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il presidente del Venezuela Ugo Chavez incontra Amiga America ...

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ASSISTENZA LEGALE<br />

PER I CITTADINI LATINOAMERICANI<br />

IN ITALIA<br />

Del sol de Italia hacia<br />

un calabobo en Quito<br />

MENSILE A DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO 1 N° 5<br />

www.amigaamericalatina.com<br />

EDITORIA, INVESTIMENTI, AVVOCATURA:<br />

<strong>il</strong> <strong>presidente</strong> <strong>del</strong> <strong>Venezuela</strong> <strong>Ugo</strong> <strong>Chavez</strong><br />

<strong>incontra</strong> <strong>Amiga</strong> <strong>America</strong> Latina<br />

VENEZUELANI NEI TRIBUNALI:<br />

appello ai consoli


INFO<br />

organo <strong>del</strong>l’associazione<br />

amiga america latina<br />

Anno 1, numero 5/2006<br />

redazione<br />

via crispi, 72 • 80121 [Na]<br />

tel. 081. 060 74 06<br />

www.amigaamericalatina.com<br />

•<br />

direttore responsab<strong>il</strong>e<br />

Edoardo Massimo Fiammotto<br />

redazione<br />

Maylin Lopez<br />

Maria R. Mele<br />

S<strong>il</strong>via Terracciano<br />

Daybeth Rivera<br />

Alejandra Finol<br />

Fabiola Larez<br />

hanno collaborato<br />

Simona Fiorino<br />

Carlos Sosa<br />

Mayerlin Salazar S<strong>il</strong>va<br />

Dott.ssa Maria Pia Pullano<br />

Dott. Mimmo Annunziata<br />

Roberta Balmas<br />

Por Antonio Ferreira Lima<br />

Frédéric Avertin<br />

grafica & impaginazione<br />

principe pubblicità<br />

stampa<br />

New Grafiche Somma<br />

M<br />

Sinergie culturali a “L’Orientale”<br />

artedì 23 maggio nel Palazzo Dumesn<strong>il</strong>,<br />

l’Università degli Studi di Napoli<br />

“L’Orientale” [UNO], ha aperto al pubblico<br />

<strong>il</strong> Convegno su “Integración cultural y explotación<br />

de los recursos económicos”. Organizzata e diretta<br />

dal ProRettore, nonché docente di Letteratura<br />

Spagnola <strong>del</strong>la Facoltà di Lingue e letterature<br />

Straniere [UNO] Augusto Guarino, la tavola rotonda<br />

sull’integrazione culturale dei Paesi Ispanici nella<br />

fattispecie venezuelana e di quelli orientali quali<br />

Cina e Giappone, ha visto la partecipazione di<br />

Rodrigo Oswaldo Chaves Samudio, Ambasciatore<br />

in Italia <strong>del</strong>la Repubblica Bolivariana <strong>del</strong> <strong>Venezuela</strong>,<br />

Rafael Parra, direttore <strong>del</strong> Centro de Estudios<br />

Petroleros y carboníferos di Maracaibo, Luigi Serra<br />

Preside <strong>del</strong>la Facoltà di Studi Arabo-islamici e <strong>del</strong><br />

Mediterraneo [UNO], Antonio Scocozza, docente<br />

di Lingua, Cultura e Istituzioni dei Paesi Ispanici<br />

[Università di Salerno], Maurizia Sacchetti docente<br />

di Lingua e Letteratura Cinese [UNO], Ers<strong>il</strong>ia<br />

Francesca docente di Economia dei paesi Islamici<br />

[UNO] Raffaele Nocera, Dottore di ricerca ed<br />

esperto di Storia <strong>del</strong>le Americhe [UNO], Pietro<br />

Masina docente di Economia Politica Internazionale<br />

[UNO]. Partendo da una prospettiva interdisciplinare,<br />

<strong>il</strong> Convegno ha innanzitutto ribadito come la<br />

volontà di collaborazione culturale supera qualsiasi<br />

conflitto ideologico. Gli esperti hanno cercato di<br />

<strong>il</strong>lustrare <strong>il</strong> valore <strong>del</strong>le sinergie tra stati culturalmente<br />

molto vari. Così come i paesi <strong>del</strong>l’<strong>America</strong> <strong>del</strong> Sud<br />

non hanno possib<strong>il</strong>ità di sv<strong>il</strong>upparsi individualmente<br />

moltiplicando, in tal senso, le iniziative di integrazione<br />

regionale [MERCOSUR] da parte sua anche<br />

la Cina, da qualche anno, ha considerato opportuno<br />

aderire al trattato <strong>del</strong>la Associazione <strong>del</strong>le Nazioni<br />

<strong>del</strong>l’Asia Sud-Orientale [ASEAN], sulla base di una<br />

formula di “dieci+uno” ed <strong>il</strong> Giappone, sulle orme<br />

cinesi, ha ricalcato quella di “dieci+tre” [Cina,<br />

Giappone e Corea <strong>del</strong> Sud]. Fondata nel 1967,<br />

L’ASEAN ha lo scopo di promuovere la cooperazione<br />

ed <strong>il</strong> sostegno reciproco fra gli stati membri<br />

al fine di accelerare <strong>il</strong> progresso economico conferendo<br />

stab<strong>il</strong>ità territoriale. Esiste, dunque un<br />

“asianismo”, così come un “latinoamericanismo”<br />

con le loro diverse forme di nazionalismo. L’Italia,<br />

da sempre con una collocazione priv<strong>il</strong>egiata rispetto<br />

all’<strong>America</strong> Latina a causa <strong>del</strong>la presenza di flussi<br />

migratori e dunque <strong>del</strong> cospicuo interscambio di<br />

risorse umane, nonché, <strong>del</strong> contribuito dei suoi<br />

di Simona Fiorino<br />

a cura <strong>del</strong> prof. Augusto Guarino, ordinario di Lingua e letteratura spagnola presso l’Università<br />

degli Studi di Napoli “L’Orientale”, di cui dal 2001 è anche prorettore.<br />

docenti con la “pasión por América Latina”, oggi<br />

porta avanti un discorso di collaborazionismo<br />

culturale e linguistico di alto prof<strong>il</strong>o. La realtà<br />

partenopea, protagonista di quell’eredità, riproduce<br />

magnificamente le dinamiche che definiscono le<br />

relazioni tra l’Italia ed <strong>il</strong> continente latinoamericano.<br />

Da qui la necessita, più volte invocata dal Preside<br />

Serra e dal ProRettore Guarino, di offrire strumenti<br />

capaci di sostenere <strong>il</strong> processo d’incontro e di<br />

stimolare un dialogo trasversale, di creare i presupposti<br />

che permettano di evitare la ingenua<br />

visione unificatrice che considera l’universo latinoamericano<br />

come univoco ed omogeneo, di riconoscere<br />

nelle differenze e nelle specificità territoriali<br />

la ricchezza <strong>del</strong> continente ed tirar fuori <strong>il</strong> complesso<br />

insieme di tradizioni, usi e costumi di quei territori.<br />

Per riuscirvi bisogna riflettere sulle dinamiche di<br />

costruzione e negoziazione <strong>del</strong>l’identità in <strong>America</strong><br />

latina e le possib<strong>il</strong>ità di ogni specifica realtà di<br />

creare risorse economiche. E, a proposito di risorse<br />

economiche si è aperto <strong>il</strong> tema Pdvsa, l’imponente<br />

compagnia statale <strong>del</strong> petrolio venezuelano, che<br />

in collaborazione con <strong>il</strong> Centro de Estudios Carboníferos<br />

y Petrolíferos de la Universidad de Zulia<br />

[Maracaibo] e la Facoltà di Studi Arabo-Islamici<br />

[UNO] garantisce borse di studio e scambi culturali<br />

a studenti universitari. Si tratta di un programma<br />

di lingue islamiche che mira a formare professionisti<br />

che sappiano trattare proprio con i paesi arabi sul<br />

tema petrolio La formazione dei giovani attraverso<br />

le grandi holding statali auspica un altro domani<br />

possib<strong>il</strong>e senza depauperamento né sfruttamenti<br />

da parte di paesi sv<strong>il</strong>uppati come gli Stati Uniti. In<br />

ragione <strong>del</strong>la centralità e <strong>del</strong>la complessità<br />

<strong>del</strong>l’argomento, gli interventi proposti al Convegno<br />

hanno cercato di <strong>il</strong>lustrare <strong>il</strong> momento straordinario<br />

che vive l’integrazione. La storia “subalterna” dei<br />

paesi in “via di sv<strong>il</strong>uppo” coincide anche con la<br />

sconfitta dei “paesi sv<strong>il</strong>uppati” nel loro intento di<br />

imporre le proprie regole. Un punto di riferimento<br />

è sta fornito dal <strong>Venezuela</strong> che, con la Alternativa<br />

Bolivariana para las Américas [ALBA] contrapposta<br />

all’Área de Libre Comercio de las Américas [ALCA]<br />

proposta dagli Stati Uniti, fonda <strong>il</strong> suo pensiero nei<br />

bisogni comuni e nel risveglio <strong>del</strong>le coscienze sulle<br />

infinite possib<strong>il</strong>ità di una regione che possiede, tra<br />

le altre cose, risorse naturali, sv<strong>il</strong>uppo industriale,<br />

scientifico e tecnologico, capitali, unità linguistica<br />

e culturale.


E appena tornato da Recife dove ha partecipato ai<br />

lavori <strong>del</strong> Forum sociale bras<strong>il</strong>iano appena in tempo<br />

per presenziare alla prima seduta <strong>del</strong> nuovo parlamento<br />

italiano nel quale è stato eletto senatore dagli<br />

elettori lombardi di Rifondazione comunista. José<br />

Luiz Del Roio, paulistano approdato in Italia da<br />

trent`anni ma con forti legami con <strong>il</strong> proprio Paese<br />

[è tuttora direttore <strong>del</strong>l`Archivio operaio di San Paolo]<br />

è un senatore <strong>del</strong>la Repubblica sconosciuto ai più,<br />

ma non è nuovo ai lettori di <strong>Amiga</strong> <strong>America</strong> Latina<br />

che qui pubblica una intervista da lui r<strong>il</strong>asciata.<br />

Allora Del Roio, si aspettava questa elezione<br />

al Senato italiano?<br />

«In verità era piuttosto diffic<strong>il</strong>e, però una vasta mob<strong>il</strong>itazione<br />

di settori con i quali ho lavorato in questi anni<br />

come l’immigrazione, movimenti legati al forum sociale<br />

italiano, aggregazioni impegnate sull’acqua e i beni<br />

comuni, anche <strong>il</strong> fatto di essere molto conosciuto<br />

attraverso le onde <strong>del</strong>le radio ha portato una buona<br />

quantità di voti. In più <strong>il</strong> partito <strong>del</strong>la Rifondazione<br />

Comunista-Sinistra europea, nelle cui liste mi presentavo<br />

come indipendente, ha avuto una notevole affermazione.<br />

Questo mix ha prodotto un risultato positivo».<br />

Quali sono stati i motivi che l`hanno spinta<br />

a candidarsi?<br />

«In questi anni abbiamo visto nel mondo e in Italia<br />

grandi manifestazioni contro la guerra, <strong>il</strong> precariato,<br />

per i beni comuni che però hanno quasi sempre una<br />

forte distanza dalla politica istituzionale. Come uno<br />

dei coordinatori <strong>del</strong> Forum sociale mondiale, mi sembrava<br />

giusto dare un esempio di come si può tentare<br />

di colmare questo divario».<br />

E` la prima volta che un bras<strong>il</strong>iano, seppure<br />

di cittadinanza italiana, ricopre un incarico<br />

istituzionale così importante. Come pensa di<br />

ut<strong>il</strong>izzare questo suo nuovo ruolo?<br />

«Cercherò esattamente di servire da anello di collegamento<br />

fra i movimenti, in primo luogo italiano ed<br />

europeo, e mondiali con le istituzioni».<br />

Quale <strong>il</strong> primo progetto a cui lavorerà?<br />

«Senza dubbio alcuno lavorerò per <strong>il</strong> ritiro <strong>del</strong>le truppe<br />

italiane dall’Iraq e per la revisione <strong>del</strong>la presenza<br />

m<strong>il</strong>itare italiana nel Kossovo, in Bosnia e in Afghanistan».<br />

Quali sono secondo lei i problemi più importanti<br />

da risolvere per gli stranieri e in particolare i<br />

cittadini bras<strong>il</strong>iani che vivono in Italia?<br />

«Vi è urgenza assoluta di abolire la legge Bossi-Fini e<br />

ridisegnare tutta la cornice legale che regola la presenza<br />

degli immigrati che sono una grande risorsa materiale<br />

e culturale per <strong>il</strong> paese: quindi regolarizzare tutti gli<br />

immigrati che vivono in Italia; assegnare <strong>il</strong> bonus per<br />

<strong>il</strong> secondo figlio a tutti i bambini senza discriminazione;<br />

affidare la certificazione <strong>del</strong>la residenza al lavoratore<br />

e non al datore di lavoro; assicurare <strong>il</strong> permesso di<br />

soggiorno permanente a genitori di figli italiani».<br />

Ritiene di poter essere di aiuto alla comunità<br />

bras<strong>il</strong>iana che vive in Italia? E in caso<br />

positivo, in quale modo?<br />

«I rapporti fra Italia e Bras<strong>il</strong>e da tempo vivono una<br />

situazione non buona. C’è bisogno di riattivare tutti i<br />

l’intervista <strong>del</strong> mese<br />

Josè Luiz Del Roio<br />

L’Italia ha un senatore bras<strong>il</strong>iano, vive da anni nel Belpaese<br />

ma mantiene importanti contatti politici con <strong>il</strong> Bras<strong>il</strong>e<br />

canali: diplomatici, economici, culturali, di intercambio<br />

fra le istituzioni scientifiche. E questo è possib<strong>il</strong>e in<br />

poco tempo e porterà una ricaduta positiva anche per<br />

le tante difficoltà che <strong>incontra</strong>no i bras<strong>il</strong>iani in Italia».<br />

