*Bollettino Rovato N°2-2013.indd - Oratorio di Rovato
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ANNO LXV • N. 2 - Marzo/Giugno 2013<br />
Prepositurale Collegiata Insigne <strong>di</strong> Santa Maria Assunta - <strong>Rovato</strong><br />
Habemus Papam: Car<strong>di</strong>nale Jorge Mario Bergoglio<br />
in comunione con il Papa Francesco e il Vescovo Luciano<br />
auguriamo e preghiamo perché il Cristo risorto<br />
doni a tutti la fede, la speranza e la carità
Sommario<br />
3<br />
4<br />
6<br />
7<br />
8<br />
9<br />
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29<br />
30<br />
30<br />
31<br />
31<br />
LA VOCE DEL PREVOSTO<br />
Credo nello Spirito Santo<br />
PARROCCHIA<br />
Il Triduo pasquale<br />
Quarantore<br />
La forza della risurrezione<br />
Ecco , io sto alla porta e busso<br />
Tu sei Pietro e su questa pietra e<strong>di</strong>ficherò<br />
la mia Chiesa<br />
Maria, donna feriale<br />
Verso una pastorale unitaria<br />
L’iniziazione cristiana degli adulti<br />
ORATORIO<br />
Quando era ancora lontano...<br />
Ma questo potrebbe finire?<br />
Il capo scout e il coraggio <strong>di</strong> educare<br />
Meeting <strong>di</strong>ocesano dell’AC a <strong>Rovato</strong><br />
ATTUALITA’<br />
Messaggio del Papa per la 50ª Giornata Mo<strong>di</strong>ale<br />
<strong>di</strong> Preghiera per le vocazioni<br />
Messaggio del Papa per la 47ª Giornata Mon<strong>di</strong>ale<br />
delle comunicazioni<br />
Siamo un popolo<br />
Nuovo Papa e Nuovo Parlamento<br />
I risultati elettorali a <strong>Rovato</strong><br />
SCUOLA MATERNA<br />
Scuola dell’infanzia Maddalena <strong>di</strong> Canossa<br />
8 maggio: festa <strong>di</strong> S. Maddalena <strong>di</strong> Canossa<br />
Gi ROVATando<br />
CRONACA<br />
S. Rocco: l’organo restaurato<br />
La Ricchino apre a nuove espressioni artistiche<br />
ACLI - Campi estivi <strong>di</strong> volontariato internazionale<br />
Proposta <strong>di</strong> pellegrinaggio<br />
Festa grande a S. Giuseppe e a S. Andrea<br />
La primavera 2013 <strong>di</strong> CIRCONDIAMOCI<br />
PARROCCHIA S. GIOVANNI BOSCO<br />
ANAGRAFE<br />
OFFERTE<br />
UN BENE PER TUTTA LA CHIESA<br />
31 CALENDARIO LITURGICO PASTORALE<br />
BOLLETTINO PARROCCHIALE<br />
BIMESTRALE DI VITA PARROCCHIALE<br />
Direttore responsabile: Franco Manenti<br />
E<strong>di</strong>tore: Parrocchia S.Maria Assunta<br />
In redazione: Gian Mario Chiari, Valentino Bosio<br />
Gianluigi Moretti, Roberto Morè, Giorgio Baioni,<br />
Nazzareno Lopez, Franco Manenti,<br />
Madre Alessandra, Emanuela Caretta,<br />
Marta Rugolotto, Giusi Plodari<br />
Registrato presso il Tribunale <strong>di</strong> Brescia<br />
in data 14.05.1955 al n. 115 del registro Stampa.<br />
Fotografie: Foto Marini - Baioni - Zanotti<br />
Progettazione e Stampa: Eurocolor - <strong>Rovato</strong><br />
Mercoledì 13 marzo ore 19,06: fumata bianca.<br />
Habemus Papam: Card. Giorgio Mario Bergoglio<br />
che sceglie il nome <strong>di</strong> FRANCESCO.<br />
Questo il suo primo saluto:<br />
Fratelli e sorelle, buonasera!<br />
Voi sapete che il dovere del Conclave era <strong>di</strong> dare un<br />
Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Car<strong>di</strong>nali<br />
siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo ... ma<br />
siamo qui ... Vi ringrazio dell'accoglienza. La comunità<br />
<strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong> Roma ha il suo Vescovo: grazie! E prima<br />
<strong>di</strong> tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo<br />
emerito. Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui.<br />
perché il Signore lo bene<strong>di</strong>ca e la Madonna lo custo<strong>di</strong>sca.<br />
[Recita del Padre Nostro, dell'Ave Maria e del Gloria al<br />
Padre]<br />
E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e<br />
popolo. Questo cammino della Chiesa <strong>di</strong> Roma, che<br />
è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un<br />
cammino <strong>di</strong> fratellanza, <strong>di</strong> amore, <strong>di</strong> fiducia tra noi.<br />
Preghiamo sempre per noi: l'uno per l'altro. Preghiamo<br />
per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza.<br />
Vi auguro che questo cammino <strong>di</strong> Chiesa, che oggi<br />
incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio Car<strong>di</strong>nale<br />
Vicario, qui presente, sia fruttuoso per l'evangelizzazione<br />
<strong>di</strong> questa città tanto bella!<br />
E adesso vorrei dare la Bene<strong>di</strong>zione, ma prima… prima,<br />
vi chiedo un favore: prima che il vescovo bene<strong>di</strong>ca il<br />
popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché<br />
mi bene<strong>di</strong>ca: la preghiera del popolo, chiedendo la<br />
Bene<strong>di</strong>zione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio<br />
questa preghiera <strong>di</strong> voi su <strong>di</strong> me.<br />
[a capo chinato prega ...]<br />
Adesso darò la Bene<strong>di</strong>zione a voi e a lutto il mondo, a<br />
tutti gli uomini e le donne <strong>di</strong> buona volontà.<br />
[Bene<strong>di</strong>zione]<br />
Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell'accoglienza.<br />
Pregate per me e a presto! Ci ve<strong>di</strong>amo presto: domani<br />
voglio andare a pregare la Madonna, perché custo<strong>di</strong>sca<br />
tutta Roma. Buona notte e buon riposo!
Credo nello Spirito Santo<br />
Il primo saluto che Gesù Cristo risorto rivolge agli<br />
Apostoli riuniti nel Cenacolo è “Pace a voi” (Gv<br />
20,21) e il primo dono che offre loro è lo Spirito<br />
Santo: “Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20,22).<br />
Perché questo dono? Perché ogni battezzato<br />
(fedele al suo battesimo) è orientato nella<br />
coscienza dallo Spirito che lo guida “a tutta la<br />
Verità intera” (Gv 14,13) e, <strong>di</strong> conseguenza, alla<br />
pienezza della sua umanità. Si sentono troppi<br />
ragionamenti tipo: “la Chiesa è una istituzione<br />
umana, con una grande forza economicopolitica…”<br />
oppure le comunità parrocchiali<br />
definite “piccole aggregazioni <strong>di</strong> amici che la<br />
pensano allo stesso modo”… chi parla così “non<br />
vede e non conosce lo Spirito” (Gv14,17).<br />
Sulla scelta <strong>di</strong> Benedetto XVI <strong>di</strong> <strong>di</strong>mettersi abbiamo<br />
sentito commenti <strong>di</strong> ogni genere; non parliamo<br />
del conclave: quante <strong>di</strong>cerie e pettegolezzi<br />
abbiamo dovuto subire dai masme<strong>di</strong>a!<br />
Pochi hanno letto questo bellissimo momento<br />
della vita della Chiesa come segno evidente<br />
che Cristo conduce la Chiesa, che è “sua” non<br />
nostra! Pochi si sono chiesti: “lo Spirito Santo<br />
cosa sta chiedendo a me battezzato, quale<br />
attore (non spettatore) nella storia umana?”.<br />
Benedetto XVI nei suoi ultimi interventi ha<br />
recuperato, in modo eccellente, per ricordare<br />
l’identità della Chiesa, l’icona classica della<br />
barca in mezzo al mare, che a volte è calmo,<br />
altre volte burrascoso. Una icona evangelica<br />
per affermare che la Chiesa <strong>di</strong> Cristo, affidata<br />
alla guida dello Spirito Santo viaggia nel<br />
tempo e nessuna burrasca riesce ad affondarla.<br />
Riferisco un passaggio nell’ultima sua u<strong>di</strong>enza<br />
generale: “In questo momento, c'è in me una<br />
grande fiducia, perché so, sappiamo tutti noi,<br />
che la Parola <strong>di</strong> verità del Vangelo è la forza<br />
della Chiesa, è la sua vita. Il Vangelo purifica<br />
e rinnova, porta frutto dovunque la comunità<br />
dei credenti lo ascolta e accoglie la grazia <strong>di</strong><br />
Dio nella verità e nella carità. Questa è la mia<br />
fiducia, questa è la mia gioia…<br />
(questi otto anni) sono stati un tratto <strong>di</strong> cammino<br />
della Chiesa che ha avuto momenti <strong>di</strong> gioia e<br />
<strong>di</strong> luce, ma anche momenti non facili; mi sono<br />
sentito come san Pietro con gli Apostoli nella<br />
barca sul lago <strong>di</strong> Galilea: il Signore ci ha donato<br />
tanti giorni <strong>di</strong> sole e <strong>di</strong> brezza leggera, giorni<br />
in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati<br />
anche momenti in cui le acque erano agitate ed<br />
il vento contrario, come in tutta la storia della<br />
Chiesa, e il Signore sembrava dormire. Ma ho<br />
sempre saputo che in quella barca c'è il Signore e<br />
ho sempre saputo che la barca della Chiesa non<br />
è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non<br />
la lascia affondare…” (Benedetto XVI, ultima<br />
u<strong>di</strong>enza generale, mercoledì 27.02.2013).<br />
La Chiesa vive da duemila anni! Quale impero<br />
umano, nella storia, è durato più <strong>di</strong> un secolo?<br />
Per quanto riguarda il prossimo Papa chi crede<br />
nello Spirito Santo è certo che sarà la persona<br />
giusta, al posto giusto, nel momento giusto.<br />
Proviamo a guardare i papi del ventesimo<br />
secolo: non sono forse tutti così?<br />
Credo lo Spirito Santo: imparo a leggere la<br />
storia con l’ottica del Vangelo. Di fronte alla<br />
“barca della Chiesa” possiamo rimanere<br />
sulla spiaggia a osservare come spettatori<br />
in<strong>di</strong>fferenti (ma questo equivale alla<br />
rinnegazione del proprio Battesimo) oppure<br />
salirci sopra e contribuire al viaggio nella<br />
storia unendo le nostre risorse personali con<br />
la forza che viene dallo Spirito.<br />
Questo è il compito della comunità cristiana.<br />
Quando parliamo <strong>di</strong> “pastorale” <strong>di</strong>ciamo la<br />
scelta personale <strong>di</strong> collaborare al cammino<br />
della Chiesa. Quando parliamo <strong>di</strong> “unità<br />
pastorali” <strong>di</strong>ciamo la volontà <strong>di</strong> tutte le comunità<br />
parrocchiali che, sentendosi sulla “stessa barca”<br />
uniscono le loro forze per annunciare il Vangelo e<br />
la presenza dello Spirito Santo, quale conduttore<br />
della storia.<br />
Vorrei concludere queste riflessioni con una<br />
duplice esortazione affinché la Pasqua sia per<br />
ciascuno un’apertura profonda ad accogliere lo<br />
Spirito Santo, primo dono del Risorto.<br />
La prima esortazione è <strong>di</strong> san Paolo ai cristiani <strong>di</strong><br />
Efeso: “E non vogliate rattristare lo Spirito Santo<br />
<strong>di</strong> Dio, con il quale foste segnati per il giorno<br />
della redenzione. Scompaiano da voi ogni<br />
asprezza, sdegno, ira, grida e mal<strong>di</strong>cenze con<br />
ogni sorta <strong>di</strong> malignità. Siate invece benevoli gli<br />
uni verso gli altri, misericor<strong>di</strong>osi, perdonandovi<br />
a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo<br />
(Ef 4,30-31).<br />
La seconda esortazione è <strong>di</strong> san Paolo ai cristiani<br />
della Galazia: “Camminate secondo lo Spirito e<br />
non sarete portati a sod<strong>di</strong>sfare il desiderio della<br />
carne… Se vi lasciate guidare dallo Spirito...<br />
il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace,<br />
magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà,<br />
mitezza, dominio <strong>di</strong> sé; (Gal 5, 16-22).<br />
L’augurio ai cristiani è che possano esprimere<br />
i frutti dello Spirito in modo che ogni uomo in<br />
cerca <strong>di</strong> Dio possa incontrarlo nel loro vita <strong>di</strong><br />
testimoni del Risorto, guidati dal suo Spirito.<br />
Con la mia bene<strong>di</strong>zione.<br />
La voce del prevosto<br />
3
Parrocchia<br />
4<br />
Cari fratelli e sorelle,<br />
siamo ormai giunti al cuore della Settimana<br />
Santa, compimento del cammino quaresimale.<br />
Domani entreremo nel Triduo Pasquale, i tre<br />
giorni santi in cui la Chiesa fa memoria del<br />
mistero della passione, morte e risurrezione <strong>di</strong><br />
Gesù. Il Figlio <strong>di</strong> Dio, dopo essersi fatto uomo in<br />
obbe<strong>di</strong>enza al Padre, <strong>di</strong>venendo in tutto simile a<br />
noi eccetto il peccato (cfr Eb 4,15), ha accettato <strong>di</strong><br />
compiere fino in fondo la sua volontà, <strong>di</strong> affrontare<br />
per amore nostro la passione e la croce, per<br />
farci partecipi della sua risurrezione, affinché in<br />
Lui e per Lui possiamo vivere per sempre, nella<br />
consolazione e nella pace. Vi esorto pertanto<br />
ad accogliere questo mistero <strong>di</strong> salvezza, a<br />
partecipare intensamente al Triduo pasquale, fulcro<br />
dell’intero anno liturgico e momento <strong>di</strong> particolare<br />
grazia per ogni cristiano; vi invito a cercare in<br />
questi giorni il raccoglimento e la preghiera, così<br />
da attingere più profondamente a questa sorgente<br />
<strong>di</strong> grazia. A tale proposito, in vista delle imminenti<br />
festività, ogni cristiano è invitato a celebrare il<br />
sacramento della Riconciliazione, momento <strong>di</strong><br />
speciale adesione alla morte e risurrezione <strong>di</strong><br />
Cristo, per poter partecipare con maggiore frutto<br />
alla Santa Pasqua.<br />
Il Giovedì Santo è il giorno in cui si fa memoria<br />
dell’istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio<br />
ministeriale. In mattinata, ciascuna comunità<br />
<strong>di</strong>ocesana, radunata nella Chiesa Cattedrale<br />
attorno al Vescovo, celebra la Messa crismale,<br />
nella quale vengono benedetti il sacro Crisma,<br />
l’Olio dei catecumeni e l’Olio degli infermi. A<br />
partire dal Triduo pasquale e per l’intero anno<br />
liturgico, questi Oli verranno adoperati per i<br />
Sacramenti del Battesimo, della Confermazione,<br />
Il Triduo pasquale<br />
Momento <strong>di</strong> grazia per i cristiani<br />
Stiamo ormai per entrare nella settimana Santa,<br />
il cuore della nostra fede… ma forse ancora<br />
ci manca, come tante volte succede ai nostri<br />
bambini, quando aprono un regalo o un uovo<br />
<strong>di</strong> Pasqua, <strong>di</strong> non fermarci solo all’esteriorità,<br />
alla cosa in se stessa ma <strong>di</strong> arrivare a cogliere<br />
il cuore, la sorpresa, l’amore che sta <strong>di</strong>etro ad<br />
un oggetto che ci viene dato.<br />
In questo caso tocca a noi cristiani riscoprire<br />
nei riti della Pasqua non solo l’esteriorità,<br />
la tra<strong>di</strong>zione che si vive in questi momenti,<br />
ma l’Amore <strong>di</strong> quel Dio “fatto uomo” che, per<br />
amore nostro, giunge a dare la sua vita per noi<br />
“abbassandosi” fino alla morte <strong>di</strong> croce per<br />
poi Risorgere tre giorni dopo nell’Amore <strong>di</strong> Dio<br />
Padre, scombinando per sempre la vita dei suoi<br />
11 apostoli e <strong>di</strong> tutta l’umanità.<br />
Questa riflessione <strong>di</strong> Benedetto XVI può aiutarci a<br />
riscoprire come vivere la nostra Pasqua non solo<br />
come spettatori ma come <strong>di</strong>scepoli e credenti!<br />
delle Or<strong>di</strong>nazioni sacerdotale ed episcopale e<br />
dell’Unzione degli Infermi; in ciò si evidenzia come<br />
la salvezza, trasmessa dai segni sacramentali,<br />
scaturisca proprio dal Mistero pasquale <strong>di</strong> Cristo;<br />
infatti, noi siamo redenti con la sua morte e<br />
risurrezione e, me<strong>di</strong>ante i Sacramenti, attingiamo<br />
a quella medesima sorgente salvifica. Durante la<br />
Messa crismale, domani, avviene anche il rinnovo<br />
delle promesse sacerdotali. Nel mondo intero,<br />
ogni sacerdote rinnova gli impegni che si è assunto<br />
nel giorno dell’Or<strong>di</strong>nazione, per essere totalmente<br />
consacrato a Cristo nell’esercizio del sacro<br />
ministero a servizio dei fratelli. Accompagniamo i<br />
nostri sacerdoti con la nostra preghiera.<br />
Nel pomeriggio del Giovedì Santo inizia<br />
effettivamente il Triduo pasquale, con la memoria<br />
dell’Ultima Cena, nella quale Gesù istituì il<br />
Memoriale della sua Pasqua, dando compimento<br />
al rito pasquale ebraico. Secondo la tra<strong>di</strong>zione,<br />
ogni famiglia ebrea, radunata a mensa nella festa<br />
<strong>di</strong> Pasqua, mangia l’agnello arrostito, facendo<br />
memoria della liberazione degli Israeliti dalla<br />
schiavitù d’Egitto; così nel cenacolo, consapevole<br />
della sua morte imminente, Gesù, vero Agnello
pasquale, offre sé stesso per la nostra salvezza<br />
(cfr 1Cor 5,7). Pronunciando la bene<strong>di</strong>zione sul<br />
pane e sul vino, Egli anticipa il sacrificio della<br />
croce e manifesta l’intenzione <strong>di</strong> perpetuare la sua<br />
presenza in mezzo ai <strong>di</strong>scepoli: sotto le specie del<br />
pane e del vino, Egli si rende presente in modo<br />
reale col suo corpo donato e col suo sangue<br />
versato. Durante l’Ultima Cena, gli Apostoli<br />
vengono costituiti ministri <strong>di</strong> questo Sacramento <strong>di</strong><br />
salvezza; ad essi Gesù lava i pie<strong>di</strong> (cfr Gv 13,1-<br />
25), invitandoli ad amarsi gli uni gli altri come<br />
Lui li ha amati, dando la vita per loro. Ripetendo<br />
questo gesto nella Liturgia, anche noi siamo<br />
chiamati a testimoniare fattivamente l’amore del<br />
nostro Redentore.<br />
Il Giovedì Santo, infine, si chiude con l’Adorazione<br />
eucaristica, nel ricordo dell’agonia del Signore<br />
nell’orto del Getsemani. Lasciato il cenacolo, Egli<br />
si ritirò a pregare, da solo, al cospetto del Padre.<br />
In quel momento <strong>di</strong> comunione profonda, i Vangeli<br />
raccontano che Gesù sperimentò una grande<br />
angoscia, una sofferenza tale da fargli sudare<br />
sangue (cfr Mt 26,38). Nella consapevolezza<br />
della sua imminente morte in croce, Egli sente una<br />
grande angoscia e la vicinanza della morte. In<br />
questa situazione, appare anche un elemento <strong>di</strong><br />
grande importanza per tutta la Chiesa. Gesù <strong>di</strong>ce<br />
ai suoi: rimanete qui e vigilate; e questo appello<br />
alla vigilanza concerne proprio questo momento<br />
<strong>di</strong> angoscia, <strong>di</strong> minaccia, nella quale arriverà il<br />
tra<strong>di</strong>tore, ma concerne tutta la storia della Chiesa.<br />
E' un messaggio permanente per tutti i tempi,<br />
perché la sonnolenza dei <strong>di</strong>scepoli era non solo<br />
il problema <strong>di</strong> quel momento, ma è il problema <strong>di</strong><br />
tutta la storia. La questione è in che cosa consiste<br />
questa sonnolenza, in che cosa consisterebbe<br />
la vigilanza alla quale il Signore ci invita. Direi<br />
che la sonnolenza dei <strong>di</strong>scepoli lungo la storia è<br />
una certa insensibilità dell'anima per il potere del<br />
male, un’insensibilità per tutto il male del mondo.<br />
Noi non vogliamo lasciarci turbare troppo da<br />
queste cose, vogliamo <strong>di</strong>menticarle: pensiamo<br />
che forse non sarà così grave, e <strong>di</strong>mentichiamo.<br />
E non è soltanto insensibilità per il male, mentre<br />
dovremmo vegliare per fare il bene, per lottare per<br />
la forza del bene. È insensibilità per Dio: questa è<br />
la nostra vera sonnolenza; questa insensibilità per<br />
la presenza <strong>di</strong> Dio che ci rende insensibili anche<br />
per il male. Non sentiamo Dio - ci <strong>di</strong>sturberebbe -<br />
e così non sentiamo, naturalmente, anche la forza<br />
del male e rimaniamo sulla strada della nostra<br />
como<strong>di</strong>tà. L'adorazione notturna del Giovedì<br />
Santo, l'essere vigili col Signore, dovrebbe essere<br />
proprio il momento per farci riflettere sulla<br />
