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Aprile 2009 - Pilo Albertelli

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Nome, cognome, data di nascita.<br />

Maria Vittoria Truini, nata a Roma il 9 novembre<br />

19..<br />

Claudia Ciacciarelli 18/12/1961<br />

La risposta migliore che ha sentito da un<br />

alunno?<br />

T: Rimasi colpita dalle osservazioni fatte da<br />

un mio ex alunno riguardo alla punteggiatura di<br />

Fenoglio<br />

C: Mi fate ridere di rado, non necessariamente<br />

per gli errori che fate. Più che altro è il vostro<br />

modo di fare, di presentarvi che mi diverte.<br />

Il punto di forza e quello debole<br />

dell’<strong>Albertelli</strong>?<br />

T: Sicuramente il clima di grande cordialità e<br />

collaborazione che c’è tra i docenti; la presenza<br />

di docenti preparati -solo l’anno scorso almeno<br />

tre insegnanti hanno pubblicato dei libri- ed infine<br />

la serietà con cui tutto il personale lavora in<br />

questa scuola. Il punto debole sicuramente è costituito<br />

dall’esigenza di avere più spazi.<br />

C: Il punto di forza lo riscontro in una discreta<br />

apertura ad un contributo che provenga dalle<br />

parti più diverse. Anche dal punto di vista della gestione<br />

delle regole noto una valutata apertura<br />

mentale nel rivederle in più occasioni. Una debolezza<br />

potrebbe essere la divisione del liceo in<br />

centrale e succursale.<br />

La peggiore punizione inflitta ad un alunno?<br />

T: in generale penso che la punizione peggiore<br />

che un insegnante possa infliggere ad un<br />

alunno sia l’indifferenza. Per quanto mi riguarda,<br />

una volta punii una classe con un compito a<br />

sorpresa per uno scherzo di cattivo gusto.<br />

C: Le punizioni sono tutte giuste. Piuttosto<br />

che punizioni corporali preferisco bruciarli con<br />

la parola; qualora qualcuno non vada come dovrebbe,<br />

sottolineo la necessità di una ripresa<br />

all’istante, colpendolo verbalmente. Se magari,<br />

all’inizio della carriera, davo pagine e pagine da ricopiare,<br />

ora non lo faccio più, perché credo che<br />

l’uso della parola sia sicuramente lo strumento<br />

più bello ed efficace in ogni caso.<br />

Per spronare un ragazzo allo studio usa durezza<br />

o dolcezza?<br />

T: cerco di ricorrere alla schiettezza,<br />

rendendo chiare le ragioni per cui il suo<br />

apprendimento non è soddisfacente, cercando di<br />

fargli capire che uno studio serio è un bene per<br />

lui e non un modo per compiacere genitori e<br />

insegnanti.<br />

C: Sicuramente serve un modo duro e severo,<br />

finché non arriva il sorriso: è un’escalation per<br />

arrivare ad ottenere la compiacenza<br />

O A<br />

ndanomal<br />

Intervista doppia!<br />

Ciacciarelli - Truini<br />

a cura di Elisabetta Raggio e Luca Davoli<br />

dell’insegnante, la cosa più bella. Al contrario<br />

l’accondiscendenza e l’estrema disponibilità<br />

dell’insegnante al voler capire gli studenti, non<br />

serve. Piuttosto bisogna seguire degli schemi ed<br />

essere rigorosi, perseverando nello studio. Poi,<br />

ovviamente, cerco di capire chi ho davanti, pur<br />

partendo da miei parametri che si addicono alla<br />

mia personalità che non riesce a scendere a<br />

compromessi.<br />

Istinto o ragione?<br />

T: sono due componenti fondamentali per<br />

ogni individuo. Personalmente cerco di temperare<br />

la mia emotività per compiere sempre le scelte<br />

più razionali possibili. Questo spesso mi costa<br />

fatica.<br />

C: È un difficile e faticoso compromesso.<br />

Malgrado tutto, però, preferisco il sentimento<br />

alla ragione.<br />

Il fascino del greco?<br />

T: la grande flessibilità del lessico, una sintassi<br />

più elastica rispetto a quella del latino, la<br />

ricchezza di sfumature permessa dalle particelle,<br />

le opere intramontabili scritte in questa lingua.<br />

C: Il fatto che sia un meraviglioso strumento<br />

per l’ingegno, per la crescita intellettuale e lo è<br />

irragionevolmente. Se pur è una lingua che parte<br />

dalla filiazione di concetti meravigliosi, assoluti,<br />

sfugge spesso ad un rigore.<br />

Studio e dedizione o doti innate e furbizia?<br />

T: doti e studio. Ognuno ha le proprie, che però<br />

