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CAPITOLO 3<br />
Una semantica<br />
dell’ascolto<br />
Lo spazio cerimoniale è il luogo circolare istituito dalla sua<br />
risonanza. Ci si riferirà ad esso come all’arena del rito, uno spazio sottratto dove le possibilità<br />
dei rinvii sono limitate al solo valore della corporeità come forza connettiva. Questo luogo si<br />
mantiene in base a un gioco di riverberi, di circolarità dinamiche, di rimandi simultanei. I legami<br />
risonanti svelano tutto un intreccio, una composizione di micro-forze tenute assieme in dinamica<br />
rispondenza. Come un vortice, l’intreccio rituale si muove grazie a una forza di attrazione<br />
centripeta 76 che, tendendo a un centro, allo stesso tempo fa muovere le sue attività in un<br />
perimetro sfumato e circoscritto.<br />
Le forze del rito sono forme di ex-pressione, che premendo da un<br />
corpo in agitazione, diffondono pressioni d’aria e vibrazioni fuori di esso, aprendo nuovi spazi<br />
alle interazioni. I corpi che occupano questa arena connettiva fanno parte del corpus rituale in<br />
un’accezione talmente profonda e totale da sospendere ogni loro integrità identitaria, mostrando<br />
la distanza che li separa dal loro sé quotidiano. Queste forze seguono l’andamento del rito fino al<br />
suo compimento, rivelandosi in tutta la loro capacità di distruggere la gabbia caratteriale che<br />
imprigionava l’identità corporea in un nome proprio di persona. L’ex-pressione è quindi una<br />
pressione che, muovendo il corpo, lo allontana dal soggetto, è una forza corporea sul sé, un’espressione.<br />
Questa assume le forme di una vibrazione, di un’agitazione che scuote le pareti del<br />
corpo risonante nella misura in cui esso è coinvolto, sconvolto, irretito e confuso nel groviglio di<br />
aperture e di relazioni partecipative. Questo scuotimento si comporta come uno stimolo acustico:<br />
esso vibra nel corpo di chi lo crea con un’intensità che è pari al suo rinvio verso l’altro, che lo<br />
riceve nella sua cavità risonante, creando così una sinergia di vibrazioni, una parentela di forme<br />
dinamiche capaci di originare uno stile 77 nel movimento, un’armonia di oscillazioni che<br />
diventerà il cuore di questo lavoro.<br />
76 Questo aspetto verrà approfondito a p. 146, nel paragrafo intitolato “La spirale centripeta”.<br />
77 Leroi-Gourhan mostra come lo stile sia un tono etnico che viene tramandato di generazione in generazione,<br />
«perché la figurazione comporta gli stessi livelli operazionali; si può vedere sopravvivere per lunghi secoli<br />
<strong>IL</strong> <strong>RITO</strong> <strong>SOTTRATTO</strong> 47