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*Bollettino Rovato N°2-2013.indd - Oratorio di Rovato

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ANNO LXV • N. 2 - Marzo/Giugno 2013<br />

Prepositurale Collegiata Insigne <strong>di</strong> Santa Maria Assunta - <strong>Rovato</strong><br />

Habemus Papam: Car<strong>di</strong>nale Jorge Mario Bergoglio<br />

in comunione con il Papa Francesco e il Vescovo Luciano<br />

auguriamo e preghiamo perché il Cristo risorto<br />

doni a tutti la fede, la speranza e la carità


Sommario<br />

3<br />

4<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

11<br />

12<br />

14<br />

15<br />

15<br />

16<br />

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18<br />

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23<br />

23<br />

24<br />

24<br />

25<br />

26<br />

26<br />

27<br />

28<br />

28<br />

29<br />

30<br />

30<br />

31<br />

31<br />

LA VOCE DEL PREVOSTO<br />

Credo nello Spirito Santo<br />

PARROCCHIA<br />

Il Triduo pasquale<br />

Quarantore<br />

La forza della risurrezione<br />

Ecco , io sto alla porta e busso<br />

Tu sei Pietro e su questa pietra e<strong>di</strong>ficherò<br />

la mia Chiesa<br />

Maria, donna feriale<br />

Verso una pastorale unitaria<br />

L’iniziazione cristiana degli adulti<br />

ORATORIO<br />

Quando era ancora lontano...<br />

Ma questo potrebbe finire?<br />

Il capo scout e il coraggio <strong>di</strong> educare<br />

Meeting <strong>di</strong>ocesano dell’AC a <strong>Rovato</strong><br />

ATTUALITA’<br />

Messaggio del Papa per la 50ª Giornata Mo<strong>di</strong>ale<br />

<strong>di</strong> Preghiera per le vocazioni<br />

Messaggio del Papa per la 47ª Giornata Mon<strong>di</strong>ale<br />

delle comunicazioni<br />

Siamo un popolo<br />

Nuovo Papa e Nuovo Parlamento<br />

I risultati elettorali a <strong>Rovato</strong><br />

SCUOLA MATERNA<br />

Scuola dell’infanzia Maddalena <strong>di</strong> Canossa<br />

8 maggio: festa <strong>di</strong> S. Maddalena <strong>di</strong> Canossa<br />

Gi ROVATando<br />

CRONACA<br />

S. Rocco: l’organo restaurato<br />

La Ricchino apre a nuove espressioni artistiche<br />

ACLI - Campi estivi <strong>di</strong> volontariato internazionale<br />

Proposta <strong>di</strong> pellegrinaggio<br />

Festa grande a S. Giuseppe e a S. Andrea<br />

La primavera 2013 <strong>di</strong> CIRCONDIAMOCI<br />

PARROCCHIA S. GIOVANNI BOSCO<br />

ANAGRAFE<br />

OFFERTE<br />

UN BENE PER TUTTA LA CHIESA<br />

31 CALENDARIO LITURGICO PASTORALE<br />

BOLLETTINO PARROCCHIALE<br />

BIMESTRALE DI VITA PARROCCHIALE<br />

Direttore responsabile: Franco Manenti<br />

E<strong>di</strong>tore: Parrocchia S.Maria Assunta<br />

In redazione: Gian Mario Chiari, Valentino Bosio<br />

Gianluigi Moretti, Roberto Morè, Giorgio Baioni,<br />

Nazzareno Lopez, Franco Manenti,<br />

Madre Alessandra, Emanuela Caretta,<br />

Marta Rugolotto, Giusi Plodari<br />

Registrato presso il Tribunale <strong>di</strong> Brescia<br />

in data 14.05.1955 al n. 115 del registro Stampa.<br />

Fotografie: Foto Marini - Baioni - Zanotti<br />

Progettazione e Stampa: Eurocolor - <strong>Rovato</strong><br />

Mercoledì 13 marzo ore 19,06: fumata bianca.<br />

Habemus Papam: Card. Giorgio Mario Bergoglio<br />

che sceglie il nome <strong>di</strong> FRANCESCO.<br />

Questo il suo primo saluto:<br />

Fratelli e sorelle, buonasera!<br />

Voi sapete che il dovere del Conclave era <strong>di</strong> dare un<br />

Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Car<strong>di</strong>nali<br />

siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo ... ma<br />

siamo qui ... Vi ringrazio dell'accoglienza. La comunità<br />

<strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong> Roma ha il suo Vescovo: grazie! E prima<br />

<strong>di</strong> tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo<br />

emerito. Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui.<br />

perché il Signore lo bene<strong>di</strong>ca e la Madonna lo custo<strong>di</strong>sca.<br />

[Recita del Padre Nostro, dell'Ave Maria e del Gloria al<br />

Padre]<br />

E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e<br />

popolo. Questo cammino della Chiesa <strong>di</strong> Roma, che<br />

è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un<br />

cammino <strong>di</strong> fratellanza, <strong>di</strong> amore, <strong>di</strong> fiducia tra noi.<br />

Preghiamo sempre per noi: l'uno per l'altro. Preghiamo<br />

per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza.<br />

Vi auguro che questo cammino <strong>di</strong> Chiesa, che oggi<br />

incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio Car<strong>di</strong>nale<br />

Vicario, qui presente, sia fruttuoso per l'evangelizzazione<br />

<strong>di</strong> questa città tanto bella!<br />

E adesso vorrei dare la Bene<strong>di</strong>zione, ma prima… prima,<br />

vi chiedo un favore: prima che il vescovo bene<strong>di</strong>ca il<br />

popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché<br />

mi bene<strong>di</strong>ca: la preghiera del popolo, chiedendo la<br />

Bene<strong>di</strong>zione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio<br />

questa preghiera <strong>di</strong> voi su <strong>di</strong> me.<br />

[a capo chinato prega ...]<br />

Adesso darò la Bene<strong>di</strong>zione a voi e a lutto il mondo, a<br />

tutti gli uomini e le donne <strong>di</strong> buona volontà.<br />

[Bene<strong>di</strong>zione]<br />

Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell'accoglienza.<br />

Pregate per me e a presto! Ci ve<strong>di</strong>amo presto: domani<br />

voglio andare a pregare la Madonna, perché custo<strong>di</strong>sca<br />

tutta Roma. Buona notte e buon riposo!


Credo nello Spirito Santo<br />

Il primo saluto che Gesù Cristo risorto rivolge agli<br />

Apostoli riuniti nel Cenacolo è “Pace a voi” (Gv<br />

20,21) e il primo dono che offre loro è lo Spirito<br />

Santo: “Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20,22).<br />

Perché questo dono? Perché ogni battezzato<br />

(fedele al suo battesimo) è orientato nella<br />

coscienza dallo Spirito che lo guida “a tutta la<br />

Verità intera” (Gv 14,13) e, <strong>di</strong> conseguenza, alla<br />

pienezza della sua umanità. Si sentono troppi<br />

ragionamenti tipo: “la Chiesa è una istituzione<br />

umana, con una grande forza economicopolitica…”<br />

oppure le comunità parrocchiali<br />

definite “piccole aggregazioni <strong>di</strong> amici che la<br />

pensano allo stesso modo”… chi parla così “non<br />

vede e non conosce lo Spirito” (Gv14,17).<br />

Sulla scelta <strong>di</strong> Benedetto XVI <strong>di</strong> <strong>di</strong>mettersi abbiamo<br />

sentito commenti <strong>di</strong> ogni genere; non parliamo<br />

del conclave: quante <strong>di</strong>cerie e pettegolezzi<br />

abbiamo dovuto subire dai masme<strong>di</strong>a!<br />

Pochi hanno letto questo bellissimo momento<br />

della vita della Chiesa come segno evidente<br />

che Cristo conduce la Chiesa, che è “sua” non<br />

nostra! Pochi si sono chiesti: “lo Spirito Santo<br />

cosa sta chiedendo a me battezzato, quale<br />

attore (non spettatore) nella storia umana?”.<br />

Benedetto XVI nei suoi ultimi interventi ha<br />

recuperato, in modo eccellente, per ricordare<br />

l’identità della Chiesa, l’icona classica della<br />

barca in mezzo al mare, che a volte è calmo,<br />

altre volte burrascoso. Una icona evangelica<br />

per affermare che la Chiesa <strong>di</strong> Cristo, affidata<br />

alla guida dello Spirito Santo viaggia nel<br />

tempo e nessuna burrasca riesce ad affondarla.<br />

Riferisco un passaggio nell’ultima sua u<strong>di</strong>enza<br />

generale: “In questo momento, c'è in me una<br />

grande fiducia, perché so, sappiamo tutti noi,<br />

che la Parola <strong>di</strong> verità del Vangelo è la forza<br />

della Chiesa, è la sua vita. Il Vangelo purifica<br />

e rinnova, porta frutto dovunque la comunità<br />

dei credenti lo ascolta e accoglie la grazia <strong>di</strong><br />

Dio nella verità e nella carità. Questa è la mia<br />

fiducia, questa è la mia gioia…<br />

(questi otto anni) sono stati un tratto <strong>di</strong> cammino<br />

della Chiesa che ha avuto momenti <strong>di</strong> gioia e<br />

<strong>di</strong> luce, ma anche momenti non facili; mi sono<br />

sentito come san Pietro con gli Apostoli nella<br />

barca sul lago <strong>di</strong> Galilea: il Signore ci ha donato<br />

tanti giorni <strong>di</strong> sole e <strong>di</strong> brezza leggera, giorni<br />

