<br />
Se non vi è possibile sopprimere la celebrazione della Messa della<br />
tarda mattinata, cercate di farla presiedere a un confratello non parroco o<br />
in difficoltà di viaggiare.<br />
341
342<br />
A nulla servirebbero i discorsi della settimana del Convegno, se non<br />
dessimo ai Fedeli testimonianza di quanto crediamo nell’importanza e<br />
nella solennità del Giorno del Signore.<br />
Vi ricordo che il ritiro di febbraio si farà giorno 18 nella Cripta della<br />
Cattedrale di <strong>Acquaviva</strong>, con inizio alle ore 9.30.<br />
Vi saluto caramente, mentre vi prego di aiutare la Segreteria a fare<br />
bene ogni cosa, dando tempestive comunicazioni dei nomi dei partecipanti<br />
al Convegno.<br />
Vi benedico.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 9 gennaio 2005, Battesimo del Signore<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
✠ Mario, Vescovo<br />
Ai Presbiteri e ai Diaconi<br />
Diocesani e Religiosi<br />
il Convegno Pastorale Diocesano ci ha offerto la gradita e attesa opportunità<br />
di vivere “<strong>insieme</strong>”, per un’intera settimana, intensi momenti<br />
di ascolto, di riflessione, e di fare esperienza di come sia “cosa buona e<br />
gioiosa che i fratelli stiano <strong>insieme</strong>”.<br />
Per i fedeli presenti nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, il 20 febbraio, provenienti<br />
dalle diverse Comunità della <strong>Diocesi</strong>, è stato motivo di edificazione<br />
e di godimento spirituale celebrare la pasqua domenicale presieduta<br />
dal Vescovo, concelebrata da tutti i Presbiteri disponibili.<br />
La Messa del Crisma del 2005, alla quale con la presente Vi invito a<br />
partecipare, è anello di congiunzione e segno di continuità tra il Convegno<br />
Diocesano e il Congresso Eucaristico Nazionale.<br />
So quanto ognuno di voi crede nell’importanza, nel valore e nel profondo<br />
significato spirituale, sacramentale e comunionale della Messa
Crismale; e vedo, di anno in anno, quanto la partecipazione a questa solenne<br />
liturgia, “unica”, nella quale confermiamo a Cristo Sommo Sacerdote<br />
la nostra volontà di seguirlo e di servirlo nella fedeltà, contribuisca<br />
a farci vivere intensamente il Triduo Pasquale.<br />
Sarebbe opportuno che dalle Parrocchie e dalle Associazioni e Movimenti<br />
venissero alla Messa Crismale almeno gli Operatori Pastorali,<br />
i Collaboratori più impegnati, gruppetti di cresimandi, coppie in attesa<br />
del battesimo e catecumeni.<br />
Cerchiamo di non privare i laici di quelle esperienze ecclesiali e di<br />
quei momenti liturgici che non si possono conoscere e vivere nell’ambito<br />
parrocchiale.<br />
Nell’attesa di vederci, il 23 marzo, mercoledì santo, alle ore 18.30<br />
ad <strong>Acquaviva</strong>, Vi abbraccio fraternamente e benedico il vostro impegno<br />
pastorale.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 8 marzo 2005<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
✠ Mario, Vescovo<br />
Ai Rev.mi Sacerdoti e Diaconi<br />
Diocesani e Religiosi<br />
Loro Sedi<br />
il mese di maggio ci riserva o ci annunzia diversi appuntamenti; per<br />
questo ho pensato di raccoglierne le date e di ricordarne lo scopo in<br />
un’unica lettera, da custodire nell’agenda, per non perderla di vista.<br />
Il 9 maggio, lunedì, presso il Centro Giovanile, si terrà l’ultimo incontro<br />
di Lectio Divina, “Il Pozzo di Giacobbe”.<br />
Il 13 maggio, venerdì, nella Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, alle ore 20.30,<br />
avrà inizio la Veglia Diocesana di Pentecoste. Sono invitati tutti a partecipare,<br />
ma in modo speciale i giovani.<br />
La Curia, per mezzo del Servizio di Pastorale Giovanile, sta organizzando<br />
un servizio di pullman per i giovani. Ma, per impegnare gli<br />
343
344<br />
autobus occorrenti, è necessario che i Parroci comunichino, entro l’8<br />
maggio a don Nunzio Falcicchio (cell. 340/34 34 829), quanti giovani<br />
della propria parrocchia intendono avvalersene: il costo di simbolica<br />
partecipazione è di € 1,00.<br />
La Veglia è organizzata dal Segretariato per l’Ecumenismo, dal Servizio<br />
di Pastorale Giovanile e dal Centro Diocesano Vocazioni.<br />
Saranno presenti anche i Fratelli <strong>delle</strong> Chiese Cristiane Evangeliche.<br />
Invito personalmente tutti i Presbiteri, i Diaconi, i Religiosi, le Religiose<br />
ad essere presenti.<br />
Il 20 maggio, venerdì, presso il Santuario del Buoncammino, ci sarà<br />
il Ritiro Spirituale del Clero.<br />
In quella circostanza faremo un altro adempimento, ormai inderogabile:<br />
le votazioni per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione e del<br />
Collegio dei Revisori dei Conti dell’Istituto Diocesano Sostentamento<br />
Clero.<br />
Il 26 maggio, giovedì, celebreremo la festa del Corpus Domini con<br />
la Processione Eucaristica nelle singole Città.<br />
Il Vescovo parteciperà alla Celebrazione di <strong>Altamura</strong>, perché quel<br />
giorno benedirà la Chiesa restaurata di San Michele “al Corso” e darà<br />
inizio all’Adorazione perpetua in <strong>Altamura</strong>.<br />
Mi permetto di esortare i parroci ad attivarsi, o da soli con la propria<br />
Comunità, o <strong>insieme</strong> con altre Parrocchie, per far partecipare i propri<br />
fedeli al Congresso Eucaristico.<br />
Mi sembra, da domande fattemi, che i laici non sappiano a chi fare<br />
riferimento per le prenotazioni.<br />
Il 12 giugno, domenica, si svolgerà il referendum: non abbiate timore<br />
di suggerire a chi vuole fare una scelta etica e cristiana di non votare,<br />
come risposta libera, responsabile, costituzionalmente democratica e<br />
cristianamente coerente.<br />
Ma vi consiglio di valorizzare gli incontri promossi dal Movimento<br />
per la Vita, dal Comitato “Scienza e Vita”, dalle Parrocchie e dalle Associazioni,<br />
per informare e formare bene i laici sul delicatissimo tema della<br />
fecondazione assistita, della Legge 40/2004, sulle gravi conseguenze<br />
che si verificherebbero con l’abolizione della legge, perché, a loro volta,
i laici diffondano le giuste informazioni negli ambienti di vita e di lavoro.<br />
Il referendum non è una competizione elettorale, ma un momento di<br />
alta responsabilità per la difesa della vita, della persona, della famiglia,<br />
dei fondamentali principi di etica naturale: come cittadini e cristiani<br />
dobbiamo sentirci chiamati a dare testimonianza alla verità.<br />
Non si dispiacciano i sacerdoti più giovani se, ancora una volta, lancio<br />
l’invito a prendere in considerazione la possibilità di accompagnare i<br />
giovani a Colonia, per la Giornata Mondiale della Gioventù.<br />
Se i giovani vanno da soli a vivere questa esperienza ne riceveranno<br />
più male che bene, e al ritorno non avranno nulla da dare alle loro Parrocchie.<br />
Augurandovi tante soddisfazioni e gioie pastorali vi saluto cordialmente.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 3 maggio 2005<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
Al Clero, ai Religiosi e ai fedeli Laici<br />
della Chiesa che è in<br />
<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
le lunghe ore del viaggio di ritorno da Colonia sono state preziose<br />
per immergermi nelle prospettive e nelle problematiche del nuovo anno<br />
pastorale.<br />
Il 2005-2006 sarà l’anno della Celebrazione del grande Convegno<br />
Ecclesiale che si terrà a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006.<br />
Durante il rientro in <strong>Diocesi</strong> ho avuto modo di studiare la traccia di<br />
riflessione preparata dal Comitato della C.E.I., per aiutare le Chiese Par-<br />
34
34<br />
ticolari a incamminarsi verso la grande assise decennale della Chiesa<br />
Italiana.<br />
È ovvio che il nostro Programma Pastorale Diocesano per il 2005-<br />
2006 non può non prendere suggerimenti e linee di orientamento anche<br />
dall’evento ecclesiale nazionale.<br />
Questa lettera, divenuta ormai una tradizione della vigilia del nuovo<br />
anno pastorale, ha lo scopo di invitare i presbiteri e i fedeli laici, i religiosi<br />
e le religiose all’Assemblea Pastorale Diocesana presso il Santuario<br />
dell’Incoronata, e di fare una panoramica sulle “novità” della vita<br />
della <strong>Diocesi</strong>.<br />
Ricordo a tutti, in primo luogo, il grande appuntamento all’Incoronata,<br />
il 10 settembre 2005, per mettere nelle mani di Maria le Comunità e<br />
il cammino pastorale.<br />
Credo che ormai sia superfluo richiamare l’obbligo morale, pastorale<br />
ed ecclesiale di essere presenti a tutti i momenti della Giornata. Ma,<br />
visto che, nonostante la bella e commovente partecipazione di sacerdoti e<br />
fedeli, si notano ancora assenze abituali o presenze momentanee o esclusivamente<br />
personali, senza la comunità, mi permetto ancora una volta di<br />
pregarvi di essere attivamente partecipi, di coinvolgere i fedeli, specialmente<br />
i collaboratori pastorali, e di promuoverne la partecipazione.<br />
L’Assemblea dell’Incoronata non è un pellegrinaggio di devozione,<br />
né una gita settembrina, ma Chiesa in preghiera, in ascolto, in ricerca<br />
di purificazione e di riconciliazione; è Chiesa che prima di partire studia<br />
l’itinerario da seguire e le tappe da raggiungere; è gioioso momento di<br />
incontro, di scambio di esperienze, di conoscenza, di fraterna comunione,<br />
segno forte di Chiesa in cammino e in ricerca di unità.<br />
Dalla Curia riceverete indicazioni e avvisi circa l’ora di inizio, il programma<br />
della Giornata e tutto ciò che sarà opportuno tenere presente o<br />
sapere dell’Assemblea Pastorale.<br />
Vi annuncio ufficialmente che nel mese di settembre, dopo l’Assemblea<br />
dell’Incoronata, ci saranno alcuni insediamenti di parroci e altri<br />
movimenti.<br />
1) Don Michele Lombardi sarà Parroco di San Pietro Apostolo e Cappellano<br />
del carcere di Spinazzola (inizio ministero: 13 settembre<br />
2005).
2) Don Rocco Scalera sarà Parroco del Sacro Cuore di Santeramo,<br />
perché Don Michele Masi ha chiesto di rientrare nella sua Congregazione<br />
del Preziosissimo Sangue (inizio ministero: 12 settembre<br />
2005).<br />
3) In Santa Teresa di <strong>Altamura</strong>, a Don Paolo Colonna, che da alcuni<br />
anni aveva presentato le dimissioni, succederà come Parroco Don<br />
Giacomo Fiore (inizio ministero: 24 settembre 2005).<br />
4) Don Vito Nuzzi subentrerà come Parroco di Sant’Erasmo a Santeramo<br />
al posto di Don Giacomo Fiore (inizio ministero: 18 settembre<br />
2005).<br />
5) Per decisione del Consiglio dell’Ordine, Padre Matteo Ornelli va in<br />
Venezuela. Il Padre Provinciale, ha designato come Parroco e Vice-<br />
Parroco di San Francesco in <strong>Gravina</strong> rispettivamente Padre Mario<br />
Marino e Padre Daniele Maiorano.<br />
6) Il Padre Generale dei Vocazionisti ha designato come Parroco e Vice-Parroco<br />
di San Francesco in <strong>Acquaviva</strong>, rispettivamente Don<br />
Mario Cavalera e Don Belisario Campanile, che sostituiscono<br />
Don Sabino, in considerazione <strong>delle</strong> sue condizioni di salute e per<br />
assicurare maggiori forze ai bisogni pastorali della Parrocchia.<br />
7) Il Provinciale dei Conventuali, ha designato come Vicario parrocchiale<br />
dell’Annunziata di Spinazzola Padre Giuseppe Tondo.<br />
In considerazione di altre urgenze pastorali e per inserire nella vita<br />
della <strong>Diocesi</strong> i giovani seminaristi in cammino verso gli Ordini Sacri, ho<br />
ritenuto opportuno stabilire quanto segue:<br />
1) Don Michele Capodiferro diventerà Cappellano del Monastero <strong>delle</strong><br />
Carmelitane e Vicario Parrocchiale della Madonna della Grazia.<br />
2) Don Giuseppe Cifarelli continuerà a svolgere il suo servizio nel<br />
Seminario Diocesano come Vice-Rettore.<br />
3) Don Saverio Colonna, salvo l’ufficio di parroco, svolgerà il compito<br />
di Padre Spirituale dei seminaristi di scuola superiore.<br />
34
34<br />
4) Don Giuseppe Creanza, come Padre Spirituale del Seminario, curerà<br />
i ragazzi di scuola media.<br />
5) Don Angelo Cianciotta sarà il nuovo Incaricato Diocesano della<br />
promozione del Sostegno Economico della Chiesa Cattolica.<br />
6) Don Nunzio Falcicchio verrà trasferito come Vicario parrocchiale<br />
da Santa Maria Maggiore in <strong>Acquaviva</strong>, alla Parrocchia del Redentore<br />
in <strong>Altamura</strong>.<br />
7) Vincenzo Lopano di <strong>Altamura</strong>, il 17 settembre p.v. sarà ordinato<br />
Diacono e continuerà ad operare pastoralmente nella Parrocchia del<br />
Sacro Cuore in Santeramo.<br />
8) Giuseppe Loviglio farà parte della Comunità del Seminario Diocesano<br />
come animatore e continuerà a fare esperienza pastorale in San<br />
Domenico in <strong>Gravina</strong>.<br />
9) Per Francesco Elia e Nicola Chiarulli, in attesa <strong>delle</strong> relazioni da<br />
parte del Seminario Regionale, sto valutando quale potrebbe essere<br />
l’ambiente più idoneo e la soluzione più opportuna per il loro inserimento<br />
pastorale nella <strong>Diocesi</strong>.<br />
A tutti e singoli i Sacerdoti che lasciano incarichi e uffici ricoperti, i<br />
più vivi e grati ringraziamenti da me e da tutta la Comunità Diocesana.<br />
Ai Sacerdoti, Diaconi, Laici che operano in Curia o a livello Diocesano<br />
annunzio che si avverte da tempo e da più parti l’esigenza di<br />
un ricambio e di un rimpasto in vista di un rilancio della vitalità e della<br />
operatività di tutti i settori pastorali; per tale motivo, non appena lo si<br />
riterrà opportuno, si chiederà ad ognuno la rinuncia e la disponibilità ad<br />
un eventuale cambio di ufficio o a una riconferma.<br />
La partecipazione della nostra <strong>Diocesi</strong> alla GMG di Colonia è stata<br />
numerosa (circa 400 persone). Si sono fatti apprezzare molto, per l’entusiasmo<br />
e la generosità con cui hanno lavorato, i volontari.<br />
Credo che non vi dispiaccia sapere che anche le catechesi tenute dal<br />
Vescovo sono state molto seguite e apprezzate dai giovani, dai sacerdoti
e dai Vescovi presenti: grazie a tutti coloro che hanno pregato per questo<br />
compito affidatomi.<br />
• Con vero dolore devo comunicarvi che sono risultati vani tutti gli<br />
sforzi fatti per circa due anni per aiutare Don Antonio Raimondi a<br />
superare la crisi e rientrare nell’esercizio del ministero.<br />
Il 22 luglio egli si è sposato civilmente incorrendo purtroppo nella sospensione<br />
“latae sententiae” (can. 1394 § 1) e nella rimozione “ipso<br />
iure” dall’ufficio di parroco (can. 194 § 1, § 3).<br />
• Per ragioni di famiglia e motivi di salute ha chiesto di rientrare in<br />
<strong>Diocesi</strong> Don Giuseppe Perrucci di <strong>Altamura</strong>, finora inserito nella<br />
<strong>Diocesi</strong> di Roma. È in corso la pratica di escardinazione.<br />
• Entro la fine dell’anno 2005 tutti i reparti dell’Ospedale “Miulli”<br />
opereranno nella nuova struttura.<br />
Il trasferimento dei pazienti avrà inizio nella seconda metà di settembre.<br />
La notte di Natale si celebrerà nella Chiesa superiore dell’Ospedale.<br />
Nei primi di gennaio 2006, con una serie di iniziative culturali, artistiche<br />
e scientifiche, si farà l’inaugurazione ufficiale del nuovo Ospedale.<br />
• Entro la fine del 2005 è prevista anche la conclusione dei lavori di<br />
restauro del Palazzo Loglisci in <strong>Gravina</strong> e il trasferimento della Comunità<br />
del Seminario nel nuovo edificio.<br />
In attesa di incontravi vi saluto con fraterno affetto.<br />
<strong>Altamura</strong>, 25 agosto 2005<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
34
3 0<br />
Carissimi,<br />
* * *<br />
- Rev.di Presbiteri<br />
- Docenti di Religione<br />
- Catechisti<br />
l’incontro per la presentazione del “Compendio del Catechismo della<br />
Chiesa Cattolica”, annunciato durante l’Assemblea Pastorale al Santuario<br />
dell’Incoronata, si farà come era stato previsto il 26 settembre<br />
2005, alle ore 19.00 presso il Centro Giovanile “Benedetto XIII” di<br />
<strong>Gravina</strong>.<br />
So che l’Ufficio Catechistico Diocesano si è premurato con grande<br />
tempestività di diffondere la notizia con manifesti e volantini.<br />
Non posso fare a meno, tuttavia, di rivolgermi a ognuno di voi personalmente<br />
per esortarvi ad essere presenti e a invitare altri a partecipare<br />
per due motivi:<br />
1) è un’occasione unica per essere aiutati ad entrare nei contenuti del<br />
Compendio, nei criteri con i quali è stato scritto, e per scoprire la sua<br />
connessione con i catechismi per una migliore valorizzazione nella<br />
catechesi.<br />
2) Viene a presentare il Compendio Sua Eccellenza Mons. Angelo Amato,<br />
sdb, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede il<br />
quale con il Cardinale Joseph Ratzinger è stato l’estensore dell’opera.<br />
Il 26 settembre è lunedì: nelle parrocchie non ci sono celebrazioni<br />
serali; altri eventuali impegni pastorali possono essere trasferiti ad altra<br />
data.<br />
Gradirei molto il coinvolgimento degli associati nelle varie aggregazioni<br />
e degli alunni più sensibili <strong>delle</strong> Scuole Superiori.<br />
Vi ringrazio sin d’ora per la risposta che darete, che certamente sarà<br />
generosa ed entusiastica. Vi benedico.<br />
<strong>Gravina</strong> in Puglia, 19 settembre 2005<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo
Carissimi Confratelli,<br />
* * *<br />
in ottobre la Chiesa vive in modo particolare la sua dimensione missionaria,<br />
non solo perché è il mese dedicato alle missioni e culmina nella<br />
Giornata Missionaria, ma anche perché nelle <strong>Diocesi</strong> e nelle Parrocchie<br />
tutto parla di nuovo inizio e di nuovo cammino.<br />
In ottobre ricominciano anche i nostri appuntamenti mensili per il<br />
ritiro spirituale e l’aggiornamento.<br />
Quest’anno animerà i ritiri S.E. Mons. Gianfranco Todisco, Vescovo<br />
di Melfi-Rapolla-Venosa.<br />
Negli incontri di aggiornamento approfondiremo e discuteremo la<br />
traccia di riflessione in preparazione al Convegno ecclesiale di Verona.<br />
Per il ritiro ci incontreremo al Centro Giovanile “Benedetto XIII” di<br />
<strong>Gravina</strong>; per l’aggiornamento ci ritroveremo nella sala “Giovanni Paolo<br />
II” dell’episcopio di <strong>Gravina</strong>.<br />
È bello sentirsi “al completo” e far dono ai confratelli della propria<br />
presenza, segno di stima e di rispetto verso gli altri e di fedeltà ai doveri<br />
sacerdotali.<br />
Ci ritroveremo per il ritiro il 21 ottobre 2005 alle ore 9,30.<br />
Vi saluto cordialmente.<br />
<strong>Gravina</strong> in Puglia, 16 ottobre 2005<br />
✠ Mario, Vescovo<br />
3 1
3 2<br />
Prot. n. 10/2005<br />
Erezione<br />
della Parrocchia del “SS. Redentore”<br />
in <strong>Altamura</strong><br />
Decreti<br />
Il costante sviluppo edilizio <strong>delle</strong> nostre città, particolarmente intenso<br />
nei centri più evoluti sul piano industriale, in breve tempo ha trasformato<br />
in agglomerati urbani aree periferiche finora libere.<br />
La nascita di questi nuovi centri e i nuovi insediamenti previsti dai<br />
piani regolatori dei Comuni, sin dall’inizio del mio ministero pastorale<br />
in <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, mi hanno fatto avvertire<br />
l’urgenza e la necessità di reperire suoli, di provvedere alla istituzione<br />
di nuove parrocchie, di far progettare strutture parrocchiali idonee alle<br />
attuali esigenze pastorali e di dare inizio a presenze pastorali nelle zone<br />
di nuovi insediamenti.<br />
In <strong>Altamura</strong>, la zona di “Via Selva”, oltre la circonvallazione (S.S.<br />
96), si è popolata di palazzi che, secondo fondate e documentate previsioni,<br />
ospiteranno circa quindicimila persone.<br />
Visto che la Giunta Comunale di <strong>Altamura</strong>, con delibera n. 458 del<br />
15 settembre 2004, accoglieva la richiesta da me formulata sin dal 21<br />
settembre 2001, tesa ad ottenere suoli per l’edificazione di nuove parrocchie;<br />
visto che il Commissario Prefettizio di <strong>Altamura</strong>, dott. Luigi Varratta,<br />
con delibera n. 60 del 20 dicembre 2004, ha assegnato alla Curia Diocesana<br />
il diritto di superficie su un’area di circa 8000 mq. in Via Selva;<br />
visto che molti condomini del nuovo quartiere sono già abitati, ritengo<br />
urgente dare inizio alla cura pastorale della zona, istituendo canonicamente<br />
una nuova parrocchia.<br />
Pertanto, in ottemperanza alle norme del Diritto Canonico, can. 515 §<br />
2, ricevuto il parere favorevole del Consiglio Presbiterale nella riunione<br />
dell’11 marzo 2005, con la mia autorità ordinaria,
erigo canonicamente<br />
la Parrocchia del “SS. Redentore”<br />
in <strong>Altamura</strong>.<br />
La suddetta Parrocchia abbraccia tutto il territorio compreso sul lato<br />
esterno della circonvallazione tra Via Matera e Via Graviscella; si estende,<br />
sul quarto lato, fino al confine del Comune di <strong>Altamura</strong> e confina con<br />
le Parrocchie del SS. Rosario di Pompei, di S. Giovanni Bosco e di S.<br />
Maria del Carmine.<br />
Col presente decreto stabilisco, inoltre, che la festa liturgica del SS.<br />
Redentore si celebri la Domenica In Albis.<br />
Confido che la sollecitudine del Vescovo e l’impegno pastorale di<br />
quanti saranno chiamati ad operare in questa grande porzione del Popolo<br />
di Dio, per la grazia di Cristo “Redentore dell’uomo”, dello Spirito<br />
Santo che anima la Chiesa, e per l’intercessione di Maria, possano sviluppare<br />
il Suo Regno nei cuori dei singoli e <strong>delle</strong> famiglie.<br />
Copia autentica di questo decreto sarà conservata negli archivi della<br />
Curia Diocesana e <strong>delle</strong> Parrocchie del SS. Rosario di Pompei, di S. Giovanni<br />
Bosco e di S. Maria del Carmine.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 27 marzo 2005, Pasqua del Signore<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
3 3
3 4<br />
Prot. n. 20/2005<br />
Dedicazione<br />
della chiesa parrocchiale di S. Sepolcro<br />
in <strong>Altamura</strong><br />
Nell’anno del Signore Duemilacinque, il giorno due del mese di<br />
giugno, nella città di <strong>Altamura</strong>, durante una solenne Concelebrazione<br />
Eucaristica da Noi presieduta con il concorso di diversi sacerdoti, di<br />
autorità civili e militari e di numerosissimi fedeli, attenendoci alle<br />
norme liturgiche prescritte dal Pontificale Romano per il Rito della<br />
Dedicazione di una chiesa,<br />
Noi<br />
Mario Paciello<br />
Vescovo della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
abbiamo dedicato questa chiesa parrocchiale<br />
a gloria della Santissima Trinità e per la santificazione degli uomini<br />
sotto il titolo di San Sepolcro.<br />
La chiesa, già esistente dal 1974, è stata totalmente modificata, ristrutturata,<br />
ampliata ed adeguata alle attuali norme liturgiche, grazie all’opera<br />
della Cooperativa Edil-<strong>Altamura</strong> e collaboratori, su idee progettuali<br />
degli ingegneri Salvatore Tricarico e Antonio Farella.<br />
Le opere artistiche sono del Prof. Giuseppe Di Marzo, realizzate dai<br />
Fratelli Perotti di Vietri sul Mare - SA (vetrate), Salvatore Iannicelli di<br />
Torrecuso - BN (opere in legno), Ditta Prometeo-Caminetti di San Lorenzello<br />
- BN (opere in marmo), Fratelli Rodolfo e Nino Simone di San<br />
Lorenzello - BN (opere in ferro dorato e portoni di ingresso).<br />
L’elettrificazione <strong>delle</strong> campane e l’impianto audio sono stati realizzati<br />
dalla Ditta Quasar Elettronica di Francavilla al Mare - CH.<br />
All’ingresso dell’aula liturgica è stata collocata una lapide commemorativa<br />
a perpetua memoria.<br />
Stabiliamo che, ogni anno, la Comunità parrocchiale faccia memoria<br />
di questo giorno solenne con l’Ufficio proprio, iniziando dai Primi Vespri.
