La paura del terrore - Bel Paese Web
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10 26 maggio 2012<br />
primo piano<br />
Avrà anche una spa, per il relax di<br />
lusso. E avrà pure un nuovo cinema,<br />
ovviamente multisala. In più,<br />
qualche area verde, forse. Il nuovo<br />
centro commerciale, il più grande<br />
<strong>del</strong> Salento, potrebbe sorgere a<br />
Scorrano, a ridosso <strong>del</strong>la statale<br />
275. Sei ettari in zona P.i.p. saranno<br />
destinati ad accogliere le strutture<br />
<strong>del</strong>l’iperstore che non venderà<br />
generi alimentari, bensì articoli <strong>del</strong><br />
settore moda e, dunque, abbigliamento,<br />
scarpe, accessori, grandi<br />
marche a piccoli prezzi. Quali marche?<br />
Ancora non è dato saperlo.<br />
Ancora, in realtà, non si sa. “Questo<br />
dettaglio verrà concordato<br />
dopo, ad autorizzazioni ottenute”,<br />
ha risposto a nostra domanda<br />
il neosindaco Antonio Mariano. Eppure,<br />
tanto piccolo questo dettaglio<br />
non sarebbe. “L’appetibilità di un<br />
struttura <strong>del</strong> genere e la sua sostenibilità<br />
sul territorio si dovrebbero<br />
basare proprio su questo”, ha re-<br />
plicato Salvatore Sanghez, presidente<br />
Anva-Confesercenti Puglia.<br />
Nel frattempo, tuttavia, si aspetta<br />
a giorni la chiusura <strong>del</strong> procedimento<br />
di Vas, vale a dire la valutazione<br />
ambientale strategica, aperta<br />
in Regione e in via di conclusione.<br />
È da lì che potrebbe arrivare il<br />
definitivo semaforo verde alla realizzazione,<br />
proprio alle spalle <strong>del</strong> cimitero,<br />
di una sorta di citta<strong>del</strong>la <strong>del</strong>l’outlet,<br />
sul mo<strong>del</strong>lo di quella di<br />
Molfetta. <strong>La</strong> strada, per il resto, è<br />
spianata, grazie alla convenzione tra<br />
il Comune e la società che ha presentato<br />
il progetto, la I.E.A. Srl con<br />
sede a Roma e amministrata dalla<br />
trentunenne barese Elisabetta Fuzio.<br />
Poche settimane dopo la presentazione<br />
<strong>del</strong>la proposta, il 29 novembre<br />
scorso, infatti, l’ente locale ha<br />
adottato la variante al proprio<br />
strumento urbanistico, per consentire<br />
un insediamento commerciale<br />
di questo tipo in una zona da<br />
sempre classificata soltanto come artigianale<br />
e industriale.<br />
Una nuova vocazione messa nero su<br />
bianco, con tanto di individuazione<br />
già dei terreni e degli incassi che<br />
ne deriverebbero dalla vendita ai romani.<br />
In tutto, si tratta di 32 lotti<br />
di proprietà comunale. Saranno<br />
ceduti al prezzo complessivo di<br />
1.191.908 euro, con un contratto<br />
che sarà perfezionato se e quando<br />
il progetto verrà approvato a Bari.<br />
Anche in vista di questo introito,<br />
l’amministrazione comunale è assolutamente<br />
convinta <strong>del</strong>la necessità<br />
e bontà <strong>del</strong>l’operazione.<br />
Si pensa alle possibili- sebbene non<br />
quantificate- ricadute occupazionali<br />
a Scorrano, dimenticando tuttavia<br />
che la priorità nelle assunzioni, secondo<br />
l’ultimo Regolamento regionale<br />
<strong>del</strong> dicembre scorso, spetta<br />
ai lavoratori a rischio nello stesso<br />
settore <strong>del</strong> commercio. Per intenderci,<br />
qui dovrebbero essere ri-<br />
L’area nella periferia di Scorrano dove dovrebbe sorgere l’ipermercato<br />
Davide contro Golia, arriva un altro<br />
centro commerciale a Scorrano<br />
Sarà esteso su 6 ettari e sarà una sorta di citta<strong>del</strong>la <strong>del</strong>l’outlet.<br />
