Piccole mamme - Il Giullare
Piccole mamme - Il Giullare
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Iscrizione Tribunale di Pistoia n.9/2009 del 14 maggio 2009<br />
Mensile di Approfondimento della Valdinievole e di Pistoia a Diffusione Gratuita<br />
Anno 2 - Numero 16 - Gennaio/Febbraio 2011<br />
<strong>Piccole</strong> <strong>mamme</strong><br />
L’ECCEZIONALE STORIA DI UNA ADOLESCENTE<br />
“Ho avuto un figlio a sedici anni e sono felice<br />
Anche se suo padre ci ha abbandonato”<br />
DISABILE DIVENTA GIORNALISTA<br />
“Scoprirò i paesi che non hanno pensato a noi”<br />
SPECIALE NIGHTLIFE<br />
LA NOTTE DI RUBY RUBACUORI A MONTECATINI
SPORT<br />
Andrea Niccolai<br />
Prima in campo faceva i miracoli, ora il miracolo<br />
si chiama Rb Agricola Gloria, club<br />
del quale è diventato direttore tecnico,<br />
dopo averlo salvato.<br />
ECONOmIA<br />
Vannino Vannucci<br />
Uno dei personaggi di maggior spicco<br />
della città di Pistoia. Vivaista di successo<br />
internazionale, da sempre, molto vicino<br />
anche alle attività della città e allo sport.<br />
Valentino Pieri<br />
Negli anni della crisi c’è una banca che<br />
cresce. E’ il caso del Credito Cooperativo<br />
della Valdinievole, con il presidente Valentino<br />
Pieri e il direttore Leonardo Quiriconi.<br />
Orazio Ferrari<br />
Da quando è arrivato lui al timone degli<br />
arancioni della Pistoiese, sono tornati anche<br />
i sogni.<br />
il<br />
Chi sarà?<br />
giullare<br />
P3/l’evento<br />
il giullare dell’anno<br />
dell’anno<br />
Domenica 20 febbraio - ore 19.00<br />
Gambrinus - Montecatini Terme<br />
Paola Paganelli<br />
<strong>Il</strong> suo compito al timone delle Terme è<br />
difficilissimo. Ma si è dimostrata donna di<br />
volontà e portatrice di nuove idee.<br />
Giuseppe Bellandi<br />
Al suo primo mandato, ha il merito di aver<br />
portato a Montecatini un grandissimo<br />
evento come i Mondiali di ciclismo.<br />
DONNE<br />
Andrea Spadoni<br />
POLITICA<br />
Stefano Pucci<br />
I Mondiali di ciclismo sono anche frutto<br />
delle sue capacità professionali e delle conoscenze<br />
nell’ambiente dello sport.<br />
Roberta marchi<br />
Sindaco di Pescia, mamma tre volte. E’<br />
una donna che si sa distinguere sia nel lavoro,<br />
sia in famiglia. Un esempio.
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Andrea Spadoni - aspadoni@ilgiullare.com<br />
CAPO REDATTORE<br />
Diletta Severi - dseveri@ilgiullare.com<br />
REDAZIONE<br />
Roberto Grazzini<br />
Luigi Scardigli<br />
Jacqueline Monica Magi<br />
Lorenzo Benedetti<br />
Lorenzo Vignali<br />
Antonio Pileggi<br />
HANNO COLLABORATO<br />
Maurizio Carrara<br />
Rocky Rossini<br />
Simeone Clamori<br />
Giacomo Ghilardi<br />
Cinzia Silvestri<br />
Alessandra De Paola<br />
Elisabetta Rossi<br />
Riccardo Ancillotti<br />
FOTOGRAFIA<br />
Cristiano Bianchi - cbianchi@ilgiullare.com<br />
GRAFICA E IMPAGINAZIONE<br />
Eva Bugiani - ebugiani@ilgiullare.com<br />
STAMPA<br />
Tipografia Toscana - Ponte Buggianese, Pistoia<br />
SOCIETÀ EDITRICE<br />
<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong> Editore srl<br />
Iscrizione Tribunale di Pistoia n°9/2009 del 14 maggio 2009<br />
Redazione de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” - Via Ugolino da Montecatini, n. 2<br />
51016 Montecatini Terme (PT)<br />
email: info@ilgiullare.com<br />
“<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” è visibile anche online all’indirizzo www.ilgiullare.com<br />
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Citofonate<br />
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Sulla specifica pagina di Facebook “<strong>Il</strong> Citofono de <strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”,<br />
potrete caricare e pubblicare un video breve di 2 minuti<br />
al massimo e lasciare un messaggio alla redazione che<br />
risponderà e condividerà con gli altri utenti.<br />
Allora, seguiteci su Facebook.<br />
La Corna a Balla che ti passa<br />
È ripresa su Tvl la trasmissione “Balla che ti passa”. <strong>Il</strong> programma<br />
è condotto da Gaetano Gennai e Stephanie Salvadori (Miss<br />
Toscana e Miss Peugeot Italia). Nel corso della stagione saranno<br />
presenti anche personaggi della tv. Noi abbiamo incontrato la<br />
bellissima Luisa Corna. Sul prossimo numero de <strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>, dedicheremo<br />
un intero servizio alla trasmissione. “Balla che ti Passa”,<br />
va in onda su Tvl il mercoledì alle 23.15, il giovedi alle 14.40 e il<br />
sabato alle 17.40. Per partecipare gratuitamente come pubblico:<br />
0573/9136 - 0573/381285
in questo numero gennaio/febbraio<br />
2011<br />
IL DIRETTORE<br />
Andrea Spadoni<br />
<strong>Piccole</strong> <strong>mamme</strong><br />
grandi donne<br />
Negli Usa è un reality. Anzi, più<br />
precisamente, un docu-reality. Si<br />
chiama “16 and Pregnant” ed è<br />
un programma dove un gruppo di<br />
ragazze raccontano in prima persona<br />
cosa vuol dire essere incinta<br />
a sedici anni. In Italia, e soprattutto<br />
nella nostra realtà pistoiese,<br />
sono perlopiù eventi eccezionali;<br />
in particolare in quest’epoca dove<br />
nascono sempre meno bambini<br />
e sappiamo tutto dei metodi di<br />
contraccezione. Nonostante tutto,<br />
certe volte accade e, non sempre,<br />
donne che sono più che bambine,<br />
hanno il coraggio di mettere<br />
al mondo un figlio, un’altra vita.<br />
Anzi, ogni tanto diventa un segreto<br />
inconfessabile con il vicino di casa<br />
o il collega di lavoro del padre. C’è<br />
invece chi, come la ragazza che<br />
ci ha raccontato la sua storia, non<br />
solo ha scelto di diventare mamma,<br />
quando altri le ponevano di fronte<br />
altre infami possibilità, ma oggi<br />
riesce a crescere da sola, senza<br />
un compagno, il suo meraviglioso<br />
bambino. E’ la forza della vita.<br />
3<br />
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50<br />
51<br />
l’evento<br />
il caso<br />
stonature<br />
la storia<br />
mamma over 40<br />
dialoghi<br />
teenager<br />
piatto ricco<br />
l’azienda<br />
nightlife<br />
l’anniversario<br />
viaggi<br />
in libreria<br />
spray<br />
fenomeni<br />
musica<br />
spettacolo<br />
Viale Forti Francesco 84 - Pescia - Telefono 0572 477955<br />
il dolore<br />
l’intervista<br />
sindaco per un giorno<br />
18<br />
19<br />
22<br />
l’inchiesta 25<br />
solidarietà<br />
sprechi<br />
notizie<br />
politica<br />
terme<br />
pillole<br />
28<br />
31<br />
35<br />
36<br />
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39
P6/il caso<br />
voci di chiesa<br />
Andrea Spadoni<br />
foto di Cristiano Bianchi
La fede e i giovani<br />
No alla dottrina della tv<br />
Dove la bestemmia fa share<br />
Al Grande Fratello, il reality più seguito della televisione italiana, si è fatto<br />
il picco di ascolti durante la triplice squalifica per espressioni blasfeme.<br />
Abbiamo chiesto il parere a Walter Lazzarini (parroco di Traversagna) e<br />
Piergiorgio Baronti (parroco di Bottegone) che hanno parlato anche del<br />
rapporto che c’è oggi tra la chiesa e le generazioni del terzo millennio.<br />
Se provi ad associare i giovani alla fede, alla chiesa, alle parrocchie, puoi<br />
scatenare un dibattito infinito. E forse non si riesce ad arrivare mai a<br />
una soluzione, a un concetto che possa accomunare le due esperienze.<br />
Anche se non è sempre e per tutti così. I modelli che, infatti, ci propone la vita di<br />
oggi, nella visione più laica e futurista della società, sono lontani dagli insegnamenti<br />
ricevuti negli anni di scuola o quando andavano, nei pomeriggi del sabato, al catechismo<br />
in quel percorso che ci ha portato a ricevere i sacramenti: la prima comunione<br />
e quindi la cresima. Questo però non significa che si accettano gli estremi, le<br />
esagerazioni che, spesso, si spingono oltre le regole dell’educazione e del rispetto.<br />
Accade quasi tutti i giorni se proviamo ad andare in giro nei bar, per strada, al supermercato,<br />
sulle tribune di una partita di calcio. E’ accaduto, anche quest’anno, in<br />
televisione, dove le imprecazioni contro Dio, sono diventate (a mio avviso) un motivo<br />
di spettacolo. E, intorno a questi episodi, peraltro ripetuti, si è scatenato l’inferno.<br />
<strong>Il</strong> luogo (l’innovativa applicazione dell’Iphone lo definirebbe così) dove si è accesa<br />
la miccia, è stato a Cinecittà, esattamente in quella casa che da molti viene definita<br />
una galera di ignoranti, mentre altri la vedono come la reclusione dei loro sogni. Io,<br />
invece, che ci sono stato, la considero l’abitazione di tanti giovani che hanno deciso<br />
di mettersi in gioco. Ragazzi simili (per vivere tutti quest’epoca), ma profondamente<br />
diversi l’uno dall’altro. Per chi non l’avesse capito, stiamo parlando del Grande Fratello,<br />
il reality che da undici anni, ormai, va in onda su Canale 5. L’episodio al quale<br />
facciamo riferimento è la clamorosa triplice squalifica per i tre ragazzi che avevano
P8/il caso<br />
bestemmiato nel corso del programma. Due quest’anno,<br />
uno l’anno scorso. Una decisione che ha fatto molto discutere<br />
sulle modalità scelte dalla rete, dato che poche<br />
settimane prima un concorrente era stato graziato perché<br />
la sua imprecazione contro Dio era stata considerata<br />
«involontaria» e, di conseguenza, un altro era stato riammesso,<br />
dopo l’esplusione nell’edizione precedente.<br />
Qual è quindi la riflessione che si deve fare? Oggi la<br />
bestemmia è diventata un mezzo per<br />
fare spettacolo? Oppure è colpa dei giovani che<br />
hanno un linguaggio cosi volgare come è apparso in televisione.<br />
Abbiamo provato a dare alcune risposte, sentendo<br />
il parere di due uomini di chiesa, sacerdoti, parroci<br />
di due zone diverse, uno della Valdinievole (Traversagna)<br />
e uno dell’area pistoiese (Bottegone).<br />
Don Walter Lazzarini, parroco di Traversagna<br />
ha un parere molto preciso, duro: «la televisione<br />
ha condizionato tantissimo il linguaggio<br />
improprio dei<br />
giovani, insieme a tutta<br />
una serie di canzonette, le<br />
quali, quasi a voler enfatizzare<br />
il loro messaggio, impiegano<br />
vocaboli coloriti a dir poco<br />
infami e, talvolta, poco udibili.<br />
E’ una moda iniziata dalla fine<br />
degli anni sessanta e perdura<br />
senza alcuna tregua. Certamente si è perso ogni ritegno<br />
e pudore a tal punto che la televisione si fa perspicace<br />
maestra e sostenitrice di un modo relazionale davvero<br />
sporco, inetto, impronunciabile. Tutto, oggi in televisione,<br />
fa audience, fa spavalderia. Tutto è trendy. Ci si disinteressa<br />
di una probabile emulazione fino a imporre una<br />
modalità anticonformista, attraverso una comunicazione<br />
bizzarra, stravagante, senza contegno e rispetto della<br />
maggior parte delle persone che non tutte sono bigotte<br />
e moraliste. I reality televisi ora fanno scuola e magistero,<br />
tanto che si può punire la blasfemìa, ma intanto i personaggi<br />
sono usciti dai gangheri e producono insignificanza<br />
e un linguaggio di un disgusto «saporitissimo» . Cosa<br />
sperare? Un linguaggio più pulito, un’espressione sì cal-<br />
da, ma educata, una maggiore cultura della grammatica,<br />
della sintassi, della semantica. Esser volgari non<br />
vuol dire essere giovani e alla moda».<br />
Don Piergiorgio Baronti, parroco di Bottegone,<br />
vive da sempre in mezzo ai giovani. La sua attività<br />
è veramente polivalente e spazia dalla chiesa, allo sport,<br />
fino alle missioni umanitarie. Lo abbiamo incontrato nella<br />
Essere volgari non vuol<br />
dire essere alla moda.<br />
Si è perso ogni ritegno e<br />
pudore. Anche nello sport la<br />
bestemmia va richiamata e<br />
sanzionata<br />
sua abitazione, poche ore prima di una partita di basket<br />
alla quale teneva moltissimo. Don Baronti, da dieci anni è<br />
infatti il presidente della società di pallacanestro di Bottegone,<br />
oggi «Valentina’s», che comprende sette formazioni<br />
di settore giovanile e una prima squadra che gioca in<br />
serie C. La sera stessa, ed è stato un caso, sul parquet<br />
del palasport di Pistoia, si giocava in derby molto sentito<br />
con Montecatini. E due giorni dopo era fissata la partenza<br />
per il Senegal, tappa fissa dal 2005, da quando insieme<br />
ad altri amici del posto, ha fondanto l’associazione onlus<br />
«Una scuola e un pozzo in Africa», che in tutto questo<br />
tempo ha portato benefici concreti per i bambini africani.<br />
«E’ vero che di questi tempi, tra i ragazzi dai diciotto<br />
ai trent’anni, c’è un distacco dagli ambienti ecclesiastici.<br />
Ma la chiesa, per chi vi si avvicina, resta<br />
sempre un’ opportunità di aggregazione<br />
e condivisione di esperienze importanti».<br />
Don Piergiorgio Baronti, essendo spesso nel vivo di manifestazioni<br />
agonistiche e più precisamente di<br />
partite di pallacanestro, di volgarità e imprecazioni,<br />
ne sente molte. «Quando sento una<br />
bestemmia plateale mi verrebbe da reagire<br />
in modo irruento, ma ora sono più moderato<br />
rispetto al passato. Una volta mi colpì molto<br />
una persona che aveva addirittura scritto una<br />
bestemmia sulle sue pagine di Facebook. Mi è<br />
capitato anche di redarguire arbitri perché non<br />
hanno preso provvedimenti in merito. La bestemmia,<br />
secondo me, va richiamata e sanzionata. E la mia non è<br />
una condanna verso i giovani che, in verità non sono cosi<br />
volgari come si rappresentano, ad esempio, in televisione<br />
dove quello che conta è, di fatto il concetto del «che se<br />
ne parli». Bene o male non importa. I ragazzi che giocano<br />
del Bottegone basket sanno che il loro presidente è un<br />
prete, per questo non sono obbligati ad avere comportamenti<br />
ineccepibili. Possono essere tranquillamente se<br />
stessi. E quando esce dalla loro bocca qualche espressione<br />
blasfema, li richiamo, faccio capire loro che hanno<br />
sbagliato». Però, tornando sempre alla televisione di<br />
oggi, al Grande Fratello, per due settimane si è parlato<br />
di bestemmie, come se fosse servito per alzare lo share.<br />
«Io penso una cosa: al nostro Dio credo che non interessi<br />
delle bestemmie. Chi lo fa offende se stesso e se fatto,<br />
ad esempio in televisione, offende e non rispetta gli altri<br />
numerosi telespettatori che vivono in modo diverso. Tutti<br />
guardano certi programmi: i giovani, gli anziani, le casalinghe.<br />
E a questo punti mi viene da dire: chi indottrina<br />
di più oggi? La religione o la tv?».