in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati<br />

anche momenti in cui le acque erano agitate ed<br />

il vento contrario, come in tutta la storia della<br />

Chiesa, e il Signore sembrava dormire. Ma ho<br />

sempre saputo che in quella barca c'è il Signore e<br />

ho sempre saputo che la barca della Chiesa non<br />

è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non<br />

la lascia affondare…” (Benedetto XVI, ultima<br />

u<strong>di</strong>enza generale, mercoledì 27.02.2013).<br />

La Chiesa vive da duemila anni! Quale impero<br />

umano, nella storia, è durato più <strong>di</strong> un secolo?<br />

Per quanto riguarda il prossimo Papa chi crede<br />

nello Spirito Santo è certo che sarà la persona<br />

giusta, al posto giusto, nel momento giusto.<br />

Proviamo a guardare i papi del ventesimo<br />

secolo: non sono forse tutti così?<br />

Credo lo Spirito Santo: imparo a leggere la<br />

storia con l’ottica del Vangelo. Di fronte alla<br />

“barca della Chiesa” possiamo rimanere<br />

sulla spiaggia a osservare come spettatori<br />

in<strong>di</strong>fferenti (ma questo equivale alla<br />

rinnegazione del proprio Battesimo) oppure<br />

salirci sopra e contribuire al viaggio nella<br />

storia unendo le nostre risorse personali con<br />

la forza che viene dallo Spirito.<br />

Questo è il compito della comunità cristiana.<br />

Quando parliamo <strong>di</strong> “pastorale” <strong>di</strong>ciamo la<br />

scelta personale <strong>di</strong> collaborare al cammino<br />

della Chiesa. Quando parliamo <strong>di</strong> “unità<br />

pastorali” <strong>di</strong>ciamo la volontà <strong>di</strong> tutte le comunità<br />

parrocchiali che, sentendosi sulla “stessa barca”<br />

uniscono le loro forze per annunciare il Vangelo e<br />

la presenza dello Spirito Santo, quale conduttore<br />

della storia.<br />

Vorrei concludere queste riflessioni con una<br />

duplice esortazione affinché la Pasqua sia per<br />

ciascuno un’apertura profonda ad accogliere lo<br />

Spirito Santo, primo dono del Risorto.<br />

La prima esortazione è <strong>di</strong> san Paolo ai cristiani <strong>di</strong><br />

Efeso: “E non vogliate rattristare lo Spirito Santo<br />

<strong>di</strong> Dio, con il quale foste segnati per il giorno<br />

della redenzione. Scompaiano da voi ogni<br />

asprezza, sdegno, ira, grida e mal<strong>di</strong>cenze con<br />

ogni sorta <strong>di</strong> malignità. Siate invece benevoli gli<br />

uni verso gli altri, misericor<strong>di</strong>osi, perdonandovi<br />

a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo<br />

(Ef 4,30-31).<br />

La seconda esortazione è <strong>di</strong> san Paolo ai cristiani<br />

della Galazia: “Camminate secondo lo Spirito e<br />

non sarete portati a sod<strong>di</strong>sfare il desiderio della<br />

carne… Se vi lasciate guidare dallo Spirito...<br />

il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace,<br />

magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà,<br />

mitezza, dominio <strong>di</strong> sé; (Gal 5, 16-22).<br />

L’augurio ai cristiani è che possano esprimere<br />

i frutti dello Spirito in modo che ogni uomo in<br />

cerca <strong>di</strong> Dio possa incontrarlo nel loro vita <strong>di</strong><br />

testimoni del Risorto, guidati dal suo Spirito.<br />

Con la mia bene<strong>di</strong>zione.<br />

La voce del prevosto<br />

3


Parrocchia<br />

4<br />

Cari fratelli e sorelle,<br />

siamo ormai giunti al cuore della Settimana<br />

Santa, compimento del cammino quaresimale.<br />

Domani entreremo nel Triduo Pasquale, i tre<br />

giorni santi in cui la Chiesa fa memoria del<br />

mistero della passione, morte e risurrezione <strong>di</strong><br />

Gesù. Il Figlio <strong>di</strong> Dio, dopo essersi fatto uomo in<br />

obbe<strong>di</strong>enza al Padre, <strong>di</strong>venendo in tutto simile a<br />

noi eccetto il peccato (cfr Eb 4,15), ha accettato <strong>di</strong><br />

compiere fino in fondo la sua volontà, <strong>di</strong> affrontare<br />

per amore nostro la passione e la croce, per<br />

farci partecipi della sua risurrezione, affinché in<br />

Lui e per Lui possiamo vivere per sempre, nella<br />

consolazione e nella pace. Vi esorto pertanto<br />

ad accogliere questo mistero <strong>di</strong> salvezza, a<br />

partecipare intensamente al Triduo pasquale, fulcro<br />

dell’intero anno liturgico e momento <strong>di</strong> particolare<br />

grazia per ogni cristiano; vi invito a cercare in<br />

questi giorni il raccoglimento e la preghiera, così<br />

da attingere più profondamente a questa sorgente<br />

<strong>di</strong> grazia. A tale proposito, in vista delle imminenti<br />

festività, ogni cristiano è invitato a celebrare il<br />

sacramento della Riconciliazione, momento <strong>di</strong><br />

speciale adesione alla morte e risurrezione <strong>di</strong><br />

Cristo, per poter partecipare con maggiore frutto<br />

alla Santa Pasqua.<br />

Il Giovedì Santo è il giorno in cui si fa memoria<br />

dell’istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio<br />

ministeriale. In mattinata, ciascuna comunità<br />

<strong>di</strong>ocesana, radunata nella Chiesa Cattedrale<br />

attorno al Vescovo, celebra la Messa crismale,<br />

nella quale vengono benedetti il sacro Crisma,<br />

l’Olio dei catecumeni e l’Olio degli infermi. A<br />

partire dal Triduo pasquale e per l’intero anno<br />

liturgico, questi Oli verranno adoperati per i<br />

Sacramenti del Battesimo, della Confermazione,<br />

Il Triduo pasquale<br />

Momento <strong>di</strong> grazia per i cristiani<br />

Stiamo ormai per entrare nella settimana Santa,<br />

il cuore della nostra fede… ma forse ancora<br />

ci manca, come tante volte succede ai nostri<br />

bambini, quando aprono un regalo o un uovo<br />

<strong>di</strong> Pasqua, <strong>di</strong> non fermarci solo all’esteriorità,<br />

