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IL RITO SOTTRATTO - DSpace@Unipr

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mimando: è una forza che trasforma l’esperienza vissuta in un’invenzione corporea, le cui forme<br />

di espressione la mettono in sintonia con la prassi – già esistente – del sacro. Connettere un<br />

nuovo movimento a una dimensione pragmatica già formata è l’atto di un sapere corporeo che<br />

ancora non sa cosa sta accadendo. Con l’inserimento della nuova corporeità nel rito – ovvero in<br />

una dimensione collettiva, culturale, capace di contenere e catalizzare il senso verso una<br />

dimensione sacra e comune – la motilità della donna potrà essere socializzata e diffusa,<br />

acquisendo così lo statuto di una divisa sacra, che è una vestizione simbolica, una nuova<br />

oggettivazione 268 . Prima della sua istituzione di senso, le gesta della donna sono quelle di un<br />

corpo sottratto: la sua mimesi non è oggettivata, lo strumento è immateriale e alieno, il gesto non<br />

ha il senso di un’azione compiuta e la situazione che rievoca è del tutto sconosciuta agli altri.<br />

Eppure i movimenti si susseguono in un crescendo armonioso, drammatico, che sembra seguire<br />

un senso, ma che in realtà lo sta formando per la prima volta 269 . Prima che il circolo le dia un<br />

significato, possiamo vedere la nudità di un corpo sottratto: grumi di motilità si addensano in una<br />

sequenza di forme non ancora identificate. Ora la mimesi, gli strumenti, i gesti, le situazioni,<br />

sono tutti in-formazione. È questo il primo passo nella via del senso.<br />

La spirale centrifuga<br />

In questo lavoro la riflessione può proseguire solo se assume la<br />

forza motrice delle vibrazioni e delle ondulazioni come guida del suo svolgimento. Ad ogni giro<br />

della spirale centripeta si libera un movimento sottratto, il quale diffonde in tutto il corpus una<br />

potenzialità di senso che è ben più ampia dell’acustica e della coreutica presenti in esso.<br />

Al di là alla concentrazione delle forze si sprigiona un<br />

dispiegamento di sensi allusivi. Alla forza centripeta della spirale corrisponde una forza<br />

centrifuga che irradia attorno a sé una potenza di senso: essa libera l’arealità del sapere corporeo.<br />

268 La divisa non fa che erigere a norma un comportamento, che diviene un habitus collettivo. Nancy osserva che<br />

«occorre scoprire un registro più primitivo di questo giudizio, in cui quel che viene appreso non è altro che la<br />

singolarità in quanto tale. Dal volto alla voce, ai gesti, all’abbigliamento, alla condotta […] non c’è persona che non<br />

si segnali per una sorta di precipitato istantaneo in cui viene a condensarsi la stranezza di una singolarità» [Nancy J.<br />

– L., Essere singolare plurale, p. 14]. Questa singolarità è fatta oricha dalla sua esposizione attraverso le forme<br />

rituali della comunità santéra. Ciò che in un rito sottratto viene alla luce è proprio questo registro «più primitivo»,<br />

che lascia emergere le singolarità individuali proprio in virtù dei tratti canonizzati da una comunità. In virtù di<br />

questa attestazione, spartita e condivisa, può comparire “uno” nuovo, soggetto o dio che sia. Questo registro<br />

originario fonda l’esistenza stessa di un essere, «cioè di questa non-essenza e non-sussistenza-in-sé che fa il fondo<br />

dell’essere-sé» [Ivi, p. 15].<br />

269 Nella citazione della donna africana, è interessante notare che l’autore avvicina il suo roteare alla mimesi<br />

dell’elica dell’aeroplano, come se la donna conoscesse già questo oggetto e pertanto potesse sussumere il suo agire<br />

nella dipendenza di una rappresentazione dell’elica. Ciò che è accaduto nella stesura della narrazione etnografica è<br />

che l’esperienza vissuta e la sua ripercussione coreutica hanno dispiegato una possibilità di senso che l’autore ha<br />

riconosciuto e consolidato in virtù del suo specifico sapere grammaticale: l’elica, nominata, compie l’ipostasi,<br />

divenendo l’oggetto mimato, l’essente che guida il corpo nella sua manifestazione rituale.<br />

<strong>IL</strong> <strong>RITO</strong> <strong>SOTTRATTO</strong> 167

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