sonnolenza dei <strong>di</strong>scepoli, dei <strong>di</strong>fensori <strong>di</strong> Gesù,<br />
degli apostoli, <strong>di</strong> noi, che non ve<strong>di</strong>amo, non<br />
vogliamo vedere tutta la forza del male, e che<br />
non vogliamo entrare nella sua passione per il<br />
bene, per la presenza <strong>di</strong> Dio nel mondo, per<br />
l'amore del prossimo e <strong>di</strong> Dio. […]<br />
Il Venerdì Santo faremo memoria della<br />
passione e della morte del Signore; adoreremo<br />
Cristo Crocifisso, parteciperemo alle sue<br />
sofferenze con la penitenza e il <strong>di</strong>giuno.<br />
Volgendo "lo sguardo a colui che hanno<br />
trafitto" (cfr Gv 19,37), potremo attingere dal<br />
suo cuore squarciato che effonde sangue ed<br />
acqua come da una sorgente; da quel cuore<br />
da cui scaturisce l’amore <strong>di</strong> Dio per ogni uomo<br />
riceviamo il suo Spirito. Accompagniamo<br />
quin<strong>di</strong> nel Venerdì Santo anche noi Gesù che<br />
sale il Calvario, lasciamoci guidare da Lui fino<br />
alla croce, riceviamo l’offerta del suo corpo<br />
immolato.<br />
Infine, nella notte del Sabato Santo, celebreremo<br />
la solenne Veglia Pasquale, nella quale ci è<br />
annunciata la risurrezione <strong>di</strong> Cristo, la sua vittoria<br />
definitiva sulla morte che ci interpella ad essere<br />
in Lui uomini nuovi. Partecipando a questa santa<br />
Veglia, la Notte centrale <strong>di</strong> tutto l’Anno Liturgico,<br />
faremo memoria del nostro Battesimo, nel quale<br />
anche noi siamo stati sepolti con Cristo, per poter<br />
con Lui risorgere e partecipare al banchetto del<br />
cielo (cfr Ap 19,7-9).<br />
Cari amici, abbiamo cercato <strong>di</strong> comprendere lo<br />
stato d’animo con cui Gesù ha vissuto il momento<br />
della prova estrema, per cogliere ciò che<br />
orientava il suo agire. Il criterio che ha guidato<br />
ogni scelta <strong>di</strong> Gesù durante tutta la sua vita è stata<br />
la ferma volontà <strong>di</strong> amare il Padre, <strong>di</strong> essere uno<br />
col Padre, e <strong>di</strong> essergli fedele; questa decisione<br />
<strong>di</strong> corrispondere al suo amore lo ha spinto ad<br />
abbracciare, in ogni singola circostanza, il<br />
progetto del Padre, a fare proprio il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong><br />
amore affidatogli <strong>di</strong> ricapitolare ogni cosa in<br />
Lui, per ricondurre a Lui ogni cosa. Nel rivivere il<br />
santo Triduo, <strong>di</strong>sponiamoci ad accogliere anche<br />
noi nella nostra vita la volontà <strong>di</strong> Dio, consapevoli<br />
che nella volontà <strong>di</strong> Dio, anche se appare dura, in<br />
contrasto con le nostre intenzioni, si trova il nostro<br />
vero bene, la via della vita. La Vergine Madre<br />
ci gui<strong>di</strong> in questo itinerario, e ci ottenga dal suo<br />
Figlio <strong>di</strong>vino la grazia <strong>di</strong> poter spendere la nostra<br />
vita per amore <strong>di</strong> Gesù, nel servizio dei fratelli.<br />
Benedetto XVI (20.04.2011)<br />
Parrocchia<br />
5
Parrocchia<br />
6<br />
24 marzo<br />
DOMENICA DELLE PALME E SANTE<br />
QUARANTORE<br />
ore 14,30 - a S. Stefano bene<strong>di</strong>zione delle Palme e<br />
processione alla parrocchiale con la banda citta<strong>di</strong>na<br />
ore 15,15 - S. Messa con lettura della passione e<br />
inizio dell’adorazione delle SS. Quarantore<br />
ore 18,30 - Reposizione SS. Sacramento e S. Messa<br />
25 marzo<br />
LUNEDÌ SANTO<br />
ore 07.00 - S. Messa nella cappella delle Madri<br />
Canossiane<br />
ore 08.30 - S. Messa ed Esposizione<br />
ore 10.00 - Adorazione guidata<br />
ore 11.00 - Reposizione;<br />
ore 15.30 - Adorazione per adulti<br />
ore 16.10 - Adorazione Ragazzi delle elementari<br />
ore 17.00 - Adorazione Ragazzi delle me<strong>di</strong>e<br />
ore 18.00 - Adorazione sacerdoti e religiosi<br />
ore 20.30 - reposizione e confessioni per giovani e<br />
adolescenti<br />
26 marzo<br />
MARTEDÌ SANTO<br />
ore 07.00 - S. Messa nella cappella delle Madri<br />
Canossiane<br />
ore 08.30 - S. Messa ed Esposizione<br />
ore 10.00 - Adorazione guidata<br />
ore 11.00 - Reposizione;<br />
ore 15.30 - Adorazione per adulti<br />
ore 16.10 - Adorazione per i ragazzi e confessioni<br />
ore 17.30 - adorazione personale e confessioni<br />
ore 20.00 - S.Messa e conclusione delle Quarantore<br />
Quarantore<br />
27 marzo<br />
Mercoledì Santo<br />
ore 20.00 - Preghiera al Crocifisso <strong>di</strong> via Cantù<br />
TRIDUO PASQUALE<br />
I GIORNI SANTI DELLA NOSTRA SALVEZZA<br />
28 marzo<br />
GIOVEDI’ SANTO<br />
CENA DEL SIGNORE<br />
ore 08.30 - Celebrazione delle Lo<strong>di</strong><br />
ore 16.30 - Santa Messa per ragazzi animata dal<br />
gruppo Emmaus<br />
ore 20.30 - Santa Messa nella “Cena del Signore”<br />
Lavanda dei pie<strong>di</strong><br />
Presentazione degli Oli Santi<br />
Processione all’altare della reposizione<br />
Adorazione notturna dalle ore 23.00 alle ore 7.00<br />
(con accesso dalla porta laterale)<br />
29 marzo<br />
VENERDÌ SANTO<br />
PASSIONE DEL SIGNORE<br />
ore 08.30 - Celebrazioni delle Lo<strong>di</strong><br />
ore 15.00 - Azione Liturgica della Passione del<br />
Signore<br />
Liturgia della Parola e preghiera universale<br />
Adorazione della Croce<br />
Comunione Eucaristica<br />
ore 20.00 - Solenne Processione con il Crocifisso<br />
(partecipa la banda citta<strong>di</strong>na)<br />
30 marzo<br />
SABATO SANTO<br />
VEGLIA PASQUALE<br />
ore 08.30 - Celebrazioni delle Lo<strong>di</strong>. Seguono le<br />
confessioni per tutta la giornata<br />
ore 21.00 - Veglia Pasquale (animata dal gruppo<br />
Emmaus)<br />
Liturgia della luce (Bene<strong>di</strong>zione del fuoco, del cero e<br />
canto dell’Exultet)<br />
Liturgia della Parola<br />
Liturgia battesimale<br />
Liturgia Eucaristica<br />
31 marzo<br />
DOMENICA DI PASQUA<br />
RISURREZIONE DEL SIGNORE<br />
ore 07.00 - 08.15 - 09.30 - 18.30: Sante Messe<br />
ore 11.00 - Santa Messa Solenne, con la Corale <strong>di</strong><br />
<strong>Rovato</strong><br />
ore 18.00 - Vespri<br />
ore 16.00 - S.Messa alla casa <strong>di</strong> riposo<br />
ore 17.00 - S.Messa all’ospedale don Gnocchi<br />
01 aprile<br />
LUNEDÌ DELL’ANGELO<br />
in Parrocchia: ore 07.00 - 08.15 - 09.30<br />
Sante Messe<br />
a S. Rocco: ore 10.30 Santa Messa<br />
a S. Stefano: ore 16.30: Vespri e bene<strong>di</strong>zione<br />
eucaristica<br />
ore 17.00 - Santa Messa
La forza della risurrezione<br />
L'evangelista Giovanni scrive che<br />
Forse nulla, ma era però <strong>di</strong>sperata<br />
«era ancora buio» quando Maria <strong>di</strong><br />
perché aveva perso colui che<br />
Magdala si recò al sepolcro. Era buio<br />
poteva salvarla. E noi? Non siamo<br />
fuori, ma soprattutto dentro il cuore <strong>di</strong><br />
forse troppo rassegnati a un mondo<br />
quella donna; il buio per la per<strong>di</strong>ta<br />
che <strong>di</strong>viene sempre più duro e<br />
dell'unico che l'aveva capita: non solo<br />
crudele? Forse dobbiamo riscoprire<br />
le aveva detto cosa aveva nel cuore,<br />
il dramma <strong>di</strong> quella donna e farlo<br />
soprattutto l'aveva liberata da ciò che<br />
anche nostro. Il rischio qual è? E’<br />
l'opprimeva. Con il cuore triste Maria<br />
che tutti corriamo a rinchiuderci<br />
si reca al sepolcro. Forse ricorda i<br />
in noi stessi, ciascuno nel proprio<br />
giorni precedenti la passione, quando<br />
egocentrismo, nei propri affari, nei<br />
gli asciugava i pie<strong>di</strong> dopo averglieli bagnati gnati con propri prob<br />
problemi. Del resto è facile <strong>di</strong>re: cosa<br />
l'unguento prezioso, e gli anni, pochi ma intensi, posso farci io <strong>di</strong> fronte a un mondo così <strong>di</strong>fficile<br />
passati con quel profeta. Con Gesù l'amicizia è e complesso?<br />
sempre prendente; si potrebbe <strong>di</strong>re che non lo si Solo se ci avviciniamo a quella donna<br />
può seguire da lontano, come ha fatto Pietro in possiamo incontrare il Signore risorto. La sua<br />
questi giorni, o come facciamo noi tanto spesso. <strong>di</strong>sperazione nel non trovare più Gesù, <strong>di</strong><br />
Arriva il momento della resa dei conti e, quin<strong>di</strong>, fronte a un mondo che sembrava aver perso<br />
della scelta <strong>di</strong> un rapporto definitivo. L'amicizia <strong>di</strong> l'amore, fu contagiosa. Mosse anche Pietro<br />
Gesù è <strong>di</strong> quella specie che porta a considerare e l'altro <strong>di</strong>scepolo. Al sentirla infatti corsero<br />
gli altri più <strong>di</strong> se stessi: «Nessuno ha un amore imme<strong>di</strong>atamente verso il sepolcro. È una corsa<br />
più grande <strong>di</strong> questo: dare la vita per i propri che esprime bene l'ansia per un mondo nuovo.<br />
amici». Maria <strong>di</strong> Magdala lo constata <strong>di</strong> persona Mi chiedo: non dobbiamo forse noi riprendere<br />
quand'è ancora buio. Il suo amico è morto perché a correre? La nostra andatura - <strong>di</strong>co quella<br />
ha voluto bene a lei e a tutti i <strong>di</strong>scepoli. Giuda dell'amore, della generosità, della solidarietà -<br />
compreso.<br />
non è troppo lenta, appesantita dall'egocentrismo,<br />
Appena giunta al sepolcro vede che la pietra dalla paura <strong>di</strong> perdere qualcosa <strong>di</strong> nostro, dal<br />
posta sull'ingresso, una lastra pesante come timore <strong>di</strong> dover abbandonare abitu<strong>di</strong>ni ben<br />
è pesante ogni morte e ogni <strong>di</strong>stacco, è stata ra<strong>di</strong>cate?<br />
ribaltata. Neppure entra. Corre subito da Pietro Bisogna riprovare a correre. Per andare dove?<br />
e da Giovanni: «Hanno portato via il Signore dal Verso le tante tombe <strong>di</strong> questo mondo che hanno<br />
sepolcro!» grida trafelata. Neanche da morto, bisogno <strong>di</strong> aiuto, <strong>di</strong> sostegno, <strong>di</strong> soccorso.<br />
pensa, lo vogliono. E aggiunge con tristezza: La risurrezione <strong>di</strong> Gesù viene a <strong>di</strong>rci che Dio non<br />
«E non sappiamo dove l'abbiano messo». La si è rassegnato a un mondo da cui sembra sia<br />
tristezza <strong>di</strong> Maria per la per<strong>di</strong>ta del Signore, stata cacciata la speranza. L'amore del Signore<br />
anche solo del suo corpo morto, è uno schiaffo è più forte <strong>di</strong> ogni male. Il Vangelo ci annuncia la<br />
alla nostra freddezza e alla nostra <strong>di</strong>menticanza vittoria sulla morte e la rinascita a una vita nuova;<br />
<strong>di</strong> Gesù anche da vivo. Ed è uno schiaffo anche e riguarda tutti. Questa Pasqua non passi invano;<br />
alla rassegnazione <strong>di</strong> un mondo che ha perso la non sia un rito che, più o meno stancamente, si<br />
vita, che ha perso la compassione, che ha perso ripete ogni anno: essa deve cambiare il cuore e la<br />
la pietà, che ha perso l'amore.<br />
vita <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noi, <strong>di</strong> ogni comunità cristiana.<br />
Oggi questa donna viene a <strong>di</strong>rci <strong>di</strong> non rassegnarci Si tratta <strong>di</strong> spalancare le porte al Risorto che viene<br />
a un mondo senza amore. Certo, che cosa poteva in mezzo a noi. Egli deposita nei cuori la forza<br />
fere lei da sola <strong>di</strong> fronte a quel che era successo? della risurrezione, che è un'incre<strong>di</strong>bile energia<br />
<strong>di</strong> amore, <strong>di</strong> compassione e <strong>di</strong> pace. Sì, Gesù<br />
risorto porta ancora le stigmate. E invita anche a<br />
toccarle. Sì, siamo chiamati a toccare le stigmate<br />
<strong>di</strong> Gesù, ossia le parti sofferenti <strong>di</strong> questo mondo:<br />
penso agli anziani soli, ai malati, ai poveri, ai<br />
bambini abbandonati, sia vicini che lontani.<br />
Siamo chiamati a sporcarci le mani con queste<br />
ferite del corpo <strong>di</strong> Gesù. Il Signore risorto infatti ci<br />
vuole coinvolgere in quest'opera <strong>di</strong> risurrezione.<br />
Siamo tutti chiamati a risorgere nel cuore, a<br />
crescere nell'amore, nella generosità. nella pietà.<br />
Questa è la Pasqua. Cresca l'amore per tutti e<br />
particolarmente per i più poveri.<br />
Vincenzo Paglia<br />
Parrocchia<br />
7
Parrocchia<br />
8<br />
Ecco, io sto alla porta e busso<br />
Nel N libro dell’Apocalisse<br />
c è contenuta<br />
una u delle lettere<br />
alle a sette comunità<br />
ddell'Asia<br />
Minore,<br />
qquella<br />
alla Chiesa<br />
d<strong>di</strong><br />
Lao<strong>di</strong>cea, che<br />
mmi<br />
pare descriva<br />
uun<br />
poco anche il<br />
cclima<br />
delle nostre<br />
ccomunità<br />
cristiane<br />
dd'antica<br />
data, ricche<br />
d<strong>di</strong><br />
tra<strong>di</strong>zione ma<br />
ppovere<br />
<strong>di</strong> profezia.<br />
Scrive Giovanni: Mi è nota la tua condotta: che<br />
cioè non sei né freddo né caldo; oh, se tu fossi<br />
freddo o caldo! Ma così, poiché tu sei tiepido,<br />
cioè né caldo né freddo, io sono sul punto dì<br />
vomitarti dalla mia bocca. Tu <strong>di</strong>ci: "Sono ricco;<br />
sono <strong>di</strong>ventato ricco, non ho bisogno <strong>di</strong> nulla";<br />
e non ti accorgi che proprio tu sei il più infelice:<br />
miserabile, povero, cieco e nudo. Ti esorto ad<br />
acquistare da me oro raffinato nel fuoco, con<br />
cui arricchirti davvero; <strong>di</strong> comprarti delle vesti<br />
bianche, con cui coprirti e nascondere la tua<br />
nu<strong>di</strong>tà, e collirio con cui ungerti gli occhi, affinché<br />
tu possa vederci. Quelli che amo io li rimprovero e<br />
li castigo. Affrettati perciò a convertirti... Se uno,<br />
udendo la mia voce, mi aprirà la porta, io entrerò<br />
da lui e cenerò con lui ed egli con me (Ap3,14ss).<br />
Il Signore non si stanca <strong>di</strong> bussare, chiede con<br />
permesso, non ama forzare le porte: del resto,<br />
come potrebbe, visto che siamo sprangati da<br />
dentro? Quella porta che doveva <strong>di</strong>fenderci è<br />
<strong>di</strong>venuta un <strong>di</strong>aframma <strong>di</strong> incomunicabilità e<br />
dunque ora tocca a noi spalancarla. Ricordate?<br />
È stato questo il leit motiv <strong>di</strong> Giovanni Paolo II fin<br />
dal suo primo <strong>di</strong>scorso: Aprite, anzi spalancate<br />
le porte a Cristo! Continua ad essere l'appello,<br />
più teologicamente argomentato ma non meno<br />
accorato, <strong>di</strong> papa Benedetto XVI nella lettera<br />
con la quale ha indetto l'Anno della fede.<br />
La Chiesa sente l'urgenza <strong>di</strong> una rinnovata<br />
evangelizzazione che apra anche ai pagani<br />
d'oggi (e noi tra loro) la porta della fede. Quanti<br />
nostri contemporanei sono alla ricerca, quanti<br />
atei devoti sono asse<strong>di</strong>ati dal dubbio rispetto alle<br />
loro verità scientifiche! E quanti <strong>di</strong> noi praticanti<br />
non riescono a sintonizzarsi con loro, perché non<br />
sappiamo accogliere anche il non credente che è<br />
in ognuno <strong>di</strong> noi, per usare la nota espressione <strong>di</strong><br />
Martini. La figura che potrebbe accompagnarci<br />
in questo Anno della fede è quella <strong>di</strong> Tommaso.<br />
Questo apostolo non solo ci è fratello come Pietro<br />
e Giuda, ma è proprio nostro gemello, o come<br />
<strong>di</strong>ce il suo soprannome . In tutto simili a lui nel<br />
non rinnegare la nostra appartenenza al gruppo<br />
<strong>di</strong> Gesù, ma pure attraversati dal dubbio, abitati<br />
dal bisogno <strong>di</strong> vedere, <strong>di</strong> toccare con mano.<br />
Dove sono oggi i segni del Risorto? ci chie<strong>di</strong>amo.<br />
Dove le prove che la corruzione e l'ingiustizia<br />
non sono vincenti? sembra chiederci la gente<br />
smarrita. Come il Maestro la sera <strong>di</strong> Pasqua<br />
nel cenacolo mostrò i segni delle ferite, così ora<br />
tocca a noi <strong>di</strong>re: "Guarda le mie mani, le ferite<br />
dell'amore; guarda la mia vita, le mie scelte<br />
quoti<strong>di</strong>ane e non essere più incredulo, scettico e<br />
cinico". Forse sto sognando, visto che la nostra<br />
esistenza <strong>di</strong> poveri credenti non sarà mai pura<br />
trasparenza dell'Amore che ha vinto la morte?<br />
Ma sono certo che se, pur tra tanta opacità, i<br />
nostri fratelli in ricerca non potranno intravvedere<br />
in noi le stigmate del Risorto, almeno una passione<br />
per la causa del Vangelo, sarà vano sperare frutti<br />
da tutti i piani <strong>di</strong> nuova evangelizzazione.<br />
Ma Tu stai alla mia porta<br />
Ma se io, Signore, tendo l'orecchio<br />
ed imparo a <strong>di</strong>scernere i segni dei tempi,<br />
<strong>di</strong>stintamente odo i segnali della tua rassicurante<br />
presenza alla mia porta.<br />
E quando ti apro e ti accolgo<br />
come ospite gra<strong>di</strong>to della mia casa<br />
il tempo che passiamo insieme mi rinfranca.<br />
Alla tua mensa <strong>di</strong>vido con te<br />
il pane della tenerezza e della forza,<br />
il vino della letizia e del sacrificio,<br />
la parola <strong>di</strong> sapienza e della promessa,<br />
la preghiera del ringraziamento<br />
e dell'abbandono nelle mani del Padre.<br />
E ritorno alla fatica del vivere<br />
con in<strong>di</strong>struttibile pace.<br />
Il tempo che è passato con te<br />
sia che mangiamo sia che beviamo<br />
è sottratto alla morte.<br />
Adesso,<br />
anche se è lei a bussare,<br />
io so che sarai tu ad entrare;<br />
il tempo della morte è finito.<br />
Abbiamo tutto il tempo che vogliamo<br />
per esplorare danzando<br />
le iridescenti tracce della Sapienza dei mon<strong>di</strong>.<br />
E infiniti sguar<strong>di</strong> d'intesa<br />
per assaporare la Bellezza.<br />
Carlo Maria Martini
Già venti anni fa, il car<strong>di</strong>nal Martini avvertiva: "La<br />
novità della cosiddetta nuova evangelizzazione<br />
non va cercata in nuove tecniche <strong>di</strong> annuncio,<br />
ma anzitutto nel ritrovato entusiasmo <strong>di</strong> sentirsi<br />
credenti e nella fiducia nell'azione dello Spirito<br />
Santo, così da evangelizzare per contagio, da<br />
persona a persona".<br />
Ecco, appunto, il primato dello Spirito Santo<br />
nella vita anche della nostra parrocchia, non<br />
il protagonismo dei nostri piani pastorali! Uno<br />
Spirito che ci parla anzitutto nelle Scritture<br />
che torneremo a porre al centro nelle Oasi<br />
della Parola; lo stesso Spirito che ci rinnova e<br />
ci conforma a Cristo attraverso i Sacramenti,<br />
ma che pure ci muove a vivere la carità non a<br />
parole ma con quelle opere che danno prova<br />
della fede che ci anima e della speranza che<br />
è in noi.<br />
In fondo è la lezione <strong>di</strong> San Giacomo: Fratello,<br />
mostrami la tua fede senza le opere e io ti<br />
mostrerò la fede partendo dalle mie opere (cfr<br />
Gc 2,14ss).<br />
In questo anno <strong>di</strong> grazia, sia sincera la ricerca<br />
<strong>di</strong> fede! Ma non vengano a mancare le opere,<br />
capaci <strong>di</strong> far sentire a tutti il tocco del Maestro<br />
che sta alla porta e bussa per entrare e cenare<br />
insieme, senza lasciar fuori nessuno.<br />
D. Enrico<br />
Tu sei Pietro e su questa pietra e<strong>di</strong>fi cherò la mia Chiesa<br />
Quando sfogliamo il Vangelo <strong>di</strong> Matteo, al<br />
capitolo 16, possiamo leggere una splen<strong>di</strong>da<br />
pagina in cui Gesù è in <strong>di</strong>alogo confidenziale<br />
con i suoi apostoli, i quali da tre anni erano<br />