Lei ha fatto parte <strong>del</strong> consiglio direttivo<br />

<strong>del</strong>l`Istituto Bras<strong>il</strong>e-Italia di M<strong>il</strong>ano, ma ha dato<br />

le dimissioni, o meglio non si è reso disponib<strong>il</strong>e<br />

alla sua possib<strong>il</strong>e rielezione. Per quale motivo?<br />

«I motivi fondamentali sono stati due: in primo luogo<br />

la scarsità di tempo e in secondo luogo la non condivisione<br />

<strong>del</strong>l’impostazione <strong>del</strong> rapporto di lavoro con i<br />

funzionari <strong>del</strong>l’Ibrit che a mio parere doveva essere<br />

più rispettosa nelle relazioni di lavoro».<br />

Tra i suoi programmi ci sarà anche quello di<br />

favorire la diffusione <strong>del</strong>la cultura bras<strong>il</strong>iana in<br />

Italia? E in caso positivo, in che modo?<br />

«La mia appartenenza alle due culture mi porta automaticamente<br />

a costruire scambi e legami. Chiaro, nel<br />

momento in cui rispondo a queste domande, ancora<br />

non abbiamo <strong>il</strong> governo e molto dipenderà dai ministri<br />

che assumeranno i beni culturali, l’innovazione tecnologica,<br />

l’università, che ci interessano in particolare».<br />

Sarà diffic<strong>il</strong>e governare per <strong>il</strong> centrosinistra?<br />

«I problemi infatti non mancano. Particolarmente<br />

complessa è la situazione al Senato dove la maggioranza<br />

gira attorno a pochissimi voti. Se <strong>il</strong> governo sarà<br />

capace nei primi mesi di compiere alcuni atti effettivi<br />

come <strong>il</strong> ritiro <strong>del</strong>le truppe dall’Iraq, l’avvio <strong>del</strong>lo smantellamento<br />

<strong>del</strong>la controriforma Moratti che distrugge<br />

la scuola pubblica aumenterà a sua base di consenso<br />

e potrà durare a lungo».<br />

Come vede la questione <strong>del</strong> voto degli italiani<br />

all`estero?<br />

«È l’unico caso di questo tipo al mondo e va gestito al<br />

meglio, come strumento di rafforzamento di informazione<br />

documentata e di relazioni internazionali».<br />

Si è stupito di osservare che gli italiani<br />

all`estero non sono tutti di destra?<br />

«Negli ultimi anni gli italiani all’estero hanno sentito<br />

vergogna per <strong>il</strong> comportamento <strong>del</strong> governo Berlusconi<br />

e per <strong>il</strong> suo totale appiattimento sulla politica bellicista<br />

<strong>del</strong>l’amministrazione Bush. Inoltre la politica estera non<br />

si fa con le battute. E <strong>il</strong> risultato elettorale conferma quanto<br />

poco la Farnesina conosce <strong>del</strong> mondo che cambia».<br />

Lei è appena tornato dal Bras<strong>il</strong>e, dove ha<br />

partecipato a un Forum sociale particolarmente<br />

sofferto. Può parlarcene?<br />

«Il secondo Forum sociale bras<strong>il</strong>iano che si è<br />

realizzato a Recife ha visto la partecipazione di<br />

decine di migliaia di <strong>del</strong>egati e numerose <strong>del</strong>egazioni<br />

straniere. Vi è stato un ampio dibattito<br />

sulla fase di organizzazione dei movimenti sociali<br />

bras<strong>il</strong>iani e sudamericani in genere. La questione<br />

elettorale in sé è stata poco presente. L’ideale<br />

più forte era come accelerare <strong>il</strong> processo di<br />

unificazione economica e politica <strong>del</strong> Sudamerica.<br />

Una nota di particolare merito va alle interpretazioni<br />

artistiche dei gruppi locali che hanno presentato<br />

musiche e balli dalle profonde radici<br />

come <strong>il</strong> frevo, <strong>il</strong> maractu e altri».<br />

Quali sono le ultime novità riguardanti <strong>il</strong> movimento<br />

antagonista?<br />

«Il movimento antagonista mondiale continua ad espandersi<br />

in molte aree <strong>del</strong> pianeta, ma soprattutto a penetrare<br />

in profondità fra le popolazioni più povere. In questo<br />

senso i suoi incontri non si caratterizzano più tanto per<br />

le grandi figure intellettuali ma per una partecipazione<br />

crescente di movimenti indigeni, contadini e altri».<br />

Il movimento continuerà ad appoggiare Lula o<br />

si va facendo strada l`idea di proporre una figura<br />

alternativa a quella <strong>del</strong>l`attuale <strong>presidente</strong>?<br />

«Non esiste una posizione univoca su questo punto.<br />

Probab<strong>il</strong>mente una candidatura come quella di Luisa<br />

Helena, senatrice di Olinda <strong>del</strong> Pt e candidata alla<br />

presidenza <strong>del</strong>la Repubblica, potrà contare sull’appoggio<br />

di una parte <strong>del</strong> movimento. Un altro nome, ma tutto<br />

è ancora da vedere, che potrebbe fare presa, è quello<br />

<strong>del</strong>l’ex <strong>presidente</strong> ed ex ambasciatore Itamar Franco».<br />

Cosa pensa <strong>del</strong>la situazione attuale <strong>del</strong> Pt?<br />

«Senza alcun dubbio negli ultimi dieci mesi ha sofferto<br />

colpi terrib<strong>il</strong>i. Attualmente è in un processo faticoso<br />

e doloroso per risanare le sue ferite. Vediamo quali<br />

saranno i risultati, probab<strong>il</strong>mente pagherà un prezzo<br />

alto alle prossime elezioni, anche se continua però a<br />

essere un partito di massa».<br />

Pensa che Lula ce la farà alle prossime elezioni?<br />

«Nel momento attuale le sue possib<strong>il</strong>ità sono altissime<br />

perché ha davvero l’appoggio di una larga maggioranza<br />

di poveri <strong>del</strong> Nordest, Nord e Centro-ovest <strong>del</strong> Paese».<br />

Se Lula riuscirà a essere eletto, dove andrà a<br />

cercarsi i voti per formare <strong>il</strong> nuovo governo?<br />

«Il Bras<strong>il</strong>e è una federazione presidenziale e nello<br />

stesso tempo la maggioranza dei partiti è molto debole<br />

politicamente e ideologicamente. Un <strong>presidente</strong> con<br />

l’appoggio attivo <strong>del</strong>le masse non deve esasperarsi<br />

per cercare i voti in parlamento. Anzi, uno degli errori<br />

di Lula è stato esattamente questo: rivolgersi a politici<br />

di professione e non ai cittadini».<br />

Come vede la situazione sudamericana? Le<br />

sinistre stanno avanzando solo perché gli Usa<br />

sono concentrati su Iraq e Iran?<br />

«È in piena evoluzione positiva, comincia a <strong>del</strong>inearsi<br />

una ipotesi concreta che in pochi anni si possa creare<br />

la comunità degli stati sudamericani come era nei<br />

sogni dei grandi padri liberatori. E tale evoluzione non<br />

dipende soltanto dal fatto che gli Usa devono concentrasi<br />

su altre regioni, ma anche dalla realtà che l’asse<br />

<strong>del</strong>lo sv<strong>il</strong>uppo economico si è spostato nei paesi asiatici.<br />

Questo limita la loro capacità di azione».<br />

E come vede la situazione internazionale <strong>del</strong><br />

Bras<strong>il</strong>e in questo momento?<br />

«Il Bras<strong>il</strong>e ha fatto molto per influenzare e consolidare<br />

i governi di sinistra in <strong>America</strong> latina. E continua a<br />

farlo. In questo senso si può dire che per la prima volta<br />

è pienamente coinvolto su scala continentale. Ha dato<br />

<strong>il</strong> suo contributo ampio ai rapporti con <strong>il</strong> mondo arabo<br />

con la creazione <strong>del</strong> gruppo G20. E tenta, anche se con<br />

poco successo fino ad ora, di costruire un rapporto più<br />

intenso con l’Africa a sud <strong>del</strong> Sahara. Insomma, ha<br />

una politica estera attiva e ciò è certamente positivo».<br />

pag. 3<br />

AMIGA AMERICA LATINA


La redazione invitata a “tomar<br />

un trago” nella suite presidenziale<br />

al Parco dei Principi.<br />

Temi discussi: avvocatura, investimenti,<br />

editoria<br />

L<br />

Il <strong>presidente</strong> Hugo <strong>Chavez</strong>...<br />

<strong>incontra</strong> “<strong>Amiga</strong> <strong>America</strong> Latina”<br />

’incontro non era assolutamente<br />

programmato.<br />

<strong>Amiga</strong> <strong>America</strong> Latina era lì, per<br />

partecipare ad un evento che<br />

sinceramente non prometteva<br />

tanto successo. Il nostro gruppo<br />

era preparato ad essere cornice<br />

di un meeting più ampio; ma<br />

sicuramente non si aspettava<br />

un dialogo privato e personale<br />

con uno di quegli uomini che,<br />

nel male o nel bene, rappresentano<br />

una <strong>del</strong>le nuove icone di<br />

libertà e sovranità <strong>del</strong> nuovo<br />

m<strong>il</strong>lennio. Queste le parole di<br />

<strong>Chavez</strong>, a noi rivolte: “ Miren,<br />

los invito en mi abitaccion para<br />

estar un poco juntos y hablar<br />

<strong>del</strong> importante trabajo que estan<br />

haciendo”. Emozione a m<strong>il</strong>le per<br />

tutti i presenti. Incredib<strong>il</strong>mente<br />

è successo. E vi raccontiamo<br />

con un certo orgoglio quanto è<br />

emerso di proficuo dallo scambio<br />

di opinioni. Vi è da dire che<br />

<strong>il</strong> Presidente, accreditando i<br />

membri di <strong>Amiga</strong> <strong>America</strong> Latina<br />

anche alla rueda de prensa<br />

internaccional, ci ha concesso<br />

di essere uditori e latori di quella<br />

nuova politica sudamericana di<br />

cui tanto si bisbiglia e poco si<br />

conosce nella realtà dei fatti.<br />

Innanzitutto, con nostro felice<br />

stupore, abbiamo accolto con<br />

enorme soddisfazione<br />

l’approvazione ed <strong>il</strong> sostegno<br />

offerto <strong>del</strong> capo di stato alla<br />

nostra rivista. Come ha sottolineato<br />

Gianni Minà, noto ex giornalista<br />

<strong>del</strong>la Rai, co-autore <strong>del</strong><br />

f<strong>il</strong>m ormai mitico Diario de Motocicleta,<br />

anch’egli presente alla<br />

conferenza stampa, è da stigmatizzare<br />

che sulle testate nazionali<br />

- televisive e <strong>del</strong>la carta<br />

stampata - sia quasi inesistente<br />

la pagina degli esteri, nel senso<br />

che gli italiani non sono minimamente<br />

informati su ciò che<br />

accade in giro per <strong>il</strong> mondo. Mai<br />

si sente parlare di politica ed<br />

economia, in relazione ad interi<br />

continenti: cosa sappiamo vera-<br />

mente di ciò che succede in<br />

<strong>America</strong> Centrale e meridionale?<br />

Cosa sappiamo dei vari paesi<br />

africani o <strong>del</strong>l’area orientale?<br />

<strong>Ugo</strong> <strong>Chavez</strong> ha elogiato gli sforzi<br />

<strong>del</strong>la nostra redazione. <strong>Amiga</strong><br />

<strong>America</strong> Latina ha risposto, dal<br />

canto suo, che non si può parlare<br />

di sforzo, quando si lavora<br />

con la passione e l’amore nei<br />

confronti di un continente e di<br />

un Paese, <strong>il</strong> <strong>Venezuela</strong>.. Il giornalismo<br />

italiano, si è detto, sta<br />

diventando provinciale, come<br />

provinciale si sta rendendo ogni<br />

giorno di più l’Italia: lo stivale<br />

appare oggi come una vecchia<br />

signora di paese. La redazione<br />

ha voluto inoltre sottolineare<br />

che, nel suo piccolo, essa vuole<br />

rappresentare una controtendenza<br />

rispetto alla stampa tradizionale<br />

ed essere testimone<br />

<strong>del</strong>la verità'e0 dei fatti, per come<br />

essi realmente si verificano<br />

nel più bello tra i continenti australi.<br />

Porta a Porta ha definito<br />

<strong>Chavez</strong> un caud<strong>il</strong>lo dei caraibi.<br />

Delle sue l’una: o siamo dinanzi<br />

ad una programmata mistificazione<br />

ed ad una disinformazione<br />

governativa - st<strong>il</strong>e CIA -, oppure<br />

i giornalisti italiani sanno occuparsi<br />

solo di Berlusconi, di Prodi<br />

e <strong>del</strong> Grande fratello. Lasciateci<br />

sospettare e propendere per la<br />

seconda tesi, con sommo dispiacere<br />

per i sostenitori <strong>del</strong>le teorie<br />

<strong>del</strong> complotto. <strong>Amiga</strong> <strong>America</strong><br />