Due preti e due porte<br />
sempre aperte<br />
Aproposito di religione, voglio<br />
raccontare di due sacerdoti che<br />
hanno segnato molte generazioni<br />
di giovani pistoiesi. Tempo fa mi capitò<br />
di andare a trovare il parroco della mia infanzia,<br />
“Don Ferrero”, nella sua Valdibure. Come<br />
sempre, la porta di casa era aperta, lui se<br />
ne stava nel letto, dolorante per una recente<br />
colica renale, solo e disponibile al viandante,<br />
che quel giorno era una persona a lui nota<br />
e conosciuta. Nel cuore di Pistoia, centinaia<br />
di giovani, sportivi e non, sono passati dal<br />
quello straordinario luogo di ritrovo che era<br />
il “Tempio”, animato e custodito da un’altra<br />
grande figura di sacerdote, Don Siro Butelli;<br />
anche lui sempre pronto ad accogliere, senza<br />
discriminazioni, senza mura o porte. Eppure,<br />
ricordo di un esponente politico (di solida<br />
fede) che, durante un consiglio comunale,<br />
con benevolenza e contrizione, rimprovò al<br />
buon don Siro proprio l’eccesso di disponibilità:<br />
anche lui con quella porta sempre<br />
aperta! Dal mio punto di vista, invece, se dovessi<br />
raccontare il valore della religione, farei<br />
riferimento a quelle due porte sempre aperte,<br />
a quella disponibilità illimitata che ai ben<br />
pensanti poteva e può apparire vulnerabilità.<br />
In quello splendido romanzo, che è il<br />
“Cappello del Prete”, sta scritto che il<br />
buon cristiano è attento al suo dovere,<br />
prima che al suo diritto. Nell’impegno<br />
incondizionato a favore dell’altro, nel<br />
privilegio del dovere sul diritto, la religione<br />
- come poche altre istituzioni (ed<br />
uso questo sostantivo nell’accezione<br />
propria della sociologia) - può contribuire<br />
ad aprire efficaci canali di comunicazione<br />
con questa generazione di<br />
giovani impauriti, chiusi in se stessi,<br />
spesso rapiti da miti o illusioni che si<br />
consumano con un clic sul computer.<br />
Quando la religione, invece, sceglie la<br />
strada del diritto sul dovere, quando<br />
si fa potere che tende ad affermarsi<br />
e conquistare, allora il rischio è di<br />
produrre militanti prima che fedeli. La<br />
religione che si fa soggetto di diritto,<br />
spesso, provoca anche la resistenza<br />
di chi non crede o di chi si sente altro<br />
e che sente come suo diritto la sfida<br />
a quel potere come ad ogni altro potere,<br />
sfregiandone o ridicolizzandone<br />
simboli e riti , fino alla blasfemia. Non<br />
sono un credente militante, ma ho la<br />
dolente consapevolezza che la ragione<br />
non dà tutte le risposte, non riesce<br />
a spiegarci dove andrà a finire quella<br />
parte di noi senza materia, ma così intensa<br />
e scintillante che ci sembra impossibile<br />
possa un giorno decomporsi<br />
insieme al corpo. Come nel “Giovane<br />
Holden” , a nostro modo, anche noi<br />
siamo a chiederci dove andranno le<br />
anatre del Central park quando, con<br />
l’inverno, il ghiaccio renderà l’acqua<br />
impraticabile. Rispetto la religione<br />
proprio perchè cerca una via al di là<br />
del ghiaccio; è il generoso “tentativo”<br />
di dare una risposta a quelle domande<br />
che si scontrano con il “dopo” della<br />
materia, con il tempo di quando non ci<br />
sarà più tempo. Ai giovani di questo<br />
secolo, dal futuro incerto e dai maestri<br />
fragili, quel “tentativo” può essere di<br />
straordinario aiuto, perchè dà nuovo<br />
senso al presente, lo colloca dentro<br />
una prospettiva; ma in questa restituzione<br />
di senso al presente diventa<br />
centrale il “dovere”, perchè proprio un<br />
insieme di valori e di precetti positivi<br />
, religiosi o laici che siano, può contribuire<br />
a restituire all’agire quotidiano<br />
un valore civile fondamentale, e ormai<br />
raro, che si chiama “responsabilità”.<br />
La nostra generazione di anziani e di<br />
ex giovani si è presa gran parte del<br />
futuro dei giovani che ci sono e che<br />
verranno; ha peccato di mancanza di<br />
generosità (altro modo di declinare il<br />
“dovere”) e di egocentrismo, offrendo<br />
ai giovani il (finto) diritto a non essere<br />
responsabili, quindi a non porsi il problema<br />
del proprio ruolo nel mondo.<br />
La religione che aiuta i giovani a recuperare<br />
il dovere e la responsabilità, il<br />
senso della propria presenza nella società<br />
e nella storia, è anche una buona<br />
religione civile, perchè può aprire la<br />
strada al cambiamento di questo cosiddetto<br />
mondo “sviluppato”, satollo,<br />
imbolsito e ripiegato su sé stesso.<br />
Giovani responsabili e partecipi del vivere<br />
civile, che rompono l’involucro di<br />
un eterno presente, per andare oltre,<br />
per muoversi verso un altro tempo,<br />
sapendo – come ha scritto il poeta –<br />
che “camminando s’apre cammino”.<br />
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Io, MAMMA<br />
P11/la storia<br />
16andpregnant<br />
a sedici anni<br />
Michela Coturri è mamma ed è ancora minorenne. Deve crescere<br />
suo figlio Giorgio senza il compagno che l’ha lasciata durante la<br />
gravidanza. Ma dice: “Ora sono molto felice”.<br />
Ci accoglie in casa con un bellissimo bambino tra le sue magrissime braccia.<br />
A primo impatto pensi di trovarti di di fronte alla sorella<br />
maggiore: ha un fisichino da teen-ager e il sorriso innocente di chi ancora<br />
deve imparare molto dalla vita. Poi, però, arriva il momento della poppata ed è lei che,<br />
mettendosi in disparte, appoggia il seno sulla bocca del piccolo. E’ sua madre. Si chiama<br />
Michela Coturri vive a Ponte Buggianese e da pochi mesi ha festeggiato<br />
il diciassettesimo compleanno. La sua vita, fino all’adolescenza, è sempre stata quel-<br />
Lorenzo Benedetti<br />
foto di<br />
Cristiano Bianchi
la di una normale ragazza di paese: licenza media, un<br />
anno all’istituto Sismondi di Pescia per poi iscriversi alla<br />
scuola di parrucchieri. Ma, appena compiuti i<br />
16 anni, un evento ha segnato la sua<br />
vita per sempre: Michela si accorge di<br />
aspettare un bambino.<br />
«Quando ho scoperto di essere incinta avevo paura,<br />
non mi sentivo pronta ad affrontare una gravidanza –<br />
racconta – il padre del piccolo non ha voluto prendere<br />
una così grande responsabilità, così l’ho escluso dalla<br />
mia vita. A mia mamma invece ho subito spiegato la<br />
situazione, mi è sempre stata accanto anche mentre<br />
facevo il test che ha dato responso<br />
positivo. Una settimana dopo<br />
l’ho detto a mio padre Alessandro.<br />
Solamente grazie al<br />
loro appoggio sono riuscita<br />
a superare le mie<br />
paure. Li ringrazierò per<br />
il resto della mia vita». Lorena<br />
Lorenzini, 54 anni, mamma<br />
di Michela e nonna del bambino, ammette: «I medici<br />
del Centro Donna di Montecatini ci dissero che Michela<br />
era troppo giovane e sottopeso e la gravidanza avrebbe<br />
potuto mettere a repentaglio la sua salute. Per questo<br />
abbiamo valutato anche la possibilità di farla abortire.<br />
La decisione definitiva andava presa a Natale. Dopo<br />
due mesi di notti insonni a domandarci<br />
quale fosse la migliore soluzione ci<br />
siamo detti che non potevamo togliere<br />
una vita nel periodo dell’anno in cui si richiamano i<br />
valori più importanti: la vita, la famiglia, quindi l’abbiamo<br />
tenuto e adesso che lo vediamo sorridere,<br />
Mi sentivo osservata e<br />
giudicata, ma quando<br />
è nato mio figlio Giorgio ho<br />
provato un’emozione indescrivibile.<br />
Ho sempre vicino<br />
papà e mamma<br />
Michela con il figlio Giorgio<br />
e la mamma Lorena<br />
sappiamo di aver fatto la scelta giusta.<br />
Anzi, aggiungo che questo bambino, per tutti<br />
noi, è stato un dono, un regalo di Dio».<br />
Con l’inizio della gravidanza, la vita di Michela è cam-<br />
biata radicalmente. Ha scelto di dedicare tutto il proprio<br />
tempo al bambino: stop alla scuola e inizio del nuovo<br />
cammino, fino al parto. “Sono stati mesi difficili – af-<br />
ferma Michela – sia fisicamente, sia psicologicamente.<br />
Ovunque andassi mi sentivo osservata<br />
e giudicata. I continui commenti della gente, all’inizio<br />
mi hanno sconfortata. Mi sentivo a disagio ovun-<br />
que, anche semplicemente in una sala<br />
d’aspetto. Poche persone hanno capito<br />
subito la mia scelta, che, ribadisco,<br />
è stata la più coraggiosa. Per fortuna a<br />
casa avevo chi mi aiutava a superare<br />
queste enormi difficoltà”. I giorni bui e<br />
tutti i dubbi, sono finiti il 5 luglio 2010,<br />
data della nascita di Giorgio. “Sono stata<br />
bene durante il parto, breve e indolore<br />
- prosegue la giovane mamma - ero<br />
più interessata alla salute del piccolo piuttosto che alla<br />
mia.” Anche nonna Lorena racconta, commossa, gli<br />
ultimi minuti del parto: “Veder nascere un bambino è<br />
lo spettacolo più bello del mondo, a maggior ragione<br />
se questo è il tuo nipotino. Ero dentro alla sala parto,<br />
a fianco di mia figlia e sono stata la prima a vedere<br />
Giorgio. Era già bellissimo. Ho provato un’emozione indescrivibile<br />
ed irripetibile”. <strong>Il</strong> nome dato al bambino non<br />
è stato scelto a caso: “L’ho voluto chiamare Giorgio –<br />
spiega Michela – in onore del Presidente della Repubblica<br />
Napolitano che, per me, è il personaggio politico<br />
più serio e misurato che abbiamo attualmente nel no-
stro paese. <strong>Il</strong><br />
suo secondo<br />
nome è Dino,<br />
per ricordare mio nonno che ci ha lasciato<br />
poco tempo fa”. Adesso la<br />
vita di Michela è incentrata<br />
tutta su di lui, su quel bambino<br />
che ha voluto con tutta<br />
la forza e l’amore di questo<br />
mondo. «Ma non trascuro nemmeno<br />
le amiche più care - precisa - faccio<br />
la mamma a tempo pieno e non<br />
ho problemi a vivere i miei 17 anni. La<br />
mattina la dedico interamente al mio<br />
Giorgio, mentre il pomeriggio, ogni<br />
tanto, mi ritaglio qualche ora da passare<br />
con i miei coetanei, come qualsiasi<br />
adolescente. A dir la verità, spesso mi<br />
chiedo se i miei amici abbiano realmente<br />
capito cosa significhi avere un<br />
figlio. Io ora, penso di avere<br />
qualcosa in più degli altri,<br />
anche se non penso più a divertirmi<br />
come prima”. Nonna Lorena ribadisce<br />
sempre come questo bimbo non sia<br />
affatto nato per caso: “Ripeto è una<br />
manna dal cielo. Io e mio marito abbiamo<br />
avuto Michela tardi perchè non riuscivo<br />
a rimanere incinta, quindi siamo<br />
doppiamente felici. E’ come se fosse<br />
anche figlio nostro. Fortunatamente<br />
non abbiamo problemi economici per<br />
andare avanti, anzi abbiamo comprato<br />
una casa nuova a Chiesina Uzzanese,<br />
più grande rispetto a quella attuale,<br />
dove Giorgio potrà crescere in salute<br />
con l’affetto di tutti noi”.<br />
Anche Michela guarda al futuro con<br />
ottimismo: “<strong>Il</strong> mio obiettivo è quello di<br />
essere felice con la mia famiglia e con<br />
Giorgio. Mi riempirebbe il cuore di gioia<br />
vederlo, fra qualche anno, fiero di me<br />
e della mia scelta. Credo che ci voglia<br />
tanto coraggio per tenersi un figlio a 16<br />
anni”. E di coraggio Michela ne ha da<br />
vendere. Lo ha dimostrato a se stessa<br />
e, probabilmente, a Giorgio, che un<br />
giorno sarà grande e capirà il valore<br />
della vita che è lo stesso a tutte le età.<br />
Bambini nati nella<br />
Provincia di Pistoia<br />
2010 2358<br />
Ospedale di Pescia 1135<br />
Ospedale di Pistoia 1223<br />
16 and Pregnant” è una<br />
docu-fiction a puntate<br />
che racconta le gravidanze<br />
delle <strong>mamme</strong> adolescenti<br />
che va in onda negli Usa.<br />
Sta riscuotendo enorme successo.<br />
Gravidanza: una<br />
conferma della<br />
propria identità<br />
di Elisabetta Rossi<br />
Psicologa e Psicoterapeuta<br />
Parlare di gravidanza, a qualsiasi età, significa parlare di un momento di<br />
svolta fondamentale ed irreversibile nella vita di ciascuna donna. Ecco<br />
perché sono stati numerosi gli studiosi che si sono occupati degli aspetti<br />
psicologici ed emotivi di questa condizione. Durante l’intera gravidanza<br />
la donna elabora una conferma della propria identità e ciò distingue ogni<br />
futura mamma nel suo disegno procreativo, dove ognuna porta con sé<br />
il proprio vissuto, il proprio istinto e l’esperienza personale che la contraddistingue<br />
dalle altre, rendendo questo evento unico e irripetibile ad<br />
ogni età lo si viva. <strong>Il</strong> bipolarismo che accompagna la maternità riguarda<br />
due momenti: quello della maturazione, motivato dalla spinta a raggiungere<br />
un ruolo nuovo e a concretizzare la propria progettualità e quello<br />
regressivo, associato ad un maggior bisogno di sicurezza e di affetto per<br />
poter gestire l’ansia che accompagna questo processo trasformativo<br />
che induce la donna ad abbandonare una condizione conosciuta per<br />
affrontarne una completamente nuova. Un buon equilibrio tra questi due<br />
momenti permette alla donna di vivere la gravidanza in modo armonico<br />
e di gestire le proprie ambivalenze di desiderio e contemporaneamente<br />
di paura. Un altro fattore importante riguarda le trasformazioni del corpo<br />
che la gravidanza implica, considerando in particolare il cambiamento<br />
della percezione dello spazio interno che da vuoto diventa pieno della<br />
presenza del bambino. La gravidanza non rappresenta solo una conferma<br />
della propria identità, ma richiede anche l’identificazione in un nuovo<br />
ruolo che permette la scoperta di potenzialità individuali e nuove relazioni<br />
affettive. Durante la gravidanza la donna mette in atto un processo di riorganizzazione,<br />
non solo degli spazi esterni ma soprattutto di quelli interni<br />
per permettere il crearsi di un’immagine mentale del proprio bambino e<br />
di sé come genitore capace di accoglierlo nel momento in cui farà il suo<br />
ingresso nel mondo reale al momento della nascita.
P14/mamma over 40<br />
il sindaco<br />
Diletta Severi<br />
foto di<br />
Cristiano Bianchi<br />
“Mamma per la terza volta<br />
Così sono un sindaco felice”<br />
Tempo fa, scrisse provocatoriamente su Facebook: “Matteo<br />
ringrazia, sta bene, mangia e dorme, è<br />
la prova vivente che quando si è sereni e<br />
in pace con se stessi si può lavorare fino<br />
al termine della gravidanza, che non è una<br />
malattia ma, anzi, una grande prova di vitalità<br />
(...)”. L’autrice del post è Roberta Marchi, sindaco di Pe-<br />
scia, e il piccolo Matteo è il suo terzogenito, nato a dicembre<br />
a distanza di nove anni dalla piccola Elisa e a dieci da Alessia,<br />
le sue sorelline. I destinatari del messaggio sono, invece, tutti<br />
coloro che nel periodo della gravidanza hanno rimproverato<br />
al sindaco un’iperattività a loro avviso eccessiva: “Mi hanno<br />
detto che avrei fatto nascere il piccolo già stressato, perché<br />
ho continuato a partecipare, fino all’ultimo momento, a riu-<br />
nioni e dibattiti anche accesi. Invece, Matteo mangia, dorme<br />
ed è sereno. Io conosco il mio lavoro e, soprattutto, conosco<br />
le mie priorità. Non mi faccio condizionare da<br />
eventi esterni e quando torno a casa riesco<br />
a lasciare i pensieri fuori dalla porta”. Poi, con-<br />
tinua: “La gravidanza non è una malattia. Anzi.<br />
Capisco che per alcune donne possa essere l’occasione per<br />
attirare su se stesse l’attenzione del partner poco presente o<br />
della famiglia, ma non può essere vissuta come una scusa in-<br />
validante per le normali attività quotidiane. Riflettiamo sul fatto<br />
che l’astensione obbligatoria dal lavoro, ad esempio in<br />
Inghilterra, è di quindici giorni, un mese in Germania, cinque<br />
mesi da noi”. Raggiunta telefonicamente a lavoro (il picco-<br />
lo è nato il 21 dicembre scorso), le chiediamo com’è una<br />
maternità, da lei stessa definitiva “tardiva”: “Ho scoperto di<br />
essere incinta per la terza volta a 45 anni. <strong>Il</strong> mio primo pen-<br />
siero è corso alla salute di Matteo, le gravidanze a questa<br />
età sono sempre rischiose. Una volta appurato che fosse<br />
tutto a posto, ho cominciato a riflettere su quello che lui<br />
avrebbe potuto pensare del fatto di avere una mamma “vec-<br />
chia”. Quando andrà a scuola, e vedrà le <strong>mamme</strong> dei suoi<br />
amici più giovani di me cosa penserà? Riuscirà a capire e a<br />
non addossarci la colpa di averlo messo al mondo tardi? Mi<br />
sono risposta che gli insegnerò quanto è meglio esserci nel<br />
mondo, che non esserci.” Le chiediamo, anche, cosa pensa<br />
del caso di Michela, così opposto al suo: “Partiamo dal pre-<br />
supposto che quando i bambini vengono, sono sempre un<br />
dono del Signore. Tuttavia, a sedici anni siamo sempre figli –<br />
oltretutto in crisi di identità, in balia di forti contrasti interiori e<br />
col mondo – come si fa ad essere genitori? Michela ha fatto<br />
una scelta coraggiosa, ha fatto prevalere l’istinto materno<br />
che è una delle forze più potenti al mondo. E’ una storia che<br />
mi fa tenerezza, da una parte, e mi desta preoccupazione<br />
dell’altra perché essere <strong>mamme</strong> è difficile sempre, figurarsi a<br />
quell’età. Un grande in bocca al lupo”.
