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individuare una composizione di molteplici parti oscillanti come le gambe, le braccia, la schiena,<br />
la testa che, come tanti esecutori riuniti in un corpus orchestrale, modulano e organizzano la loro<br />
connessione vibrante come una musica. Questa espressione, che oltrepassa i limiti dell’acustica<br />
propriamente detta, può essere utile per<br />
comprendere un tratto comune a tutte le<br />
forme che verranno esaminate, ossia che<br />
l’oscillazione non è altro che un movimento<br />
ciclico. Questo è alla base della connessione<br />
rituale e di ogni intesa relazionale. La<br />
danza, come il canto e il ritmo, si costruisce<br />
attorno a questa ripetizione, che è il movimento centrale a ogni vestizione identitaria. La caratteristica<br />
di queste forme è quella di non affidare la loro identità a un segno tecnologico – scorporandosi,<br />
come accade per i numeri o<br />
l’alfabeto – ma a un movimento corporeo.<br />
La ciclicità dinamica origina i suoni; perciò<br />
l’acustica non può prescindere dal movimento,<br />
che non è solo uno scorrere del<br />
suono nel tempo: il movimento è la sua natura costitutiva, prima ancora che il suono possa<br />
risuonare. Non è questo il luogo di una dissertazione scientifica che esponga le leggi fisiche capaci<br />
di istituire una relazione tra suono e<br />
movimento: sarà sufficiente consultare<br />
qualche buon manuale di acustica 86 . Qui<br />
basterà esporre solamente il caso della<br />
forma ad onda tipica dell’oscillazione sonora:<br />
questa è una sinusoide che mantiene<br />
la stessa frequenza di oscillazione nel tempo, può essere più o meno ampia a seconda del volume,<br />
ovvero dell’intensità delle pressioni sonore, può disegnare una curva larga o stretta, a seconda della<br />
sonorità che emette, grave o acuta. Questa sinusoide si può ricavare dalla vibrazione di un oggetto<br />
sonoro con questo semplice esperimento: se si lega alla punta di un diapason una matita e se si fa<br />
scorrere un nastro di carta in modo che la grafite possa disegnare la linea che rappresenta la vibrazione<br />
dello strumento suonato nello scorrere del tempo, allora è possibile vedere che questa linea<br />
non sarà una retta ma una sinusoide, un onda. Il diapason, oscillando, disegna un’onda nel tempo.<br />
Ma in questo lavoro non è tanto importante disegnare un’onda quanto esporre con chiarezza il<br />
86 A tale scopo, si consulti Frova A., Fisica nella musica, Zanichelli, Bologna, 1999.<br />
<strong>IL</strong> <strong>RITO</strong> <strong>SOTTRATTO</strong> 52