alla cosa in se stessa ma <strong>di</strong> arrivare a cogliere<br />

il cuore, la sorpresa, l’amore che sta <strong>di</strong>etro ad<br />

un oggetto che ci viene dato.<br />

In questo caso tocca a noi cristiani riscoprire<br />

nei riti della Pasqua non solo l’esteriorità,<br />

la tra<strong>di</strong>zione che si vive in questi momenti,<br />

ma l’Amore <strong>di</strong> quel Dio “fatto uomo” che, per<br />

amore nostro, giunge a dare la sua vita per noi<br />

“abbassandosi” fino alla morte <strong>di</strong> croce per<br />

poi Risorgere tre giorni dopo nell’Amore <strong>di</strong> Dio<br />

Padre, scombinando per sempre la vita dei suoi<br />

11 apostoli e <strong>di</strong> tutta l’umanità.<br />

Questa riflessione <strong>di</strong> Benedetto XVI può aiutarci a<br />

riscoprire come vivere la nostra Pasqua non solo<br />

come spettatori ma come <strong>di</strong>scepoli e credenti!<br />

delle Or<strong>di</strong>nazioni sacerdotale ed episcopale e<br />

dell’Unzione degli Infermi; in ciò si evidenzia come<br />

la salvezza, trasmessa dai segni sacramentali,<br />

scaturisca proprio dal Mistero pasquale <strong>di</strong> Cristo;<br />

infatti, noi siamo redenti con la sua morte e<br />

risurrezione e, me<strong>di</strong>ante i Sacramenti, attingiamo<br />

a quella medesima sorgente salvifica. Durante la<br />

Messa crismale, domani, avviene anche il rinnovo<br />

delle promesse sacerdotali. Nel mondo intero,<br />

ogni sacerdote rinnova gli impegni che si è assunto<br />

nel giorno dell’Or<strong>di</strong>nazione, per essere totalmente<br />

consacrato a Cristo nell’esercizio del sacro<br />

ministero a servizio dei fratelli. Accompagniamo i<br />

nostri sacerdoti con la nostra preghiera.<br />

Nel pomeriggio del Giovedì Santo inizia<br />

effettivamente il Triduo pasquale, con la memoria<br />

dell’Ultima Cena, nella quale Gesù istituì il<br />

Memoriale della sua Pasqua, dando compimento<br />

al rito pasquale ebraico. Secondo la tra<strong>di</strong>zione,<br />

ogni famiglia ebrea, radunata a mensa nella festa<br />

<strong>di</strong> Pasqua, mangia l’agnello arrostito, facendo<br />

memoria della liberazione degli Israeliti dalla<br />

schiavitù d’Egitto; così nel cenacolo, consapevole<br />

della sua morte imminente, Gesù, vero Agnello


pasquale, offre sé stesso per la nostra salvezza<br />

(cfr 1Cor 5,7). Pronunciando la bene<strong>di</strong>zione sul<br />

pane e sul vino, Egli anticipa il sacrificio della<br />

croce e manifesta l’intenzione <strong>di</strong> perpetuare la sua<br />

presenza in mezzo ai <strong>di</strong>scepoli: sotto le specie del<br />

pane e del vino, Egli si rende presente in modo<br />

reale col suo corpo donato e col suo sangue<br />

versato. Durante l’Ultima Cena, gli Apostoli<br />

vengono costituiti ministri <strong>di</strong> questo Sacramento <strong>di</strong><br />

salvezza; ad essi Gesù lava i pie<strong>di</strong> (cfr Gv 13,1-<br />

25), invitandoli ad amarsi gli uni gli altri come<br />

Lui li ha amati, dando la vita per loro. Ripetendo<br />

questo gesto nella Liturgia, anche noi siamo<br />

chiamati a testimoniare fattivamente l’amore del<br />

nostro Redentore.<br />

Il Giovedì Santo, infine, si chiude con l’Adorazione<br />

eucaristica, nel ricordo dell’agonia del Signore<br />

nell’orto del Getsemani. Lasciato il cenacolo, Egli<br />

si ritirò a pregare, da solo, al cospetto del Padre.<br />

In quel momento <strong>di</strong> comunione profonda, i Vangeli<br />

raccontano che Gesù sperimentò una grande<br />

angoscia, una sofferenza tale da fargli sudare<br />

sangue (cfr Mt 26,38). Nella consapevolezza<br />

della sua imminente morte in croce, Egli sente una<br />

grande angoscia e la vicinanza della morte. In<br />

questa situazione, appare anche un elemento <strong>di</strong><br />

grande importanza per tutta la Chiesa. Gesù <strong>di</strong>ce<br />

ai suoi: rimanete qui e vigilate; e questo appello<br />

alla vigilanza concerne proprio questo momento<br />

<strong>di</strong> angoscia, <strong>di</strong> minaccia, nella quale arriverà il<br />

tra<strong>di</strong>tore, ma concerne tutta la storia della Chiesa.<br />

E' un messaggio permanente per tutti i tempi,<br />

perché la sonnolenza dei <strong>di</strong>scepoli era non solo<br />

il problema <strong>di</strong> quel momento, ma è il problema <strong>di</strong><br />

tutta la storia. La questione è in che cosa consiste<br />

questa sonnolenza, in che cosa consisterebbe<br />

la vigilanza alla quale il Signore ci invita. Direi<br />

che la sonnolenza dei <strong>di</strong>scepoli lungo la storia è<br />

una certa insensibilità dell'anima per il potere del<br />

male, un’insensibilità per tutto il male del mondo.<br />

Noi non vogliamo lasciarci turbare troppo da<br />

queste cose, vogliamo <strong>di</strong>menticarle: pensiamo<br />

che forse non sarà così grave, e <strong>di</strong>mentichiamo.<br />

E non è soltanto insensibilità per il male, mentre<br />

dovremmo vegliare per fare il bene, per lottare per<br />

la forza del bene. È insensibilità per Dio: questa è<br />

la nostra vera sonnolenza; questa insensibilità per<br />

la presenza <strong>di</strong> Dio che ci rende insensibili anche<br />

per il male. Non sentiamo Dio - ci <strong>di</strong>sturberebbe -<br />

e così non sentiamo, naturalmente, anche la forza<br />

del male e rimaniamo sulla strada della nostra<br />

como<strong>di</strong>tà. L'adorazione notturna del Giovedì<br />

Santo, l'essere vigili col Signore, dovrebbe essere<br />

proprio il momento per farci riflettere sulla<br />

sonnolenza dei <strong>di</strong>scepoli, dei <strong>di</strong>fensori <strong>di</strong> Gesù,<br />

degli apostoli, <strong>di</strong> noi, che non ve<strong>di</strong>amo, non<br />

vogliamo vedere tutta la forza del male, e che<br />

non vogliamo entrare nella sua passione per il<br />

bene, per la presenza <strong>di</strong> Dio nel mondo, per<br />

l'amore del prossimo e <strong>di</strong> Dio. […]<br />

Il Venerdì Santo faremo memoria della<br />

passione e della morte del Signore; adoreremo<br />

Cristo Crocifisso, parteciperemo alle sue<br />

sofferenze con la penitenza e il <strong>di</strong>giuno.<br />

Volgendo "lo sguardo a colui che hanno<br />

trafitto" (cfr Gv 19,37), potremo attingere dal<br />

suo cuore squarciato che effonde sangue ed<br />

acqua come da una sorgente; da quel cuore<br />

da cui scaturisce l’amore <strong>di</strong> Dio per ogni uomo<br />

riceviamo il suo Spirito. Accompagniamo<br />

quin<strong>di</strong> nel Venerdì Santo anche noi Gesù che<br />

sale il Calvario, lasciamoci guidare da Lui fino<br />

alla croce, riceviamo l’offerta del suo corpo<br />

immolato.<br />

Infine, nella notte del Sabato Santo, celebreremo<br />

la solenne Veglia Pasquale, nella quale ci è<br />

annunciata la risurrezione <strong>di</strong> Cristo, la sua vittoria<br />

definitiva sulla morte che ci interpella ad essere<br />

in Lui uomini nuovi. Partecipando a questa santa<br />

Veglia, la Notte centrale <strong>di</strong> tutto l’Anno Liturgico,<br />

faremo memoria del nostro Battesimo, nel quale<br />

anche noi siamo stati sepolti con Cristo, per poter<br />

con Lui risorgere e partecipare al banchetto del<br />

cielo (cfr Ap 19,7-9).<br />

Cari amici, abbiamo cercato <strong>di</strong> comprendere lo<br />

stato d’animo con cui Gesù ha vissuto il momento<br />

della prova estrema, per cogliere ciò che<br />

orientava il suo agire. Il criterio che ha guidato<br />

ogni scelta <strong>di</strong> Gesù durante tutta la sua vita è stata<br />

la ferma volontà <strong>di</strong> amare il Padre, <strong>di</strong> essere uno<br />

col Padre, e <strong>di</strong> essergli fedele; questa decisione<br />

<strong>di</strong> corrispondere al suo amore lo ha spinto ad<br />

abbracciare, in ogni singola circostanza, il<br />

progetto del Padre, a fare proprio il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong><br />

amore affidatogli <strong>di</strong> ricapitolare ogni cosa in<br />

Lui, per ricondurre a Lui ogni cosa. Nel rivivere il<br />

santo Triduo, <strong>di</strong>sponiamoci ad accogliere anche<br />

noi nella nostra vita la volontà <strong>di</strong> Dio, consapevoli<br />

che nella volontà <strong>di</strong> Dio, anche se appare dura, in<br />

contrasto con le nostre intenzioni, si trova il nostro<br />

vero bene, la via della vita. La Vergine Madre<br />

ci gui<strong>di</strong> in questo itinerario, e ci ottenga dal suo<br />

Figlio <strong>di</strong>vino la grazia <strong>di</strong> poter spendere la nostra<br />