Né Cenerentola<br />
né Principessa:<br />
In un libro uscito circa un anno fa “<strong>Il</strong> corpo di una donna”,<br />
edito Marco Del Bucchia, Angela Galli ed io scrivevamo che<br />
essere donna è un’esperienza straordinaria,<br />
anche e soprattutto per l’esperienza del<br />
dare la vita ad altri esseri umani, definita da noi<br />
un’esperienza mistica, tanto da ipotizzare da parte dell’uomo<br />
un’invidia dell’utero, da contrapporsi alla freudiana “invidia<br />
del pene”. L’affermazione apriva la strada ad un lavoro<br />
di rivalutazione della figura femminile, storicamente messa in<br />
secondo piano dal sistema patriarcale. Si concludeva poi il<br />
testo con l’augurio di una nuova etica che si affermi in una<br />
società dove finalmente la donna sia “solo donna”, mettendo<br />
l’accento non sul “solo” ma sul “donna”. Durante i secoli<br />
la figura femminile si è rivestita di varie coloriture, oscillando<br />
sempre e comunque fra due visioni astratte del femminile, o<br />
madonna, ragazza o madre vergine, o donna di facili costumi.<br />
Questi due aspetti visti e voluti vedere in una dicotomia,<br />
scissi a definire mondi diversi. Le fiabe ci narrano di Principesse<br />
oppure di Cenerentole che diventano Principesse. La<br />
letteratura ci parla di donne eteree e angeliche. La pittura di<br />
Madonne o eroine bibliche o pagane, almeno fino al 1800,<br />
quando timidamente fanno capolino dalle tele le ballerine di<br />
Degas, le donne degli impressionisti…le DONNE. La nostra<br />
identità è stata compressa, negata per secoli, spogliata delle<br />
sue capacità intellettuali, lavorative, della sua sessualità. L’aspetto<br />
di madre è rimasto, ma è una madre ideale, sempre<br />
buona e dedita al totale accudimento dei figli e del maritofiglio.<br />
La donna come figlia scompare. In poche parole si lobotomizza<br />
la figura femminile, la si depura di cosa è scomodo<br />
per la visione culturale patriarcale imperante, se ne lascia<br />
pochi brandelli innocui perché privi di istinti, capacità, pezzi<br />
interi della personalità e si crea un mondo a propria misura.<br />
Del resto questa operazione permette di affrontare in modo<br />
semplice un problema complesso quanto complessa è la figura<br />
femminile. Anziché cercare di comprendere la comples-<br />
di Jacqueline Monica Magi<br />
Giudice del Lavoro al<br />
Tribunale di Livorno e Scrittrice<br />
solo donna<br />
sità di una figura che è madre, figlia, amante, amica,<br />
moglie, persona, autonoma, fragile, forte, aggressiva,<br />
capace di dare la vita, capace di toglierla, capace<br />
di curare, la si incasella in un pensiero lineare che la<br />
vede o madre vergine o depravata strega. In una visione<br />
scissa e dicotomica quale questa, rimangono<br />
incomprensibili episodi della realtà che, non potendo<br />
essere capiti, vengono etichettati come impossibili.<br />
Così appare impossibile che una madre uccida il<br />
proprio figlio, perché è un assioma che una madre è<br />
solo buona, non prova altro che sentimenti di amore<br />
verso la sua famiglia e i suoi figli. Che una madre è<br />
una donna e in quanto tale dotata di esigenze, bisogni,<br />
fragilità e sentimenti propri che la possono portare<br />
a agire un aspetto bestiale non è contemplato<br />
dalla cultura dominante. La donna al massimo può<br />
essere isterica ma cattiva, amorale, con proprie necessità<br />
mai. Non è semplicemente contemplato. Eppure<br />
di recente in Francia questi aspetti bestiali del<br />
femminile si sono manifestati in maniera tragica, con<br />
molti infanticidi. Del resto la stessa Italia non ne è rimasta<br />
priva, come non siamo privi di madri abusanti<br />
di figli minori, anche se in misura inferiore al numero<br />
dei maschi abusanti e certamente meno citate. L’aspetto<br />
del femminile rimosso ora sta uscendo sempre<br />
più allo scoperto, le lotte femministe dell’ultimo<br />
secolo stanno facendo affermare il femminile in tutti<br />
i suoi aspetti e la scissione dell’essere femminile si<br />
sta lentamente ricomponendo. Le donne riacquistano<br />
gradualmente pezzi di sé<br />
e si avviano ad essere non più solo<br />
Madonne, non più solo streghe, non<br />
più solo puttane ma semplicemente<br />
Donne, offendo la loro complessità ad un universo<br />
maschile che dall’incontro con un femminile completo<br />
può solo arricchirsi, acquisendo quegli aspetti che<br />
ora mancano in modo evidente a detto universo.<br />
Scrivete a Jacqueline Monica Magi<br />
all’indirizzo email info@ilgiullare.com<br />
P15/dialoghi
P16/teenager<br />
mode<br />
Andrea Spadoni<br />
foto di<br />
Cristiano Bianchi<br />
“Basta con i pregiudizi<br />
Lo racconto io il mondo Emo”<br />
Martina vive in Valdinievole e segue la nuova cultura che si sta espandendo tra i giovani.<br />
“Siamo ragazzi normali, vogliamo solo mostrare il nostro stile”.<br />
Per strada li riconosci dalla frangia assimetrica<br />
della loro acconciatura e da quell’abbigliamento<br />
un po’ eccentrico, molto aderente. Esagerato.<br />
Se poi ti avvicini, noti che anche gli uomini hanno<br />
sempre gli occhi truccati. Sono gli «Emo»,<br />
hanno di solito dai tredici ai sedici anni, ascolta-<br />
no generi di musica alternativa e, quasi sempre<br />
si ritrovano tra di loro. Vivono un mondo<br />
che non trovano nella quotidianità e<br />
che è tutto loro. In Italia si è iniziato a parlare<br />
di questa nuova subcultura utlimamente, quan-<br />
do anche i programmi televisivi hanno iniziato a<br />
occuparsene. L’inchiesta che ha fatto più scalpore<br />
è stata quella delle «Iene» che sono riuscite<br />
a entrare anche a una delle loro feste, nelle quali,<br />
secondo l’inviato del programma, accadrebbe di<br />
tutto: sesso libero, anche di gruppo<br />
e musica a tutto volume. Così anche<br />
noi de «<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>», abbiamo voluto sapere di più<br />
su questi nuovi giovani, di queste mode che si<br />
<strong>Il</strong> locale più cool<br />
del momento...<br />
your life is our style<br />
stanno espandendo un po’ ovunque.<br />
A Montecatini abbiamo incontrato una<br />
ragazza un po’ più grande, ma che<br />
da sempre segue la cultura Emo. Si<br />
chiama Martina Bini, ma lei preferisce<br />
il cognome Smith: «Semplicemente<br />
perché richiama gli Usa, il mio paese<br />
ideale, il mio sogno». Non è un caso<br />
che dica cosi, perché gli Emo sono<br />
nati proprio là, precisamente nell’area<br />
di Washington DC negli anni ‘80,<br />
dalla scena musicale hardcore punk/<br />
post-hardcore e straight edge. «Ho<br />
saputo tutto del mondo Emo da internet<br />
- racconta Martina - già quando<br />
avevo quindici, sedici anni, iniziavo a<br />
vestirmi in modo diverso dagli altri, ad<br />
attaccare le extension ai capelli, a voler<br />
essere alternativa insomma. Poi, dopo<br />
varie evoluzioni ho scelto questo stile,<br />
che si chiama «Scene queen», ovvero<br />
regina della scena, una ragazza che<br />
ama stare al centro dell’attenzione,<br />
mostrarsi, far vedere il suo stile, il look.<br />
Sul network netlog le mie foto sono<br />
Via Montevettolini Cantagrillo 310/A - Monsummano Treme (PT) - Tel. e Fax 0572 640631 - Cell. 345 1332481 - 338 4493222
molto visitate». In effetti, Martina all’intervista si<br />
è presentata con un abbigliamento tutto suo,<br />
ma curato nei minimi particolari e molto colorato.<br />
«La diversità tra me e un emo è<br />
che io ho un’immagine più allegra,<br />
più colorata. Mentre di solito loro tendono<br />
ad essere tristi». Quando la ragazza parla, dal telefono<br />
escono le note della sua musica preferita,<br />
roba forte, alternativa: «L’artista si chiama Jeffree<br />
Star è un trans scene queen, fa musica elettronica<br />
molto bella». E le feste a tutto sesso? Le domandiamo<br />
se ne ha mai frequentate: «Si, andavo<br />
spesso a Firenze al «Durex» (il nome della serata),<br />
però credo che il servizio delle Iene<br />
sia un po’ esagerato. Non ho mai visto<br />
scene di sesso in quei locali, al massimo vedi<br />
ragazzi maschi che si baciano tra loro, perché è<br />
molto diffusa la bisessualità in certi<br />
contesti. Anzi, posso dire una cosa: alle feste<br />
Emo non gira droga, sono ragazzini molto piccoli.<br />
Quello è perlopiù un problema delle discoteche,<br />
dove c’è musica house, frequentate da<br />
altri tipi di ragazzi che noi chiamiamo «truzzi» o<br />
tra i fighetti. La pasticca di ecstasy o la cocaina,<br />
infatti, si nascondono di più dietro una bella<br />
camicia o sotto un paio di occhiali da sole, che<br />
tra quei ragazzi che apparentemente sembrano<br />
strani perché si truccano». E in più, vivere in pro-<br />
vincia, non deve essere semplice per chi si veste<br />
come lei. «Non è per niente facile. Spesso mi<br />
sento urlare dietro espressioni del<br />
tipo sei ridicola, datti fuoco. Ma il<br />
problema non è mio, piuttosto è di<br />
queste zone di provincia dove non<br />
si accettano le diversità culturali. Io<br />
resto tranquilla, tanto lo so che un<br />
giorno andrò negli Usa».
P18/il dolore<br />
l’addio<br />
Tragica morte di Leonardo Rosellini<br />
<strong>Il</strong> ricordo degli amici di Chiesina<br />
ULTImE OPPORTUNITÀ D’ACQUISTO - NO mEDIAZIONE<br />
località Lupicciano - Colline Pistoiesi<br />
complesso in fase di realizzazione<br />
Non è mai facile accettare una morte. A maggior ragione se questa<br />
colpisce un ragazzo nei migliori anni della sua vita. Leonardo<br />
Rosellini, 21 anni appena compiuti, ci ha lasciato due giorni prima<br />
di Natale. I suoi amici più vicini lo ricordano sempre pieno di vita e<br />
pronto a scherzare. A salutarlo, la vigilia di Natale, era presente un<br />
paese intero. La Chiesa e la piazza erano piene per dare l’ultimo<br />
saluto a un Chiesinese. In un paese così piccolo e unito, dove tutti<br />
si sentono parte di una grande famiglia, quando succedono queste<br />
tragedie - e non è purtroppo la prima volta - tutti ne rimangono<br />
colpiti. <strong>Il</strong> paese è stato paralizzato e ha pianto fino a Natale. Era<br />
l’unico modo per manifestare affetto ai genitori e ai fratelli di Leonardo,<br />
famiglia molto conosciuta e stimata a Chiesina.<br />
Dopo la tragedia, è scoppiata la polemica per la pericolosità della strada, già segnalata più volte con appelli rimasti inascoltati. Ci<br />
ripromettiamo di trattare l’argomento nei prossimi numeri. Oggi lasciamo lo spazio soltanto al ricordo.<br />
Barga - località Pian Grande, Lucca<br />
9 villette terratetto indipendenti
Carlo Carmignani,<br />
volto storico del<br />
Seven, vicino<br />
anche per il suo<br />
lavoro al mondo<br />
dei ragazzi, traccia<br />
un quadro sulle<br />
nuove generazioni.<br />
“I figli al centro della famiglia<br />
Così si tutelano i giovani di oggi”<br />
Dici «Seven Apple» e pensi alla Versilia. Ma subi-<br />
to dopo ti viene in mente lui: quell’uomo distinto,<br />
ben vestito, con occhiali sempre alla moda,<br />
qualsiasi epoca sia, che, con atteggiamento talvolta severo,<br />
ti dà il lasciapassare per accedere all’ingresso della discoteca.<br />
All’anagrafe il suo nome per esteso è Carlo Carmignani,<br />
anche se ormai tutti, giovani e gente che oggi ha moglie e<br />
figli ed è passata da lì, dove si vive la movida del litorale della<br />
Versilia, lo conoscono come «Carlino», in pratica, il «Seven».<br />
E non lo diciamo solo noi, ma facendo una ricerca anche su<br />
internet, abbiamo scoperto che i clienti del locale gli hanno<br />
anche dedicato una pagina su Facebook che conta circa<br />
diecimila iscritti. Dieci volte più popolata rispetto a quelle di<br />
un normale concorrente del Grande Fratello. «<strong>Il</strong> successo di<br />
una discoteca, ormai storica, come il Seven - spiega Carlo<br />
Carmignani - è l’insieme di tanti fattori positivi e la capacità<br />
imprenditoriale dei proprietari. Io ho solo dato il<br />
mio apporto con serietà e professionalità».<br />
La sua immagine inizia a diventare un cult per gli assidui<br />
frequentatori della Versilia, nell’86, anno della riapertura del<br />
Seven Apple, dopo una ristrutturazione. «E’ cominciato proprio<br />
in quella circostanza il mio lavoro sulla porta del Seven.<br />
Erano anni diversi da quelli attuali. Si percepiva la solidità<br />
economica del nostro paese. Tutti avevano l’abitudine di<br />
vestirsi bene per uscire e andare in discoteca. Era la Versilia<br />
che aveva preso in eredità quello che era stato creato, anni<br />
prima, da Sergio Bernardini, con la Bussola, locale dove si<br />
sono esibiti Mina, Frank Sinatra, Gino Paoli e molti altri». Da<br />
quei giorni sono passati venticinque anni e insieme si sono<br />
susseguite mode e abitudini, in una società che si è profondamente<br />
modificata. “Ho visto e conosciuto tantissimi<br />
ragazzi e sostengo che oggi i giovani cercano di<br />
P19/l’intervista<br />
people<br />
assomigliare sempre di più ai personaggi<br />
che ci propone la televisione: Veline, Tronisti.<br />
Invece sarebbe bello che ognuno cercasse<br />
di essere la miglior versione di se stesso.<br />
Io sono, comunque, un grande estimatore dei giovani che<br />
sono i futuri operai, professionisti, manager, imprenditori. <strong>Il</strong><br />
mondo di oggi è più difficile, meno stabile economicamente,<br />
per questo torna ad essere fondamentale il ruolo della<br />
famiglia, che al centro dei propri interessi deve avere propri<br />
figli”. Oltre ai ragazzi, al Seven, sono passati anche tanti<br />
personaggi del mondo dello spettacolo. «La prima volta<br />
che si presentò Giorgio Armani come un normale cliente,<br />
rimasi senza parole. Negli anni si è instaurato un ottimo<br />
rapporto, lo stesso vale per Giorgio Panariello».<br />
La notte, insomma, tutti sono abituati a vedere Carlo, severo<br />
e rigoroso sulla porta del Seven. Ma, in verità, l’altra<br />
sua professione è quella di infermiere professionale nel reparto<br />
di oncologia gastrica all’ospedale della Versilia: «E’<br />
il segreto del mio equilibrio da sempre.<br />
Alterno la mia vita da un luogo dove ci si<br />
cura e si soffre, a un ambiente festoso e<br />
allegro come la discoteca».<br />
Andrea Spadoni<br />
foto di<br />
Cristiano Bianchi
Febbraio è un mese ricco di eventi. San Valentino, la festa degli innamorati<br />
è il tradizionale appuntamento più romantico dell’anno; mentre il<br />
Carnevale è quello più divertente, amato da grandi e piccini. In nessuno<br />
dei due casi, però, è ammesso arrivare impreparati. Casa della Carta lo<br />
sa bene, ed è per questo che ha allestito un angolo, del suo Superstore<br />
di Viale Adua a Pistoia, sia per stupire romanticamente il 14<br />
Febbraio, sia per divertirsi alle feste in maschera.<br />
Viale Adua, Pistoia - Tel. 0573 23782<br />
www.casadellacarta.it<br />
SAN VALENTINO<br />
Per gli innamorati, Casa della Carta, offre un’ampia scelta per regalare<br />
dolcezza il 14 Febbraio. Tantissimi teneri peluche, per mandare<br />
messaggi d’amore oppure gadget con cuori e<br />
frasi romantiche. E naturalmente, un’incredibile scelta di<br />
biglietti augurali, di ogni forma e dimensione per accompagnare un<br />
bel regalo con un bel pensiero.<br />
“A Carnevale ogni scherzo vale”, recita il famoso detto. Ma a Casa della<br />
Carta non scherzano per niente e offrono alla propria clientela tutto, ma<br />
proprio tutto quello che serve per trascorrere in allegria la festa più colorata<br />
dell’anno. Dai costumi, ovviamente, per grandi e<br />
piccini passando per le maschere, fino ad arrivare<br />
poi ai gadget tradizionali: coriandoli, stelle filanti di<br />
ogni tipo, trombette<br />
e fischietti.<br />
CARNEVALE<br />
Rendi esclusive, con estro e fantasia, le tue feste<br />
grazie ai prodotti di Casa della Carta. Sempre<br />
aggiornati con le ultime novità per affrontare<br />
al meglio il tuo San Valentino e il tuo Carnevale.<br />
foto di Cristiano Bianchi<br />
servizio di Diletta Severi
Diletta Severi<br />
foto di<br />
Cristiano Bianchi<br />
Giacomo Bottari<br />
30 Anni compiuti lo scorso 19 Gennaio<br />
Titolo di studio<br />
Diplomato Enaudi Pistoia<br />
Laureando in Lettere e Filosofia<br />
Professione<br />
Socio Orange Jazz Club – Piazza della Sapienza<br />
Attualmente su TVL col Frank Catrame Show<br />
Passioni<br />
Cinema – Musica – Cucina<br />
Film preferito<br />
La vita è bella (R. Benigni)<br />
Citazione<br />
“La scena è il solo posto dove sono<br />
consapevole di quanto sto facendo” (J. Belushi)<br />
Piatto preferito<br />
Cinghiale in umido<br />
Non rinunceresti mai<br />
Alla compagnia<br />
Libro<br />
Un aggettivo sul tuo sindaco<br />
E’ una vita che ti aspetto (F. Volo)<br />
Bello<br />
Renzo Berti<br />
Sindaco di Pistoia<br />
“Sindaco per un giorno”<br />
è un nuovo spazio dedicato<br />
a tutti i nostri lettori.<br />
Sarete voi, infatti, per 24<br />
ore, il primocittadino del<br />
vostro paese e potrete<br />
sulle nostre pagine far<br />
valere le vostre idee.<br />
Volete diventare Sindaco<br />
per un giorno?<br />
Candidatevi scrivendo a:<br />
info@ilgiullare.com
Sindaco per un giorno<br />
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Una nuova città in tre mosse”<br />
PIAZZA DELLA RESISTENZA (ex Piazza D’Armi)<br />
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PIAZZA DEL DUOMO<br />
PIAZZA DELLA SALA E PIAZZA DEGLI ORTAGGI<br />
P23/sindaco per un giorno<br />
“P<br />
istoia sta iniziando, lentamente, a prendere consapevolezza di se stessa e<br />
delle proprie potenzialità . Si è risvegliata, ringiovanita e l’amministrazione<br />
comunale sta indirizzando il suo lavoro verso una presa di coscienza maggiore,<br />
sia in ambito urbanistico che ludico-ricreativo.”<br />
Giacomo Bottari<br />
Nuovo impianto di illuminazione e manifestazioni in estate<br />
Nei periodi invernali il parco, polmone verde di Pistoia, muore completamente ed è<br />
terra di frequentazioni ambigue. Sono già state installate telecamere per il controllo e la<br />
sicurezza, ma non hanno risolto il problema. Un’illuminazione maggiore, ad esempio,<br />
potrebbe allontanare i malintenzionati ed avvicinare la cittadinanza anche durante l’inverno.<br />
In estate, invece, dovrebbero essere intensificate le manifestazioni, coinvolgendo<br />
anche la bellissima cornice della Fortezza. Concerti, mercatini, ritorno alle tradizioni<br />
del territorio potrebbero aiutare a valorizzare questo grande patrimonio verde.<br />
Calendario di eventi molto più ricco nel cuore della città<br />
E’ una piazza bellissima, che niente ha da invidiare a Piazza della Signoria o Piazza dei<br />
Miracoli. Non è un caso che i Pearl Jam l’abbiamo scelta come location per il video di<br />
“Rockin’ in the free world”. Ma deve essere valorizzata non solo in occasione del Blues,<br />
della Giostra dell’Orso o della Festa della Befana. <strong>Il</strong> mercato due volte a settimana serve<br />
senz’altro per vivacizzarla e per far sì che i pistoiesi la vivano, ma le manifestazioni,<br />
culturali e musicali, non dovrebbero essere relegate in due o tre momenti all’anno, e il<br />
calendario eventi deve essere arricchito. Purtroppo, morfologicamente è impossibile<br />
ricreare la situazione che, ad esempio, c’è a Siena con tutti i locali che si affacciano<br />
direttamente sulla piazza. Per questo, pistoiesi e turisti devono essere allettati non solo<br />
con la bellezza naturale della zona ma anche con ciò che essa potrebbe offrire.<br />
Locali aperti, ma controlli di ordine pubblico più intensi<br />
<strong>Il</strong> conflitto tra residenti e locali è di difficile soluzione, perché entrambi vantano diritti di<br />
pari dignità: da una parte il diritto al sonno e al riposo, dall’altra il diritto a lavorare. Cercare<br />
un giusto compromesso usando il buon senso sembrerebbe essere l’unica strada<br />
percorribile: d’altronde, la confusione e gli schiamazzi notturni sono provocati dalla<br />
mancata educazione di alcuni avventori. Su questi si dovrebbe intervenire, con controlli<br />
ad hoc delle forze dell’ordine impegnate esclusivamente al mantenimento dell’ordine<br />
pubblico nelle ore notturne.