alla sua scuola e lo seguivano per le strade<br />
della Galilea, della Samaria e della Giudea, tra<br />
applausi e contrasti , con la segreta speranza <strong>di</strong><br />
avere un posto <strong>di</strong> riguardo nel suo regno e un<br />
domani sicuro pieno <strong>di</strong> successo e <strong>di</strong> gloria in<br />
questo mondo.<br />
Gesù domandò loro: “La gente chi <strong>di</strong>ce che sia<br />
il Figlio dell'uomo? Risposero: “Alcuni <strong>di</strong>cono<br />
Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o<br />
qualcuno dei profeti“. Gesù <strong>di</strong>sse loro: “Ma voi<br />
chi <strong>di</strong>te che io sia? Rispose Simon Pietro: “Tu sei<br />
il Cristo, il Figlio <strong>di</strong> Dio!“<br />
E Gesù a lui: “Beato sei tu Simone, figlio <strong>di</strong><br />
Giona, perché né la carne né il sangue te lo<br />
hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.<br />
E io <strong>di</strong>co a te:<br />
TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERO'<br />
LA MIA CHIESA E LE PORTE DEGLI INFERI NON<br />
PREVARRANNO CONTRO DI ESSA:<br />
A TE DARO' LE CHIAVI DEL REGNO DEI CIELI:<br />
TUTTO CIO' CHE LEGHERAI SULLA TERRA<br />
SARA' LEGATO NEI CIELI, E TUTTO CIO' CHE<br />
SCIOGLIERAI SULLA TERRA SARA' SCIOLTO<br />
NEL REGNO DEI CIELI“.<br />
Sono quasi duemila anni che queste parole<br />
risuonano nella Chiesa ed ogni volta che<br />
vengono proclamate siamo presi da un senso<br />
<strong>di</strong> stupore nel costatare come Dio affi<strong>di</strong> la sorte<br />
dell'umanità redenta a uomini che hanno come<br />
compito e responsabilità <strong>di</strong> essere sulla terra il<br />
Vangelo vivente <strong>di</strong> Cristo, testimoniandolo con<br />
la vita, pronti a donarla per Lui e per la bellezza<br />
del suo Regno.<br />
Se leggiamo con serenità e ricchezza <strong>di</strong> notizie<br />
certe la storia recente della Chiesa, restiamo<br />
ammirati <strong>di</strong> fronte a figure immense <strong>di</strong> Papi che<br />
hanno condotto la “Barca <strong>di</strong> Pietro“ imbattendosi<br />
talvolta in gran<strong>di</strong> burrasche, seminando sempre<br />
motivi <strong>di</strong> speranza basata sulla promessa <strong>di</strong><br />
Cristo: “Io sarò con voi fino alla fine dei tempi“.<br />
Ecco i Pontefici che hanno retto la Chiesa negli<br />
ultimi settantacinque anni:<br />
Pio XII (Eugenio Pacelli, romano, 1939 – 1958),<br />
che durante la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale (1939<br />
– 1945), invocando la pace, ha condannato<br />
apertamente la guerra che ha lasciato sul campo<br />
milioni <strong>di</strong> morti e <strong>di</strong>struzioni inimmaginabili; era<br />
chiamato il “Pastore Angelico“;<br />
Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli,<br />
italiano, 1958 – 1963), il Papa buono che ha<br />
indetto e iniziato il Concilio Vaticano II per il<br />
rinnovamento della Chiesa, madre e maestra,<br />
affinché il patrimonio della fede fosse accolto in<br />
modo nuovo e con rinnovato entusiasmo;<br />
Paolo VI, nostro conterraneo, (Giovanni<br />
Battista Montini, 1963 – 1978), il Papa che su<br />
in<strong>di</strong>cazione del Concilio ha proposto riforme<br />
epocali all'interno della Chiesa che in un celebre<br />
Parrocchia<br />
9
Parrocchia<br />
10<br />
<strong>di</strong>scorso all'ONU ha chiamato oltre che madre<br />
e maestra anche “esperta in umanità“ ;<br />
Giovanni Paolo I (Albino Luciani, italiano,<br />
1978), il Papa del sorriso per soli trentatre<br />
giorni;<br />
Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla, polacco,<br />
1978 – 2005), che con i suoi innumerevoli<br />
viaggi e incontri ha annunciato con particolare<br />
vigore il Vangelo all'umanità, infondendo<br />
in tutti, soprattutto nel mondo giovanile, un<br />
grande ottimismo;<br />
Benedetto XVI (Joseph Ratzinger, tedesco,<br />
2005 – 2013) che con ferma dolcezza ci ha<br />
confermati nella fede in un <strong>di</strong>fficile momento<br />
storico per la Chiesa e per l'umanità.<br />
La Chiesa attuale vive in 186 paesi, celebra<br />
la liturgia in centinaia <strong>di</strong> lingue ed oggi<br />
assiste ad una crisi in atto nella società,<br />
soprattutto occidentale, dove i gran<strong>di</strong> valori<br />
sembrano offuscati. Mentre l'umanità è alla<br />
svolta <strong>di</strong> un'era nuova, compiti <strong>di</strong> una gravità<br />
e ampiezza immensa attendono la Chiesa che<br />
vive nel mondo pur non essendo del mondo!<br />
Su chi la <strong>di</strong>rige risuonano sempre le parole <strong>di</strong><br />
Cristo: “Tu sei Pietro e su questa pietra e<strong>di</strong>ficherò<br />
la mia Chiesa“!<br />
Ma, se la pietra <strong>di</strong>venta friabile e non riesce<br />
più a garantire la stabilità dell'e<strong>di</strong>ficio, ecco il<br />
fatto <strong>di</strong> una Papa che pronuncia parole storiche,<br />
destinate a segnare la vita della Chiesa:<br />
“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia<br />
coscienza davanti a Dio sono pervenuto alla<br />
certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non<br />
sono più adatte per esercitare in modo adeguato<br />
il ministero petrino. Sono ben consapevole che<br />
questo ministero, per la sua essenza spirituale,<br />
deve essere compiuto non solo con le opere e con<br />
le parole, ma non meno soffrendo e pregando.<br />
Tuttavia nel mondo <strong>di</strong> oggi,<br />
soggetto a rapi<strong>di</strong> mutamenti e<br />
agitato da questioni <strong>di</strong> grande<br />
rilevanza per la vita della fede,<br />
per governare la barca <strong>di</strong> san<br />
Pietro e annunciare il Vangelo,<br />
è necessario anche il vigore<br />
sia del corpo, sia dell'animo,<br />
vigore che negli ultimi mesi,<br />
in me è <strong>di</strong>minuito in modo tale<br />
da dover riconoscere la mia<br />
incapacità <strong>di</strong> amministrare bene<br />
il ministero a me affidato. Per<br />
questo, ben consapevole della<br />
gravità <strong>di</strong> questo atto, con piena<br />
libertà, <strong>di</strong>chiaro <strong>di</strong> rinunciare al<br />
ministero <strong>di</strong> vescovo <strong>di</strong> Roma, successore <strong>di</strong> san<br />
Pietro“.<br />
L'annuncio <strong>di</strong> Benedetto XVI ha sorpreso tutto il<br />
mondo; da oltre settecento anni non si registrava<br />
una rinuncia “pienamente libera“ che ha creato<br />
<strong>di</strong>sorientamento e commozione in quasi tutti i<br />
credenti. Rileggendo parola per parola quanto<br />
il Papa ha pronunciato l'11 Febbraio 2013,<br />
memoria liturgica della Madonna <strong>di</strong> Lourdes, <strong>di</strong><br />
fronte ai Car<strong>di</strong>nali convocati per il Concistoro, si<br />
ammirano la semplicità e la profon<strong>di</strong>tà teologica<br />
<strong>di</strong> un uomo che, presa serenamente coscienza<br />
dei propri limiti umani, rimette nelle mani <strong>di</strong> Dio<br />
il mandato, lasciando poi allo Spirito Santo il<br />
compito <strong>di</strong> illuminare in Conclave i Car<strong>di</strong>nali per<br />
la scelta del nuovo Pontefice. La grandezza <strong>di</strong><br />
un uomo si può misurare anche dalla sua umiltà:<br />
il 28 Febbraio 2013, senza alcuna esteriorità,<br />
Papa Benedetto ha lasciato il suo compito per<br />
de<strong>di</strong>carsi al silenzio, alla preghiera e allo stu<strong>di</strong>o.<br />
Le parole risuoneranno per tanti anni nella vita<br />
della Chiesa e, forse verranno ripetute da altri<br />
Pontefici, ma rimarrà sempre una certezza: la<br />
Chiesa ha Cristo come capo e a Lui, prima che<br />
ad altri, fa riferimento.<br />
Mentre la riconoscenza e il ringraziamento<br />
vanno a Papa Benedetto, ansiosa è l'attesa per<br />
conoscere il successore.<br />
In una intervista al car<strong>di</strong>nale francese Paul<br />
Poupard è stata rivolta una domanda: “Come<br />
immagina il futuro Papa?“ e il porporato ha<br />
risposto:“Dovrebbe essere bilingue, ovvero<br />
parlare il linguaggio <strong>di</strong> Dio e quello degli<br />
uomini. Ma oggi l'unica lingua che può toccare<br />
tutti è quella del cuore!“<br />
E' quanto tutti aspettiamo.<br />
don Valentino
Maria, donna feriale<br />
Chi sa quante volte l'ho letta senza provare<br />
emozioni. L'altra sera, però, quella frase del<br />
Concilio, riportata sotto un'immagine della<br />
Madonna, mi è parsa così audace, che sono<br />
andato alla fonte per controllarne l'autenticità.<br />
Proprio così. Al quarto paragrafo del decreto<br />
sull'Apostolato dei laici c'è scritto testualmente:<br />
«Maria viveva sulla terra una vita comune a tutti,<br />
piena <strong>di</strong> sollecitu<strong>di</strong>ni familiari e <strong>di</strong> lavoro».<br />
Intanto, «Maria viveva sulla terra».<br />
Non sulle nuvole. I suoi pensieri non erano campati<br />
in aria. I suoi gesti avevano come soggiorno<br />
obbligato i perimetri delle cose concrete.<br />
Anche se l'estasi era l'esperienza a cui Dio<br />
spesso la chiamava, non si sentiva <strong>di</strong>spensata<br />
dalla fatica <strong>di</strong> stare con i pie<strong>di</strong> per terra.<br />
Lontana dalle astrattezze dei visionari, come<br />
dalle evasioni degli scontenti o dalle fughe degli<br />
illusionisti, conservava caparbiamente il domicilio<br />
nel terribile quoti<strong>di</strong>ano.<br />
Ma c'è <strong>di</strong> più: «Viveva una vita comune a tutti».<br />
Simile, cioè, alla vita della vicina <strong>di</strong> casa. Beveva<br />
l'acqua dello stesso pozzo. Pestava il grano nello<br />
stesso mortaio. Si sedeva al fresco dello stesso<br />
cortile. Anche lei tornava stanca alla sera, dopo<br />
aver spigolato nei campi.<br />
Anche a lei, un giorno <strong>di</strong>ssero: «Maria, ti stai<br />
facendo i capelli bianchi». Si specchiò, allora,<br />
alla fontana e provò anche lei la struggente<br />
nostalgia <strong>di</strong> tutte le donne, quando si accorgono<br />
che la giovinezza sfiorisce.<br />
Le sorprese, però, non sono finite, perché<br />
venire a sapere che la vita <strong>di</strong> Maria fu «piena<br />
<strong>di</strong> sollecitu<strong>di</strong>ni familiari e <strong>di</strong> lavoro» come la<br />
nostra, ci rende questa creatura così inquilina<br />
con le fatiche umane, da farci sospettare che la<br />
nostra penosa ferialità non debba essere poi così<br />
banale come pensiamo.<br />
Sì, anche lei ha avuto i suoi problemi: <strong>di</strong> salute,<br />
<strong>di</strong> economia, <strong>di</strong> rapporti, <strong>di</strong> adattamento. Chi<br />
sa quante volte è tornata dal lavatoio col mal <strong>di</strong><br />
capo, o sovrappensiero perché Giuseppe da più<br />
giorni vedeva <strong>di</strong>radarsi i clienti dalla bottega.<br />
Chi sa a quante porte ha bussato chiedendo<br />
qualche giornata <strong>di</strong> lavoro per il suo Gesù, nella<br />
stagione dei frantoi.<br />
Chi sa quanti meriggi ha malinconicamente<br />
consumato a rivoltare il pastrano già logoro <strong>di</strong><br />
Giuseppe, e ricavarne un mantello perché suo<br />
figlio non sfigurasse tra i compagni <strong>di</strong> Nazaret.<br />
Come tutte le mogli, avrà avuto anche lei momenti<br />
<strong>di</strong> crisi nel rapporto con suo marito, del quale,<br />
taciturno com'era, non sempre avrà capito i<br />
silenzi.<br />
Come tutte le madri, ha spiato pure lei, tra<br />
timori e speranze, nelle pieghe tumultuose<br />
dell'adolescenza <strong>di</strong> suo figlio.<br />
Come tutte le donne, ha provato pure lei la<br />
sofferenza <strong>di</strong> non sentirsi compresa, neppure<br />
dai due amori più gran<strong>di</strong> che avesse sulla<br />
terra. E avrà temuto <strong>di</strong> deluderli. O <strong>di</strong> non<br />
essere all'altezza del ruolo. E, dopo aver<br />
stemperato nelle lacrime il travaglio <strong>di</strong> una<br />
solitu<strong>di</strong>ne immensa, avrà ritrovato finalmente<br />
nella preghiera, fatta insieme, il gau<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una<br />
comunione sovrumana.<br />
Santa Maria, donna feriale, forse tu sola puoi<br />
capire che questa nostra follia <strong>di</strong> ricondurti<br />
entro i confini dell'esperienza terra terra, che<br />
noi pure viviamo, non è il segno <strong>di</strong> mode<br />
<strong>di</strong>ssacratorie.<br />
Se per un attimo osiamo toglierti l'aureola, è<br />
perché vogliamo vedere quanto sei bella a capo<br />
scoperto.<br />
Se spegniamo i riflettori puntati su <strong>di</strong> te, è perché<br />
ci sembra <strong>di</strong> misurare meglio l'onnipotenza<br />
<strong>di</strong> Dio, che <strong>di</strong>etro le ombre della tua carne ha<br />
nascosto le sorgenti della luce.<br />
Programma del mese <strong>di</strong> maggio<br />
Mercoledì 1 - ore 20.00 Apertura comunitaria<br />
del mese mariano alla Chiesa <strong>di</strong> Santo Stefano.<br />
Ogni sera per tutto il mese dal lunedì al<br />
venerdì:<br />
Ore 20.00: Incontro <strong>di</strong> preghiera guidata nei<br />
seguenti luoghi:<br />
Chiesa <strong>di</strong> Santo Stefano<br />
Chiesa <strong>di</strong> San Rocco<br />
Chiesa <strong>di</strong> Caporovato<br />
Santella delle Valli<br />
Giovedì 23 - ore 20.00 Rosario alla<br />
Madonna del Can<strong>di</strong>lì (via Martinengo)<br />
Lunedì 27 - Memoria della Madonna <strong>di</strong><br />
Caravaggio a Caporovato.<br />
ore 7.00 e 20.00: Santa Messa.<br />
ore 15.00: Preghiera del vespro.<br />
Mercoledì 29 - ore 20.00 S.Messa alla<br />
Santella delle Valli (è sospesa a S.Rocco)<br />
Venerdì 31- ore 20.00 chiusura comunitaria<br />
a S.Stefano<br />
11<br />
Parrocchia
Parrocchia<br />
12<br />
Sappiamo bene che sei stata destinata a<br />
navigazioni <strong>di</strong> alto mare. Ma se ti costringiamo<br />
a veleggiare sotto costa, non è perché vogliamo<br />
ridurti ai livelli del nostro piccolo cabotaggio.<br />
E perché, vedendoti così vicina alle spiagge<br />
del nostro scoraggiamento, ci possa afferrare<br />
la coscienza <strong>di</strong> essere chiamati pure noi ad<br />
avventurarci, come te, negli oceani della<br />
libertà. Santa Maria, donna feriale, aiutaci a<br />
comprendere che il capitolo più fecondo della<br />
teologia non è quello che ti pone all'interno<br />
della Bibbia o della patristica, della spiritualità<br />
o della liturgia, dei dogmi o dell'arte. Ma è<br />
quello che ti colloca all'interno della casa <strong>di</strong><br />
Nazaret, dove tra pentole e telai, tra lacrime<br />
e preghiere, tra gomitoli <strong>di</strong> lana e rotoli della<br />
Scrittura, hai sperimentato, in tutto lo spessore<br />
Incontro con mons. Renato Tononi<br />
Tra le varie iniziative della Quaresima 2013<br />
proposte dai Consigli Parrocchiali, si è svolto<br />
un primo incontro rivolto a tutte le parrocchie <strong>di</strong><br />
<strong>Rovato</strong> dal titolo “Verso una pastorale unitaria”,<br />
che si è tenuto martedì 26 febbraio presso il salone<br />
parrocchiale dell’oratorio <strong>di</strong> Lodetto, e che ha<br />
avuto come relatore mons. Renato Tononi, vicario<br />
episcopale per la pastorale.<br />
L’incontro ha offerto una occasione per riflettere<br />
sul significato dell’unità pastorale, frutto <strong>di</strong> una<br />
pastorale unitaria, partendo dalle sue origini<br />
storiche fino ad arrivare ad un attuale e chiaro<br />
schema organizzativo.<br />
Mons. Tononi ha esor<strong>di</strong>to non negando che la<br />
riduzione del numero dei sacerdoti oggi è la causa<br />
principale della scelta presa nella nostra <strong>di</strong>ocesi<br />
(non unica in Italia) <strong>di</strong> erigere le unità pastorali:<br />
i sacerdoti <strong>di</strong>minuiscono e le proiezioni non sono<br />
ottimistiche, quin<strong>di</strong> una logica conseguenza è quella<br />
<strong>di</strong> unire le forze e accorpare alcune parrocchie del<br />
territorio.<br />
Una risposta più approfon<strong>di</strong>ta sulla scelta <strong>di</strong><br />
costituire le unità pastorali, ha continuato mons.<br />
Tononi, va comunque ricercata andando in<strong>di</strong>etro<br />
<strong>di</strong> qualche decennio, quando attorno al 1950<br />
in Francia si iniziava a parlare <strong>di</strong> “pastorale <strong>di</strong><br />
insieme” e in Germania <strong>di</strong> “pastorale <strong>di</strong> ambiente”.<br />
Soffermandosi principalmente in ambito francese,<br />
in quegli anni venne fatta un’analisi dell’ambiente<br />
operaio, perché si stava osservando che in quel<br />
settore era evidente un <strong>di</strong>staccamento dalla Chiesa<br />
e le convinzioni della fede tra gli operai iniziavano<br />
a scarseggiare. La stessa analisi fu poi svolta in<br />
ambito rurale e citta<strong>di</strong>no e i dati furono poco<br />
della tua antieroica femminilità, gioie senza<br />
malizia, amarezze senza <strong>di</strong>sperazioni, partenze<br />
senza ritorni.<br />
Santa Maria, donna feriale, liberaci dalle<br />
nostalgie dell'epopea, e insegnaci a considerare<br />
la vita quoti<strong>di</strong>ana come il cantiere dove si<br />
costruisce la storia della salvezza.<br />
Allenta gli ormeggi delle nostre paure, perché<br />
possiamo sperimentare come te l'abbandono<br />
alla volontà <strong>di</strong> Dio nelle pieghe prosaiche del<br />
tempo e nelle agonie lente delle ore.<br />
E torna a camminare <strong>di</strong>scretamente con noi, o<br />
creatura straor<strong>di</strong>naria innamorata <strong>di</strong> normalità,<br />
che prima <strong>di</strong> essere incoronata regina del cielo,<br />
hai ingoiato la polvere della nostra povera terra.<br />
Mons. Tonino Bello<br />
Verso una pastorale unitaria<br />
confortanti: questo significava che l’ambiente in cui<br />
si era inseriti poteva influenzare un allontanamento<br />
dalla fede e una minore attenzione alle proposte<br />
pastorali del tempo.<br />
Si pensò allora <strong>di</strong> intervenire per potenziare una<br />
nuova forma <strong>di</strong> evangelizzazione non rivolta solo<br />
al singolo in<strong>di</strong>viduo, ma mirata soprattutto ad agire<br />
sull’ambiente sociale con l’obiettivo <strong>di</strong> far rinascere<br />
la fede e ridare significato ai sacramenti. Questa<br />
operazione <strong>di</strong>ede l’etichetta alla Francia <strong>di</strong> “terra<br />
missionaria” e vennero avanzate delle proposte<br />
con cui agire su questo fronte:<br />
il sacerdote da solo non era più sufficiente, perché<br />
non era in grado <strong>di</strong> entrare negli ambienti operai<br />
o rurali che si erano analizzati; erano gli operari<br />
stessi che dovevano evangelizzare il loro ambiente<br />
(figura del prete-operaio), essendo capaci <strong>di</strong> dare<br />
una testimonianza cristiana, dopo essere stati<br />
formati e preparati adeguatamente;<br />
la parrocchia da sola non era più sufficiente,<br />
ma era utile unire le parrocchie, creando quelle<br />
che oggi chiamiamo “zone pastorali” in cui si<br />
con<strong>di</strong>videva un progetto pastorale comune;<br />
era necessario infine progettare iniziative non<br />
chiuse a se stesse, ma con<strong>di</strong>vise con il territorio e<br />
in comunione con il vescovo.<br />
Giungendo al nostro tempo, la “pastorale<br />
integrata” o “unitaria” <strong>di</strong> cui si parla oggi (termine<br />
coniato dalla C.E.I. nel 2004) è l’evoluzione della<br />
“pastorale <strong>di</strong> insieme” nata in Francia. In particolare<br />
si potrebbe definire la “pastorale integrata” come<br />
l’insieme <strong>di</strong> tutte le azioni della comunità cristiana<br />