Latina, spiegano i membri <strong>del</strong><br />

comitato al <strong>presidente</strong>, dapprima<br />

era nata come organizzazione<br />

per difendere i latinoamericani<br />

in Italia, poi è finita per<br />

essere una sorta di ente polifunzionale,<br />

adatto anche a far conoscere<br />

agli imprenditori <strong>del</strong><br />

settore medio le opportunità che<br />

<strong>il</strong> Paese Sudamericano offre a<br />

chi è a caccia di buoni investimenti.<br />

<strong>Chavez</strong> sorride e cita un<br />

vecchio adagio <strong>del</strong>la Roma imperiale.<br />

Ha <strong>il</strong> gusto <strong>del</strong>la metafora:<br />

dice che, in effetti, ogni<br />

corpo è composto di svariati<br />

organi, ognuno col suo specifico<br />

compito ma da solo inut<strong>il</strong>e senza<br />

l’aus<strong>il</strong>io degli altri. Intravede per<br />

noi un futuro sim<strong>il</strong>are e paragonab<strong>il</strong>e<br />

a quello <strong>del</strong>le associazio-<br />

ni sindacali. Ci definisce associazione<br />

strategica. Chissà se<br />

ha ragione lui. Si comporta da<br />

vero gent<strong>il</strong>uomo, fa offrire dolcetti<br />

e bevande. E’ graditissima<br />

l’introduzione nelle stanze presidenziali<br />

ad opera di Rodrigo,<br />

ambasciatore in Italia, che con<br />

grandissima classe, ci lascia soli<br />

per interloquire con el Comandante.<br />

Presenti tra gli invitati:<br />

l’avv. Alexandro Maria Tirelli,<br />

che ha richiesto ulteriore appoggio<br />

per l’assistenza legale ai<br />

venezuelani in Italia; Fabiola<br />

Larez - vera trascinatrice <strong>del</strong><br />

gruppo, abbracciata e baciata<br />

dal <strong>presidente</strong> a più riprese (tanto<br />

che <strong>Chavez</strong> la citerà in un<br />

intervista, appena giunto a Vienna,<br />

ndr.). Inoltre: <strong>il</strong> capitano sacerdote<br />

Lutenko ed Ada Martinez,<br />

oltre alcuni altri redattori.<br />

Incredib<strong>il</strong>e, ma vero, <strong>Chavez</strong> si<br />

presta alle foto di rito, poi ce le<br />

fa inviare direttamente dal Palazzo<br />

di Miraflores, per mano<br />

<strong>del</strong>lo squisitissimo Feliciano Sequera.<br />

Il <strong>presidente</strong> si concede<br />

sorridente all’obbiettivo, e fa<br />

scattare una foto in particolare<br />

- che pubblichiamo in copertina<br />

- per promuovere la nostra rivista,<br />

poi ci dà l’autorizzazione<br />

per la pubblicazione<br />

<strong>del</strong>l’immagine. Non possiamo<br />

inoltre non menzionare e ringraziare<br />

l’intero staff de Prensa<br />

Presidencial. Siamo a m<strong>il</strong>ioni di<br />

anni luce da un tipico ambiente<br />

professionale ed istituzionale<br />

italico: qui nessuno si dà arie,<br />

ogni membro <strong>del</strong>la carovana<br />

presidenziale ha una specie di<br />

luce negli occhi, che rivela più<br />

felicità per i compiti affidati che


superbia o vanagloria. Due nomi sopra tutti:<br />

Efraim e Marynes Ladera: si mettono a<br />

completa disposizione, e così diamo vita ad<br />

una sorta di contatto fisso e permanente<br />

per <strong>il</strong> futuro. Marynes è l’incaricata di<br />

scrivere i pezzi, è una fe<strong>del</strong>e reporter. Secondo<br />

dopo secondo, segui i movimenti <strong>del</strong><br />

Presidente, i suoi breefings, presta attenzione<br />

alle interviste concesse e alle dichiarazioni<br />

r<strong>il</strong>asciate. Durante la conferenza stampa,<br />

bellissima ed elegante, sembra quasi<br />

una musicista, una pianista, perché con<br />

grazia e decisione, riporta e trascrive sul<br />

suo computer portat<strong>il</strong>e - ed in tempo reale<br />

- le risposte di <strong>Chavez</strong>, alle incalzanti domande<br />

formulate <strong>del</strong>le più importanti agenzie<br />

di stampa europee ed americane. <strong>Amiga</strong><br />

<strong>America</strong> Latina, a detta <strong>del</strong> capo di stato,<br />

può e deve esaltare le sue caratteristiche,<br />

deve affinare la sua natura essenziale, quella<br />

di interfaccia tra le realtà economiche e<br />

professionali <strong>del</strong> <strong>Venezuela</strong> e italiane. <strong>Amiga</strong><br />

<strong>America</strong> Latina risponderà all’appello.<br />

<strong>Chavez</strong> non è comunista<br />

Mistificazioni e politica: <strong>Chavez</strong> non ha niente a cha fare con <strong>il</strong> comunismo<br />

L’Osservatorio di Carlos Sosa<br />

Ecco perché i no global e l’estrema sinistra<br />

rovinano e deformano l’immagine<br />

<strong>del</strong>lo statista venezuelano<br />

C<br />

’è un piccolo problema di fondo: una<br />

certa sinistra, quella estrema, erroneamente<br />

pensa di aver registrato all’ufficio<br />

marchi e brevetti <strong>il</strong> concetto di giustizia sociale.<br />

Cari signori, questa è la verità: <strong>Chavez</strong><br />

non è comunista, non è contro <strong>il</strong> mercato, ed<br />

è un uomo <strong>del</strong> 21° secolo. Il comunismo è<br />

una categoria politica e f<strong>il</strong>osofica fallimentare<br />

ed è stata rinchiusa per sempre nell’armadio<br />

<strong>del</strong>la storia, quella peggiore <strong>del</strong>l’umanità.<br />

A proposito, avete mai sentito parlare di real<br />

politik? Eppure El Comandante lo ha detto<br />

m<strong>il</strong>ioni di volte: la storia <strong>del</strong> <strong>Venezuela</strong>, quella<br />

degli ultimi cento anni, non può prescindere<br />

dalla variab<strong>il</strong>e petrolio e dalla politica statunitense<br />

sull’intero subcontinente. Stiamo<br />

parlando di quella cosetta da niente, dai più<br />

chiamata dottrina Monroe. Ora, per chi non<br />

c’era, sintetizziamo: dopo <strong>il</strong> 1945, gli Usa<br />

hanno fatto bingo: per contrastare <strong>il</strong> nemico<br />

sovietico nello scacchiere sudamericano, in<br />

una nazione instab<strong>il</strong>e come questa, caratterizzata<br />

da una certa immaturità democratica,<br />

derivante dalla sua brevissima storia (<strong>il</strong> <strong>Venezuela</strong><br />

fu scoperto nel 1500 spaccato),<br />

Washington e la Cia hanno piazzato - o come<br />

si dice istituzionalmente, appoggiato - vari<br />

governi e governetti, contrastando <strong>il</strong> comunismo<br />

nella sua politica interna. Si trattava <strong>del</strong><br />

necessario bipolarismo <strong>del</strong>la guerra fredda.<br />

Già che c’erano, ne hanno approfittato:<br />

l’industria petrolifera, a struttura privata,<br />

gioco forza la corruzione dei governi, è stata<br />

per lungo tempo in mano ai nordamericani<br />

ed ai loro yes men caraibici. Il <strong>Venezuela</strong>,<br />

manco a farlo apposta, è <strong>il</strong> quinto produttore<br />

di petrolio al mondo ed è stato per lungo<br />

tempo <strong>il</strong> fornitore di greggio numero uno <strong>del</strong>la<br />

nazione a stelle e strisce. Risultato: i capitalisti<br />

<strong>del</strong> petrolio si fanno un sacco di soldini, i<br />

politici corrotti dagli Usa si fanno un sacco<br />

di soldini, <strong>il</strong> popolo (90% <strong>del</strong>la comunità<br />

nazionale) muore di fame, pur essendo insediato<br />

su una <strong>del</strong>le terre più ricche <strong>del</strong> mondo.<br />

Facciamo adesso un salto temporale: anni<br />

novanta, è arrivato un certo colonnello <strong>Chavez</strong>.<br />

Ecco cosa fa: nazionalizza <strong>il</strong> petrolio, caccia<br />

tutti quei vecchi furbacchioni e cerca di redistribuire<br />

al popolo la ricchezza <strong>del</strong> sottosuolo<br />

nazionale. Attenzione: le strutture democratiche<br />

<strong>del</strong> paese rimangono sostanzialmente<br />

immutate; promulga una costituzione democratica<br />

nuova ma di impianto democratico e<br />

liberale, fondando una sorta di Stato sociale<br />

che in Europa definiremmo<br />

“socialdemocratico”. Una roba st<strong>il</strong>e Svezia o<br />

Danimarca, ma con qualche m<strong>il</strong>ione di abitanti<br />

in più cui pensare. Fatto tutto questo, andiamo<br />

a vedere un pò come ti reagisce <strong>il</strong> governo<br />

Bush: la signora Condoleeza Rice e Colin<br />

pag. 5<br />

AMIGA AMERICA LATINA


<strong>Chavez</strong> non è comunista<br />

continua da pag. 6<br />

Powell dichiarano che <strong>Chavez</strong> è un pericoloso<br />

comunista, ed è un f<strong>il</strong>ocastristra bastardo,<br />

praticamente è la nuova piaga<br />

<strong>del</strong>l’umanità. Entonces, dove sta la verità?<br />

Hugo è <strong>il</strong> nuovo piccolo Stalin? Niente di<br />

tutto questo. La risposta sta tutta nella<br />

politica energetica, nel controllo <strong>del</strong>le fonti<br />

di approvvigionamento che fanno muovere<br />

i Tir, accendere la luce, spostare gli aerei,<br />

accendere i riscaldamenti, funzionare le<br />

industrie e gli elicotteri da guerra, da Seattle<br />

a Miami, da New York ad Honolulu. Ragazzi,<br />

<strong>il</strong> mondo va ancora a petrolio e a gas.<br />

L’<strong>America</strong> combatte perché è un gigante<br />

che deve sopravvivere e va a giocarsi la sua<br />

partita laddove ci sono fonti di energia, per<br />

acquisirne <strong>il</strong> controllo, poichè le sue risorse<br />

le risulterebbero insufficienti. Così si spiegano<br />

gli interventi in Iraq (primo<br />

produttore di greggio al<br />

mondo) ed in Afghanistan(produttore<br />

di gas<br />

natu-<br />

Eres de <strong>Venezuela</strong>? Comunicate urgentemente con nosotros<br />

asociacion venezolana “Unidos por <strong>Venezuela</strong>”<br />

secretaria Fabiola Larez tel. 338.3685585<br />

ema<strong>il</strong> aso.unidosporvenezuela@yahoo.it<br />

rali). Così si spiega perché gli USA creano<br />

instab<strong>il</strong>ità in <strong>Venezuela</strong>, Colombia (altro<br />

gran produttore di greggio), C<strong>il</strong>e (primo<br />

produttore di rame), in Iran, Libia, etc. Ora<br />

chiedetemi: caro Sosa, cosa c’entra tutto<br />

questo con <strong>il</strong> comunismo, perché rimane al<br />

centro di ogni polemica? Perché viene sempre<br />

sbandierata la bandiera con falce e<br />

martello, a guisa di un capo d’accusa, da<br />

ascrivere nei confronti <strong>del</strong> povero Hugo<br />

<strong>Chavez</strong>? La risposta è semplice: <strong>il</strong> comunismo<br />

è <strong>il</strong> male <strong>del</strong> secolo, una vera piaga,<br />

un cancro contro cui l’umanità ha dovuto<br />

lottare per quasi un secolo, prima di liberarsene.<br />

Il comunismo è uno stigma, è <strong>il</strong> simbolo<br />

stesso <strong>del</strong> male in chiave politica, è la gogna<br />

<strong>del</strong>l’era moderna. Tranne poche frange di<br />

stupidi <strong>il</strong>lusi, ne siamo tutti convinti.<br />

La coscienza politica <strong>del</strong> mondo occidentale<br />

- americano ma soprattutto<br />

europeo - è di matrice liberale<br />

e democratica. La sinistra occidentale<br />

stessa cerca le sue radici<br />

in questo contesto culturale e<br />

si presenta totalmente inserita<br />

nel quadro <strong>del</strong>la socialdemocrazia<br />

moderna e <strong>del</strong>lo<br />

Stato di diritto. Tutte quelle imbec<strong>il</strong>laggini<br />

sulla lotta di classe,<br />

sul plusvalore e sulla rivoluzione<br />

sono concettispazzatura<br />

rifiutati<br />

dall’umanità<br />

<strong>del</strong> 21° secolo.<br />

Ne<br />

discende<br />

che<br />

<strong>il</strong> metodomoderno<br />

più efficace<br />

per<br />

dequalificare uno<br />

statista, renderne l’immagine meno<br />

seria, più primitiva, non moderna e<br />

grezza è proprio quello di diffondere<br />

al mondo intero l’icona <strong>del</strong> comunista<br />

combattente, <strong>del</strong> m<strong>il</strong>itare <strong>del</strong>la repubblica<br />

<strong>del</strong>le banane, con <strong>il</strong> basco rosso<br />

ed un battaglione armato di Kalashnikov.<br />

Questa rappresentazione grottesca ma mediaticamente<br />

efficacissima è la moderna<br />

messa al bando <strong>del</strong> nostro secolo. Ma<br />

l’immagine stessa è un falso storico, ed è<br />

costruita accuratamente a Langley in Virginia<br />

(sede <strong>del</strong>la CIA, ndr). Lo scopo? Isolare <strong>il</strong><br />

