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principio che è alla base della sonorità: un movimento oscillatorio. Perciò questo lavoro si baserà<br />
sui termini di «movimento» – che è il carattere inalienabile di un essere fatto corpo – e di<br />
«oscillazione» – che è una ripetizione ciclica, che i corpi afferrano come un’identità da<br />
incorporare, trasformare e scambiarsi, come un’informazione.<br />
Nel prossimo capitolo verranno affrontate alcune di queste modalità<br />
di scambi oscillatori e di incorporazione delle vibrazioni descrivendo le attività del rito nella<br />
loro organizzazione interna. Per ora è sufficiente aver chiarito che l’informazione scambiata ha<br />
una natura vibratoria comune a tutte le attività rituali, la cui percezione risente dei caratteri fisici<br />
e psicoacustici della sonorità. Perciò<br />
è utile citare gli studi sull’ascolto<br />
umano delle frequenze e delle<br />
intensità delle vibrazioni. È questo il<br />
campo d’indagine della<br />
psicoacustica musicale, che traccia<br />
delle proprietà universali nella percezione<br />
umana dei suoni. Distinguendo<br />
grossolanamente le sonorità<br />
in acute e gravi, è possibile esporre<br />
alcuni tratti universali della loro<br />
percezione: tutte le frequenze acute<br />
si diffondono in linea retta, muovono<br />
masse d’aria molto esigue e<br />
vengono recepite più prontamente dai sensori uditivi. A livelli molto bassi di pressione sonora le<br />
frequenze acute risultano udibili, mentre le note gravi hanno bisogno di una maggiore intensità<br />
per essere udite. Inoltre le frequenze acute, se emesse a un’elevata intensità sonora, raggiungono<br />
più rapidamente delle altre il livello-soglia del dolore fisico nell’ascoltatore (vedi grafico).<br />
Queste informazioni risulteranno utili più avanti, nel momento in cui la descrizione del rito si<br />
concentrerà su certi comportamenti rituali che sembrano utilizzare proprio queste sonorità per<br />
generare una tensione al limite del dolore.<br />
La risonanza<br />
In uno strumento l’oscillazione è sempre amplificata da una<br />
camera d’eco. La corda e la membrana sono sempre legate a una cassa di risonanza, a<br />
un’architettura corporea capace di amplificarne il suono e di arricchirlo con le qualità acustiche<br />
<strong>IL</strong> <strong>RITO</strong> <strong>SOTTRATTO</strong> 53