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IL RITO SOTTRATTO - DSpace@Unipr

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desiderata, non invocata 50 dal circolo intero. In questo caso, ogni incitamento a proseguire era<br />

scomparso: il ballerino è stato preso da alcune donne, portato in una stanza chiusa, silenziosa e<br />

buia. Egli veniva fatto sdraiare, probabilmente per assecondare uno stato di calma e di sonno che<br />

avrebbe sancito la distanza dall’esuberanza precedente, quindi veniva coperto con un panno<br />

bianco 51 . Questa separazione mi ha permesso di comprendere che per allontanare la trance è<br />

sufficiente inibire la sua socializzazione, impedendo così che la corporeità indesiderata potesse<br />

rinvigorirsi con forze del rito. L’alterità che si manifestava in quel momento non era quella<br />

voluta, pertanto il rito non approfondiva le sue relazioni con essa, non la incitava né con la<br />

musica né con un circolo 52 . I danzatori esperti, quelli cioè in grado di socializzare la loro trance,<br />

continuavano a muoversi all’interno del circolo, incitati a proseguire nella loro esplorazione<br />

coreutica. Dopo più di un’ora questo momento finiva con esaurirsi e il rito volgeva al termine<br />

con una fase di chiusura (cierre), che consiste in un breve oru (successione di santi) in cui i<br />

canti, la danza e i ritmi omaggiano le divinità per il successo del rito. Canti, omaggi e preghiere<br />

stavolta erano espressi non per attendere una risposta ma per ringraziare della risposta ottenuta.<br />

Nello spazio ancora caldo del rito compiuto, il cierre chiude la cerimonia con le stesse attività<br />

formali – seppure in forma ridotta – dell’oru de eya aranla. Inizio e fine hanno un’equivalenza<br />

simbolica per questa forma religiosa, che entifica anche un santo (Elegua) nei luoghi di confine,<br />

nei crocicchi, e il cui saluto rituale permette ad ogni nuova attività – come quella cerimoniale –<br />

di cominciare, svilupparsi e concludersi.<br />

50 Cfr. Beneduce R., op. cit., pp. 91-92.<br />

51 Il panno bianco simbolizza un elemento di Obatala, la divinità che ha il potere di donare la calma. Cfr. Thompson<br />

R. F., op. cit., p. 11. Vedi foto a p. 149 di questo lavoro.<br />

52 In un secondo momento il babalawo potrà fornire al fedele dei consigli sul significato di quel momento, che<br />

rappresenta comunque una “chiamata” da parte di un santo non ancora ben definito.<br />

<strong>IL</strong> <strong>RITO</strong> <strong>SOTTRATTO</strong> 29

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