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motorio che si sta danzando nel rito. È il caso delle ambiguità percettive, che emergono nei ritmi,<br />
nelle danze e nei canti della santería 210 . L’equilibrio di una forma viene messo in scacco dalla<br />
nuova informazione, che impone un diverso riassetto delle parti oscillanti, tale da mutare lo<br />
sfondo stesso nel quale si ineriva. Il territorio cambia e con esso mutano i passi che lo<br />
percorrono, trasformando così la stessa base della memoria precedentemente “attiva” e<br />
ristabilendola sulle forme di un’altra inerenza, secondo un’altra disposizione formale degli<br />
elementi, che di nuovo distendono un terreno su cui è possibile poggiare i nuovi passi. È ciò che<br />
accadeva guardando l’immagine lepre-anatra: il disegno dell’anatra può arricchirsi di piume e di<br />
colori, di tutta una serie di riferimenti che non fanno altro che muoversi nello sfondo istituito dai<br />
tratti-anatra; ma quando emerge un particolare che è incompatibile con la forma-anatra, un tratto<br />
che “d’un tratto” scioglie l’ancoraggio a questa figura, allora si crea un movimento percettivo più<br />
ampio, anzi un salto, un cambio improvviso dell’intendere, tale da poter ristabilire lo sfondo e i<br />
tratti nell’accordo con la figura-lepre. L’incompatibilità delle forme così generate mette in crisi<br />
la memoria attiva, e «ciò che rimane è una rappresentazione concettuale non assimilabile».<br />
Allora può intervenire la “messa tra virgolette” 211 , operazione non più concettuale ma simbolica.<br />
Sperber descrive ciò che accade quando la rappresentazione concettuale non è assimilata:<br />
[…] il centro dell’attenzione passa dalle proposizioni focali, dal «vertice del<br />
cono», alla condizione che non è stata soddisfatta 212<br />
L’attenzione ristabilisce l’ordine degli accenti, sui quali era<br />
incentrata tutta la motilità fino a quel momento, per inserirvi il nuovo segno come accento<br />
centrale, come punto d’appoggio dell’intera inerenza ad un nuovo sfondo: è proprio quel<br />
particolare che d’un tratto ci permette di sospendere l’anatra e di veder apparire una lepre.<br />
L’intero sfondo è costretto a mutare perché è emerso un tratto che ha costretto il vedere a un<br />
cambio di posizione e di prospettiva. Si ristabilisce così la nuova inerenza, perché la forma sulla<br />
quale ci si poggiava non è più comoda per la percezione del nuovo tratto.<br />
In secondo luogo, la condizione non soddisfatta diventa a sua volta il vertice di<br />
un cono, la cui base si trova questa volta nella memoria passiva 213 .<br />
210 Vedi p. 78.<br />
211 Abbiamo già introdotto questo termine a proposito delle motilità mimiche della danza, riferendoci al caso in cui<br />
essa si serviva di “attributi dell’oricha”, condensati di gestualità e di situazioni altre dal connubio con i suoni della<br />
musica.<br />
212 Ivi, p. 118.<br />
213 Ibidem.<br />
<strong>IL</strong> <strong>RITO</strong> <strong>SOTTRATTO</strong> 128