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La paura del terrore - Bel Paese Web

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6 26 maggio 2012<br />

in copertina<br />

<strong>La</strong> <strong>paura</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>terrore</strong><br />

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In copertina: foto AP Photo - Max Frigione<br />

Sabato 19 maggio, ore 7.45, via<br />

Aldo Moro, Brindisi, Istituto Professionale<br />

“Francesca <strong>La</strong>ura Morvillo<br />

e Giovanni Falcone”. Un pullman<br />

arriva da Mesagne, accompagna<br />

a scuola gli studenti, come<br />

ogni mattina. Melissa Bassi, 16<br />

anni, è la prima a scendere insieme<br />

a Veronica Capodieci, 15 anni. Un<br />

sorriso per cominciare la nuova<br />

giornata e poi, improvvisamente, tutto<br />

diventa nero. Una gigantesca<br />

nuvola di fumo, uno spostamento<br />

violento d’aria, vetri dappertutto,<br />

urla, lacrime. Melissa è morta, Veronica<br />

è molto grave, Vanessa, so-<br />

Foto: www.oltrefreepress.com<br />

Non c’è consolazione per la perdita<br />

di un figlio. Non c’è comprensione.<br />

Non c’è parola. <strong>La</strong> tragedia<br />

consumata sabato a Brindisi, costata<br />

la vita alla piccola mesagnese Melissa<br />

Bassi, è il ritratto perfetto di un<br />

<strong>Paese</strong> che si sfalda giorno dopo giorno,<br />

ora dopo ora. È amaro rileggersi<br />

sulle pagine di quotidiani nazionali,<br />

fa quasi vergogna ritrovarsi in tv,<br />

protagonisti <strong>del</strong>l’ennesimo caso di<br />

orrore che, in una mattina come<br />

tante, ha deciso di fare sponda<br />

proprio qui, nel nostro territorio. Bisogna<br />

dunque ripartire dall’Istituto<br />

rella maggiore di Veronica, Azzurra,<br />

Sabrina, Alessandra e Nicoletta<br />

sono ferite. A loro è andata meglio,<br />

almeno, non sono in pericolo di vita.<br />

All’inizio si vocifera di una strage<br />

mafiosa alla vigilia <strong>del</strong>l’anniversario<br />

<strong>del</strong>l’attentato a Giovanni Falcone cui<br />

l’istituto è intitolato, nel giorno, peraltro,<br />

in cui una manifestazione antimafia<br />

guidata da don Ciotti sarebbe<br />

dovuta passare proprio lì davanti.<br />

Ma non tarda ad arrivare il<br />

“no” dei tanti che sono lì dall’inizio<br />

e che, notizia dopo notizia, hanno<br />

seguito l’evolversi <strong>del</strong>le prime indagini:<br />

“<strong>La</strong> mafia ha un codice etico<br />

cui attenersi e la scuola, e i ragazzini,<br />

sono intoccabili”. Non è la regola,<br />

però, e lo sappiamo tutti, ma<br />

a screditare l’opzione mafiosa sarebbe<br />

anche la tipologia di ordigno<br />

utilizzato.<br />

Le piste ipotizzate sono molteplici,<br />

dalla mafia (peraltro, a detta degli<br />

inquirenti, divenuta sempre meno<br />

credibile) a una strategia di tensione,<br />

all’azione folle di un mitomane,<br />

fatto è che la situazione è davvero<br />

A Brindisi fischiati i politici<br />

E applauditi gli studenti<br />

<strong>La</strong> gente, angosciata per quanto accaduto, non ha gradito<br />

troppo le rassicurazioni <strong>del</strong>le autorità intervenute.<br />

Ma si è commossa ascoltando i rappresentanti<br />

<strong>del</strong>l’Unione degli Studenti<br />

Morvillo-Falcone per comprendere.<br />

E non sono piaciute le passerelle<br />

politiche, non sono piaciute le ‘telenovele’<br />

mediatiche da giornalismo<br />

‘dopo Avetrana’.<br />

“Lo Stato deve vincere. Per questo<br />

lunedì bisogna tornare sui banchi di<br />

scuola, tutti insieme, perché questo<br />

<strong>Paese</strong> conoscerà il suo futuro più<br />

grande nei nostri giovani”, ha spiegato<br />

alla folla il Ministro all’Istruzione<br />

Francesco Profumo. Parole<br />

che Brindisi ha ascoltato, parole che<br />

Brindisi non ha amato, “perché è<br />

demagogia politica parlare di futu-<br />

complessa e che per ogni pista esiste,<br />

oggi, ancora almeno una contraddizione.<br />

Ci vorrà <strong>del</strong> tempo<br />

per giungere a una conclusione.<br />

Nel frattempo, gli investigatori proseguono<br />

nelle indagini, certi di avere<br />

in mano un video che ritrae<br />

l’identità <strong>del</strong> presunto killer.<br />

Nel frattempo, i giorni corrono, e si<br />

ritorna sui banchi di scuola. Ma<br />

niente è più come prima. <strong>La</strong> <strong>paura</strong><br />

è nell’aria, i ragazzi dimostrano<br />

forza e coraggio ma temono di non<br />

essere al sicuro. I genitori si chiedono<br />

se succederà ancora, se questa volta<br />

non toccherà ai propri figli. Se lo<br />