Al termine della celebrazione, è stato redatto il presente atto in triplice<br />
copia, di cui una è destinata all’archivio della Curia Diocesana, l’altra<br />
all’archivio dell’Episcopio e la terza all’archivio parrocchiale.<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
Il Parroco<br />
Don Vito Colonna<br />
I Testimoni<br />
Direnzo Leonardo<br />
Salvatore Tricarico<br />
Antonio Farella<br />
Testo della lapide commemorativa<br />
gloria, lode, onore,<br />
benedizione<br />
alla trinità beata,<br />
al cristo risorto<br />
e alla madre del redentore<br />
la comunità di san sepolcro<br />
riconoscente eleva<br />
nel giorno in cui,<br />
con solenne rito,<br />
il vescovo mario paciello<br />
consacra questa chiesa<br />
restaurata per volontà<br />
del parroco vito colonna<br />
col genio, la passione e il sacrificio<br />
di artisti, tecnici e maestranze,<br />
grazie alla generosità<br />
del popolo di dio.<br />
altamura, 2 giugno 2005<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
3
3<br />
Prot. n. 23/2005<br />
Promulgazione<br />
dello Statuto unico diocesano<br />
e del Regolamento dei Comitati Feste<br />
«Il popolo che festeggia Gesù Cristo, la Vergine Maria e i Santi si raccoglie<br />
intorno ad autentici modelli di vita e viene aiutato a costruire la<br />
sua unità sulla base di questi valori che, radicati nella sua storia, ne costituiscono<br />
la vera forza unificante sul piano culturale e sociale» (Conferenza<br />
Episcopale Pugliese, Le nostre feste. Nota pastorale su le feste<br />
religiose popolari nelle Chiese di Puglia, 4 febbraio 1998, n. 1).<br />
Consapevole dell’interesse che le feste religiose suscitano all’interno<br />
dei nostri paesi e <strong>delle</strong> Comunità ecclesiali;<br />
tenuto conto che, soprattutto le feste popolari, vengono celebrate con<br />
elementi propri della spettacolarità e <strong>delle</strong> tradizioni folcloristiche;<br />
al fine di evitare inadeguatezze o elementi fuorvianti il significato<br />
religioso della festa, ho ritenuto opportuno redigere un apposito Statuto<br />
ed un Regolamento per determinare le norme specifiche alle quali i Comitati<br />
devono attenersi per la preparazione e lo svolgimento della festa<br />
stessa.<br />
Pertanto, confortato dal parere favorevole del presbiterio diocesano,<br />
visto il can. 94 del CJC, con il presente Decreto<br />
approvo<br />
lo Statuto unico diocesano ed il Regolamento<br />
dei Comitati Feste,<br />
disponendone la promulgazione “ad experimentum” per cinque anni, a<br />
partire dalla data odierna.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 15 agosto 2005, Solennità dell’Assunzione della<br />
Beata Vergine Maria<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci
STATUTO UNICO DIOCESANO<br />
DEI COMITATI FESTE<br />
Titolo I<br />
NATURA - FUNZIONE - DURATA<br />
Art. 1<br />
Il Comitato Feste (in seguito denominato CF) è formato da fedeli laici<br />
che vogliono impegnarsi a tenere viva e ad incrementare la devozione,<br />
collaborando nella promozione, organizzazione e realizzazione della<br />
Festa in onore del Signore, o della Beata Vergine Maria o dei Santi.<br />
Art. 2<br />
Il CF è espressione e parte integrante della Comunità ecclesiale; esso<br />
opera di comune intento con il Consiglio Pastorale della parrocchia nel<br />
cui territorio si venera la Sacra Immagine e, dove è presente, con la relativa<br />
Confraternita/Associazione. A tal fine, il Vice Presidente del CF<br />
entra a far parte del Consiglio Pastorale Parrocchiale.<br />
Per le Feste Patronali, il CF collabora con la Curia Diocesana e con<br />
l’Amministrazione Comunale, promovendo il coinvolgimento e l’impegno<br />
dei gruppi e dei singoli fedeli.<br />
Art. 3<br />
Il CF dura in carica un anno, dal 1 gennaio al 31 dicembre, e può essere<br />
riconfermato. Tuttavia, tale riconferma non può essere protratta per un<br />
tempo superiore a tre anni di seguito per i membri che occupano cariche<br />
direttive.<br />
Titolo II<br />
I MEMBRI<br />
Art. 4<br />
Possono far parte del CF fedeli laici, uomini e donne, di provata fede<br />
e moralità cristiana cattolica, spiccata onestà e sincera devozione verso<br />
il Signore, la Beata Vergine Maria e i Santi, che non abbiano interessi<br />
3
3<br />
privati nelle attività del medesimo CF e che si impegnano, con adesione<br />
libera e volontaria, a prestare la loro fattiva collaborazione, senza compenso<br />
alcuno, nello spirito e nella lettera del presente Statuto, perché<br />
siano custoditi i valori genuini della pietà popolare.<br />
Non possono in alcun modo farvi parte coloro che ricoprono cariche<br />
politiche.<br />
Art. 5<br />
Il CF è composto da un numero di membri compreso tra cinque e quindici<br />
unità. Coloro che desiderano farne parte, devono inoltrare, entro<br />
il 31 dicembre, domanda scritta al Parroco/Rettore, il quale, sentito il<br />
parere del Consiglio Pastorale Parrocchiale, entro il 31 gennaio successivo,<br />
indica e propone i componenti all’Ordinario diocesano per l’approvazione.<br />
Art. 6<br />
Tutti i membri del CF sono tenuti a:<br />
• frequentare gli incontri periodici di formazione;<br />
• partecipare alle celebrazioni liturgiche in onore del Signore, della<br />
Beata Vergine Maria e dei Santi, accostandosi ai sacramenti della Penitenza<br />
e dell’Eucaristia.<br />
Art. 7<br />
Ogni membro del CF deve avere copia del presente Statuto e del<br />
Regolamento annesso, e ne deve rispettare le prescrizioni.<br />
Titolo III<br />
ORGANI DI GOVERNO<br />
Art. 8<br />
Organo del CF è l’Assemblea, costituita da tutti i membri del CF. Ad<br />
essa spetta:<br />
• discutere ed indicare le linee per il programma generale della Festa,<br />
sentito il Consiglio Pastorale Parrocchiale;<br />
• approvare il bilancio preventivo di spesa e consuntivo economico
della Festa e trasmetterlo all’Ordinario diocesano per la prevista revisione,<br />
a norma dell’art. 13 del presente Statuto;<br />
• programmare eventuali iniziative straordinarie, dopo aver sentito il<br />
parere dell’Ordinario diocesano.<br />
Art. 9<br />
Presidente di diritto del CF è sempre il Parroco/Rettore, o un altro Sacerdote<br />
da lui delegato.<br />
Spetta al Presidente:<br />
• indicare e proporre all’Ordinario diocesano per l’approvazione i nominativi<br />
dei componenti il CF, a norma dell’art. 5 del presente Statuto;<br />
• nominare, tra i membri dell’Assemblea, il Vice Presidente, l’Economo<br />
e il Segretario, sentito il parere del Consiglio Pastorale Parrocchiale;<br />
• convocare e presiedere le riunioni del CF;<br />
• vigilare sull’osservanza del presente Statuto, nel rispetto <strong>delle</strong> norme<br />
ecclesiastiche e civili;<br />
• sostituire, per causa grave “ex informata conscientia”, qualcuno dei<br />
componenti del CF o scioglierlo completamente, a norma dell’art. 15<br />
del presente Statuto.<br />
Art. 10<br />
Spetta al Vice Presidente, nominato dal Presidente:<br />
• predisporre e attuare, secondo le linee approvate dall’Assemblea, il<br />
programma della Festa e trasmetterlo all’Ordinario diocesano per la<br />
prevista approvazione, a norma dell’art. 13 del presente Statuto;<br />
• firmare i contratti di spesa e le reversali d’incasso;<br />
• trattare le pubbliche relazioni;<br />
• sostituire il Presidente, in caso di assenza o di impedimento, nelle<br />
riunioni di Assemblea.<br />
Art. 11<br />
Spetta all’Economo, nominato dal Presidente:<br />
• provvedere a tenere la contabilità generale della Festa;<br />
3
3 0<br />
• redigere il bilancio preventivo di spesa e consuntivo economico della<br />
Festa, da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea;<br />
• raccogliere, con la collaborazione di tutti i membri del CF, le oblazioni<br />
ed i contributi volontari degli Enti e dei singoli offerenti;<br />
• conservare il denaro su libretto intestato al CF, con firma congiunta<br />
del Vice Presidente;<br />
• consegnare, a conclusione della Festa, tutti gli atti al Presidente.<br />
Art. 12<br />
Spetta al Segretario, nominato dal Presidente:<br />
• redigere i verbali <strong>delle</strong> riunioni dell’Assemblea, da leggere di volta in<br />
volta all’inizio dell’incontro;<br />
• inviare, per mandato del Vice Presidente, notizie <strong>delle</strong> convocazioni<br />
dell’Assemblea, con il preciso ordine del giorno, almeno cinque giorni<br />
prima della data stabilita;<br />
• assicurare la conservazione e l’aggiornamento dell’archivio del CF;<br />
• stendere la relazione finale della Festa.<br />
Titolo IV<br />
NORME GENERALI<br />
Art. 13<br />
L’Ordinario diocesano esamina ed approva il programma della Festa e<br />
ne revisiona il bilancio preventivo.<br />
Art. 14<br />
Entro il 31 dicembre, il Vice Presidente, unitamente a tutti gli altri componenti<br />
del CF, rimette il mandato ricevuto e restituisce i beni del CF nelle<br />
mani del Presidente, il quale provvederà a riconsegnarli al nuovo CF.<br />
Art. 15<br />
In qualunque momento il Presidente, per causa grave “ex informata conscientia”,<br />
può sostituire qualcuno dei componenti del CF o scioglierlo<br />
completamente.
Art. 16<br />
Le norme non contenute nel presente Statuto e che ogni CF deve osservare,<br />
sono specificate dall’allegato Regolamento diocesano dei CF.<br />
Il presente Statuto è promulgato “ad experimentum” per cinque anni.<br />
Con l’entrata in vigore in data odierna, sono abrogati i precedenti Statuti<br />
e cessano dal loro incarico tutti i membri degli attuali Comitati Festa.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 15 agosto 2005, Solennità dell’Assunzione della<br />
Beata Vergine Maria<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
REGOLAMENTO UNICO DIOCESANO<br />
DEI COMITATI FESTE<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
Il presente Regolamento regola le attività del Comitato Feste (in seguito<br />
denominato CF), alla luce della Nota pastorale della Conferenza<br />
Episcopale Pugliese “Le nostre Feste” su le feste religiose popolari<br />
nelle Chiese di Puglia (febbraio 1998) e degli altri Documenti del<br />
Magistero.<br />
Il fine è quello di promuovere e orientare evangelicamente le nostre<br />
feste popolari, rivestite non poche volte di un ritualismo di dubbia e<br />
ambigua provenienza.<br />
Capitolo I<br />
PREPARAZIONE ALLA FESTA<br />
1. Nella preparazione della Festa, si dia spazio alla proclamazione<br />
della Parola di Dio e al suo approfondimento, cercando di curare con<br />
attenzione la liturgia (S. Messa, Celebrazione penitenziale, Adorazione<br />
eucaristica…).<br />
3 1
3 2<br />
2. Si programmino iniziative per coinvolgere gli ammalati, gli anziani<br />
e i diversamente abili, prevedendo possibilmente gesti significativi di<br />
carità e di solidarietà.<br />
Capitolo II<br />
CELEBRAZIONE DELLA FESTA<br />
3.1. La Festa si svolga nel giorno stabilito, in sintonia con le norme<br />
ecclesiali. È assolutamente vietata la celebrazione della Festa nelle domeniche<br />
di Avvento, di Quaresima e di Pasqua e nelle altre domeniche in<br />
cui si celebrano le grandi Solennità del Signore (Santa Famiglia, Epifania,<br />
Battesimo, Ascensione, Pentecoste, SS. Trinità, SS. Corpo e Sangue<br />
di Cristo, Cristo Re). In caso di concomitanza, essa viene spostata al<br />
giorno seguente o ad altra data compatibile.<br />
3.2. Dove, per antica consuetudine, la Festa della Beata Vergine Maria<br />
o di un Santo si celebra in una <strong>delle</strong> domeniche di maggio, purché<br />
non ricorra una Solennità del Signore (cfr. 3.1), si può onorare la Beata<br />
Vergine Maria o il Santo con la processione, purché i testi della Messa e<br />
della Liturgia <strong>delle</strong> Ore siano della domenica.<br />
4. L’apparato esteriore (luminarie, fuochi pirotecnici, bande musicali)<br />
deve essere sobrio, evitando inutili sfarzi.<br />
5. Eventuali intrattenimenti musicali non devono disturbare le celebrazioni<br />
religiose; siano ispirati al buon gusto, al rispetto della dignità<br />
della Festa e non comportino spese eccessive. Similmente, i fuochi pirotecnici<br />
non disturbino lo svolgimento della processione.<br />
Capitolo III<br />
LA PROCESSIONE<br />
6. La processione deve mantenere il suo carattere sacro, evitando<br />
ogni commistione con realtà profane. Essa si svolga sempre sotto la presidenza<br />
ecclesiastica.<br />
7. Il CF assolva fedelmente tutti gli adempimenti richiesti dalle normative<br />
vigenti (domande alle diverse Autorità per i vari permessi, ecc.).
8. La durata della processione sia contenuta, possibilmente, entro le<br />
due ore. A tal fine, il CF studi percorsi che siano attenti a non creare problemi<br />
per l’ordine pubblico e la viabilità, come anche itinerari diversi di<br />
anno in anno.<br />
9. Per l’animazione della processione, il CF scelga persone preparate<br />
e si usino opportuni impianti di amplificazione.<br />
10. Qualora alla processione partecipino in forma ufficiale Autorità<br />
istituzionali, civili e militari, queste occupino il posto immediatamente<br />
dietro la Sacra Immagine.<br />
Capitolo IV<br />
DOVERI DEL COMITATO FESTE<br />
11. Nel suo costituirsi, il CF deve essere debitamente approvato dalla<br />
competente Autorità ecclesiastica, a norma dello Statuto unico diocesano.<br />
12. La gestione economica della Festa sia ispirata a criteri di trasparenza<br />
e di rispetto <strong>delle</strong> norme vigenti, sia ecclesiali che civili. Ogni irregolarità<br />
amministrativa costituisce per il responsabile causa di decadenza<br />
immediata dal medesimo CF.<br />
13. La questua pubblica potrà essere effettuata nell’ambito dell’intera<br />
città unicamente per la Festa patronale; per le altre Feste, solo nel territorio<br />
parrocchiale. I membri del CF a ciò deputati, richiederanno alla<br />
Curia Diocesana la vidimazione dei tesserini con relativa fotografia.<br />
Il mancato rispetto di questa norma, verrà sanzionato dall’Ordinario<br />
Diocesano.<br />
14. Ogni incasso deve essere registrato su apposito bollettario, numerato<br />
progressivamente, con matrice e figlia, quest’ultima da rilasciare<br />
all’offerente come ricevuta.<br />
15. Almeno un mese prima della raccolta <strong>delle</strong> offerte, devono essere<br />
presentati all’Ordinario diocesano, in duplice copia per l’approvazione,<br />
il programma dettagliato della Festa e il bilancio preventivo di spesa;<br />
3 3
3 4<br />
inoltre, venga corrisposto alla Curia Diocesana il contributo previsto dal<br />
Tariffario Regionale per il rilascio del permesso per festività esterne.<br />
16. È assolutamente vietato fare aste pubbliche per portare in processione<br />
la Sacra Immagine, come anche chiedere offerte nel corso della<br />
processione ed esibire denaro sui simulacri.<br />
17. Entro due mesi dalla conclusione della Festa, l’Economo presenta<br />
al CF il conto consuntivo per la relativa approvazione; copia dello<br />
stesso deve essere inoltrata quanto prima alla Curia Diocesana.<br />
18. Entro il 31 dicembre, il Vice Presidente del CF restituirà al<br />
Presidente i libretti bancari, le somme residue attive e tutto ciò che è<br />
stato da esso acquisito.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 15 agosto 2005, Solennità dell’Assunzione della<br />
Beata Vergine Maria<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
LE FESTE NELLA DIOCESI<br />
“Nessuna nuova festa esterna può essere istituita, senza il consenso<br />
scritto dell’Ordinario Diocesano”.<br />
gennaio<br />
20 San Sebastiano: Spinazzola - Festa<br />
patronale<br />
marzo - aprile<br />
1° Martedì di marzo Beata Vergine Maria di Costantinopoli:<br />
<strong>Gravina</strong> e <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti - solo Festa religiosa<br />
19 San Giuseppe: <strong>Altamura</strong> - Processione<br />
penitenziale
Venerdì Santo Via crucis o Processione dei misteri:<br />
in tutti i paesi<br />
Martedì dopo Pasqua Madonna del Bosco: Spinazzola -<br />
Festa compatrona (arrivo in paese)<br />
maggio<br />
1 San Giuseppe: Santeramo in Colle<br />
- Chiesa S. Giuseppe<br />
5 Santa Irene: <strong>Altamura</strong> - Festa patronale<br />
8 San Michele <strong>delle</strong> Grotte: <strong>Gravina</strong><br />
- Festa cittadina<br />
20 Sant’Eustachio: <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti - solo Festa religiosa<br />
22 Santa Rita: <strong>Altamura</strong> - S. Agostino;<br />
<strong>Acquaviva</strong><br />
24 Beata Vergine Maria Ausiliatrice:<br />
<strong>Altamura</strong> - S. Giovanni Bosco<br />
terz’ultima domenica San Matteo: <strong>Gravina</strong> - Mater Ecclesiae<br />
ultima domenica SS. Crocifisso:<strong>Gravina</strong> - Festa cittadina<br />
Corpus Domini diocesano: il giovedì; cittadino: la<br />
domenica<br />
giugno<br />
2 Sant’Erasmo: Santeramo in Colle<br />
- Festa patronale<br />
13 Sant’Antonio: <strong>Altamura</strong> - Immacolata;<br />
<strong>Gravina</strong> - S. Francesco<br />
Martedì dopo Pentecoste Madonna della Croce: <strong>Altamura</strong> -<br />
Chiesa Madonna della Croce<br />
Venerdì dopo il Corpus Domini Sacratissimo Cuore di Gesù: <strong>Altamura</strong>,<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti e<br />
Santeramo in Colle - Sacro Cuore<br />
luglio<br />
16 Beata Vergine Maria del Monte<br />
Carmelo: <strong>Altamura</strong> - S. Maria del<br />
Carmine; <strong>Gravina</strong> - S. Sofia; Santeramo<br />
in Colle - Chiesa del Carmine<br />
3
3<br />
26 Sant’Anna: <strong>Altamura</strong> - S. Anna<br />
agosto<br />
11 Beata Vergine Maria Addolorata:<br />
Poggiorsini - Festa patronale<br />
12 Madonna del Bosco: Spinazzola -<br />
Festa compatrona<br />
15 Assunzione della Beata Vergine<br />
Maria: <strong>Altamura</strong> - Festa patronale<br />
settembre<br />
1° Martedì Beata Vergine Maria di Costantinopoli:<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti - Festa<br />
patronale<br />
8 Natività della Beata Vergine Maria:<br />
<strong>Gravina</strong> - Madonna della Grazia;<br />
Santeramo in Colle - Annunziata<br />
seconda Domenica Maria SS. del Buoncammino: <strong>Altamura</strong><br />
- Festa cittadina<br />
14 Esaltazione della Santa Croce:<br />
Santeramo in Colle - SS. Crocifisso<br />
23 San Pio da Pietrelcina: <strong>Gravina</strong> -<br />
Mater Ecclesiae<br />
26 Santi Cosma e Damiano: <strong>Altamura</strong><br />
- S. Maria della Consolazione;<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti - S. Domenico<br />
29 Santi Arcangeli Michele, Gabriele<br />
e Raffaele: <strong>Gravina</strong> - Festa patronale;<br />
<strong>Altamura</strong> - S. Michele Arcangelo<br />
ottobre<br />
4 San Francesco d’Assisi: <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti - S. Francesco (marcia<br />
della pace)
7 Beata Maria Vergine del Rosario:<br />
<strong>Altamura</strong> - SS. Rosario; <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti - S. Domenico<br />
dicembre<br />
13 Santa Lucia: <strong>Gravina</strong> - Chiesa S.<br />
Lucia; <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti - S.<br />
Lucia<br />
3
3<br />
Costituzione<br />
del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici<br />
Prot. n. 48/2005<br />
• visto il Decreto di costituzione nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti del Consiglio Diocesano per gli Affari<br />
Economici, promulgato dal mio Venerato Predecessore, Mons.<br />
Tarcisio Pisani, in data 1 settembre 1987;<br />
• in seguito alla scadenza del mandato del medesimo Consiglio attualmente<br />
in carica, avvenuta in data 13 aprile 2004;<br />
• a norma dei cann. 492 e 493 del CJC, e dei nn. 26 e 27 dell’Istruzione<br />
in materia amministrativa, promulgata dalla Conferenza Episcopale<br />
Italiana in data 1 settembre 2005,<br />
con il presente Decreto<br />
costituisco<br />
il Consiglio Diocesano per gli Affari Economici<br />
per il quinquennio 2005-2010<br />
il quale risulta composto dai seguenti membri, che formalmente nomino:<br />
Avv. Nunzio Langiulli<br />
Avv. Massimo Marvulli<br />
Dott. Giuseppe Tragni<br />
Rag. Donata Ceglie<br />
Mons. Felice Posa<br />
Sac. Domenico Laddaga<br />
Sac. Giuseppe Pietroforte<br />
Nomino Segretario del suddetto Consiglio il Sac. Vincenzo Panaro.<br />
Alle riunioni del Consiglio parteciperanno il Sac. Luigi Dimarno,<br />
Economo diocesano, e il Sac. Vito Colonna, Vicario Generale.