SILLA(Bo)<br />
via kennedy 131- tel.0534 30032<br />
PISTOIA<br />
via Modenese 163 (Capostrada) - tel.0573/903268<br />
PISTOIA<br />
via Guicciardini 2 - tel.0573 382603<br />
CASALECCHIO DI RENO(Bo)<br />
via Guido Rossa 34 - tel.051 6132671<br />
Porrettana Gomme, azienda leader nel<br />
settore pneumatici, da oltre quarant’anni mette<br />
a servizio della propria clientela sicurezza e convenienza.<br />
Nel 1967, nasce il primo stabilimento a Silla,<br />
affiancato, nel corso degli anni, dall’apertura di altri<br />
tre negozi, due a Pistoia e uno a Casalecchio di Reno.<br />
Oggi, Porrettana Gomme vanta 10.000 metri quadrati di<br />
superfici dedicate a vendita ed assistenza pneumatici e<br />
un personale – tecnico e commerciale – altamente qualificato<br />
e costantemente preparato direttamente dalle case<br />
produttrici. Spinti dalla volontà precisa di offrire servizi e<br />
metodologie di lavoro all’avanguardia, l’azienda è sempre<br />
aggiornata sugli strumenti di lavoro, nonché attenta<br />
ad utilizzare i sistemi più sofisticati disponibili sul mercato.<br />
Sono tre, senza dubbio, i punti di forza che può vantare<br />
Porrettana Gomme:<br />
Più sicurezza. L’attrezzatura all’avanguardia e il personale<br />
competente assicurano la sicurezza dei veicoli del<br />
cliente.<br />
Più servizio. L’azienda mette a disposizione dei propri<br />
clienti un’officina viaggiante che consente la gestione<br />
della flotta a domicilio evitando gli spostamenti di autista<br />
e veicolo. Personale qualificato è in grado di offrire qualità,<br />
puntualità, efficienza a garanzia di un servizio ad alto livello.<br />
<strong>Il</strong> tutto ottimizzato – in termini di tempo e risultato – da<br />
supporti informatici di ultima generazione.<br />
Più durata. Metodologie innovative garantiscono di<br />
sfruttare al massimo il potenziale degli pneumatici.<br />
Nel settembre del 2002, esce dallo stabilimento di<br />
Pistoia lo pneumatico ricostruito MICHELIN RECA-<br />
MIN matricola 00001. Con un processo brevettato<br />
da Michelin è possibile avere ottime prestazioni in<br />
assoluto regime di sicurezza sfruttando al massimo<br />
il potenziale delle carcasse. Solo processi controllati<br />
e attrezzature adeguate possono garantire<br />
simili prestazioni. E la ricostruzione di Pistoia può<br />
considerarsi all’avanguardia in questo processo.<br />
foto di Cristiano Bianchi
foto di Cristiano Bianchi<br />
“Oltre” è il nome che abbiamo dato a questa<br />
nuova rubrica, interamente dedicata ai diversamente<br />
abili. Sarà proprio un ragazzo portatore<br />
di handicap a fare il giornalista, alla scoperta<br />
delle barriere architettoniche che rendono loro<br />
la vita impossibile. E quindi, anche voi lettori andate<br />
“Oltre”, oltre le barriere, e segnalateci i casi<br />
più critici della Valdinievole e di Pistoia.<br />
Scrivete all’indirizzo: info@ilgiullare.com
P26/l’inchiesta<br />
oltre<br />
Pieve Diletta Severi<br />
foto di<br />
Cristiano Bianchi<br />
Federico è affetto da<br />
tetraparesi spastica e da<br />
questo numero de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” seguirà<br />
per noi – e per voi – una rubrica per<br />
sensibilizzare comuni ed opinione<br />
pubblica sull’annoso e vergognoso<br />
problema delle barriere architettoniche.<br />
Immaginandoci un ipotetico percorso quotidiano, siamo<br />
stati con lui in giro per la provincia a vedere lo stato<br />
di funzionalità dei Comuni, capire quali sono le difficoltà<br />
oggettive per i portatori di handicap, scoprire quali<br />
e quante sono queste, troppo spesso sottovalutate<br />
barriere. Per vedere con i suoi occhi<br />
gli ostacoli che sfuggono, invece, agli<br />
occhi delle persone non diversamente<br />
abili.<br />
Federico Liberati<br />
ha 32 anni e vive a Casalguidi.<br />
E’ un ragazzo estroverso, sensibile, un<br />
po’ permaloso - ci dice – nonché grande appas-<br />
sionato di sport. Ama il calcio – tifa Napoli e Bologna in serie<br />
A e l’Atalanta in serie B, ma è felice anche quando vince la<br />
Pistoiese – e il basket – grande sostenitore della Juve Caserta.<br />
Diplomato all’Istituto Tecnico Enaudi, gli piace la musica<br />
(Ruggeri e Silvestri su tutti), il cinema (Vanzina e Argento i suoi<br />
preferiti) e tutto ciò che riguarda l’Argentina (da Maradona<br />
al tango). Legge i quotidiani, naviga su internet, se-<br />
gue con attenzione la politica e si tiene costan-<br />
temente aggiornato su ciò che suc-<br />
cede nel mondo.<br />
PIAZZA XVII APRILE E BANCA<br />
Arriviamo con la macchina<br />
in Piazza XVII aprile. C’è un<br />
solo parcheggio per disabili su almeno<br />
una ventina di posti auto normali. Già un<br />
problema, quindi. Scendiamo e cominciamo il nostro<br />
a Nie<br />
Marciapie<br />
giro. La prima tappa è la banca. Constatiamo con soddisfazione<br />
che l’accesso all’Istituto Bancario presen-<br />
te in piazza è a norma: il marciapiede ha uno scivolo<br />
all’altezza dell’ingresso, c’è la rampa e il portone della<br />
banca è adatto. Ciò significa che se Federico avesse<br />
bisogno di recarsi in banca da solo potrebbe tran-<br />
quillamente farlo. Ammesso, però che trovi<br />
libero l’unico posteggio presente<br />
nella piazza.<br />
OK - banca e marciapiedi<br />
NO - <strong>Il</strong> parcheggio è provvisto di<br />
un unico posto per disabili
vole è rimandata<br />
di da migliorare<br />
VIALE MATTEOTTI<br />
COMUNE PIEVE A NIEVOLE<br />
Decidiamo di raggiungere il Comune di<br />
Pieve a Nievole. Da Piazza XVII Aprile imbocchiamo<br />
Viale Matteotti, direzione Montecatini Terme. Saliamo dallo<br />
scivolo a norma vicino alla banca, svoltiamo l’angolo e ci fermiamo.<br />
<strong>Il</strong> marciapiede su cui ci troviamo (quello dalla parte sinistra della<br />
carreggiata, per intendersi) è strettissimo. Federico, allargando i gomiti per<br />
spingersi autonomamente struscia contro il muro. Aiutandolo, la situazione non<br />
migliora perché resta il rischio che la carrozzina cada dal marciapiede (tra l’altro<br />
alto 20/25 cm). Decidiamo di scendere, per attraversare la strada e cambiare marciapiede.<br />
Ma praticamente, per trovare il primo attraversamento pedonale con annesso<br />
riabbassamento del marciapiede stesso, abbiamo fatto tutto il tratto incriminato,<br />
rischiando una pericolosa caduta. Inoltre, qualora volessimo scendere prima, quello<br />
destro, senz’altro più largo, è irraggiungibile perché mancano i riabbassamenti<br />
per risalire. Ci troviamo, non senza fatica in fondo alla strada di pietra che porta al<br />
Comune. Ci sono due accessi: entrambi sono in salita, entrambi sconnessi.<br />
Autonomamente, Federico non potrebbe arrivarci. Se accompagnato in macchina,<br />
nessun problema – di fronte all’ingresso comunale c’è il parcheggio<br />
adibito – ma se accompagnato a piedi è una fatica immane spingerlo fin<br />
su la piazza (senza contare la pericolosità). <strong>Il</strong> Comune dispone di una<br />
rampa d’accesso ma è collocata sul lato più stretto dell’ingresso<br />
e alla base le piede sono talmente sconnesse che le<br />
ruote della carrozzina si incastrano.<br />
OK - rampa d’accesso al Comune – anche<br />
se doveva essere realizzata dalla parte<br />
opposta – e posto auto per disabili<br />
NO - I marciapiedi di Viale Matteotti<br />
PARROCCHIA SANTI PIETRO AP. E<br />
MARCO EV. - POSTE ITALIANE<br />
Dal Comune proseguiamo per la<br />
Chiesa, in cima al paese. Anche in questo<br />
caso, se Federico fosse solo, non potrebbe assolutamente<br />
raggiungerla. Anche accompagnato, diventa<br />
una fatica ma, purtroppo, la morfologia del paese è antica e<br />
su questo non si può intervenire. La Parrocchia, però, è a<br />
norma. Ci sono rampe d’accesso, parcheggio riser-<br />
vato. La situazione cambia quando decidiamo di raggiungere le<br />
Poste proseguendo per Via Piave. Imboccata Via del Pogget-<br />
to, Federico si rende subito conto dell’impossibilità di scendere la<br />
strada passando per il marciapiede. Non ci sono scivoli per<br />
salire e l’asfalto è sconnesso. Anche in prossimità de-<br />
gli attraversamenti pedonali, il marciapiede non si abbassa.<br />
Un disabile, solo, come dovrebbe fare? Le Poste sono a<br />
norma: l’unico neo è che non ci sono posti riservati<br />
lungo l’ingresso principale ed un disabile è costretto<br />
a fare il giro per lasciare l’auto nel<br />
nuovo parcheggio alle spalle<br />
del cimitero.<br />
OK - le poste sono promosse<br />
NO - i marciapiedi lungo<br />
Via del Poggetto sono<br />
totalmente fuori norma
P28/solidarietà<br />
aziende<br />
Andrea Spadoni<br />
Serietà e un cuore grande<br />
L’azienda di Pittini, nel comune di Buggiano, è un modello diverso da tutte le altre. I soci Giovanni<br />
Muzzica e Domenico Musella, spesso, organizzano feste e fanno solidarietà.<br />
Se non sapessi di trovarti in una carrozzeria, penseresti<br />
di essere altrove. In un locale alla moda<br />
o in un laboratorio futurista. E’ una sensazione<br />
che provi al primo impatto, per la perfezione dell’ambiente e<br />
l’organizzazione del lavoro, appena varchi la porta d’ingresso<br />
dell’autocarrozzeria Emmedue di Pittini, nel comune di Buggiano.<br />
L’azienda è nata in Valdinievole nel’99 dall’unione delle<br />
esperienze lavorative di due professionisti del settore Giovanni<br />
Muzzica e Domenico Muselli, che in passato hanno lavorato<br />
anche a Maranello nella carrozzeria ufficiale della Ferrari, ed è<br />
diventata subito una importante realtà. Attualmente l’autocarrozzeria<br />
“Emmedue” conta circa diecimila clienti sparsi in tutta<br />
Italia, tra i quali anche numerosi personaggi dello spettacolo. <strong>Il</strong><br />
modello aziendale totalmente innovativo è supportato anche<br />
dal lavoro delle mogli dei due soci, Lucia Coli e Caterina Palaia<br />
e dalla collaborazione con lo studio legale di Francesco<br />
Del Gronchio, per pratiche automobilistiche, ma anche per<br />
qualsiasi tipo di causa, sia civile, sia penale. La particolarità<br />
della propria attività però è un’altra, cioè quello di aver costituito<br />
una grande famiglia con tutti i clienti e di organizzare,<br />
in vari momenti dell’anno, feste con cabaret per grandi e<br />
bambini, piano bar e ricchissimi buffet gastronomici, direttamente<br />
nel capannone dell’autocarrozzeria. Sempre presente<br />
l’amico di Giovanni e Domenico, Franco Oppini. E tutto<br />
non è fine a se stesso, perché con le feste l’autocarrozzeria<br />
Nella foto a sinistra i due titolari, Giovanni e Domenico.<br />
A destra con l’amico Franco Oppini, in basso uno dei momenti<br />
di solidarietà organizzati dalla carrozzeria Emmedue.<br />
Autocarrozzeria Emmedue<br />
“Emmedue”, spesso, raccoglie fondi per cause<br />
benefiche: per l’Ospedale Meyer di Firenze con<br />
la festa dei bambini, per Azzurra, una bambina di 4 anni<br />
che doveva sottoporsi a un delicato intervento. E tutt’ora<br />
stanno raccogliendo fondi per Romina, una donna di Lar-<br />
ciano, gravemente malata, che per guarire necessita di<br />
un’operazione molto costosa. Un’autocarrozzeria<br />
diversa dalle altre, dove ti senti parte di<br />
una vera e propria famiglia.