vita per amore <strong>di</strong> Gesù, nel servizio dei fratelli.<br />

Benedetto XVI (20.04.2011)<br />

Parrocchia<br />

5


Parrocchia<br />

6<br />

24 marzo<br />

DOMENICA DELLE PALME E SANTE<br />

QUARANTORE<br />

ore 14,30 - a S. Stefano bene<strong>di</strong>zione delle Palme e<br />

processione alla parrocchiale con la banda citta<strong>di</strong>na<br />

ore 15,15 - S. Messa con lettura della passione e<br />

inizio dell’adorazione delle SS. Quarantore<br />

ore 18,30 - Reposizione SS. Sacramento e S. Messa<br />

25 marzo<br />

LUNEDÌ SANTO<br />

ore 07.00 - S. Messa nella cappella delle Madri<br />

Canossiane<br />

ore 08.30 - S. Messa ed Esposizione<br />

ore 10.00 - Adorazione guidata<br />

ore 11.00 - Reposizione;<br />

ore 15.30 - Adorazione per adulti<br />

ore 16.10 - Adorazione Ragazzi delle elementari<br />

ore 17.00 - Adorazione Ragazzi delle me<strong>di</strong>e<br />

ore 18.00 - Adorazione sacerdoti e religiosi<br />

ore 20.30 - reposizione e confessioni per giovani e<br />

adolescenti<br />

26 marzo<br />

MARTEDÌ SANTO<br />

ore 07.00 - S. Messa nella cappella delle Madri<br />

Canossiane<br />

ore 08.30 - S. Messa ed Esposizione<br />

ore 10.00 - Adorazione guidata<br />

ore 11.00 - Reposizione;<br />

ore 15.30 - Adorazione per adulti<br />

ore 16.10 - Adorazione per i ragazzi e confessioni<br />

ore 17.30 - adorazione personale e confessioni<br />

ore 20.00 - S.Messa e conclusione delle Quarantore<br />

Quarantore<br />

27 marzo<br />

Mercoledì Santo<br />

ore 20.00 - Preghiera al Crocifisso <strong>di</strong> via Cantù<br />

TRIDUO PASQUALE<br />

I GIORNI SANTI DELLA NOSTRA SALVEZZA<br />

28 marzo<br />

GIOVEDI’ SANTO<br />

CENA DEL SIGNORE<br />

ore 08.30 - Celebrazione delle Lo<strong>di</strong><br />

ore 16.30 - Santa Messa per ragazzi animata dal<br />

gruppo Emmaus<br />

ore 20.30 - Santa Messa nella “Cena del Signore”<br />

Lavanda dei pie<strong>di</strong><br />

Presentazione degli Oli Santi<br />

Processione all’altare della reposizione<br />

Adorazione notturna dalle ore 23.00 alle ore 7.00<br />

(con accesso dalla porta laterale)<br />

29 marzo<br />

VENERDÌ SANTO<br />

PASSIONE DEL SIGNORE<br />

ore 08.30 - Celebrazioni delle Lo<strong>di</strong><br />

ore 15.00 - Azione Liturgica della Passione del<br />

Signore<br />

Liturgia della Parola e preghiera universale<br />

Adorazione della Croce<br />

Comunione Eucaristica<br />

ore 20.00 - Solenne Processione con il Crocifisso<br />

(partecipa la banda citta<strong>di</strong>na)<br />

30 marzo<br />

SABATO SANTO<br />

VEGLIA PASQUALE<br />

ore 08.30 - Celebrazioni delle Lo<strong>di</strong>. Seguono le<br />

confessioni per tutta la giornata<br />

ore 21.00 - Veglia Pasquale (animata dal gruppo<br />

Emmaus)<br />

Liturgia della luce (Bene<strong>di</strong>zione del fuoco, del cero e<br />

canto dell’Exultet)<br />

Liturgia della Parola<br />

Liturgia battesimale<br />

Liturgia Eucaristica<br />

31 marzo<br />

DOMENICA DI PASQUA<br />

RISURREZIONE DEL SIGNORE<br />

ore 07.00 - 08.15 - 09.30 - 18.30: Sante Messe<br />

ore 11.00 - Santa Messa Solenne, con la Corale <strong>di</strong><br />

<strong>Rovato</strong><br />

ore 18.00 - Vespri<br />

ore 16.00 - S.Messa alla casa <strong>di</strong> riposo<br />

ore 17.00 - S.Messa all’ospedale don Gnocchi<br />

01 aprile<br />

LUNEDÌ DELL’ANGELO<br />

in Parrocchia: ore 07.00 - 08.15 - 09.30<br />

Sante Messe<br />

a S. Rocco: ore 10.30 Santa Messa<br />

a S. Stefano: ore 16.30: Vespri e bene<strong>di</strong>zione<br />

eucaristica<br />

ore 17.00 - Santa Messa


La forza della risurrezione<br />

L'evangelista Giovanni scrive che<br />

Forse nulla, ma era però <strong>di</strong>sperata<br />

«era ancora buio» quando Maria <strong>di</strong><br />

perché aveva perso colui che<br />

Magdala si recò al sepolcro. Era buio<br />

poteva salvarla. E noi? Non siamo<br />

fuori, ma soprattutto dentro il cuore <strong>di</strong><br />

forse troppo rassegnati a un mondo<br />

quella donna; il buio per la per<strong>di</strong>ta<br />

che <strong>di</strong>viene sempre più duro e<br />

dell'unico che l'aveva capita: non solo<br />

crudele? Forse dobbiamo riscoprire<br />

le aveva detto cosa aveva nel cuore,<br />

il dramma <strong>di</strong> quella donna e farlo<br />

soprattutto l'aveva liberata da ciò che<br />

anche nostro. Il rischio qual è? E’<br />

l'opprimeva. Con il cuore triste Maria<br />

che tutti corriamo a rinchiuderci<br />

si reca al sepolcro. Forse ricorda i<br />

in noi stessi, ciascuno nel proprio<br />

giorni precedenti la passione, quando<br />

egocentrismo, nei propri affari, nei<br />

gli asciugava i pie<strong>di</strong> dopo averglieli bagnati gnati con propri prob<br />

problemi. Del resto è facile <strong>di</strong>re: cosa<br />

l'unguento prezioso, e gli anni, pochi ma intensi, posso farci io <strong>di</strong> fronte a un mondo così <strong>di</strong>fficile<br />

passati con quel profeta. Con Gesù l'amicizia è e complesso?<br />

sempre prendente; si potrebbe <strong>di</strong>re che non lo si Solo se ci avviciniamo a quella donna<br />

può seguire da lontano, come ha fatto Pietro in possiamo incontrare il Signore risorto. La sua<br />

questi giorni, o come facciamo noi tanto spesso. <strong>di</strong>sperazione nel non trovare più Gesù, <strong>di</strong><br />

Arriva il momento della resa dei conti e, quin<strong>di</strong>, fronte a un mondo che sembrava aver perso<br />

della scelta <strong>di</strong> un rapporto definitivo. L'amicizia <strong>di</strong> l'amore, fu contagiosa. Mosse anche Pietro<br />

Gesù è <strong>di</strong> quella specie che porta a considerare e l'altro <strong>di</strong>scepolo. Al sentirla infatti corsero<br />

gli altri più <strong>di</strong> se stessi: «Nessuno ha un amore imme<strong>di</strong>atamente verso il sepolcro. È una corsa<br />

più grande <strong>di</strong> questo: dare la vita per i propri che esprime bene l'ansia per un mondo nuovo.<br />

amici». Maria <strong>di</strong> Magdala lo constata <strong>di</strong> persona Mi chiedo: non dobbiamo forse noi riprendere<br />

quand'è ancora buio. Il suo amico è morto perché a correre? La nostra andatura - <strong>di</strong>co quella<br />

ha voluto bene a lei e a tutti i <strong>di</strong>scepoli. Giuda dell'amore, della generosità, della solidarietà -<br />

compreso.<br />

non è troppo lenta, appesantita dall'egocentrismo,<br />

Appena giunta al sepolcro vede che la pietra dalla paura <strong>di</strong> perdere qualcosa <strong>di</strong> nostro, dal<br />

posta sull'ingresso, una lastra pesante come timore <strong>di</strong> dover abbandonare abitu<strong>di</strong>ni ben<br />