Il presente Decreto ha effetto immediato.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 1 novembre 2005, Solennità di Tutti i Santi<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
3
3 0<br />
Costituzione<br />
del Consiglio di Amministrazione<br />
e del Collegio dei Revisori dei Conti<br />
dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero<br />
Prot. n. 55/2005<br />
• vista la Legge n. 222 del 20 maggio 1985 e le Disposizioni emanate<br />
dalla Conferenza Episcopale Italiana;<br />
• in seguito alla scadenza del mandato del Consiglio di<br />
Amministrazione e del Collegio dei Revisori dei Conti dell’Istituto<br />
Diocesano Sostentamento Clero attualmente in carica;<br />
• preso atto che il Clero diocesano, ai sensi degli artt. 7 e 18 dello<br />
Statuto del medesimo Istituto, ha designato su base elettiva i propri<br />
rappresentanti in seno ai suddetti Organismi;<br />
• individuati gli altri membri, la cui designazione spetta al Vescovo<br />
Diocesano,<br />
con il presente Decreto<br />
costituisco<br />
il Consiglio di Amministrazione<br />
ed il Collegio dei Revisori dei Conti<br />
dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero<br />
per il quinquennio 2005-2010<br />
i quali risultano rispettivamente composti dai seguenti membri:<br />
consiglio di amministrazione<br />
Presidente: Sac. Giuseppe Lofrese<br />
Vice Presidente: Sac. Giacomo Fiore
Consiglieri: Sac. Michele Lorusso<br />
Sac. Carlo Carducci<br />
Avv. Vito Barbieri<br />
Avv. Vincenzo Ardito<br />
Segretario: Sac. Domenico Laddaga<br />
collegio dei revisori dei conti<br />
Presidente: Rag. Donata Ceglie<br />
Membri: Sac. Saverio Ciaccia<br />
Rag. Giuseppe Fruttuoso<br />
Il presente Decreto ha effetto immediato.<br />
Dal Palazzo Vescovile, 8 dicembre 2005, Solennità dell’Immacolata<br />
Concezione della B.V.M.<br />
Il Cancelliere Vescovile<br />
Mons. Diego Carlucci<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo<br />
3 1
3 2<br />
Mons. Vescovo ha nominato:<br />
Nomine<br />
6 febbraio 2005 il Sac. Giuseppe Cifarelli, Vicario parrocchiale della<br />
Parrocchia del Sacro Cuore in <strong>Altamura</strong> (Prot. n.<br />
02/2005).<br />
27 marzo 2005 il Sac. Domenico Cornacchia, Parroco della Parrocchia<br />
del SS. Redentore in <strong>Altamura</strong> (Prot. n.<br />
11/2005).<br />
28 marzo 2005 la Prof.ssa Anna Maria Bosco, Presidente Diocesana<br />
di A.C. per il triennio 2005-2008 (Prot. n.<br />
12/2005).<br />
5 maggio 2005 l’Ins. Anna Maria Mastrorocco, Presidente diocesana<br />
del Movimento di Impegno Educativo di Azione<br />
Cattolica (MIEAC) per il triennio 2005-2008 (Prot.<br />
n. 17/2005).<br />
20 maggio 2005 P. Giacomo Paris, smm, Commissario dell’Associazione<br />
“Maria SS. del Buoncammino” in <strong>Altamura</strong>,<br />
“ad nutum Episcopi” (Prot. n. 18/2005).<br />
22 maggio 2005 Presidenti parrocchiali di A.C., per il triennio 2005-<br />
2008 (Prot. n. 19/2005), i Signori:<br />
Laurieri Francesco S. Maria Assunta - Cattedrale<br />
in <strong>Altamura</strong><br />
Ventura Maria Grazia Sacro Cuore in <strong>Altamura</strong><br />
Ciccimarra Maria S. Agostino in <strong>Altamura</strong><br />
Spatuzzo Anna S. Giovanni Bosco in <strong>Altamura</strong><br />
Cirrottola Michele S. Maria del Carmine in<br />
<strong>Altamura</strong><br />
Lorusso Maria S. Maria della Consolazione<br />
in <strong>Altamura</strong>
Lagonigro Maria S. Michele Arcangelo in<br />
<strong>Altamura</strong><br />
Marroccoli Maria S. Nicola in <strong>Altamura</strong><br />
Lettini Rocca SS. Rosario di Pompei in<br />
<strong>Altamura</strong><br />
Fiore Donato S. Sepolcro in <strong>Altamura</strong><br />
Lucariello Nicola S. Teresa in <strong>Altamura</strong><br />
Cannito Saverio SS. Trinità in <strong>Altamura</strong><br />
Forzati Francesco Gesù Buon Pastore in<br />
<strong>Gravina</strong><br />
Laddaga Michele Madonna della Grazia in<br />
<strong>Gravina</strong><br />
Carlucci Eustachio Mater Ecclesiae in <strong>Gravina</strong><br />
Ciurlia Rita S. Domenico in <strong>Gravina</strong><br />
D’Agostino Filippo S. Giovanni Battista in<br />
<strong>Gravina</strong><br />
Langiulli Teresa S. Giovanni Evangelista<br />
in <strong>Gravina</strong><br />
Dimattia Francesco S.S. Nicola e Cecilia in<br />
<strong>Gravina</strong><br />
Cicala Giovanni Spirito Santo in <strong>Gravina</strong><br />
Balestra Filomena SS. Crocifisso in <strong>Gravina</strong><br />
Campanale Giulio S. Eustachio in <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti<br />
Caporusso Antonio Sacro Cuore in <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti<br />
Morgese Domenico S. Domenico in <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti<br />
Colafemmina Angelo S. Francesco in <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti<br />
Ventura Maria Carmela S. Lucia in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />
Fonti<br />
Stano Angela S. Maria Maggiore in <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti<br />
Mastropasqua S. Erasmo in Santeramo<br />
Francesca in Colle<br />
3 3
3 4<br />
Natuzzi Vito Nicola Sacro Cuore in Santeramo<br />
in Colle<br />
Lassandro Michele SS. Crocifisso in Santeramo<br />
in Colle<br />
Blasi Giuseppe S. Pietro Apostolo in Spinazzola<br />
Carbone Adriano Maria SS. Annunziata in<br />
Spinazzola<br />
Vitucci Francesco Maria SS. Addolorata in<br />
Poggiorsini<br />
1 settembre 2005 il Sac. Rocco Scalera, Parroco della Parrocchia<br />
del Sacro Cuore in Santeramo in Colle (Prot. n.<br />
26/2005);<br />
il Sac. Michele Lombardi, Parroco della Parrocchia<br />
di San Pietro Apostolo in Spinazzola (Prot. n.<br />
27/2005);<br />
il Sac. Giacomo Fiore, Parroco della Parrocchia di<br />
Santa Teresa in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 28/2005);<br />
il Sac. Vito Nuzzi, Parroco della Parrocchia di Sant’Erasmo<br />
in Santeramo in Colle (Prot. n. 29/2005);<br />
P. Mario Marino, ofm Conv., Parroco della Parrocchia<br />
di San Francesco d’Assisi in <strong>Gravina</strong> (Prot.<br />
n. 30/2005);<br />
P. Daniele Flavio M. Maiorano, ofm Conv., Vicario<br />
parrocchiale della Parrocchia di San Francesco<br />
d’Assisi in <strong>Gravina</strong> (Prot. n. 31/2005);<br />
P. Giuseppe Franco Tondo, ofm Conv., Vicario<br />
parrocchiale della Parrocchia Maria SS. Annunziata<br />
in Spinazzola (Prot. n. 32/2005);<br />
il Sac. Michele Capodiferro, Vicario parrocchiale
della Parrocchia Madonna della Grazia e Cappellano<br />
della Comunità <strong>delle</strong> Monache Carmelitane Scalze<br />
in <strong>Gravina</strong> (Prot. n. 33/2005);<br />
il Sac. Nunzio Falcicchio, Vicario parrocchiale della<br />
Parrocchia del SS. Redentore in <strong>Altamura</strong> (Prot. n.<br />
34/2005);<br />
il Sac. Giuseppe Cifarelli, Vice Rettore; il Sac.<br />
Francesco Saverio Colonna, Padre Spirituale,<br />
l’Accolito Giuseppe Loviglio, Animatore del Seminario<br />
Diocesano (Prot. n. 35/2005);<br />
il Sac. Michele Lombardi, Cappellano dell’Istituto<br />
Penitenziario di Spinazzola (Prot. n. 36/2005);<br />
il Sac. Angelantonio Cianciotta, Incaricato del Servizio<br />
Diocesano per la promozione del sostegno economico<br />
alla Chiesa (Prot. n. 37/2005);<br />
15 settembre 2005 il Sac. Vincenzo Panaro, Assistente Spirituale dell’Istituto<br />
Secolare Missionarie della Regalità di<br />
N.S. Gesù Cristo, per il triennio 2005-2008 (Prot. n.<br />
38/2005);<br />
il Sac. Domenico Giannuzzi, Assistente Diocesano<br />
unitario di A.C., per il triennio 2005-2008 e Assistente<br />
Diocesano del Movimento di Impegno Educativo<br />
di Azione Cattolica (M.I.E.A.C.) (Prot. n. 39/2005);<br />
il Sac. Luigi Lazzari, Vice Assistente Diocesano<br />
del Settore Adulti di A.C., per il triennio 2005-2008<br />
(Prot. n. 40/2005);<br />
il Sac. Nunzio Falcicchio, Vice Assistente Diocesano<br />
del Settore Giovani di A.C., per il triennio 2005-<br />
2008 (Prot. n. 41/2005);<br />
3
3<br />
il Sac. Giuseppe Cifarelli, Vice Assistente Diocesano<br />
dell’Azione Cattolica Ragazzi, per il triennio<br />
2005-2008 (Prot. n. 42/2005).<br />
25 settembre 2005 Mons. Francesco Paolo Colonna, Canonico del<br />
Capitolo della Cattedrale e Rettore della chiesa di S.<br />
Michele al Corso in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 43/2005);<br />
il Diac. Vincenzo Lopano, Collaboratore presso la<br />
Parrocchia del Sacro Cuore in Santeramo in Colle<br />
(Prot. n. 44/2005).<br />
1 ottobre 2005 il Sac. Mario Cavalera, sdv, Parroco della Parrocchia<br />
di S. Francesco in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti (Prot.<br />
n. 45/2005).<br />
1 novembre 2005 il Sac. Giuseppe Perrucci, Vicario parrocchiale<br />
della Parrocchia di S. Maria della Consolazione in<br />
<strong>Altamura</strong> (Prot. n. 47/2005).<br />
10 dicembre 2005 P. Giuseppe Franco Tondo, ofm Conv., Cappellano<br />
dell’Ospedale Civile di Spinazzola (Prot. n.<br />
56/2005).<br />
13 dicembre 2005 P. Mario Marino, ofm Conv., Confessore ordinario<br />
<strong>delle</strong> Monache Carmelitane Scalze e <strong>delle</strong> Suore<br />
Missionarie di Gesù Crocifisso in <strong>Gravina</strong> (Prot. n.<br />
57/2005);<br />
P. Giuseppe Pasquariello, ofm Conv., Confessore<br />
ordinario <strong>delle</strong> Monache Domenicane e Cappellano<br />
<strong>delle</strong> Suore Missionarie del Sacro Costato (Casa<br />
Madre) in <strong>Gravina</strong> (Prot. n. 58/2005).<br />
18 dicembre 2005 il Sac. Nunzio Falcicchio, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
diocesano Comunicazioni Sociali (Prot. n. 59/2005);
P. Maurizio Bevilacqua, cmf, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
Missionario diocesano (Prot. n. 60/2005).<br />
26 dicembre 2005 il Diac. Benito Bolognese, Vice Direttore dell’Ufficio<br />
diocesano Pellegrinaggi (Prot. n. 61/2005);<br />
l’Accolito Giuseppe Loviglio, Assistente Spirituale<br />
del Gruppo Scout “<strong>Gravina</strong> 2” (Prot. n. 62/2005).<br />
In data 1 ottobre 2005, previo assenso di Mons. Vescovo, il Segretario<br />
Generale della Conferenza Episcopale Italiana ha confermato il Sac.<br />
Alessandro Amapani, Aiutante di Studio presso il Servizio Nazionale<br />
per la Pastorale Giovanile, per il triennio 2005-2008.<br />
Incardinazione<br />
In data 1 ottobre 2005, previo Decreto di escardinazione a firma di S.E.<br />
il Card. Camillo Ruini, Vicario Generale di Sua Santità per la <strong>Diocesi</strong> di<br />
Roma, Mons. Vescovo ha incardinato nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti il Sac. Giuseppe Perrucci, del Clero della<br />
suddetta circoscrizione ecclesiastica (Prot. n. 46/2005).<br />
Mons. Vescovo ha confermato:<br />
Conferme<br />
21 aprile 2005 Lama Emanuele, Priore della Confraternita di<br />
S. Michele, con sede in <strong>Gravina</strong> in Puglia (Prot. n.<br />
14/2005).<br />
27 luglio 2005 il Sac. Giacomo Fiore, Direttore Diocesano dell’Unione<br />
Apostolica del Clero “ad triennium”<br />
(Prot. n. 22/2005).<br />
3
3<br />
Mons. Vescovo ha autorizzato:<br />
Autorizzazioni<br />
7 febbraio 2005 il Sac. Vito Incampo, Parroco della Parrocchia<br />
di S. Maria della Consolazione in <strong>Altamura</strong>, a concedere<br />
ipoteca di primo grado sostanziale a favore<br />
della Banca Popolare di Puglia e Basilicata su immobile<br />
sito in <strong>Altamura</strong>, Via Pola n. 10 (Prot. n.<br />
01/2005).<br />
1 marzo 2005 P. Pasquale Cenciarelli, Parroco della Parrocchia<br />
di S. Maria del Carmine in <strong>Altamura</strong>, ad acquistare<br />
l’immobile sito in <strong>Altamura</strong>, Via A. Angelastri<br />
n. 26-28-30 (Prot. n. 04/2005).<br />
11 marzo 2005 il Sac. Saverio Ciaccia a stipulare, in nome e<br />
per conto della Parrocchia del SS. Crocifisso in<br />
<strong>Gravina</strong>, il rogito notarile per:<br />
- la permuta di un locale di proprietà della suddetta<br />
Parrocchia con un locale di proprietà del Comune<br />
di <strong>Gravina</strong> in Puglia;<br />
- la formalizzazione dell’atto di ricognizione e consegna<br />
alla medesima Parrocchia <strong>delle</strong> aree retrostanti<br />
la chiesa, anch’esse di proprietà dello stesso<br />
Comune;<br />
- la cessione gratuita da parte della suddetta parrocchia<br />
dell’area attualmente destinata a campo di<br />
calcetto (Prot. n. 08/2005).<br />
21 marzo 2005 il Sac. Vito Incampo, Parroco della Parrocchia di<br />
S. Maria della Consolazione in <strong>Altamura</strong>, a stipulare<br />
contratto di mutuo ipotecario, della durata di<br />
quindici anni, presso l’Agenzia di <strong>Altamura</strong> della<br />
Banca Popolare di Milano (Prot. n. 09/2005).<br />
15 aprile 2005 il Sac. Giuseppe Pietroforte, Parroco della Parrocchia<br />
di S. Domenico in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti,
a procedere al trasferimento del suolo edificatorio<br />
già individuato nelle precedenti autorizzazioni del<br />
7 ottobre 2002 e 9 giugno 2003, atteso che tale pagamento<br />
traslativo darebbe piena ed esatta esecuzione<br />
alle volontà testamentarie della defunta Tria<br />
Rosa (Prot. n. 13/2005).<br />
29 aprile 2005 il Sac. Giuseppe Lofrese, Presidente del Capitolo<br />
Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, a proporre ricorso in Cassazione<br />
avverso la sentenza della Corte di Appello<br />
di Bari - Sezione I - n. 413/2004 del 04.05.2004,<br />
ed a sottoscrivere procura speciale alle liti per la<br />
proposizione del detto ricorso in Cassazione all’avv.<br />
Natale Clemente (Prot. n. 15/2005).<br />
11 luglio 2005 il Sac. Domenico Giannuzzi, Parroco “in solidum”<br />
della Parrocchia di S. Eustachio in <strong>Acquaviva</strong><br />
<strong>delle</strong> Fonti, ad acquistare l’immobile<br />
sito in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Via F. Pepe n. 66-68<br />
(Prot. n. 21/2005).<br />
25 agosto 2005 P. Giuseppe Rolli, Parroco della Parrocchia Maria<br />
SS. Annunziata in Spinazzola, a vendere un<br />
appartamento al primo piano del fabbricato condominiale<br />
sito in Spinazzola, Corso Umberto I n.<br />
142, e affidare in regolare locazione i locali ubicati<br />
al piano terra dello stesso fabbricato condominiale<br />
(Prot. n. 24/2005);<br />
il Sac. Guerino Perrucci, Parroco della Parrocchia<br />
di S. Michele Arcangelo in <strong>Altamura</strong>, a stipulare<br />
contratto di mutuo chirografario, della durata<br />
di tre anni, presso l’Agenzia di <strong>Altamura</strong> della<br />
Banca Popolare di Milano (Prot. n. 25/2005).<br />
7 novembre 2005 Mons. Diego Carlucci, Rettore e Legale Rappresentante<br />
della Chiesa di S. Lorenzo martire in <strong>Altamura</strong>,<br />
rinnovando l’autorizzazione concessa il<br />
3
3 0<br />
Mons. Vescovo ha concesso la licenza:<br />
23.07.2001 a seguito del frazionamento dell’originaria<br />
particella 48, a donare a favore del Comune<br />
di <strong>Altamura</strong> un terreno sito nel medesimo Comune,<br />
Via Golgota (zona <strong>delle</strong> Cappelle), foglio 166,<br />
particella 1132, di are 4 e ca. 52, affinché lo stesso<br />
Comune possa provvedere alla sistemazione di<br />
tutta la zona (Prot. n. 50/2005).<br />
Licenze<br />
1 marzo 2005 a Colaninno Vito, Priore della Confraternita di<br />
Maria SS. del Carmine, con sede in <strong>Gravina</strong> in Puglia<br />
presso la chiesa di Santa Sofia, per adire le vie<br />
legali nei confronti della Sig.ra Lobifaro Teresa, ed<br />
eventualmente anche nei confronti dei suoi Germani<br />
(Prot. n. 03/2005).<br />
3 marzo 2005 a S.E. Mons. Domenico Padovano, Vescovo di<br />
Conversano-Monopoli, per conferire il Ministero<br />
dell’Accolitato al Seminarista Giuseppe Loviglio<br />
(Prot. n. 05/2005) e del Lettorato ai Seminaristi Nicola<br />
Chiarulli (Prot. n. 06/2005) e Francesco Elia<br />
(Prot. n. 07/2005).<br />
2 maggio 2005 al Sac. Giuseppe Lofrese, Presidente del Capitolo<br />
Cattedrale di <strong>Gravina</strong>, per alienare, in favore della<br />
Sig.ra Rosata Rosa, il diritto di censo sull’immobile<br />
sito in <strong>Gravina</strong> in Puglia, Via Porticella n. 35<br />
(Prot. n. 16/2005).<br />
5 dicembre 2005 a S.E. Mons. Michele Castoro, Vescovo di<br />
Oria, per conferire il Ministero dell’Accolitato<br />
ai Seminaristi Francesco Elia (Prot. n. 53/2005) e<br />
Nicola Chiarulli (Prot. n. 54/2005).
Mons. Vescovo ha approvato:<br />
Riconoscimenti e Approvazioni<br />
7 novembre 2005 le modifiche dello Statuto della Fraternità “Marta e<br />
Maria”:<br />
a) vengono modificati o precisati gli articoli 15 -<br />
17 - 19 - 21 - 22 - 23 - 28 - 32 - 37 - 40 - 41 - 48<br />
- 51 - 59 - 61 - 64 - 65 - 69 - 70 - 71 - 73;<br />
b) viene abolito il vecchio articolo 42;<br />
c) vengono approvati tre nuovi articoli (Prot. n.<br />
51/2005).<br />
10 novembre 2005 il progetto esecutivo “Memoriae Ecclesiae Murgiae”,<br />
con il relativo quadro economico e la copertura<br />
finanziaria nella misura di € 30.617,00, conferendo<br />
l’incarico di Responsabile Unico del Procedimento<br />
al Sac. Domenico Giannuzzi, il quale sarà<br />
coadiuvato nelle fasi di esecuzione tecnico-amministrativa<br />
di ogni singolo intervento dall’Avv. Vincenzo<br />
Casucci e dall’Arch. Marzia Basile (Prot. n.<br />
52/2005).<br />
Idoneità all’Insegnamento della Religione Cattolica<br />
30 dicembre 2005 Mons. Vescovo ha rilasciato il Decreto di idoneità<br />
all’insegnamento della Religione Cattolica nelle<br />
Scuole Statali Primarie e dell’Infanzia ai seguenti<br />
Insegnanti (Prot. n. 63-314/2005):<br />
Abiusi Nunziata, Abiusi Antonia, Acquafredda<br />
Giacomina, Ambrosecchia Stefania, Ambrosio<br />
Margherita, Angelastro Rosanna, Antonucci Maria<br />
Filippa, Ardino Caterina, Bartolomeo Angela, Bartolomeo<br />
Giuseppina, Battezzato Giacomina, Berlino<br />
Rosa, Bitetti Caterina, Bitetti Giuseppina, Boffilo<br />
Giovanna, Bolognese Anna Gabriella, Bosco<br />
Marisa, Bruno Dorotea, Bruno Rosa, Bruno Gra-<br />
3 1
3 2<br />
ziella, Buonamassa Rosa, Calamiello Maria Teresa,<br />
Calia Angela, Calia Laura, Calia Elena, Calia<br />
Angela, Calia Laura, Campanale Maria, Cannito<br />
Pileria, Capone Chiara, Capone Maddalena, Caponio<br />
Elisabetta, Capozzo Nunziata, Cappiello Maria<br />
G., Caputo Alessandra, Carlucci Rosa, Carlucci<br />
Palma Rosa, Carlucci Maddalena, Carone Ermelinda,<br />
Carone Giovanna, Carretta Antonia, Casella<br />
Angela, Casino Grazia, Cassano Maria Giovanna,<br />
Casacci Marzia, Centoducati Lucia, Chiapparino<br />
Grazia Maria, Cifarelli Cornelia, Cifarelli Antonia,<br />
Ciliberti Rosanna, Cirrottola Anna, Colacicco Vita<br />
Nunzia, Colangiulo Antonia, Colavito Annamaria,<br />
Colavito Maria, Colonna Anna, Colucci Francesca,<br />
Conca Marianna, Conese Maria Carmela, Conese<br />
Chiara Maria, Creanza Patrizia Maria, Creanza<br />
Carmela, D’Agostino Anna, D’Ambrosio Angela,<br />
De Felice Felicia, De Marinis Antonia, De Ruvo<br />
Cosima Maria A., Debellis Domenica, D’Effremo<br />
Anna, D’Erario Anna, Derosa Arcangela, Di Noia<br />
Margherita, Diele Angela, Digennaro Maria Vincenza,<br />
Digirolamo Anna Rosa, Digirolamo Rosella,<br />
Dileo Anna, Dileone Maria, Dimattia Pasqua,<br />
Dinicolamaria Teresa, Dipalo Angelica, Disabato<br />
Laura, Donnoli Annunziata, Eramo Concetta, Eramo<br />
Pierina, Falcicchio Vita, Fasano Anna Maria,<br />
Ferrulli Vita, Ferrulli Leonarda, Ferrulli Giuseppa,<br />
Filimbeni Micaela, Fraccalvieri Annunziata, Franchini<br />
Aurelia, Franco Filomena, Franco Margherita,<br />
Franco Anna, Frizzale Anna, Gentile Maria Angela,<br />
Giordano Caterina, Giorgio Anna Maria, Giove<br />
Teresa, Grasso Caterina, Grimaldi Anna Maria,<br />
Guerrieri Marianna, Guglielmi Mariagrazia, Ivone<br />
Anna, Labarile Teresa, Labarile Felicia, Labarile<br />
Maria, Laborante Rosa Anna, Lacarpia Filippina,<br />
Laiso Graziella, Lamuraglia Mariagrazia, Langone<br />
Giuseppina, Lanzolla Antonia, Lanzolla Angela<br />
Vita, Lanzolla Maria Antonia, Lasalandra Rosa,
Lasaponara Angela, Lella Angela, Leone Francesca,<br />
Leone Vita Maria, Lillo Carmela, Loglisci<br />
Maria Letizia, Loiudice Angela, Loporcaro Anna,<br />
Lorusso Anna, Lorusso Maria, Lorusso Giuseppina,<br />
Losacco Rosa, Losito Agata Anna, Lucarelli<br />
Antonia Paola, Lucariello Teresa, Luisi Olimpia,<br />
Lupariello Margherita, Maggipinto Maria Lucia,<br />
Magliocco Anna, Maiullari Addolorata, Manchisi<br />
Giacoma, Manciavillano Carmela, Mandolino<br />
Isabella, Manicone Maria, Mannarella Anna Maria,<br />
Mannarella Eufemia, Marcogiuseppe Luigina,<br />
Maremoti Silvana Amalia, Marino Gerarda, Mascolo<br />
Angela, Massaro Elisa, Mastrandrea Cecilia,<br />
Mastrandrea Maddalena, Mazzarella Eufemia,<br />
Mele Antonia, Mercadante Anna Maria, Messina<br />
Concetta, Miglionico Donata, Montarulo Maria,<br />
Montemurro Maria, Moramarco Grazia, Moramarco<br />
Chiara, Moramarco Lucia, Musci Caterina,<br />
Musci Santa, Mussella Maria Giuseppa, Nacci Maria<br />
Concetta, Nacucchi Angela, Napoletano Maria<br />
Rosaria, Natuzzi Vita Maria, Natuzzi Francesca,<br />
Natuzzi Anna, Nocco Costanza, Nolasco Maria<br />
Rosaria, Nuzzi Nunzia, Pacella Daniela, Panzarino<br />
Vincenza, Parisi Maria Vincenza, Passiatore<br />
Domenica, Paulangelo Anna Maria, Pellicola Antonia,<br />
Pellicola Francesca, Perniola Elisabetta, Perniola<br />
Angela, Perniola Giulia Giovanna V., Petrafesa<br />
Antonia, Petragallo Grazia, Petrocelli Rosalia,<br />
Pietrocola Anna, Piizzi Chiara, Plasmati Brigida,<br />
Polignieri Marianna, Polignieri Faustina, Porfido<br />
Giuseppina, Porfido Domenica, Porzia Maria<br />
Teresa, Quatraro Francesca, Ragone Fortunata,<br />
Raimondi Anna Maria, Rifino Benedetta, Rinaldi<br />
Pasqua, Riviello Carmela, Rizzotti Maria, Romito<br />
Tiziana, Ruzzi Maria Raffaella, Sacino Vita Maria,<br />
Saracino Maria Nicola, Sardone Leonarda, Sardone<br />
Maria, Savino Rosa, Scalera Virginia, Schiavino<br />
Angela, Seminara Anna Maria, Silletti Anna, Sil-<br />
3 3
3 4<br />
vestri Carmela, Simone Rosa Maria, Simone Angela,<br />
Sportelli Maria Angela, Squicciarini Francesca<br />
Domenica, Squicciarino Maria, Stacca Paola,<br />
Stasolla Angela, Tafuni Giovanna Teresa, Tafuni<br />
Raffaella, Tamburrino Maria Giovanna, Tangorra<br />
Daniela, Tangorra Immacolata, Tenaglia Cecilia<br />
Cira, Tritto Michelina, Tritto Maria Rosaria, Trotta<br />
Porsia, Ubbriaco Raffaella, Venezia Bruna, Visci<br />
Maria Ciriaca, Visci Maria, Visci Maria Giuseppe,<br />
Volpe Rosa, Volpe Anna, Volpe Annunziata, Volpe<br />
Antonia, Zerni Maria Giuseppa, Natuzzi Domenica,<br />
Volpe Luciana, Leone Letizia Angela, Lomurno<br />
Maria Antonia, Lovecchio Domenica, Marroccoli<br />
Vita Maria, Masiello Giulia, Mercede Filomena,<br />
Nigro Domenica, Pepe Carmela, Zucchetti Silvana,<br />
Carone Chiara, Ventura Caterina.<br />
Mons. Vescovo ha rilasciato il Decreto di idoneità<br />
all’insegnamento della Religione Cattolica nelle<br />
Scuole Secondarie di primo e secondo grado ai seguenti<br />
Docenti (Prot. n. 315-316/2005):<br />
Attanasio Maria Assunta, Simone Vitalba.