<strong>presidente</strong> venezuelano, eliminare ogni tipo<br />

di consenso intorno a lui, disinformare,<br />

tagliare alla radice ogni tipo di dialogo<br />

politico tra <strong>il</strong> governo di Caracas e gli interlocutori<br />

referenziati <strong>del</strong>la Unione Europea.<br />

<strong>Chavez</strong> è venuto a Roma nel 2005 e non è<br />

stato nemmeno ricevuto da Berlusconi. Cosa<br />

si fa per <strong>il</strong> petrolio… Non dimentichiamoci<br />

che <strong>il</strong> <strong>Venezuela</strong> è un fondatore <strong>del</strong>l’OPEC<br />

e concerta con i paesi arabi <strong>il</strong> prezzo <strong>del</strong><br />

bar<strong>il</strong>e di greggio. Come concludere? <strong>Chavez</strong><br />

deve essere apprezzato e conosciuto da<br />

tutti, in primis dal mondo dei moderati, dei<br />

socialdemocratici e dei liberali. Dalla classe<br />

media europea, insomma. Nazionalizzare<br />

l’industria petrolifera è'e8 stato un gioco<br />

forza per togliere dalle mani di Washington<br />

la risorsa principale <strong>del</strong> paese. Il giochino<br />

<strong>del</strong>la disinformazione ha giocato<br />

sull’equazione nazionalizzazione = comunismo,<br />

ma è una bufala. I soldi dei profitti<br />

<strong>del</strong>la vendita <strong>del</strong> greggio non dovevano più<br />

prendere la direzione <strong>del</strong>le banche svizzere<br />

e panamensi, per conto dei funzionari americani,<br />

bensì'ec dovevano rimanere a Caracas.<br />

I petrodollari hanno iniziato così ad<br />

avere una ricaduta sulla gente venezuelana,<br />

in termini di crescita <strong>del</strong> reddito pro-capite,<br />

di costruzione di infrastrutture, di nascita<br />

<strong>del</strong>l’investimento allocato su industrie diverse<br />

da quella petrolifera, come ad esempio<br />

quella alimentare, <strong>del</strong> turismo e <strong>del</strong>la trasformazione<br />

dei beni. Era l’unica scelta<br />

praticab<strong>il</strong>e. <strong>Chavez</strong> è venuto a Roma per<br />

visitare papa Benedetto XV. Lo hanno accolto<br />

i soliti ragazzi dei centri sociali e di Rifondazione,<br />

vestiti come dei barboni, per scelta<br />

estetica, s’intende. Come sempre, erano<br />

bardati con i cappellini rossi, le straviste<br />

bandiere comuniste e le icone degli anni<br />

’60, simboli di un mondo oscuro, brutto e<br />

che non esiste più. Gli esperti di comunicazione<br />

di Miraflores - se esistono - dovrebbero<br />

fare un bel maqu<strong>il</strong>lage al look politico <strong>del</strong><br />

Comandante e renderlo palese per quello<br />

che è, cioè appetib<strong>il</strong>e a tutti, indipendentemente<br />

dall’orientamento politico. I consulenti<br />

<strong>del</strong> governo dovrebbero quindi stab<strong>il</strong>ire basi<br />

di dialogo più ampie, con settori diversi <strong>del</strong>la<br />

società italiana ed europea. Il <strong>Venezuela</strong><br />

deve assolutamente trovare consensi nel<br />

vecchio continente, per mettere definitivamente<br />

la parola fine - con l’appoggio <strong>del</strong><br />

Bras<strong>il</strong>e, <strong>del</strong>l’Argentina e <strong>del</strong> C<strong>il</strong>e – al dominio<br />

yankee sul subcontinente americano, e<br />

spazzare via quella brutta politica battezzata<br />

“dottrina Monroe”, che tradotta in parole<br />

semplici vuol dire “Noi statunitensi comandiamo<br />

su tutto <strong>il</strong> continente zmericano. Voi,<br />

europei e Nazioni Unite, non provate a<br />

metterci nemmeno <strong>il</strong> naso !!”.


Il <strong>presidente</strong> e l’avvocato:<br />

dialogo sulla tutela dei venezuelani nei Tribunali italiani<br />

L’avv. Tirelli: “E’ necessaria una maggior collaborazione<br />

<strong>del</strong>le autorità consolari”. Appello a<br />

la Embajadora Carmen Jimenez Valera<br />

G<br />

li impegni a Roma erano tantissimi e certo<br />

di elevatissima r<strong>il</strong>evanza istituzionale e<br />

politica. Nonostante ciò, <strong>il</strong> <strong>presidente</strong> <strong>Ugo</strong> <strong>Chavez</strong>,<br />

confermando la sua nomea di hombre encantador,<br />

ha ritenuto giusto ed ut<strong>il</strong>e <strong>il</strong> gesto di soffermarsi<br />

a scambiare alcune battute (confidando anche<br />

nell’aiuto di tanto di assistente, al quale ordinava<br />

puntualmente di prendere nota, ndr.) con alcuni<br />

componenti <strong>del</strong> mondo <strong>del</strong>le libere professioni:<br />

spieghiamoci, con coloro i quali si occupano normalmente<br />

di <strong>Venezuela</strong> e di venezuelani, ognuno<br />

nel proprio campo d’azione. L’avv. Tirelli era stato<br />

invitato personalmente all’Hotel Parco dei Principi<br />

dall’ambasciatore Chaves Samudio. Come è noto<br />

l’avv. Tirelli è un penalista e si occupa inoltre di<br />

consulenza per l’investimento verso i Paesi Sudamericani,<br />

avendo egli strette relazioni con <strong>il</strong> mondo<br />

politico, economico ed accademico <strong>del</strong> <strong>Venezuela</strong><br />

e di altri Paesi <strong>del</strong>l’area. “<strong>Ugo</strong> <strong>Chavez</strong> ha una<br />

carisma unico ed eccezionale - dice Tirelli - ma la<br />

cosa che mi ha colpito maggiormente è <strong>il</strong> fatto che<br />

è un uomo che sa ascoltare e non finge, è esattamente<br />

come appare, cioè un puro”. Il <strong>presidente</strong><br />

si è soffermato sulla questione <strong>del</strong> livello di assistenza<br />

legale, sanitaria ed assistenziale offerta ai<br />

suoi compatrioti nel bel Paese ed è rimasto assolutamente<br />

entusiasta <strong>del</strong>l’esistenza di<br />

un’associazione di professionisti (<strong>Amiga</strong> <strong>America</strong><br />

Latina, ndr.), la quale rappresenta, a detta <strong>del</strong><br />

revolucionario, una sorta di principio di organismo<br />

pseudo-sindacale, per la difesa non di una categoria,<br />

sebbene di un popolo, di un’etnia. Tirelli ha confermato<br />

<strong>il</strong> suo impegno e volontà di proseguire lungo<br />

<strong>il</strong> cammino iniziato, ma ha lamentato una sorta di<br />

apatia da parte <strong>del</strong>le autorità consolari. “Mi spiego<br />

meglio - precisa <strong>il</strong> legale - in passato si sono<br />

verificate situazioni imbarazzanti: se arrivava qualcuno<br />

ad un consolato, magari con un problema<br />

serio, i funzionari lo spedivano da un avvocato<br />

amico, a volte pure con un ufficio lontanissimo, <strong>il</strong><br />

quale chiedeva onorari da 1000, 2000, 3000 euro.<br />

Nessuno mi può smentire, è successo a me personalmente:<br />

ho fatto una prova e mi sono presentato<br />

come semplice solicitante, senza rivelare la mia<br />

identità. Da Napoli mi hanno spedito a Salerno,<br />

dove un sedicente avvocato, per far estrarre copia<br />

a Caracas di un banalissimo documento, mi ha<br />

chiesto 2000 euro”. <strong>Chavez</strong>, dal colorito indio e<br />

sanguigno, è sembrato impallidire, e non di gioia:<br />

altro che aiuto ai cittadini all’estero!!! Ma d’altronde<br />

<strong>il</strong> Comandante è un uomo esperto, sapeva o<br />

quantomeno immagina i piccoli intrallazzi di bottega.<br />

Dal canto suo, l’avv. Tirelli non ha inteso né calcare<br />

troppo la mano su questi singoli aspetti né stigmatizzare<br />

l’operato dei consoli o dei funzionari a libro<br />

paga. “Hanno fatto molte cose ottimamente - dice<br />

-, altre mediocremente, altre ancora scandalosamente<br />

male.” Tirelli vuole trovare una coesione<br />

morale e organizzativa con tutte le realtà promosse<br />

dal nuovo governo venezuelano, ossia i consolati<br />

stessi, i circoli bolivariani, le associazione venezuelane,<br />

i comitati per la diffusione <strong>del</strong>la cultura<br />

sudamericana. <strong>Chavez</strong> gli risponde: “tenemos que<br />

luchar para actuar una nueva forma de democrazia<br />

partecipativa” e dice che quando furono chiamati<br />

5000 medici cubani e spediti nei barrios, certamente<br />

non si trattava, da parte loro, di una “manera pa’<br />

explotar el pueblo, sino de una ayuda oferecida<br />

por parte de una gente hermana”. Tirelli si lascia<br />

andare. Ci racconta, terminato <strong>il</strong> dialogo con <strong>il</strong><br />

vertice venezuelano, che se al centro <strong>del</strong>la macchina<br />

istituzionale, cioè al Governo o nel Ministerio de<br />

Relacciones Exteriores, si riesce a mantenere<br />

coerente una linea politica ed amministrativa, in<br />

periferia le cose cambiano. “Ho visto - dice sempre<br />

Tirelli - finanziare un’associazione per la prima<br />

assistenza dei latino americani, a Pozzuoli, che<br />

esiste solamente sulla carta: un giorno ho composto<br />

<strong>il</strong> numero, mi ha risposto la Caritas, e solo dopo<br />

mezz’ora gli operatori si sono ricordati a chi alludevo,<br />

chi cercavo. La Caritas offriva a questi furbacchioni<br />

una stanza, per un paio di ore alla settimana, e<br />

loro andavano in giro a tirar su’ fondi, tra consolati<br />

ed enti assistenziali. Ci sono cascati in molti..”<br />

di Mayerlin Salazar S<strong>il</strong>va<br />

<strong>Chavez</strong> è in mezzo ad una folla di guardie <strong>del</strong> corpo,<br />

si dirige verso i piani alti <strong>del</strong>l’hotel. Appare soddisfatto<br />

<strong>del</strong>la chiaccherata e chiede a Tirelli se sarà<br />

a Roma anche <strong>il</strong> giorno dopo. L’avvocato annuisce,<br />

<strong>il</strong> <strong>presidente</strong> allora lo accredita alla conferenza<br />

stampa internazionale, anche se non è giornalista.<br />

Come ormai sappiamo, <strong>il</strong> professionista sarà invitato<br />

<strong>il</strong> giorno dopo nella suite presidenziale per <strong>incontra</strong>re<br />

nuovamente <strong>il</strong> Comandante. Programma: una breve<br />

discussione, aperitivo e fotografie di rito. Ci avviciniamo<br />

all’avvocato, che rimane nella lobby <strong>del</strong><br />

Parco dei Principi e gli chiediamo qualche ragguaglio<br />

sull’incontro. “Tutto perfetto - risponde - ma spero<br />

che a livello periferico le cose vadano un po’ meglio:<br />

mi spiego, intendo tra la nostra Associazione di<br />

Professionisti (<strong>Amiga</strong> <strong>America</strong> Latina, ndr) ed i<br />

consolati. I consolati ci dovrebbero segnalare i casi,<br />

sia in materia civ<strong>il</strong>e che penale, per poter intervenire<br />

a favore dei bisognosi, ed a basso costo per gli<br />

assistiti. Alcuni consolati sono molto solerti, quelli<br />

venezuelani meno. Non potrò mai dimenticare<br />

quando, in occasione <strong>del</strong>l’evento Chevere, la<br />

console Jimenez mi invitò a iscrivermi in un’apposita<br />

lista di avvocati consigliati dal suo ufficio; ma<br />

guarda caso, tale invito mi fu esternato, subito<br />

dopo che una tale collega di Salerno si lamentò<br />

con la diplomatica <strong>del</strong>la presenza di probab<strong>il</strong>i nuovi<br />

concorrenti sul mercato degli emigranti di ritorno.<br />

Intendiamoci, le pressioni esterne al consolato,<br />

ma ne minavano la serenità”. E’ proprio alla signora<br />

Jimenez Valera che Tirelli rivolge una sorta di<br />

appello. Il professionista ci fa intendere che la<br />

console non fa parte di quello che in <strong>Venezuela</strong> è<br />

chiamato el processo; Carmen è un personaggio<br />

di un’epoca antecedente la revolucion, ma è persona<br />

seria e che soprattutto compie i suoi doveri in<br />

maniera regolare, istituzionale, non esorbitante -<br />

a quanto si dice negli ambienti diplomatici - dai<br />

confini di competenza assegnati dalla missione.<br />

Vox populi, vox dei. I rapporti con <strong>Amiga</strong> <strong>America</strong><br />

Latina sembravano essere nati “freddi”, ma col<br />

tempo sono diventati più che discreti. In effetti,<br />

non si sa per quanto tempo ancora la Jimenez<br />

rimarrà a ricoprire l’incarico. Tirelli dice :” la Jimenez<br />

è persona di classe, rappresenta bene la parte<br />

migliore <strong>del</strong> <strong>Venezuela</strong>, e gli orientamenti politici<br />

<strong>del</strong>le persone non possono assolutamente influenzare<br />

<strong>il</strong> giudizio sulla validità e sulla professionalità<br />

dei singoli. A Napoli siamo in buone mani. Pero,<br />

s,ra Embadora haga nos saber de todos los venezolanos<br />

detenidos en su jurisdiccion !!! nos permita<br />

de contactarlos y ayudarlos !!!! .<br />

pag. 7<br />

AMIGA AMERICA LATINA


ipanema<br />

...<strong>il</strong> Bras<strong>il</strong>e in terra napoletana<br />

locale bras<strong>il</strong>iano avvolto da una calda brezza tropicale,<br />

le serate accompagnate da musica bras<strong>il</strong>iana, un bossa nova dolce che<br />

conserva <strong>il</strong> ritmo <strong>del</strong>le onde che bagnano le spiagge di Ipanema: è proprio dalla spiaggia dove passeggiava la<br />

famosa garota che prende <strong>il</strong> nome questo locale. La musica continua, le percussioni prendono <strong>il</strong> sopravvento,<br />

la musica ha <strong>il</strong> potere di farti abbandonare alle emozioni ed ai ricordi, soprattutto quando a suonarla sono<br />

dei grandi artisti bras<strong>il</strong>iani: <strong>il</strong> compositore ed interprete Edinho do Samba, i percussionisti Branca de Neve e<br />