Salvatore con il fratello Pietro<br />
Ha detto no all’eutanasia, ora aiutatelo a vivere. Torniamo<br />
a parlare del caso di Salvatore Crisafulli che<br />
ora, addirittura, si rivolge al Presidente del Consiglio.<br />
«Signor Presidente Berlusconi lasci perdere le<br />
problematiche legate alle donne. E se lei asserisce di avere un<br />
grande cuore, lo dimostri. Mi regali un viaggio che costa 60 mila<br />
euro. Esiste una cura, una speranza all’estero e io sono pronto a<br />
farla. Sessanta mila euro cosa sono per lei? Caro Presidente una<br />
cosa è scrivere belle parole, un’altra è attivarsi concretamente, lo<br />
dimostri con il suo grande cuore a tutti gli Italiani». Per Salvatore,<br />
infatti, il ritorno alla vita non è più un sogno, ma la realtà. Si chiama<br />
P29/solidarietà<br />
l’appello<br />
Andrea Spadoni<br />
“Aiutate Salvatore<br />
a curarsi in Israele”<br />
professor Dopamina ed è la base della cura al quale sottopone<br />
i suoi pazienti. La speranza arriva direttamente da Israele, dove<br />
opera un luminare medico il professor Vitali Vassiliev, neuroendocrinologo<br />
di origine russa, responsabile di un centro di Biocorrezione<br />
dove viene praticato il “metodo degli adrenogrammi”,<br />
nello stato di Israele. In passato questi cicli hanno portato<br />
a risultati incredibili e quindi risolvere diversi casi di gravissime<br />
disabilità, numerosi sono anche i casi “disperati” di tanti italiani<br />
che si rivolgono al predetto, ottenendo risultati altamente<br />
straordinari. «Questo è un grido di speranza che lanciamo. Un<br />
appello decisivo che potrebbe cambiare la vita a Salvatore, per<br />
sempre; dopo otto anni in cui è stato costretto in un letto, immobile<br />
- dicono i familiari - siamo arrivati al capolinea: abbiamo<br />
di fronte una possibilità concreta per cambiare la situazione di<br />
tutti e in particolare per aiutare Salvatore». I fatti sono questi:<br />
nei mesi scorsi è stata inviata tutta la documentazione clinica<br />
al professore che si è detto pronto a iniziare il primo ciclo al suo<br />
centro medico. «Noi e Salvatore vogliamo provarci, mio fratello<br />
deve continuare a vivere, come lui vuole, nelle migliori condizioni<br />
possibili. Perché privarlo di questo sogno?». I cicli di cura<br />
di durata annuale, hanno un costo di 60 mila euro, compresi<br />
viaggi e alloggio nello stato di Israele.
foto di Cristiano Bianchi<br />
Dopo il caso di Ville Sbertoli a Pistoia e il Parco di Pinocchio a Collodi,<br />
la rubrica “Sprechi” si è spostata a Lamporecchio, occupandosi di un<br />
possibile caso di sperpero di denaro pubblico. C’è stato, infatti, segna-<br />
lata la vicenda legata alla costruzione de “La Casa della Salute”, che ha<br />
comportato un “baratto” tra Comune ed ASL, ritenuto da molti inade-<br />
guato e svantaggioso per le casse comunali. Siamo andati sul posto a<br />
verificare, raccogliendo informazioni e testimonianze, nonchè le diverse<br />
versioni della politica su questa discussa faccenda. Segnalateci anche<br />
voi gli sprechi del vosto paese: info@ilgiullare.com
P32/sprechi<br />
lamporecchio<br />
Diletta Severi<br />
foto di<br />
Cristiano Bianchi<br />
Casa della Salute e vecchio mulino<br />
Uno scambio che fa discutere<br />
Interessandoci all’ex cinema Berni<br />
di Lamporecchio, ci siamo imbattuti<br />
in un caso – probabilmente,<br />
comunque, indipendente dalle sorti<br />
di questo stabile - che ha molto colpito<br />
l’opinione pubblica del paese. Uno spreco<br />
diverso da quelli che abbiamo fin qui<br />
seguito, ma non per questo meno interessante:<br />
come al solito, con questa nostra<br />
inchiesta, ci limiteremo a far conoscere ai<br />
nostri lettori i fatti – per altro noti – senza<br />
dare facili giudizi. Andiamo con ordine.<br />
<strong>Il</strong> cinema Berni (ormai, ex) sorge a<br />
Lamporecchio, in Piazza La Marmora,<br />
già dalla fine degli anni cinquanta.<br />
Sempre stato in mano a privati, cessa la<br />
sua attività ricreativa nei primi anni Ottanta.<br />
Da allora, il degrado e l’incuria<br />
lo hanno lentamente consumato,<br />
fino al suo attuale stato<br />
d’abbandono, messo in sicurezza<br />
recentemente, dietro le pressione dei cit-<br />
LA CASA DELLA SALUTE<br />
tadini preoccupati, considerata anche la<br />
posizione facilmente accessibile da chiunque.<br />
Nel cuore di molti, a Lamporecchio,<br />
è stato covato il<br />
desiderio – neppure troppo nascosto<br />
– che dalle ceneri del Berni<br />
potesse sorgere la cosiddetta<br />
Casa della Salute, per vari e fondati<br />
motivi: primo su tutti, la vicinanza con l’allora<br />
sede della Croce Verde, la posizione<br />
favorevole, la presenza di un ampio parcheggio<br />
per ambulanze, auto mediche<br />
e macchine private e, non ultimo, per la<br />
volontà di riqualificare una zona del paese,<br />
abbandonata a se stessa e viva solo per<br />
la presenza della scuola media. <strong>Il</strong> Comune<br />
di Lamporecchio, tuttavia, non ha mai<br />
espresso l’intenzione di rilevare la proprietà<br />
dell’ex cinema, adducendo come motivazione<br />
- ci dicono in paese, e ci conferma<br />
l’Ass. Tronci con il suo intervento a pag.<br />
34 - la mancanza di fondi per l’acquisto e<br />
la successiva ristrutturazione. E’ notizia<br />
recente che, anzi, l’amministrazione<br />
comunale abbia accordato agli ultimi<br />
proprietari dello stabile la possibilità<br />
di trasformare il Berni in appartamenti<br />
privati. Parallelamente alle vicissitudini,<br />
ormai concluse dell’ex cinema, con<br />
delibera del 29 gennaio 2010 (conseguente<br />
all’atto n. 44 della giunta<br />
comunale datato 05.03.2005), è stato<br />
stipulato un contratto di concessione<br />
in comodato d’uso di immobile di<br />
proprietà comunale all’azienda Asl n.<br />
3 di Pistoia e di immobile di proprietà<br />
Asl al Comune di Lamporecchio.<br />
Nello specifico, e più chiaramente, è<br />
stato concordato che il Comune<br />
conceda all’Azienda<br />
l’immobile sito in Piazza IV<br />
Novembre per una durata<br />
di anni trenta, in cambio e<br />
a pari condizioni temporali,<br />
dell’immobile sito in località<br />
Casorelle (ovvero, l’ex Mulino Minghetti).<br />
<strong>Il</strong> complesso dell’ex scuola elementare<br />
posto al centro del paese è<br />
stato trasformato dall’Azienda sanitaria<br />
nella Casa della Salute (un polo sanitario,<br />
con ambulatori e guardia medica,<br />
sede Avis) attualmente già operativa –<br />
inaugurata il 23 maggio 2009 - grazie<br />
anche all’impegno economico (pari a<br />
25 mila euro) che l’Amministrazione
Comunale ha contratto “in considerazione<br />
dell’utilità che riveste la realizzazione<br />
di tale progetto per il miglioramento<br />
dei servizi sanitari a livello<br />
locale”. Al contrario, l’immobile barattato<br />
sarà destinato ad attività culturali<br />
e ricreative (nello specifico, Museo<br />
dell’Olio, come da programma di governo<br />
del Partito Democratico). Ad<br />
oggi, poiché le casse comunali languono,<br />
il casolare è abbandonato a<br />
se stesso, in balia della natura. Riassumendo:<br />
il Comune cede ad<br />
Asl palazzina in posizione<br />
centrale ed in buone condizioni<br />
più soldi, in cambio<br />
di un ex mulino decadente,<br />
completamente da ristrutturare,<br />
in zona decentrata.<br />
Le considerazioni, denunciate da opposizione<br />
e da associazioni cittadine,<br />
sono di natura pratica ed economica:<br />
da una parte, la sistemazione della<br />
Casa della Salute nel centro del paese<br />
ha creato disagi alla viabilità per<br />
l’ingresso e l’uscita delle ambulanze,<br />
ad esempio, nonché per il limitato numero<br />
dei parcheggi disponibili – tornando<br />
all’apertura del nostro servizio,<br />
l’ex cinema Berni per lungo tempo<br />
è stato considerato sito ideale per la<br />
realizzazione del polo sanitario anche,<br />
e soprattutto, per la sua posizione<br />
favorevole, decentrata, agevolmente<br />
raggiungibile e dotata<br />
di ampio parcheggio,<br />
nonché per il relativo<br />
decente stato dell’immobile,<br />
che certamente<br />
avrebbe necessitato<br />
di una robusta opera di<br />
ristrutturazione ma che,<br />
almeno all’apparenza,<br />
sembrava aver bisogno<br />
di minor “cure” rispetto a<br />
quelle che richiede, invece,<br />
l’ex mulino. Dall’altra,<br />
è un dato di fatto che l’Asl,<br />
con pochi soldi, abbia sistemato<br />
e reso fruibile la struttura<br />
mentre il Comune sarà<br />
costretto a mettere mano al<br />
portafogli (difficile e pretenzioso<br />
poter quantificare la spesa)<br />
per rendere agibile quello<br />
che nei programmi diventerà<br />
(quando?) il Museo dell’Olio. La<br />
sostanziale differenza di valore<br />
economico fra i due immobili<br />
oggetto del comodato, d’altronde,<br />
è ammessa e riconosciuta<br />
dalla stessa delibera comunale<br />
che, tuttavia, la giustifica con il ritorno<br />
sociale ed in termini di servizi<br />
che l’operazione ha portato sul<br />
territorio. Basterà questo a Lamporecchio<br />
per non pensare, invece, che<br />
ci sia stato uno spreco (evitabile?) di<br />
risorse e di denaro pubblico?<br />
“Posizionata male la sede dell’Asl<br />
E che fine farà il vecchio mulino?”<br />
Un accordo mal fatto e mal gestito ha<br />
creato nel corso del tempo tre criticità<br />
nel comune di Lamporecchio: è desolante<br />
passare da Piazza LaMarmora<br />
soprattutto dopo il recente trasferi-<br />
mento della Croce Verde, pensando che<br />
scelte politiche diverse avrebbero permesso<br />
di realizzare qui l’ottimo progetto<br />
di unificazione dei servizi socio sanitari<br />
denominato Casa della Salute, sfruttando<br />
le naturali peculiarità e riqualificando<br />
tutta la zona; è stressante cercare<br />
parcheggio in Piazza IV Novembre soprattutto<br />
in alcune ore più congestionate<br />
dove si accavallano le partenze urgenti<br />
delle ambulanze della Croce Verde, il<br />
viavai dei volontari, gli accessi alla Guardia<br />
Medica, l’affluenza al Centro Prelievi,<br />
il ricorso ai Servizi Sociali, l’afluenza per<br />
IL CINEMA<br />
le visite ambulatoriali, pediatriche e le<br />
vaccinazioni, l’afflusso ai negozi del centro<br />
del paese…: nonostante che il sindaco<br />
continui a sostenere che non ci siano<br />
problemi di parcheggio e di viabilità, noi<br />
riteniamo che la dislocazione della Casa<br />
della Salute in pieno centro abbia creato<br />
molti disagi per risolvere i quali abbiamo<br />
proposto alcune soluzioni (sistematicamente<br />
bocciate dall’Amministrazione<br />
attuale); è allucinante visitare l’ex<br />
mulino di Casorelle e pensare che il Comune<br />
si sia impegnato a ristrutturare e risanare<br />
tutta l’area per realizzare il Museo<br />
dell’olio e del vino: se non aveva i soldi<br />
per acquistare l’ex Cinema Berni, dove<br />
troverà i soldi per questa operazione? E<br />
qual è la logica politica ed economica in<br />
tutto questo?<br />
Sandra Palandri<br />
Capogruppo Lista Civica Per Lamporecchio<br />
IL RUDERE<br />
P33/sprechi
P34/sprechi<br />
L’ASSESSORE: “La Casa della Salute? Esperienza<br />
all’avanguardia in Toscana. Polemiche assurde”<br />
Ma c’è qualcuno<br />
che parla ancora di<br />
queste cose! Assurdo:<br />
abbiamo realizzato<br />
a Lamporecchio<br />
la prima Casa<br />
della Salute della<br />
Provincia di Pistoia,<br />
una delle prime anche<br />
in Toscana.<br />
Un progetto che<br />
ha messo insieme<br />
nella stessa struttura servizi sociali, sanitari, medico-specialistici,<br />
medici di base oltre alla Croce Verde e le altre<br />
associazioni del volontariato sociale e posso dire che c’è molta<br />
soddisfazione fra i nostri cittadini e i nostri utenti.<br />
Dopo qualche mese di attività, possiamo tranquillamente dire<br />
che molti dei dubbi che venivano manifestati dagli incerti o contrari<br />
alla sede, a cominciare dalla questione dei parcheggi, sono<br />
stati superati dalla concretezza dell’esperienza giornaliera. Certo,<br />
ci sono cose e situazioni che noi e gli altri soggetti coinvolti possiamo<br />
e vogliamo migliorare, ma intanto abbiamo una esperienza<br />
all’avanguardia in Toscana.<br />
Inoltre la Casa della Salute ha vivacizzato il centro commerciale<br />
del nostro paese, e considerando che gli utenti non sono solo del<br />
nostro comune si può dire che anche in questo senso ha portato<br />
una boccata di aria fresca.<br />
Perché non abbiamo scelto il vecchio cinema?! Intanto bisogne-<br />
rebbe avere chiaro che si parla di una struttura privata e che una<br />
stima fatta all’epoca per un eventuale intervento prevedeva fra<br />
acquisto e ristrutturazione una spesa di circa € 3 milioni, chi li<br />
doveva trovare? La Croce Verde, il Comune, la Regione!<br />
La Regione, attraverso la ASL, ha messo a disposizione del progetto<br />
le risorse ma queste ammontavano a solo € 650.000,00 circa,<br />
da investire su una struttura pubblica immediatamente disponibile.<br />
E, a proposito dell’uso dei soldi pubblici, in questo modo<br />
ce la siamo cavata investendo una cifra molto meno impegnativa<br />
raggiungendo comunque gli obbiettivi di qualità progettuale per<br />
numero e quantità dei servizi che volevamo raggiungere.<br />
E poi ancora la questione dell’ex mulino che c’è passato in comodato,<br />
quindi in piena disponibilità del Comune, attraverso l’accordo<br />
fatto con la ASL.<br />
<strong>Il</strong> nostro obiettivo è realizzarci un Museo della Civiltà Contadina,<br />
struttura della memoria e delle tradizioni del nostro territorio, che<br />
vogliamo inserire nell’offerta turistica del nostro Comune. Non abbiamo<br />
per questo obiettivo nessun vincolo e nessun obbligo e<br />
quindi lo faremo, come abbiamo già fatto in passato per i progetti<br />
più importanti, quando e come troveremo finanziamenti a livello<br />
regionale o europeo, di quelli nazionali non è nemmeno il caso<br />
di parlarne, che permetteranno al Comune di realizzare questo<br />
investimento senza gravare sulle magrissime finanze comunali.<br />
Daniele Tronci<br />
Consigliere Comunale<br />
Delegato ai Servizi Sociali
Dolore immenso per la<br />
scomparsa di Valentina<br />
Valentina Baggiani se ne è andata<br />
in una fredda mattina di gennaio.<br />
Al funerale, in tanti hanno voluto<br />
dare l’ultimo saluto ad una ragazza,<br />
senza ipocrita retorica, solare<br />
ed in gamba che troppo prematuramente<br />
ha lasciato famiglia e<br />
affetti. La redazione de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”<br />
vuol ricordare Valentina con<br />
le parole dei suoi amici più stretti:<br />
“Cara Valentina, mai avremmo<br />
voluto accompagnarti in questo<br />
viaggio e meno che mai avremmo<br />
voluto farlo in una giornata così<br />
fredda. Tutti noi sappiamo quanto<br />
amavi l’estate. Con te abbiamo<br />
passato momenti bellissimi, divertenti e pazzi; trascinavi tutti<br />
noi. Hai sempre ascoltato le nostre preoccupazioni e ci soffrivi<br />
talmente tanto che a volte ti arrabbiavi perché ci vedevi star<br />
male e quindi scattava la discussione semplicemente perché<br />
eri talmente carica d’amore che non riuscivi a vedere i tuoi<br />
amici soffrire. Tutti noi sappiamo quanto odiassi la sofferenza<br />
e infatti per non vederci star male, durante il tuo dolore, hai<br />
allontanato tutti lasciandoci senza spiegazioni. L’ hai fatto per<br />
non creare dolore e ci hai impedito di starti vicino. Meno male<br />
che ci sono stati altri amici accanto a te, oltre alla tua famiglia<br />
che ti adora. Ci stiamo domandando se avremmo potuto fare<br />
di più, chiamarti spesso, farti uscire: ma il rispetto per te e<br />
per il tuo modo di affrontare le cose è stato troppo grande e<br />
quindi non abbiamo insistito. Ora questo ci crea dolore. Non<br />
volevi sconvolgere nessuno e invece hai sconvolto tutti con la<br />
tua dipartita. Una volta ho letto che gli amici sono i fratelli che<br />
puoi sceglierti: beh, non era difficile desiderare una sorella<br />
come te. Ora possiamo metter via tutto, ma non possiamo<br />
accantonare il tuo ricordo: sarai sempre nei nostri cuori Valentina,<br />
ed e’ con un urlo contro il cielo che ti accompagniamo,<br />
siamo tutti vicino a te.”<br />
P35/notizie<br />
cronaca<br />
In the name of love, in<br />
the name of Giulia: nuova<br />
associazione in città<br />
“C’è tanta gente che ha bisogno<br />
di una parola, di una vicinanza e<br />
Giulia non si tira indietro: sente di<br />
dover essere presente, ignorando<br />
le difficoltà e i bisogni altrui,<br />
soprattutto delle persone più<br />
in difficoltà, quelli che la gente<br />
lascia ai margini. E’ così che inizia<br />
l’ultima avventura di Giulia, in una<br />
cooperativa per il reinserimento<br />
lavorativo e sociale di persone<br />
disagiate ed ex-detenuti gettandosi<br />
anima e corpo non solo sul<br />
lavoro, ma anche nei rapporti umani con queste persone, diventando<br />
per loro un punto di riferimento, e donando stimoli e fiducia<br />
a chi li aveva perduti. […] Giulia è bella, Giulia è buona: c’è chi la<br />
vuole tutta per se’, e, non potendola avere, decide, in un gesto di<br />
follia, di spezzare la sua vita con la propria” [Tratto dal blog In The<br />
Name Of Love, in memoria di Giulia Iori 1975 - 2000]. Da qui inizia<br />
l’avventura della associazione “ In the name of love, in the name<br />
of Giulia”, nata in occasione del grande concerto organizzato in<br />
memoria di Giulia Iori lo scorso 8 Dicembre,a dieci anni dalla morte,<br />
e riunita in una prima vera assemblea il 15 Gennaio 2011. L’unico<br />
modo che conosciamo per aiutare gli altri, soprattutto adolescenti<br />
in difficoltà comunicativa e sociale, è quello di farli esprimere con<br />
la musica, di farli parlare attraverso gli strumenti. Giulia era una<br />
polistrumentista, e nell’associazione si sono ritrovati in molti e molte<br />
che hanno suonato assieme a lei: una delle idee fondamentali<br />
infatti consiste nel mettere a disposizione gratuita di adolescenti<br />
agiati strumenti come una chitarra, una percussione, archi o fiati,<br />
basso o batteria, gratuitamente, nella speranza che le ore passate<br />
in formazione “street-band” insieme agli esperti musicisti che<br />
fanno parte della associazione, servano loro per scoprire le proprie<br />
potenzialità, valorizzarsi attraverso l’espressione, e non mortificarsi<br />
attraverso l’omologazione. L’associazione ha un blog frequentatissimo,<br />
intitolato www.inthenameoflove.it , dove si trovano tutte le<br />
informazioni, le iniziative e le novità segnalate.