Ordinazioni<br />
Il 5 febbraio 2005, nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, Mons. Vescovo ha conferito<br />
l’Ordine del Presbiterato al Diacono Don Giuseppe Cifarelli,<br />
del Clero diocesano.<br />
Il 17 settembre 2005, nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, Mons. Vescovo ha<br />
conferito l’Ordine del Diaconato al Seminarista Vincenzo Lopano,<br />
della Comunità parrocchiale della SS. Trinità in <strong>Altamura</strong>, incardinandolo<br />
nel Clero diocesano.<br />
Ministeri<br />
Il 6 marzo 2005, nella Cappella Maggiore del Pontificio Seminario Regionale<br />
“Pio XI” di Molfetta, S.E. Mons. Domenico Padovano, Vescovo<br />
di Conversano-Monopoli, previe lettere dimissorie del Vescovo diocesano,<br />
ha conferito il Ministero dell’Accolitato al Seminarista Giuseppe<br />
Loviglio, della Comunità parrocchiale Mater Ecclesiae in <strong>Gravina</strong>; il<br />
Ministero del Lettorato ai Seminaristi Nicola Chiarulli, della Comunità<br />
parrocchiale di S. Francesco in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, e Francesco<br />
Elia, della Comunità parrocchiale della Madonna della Grazia in <strong>Gravina</strong>.<br />
Il 24 marzo 2005, durante la Messa In Coena Domini nella Cattedrale di<br />
<strong>Altamura</strong>, Mons. Vescovo ha istituito Ministri straordinari della Comunione<br />
i Signori:<br />
Ceglia Giovanni<br />
(Parrocchia S. Maria Assunta - Cattedrale in <strong>Altamura</strong>)<br />
Martimucci Vito, Massaro Irene, Panaro Concetta<br />
(Parrocchia Sacro Cuore in <strong>Altamura</strong>)<br />
Langone Luigi<br />
(Parrocchia S. Teresa in <strong>Altamura</strong>)<br />
Dimattia Giuseppe, Dipalo Cesare<br />
(Parrocchia S.S. Pietro e Paolo in <strong>Gravina</strong>)<br />
3
3<br />
Lavermicocca Leonardo<br />
(Parrocchia S. Maria Maggiore in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />
Altieri Eleonora<br />
(Parrocchia Maria SS. Addolorata in Poggiorsini)<br />
L’11 dicembre 2005, nella Cappella Maggiore del Pontificio Seminario<br />
Regionale “Pio XI” di Molfetta, S.E. Mons. Michele Castoro, Vescovo<br />
di Oria, previe lettere dimissorie del Vescovo diocesano, ha conferito il<br />
Ministero dell’Accolitato ai Seminaristi Nicola Chiarulli, della Comunità<br />
parrocchiale di S. Francesco in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, e Francesco<br />
Elia, della Comunità parrocchiale della Madonna della Grazia in <strong>Gravina</strong>.
Introduzione<br />
“Quale animazione pastorale<br />
per la crescita di Comunità cristiane<br />
come Comunità di salute<br />
e di servizio alla vita”<br />
Relazione<br />
tenuta al 7° Convegno Nazionale della C.E.I.<br />
per i Direttori degli Uffici diocesani<br />
per la Pastorale della Salute<br />
su: “Chiesa: Comunità di salute e di servizio alla vita<br />
nel contesto attuale”.<br />
Chianciano Terme (SI)<br />
20-22 giugno 2005<br />
Dopo aver ascoltato i temi magistralmente trattati da maestri e da<br />
esperti, è legittima e ovvia la domanda: cosa fare per far diventare le nostre<br />
parrocchie “Comunità di salute e di servizio alla vita?”.<br />
Credo che molte risposte sono state date dai Relatori che hanno guidato<br />
la riflessione e il dialogo di questo Convegno, e molta luce su questo<br />
punto possiamo attingere nei Documenti Pontifici, nelle Note Pastorali,<br />
negli Atti dei Convegni passati.<br />
Ma se la domanda torna, è segno che la questione della pastorale della<br />
salute, pur avendo raggiunto picchi di grande chiarezza sul piano teologico,<br />
non trova ampia traduzione e felice conferma nella pratica.<br />
La pastorale della salute, pur impegnando più persone, e pur riscuotendo<br />
una relativa attenzione nelle parrocchie, non ancora risponde, se<br />
non in piccolissima parte, alle istanze di cura, di vicinanza, di aiuto che<br />
vengono dal territorio.<br />
Le famiglie, gli operatori pastorali di altri settori, in genere, restano<br />
fuori da una doverosa presa di coscienza dalle proprie responsabilità,<br />
finché non si è colpiti in prima persona nella salute propria o dei propri<br />
cari.<br />
Per sapere che tipo di animazione pastorale scegliere, quali mezzi o<br />
criteri formativi adottare per educare la Comunità a crescere come Comunità<br />
di salute e di servizio alla vita, penso che sia necessario:<br />
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3<br />
1) mettere a fuoco cosa intendiamo per “Salute”, di quale salute parliamo;<br />
di quale salute la Comunità deve farsi portatrice.<br />
2) Quali sono i segni del bisogno di salute nella Comunità, e di quali<br />
servizi necessita la cura della vita.<br />
Voi, che avete molta più esperienza di me, sapete quanto è esaltante e<br />
drammatica, delicata e difficile la presenza cristiana e sacerdotale accanto<br />
alla sofferenza; ma sapete anche quanto siamo lontani da Comunità cristiane<br />
che si possano definire Comunità di salute e di servizio alla vita.<br />
Salute e vita sono due realtà ampie e onnicomprensive, che non possono<br />
ricevere risposte riduttive, parziali, sul piano pastorale.<br />
Basta guardare le nostre parrocchie: senza sottovalutare quello che si<br />
fa, dobbiamo riconoscere che i campi ancora inesplorati dei bisogni di<br />
salute sono molto più vasti <strong>delle</strong> piccole aiuole che sacerdoti e persone<br />
di buona volontà, curano.<br />
E tutto ciò che essi fanno è ignorato sia dagli altri operatori pastorali,<br />
sia dalla comunità.<br />
Una “comunità di salute” e di “servizio alla vita” può sembrare ideale<br />
irraggiungibile, ma è necessario avvicinarsi quanto più è possibile,<br />
animati dalla speranza.<br />
I<br />
LA SALUTE<br />
A - Definire la salute non è facile, perché è un concetto che nel tempo ha<br />
subìto una evoluzione culturale.<br />
1) Una prima definizione del concetto di salute è: assenza di malattia<br />
o di alterazioni biopsichiche che alterano l’organismo. La<br />
medicina ha funzione curativa.<br />
2) L’Organizzazione mondiale della Sanità (22.07.1946) definisce<br />
la salute come: “stato di completo benessere fisico, psichico e<br />
sociale, e non solo di assenza di malattia e di infermità”. È un<br />
concetto positivo di salute. La medicina diventa preventiva.<br />
3) Un concetto attuale di salute è: l’equilibrio dinamico, (all’interno)<br />
della persona corpo, psiche e spirito e, (all’esterno), tra<br />
soggetto e ambiente. In questa visione della salute, quando si<br />
parla di salute, non ci si riferisce solo al corpo, ma a tutto l’uomo;<br />
acquista importanza l’ambiente fisico, familiare e sociale.
Nota C.E.I. (1989), La pastorale della salute nella Chiesa Italiana, n.<br />
6: “Il concetto di salute ha acquistato nuove e importanti connotazioni.<br />
Non si rapporta, infatti, unicamente a fattori fisici e organici, ma coinvolge<br />
le dimensioni psichiche e spirituali della persona, estendendosi<br />
all’ambiente fisico, affettivo, sociale e morale in cui la persona vive ed<br />
opera. Un rapporto profondo viene avvertito tra salute, qualità di vita e<br />
benessere dell’uomo”.<br />
Per B. Haring: “Una persona è sana, quando è abitualmente capace<br />
di vivere, utilizzando tutte le facoltà o energie in suo possesso e realmente<br />
disponibili… in ogni situazione… per sviluppare… il massimo di<br />
amore ablativo in Cristo…” (Etica Medica, Edizioni Paoline, Cinisello<br />
Balsamo 1970, pp. 252-255).<br />
Si può avere una persona sana anche se fisicamente o psichicamente<br />
compromessa; come una persona può essere ammalata anche se pienamente<br />
efficiente dal punto di vista fisico-psichico. Di qui, due osservazioni:<br />
a) la salute non è indispensabile, per essere utili agli altri o alla società<br />
(è una verità che sfugge alle ideologie materialistiche).<br />
b) Ma è anche vero che la malattia è causa di difficoltà per la salute<br />
della persona.<br />
B - Come promuovere la cultura della salute<br />
L’uomo è innanzitutto “corporeità”, e quindi è importante curare la<br />
sua dimensione biologica e fisica; ma nell’uomo ci sono anche forze psichiche<br />
e spirituali che con la corporeità formano l’unità della vita umana.<br />
Ogni malattia ha ripercussione sulla psiche, come ogni anomalia psichica<br />
o spirituale si ripercuote sulla totalità della persona.<br />
Molte cause di logoramento dipendono:<br />
1) dall’uomo (droghe, alcool, abusi sessuali);<br />
2) dall’ambiente familiare e sociale (amore, educazione ai valori non<br />
ricevuti);<br />
3) dall’ambiente ecologico.<br />
Una educazione sanitaria deve partire dalla coscienza che la vita e la<br />
salute sono dono di Dio e devono essere accolte secondo la volontà del<br />
donatore (difendere, valorizzare, apprezzare, …).<br />
3
3 0<br />
La salute, tuttavia, non è un bene assoluto: la vita vale più della salute;<br />
vale infinitamente anche quando la salute manca, in qualunque stadio<br />
della vita.<br />
La salute deve essere difesa dall’inquinamento ecologico, dalla manipolazione<br />
biologica (contraccettivi, abusi di farmaci).<br />
Quando la salute è minata o limitata, fare pastorale della salute significa<br />
non nascondere, aiutare ad accettare, insegnare a valorizzare la<br />
malattia.<br />
Formare “Comunità di salute” significa impegnare tutti, formare tutti<br />
a curare la salute, prevenire pericoli fisici, psichici, sociali.<br />
Avere il coraggio di ostacolare l’idolatria della salute, come bene a<br />
cui si sacrifica tutto.<br />
C - “La Pastorale della Salute nella Chiesa italiana”<br />
(Nota Past. C.E.I. - 1989)<br />
Nella Comunità, chi deve curare la salute? Chi se ne deve occupare?<br />
La Pastorale della Salute è: “la presenza e l’azione della Chiesa per<br />
recare la luce e la grazia del Signore a coloro che soffrono e a quanti se<br />
ne prendono cura. Non viene rivolta solo ai malati, ma anche ai sani,<br />
ispirando una cultura più sensibile alla sofferenza, all’emarginazione e<br />
ai valori della vita e della salute” (Nota C.E.I. - 1989, n. 19).<br />
Questa sintetica descrizione della Pastorale della Salute, intesa come<br />
modo di essere e di operare della Comunità cristiana, e non come riduttivo<br />
rapporto tra sacerdote e fedele, sul piano teologico segna un superamento<br />
di visione anguste, ma sul piano della pratica pastorale segna<br />
ancora il passo.<br />
L’ecclesiologia di comunione proposta dal Vaticano II investe tutti i<br />
membri della Chiesa della responsabilità di curare gli infermi e i sofferenti.<br />
Tutti: religiosi-religiose e i laici sono chiamati ad essere presenti nel<br />
mondo della salute.<br />
Anche i malati (Christifideles laici, n. 54) sono non solo destinatari,<br />
ma soggetti e protagonisti, non solo perché interessati, ma soprattutto<br />
perché testimoni credibili.<br />
Sono coinvolti familiari e parenti; medici e infermieri cristiani.<br />
Senza la loro azione è impossibile una “pastorale ecclesiale della salute”;<br />
ma bisogna far prendere loro coscienza del battesimo, dell’incorporazione<br />
a Cristo e formarli.
Nel dialogo di tutte le forze della Comunità, è possibile “leggere” i<br />
segni dei tempi e progettare l’azione pastorale per il luogo e il tempo in<br />
cui operare.<br />
Un discernimento “comunitario” permette di perseguire gli obiettivi<br />
propri della pastorale sanitaria.<br />
Il n. 20 della Nota C.E.I. (1989) li sintetizza così:<br />
1) illuminare con la fede i problemi suscitati dalla ricerca scientifica e<br />
dalle tecniche di intervento sulla vita e sulla persona.<br />
2) Educare al valore della vita e promuovere il valore della vita.<br />
3) Contribuire ad umanizzare i servizi socio-sanitari.<br />
4) Aiutare il malato a vivere con fede e dignità la sua sofferenza.<br />
5) Far scoprire ai disabili il valore di “essere” rispetto al “fare”: la vita è<br />
un valore superiore alla salute.<br />
6) Essere accanto alla famiglia perché viva con fede la malattia dei propri<br />
congiunti.<br />
7) Formare gli operatori sanitari.<br />
8) Sensibilizzare Istituzioni e Comunità sui problemi della salute.<br />
Sono obiettivi che conoscete: li ho richiamati perché non devono<br />
sfuggirci le conseguenze pratiche di questi enunciati.<br />
Dunque, oggi, la pastorale della salute è un’azione molto più ampia<br />
e lungimirante della semplice assistenza agli infermi; è un campo molto<br />
più vasto di attenzione e di intervento.<br />
La pastorale della salute abbraccia situazioni e realtà che vanno molto<br />
al di là della infermità in senso stretto e punta ai traguardi che superano<br />
la ricerca di benessere fisico.<br />
La pastorale della salute ha come obiettivo finale l’incontro con Dio,<br />
ma non è solo dare a tutti i costi sacramenti; è impegno di evangelizzazione<br />
attraverso una grande umanità.<br />
La pastorale della salute, attenta ai segni dei tempi, deve farsi coscienza<br />
critica quando è in gioco la difesa della vita e la dignità della<br />
persona.<br />
La pastorale della salute non è impegno autonomo per addetti ai lavori,<br />
ma azione organica e coordinata con tutte le espressioni di pastorale<br />
ordinaria della comunità cristiana.<br />
La Comunità ecclesiale, infatti, è il primo soggetto dell’azione pastorale<br />
a servizio della vita e della salute.<br />
3 1
3 2<br />
II<br />
QUALI BISOGNI DI SALUTE NELLA COMUNITà!<br />
A - Una mappa dei bisogni di salute di vita, anche se veloce e panoramica,<br />
sarà sempre incompleta.<br />
Ma è necessario osservarla per renderci più chiaramente conto di:<br />
quanto c’è da fare, quanto poco e quanto malamente operiamo.<br />
Procediamo per esemplificazione:<br />
a) si moltiplicano in Italia e all’estero casi di eliminazione dei propri<br />
figli di pochi mesi, oltre gli innumerevoli casi di abbandono dopo<br />
il parto.<br />
Dietro questi gesti c’è un disperato bisogno di salute psichica, affettiva,<br />
spirituale. È Pastorale della Salute l’accompagnamento e il<br />
sostegno <strong>delle</strong> mammine sempre più impreparate alla maternità.<br />
b) I figli che uccidono i genitori giovani o anziani, non sono un semaforo<br />
rosso di “solitudine”, di assenza di valori, di rapporti familiari<br />
conflittuali culminati nel delitto?<br />
c) Droga, alcool, sesso senza regole denunciano vuoti paurosi di senso<br />
della vita, di rispetto della salute propria ed altrui.<br />
d) È Pastorale della Salute della vita:<br />
– la presenza nelle famiglie “vittime vere” <strong>delle</strong> stragi del sabato<br />
sera;<br />
– l’assistenza alle donne che vogliono abortire o che hanno abortito.<br />
e) I familiari dei malati cronici, dei disabili, spesso trascurati dai servizi<br />
sociali, in condizioni di grave disagio finanziario, sono anch’essi<br />
“malati” da curare psicologicamente, spiritualmente e materialmente.<br />
f) Gli undicimila giovani dai 15 ai 39 anni, che ogni anno si ammalano<br />
di tumore, su una fascia giovanile di 22 milioni di individui;<br />
e tutti i malati di tumore, che, oltre a lottare con il male, devono<br />
combattere contro tutte le ripercussioni che si scatenano a livello<br />
affettivo, psicologico, sociale, sul piano della fiducia, della speranza<br />
nel futuro, della fede, …hanno bisogno di comunicare, di<br />
fare gruppo, di collaborare, di essere sostenuti psicologicamente e<br />
spiritualmente nei rapporti con se stessi, con i figli, con Dio.<br />
Hanno bisogno di informazione, di aiuto nel disbrigo <strong>delle</strong> pratiche,<br />
di accompagnamento o trasporto.
Hanno bisogno di essere aiutati a scoprire la loro condizione di<br />
soggetti attivi nella vita e nella pastorale della parrocchia.<br />
g) In ogni Comunità sono molti i disabili, e molti sono i loro problemi,<br />
specialmente se sono adulti o soli.<br />
Molti sono anche gli anziani, pochi si preparano a vivere bene la terza<br />
e la quarta età: molto si può fare per gli anziani autosufficienti sul<br />
piano della socializzazione e del volontariato, e molto di più si può<br />
ottenere da loro.<br />
h) Molte sono le situazioni che sul piano familiare, affettivo, economico,<br />
culturale, sociale, morale, religioso, esercitano influssi<br />
negativi e inquinanti sulla salute psichica, spirituale, fisica <strong>delle</strong><br />
persone. Situazioni che una “Comunità di salute di vita” non può<br />
ignorare.<br />
i) I gravi e delicatissimi quesiti dell’ultimo referendum, al di là dei<br />
risultati, al di là dei linciaggi, <strong>delle</strong> analisi gratuite, <strong>delle</strong> accuse<br />
offensive… ci hanno fatto prendere coscienza di un altro grave<br />
compito della pastorale della salute <strong>delle</strong> Comunità cristiane: inculcare<br />
in tutte le età la cultura della vita, la verità scientifica sulla<br />
vita e sulla persona. I veri ignoranti non erano coloro che hanno<br />
scelto di non votare; ma quei circa dieci milioni che hanno votato<br />
“SI” senza rendersi conto <strong>delle</strong> gravi e irreparabili conseguenze<br />
che poteva avere la loro scelta.<br />
Quale pastorale della salute, riduttivamente intesa, potrebbe rispondere<br />
a queste istanze?<br />
Nella veloce zumata di bisogni, abbiamo notato tutti come: la Pastorale<br />
della Salute non può fare a meno della Pastorale della Famiglia,<br />
della Pastorale Giovanile, della Caritas, così non può fare a meno di Catechisti,<br />
di chi si occupa di liturgia, di tempo libero, di cultura, di volontariato.<br />
La Pastorale della Salute è per natura sua pastorale comunitaria e unitaria:<br />
deve trasfondersi come per osmosi in tutti i settori pastorali, e deve<br />
assorbire e coinvolgere tutti i settori pastorali, se vuole diventare pastorale<br />
della comunità: cioè di tutta la comunità che serve la salute, di tutta<br />
la comunità che è raggiunta dai buon samaritani che fanno pastorale della<br />
salute.<br />
Purtroppo, dobbiamo avere l’umiltà di riconoscere che: se le nostre<br />
parrocchie fossero aziende, molte, forse moltissime, sarebbero già fallite.<br />
3 3
3 4<br />
Segreto dello sviluppo di un’azienda sono: la formazione, l’aggiornamento,<br />
la conoscenza <strong>delle</strong> domande di mercato, l’apertura alle nuove<br />
tecnologie, le verifiche periodiche, l’organizzazione del lavoro, la programmazione<br />
e il coordinamento: è tutto ciò che da altri livelli e per<br />
scopi ben più alti, manca nelle nostre parrocchie.<br />
Si cede facilmente alla tentazione di promuovere sul campo, ritenendo<br />
tempo perso la formazione.<br />
B - Che cosa dobbiamo fare?<br />
È una domanda biblica: quando la si è posta e si è accolta la risposta,<br />
si sono verificati grandi eventi di salvezza.<br />
Se vogliamo evitare di dire belle parole, frasi fatte, slogan a effetto,<br />
a cui non segue nulla, mentre carenze e ritardi restano sempre gli stessi;<br />
per non sognare e per non ritenere utopistico il traguardo di un a Comunità<br />
di salute, dobbiamo avere il coraggio di riconoscere i punti deboli<br />
della pastorale.<br />
Ne indico solo due; sorvolo sul primo, mi fermo un momento sul secondo<br />
e concludo.<br />
Il primo punto debole è la formazione di sacerdoti, operatori sanitari,<br />
volontari, persone impegnate in tutti i campi della pastorale: formazione<br />
spirituale, umana, teologica, ecclesiale. Ma di questo si è parlato e si<br />
parla frequentemente.<br />
Il secondo punto debole è la formazione e la conversione pastorale<br />
all’unità. Spesso mi chiedo se la prima malata di cui la Pastorale della<br />
Salute deve prendersi cura non sia proprio la stessa pastorale. La distinzione<br />
sul piano dell’approfondimento teologico-pastorale tra: pastorale<br />
familiare, vocazionale, caritativa, sanitaria, catechetica, liturgica, giovanile,<br />
sociale, del tempo libero, della comunicazione, del turismo non<br />
deve portarci a scomporre il meraviglioso e unitario volto della pastorale,<br />
fino a sentire tutta la difficoltà di mettere <strong>insieme</strong> i pezzi; non deve<br />
farci cadere in un divisionismo pastorale, per cui gli operatori nei diversi<br />
ambiti pastorali si sentano soli e avvertano il peso del disinteresse di tutti<br />
gli altri.<br />
La parrocchia nel suo interno, le parrocchie tra di loro, la Chiesa particolare<br />
negli uffici di curia… hanno bisogno di una terapia intensiva<br />
di unità. Diversamente è in pericolo la credibilità dell’annuncio e della<br />
testimonianza; è molto incerta l’efficacia dell’azione pastorale.
Dove non c’è unità, c’è un organismo spirituale malato; dove c’è<br />
divisione, anche solo sul piano operativo pastorale, c’è una Comunità<br />
morta che non può annunciare né salute né vita.<br />
La Sapienza Divina del Figlio di Dio, ha affrontato la passione invocando<br />
la piena comunione col Padre e il dono dell’unità per coloro che<br />
aveva mandato a guarire i malati.<br />
Se questo è l’anelito profondo del cuore di Cristo, e se la Sua Chiesa<br />
lo ascolta e lo accoglie, si può pensare che al prossimo Convegno di pastorale<br />
della Salute parteciperanno operatori di tutti gli ambiti pastorali,<br />
per poi incamminarsi verso un’animazione corale di comunità di salute<br />
a servizio della vita piena.<br />
✠ Mario Paciello<br />
Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />
<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />
3
BIANCA
Atti<br />
della Curia
L’ing. Franchini (Direttore dei Lavori di restauro della Cattedrale di<br />
<strong>Altamura</strong>) mostra al Vescovo ed al Vicario le colonne ed il falco facente<br />
parti del vecchio portale - prospetto posteriore della Cattedrale, che<br />
erano state inglobate nelle murature durante i lavori di realizzazione<br />
dell’ampliamento del coro (fine XV sec.).