Tony, la splendida voce di Patty S<strong>il</strong>ly, ed <strong>il</strong> carioca Robertinho alla chitarra.<br />

Finalmente musica con la emme maiuscola grazie allo scrupoloso lavoro <strong>del</strong> direttore artistico Marco Olivieri,<br />

che seleziona e porta a Napoli solo i migliori artisti bras<strong>il</strong>iani. Dai Xixia da a Capitao do Samba,<br />

da i Gang do Samba a Ivete Sangallo.<br />

Via Leonardo Cattolica, 16 Napoli


Bambini in sudamerica:<br />

un salvacondotto per la vita<br />

L<br />

’iter tecnico-burocratico per ottenere<br />

l’adozione internazionale è stato, da sempre,<br />

un procedimento molto complesso, data<br />

anche la <strong>del</strong>icatezza <strong>del</strong>l’argomento. L’adozione è<br />

infatti quel diffic<strong>il</strong>e, lungo, intricato percorso che<br />

ha però come mèta un dono unico e prezioso per<br />

la coppia che lo intraprende: uno o più bambini<br />

che provengono da un altro Paese ed un aiuto che<br />

spesso rappresenta un “salvacondotto per la vita”<br />

per gli stessi bambini, che trovano così un futuro<br />

migliore rispetto alla loro attuale condizione di<br />

minori abbandonati in un orfanotrofio o hogar, a<br />

seconda <strong>del</strong> Paese di provenienza. In molti casi,<br />

quando non ci sono bambini nel nucleo che chiede<br />

l’adozione, la famiglia non solo si amplia ma si<br />

completa e per così dire diventa multietnica,<br />

internazionale. Passiamo ora ad esaminare i requisiti<br />

che occorrono per realizzare compiutamente l’iter<br />

<strong>del</strong>l’adozione.In base alla normativa italiana (art.<br />

6 legge n.184\83) possono essere ammessi<br />

all’adozione i coniugi uniti in matrimonio da almeno<br />

tre anni (viene però tenuto in considerazione anche<br />

<strong>il</strong> periodo di convivenza provato),che abbiano, come<br />

differenza minima di età con <strong>il</strong> bambino da adottare,<br />

i 18 anni e, come differenza massima, i 45 La coppia<br />

deve poi essere dichiarata IDONEA ad educare ed<br />

in grado di mantenere i minori dal Tribunale dei<br />

Minorenni <strong>del</strong> luogo di residenza. La dichiarazione<br />

di idoneità rappresenta insomma la risposta alla<br />

richiesta di disponib<strong>il</strong>ità all’adozione effettuata dai<br />

coniugi, risposta esaminata e ponderata, frutto<br />

<strong>del</strong>la indispensab<strong>il</strong>e collaborazione tra <strong>il</strong> Tribunale<br />

e i servizi degli enti locali che avranno <strong>il</strong> ruolo<br />

importante di conoscere e valutare la coppia. Una<br />

volta che i coniugi ottengono <strong>il</strong> decreto di idoneità<br />

devono attivarsi, entro un anno, nella ricerca di un<br />

Ente Autorizzato allo svolgimento <strong>del</strong>le pratiche di<br />

adozione internazionale. Questa ricerca è ovviamente<br />

subordinata alla scelta <strong>del</strong> Paese al quale le<br />

coppie intendono indirizzarsi per richiedere un<br />

bambino in adozione e viene fac<strong>il</strong>itata dall’ elenco<br />

messo a disposizione dalla Commissione <strong>del</strong>le<br />

adozioni internazionali sull’apposito sito internet.<br />

Gli aspiranti genitori sceglieranno dunque quell’<br />

Ente “autorizzato dalla Commissione ed accreditato<br />

dal Paese straniero a seconda <strong>del</strong>la nazionalità<br />

prescelta per <strong>il</strong> bambino che intendono adottare;<br />

la coppia farà anche <strong>del</strong>le opportune valutazioni<br />

logistiche e personali (ubicazione <strong>del</strong>l’ ente,<br />

tempi, costi, corso da frequentare relativo a<br />

come diventare genitori adottivi, etc...) Siamo<br />

ora giunti alla fase più <strong>del</strong>icata quella relativa<br />

alla “burocrazia “. I coniugi dovranno rifornire<br />

all’ Ente, a seconda <strong>del</strong> Paese prescelto per<br />

l’adozione, una documentazione completa e<br />

nello specifico <strong>del</strong>la Bolivia, i seguenti documenti<br />

legalizzati dalle rispettive Autorità italiane:<br />

• certificato di nascita di entrambi i coniugi<br />

legalizzati dalla prefettura;<br />

• certificato di matrimonio legalizzato dalla<br />

procura <strong>del</strong>la repubblica;<br />

• passaporti in fotocopia di entrambi i coniugi - conferma<br />

da parte <strong>del</strong> funzionario <strong>del</strong> registro civ<strong>il</strong>e che la copia<br />

<strong>del</strong> documento è perfettamente conforme, con la<br />

legalizzazione <strong>del</strong>la prefettura;<br />

• casellario giudiziale per entrambi i coniugi<br />

legalizzato dal procuratore <strong>del</strong>la repubblica;<br />

• mo<strong>del</strong>lo di dichiarazione di atto di notorietà<br />

<strong>del</strong> coniuge che percepisce <strong>il</strong> reddito, con la<br />

legalizzazione <strong>del</strong>la prefettura;<br />

• richiesta di adozione (con riassunto dei documenti<br />

presentati) alla secreteria nacional de servicio social<br />

- servicios tutelares; le firme dei coniugi devono<br />

essere autenticate dal notaio e quella <strong>del</strong> notaio<br />

dalla procura <strong>del</strong>la repubblica;<br />

• “poder especial“ dove si dà pieno mandato alla<br />

rappresentante <strong>del</strong>l’ associazione ad agire per<br />

conto dei genitori in bolivia; l’atto deve essere<br />

stipulato da un notaio e la legalizzazione <strong>del</strong>l’atto<br />

dalla procura <strong>del</strong>la repubblica;<br />

• conferma indirizzata alla secreteria de servicio<br />

social di aver eseguito un corso di preparazione<br />

pre adozione, legalizzazione in prefettura;<br />

• decreto di idoneità all’ adozione legalizzato<br />

dalla procura <strong>del</strong>la repubblica;<br />

• certificati medici per entrambi i coniugi uso<br />

adozione di “sana e robusta costituzione“ r<strong>il</strong>asciatie<br />

dall’asl locale e legalizzati dalla prefettura<br />

• relazione psico sociale individuale e di coppia effettuata<br />

dall’ associazione legalizzata dalla prefettura;<br />

• tre foto formato tessera per entrambi i coniugi;<br />

• certificati dei carichi pendenti di entrambi i<br />

coniugi, legalizzati dalla procura <strong>del</strong>la repubblica<br />

• certificati psichiatrici di entrambi i coniugi<br />

legalizzati dalla prefettura.<br />

Nel frattempo la coppia seguirà un corso di prepa-<br />

razione all’adozione internazionale che viene attivato<br />

dall’ Ente stesso, al termine <strong>del</strong> quale l’Ente invia<br />

la documentazione al Consolato di competenza per<br />

la traduzione e la legalizzazione. Infine l’Ente, a<br />

pratica perfezionata e dopo aver predisposto tre<br />

copie conformi, invierà la documentazione al proprio<br />

corrispondente nel Paese, affinché la presenti al<br />

Tribunale straniero . Il Consolato collabora attivamente<br />

con l’Ente e molto spesso con i coniugi per le notizie<br />

relative al Paese straniero ed in generale per tutto<br />

l’aiuto che può offrire alla coppia sia sul posto che<br />

in Italia, oltre a preparare i visti di ingresso quando<br />

la coppia verrà chiamata per l’affidamento di un<br />

bambino. Il rapporto con <strong>il</strong> Consolato diventa spesso<br />

“priv<strong>il</strong>egiato” e continua nel tempo, anche per <strong>il</strong><br />

seguimento tra l’Ente ed <strong>il</strong> Consolato <strong>del</strong>le relazioni<br />

di “controllo”post-adozione, oltre che per la successiva<br />

documentazione <strong>del</strong>la nuova Cittadinanza acquisita<br />

dal bambino e <strong>del</strong> decreto di adozione definitivo .<br />

Facciamo però ora un passo indietro. L’Ente, attraverso<br />

<strong>il</strong> suo rappresentante in loco, riceve dall’ Autorità<br />

straniera la proposta di abbinamento di un bambino<br />

alla coppia esaminata ( logicamente a secondo <strong>del</strong>le<br />

caratteristiche, <strong>del</strong>le richieste etc); sarà allora che,<br />

accettata dalla coppia la proposta di abbinamento,<br />

l’ ente si occuperà <strong>del</strong> loro viaggio sul posto. Se,<br />

durante <strong>il</strong> periodo di permanenza nel Paese estero,<br />

gli incontri con <strong>il</strong> Tribunale straniero, oltre quelli tra<br />

la coppia ed <strong>il</strong> bambino, saranno positivi, di ciò verrà<br />

data comunicazione all’ Organo di controllo e cioè<br />

alla Commissione di Adozione internazionali in Italia<br />

e si procederà all’ autorizzazione <strong>del</strong>l’ ingresso <strong>del</strong><br />

minore in Italia ed al suo affidamento alla coppia.<br />

Insomma <strong>il</strong> sogno diventa realtà, <strong>il</strong> bambino arriva<br />

in Italia, la nuova famiglia si è formata e le attese<br />

premiate. Dire che la strada per diventare genitori<br />

adottivi è dura ed impervia è dir poco è senzaltro<br />

riduttivo. Bisognerà infatti avere tantissima pazienza,<br />

sapersi districare tra i gangli a volte inestricab<strong>il</strong>i<br />

<strong>del</strong>la burocrazia, non farsi condizionare dal tamtam,<br />

a volte causa di panico, che spesso si genera<br />

tra le coppie nella stessa situazione ed a volte a<br />

causa di una cattiva informazione. Si deve avere<br />

poi <strong>il</strong> coraggio di mettersi a nudo, di raccontare la<br />

propria vita a perfetti estranei, sconosciuti quali i<br />

funzionari <strong>del</strong>l’ente e <strong>del</strong> consolato; persone che<br />

vengono a conoscenza di tutti i particolari <strong>del</strong>la<br />

condizione dei coniugi (da quanto guadagnano ai<br />

beni che posseggono, dalle notizie sulle famiglie<br />

di origine agli eventuali motivi per i quali non<br />

possono semmai avere figli naturali etc ...). La vita<br />

<strong>del</strong>la coppia viene a volta stravolta dalle “indagini”<br />

e viene monitorata giorno per giorno, si vive insomma<br />

un senso di paternità e maternità particolarissimo<br />

che non dura nove mesi ma che altrettanto<br />

intenso, magico, a volte quasi irreale; ma <strong>il</strong> premio<br />

arriva ed <strong>il</strong> bimbo, la cui vocina risuonerà allegra<br />

e gioiosa nella casa <strong>del</strong>la coppia adottiva, ripagherà<br />

completamente tutti i sacrifici<br />

Tutto diventa poi reale ed <strong>il</strong> ricordo <strong>del</strong>la lotta coi<br />

documenti, la burocrazia, i tempi e perché no i costi<br />

diventa sfumato e lascia <strong>il</strong> posto alla felicità, che<br />

ben presto porterà all’oblio dei tanti sacrifici compiuti.<br />

Il sorriso e la gioia che invade <strong>il</strong> cuore di<br />

ognuno di noi alla vista di questa immagine ne è<br />

un’ulteriore prova.<br />

Dott.ssa Maria Pia Pullano<br />

Dott. Mimmo Annunziata<br />

pag. 9<br />

AMIGA AMERICA LATINA


Mi amiga Frida<br />

VIVA LA VIDA: questo è stato <strong>il</strong> suo<br />

ultimo saluto. Frida lo ha scritto<br />

otto giorni prima di morire (1954)<br />

mentre stava terminando <strong>il</strong> suo<br />

ultimo quadro, in mezzo alle sue<br />

angurie cariche di quel rosso<br />

vivo, sempre ricorrente nei<br />

suoi quadri. E' questo grido,<br />

questo desiderio continuo di<br />

gioia di vivere, che ci sorprende,<br />

sapendo che all'età di<br />

diciotto anni, in seguito ad un<br />

incidente, Frida venne impalata da<br />

una sbarra di metallo <strong>del</strong>l'autobus su<br />

cui ritornava da scuola insieme ad<br />

Alex, suo compagno ed amico. La<br />

spina dorsale venne fratturata in<br />

tre punti nella regione<br />

lombare, <strong>il</strong> bacino<br />

schiacciato, <strong>il</strong><br />

piede destro<br />

spezzato, le pelvi<br />

rotte e trapassate<br />

da parte a parte<br />

dal corrimano.<br />

Questa situazione<br />

le impedirà di conoscere anche la maternità, se<br />

non per pochi mesi, perché di lì in poi soffrirà<br />

solamente aborti. Il suo dolore prende corpo e<br />

densità nel quadro “Letto volante” (1932), eseguito<br />

a Detroit, città che l’artista odiava, ma dove restò<br />

per stare al fianco <strong>del</strong> marito Diego Rivera. Qui patì<br />

<strong>il</strong> suo secondo aborto: rimase in ospedale per tredici<br />

giorni; <strong>il</strong> secondo iniziò a disegnare prima se stessa,<br />

poi un feto. Una realizzazione geniale: nel dipinto<br />

scorgiamo uno squallido letto ospedaliero, perduto<br />

in un paesaggio deserto e desolante. Frida è distesa<br />

nuda in una pozza di sangue, una grossa lacrima<br />

bianca scende dal viso, la sua mano tiene un cordone<br />

rosso sangue che si aprirà alla rappresentazione di<br />

sei strane figure con al centro un totem, <strong>il</strong> bambino<br />

non nato. Dolore, solitudine, tristezza, disgrazia,<br />

desolazione sono i sentimenti che questa opera<br />

suscita, ma Frida riuscirà a superare la maternità<br />

per sempre perduta, trasferendo <strong>il</strong> suo potente<br />

amore sui bambini degli altri, sui nipoti e sui figli<br />

di Rivera e, come qualcuno afferma, sugli animali.<br />

Le famose scimmiette ed i pappagalli, tipici simboli<br />

<strong>del</strong>l’arte figurativa messicana, con <strong>il</strong> suo tratto,<br />

