Grandimostre n 04 - Emmi srl
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Anticipazioni<br />
Prostitute, intrighi, raccomandati, leccapiedi e amici degli amici: l’Urbe imperiale<br />
sembra l’antenata delle corti rinascimentali e di Beautiful. Ce lo racconta la grande<br />
mostra dedicata ai Flavi che ha aperto i battenti al Colosseo il 27 marzo. In esclusiva,<br />
<strong>Grandimostre</strong> anticipa alcuni brani del saggio di Andrew Wallace-Hadrill.<br />
I FLAVI NELL’ANFITEATRO FLAVIO<br />
ANDREW WALLACE-HADRILL<br />
ROMA - Tito Flavio Vespasiano nacque a Falacrinae in Sabina, un vicus del<br />
territorio di Rieti, il 17 novembre del 9 d.C., ossia duemila anni fa. Per<br />
celebrare l’evento la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma<br />
organizza la grande mostra Divus Vespasianus. Il bimillenario dei Flavi, curata<br />
da Filippo Coarelli aperta fino al 10 gennaio 2010. La rassegna racconta<br />
le gesta della dinastia Flavia: di Vespasiano (69-79), del primogenito Tito<br />
(79-81) e del figlio minore Domiziano (81-96), partendo dal Colosseo per<br />
proseguire lungo un percorso che tocca i monumenti flavi nell’area del Foro<br />
e del Palatino. Ecco in anteprima alcuni brani tratti dal saggio La corte Flavia<br />
di Andrew Wallace-Hadrill, pubblicato nell’ampio catalogo edito da Electa.<br />
Il più filosofo degli imperatori, Marco<br />
Aurelio, dice: “Osserva come tutto ciò<br />
che sta avvenendo ora già è avvenuto in<br />
passato; e tieni presente che accadrà ancora.<br />
E tutti i drammi e le scene dello<br />
stesso tipo che conosci per esperienza<br />
personale o attraverso la storia antica,<br />
tienili davanti agli occhi, ad esempio<br />
l’intera corte di Adriano e l’intera corte<br />
di Antonino e l’intera corte di Filippo,<br />
Alessandro o Creso. Tutte erano dello<br />
stesso tipo, solo le persone erano diverse”.<br />
(Pensieri,10.27).<br />
Dal distaccato punto di osservazione<br />
del filosofo, la corte imperiale era una<br />
riedizione delle corti dei regni ellenistici,<br />
addirittura di quelle persiane; e senza<br />
dubbio Marco si sarebbe sentito confortato<br />
nel trovare conferma delle sue predizioni,<br />
se avesse potuto osservare le simi-<br />
24 |<strong>Grandimostre</strong><br />
litudini della corte imperiale con quelle<br />
di Solimano il Magnifico, di Luigi XIV<br />
o di Elisabetta I di Inghilterra. La corte<br />
Giulio-Claudia, come quella di Luigi<br />
XIV, era una corte di intrighi e rivalità,<br />
incentrata su figure chiave dell’entourage<br />
imperiale: cariche, benefici e favori<br />
erano la principale merce di scambio di<br />
questo tipo di affari.<br />
Un’assemblea del consilium di Domiziano<br />
è brillantemente parodiata da Giovenale,<br />
che getta uno sguardo indietro<br />
dal “buon” regno di Traiano al “cattivo”<br />
regno di Domiziano. In aulici toni finto-epici,<br />
molto probabilmente derivati<br />
da una parodia di qualche poema di<br />
un poeta della corte Flavia come Stazio,<br />
egli narra la cattura al largo di Ancona<br />
di un rombo di dimensioni eccezionali.<br />
Troppo grande per ogni comune tavo-<br />
la, il pesce viene portato a Domiziano,<br />
che si stava riposando nella sua villa di<br />
Albano, ora la villa papale di Castelgandolfo.<br />
Domiziano prontamente convoca<br />
un consiglio per decidere il destino del<br />
pesce, e gli uomini eminenti si riuniscono<br />
in tutta fretta, “uomini sui visi dei<br />
quali era il pallore della grande e infelice<br />
amicizia”, poiché Domiziano poteva<br />
essere crudele con i suoi amici. Giovenale<br />
li ricorda uno dopo l’altro: Pegaso,<br />
grande giurista e praefectus urbi, seguito<br />
da Vibio Crispo, l’oratore di Tacito.<br />
Giovenale lo usa per ricordare le angosce<br />
della vita di un uomo di corte: un uomo<br />
mite, che viveva bene la sua vecchiaia,<br />
sull’ottantina, nonostante i rischi che<br />
aveva corso. Chi meglio di lui sarebbe<br />
potuto essere al fianco del signore della<br />
terra e dei mari, domanda Giovenale,<br />
se solo egli fosse stato capace di contenere<br />
la crudeltà di Domiziano e dargli<br />
un consiglio onesto. Nessun ascoltatore<br />
è più violento di un tiranno, quando il<br />
destino dei suoi amici dipende da cosa<br />
essi dicono addirittura sul tempo; Crispo<br />
non era tipo da opporsi strenuamente<br />
all’impeto dell’imperatore e dire<br />
la sincera verità, altrimenti non sarebbe<br />
arrivato all’ottantina, sano e salvo anche<br />
in quella corte, illa quoque tutus in<br />
aula. Dunque, la sfilata degli uomini<br />
della corte continua, con toni acerbi che<br />
mettono pienamente sotto accusa non i<br />
consiglieri, ma il tiranno, e il racconto<br />
DA SINISTRA Specchio con Domiziano firmato da Europos, I sec. d.C., Karlsruhe, Badisches Landesmuseum - Arco di Tito - Apoteosi di Tito, I sec. d.C., Roma,<br />
Foro romano - Testa di Vespasiano, I sec. d.C., Ostia, campo della Magna Mater