devono essere coltivate, altrimenti non si traducono<br />

in competenze.<br />

C: Il lavoro della formichina paga comunque.<br />

La scuola è ancora spesso, purtroppo, la scuola<br />

del piccolo passo giornaliero, in cui chi esce fuori<br />

dalla media è difficile da contemperare.<br />

Cosa la fa arrabbiare veramente fuori e<br />

dentro la scuola?<br />

T: Senza dubbio nella società italiana di questo<br />

periodo manca la giusta promozione del merito.<br />

Questo è eclatante nel settore della ricerca e<br />

dell’università, ma è riscontrabile in tutti i campi.<br />

Ciò crea sfiducia e, a volte, un senso di impotenza.<br />

Poi mi piacerebbe che ci fosse una scuola<br />

più severa: vorrei un paese in cui i politici non facessero<br />

leggi che impediscano la pubblicazione<br />

di tutti i voti; vorrei che i genitori non ricoressero<br />

al TAR perché non sono in grado di accettare<br />

un insuccesso scolastico dei propri figli; vorrei<br />

che ci fosse una progressione di carriera per gli<br />

insegnanti basata non solo sull’anzianità; vorrei<br />

che il sistema d’istruzione permetesse di sanzionare<br />

in modo più efficace il demerito dello studente<br />

(per il suo stesso bene).<br />

C: A farmi arrabbiare è proprio il contesto in<br />

cui viviamo così miseramente vile, improntato al<br />

carattere di mediocrità umana.<br />

Un prof. quadagna quanto merita?<br />

T: un buon insegnante sicuramente no.<br />

C: Non sono mai stata amante del vile denaro,<br />

anche se effettivamente oggi la situazione è difficile<br />

per noi. Diciamo che un bravo professore<br />

Anno II - Numero 6<br />

ondanomala_albertelli@yahoo.it<br />

non guadagna proprio, altri docenti, invece,<br />

hanno pure troppo.<br />

Se fosse presidente degli USA cosa farebbe?<br />

T: Promuoverei il dialogo tra le nazioni, rilancerei<br />

il ruolo dell’ONU, inaugurerei una nuova<br />

politica per l’ambiente e, infine, in politica<br />

interna, farei la riforma sanitaria che garantisca<br />

asistenza a tutti, indipendentemente dal reddito.<br />

C: Non vorrei mai esserlo, mi preoccuperebbe!<br />

in tal caso, comunque, mi piacerebbe<br />

immediatamente intervenire a favore dei Paesi<br />

poveri.<br />

Consiglierebbe ai suoi alunni lettere classiche?<br />

Lei come è arrivata a questa scelta?<br />

T: Ad ogni studente consiglierei di seguire,<br />

nella scelta della facoltà, le proprie aspirazioni e<br />

i propri interessi, quindi anche lettere classiche.<br />

Io ho incontrato un’ottima insegnante al liceo<br />

che mi ha fatto appassionare alla letteratura greca<br />

e latina.<br />

C: No mai! Non c’è scelta più inopinata<br />

oggi.Io ci sono arrivata in tempi migliori e non<br />

per calcolo impiegatizio. Semplicemente<br />

sembrava essere per me l’unica vera risposta.<br />

Il libro che tiene sul comodino.<br />

T: In questo momento ne ho molti. Sicuramente<br />

il libro che ho nel cuore è “Delitto e castigo”<br />

di Dostoevskij.<br />

C: Il Bel-Ami di Maupassant. È un meraviglioso<br />

ritratto di una società francese che sembra<br />

non essere troppo lontana dalla nostra. Un parvenu,<br />

che usa e getta le situazioni a suo vantaggio<br />

con intelligenza e con eleganza.<br />

Insegnerebbe 5 anni nella stessa classe?<br />

T: È il mio sogno seguire gli studenti dal IV<br />

ginnasio al III liceo.<br />

C: No, o i primi due o gli ultimi tre. Non penso<br />

di poter funzionare per cinque anni. Dopo i primi<br />

due anni i ragazzi devono chiudere il discorso<br />

con un docente ed essere in grado di aprirne<br />

uno nuovo con altre persone. Altrimenti si rischia<br />

l’appiattimento. È molto difficile che un<br />

insegnante riesca a funzionare per tutti e cinque<br />

gli anni, considerando che potrebbe esserci un<br />

logoramento del rapporto, un cambiamento<br />

della relazione docente-alunni che potrebbe non<br />

risultare proficuo, pensando alla diversa calibratura<br />

che ogni anno bisogna assumere con le<br />

diverse classi.<br />

Passerrebbe al liceo?<br />

T: Sì, ma senza abbandonare il ginnasio.<br />

C: Ho già insegnato al liceo e non lo ritengo<br />

più interessante.

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