trasudano vita e colore, ma non meno vibranti si<br />

rivelano le stesse raffigurazioni di frutta e fiori,<br />

quasi umane nei loro colori, latinamente sgargianti<br />

e magici. Frida dipinse <strong>il</strong> quadro “Letto volante”,<br />

per la prima volta, sul freddo metallo e per di più<br />

sperimentando tecniche che ricordano gli ex voto<br />

o i retablos messicani. Una forma d’arte precisa<br />

nel raccontare gli eventi e è così primitiva ed<br />

ancestrale, talché nemmeno la prospettiva di fondo<br />

appare inadeguata, con quei strani colori pastello,<br />

scelti per contestualizzare un momento tanto tragico<br />

perla sua vita, in quell’odiato paesaggio industriale<br />

che si staglia all'orizzonte. Per l'intera vita, la donna<br />

convivrà con un dolore fisico continuo e lacerante,<br />

ma nonostante le trentadue operazioni sopportate,<br />

Frida Kahlo inneggerà alla vita con quella stessa<br />

allegria che sempre ostentava in pubblico; un’allegra<br />

ubriaca, esibita per celare la sua profonda e reale<br />

tristezza, <strong>il</strong> suo dolore, l'angoscia, e la sofferenza<br />

che, per lcontrappasso, sempre emergerà nei suoi<br />

dipinti. Ma Frida è la rappresentazione stessa di<br />

un dolore unito alla forza quasi animale: la forza di<br />

reagire anche alle situazioni che non potevano<br />

trovare rimedio. E proprio per via <strong>del</strong>la condizione<br />

di immob<strong>il</strong>ità forzata e duratura cui andrà incontro<br />

negli anni, che Frida troverà nella pittura <strong>il</strong> tramite,<br />

lo strumento per esprimere tutta se stessa, con<br />

quel suo linguaggio pittorico particolare, intriso di<br />

uno st<strong>il</strong>e arcaico e nel contempo moderno. Il genio<br />

era nata nel 1907 da un padre ebreo di origine<br />

ungherese: un giovane emigrato in Messico, sofferente<br />

di crisi ep<strong>il</strong>ettiche, fotografo di successo,<br />

preciso e meticoloso nel creare con cura la magia<br />

di luci e di ombre. Da suo padre, Frida forse eredita<br />

quella precisione nel descrivere minuziosamente<br />

ogni particolare, minuzia che la spingerà ad ut<strong>il</strong>izzare<br />

anche minuscoli pennelli di zibellino. Tranne che<br />

per pochissimi quadri, Frida pred<strong>il</strong>igerà <strong>il</strong> formato<br />

minore (30x37cm): più intimo, più suo, più adatto<br />

a raccontare quello che provava, finestra di espressione<br />

di come la donna vedeva l’esterno, <strong>il</strong> fuori,<br />

Via Pontecitra, 21, Marigliano • Napoli • Tel. 081 5192133 • Cell. 334 35 05 547 _ 339 41 59 635 _ 392 88 79 010<br />

l’altro. Da piccola era un monello e anche se a sei<br />

anni si ammala di poliomielite, per cui dovrà rimanere<br />

per nove mesi in camera da letto, dopo la malattia<br />

si inventa di tutto: dalla boxe, al calcio, dalla lotta<br />

libera al nuoto, tutto per poter ristab<strong>il</strong>ire l'uso <strong>del</strong>la<br />

gamba destra che rimase invece sempre più piccola<br />

e meno sv<strong>il</strong>uppata. Per nascondere la menomazione,<br />

Frida indossava anche tre o quattro calze e scarpe<br />

dal tacco speciale, che le donarono quel modo di<br />

camminare lievemente saltellante tipico dei passerotti.<br />

Con <strong>il</strong> padre, si recava spesso in giro a passeggiare<br />

nei parchi, era la pred<strong>il</strong>etta <strong>del</strong>le sei figlie,<br />

forse perchè era l'unica che sapeva, come lui, cosa<br />

significasse veramente a malattia e l'isolamento.<br />

Raccoglieva insetti e piante che poi a casa guardava<br />

al microscopio; imparò anche a usare la macchina<br />

fotografica, a studiare l'arte e l'archeologia messicana<br />

che ritroveremo sempre come parte integrante<br />

<strong>del</strong>la sua inconfondib<strong>il</strong>e arte. Dopo la sua nascita<br />

la madre si ammalò e lei, come si usava una volta,<br />

fu allattata da una balia: quando dipinse <strong>il</strong> quadro<br />

"La mia balia ed io" (1937, 30,5x 35 cm, si dipinse<br />

piccola nel corpo ma con la testa da adulta, la bocca<br />

semiaperta, lo sguardo fisso mentre le viene donato<br />

quel latte-sangue messicano che sgorga da un seno<br />

sezionato e dall'altro gocciolante come lo è <strong>il</strong> cielo<br />

che fa da sfondo ad una foresta tropicale: latte dato<br />

da una donna <strong>il</strong> cui volto assomiglia ad una maschera<br />

tribale, un misto di mistero e morte, primitivo e<br />

folkloristico come fa notare Hayden Herrera nel suo<br />

libro Frida Vita di Frida Kahlo (ed. La Tartaruga) Frida<br />

dà l'impressione di essere simultaneamente protetta<br />

dalla balia e offerta come vittima sacrificale. Frida<br />

Kahlo fece propria l'arte messicana, quella indigena,<br />

<strong>del</strong>le masse a cui legò anche l'impegno politico (fu<br />

membro <strong>del</strong>la Lega giovan<strong>il</strong>e comunista) sfociato<br />

in solidarietà e accoglienza a Lev Trockij quando<br />

arrivò in Messico nel 1937. Organizzò addirittura la<br />

partenza per <strong>il</strong> Messico di quattrocento lealisti<br />

spagnoli durante <strong>il</strong> suo soggiorno parigino: <strong>il</strong> suo<br />

impegno terminò dieci giorni prima di morire quando<br />

lei quasi inferma, in sedia a rotelle, partecipò alla<br />

manifestazione contro la destituzione da parte <strong>del</strong>la<br />

CIA <strong>del</strong> <strong>presidente</strong> guatemalteco Jacobo Arbenz<br />

Guzmàn. Roberta Balmas<br />

casa de samba<br />

ristorante bras<strong>il</strong>iano<br />

La prima Churrascaria Campana, all’interno un’esplosione di colori, suoni, sapori tutti rigorosamente bras<strong>il</strong>iani...<br />

musica coinvolgente, al ritmo di Samba de Enredo con sensuali ballerine, esibizioni di capoeira, danza <strong>del</strong> fuoco,<br />

ma <strong>il</strong> vero protagonista è' <strong>il</strong> Churrasco: carne alla brace offerta con <strong>il</strong> metodo cosiddetto “Rodizio”, dove a prezzo fisso si può<br />

mangiare carne a sazietà. Inoltre potrete gustare tagli tradizionali <strong>del</strong>la carne bovina [Picanha, F<strong>il</strong>et Mignon, Alcatra], le carni<br />

di pollo [Frango], di maiale [Costela de Porco, Linguiça, Lombo], e di tacchino accompagnate da riso,<br />

fagioli neri, farofa [farina di manioca tostata con uova, pancetta e cipolla], salgados e molto altro ancora… tutto preparato<br />

seguendo, scrupolosamente, le ricette di Dona Flor. La musica accompagna la cena ed invita a ballare e si conclude<br />

così <strong>il</strong> viaggio nella cultura bras<strong>il</strong>iana che si diffonde nel mondo anche per mezzo <strong>del</strong>la sua <strong>del</strong>iziosa cucina.


Belkis<br />

vete capito bene. Belkis<br />

A è arrivata in Italia direttamente<br />

da Santiago, la<br />

<strong>del</strong>icatissimi, ed i movimenti<br />

sinuosi e felini.<br />

Le chiediamo come se la passa<br />

che vedi a Parigi o M<strong>il</strong>ano alle<br />

sf<strong>il</strong>ate <strong>del</strong>l’alta moda.<br />

Dicci, pantera, cosa ne pensi<br />

città che è simbolo <strong>del</strong>l’anima a Napoli. Lei risponde: “miren degli italiani, dove te ne andrai<br />

africana <strong>del</strong>la mitica Cuba, la muchachos, las cosas en Napo- in vacanza?? La risposta arriva<br />

perla <strong>del</strong> caribe.<br />

les no estan tan mal como di- senza esitazioni: “los italianos<br />

La ragazza ora vive a Pomigliano cen. Io ho iniziato da qui, conti- son gente encantadora, yo vine<br />

d’Arco, vicino a Napoli. E da nuo a vivere a Napoli per scelta, aqui porque me enamore de<br />

quando ha iniziato a fare provini e vi posso assicurare che mi uno. Quest’estate volevo andare<br />

per alcune società di produzione chiamano per lavorare, da tutte a Cuba per salutare tutti i miei<br />

televisiva e cinematografica, è le città d’Italia, specialmente fam<strong>il</strong>iari. Però alla fine mi hanno<br />

impazzata la mania. Tutti la chia- da M<strong>il</strong>ano”. Belkis è stata la convinta a rimanere.<br />

mano, tutti la vogliono. C’è da protagonista di svariate campa- L’estate la passerò in Sardegna,<br />

capirli: noi <strong>del</strong>la redazione gne pubblicitarie, soprattutto in Costa Smeralda, ci si diverte<br />

l’abbiamo invitata presso la no- testimonial di aziende produttri- tantissimo ed è un posto eccestra<br />

sede e ce ne siamo tutti ci di biancheria intima e di abzionale per conoscere gente <strong>del</strong>lo<br />

innamorati. Nessuno ha resistito bigliamento. Metti un lurido showbiz. Sapete, da cosa nasce<br />

al fascino <strong>del</strong>la pantera. Un me- straccio sul corpo magnifico di cosa”. Che dire, ragazzi. Speriatro<br />

e ottanta l’altezza, mani lun- Belkis e ti sembrerà <strong>il</strong> più bello mo che non diventi la prossima<br />

ghe ed affusolate, lineamenti degli abiti da sera, uno di quelli preda di Flavio Briatore.<br />

Belkis, la pantera de Santiago<br />

A pagina do bem-estar<br />

Melhore sua atividade sexual!<br />

Será que a atividade sexual interfere na atividade<br />

fí'edsica ou vice-versa? A corrida e o sexo são atividade<br />

supersaudáveis. É só ter um pouco de cautela<br />

e equ<strong>il</strong>í'edbrio. Na verdade, uma prática completa a<br />

outra. A atividade física regular diminui o aumento<br />

brusco dos batimentos cardíacos, a dificuldade em<br />

respirar ou a dor no peito associados, que muitas<br />

vezes incomoda também durante a relação sexual.<br />

Por outro lado, os preparativos para uma prova podem<br />

reduzir o interesse e a capacidade sexual.<br />

principe pubblicità<br />

Tudo depende de você. Do seu hábito e vontade.<br />

Pense no que é melhor e mais prioritário. Lembre-se<br />

de seus objetivos. Então:<br />

• Seja o mais sensato possível<br />

• 90% dos atletas de elite não praticam sexo antes<br />

de uma prova<br />

• Não há nenhum problema em fazer sexo após a corrida<br />

• Se a prova for longa você precisará de um tempo<br />

para recompor as energias<br />

• Uma vida sexual ativa e saudável pode proporcionar<br />

bons resultados na pratica de exercícios e vice-versa<br />

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• Evite beber bebidas alcoólicas<br />