P36/politica<br />
la ricorrenza<br />
“L’unità dell’Italia<br />
Iniziava duemila anni fa”<br />
Quest’anno ricorrono i 150 anni dell’Unità Nazionale. Pubblichiamo<br />
un intervento dell’Onorevole Riccardo Migliori, uno<br />
dei massimi esponenti del Pdl in Toscana.<br />
“I ‘150 anni dell’unità nazionale’ non sono una semplice rievocazione.<br />
Non rappresentano un’occasione celebrativa.<br />
Non sono una tavola rotonda. Non possono ridursi ad un<br />
vago ricordo. Non si tratta di ripulire una lapide o di porre<br />
una corona d’alloro sotto monumenti a qualche Padre della<br />
Patria. No. Per chi crede nella Nazione come tradizione e<br />
coesione, come comunità di destino i 150 anni sono “altro”.<br />
Innanzitutto sono la grande occasione per sottolineare come<br />
la Nazione italiana sia più che bimillenaria, perché nasce<br />
unendo la tradizione giuridica romana, la lingua latina, l’estetica<br />
greca col mastice straordinario della religione cristiana,<br />
che fece dire al laico Benedetto Croce che ogni italiano “non<br />
può non dirsi cristiano”. Duemila anni perché il popolo italiano<br />
fosse in grado di trasformare la sua unità culturale, morale<br />
Gioie che parlano per te...<br />
anche a Natale<br />
Via Libero Andreotti, 13 - 51017 - Pescia (PT)<br />
telefono 0572 47085 - email: annaritagioielli@email.it<br />
e storica in unità statuale. Duemila anni che hanno impedito<br />
alla Nazione italiana non il sentimento del comune destino,<br />
ma l’occasione dell’unità giuridica. La cultura della Nazione<br />
impossibilitata a divenire Stato unitario. Ciò significa che il<br />
popolo italiano non nasce nel 1861, ma esiste “in natura”<br />
e ciò significa che non esistono aree geografiche distinte e<br />
diverse che, invece, contribuiscono ugualmente alla straordinaria<br />
ricchezza storica del nostro popolo. Ciò significa che<br />
la nostra unità è più forte di ogni eventuale egoismo territoriale,<br />
perché cementata nel sangue dei legionari di Roma,<br />
dei marinai di Lepanto, dei fanti del Piave, degli eroi di El Alamein,<br />
dei martiri di Nassirya. Centocinquant’anni straordinari.<br />
Un’unità felice, perché ci ha riportati non solo nella storia,<br />
ma addirittura a guidarla. Nel Mediterraneo come sulle Alpi.<br />
Col nostro lavoro in ogni contrada del mondo e con la nostra<br />
civiltà in milioni di cuori. Questo è il 150° del Pdl”.<br />
Onorevole Riccardo Migliori
“Riapriamo la casa di riposo<br />
In viale Bustichini tornino gli anziani”<br />
Alberto Lapenna, 61 anni, è coordinatore provinciale<br />
del Pdl di Pistoia. Gli abbiamo chiesto di<br />
fare luce sui tanti argomenti di dibattito che dividono<br />
la città. In primis la vicenda dell’eredità lasciata da Mirò<br />
che pare lo riguardi proprio da vicino.<br />
<strong>Il</strong> sindaco Bellandi ti indica come padre putativo della<br />
rassegna ‘Maggio Mirò’ del 1980...<br />
«Nella giunta Riccomi ero assessore alla Cultura. In quegli<br />
anni Carlos Franqui, (esule cubano, già Ministro della Cultura<br />
del suo Paese), viveva a Montecatini. Dopo aver creduto<br />
alla rivoluzione castrista ed aver salvato la casa di Ernest<br />
Hemingway a Cuba, fuggì in Italia. Grazie a lui e all’impegno<br />
di Aldo Pazzaglia, la città ottenne l’allestimento della mostra<br />
pittorica in onore di Joan Mirò, con le opere di decine di<br />
artisti, tra cui Renato Guttuso, Valerio Adami, Marino Marini.<br />
La donna avvolta da un volo di uccello arrivò arrotolata per<br />
eludere eventuali controlli al confine. Le opere vennero lasciate<br />
alla città di Montecatini e quindi considerate proprietà del Comune<br />
e non patrimonio dell’Accademia d’arte, che ha tuttavia<br />
ospitato i quadri. Per questo, credo sia più giusto che le opere<br />
vengano esposte nel Palazzo Comunale, negli storici spazi che<br />
accoglievano le Poste».<br />
Cosa ne pensa invece della chiusura della Casa di Riposo<br />
di viale Bustichini?<br />
«E’ una vergogna. Si stanno rimpallando le responsabilità, dimenticando<br />
che fu ridimensionata e chiusa temporaneamente<br />
solo per essere messa a norma. La Casa di Riposo rispondeva<br />
alle domande della città e riusciva a interagire con l’altra struttura<br />
di Montecatini Alto. L’immobile di viale Bustichini permetteva<br />
all’anziano di rimanere nel suo ambiente, mentre la prospettiva di<br />
sradicarlo dal proprio territorio diventa, spesso, traumatica. Noi<br />
del Pdl, quindi ribadiamo che in viale Bustichini deve tornare la<br />
Casa di Riposo per anziani».<br />
E con le Terme a che punto siamo?<br />
«<strong>Il</strong> vero business sono le piscine ludiche e la proprietà deve cercare<br />
i finanziamenti. Secondo me è importante accellerare sul<br />
cambio di destinazione degli immobili termali da dismettere, per<br />
dare certezze a chi compra, così come mantenere nella disponibilità<br />
della società gli immobili che producono reddito (Le Panteraie<br />
e Teatro Verdi). In più sono favorevole alla tassa di scopo,<br />
perché anche i turisti devono contribuire per la loro parte».<br />
In un’intervista esclusiva con “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”, Alessio Bartolomei<br />
(passato dal Pdl e Fli), ha fatto riferimento a lei, quando<br />
parlava della situazione del partito di Berlusconi...<br />
«Non mi interessa quello che dicono gli altri. I fatti contano. Fli a<br />
Pistoia è marginale, dato che i numeri sono da prefisso telefonico.<br />
A Montecatini, il gruppo consiliare del Pdl è unito. Hanno<br />
seguito Fini solo alcuni colonnelli che avevano il mal di pancia<br />
perché non avevano trovato spazio”.<br />
PIZZERIA (ANCHE DA ASPORTO) – GELATERIA – BAR – PASTICCERIA<br />
P37/politica<br />
l’intervento<br />
Cinzia Silvestri<br />
V. E. Toti, 53 - 51015 Monsummano Terme (PT) - Tel. 0572 51257 - Chiuso il martedi, Aperti anche a pranzo
P38/terme<br />
turismo<br />
Montecatini<br />
entra in Ehtta<br />
Facendo parte di questa associazione le Terme<br />
avranno una promozione in tutti i paesi d’Europa<br />
Anche Montecatini finalmente è in Europa<br />
ed è entrata a pieni voti in «Ehtta» che vuol<br />
dire essere annoverati tra le European Historical<br />
Thermal Towns Association, ovvero tra le terme<br />
storiche europee. L’Ehtta è un’associazione senza fini<br />
di lucro basata sulla necessità di promuovere, tutelare<br />
e valorizzare il patrimonio termale, artistico e culturale<br />
in Europa. Tra gli obiettivi dell’associazione c’è quello di<br />
creare una forte rete di gemellaggi fra città e le terme,<br />
promuovere scambi di esperienze tra i diversi operatori<br />
culturali favorendone così il sistema a livello europeo.<br />
A Parigi, all’ importante convegno sul benessere e termalismo,<br />
e quindi a sancire l’ufficialità dell’evento, era<br />
presente, su delega del sindaco Giuseppe Bellandi, il<br />
consigliere comunale Luciano Baldecchi, che ha seguito<br />
da vicino tutte le fasi di questo importante riconoscimento.<br />
Per entrare a far parte di questo club esclusivo,<br />
riservato alle città termali, ci vogliono dei requisiti<br />
specifici che, per quanto riguarda Montecatini, sono<br />
stati subito riconosciuti. Questo riconoscimento porte-<br />
rà grande benefici al turismo e darà valore al patrimonio<br />
termale di Montecatini. Anche perché in Italia sono<br />
solo cinque le città termali annoverate nel circuito quali<br />
Fiuggi, Salsomaggiore, Acqui Terme, i bagni di Lucca.<br />
Non er assolutamente facile entrare nell’Ehtta perché<br />
non tutti posseggono i requisiti per farne parte e vale<br />
come una carta di qualità delle proprie Terme a livello<br />
europeo. Con questo risultato sarà più facile accedere<br />
all’assegnazione di fondi europei, poiché le terme storiche<br />
europee sono riconosciute dall’ Unione Europea<br />
che ne valorizza la promozione. In più c’è un’altra bella<br />
notizia per Montecatini: il 19 gennaio il Parlamento Europeo,<br />
ha votato favorevolmente per le cure termali,<br />
pertanto dal 2013 i cittadini dell’UE potranno andare<br />
a fare le cure termali dove vorranno, con il rimborso al<br />
costo nazionale. Ad esempio, se un cittadino tedesco<br />
va a visitare Firenze e vuol fare le cure a Montecatini,<br />
le potrà fare con il riborso dalla propria cassa mutua.<br />
Riunione a Parigi per la candidatura all’UNESCO<br />
Si è svolta a Parigi la seconda riunione delle città<br />
termali che intendono proporre la propria candidatura<br />
come patrimonio dell’Umanità all’UNESCO.<br />
Oltre a Montecatini vi sono: Karlovy Vary (Repubblica<br />
Ceca), Baden Baden(Germania), Spa(Belgio),<br />
Vichy(Francia), Bath(, Inghilterra). Rappresentante<br />
della nostra città era Beatrice Chelli, presidente della<br />
Commissione speciale UNESCO e vice presidente<br />
del Consiglio, su delega espressa del Sindaco.<br />
Saranno tre gli elementi di condivisione sui quali dovranno<br />
lavorare ed avere uniformità: patrimonio ar-<br />
Luciano Baldecchi<br />
Consigliere Comunale<br />
di Montecatini Treme<br />
chitettonico e culturale omogeneo e non di recente<br />
architettura. <strong>Il</strong> tentativo di nomination collettiva sarà<br />
fatto direttamente dalla Repubblica Ceca. Dunque<br />
una grossa innovazione si intravede all’orizzonte: se<br />
la candidatura europea andrà avanti probabilmente<br />
ci saranno anche dei fondi dai quali attingere. La<br />
prossima riunione avrà luogo a Karlovy Vary, con<br />
richiesta esplicita di partecipare sempre con le<br />
stesse persone onde evitare inutili perdite di tempo.<br />
Con l’auspicio che tutto vada per il meglio.
Montecatini Aquathermal complex ® : Ecco la<br />
nuova linea cosmetica Terme di Montecatini<br />
Fermento, novità, attivismo per il rilancio<br />
delle Terme di Montecatini: grandi<br />
investimenti, promozione e tante iniziative<br />
che hanno chiuso il 2010, ed inaugurato<br />
l’anno nuovo. L’ultima in ordine<br />
temporale è la linea cosmetica firmata<br />
Terme di Montecatini che ha, quale<br />
punto di forza, il complesso esclusivo<br />
brevettato Montecatini AquaThermal<br />
Complex®, nato dall’associazione delle<br />
quattro acque termali: Tettuccio, Regina,<br />
Leopoldina e Rinfresco con i loro<br />
20 elementi chimici. Si tratta di 6 prodotti<br />
professionali, da oggi utilizzati al<br />
Centro Benessere delle Terme Excelsior:<br />
lozione tonica, latte detergente,<br />
struccante delicato occhilabbra, crema<br />
esfoliante, maschera dermorestitutiva<br />
multivitaminica, crema viso riequilibrante.<br />
A cui si aggiungono 8 prodotti della<br />
linea retail, studiati per ricreare a casa<br />
l’atmosfera termale e godere dei suoi<br />
benefici: tre creme viso, l’idratante 24<br />
ore, l’anti-età e la riequilibrante, il balsamo<br />
supernutriente corpo, il bagno<br />
doccia termale, i due fanghi di cui un viso-corpo<br />
ed un anticellulite più l’acqua<br />
termale tonificante spray, da vaporizzare<br />
su viso e corpo. Qualità assoluta e<br />
prezzo sorprendente (dai 15 ai 43 € la<br />
confezione), da oggi in vendita presso<br />
le Terme, ed entro pochi mesi anche<br />
presso gli hotel di Montecatini Terme e<br />
della Valdinievole.<br />
TVL, la televisione di casa nostra<br />
Novità in arrivo e riconferme<br />
TVL incontra il Pistoia Blues. Da sempre,<br />
l’emittente pistoiese ha seguito con le<br />
proprie telecamere la rassegna, dedicando<br />
ampi servizi e approfondimenti:<br />
quest’anno, però, grazie all’Associazione<br />
Blues In e al concorso “Obiettivo<br />
Blues In” - la selezione musicale per giovani<br />
artisti e gruppi emergenti del Pistoia<br />
Blues – verrà realizzata una trasmissione<br />
televisiva dedicata proprio al concorso,<br />
“OBIETTIVO BLUES – ROUTE TO<br />
PISTOIA BLUES 2011”. La trasmissione<br />
– che andrà in onda dal prossimo<br />
marzo, fino a giugno - vedrà alternarsi<br />
sul palco due gruppi per puntata, che<br />
si sfideranno in un repertorio che va dal<br />
blues al rock. Una giuria selezionata decreterà,<br />
poi, chi passa al turno succes-<br />
sivo. Modalità di partecipazione, bando,<br />
regolamento su www.pistoiablues.com<br />
(iscrizioni entro il 28.02.2011). E sempre<br />
su TVL, continua il grande successo del<br />
“FRANK CATRAME SHOW”, la trasmissione<br />
comica condotta dall’ineffabile<br />
Frank in cui si alternano giovani comici<br />
e e si susseguono sketch esilaranti. Visto<br />
il nutrito seguito di pubblico, TVL ha<br />
deciso di continuare la programmazione<br />
dello show, che andrà in onda con due<br />
speciali il mese a tema. Ad esempio, a<br />
febbraio, imperdibile l’appuntamento<br />
con lo speciale Sanremo 2011. La trasmissione<br />
è aperta al pubblico, chiunque<br />
voglia sentirsi protagonista dello show<br />
basta che contatti TVL. .<br />
REVISIONE AUTO-MOTO MCTC<br />
P39/pillole<br />
news<br />
100 anni<br />
a Villa Bianca<br />
<strong>Il</strong> paese di Ponte Buggianese da oggi può vantare<br />
una centenaria in più. E’ la signora Maria Cangioli<br />
che ha festeggiato, sabato 8 gennaio, con tutti<br />
i suoi nipoti e conoscenti l’importante traguardo<br />
nella residenza per anziani “Villa Bianca” dove è<br />
ospite dal 2002. Donna forte e lucida, il suo viso<br />
e la sua vivacità non tradiscono la sua età. La festa,<br />
svoltasi nella sala affrescata di Villa Bianca, ha<br />
avuto il suo momento più toccante durante il taglio<br />
della torta a cui<br />
ha presenziato il<br />
sindaco di Ponte<br />
Buggianese Pier<br />
Luigi Galligani.<br />
Piero Giarrizzo consegna il premio “I Can Fly” al Dottor Ivo Pulcini<br />
Prosegue il prestigio del premio “I Can Fly”<br />
iniziativa nata nel 2008 che vide come protagonista<br />
il cantante brianzolo Gianluca Grignani.<br />
Piero Giarrizzo è l’ideatore del premio<br />
insieme al socio e amico Michele Gallicchio,<br />
titolari di «I Can Fly srl», azienda leader nel<br />
settore della comunicazione e produzione video.<br />
Lo scorso 5 gennaio in occasione dell’<br />
VIII edizione della grande manifestazione<br />
«Un cuore per tutti..tutti per un cuore» con<br />
patrocinio Rai, che ha visto la presenza di<br />
ospiti eccellenti, Piero Giarrizzo è intervenuto<br />
alla manifestazione conferendo il premio<br />
al Dottor Ivo Pulcini, specialista noto anche<br />
per essere il medico della squadra di calcio<br />
Lazio e del concorso Miss Italia.<br />
SILLA(Bo)<br />
via kennedy 131- tel.0534 30032<br />
PISTOIA<br />
via Modenese 163 (Capostrada) - tel.0573/903268<br />
PISTOIA<br />
via Guicciardini 2 - tel.0573 382603<br />
CASALECCHIO DI RENO(Bo)<br />
via Guido Rossa 34 - tel.051 6132671
Piatto<br />
Ricco<br />
Le specialità in tavola<br />
della fine dell’inverno<br />
RISO VENERE CON<br />
SCAMPI DEL TIRRENO<br />
<strong>Il</strong> riso venere (riso nero selvaggio) con<br />
scampi del tirreno, bisque di crostacei e pi-<br />
stilli di zafferano, è un primo piatto molto parti-<br />
colare e sfizioso che racchiude tutto il sapore del<br />
mare e la raffinatezza di una preparazione elegante<br />
alla vista. <strong>Il</strong> riso venere è un riso dal colore nero naturale, dal<br />
sapore dolce e fragrante che durante la cottura sprigiona un delicato<br />
aroma di pane. E’ l’ideale per chi vuole preparare un risotto nero<br />
e profumato senza utilizzare coloranti come il nero di seppia.<br />
<strong>Il</strong> piatto è proposto dallo chef Leonello Spadoni del ristorante<br />
La Favola Mia di Chiesina Uzzanese.<br />
foto di Cristiano Bianchi<br />
Ristoranti (e altro) consigliati<br />
dalla redazione de <strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong><br />
SAN FRANCISCO<br />
Storico ed elegante ristorante,<br />
completamente ristrutturato<br />
all’ingresso di Montecatini. Ambiente<br />
chic e cucina di assoluta<br />
qualità. Alcuni piatti forti sono il<br />
pregiato prosciutto spagnolo “Pata<br />
Negra” oppure squisite e tradizionali<br />
tartare di carne o di ricciola. E nel week end, serate<br />
coinvolgenti con il piano bar.<br />
Indirizzo: Corso Roma 112<br />
Montecatini Terme<br />
Tel. 0572 79632.<br />
RISTORANTE CECCO<br />
Vanta una storia centennale.<br />
<strong>Il</strong> titolare Federico<br />
Schiavelli (nella foto) è<br />
l’anima del ristorante che<br />
propone piatti che hanno<br />
fatto la storia, come il gallettino al<br />
mattone, ma anche pesce di qualità.<br />
Indirizzo: Via Forti, 97 - Pescia<br />
Tel. 0572 477955<br />
GAMBRINUS CAFFE’<br />
Storico bar nel cuore di Montecatini,<br />
dall’arrendamento<br />
raffinato. Ideale per aperitivi o<br />
dopocena. Si possono degustare<br />
vini, champagne o cocktail.<br />
Indirizzo: Viale Verdi, 26<br />
51016 Montecatini Terme<br />
Tel. 0572.71725<br />
CHIANTI CLASSICO CONTESSA DI RADDA<br />
<strong>Il</strong> vino è proposto questo mese da Gabriele<br />
Aterini e Mirko Tognozzi, che<br />
hanno rinnovato il Caffè Battisti di<br />
Monsummano. <strong>Il</strong> Chianti Classico<br />
Contessa di Radda ha un uvaggio<br />
Sangiovese, Canaiolo. Profumo<br />
floreale e fruttato con sentori di<br />
frutti a bacca rossa. Gusto armonico<br />
ed equilibrato. Asciutto e leggermente<br />
tannico.