è pesante ogni morte e ogni <strong>di</strong>stacco, è stata ra<strong>di</strong>cate?<br />

ribaltata. Neppure entra. Corre subito da Pietro Bisogna riprovare a correre. Per andare dove?<br />

e da Giovanni: «Hanno portato via il Signore dal Verso le tante tombe <strong>di</strong> questo mondo che hanno<br />

sepolcro!» grida trafelata. Neanche da morto, bisogno <strong>di</strong> aiuto, <strong>di</strong> sostegno, <strong>di</strong> soccorso.<br />

pensa, lo vogliono. E aggiunge con tristezza: La risurrezione <strong>di</strong> Gesù viene a <strong>di</strong>rci che Dio non<br />

«E non sappiamo dove l'abbiano messo». La si è rassegnato a un mondo da cui sembra sia<br />

tristezza <strong>di</strong> Maria per la per<strong>di</strong>ta del Signore, stata cacciata la speranza. L'amore del Signore<br />

anche solo del suo corpo morto, è uno schiaffo è più forte <strong>di</strong> ogni male. Il Vangelo ci annuncia la<br />

alla nostra freddezza e alla nostra <strong>di</strong>menticanza vittoria sulla morte e la rinascita a una vita nuova;<br />

<strong>di</strong> Gesù anche da vivo. Ed è uno schiaffo anche e riguarda tutti. Questa Pasqua non passi invano;<br />

alla rassegnazione <strong>di</strong> un mondo che ha perso la non sia un rito che, più o meno stancamente, si<br />

vita, che ha perso la compassione, che ha perso ripete ogni anno: essa deve cambiare il cuore e la<br />

la pietà, che ha perso l'amore.<br />

vita <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noi, <strong>di</strong> ogni comunità cristiana.<br />

Oggi questa donna viene a <strong>di</strong>rci <strong>di</strong> non rassegnarci Si tratta <strong>di</strong> spalancare le porte al Risorto che viene<br />

a un mondo senza amore. Certo, che cosa poteva in mezzo a noi. Egli deposita nei cuori la forza<br />

fere lei da sola <strong>di</strong> fronte a quel che era successo? della risurrezione, che è un'incre<strong>di</strong>bile energia<br />

<strong>di</strong> amore, <strong>di</strong> compassione e <strong>di</strong> pace. Sì, Gesù<br />

risorto porta ancora le stigmate. E invita anche a<br />

toccarle. Sì, siamo chiamati a toccare le stigmate<br />

<strong>di</strong> Gesù, ossia le parti sofferenti <strong>di</strong> questo mondo:<br />

penso agli anziani soli, ai malati, ai poveri, ai<br />

bambini abbandonati, sia vicini che lontani.<br />

Siamo chiamati a sporcarci le mani con queste<br />

ferite del corpo <strong>di</strong> Gesù. Il Signore risorto infatti ci<br />

vuole coinvolgere in quest'opera <strong>di</strong> risurrezione.<br />

Siamo tutti chiamati a risorgere nel cuore, a<br />

crescere nell'amore, nella generosità. nella pietà.<br />

Questa è la Pasqua. Cresca l'amore per tutti e<br />

particolarmente per i più poveri.<br />

Vincenzo Paglia<br />

Parrocchia<br />

7


Parrocchia<br />

8<br />

Ecco, io sto alla porta e busso<br />

Nel N libro dell’Apocalisse<br />

c è contenuta<br />

una u delle lettere<br />

alle a sette comunità<br />

ddell'Asia<br />

Minore,<br />

qquella<br />

alla Chiesa<br />

d<strong>di</strong><br />

Lao<strong>di</strong>cea, che<br />

mmi<br />

pare descriva<br />

uun<br />

poco anche il<br />

cclima<br />

delle nostre<br />

ccomunità<br />

cristiane<br />

dd'antica<br />

data, ricche<br />

d<strong>di</strong><br />

tra<strong>di</strong>zione ma<br />

ppovere<br />

<strong>di</strong> profezia.<br />

Scrive Giovanni: Mi è nota la tua condotta: che<br />

cioè non sei né freddo né caldo; oh, se tu fossi<br />

freddo o caldo! Ma così, poiché tu sei tiepido,<br />

cioè né caldo né freddo, io sono sul punto dì<br />

vomitarti dalla mia bocca. Tu <strong>di</strong>ci: "Sono ricco;<br />

sono <strong>di</strong>ventato ricco, non ho bisogno <strong>di</strong> nulla";<br />

e non ti accorgi che proprio tu sei il più infelice:<br />

miserabile, povero, cieco e nudo. Ti esorto ad<br />

acquistare da me oro raffinato nel fuoco, con<br />

cui arricchirti davvero; <strong>di</strong> comprarti delle vesti<br />

bianche, con cui coprirti e nascondere la tua<br />

nu<strong>di</strong>tà, e collirio con cui ungerti gli occhi, affinché<br />

tu possa vederci. Quelli che amo io li rimprovero e<br />

li castigo. Affrettati perciò a convertirti... Se uno,<br />

udendo la mia voce, mi aprirà la porta, io entrerò<br />

da lui e cenerò con lui ed egli con me (Ap3,14ss).<br />

Il Signore non si stanca <strong>di</strong> bussare, chiede con<br />

permesso, non ama forzare le porte: del resto,<br />

come potrebbe, visto che siamo sprangati da<br />

dentro? Quella porta che doveva <strong>di</strong>fenderci è<br />

<strong>di</strong>venuta un <strong>di</strong>aframma <strong>di</strong> incomunicabilità e<br />

dunque ora tocca a noi spalancarla. Ricordate?<br />

È stato questo il leit motiv <strong>di</strong> Giovanni Paolo II fin<br />

dal suo primo <strong>di</strong>scorso: Aprite, anzi spalancate<br />

le porte a Cristo! Continua ad essere l'appello,<br />

più teologicamente argomentato ma non meno<br />

accorato, <strong>di</strong> papa Benedetto XVI nella lettera<br />

con la quale ha indetto l'Anno della fede.<br />

La Chiesa sente l'urgenza <strong>di</strong> una rinnovata<br />

evangelizzazione che apra anche ai pagani<br />

d'oggi (e noi tra loro) la porta della fede. Quanti<br />

nostri contemporanei sono alla ricerca, quanti<br />

atei devoti sono asse<strong>di</strong>ati dal dubbio rispetto alle<br />

loro verità scientifiche! E quanti <strong>di</strong> noi praticanti<br />

non riescono a sintonizzarsi con loro, perché non<br />

sappiamo accogliere anche il non credente che è<br />

in ognuno <strong>di</strong> noi, per usare la nota espressione <strong>di</strong><br />

Martini. La figura che potrebbe accompagnarci<br />

in questo Anno della fede è quella <strong>di</strong> Tommaso.<br />

Questo apostolo non solo ci è fratello come Pietro<br />

e Giuda, ma è proprio nostro gemello, o come<br />

<strong>di</strong>ce il suo soprannome . In tutto simili a lui nel<br />

non rinnegare la nostra appartenenza al gruppo<br />

<strong>di</strong> Gesù, ma pure attraversati dal dubbio, abitati<br />

dal bisogno <strong>di</strong> vedere, <strong>di</strong> toccare con mano.<br />

