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IL RITO SOTTRATTO - DSpace@Unipr

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L’esperienza del cantante non si dà tanto nella creazione di nuovi<br />

canti quanto nella loro scelta all’interno di un vasto repertorio. Mentre il ballerino e il<br />

percussionista (iyá) hanno un evidente margine di improvvisazione, pur seguendo sempre i<br />

codici tradizionali, il cantante dispone invece di un repertorio immenso di canti 183 . È possibile<br />

ordinare questo repertorio secondo almeno due ordini: quello dei canti dedicati allo stesso<br />

oricha e quello dei canti che vengono accompagnati dallo stesso ritmo. Nella formazione del<br />

corpus, il cantante sceglie quei canti che si accordano ai ritmi specifici del santo: in questo<br />

modo ogni oricha viene evocato tramite la risonanza con i canti e i ritmi che lo distinguono.<br />

Nelle fasi centrali del wemilere il cantante, per quanto la sua esperienza gli possa aver fatto<br />

maturare una certa forma di controllo delle forze, è immerso nel gioco di tensioni che si<br />

stabilisce tra danzatori e percussionisti. Questo flusso determina la scelta dei canti: in base ad<br />

esso sarà possibile dar voce a canti che si inseriscono nella musicalità corrente o a canti che<br />

possono evolverla con cambi repentini, favorendo l’emergere di dinamiche più intense. Il<br />

cantante, sottoposto anch’esso al flusso di tensioni collettive, ne subisce l’impatto ed è questa<br />

sussunzione a determinare le sue scelte, a stabilire se un momento è maturo – in termini di<br />

tensioni corporee, stimoli evocativi, simbiosi areali – per un passaggio a una fase successiva,<br />

oppure se è il caso di continuare a incrementare il gioco di scambi coreutico-musicali. Nel<br />

primo caso la voce proporrà canti a cui ritmo e danza risponderanno con modelli espressivi<br />

diversi – in genere più dinamici –; nel secondo caso eseguirà canti che potranno essere<br />

accompagnati dagli stessi modelli, giocando più che altro sulla scelta dei contenuti e sulle<br />

melodie, elementi che, come abbiamo già notato, sono molto efficaci nell'influenzare le attività<br />

centrali. È anche vero che, una volta che il corpus del rito si è creato, il canto può essere<br />

influenzato dal ritmo o dalla danza, ovvero il cantante può riverberare voci dalle vibrazioni che<br />

sta percependo e cercare un’armonizzazione attraverso la scelta dei suoi canti. In<br />

corrispondenza di certi ritmi si accordano solo alcuni canti e solo sulla base di questi la voce<br />

può sviluppare la simbiosi delle forze rituali. Le fasi di equilibrio armonico vengono<br />

mantenute fin quando non arriva una qualche oscillazione nuova a reclamare uno svolgimento,<br />

il quale si può tradurre in un cambio di canto, di danza o di ritmo. In genere però è il canto a<br />

svolgere il ruolo di maggiore responsabilità nei cambi di momento, pur essendo questa scelta<br />

sottomessa allo scorrere delle tensioni del corpus. Quando l’amalgama mostra la sua<br />

incandescenza, il canto cambia e va a ristabilire l’organizzazione ritmica, che può rispondere<br />

nei termini di un’accelerazione di ritmo o di un cambio di scansione (e di repertorio),<br />

183<br />

Per una lista indicativa del repertorio di canti degli orichas è possibile consultare in internet il sito<br />

www.santeriadatabase.com.<br />

<strong>IL</strong> <strong>RITO</strong> <strong>SOTTRATTO</strong> 109

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