utili per evangelizzare in modo efficace il territorio,<br />
mettendo in comune tutti i soggetti, le energie e le<br />
risorse per un progetto pastorale con<strong>di</strong>viso.<br />
Una volta chiarito il concetto <strong>di</strong> pastorale integrata,
ecco allora che mons. Tononi ci ha guidato a<br />
rispondere ad alcune domande.<br />
Quale è lo scopo della pastorale integrata ?<br />
Essa deve servire come efficace e cre<strong>di</strong>bile<br />
evangelizzazione del territorio. L’aspetto positivo<br />
è la <strong>di</strong>mensione unitaria che ne deriva, perché se<br />
viviamo seriamente questa unità nel territorio in<br />
cui ci troviamo, <strong>di</strong>ventiamo testimoni dell’amore <strong>di</strong><br />
Dio per noi. E’ Gesù stesso che ci invita a questo<br />
atteggiamento, sottolinea mons. Tononi, come si<br />
legge in Gv, 17,21: “perché il mondo creda,… tutti<br />
siano una cosa sola”.<br />
Qual è il luogo della pastorale integrata?<br />
Si deve agire non all’interno della parrocchia, ma<br />
in relazione al territorio dove la gente vive. Ciò<br />
non significa che le parrocchie perdono significato<br />
o smettono <strong>di</strong> esistere, ma devono essere “abitate”<br />
in un modo nuovo.<br />
Qual è lo spirito della pastorale integrata?<br />
Essa deve essere animata da uno spirito <strong>di</strong><br />
comunione operativa aperto a più livelli, ovvero si<br />
devono sostenere e incoraggiare collaborazioni:<br />
tra sacerdoti, consacrati, religiosi, laici uniti in<br />
uno spirito <strong>di</strong> corresponsabilità;<br />
tra parrocchie del medesimo territorio attraverso<br />
una logica integrativa, ovvero le singole parrocchie<br />
continuano ad esistere, ma ora con<strong>di</strong>vidono risorse.<br />
E più sono le parrocchie che cooperano, maggiore<br />
è lo scambio <strong>di</strong> risorse e l’offerta pastorale si<br />
arricchisce;<br />
tra parrocchie e <strong>di</strong>ocesi, in comunione con il<br />
progetto <strong>di</strong>ocesano;<br />
tra parrocchie, movimenti cristiani e congregazioni<br />
del territorio.<br />
Quali sono le qualità della pastorale integrata?<br />
Esse <strong>di</strong> possono sintetizzare nei seguenti punti:<br />
ecclesialità: il progetto da seguire deve essere<br />
fatto in comunione con il vescovo, per assumere<br />
appunto quella ufficialità riconosciuta a tutti i<br />
livelli;<br />
territorialità: ovvero un progetto non chiuso<br />
all’interno <strong>di</strong> una singola parrocchia, ma aperto<br />
a più parrocchie e al territorio;<br />
progettualità, insieme <strong>di</strong> azioni che consentono<br />
una cooperazione per realizzare qualcosa <strong>di</strong><br />
nuovo in ambito collettivo;<br />
spiritualità <strong>di</strong> comunione, nel senso che questo<br />
tipo <strong>di</strong> pastorale promuove una con<strong>di</strong>visione<br />
<strong>di</strong> progetto attingendo ispirazione e nutrimento<br />
anche dall’Eucarestia;<br />
priorità delle relazioni: questa strada mette<br />
in primo piano le relazioni tra le persone,<br />
relazioni che permettono l’interazione <strong>di</strong>alettica<br />
e costruttiva tra i soggetti.<br />
Dopo tutta la sua completa e schematica<br />
relazione, mons. Tononi ci ha portato alla naturale<br />
conclusione del suo intervento: le unità pastorali in<br />
generale e quin<strong>di</strong> anche la nostra unità pastorale<br />
sono una forma e una manifestazione <strong>di</strong> pastorale<br />
integrata <strong>di</strong>scussa durante tutta la serata, e<br />
questa forma si concretizza sia strutturalmente sia<br />
giuri<strong>di</strong>camente partendo dalle scelte del vescovo,<br />
che la costituisce e la affida ad un parroco e ai suoi<br />
collaboratori parrocchiali.<br />
Gianfranco Metelli<br />
13<br />
Parrocchia
Parrocchia<br />
14<br />
L’iniziazione cristiana degli adulti<br />
La primavera della Chiesa<br />
Perché Dio ha scelto proprio me? Con la<br />
risposta nel cuore a questa domanda 45<br />
(quarantacinque) catecumeni, domenica 17<br />
Febbraio 2013, sono stati scelti dal Vescovo<br />
Mons. Monari, e quin<strong>di</strong> inscritti (cioè eletti)<br />
nel libro degli ammessi alla celebrazione<br />
del rito dell’iniziazione cristiana degli adulti<br />
nella notte <strong>di</strong> Pasqua. Dopo due anni <strong>di</strong><br />
preparazione intensa, iniziata con il rito<br />
dell’accoglienza, riceveranno dunque il<br />
Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia.<br />
Ai catecumeni il vescovo ha de<strong>di</strong>cato l’omelia<br />
domenicale presentando un Dio buono, che<br />
vuole il nostro bene. Proprio per questo, per<br />
rafforzare la nostra fede, sono necessarie<br />
le prove, come le tentazioni <strong>di</strong> Gesù nel<br />
deserto, dalle quali, come Gesù, si può (e si<br />
deve) uscire vincitori. Le tentazioni <strong>di</strong> Gesù sono<br />
para<strong>di</strong>gmatiche anche per le nostre tentazioni.<br />
La tentazione del pane, ossia del denaro.<br />
La tentazione del regno, ossia del potere. La<br />
tentazione del miracolo, ossia della magia. Tutte<br />
queste tentazioni perseguono una “salvezza”<br />
illusoria. Dio non chiede <strong>di</strong> rinunciare ad un<br />
benessere sociale o personale, né <strong>di</strong> rinunciare<br />
a perseguire obiettivi <strong>di</strong> crescita nel lavoro o<br />
nella professione, tantomeno <strong>di</strong> coltivare sogni e<br />
aspirazioni, ma mette in guar<strong>di</strong>a dal non fare, <strong>di</strong><br />
queste cose buone, degli idoli cui prostrarsi.<br />
Il percorso catecumenale è iniziato, per questi<br />
eletti, due anni fa col rito dell’accoglienza. Con<br />
questo rito si <strong>di</strong>venta membri della Chiesa anche<br />
se non battezzati, cioè non facenti ancora parte<br />
dell’or<strong>di</strong>ne dei fedeli. I catecumeni hanno alcuni<br />
<strong>di</strong>ritti nella Chiesa: <strong>di</strong>ritto al matrimonio cristiano,<br />
alla sepoltura ecclesiastica, ad una posizione<br />
speciale nel culto (specie nella celebrazione<br />
della Parola). Hanno anche la responsabilità<br />
<strong>di</strong> prestare servizio agli altri cristiani, specie<br />
facendo conoscere e con<strong>di</strong>videndo con gli altri<br />
l’esperienza della conversione.<br />
Con la quaresima inizia il periodo della<br />
purificazione e dell’illuminazione, un tempo<br />
cioè <strong>di</strong> ritiro, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> intensa preparazione<br />
spirituale per ricevere degnamente i sacramenti.<br />
Durante questo percorso si svolgono alcuni riti<br />
speciali come gli scrutini, cioè preghiere della<br />
comunità cristiana per assistere gli eletti nel<br />
vivere in giustizia e santità vincendo il peccato<br />
e le debolezze. Gli scrutini sono celebrati nella<br />
Messa della 3°, 4° e 5° domenica <strong>di</strong> quaresima.<br />
In altri due rituali vengono consegnati il Credo e<br />
il Padre nostro.<br />
Dopo aver ricevuto i sacramenti dell’iniziazione<br />
cristiana, i neofiti vivranno il Periodo della<br />
mistagogia (stu<strong>di</strong>o dei misteri): è un tempo <strong>di</strong><br />
riflessione sui misteri o sacramenti celebrati.<br />
Comincia durante i 50 giorni del tempo pasquale<br />
e prosegue per tutto l’anno successivo. Insieme<br />
con la comunità i neofiti me<strong>di</strong>tano sul Vangelo<br />
(primariamente nelle Messe domenicali nel tempo<br />
pasquale), partecipano all’Eucarestia (con gli<br />
accompagnatori e i padrini, svolgendo qualche<br />
servizio liturgico) e compiono opere <strong>di</strong> carità. Il<br />
neofita viene inserito in un gruppo <strong>di</strong> adulti e gli<br />
viene affidato un piccolo servizio a favore della<br />
comunità.<br />
Gli accompagnatori seguono i neofiti nell’accostarsi<br />
per la prima volta al Sacramento della<br />
Riconciliazione.<br />
Dunque nelle varie parrocchie della <strong>di</strong>ocesi,<br />
anche nella nostra, la notte <strong>di</strong> Pasqua 45<br />
catecumeni entreranno a far parte della Chiesa.<br />
Nessuno si aspettava un numero così elevato <strong>di</strong><br />
conversioni, un vero annuncio <strong>di</strong> primavera, a<br />
riprova che Cristo opera <strong>di</strong>scretamente nell’animo<br />
degli esseri umani. Un granello <strong>di</strong> senape sta<br />
cominciando a germogliare e questo è motivo <strong>di</strong><br />
grande gioia e speranza per le nostre comunità<br />
parrocchiali.<br />
Nazzareno L.
Quando era ancora lontano ...<br />
... suo padre lo vide, ebbe compassione,<br />
gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo<br />
baciò.<br />
Oggi ti guar<strong>di</strong> intorno e spesso ti senti lontano.<br />
Lontano da un mondo che non senti tuo, da uno<br />
stile <strong>di</strong> vita che non risponde al tuo cuore, da un<br />
vissuto che non rispecchia i tuoi valori. Siamo noi<br />
lontano dal mondo o non sappiamo scrutare chi<br />
ci circonda alla ricerca dello sguardo che ci apre<br />
all’incontro, alla relazione, alla vita.<br />
Come il figlio giovane della parabola nel vangelo<br />
<strong>di</strong> Luca vogliamo seguire le vie del voglio, mi<br />
piace, io penso e con testardaggine esaltiamo<br />
l’uomo come l’unico capace <strong>di</strong> formare sé stesso.<br />
Che gioia, per noi cristiani, trovare in Dio il<br />
modello capace <strong>di</strong> educarci alla novità <strong>di</strong> vita.<br />
Credere, avere fede è apertura a un nuovo che da<br />
valore e senso a tutto l’uomo fatto a immagine e<br />
somiglianza <strong>di</strong> Dio. E con Dio Padre guar<strong>di</strong>amo<br />
lontano, scrutiamo l’orizzonte. E’ l’atteggiamo <strong>di</strong><br />
chi pone il cuore nella speranza <strong>di</strong> un futuro in cui<br />
è l’amore che trionfa , è la gioia della verità che ha<br />
l’ultima parola, la fedeltà l’essenza della vita. E in<br />
questo guardare lontano che il Padre vide il figlio<br />
che ritorna, lo riconosce, anche sotto gli stracci, la<br />
polvere, la barba incolta, la puzza. Vedere l’uomo,<br />
con il suo vissuto, con il suo anelito <strong>di</strong> speranza,<br />
con l’imput <strong>di</strong> chi cerca uno sguardo per essere<br />
riaccolto. Giovani, sposi, adulti, anziani,<br />
<strong>di</strong>soccupati, <strong>di</strong>vorziati, bambini, donne, ogni<br />
uomo oggi chiede a noi cristiani uno sguardo<br />
attento capace <strong>di</strong> vedere e <strong>di</strong> scrutare.<br />
Ma ciò che rende il nostro sguardo vivo, vero è<br />
la compassione il nostro scendere accanto, farci<br />
vicino, mescolare il cuore con l’umanità su cui<br />
volgi lo sguardo. È la compassione che non ci<br />
fa perdere la testa <strong>di</strong>etro l’affrettato giu<strong>di</strong>zio, lo<br />
scandalo del peccato, il facile emozionalismo,<br />
il sensazionale che finisce con il tramonto del<br />
sole.<br />
E poi c’è la corsa. Chi ama corre, a fretta <strong>di</strong><br />
esserci, <strong>di</strong> prendere in mano la vita e <strong>di</strong> darsi<br />
da fare. Non si sta sul <strong>di</strong>vano, sul comodo<br />
magari <strong>di</strong>etro a uno schermo per cliccare un<br />
semplice “mi piace“ che allontana. Se vedo, ho<br />
scrutato, ho compassione non posso non agire,<br />
esserci, lottare, piangere, operare, salvare.<br />
Sì gettò al collo e lo baciò. Dio ti ama, ci ama<br />
con un amore totale fino alla morte e alla morte<br />
<strong>di</strong> croce. Non sei lontano dal mondo se cre<strong>di</strong>, ma<br />
è la tua fede in Dio che è capace <strong>di</strong> portare a<br />
compimento ciò che sei. Una vita buona nasce e si<br />
alimenta dal Vangelo.<br />
don Gigi<br />
Ma questo potrebbe fi nire?<br />
Che bello vedere i nostri bambini che vanno al<br />
catechismo e imparano l’amicizia, il servizio, il<br />
perdono, la solidarietà, l’amore; MA QUESTO<br />
POTREBBE FINIRE? SI’ potrebbe, perché non ci<br />
sono catechiste sufficienti per coprire tutti i gruppi<br />
e tutti i turni. Che bello quando i nostri bambini<br />
al ritiro si fermano a mangiare tutti assieme, si<br />
<strong>di</strong>vertono, con<strong>di</strong>vidono, a loro piace davvero<br />
molto; MA QUESTO POTREBBE FINIRE?<br />
SI’ potrebbe, perché non ci sono abbastanza<br />
mamme e papà che si rendono <strong>di</strong>sponibili<br />
per apparecchiare, cucinare, servire e pulire.<br />
Che bello quando i nostri bambini trovano<br />
gli ambienti puliti e or<strong>di</strong>nati; MA QUESTO<br />
POTREBBE FINIRE? SI’ potrebbe, perché<br />
scarseggiano le persone che si sono rese<br />
<strong>di</strong>sponibili per farlo. Che bello quando si fa festa<br />
in oratorio, ci sono i giochi organizzati, la pesca,<br />
la corrida, le frittelle, le patatine, le salamine; MA<br />
QUESTO POTREBBE FINIRE? SI’ potrebbe,<br />
perché sono sempre le stesse persone a “dare una<br />
mano” e ne servono molte molte <strong>di</strong> più! Che bello<br />
quando durante l’estate i bambini vanno al campo<br />
scuola oppure fanno merenda al Giolab, fanno i<br />
laboratori; MA QUESTO POTREBBE FINIRE’?<br />
SI’ potrebbe, perchè preparare la merenda e<br />
i laboratori per un numero così alto <strong>di</strong> bambini<br />
richiede l’aiuto <strong>di</strong> tante persone e ne servirebbero<br />
<strong>di</strong> più!<br />
QUINDI?<br />
La risposta cercala dentro <strong>di</strong> te, sì proprio tu che<br />
stai leggendo, pensaci un attimo, PENSA SE<br />
TUTTO QUESTO POTREBBE FINIRE!!!!…Sono<br />
sicuro che anche tu puoi fare qualcosa per la tua<br />
comunità, guarda se riesci a ritagliare del tempo<br />
per metterlo al servizio degli altri, le persone che<br />
ci sono lo fanno già, mettono da parte loro stesse<br />
e le loro famiglie per de<strong>di</strong>carsi anche a tuo figlio;<br />
pensi <strong>di</strong> poterlo fare anche tu? In oratorio c’è<br />
sempre bisogno e ricordati che il servizio che fai<br />
lo metti a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutti.<br />
NON RISCHIAMO DI FAR FINIRE TUTTO<br />
QUESTO!!!<br />
una catechista<br />
15<br />
<strong>Oratorio</strong>
<strong>Oratorio</strong><br />
16 6<br />
Il capo scout e il coraggio <strong>di</strong> educare<br />
Pensare e agire con lo sguardo alla generazione<br />
futura, pronti a partire ogni giorno, senza<br />
paura e senza preoccupazione – questo è<br />
il comportamento che praticamente ci viene<br />
imposto e che non è facile, ma necessario,<br />
mantenere con coraggio. Gli educatori,<br />
Capi dell’Agesci, sono immersi e partecipi <strong>di</strong><br />
queste situazioni, vivono anch’essi il dubbio,<br />
le contrad<strong>di</strong>zioni, la fatica <strong>di</strong> “capire” e <strong>di</strong><br />
essere coerenti. Potrebbero, legittimamente,<br />
essere tentati <strong>di</strong> rinunciare al proprio<br />
compito <strong>di</strong> educatori e potrebbero scegliere<br />
la strada, apparentemente rispettosa e<br />
intelligente, <strong>di</strong> sostituire l’educazione con<br />
un accompagnamento silente e <strong>di</strong>screto,<br />
amichevole e affettuoso verso i giovani a loro<br />
affidati rinunciando a proporre scelte, valori,<br />
stile <strong>di</strong> comportamento, come invece è chiesto<br />
da una vera proposta educativa.<br />
Questo nodo è ineluttabile: non c’è educa-<br />
zione senza proposta <strong>di</strong> valori, non<br />
c’è proposta autentica <strong>di</strong> valori senza<br />
speranza verso il futuro. Lo scautismo è una<br />
grande scuola in questo impegno. Esso crede<br />
nell’Uomo e crede nella possibilità <strong>di</strong> educare il<br />
suo carattere, il suo cuore, le sue scelte.<br />
Le gran<strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni dell’epoca attuale,<br />
che all’inizio ho evidenziato, possono trovare<br />
soluzione soltanto partendo da persone<br />
nuove, che sappiano e vogliono mettersi<br />
al servizio del Bene in un atteggiamento<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità alla volontà <strong>di</strong> Dio e<br />
<strong>di</strong> seria preparazione delle proprie<br />
capacità. I valori espressi con chiarezza e<br />
semplicità nella Legge Scout sono i valori che<br />
un capo propone ai suoi ragazzi: la lealtà, il<br />
senso <strong>di</strong> responsabilità, la cortesia e lo spirito <strong>di</strong><br />
servizio, la sobrietà, la chiarezza e linearità dei<br />
comportamenti.<br />
Un capo non deve avere paura nel proporli con<br />
forza e convinzione ai ragazzi sapendo che<br />
questo non è solo il migliore servizio che può<br />
offrire loro, ma è anche un grande impegno<br />
<strong>di</strong> valore politico e sociale. L’umanità ha oggi<br />
bisogno <strong>di</strong> persone che sappiano e vogliano<br />
sperare in un futuro migliore e abbiano il<br />
coraggio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care ai giovani la strada della<br />
solidarietà, della giustizia, della linearità dei<br />
comportamenti, seminando la fiducia anche<br />
quando questa sembrerebbe poco giustificata.<br />
Non vi sarà futuro qualitativamente migliore se<br />
lo affideremo soltanto allo sviluppo tecnologico,<br />
a una più sofisticata professionalità, a una<br />
in<strong>di</strong>scriminata esuberanza produttiva, a un più<br />
ampio orizzonte geografico, ma non lo sapremo<br />
animare con un <strong>di</strong>verso spirito: con una più forte<br />
ossatura morale. Educare, avere il coraggio <strong>di</strong><br />
educare, è partecipare <strong>di</strong> questo impegno, è<br />
assumersi responsabilità con i rischi che questo<br />
comporta. Ciò esige “coraggio civile” e fede in<br />
Dio, in quel Dio che, sa venire a capo non solo<br />
delle nostre supposte buone azioni ma anche<br />
dei nostri errori e delle nostre manchevolezze<br />
quando sono espressione delle nostre rette<br />
intenzioni e delle nostre azioni responsabili.<br />
Giancarlo Lombar<strong>di</strong>, R/S Servire, 2003, n.1,<br />
pp.47-50
Meeting <strong>di</strong>ocesano dell’AC a <strong>Rovato</strong><br />
... un’occasione da non perdere<br />
Il prossimo 19 maggio <strong>Rovato</strong> ospiterà il Meeting<br />
Diocesano dell’Azione Cattolica.<br />
Molti si chiederanno <strong>di</strong> che cosa si tratta. Ogni<br />
anno, la terza o quarta domenica <strong>di</strong> maggio,<br />
una parrocchia (scelta dal Consiglio Diocesano)<br />
della nostra <strong>di</strong>ocesi, ospita tutta l’Azione<br />
Cattolica bresciana che si ritrova per una<br />
giornata <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong> festa. Da<br />
alcuni anni il Meeting viene organizzato a livello<br />
unitario, sono cioè presenti contemporaneamente<br />
i gruppi dell’ACR, dei giovanissimi, dei giovani<br />
e degli adulti. Per i vari gruppi parrocchiali<br />
è un momento importante dell’anno, perché<br />
oltre a farci incontrare con altre persone che<br />
con<strong>di</strong>vidono i nostri stessi ideali, è possibile<br />
con<strong>di</strong>videre le esperienze dell’anno associativo<br />
che si sta concludendo.<br />
Riprendendo le parole <strong>di</strong> Vittorio Bachelet,<br />
possiamo <strong>di</strong>re che oggi l’Azione Cattolica si<br />
presenta come una realtà dei cristiani che si<br />
conoscono, che si vogliono bene, che lavorano<br />
assieme nel nome del Signore, che sono amici e<br />
che cercano <strong>di</strong> servire la Chiesa. E’ una rete <strong>di</strong><br />
uomini, donne, giovani, ragazzi e fanciulli che<br />
