Pdf: socrate libretto - La Scala

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11.06.2013 Views

Don Saverio Ndomàtà. Donna Giulia E pàcchero? Don Saverio Pàsa chèir èis to pròsopon. Donna Giulia E pernacchio? Don Saverio Thòriubos aiscròs dià stòmatos che cheiròn. Donna Giulia Strabiliante, Saverio mio! siete una montagna di sapienza, e, anche se fosse, chiudiamo un occhio sul pederàticon. Concludete! Don Saverio Asidèn màllon epifronèus àntropoi, ètis aeidòntessi neotàte amfipèretai. Galiani Straordinario, barone! Straordinario! Scena tredicesima S o t t e r r a n e o, o sia cantina destinata per la scuola di Socrate. In fondo di essa, r u s t i c a scala praticabile, per la quale si ascende ad un passetto, che termina in alto con una pic - cola porta similmente praticabile. Da un lato della scena altra porta, dalla quale per pochi scalini si cala al piano: anche praticabili. Li discepoli di don Tammaro cantano e ascoltano per istruirsi nella ginnastica, e lo stesso fanno gli attori, a riserba di Cilla, che siede in un angolo, e si diverte colli suoi straccetti e bambocci. Allievi Andron apanton. Socrates sofotâlos. Mastro Antonio Patron apantalon, Soreta scrofotolos. Tammaro Ton d’apamibomênos. (Saltando si urtano confusamente tra loro e vanno a terra.) 16 Mastro Antonio Va’ chià’ mmalora, ca ’nce spallammo... 10 Calandrino Quand’io m’infiammo... salto a tempesta... Tammaro Ohimè la testa! Calandrino La gamba, oh Dio! Mastro Antonio Lo vraccio mio... mm’ha fatto trà. 11 Cilla Ah, ah: sta vista và ’no ducato. 12 Tammaro Ti hai fatto male? Calandrino Son rovinato. Mastro Antonio E io mo, animale! vago a zompà! 13 Tammaro Zitto: parentesi. (in aria magistrale) Quando si tombola, E si rompessero anche le costole, Non fa la macchina, che solo smuoversi, E il centro perdere di gravità. Mastro Antonio Ma vi’ lo diavolo, comm’a proposeto Mo scioscia a Socrate pe’ ’nce zucà. 14 Cilla Io voglio ridere: tornate a fa. 15 Calandrino Lesto, lestissimo: eccomi qua. Tammaro E viva Simia; ma fàtti in là. Mastro Antonio Via, ’ncoronammolo; menammo va’. 16 (Li discepoli cantano e saltano nuov a m e n t e, e poi mastro Antonio incorona don Ta m m a r o. ) Allievi Andron apanton. Socrates sofotâlos. Mastro Antonio (gli mette in testa una corona di erba) Di pampini di quercia

Ricevi ’sta corona: Meriteresti in testa ’Na cercola in persona; Ma se le forze mancano, Pigliame almeno il cor. 17 Tammaro Questa corona accetto; Ma con Aspasia allato, D’altra corona aspetto Vedermi incoronato. Aspasia, colla patria Dobbiamo farci onor. Calandrino (Che diavolo mai dice! Che razza di parlar!). (Donna Rosa sopraggiunge con Ippolito, che porta una chitarra; Lauretta e detti.) Donna Rosa Piazza... piazza... Ippolito Date loco... Lauretta Fate largo un altro poco. Donna Rosa Scendi abbasso... (Fa calare di sopra la tina don Tammaro, e vi monta essa.) Tammaro Che vuoi far? Donna Rosa Scendi, scendi. Tammaso Che vuoi far? Donna Rosa Di chitarrica armonia Un trattato voglio dar. Tammaro Porcheria... porcheria... Donna Rosa (ad Ippolito) Ed a te, anima mia, Voglio il canto dedicar. Tammaro Eresía... eresía... Ippolito Io già tocco l’istromento Per l’orecchio dilettar. Tammaro Non lo sento... non lo sento... Ippolito E tu canta, e al bel concerto Fa’ quest’anime bear. Tammaro Tradimento... tradimento... Donna Rosa Taci olà: né più parlar. Lauretta, Ippolito e Calandrino Via tacete in carità. Cilla e Mastro Antonio Zitto mo: che ’nc’aje da fa? 18 Tammaro Questa è cosa da crepar! (Ensemble) (Ippolito suona la ch i t a r r a , e donna Rosa canta, intanto don Tammaro smania, si con - torce, e si ottura le orecchie.) Donna Rosa Volle il destino mio, volle il mio fato, Ch’io dessi ad un crudel questo mio core: Pascere lo facea quel dispietato Di lagrime, sospiri, e di dolore. Compassionando il suo dolente stato, Me lo ripresi alfin dal traditore: Ora lo dono a te, mio bene amato, Trattalo con dolcezza, e con amore. Tutti Viva, viva... Tammaro Viva un corno. Donna Rosa Taci, olà; né più parlar. Miei alunni pecorini, Sulle cetre, e violini Fate voi la tarantella, Ché ginnastica più bella Insegnar vi voglio qua. (Li discepoli di don Tammaro prendono le loro cetre e violini, e suonano la tarantella. Donna Rosa balla, chiamando in piazza tutti ad uno ad uno.) 17

