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le sue possibilità motorie. Essendo sottratto dalla quotidianità del suo uso, lo strumento stesso può<br />
essere immaginato, o meglio mimato, così che il corpo possa disporre di un sapere sottratto del suo<br />
senso ma denso di corporeità con cui arricchire le sue oscillazioni riverberanti. Questa liberazione,<br />
così come ha permesso all’uomo di evolversi oltre i limiti dei suoi vincoli biologici 145 , permette<br />
ora al gesto di oltrepassare i limiti della situazione che l’ha generato per tentare un accordo con<br />
un’altra dimensione, che è quella del rito sottratto.<br />
La tabella che segue descrive brevemente le caratteristiche delle<br />
danze dei principali orichas, mostrando anche i tradizionali riferimenti strumentali della loro<br />
motilità 146 .<br />
Elegua Si danza con un bastone ricurvo (garabato) per aprirsi il cammino, si mima l’apertura<br />
o la chiusura di un percorso, con un solo piede e retrocedendo.<br />
Ogun Il suo attributo è un machete, la sua danza mima il lavoro di tagliare le canne da<br />
zucchero o la guerra, a rappresentare il taglio delle teste.<br />
Ochosi I suoi attributi sono l’arco e la freccia, la sua danza mima i movimenti dell’arciere o i<br />
passi furtivi di chi si muove nel bosco (preda o predatore).<br />
Chango Il suo attributo è una doppia ascia (oché), la danza simula il cadere dei fulmini.<br />
Obatala Il suo attributo è l’iruke (una colla bianca), con il quale toglie le impurità, muovendosi<br />
ricurvo come un vecchio.<br />
Yemayà Il suo attributo è un ventaglio di piume di pavone (abebe), che viene mosso imitando<br />
i movimenti del mare, dalle onde della risacca alla tempesta.<br />
Babalù Ayé Il suo attributo è un jà, o mazzo di bacchette (di vimini o paglia), che usa per<br />
scacciare le mosche dalle ferite. Danza con movimenti contorti e tremori.<br />
Ibeyi Si danza porgendo la mano al circolo di fedeli, come per “chiedere caramelle”.<br />
Ochùn Si danza imitando movimenti di lavori femminili, oppure muovendo un ventaglio, o<br />
imitando dolcemente l’ondeggiare del fiume.<br />
Oyà Si danza violentemente, imitando i movimenti del vento.<br />
Questi modelli permettono al corpo di orientare la sua danza,<br />
raffinandola nei territori specifici delle sue capacità. Seguendo di questi riferimenti, nascerà una<br />
danza originale, singolare, creativa, guidata sia dalle oscillazioni che dalle concatenazioni<br />
operazionali dello strumento nudo. Questo è spogliato della sua finalità concreta: l’arco non colpisce<br />
145 Cfr. ivi, p. 277.<br />
146 Cfr. Carbonero G. C., op. cit., pp. 4-6.<br />
<strong>IL</strong> <strong>RITO</strong> <strong>SOTTRATTO</strong> 89