operano in tutte le <strong>di</strong>ocesi, con concor<strong>di</strong>a, con<br />
spirito comune, essendo sempre più un cuor solo<br />
e un’anima sola.<br />
L’appuntamento <strong>di</strong> domenica 19 maggio porterà<br />
a <strong>Rovato</strong> oltre 2000 persone provenienti dai vari<br />
paesi delle Diocesi. Ritengo sarà un momento<br />
importante <strong>di</strong> comunione tra laici corresponsabili,<br />
ma sarà anche l’occasione per far conoscere le<br />
potenzialità del nostro paese.<br />
Il Meeting si aprirà al mattino <strong>di</strong> buon ora con il<br />
raduno in <strong>Oratorio</strong>, luogo centrale dell’incontro,<br />
anche se gli spazi <strong>di</strong> <strong>Rovato</strong> coinvolti saranno<br />
vari dato l’elevato numero <strong>di</strong> partecipanti.<br />
Poi ci si <strong>di</strong>viderà in gruppi a seconda dell’età<br />
(Acr, Giovanissimi, Giovani e Adulti) e nel<br />
corso della giornata si potrà prendere parte a<br />
varie proposte formative. Il momento centrale<br />
dell’incontro sarà la Celebrazione Eucaristica<br />
che vedrà riunite tutte le componenti<br />
dell’associazione.<br />
Per noi membri dell’Azione Cattolica <strong>di</strong><br />
<strong>Rovato</strong>, il Meeting sarà un momento speciale,<br />
ma vorremmo che questa giornata <strong>di</strong> festa<br />
potesse coinvolgere tutta la citta<strong>di</strong>nanza ed<br />
è per questo che vi invitiamo domenica 19<br />
maggio a trascorrere qualche momento della<br />
giornata con noi.<br />
Giovanni Bonetti<br />
17<br />
<strong>Oratorio</strong>
Attualità<br />
18<br />
50ª Giornata Mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> Preghiera per le vocazioni<br />
21 aprile 2013<br />
Il tema: «Le vocazioni segno della speranza<br />
fondata sulla fede», che ben si inscrive nel<br />
contesto dell’Anno della fede e nel 50°<br />
anniversario dell’apertura del Concilio<br />
Ecumenico Vaticano II. Il Servo <strong>di</strong> Dio Paolo<br />
VI, durante l’Assise conciliare, istituì questa<br />
Giornata <strong>di</strong> invocazione corale a Dio Padre<br />
affinché continui a mandare operai per la sua<br />
Chiesa (cfr Mt 9,38). «Il problema del numero<br />
sufficiente dei sacerdoti - sottolineò allora il<br />
Pontefice - tocca da vicino tutti i fedeli: non<br />
solo perché ne <strong>di</strong>pende l’avvenire religioso<br />
della società cristiana, ma anche perché<br />
questo problema è il preciso e inesorabile<br />
in<strong>di</strong>ce della vitalità <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> amore delle<br />
singole comunità parrocchiali e <strong>di</strong>ocesane, e<br />
testimonianza della sanità morale delle famiglie<br />
cristiane. Ove numerose sbocciano le vocazioni<br />
allo stato ecclesiastico e religioso, là si vive<br />
generosamente secondo il Vangelo» (Paolo VI,<br />
Ra<strong>di</strong>omessaggio, 11 aprile 1964).<br />
In questi decenni, le <strong>di</strong>verse comunità ecclesiali<br />
sparse in tutto il mondo si sono ritrovate<br />
spiritualmente unite ogni anno, nella quarta<br />
domenica <strong>di</strong> Pasqua, per implorare da Dio il dono<br />
<strong>di</strong> sante vocazioni e per riproporre alla comune<br />
riflessione l’urgenza della risposta alla chiamata<br />
<strong>di</strong>vina. Questo significativo appuntamento<br />
annuale ha favorito, infatti, un forte impegno<br />
a porre sempre più al centro della spiritualità,<br />
dell’azione pastorale e della preghiera dei fedeli<br />
l’importanza delle vocazioni al sacerdozio e alla<br />
vita consacrata.<br />
La speranza è attesa <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> positivo<br />
per il futuro, ma che al tempo stesso deve<br />
sostenere il nostro presente, segnato non <strong>di</strong> rado<br />
da insod<strong>di</strong>sfazioni e insuccessi. Dove si fonda<br />
la nostra speranza? Guardando alla storia del<br />
popolo <strong>di</strong> Israele narrata nell’Antico Testamento,<br />
ve<strong>di</strong>amo emergere, anche nei momenti <strong>di</strong><br />
maggiore <strong>di</strong>fficoltà come quelli dell’esilio, un<br />
elemento costante, richiamato in particolare<br />
dai profeti: la memoria delle promesse fatte da<br />
Dio ai Patriarchi; memoria che chiede <strong>di</strong> imitare<br />
l’atteggiamento esemplare <strong>di</strong> Abramo, il quale,<br />
ricorda l’Apostolo Paolo, «credette, saldo nella<br />
speranza contro ogni speranza, e così <strong>di</strong>venne<br />
padre <strong>di</strong> molti popoli, come gli era stato detto:<br />
così sarà la tua <strong>di</strong>scendenza» (Rm 4,18). Una<br />
verità consolante e illuminante che emerge da<br />
tutta la storia della salvezza è allora la fedeltà <strong>di</strong><br />
Dio all’alleanza, alla quale si è impegnato e che<br />
ha rinnovato ogniqualvolta l’uomo l’ha infranta<br />
con l’infedeltà, con il peccato, dal tempo del<br />
<strong>di</strong>luvio (cfr Gen 8,21-22), a quello dell’esodo e<br />
del cammino nel deserto (cfr Dt 9,7);fedeltà <strong>di</strong><br />
Dio che è giunta a sigillare la nuova ed eterna<br />
alleanza con l’uomo, attraverso il sangue del<br />
suo Figlio, morto e risorto per la nostra salvezza.<br />
In ogni momento, soprattutto in quelli più <strong>di</strong>fficili,<br />
è sempre la fedeltà del Signore, autentica forza<br />
motrice della storia della salvezza, a far vibrare i<br />
cuori degli uomini e delle donne e a confermarli<br />
nella speranza <strong>di</strong> giungere un giorno alla «Terra<br />
promessa». Qui sta il fondamento sicuro <strong>di</strong><br />
ogni speranza: Dio non ci lascia mai soli ed è<br />
fedele alla parola data. Per questo motivo, in<br />
ogni situazione felice o sfavorevole, possiamo<br />
nutrire una solida speranza e pregare con il<br />
salmista: «Solo in Dio riposa l’anima mia: da<br />
lui la mia speranza» (Sal 62,6). Avere speranza<br />
equivale, dunque, a confidare nel Dio fedele,<br />
che mantiene le promesse dell’alleanza. Fede<br />
e speranza sono pertanto strettamente unite.<br />
« “Speranza”, <strong>di</strong> fatto, è una parola centrale<br />
della fede biblica, al punto che in <strong>di</strong>versi<br />
passi le parole “fede” e “speranza” sembrano<br />
interscambiabili. Così la Lettera agli Ebrei lega<br />
strettamente alla “pienezza della fede” (10,22)<br />
la “immutabile professione della speranza”<br />
(10,23). Anche quando la Prima Lettera <strong>di</strong> Pietro<br />
esorta i cristiani ad essere sempre pronti a dare<br />
una risposta circa il logos - il senso e la ragione<br />
- della loro speranza (cfr 3,15), “speranza” è<br />
l'equivalente <strong>di</strong> “fede”» (Enc. Spe salvi, 2).<br />
Cari fratelli e sorelle, in che cosa consiste la<br />
fedeltà <strong>di</strong> Dio alla quale affidarci con ferma<br />
speranza? Nel suo amore. Egli, che è Padre,<br />
riversa nel nostro io più profondo, me<strong>di</strong>ante lo<br />
Spirito Santo, il suo amore (cfr Rm 5,5). E proprio<br />
questo amore, manifestatosi pienamente in Gesù<br />
Cristo, interpella la nostra esistenza, chiede una<br />
risposta su ciò che ciascuno vuole fare della<br />
propria vita, su quanto è <strong>di</strong>sposto a mettere<br />
in gioco per realizzarla pienamente. L’amore<br />
<strong>di</strong> Dio segue a volte percorsi impensabili, ma<br />
raggiunge sempre coloro che si lasciano trovare.<br />
La speranza si nutre, dunque, <strong>di</strong> questa certezza:<br />
« Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore<br />
che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16). E questo amore<br />
esigente, profondo, che va oltre la superficialità,<br />
ci dà coraggio, ci fa sperare nel cammino della<br />
vita e nel futuro, ci fa avere fiducia in noi stessi,<br />
nella storia e negli altri. Vorrei rivolgermi in<br />
modo particolare a voi giovani e ripetervi: «Che<br />
cosa sarebbe la vostra vita senza questo amore?<br />
Dio si prende cura dell’uomo dalla creazione<br />
fino alla fine dei tempi, quando porterà a
compimento il suo progetto <strong>di</strong> salvezza. Nel<br />
Signore Risorto abbiamo la certezza della nostra<br />
speranza» (Discorso ai giovani della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />
San Marino-Montefeltro, 19 giugno 2011).<br />
Come avvenne nel corso della sua esistenza<br />
terrena, anche oggi Gesù, il Risorto, passa lungo<br />
le strade della nostra vita, e ci vede immersi<br />
nelle nostre attività, con i nostri desideri e i<br />
nostri bisogni. Proprio nel quoti<strong>di</strong>ano continua a<br />
rivolgerci la sua parola; ci chiama a realizzare<br />
la nostra vita con Lui, il solo capace <strong>di</strong> appagare<br />
la nostra sete <strong>di</strong> speranza. Egli, Vivente nella<br />
comunità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scepoli che è la Chiesa, anche<br />
oggi chiama a seguirlo. E questo appello può<br />
giungere in qualsiasi momento. Anche oggi<br />
Gesù ripete: «Vieni! Seguimi!» (Mc10,21). Per<br />
accogliere questo invito, occorre non scegliere<br />
più da sé il proprio cammino. Seguirlo significa<br />
immergere la propria volontà nella volontà <strong>di</strong><br />
Gesù, dargli davvero la precedenza, metterlo al<br />
primo posto rispetto a tutto ciò che fa parte della<br />
nostra vita: alla famiglia, al lavoro, agli interessi<br />
personali, a se stessi. Significa consegnare la<br />
propria vita a Lui, vivere con Lui in profonda<br />
intimità, entrare attraverso <strong>di</strong> Lui in comunione<br />
col Padre nello Spirito Santo e, <strong>di</strong> conseguenza,<br />
con i fratelli e le sorelle. E questa comunione<br />
<strong>di</strong> vita con Gesù il «luogo» privilegiato dove<br />
sperimentare la speranza e dove la vita sarà<br />
libera e piena!<br />
Le vocazioni sacerdotali e religiose nascono<br />
dall’esperienza dell’incontro personale con<br />
Cristo, dal <strong>di</strong>alogo sincero e confidente con<br />
Lui, per entrare nella sua volontà. È necessario,<br />
quin<strong>di</strong>, crescere nell’esperienza <strong>di</strong> fede, intesa<br />
come relazione profonda con Gesù, come ascolto<br />
interiore della sua voce, che risuona dentro <strong>di</strong> noi.<br />
Questo itinerario, che rende capaci <strong>di</strong> accogliere<br />
la chiamata <strong>di</strong> Dio, può avvenire all’interno <strong>di</strong><br />
comunità cristiane che vivono un intenso clima <strong>di</strong><br />
fede, una generosa testimonianza <strong>di</strong> adesione al<br />
Vangelo, una passione missionaria che induca al<br />
dono totale <strong>di</strong> sé per il Regno <strong>di</strong> Dio, alimentato<br />
dall’accostamento ai Sacramenti, in particolare<br />
all’Eucaristia, e da una fervida vita <strong>di</strong> preghiera.<br />
Quest’ultima «deve, da una parte, essere molto<br />
personale, un confronto del mio io con Dio, con<br />
il Dio vivente. Dall’altra, tuttavia, essa deve<br />
essere sempre <strong>di</strong> nuovo guidata e illuminata<br />
dalle gran<strong>di</strong> preghiere della Chiesa e dei<br />
santi, dalla preghiera liturgica, nella quale il<br />
Signore ci insegna continuamente a pregare<br />
nel modo giusto» (Enc. Spe salvi, 34).<br />
La preghiera costante e profonda fa crescere<br />
la fede della comunità cristiana, nella certezza<br />
sempre rinnovata che Dio mai abbandona il suo<br />
popolo e che lo sostiene suscitando vocazioni<br />
speciali, al sacerdozio e alla vita consacrata,<br />
perché siano segni <strong>di</strong> speranza per il mondo.<br />
I presbiteri e i religiosi, infatti, sono chiamati a<br />
donarsi in modo incon<strong>di</strong>zionato al Popolo <strong>di</strong><br />
Dio, in un servizio <strong>di</strong> amore al Vangelo e alla<br />
Chiesa, un servizio a quella salda speranza<br />
che solo l’apertura all’orizzonte <strong>di</strong> Dio può<br />
donare. Pertanto essi, con la testimonianza<br />
della loro fede e con il loro fervore apostolico,<br />
possono trasmettere, in particolare alle nuove<br />
generazioni, il vivo desiderio <strong>di</strong> rispondere<br />
generosamente e prontamente a Cristo che<br />
chiama a seguirlo più da vicino.<br />
Quando un <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Gesù accoglie la <strong>di</strong>vina<br />
chiamata per de<strong>di</strong>carsi al ministero sacerdotale<br />
o alla vita consacrata, si manifesta uno dei frutti<br />
più maturi della comunità cristiana, che aiuta<br />
a guardare con particolare fiducia e speranza<br />
al futuro della Chiesa e al suo impegno<br />
<strong>di</strong> evangelizzazione. Esso infatti necessita<br />
sempre <strong>di</strong> nuovi operai per la pre<strong>di</strong>cazione del<br />
Vangelo, per la celebrazione dell’Eucaristia,<br />
per il Sacramento della Riconciliazione. Non<br />
manchino perciò sacerdoti zelanti, che sappiano<br />
accompagnare i giovani quali «compagni <strong>di</strong><br />
viaggio» per aiutarli a riconoscere, nel cammino<br />
a volte tortuoso e oscuro della vita, il Cristo,<br />
Via, Verità e Vita (cfr Gv 14,6); per proporre<br />
loro, con coraggio evangelico, la bellezza<br />
del servizio a Dio, alla comunità cristiana, ai<br />
fratelli. Sacerdoti che mostrino la fecon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />
un impegno entusiasmante, che conferisce un<br />
senso <strong>di</strong> pienezza alla propria esistenza, perché<br />
fondato sulla fede in Colui che ci ha amati per<br />
primo (cfr 1Gv 4,19). Ugualmente, auspico che<br />
i giovani, in mezzo a tante proposte superficiali<br />
ed effimere, sappiano coltivare l’attrazione<br />
verso i valori, le mete alte, le scelte ra<strong>di</strong>cali,<br />
per un servizio agli altri sulle orme <strong>di</strong> Gesù.<br />
Cari giovani, non abbiate paura <strong>di</strong> seguirlo e<br />
<strong>di</strong> percorrere le vie esigenti e coraggiose della<br />
carità e dell’impegno generoso! Così sarete felici<br />
<strong>di</strong> servire, sarete testimoni <strong>di</strong> quella gioia che il<br />
mondo non può dare, sarete fiamme vive <strong>di</strong> un<br />
amore infinito ed eterno, imparerete a «rendere<br />
ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3,15)!<br />
Benedetto XVI<br />
19<br />
Attualità
Attualità<br />
20<br />
47ª Giornata Mon<strong>di</strong>ale delle comunicazioni<br />
Reti Sociali: porte <strong>di</strong> verità e <strong>di</strong> fede; nuovi spazi<br />
<strong>di</strong> evangelizzazione.<br />
(12 maggio 2013)<br />
Cari fratelli e sorelle,<br />
in prossimità della Giornata Mon<strong>di</strong>ale delle<br />
Comunicazioni Sociali del 2013, desidero<br />
proporvi alcune riflessioni su una realtà sempre<br />
più importante che riguarda il modo in cui le<br />
persone oggi comunicano tra <strong>di</strong> loro. Vorrei<br />
soffermarmi a considerare lo sviluppo delle<br />
reti sociali <strong>di</strong>gitali che stanno contribuendo a<br />
far emergere una nuova «agorà», una piazza<br />
pubblica e aperta in cui le persone con<strong>di</strong>vidono<br />
idee, informazioni, opinioni, e dove, inoltre,<br />
possono prendere vita nuove relazioni e forme<br />
<strong>di</strong> comunità.<br />
Questi spazi, quando sono valorizzati bene e<br />
con equilibrio, contribuiscono a favorire forme<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito che, se realizzate con<br />
rispetto, attenzione per la privacy, responsabilità e<br />
de<strong>di</strong>zione alla verità, possono rafforzare i legami<br />
<strong>di</strong> unità tra le persone e promuovere efficacemente<br />
l’armonia della famiglia umana. Lo scambio <strong>di</strong><br />
informazioni può <strong>di</strong>ventare vera comunicazione,<br />
i collegamenti possono maturare in amicizia, le<br />
connessioni agevolare la comunione. Se i network<br />
sono chiamati a mettere in atto questa grande<br />
potenzialità, le persone che vi partecipano devono<br />
sforzarsi <strong>di</strong> essere autentiche, perché in questi spazi<br />
non si con<strong>di</strong>vidono solamente idee e informazioni,<br />
ma in ultima istanza si comunica se stessi.<br />
Lo sviluppo delle reti sociali richiede impegno:<br />
le persone sono coinvolte nel costruire relazioni<br />
e trovare amicizia, nel cercare risposte alle loro<br />
domande, nel <strong>di</strong>vertirsi, ma anche nell’essere<br />
stimolati intellettualmente e nel con<strong>di</strong>videre<br />
competenze e conoscenze. I network <strong>di</strong>ventano<br />
così, sempre <strong>di</strong> più, parte del tessuto stesso della<br />
società in quanto uniscono le persone sulla base<br />
<strong>di</strong> questi bisogni fondamentali. Le reti sociali sono<br />
dunque alimentate da aspirazioni ra<strong>di</strong>cate nel<br />
cuore dell’uomo.<br />
La cultura dei social network e i cambiamenti nelle<br />
forme e negli stili della comunicazione, pongono<br />
sfide impegnative a coloro che vogliono parlare <strong>di</strong><br />
verità e <strong>di</strong> valori. Spesso, come avviene anche per<br />
altri mezzi <strong>di</strong> comunicazione sociale, il significato<br />
e l’efficacia delle <strong>di</strong>fferenti forme <strong>di</strong> espressione<br />
sembrano determinati più dalla loro popolarità<br />
che dalla loro intrinseca importanza e vali<strong>di</strong>tà.<br />
La popolarità è poi frequentemente connessa alla<br />
celebrità o a strategie persuasive piuttosto che alla<br />
logica dell’argomentazione. A volte, la voce <strong>di</strong>screta<br />
della ragione può essere sovrastata dal rumore<br />
delle eccessive informazioni, e non riesce a destare<br />
l’attenzione, che invece viene riservata a quanti si<br />
esprimono in maniera più suadente. I social me<strong>di</strong>a<br />
hanno bisogno, quin<strong>di</strong>, dell’impegno <strong>di</strong> tutti coloro<br />
che sono consapevoli del valore del <strong>di</strong>alogo, del<br />
<strong>di</strong>battito ragionato, dell’argomentazione logica; <strong>di</strong><br />
persone che cercano <strong>di</strong> coltivare forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorso<br />
e <strong>di</strong> espressione che fanno appello alle più<br />
nobili aspirazioni <strong>di</strong> chi è coinvolto nel processo<br />
comunicativo. Dialogo e <strong>di</strong>battito possono fiorire e<br />
crescere anche quando si conversa e si prendono<br />
sul serio coloro che hanno idee <strong>di</strong>verse dalle<br />
nostre. “Costatata la <strong>di</strong>versità culturale, bisogna<br />
fa sì che le persone non solo accettino l’esistenza<br />
della cultura dell’altro, ma aspirino anche a venire<br />
arricchite da essa e ad offrirle ciò che si possiede<br />
<strong>di</strong> bene, <strong>di</strong> vero e <strong>di</strong> bello” (Discorso nell’Incontro<br />
con il mondo della cultura, Belém, Lisbona, 12<br />
maggio 2010).<br />
La sfida che i network sociali devono affrontare<br />
è quella <strong>di</strong> essere davvero inclusivi: allora essi<br />
beneficeranno della piena partecipazione dei<br />
credenti che desiderano con<strong>di</strong>videre il Messaggio<br />
<strong>di</strong> Gesù e i valori della <strong>di</strong>gnità umana, che il<br />
suo insegnamento promuove. I credenti, infatti,<br />
avvertono sempre più che se la Buona Notizia<br />
non è fatta conoscere anche nell’ambiente<br />
<strong>di</strong>gitale, potrebbe essere assente nell’esperienza<br />
<strong>di</strong> molti per i quali questo spazio esistenziale è<br />
importante. L’ambiente <strong>di</strong>gitale non è un mondo<br />