Carissimi,<br />
VICARIO GENERALE<br />
Ai Rev.mi Sacerdoti<br />
Diocesani e Religiosi<br />
Loro Sedi<br />
il prossimo 29 agosto, S.E. Mons. Michele Castoro farà l’ingresso<br />
nella <strong>Diocesi</strong> di Oria, iniziando così il suo ministero di Pastore di quella<br />
Chiesa particolare.<br />
Vogliamo accompagnarlo con la nostra preghiera e con la nostra fraterna<br />
vicinanza in questo momento così importante della sua vita e del<br />
suo servizio alla Chiesa.<br />
Per venire incontro alla richiesta di molti, abbiamo pensato di raggiungere<br />
Oria in pullman, e così partecipare alla Solenne Celebrazione<br />
per l’inizio del ministero pastorale.<br />
Pertanto, chiedo soprattutto ai Parroci di voler comunicare in Curia,<br />
entro e non oltre il 10 agosto, i nominativi di quanti desiderano prendere<br />
parte. La quota di partecipazione per le spese del pullman è di € 8,00.<br />
Successivamente, Vi saranno comunicati l’orario preciso e il luogo di<br />
partenza.<br />
Approfitto di questa occasione per comunicarVi l’esito <strong>delle</strong> votazioni,<br />
svoltesi presso il Santuario del Buoncammino durante l’ultimo Ritiro<br />
del Clero, per l’elezione di alcuni rappresentanti all’interno dell’Istituto<br />
Diocesano per il Sostentamento del Clero:<br />
- membri del Consiglio di Amministrazione: Don Giacomo Fiore e<br />
Don Michele Lorusso;<br />
- membro del Collegio dei Revisori dei Conti: Don Saverio Ciaccia.<br />
In attesa di Vostre comunicazioni, Vi saluto fraternamente.<br />
<strong>Altamura</strong>, 20 luglio 2005<br />
Sac. Vito Colonna<br />
Vicario Generale<br />
3
400<br />
* * *<br />
Indirizzo augurale<br />
a S.E. Mons. Vescovo<br />
in occasione della 6 a Assemblea Diocesana<br />
Santuario dell’Incoronata - Foggia<br />
10 settembre 2005<br />
Eccellenza Reverendissima, carissimi Confratelli nel sacerdozio e<br />
nel servizio diaconale ed ecclesiale, fratelli e sorelle qui convenuti da<br />
ogni città della <strong>Diocesi</strong>, singolarmente, con la famiglia e soprattutto con<br />
le Comunità parrocchiali, da alcuni anni siamo soliti incominciare l’anno<br />
pastorale diocesano venendo in pellegrinaggio presso il Santuario<br />
della Madre di Dio, Maria Incoronata, qui a Foggia, per invocare la Sua<br />
materna protezione sul nostro cammino ecclesiale.<br />
E ogni volta abbiamo tanti motivi per confermare e rinnovare il senso<br />
della nostra appartenenza a Cristo e alla Chiesa locale che è in <strong>Altamura</strong>,<br />
<strong>Gravina</strong>, <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Santeramo in Colle, Spinazzola e Poggiorsini.<br />
In particolare, quest’anno è stato dedicato dal Santo Padre Giovanni<br />
Paolo II, di venerata memoria, al Sacramento dell’Eucaristia, un ritorno<br />
alle origini della nostra fede in Cristo, Pane di vita, per attingere a piene<br />
mani al Mistero della salvezza e rinvigorire il nostro essere cristiani testimoni<br />
del Risorto.<br />
Il Congresso Eucaristico Nazionale di Bari, con l’esempio dei Martiri<br />
di Abitene, ci ha fatto comprendere che “senza la domenica non possiamo<br />
vivere” e perciò, pellegrini in cammino verso la Pasqua eterna, in ginocchio<br />
abbiamo confessato “siamo venuti per adorarlo!”, ripetendo le<br />
parole dei Magi riecheggiate durante la recente Giornata Mondiale della<br />
Gioventù a Colonia.<br />
Come quegli antichi Saggi, anche noi, cercatori della Verità, preghiamo<br />
la Vergine Incoronata di mostrarci il Suo Figlio Benedetto perché,<br />
pur con le mani vuote ma con il cuore pronto, oggi siamo arrivati qui
per adorarlo, vivo e presente nella Parola e nel Pane spezzato. E vogliamo<br />
chiederLe di guidarci nel nostro quotidiano per annunciare la<br />
Buona Notizia ai fratelli, riconoscendo Gesù nei tanti volti sofferenti di<br />
un’umanità spesso ferita e disorientata.<br />
Indicaci, Madre premurosa, la strada giusta per far ritorno alle nostre<br />
case, evitando quella certo più facile e allettante della mentalità corrente,<br />
dove numerosi falsi profeti ci invitano ad allontanarci da Dio e a perderci<br />
in mille sentieri di morte.<br />
Anche Lei, nostro amato Pastore, continui instancabilmente a segnalarci<br />
i pericoli <strong>delle</strong> scorciatoie facili e a narrarci la bellezza della meta<br />
raggiunta dopo un lungo viaggio in compagnia della Chiesa, luogo eletto<br />
della manifestazione del Progetto divino.<br />
Carissimo don Mario, colgo l’occasione per esprimerle, a nome di<br />
tutti, gli auguri più cordiali per le prossime ricorrenze della Sua ordinazione<br />
episcopale (29.09.1991), dell’ingresso nella nostra <strong>Diocesi</strong><br />
(25.10.1997) e del compleanno (26.10.1937), nella gioiosa consapevolezza<br />
che sotto la Sua guida tanto cammino abbiamo percorso e ancora<br />
di più ne faremo, a lode e gloria del nostro Signore Gesù Cristo, Via<br />
Verità e Vita. Amen!<br />
Buon lavoro, Eccellenza, e cordiali auguri!<br />
Don Vito Colonna<br />
Vicario Generale<br />
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402<br />
SEGRETERIA<br />
VERBALI DELLE RIUNIONI<br />
DEGLI UFFICI DI CURIA<br />
Verbale n. 20<br />
Lunedì 24 gennaio 2005, alle ore 16.00, si è svolta presso la Curia<br />
Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia, convocata<br />
con lettera del Vicario Generale in data 18 gennaio 2005 (Prot. n.<br />
15/05), per discutere il seguente ordine del giorno:<br />
1. aggiornamento sul Convegno Diocesano di febbraio p.v.;<br />
2. 1 a verifica del lavoro svolto dagli Uffici di Curia;<br />
3. varie ed eventuali.<br />
Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale - Ufficio<br />
Scuola), don N. Laterza (Ufficio Missionario), don D. Giannuzzi<br />
(Ufficio Cultura e Comunicazioni Sociali), don A. Cianciotta (Centro<br />
Diocesano Vocazioni), don S. Ciaccia (Ufficio Formazione Permanente),<br />
diac. Giuseppe Angelillo (Ufficio Caritas), don G. Chironna (Ufficio<br />
Migranti) e don V. Confetti (Ufficio Pastorale Sanitaria).<br />
Dopo la lettura del Verbale della riunione precedente da parte del<br />
Segretario, il Vicario Generale ha introdotto l’incontro, richiamando<br />
l’attenzione dei presenti circa le numerose e continue assenze da parte<br />
di alcuni responsabili degli Uffici, con effetti negativi su tutto l’andamento<br />
della Curia.<br />
A questo proposito, il Vescovo ha proposto di presentare la struttura<br />
della Curia a partire dai Sacerdoti giovani, per favorire non solo la conoscenza,<br />
ma anche la partecipazione responsabile.<br />
Il Vescovo ha continuato, informando i presenti che, in occasione<br />
del maremoto nel Sud-Est asiatico, sono stati raccolti ed inviati già alla<br />
Caritas Italiana € 66.100,00; per quanto è possibile, si eviti di inviare<br />
offerte in forma individuale, cercando di passare attraverso l’Economo<br />
diocesano.<br />
Passando al primo punto all’ordine del giorno, il Vescovo ha aggiornato<br />
i presenti circa i preparativi in vista del Convegno Diocesano; è
necessario, tuttavia, una diffusione più capillare del programma, che<br />
favorisca un coinvolgimento maggiore <strong>delle</strong> Comunità parrocchiali e<br />
di tutte le realtà ecclesiali. Tra i presenti, alcuni hanno avanzato <strong>delle</strong><br />
perplessità riguardo al primo giorno del Convegno, che coincide con il<br />
“Pozzo di Giacobbe”.<br />
Il Vicario Generale ha riferito della proposta di una “Missione-giovani”,<br />
avanzata da parte dei Frati Minori Conventuali di Bari, dopo aver<br />
visitato le Scuole Superiori della <strong>Diocesi</strong> in occasione del Centenario<br />
della nascita di San Giuseppe da Copertino. Dopo una discussione sulla<br />
opportunità dell’iniziativa, i presenti hanno concordato che, per il<br />
momento, non è il caso di prendere in esame la proposta, vista anche<br />
la coincidenza con il tempo quaresimale e con il Convegno diocesano.<br />
Inoltre, è importante che una simile iniziativa sia collocata in maniera<br />
organica all’interno del Programma Pastorale diocesano, anche per le<br />
sue prospettive future.<br />
A questo proposito, il Vescovo ha sottolineato che la <strong>Diocesi</strong> non<br />
deve dare l’impressione di essere un contenitore in cui ci mettiamo tutto<br />
quello che vogliamo, ma ogni iniziativa deve rispondere a precisi criteri<br />
di progettualità pastorale.<br />
Inoltre, se si tiene conto che i nostri gruppi giovanili sono in calo numerico,<br />
mentre si mantengono stabili i gruppi dei giovanissimi, è necessario<br />
programmare un momento forte a livello di Pastorale Giovanile<br />
all’inizio del nuovo Anno Pastorale, perché anche la prossima Giornata<br />
Mondiale della Gioventù di Colonia non rimanga un evento isolato (L.<br />
Cagnazzi). In particolare, una possibile “Missione-giovani” dovrebbe<br />
essere un impegno di tutta la Chiesa locale, quale sollecitazione a riflettere<br />
sull’importanza della Pastorale Giovanile nelle singole Comunità,<br />
in continuità con il Programma Pastorale di questi ultimi anni e con il<br />
prossimo Convegno Diocesano (don V. Incampo), facendo leva sulla<br />
ricchezza rappresentata dalle Associazioni, Gruppi e Movimenti presenti<br />
in <strong>Diocesi</strong> (don V. Cassese). Per questo, a partire dall’esperienza<br />
della Missione diocesana del 2000, è necessario pensare ad un lungo<br />
periodo di preparazione, che formi i nostri giovani ad essere missionari,<br />
incidendo sull’ambiente circostante (don M. Lorusso). Oltretutto, il<br />
modello di Missione “da fuori” è ormai superato: è necessario, invece,<br />
promuovere <strong>delle</strong> équipes, che assicurino una certa continuità nel lavoro<br />
pastorale (P. Cenciarelli).<br />
403
404<br />
Lo stesso P. Cenciarelli ha posto la questione su come informare<br />
correttamente ed esaurientemente i fedeli circa il prossimo referendum<br />
sulla procreazione assistita.<br />
A fronte di alcune iniziative su questo argomento da parte del<br />
Movimento per la vita e del Forum <strong>delle</strong> Associazioni Familiari, in collaborazione<br />
con la Commissione Regionale di Pastorale Familiare, il<br />
Vescovo ha ribadito l’esigenza di una catechesi capillare e dal linguaggio<br />
comprensibile da parte di tutti, per evitare che alcune iniziative siano<br />
vissute solo da pochi; spesso, tante iniziative non sono conosciute,<br />
per cui è importante promuovere, innanzitutto a livello di Curia, una<br />
comunicazione più efficace, per una pastorale più attenta al territorio<br />
e non di tipo individuale. In questo senso, è necessario non lasciarsi<br />
sfuggire alcune iniziative di carattere “eccezionale” (Vicario Generale),<br />
magari servendosi dei giornalini parrocchiali ed interparrocchiali per<br />
farle conoscere a tutti (don L. Dimarno).<br />
In chiusura dell’incontro, don G. Monitillo ha sollevato il problema<br />
della pagina diocesana di Avvenire. Rispondendo, il Vescovo ha espresso<br />
tutta la sua delusione per il fatto che nella nostra <strong>Diocesi</strong> non si avverte<br />
la necessità e l’urgenza di uno strumento culturale che sia espressione<br />
del pensiero della Chiesa.<br />
I presenti si sono espressi a favore della continuità della pagina diocesana,<br />
dichiarandosi disponibili a riprendere il discorso in un altro momento,<br />
per trovare una soluzione positiva al problema.<br />
L’incontro si è concluso con un momento di preghiera alle ore<br />
18.00.<br />
Sac. Vincenzo Panaro<br />
Segretario
Verbale n. 21<br />
Lunedì 28 febbraio 2005, alle ore 16.00, si è svolta presso la Curia<br />
Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia, convocata<br />
con lettera del Vicario Generale in data 23 febbraio 2005 (Prot. n.<br />
46/05), per discutere il seguente ordine del giorno:<br />
4. verifica del Convegno Pastorale Diocesano;<br />
5. prospettive per la programmazione;<br />
6. varie ed eventuali.<br />
Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale - Ufficio<br />
Scuola), don G. Pietroforte (Vicario Episcopale), don V. Confetti<br />
(Ufficio Pastorale Sanitaria) e don R. Scalera (Servizio per il Sostegno<br />
Economico alla Chiesa).<br />
1. Dopo la lettura del Verbale della riunione precedente da parte del<br />
Segretario, il Vicario Generale ha introdotto la discussione sul primo<br />
punto all’ordine del giorno.<br />
È emerso, da parte di tutti, un giudizio positivo circa l’impostazione<br />
del Convegno, la sua preparazione ed il suo svolgimento, la competenza<br />
dei relatori e la pertinenza dei loro interventi; altrettanto positiva è stata<br />
la risposta massiccia da parte degli operatori pastorali, quale esperienza<br />
concreta di Chiesa che si riunisce per ascoltare e dialogare; tale partecipazione<br />
è stata favorita anche dall’orario (19.00-21.00); forse, si è<br />
notata un’eccessiva severità da parte del servizio d’ordine nei confronti<br />
di quanti non avevano provveduto all’iscrizione nei tempi stabiliti.<br />
Circa i contenuti, molto ricche e stimolanti sono state le relazioni,<br />
mentre più frammentarie le tavole rotonde; circa il concerto di Antonella<br />
Ruggiero, ci si aspettava qualcosa di più articolato (don V. Incampo).<br />
Intervenendo, il Vescovo si è mostrato concorde su queste osservazioni,<br />
apprezzando l’immane lavoro fatto per la buona riuscita del<br />
Convegno stesso in ogni suo aspetto; circa la severità del servizio d’ordine,<br />
lo scopo è stato unicamente di rispettare quanti si erano iscritti in<br />
anticipo, dando la possibilità agli organizzatori di predisporre in tempo<br />
ogni cosa.<br />
Don S. Ciaccia ha evidenziato alcuni limiti circa l’indagine condotta<br />
in preparazione al Convegno: molti Parroci non hanno fatto una corretta<br />
distribuzione <strong>delle</strong> schede, secondo le indicazioni date; inoltre,<br />
40
40<br />
nell’analisi, non bisognava mettere <strong>insieme</strong> le schede raccolte durante<br />
l’Assemblea Diocesana all’Incoronata, in quanto compilate da persone<br />
praticanti; infine, oltre quelle già fatte, si potrebbero individuare altre<br />
letture trasversali.<br />
Forse l’indagine non è stata correttamente impostata (don M.<br />
Lorusso); tuttavia, è importante pensare all’utilizzo pastorale dei dati<br />
da essa emersi (Vicario Generale).<br />
Don D. Giannuzzi, responsabile della Segreteria del Convegno, ha<br />
richiamato l’attenzione dei presenti sugli obiettivi che ci eravamo proposti,<br />
e cioè sul coinvolgimento <strong>delle</strong> Comunità parrocchiali, evitando<br />
l’improvvisazione. Inoltre, la diversità di modalità e la proposta del<br />
concerto, sono stati dei tentativi per vivacizzare la settimana, cercando<br />
di inserire anche voci al di fuori dell’ambiente ecclesiale.<br />
2. Passando al secondo punto all’ordine del giorno, il Vescovo ha<br />
invitato i presenti a pensare a quali orientamenti pastorali per la nostra<br />
<strong>Diocesi</strong> dopo il Convegno.<br />
Don G. Lorusso ha suggerito che siano gli Uffici di Curia ad indicare<br />
una serie di temi da sviluppare ed approfondire a diversi livelli.<br />
Don M. Lorusso ha proposto di partire dall’inchiesta, nonostante i<br />
limiti evidenziati, affinché la programmazione pastorale possa rispondere<br />
in concreto ai dati da essa emersi.<br />
Don D. Giannuzzi, tenendo presenti anche le indicazioni emerse<br />
durante l’ultima Assemblea diocesana di AC, ha avanzato l’ipotesi di<br />
avviare una riflessione più articolata sulle Unità Pastorali.<br />
Don V. Incampo ha chiesto che le Comunità siano adeguatamente<br />
aiutate a vivere il Congresso Eucaristico Nazionale, in vista del quale è<br />
stato celebrato il Convegno Diocesano.<br />
Don G. Monitillo ha proposto la pubblicazione del Direttorio liturgico-pastorale.<br />
Raccogliendo le proposte, il Vescovo ha richiamato la necessità di<br />
riprendere in mano i Programmi Pastorali degli anni passati, affinché<br />
il Convegno faccia da collegamento per il futuro. Quanto al Congresso<br />
Eucaristico Nazionale, ogni parrocchia deve avvertire il bisogno<br />
di parteciparvi in qualche modo; intanto, come frutto del Congresso<br />
Eucaristico, il prossimo 2 giugno vi sarà l’apertura al culto della chiesa<br />
di S. Michele al Corso in <strong>Altamura</strong>, per essere destinata all’Adorazione<br />
Eucaristica prolungata. Infine, quanto al Direttorio liturgico-pastorale,
esso dovrebbe essere uno strumento che uniformi i diversi comportamenti<br />
in materia liturgica, e dunque molto di più di una semplice raccolta<br />
di norme liturgiche e canoniche.<br />
Alla richiesta da parte di molti di avere tra le mani, prima della pubblicazione<br />
degli Atti del Convegno, qualcosa di più semplice e snello,<br />
che permetta di avviare subito il lavoro di approfondimento, il Vescovo<br />
ha chiesto la collaborazione di tutti gli Uffici di Curia. Più concretamente,<br />
don D. Giannuzzi ha proposto che, mediante il coinvolgimento<br />
di tutte le realtà presenti in <strong>Diocesi</strong>, si costituisca subito un gruppo di<br />
lavoro, che metta a fuoco alcune indicazioni emerse dal Convegno, soprattutto<br />
per quanto attiene le Unità Pastorali.<br />
È emerso, inoltre, la proposta che ciascun Ufficio, dopo la pubblicazione<br />
degli Atti, indichi alcune priorità, da discutere nei successivi<br />
incontri unitari (don S. Ciaccia, L. Cagnazzi). Per questo, ha concluso<br />
il Vescovo, il Programma Pastorale deve essere un lavoro comune,<br />
che parta da molto lontano, tenga presenti gli obiettivi proposti e si<br />
ponga come tappa durante il cammino; spetterà al Consiglio Pastorale<br />
Diocesano individuarne le modalità di attuazione, come espressione di<br />
quel “sentire comune” emerso proprio dall’esperienza ecclesiale del<br />
Convegno.<br />
L’incontro si è concluso con un momento di preghiera alle ore<br />
18.30.<br />
Verbale n. 22<br />
Sac. Vincenzo Panaro<br />
Segretario<br />
Lunedì 24 ottobre 2005, alle ore 16.00, si è svolta presso la<br />
Curia Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia, per<br />
discutere il seguente ordine del giorno:<br />
7. traccia di riflessione in preparazione al Convegno Ecclesiale di<br />
Verona (16-20 ottobre 2006);<br />
8. proposte degli Uffici Pastorali;<br />
9. varie ed eventuali.<br />
40
40<br />
Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale - Ufficio<br />
Scuola), don G. Chironna (Ufficio Migranti), don M. Lorusso (Ufficio<br />
Pastorale Sociale e del Lavoro), don V. Confetti (Ufficio Pastorale<br />
Sanitaria).<br />
Presiede la riunione il Vicario Generale, per impegni del Vescovo a<br />
Roma.<br />
1. Don Domenico Giannuzzi, Incaricato diocesano per il Convegno<br />
di Verona, presenta le schede predisposte quale contributo alla lettura<br />
e al confronto sulla Traccia nelle singole parrocchie. Per ogni capitolo<br />
del documento, sono stati presentati alcuni temi, sui quali ci si confronterà,<br />
secondo tre tappe: analisi, discernimento, proposta. In un primo<br />
momento (novembre-dicembre 2005), ogni parrocchia provvederà a<br />
coinvolgere tutti i gruppi nel percorso di riflessione e verifica; in seguito,<br />
la Commissione interparrocchiale (per unità pastorali) compilerà<br />
un’unica scheda per ogni tema, da consegnare entro il 6 gennaio 2006<br />
alla Commissione diocesana.<br />
Viene apprezzato da parte dei presenti il tentativo di semplificazione,<br />
rispetto alle domande proposte dalla stessa Traccia.<br />
2. Segretariato per l’Ecumenismo e il Dialogo: nel 40° anniversario<br />
della conclusione del Concilio Vaticano II, si ritiene opportuno<br />
rivisitare quei documenti del Concilio che fanno esplicito riferimento<br />
all’ecumenismo e alle relazioni tra le Chiese: Unitatis redintegratio e<br />
Nostra aetate in particolare, ma anche quelle parti della Lumen gentium,<br />
della Gaudium et spes e della Dei Verbum che si riferiscono agli<br />
stessi temi. In questa prospettiva, in collaborazione con gli Uffici diocesani<br />
Catechistico e Cultura, vengono proposti durante l’anno alcuni<br />
incontri con <strong>delle</strong> personalità di rilievo. Inoltre, in preparazione alla<br />
3 a Assemblea Ecumenica Europea, che si terrà a Sibiu in Romania nel<br />
2007, si propone di approfondire i contenuti della “Charta Oecumenica”.<br />
Ci si propone anche di curare la formazione ecumenica del Clero e degli<br />
Operatori Pastorali, valorizzando gli incontri di aggiornamento del<br />
Clero e la Scuola di Formazione Teologico Pastorale. Infine, per sensibilizzare<br />
i giovani ai temi dell’ecumenismo e del dialogo tra le religioni, si<br />
propone, in collaborazione con l’Ufficio di Pastorale Giovanile, la partecipazione<br />
all’Incontro Europeo dei Giovani, animato dalla Comunità
di Taizé (Milano, fine dicembre 2005) e l’animazione della Veglia di<br />
Pentecoste (3 giugno 2006), oltre alla Settimana di Preghiera per l’unità<br />
dei cristiani.<br />
Ufficio Famiglia: con l’approssimarsi dell’entrata in vigore della<br />
legge che chiude definitivamente gli istituti di accoglienza dei minori<br />
(31 dicembre 2006), l’Ufficio sente la necessità di sensibilizzare ed<br />
invitare le famiglie della nostra <strong>Diocesi</strong> a scoprire la possibilità offerta<br />
dall’affidamento familiare nei confronti di quei minori che vivono<br />
momentaneamente senza famiglia. In particolare, ci si prefiggono tre<br />
obiettivi: promuovere la cultura della solidarietà nella famiglia, tra le<br />
famiglie e a favore <strong>delle</strong> famiglie; offrire una comunità di servizio per<br />
le famiglie che vivono situazioni di disagio; creare una rete formativa<br />
permanente a servizio <strong>delle</strong> eventuali famiglie affidatarie.<br />
Altri appuntamenti programmati: incontro diocesano <strong>delle</strong> famiglie<br />
(6 novembre 2005), Ritiro per le famiglie e le Aggregazioni laicali (5<br />
marzo 2006), Ritiro per i Fidanzati (26 marzo 2006).<br />
Ufficio Caritas: vengono presentati tre progetti per l’impiego di volontari<br />
in servizio civile presso la Caritas Diocesana: “Insieme… per un<br />
grande futuro” (per i minori), “Insieme… per liberare la pena” (per i<br />
detenuti in misure alternative alla pena ed ex detenuti), “L’uomo vale<br />
sempre di più…” (per gli anziani).<br />
Circa le collette in occasione di emergenze per calamità naturali (terremoti,<br />
maltempo, ecc.), ogni parrocchia si organizzi in maniera autonoma,<br />
consegnando le offerte in Curia o inviandole direttamente alla<br />
Caritas Italiana.<br />
Ufficio Pastorale Giovanile: viene presentato il programma della<br />
“Peregrinatio” nella nostra <strong>Diocesi</strong> del Crocifisso di S. Damiano, dal<br />
14 al 27 novembre p.v., a ottocento anni dal giorno in cui il giovane<br />
Francesco d’Assisi, fermatosi a pregare nella chiesetta di S. Damiano,<br />
ricevette dallo stesso Crocifisso il mandato di riparare la Sua casa.<br />
Anche in considerazione di questa iniziativa, viene ribadita la necessità<br />
di una più stretta collaborazione con gli altri Uffici di Curia, al fine<br />
di invogliare i giovani ad impegnarsi in progetti concreti.<br />
L’incontro si è concluso con un momento di preghiera alle ore<br />
18.30.<br />
Sac. Vincenzo Panaro<br />
Segretario<br />
40
410<br />
Verbale n. 23<br />
Lunedì 28 novembre 2005, alle ore 16.00, si è svolta presso la Curia<br />
Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia, per discutere<br />
i seguenti punti all’ordine del giorno:<br />
10. verifica <strong>delle</strong> iniziative degli Uffici Pastorali;<br />
11. Ufficio Caritas: richiesta di contributo economico per progetti;<br />
12. varie ed eventuali.<br />
Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale - Ufficio<br />
Scuola), don A. Cianciotta (Centro Diocesano Vocazioni - Sostegno economico<br />
alla Chiesa), don S. Ciaccia (Ufficio Formazione Permanente),<br />
don M. Lorusso (Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro), don V. Confetti<br />
(Ufficio Pastorale Sanitaria), L. Cagnazzi (Ufficio Pastorale Sanitaria) e<br />
don V. Incampo (Segretariato Ecumenismo e Dialogo).<br />
Dopo la lettura del Verbale della riunione precedente da parte del<br />
Segretario, il Vicario Generale richiama l’attenzione dei presenti su alcune<br />
assenze ricorrenti da parte di alcuni responsabili degli Uffici, segno<br />
di stanchezza e di appiattimento.<br />
1. Introducendo il primo punto all’ordine del giorno, il Vescovo chiede<br />
agli Uffici interessati di aggiornare i presenti circa la problematica<br />
dell’affido familiare, di cui si parlò nella riunione del 24 ottobre u.s., in<br />
vista dell’entrata in vigore, il 31 dicembre 2006, della legge che chiude<br />
definitivamente gli istituti di accoglienza dei minori.<br />
L’Ufficio Famiglia sta prendendo i contatti con i singoli Comuni,<br />
soprattutto con i Servizi Sociali, per quanto di competenza degli Enti<br />
pubblici, mentre l’Ufficio Caritas sta pensando di elaborare un progetto<br />
che tenga conto del coinvolgimento degli Enti pubblici, ma soprattutto<br />
della formazione <strong>delle</strong> coppie, a partire da un’indagine conoscitiva da<br />
condurre attraverso le parrocchie.<br />
Intervenendo, il Vescovo si interroga sulle modalità concrete di attuazione<br />
di questo progetto e sul coinvolgimento della Comunità diocesana<br />
in maniera veramente ecclesiale, dal momento che spesso, purtroppo,<br />
manca un lavoro unitario tra i vari Uffici pastorali, sia a livello<br />
di informazione, sia a livello di azione.<br />
Don V. Cassese ritiene che si tratta di coordinare, secondo un certo<br />
criterio, le realtà che già esistono ed operano in questo settore.