Dove sono oggi i segni del Risorto? ci chie<strong>di</strong>amo.<br />

Dove le prove che la corruzione e l'ingiustizia<br />

non sono vincenti? sembra chiederci la gente<br />

smarrita. Come il Maestro la sera <strong>di</strong> Pasqua<br />

nel cenacolo mostrò i segni delle ferite, così ora<br />

tocca a noi <strong>di</strong>re: "Guarda le mie mani, le ferite<br />

dell'amore; guarda la mia vita, le mie scelte<br />

quoti<strong>di</strong>ane e non essere più incredulo, scettico e<br />

cinico". Forse sto sognando, visto che la nostra<br />

esistenza <strong>di</strong> poveri credenti non sarà mai pura<br />

trasparenza dell'Amore che ha vinto la morte?<br />

Ma sono certo che se, pur tra tanta opacità, i<br />

nostri fratelli in ricerca non potranno intravvedere<br />

in noi le stigmate del Risorto, almeno una passione<br />

per la causa del Vangelo, sarà vano sperare frutti<br />

da tutti i piani <strong>di</strong> nuova evangelizzazione.<br />

Ma Tu stai alla mia porta<br />

Ma se io, Signore, tendo l'orecchio<br />

ed imparo a <strong>di</strong>scernere i segni dei tempi,<br />

<strong>di</strong>stintamente odo i segnali della tua rassicurante<br />

presenza alla mia porta.<br />

E quando ti apro e ti accolgo<br />

come ospite gra<strong>di</strong>to della mia casa<br />

il tempo che passiamo insieme mi rinfranca.<br />

Alla tua mensa <strong>di</strong>vido con te<br />

il pane della tenerezza e della forza,<br />

il vino della letizia e del sacrificio,<br />

la parola <strong>di</strong> sapienza e della promessa,<br />

la preghiera del ringraziamento<br />

e dell'abbandono nelle mani del Padre.<br />

E ritorno alla fatica del vivere<br />

con in<strong>di</strong>struttibile pace.<br />

Il tempo che è passato con te<br />

sia che mangiamo sia che beviamo<br />

è sottratto alla morte.<br />

Adesso,<br />

anche se è lei a bussare,<br />

io so che sarai tu ad entrare;<br />

il tempo della morte è finito.<br />

Abbiamo tutto il tempo che vogliamo<br />

per esplorare danzando<br />

le iridescenti tracce della Sapienza dei mon<strong>di</strong>.<br />

E infiniti sguar<strong>di</strong> d'intesa<br />

per assaporare la Bellezza.<br />

Carlo Maria Martini


Già venti anni fa, il car<strong>di</strong>nal Martini avvertiva: "La<br />

novità della cosiddetta nuova evangelizzazione<br />

non va cercata in nuove tecniche <strong>di</strong> annuncio,<br />

ma anzitutto nel ritrovato entusiasmo <strong>di</strong> sentirsi<br />

credenti e nella fiducia nell'azione dello Spirito<br />

Santo, così da evangelizzare per contagio, da<br />

persona a persona".<br />

Ecco, appunto, il primato dello Spirito Santo<br />

nella vita anche della nostra parrocchia, non<br />

il protagonismo dei nostri piani pastorali! Uno<br />

Spirito che ci parla anzitutto nelle Scritture<br />

che torneremo a porre al centro nelle Oasi<br />

della Parola; lo stesso Spirito che ci rinnova e<br />

ci conforma a Cristo attraverso i Sacramenti,<br />

ma che pure ci muove a vivere la carità non a<br />

parole ma con quelle opere che danno prova<br />

della fede che ci anima e della speranza che<br />

è in noi.<br />

In fondo è la lezione <strong>di</strong> San Giacomo: Fratello,<br />

mostrami la tua fede senza le opere e io ti<br />

mostrerò la fede partendo dalle mie opere (cfr<br />

Gc 2,14ss).<br />

In questo anno <strong>di</strong> grazia, sia sincera la ricerca<br />

<strong>di</strong> fede! Ma non vengano a mancare le opere,<br />

capaci <strong>di</strong> far sentire a tutti il tocco del Maestro<br />

che sta alla porta e bussa per entrare e cenare<br />

insieme, senza lasciar fuori nessuno.<br />

D. Enrico<br />

Tu sei Pietro e su questa pietra e<strong>di</strong>fi cherò la mia Chiesa<br />

Quando sfogliamo il Vangelo <strong>di</strong> Matteo, al<br />

capitolo 16, possiamo leggere una splen<strong>di</strong>da<br />

pagina in cui Gesù è in <strong>di</strong>alogo confidenziale<br />

con i suoi apostoli, i quali da tre anni erano<br />

alla sua scuola e lo seguivano per le strade<br />

della Galilea, della Samaria e della Giudea, tra<br />

applausi e contrasti , con la segreta speranza <strong>di</strong><br />

avere un posto <strong>di</strong> riguardo nel suo regno e un<br />

domani sicuro pieno <strong>di</strong> successo e <strong>di</strong> gloria in<br />

questo mondo.<br />

Gesù domandò loro: “La gente chi <strong>di</strong>ce che sia<br />

il Figlio dell'uomo? Risposero: “Alcuni <strong>di</strong>cono<br />

Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o<br />

qualcuno dei profeti“. Gesù <strong>di</strong>sse loro: “Ma voi<br />

chi <strong>di</strong>te che io sia? Rispose Simon Pietro: “Tu sei<br />

il Cristo, il Figlio <strong>di</strong> Dio!“<br />

E Gesù a lui: “Beato sei tu Simone, figlio <strong>di</strong><br />

Giona, perché né la carne né il sangue te lo<br />

hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.<br />

E io <strong>di</strong>co a te:<br />

TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERO'<br />

LA MIA CHIESA E LE PORTE DEGLI INFERI NON<br />

PREVARRANNO CONTRO DI ESSA:<br />

A TE DARO' LE CHIAVI DEL REGNO DEI CIELI:<br />

TUTTO CIO' CHE LEGHERAI SULLA TERRA<br />

SARA' LEGATO NEI CIELI, E TUTTO CIO' CHE<br />

SCIOGLIERAI SULLA TERRA SARA' SCIOLTO<br />

NEL REGNO DEI CIELI“.<br />

Sono quasi duemila anni che queste parole<br />

risuonano nella Chiesa ed ogni volta che<br />

vengono proclamate siamo presi da un senso<br />

<strong>di</strong> stupore nel costatare come Dio affi<strong>di</strong> la sorte<br />

dell'umanità redenta a uomini che hanno come<br />

compito e responsabilità <strong>di</strong> essere sulla terra il<br />

Vangelo vivente <strong>di</strong> Cristo, testimoniandolo con<br />

la vita, pronti a donarla per Lui e per la bellezza<br />

del suo Regno.<br />

Se leggiamo con serenità e ricchezza <strong>di</strong> notizie<br />

certe la storia recente della Chiesa, restiamo<br />

ammirati <strong>di</strong> fronte a figure immense <strong>di</strong> Papi che<br />

hanno condotto la “Barca <strong>di</strong> Pietro“ imbattendosi<br />

talvolta in gran<strong>di</strong> burrasche, seminando sempre<br />

motivi <strong>di</strong> speranza basata sulla promessa <strong>di</strong><br />

Cristo: “Io sarò con voi fino alla fine dei tempi“.<br />

Ecco i Pontefici che hanno retto la Chiesa negli<br />

ultimi settantacinque anni:<br />

Pio XII (Eugenio Pacelli, romano, 1939 – 1958),<br />

che durante la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale (1939<br />

– 1945), invocando la pace, ha condannato<br />

apertamente la guerra che ha lasciato sul campo<br />

milioni <strong>di</strong> morti e <strong>di</strong>struzioni inimmaginabili; era<br />

chiamato il “Pastore Angelico“;<br />

Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli,<br />

italiano, 1958 – 1963), il Papa buono che ha<br />

indetto e iniziato il Concilio Vaticano II per il<br />

rinnovamento della Chiesa, madre e maestra,<br />

affinché il patrimonio della fede fosse accolto in<br />

modo nuovo e con rinnovato entusiasmo;<br />

Paolo VI, nostro conterraneo, (Giovanni<br />

Battista Montini, 1963 – 1978), il Papa che su<br />

in<strong>di</strong>cazione del Concilio ha proposto riforme<br />

epocali all'interno della Chiesa che in un celebre<br />

Parrocchia<br />

9


Parrocchia<br />

10<br />

<strong>di</strong>scorso all'ONU ha chiamato oltre che madre<br />

e maestra anche “esperta in umanità“ ;<br />

Giovanni Paolo I (Albino Luciani, italiano,<br />

1978), il Papa del sorriso per soli trentatre<br />

giorni;<br />

Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla, polacco,<br />

1978 – 2005), che con i suoi innumerevoli<br />

viaggi e incontri ha annunciato con particolare<br />

vigore il Vangelo all'umanità, infondendo<br />

in tutti, soprattutto nel mondo giovanile, un<br />

grande ottimismo;<br />

Benedetto XVI (Joseph Ratzinger, tedesco,<br />

2005 – 2013) che con ferma dolcezza ci ha<br />

confermati nella fede in un <strong>di</strong>fficile momento<br />

storico per la Chiesa e per l'umanità.<br />

La Chiesa attuale vive in 186 paesi, celebra<br />

la liturgia in centinaia <strong>di</strong> lingue ed oggi<br />

assiste ad una crisi in atto nella società,<br />

soprattutto occidentale, dove i gran<strong>di</strong> valori<br />

sembrano offuscati. Mentre l'umanità è alla<br />

svolta <strong>di</strong> un'era nuova, compiti <strong>di</strong> una gravità<br />

e ampiezza immensa attendono la Chiesa che<br />

vive nel mondo pur non essendo del mondo!<br />

Su chi la <strong>di</strong>rige risuonano sempre le parole <strong>di</strong><br />