parallelo o puramente virtuale, ma è parte della<br />
realtà quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> molte persone, specialmente<br />
dei più giovani. I network sociali sono il frutto<br />
dell’interazione umana, ma essi, a loro volta, danno<br />
forme nuove alle <strong>di</strong>namiche della comunicazione<br />
che crea rapporti: una comprensione attenta <strong>di</strong><br />
questo ambiente è dunque il prerequisito per una<br />
significativa presenza all’interno <strong>di</strong> esso.<br />
La capacità <strong>di</strong> utilizzare i nuovi linguaggi è<br />
richiesta non tanto per essere al passo coi tempi,<br />
ma proprio per permettere all’infinita ricchezza del<br />
Vangelo <strong>di</strong> trovare forme <strong>di</strong> espressione che siano<br />
in grado <strong>di</strong> raggiungere le menti e i cuori <strong>di</strong> tutti.<br />
Nell’ambiente <strong>di</strong>gitale la parola scritta si trova<br />
spesso accompagnata da immagini e suoni. Una<br />
comunicazione efficace, come le parabole <strong>di</strong> Gesù,<br />
richiede il coinvolgimento dell’immaginazione e<br />
della sensibilità affettiva <strong>di</strong> coloro che vogliamo<br />
invitare a un incontro col mistero dell’amore <strong>di</strong><br />
Dio. Del resto sappiamo che la tra<strong>di</strong>zione cristiana<br />
è da sempre ricca <strong>di</strong> segni e simboli: penso, ad<br />
esempio, alla croce, alle icone, alle immagini della<br />
Vergine Maria, al presepe, alle vetrate e ai <strong>di</strong>pinti<br />
delle chiese. Una parte consistente del patrimonio<br />
artistico dell’umanità è stato realizzato da artisti e
musicisti che hanno cercato <strong>di</strong> esprimere le verità<br />
della fede.<br />
L’autenticità dei credenti nei network sociali<br />
è messa in evidenza dalla con<strong>di</strong>visione della<br />
sorgente profonda della loro speranza e della loro<br />
gioia: la fede nel Dio ricco <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a e <strong>di</strong><br />
amore rivelato in Cristo Gesù. Tale con<strong>di</strong>visione<br />
consiste non soltanto nell’esplicita espressione<br />
<strong>di</strong> fede, ma anche nella testimonianza, cioè nel<br />
modo in cui si comunicano “scelte, preferenze,<br />
giu<strong>di</strong>zi che siano profondamente coerenti con<br />
il Vangelo, anche quando <strong>di</strong> esso non si parla<br />
in forma esplicita” (Messaggio per la Giornata<br />
Mon<strong>di</strong>ale delle Comunicazioni Sociali, 2011).<br />
Un modo particolarmente significativo <strong>di</strong> rendere<br />
testimonianza sarà la volontà <strong>di</strong> donare se stessi<br />
agli altri attraverso la <strong>di</strong>sponibilità a coinvolgersi<br />
pazientemente e con rispetto nelle loro domande e<br />
nei loro dubbi, nel cammino <strong>di</strong> ricerca della verità<br />
e del senso dell’esistenza umana. L’emergere nelle<br />
reti sociali del <strong>di</strong>alogo circa la fede e il credere<br />
conferma l’importanza e la rilevanza della religione<br />
nel <strong>di</strong>battito pubblico e sociale.<br />
Per coloro che hanno accolto con cuore aperto il dono<br />
della fede, la risposta più ra<strong>di</strong>cale alle domande<br />
dell’uomo circa l’amore, la verità e il significato<br />
della vita – questioni che non sono affatto assenti<br />
nei social network – si trova nella persona <strong>di</strong> Gesù<br />
Cristo. E’ naturale che chi ha la fede desideri, con<br />
rispetto e sensibilità, con<strong>di</strong>viderla con coloro che<br />
incontra nell’ambiente <strong>di</strong>gitale. In definitiva, però,<br />
se la nostra con<strong>di</strong>visione del Vangelo è capace<br />
<strong>di</strong> dare buoni frutti, è sempre grazie alla forza<br />
propria della Parola <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong> toccare i cuori,<br />
prima ancora <strong>di</strong> ogni nostro sforzo. La fiducia<br />
nella potenza dell’azione <strong>di</strong> Dio deve superare<br />
sempre ogni sicurezza posta sull’utilizzo dei<br />
mezzi umani. Anche nell’ambiente <strong>di</strong>gitale, dove<br />
è facile che si levino voci dai toni troppo accesi<br />
e conflittuali, e dove a volte il sensazionalismo<br />
rischia <strong>di</strong> prevalere, siamo chiamati a un attento<br />
<strong>di</strong>scernimento. E ricor<strong>di</strong>amo, a questo proposito,<br />
che Elia riconobbe la voce <strong>di</strong> Dio non nel vento<br />
impetuoso e gagliardo, né nel terremoto o nel<br />
fuoco, ma nel «sussurro <strong>di</strong> una brezza leggera» (1<br />
Re 19,11-12). Dobbiamo confidare nel fatto che<br />
i fondamentali desideri dell’uomo <strong>di</strong> amare e <strong>di</strong><br />
essere amato, <strong>di</strong> trovare significato e verità - che<br />
Dio stesso ha messo nel cuore dell’essere umano -<br />
mantengono anche le donne e gli uomini del nostro<br />
tempo sempre e comunque aperti a ciò che il beato<br />
Car<strong>di</strong>nale Newman chiamava la “luce gentile”<br />
della fede.<br />
I social network, oltre che strumento <strong>di</strong><br />
evangelizzazione, possono essere un fattore <strong>di</strong><br />
sviluppo umano. Ad esempio, in alcuni contesti<br />
geografici e culturali dove i cristiani si sentono<br />
isolati, le reti sociali possono rafforzare il<br />
senso della loro effettiva unità con la comunità<br />
universale dei credenti. Le reti facilitano la<br />
con<strong>di</strong>visione delle risorse spirituali e liturgiche,<br />
rendendo le persone in grado <strong>di</strong> pregare con<br />
un rinvigorito senso <strong>di</strong> prossimità a coloro che<br />
professano la loro stessa fede. Il coinvolgimento<br />
autentico e interattivo con le domande e i dubbi<br />
<strong>di</strong> coloro che sono lontani dalla fede, ci deve far<br />
sentire la necessità <strong>di</strong> alimentare con la preghiera<br />
e la riflessione la nostra fede nella presenza <strong>di</strong><br />
Dio, come pure la nostra carità operosa: “se<br />
parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,<br />
ma non avessi la carità, sarei come bronzo che<br />
rimbomba o come cimbalo che strepita” (1 Cor<br />
13,1).<br />
Esistono reti sociali che nell’ambiente <strong>di</strong>gitale<br />
offrono all’uomo <strong>di</strong> oggi occasioni <strong>di</strong> preghiera,<br />
me<strong>di</strong>tazione o con<strong>di</strong>visione della Parola <strong>di</strong> Dio.<br />
Ma queste reti possono anche aprire le porte ad<br />
altre <strong>di</strong>mensioni della fede. Molte persone stanno,<br />
infatti, scoprendo, proprio grazie a un contatto<br />
avvenuto inizialmente on line, l’importanza<br />
dell’incontro <strong>di</strong>retto, <strong>di</strong> esperienze <strong>di</strong> comunità<br />
o anche <strong>di</strong> pellegrinaggio, elementi sempre<br />
importanti nel cammino <strong>di</strong> fede. Cercando <strong>di</strong><br />
rendere il Vangelo presente nell’ambiente <strong>di</strong>gitale,<br />
noi possiamo invitare le persone a vivere incontri<br />
<strong>di</strong> preghiera o celebrazioni liturgiche in luoghi<br />
concreti quali chiese o cappelle.<br />
Non ci dovrebbe essere mancanza <strong>di</strong> coerenza o<br />
<strong>di</strong> unità nell’espressione della nostra fede e nella<br />
nostra testimonianza del Vangelo nella realtà in cui<br />
siamo chiamati a vivere, sia essa fisica, sia essa<br />
<strong>di</strong>gitale.<br />
Quando siamo presenti agli altri, in qualunque<br />
modo, noi siamo chiamati a far conoscere l’amore<br />
<strong>di</strong> Dio sino agli estremi confini della terra.<br />
Prego che lo Spirito <strong>di</strong> Dio vi accompagni e vi<br />
illumini sempre, mentre bene<strong>di</strong>co <strong>di</strong> cuore tutti voi,<br />
così che possiate essere davvero aral<strong>di</strong> e testimoni<br />
del Vangelo. “Andate in tutto il mondo e proclamate<br />
il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16, 15).<br />
Benedetto XVI<br />
Ra<strong>di</strong>o parrocchiale<br />
È in funzione la ra<strong>di</strong>o parrocchiale. Le trasmissione<br />
sono su bassa frequenza per cui, per ascoltare,<br />
serve un ricevitore apposito. Chi volesse acquistarlo<br />
(è un ottimo regalo per gli ammalati e anziani) lo<br />
può prenotare in sacrestia (costo € 50,00)<br />
21<br />
Attualità
Attualità<br />
22<br />
La fine del “NOI”. Ma per sopravvivere<br />
“CI” basta un sogno.<br />
E mentre il mondo cade a pezzi “IO”<br />
compongo nuovi spazi<br />
che “APPARTENGONO ANCHE A TE”.<br />
Si va a messa, si ascolta una lettura e non<br />
sempre si dorme, a volte si è resta colpiti da<br />
una frase. La prima domenica <strong>di</strong> quaresima,<br />
ad esempio, mentre si sopportava la lacerante<br />
campagna elettorale, una cosa mi è parsa<br />
avere una risonanza nuova. Dice Mosè in<br />
quella lettura: “Mio padre era un Araméo<br />
errante; scese in Egitto, vi stette come un<br />
forestiero con poca gente e vi <strong>di</strong>ventò una<br />
nazione grande. Gli Egiziani ci maltrattarono<br />
allora gridammo al Signore, e il Signore<br />
ascoltò, ci fece uscire dall’Egitto e ci <strong>di</strong>ede<br />
questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora<br />
io presento le primizie dei frutti del suolo che tu,<br />
Signore, mi hai dato» (Dent 26,5-11). Ho sentito<br />
parlare <strong>di</strong> “nazione” ed ho notato quei plurali: ci<br />
maltrattarono, gridammo, ci fece uscire, ci <strong>di</strong>ede,<br />
ed anche e ora io … È noto che il termine nazione<br />
nella Bibbia ha un significato sia politico che<br />
religioso che oggi potrebbe creare equivoci, ma<br />
comunque è pur sempre in ogni dove una entità<br />
collettiva. Tuttavia è <strong>di</strong>ssonante alle orecchie<br />
<strong>di</strong> oggi un leader che pensa al plurale (qui è<br />
Mosè ma perché non ricordare De Gasperi farsi<br />
carico umilmente degli errori non suoi dell’Italia<br />
fascista). Invece nel testo biblico siamo <strong>di</strong>ventati<br />
gran<strong>di</strong>, siamo stati maltrattati, e poi liberati come<br />
nazione. Mosè quin<strong>di</strong> davanti a Dio “ricorda”<br />
una storia collettiva, le bellezze e le bruttezza<br />
<strong>di</strong> un cammino e questo ricordo costruisce<br />
identità. Come in una coppia è bello ricordare<br />
le cose fatte insieme, il “noi” nasce dallo sforzo<br />
<strong>di</strong> costruire cose comuni. Ne abbiamo passate<br />
ma adesso siamo qui nella “nostra”casa. A volte<br />
è una identità con contrad<strong>di</strong>zioni, con cose <strong>di</strong><br />
cui vergognarsi, ma la prospettiva comune fa<br />
passare oltre i contrasti. Senza memoria invece<br />
siamo privi <strong>di</strong> identità, preda del primo che<br />
passa, iperconflittuali, in balìa della paura, in<br />
<strong>di</strong>fesa della “roba”. La memoria in Mosè <strong>di</strong>venta<br />
forza del presente, impegno per gli altri, per il<br />
suo popolo. E il suo popolo lo riconosce come<br />
suo rappresentante perché nella storia ci sta<br />
dentro, è nomade “insieme”. Mosè sta nella<br />
tenda come tutti, non sta nel bel palazzo. Se<br />
c’è la crisi la sente anche lui. Mosè ricorda che<br />
dopo che “gridammo”, Dio poi <strong>di</strong>ede a “noi”<br />
latte e miele. Con<strong>di</strong>vide il bello e il brutto. Il suo<br />
Siamo un popolo<br />
essere parte del suo popolo da parte <strong>di</strong> Mosè<br />
arriva al ringraziamento personale per un bene<br />
che è dato a tutti. “Io presento le primizie dei<br />
frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Io<br />
ringrazio per le ricchezze che tu, Signore, hai<br />
dato a “me”. Solo che la sua ricchezza, il suo<br />
benessere, è il bene del popolo. Il bene comune<br />
comporta che ciascuno ne goda ma lo rispetti,<br />
e ringrazi <strong>di</strong> averlo. Un ringraziamento che è<br />
sentimento e impegno per costruire la comunità.<br />
C’è un lieto fine: “il latte e il miele”, ma lo stile<br />
è quello del farsi carico, della responsabilità <strong>di</strong><br />
ciascuno per il tutto. Questo sguardo “cattolico”,<br />
attento al tutto è frutto dell’educazione ma<br />
genera a sua volta educazione: per un cristiano<br />
la scuola è nell’eucarestia, l’apice del “farsi<br />
carico” dei fratelli. Il contrario che continuare<br />
a <strong>di</strong>videre, emarginare, selezionare, come se<br />
questo portasse bene <strong>di</strong> qualche tipo. Anche<br />
questa logica della <strong>di</strong>visione può finire mai ed<br />
è, in negativo, educazione: ci sono popoli che<br />
vivono anni <strong>di</strong> guerra e o<strong>di</strong>o e non sanno più<br />
vivere in pace perché dall’o<strong>di</strong>o nasce una forma<br />
“<strong>di</strong>pendenza”. Il popolo della bibbia insomma<br />
ne ha fatte <strong>di</strong> cotte e <strong>di</strong> crude, ma i suoi capi<br />
sapevano con<strong>di</strong>videre, e lo sapevano raddrizzare<br />
perché avevano una visione per tutti. A Sanremo<br />
Gualazzi canta che per sopravvivere “ci” basta<br />
un sogno. Mentre Mengoni <strong>di</strong>ce che mentre il<br />
mondo cade a pezzi io compongo nuovi spazi<br />
e desideri, che “appartengono anche a te”. La<br />
ricostruzione insomma, l’uscita dall’affanno,<br />
esige sogni, aperture, e non egoismi.<br />
Giorgio
Nuovo Papa e Nuovo Parlamento<br />
Non è per mescolare il sacro con il profano, ma<br />
per una <strong>di</strong> quelle singolari coincidenze che la<br />
storia talvolta combina, gli italiani nella seconda<br />
metà del mese <strong>di</strong> febbraio 2013 hanno vissuto<br />
con trepidazione ed interesse due eventi <strong>di</strong> grande<br />
importanza. Il primo, <strong>di</strong> portata davvero storica, è<br />
rappresentato dalle <strong>di</strong>missioni del Papa Benedetto<br />
XVI; il secondo, non certo paragonabile al primo<br />
ma sul piano temporale davvero importante, le<br />
elezioni per il rinnovo del parlamento e del consiglio<br />
regionale della Lombar<strong>di</strong>a, con i rispettivi esiti.<br />
Non è naturalmente possibile un confronto <strong>di</strong>retto<br />
fra i due eventi, ma qualche elemento comune<br />
possiamo rilevarlo, anche se a contrariis.<br />
Innanzi tutto, il grande affetto e solidarietà riversati<br />
dai cattolici italiani sul Papa che se ne va, contrasta<br />
apertamente con la generale protesta contro la<br />
cosiddetta casta.<br />
Inutile sottolineare che la lotta agli sprechi è giusta,<br />
sia sul piano etico che come mezzo materiale per<br />
ridurre le tasse e migliorare i servizi.<br />
E’ normale che in campagna elettorale si scal<strong>di</strong>no<br />
gli animi e aumentino i toni, ma quella <strong>di</strong> quest’anno<br />
è stata davvero eccessivamente chiassosa, tanto da<br />
far tornare alla mente “Il re travicello”, una celebre<br />
poesia ottocentesca <strong>di</strong> Giuseppe Giusti, in cui un<br />
pezzo <strong>di</strong> ramo caduto dal cielo in uno stagno fu<br />
nominato re dai ranocchi: “Calò nel suo regno con<br />
grande fracasso, / le teste <strong>di</strong> legno fan sempre del<br />
chiasso”.<br />
Quale <strong>di</strong>fferenza con la serenità <strong>di</strong> Papa Ratzinger,<br />
la sua umiltà ed il suo desiderio <strong>di</strong> silenzio, e <strong>di</strong><br />
appartarsi nella preghiera e nella me<strong>di</strong>tazione!<br />
Un secondo aspetto è quello legato all’esigenza del<br />
rinnovamento, che investe tanto l’organizzazione<br />
ecclesiale che la società civile.<br />
Pare, almeno dall’esterno, che la struttura (laica)<br />
della Chiesa abbia copiato le cose meno belle<br />
tipiche del mondo della politica: lotte intestine<br />
ai vertici, scandali finanziari, scandali <strong>di</strong> natura<br />
morale, violazione della riservatezza persino della<br />
vita del Papa.<br />
Benedetto XVI non può aver vissuto bene tutti<br />
questi eventi, che hanno avuto grande risonanza<br />
me<strong>di</strong>atica in tutto il mondo, e che hanno pesato<br />
sulla sua decisione <strong>di</strong> abbandonare la guida della<br />
barca <strong>di</strong> Pietro.<br />
Non è trasparsa amarezza dalle parole del Papa,<br />
che pure hanno sollecitato un cambio <strong>di</strong> passo, ma<br />
una grande e serena speranza nell’illuminazione<br />
dello Spirito Santo per proiettare verso i fedeli e<br />
la società civile i veri valori insiti nella nostra fede.<br />
Anche il mondo della politica italiano ha iniziato il<br />
percorso del cambiamento.<br />
Sulla spinta dell’in<strong>di</strong>gnazione popolare per gli<br />
sprechi, le ruberie ed i personalismi i citta<strong>di</strong>ni, che<br />
nel loro complesso non sbagliano mai (come<br />
insegna la democrazia ispirata dalla libertà <strong>di</strong><br />
espressione delle proprie idee), hanno cambiato<br />
la faccia del Parlamento.<br />
Personaggi politici <strong>di</strong> lungo corso o segnati da<br />
qualche indegnità ad occupare l’alta carica<br />
parlamentare sono stati mandati a casa; è nato<br />
un nuovo raggruppamento, i “grillino”, che<br />
dovrà <strong>di</strong>mostrare sul campo la serietà delle<br />
proprie idee e la capacità <strong>di</strong> governo, nel pieno<br />
rispetto delle regole della democrazia.<br />
Vedremo se saranno portate avanti, e come,<br />
iniziative nell’interesse del vero bene comune:<br />
se il buon giorno si vede dal mattino, pare sia<br />
necessario con<strong>di</strong>re i dubbi con una buona dose<br />
<strong>di</strong> ottimismo.<br />
Fra qualche mese si dovrà procedere alla<br />
nomina del nuovo Capo dello Stato: arriverà<br />
prima la nomina del nuovo Papa, e la atten<strong>di</strong>amo<br />
con ansia e speranza.<br />
Anche questo è un fatto che il crocevia della storia<br />
ha riservato, quest’anno, al nostro Paese.<br />
Franco M.<br />
23<br />
Attualità<br />
Un rapido sguardo ai risultati elettorali<br />
nel nostro Comune.<br />
L’affluenza alle urne per le politiche, in due giornate<br />
fredde e nevose, è stata pari a quasi l’82% degli aventi<br />
<strong>di</strong>ritto, superiore alla me<strong>di</strong>a nazionale del 75%.<br />
Alle amministrative <strong>di</strong> un anno fa, la percentuale dei<br />
votanti era stata del 75%:<br />
Un poco più bassi i votanti per il rinnovo del consiglio<br />
regionale della Lombar<strong>di</strong>a: poco più del 79%.<br />
Non vi erano can<strong>di</strong>dati rovatesi per le politiche; tre,<br />
invece, i nostri can<strong>di</strong>dati al consiglio regionale, e<br />
nessuno è stato eletto.<br />
Difficile il confronto fra i voti espressi quest’anno rispetto<br />
al 2012, in cui si è votato per l’elezione del sindaco e<br />
del consiglio comunale.<br />
Diversa la situazione, <strong>di</strong>versa la composizione delle liste<br />
e gli interessi elettorale.<br />
Ha raccolto un buon numero <strong>di</strong> voti (quasi il 18%) la lista<br />
Movimento5Stelle, pur in assenza, a quanto risulta, <strong>di</strong><br />
una organizzazione sul territorio comunale.<br />
I partiti che nel 2012 hanno sostenuto la can<strong>di</strong>datura<br />
dell’attuale sindaco hanno raccolto<br />
il 45% dei voti rispetto al 35% <strong>di</strong><br />
un anno fa: ma è una valutazione<br />
assolutamente relativa, come detto,<br />
che comunque deve ancor più<br />
impegnare l’attuale amministrazione<br />
comunale nel pieno interesse della<br />
citta<strong>di</strong>nanza.
