La paura del terrore - Bel Paese Web
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IV 26 maggio 2012 inSalute<br />
Schizofrenia, un test per prevederne il rischio<br />
I ricercatori <strong>del</strong>l’Indiana University<br />
negli Stati Uniti hanno sviluppato<br />
un nuovo test genetico per prevedere<br />
il rischio di schizofrenia. Il test<br />
si basa su un’analisi di un set specifico<br />
di geni e genera un punteggio<br />
indicativo <strong>del</strong> livello di rischio.<br />
“Per la prima volta possediamo<br />
una lista approfondita dei geni che<br />
sono implicati nella schizofrenia”,<br />
ha detto Alexander B. Niculescu, a<br />
capo <strong>del</strong>lo studio pubblicato sulla<br />
rivista MolecularPsychiatry. “Si trat-<br />
ta di varianti genetiche presenti in<br />
tutta la popolazione, ma che mes-<br />
se assieme si sommano e determinano<br />
un rischio maggiore. Questo<br />
non significa che un risultato positivo<br />
al test indica la certezza di sviluppare<br />
la schizofrenia, ma che il<br />
proprio cervello ha un’attività neuronale<br />
differente, più suscettibile<br />
allo sviluppo <strong>del</strong>la malattia”, ha precisato<br />
Niculescu. Il prototipo <strong>del</strong><br />
test è stato finora in grado di prevedere<br />
l’insorgenza <strong>del</strong>la schizofrenia<br />
in due terzi dei casi.<br />
(fonte: Agi)<br />
Osteoporosi acuta<br />
Ne soffre il 30% <strong>del</strong>le donne over 50<br />
È un problema che riguarda il 30% <strong>del</strong>la popolazione<br />
femminile in menopausa eppure<br />
se ne parla troppo poco. Vivono in perenne<br />
rischio frattura le donne colpite da fragilità<br />
ossea: una conseguenza <strong>del</strong>l’osteoporosi<br />
grave. Non solo anziane, ma anche donne<br />
che hanno appena superato la soglia dei<br />
50 anni.<br />
Femori, polsi e vertebre sono le parti <strong>del</strong>lo<br />
scheletro più a rischio e il pericolo aumenta<br />
per le donne troppo magre o che sbagliano<br />
stili di vita (dieta povera di calcio, fumo, alcol),<br />
o che soffrono di altre malattie e assumono<br />
particolari farmaci (cortisonici,<br />
anticoagulanti, diuretici).<br />
Per sensibilizzare le italiane torna per il secondo<br />
anno la campagna “Stop alle fratture”,<br />
con test di autodiagnosi online e possibilità<br />
di consulti via web e visite nei centri<br />
specializzati.<br />
Dall’home page di www.stopallefratture.it<br />
si può accedere direttamente al test di autodiagnosi<br />
ideato e validato da Sir e<br />
Siommms. Basta rispondere ad alcune domande<br />
su stili di vita e abitudini personali,<br />
e sul fatto di aver già subìto o meno fratture,<br />
e inserire se disponibile il valore <strong>del</strong>l’ultima<br />
Moc (Mineralometria ossea computerizzata)<br />
effettuata, per scoprire il rischio di incorrere<br />
in un frattura da fragilità ossea nei<br />
10 anni successivi. A seconda <strong>del</strong> risultato<br />
ottenuto (livello di rischio basso, medio, elevato,<br />
molto elevato), si riceveranno raccomandazioni<br />
ad hoc e consigli<br />
di prevenzione.<br />
L’iniziativa è promossa<br />
dalle cinque principali<br />
società scientifiche che<br />
si occupano di malattie<br />
metaboliche <strong>del</strong>l’osso:<br />
Siommms (Società italiana<br />
di osteoporosi, metabolismo<br />
minerale e malattie<br />
<strong>del</strong>lo scheletro),<br />
Siot (Società italiana di<br />
ortopedia e traumatologia),<br />
Sir (Società italiana<br />
di reumatologia), Ortomed<br />
(Società italiana di<br />
ortopedia e medicina) e<br />
Gisoos (Gruppo italiano<br />
di studio in ortopedia<br />
<strong>del</strong>l’osteoporosi severa).<br />
Gli specialisti sottolineano che, in questi casi,<br />
non sempre c’è un trauma dietro una frattura.<br />
Ossa tanto ‘friabili’ non sono in grado<br />
di tollerare nemmeno urti minimi e si fratturano<br />
per traumi banali che in condizioni<br />
di normalità sarebbero stati sopportati senza<br />
alcun problema.<br />
“Solo una corretta e tempestiva diagnosi, seguita<br />
da un adeguato percorso terapeutico<br />
-avvertono gli esperti- può evitare a tutte le<br />
donne in post-menopausa di incorrere nel rischio<br />
di frattura”. “Lo strumento on line -<br />
precisa Luigi Sinigaglia, presidente<br />
Siommms- si basa su un algoritmo che consente<br />
di documentare in maniera oggettiva<br />
la gravità e il potenziale impatto <strong>del</strong>l’osteoporosi<br />
nella singola utente. Inserire i<br />
dati di una Moc già effettuata (è uno degli<br />
esami di routine per diagnosticare l’osteoporosi)<br />
consente di definire questo rischio<br />
ancora più precisamente ma è molto importante<br />
anche la valutazione di abitudini<br />
personali, prima tra tutte la propensione al<br />
fumo.<br />
Anche la considerazione <strong>del</strong>lo stato fisico generale<br />
<strong>del</strong>la donna, cioè se è molto magra,<br />
se è andata in menopausa precoce, se c’è una<br />
storia familiare di fratture o se ha patologie<br />
correlabili all’osteoporosi, quali quelle reumatiche,<br />
sono variabili importanti che condizionano<br />
il risultato finale.<br />
Mettendo a disposizione <strong>del</strong>l’intera popolazione<br />
femminile over 50 anni questo test,<br />
le associazioni contribuiscono a migliorare<br />
la gestione <strong>del</strong>l’osteoporosi severa, aumentando<br />
la percezione <strong>del</strong> rischio sia da parte<br />
<strong>del</strong>le pazienti che degli altri operatori sanitari.<br />
<strong>La</strong> novità di quest’anno è che a tutte le<br />
donne che risulteranno ad alto rischio frattura<br />
verrà offerto un consulto personalizzato<br />
via e-mail con uno degli specialisti certificati<br />
“Stop alle fratture”. “In caso di fragilità ossea<br />
-concludono gli esperti- la visita con uno<br />
specialista di riferimento è il passo imprescindibile<br />
per evitare il rischio di frattura. Per<br />
questo, sul sito <strong>del</strong>la campagna è disponibile<br />
il primo database nazionale di centri autorizzati<br />
per il trattamento <strong>del</strong>l’osteoporosi<br />
severa: oltre 580 strutture in tutte le regioni<br />
italiane, complete di indirizzi e riferimenti<br />
per prenotare una visita”.