Don G. Fiore avverte la grande difficoltà di reperire le famiglie affidatarie,<br />
forse perché siamo ancora a livello di prima informazione; per<br />
questo, ritiene necessario vedersi <strong>insieme</strong> – Ufficio Famiglia e Ufficio<br />
Caritas – per stilare un progetto di lavoro.<br />
Pertanto, dopo il richiamo da parte del Vicario Generale alla proposta<br />
avanzata lo scorso anno, ma pressoché disattesa, di un incontro per<br />
Settore tra gli Uffici prima di arrivare alla riunione ordinaria mensile,<br />
don G. Pietroforte, Vicario Episcopale, propone nei prossimi giorni un<br />
incontro di Settore, per iniziare a programmare un intervento unitario.<br />
Per agevolare ancora di più il lavoro, il Vescovo chiede che i singoli<br />
Uffici comunichino con un certo anticipo in Curia gli argomenti<br />
da trattare, rimandando eventualmente alla riunione successiva quegli<br />
argomenti non ancora affrontati.<br />
2. Passando al secondo punto all’ordine del giorno, il Vescovo comunica<br />
di aver assegnato per l’Ufficio Caritas, sentito il Consiglio diocesano<br />
per gli Affari Economici nella riunione del 26 novembre 2005, la somma<br />
di € 67.000,00 (rispetto a € 123.500,00 richiesti), di cui € 20.000,00<br />
per il Fondo Antiusura ed € 47.000,00 per le altre attività dell’Ufficio.<br />
Purtroppo, sono tante le necessità da tenere presenti in ambito caritativo<br />
e molti dei progetti elaborati dallo stesso Ufficio o non si conoscono con<br />
un certo anticipo, oppure hanno una durata pluriennale, che impegna la<br />
<strong>Diocesi</strong> in maniera consistente. È necessario, conclude il Vescovo, che di<br />
questo se ne parli <strong>insieme</strong> in Curia, per dare <strong>insieme</strong> risposte efficaci.<br />
Don Mimmo Giannuzzi aggiorna i presenti circa la situazione della<br />
pagina diocesana di Avvenire: è necessario individuare un criterio<br />
oggettivo per distribuire tra le parrocchie le 1.150 copie imposte dalla<br />
Redazione di Milano. Prima di avanzare <strong>delle</strong> proposte, viene accolta<br />
la richiesta unanime di abbassare il più possibile il numero di copie per<br />
parrocchia, magari facendo leva sugli abbonamenti quotidiani.<br />
Infine, l’Ufficio Caritas espone il progetto di una casa di accoglienza<br />
per Sacerdoti anziani in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, presso i locali dei Padri<br />
Vocazionisti.<br />
L’incontro si conclude con un momento di preghiera alle ore 18.00.<br />
Sac. Vincenzo Panaro<br />
Segretario<br />
411
412<br />
CONSIGLIO PRESBITERALE<br />
Riunione dell’11 marzo 2005<br />
Oggi, 11 marzo 2005, alle ore 10.15, presso la Curia Diocesana si è<br />
riunito il Consiglio Presbiterale.<br />
Risultano assenti giustificati: don Giuseppe Lofrese, don Domenico<br />
Giannuzzi, don Vincenzo Confetti, don Giacomo Lorusso jr., don Pasquale<br />
Martino, sdb, P. Matteo Ornelli, ofmConv., Don Saverio Paternoster.<br />
Il Vescovo apre l’incontro salutando i presenti e dando loro alcune<br />
comunicazioni:<br />
1. una parte del Centro Giovanile “Benedetto XIII” è stata ceduta in fitto<br />
all’Istituto Professionale di <strong>Gravina</strong>;<br />
2. proseguono i lavori di restauro del Palazzo Loglisci, sempre in <strong>Gravina</strong>,<br />
prossima sede del Seminario Diocesano, mediante i fondi destinati<br />
dalla Soprintendenza per i beni culturali; si spera di restaurare<br />
anche le grotte sottostanti lo stesso palazzo;<br />
3. proseguono, altresì, i lavori di costruzione della nuova chiesa parrocchiale<br />
della Trinità in <strong>Altamura</strong>, nonostante gli intoppi e le numerose<br />
difficoltà incontrate; il Comune, infatti, si era impegnato a risolvere il<br />
problema del deflusso <strong>delle</strong> acque, ma – al presente – non ha ancora<br />
assolto tale impegno;<br />
4. il Comune di <strong>Gravina</strong> ha concesso il suolo per la costruzione della<br />
nuova chiesa parrocchiale dello Spirito Santo, presso l’edificio scolastico<br />
della Scuola Elementare “Peter Pan”; il progetto, già approvato,<br />
sarà presentato alla CEI entro il 31 marzo 2005;<br />
5. i Padri del Preziosissimo Sangue di Santeramo hanno lasciato la Parrocchia<br />
del Sacro Cuore; occorre acquistare i locali parrocchiali, usufruendo<br />
dei finanziamenti messi a disposizione dalla CEI per le case canoniche;<br />
6. il Comune di <strong>Altamura</strong> ha concesso un suolo della superficie di 8.000<br />
mq. in Via Selva, al di là della circonvallazione, per la costruzione<br />
di una nuova Parrocchiale; in quella zona, infatti, compresa tra Via<br />
Graviscella e Via Matera dal lato esterno della circonvallazione, è<br />
previsto un incremento urbanistico di circa 15.000 abitanti. È stata<br />
già avviata la pratica presso la CEI.: si pensa di far coincidere la data<br />
di erezione della nuova Parrocchia, che avrà il titolo del “SS. Reden-
tore”, con il giorno di Pasqua. Intanto, si sta cercando un suolo per<br />
l’edificazione di una nuova Parrocchia anche nella zona di Via Bari.<br />
Guardando in prospettiva, il Vescovo inviata i presenti ad avanzare<br />
<strong>delle</strong> proposte di riassetto <strong>delle</strong> Parrocchie del Centro storico.<br />
Don Domenico Natale suggerisce di individuare già da adesso una<br />
possibilità di riassetto del Centro storico e reperire un sacerdote da incaricare<br />
per questo.<br />
Si propone di erigere in Parrocchia la chiesa della Pietà in Santeramo;<br />
il Comune ha assegnato una superficie di circa 5.000 mq. vicino al campo<br />
sportivo nuovo.<br />
Padre Giuseppe Rolli ricorda che su Spinazzola è stato individuato un<br />
benefattore disponibile a donare un suolo di 5.000 mq.: si stanno prendendo<br />
contatti con il Comune per le pratiche necessarie.<br />
Altro punto all’ordine del giorno: preparazione al Convegno di Verona.<br />
Il Vescovo invita i Direttori degli Uffici di Curia a domandarsi: cosa<br />
deve nascere dal Convegno? Il Convegno sembra abbia realizzato le attese<br />
di tutti e può scandire meglio il cammino pastorale della <strong>Diocesi</strong>.<br />
Padre Giuseppe Rolli, manifestando apprezzamento per il Convegno,<br />
suggerisce che il tema da sviluppare nei prossimi anni potrebbe essere<br />
Eucaristia e Carità.<br />
Don Saverio Ciaccia invita i presenti a pensare a degli spazi di incontro<br />
per la cultura, lo sport, il tempo libero, al fine di offrire spazi educativi<br />
per il ritrovo di ragazzi e giovani.<br />
Don Giovanni Bruno suggerisce di focalizzare il tema della santificazione<br />
della Domenica: come aiutare i ragazzi a riscoprire il giorno<br />
del Signore? Oltre a favorire attività culturali e ricreative, occorre dare<br />
risposte chiare sul valore della domenica per chi lavora.<br />
Don Saverio Colonna invita a valorizzare la domenica a 360 gradi,<br />
creando attività di cineforum, recital e altro.<br />
Il Vescovo, concludendo, invita i presenti a pensare cosa creare a livello<br />
interparrocchiale nel settore ricreativo, e sportivo, dal momento che non tutte<br />
le parrocchie hanno strutture disponibili. Siamo invitati a dare riposte urgenti.<br />
Non essendoci altri argomenti all’ordine del giorno, la riunione termina<br />
con un momento di preghiera alle ore 11.30.<br />
Il Segretario<br />
Sac. Giuseppe Creanza<br />
413
414<br />
In pace Domini<br />
Si è spento il 6 gennaio 2005, all’età di 81 anni, Mons. Michele<br />
Colangelo, Cappellano di Sua Santità ed Arciprete del Capitolo<br />
Concattedrale di <strong>Gravina</strong>.<br />
Nato a <strong>Gravina</strong> il 28 agosto 1924, dopo aver frequentato il Ginnasio<br />
nel Seminario Vescovile di <strong>Gravina</strong>, completò gli studi liceali e teologici<br />
nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta.<br />
Ordinato Sacerdote da Mons. Giovanni Maria Sanna nella Cattedrale<br />
di <strong>Gravina</strong> il 20 luglio 1947, fu nominato Vice Parroco del SS. Nome di<br />
Gesù in <strong>Gravina</strong>, Insegnante di Italiano, Latino e Greco nel Seminario<br />
Vescovile, Assistente interparrocchiale della G.IA.C. e della G.I.O.C. ed<br />
Assistente della F.U.C.I., del Movimento Maestri di Azione Cattolica e<br />
dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici.<br />
Nominato Mansionario del Capitolo Cattedrale di <strong>Gravina</strong> il 25 dicembre<br />
1950, divenne Canonico Teologo del medesimo Capitolo il 30<br />
settembre 1952.<br />
Vice Parroco della Parrocchia di S. Nicola dal 3 dicembre 1954, il<br />
16 febbraio 1960 divenne Vicario Economo e il 1 settembre dello stesso<br />
anno Parroco della medesima Comunità parrocchiale, succedendo nell’ufficio<br />
allo zio Don Giovanni Colangelo. Nel contempo, ha svolto anche<br />
l’incarico di Delegato Vescovile di A.C. (1954-1957), Rettore della<br />
chiesa di S. Domenico, Assistente diocesano della Gioventù Femminile<br />
di Azione Cattolica e Confessore <strong>delle</strong> Suore Stimmatine presso l’Ospedale<br />
Civile (1957-1960) ed Insegnante di Religione nella Scuola di<br />
Avviamento Professionale di <strong>Gravina</strong> (1954-1960). Negli anni successivi,<br />
è stato membro del Consiglio Amministrativo diocesano (1959-<br />
1962), deputato al Seminario Vescovile per la disciplina (1960-1962),<br />
Confessore straordinario <strong>delle</strong> Monache Carmelitane e <strong>delle</strong> Suore<br />
del Crocifisso (1960-1963), Procuratore della Cappellania Curata SS.<br />
Nome di Gesù - Istituto “F. Loglisci” dal 1963; nel 1971 fu nominato<br />
di nuovo Assistente del Movimento Maestri di Azione Cattolica (sarà<br />
confermato in questo incarico anche per il triennio 1984-1986) e dell’Associazione<br />
Italiana Maestri Cattolici.<br />
Già membro del Collegio dei Consultori dal 17 febbraio 1984 e<br />
del Consiglio Presbiterale Interdiocesano dal 6 aprile 1986, a seguito<br />
della costituzione della nuova <strong>Diocesi</strong> è stato nominato Incaricato per
la Musica Sacra nell’Ufficio Liturgico diocesano, Vicario Episcopale<br />
e, successivamente, Coordinatore per la Zona pastorale di <strong>Gravina</strong>-<br />
Spinazzola-Poggiorsini, membro del Consiglio Presbiterale diocesano<br />
del Collegio dei Consultori.<br />
Il 31 gennaio 2001, a seguito della rinuncia per raggiunti limiti d’età<br />
dall’ufficio di Parroco, ha ricevuto l’onorificenza di Cappellano di Sua<br />
Santità e la nomina di Arciprete del Capitolo Cattedrale di <strong>Gravina</strong>.<br />
Sacerdote colto e generoso, sensibile verso quanti incontrava e pronto<br />
ad aiutarli, è stato per il popolo di Dio un luminoso esempio di dedizione<br />
alla causa del Vangelo.<br />
41
41<br />
Rendiconto<br />
relativo alla assegnazione<br />
<strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />
per l’esercizio 2005<br />
I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE<br />
- contributo ricevuto dalla c.e.i. nel 2005 560.281,45<br />
- interessi netti maturati sui depositi bancari e sugli investimenti:<br />
al 30.09.2004 1.775,72<br />
al 31.12.2004 1.889,92<br />
al 31.03.2005 1.057,20<br />
al 30.06.2005 792,23<br />
5.515,07<br />
- fondo diocesano di garanzia relativo agli<br />
esercizi precedenti<br />
- somme impegnate per iniziative pluriennali<br />
esercizi precedenti<br />
- somme assegnate nell’esercizio 2004 e non<br />
erogate al 31.03.2005<br />
a) totale <strong>delle</strong> somme da assegnare per<br />
l’anno 2005<br />
A. Esercizio del culto:<br />
242.248,30<br />
0,00<br />
387.098,16<br />
1.195.142,98<br />
1. Conservazione o restauro edifici di culto già esistenti o<br />
altri beni culturali ecclesiastici 122.853,00<br />
2. Sussidi liturgici 20.424,64<br />
3. Centro Giovanile 32.000,00<br />
175.277,64
B. Esercizio e cura <strong>delle</strong> anime:<br />
1. Attività pastorali straordinarie 21.136,00<br />
2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 30.000,00<br />
3. Mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale 45.350,67<br />
4. Istituto di scienze religiose 13.500,00<br />
5. Archivi e biblioteche di enti ecclesiastici<br />
6. Manutenzione straordinaria di case canoniche e/o locali<br />
10.000,00<br />
di ministero pastorale 67.321,08<br />
7. Consultorio familiare diocesano 2.500,00<br />
8. Parrocchie in condizioni di straordinaria necessità 15.000,00<br />
9. Enti ecclesiastici per il sostentamento dei sacerdoti ad- 4.250,00<br />
detti<br />
10. Clero anziano e malato 2.300,00<br />
11. Istituti di vita consacrata in straordinaria necessità 16.000,00<br />
12. Rimborsi Collaboratori 23.082,90<br />
250.440,65<br />
C. Formazione del clero:<br />
1. Seminario diocesano, interdiocesano, regionale 87.915,00<br />
2. Rette di seminaristi e sacerdoti studenti a Roma o presso<br />
altre facoltà ecclesiastiche 3.800,00<br />
3. Formazione permanente del clero 12.380,00<br />
4. Restauro Seminario 239.440,74<br />
343.535,74<br />
D. Scopi missionari:<br />
1. Centro missionario diocesano e animazione missionaria 3.000,00<br />
3. Cura pastorale degli immigrati presenti in diocesi 15.000,00<br />
18.000,00<br />
E. Catechesi ed educazione cristiana:<br />
1. Oratori e patronati per ragazzi e giovani 5.000,00<br />
41
41<br />
2. Associazioni ecclesiali (per la formazione dei membri) 5.000,00<br />
3. Iniziative di cultura religiosa nell’ambito della diocesi 6.500,00<br />
4. Istituti Regionali 5.055,00<br />
21.555,00<br />
F. Contributo al servizio diocesano per la promozione<br />
del sostegno economico alla Chiesa 1.200,00<br />
1.200,00<br />
G. Altre assegnazioni:<br />
1. Casa San Lorenzo 6.000,00<br />
2. Fondo Facoltà Teologica 50.385,18<br />
3. Fitto Parrocchia Spirito Santo 15.000,00<br />
4. Tasse manutenzione Casa Mastrogiacomo 15.500,47<br />
86.885,65<br />
H. Somme impegnate per iniziative pluriennali:<br />
1. Fondo diocesano di garanzia<br />
(fino al 10% del contributo dell’anno 2005) 56.000,00<br />
2. Fondo diocesano di garanzia relativo agli esercizi 242.248,30<br />
precedenti<br />
298.248,30<br />
b) totale <strong>delle</strong> assegnazioni 1.195.142,98<br />
II. PER INTERVENTI CARITATIVI<br />
- contributo ricevuto dalla c.e.i. nel 2005 307.959,66<br />
- interessi netti maturati sui depositi bancari e sugli investimenti:<br />
al 30.09.2004 1.361,73<br />
al 31.12.2004 1.589,82<br />
al 31.03.2005 1.179,67<br />
al 30.06.2005 794,05<br />
4.925,27
- somme impegnate per iniziative pluriennali esercizi<br />
precedenti<br />
- somme assegnate nell’esercizio 2004 e non erogate<br />
al 31.03.2005<br />
a) totale <strong>delle</strong> somme da assegnare per l’anno<br />
2005<br />
A. Distribuzione a persone bisognose:<br />
0,00<br />
310.245,55<br />
623.130,48<br />
1. Da parte della diocesi 67.890,00<br />
2. Da parte <strong>delle</strong> parrocchie 67.800,00<br />
3. Da parte di altri enti ecclesiastici 30.000,00<br />
165.690,00<br />
B. Opere caritative diocesane:<br />
1. In favore di extracomunitari 11.100,00<br />
2. In favore di tossicodipendenti 10.000,00<br />
3. In favore di anziani 18.000,00<br />
4. In favore di portatori di handicap 10.500,00<br />
5. In favore di altri bisognosi 39.738,27<br />
6. Fondo antiusura (diocesano o regionale) 20.000,00<br />
109.338,27<br />
C. Opere caritative parrocchiali:<br />
1. In favore di extracomunitari 10.000,00<br />
2. In favore di altri bisognosi 30.000,00<br />
3. Associazione Samaritano 12.484,05<br />
52.484,05<br />
D. Opere caritative di altri enti ecclesiastici:<br />
1. Fondazione Benedetto XIII 30.000,00<br />
2. Opere Caritative Religiose 47.000,00<br />
3. Casa accoglienza Loglisci 198.618,16<br />
275.618,16<br />
41
420<br />
E. Altre assegnazioni:<br />
1. Gemellaggio Awasa 15.000,00<br />
2. Opere caritative missionarie 5.000,00<br />
20.000,00<br />
b) totale <strong>delle</strong> assegnazioni 623.130,48<br />
1. Il parere del Consiglio diocesano per gli affari economici è stato<br />
espresso nella riunione tenutasi in data 26 novembre 2005<br />
2. Il parere del Collegio dei consultori è stato espresso nella riunione<br />
tenutasi in data 26 novembre 2005<br />
3. L’incaricato diocesano per la promozione del sostegno economico<br />
alla Chiesa è stato sentito dal Vescovo in data 26 novembre 2005<br />
4. Il Direttore della Caritas Diocesana è stato sentito dal Vescovo in merito<br />
agli interventi caritativi in data 26 novembre 2005<br />
<strong>Altamura</strong>, 28 novembre 2005<br />
il vescovo diocesano<br />
✠ Mario Paciello
Rendiconto<br />
relativo alla erogazione<br />
<strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />
per l’esercizio 2004<br />
I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE<br />
A. Esercizio del culto:<br />
1. Conservazione o restauro edifici di culto già esistenti<br />
o altri beni culturali ecclesiastici 23.260,00<br />
2. Sussidi liturgici 596,96<br />
3. Centro Giovanile 100.000,00<br />
123.856,96<br />
B. Esercizio e cura <strong>delle</strong> anime:<br />
1. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 25.706,08<br />
2. Tribunale ecclesiastico diocesano 25.000,00<br />
3. Mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale 28.532,64<br />
4. Istituto di scienze religiose 11.470,00<br />
5. Manutenzione straordinaria di case canoniche e/o locali<br />
di ministero pastorale 8.424,73<br />
6. Parrocchie in condizioni di straordinaria necessità 15.000,00<br />
7. Clero anziano e malato 1.000,00<br />
8. Istituti di vita consacrata in straordinaria necessità 3.000,00<br />
118.133,45<br />
C. Formazione del clero:<br />
1. Seminario diocesano, interdiocesano, regionale 71.544,62<br />
2. Formazione permanente del clero 5.320,00<br />
3. Restauro Seminario Diocesano 105.000,00<br />
181.864,62<br />
421
422<br />
D. Scopi missionari:<br />
1. Centro missionario diocesano e animazione missionaria<br />
E. Catechesi ed educazione cristiana:<br />
2.100,00<br />
2.100,00<br />
1. Iniziative di cultura religiosa nell’ambito della dio- 1.403,15<br />
cesi<br />
2. Istituti e Centri Religiosi 1.655,00<br />
3.058,15<br />
F. Contributo al servizio diocesano per la promozione del<br />
sostegno economico alla Chiesa:<br />
G. Altre erogazioni:<br />
0,00<br />
1. Casa S. Lorenzo 10.000,00<br />
2. Fitto Parrocchia Spirito Santo 12.128,44<br />
3. Ricostruzione Parrocchia San Sabino 30.000,00<br />
4. Spese di manutenzione e tasse per immobili 4.008,33<br />
56.136,77<br />
a) totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate nel<br />
2004<br />
Riepilogo<br />
- totale <strong>delle</strong> somme da<br />
1.108.486,34<br />
erogare per l’anno 2004<br />
- a dedurre totale <strong>delle</strong> erogazioni<br />
effettuate nell’anno 2004 (fi-<br />
485.189,95<br />
no al 31 marzo 2005)<br />
623.336,39<br />
- DIFFERENZA L’importo “differenza”<br />
è così composto:<br />
485.149,95
* Fondo diocesano di garanzia (fino al<br />
10% del contributo dell’anno 2004)<br />
* Fondo diocesano di garanzia relativo<br />
agli esercizi precedenti<br />
Totale fondo diocesano di garanzia<br />
(da riportare nel rendiconto assegnazioni<br />
2005)<br />
* Altre somme assegnate nell’esercizio<br />
2004 e non erogate<br />
al 31.03.2005 (da riportare nel rendiconto<br />
assegnazioni 2005)<br />
- interessi netti del 30.09.04; 31.12.04<br />
e 31.03.05<br />
- assegni emessi o bonifici effettuati<br />
ma non ancora<br />
contabilizzati nell’e/c<br />
saldo conto corrente e/o deposito<br />
titoli al 31 marzo 2005<br />
190.248,30<br />
242.248,30<br />
387.098,16<br />
3.665,64<br />
11.066,73<br />
644.078,83<br />
423
424<br />
II. PER INTERVENTI CARITATIVI<br />
A. Distribuzione a persone bisognose:<br />
1. Da parte della diocesi 18.100,00<br />
2. Da parte <strong>delle</strong> parrocchie 10.000,00<br />
3. Da parte di altri enti ecclesiastici 30.000,00<br />
58.100,00<br />
B. Opere caritative diocesane:<br />
1. In favore di extracomunitari 10.000,00<br />
2. In favore di anziani 1.000,00<br />
3. In favore di altri bisognosi 11.230,00<br />
4. Fondo antiusura (diocesano o regionale) 15.000,00<br />
37.230,00<br />
C. Opere caritative parrocchiali:<br />
1. Caritas parrocchiali 20.000,00<br />
20.000,00<br />
D. Opere caritative di altri enti ecclesiastici:<br />
1. Centro di accoglienza Benedetto XIII 30.430,00<br />
2. Opere caritative religiose 25.050,00<br />
55.480,00<br />
Riepilogo<br />
b) totale <strong>delle</strong> erogazioni<br />
effettuate nel 2004<br />
- totale <strong>delle</strong> somme da erogare<br />
per l’anno 2004<br />
- a dedurre totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate<br />
nell’anno 2004 (fino al 31 marzo 2005)<br />
170.810,00<br />
477.496,77<br />
170.810,00
- DIFFERENZA 306.686,77<br />
L’importo “differenza” è così composto:<br />
* Altre somme assegnate nell’esercizio 2004 e 310.245,55<br />
non erogate al 31.03.2005<br />
(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2005)<br />
- interessi netti del 30.09.04; 31.12.04 e 31.03.05 4.131,22<br />
- ASSEGNI EMESSI O BONIFICI EFFETTUATI MA<br />
NON ANCORA<br />
2.000,00<br />
CONTABILIZZATI NELL’E/C<br />
saldo conto corrente e/o deposito titoli al 31 316.376,77<br />
marzo 2005<br />
Si allegano:<br />
1. relazione esplicativa del rendiconto relativo alle somme erogate;<br />
2. fotocopia <strong>delle</strong> pagine di tutti gli estratti conto bancari dal 01.04.2004<br />
al 31.03.2005;<br />
3. documentazione dei depositi amministrati o della gestione patrimoniale<br />
nel caso in cui le disponibilità siano state temporaneamente investite.<br />
Si attesta che:<br />
• il presente “Rendiconto” è stato sottoposto alla verifica del Consiglio<br />
Diocesano per gli affari economici;<br />