Scuola materna<br />
24<br />
Scuola dell’infanzia Maddalena <strong>di</strong> Canossa<br />
I bambini della scuola dell'infanzia<br />
“Maddalena <strong>di</strong> Canossa” accolti all’oratorio.<br />
Nel mese <strong>di</strong> gennaio il gruppo dei bambini<br />
della Scuola dell’Infanzia “Maddalena <strong>di</strong><br />
Canossa” ha fatto visita all’oratorio Don<br />
Bosco <strong>di</strong> <strong>Rovato</strong>. L’uscita <strong>di</strong>dattica aveva la<br />
finalità <strong>di</strong> conoscere l’ambiente dell’oratorio<br />
ma soprattutto poter scoprire la figura <strong>di</strong><br />
San Giovanni Bosco cui esso è de<strong>di</strong>cato. Al<br />
centro del cortile, <strong>di</strong>sposti in semicerchio i<br />
bambini hanno ascoltato la storia del Santo,<br />
comprendendo il ruolo significativo che questo<br />
sacerdote ha avuto nella creazione <strong>di</strong> luoghi<br />
d’aggregazione per i giovani ed il profondo<br />
amore che nutriva nei loro confronti.<br />
Questo potrebbe essere un suo identikit:<br />
Passione: Farsi accanto ad ogni persona, scoprire<br />
e sperimentare insieme a lei la cura che Dio ha<br />
per ciascuno ed annunciarlo a molti come Padre<br />
buono.<br />
Desiderio: Promuovere la crescita specialmente<br />
dei più poveri: educare, evangelizzare, assistere<br />
nella malattia...<br />
La sua intuizione: Coinvolgere ogni possibile<br />
energia nel suo progetto in cui impegna tutta se<br />
stessa per la realizzazione del Regno.<br />
Il suo orizzonte: è una persona ambiziosa<br />
e coraggiosa, raggiungere il mondo intero,<br />
"andare sino ai confini della terra" perchè Gesù<br />
sia conosciuto ed amato.<br />
Avete indovinato chi è?<br />
È S. Maddalena <strong>di</strong> Canossa<br />
Grazie all’aiuto <strong>di</strong> Don Gigi la scoperta<br />
dell’oratorio è proseguita negli spazi interni dove<br />
i bambini hanno visitato la piccola e graziosa<br />
Chiesetta, la grotta con la statua della Madonna<br />
<strong>di</strong> Lourdes, il parco giochi, la sala bar, il teatro<br />
( luogo da noi già conosciuto perché da alcuni<br />
anni ci accoglie per festeggiare gli auguri del<br />
Santo Natale) ed infine le aule <strong>di</strong> catechismo per<br />
i ragazzi. La visita è terminata nel vicino cortile<br />
della Caritas.<br />
I bambini della scuola dell'infanzia “Maddalena<br />
<strong>di</strong> Canossa”, le insegnanti e le madri Canossiane<br />
ringraziano <strong>di</strong> cuore per questa bellissima<br />
esperienza!!!<br />
8 maggio: Non tutti i sogni sono fantasia!<br />
Maddalena nasce a Verona il 1 marzo 1774,<br />
dalla nobile famiglia dei Canossa. Educata<br />
alla scuola della fede e del dolore, sceglie <strong>di</strong><br />
vivere per Dio Solo mettendosi al servizio dei<br />
poveri. Inizia così l'Opera <strong>di</strong> Carità con alcune<br />
compagne l'8 maggio 1808 a Verona, che<br />
otterrà poi l'approvazione pontificia dell'Istituto<br />
delle Figlie della Carità, iniziando poi anche<br />
l'Istituto dei Figli della Carità. Maddalena muore<br />
a Verona il 10 aprile 1835. Viene beatificata nel<br />
1941 da Pio XII e proclamata Santa nel 1988 da<br />
Giovanni Paolo II.<br />
Con la sua grande personalità e il suo esempio<br />
<strong>di</strong> vita ha fatto sì che le Canossiane/i continuino<br />
ad avere quella attenzione particolare rivolta<br />
ai poveri, cioè quelli che sentono il bisogno <strong>di</strong><br />
essere sostenuti, incoraggiati e guidati nella loro<br />
vita.
Anche qui a <strong>Rovato</strong> la nostra piccola fraternità<br />
vuole essere il segno <strong>di</strong> questa pre<strong>di</strong>lezione<br />
e <strong>di</strong> questa de<strong>di</strong>zione attraverso la scuola,<br />
l’accostamento ai malati, la catechesi, la<br />
preghiera con<strong>di</strong>visa.<br />
Se pensiamo a Maddalena oggi, essendo<br />
E’ stato un venerdì mattina dal sapore davvero<br />
speciale quello trascorso, l’8 febbraio, dai<br />
112 piccoli alunni della scuola dell’infanzia<br />
Maddalena <strong>di</strong> Canossa in occasione della<br />
conclusione del progetto <strong>di</strong> educazione stradale<br />
realizzato con la collaborazione della polizia <strong>di</strong><br />
Chiari. Una giornata in cui i bambini hanno potuto<br />
conoscere la piazza e le vie principali del centro<br />
<strong>di</strong> <strong>Rovato</strong>, mettendo in pratica le regole egole apprese<br />
a scuola grazie agli insegnamenti nti<br />
dei due agenti della stradale:<br />
sig. Mastrototaro e sig. Porcaro.<br />
Questa iniziativa, insieme ad<br />
altre, è stata programmata<br />
dalle insegnanti all’interno<br />
del progetto <strong>di</strong>dattico per<br />
l’anno scolastico 2012/2013<br />
intitolato “Gi ROVATando: un<br />
viaggio alla scoperta del paese”.<br />
L’uscita si è svolta in prossimità<br />
del carnevale ed ogni bambino,<br />
vista l’occasione, ha realizzato<br />
il proprio “costume”: un cartello<br />
stradale. Ad accompagnarli: le e<br />
insegnanti, i poliziotti, le mamme e<br />
rappresentanti <strong>di</strong> sezione e la a<br />
preziosa collaborazione dei ei<br />
Gi ROVATando<br />
“marchesa”, sarebbe una “donna in carriera”,<br />
ricca, che può permettersi tutto, invece è stata<br />
una donna capace <strong>di</strong> lasciare tutti i suoi beni,<br />
le sue sicurezze, le possibilità per vivere e<br />
testimoniare un sogno più grande: l’amore <strong>di</strong><br />
Dio ad ogni fratello che incontrava nel borgo<br />
<strong>di</strong> San Zeno (Verona).<br />
Nelle parole a lei de<strong>di</strong>cate dal Papa<br />
Giovanni Paolo II si è sentito l’eco delle<br />
beatitu<strong>di</strong>ni: “Beati i poveri in spirito, perché<br />
<strong>di</strong> essi è il Regno dei cieli”; S. Maddalena<br />
attraverso la sua esperienza ci lascia<br />
una sua testimonianza <strong>di</strong> vita:“Cristo<br />
non è amato, perché non è conosciuto”.<br />
L’8 maggio è per noi festa che ci ricorda<br />
questo che è il suo messaggio e il “sogno”<br />
che siamo chiamati ad abbracciare anche<br />
noi oggi facendolo <strong>di</strong>ventare, nei piccoli<br />
gesti <strong>di</strong> ogni giorno, una possibile realtà.<br />
m. Alessandra<br />
commercianti <strong>di</strong> piazza Cavour che hanno<br />
preso parte alla realizzazione <strong>di</strong> una mappa del<br />
tragitto effettuato donando ad ogni bambino il<br />
logo del proprio negozio. La scuola è <strong>di</strong>ventata<br />
l’occasione <strong>di</strong> apprendere… <strong>di</strong>vertendosi e<br />
questo è stato motivo <strong>di</strong> gioia per gran<strong>di</strong> e<br />
bambini! Viva la scuola che Gi Rovatando<br />
apprende… <strong>di</strong>vertendosi!!!<br />
25<br />
Scuola materna
Cronaca<br />
26<br />
S. Rocco: l’organo restaurato<br />
Dalla fine <strong>di</strong> febbraio è in corso il tanto sospirato<br />
montaggio dell’organo Perolini nella chiesa<br />
<strong>di</strong> S.Rocco. Prima si è provveduto a lucidare<br />
la magnifica cassa lignea e tinteggiato il<br />
fondo. Nel locale a<strong>di</strong>acente è stato bonificato<br />
il solaio dove sono ora montati i tre mantici<br />
originali, il nuovo elettroventilatore ed è pure<br />
stato ripristinato l’antico sistema <strong>di</strong> caricamento<br />
manuale con carrucole. Sono stati riposizionati i<br />
somieri collegandoli ai numerosi rispettivi tiranti<br />
<strong>di</strong> tastiera e pedaliera.<br />
La trasmissione è completamente meccanica.<br />
Al momento <strong>di</strong> andare in stampa col bollettini<br />
si stanno sistemando sui relativi somieri tutte le<br />
canne <strong>di</strong> metallo che, secondo l’organaro che<br />
le ha restaurate, hanno un suono bellissimo. Ciò<br />
è dovuto ad un’antica e raffinata fabbricazione<br />
e che per fattura e materiali usati (la facciata<br />
è composta <strong>di</strong> stagno a più del 90%) è molto<br />
somigliante ad organi più antichi <strong>di</strong> fine ‘700.<br />
Era il periodo in cui la zona della provincia <strong>di</strong><br />
Bergamo, da dove proviene il nostro costruttore,<br />
era ben fornita <strong>di</strong> organi preziosi. Per esempio<br />
nel santuario della Madonna <strong>di</strong> Ardesio (paese<br />
poco <strong>di</strong>stante da Villa d’Ogna dove era la sede<br />
del Perolini) vi era un gran<strong>di</strong>oso organo Rogantino<br />
del 1636. Quest’ultimo era un punto <strong>di</strong> riferimento,<br />
naturalmente non l’unico, per gli organari<br />
bergamaschi che andavano formandosi nel ‘700.<br />
Originale <strong>di</strong> quell’organo, purtroppo rimane ora<br />
solo la facciata, da cui si deduce che per bellezza<br />
del suono, qualità del metallo, i rapporti <strong>di</strong><br />
grandezza tra <strong>di</strong>ametro delle canne e grandezza<br />
delle bocche, a detta degli specialisti, il tutto porta<br />
all’organo rinascimentale lombardo <strong>di</strong> Facchetti e<br />
degli Antegnati. Che <strong>di</strong>re… “ne sentiremo delle<br />
belle!!!”.<br />
Un rammarico è quello <strong>di</strong> non aver messo mano<br />
prima al restauro <strong>di</strong> questo gioiello che negli anni<br />
’60 già non funzionava. “Meglio tar<strong>di</strong> che mai!!”.<br />
Quando leggerete queste righe probabilmente<br />
avrete già la possibilità <strong>di</strong> gustarne le melo<strong>di</strong>e.<br />
Buon ascolto.<br />
L.S.<br />
La Ricchino apre a nuove espressioni artistiche<br />
Innovativo Concorso <strong>di</strong> Tornitura Lignea<br />
presso la Scuola d’Arti e Mestieri<br />
“F.Ricchino” <strong>di</strong> <strong>Rovato</strong> previsto per sabato<br />
20 e domenica 21 Aprile 2013<br />
“Un bosco italiano”: questo il titolo del particolare<br />
evento che si prefigge <strong>di</strong> coinvolgere artisti<br />
appassionati e motivati a far emergere, oltre alla<br />
propria abilità, anche il valore delle materie prime<br />
e delle risorse del nostro territorio. Nei nostri boschi<br />
impariamo ad osservare qualcosa in più dei giochi<br />
<strong>di</strong> luce e <strong>di</strong> aromi, delle forme e del brulicare<br />
della vita: l’espressione <strong>di</strong> nuove figure attraverso<br />
gli interpreti per eccellenza delle potenzialità del<br />
legno:i tornitori.<br />
Forum (come legnofilia, il legno, l'arca <strong>di</strong> legno<br />
ecc.), Social, passaparola e me<strong>di</strong>a raccoglieranno<br />
nell’ambiente ideale della Scuola Ricchino un<br />
sodalizio <strong>di</strong> artisti concentrati a con<strong>di</strong>videre<br />
esperienze, tecniche e sensibilità artistiche.<br />
Il concorso <strong>di</strong> tornitura, annunciato, descritto<br />
e normato nell’apposita sezione del sito www.<br />
scuolaricchino.org, con vincolo primario all’uso<br />
<strong>di</strong> legni italiani, prevede due categorie: Tornitura<br />
monocroma e policroma<br />
Programma.<br />
Sabato 20 Aprile 2013<br />
Ore 14,00: apertura della Galleria del concorso<br />
Nell’arco dell’intero pomeriggio si terranno<br />
<strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong> tornitura.
Ore 19,00:chiusura della Galleria del Concorso<br />
Domenica 21 Aprile 2013<br />
Ore 10,00: apertura della Galleria del concorso<br />
Durante la mattinata si terranno <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong><br />
tornitura.<br />
Ore 12,00: chiusura della Galleria del Concorso<br />
Ore 14,00: apertura della Galleria del concorso<br />
Ore 15,00: convegno\conferenza “La tornitura: un<br />
pensiero nel bosco…”, i relatori saranno anche i<br />
componenti della giuria: F. Tad<strong>di</strong>a (Dir. <strong>di</strong>dattico)<br />
D.Castelvedere (Dir.artistico) S.Brescianini(docente<br />
<strong>di</strong> falegnameria) Richard (tornitore e organizzatore<br />
evento) Roberto Cecconello (tornitore e organizzatore<br />
evento) Emilio (tornitore)<br />
Ore 17,00: cerimonia <strong>di</strong> premiazione delle opere<br />
vincitrici<br />
Ore 18,00: rinfresco, offerto dalla Pasticcieria Liris<br />
<strong>di</strong> <strong>Rovato</strong>, e saluti.<br />
Ore 20,00: chiusura della Manifestazione<br />
Per partecipare al Concorso è necessario il rispetto<br />
<strong>di</strong> alcune regole fondamentali:<br />
1) L’Opera deve essere frutto <strong>di</strong> tornitura;<br />
2) L’opera deve essere originata solo da un<br />
bosco italiano (almeno per i 2/3 per la sezione<br />
policromia);<br />
Campi estivi <strong>di</strong> volontariato internazionale<br />
Dopo un inverno freddo e piovoso si guarda<br />
all’estate con attesa e speranza; l’estate<br />
infatti è tempo <strong>di</strong> vacanza e <strong>di</strong> riposo<br />
ma può anche essere un periodo <strong>di</strong><br />
solidarietà e crescita.<br />
Le Acli infatti, attraverso la loro<br />
Organizzazione Non Governativa<br />
Ipsia (Istituto Pace Sviluppo<br />
Innovazione delle Acli) promuovono<br />
anche per l’estate 2013 il progetto<br />
<strong>di</strong> volontariato internazionale “Terre<br />
e libertà”: campi <strong>di</strong> 2 o 3 settimane <strong>di</strong><br />
animazione tra<strong>di</strong>zionale e sportiva e campi <strong>di</strong><br />
lavoro in Bosnia, Kosovo, Albania, Brasile, Kenya,<br />
Mozambico.<br />
Il progetto, rivolto prevalentemente a giovani (a<br />
partire dai 16 anni) interessati a sperimentarsi,<br />
a cambiare, a conoscere realtà <strong>di</strong>verse, propone<br />
un’esperienza <strong>di</strong> vita comunitaria e <strong>di</strong> servizio<br />
volontario molto significativa, sia sul piano umano<br />
che formativo.<br />
I numerosissimi volontari che sono partiti in questi<br />
quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> “Terre e Libertà” erano convinti che<br />
sarebbero andati ad aiutare qualcun altro mentre<br />
il più delle volte sono tornati avendo ricevuto in<br />
dono un’esperienza importante per la propria vita,<br />
che insegna ad adattarsi alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita in<br />
3) Tutta l’Opera deve essere eseguita dal<br />
concorrente;<br />
4) I concorrenti possono presentare una sola<br />
Opera per ogni sezione del concorso;<br />
5) La Giuria terrà conto del design e<br />
l'adeguatezza dei materiali utilizzati, eccellenza<br />
tecnica, originalità e la <strong>di</strong>fficoltà delle tecniche<br />
impiegate e la qualità <strong>di</strong> finitura;<br />
6) La decisione dei giu<strong>di</strong>ci sarà definitiva e<br />
vincolante per tutti i concorrenti;<br />
7) L’opera presentata in concorso deve essere<br />
ine<strong>di</strong>ta.<br />
I moduli <strong>di</strong> iscrizione, <strong>di</strong>sponibili sul sito, vanno<br />
allegati all’Opera e l’insieme, confezionato<br />
adeguatamdente e contrassegnato in modo<br />
chiaro con il nome del concorrente e l'in<strong>di</strong>rizzo,<br />
deve pervenire entro il giorno 19/4/2013<br />
presso Econimo Pietro, Via della Resistenza 1 -<br />
Erbusco (BS).<br />
I partecipanti potranno alloggiare presso Agriturismo<br />
Cascina Carretto a Erbusco www.<br />
cascinacarretto.it e Bed and Breakfast IL DOSSO<br />
a Timoline <strong>di</strong> Cortefranca www.bb-ildosso.it<br />
tramite una convenzione con la Scuola secondo le<br />
in<strong>di</strong>cazioni pubblicate sul sito.<br />
un paese <strong>di</strong>verso dal proprio, a conoscere<br />
con rispetto altri popoli, con le loro<br />
usanze e la loro storia, spesso <strong>di</strong>fficile<br />
e tormentata dalla guerra o dalla<br />
povertà, mettersi in gioco sia con i<br />
propri compagni <strong>di</strong> equipe, ovvero<br />
gli altri volontari italiani, ma anche<br />
e soprattutto con i bambini e tutte le<br />
persone che si incontrano durante il<br />
campo. L’esperienza estiva <strong>di</strong>venta<br />
quin<strong>di</strong> un’occasione per impegnarsi a<br />
fare qualcosa <strong>di</strong> concreto a chi desidera<br />
attivarsi in prima persona <strong>di</strong>vertendosi:<br />
animazione e gioco con i bambini, attività sportiva<br />
e con<strong>di</strong>visione del lavoro sono le principali attività,<br />
attraverso le quali i volontari intrecciano reti e<br />
relazioni <strong>di</strong> pace, imparano insieme agli altri e<br />
approfon<strong>di</strong>scono la conoscenza dei vari contesti.<br />
Anche il circolo Acli <strong>di</strong> <strong>Rovato</strong> e l’Associazione<br />
Ipsia Brescia Onlus sostengono questa iniziativa e<br />
la consigliano a tutti quei giovani che hanno voglia<br />
<strong>di</strong> passare un’estate <strong>di</strong>versa che cambierà la loro<br />
vita.<br />
Per tutte le informazioni su perio<strong>di</strong>, località e<br />
costi: www.terreliberta.org oppure ipsia.brescia@<br />
aclibresciane.it<br />
Licia L.<br />
27<br />
Cronaca
Cronaca<br />
28<br />
Proposta <strong>di</strong> pellegrinaggio<br />
E se facessimo un pellegrinaggio Parroc-<br />
chiale?!<br />
Come parrocchia, dopo aver ricevuto richieste,<br />
stimoli, da varie persone che hanno vissuto negli<br />
anni passati o con altre comitive belle e profonde<br />
esperienze <strong>di</strong> viaggi, meglio <strong>di</strong>re pellegrinaggi,<br />
abbiamo pensato <strong>di</strong> provare a pensare all’idea<br />
<strong>di</strong> fare un pellegrinaggio parrocchiale in qualche<br />
luogo significativo e non proprio raggiungibile<br />
da tutti in questo anno della Fede! Certo i tempi<br />
e le finanze non sono proprio dei più flori<strong>di</strong> e<br />
migliori per fare un viaggio/ pellegrinaggio…<br />
però l’idea <strong>di</strong> pensarci, <strong>di</strong> parlarne, senza<br />
obblighi, credo che possa essere una bella idea.<br />
Stare assieme, visitare qualche luogo interessante<br />
e che fa crescere nella fede sicuramente non fa<br />
male, anzi!<br />
Dove andare? Non lo sappiamo! Parliamone e<br />
ve<strong>di</strong>amo insieme una meta che potrebbe essere<br />
interessante. La nostra Brevivet, agenzia <strong>di</strong><br />
viaggi <strong>di</strong> Brescia ci ha fatto questa proposta per<br />
settembre ottobre. Cosa ne pensiamo?<br />
Chi fosse interessato mi cerchi per fare due parole<br />
e pensare assieme… entro fine maggio.<br />
Don Roberto<br />
Fatima e Santiago de Compostela 2013<br />
Voli <strong>di</strong> linea da Milano 5 giorni (4 notti)<br />
Quota in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> partecipazione Euro 895,00 per persona (circa)<br />
Quota in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> gestione pratica Euro 35,00<br />
N.B.: Documenti - E' necessario un documento d'identità valido.<br />
Festa grande a S. Giuseppe e a S. Andrea<br />
Domenica 17 marzo le comunità <strong>di</strong> S.Giuseppe<br />
e <strong>di</strong> S.Andrea hanno accolto il nuovo parroco<br />
mons. Gian Mario Chiari e don Mario Lancini<br />
come curato delle parrocchie <strong>di</strong> S.Andrea (dove<br />
risiederà) S.Giuseppe, S.Maria Assunta, Lodetto<br />
e Bargnana.<br />
La liturgia <strong>di</strong> immissione è stata presieduta dal<br />
vicario generale della <strong>di</strong>ocesi mons. Gianfranco<br />
Mascher. La gioia e il calore con cui le comunità<br />
hanno accolto i sacerdoti sono una promettente<br />
garanzia per un cammino pastorale all’insegna<br />
della con<strong>di</strong>visione e della comunione.