Ma sul nuovo centro commerciale <strong>del</strong> Salento si addensano i dubbi: è sostenibile o è mera speculazione edilizia?<br />
collocati, prima degli altri, i dipendenti<br />
in mobilità <strong>del</strong>l’ipermercato<br />
Billa di San Cesario. I però,<br />
dunque, non sono tardati ad arrivare.<br />
In primis da Italia Nostra, storica<br />
associazione ambientalista, che<br />
all’ex sindaco Mario Pendinelli ha<br />
riconosciuto quest’anno il Premio<br />
“Attila <strong>del</strong> Salento”, in quanto<br />
“particolarmente capace e determinato<br />
nella devastazione degli ultimi<br />
lacerti di suolo salentino non<br />
ancora cementificati o desertificati”.<br />
Poi, a storcere il naso è stato il<br />
vicino comune di Maglie, infine sindacati,<br />
Federconsumatori e Confesercenti.<br />
Una pioggia di “no” che ha rimarcato<br />
un rischio concreto, quello di<br />
una speculazione edilizia sui terreni,<br />
ipotesi lanciata per prima dal sindaco<br />
dirimpettaio, Antonio Fitto.<br />
Una struttura di queste dimensioni,<br />
in un periodo di contrazione dei<br />
consumi e in un territorio così de-<br />
I precedenti<br />
e le prospettive<br />
Galatina, Maglie, Tricase. <strong>La</strong>ddove si è<br />
compreso che il bene da tutelare sta<br />
nei “centri commerciali all’aperto”, in<br />
quella serie di negozi e botteghe dislocate<br />
nei centri storici e che fanno<br />
l’ossatura <strong>del</strong> commercio di vicinato,<br />
lì si è sbarrata la strada alle grandi strutture<br />
di vendita. Avrebbero risucchiato<br />
tutte le risorse, avrebbero svuotato le<br />
città, confinando i consumi in un’isola<br />
estranea al tessuto urbano, dirottando<br />
la prosperità nelle tasche di pochi<br />
imprenditori venuti da fuori, il più<br />
<strong>del</strong>le volte dall’estero.<br />
<strong>La</strong> ricchezza diffusa, invece, è concepita<br />
come antidoto al saccheggio. È su<br />
questo che sta cercando di lavorare, forse<br />
a rilento, la Regione Puglia, dando<br />
le gambe per camminare ai distretti <strong>del</strong><br />
commercio, concepiti proprio secondo<br />
quell’ottica sovracomunale che<br />
impedisce le guerre di campanile. A<br />
questi verranno destinate le somme<br />
provenienti dall’apertura di nuove<br />
eventuali grandi strutture di vendita, 50<br />
euro a metro quadro. Per il resto, la licenza<br />
dovrebbe essere assegnata innanzitutto<br />
a quei centri commerciali che<br />
rispetteranno tre requisiti: essere a impatto<br />
ambientale zero, avere lavoratori<br />
con regolare contratto e privilegiare la<br />
vendita di prodotti locali sia alimentari<br />
che d’altro tipo. (T.C.)<br />
licato, è finanziariamente sostenibile?<br />
È questa la domanda che circola<br />
insistentemente. Non si tiene<br />
conto, e questo è palese, <strong>del</strong>l’ottica<br />
sovracomunale, la stessa che evidenzierebbe<br />
l’esistenza, a pochi<br />
km, <strong>del</strong> centro commerciale di Surano.<br />
<strong>La</strong> stessa che eviterebbe di far<br />
finire, nel tritacarne di uno “sviluppo”<br />
non governato, la risorsa <strong>del</strong><br />
piccolo commercio. Quello, appunto,<br />
<strong>del</strong>la vicinissima Maglie<br />
sarà il primo fra gli altri, con il suo<br />
reticolato di piccole strutture di vendita<br />
<strong>del</strong> sottore moda che si snoda<br />
nel suo centro storico. “Il coordinamento<br />
di operazioni di tale portata<br />
spetterebbe alla Regione e alla<br />
Provincia -ha commentato Daniela<br />
Campobasso <strong>del</strong>la Cgil-. È impensabile<br />
che ognuno vada per la<br />
sua strada, agevolando gli investimenti<br />
forestieri a discapito dei piccoli<br />
dettaglianti locali”.<br />
Tiziana Colluto