servizio di Andrea Spadoni<br />
foto di Cristiano Bianchi<br />
Italpork, quando l’azienda<br />
è prima di tutto una famiglia<br />
Tutto parte dalla famiglia. Non solo la vita e il fulcro della<br />
nostra società. Ma entrando negli uffici di una delle aziende più in<br />
crescita nel nostro territorio, ti rendi conto che è anche il loro segreto.<br />
Sì, perché l’Italpork di Buggiano (lo stabilimento si trova<br />
esattamente sul confine tra Ponte Buggianese e Borgo a Buggiano),<br />
oggi leader in nel centro Italia nel settore della produzione e distribuzione<br />
delle carni suine, è, alla fine, la storia della famiglia Benigni.<br />
Tutto iniziò nel ‘73, quando Emilio, giovanissimo, da dipendente<br />
di un salumificio della Valdinievole, decise di dare vita alla prima ditta,<br />
insieme all’inseparabile moglie Tania. <strong>Il</strong> loro lavoro era quello di<br />
disossare le carni suine per prepararle alla fase di lavorazione. Un<br />
piccolo passo prima di rilevare l’attività del salumificio<br />
Bellavista e iniziare la macellazione dei maiali<br />
che all’epoca non erano più di 120 ogni settimana.<br />
I ruoli di Emilio e Tania erano ben distinti: lui<br />
è sempre stato «sul campo», lei, invece, faceva<br />
quadrare i conti. Una formula perfetta. Ancora<br />
oggi in azienda, ogni giorno, Emilio Benigni, già<br />
alle 5 del mattino, è operativo nei reparti produttivi<br />
per seguire da vicino tutte le fasi di lavorazione.<br />
E’ così, che dopo un decennio di sacrifici, nel<br />
1983, con la costruzione del primo stabilimento,<br />
è nato il «Salumificio Emilio Benigni».<br />
Una scelta coraggiosa, sorretta da quel motto<br />
«l’unione fa la forza», che ha sempre trasmesso l’entusiasmo giusto<br />
per provare a spingersi oltre, a crescere. L’azienda, infatti, proprio in<br />
quegli anni ha iniziato a ingranare e macellare il doppio degli animali,<br />
fino alla svolta che è stata nel ‘92, quando le normative europee si<br />
facevano sempre più rigorose. <strong>Il</strong> Salumificio Benigni, nel frattempo<br />
trasformatosi in Italpork, è stato infatti il primo in Toscana ad avere<br />
riconosciuto il cosiddetto Bollo Cee, una sorta di marchio di qualità,<br />
sia dei prodotti, sia della struttura aziendale che, proprio in quel periodo,<br />
si è ampliata con uno stabilimento che ha raggiunto i 3000<br />
metri quadrati e numeri che oggi contano la macellazione di<br />
2500 suini a settimana, solamente e da sempre, di pro-<br />
venienza italiana da allevamenti riconosciuti idonei al circuito delle<br />
DOP. L’Italpork attualmente serve numerosi clienti, principalmente le<br />
maggiori insegne della grande distribuzione e le più importanti industrie<br />
salumiere di qualità toscane e del nord Italia, oltre a grossisti e<br />
dettagliantilocali ed è un fiore all’occhiello della nostra economia: ha<br />
un reparto per la vendita al dettaglio di carni e salumi ricavati da suini<br />
nati, allevati e macellati in Toscana e salumi Dop, produce anche tagli<br />
di carne di bovino e offre anche il servizio di pubblica macellazione<br />
sia suina che bovina. In più, in questi anni, Tania ed Emilio, sono stati<br />
affiancati anche dai figli Davide (laureato in economia aziendale con<br />
tesi sul caso della Cinta senese) che, oltre a essere responsabile<br />
della qualità, si occupa dei bilanci e Desirée che lavora in banca, ma<br />
passa il tempo libero negli uffici di famiglia. Anche per questo è stato<br />
acquisito prima il prosciuttificio Montalbano di Lamporeccio (abilitato<br />
alla produzione del Prosciutto Toscano DOP) e, per proseguire<br />
una politica di espansione, anche il salumificio Cavalli & Graiani di<br />
Corniglio in provincia di Parma (facente parte del comprensorio<br />
DOP del Prosciutto di Parma), confermandosi<br />
un’azienda che vuole ancora<br />
crescere e proiettarsi nel futuro.<br />
Sempre con un punto<br />
di riferimento: la<br />
famiglia.
foto di Francesco Mollo<br />
La notte di Ruby Rubacuori al Lidò<br />
Montecatini nel gossip politico<br />
LIDO<br />
La movida di Montecatini, nel perodio natalizio,<br />
ha auvto tra gli ospiti il personaggio più<br />
chiacchierato del momento. Si tratta della<br />
diciottenne Karima El Mahroug, conosciuta<br />
da tutti come Ruby Rubacuori, che ha fatto<br />
tappa al Lidò pochi giorni prima che emergesse<br />
lo scandalo mediatico che sta scuotendo<br />
la politica italiana e che vede coinvolto<br />
soprattutto il Presidente del Consiglio Silvio<br />
Berlusconi, insieme ad Emilio Fede e Lele<br />
Mora, anche lui ospite del Lidò Panteraie.
BELLAVITA<br />
SYRAH<br />
18.1<br />
BONADEA<br />
VIZI E STRAVIZI
NATALINO:<br />
I miei primi 25 anni<br />
Con questo articolo, sfateremo un mito. Un simpatico mito che ha accompagnato<br />
per anni la storia di un locale storico di Monsummano. E’ il titolare in<br />
persona a parlarcene, col sorriso sulle labbra: “Capita spesso che la gente,<br />
quando viene da me, mi chiami Natalino. In realtà, io sono Daniele!”. Equivoco<br />
piacevole e comprensibile, visto che da 25 anni – festeggiati proprio nel mese<br />
di gennaio – lui, con la sua famiglia e altri 7 fidati dipendenti, è titolare della<br />
pizzeria che vanta una storia, una fama e una notorietà<br />
ormai quasi centenaria (è, infatti, dal 1922 che esiste Natalino, nome<br />
dello storico gestore). Daniele ha gli occhi lucidi quando parla della sua attività,<br />
tanto è grande la passione che mette quotidianamente nel suo lavoro:<br />
la sua occupazione principale è la preparazione del gelato – 28 gusti con la<br />
panna, montata ancora a frusta, richiesta ed amata da tutta la provincia – ma<br />
supervisiona anche la mitica pizza, forse il vero punto di forza del locale. Ha<br />
un gruppo di lavoro fidato, valido e preparato (“invidiabile”, ci dice - e che tiene<br />
a ringraziare, “considerandoli come dei figli”) che, da oltre dieci anni, condivide<br />
con lui, il primogenito Andrea e la moglie Antonella, l’amore per il pro-<br />
prio lavoro: Valentina, Sara, Cristina, Lucia, Franca, Maria ed un’altra Sara. La<br />
pignoleria, la precisione, la serietà, la ricerca delle materie<br />
prime migliori senza badare alla spesa sono senz’altro i valori aggiunti<br />
del bar Natalino, quelli che hanno creato il suo indiscusso e storico successo.<br />
“Ho dato l’anima per il lavoro – ci dice Daniele - e sono felice di averlo fatto.<br />
Perché vedere il negozio pieno di gente, sapere di avere una clientela storica<br />
che da anni ha degli appuntamenti fissi con la mia pizza, o con la panna o con<br />
il mitico castagnaccio mi rende veramente felice e soddisfatto di aver dedicato<br />
e di continuare a farlo la mia vita al mio locale”.<br />
PIZZERIA NATALINO<br />
V. E. Toti, 53 - 51015 Monsummano Terme (PT)<br />
Tel. 0572 51257 - chiuso il martedi, aperti anche a pranzo<br />
foto di Cristiano Bianchi<br />
servizio di Diletta Severi
Telegraph cove, paradiso<br />
naturalistico del Canada<br />
Esiste un angolo sperduto in Canada, un piccolo porticciolo abitato da<br />
poche anime, a circa 60 km a sud di Port Hardy e raggiungibile con<br />
una mezza giornata di auto da Nanaimo, che si affaccia sul canale<br />
che divide l’isola di Victoria dal dedalo di isole e dai sounds della terra ferma del<br />
British Columbia. <strong>Il</strong> suo nome è Telegraph Cove apprezzato dai palati più fini del<br />
turismo naturalistico, non tanto per la suggestione dei suoi paesaggi, quanto<br />
per il fatto che questo tratto di mare, ben riparato e ricco di pesce, risulta particolarmente<br />
gradito dalle orche tanto da considerarlo luogo ideale per una permanenza<br />
stabile durante tutto l’arco dell’anno. Pianificare una sosta di due o tre<br />
notti in questo luogo tanto remoto quanto suggestivo, è il modo ideale per concedersi<br />
una boccata a pieni polmoni di genuina e selvaggia natura canadese.<br />
<strong>Il</strong> blu intenso, quasi inquietante di questo mare contrasta e si fonde con il verde<br />
vigoroso delle innumerevoli isole che si stagliano all’orizzonte e le casette di<br />
legno e lamiera, bianche e color mattone, sembrano voler rassicurare con la<br />
promessa di un riparo accogliente gli sparuti visitatori arrivati a fatica in questo<br />
remoto angolo di mondo. Bastano pochi minuti di veloce navigazione tra le acque<br />
tranquille del Johnston Straight che subito si scorgono in lontananza i primi<br />
sbuffi d’acqua, quasi a voler segnalare con il dovuto anticipo la presenza della<br />
prima famiglia di orche che si muove ordinatamente sotto costa. La fluidità del<br />
loro movimento, l’eleganza con cui tagliano la superficie del mare senza incresparne<br />
la superficie generano una sensazione di ipnotica serenità. Vedere a pochi<br />
metri di distanza i maschi che guidano il branco esibendo le lunghe e diritte<br />
pinne dorsali ad ogni boccata d’aria che vengono a prendere in superficie è una<br />
scossa di elettrizzante emozione. <strong>Il</strong> traghetto che stacca gli ormeggi dal porto<br />
di Nanaimo è il segnale che siamo già in partenza per la prossima tappa e lo<br />
slalom del ferry tra le mille isolette che affollano il canale è il contesto ideale per<br />
sedere all’aria aperta ed ammirare il paesaggio sorseggiando una Labatt gelata.<br />
Ma lo sguardo si sposta sempre inevitabilmente all’orizzonte, inconsciamente<br />
c’è sempre la speranza di vedere una lunga pinna nera fendere la superficie del<br />
mare per un ultimo saluto.<br />
P45/viaggi<br />
giramondo<br />
Simeone Clamori
P46/in libreria<br />
successi editoriali<br />
Andrea Spadoni<br />
<strong>Il</strong> libro per chi svolge<br />
un secondo lavoro<br />
“Prestazioni occasionali”<br />
Tutto è cominciato quando Massimiliano Acerra, 37 anni,<br />
poliziotto del commissariato di Montecatini, ha dovuto<br />
risolvere un problema personale. “Faccio il musicista e<br />
occasionalmente andavo a fare serate nei locali. A causa<br />
di questa mia doppia veste, subii un provvedimento.<br />
Così mi misi a studiare questa materia”. Da lì, Acerra, ha<br />
acquisito importanti conoscenze circa la regolamentazione,<br />
l’aspetto fiscale e contributivo delle attività extra<br />
professionali. “Sul web ho creato una fitta rete di migliaia<br />
di dipendenti pubblici che chiedevano consigli. Ho gestito<br />
personalmente oltre 600 istanze di autorizzazione”.<br />
E’ nell’ottobre dell’anno scorso che pubblica il suo primo<br />
manuale «Doppio Lavoro» per tutte le categorie di dipendenti<br />
pubblici. La seconda pubblicazione «Prestazioni Occasionali»<br />
(Tgbook) e’ un’edizione ampliata ed aggiornata<br />
che tratta tutte le possibilità di attività extraprofessionali<br />
dei dipendenti appartenenti alle forze armate. <strong>Il</strong> testo, 350<br />
pagine, è un lavoro certosino, un’enciclopedia del settore.<br />
<strong>Il</strong> lettore riuscirà finalmente a comprendere appieno tutti gli<br />
elementi specifici per capire le caratteristiche di qualsiasi<br />
attività extra. <strong>Il</strong> libro si puo’ acquistare su internet sui siti<br />
web www.prestazionioccasionali.net e www.doppiolavoro.com,<br />
dove si puo’interagire con l’autore.