Cristo: “Tu sei Pietro e su questa pietra e<strong>di</strong>ficherò<br />

la mia Chiesa“!<br />

Ma, se la pietra <strong>di</strong>venta friabile e non riesce<br />

più a garantire la stabilità dell'e<strong>di</strong>ficio, ecco il<br />

fatto <strong>di</strong> una Papa che pronuncia parole storiche,<br />

destinate a segnare la vita della Chiesa:<br />

“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia<br />

coscienza davanti a Dio sono pervenuto alla<br />

certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non<br />

sono più adatte per esercitare in modo adeguato<br />

il ministero petrino. Sono ben consapevole che<br />

questo ministero, per la sua essenza spirituale,<br />

deve essere compiuto non solo con le opere e con<br />

le parole, ma non meno soffrendo e pregando.<br />

Tuttavia nel mondo <strong>di</strong> oggi,<br />

soggetto a rapi<strong>di</strong> mutamenti e<br />

agitato da questioni <strong>di</strong> grande<br />

rilevanza per la vita della fede,<br />

per governare la barca <strong>di</strong> san<br />

Pietro e annunciare il Vangelo,<br />

è necessario anche il vigore<br />

sia del corpo, sia dell'animo,<br />

vigore che negli ultimi mesi,<br />

in me è <strong>di</strong>minuito in modo tale<br />

da dover riconoscere la mia<br />

incapacità <strong>di</strong> amministrare bene<br />

il ministero a me affidato. Per<br />

questo, ben consapevole della<br />

gravità <strong>di</strong> questo atto, con piena<br />

libertà, <strong>di</strong>chiaro <strong>di</strong> rinunciare al<br />

ministero <strong>di</strong> vescovo <strong>di</strong> Roma, successore <strong>di</strong> san<br />

Pietro“.<br />

L'annuncio <strong>di</strong> Benedetto XVI ha sorpreso tutto il<br />

mondo; da oltre settecento anni non si registrava<br />

una rinuncia “pienamente libera“ che ha creato<br />

<strong>di</strong>sorientamento e commozione in quasi tutti i<br />

credenti. Rileggendo parola per parola quanto<br />

il Papa ha pronunciato l'11 Febbraio 2013,<br />

memoria liturgica della Madonna <strong>di</strong> Lourdes, <strong>di</strong><br />

fronte ai Car<strong>di</strong>nali convocati per il Concistoro, si<br />

ammirano la semplicità e la profon<strong>di</strong>tà teologica<br />

<strong>di</strong> un uomo che, presa serenamente coscienza<br />

dei propri limiti umani, rimette nelle mani <strong>di</strong> Dio<br />

il mandato, lasciando poi allo Spirito Santo il<br />

compito <strong>di</strong> illuminare in Conclave i Car<strong>di</strong>nali per<br />

la scelta del nuovo Pontefice. La grandezza <strong>di</strong><br />

un uomo si può misurare anche dalla sua umiltà:<br />

il 28 Febbraio 2013, senza alcuna esteriorità,<br />

Papa Benedetto ha lasciato il suo compito per<br />

de<strong>di</strong>carsi al silenzio, alla preghiera e allo stu<strong>di</strong>o.<br />

Le parole risuoneranno per tanti anni nella vita<br />

della Chiesa e, forse verranno ripetute da altri<br />

Pontefici, ma rimarrà sempre una certezza: la<br />

Chiesa ha Cristo come capo e a Lui, prima che<br />

ad altri, fa riferimento.<br />

Mentre la riconoscenza e il ringraziamento<br />

vanno a Papa Benedetto, ansiosa è l'attesa per<br />

conoscere il successore.<br />

In una intervista al car<strong>di</strong>nale francese Paul<br />

Poupard è stata rivolta una domanda: “Come<br />

immagina il futuro Papa?“ e il porporato ha<br />

risposto:“Dovrebbe essere bilingue, ovvero<br />

parlare il linguaggio <strong>di</strong> Dio e quello degli<br />

uomini. Ma oggi l'unica lingua che può toccare<br />

tutti è quella del cuore!“<br />

E' quanto tutti aspettiamo.<br />

don Valentino


Maria, donna feriale<br />

Chi sa quante volte l'ho letta senza provare<br />

emozioni. L'altra sera, però, quella frase del<br />

Concilio, riportata sotto un'immagine della<br />

Madonna, mi è parsa così audace, che sono<br />

andato alla fonte per controllarne l'autenticità.<br />

Proprio così. Al quarto paragrafo del decreto<br />

sull'Apostolato dei laici c'è scritto testualmente:<br />

«Maria viveva sulla terra una vita comune a tutti,<br />

piena <strong>di</strong> sollecitu<strong>di</strong>ni familiari e <strong>di</strong> lavoro».<br />

Intanto, «Maria viveva sulla terra».<br />

Non sulle nuvole. I suoi pensieri non erano campati<br />

in aria. I suoi gesti avevano come soggiorno<br />

obbligato i perimetri delle cose concrete.<br />

Anche se l'estasi era l'esperienza a cui Dio<br />

spesso la chiamava, non si sentiva <strong>di</strong>spensata<br />

dalla fatica <strong>di</strong> stare con i pie<strong>di</strong> per terra.<br />

Lontana dalle astrattezze dei visionari, come<br />

dalle evasioni degli scontenti o dalle fughe degli<br />

illusionisti, conservava caparbiamente il domicilio<br />

nel terribile quoti<strong>di</strong>ano.<br />

Ma c'è <strong>di</strong> più: «Viveva una vita comune a tutti».<br />

Simile, cioè, alla vita della vicina <strong>di</strong> casa. Beveva<br />

l'acqua dello stesso pozzo. Pestava il grano nello<br />

stesso mortaio. Si sedeva al fresco dello stesso<br />

cortile. Anche lei tornava stanca alla sera, dopo<br />

aver spigolato nei campi.<br />

Anche a lei, un giorno <strong>di</strong>ssero: «Maria, ti stai<br />

facendo i capelli bianchi». Si specchiò, allora,<br />

alla fontana e provò anche lei la struggente<br />

nostalgia <strong>di</strong> tutte le donne, quando si accorgono<br />

che la giovinezza sfiorisce.<br />

Le sorprese, però, non sono finite, perché<br />

venire a sapere che la vita <strong>di</strong> Maria fu «piena<br />

<strong>di</strong> sollecitu<strong>di</strong>ni familiari e <strong>di</strong> lavoro» come la<br />

nostra, ci rende questa creatura così inquilina<br />

con le fatiche umane, da farci sospettare che la<br />

nostra penosa ferialità non debba essere poi così<br />

banale come pensiamo.<br />

Sì, anche lei ha avuto i suoi problemi: <strong>di</strong> salute,<br />

<strong>di</strong> economia, <strong>di</strong> rapporti, <strong>di</strong> adattamento. Chi<br />

sa quante volte è tornata dal lavatoio col mal <strong>di</strong><br />

capo, o sovrappensiero perché Giuseppe da più<br />

giorni vedeva <strong>di</strong>radarsi i clienti dalla bottega.<br />

Chi sa a quante porte ha bussato chiedendo<br />

qualche giornata <strong>di</strong> lavoro per il suo Gesù, nella<br />

stagione dei frantoi.<br />

Chi sa quanti meriggi ha malinconicamente<br />

consumato a rivoltare il pastrano già logoro <strong>di</strong><br />

Giuseppe, e ricavarne un mantello perché suo<br />

figlio non sfigurasse tra i compagni <strong>di</strong> Nazaret.<br />

Come tutte le mogli, avrà avuto anche lei momenti<br />

<strong>di</strong> crisi nel rapporto con suo marito, del quale,<br />

taciturno com'era, non sempre avrà capito i<br />

silenzi.<br />

Come tutte le madri, ha spiato pure lei, tra<br />

timori e speranze, nelle pieghe tumultuose<br />

dell'adolescenza <strong>di</strong> suo figlio.<br />

Come tutte le donne, ha provato pure lei la<br />

sofferenza <strong>di</strong> non sentirsi compresa, neppure<br />

dai due amori più gran<strong>di</strong> che avesse sulla<br />

terra. E avrà temuto <strong>di</strong> deluderli. O <strong>di</strong> non<br />

essere all'altezza del ruolo. E, dopo aver<br />

stemperato nelle lacrime il travaglio <strong>di</strong> una<br />

solitu<strong>di</strong>ne immensa, avrà ritrovato finalmente<br />

nella preghiera, fatta insieme, il gau<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una<br />

