Stazione da rifare, treni sempre in ritardo: dura la ... - Latina per Strada

Silvana, nella Latina
del terzo millennio
Per il quartiere Q4 propone una festa tipo quelle che si fanno nei borghi
In Albania non stava affatto
male: viveva con i genitori,
aveva un lavoro, insegnava ai
bambini, studiava Scienze
biologiche all’università di Tirana.
Gli anni ’90 erano stati quelli della
sua adolescenza, anni piuttosto
complicati su quelle sponde
dell’Adriatico, ma proprio in quel
periodo Silvana Xholi incontra le
suore dei Rogazionisti, che le
insegnano la lingua italiana e il
mestiere di maestra di scuola
dell’infanzia. Studia
logopedia, si afferma
in una nazione che sta
facendo i conti con un
passato difficile. Con il
terzo millennio
l’attenzione delle
aziende italiane si
rivolge all’Albania,
spesso c’è bisogno di
interpreti e a Silvana
viene affidato il
compito di
accompagnare per le
traduzioni un ragazzo
che lavora come
rappresentante: Massimiliano.
Quando l’incarico di Massimiliano
finisce lui non ha esitazioni, le
chiede di seguirlo in Italia,
precisamente a Latina. Lei gli
spiega che lì in Albania ha un
lavoro, che la scuola sta per
iniziare e non può andare via.
Inoltre ci sono da fare i conti con
il visto, alla scadenza di quello
turistico si troverebbe o
clandestina in Italia oppure
oramai disoccupata in Albania.
Massimiliano non molla, la vuole
sposare. Il “sì” sarà pronunciato a
dicembre del 2008 con rito civile,
ma poiché Silvana è cattolica
praticante non vede l’ora di
pronunciarlo anche in chiesa,
cosa che avverrà di lì a pochi
mesi. Arrivano anche due
bambini, Samantha che oggi ha
tre anni e Roberto che ha sei
mesi.
Silvana, a Latina per amore,
quali sono le cose belle di questa
città che non ti aspettavi?
«Io vengo da un paese che ha
sofferto da un punto di vista economico.
Quindi trovarmi in una
città dove ci sono centri commerciali,
parchi gioco, strutture sportive
per me è stato
entusiasmante»
E cosa vorresti cambiare di Latina?
«Io trovo che ci sono molte cose
belle che non vengono valorizzate.
Mi piacerebbe che il lungomare
fosse ben gestito, e non
solo d’estate, con aree dedicate
ai più piccoli, mi piacerebbe avere
una illuminazione migliore nei
giardini e poi sarei felice se nel
quartiere in cui vivo, la zona Q4,
ci fosse una festa come quelle
che ci sono nei borghi»
Torneresti a vivere in Albania?
«Ci tornerei se mio marito potesse
lavorare lì, ma servirebbe di
nuovo un lavoro con un’azienda
italiana, visto che Massimiliano
non parla l’albanese. Ma è inutile
nascondere che di
questi tempi non è
facile»
I tuoi figli sono
nati in Italia,
stanno crescendo
in Italia. Ma tu riesci
a trasferirgli
qualcosa della tua
cultura di origine?
«La mia cultura è un
po’ quella italiana degli
anni ’50 o che si trova
Silvana Xholi ancora nei piccoli centri,
dove c’è un forte legame
con la famiglia e
i parenti, ma anche con
i vicini di casa»
Quanto a te, vai spesso a trovare
la tua famiglia di origine?
«Sì, lì ci sono i miei genitori, la
mia famiglia ed è importante che
i miei figli mantengano un contatto
costante con i nonni. Inoltre,
dopo la nascita di Samantha, ho
ripreso gli studi all’università di Tirana.
Mi manca solo qualche
esame e poi discuterò la tesi. In
realtà avrei dovuto finire l’anno
scorso, ma poi è arrivato Roberto
e quindi ho dovuto rimandare»
Maria Corsetti
PRIMA LE DONNE
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