• Não fique sem dormir<br />

• Não mude de hábito bruscamente<br />

• Relaxe!<br />

Por Antonio Ferreira Lima<br />

Como combater as olheiras<br />

As olheiras podem ter duas causas: excesso de<br />

pigmentação da pele, escurecendo-a, ou o rompimento<br />

de vasos sangücíneos, provocando o inchaço<br />

das pálpebras. O primeiro caso é hereditário, sendo<br />

mais comum em orientais e pessoas de pele morena.<br />

Já o segundo, é provocado pelo cansaço, excesso<br />

de bebida alcoólica ou ingestão de algum alimento<br />

rejeitado pelo corpo. A mais nova arma contra as<br />

olheiras é a vitamina K1 injetável.<br />

Aplicada em toda a extensão das manchas, ela<br />

recupera os vasos rompidos. São necessárias duas<br />

sessões de 15 minutos cada. No início, fica um pouco<br />

inchado, mas já dá para notar o efeito. Agora, se<br />

você não quer, ou não pode esperar tanto, existem<br />

técnicas que disfarçam.<br />

É temporário, mas o resultado é muito bom: Experimente<br />

fazer uma compressa com batatas: corte duas<br />

fatias bem finas e as coloque sobre os olhos por 20<br />

minutos. Depois, lave o rosto com bastante água fria<br />

e aplique um hidratante para a região dos olhos. Não<br />

se esqueça que dormir oito horas por dia ajuda a<br />

acabar com as olheiras. Se não der, durma uma ou<br />

duas horas à tarde. É tiro e queda.<br />

> dai forma alle tue idee<br />

principepubblicita.com<br />

pag. 11<br />

AMIGA AMERICA LATINA


Santo Domingo<br />

Juanes censurado<br />

en la República Dominicana<br />

Las autoridades dominicanas prohibieron<br />

la canción "La camisa negra"<br />

por atentar “contra la moral”<br />

La canción “La camisa negra”, <strong>del</strong><br />

cantante colombiano Juanes fue<br />

censurada por las autoridades dominicanas<br />

por atentar contra "la<br />

moral y las buenas costumbres".<br />

La melodía fue señalada, ya que en<br />

un párrafo reza: "tengo la camisa<br />

negra y debajo tengo el difunto...<br />

para enterrártelo cuando tú quieras<br />

mamita". Esto provocó que la Comisión<br />

Nacional de Espectáculos<br />

Públicos y Radiofonía anunciara:<br />

"Prohibimos la difusión en radio,<br />

televisión abierta o telecable, colmadones,<br />

b<strong>il</strong>lares o cualquier otro<br />

medio electrónico o establecimiento<br />

público". El tema, compuesto e interpretado<br />

por Juanes, se desprende<br />

de su álbum Mi sangre, y se colocó<br />

rápidamente en el gusto <strong>del</strong> pueblo<br />

dominicano. "Los niños dominicanos<br />

están cantando a coro la nueva y<br />

pegajosa canción <strong>del</strong> colombiano<br />

Juanes", publicó el viernes el periódico<br />

Hoy. Según el mismo diario,<br />

la difusión de la canción "significa<br />

un pésimo ejemplo para la niñéz y<br />

la juventud". Recientemente, la comisión<br />

a cargo ha prohibido varias<br />

canciones y vídeos de artistas locales<br />

y extranjeros, entre ellos Christina<br />

Agu<strong>il</strong>era y Olga Tañón. En la<br />

isla, se tacha al organismo de<br />

“anacrónico” y decimonónico”.<br />

Madrid<br />

Entrevista: Tarso Genro, Ministro<br />

de Relaciones de Bras<strong>il</strong><br />

"Bras<strong>il</strong> no puede ser el gendarme de EE<br />

UU en América Latina"<br />

"Por el escándalo de la financiación <strong>il</strong>egal<br />

tal vez perdimos un 10% de votos en el<br />

sur" Tarso Genro [1947], más que un<br />

ministro-hoy de Relaciones Institucionales<br />

y antes de Educación <strong>del</strong> Gobierno de<br />

Lula da S<strong>il</strong>va-, es un hombre clave dentro<br />

<strong>del</strong> gobernante Partido de los Trabajadores<br />

(PT). Lleva casi 40 años en el movimiento<br />

y bajo su bandera fue dos veces alcalde<br />

de Porto Alegre, el gran centro industrial<br />

<strong>del</strong> sur bras<strong>il</strong>eño. Fue a él a quien Lula le<br />

entregó el timón <strong>del</strong> partido en 2005, en<br />

plena tormenta por casos de soborno y<br />

financiación <strong>il</strong>egal. "El partido está recuperando<br />

su estab<strong>il</strong>idad, reorganizándose<br />

internamente, recomponiendo su cúpula<br />

bajo la batuta <strong>del</strong> <strong>presidente</strong> Ricardo<br />

Berzoini (...) Aquélla fue nuestra peor<br />

crisis. No obstante, un año después, el<br />

<strong>presidente</strong> Lula tiene un respaldo popular<br />

de más <strong>del</strong> 60% y soy muy optimista con<br />

vistas a las presidenciales de octubre.<br />

Por el escándalo tal vez hayamos perdido<br />

un 10% de votos en el sur <strong>del</strong> país [la<br />

zona tradicionalmente fuerte <strong>del</strong> PT] pero,<br />

a cambio, hemos crecido en el centro y<br />

el norte". Genro, que hoy impartirá una<br />

conferencia sobre la democracia y el<br />

desarrollo económico y social de Bras<strong>il</strong><br />

en la sede de la Fundación Sindical de<br />

Estudios, en Madrid, dice que el asalto<br />

<strong>del</strong> miércoles <strong>del</strong> Movimiento de Liberación<br />

de los Sin Tierra (MLST), una facción<br />

radical <strong>del</strong> MST, al Parlamento, no representa<br />

"el sentir popular". Reconoce que<br />

curiosidades<br />

nunca se podrá contentar a todos, porque<br />

no siempre los programas pueden aplicarse.<br />

"Con respecto a la reforma agraria,<br />

por ejemplo, tenemos barreras jurídicas<br />

que nos impiden acelerarla". Los enfrentamientos<br />

entre las bandas armadas y la<br />

policía, que dejaron un centenar de muertos<br />

hace un mes en São Paulo, "no son<br />

achacables a la gestión de un Gobierno<br />

determinado". "Por eso, cuando Geraldo<br />

Alkim [ex gobernador <strong>del</strong> Estado paulista<br />

y candidato a la presidencia por la oposición<br />

socialdemócrata] nos culpó de todo,<br />

reaccionamos a la afrenta. Él sabe que<br />

el problema <strong>del</strong> crimen organizado y el<br />

<strong>del</strong> hacinamiento carcelario vienen de la<br />

época de la dictadura [1964-1984] y que<br />

si había un lugar donde podía estallar era<br />

São Paulo, porque es un espacio urbano<br />

complejo, donde chocan permanentemente<br />

la extrema desigualdad entre<br />

pobres y ricos. Hay otras ciudades con<br />

los mismos desequ<strong>il</strong>ibrios, pero no hay<br />

tanta violencia". Al margen de que Bras<strong>il</strong><br />

tiene muchos problemas internos que<br />

solucionar, Genro cree que el país, por su<br />

poder económico, su extensión territorial<br />

y su peso político, debe tener una actitud<br />

de liderazgo en América <strong>del</strong> Sur. "Bras<strong>il</strong><br />

no puede ser paternalista. Debemos<br />

hablar con Hugo Chávez [<strong>presidente</strong> de<br />

<strong>Venezuela</strong>] con la misma naturalidad con<br />

la que hablamos con Bush [<strong>presidente</strong><br />

de EE UU]. En Europa hay una visión<br />

paternalista de América Latina, les preocupa<br />

que Chávez o Evo Morales [<strong>presidente</strong><br />

de Bolivia] puedan distorsionar el<br />

proceso democrático, pero no se detienen<br />

a analizar esos procesos y a qué necesidades<br />

responden", explica el ministro.<br />

"Morales, por ejemplo, dirige un país que<br />

vive <strong>del</strong> gas y si no cuida ese recurso, no<br />

tiene país. <strong>Venezuela</strong> tiene petróleo, y si<br />

no lo ut<strong>il</strong>iza para promover su plan de<br />

desarrollo, no tiene ninguna oportunidad.<br />

Más allá de la retórica de los gobernantes,<br />

hay que comprender sus necesidades<br />

objetivas y no dramatizarlas como hacen<br />

algunos sectores de la democracia europea.<br />

Se habla mucho de populismo, pero<br />

lo que se ve son manifestaciones específicas<br />

de un deseo de proyecto nacional",<br />

añade. "Lo que tenemos que intentar es<br />

curiosidades<br />

Portugal<br />

Redução da idade penal deixa<br />

PP sozinho<br />

O CDS contou ontem, na Assembleia da<br />

República, com um adversário inesperado à<br />

sua proposta de alterar a legislação penal<br />

em vigor, reduzindo a idade de inimputab<strong>il</strong>idade<br />

de menores para os 14 anos. O PSD,<br />

muito mais do que o PS ou os outros partidos<br />

de esquerda, foi o grande opositor do projecto<br />

de lei dos democratas-cristãos, com o deputado<br />

Paulo Rangel a garantir que o seu partido<br />

"não cederá nunca à tentação de romper<br />

com a tradição humanista portuguesa". A<br />

verdade é que o CDS não apresentou a<br />

proposta nos anos em que esteve coligado<br />

com o PSD no Governo (2002-05), mas agora<br />

vem propor um "Estado que se quer impecável<br />

no combate à criminalidade". Os populares<br />

consideram que, face aos dados do<br />

último Relatório de Segurança Interna - que<br />

revela que em 2005 registaram-se 6729<br />

ocorrências de criminalidade grupal e 4649<br />

de criminalidade juven<strong>il</strong> -, os indiví'edduos<br />

entre os 14 e os 16 anos que praticam crimes,<br />

não o façam "com a sensação da mais completa<br />

impunidade". Nuno Melo, que apresentou<br />

o projecto, citou até exemplos estrangeiros<br />

em que a "idade penal" é mais<br />

reduzida: "A Inglaterra do socialista Tony<br />

Blair optou pelos dez anos; a Grécia, o Canadá<br />

e a Holanda pelos 12 anos; a França, Israel<br />

e a Nova Zelândia pelos 13 anos; a Áustria,<br />

a Alemanha, a Itália pelos 14 anos". Todos<br />

os partidos discordaram das posições do<br />

CDS, com Maria Rosário Carneiro (PS) a dizer<br />

que o projecto contém vários equívocos e<br />

que "é uma regressão civ<strong>il</strong>izacional". A deputada<br />

lembrou que o Governo aprovou em<br />

Conselho de Ministros a proposta de lei de<br />

ridurre questi 2<br />

articoli


The bossa nova years<br />

Uno musica, uno st<strong>il</strong>e, un ritmo. Il genio di Jobim e la magia <strong>del</strong>la cidade marav<strong>il</strong>hosa<br />

Q<br />

ueste nuove armonie nascono in me e da<br />

me solo. Io mi sono sempre ribellato<br />

all’establishment, ed alle normalità ritmica.<br />

E’qualcosa di personale. Ho ascoltato Debussy e<br />

Ravel, ma loro non hanno quel beat africano che<br />

invece noi respiriamo a Rio”. Queste le parole <strong>del</strong><br />

mitico Tom, pseudonimo di Antonio Jobim, uno tra<br />

i più grandi compositori di sempre, includendo Mozart<br />

ed i Beatles. Il mondo scoprì la bossa nova nel 1963,<br />

quando <strong>il</strong> maestro compose la ormai classicissima<br />

Garota di Ipanema, che si aggiudicò ben quattro<br />

Grammy Awards quell’anno. Tom morì nel 1994 a<br />

New York, <strong>il</strong> giorno <strong>del</strong>l’immacolata concezione. Sarà<br />

ricordato come uno dei padri assoluti <strong>del</strong> genere<br />

musicale, che rappresenta uno dei codici genetici<br />

<strong>del</strong>l’identità culturale <strong>del</strong> Bras<strong>il</strong>e moderno.<br />

Nel 1989 Tom spiegava:”In portoghese bossa significa<br />

“protuberanza”, una sorta si bernoccolo, un gonfiore.<br />

Proprio come <strong>il</strong> cervello umano, che è fatto di tante<br />

piccole gibbosità, di tante convessità che corrispondono<br />

alle concavità <strong>del</strong>la materia grigia”. Jobim<br />

aveva <strong>il</strong> gusto <strong>del</strong>la metafora e diceva che quando<br />

un uomo possedeva una virtù speciale o un vero<br />

talento, aveva una bossa na cabeza. Lui la bossa ce<br />

l’aveva per la chitarra. Inventò un nuovo st<strong>il</strong>e nel<br />

suonarla, pose una pietra m<strong>il</strong>iare nello storia <strong>del</strong>lo<br />

strumento a sei corde, e non inferiore allo stesso<br />

flamenco o al rock’n’roll. Scrisse le musiche per i più<br />

bei album <strong>del</strong> mitico Joao G<strong>il</strong>berto, costruendo così<br />

un ponte ideale tra la tradizione musicale carioca -<br />

ossia di Rio de Janeiro-e quella bahiana.<br />

Tom racconta: “Io ed i miei contemporanei abbiamo<br />

appreso tantissimo dai compositori bras<strong>il</strong>iani che ci<br />

hanno preceduto. Gente come Pixiguinha, Ary Barros<br />

o Dorival Caymmi ci avevavo lasciato un rastro, una<br />

traccia di bellezza da seguire. Quando la bossa nova<br />

apparse in Bras<strong>il</strong>e, molti puristi <strong>del</strong> samba ci derisero,<br />

pieni di animosità”. Ma mentre in patria i nostri<br />

precursori ricevevano molti dissensi, negli Stati Uniti<br />

esplose l’amore per la bossa nova. Il problema stava<br />

nell’affinità che la musica di Jobim aveva con <strong>il</strong> jazz,<br />

rendendo <strong>il</strong> genere forse troppo raffinato per le<br />

orecchie più grossolane.. Tom Jobim sempre si<br />

rammaricò <strong>del</strong> fatto che <strong>il</strong> mondo vedesse la bossa<br />

nova come una derivazione <strong>del</strong> jazz e non, come in<br />

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realtà era, <strong>del</strong> samba. Il musicista diceva, alludendo<br />

ai suoi tempi, che tutta la musica che avesse uno<br />

swing era impropriamente definita jazz, ma che<br />

questo swing era proprio <strong>il</strong> tratto predominante di<br />

tre tradizioni musicali: quella cubana, l’americana e<br />

la bras<strong>il</strong>iana appunto. Caetano Veloso ha detto e<br />

scritto molte cose interessanti sulla bossa nova. La<br />

definisce come una musica estasiata, positiva e<br />

felice, che ti trascina magicamente verso <strong>il</strong> mare,<br />

l’amore, <strong>il</strong> matrimonio, la solitudine o <strong>il</strong> completamento<br />

di te stesso. Queste le parole di Caetano:”Io<br />

sono nato in un periodo nel quale l’arte portava con<br />

se una spiritualità negativa, sembrava che dovessimo<br />

essere tutti infelici. I testi <strong>del</strong>le canzoni di samba<br />

sembravano quelli dei tango argentini. Nunca mais..<br />

Nao quero lembrar..meu ultimo desejo... Per radio<br />

passava un Bolero che era intitolato Suicidio e finiva<br />

con uno sparo. Incredib<strong>il</strong>e!! Realistico!!”. Anche <strong>il</strong><br />

grandissimo scrittore Mario de Andrade lanciava un<br />

messaggio universale: “Figlio, suona la musica<br />

bras<strong>il</strong>iana. Se sei bras<strong>il</strong>iano, fai musica bras<strong>il</strong>iana.<br />

