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Grandimostre n 04 - Emmi srl

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1300. Una data centrale all’interno del<br />

libro di Serena Romano, la data di un<br />

“momento esplosivo” che racchiude la<br />

fine di un secolo e l’inizio di un altro<br />

secolo, importante momento di passaggio<br />

coincidente con una rivoluzione<br />

dello sguardo legata al nome di Giotto.<br />

Non una monografia dell’artista in senso<br />

stretto, ma un affresco ragionato ad<br />

ampio respiro che indaga il mutare dei<br />

congegni figurativi basati sul rapporto<br />

tra l’esperienza visiva gotica e la rielaborazione<br />

dell’antico. Tutto è compreso<br />

nello svolgersi dell’esperienza del grande<br />

artista, esperienza artistica e umana che<br />

si racchiude nell’arco della sua vita, attraverso<br />

la quale è possibile prendere coscienza<br />

del mutare di un’epoca. Il libro è<br />

un’analisi storica che ricostruisce tutto il<br />

tessuto della “rivoluzione del ‘300” con i<br />

suoi luoghi, le sue corti, le sue imprese.<br />

Centrale è la storia dei due grandi cantieri<br />

che videro nascere l’opera di Giotto:<br />

quello della basilica di San Francesco<br />

ad Assisi e quello della cappella degli<br />

Scrovegni a Padova. Due le sezioni del<br />

saggio. La prima tratta alcune delle questioni<br />

più dibattute dell’arte medievale<br />

ROBERTO PASINI, WARHOL E ROMITI,<br />

PENDRAGON, 2008, PP. 144, EURO 20<br />

LA 0 DI GIOTTO TRA ANTICO E MODERNO<br />

ENCICLOPEDISMO D’OLTRALPE<br />

Sei libri tradotti nel 2008, e un altro appena è iniziato<br />

l’anno nuovo. Lo si nota spesso nell’editoria italiana:<br />

amori tanto improvvisi quanto volubili. Stavolta è il turno<br />

di uno straordinario e acutissimo erudito, Georges Didi-<br />

Huberman. Che spazia con un’invidiabile souplesse da<br />

Penone a Giacometti, dagli ex voto a Warburg. E che in<br />

questo caso leggiamo alle prese con Beato Angelico e il tema<br />

dell’Annunciazione.<br />

GEORGES DIDI-HUBERMAN, BEATO ANGELICO. FIGURE DEL DISSIMILE,<br />

ABSCONDITA, 2009, PP. 329, EURO 33<br />

AZZARDI ERMENEUTICI<br />

Lo confessa innanzitutto l’autore che quello fra Andy Warhol<br />

e Sergio Romiti è “un confronto ‘assurdo’”. Ma non ci si<br />

fermi al significato colloquiale del termine. Pasini invita<br />

infatti il lettore a cogliere la sfumatura “esistenzialista” del<br />

termine. E così il parallelo si fa intrigante, ponendo faccia<br />

a faccia quel che pare essere il pensiero pittorico puro con<br />

l’assenza dello stesso. E non è certo difficile vincere al gioco<br />

del chi-è-chi.<br />

come la problematica degli affreschi raffiguranti<br />

le storie di Isacco e delle storie<br />

di San Francesco. La seconda si incentra<br />

sul nuovo valore attribuito alla figura<br />

umana, sia essa parte di un racconto in<br />

cui si rapporta ad altre figure o immagine<br />

allegorica autonoma. Fondamentale<br />

in queste pagine è la riflessione sulla<br />

natura, intesa da Giotto come oggetto<br />

di studio e fonte di insegnamento. In<br />

conclusione, una riflessione sul titolo, su<br />

quella “O” che sembra racchiudere sotto<br />

i nostri occhi tutte le innovazioni della<br />

prima parte della vita dell’artista, quella<br />

“O” perfetta che ricorda il famoso aneddoto<br />

che tanto racconta del mito che<br />

ancora oggi lo avvolge: “(…) la sprezzatura<br />

della sua “O” rappresenta con la<br />

semplicità di un vero grafico il cambiare<br />

del mondo medievale, il suo liberarsi<br />

della tradizione guardando all’Antico”.<br />

Un saggio accessibile a tutti, ricco di<br />

un accurato corredo iconografico, di<br />

un vasto apparato di note e di un’attenta<br />

bibliografia. Un libro dallo stile<br />

limpido, appassionante, capace di far<br />

rivivere una delle pagine più belle della<br />

storia dell’arte europea. (daniele fiacco)<br />

ARTURO SCHWARZ, ALIK CAVALIERE,<br />

EELCTA, 2008, PP. 232, EURO 40<br />

MATTHEW SPENDER, IN TOSCANA,<br />

BARBÈS, 2008, PP. 320, EURO 12<br />

Editoria / Libri<br />

Serena Romano<br />

LA O DI GIOTTO<br />

Electa Mondadori, 2008, pp. 420, euro 38<br />

SENZA MACCHIA E SENZA PAURA<br />

Se la copertina d’un libro è il miglior strumento di marketing<br />

dello stesso, allora il tomo di Schwarz ha colto nel segno.<br />

Perché ci si chiederà se v’è stato un errore nello stampare<br />

cover e prime pagine, visto che le parole sono tagliate, come<br />

se una lastra fosse stata spostata di qualche millimetro. Una<br />

sfasatura che informa di sé tutto il libro dedicato a Cavaliere,<br />

“poeta, filosofo, umanista e scultore, anche”. In fondo, “quasi<br />

una biografia”.<br />

VIAGGIO IN ITALIA<br />

Il sottotitolo strizza l’occhio a tomi di qualche secolo<br />

fa. Esteso e descrittivo, pare un moderno occhiello:<br />

Considerazioni di un artista inglese sull’arte, gli usi, i<br />

costumi e le stranezze degli italiani tra i quali vive. Un<br />

Grand Tour mai giunto a conclusione, non avendo riportato<br />

l’autore in patria. E così Spender s’è trasformato in una sorta<br />

d’antropologo. Ma con la verve narrativa d’un Erodoto più<br />

che di un contemporaneo tassonomista dell’umano.<br />

<strong>Grandimostre</strong>| 37

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