• il “Rendiconto” è pubblicato nel bollettino ufficiale della diocesi.<br />
l’economo diocesano<br />
Sac. Luigi Dimarno<br />
il vescovo diocesano<br />
X Mario Paciello<br />
42
42<br />
RENDICONTO DELLE COLLETTE<br />
PER LE GIORNATE OBBLIGATORIE 2005<br />
Giornata<br />
Migranti *<br />
missionaria Seminario<br />
Carità<br />
del Papa<br />
Università<br />
Cattolica<br />
Luoghi<br />
Santi<br />
Infanzia<br />
missionaria Lebbrosi<br />
ALTAMURA<br />
Cattedrale 250,00 200,00 200,00 200,00 500,00 600,00<br />
Sacro Cuore 200,00 150,00 200,00 150,00 100,00 550,00 850,00<br />
S. Agostino 100,00 150,00 100,00 500,00 500,00<br />
S. Anna 150,00 50,00 80,00 1.000,00 500,00<br />
S. Giovanni Bosco 1.350,00 150,00 50,00 150,00 1.260,00 1.200,00<br />
S. Maria Carmine 120,00 50,00 160,00 760,00 500,00<br />
S. M. Consolazione 250,00 150,00 120,00 200,00 90,00 1.870,00 630,00<br />
S. Michele A. 130,00 125,00 230,00 150,00 125,00 405,00 500,00<br />
S. Nicola 250,00 175,00 130,00 145,00 150,00 510,00 500,00<br />
SS. Rosario 420,00 150,00 50,00 50,00 390,00 600,00<br />
S. Sabino 100,00 100,00 230,00 100,00 130,00 273,00 100,00<br />
S. Sepolcro 200,00 50,00 100,00 25,00 50,00 100,00 250,00<br />
S. Teresa 477,00 315,00 250,00 250,00 272,00 1.600,00 1.000,00<br />
SS. Redentore 50,00 80,00<br />
SS. Trinità 50,00 300,00 50,00 50,00 180,00 325,00
Ancelle “Volpicelli”<br />
Buoncammino 170,00 50,00 235,00 220,00 730,00 230,00<br />
Cimitero 120,00 60,00 600,00<br />
Madonna della Croce 55,00 39,00 30,00 18,00 125,00 125,00<br />
Ospedale 80,00 120,00 50,00 85,00 100,00<br />
S. Antonio 45,00 30,00 133,00 45,00<br />
S. Chiara<br />
S. Domenico 70,00 150,00 50,00 220,00 100,00<br />
S. Francesco di P. 32,00 20,00 36,00 55,00<br />
S. Lorenzo<br />
S. Lucia 50,00 100,00 100,00 110,00 700,00 370,00<br />
Annunziata<br />
Offerte varie 462,00<br />
4.102,00 1.104,00 2.850,00 2.232,00 2.215,00 0,00 12.439,00 9.760,00<br />
GRAVINA<br />
Buon Pastore 1.000,00 650,00<br />
Madonna d. Grazie 40,00 40,00 40,00 410,00<br />
Mater Ecclesiae 400,00 600,00 600,00<br />
S. Domenico 350,00 100,00 200,00 4.400,00 2.200,00<br />
S. Francesco 350,00 360,00 105,00 150,00 200,00 500,00 200,00<br />
42
42<br />
S. Giovanni Battista 105,00 217,00 425,00 1.355,00 513,00<br />
S. Giovanni Evang. 30,00 30,00 30,00 570,00 270,00<br />
SS. Nicola e Cecilia 450,00<br />
SS. Pietro e Paolo 130,00<br />
Spirito Santo 120,00 830,00 815,00<br />
SS. Crocifisso 151,00 50,00 174,00 2.750,00 1.900,00<br />
SS. Nome di Gesù 50,00 50,00<br />
Cattedrale<br />
Ospedale<br />
S.Emidio 40,00<br />
S. Felice 235,00 80,00<br />
S. Giuseppe<br />
S. Maria<br />
S. Sofia<br />
S. Teresa<br />
Suore S. Cecilia<br />
Suore Sacro Costato 200,00<br />
350,00 360,00 781,00 587,00 1.589,00 0,00 12.740,00 8.058,00<br />
ACQUAVIVA<br />
S. Eustachio 230,00 100,00 80,00 270,00 270,00
S. Agostino 30,00 20,00 20,00 30,00 30,00<br />
Sacro Cuore 126,00 200,00 150,00 870,00 500,00<br />
S. Domenico 1.000,00 150,00 50,00 200,00 1.500,00 1.000,00<br />
S. Francesco 105,00 55,00 40,00 850,00 250,00<br />
S. Lucia 120,00 45,00 80,00 150,00 400,00<br />
S. Maria Maggiore 400,00 150,00 30,00 120,00 500,00 1.000,00<br />
Addolorata<br />
Immacolata<br />
Ospedale “Collone”<br />
Ospedale “Miulli” 120,00<br />
S. Anna<br />
S. Benedetto<br />
S. Chiara<br />
Suore “Cirielli” 200,00 150,00 500,00<br />
1.400,00 0,00 911,00 700,00 840,00 0,00 4.670,00 3.570,00<br />
SANTERAMO<br />
S. Erasmo 380,00 200,00 250,00 360,00 380,00 950,00 1.351,00<br />
Sacro Cuore 110,00 170,00 200,00 170,00 800,00 1.000,00<br />
SS. Crocifisso 1.125,00 440,00 455,00 500,00 500,00 1.200,00 700,00<br />
42
430<br />
Annunziata 20,00 137,00 70,00<br />
Carmine 20,00 150,00 109,00<br />
Monfortani 100,00 40,00 75,00 130,00 170,00<br />
Ospedale<br />
Pietà 70,00 100,00 60,00<br />
S. Giuseppe 25,00 63,00 100,00<br />
S. Lucia 30,00 20,00<br />
Salesiani 120,00 100,00<br />
Confr. SS. Sacram. 50,00<br />
1.815,00 810,00 905,00 900,00 1.190,00 0,00 3.720,00 3.660,00<br />
SPINAZZOLA<br />
S. Pietro Apostolo 30,00 30,00 50,00 50,00 50,00 690,00 250,00<br />
SS. Annunziata 150,00 165,00 100,00 350,00 600,00 250,00<br />
180,00 30,00 215,00 150,00 400,00 0,00 1.290,00 500,00<br />
POGGIORSINI<br />
M. SS. Addolorata 200,00 300,00<br />
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 200,00 300,00<br />
TOTALE 7.847,00 2.304,00 5.662,00 4.569,00 6.234,00 0,00 35.059,00 25.848,00<br />
* La Giornata Nazionale per i Migranti è stata trasferita a Gennaio 2006<br />
Aggiornato al 18.11.2006
Diario<br />
del Vescovo
Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolare leone portale.
GENNAIO 2005<br />
1 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Cattedrale- <strong>Gravina</strong><br />
2 Celebrazione Eucaristica ore 17,00 - Piccolo Seminario - Foggia<br />
4 Incontro in Curia Diocesana;<br />
Benedizione stabilimento “Divani-Contempo” - <strong>Altamura</strong><br />
5 Incontro con il Sem. pre. - <strong>Altamura</strong><br />
Cresime adolescenti ore 18,30 - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
6 Visita alla Casa di Riposo - Villa Serena - <strong>Altamura</strong><br />
Partecipazione ad un Concerto di Natale - Poggiorsini<br />
7 Udienze<br />
Incontro in Episcopio con gli organizzatori del prossimo Convegno<br />
Diocesano - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Incontro in episcopio con i pastori <strong>delle</strong> Chiese evangeliche<br />
9 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 e celebrazione comunitaria del<br />
sacramento del Battesimo - Cattedrale <strong>Altamura</strong><br />
10 Pozzo di Giacobbe<br />
11 Commissione Episcopale per Pastorale della Salute e la Carità -<br />
Roma<br />
Intervista: SAT 2000<br />
13 Udienze in Curia<br />
14 Incontro per pranzo con i sacerdoti di <strong>Acquaviva</strong> ore 10,00 - presso<br />
le suore Vocazioniste - <strong>Acquaviva</strong><br />
16 Cresime adolescenti ore 11,00 - Sant’Erasmo - Santeramo<br />
17 Udienze<br />
433
434<br />
Incontro con i Conventuali di Spinazzola - Spinazzola;<br />
Incontro con i Volontari dell’Opera del Samaritano - Episcopio<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
19 Udienze<br />
Incontro con il Gruppo Teresa Orsini - Aula Giovanni Paolo II -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
Incontro col Rettore Magnifico dell’Università di Bari - Bari<br />
20 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - Festa San Sebastiano - Spinazzola<br />
21 Ritiro Clero ore 9,30 - Centro Giovanile “Benedetto XIII” - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
Scuola di preghiera - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
22 Celebrazione Eucaristica per le coppie di fidanzati e anniversari di<br />
matrimonio ore 18,00 - S. Francesco di Paola - Bari<br />
23 Cresime adolescenti ore 11,00 - Sant’Erasmo - Santeramo<br />
Udienze<br />
24 Udienze<br />
Riunione Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro di preghiera per l’Unità dei Cristiani ore 18,30 - Cattedrale<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
25/27 C.E.P. - San Giovanni Rotondo<br />
28 Aggiornamento Clero - Aula Giovanni Paolo II - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
29 Udienze<br />
Incontro Ecumenico ore 18,00 - Centro Giovanile “Benedetto<br />
XIII” - <strong>Gravina</strong>
30 Celebrazione Eucaristica ore 10,30 - Giornata del Ringraziamento<br />
- San Domenico - <strong>Altamura</strong><br />
Inaugurazione del Rosone della Chiesa <strong>delle</strong> Suore del Divino Zelo<br />
ore 12,00 - <strong>Altamura</strong><br />
31 Udienze<br />
FEBBRAIO 2005<br />
2 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - per la Vita Consacrata -<br />
Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
3 Incontro della Delegazione Regionale Caritas con Gruppo Mega<br />
ore 12,00<br />
Seminario Diocesano ore 17,30 - Bari<br />
4 Udienze<br />
5 Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - Ordinazione Sacerdotale del<br />
Diacono Giuseppe Cifarelli - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
6 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Festa del Ringraziamento -<br />
Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - Madonna <strong>delle</strong> Vita - Buon<br />
Pastore - <strong>Gravina</strong><br />
7 Udienze<br />
9 Ceneri - Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Conversazione con il Movimento della Vita - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
10 “Oratorio per l’Infanzia violata”con la partecipazione di Michele<br />
Mirabella. Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Catechesi Radio Maria<br />
43
43<br />
11 Udienze<br />
12 Udienze<br />
13 Celebrazione eucaristica per esequie della mamma di Don Giuseppe<br />
Nuzzi - San Nicola - <strong>Gravina</strong><br />
14/20 IV Convegno Pastorale Diocesano - Centro Giovanile “Benedetto<br />
XIII” - <strong>Gravina</strong><br />
Pozzo di Giacobbe<br />
15 Udienze<br />
Convegno Pastorale<br />
16 Visite a domicilio<br />
Convegno Pastorale Diocesano<br />
17 Visita cantiere Nuovo Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />
Visita Ospedale di Castellaneta<br />
Convegno Pastorale Diocesano<br />
18 Ritiro Clero - Cripta Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
Convegno Pastorale Diocesano<br />
19 Udienze<br />
Convegno Pastorale Diocesano<br />
20 Solenne Concelebrazione per chiusura IV Convegno Pastorale<br />
Diocesano - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica - V anniversario consacrazione della<br />
Chiesa dell’Annunciazione - <strong>Gravina</strong><br />
21 Udienze<br />
Incontro con le Caritas parrocchiali di Gravin<br />
22 Celebrazione Eucaristica - Sant’Agostino - Irsina<br />
23 Udienze
Relazione per l’Inaugurazione XX anno accademico Università<br />
della Terza Età - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />
24 Udienze<br />
25 Udienze<br />
Aggiornamento Clero - Aula Giovanni Paolo II - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
26 Partecipazione al Convegno organizzato dall’A.N.T. - Aula Giovanni<br />
Paolo II - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
27 Udienze<br />
Assemblea Diocesana di A.C. e Celebrazione Eucaristica ore<br />
10,30 - Centro Giovanile “Benedetto XIII” - <strong>Gravina</strong><br />
28 Udienze<br />
Uffici di Curia - <strong>Altamura</strong><br />
MARZO 2005<br />
1 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Madonna di Costantinopoli<br />
- Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
2 Udienze<br />
Catechesi per i Seminaristi, Gruppo Samuel e Genitori: Seminario<br />
Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
3 Giornata di studio<br />
4 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per un compleanno centenario - San<br />
Matteo - <strong>Gravina</strong><br />
Veglia di preghiera per i Cavalieri del Santo Sepolcro<br />
5 Udienze<br />
Partecipazione alla Conferenza organizzata dall’Ordine Equestre<br />
del Santo Sepolcro di Gerusalemme - <strong>Gravina</strong><br />
43
43<br />
6 Celebrazione Eucaristica per i Cavalieri del Santo Sepolcro - Cattedrale<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica con Cresime per il 34° anniversario della<br />
Parrocchia San Matteo - <strong>Gravina</strong><br />
7 Udienze<br />
8 Giornata di studio<br />
9 Udienze<br />
10 Udienze<br />
Catechesi - Parrocchia Buon Pastore (presenza della statua Madonna<br />
dell’Incoronata) - <strong>Gravina</strong><br />
11 Udienze<br />
Consiglio presbiterale ore 10,00 - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro con i Sacerdoti di <strong>Altamura</strong><br />
12 Udienze<br />
Cresime adolescenti ore 17,00 - San Sepolcro (Cattedrale) - <strong>Altamura</strong><br />
13 Ritiro C.D.A.L. - Centro Giovanile “Benedetto XIII” - <strong>Gravina</strong><br />
14 Pozzo di Giacobbe<br />
15 C.E.P. ore 9,30 - Molfetta<br />
16 Incontro con la Delegazione Rumena - Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />
Catechesi sulla Settimana Santa - Santissima Trinità - <strong>Altamura</strong><br />
17 Udienze<br />
18 Celebrazione Eucaristica - Madonna dell’Addolorata - San Sepolcro<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
Scuola di preghiera dei Giovani - Centro Giovanile “Benedetto<br />
XIII” - <strong>Gravina</strong>
19 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per gli alunni del Liceo scientifico ore<br />
12,00 - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />
Incontro di preghiera e agape con i seminaristi e genitori - Seminario<br />
Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
20 Benedizione <strong>delle</strong> Palme e Celebrazione Eucaristica - Cattedrale<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
21 Udienze;<br />
Visita al cantiere del nuovo Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />
22 Giornata di studio<br />
23 Messa del Crisma ore 18,30 - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
24 Udienze;<br />
Incontro con l’USMI - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Messa in Coena Domini ore 18,30 - Cattedrale <strong>Altamura</strong><br />
25 Azione Liturgica - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
Processione del Legno Santo - <strong>Gravina</strong><br />
26 Udienze<br />
Veglia pasquale - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
27 Santa Pasqua - Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Cattedrale<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica ore 19,30 - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
29 Celebrazione Eucaristica - Madonna del Bosco - Santuario Madonna<br />
del Bosco - Spinazzola<br />
Consiglio Pastorale - Santissima Trinità - <strong>Altamura</strong><br />
30 Udienze<br />
Visita zona La Selva di <strong>Altamura</strong> per costruzione nuova parrocchia<br />
31 Udienze<br />
43
440<br />
Incontro con il Commissario prefettizio di <strong>Altamura</strong><br />
Incontro con il Sem. Pre.<br />
Catechesi Radio Maria<br />
APRILE 2005<br />
1 Udienze<br />
Veglia di preghiera - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />
2 Udienze<br />
Veglia di preghiera per il Papa - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
Il Papa Giovanni Paolo II è morto - ore 21,37<br />
3 Udienze<br />
4 Giornata di studio<br />
5 Celebrazione Eucaristica - Rinnovazione voti <strong>delle</strong> Suore Figlie<br />
del Divino Amore - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />
6 Udienze<br />
7 Udienze<br />
Visita in San Pietro alla salma di Giovanni Paolo II - Roma<br />
Veglia in San Giovanni in Laterano per il Papa Giovanni Paolo II<br />
- Roma<br />
8 Messa esequiale in Piazza San Pietro ore 10,00 per il Santo Padre<br />
Giovanni Paolo II - Roma<br />
9 Udienze<br />
Visita alla famiglia di Nola per il portone della Cattedrale di <strong>Gravina</strong><br />
Cresime adolescenti ore 19,00 - San Giovanni Bosco - <strong>Altamura</strong><br />
10 Cresime adolescenti ore 11,00 - Ss. Crocifisso - Santeramo<br />
Udienze
11 Udienze<br />
12 Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - Trigesimo di Suor Filomena<br />
(Marcelline) - Cappella <strong>delle</strong> Suore Marcelline - Foggia<br />
13 Visita al cantiere del nuovo Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />
Udienze<br />
14 Consegna del Certificato di idoneità agli Insegnanti di Religione<br />
- Centro Giovanile “Benedetto XIII” - <strong>Gravina</strong><br />
15 Ritiro del Clero – Centro Giovanile “Benedetto XIII” - <strong>Gravina</strong><br />
Consulta della Pastorale della Salute - San Giorgio Jonico<br />
16 Consulta della Pastorale della Salute - San Giorgio Jonico<br />
Cresime adolescenti ore 18,00 - Buon Pastore - <strong>Gravina</strong><br />
17 Cresime adolescenti ore 11,00 - Ss. Crocifisso - Santeramo<br />
Cresime adolescenti ore 18,30 - S. M. del Carmine - <strong>Altamura</strong><br />
Visita a Don Rocco Campanale per il suo 91° compleanno<br />
18 Conclave per l’elezione del nuovo Papa<br />
Uffici di curia ore 16,30 - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
19 Eletto Papa: Joseph Ratzinger - Benedetto XVI<br />
20 Udienze<br />
Visita alla Selva per nuovo centro parrocchiale - <strong>Altamura</strong><br />
21 Saluto ai partecipanti della corsa campestre <strong>delle</strong> scuole - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
Visita con i tecnici al cantiere della nuova Chiesa della Trinità<br />
(Trasfigurazione) - <strong>Altamura</strong><br />
22 Udienze<br />
23 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
441
442<br />
Cresime adolescenti ore 18,30 - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />
24 Inizio del Ministero Pontificio di Benedetto XVI<br />
Cresime adolescenti ore 10,30 – San Nicola – <strong>Gravina</strong><br />
Cresime adolescenti ore 19,00 – Madonna <strong>delle</strong> Grazie – <strong>Gravina</strong><br />
25 Visita alla parrocchia San Sepolcro – <strong>Altamura</strong><br />
Cresime adolescenti ore 19,00 – San Francesco – <strong>Acquaviva</strong><br />
26 Udienze<br />
27 Udienze – Curia – <strong>Altamura</strong><br />
Consiglio Affari Economici – Ospedale Miulli – <strong>Acquaviva</strong><br />
Premiazione al Concorso “Colori del Creato” organizzato dall’A.<br />
C. – Poggiorsini<br />
28 Udienze<br />
Convegno organizzato dal Liceo Scientifico – Aula Consiliare<br />
– <strong>Altamura</strong><br />
29 Incontro con i Sacerdoti di <strong>Gravina</strong> – Episcopio – <strong>Gravina</strong><br />
III incontro Diocesano A.D.P. – ore 17,00 catechesi e Celebrazione<br />
Eucaristica – Cattedrale – <strong>Acquaviva</strong><br />
30 Udienze<br />
Visita alle Clarisse – <strong>Altamura</strong><br />
Cresime adolescenti ore 19,00 -Spirito Santo (in Cattedrale) – <strong>Gravina</strong><br />
MAGGIO 2005<br />
1 Udienze<br />
Cresime adolescenti ore 11,00 - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />
Cresime adolescenti ore 19,00 - Ss. Crocifisso - <strong>Gravina</strong><br />
2 Udienze<br />
3 Giornata di studio
4 Udienze<br />
Visita con i tecnici al cantiere della nuova chiesa della Trinità - <strong>Altamura</strong><br />
Visita al sindaco di <strong>Gravina</strong><br />
Visita al cantiere di S. Michele al corso di <strong>Altamura</strong><br />
Partecipazione al Musical sulla Passione vivente - Polivalente -<br />
<strong>Altamura</strong><br />
5 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica ore 11,30 - Festa di Sant’Irene - Cattedrale<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
Pranzo con i preti di <strong>Altamura</strong><br />
6 Incontro con la Presidenza di A.C. - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
7 Udienze<br />
Cresime adolescenti ore 19,00 - Maria Ss. Addolorata - Poggiorsini<br />
8 Cresime adolescenti ore 11,15 - Ss. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica ore 18,00 - Mese di maggio - Santuario<br />
di Picciano<br />
9 Pozzo di Giacobbe<br />
10 Udienze<br />
Visita al cantiere della nuova chiesa della Trinità - <strong>Altamura</strong><br />
11 Celebrazione Eucaristica ore 7,30 - Monastero <strong>delle</strong> Clarisse - <strong>Altamura</strong><br />
12 Catechesi Radio Maria<br />
13 Udienze<br />
Veglia di Pentecoste - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
14 Visita al cantiere del nuovo Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />
Udienze<br />
Cresime adolescenti ore 18,30 - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
443
444<br />
15 Cresime adolescenti ore 17,00 - Sacro Cuore - Santeramo<br />
16 Udienze<br />
17 Giornata di studio<br />
18 Udienze<br />
Incontro con la scuola media “Nitti” di Santeramo<br />
Incontro in Regione per l’Ospedale Miulli<br />
19 Giornata di studio<br />
20 Ritiro del Clero ore 9,30 - Santuario del Buoncammino - <strong>Altamura</strong><br />
Visita ai laboratori di marmeria e falegnameria per i cantieri della<br />
<strong>Diocesi</strong> e dell’Ospedale Miulli<br />
21 Celebrazione Eucaristica - Santa Rita - Sant’Agostino - <strong>Altamura</strong><br />
Apertura Congresso Eucaristico Nazionale di Bari<br />
22 Cresime adolescenti ore 11,00 (interparrocchiale) - Ss. Annunziata<br />
- Spinazzola<br />
Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - Ss. Trinità - <strong>Altamura</strong><br />
23 Visita al Cantiere del palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
24 Giornata di studio<br />
25 Udienze<br />
Congresso Eucaristico Nazionale - Preghiera Ecumenica - Basilica<br />
San Nicola - Bari<br />
Incontro con la Comunità Di Gesù - Bari<br />
26 Benedizione Chiesa S. Michele al Corso - Corpus Domini - Processione<br />
Eucaristica e Celebrazione - <strong>Altamura</strong><br />
27 Incontro con i tecnici per lavori di ristrutturazione Chiesa San Sepolcro<br />
- <strong>Altamura</strong>
Incontro con il sindaco di <strong>Altamura</strong> in Comune<br />
28 Congresso Eucaristico Nazionale - Incontro con le famiglie - Fiera<br />
del Levante - Bari<br />
29 Congresso Eucaristico Nazionale - Celebrazione Eucaristica conclusiva<br />
presieduta da Benedetto XVI ore 10,30 - Maristella - Bari<br />
30-31 Assemblea C.E.I.<br />
Incontro di tutti i Vescovi con il Papa Benedetto XVI nell’Aula del<br />
Sindaco - Città del Vaticano<br />
GIUGNO 2005<br />
1 Celebrazione Eucaristica ore 19,00 (triduo eucaristico) - Cattedrale<br />
- <strong>Acquaviva</strong><br />
2 Celebrazione Eucaristica e processione ore 9,30 - Festa Patronale<br />
S. Erasmo - Chiesa Madre - Santeramo<br />
Celebrazione Eucaristica per consacrazione della Chiesa di San<br />
Sepolcro ristrutturata, ore 19,00 - <strong>Altamura</strong><br />
3 Celebrazione Eucaristica ore 11,30 - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - Sacro Cuore - <strong>Acquaviva</strong><br />
