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CAPITOLO 2<br />
Ripensare l’esperienza<br />
Scrivere dell’esperienza oggi significa ritornare ad essa attraverso<br />
un percorso differente. Lo stupore con cui essa si era presentata è stato preservato come uno<br />
degli aspetti costitutivi del vissuto personale. Ciò ha comportato una profonda revisione dei<br />
presupposti sui quali il nucleo dell’esperienza rituale andava ad inserirsi. Un nuovo sfondo si è<br />
consolidato, una nuova linea interpretativa, in termini strutturali, logici e grammaticali; con essa<br />
è possibile addentrarsi in un nuovo sistema di riferimenti che formano il paesaggio più adatto ad<br />
accogliere le specificità del vissuto originario. Prima di mostrare i nuovi elementi della<br />
riflessione, sarà bene ripercorrere alcuni momenti del ripensamento che hanno contribuito a<br />
chiarificare la necessità del nuovo approccio.<br />
Con la fine della festa cominciarono le riflessioni, e con esse le<br />
difficoltà legate alle modalità di inserimento della nuova esperienza nel linguaggio e nella logica<br />
della mia tradizione razionale. Non è facile arrendersi all’idea che l’esperienza vissuta sia<br />
irriducibile alle categorie occidentali; perciò i primi tentativi di ripensamento si legarono<br />
all’esigenza di elaborare una spiegazione, di trovare un senso, di ricercare un filo logico nelle<br />
profondità del rito. Allora giungevano in soccorso gli studi storici, sociali e culturali, che<br />
prontamente fornivano cause efficienti alle manifestazioni vissute: così era possibile<br />
comprendere l’evoluzione socio-culturale di un certo comportamento; era possibile individuare<br />
le radici delle tante attività che la mia partecipazione, concettualmente impreparata, si era<br />
limitata a sostenere col corpo. Questo insieme di ragioni però sembrava poggiarsi più in là, al di<br />
fuori dell’esperienza vissuta concretamente. Il ricordo del vissuto si manteneva vivo e mostrava<br />
la sua irriducibilità per il fatto che era stato il corpo, ignaro di ogni ragione, a farsi carico di un<br />
complesso insieme di relazioni. Mentre gli studi antropologici rispondevano al perché un certo<br />
comportamento rituale fosse proprio così e così, essi non offrivano molti suggerimenti per<br />
valutare quel miracolo di relazioni musicali e coreutiche che, al di qua delle loro istituzioni di<br />
<strong>IL</strong> <strong>RITO</strong> <strong>SOTTRATTO</strong> 30