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IL RITO SOTTRATTO - DSpace@Unipr

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Gli orichas<br />

Gli orichas vengono rappresentati concretamente attraverso delle<br />

riproduzioni simboliche, poste in genere su un altare. Essi, come si è detto, vengono anche<br />

identificati con le icone di alcuni santi cattolici, ognuno dei quali ha potere su alcuni elementi,<br />

luoghi e forze della natura (alberi, tuoni, mare, crocicchi, malattie, ecc.). Questi elementi<br />

vengono trattati con grande considerazione dai fedeli, in quanto si ritiene che in essi riposino gli<br />

orichas. Del resto, è proprio attraverso questi che gli orichas manifestano il loro potere. Gli<br />

orichas sono il prodotto di un complesso processo di entificazione delle energie naturali. Alla<br />

loro raffinata costruzione corrisponde una profonda decostruzione della realtà in elementi<br />

primordiali. La complessità della natura viene ricondotta a una classificazione archetipica di aria,<br />

acqua, terra e fuoco; i colori vengono distinti sulla base delle tonalità calde e fredde. Gli orichas<br />

possiedono inoltre un corrispettivo numerico e gastronomico, oltre alle danze e alle musiche che<br />

li contraddistinguono all’interno del rito 24 . Tale insieme di elementi facilita l’identificazione<br />

dell’oricha, realizzandone la specifica personalità: alcuni sono considerati burloni, altri buoni,<br />

altri ancora facilmente irascibili e quindi temibili, oppure gelosi, seducenti, permalosi, golosi,<br />

ecc. Questa concezione, ben lontana dall’idea cattolica di un essere perfetto e imperturbabile,<br />

fuori dal tempo e dallo spazio, facilita un rapporto “mondano” e pragmatico con tali entità: ad<br />

esse ci si rivolge non tanto per dubbi esistenziali quanto per porre rimedio a problemi<br />

individuali, utilitaristici e quotidiani, così come si farebbe rivolgendosi ad un amico o un<br />

parente 25 . Ogni fedele rispetta tutto il pantheon della santería, però in genere sviluppa un<br />

rapporto più profondo con un solo oricha, a cui viene legato mediante un lungo rituale, durante il<br />

quale il sacerdote scopre quale sia il santo più consono alla personalità dell’adepto o meglio,<br />

quale sia l’oricha dell’adepto, poiché il sacerdote non decide ma scopre i legami che gli orichas<br />

hanno stabilito con gli uomini. Le modalità con cui si procede a questa scoperta sono molto<br />

complesse e misteriose: si può ipotizzare una certa affinità tra la personalità dell’adepto e la<br />

personalità dell’oricha – che in questo modo costituirebbe una sorta di archetipo capace di<br />

disciplinare e regolare gli eccessi e i difetti delle azioni dell’adepto 26 –, altre volte è la trance da<br />

possessione a legittimare tale unione, dove la corporeità dell’iniziato si scatena in corrispondenza<br />

24 Per avere una visione generale dei tanti aspetti legati alla rappresentazione degli orichas si può consultare Frutos,<br />

A. Panteón Yoruba: conversación con un santero, Ediciones Holguín, Holguín, 1992. Cfr. anche Ramos M., “Afro-<br />

Cuban Orisha Workship”, in Santería Aesthetics in Contemporary Latin American Art, ed. Arthur Lindsay,<br />

Washington D.C., Smithsonian Institution Press, 1996.<br />

25 Questo atteggiamento vanifica ogni tentativo di creare un sistema organico della religione e pertanto viene<br />

definito con il termine di religiosità o religione popolare. Cfr. Ramírez Calzadilla, Ciattini A, op.cit., p.38.<br />

26 Per quanto riguarda questa interpretazione si confronti il testo di Pierre Verger, Orichas, les Dieux Yorouba en<br />

Afrique et au Nouveau Monde, A. Métailié, Paris, 1982.<br />

<strong>IL</strong> <strong>RITO</strong> <strong>SOTTRATTO</strong> 17

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