Ricevi ’sta corona:<br />

Meriteresti in testa<br />

’Na cercola in persona;<br />

Ma se le forze mancano,<br />

Pigliame almeno il cor. 17<br />

Tammaro<br />

Questa corona accetto;<br />

Ma con Aspasia allato,<br />

D’altra corona aspetto<br />

Vedermi incoronato.<br />

Aspasia, colla patria<br />

Dobbiamo farci onor.<br />

Calandrino<br />

(Che diavolo mai dice!<br />

Che razza di parlar!).<br />

(Donna Rosa sopraggiunge con Ippolito, che<br />

porta una chitarra; <strong>La</strong>uretta e detti.)<br />

Donna Rosa<br />

Piazza... piazza...<br />

Ippolito<br />

Date loco...<br />

<strong>La</strong>uretta<br />

Fate largo un altro poco.<br />

Donna Rosa<br />

Scendi abbasso...<br />

(Fa calare di sopra la tina don Tammaro, e vi<br />

monta essa.)<br />

Tammaro<br />

Che vuoi far?<br />

Donna Rosa<br />

Scendi, scendi.<br />

Tammaso<br />

Che vuoi far?<br />

Donna Rosa<br />

Di chitarrica armonia<br />

Un trattato voglio dar.<br />

Tammaro<br />

Porcheria... porcheria...<br />

Donna Rosa<br />

(ad Ippolito)<br />

Ed a te, anima mia,<br />

Voglio il canto dedicar.<br />

Tammaro<br />

Eresía... eresía...<br />

Ippolito<br />

Io già tocco l’istromento<br />

Per l’orecchio dilettar.<br />

Tammaro<br />

Non lo sento... non lo sento...<br />

Ippolito<br />

E tu canta, e al bel concerto<br />

Fa’ quest’anime bear.<br />

Tammaro<br />

Tradimento... tradimento...<br />

Donna Rosa<br />

Taci olà: né più parlar.<br />

<strong>La</strong>uretta, Ippolito e Calandrino<br />

Via tacete in carità.<br />

Cilla e Mastro Antonio<br />

Zitto mo: che ’nc’aje da fa? 18<br />

Tammaro<br />

Questa è cosa da crepar!<br />

(Ensemble)<br />

(Ippolito suona la ch i t a r r a , e donna Rosa<br />

canta, intanto don Tammaro smania, si con -<br />

torce, e si ottura le orecchie.)<br />

Donna Rosa<br />

Volle il destino mio, volle il mio fato,<br />

Ch’io dessi ad un crudel questo mio core:<br />

Pascere lo facea quel dispietato<br />

Di lagrime, sospiri, e di dolore.<br />

Compassionando il suo dolente stato,<br />

Me lo ripresi alfin dal traditore:<br />

Ora lo dono a te, mio bene amato,<br />

Trattalo con dolcezza, e con amore.<br />

Tutti<br />

Viva, viva...<br />

Tammaro<br />

Viva un corno.<br />

Donna Rosa<br />

Taci, olà; né più parlar.<br />

Miei alunni pecorini,<br />

Sulle cetre, e violini<br />

Fate voi la tarantella,<br />

Ché ginnastica più bella<br />

Insegnar vi voglio qua.<br />

(Li discepoli di don Tammaro prendono le<br />

loro cetre e violini, e suonano la tarantella.<br />

Donna Rosa balla, chiamando in piazza tutti<br />

ad uno ad uno.)<br />

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