La primavera 2013 <strong>di</strong> CIRCONDIAMOCI<br />
La prossima primavera Circon<strong>di</strong>amoci riveste<br />
<strong>Rovato</strong> <strong>di</strong> molti eventi significativi.<br />
Dopo la festa <strong>di</strong> presentazione domenica<br />
24 febbraio, e' iniziata la terza stagione dei<br />
laboratori <strong>di</strong> arti circensi: clowneria a S.Andrea,<br />
giocoleria a Lodetto, giocoleria, trampoli e ballo<br />
a <strong>Rovato</strong> centro. David, insegnante del ballo <strong>di</strong><br />
Michael Jackson, ha avuto un grande successo:<br />
vederlo ballare suscita gran<strong>di</strong> entusiasmi ed il<br />
suo corso si è riempito in poco tempo. Al via<br />
anche il corso <strong>di</strong> trampoli che prevede, nelle<br />
prime due lezioni, la costruzione degli attrezzi<br />
con l'aiuto dei papà dei ragazzi che si sono<br />
iscritti. Ormai una tra<strong>di</strong>zione i corsi <strong>di</strong> Giocoleria,<br />
pirami<strong>di</strong> umane e clowneria con Giulia e Laura.<br />
A maggio, lo spettacolo. I corsi rappresentano,<br />
come il progetto vuole, sia un'occasione <strong>di</strong><br />
appren<strong>di</strong>mento, <strong>di</strong>vertimento ed integrazione<br />
rivolta a bambini e ragazzi, anche <strong>di</strong>sabili, al<br />
<strong>di</strong> fuori della scuola e in luoghi già de<strong>di</strong>cati<br />
all'incontro; sia un occasione <strong>di</strong> impegno, cioè<br />
<strong>di</strong> “genitorialità sociale” per i genitori che<br />
assumono un ruolo attivo per sostenere una<br />
buona crescita dei ragazzi del nostro territorio.<br />
Proprio in riferimento al tema genitori,<br />
Circon<strong>di</strong>amoci e andato alla ricerca <strong>di</strong><br />
esperienze educative "<strong>di</strong> spessore". Abbiamo<br />
trovato don Lorenzo Milani: prete fiorentino<br />
vissuto tra il 1923 e il 1967. Appartenente<br />
ad una delle 13 famiglie più ricche <strong>di</strong> Firenze,<br />
entra in seminario e <strong>di</strong>venta prete. Portatore<br />
<strong>di</strong> un messaggio troppo provocatorio per quel<br />
tempo, venne mandato a Barbiana, nel Mugello,<br />
una frazione persa tra i monti, <strong>di</strong> poche case e<br />
una manciata <strong>di</strong> abitanti. Lì don Lorenzo crea<br />
per i ragazzi del posto una scuola e un metodo<br />
educativo che sarebbero <strong>di</strong>ventati importante<br />
in tutto il mondo. Il celebre motto milaniano, “I<br />
care” che significa “mi riguarda, mi interessa”,<br />
interpreta per intero il suo messaggio.<br />
Nell'ottobre scorso Circon<strong>di</strong>amoci ha organizzato<br />
una gita a Barbiana cui hanno partecipato 72<br />
persone <strong>di</strong> <strong>Rovato</strong>, tra adulti e bambini; in una<br />
bellissima giornata <strong>di</strong> sole abbiamo visitato il<br />
luogo e assaporato la sua carica emotiva: la<br />
strada per arrivarci, necessariamente a pie<strong>di</strong>,<br />
la scuola, la chiesa, la piscina costruita dagli<br />
allievi <strong>di</strong> don Milani, il pergolato dove don<br />
Lorenzo durante la stagione estiva faceva scuola<br />
e con i suoi ragazzi, ha scritto "Lettera ad una<br />
professoressa", "L'obbe<strong>di</strong>enza non è più una<br />
virtù" e molti altri testi. Abbiamo anche visitato il<br />
cimitero, visto la tomba dove è seppellito, accanto<br />
alla sua fedele Eda. Tutto questo in un fazzoletto<br />
<strong>di</strong> terra. Radunati in chiesa, perché nella scuola<br />
non ci stavamo, un suo vero allievo, Agostino,<br />
ci ha raccontato <strong>di</strong> lui e della sua scuola un<br />
sacco <strong>di</strong> cose davvero belle, che ci hanno<br />
riempito la mente e anche il cuore. Il "metodo<br />
<strong>di</strong> Barbiana" e unico nel suo genere, non è<br />
ripetibile, ma continua ad essere una grande<br />
provocazione per il messaggio educativo che<br />
continua a lanciare ad ogni ragazzo, alla<br />
scuola, alla Chiesa, al mondo.<br />
A <strong>Rovato</strong> l'Istituto Comprensivo statale è<br />
intitolato a don Milani. Tutti lo sapevano,<br />
forse senza conoscere il personaggio: ecco<br />
una grande occasione per <strong>di</strong>ffonderne il<br />
messaggio! Con tanti genitori <strong>di</strong>sponibili e la<br />
scuola, Circon<strong>di</strong>amoci sta organizzando un<br />
percorso <strong>di</strong> eventi:<br />
A febbraio, il collegio docenti della scuola e'<br />
stato de<strong>di</strong>cato a don Milani: il dottor Domenico<br />
Simeone, docente <strong>di</strong> Pedagogia Sociale<br />
dell'università Cattolica del Sacro Cuore <strong>di</strong><br />
Milano ha tenuto una splen<strong>di</strong>da lezione sulla<br />
figura e sulla pedagogia milaniana.<br />
Ad aprile e maggio: nelle <strong>di</strong>verse se<strong>di</strong> scolastiche<br />
<strong>di</strong> <strong>Rovato</strong> centro e frazioni che, per l'occasione,<br />
saranno arricchiti <strong>di</strong> murales e cartelli che<br />
serviranno a riconoscere il messaggio <strong>di</strong> don<br />
Milani e la sua famosa frase "I care", ci saranno<br />
momenti <strong>di</strong> festa. A chiudere gli eventi, il 4<br />
maggio una grande festa sugli spalti, presso<br />
l’ingresso della scuola primaria, con tanto <strong>di</strong><br />
rappresentazione teatrale curata dai genitori.<br />
Tutti i testi scritti da don Milani e dai suoi allievi<br />
saranno donati dai genitori alla biblioteca della<br />
scuola. Da Barbiana e' in arrivo anche la mostra<br />
fotografica curata dagli allievi <strong>di</strong> don Milani,<br />
che sarà esposta durante i festeggiamenti.<br />
Il progetto Circon<strong>di</strong>amoci, nella preparazione<br />
<strong>di</strong> questi eventi desidera coinvolgere e avere<br />
l'aiuto dei genitori che lo desiderano. (Per info<br />
e <strong>di</strong>sponibilità: 335.8025134)<br />
Gabri M.<br />
29<br />
Cronaca
Parrocchia Parrocchia S.Giovanni Bosco Bosco<br />
Anagrafe<br />
30<br />
PIERNO REBECCA<br />
<strong>di</strong> Christian e CHiari Silvia<br />
Offerte<br />
al fonte battesimale<br />
PEDROCCA MARIKA<br />
<strong>di</strong> Diego e Samanta Burini<br />
Pesca € 955,00<br />
Tombola € 802,00<br />
Classe 1958 in memoria <strong>di</strong> Taveri Virgilio € 180,00<br />
GILARDI BENEDETTA<br />
<strong>di</strong> Stefano e Parrinello Vitalba<br />
n. 16.8.2012 b. 3.2.2013<br />
FOGLIATA FILIPPO<br />
<strong>di</strong> Michele e Ghislotti Alessia<br />
nella pace <strong>di</strong> Cristo<br />
VENTURA PAOLO<br />
<strong>di</strong> anni 91<br />
al fonte battesimale<br />
PIRAS CRISTIAN<br />
<strong>di</strong> Marco e Facchi Monica<br />
n. 3.10.2012 b. 10.3.2013<br />
ROLFI GAIA<br />
<strong>di</strong> Lorenzo e Rizzini Ilaria Federica<br />
n. 3.11.2012 b. 10.3.2013<br />
TAVERI VIRGILIO<br />
<strong>di</strong> anni 55<br />
La nascita <strong>di</strong> un bambino è una bella notizia da dare, doverosamente, a tutta la comunità. Perciò invitiamo tutte le neo-mamme a telefonare<br />
ai sacerdoti l’avvenuta nascita del figlio per suonare le campane il mattino seguente alle ore 9.00<br />
KONADU KWADWO<br />
<strong>di</strong> anni 42<br />
m. 3.2.2013 (GHANA)<br />
ANGELO PAOLO<br />
NEMBRINI<br />
<strong>di</strong> anni 68<br />
m. 16.2.2013<br />
nella pace <strong>di</strong> Cristo<br />
GIUSEPPE LANCINI<br />
<strong>di</strong> anni 78<br />
m. 4.2.2013<br />
CATERINA NOLI<br />
ved. Pighetti<br />
<strong>di</strong> anni 82<br />
m. 23.2.2013<br />
(Bargnana)<br />
ROSA GHITTI<br />
in Morelli<br />
<strong>di</strong> anni 67<br />
m. 12.2.2013<br />
LUIGINA DOTTI<br />
ved. Giovanni Conter<br />
<strong>di</strong> anni 74<br />
m. 22.2.2013<br />
ALESSANDRO LAMBERTI<br />
<strong>di</strong> anni 40<br />
m. 13.2.2013<br />
GIUSEPPE PETRONILLO<br />
FACCHI<br />
<strong>di</strong> anni 78<br />
m. 4.3.2013
Parrocchia<br />
In memoria <strong>di</strong> Lancini Giuseppe € 200,00<br />
In memoria <strong>di</strong> Ghitti Rosa € 150,00<br />
In memoria <strong>di</strong> Bertocchi Iride € 50,00<br />
Offerte per tridui € 555,00<br />
In occasione del Battesimo € 50,00<br />
Gruppo Alpini € 200,00<br />
In memoria <strong>di</strong> Facchi Giuseppe € 200,00<br />
In memoria <strong>di</strong> Dotti Luigina € 500,00<br />
<strong>Oratorio</strong><br />
In memoria <strong>di</strong> Dotti Luigina € 200,00<br />
S. Rocco<br />
NN per ceri € 50,00<br />
In memoria <strong>di</strong> Dotti Luigina € 300,00<br />
Sala Comunità<br />
NN € 100,00<br />
NN € 100,00<br />
O.D.I.A. € 200,00<br />
Santo Stefano<br />
NN € 100,00<br />
Un bene per tutta la Chiesa<br />
Preve<strong>di</strong>bili cambiamenti significativi<br />
Passata l’emozione del momento, rimane<br />
ferma e certa una impressione: l'ottima scelta<br />
compiuta dal collegio car<strong>di</strong>nalizio eleggendo<br />
papa l'arcivescovo <strong>di</strong> Buenos Aires Jorge Mario<br />
Bergoglio, un nome che non era fra quelli più<br />
gettonati e noti. Perché si ritiene la sua elezione<br />
un rande e sorprendente bene per la Chiesa?<br />
Perché ci sono alcune semplicissime, imme<strong>di</strong>ate e<br />
incontestabili ragioni per comprendere che sarà<br />
un pontificato secondo le attese dell'ora presente<br />
segnata da un paradosso: constatare come<br />
nel Vangelo <strong>di</strong> Cristo, e nella visione cristiana<br />
dell'esistenza, ci siano le risposte per le ansie e<br />
le domande egli uomini e delle donne <strong>di</strong> ogni<br />
paese del mondo, e come sia <strong>di</strong>fficile far suonare<br />
la parola cristiana, per stanchezza, pesantezza,<br />
fatica.<br />
Ogni povero prete in cura d'anime si confronta<br />
quoti<strong>di</strong>anamente, con gioia e sofferenza, con<br />
questo paradosso, col rischio <strong>di</strong> far prevalere<br />
la tentazione della chiusura, dello scoramento<br />
malinconico e la conseguente per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> speranza.<br />
Il nuovo Papa, con le poche parole e gesti del suo<br />
esor<strong>di</strong>o nella missione <strong>di</strong> successore <strong>di</strong> Pietro, ha<br />
fatto intravedere segni <strong>di</strong> speranza.<br />
Prima <strong>di</strong> tutto nella scelta del nome che ci rimanda<br />
al poverello <strong>di</strong> Assisi, ed è in<strong>di</strong>cativa del desiderio<br />
<strong>di</strong> una Chiesa più ancorata all'essenziale, alla<br />
povertà, al Vangelo, alla vicinanza ai più poveri<br />
ed emarginati.<br />
In secondo luogo si è presentato innanzitutto come<br />
Vescovo <strong>di</strong> Roma e, in quanto tale, riferimento <strong>di</strong><br />
unità <strong>di</strong> tutta la Chiesa: un richiamo ecclesiologico<br />
importante che riporta il pontificato nella sua<br />
vera <strong>di</strong>mensione, strappandolo a ogni sospetto <strong>di</strong><br />
potere temporale.<br />
Né va sottovalutata la preghiera silenziosa della<br />
gente per Lui prima <strong>di</strong> ricevere la sua prima<br />
bene<strong>di</strong>zione apostolica: è stata una eloquente<br />
spiegazione del significato del ministero<br />
gerarchico che è finalizzato alla santità del<br />
Popolo <strong>di</strong> Dio: pastori e laici camminano insieme<br />
verso una sola meta, sostenendosi gli uni gli altri.<br />
Papa Francesco, inoltre, è un gesuita che ha<br />
alle spalle stu<strong>di</strong> non solo teologici ma anche in<br />
scienze profane: saprà continuare bene il <strong>di</strong>alogo<br />
fra fede e scienza e l'incontro fra culture <strong>di</strong>verse<br />
da quella cristiana: darà certo una spinta non<br />
in<strong>di</strong>fferente alla costruzione <strong>di</strong> quella "civiltà<br />
cattolica" <strong>di</strong>venuta, con i pontificati da Paolo VI<br />
in poi, "civiltà dell'amore".<br />
Infine viene dall'Argentina, un Paese; che ho<br />
potuto conoscere alla fine degli anni Settanta<br />
per i rapporti avuti con un gruppo <strong>di</strong> "profughi”<br />
argentini, perseguitati politici. Più recentemente<br />
ho potuto conoscere la Chiesa argentina<br />
grazie al “gemellaggio" fra la Casa della<br />
gioventù <strong>di</strong> Santiago del Estero dove opera suor<br />
Saveria Menni e la Famiglia universitaria della<br />
Fondazione Tovini. Ho avuto modo <strong>di</strong> constatare<br />
la vivacità della Chiesa cattolica <strong>di</strong> quella nazione<br />
latinoamericana: sono certo che il Papa che viene<br />
da quella Chiesa porterà una ventata <strong>di</strong> maggior<br />
freschezza ed entusiasmo anche alle vecchie<br />
Chiese europee.<br />
(Gabriele Filippini – da La Voce del Popolo)<br />
31<br />
Offerte
32<br />
Calendario Liturgico Pastorale<br />
MARZO 2013<br />
24 DOMENICA delle PALME<br />
inizio Sante quarantore<br />
25 LUNEDÍ santo: sante quarantore<br />
in parrocchia ore 20.30 confessioni per giovani e adolescenti<br />
26 MARTEDÌ santo: ore 20.00 messa conclusione Sante quarantore<br />
27 MERCOLEDÌ santo: ore 20.00 recita del rosario al Crocifisso <strong>di</strong> via Cantù<br />
28 GIOVEDÌ SANTO: inizio Triduo Pasquale<br />
29 VENERDÌ SANTO: astinenza e <strong>di</strong>giuno<br />
30 SABATO SANTO<br />
31 DOMENICA DI PASQUA<br />
APRILE 2013<br />
1 LUNEDÌ dell’ANGELO: orario festivo parrocchia messe ore 7.00-8.15- 9.30<br />
San Rocco messa ore 10.30 - Santo Stefano ore 16.30 vespro; ore 17.00 S.Messa<br />
7 DOMENICA II <strong>di</strong> PASQUA<br />
8 Solennità liturgica dell’ANNUNCIAZIONE<br />
ore 20.00 fiaccolata da S. Stefano al monte e santa Messa al convento<br />
12 VENERDÌ: ore 20.30, all’oratorio, incontro genitori gruppo Betlemme<br />
14 DOMENICA III <strong>di</strong> PASQUA<br />
ore 15.00 all’oratorio, incontro genitori gruppo Betlemme<br />
20 SABATO: ore 20.30 preghiera e omaggio alla Madonna <strong>di</strong> Santo Stefano<br />
dei ragazzi e genitori gruppo Cafarnao<br />
21 DOMENICA IV <strong>di</strong> PASQUA 50ª giornata mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> preghiera per le vocazioni<br />
Prime confessioni in parrocchia ore 15.00 ragazzi gruppo Cafarnao<br />
25 GIOVEDÌ: festa <strong>di</strong> san Marco evangelista<br />
68° anniversario della Liberazione<br />
26 VENERDÌ: 33° anniversario della morte <strong>di</strong> Mons. Luigi Zenucchini<br />
28 DOMENICA V <strong>di</strong> PASQUA<br />
MAGGIO 2013<br />
1 MERCOLEDÌ: San Giuseppe Lavoratore, messa apertura mese <strong>di</strong> maggio<br />
a santo Stefano ore 20.00<br />
3 VENERDÌ: festa dei santi Filippo e Giacomo apostoli<br />
primo venerdì del mese, adorazione eucaristica e comunioni anziani e ammalati<br />
ore 20.30, all’oratorio, incontro genitori gruppo Betlemme<br />
5 DOMENICA VI <strong>di</strong> PASQUA<br />
ore 15.00, all’oratorio, incontro genitori gruppo Betlemme<br />
ritiro ragazzi, genitori, padrini e madrine del gruppo Emmaus a Brescia<br />
presso Padri Piamarta<br />
8 MERCOLEDÌ: Santa Maddalenna <strong>di</strong> Canossa<br />
11 SABATO: memoria della Beata Annunciata Cocchetti<br />
ore 20.30 preghiera e omaggio alla Madonna <strong>di</strong> Santo Stefano<br />
dei ragazzi e genitori gruppo Emmaus<br />
12 DOMENICA: solennità dell’ASCENSIONE DEL SIGNORE<br />
ore 17.30 gruppo Emmaus: i ragazzi ricevono i Sacramenti della Cresima<br />
e prima Eucaristia<br />
13 LUNEDÌ: memoria beata Vergine Maria <strong>di</strong> Fatima<br />
14 MARTEDÌ: festa S. Mattia apostolo<br />
19 DOMENICA: Solennità <strong>di</strong> PENTECOSTE<br />
47ª Giornata per le comunicazioni sociali<br />
Meeting <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> azione cattolica a <strong>Rovato</strong><br />
23 GIOVEDÌ ore 20.00 recita del Rosario alla santella Madonna del can<strong>di</strong>lì<br />
26 DOMENICA: Solennità della SANTISSIMA TRINITÀ<br />
Rinnovo promesse battesimali ragazzi gruppo Nazaret<br />
27 Lunedì: festa della Madonna <strong>di</strong> Caravaggio a Caporovato<br />
Santa Messe: ore 7.00 e 20.00. Ore 15.00 canto del vespro<br />
29 MERCOLEDI’: ore 20.00 Messa alla Santella delle Valli<br />
30 GIOVEDÌ: ore 20.00 santa messa e processione Corpus Domini<br />
31 VENERDÌ: ore 20.00 messa chiusura mese <strong>di</strong> maggio a Santo Stefano<br />
GIUGNO 2013<br />
2 DOMENICA Solennità del CORPUS DOMINI<br />
7 VENERDÌ: primo venerdì del mese<br />
adorazione eucaristica e comunioni anziani e ammalati<br />
9 DOMENICA X TEMPO ORDINARIO<br />
10 LUNEDÌ: iniziano i campiscuola per bambini e ragazzi a Valdobbiadene (Tv)<br />
Orario S.Messe<br />
Dal 3 settembre 2012 al 29 giugno 2013 la santa<br />
Messa feriale delle ore 7.00 viene celebrata nella<br />
cappella delle Madri Canossiane<br />
Giorni Feriali<br />
in Parrocchia: ore 8.30<br />
dalle Canossiane ore 7.00<br />
al Convento ore 18.45<br />
lunedì a S. Stefano ore 17.00<br />
martedì al D. Gnocchi ore 17.30<br />
mercoledì a S. Rocco ore 17.00<br />
giovedì a Caporovato ore 17.00<br />
venerdì Casa <strong>di</strong> riposo ore 15.45<br />
Giorni Festivi<br />
sabato prefestiva<br />
san Rocco ore 17.00<br />
santa Maria Assunta ore 19.00<br />
domenica:<br />
ore 7.00 - 8.15 - 9.30 - 11.00 - 18.30<br />
Vespro: ore 15.30<br />
al Convento<br />
ore 9.00 - 11.00 - 18.00<br />
Orari sante Messe<br />
Parrocchie Comune <strong>di</strong> <strong>Rovato</strong>:<br />
Sabato o prefestivi:<br />
ore 17.00: S. Anna, S.G. Bosco,<br />
S. Rocco<br />
ore 18.00: Bargnana, Duomo,<br />
Lodetto, S. Giuseppe<br />
ore 18.45: Convento<br />
ore 19.00: <strong>Rovato</strong> Centro<br />
Domenica o fetivi:<br />
ore 7.00: <strong>Rovato</strong> Centro<br />
ore 7.30: S. Andrea<br />
ore 8.00: Duomo, Lodetto<br />
ore 8.15: <strong>Rovato</strong> Centro<br />
ore 8.30: S. Anna<br />
ore 9.00: Conveto, S.G. Bosco<br />
S. Giuseppe<br />
ore 9.30: Bargnana, <strong>Rovato</strong> Centro<br />
ore 10.00: Lodetto<br />
ore 10.30: S. Andrea, Duomo<br />
ore 11.00: Convento, <strong>Rovato</strong> Centro<br />
S.Anna, S.G. Bosco<br />
ore 17.00: Convento, S.G. Bosco<br />
ore 18.00: Duomo, Lodetto<br />
ore 18.30: <strong>Rovato</strong> Centro<br />
Numeri <strong>di</strong> Telefono<br />
Mons. Gian Mario Chiari:<br />
0307721130 - 3333798958<br />
Don G. Luigi Moretti:<br />
0307721217 - 3288517755<br />
Don Roberto Morè:<br />
3929702054 - 3385314850<br />
Don Ettore Piceni:<br />
0307709945 - 3389761696<br />
Don Valentino Bosio:<br />
3392635347 - 0305785076<br />
Don Serafino Festa:<br />
0307722822<br />
Diacono Luigi Gozzini:<br />
3496445169<br />
Madri Canossiane:<br />
0307721431<br />
Convento Frati:<br />
0307721377<br />
Caritas Parrocchiale:<br />
0307701141<br />
(lunedì - mercoledì - venerdì: ore 14.00/16.00)<br />
Ufficio Parrocchiale:<br />
3462285040<br />
(da lunedì a venerdì: ore 9.00/11.00)