4 Celebrazione Eucaristica - Matrimonio Antonio Palella e Barbara<br />
Grilli - ore 11,00 - Basilica San Giovanni Battista - Foggia<br />
Cresime adolescenti ore 18,30 - San Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong><br />
5 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - SS. Crocifisso - <strong>Gravina</strong><br />
Cresime adolescenti ore 19,00 - Santa Teresa - <strong>Altamura</strong><br />
6 Udienze<br />
7 Visita alla Scuola Primaria “M. Soranno” - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
44
44<br />
Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - seminaristi e genitori per<br />
conclusione dell’anno - Seminario Diocesano<br />
8 Visita alla parrocchia del Ss. Redentore - <strong>Altamura</strong><br />
Concelebrazione Eucaristica per le esequie di S. Ecc.za Mons.<br />
Motolese - Concattedrale di Taranto<br />
9 Udienze<br />
Saluto ai Docenti Universitari dell’Università “La Sapienza” -<br />
ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />
10 Giornata di studio<br />
11 Udienze - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Cresime adolescenti ore 18,30 - Sant’Agostino - <strong>Altamura</strong><br />
12 Udienze<br />
Cresime adolescenti ore 11,30 - Sant’ Anna - <strong>Altamura</strong><br />
Cresime adolescenti ore 19,00 - San Matteo - <strong>Gravina</strong><br />
13 Celebrazione Eucaristica - Matrimonio - ore 11,00 - Spirito Santo<br />
- Foggia<br />
14 C.E.P. - Santuario Santa Maria di Leuca<br />
15 Udienze<br />
16 Incontro di Curia - ore 9,30 - <strong>Altamura</strong><br />
17 Incontro di Curia - ore 9,30 - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica e benedizione nuova parrocchia SS. Redentore<br />
- ore 19,30 - <strong>Altamura</strong><br />
18 Incontro con gli Ebrei messianici, ore 10,00 - Fiera del Levante<br />
- Bari<br />
19 Incontro ore 8,30 - Episcopio - Bari<br />
Cresime adolescenti ore 11,30 - Sant’Agostino - <strong>Altamura</strong>
20/22 Convegno Nazionale della Pastorale della Salute - Terme di Chianciano<br />
22 Relazione al Convegno Nazionale della Pastorale della Salute -<br />
Terme di Chianciano<br />
23 Catechesi Radio Maria<br />
24 Consiglio Affari Economici e Collegio dei Consultori ore 17,00<br />
- Curia - <strong>Altamura</strong><br />
25 Concelebrazione per la consacrazione episcopale di Sua Ecc.za<br />
Mons. Michele Castoro ore 17,30 - Piazzale Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
26 Concelebrazione Eucaristica con S. Ecc.za Mons. Michele Castoro<br />
ore 11,00 - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
27/ Campo estivo Sem.Pre.<br />
1 luglio<br />
LUGLIO 2005<br />
2 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica con Mons. Rocco Campanale per i suoi<br />
65 anni di sacerdozio - <strong>Altamura</strong><br />
4 Udienze<br />
Visita a Poggiorsini per benedizione fabbrica Acqua Orsinella<br />
Incontro con l’Ufficio Scuola ore 18,00 - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
5 Udienze<br />
6 Udienze<br />
7 Udienze<br />
Incontro con i Presidenti di Azione Cattolica - <strong>Altamura</strong><br />
44
44<br />
8 Udienze<br />
9 Udienze<br />
10 Udienze<br />
11 Udienze<br />
12 Consiglio Affari Economici - Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />
13 Incontro con l’INAIL all’Ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong>, per stipula<br />
del contratto<br />
Udienze<br />
14 Udienze<br />
Visita alla canonica della parrocchia della Consolazione - <strong>Altamura</strong><br />
Visita al cantiere del nuovo ospedale Miulli - <strong>Acquaviva</strong><br />
15 Visita ai Seminaristi in vacanza - Acerenza<br />
Benedizione lapide “Caduti 17-7-1948” - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
16 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica ore 10,30 - S. M. del Carmine - <strong>Altamura</strong><br />
17 Celebrazione Eucaristica per 50° di ordinazione sacerdotale di<br />
Don Giuseppe Lofrese ore 19,00 - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
18 Incontro con il prof. Corbella a Monza per l’Ospedale<br />
Arrivo a Pieve di Cadore<br />
19 A Ortisei per l’Ospedale Miulli<br />
22 Incontro con Mons. Betori - CEI - Roma<br />
Incontro con il presidente dell’INAIL - Roma
23 Incontro con i tecnici del cantiere del nuovo Ospedale Miulli ore<br />
9,00 - <strong>Acquaviva</strong><br />
Udienze<br />
24 Giornata di studio in preparazione alla G.M.G. di Colonia<br />
Udienze<br />
25 Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Studio in preparazione alla G.M.G. di Colonia<br />
26 Visita al cantiere del Palazzo Loglisci ore 8,45 - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
28 Udienze<br />
29 Celebrazione Eucaristica ore 7,30 - “Festa dei Santi Marta Maria<br />
e Lazzaro” - Fraternità Marta e Maria - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
30 Visita al cantiere del nuovo ospedale Miulli ore 8,30 - <strong>Acquaviva</strong><br />
31 Celebrazione Eucaristica ore 19,15 per i Giovani che parteciperanno<br />
alla G.M.G. di Colonia - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
AGOSTO 2005<br />
1 Udienze<br />
Visita del presidente della Regione e dell’Assessore alla Sanità<br />
all’Ospedale Miulli<br />
2 Celebrazione Eucaristica ore 10,30 - Matrimonio Pisani - Santuario<br />
di Paola<br />
3 Udienze<br />
4/8 Esercizi Spirituali Fraternità Marta e Maria - Oasi Sacro Cuore<br />
- Conversano<br />
Catechesi Radio Maria<br />
44
4 0<br />
8 Celebrazione Eucaristica ore 10,00 - conclusione Esercizi Spirituali<br />
F.M.M. - Oasi Sacro Cuore - Conversano<br />
Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />
Visita al Palazzo Loglisci<br />
9 Udienze<br />
Visita al Palazzo Loglisci<br />
10 Celebrazione Eucaristica ore 7,30 - Monastero Clarisse - <strong>Altamura</strong><br />
Udienze<br />
11 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Festa Patronale Madonna<br />
Addolorata - Poggiorsini<br />
Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - San Nicola - <strong>Altamura</strong><br />
12 Celebrazione Eucaristica per esequie di 5 giovani - Sant’Erasmo<br />
- Santeramo<br />
Udienze<br />
13 Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - Festa Patronale - Madonna<br />
del Bosco - Spinazzola<br />
14 Celebrazione Eucaristica per 50° di sacerdozio di Don Felice Posa<br />
ore 11,00 - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
15 Partenza per Colonia - Giornata Mondiale dei Giovani<br />
16 Celebrazione Eucaristica ore 9,00 - Abbazia dell’Acquafredda -<br />
Lenno (Como)<br />
Arrivo a Colonia<br />
17 G.M.G. - Colonia - Catechesi e Celebrazione Eucaristica nella<br />
Parrocchia del Sacro Cuore (Helig Kreuz)<br />
Pranzo al Consolato Italiano<br />
Festa degli Italiani - Colonia<br />
18 G.M.G. - Colonia - Catechesi e Celebrazione Eucaristica nella<br />
Parrocchia di San Lorenzo (St Laurentius) a Windeck
19 G.M.G. - Colonia - Incontro e Celebrazione Eucaristica con i giovani<br />
della <strong>Diocesi</strong> a Remsceild<br />
20 G.M.G. - Colonia - Celebrazione Eucaristica all’Accademia di<br />
Brul (Colonia)<br />
21 G.M.G. - Colonia - Concelebrazione Eucaristica col Santo Padre<br />
Benedetto XVI per conclusione G.M.G. di Colonia - ore 10,00 -<br />
Marienfeld<br />
22 Ritorno da Colonia - Celebrazione Eucaristica - Lenno (Como)<br />
23 Celebrazione Eucaristica - Lenno (Como)<br />
25 Sopralluogo Ospedale Centrale Miulli<br />
26 Preparazione Assemblea Pastorale Diocesana<br />
27 Riunione di Curia ore 10,00 per preparazione Assemblea<br />
28 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica ore 18,30 Sant’Agostino - <strong>Altamura</strong><br />
29 Curia<br />
Partecipazione alla celebrazione dell’ingresso di Mons. Castoro a<br />
Oria<br />
30 Incontro con gli Insegnanti di Religione, ore 10,00 - Episcopio -<br />
<strong>Gravina</strong><br />
Preparazione Assemblea Diocesana<br />
31 Riunione di Curia in preparazione all’Assemblea Diocesana - ore<br />
10,00 - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
4 1
4 2<br />
1 Udienze<br />
Preparazione Assemblea<br />
SETTEMBRE 2005<br />
2 Celebrazione Eucaristica ore 7,30 - S. Maria <strong>delle</strong> Grazie<br />
Udienze<br />
3 Partenza per Assisi<br />
4 Celebrazione per XXX Opera dell’Amore Sacerdotale - S. Maria<br />
degli Angeli - Assisi<br />
5 Curia - Preparazione Assemblea Diocesana<br />
Udienze<br />
6 Celebrazione Eucaristica ore 11,30; Festa Patronale S. Maria di<br />
Costantinopoli - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong>; Processione ore 19,00<br />
7 Preparazione Assemblea<br />
8 Celebrazione Eucaristica ore 11,15 - Madonna <strong>delle</strong> Grazie<br />
9 Curia - Preparazione VI Assemblea Diocesana<br />
10 VI Assemblea Pastorale Diocesana - Santuario dell’Incoronata -<br />
Foggia<br />
11 Celebrazione Eucaristica ore 11,30 - Madonna del Buoncammino<br />
- Cattedrale <strong>Altamura</strong>; Processione ore 19,30<br />
12 Curia - Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per ingresso del nuovo parroco don<br />
Rocco Scalera - Sacro Cuore - Santeramo<br />
13 Celebrazione Eucaristica ore 19,30 per ingresso del nuovo parroco<br />
don Michele Lombardi - S. Pietro Apostolo - Spinazzola
14 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica ore 19,30 - Ss. Crocifisso - Santeramo<br />
15 Curia - Udienze<br />
Catechesi: Radio Maria<br />
16 Udienze in Curia e ad <strong>Acquaviva</strong><br />
17 CEP - Molfetta<br />
Ordinazione Diaconale del seminarista Vincenzo Lopano: ore<br />
19,00 - Cattedrale <strong>Altamura</strong><br />
18 Celebrazione Eucaristica ore 19,00 per presa di possesso del nuovo<br />
parroco don Vito Nuzzi - Sant’Erasmo - Santeramo<br />
19 Udienze<br />
Assemblea Pastorale “Ss. Redentore” - <strong>Altamura</strong><br />
21 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica ore 18,00 - San Giovanni Rotondo - Foggia<br />
22 Incontro ore 10,00 presso il Comune di Santeramo per concessione<br />
suolo nuova parrocchia<br />
Intervista sul Compendio del Catechismo<br />
Partecipazione alla conferenza per il XX di CL a <strong>Gravina</strong> - Ss. Pietro<br />
e Paolo<br />
Celebrazione Eucaristica con Transito ore 11,15 - Santa Croce -<br />
<strong>Altamura</strong><br />
23 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica con benedizione della nuova cappella<br />
ore 19,00 - Suore Vocazioniste - <strong>Acquaviva</strong><br />
24 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica ore 18,30 per presa di possesso del nuovo<br />
parroco don Giacomo Fiore - Santa Teresa - <strong>Altamura</strong><br />
4 3
4 4<br />
25 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica per XXV di sacerdozio di Don Vito Ventricelli<br />
ore 19,00 - Ss. Trinità - <strong>Altamura</strong><br />
26 Celebrazione Eucaristica ore 10,30 - Ss. Medici - Consolazione<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
Visita alla Chiesa del Rosario di <strong>Altamura</strong><br />
Visita al cantiere della Trinità<br />
Convegno sul Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica<br />
- Mons. Angelo Amato - ore 19,00 - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
27 Udienze<br />
28 Curia<br />
Primi Vespri di San Michele - <strong>Gravina</strong><br />
29 Celebrazione Eucaristica ore 9,00 - S. Michele Arc. - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Festa Patronale S. Michele<br />
Arcangelo - Cattedrale - <strong>Gravina</strong>; Processione ore 19,00<br />
30 Udienze<br />
OTTOBRE 2005<br />
1 Udienze<br />
Consiglio Pastorale Diocesano e CDAL al Centro Giovanile di<br />
<strong>Gravina</strong><br />
2 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - Maria Ss. Annunziata - Spinazzola<br />
3 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - San Nicola - <strong>Altamura</strong><br />
4 Celebrazione Eucaristica per insediamento del nuovo parroco P.<br />
Mario Marino - ore 19,00 - San Francesco - <strong>Gravina</strong>
5 Udienze<br />
Conversazione con i sacerdoti salesiani giovani a Santeramo sul<br />
relativismo moderno<br />
6 Consulta Pastorale della Salute ore 9,30 - Santa Fara - Bari;<br />
Udienze<br />
Inaugurazione Milan Club - <strong>Gravina</strong><br />
7 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Ss. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica per 50° di sacerdozio di Don Angelo<br />
Casino - Madonna <strong>delle</strong> Grazie - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
8 Celebrazione Eucaristica ore 7,00 - Domenicane - <strong>Gravina</strong><br />
Consacrazione Episcopale di Sua Ecc.za Mons. Giovanni Ricchiuti<br />
ore 16,30 - Bisceglie<br />
9 Udienze<br />
Cresime adolescenti ore 11,30 - Santa Lucia - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
10 Udienze<br />
Sopralluogo Ospedale Miulli<br />
11/15 Esercizi Spirituali dei Vescovi di Puglia - Conversano<br />
17/19 Presidenza Caritas Italiana - Roma<br />
20 Udienze<br />
21 Ritiro del Clero: Relatore Mons. Gianfranco Todisco, Vescovo di<br />
Melfi-Rapolla-Venosa - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />
Kairos - ore 17,00 - Bari<br />
23 Celebrazione Eucaristica con benedizione icona della Madonna e<br />
Battesimo - ore 10,30 - San Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />
Partenza per Roma<br />
4
4<br />
24 Commissione CEI - Pastorale della Salute - Roma<br />
25 Udienze<br />
Celebrazione Eucaristica ore 15,30; Esequie per la Famiglia perita<br />
per l’alluvione; Chiesa Madre - Santeramo<br />
Vespri e benedizione ore 17,00 - Cappella Convento San Francesco<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
26 C.E.P. - Molfetta<br />
27 Incontro con i ministri straordinari della Comunione Parrocchia<br />
“Buon Pastore” - Aula Giov. Paolo II - Episcopio<br />
Udienze<br />
Catechesi Radio Maria<br />
28 Aggiornamento Clero ore 9,30<br />
29 Udienze<br />
Celebrazione del sacramento del matrimonio ore 11,00 - Ss. Redentore<br />
- <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica ore 18,30 per ingresso del nuovo parroco<br />
Don Mario Cavalera - San Francesco - <strong>Acquaviva</strong><br />
30 Celebrazione Eucaristica per i fanciulli ore 10,00; Spirito Santo<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
Catechesi sulla “Porta del Giorno del Signore” ore 12,00, ai seminaristi<br />
e alle loro famiglie<br />
Celebrazione Eucaristica con le famiglie dei seminaristi - Gruppo<br />
Samuel - ore 17,00 - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
31 Incontro con i preti di <strong>Acquaviva</strong> ore 9,00<br />
NOVEMBRE 2005<br />
1 Celebrazione Eucaristica ore 15,30 - Cimitero - <strong>Gravina</strong><br />
2 Celebrazione Eucaristica ore 9,00 - Cimitero - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Cimitero - <strong>Acquaviva</strong>
3 Udienze in Curia<br />
4 Sopralluogo Ospedale Miulli<br />
5 Udienze<br />
Inaugurazione Casa Famiglia “Exultet” - <strong>Altamura</strong><br />
7 Udienze<br />
Visita ai cantieri della Trinità e del Palazzo Loglisci<br />
8 Udienze<br />
9 Udienze<br />
11 Ritiro del Clero<br />
Incontro con i sacerdoti di <strong>Gravina</strong>, la Caritas e le Samaritane -<br />
Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
12 Udienze<br />
Incontro con i preti di Santeramo in Chiesa Madre ore 17,00<br />
Celebrazione Eucaristica ore 18,00 - XXV Anniversario<br />
Donatori di Sangue Sant’Erasmo - Santeramo<br />
13 Meditazione ai Gruppi Famiglia del Sacro Cuore ore 9,30 - <strong>Altamura</strong><br />
- Oasi S. Giovanni<br />
Udienze<br />
14/19 Assemblea straordinaria C.E.I. - Roma<br />
20 Celebrazione Eucaristica ore 11,30 Cresime adolescenti - S. M.<br />
Consolazione - <strong>Altamura</strong><br />
21 Pozzo di Giacobbe ore 19,00 - Centro Giovanile “Benedetto XIII<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
22 Sopralluogo Ospedale Miulli ore 16,00<br />
Veglia a San Francesco per il Crocifisso di San Damiano ore 20,00<br />
- <strong>Gravina</strong><br />
4
4<br />
23 Udienze<br />
25 Aggiornamento Clero ore 10,00<br />
Udienze<br />
26 Visita a San Lorenzo e al Monastero <strong>delle</strong> Clarisse - <strong>Altamura</strong><br />
Curia: Collegio dei Consultori e Affari Economici<br />
27 Cresime adolescenti ore 11,30 - S. Eustachio - Sant’Agostino -<br />
Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />
Celebrazione Eucaristica: Dolcecanto<br />
28 Udienze<br />
Uffici di Curia ore 16,00 - Curia - <strong>Altamura</strong><br />
Celebrazione Eucaristica ore 19,30 - Chiesa Immacolata - <strong>Acquaviva</strong><br />
30 Incontro in Comune col Capitolo Cattedrale e il Sindaco di <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
Visita a un moribondo - Ospedale di Foggia<br />
DICEMBRE 2005<br />
1 Catechesi Radio Maria (Novena Immacolata)<br />
3 Preghiera con i Seminaristi del minore ore 7,00 - Cappella - Episcopio<br />
Incontro con l’ AVO ore 9,30 - <strong>Acquaviva</strong><br />
Udienze<br />
Incontro con i giovanissimi di A.C. ore 16,30 - Centro Giovanile<br />
“Benedetto XIII - <strong>Gravina</strong><br />
4 Celebrazione Eucaristica ore 10,30 - San Nicola - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica ore 18,30 - A.C. San Domenico - <strong>Gravina</strong><br />
6 Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - San Nicola - <strong>Altamura</strong>
7 Udienze<br />
Cresime adolescenti ore 19,30 - Ss. Trinità - <strong>Altamura</strong> - nella Parrocchia<br />
di San Sepolcro<br />
8 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
Omaggio floreale alla Madonna - <strong>Gravina</strong><br />
10 Visita e celebrazione eucaristica ore 10,00 - Colonia Hanseniana<br />
Gioia del Colle<br />
11 Ritiro Spirituale agli Animatori Salesiani ore 10,00 - Villa Speranza<br />
- Ostuni<br />
Partenza per Roma<br />
12/13 Presidenza Caritas - Roma<br />
14 CEP ore 9,00 - Molfetta<br />
Udienze<br />
15 Incontro con le suore e l’Associazione Teresa Orsini - Sala Giovanni<br />
Paolo II - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
16 Ritiro del Clero<br />
Udienze<br />
17 Udienze<br />
Visita al Presepe vivente della scuola S. Giovanni Bosco<br />
Celebrazione Eucaristica ore 18,00 - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />
Partecipazione al Concerto di Natale organizzato dal Rotary Club<br />
- Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
18 Sopralluogo Ospedale Miulli ore 10,15<br />
Celebrazione Eucaristica - Cresime Adolescenti “San Domenico”<br />
- <strong>Acquaviva</strong><br />
Celebrazione per l’Alleanza - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
4
4 0<br />
19 Udienze<br />
20 Incontro con i bambini presso la Caritas “San Francesco” - <strong>Acquaviva</strong><br />
21 Benedizione dell’ “Hospice” ore 10,00 - Grumo<br />
Udienze<br />
Incontro ore 21,00 presso il Parco Domingo <strong>Altamura</strong> - conversazione<br />
sulla Famiglia - Rotary Club<br />
22 Udienze<br />
Assemblea con i giovani del Liceo Scientifico di <strong>Gravina</strong> - ore<br />
9,00 - Cattedrale <strong>Gravina</strong><br />
Udienze<br />
23 Benedizione del Presepe ore 9,30; scuola primaria “S. Domenico<br />
Savio” - <strong>Gravina</strong><br />
ore 11,30 - Consegna Medaglie - Ospedale Miulli<br />
24 Udienze di Natale<br />
Celebrazione Eucaristica ore 23,00 - “Cappella Nuovo Ospedale<br />
Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />
25 Celebrazione Eucaristica ore 11,00 - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />
Celebrazione Eucaristica ore 19,00 - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />
26 Celebrazione per la Fraternità - Marta e Maria e i Diaconi - Cappella<br />
- Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />
27 Benedizione Aula il Girotondo ore 18,30 - <strong>Gravina</strong><br />
30 Celebrazione Eucaristica con il Cardinale Sepe ore 19,30 - XXV<br />
anniversario di sacerdozio di don Vito Cassese - Parrocchia Ss.<br />
Pietro e Paolo - <strong>Gravina</strong><br />
31 Veglia di fine anno - Cattedrale - <strong>Gravina</strong>
SUSSIDIO RICCHISSIMO<br />
PER L’ANNUNCIO LITURGICO DELLA PAROLA DI DIO<br />
Temi di predicazione<br />
OMELIE<br />
QUOTE ABBONAMENTO 2006/2007 - ITALIA<br />
Cartaceo: € 48,00<br />
PDF: € 37,00<br />
Cartaceo + PDF: € 76,00<br />
Banche di appoggio:<br />
BANCOPOSTA<br />
COD. ABI CAB CIN N° CONTO<br />
07601 03400 O 000024794802<br />
BANCA SELLA<br />
COD. ABI CAB CIN N° CONTO<br />
03268 03400 F 052868482870<br />
EDITRICE DOMENICANA ITALIANA SRL<br />
Via Luigi Calmieri, 19 - 80133 Napoli<br />
Tel. 081 5526670<br />
Fax 081 4109563<br />
e-mail: amministr@ediwebonline.it<br />
sito: ediwebonline.it<br />
4 1
BIANCA
Indice<br />
Benedetto XVI....................................................................... 3<br />
Primo Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI al termine<br />
della Concelebrazione Eucaristica con i Cardinali elettori ......... 5<br />
Santa Sede ............................................................................... 41<br />
Rogito per il pio transito di Sua Santità Giovanni Paolo II ......... 43<br />
Conferenza Episcopale Italiana ...................................... 101<br />
Conferenza Episcopale Pugliese .................................... 181<br />
Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese ............. 231<br />
Vita Diocesana ....................................................................... 251<br />
Atti del Vescovo ................................................................... 281
4 4<br />
Atti della Curia .................................................................. 397<br />
Diario del Vescovo ............................................................... 431