Se hai talento, fai musica bras<strong>il</strong>iana. Se sei un genio,<br />

hai una ragione in più per suonare musica bras<strong>il</strong>iana.<br />

Renditi più ut<strong>il</strong>e al pianeta, suonando <strong>il</strong> samba.” Il<br />

samba è come lo spirito, non è qualcosa di immutab<strong>il</strong>e.<br />

Il samba è la vita, fatta di prove ed esperienze. Così<br />

nacque Garota de Ipanema.<br />

La storia.<br />

Bella. Un corpo da sogno. Stava passeggiando per<br />

Ipanema, sublime, sensuale davanti agli occhi paralizzati<br />

di Tom, Vinicius de Moraes e Joao G<strong>il</strong>berto.<br />

Forte emozione, canzone immensa. Jobim scrisse la<br />

partitura, Vinicius - poeta e diplomatico - <strong>il</strong> testo. Il<br />

chitarrista bahiano Joao G<strong>il</strong>berto la interpretò come<br />

nessuno mai dopo di lui. Con 25 m<strong>il</strong>ioni di copie<br />

vendute, <strong>il</strong> pezzo è <strong>il</strong> secondo più suonato al mondo<br />

nella storia di sempre, dopo Yesterday dei Beatles.<br />

Garota de Ipanema è come una perfetta <strong>il</strong>lustrazione<br />

<strong>del</strong>lo spirito <strong>del</strong>la bossa nova, <strong>il</strong> più sofisticato<br />

movimento musicale nato in terra bras<strong>il</strong>iana. Il genere<br />

fu mal tradotto in inglese con l’espressione new<br />

beat. Poesia e semplicità, un ritmo soffice, la melodia<br />

pura e fluida. Tutto questo è bossa nova. Un atmosfera<br />

radiosa e complessa che è strettamente legata ad<br />

un posto magico, Rio de Janeiro. Una musica che<br />

farà conoscere al mondo<br />

Copacabana, <strong>il</strong> Corcovado,<br />

Ipanema, Un suono che quasi<br />

ci fa fluttuare nell’aria e che<br />

apre la mente e l’intera vita<br />

ad una f<strong>il</strong>osofia tropicalista.<br />

La bossa è <strong>il</strong> Vangelo<br />

<strong>del</strong>l’uomo che ha scelto<br />

l’esaltazione <strong>del</strong>l’amore, <strong>del</strong>le<br />

donne, <strong>del</strong>l’oceano e <strong>del</strong><br />

piacere. Le canzoni hanno<br />

un’atmosfera stregata, intimista,<br />

squisitamente carnale.<br />

Ti invitano ad un oziosa pigrizia.<br />

La storia <strong>del</strong>la bossa<br />

nova, ancora oggi, ci porta<br />

oggi in un mondo carico di<br />

fascino. Siamo alla fine degli<br />

anni ’50 a Rio, <strong>il</strong> Bras<strong>il</strong>e vive<br />

uno dei momenti più euforici.<br />

Libertà democratica, sv<strong>il</strong>uppo<br />

economico. Le arti ed <strong>il</strong> calcio prosperano nel gigantesco<br />

paese sudamericano. Tutto l’ambiente è leggero,<br />

si vive una vita fac<strong>il</strong>e. L’iniziatore di tutto è lui: Antonio<br />

Carlos Jobim, compositore prolifico e talentuoso, un<br />

uomo alto con un look pieno di ironia, pieno di non<br />

chalance. Ha una formazione di tipo classico. Si fa<br />

influenzare moltissimo da V<strong>il</strong>la-Lobos e da Ary Barroso,<br />

quest’ultimo famoso compositore di Bras<strong>il</strong>,<br />

celebre pezzo cantato tra gli altri da Elis Regina. Ne<br />

sortisce una musica unica e <strong>del</strong>icata, sobria e naturale;<br />

tutto ciò meravigliosamente combinato con una<br />

ricchezza melanconica e di testi. Siamo nel 1959.<br />

Due gli eventi chiave. Innanzitutto la pubblicazione<br />

<strong>del</strong> disco - manifesto Chega de Saudade, firmato fa<br />

Tom e Joao, e trasformato immediatamente in un<br />

grandissimo successo commerciale.<br />

Poi, la consacrazione a Cannes al festival <strong>del</strong> cinema,<br />

dove l’Orfeo Negro, opera di Marcel Camus, vincerà<br />

la Palma d’oro. La colonna sonora sarà firmata dai<br />

soliti Jobim e De Moraes, con la collaborazione di<br />

Luis Bonfà, splendido chitarrista e compositore di<br />

musiche ormai patrimonio <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l’umanità.<br />

Due tra tutte: Tristeza e Manha de Carnaval.<br />

G<strong>il</strong>lespie, Quincy Jones, M<strong>il</strong>es Davis ed altri giganti<br />

soccomberanno all’irresistib<strong>il</strong>e fascino <strong>del</strong>la melodia<br />

carioca. Impossib<strong>il</strong>i da non ricordare ancora Baden<br />

Powell ed uno dei sassofonisti più grandi di tutti i<br />

tempi Stan Getz, <strong>il</strong> quale convinse la moglie di Joao<br />

G<strong>il</strong>berto, Astrud, a registrare <strong>il</strong> leggendario album<br />

nel quale furono incise lanciate per sempre, nel<br />

firmamento <strong>del</strong>la storia, canzoni quali Desafinado,<br />

Insensatez, Samba de uma nota so e Vivo Sonhando.<br />

di Frédéric Avertin<br />

pag. 13<br />

AMIGA AMERICA LATINA


Mobbing<br />

la cancrena <strong>del</strong> mondo <strong>del</strong> lavoro subordinato Trabajadores defiendense!!<br />

M<br />

obbing: una parola oramai di uso comune.<br />

Ma qual è <strong>il</strong> significato tecnico? Gli esperti<br />

la definiscono come forma di terrore psicologico<br />

esercitato sul posto di lavoro, attraverso attacchi<br />

ripetuti da parte di colleghi o dei datori di lavoro.<br />

Le forme che <strong>il</strong> mobbing può assumere sono molteplici:<br />

dalla semplice emarginazione alla diffusione<br />

di maldicenze, dalle continue critiche alla sistematica<br />

persecuzione, dall’assegnazione di compiti dequalificanti<br />

alla compromissione <strong>del</strong>l’immagine sociale<br />

nei confronti di clienti e superiori.<br />

Nei casi più gravi si può arrivare anche al sabotaggio<br />

<strong>del</strong> lavoro e ad azioni <strong>il</strong>legali. Lo scopo <strong>del</strong> mobbing<br />

è quello di eliminare una persona che è, o è divenuta,<br />

in qualche modo scomoda, distruggendola psicologicamente<br />

e socialmente in modo da provocarne <strong>il</strong><br />

licenziamento e da indurla alle dimissioni. Il mobbing<br />

è un fenomeno in continua evoluzione. Infatti, da<br />

situazione occasionale e mirata, è diventata una<br />

vera e propria strategia aziendale che rischia di<br />

diventare prassi tollerata, quando non addirittura<br />

incentivata ed incentivante. È vero che chi attua <strong>il</strong><br />

mobbing acquista <strong>il</strong> rispetto degli altri e li induce ad<br />

associarsi con lui per far parte <strong>del</strong>l’operazione o per<br />

non diventare a sua volta soggetto mobbizzato. E’<br />

altresì vero che, in tema di mobbing, spesso si creano<br />

equivoci, con la conseguenza che di mobbing si parla<br />

anche quando non si dovrebbe. Se da un lato è vero<br />

che <strong>il</strong> lavoratore può ut<strong>il</strong>izzare tale argomento per<br />

ottenere una tutela più efficace, sulla scorta <strong>del</strong>l’art.<br />

2087 c.c. che garantisce i diritti <strong>del</strong>la personalità<br />

<strong>del</strong> lavoratore vessato, d’altro canto è anche vero<br />

che, fuori dagli schemi ordinari, <strong>il</strong> fatto stesso di<br />

sentirsi vittima di un’ingiustizia e la circostanza di<br />

non trovare per dette ragioni un lavoro gratificante,<br />

non significa sic et simpliciter che ci troviamo innanzi<br />

ad una situazione definib<strong>il</strong>e mobbing.<br />

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Prova ed onere <strong>del</strong>la prova<br />

Il lavoratore che lamenti di avere subito comportamenti<br />

mobbizzanti e che intenda chiedere in giudizio <strong>il</strong> risarcimento<br />

<strong>del</strong> danno è gravato dall’onere di dare la prova<br />

<strong>del</strong>le condotte realizzate in suo danno, inoltre <strong>del</strong> danno<br />

patrimoniale o esistenziale subito, <strong>del</strong>l’eventuale<br />

incidenza di tale danno sulla sua integrità psicofisica.<br />

L’elemento oggettivo <strong>del</strong> mobbing è da ricercare in tutti<br />

quegli atti e quei comportamenti diretti a ledere la<br />

situazione giuridica soggettiva <strong>del</strong>la vittima. Tali atti<br />

devono essere realizzati nel tempo. Secondo una tesi,<br />

esiste mobbing se vi è almeno un attacco alla settimana,<br />

per un minimo di sei mesi. Tale teoria risulta riduttiva,<br />

poiché in base al principio <strong>del</strong>la “personalizzazione <strong>del</strong><br />

danno” - discendente dall’art. 3 <strong>del</strong>la nostra Costituzione<br />

-, ogni specifica situazione deve essere valutata in<br />

maniera differenziata, in ragione <strong>del</strong>le diversità esistenti<br />

tra ogni singolo individuo lavoratore. Pertanto, pur se<br />

è pratico individuare un tempo minimo oggettivo,<br />

possiamo affermare che la durata è correlata<br />

all’intensità <strong>del</strong> mobbing, alla forza <strong>del</strong>l’autore <strong>del</strong>le<br />

condotte <strong>il</strong>lecite e al grado di resistenza <strong>del</strong>la vittima.<br />

Tipologie di mobbing<br />

Il fenomeno può presentarsi sotto varie forme ed esplicarsi<br />

attraverso differenti modi operandi. Ognuno di essi<br />

comunque genera la responsab<strong>il</strong>ità civ<strong>il</strong>e. Elenchiamo<br />

le principali tipologie. Mobbing ascendente: quello<br />

predisposto dai dipendenti contro <strong>il</strong> proprio responsab<strong>il</strong>e,<br />

non <strong>il</strong> datore di lavoro, ma <strong>il</strong> soggetto da questi predisposto.<br />

Mobbing verticale: posto in essere dal datore<br />

di lavoro verso <strong>il</strong> subordinato. Mobbing orizzontale:<br />

esercitato dai colleghi verso <strong>il</strong> soggetto individuale.<br />

Come difendersi dal mobbing<br />

Primo strumento è la pazienza, la lotta contro <strong>il</strong> mobbing<br />

è lunga e diffic<strong>il</strong>e. Ricordiamoci che una vertenza di<br />

lavoro richiede <strong>del</strong> tempo, specialmente se si passa<br />

dal primo grado all’appello. Ma non bisogna cedere,<br />

né scoraggiarsi o farsi vincere dalla depressione. Altro<br />

errore è quello di pensare alle dimissioni. La prima<br />

cosa al quale un mobbizzato pensa è quella di fuggire<br />

e liberarsi dalla situazione stressante. Ma attenzione!!<br />

quasi sempre <strong>il</strong> mobbing ha proprio lo scopo di giungere<br />

impunemente a licenziare un soggetto.<br />

Dare le dimissioni può dare un beneficio psicologico<br />

nell’immediato alla vittima, ma con la nefasta conseguenza<br />

di “darla per vinta” al mobber, con successiva<br />

preclusione <strong>del</strong>le vie legali, consistenti nell’esercizio<br />

<strong>del</strong>l’azione risarcitoria innanzi al tribunale.<br />

Ecco la giusta reazione: bisogna organizzarsi, resistendo<br />

e raccogliendo tutto ciò che può documentare le<br />

vessazioni subite. E’ consigliab<strong>il</strong>e cercare degli alleati<br />

sul posto di lavoro, in particolare colleghi disposti a<br />

testimoniare.<br />

Il mobbing fa ammalare<br />

I principali sintomi <strong>del</strong>le malattie da mobbing sono<br />

naturalmente di ordine psichico: ansia, depressione,<br />

attacchi di panico, etc. Esiste altresì chi ha manifestato<br />

disturbi più marcati, quali cefalea, insonnia, emicrania,<br />

dolori muscolari, palpitazioni cardiache, acidità gastrica,<br />

tremore, mancanza di appetito, appetito eccessivo,<br />

diminuzione <strong>del</strong>la potenza e <strong>del</strong> desiderio sessuale,<br />

etc. Vi è infine chi ha sv<strong>il</strong>uppato disordini nel comportamento,<br />

quali la perdita <strong>del</strong>l’autostima, la mancanza<br />

<strong>del</strong>la fiducia in sé stessi, <strong>il</strong> senso di inut<strong>il</strong>ità.<br />

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