P47/spray<br />
sport<br />
Valdinievole in moto con EMP Racing Team<br />
Domenica 19 Dicembre l’EMP Racing Team ha scelto il<br />
<strong>Il</strong> mese d’aprile, quindi, vedrà l’inizio della Coppa Italia<br />
Posta Club per presentare a sponsor, amici ed appas-<br />
che si articola in 6 appuntamenti su circuiti famosi. EMP<br />
sionati il proprio programma di gare per il nuovo anno.<br />
Racing Team nasce a Monsummano Terme nel 2007 dal-<br />
L’elenco degli impegni inizia con sessioni di prove libere<br />
la passione di Maurizio; un esempio di come amicizia e<br />
nell’autodromo di Magione (PG); prosegue con la parte-<br />
determinazione possano dar vita ad una realtà di cui il<br />
cipazione alla gara d’apertura del Trofeo nazionale del<br />
Centauro presso l’autodromo internazionale di Vallelunga<br />
territorio deve andar fiero, anche perché numerose im-<br />
(RM). Nel terzo week end di marzo il team si sposterà<br />
prese locali hanno contribuito, sin dall’inizio, a sostenere<br />
all’autodromo internazionale di Misano per una sessione<br />
le spese dell’attività sportiva e si sono impegnate anche<br />
di prove ufficiali CIV, vero e proprio test precampionato.<br />
per la nuova stagione.<br />
Nuovo campo di Beach Volley a Chiesina<br />
<strong>Il</strong> nuovo campo da Beach Volley del PGS Chiesina Volley è realizzato presso la palestra comunale<br />
di Via Fiume 3, a Chiesina Uzzanese. La struttura completamente fuori terra è realizzata mediante<br />
assi di legni 50cm per contenere la sabbia, proveniente dalla riviera versiliese, di arenile, esente da<br />
sabbie di riporto fluviali. <strong>Il</strong> campo risulta completamente recintato e delimitato da reti alte fino a 6mt.<br />
La struttura di tipo permanente è stata realizzata su terreno autoctono ricoperto da TNT per evitare<br />
la formazione di erbacce e favorire i deflussi delle acque meteoriche. <strong>Il</strong> campo è dotato di pali telescopici<br />
e rete regolabile in altezza adatti sia al Beach Volley che al Beach Tennis. A partire da maggio,<br />
nelle ore serali è permessa l’attività sportiva grazie ad un potente impianto di illuminazione realizzato<br />
secondo le indicazioni della FIPAV. I due tornei dell’anno passato hanno avuto un notevole riscontro<br />
e successo. L’organizzazione per questa estate prevede di fare ancora qualcosa in più. A breve saranno<br />
pronti i calendari con le date dei tornei estivi per tesserati e non, adulti o bambini, 2 contro 2 o<br />
4 contro 4. Per informazioni www.chiesinavolley.it
P48/fenomeni<br />
il tecnico<br />
Roberto Grazzini<br />
foto di<br />
Cristiano Bianchi<br />
Petroni, amico di Allegri<br />
“<strong>Il</strong> mio calcio all’attacco<br />
per fare grande la Lampo”<br />
<strong>Il</strong> tecnico di Capannori, anche ex calciatore professionista, allena da<br />
sette stagioni e ha già vinto tre campionati e una Coppa Toscana<br />
S<br />
ette stagioni in panchina, tre promozioni conquistate<br />
sul campo, una Coppa Toscana e<br />
restanti buoni piazzamenti. Numeri che testimoniano<br />
le capacità tecnico-tattiche del condottiero<br />
Andrea Petroni, allenatore per...caso.<br />
Nei sogni nel cassetto di questo attaccante di razza infatti<br />
non c’era quello di sedersi in panchina. Nato a Capannori<br />
nel ‘65, il longilineo quanto possente «Andreino»,<br />
comincia a imparare i primi rudimenti del mestiere con la<br />
maglia della Lunatese, vicino casa. Gli osservatori della<br />
Lucchese vedono subito la stoffa del campione e così<br />
Petroni, dopo un breve trafila nella formazione Berretti,<br />
debutta giovanissimo tra i professionisti indossando<br />
la gloriosa casacca rossonera. Da Lucca passa<br />
alla Cuoiopelli, allora in serie C, dove comincia<br />
l’amicizia con Massimiliano Allegri,<br />
compagno di squadra e attuale tecnico<br />
del Milan. “Mi ha invitato tante volte a Milanello - dice parlando<br />
dell’ormai famoso «Acciuga» - ma non ci sono ancora<br />
andato. E’ un bravo ragazzo che sa quando scherzare<br />
e quando è il momento di fare sul serio». Gli anni più<br />
belli della carriera arrivano con l’ingaggio a Reggio Calabria,<br />
uniti all’unico rimpianto<br />
della su carriera di calciatore.<br />
“In granata ho vissuto un’esperienza<br />
indimenticabile,<br />
culminata con la promozione<br />
in serie B. Lo sbaglio,<br />
dovuto alla giovane<br />
età, fu quello di non<br />
restare. Preferi tornare<br />
vicino casa e oggi<br />
mi resta l’inappagata<br />
curisosità di sapere<br />
cosa sarebbe cambiato<br />
nella mia vita”.<br />
Petroni fa ancora tanta «C»<br />
per finire poi la sua lunga at-<br />
A sinistra Carlo Panati, la Lampo in una seduta di allenamento<br />
ed alcune immagini dei successi professionali di Andrea Petroni<br />
tività di calciatore in Valdinievole. A<br />
38 anni, nella stagione 2003-04,<br />
sotto la guida di msiter Matteoni<br />
è uno dei grandi protagonisti della<br />
Pieve (ahimè defunta) dei record.<br />
Poi dice stop. Ma mentre continua<br />
ad occuparsi della ditta di famiglia<br />
(cosa che fa tuttora) Attilio Sensi,<br />
allora direttore sportivo della Pieve<br />
e suo mentore, lo convince a frequentare<br />
il corso allenatori. “Hai<br />
esperienza, carattere e la preparazione<br />
necessaria per fare questo<br />
mestiiere - mi diceva - vedrai che<br />
ti piace e ti diverti». Guida i giovani<br />
bianconeri per due stagioni, ottenendo<br />
ottimi risultati. Quindi arriva<br />
la parentesi felice all’Uzzanese,<br />
con la vittoria del campionato di<br />
Promozione. La storia si ripete, in<br />
situazioni ambinetali difficilissime,<br />
all’Anchione Ponte. Vittoria del<br />
campionato di prima categoria e<br />
relativa coppa Toscana. Pur con<br />
questo palmares, resta, incredibile<br />
ma vero, senza squadra all’inizio<br />
della scorsa stagione. L’amarezza<br />
è grande e sfocia in piena estate,<br />
in un’ intervista rovente (e non solo<br />
per la stagione), dove spara a<br />
zero sui raccomandati.<br />
“E’ un calcio che premia<br />
chi fa male - disse senza peli<br />
sulla lingua come suo costume -<br />
basta portare soldi alle società e ti<br />
danno una panchina”. Ma alla fine<br />
la dea del pallone strizza di nuovo<br />
l’occhio a Petroni. Lo fa tramite
Carlo Panati, dirigente della Lampo, che lo chiama al<br />
capezzale del sodalizio azzurro, all’ultimo posto nel<br />
campionato di Promozione dopo un avvio di torneo<br />
disastroso. Come nei migliori film di Frank Capra, il<br />
piccolo miracolo sportivo si compie. La Lampo, col<br />
passare delle domeniche, risale piano piano la china<br />
e conquista i playoff che vince al termine di un’annata<br />
interminabile quanto straordinaria, portando il<br />
sodalizio azzurro per la prima volta nella sua storia in<br />
Eccellenza. E’ l’unico maschio di casa perchè, oltre<br />
alla moglie Cinzia, deve fare i conti con le tre figlie Rachele<br />
24 anni, Martina 18, Clarissa 11. “Gioco perennemente<br />
in infeiriorità numerica. La domenica però -<br />
puntualizza il tecnico lucchese - resta il giorno sacro.<br />
Del resto la mia gentile consorte ormai è abituata a<br />
non vedermi per casa già da quando giocavo. Devo<br />
dire però che, da quando ho iniziato a allenare, la<br />
famiglia segue da vicino le mie vicende sportive. La<br />
figlia più piccola viene sempre a vedere la partita. Ma<br />
in generale anche le altre si interessano parecchio».<br />
<strong>Il</strong> suo è un calcio all’attacco, alla garibaldina,<br />
che trova la valorizzazione ideale nel 4-3-<br />
1-2. Ed è lo stesso assetto tattico che sta facendo<br />
le fortune anche del Borgo a Buggiano dei record,<br />
dell’emergente mister Pagliuca. “Ogni modulo ha i<br />
suoi pregi e suoi difetti. E’ tutto soggettivo. Ma, al di<br />
là di come la squadra va in campo, l’allenatore deve<br />
essere bravo a far rendere al massimo ciascun singolo”.<br />
<strong>Il</strong> trucco quale è? “E’ il segreto di Pulcinella. Si<br />
raccoglie in un’unica parola: la credibilità. <strong>Il</strong> giocatore<br />
d’oggi, anche in campo dilettantistico, è preparato<br />
e quando chiede spiegazioni deve ricevere risposte.<br />
Se la persona è professionalmente credibile, l’atleta<br />
cresce, matura e migliora”. Petroni non è il classico<br />
urlatore. E’ uno che dà ordini perentori, rimanendo<br />
sempre calmo, almeno apparentemente. “Ognuno<br />
ha il proprio carattere - abbozza con un sorriso - ma<br />
non dipingetemi come un santo. Con gli<br />
arbitri ho delle belle discussioni e qualche squalifica<br />
me la sono pure beccata”. Per scaricare tensioni e<br />
problemi spesso inforca la sua bicicletta da corsa e<br />
parte per lunghi tragitti. “Vado solo o in compagnia,<br />
non fa differenza perchè tanto la fatica è la stessa”.<br />
Dopo tanti anni al vertice, in questa stagione c’è da<br />
pensare alla salvezza in Eccellenza, traguardo che<br />
sta costruendo un mattone alla volta. “<strong>Il</strong> gruppo mi<br />
segue e questa è la cosa importante. Ma il cammino<br />
è ancora lungo”.<br />
Attilio Sensi mi convinse<br />
a sedermi per la prima<br />
volta in panchina. E<br />
Carlo Panati mi ha voluto, lo<br />
scorso anno, alla guida<br />
della Lampo.<br />
Viale Adua, 126 - Palazzo Confcommercio - Pistoia<br />
Tel. 0573 368435 - email: pistoia@istitutibenedettocroce.it - www.istitutobenedettocroce.it - Orario: Lun-Ven 9-13 / 15-19 - Sabato 9-12
P50/musica<br />
consigli<br />
Riccardo Ancillotti<br />
The Heartbeat , qundo la<br />
musica è da batticuore<br />
The Heartbeat, ovvero “<strong>Il</strong> Batticuore”. Certo, il “The” iniziale, la<br />
“T” lunga centrale ed il “Beat” finale la dicono lunga sul fatto<br />
che si stia parlando dei Beatles , e per la precisione di una<br />
delle Tribute Band più apprezzate in Italia. Ma è di questo<br />
Batticuore che vi voglio (vogliamo) parlare.<br />
Perché suonare i Beatles riproponendoli con le stesse sonorità<br />
dei primi anni sessanta, utilizzando strumenti ed amplificatori<br />
rigorosamente originali e vintage, consumarsi le orecchie<br />
per cogliere le più nascoste sfumature delle loro armonie vocali<br />
e trasformare il tutto in una vibrante ed immediata energia<br />
non potrebbe esistere senza un cuore che batte veramente<br />
forte per gli eterni Fab Four.<br />
Gli Hertbeat stanno da tempo lavorando su uno spettacolo<br />
scenico e musicale che porteranno in giro per i vari teatri della<br />
zona. Intanto, ecco tre date da tenere a mente: Venerdi 11<br />
febbraio, al Murphy’s Pub di Massa e Cozzile (loc. Traversagna)<br />
una serata frizzante e dinamica davanti ad un’ottima<br />
birra e qualcosa da mangiare. Sabato 25 febbraio, invece, gli<br />
Heartbeat saranno di scena al Teatro Le Maschere di Montecatini<br />
Alto. Inizio spettacoli ore 22.00 circa. Infine, il 12 marzo<br />
esibizione al Teatro Bolognini di Pistoia, ore 21.30. In queste<br />
occasioni, oltre ad ascoltare i Beatles, potremo anche vederli:<br />
perché preciso intento degli Heartbeat è appunto quello di<br />
offrire una performance scenica più fedele possibile ad uno<br />
dei numerosi concerti live dei Beatles.<br />
Le molecole d’amore sono un gruppo Beat anni ‘60 di sola ed<br />
esclusiva musica italiana. Un quintetto capitanato dalla voce<br />
dell’ineffabile Luca Natali e supportato dagli strumenti di Giuliano<br />
Innocenti (tastiere), e Arturo Occhiuto (chitarra), di Mario<br />
Tintori (basso) e Claudio Ancillotti (batteria). È evidente, già dal<br />
nome, quale siano lo spirito e la proposta del gruppo, che più<br />
correttamente dovremmo chiamare “complesso” com’era d’uso<br />
negli anni 60. Le Molecole offrono un repertorio che spazia<br />
attraverso questi mitici anni: dai grandi complessi (Nomadi, I<br />
Giganti, Equipe 84, I Ribelli), ai cantanti più amati (Lucio Battisti,<br />
Adriano Celentano, Gianni Morandi, Caterina Caselli). Una scaletta<br />
di brani ricca e variegata, da cantare e da ballare e, cosa<br />
importante, diretta ad un pubblico di tutte le età: per chi ha vissuto<br />
in prima persona gli anni ‘60 e per coloro che, quegli anni,<br />
imparano a conoscerli anche attraverso belle canzoni divenute<br />
ormai immortali. Le Molecole d’Amore, fedeli anche nel look<br />
al trend dei mitici “sessanta”, durante le loro serate eseguono<br />
i brani nelle versioni originali, arricchendone la proposta con<br />
aneddoti su fatti e personaggi di quel periodo: una cronaca,<br />
potremmo dire, di musica e parole. <strong>Il</strong> calendario eventi prevede<br />
la serata di venerdi 28 Gennaio al Risto-Pub dal Mi’ Amico (ex<br />
Cotton Pub) dalle ore 22 e il rinnovato appuntamento (ormai<br />
diventato fisso) con il Tiffany di Monsummano Terme. La data<br />
a febbraio non è ancora stata scelta, ma basta tenere d’occhio<br />
il sito del locale. In più, per info e contatti lnatali@email.it.<br />
Le Molecole d’amore<br />
per tornare agli anni ‘60<br />
12 & 19 MARZO<br />
diventa anche tu<br />
una giullarina e potrai<br />
partecipare alla selezione<br />
per<br />
SEGUICI SU
Giulia, star<br />
in televisione<br />
ad “Amici”<br />
C’è una ragazza della Valdinievole tra<br />
i protagonisti del talent show di Amici.<br />
E’ una ballerina, si chiama Giulia Pauselli,<br />
ha 20 anni e vive a Monsummano<br />
con la sua famiglia. Non è la prima<br />
volta che un ragazzo delle nostre<br />
parti si mette in luce nel programma di<br />
Maria De Filippi, dato che nella prima<br />
edizione, si piazzò tra i finalisti il talento<br />
borghigiano Renato Sannio. Giulia è<br />
candidata alla vittoria finale e ha dimostrato<br />
enormi qualità anche grazie a<br />
un curriculum importante. In passato<br />
ha studiato per cinque anni all’Accademia<br />
del Teatro Alla Scala di Milano.<br />
Nella sua scheda ufficiale si legge che<br />
non sopporta la cattiveria, la superbia<br />
e l’ignoranza. Le piacciono le persone<br />
oneste e competenti. Sostiene<br />
che la sua qualità più spiccata sia la<br />
semplicità, mentre il suo difetto la testardaggine.<br />
E’ una ragazza esigente<br />
con se stessa e pensa che si può fare<br />
sempre di meglio. Spera nel futuro di<br />
essere felice e di diventare mamma.<br />
Via Colligiana 42 - Ponte Buggianese (PT) tel.0572.635869 | Via Roma 65 - Ponte a Poppi (AR) tel. 0575.520440<br />
P51/spettacolo<br />
news<br />
Pistoia Corto Film Festival<br />
I vincitori di tutte le sezioni<br />
Successo per Pistoia Corto Film Festival. La manifestazione<br />
ideata da Roberta Mucci – autrice<br />
e produttrice televisiva - e Roberto Rongioletti<br />
della Dance All Around the World, si è svolta alla<br />
Villa Resort a Pieve a Nievole. L’evento è stato<br />
condotto dal doppiatore e attore Matteo Liofredi<br />
e Romina Rapisarda, valletta di Paola Perego<br />
nella trasmissione tv “A casa di Paola” in onda<br />
sulla rete ammiraglia Rai Uno. Questi i vincitori:<br />
“Al servizio del cliente” di Beppe Tufaruolo (Spot<br />
e Videoclip), “<strong>Il</strong> Garibaldi senza Barba” di Nicola<br />
Piovesan (Cortometraggio e Fiction) e “Piccola<br />
Mare” di Simone Massi (Cartoon e animazione).<br />
Menzioni speciali per il corto “Dipende” di Mirko<br />
Malavolta, rivolto alla disabilità, per “Clik” di Antonio<br />
Fanteria sulla sicurezza stradale, e infine è<br />
stato premiato il corto di Luigi De Filippis che ha<br />
affrontato il tema della violenza sulle donne dal<br />
titolo “Black Mamba”, con la partecipazione di<br />
Denny Mendez.<br />
PERDI PESO<br />
IN POCO<br />
TEMPO E<br />
DOVE SERVE<br />
È veloce: con una data<br />
certa di inizio e di fine, dura<br />
infatti 6, 20, 30 o 40 giorni,<br />
secondo il peso<br />
che si vuole raggiungere<br />
Gli effetti si vedono<br />
dal primo giorno<br />
Si prova una sensazione di<br />
vigore e di energia<br />
Si perde il grasso nei punti<br />
desiderati, salvaguardando<br />
la massa muscolare<br />
Trattamento Base: 20 giorni<br />
donna: 4 Kg - uomo 6 Kg<br />
Trattamento Medio: 30 giorni<br />
donna: 6 Kg - uomo 9 Kg<br />
Trattamento Maxi: 40 giorni<br />
donna: 8 Kg - uomo 12 Kg<br />
www.centroesteticosonia.it