chiedono, e come dar loro torto. Si<br />

sentono abbandonati, traditi nei<br />

valori, nella democrazia. Non hanno<br />

più fiducia nello Stato, quello Stato<br />

che chiede, sì, ma non restituisce.<br />

Si sono affidati alla legalità che<br />

esso ancora sembrava garantire,<br />

ro in questa terra”, in questo Sud dei<br />

Sud, dimenticato da tutti, dimenticato<br />

dalla politica centrale.<br />

Le contestazioni hanno colpito Profumo,<br />

e poi Ferrarese, Consales, senza<br />

distinzione, e hanno colpito persino<br />

monsignor Rocco Talucci,arcivescovo<br />

<strong>del</strong>la diocesi di Brindisi-<br />

Ostuni. Ma la piazza ha protestato<br />

il sistema, non il singolo. <strong>La</strong> piazza,<br />

la gente, è stufa e ha <strong>paura</strong>. È per<br />

questo che gli unici applausi sono<br />

quella <strong>del</strong>le ‘stanze <strong>del</strong> futuro’, <strong>del</strong>l’educazione,<br />

e, invece, non hanno<br />

trovato neppure giustizia.<br />

Non c’è una sola strada da percorrere<br />

per recuperare fiducia, sono infinite<br />

le opportunità da cogliere<br />

per affrontare il cambiamento; sono<br />

Angoscia, silenzio<br />

Poi il clamore mediatico<br />

Sbarre che si sommano alle sbarre.<br />

Un percorso ad ostacoli <strong>del</strong>la peggior<br />

specie. Era questo via Aldo Moro sabato<br />

19 maggio a Brindisi. Angoscia<br />

e sbigottimento si facevano strada tra<br />

la gente, tra i carabinieri ammutoliti<br />

che presidiavano il posto, gli agenti <strong>del</strong>la<br />

Scientifica che procedevano con i<br />

primi rilievi, i passanti che, impauriti,<br />

si chiedevano quale tragedia si fosse<br />

arrivati per gli interventi degli studenti<br />

<strong>del</strong>l’Istituto mutilato e, in<br />

particolare, per la giovane rappresentante<br />

<strong>del</strong>l’Unione degli Studenti<br />

Martina Carpani che si è fatta sentire<br />

con la sua verità, quella d’innocente,<br />

di disinteressata: “<strong>La</strong> scuola<br />

è sempre stata una zona franca.<br />

Così credono di controllarci ma si<br />

sbagliano”.<br />

E sono stati proprio i ragazzi i veri<br />

‘sconfitti’ di questa tragedia, non i<br />

Foto: Ansa<br />

zero, però, quelle per riavvolgere il<br />

<strong>del</strong>icato nastro <strong>del</strong>la vita, per tornare<br />

indietro. Melissa non c’è più, i suoi<br />

genitori lo ricorderanno per sempre,<br />

la Puglia non lo dimenticherà mai,<br />

lo Stato deve ripartire da qui.<br />

Alessandra Caiulo<br />

consumata dietro tutto quel fumo<br />

nero. Nessuno osava dire nulla, perché<br />

nulla, di fatto, si poteva ancora ipotizzare.<br />

Libri, zainetti, pezzi di cassonetto<br />

e di vetri erano tutto quello che<br />

rimaneva, suggestioni da far rabbrividire<br />

anche l’ultimo dei cinici. E poi<br />

il silenzio. Silenzio prima <strong>del</strong> clamore<br />

mediatico.<br />

Prima che il luogo <strong>del</strong>la tragedia si trasformasse<br />

in “parcheggio” per TgCom,<br />

SkyTg24, Rai, Mediaset. Ed ecco che<br />

la Puglia era di nuovo preda di quel<br />

vortice maledetto, un’altra volta, dopo<br />

Avetrana, dopo Sara, dopo un’altra<br />

morte da dissennatezza, cibo prelibato<br />

in quel momento per il giornalismo più<br />

insano. Il sindaco di Brindisi, Mimmo<br />

Consales, dipanava occhi e orecchie<br />

nell’ascoltare come la sua città in pochissimi<br />

minuti fosse diventata ‘capolista’<br />

<strong>del</strong>la malavita. <strong>La</strong> “Sacra Corona<br />

Unita”, come fosse un tratto di<br />

folclore, una tipicità da mettere in vetrina.<br />

<strong>La</strong> telenovela mediatica si è protratta<br />

per ore, finché è rimasto il dolore.<br />

E la <strong>paura</strong>. (A.Caiulo)<br />

politici, non i ministri. Sono loro che<br />

difficilmente dimenticheranno quanto<br />

accaduto, sono loro che penseranno<br />

che se la scuola non è più<br />

nemmeno sicura, allora, che senso<br />

ha continuare ad andarci.<br />

E non ci è piaciuta la passerella dei<br />

politici sul palco <strong>del</strong> cordoglio alla<br />

famiglia in lutto. Non ci sono piaciuti<br />

i riflettori puntati addosso. “<strong>La</strong><br />

lotta alla criminalità si fa ogni giorno<br />

nei territori, la lotta alla ‘mafia’<br />

si fa soprattutto a Roma” ha dichiarato<br />

Don Ciotti. Il resto è vetrina<br />

mentre il dolore, quello vero,<br />

si consuma all’ombra dei riflettori<br />

e quando conosce la luce, spesso, è<br />

già troppo tardi.<br />

(A. Caiulo)

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