comunione sovrumana.<br />

Santa Maria, donna feriale, forse tu sola puoi<br />

capire che questa nostra follia <strong>di</strong> ricondurti<br />

entro i confini dell'esperienza terra terra, che<br />

noi pure viviamo, non è il segno <strong>di</strong> mode<br />

<strong>di</strong>ssacratorie.<br />

Se per un attimo osiamo toglierti l'aureola, è<br />

perché vogliamo vedere quanto sei bella a capo<br />

scoperto.<br />

Se spegniamo i riflettori puntati su <strong>di</strong> te, è perché<br />

ci sembra <strong>di</strong> misurare meglio l'onnipotenza<br />

<strong>di</strong> Dio, che <strong>di</strong>etro le ombre della tua carne ha<br />

nascosto le sorgenti della luce.<br />

Programma del mese <strong>di</strong> maggio<br />

Mercoledì 1 - ore 20.00 Apertura comunitaria<br />

del mese mariano alla Chiesa <strong>di</strong> Santo Stefano.<br />

Ogni sera per tutto il mese dal lunedì al<br />

venerdì:<br />

Ore 20.00: Incontro <strong>di</strong> preghiera guidata nei<br />

seguenti luoghi:<br />

Chiesa <strong>di</strong> Santo Stefano<br />

Chiesa <strong>di</strong> San Rocco<br />

Chiesa <strong>di</strong> Caporovato<br />

Santella delle Valli<br />

Giovedì 23 - ore 20.00 Rosario alla<br />

Madonna del Can<strong>di</strong>lì (via Martinengo)<br />

Lunedì 27 - Memoria della Madonna <strong>di</strong><br />

Caravaggio a Caporovato.<br />

ore 7.00 e 20.00: Santa Messa.<br />

ore 15.00: Preghiera del vespro.<br />

Mercoledì 29 - ore 20.00 S.Messa alla<br />

Santella delle Valli (è sospesa a S.Rocco)<br />

Venerdì 31- ore 20.00 chiusura comunitaria<br />

a S.Stefano<br />

11<br />

Parrocchia


Parrocchia<br />

12<br />

Sappiamo bene che sei stata destinata a<br />

navigazioni <strong>di</strong> alto mare. Ma se ti costringiamo<br />

a veleggiare sotto costa, non è perché vogliamo<br />

ridurti ai livelli del nostro piccolo cabotaggio.<br />

E perché, vedendoti così vicina alle spiagge<br />

del nostro scoraggiamento, ci possa afferrare<br />

la coscienza <strong>di</strong> essere chiamati pure noi ad<br />

avventurarci, come te, negli oceani della<br />

libertà. Santa Maria, donna feriale, aiutaci a<br />

comprendere che il capitolo più fecondo della<br />

teologia non è quello che ti pone all'interno<br />

della Bibbia o della patristica, della spiritualità<br />

o della liturgia, dei dogmi o dell'arte. Ma è<br />

quello che ti colloca all'interno della casa <strong>di</strong><br />

Nazaret, dove tra pentole e telai, tra lacrime<br />

e preghiere, tra gomitoli <strong>di</strong> lana e rotoli della<br />

Scrittura, hai sperimentato, in tutto lo spessore<br />

Incontro con mons. Renato Tononi<br />

Tra le varie iniziative della Quaresima 2013<br />

proposte dai Consigli Parrocchiali, si è svolto<br />

un primo incontro rivolto a tutte le parrocchie <strong>di</strong><br />

<strong>Rovato</strong> dal titolo “Verso una pastorale unitaria”,<br />

che si è tenuto martedì 26 febbraio presso il salone<br />

parrocchiale dell’oratorio <strong>di</strong> Lodetto, e che ha<br />

avuto come relatore mons. Renato Tononi, vicario<br />

episcopale per la pastorale.<br />

L’incontro ha offerto una occasione per riflettere<br />

sul significato dell’unità pastorale, frutto <strong>di</strong> una<br />

pastorale unitaria, partendo dalle sue origini<br />

storiche fino ad arrivare ad un attuale e chiaro<br />

schema organizzativo.<br />

Mons. Tononi ha esor<strong>di</strong>to non negando che la<br />

riduzione del numero dei sacerdoti oggi è la causa<br />

principale della scelta presa nella nostra <strong>di</strong>ocesi<br />

(non unica in Italia) <strong>di</strong> erigere le unità pastorali:<br />

i sacerdoti <strong>di</strong>minuiscono e le proiezioni non sono<br />

ottimistiche, quin<strong>di</strong> una logica conseguenza è quella<br />

<strong>di</strong> unire le forze e accorpare alcune parrocchie del<br />

territorio.<br />

Una risposta più approfon<strong>di</strong>ta sulla scelta <strong>di</strong><br />

costituire le unità pastorali, ha continuato mons.<br />

Tononi, va comunque ricercata andando in<strong>di</strong>etro<br />

<strong>di</strong> qualche decennio, quando attorno al 1950<br />

in Francia si iniziava a parlare <strong>di</strong> “pastorale <strong>di</strong><br />

insieme” e in Germania <strong>di</strong> “pastorale <strong>di</strong> ambiente”.<br />

Soffermandosi principalmente in ambito francese,<br />

in quegli anni venne fatta un’analisi dell’ambiente<br />

operaio, perché si stava osservando che in quel<br />

settore era evidente un <strong>di</strong>staccamento dalla Chiesa<br />

e le convinzioni della fede tra gli operai iniziavano<br />

a scarseggiare. La stessa analisi fu poi svolta in<br />

ambito rurale e citta<strong>di</strong>no e i dati furono poco<br />

della tua antieroica femminilità, gioie senza<br />

malizia, amarezze senza <strong>di</strong>sperazioni, partenze<br />

senza ritorni.<br />

Santa Maria, donna feriale, liberaci dalle<br />

nostalgie dell'epopea, e insegnaci a considerare<br />

la vita quoti<strong>di</strong>ana come il cantiere dove si<br />

costruisce la storia della salvezza.<br />

Allenta gli ormeggi delle nostre paure, perché<br />

possiamo sperimentare come te l'abbandono<br />

alla volontà <strong>di</strong> Dio nelle pieghe prosaiche del<br />

tempo e nelle agonie lente delle ore.<br />

E torna a camminare <strong>di</strong>scretamente con noi, o<br />

creatura straor<strong>di</strong>naria innamorata <strong>di</strong> normalità,<br />

che prima <strong>di</strong> essere incoronata regina del cielo,<br />

hai ingoiato la polvere della nostra povera terra.<br />

Mons. Tonino Bello<br />

Verso una pastorale unitaria<br />

confortanti: questo significava che l’ambiente in cui<br />

si era inseriti poteva influenzare un allontanamento<br />

dalla fede e una minore attenzione alle proposte<br />

pastorali del tempo.<br />

Si pensò allora <strong>di</strong> intervenire per potenziare una<br />

nuova forma <strong>di</strong> evangelizzazione non rivolta solo<br />

al singolo in<strong>di</strong>viduo, ma mirata soprattutto ad agire<br />

sull’ambiente sociale con l’obiettivo <strong>di</strong> far rinascere<br />

la fede e ridare significato ai sacramenti. Questa<br />

operazione <strong>di</strong>ede l’etichetta alla Francia <strong>di</strong> “terra<br />

missionaria” e vennero avanzate delle proposte<br />

con cui agire su questo fronte:<br />

il sacerdote da solo non era più sufficiente, perché<br />

non era in grado <strong>di</strong> entrare negli ambienti operai<br />

o rurali che si erano analizzati; erano gli operari<br />

stessi che dovevano evangelizzare il loro ambiente<br />

(figura del prete-operaio), essendo capaci <strong>di</strong> dare<br />

una testimonianza cristiana, dopo essere stati<br />

formati e preparati adeguatamente;<br />

la parrocchia da sola non era più sufficiente,<br />

ma era utile unire le parrocchie, creando quelle<br />

che oggi chiamiamo “zone pastorali” in cui si<br />

con<strong>di</strong>videva un progetto pastorale comune;<br />

era necessario infine progettare iniziative non<br />

chiuse a se stesse, ma con<strong>di</strong>vise con il territorio e<br />

in comunione con il vescovo.<br />

Giungendo al nostro tempo, la “pastorale<br />

integrata” o “unitaria” <strong>di</strong> cui si parla oggi (termine<br />

coniato dalla C.E.I. nel 2004) è l’evoluzione della<br />

“pastorale <strong>di</strong> insieme” nata in Francia. In particolare<br />

si potrebbe definire la “pastorale integrata” come<br />

l’insieme <strong>di</strong> tutte le azioni della comunità cristiana<br />

utili per evangelizzare in modo efficace il territorio,<br />

mettendo in comune tutti i soggetti, le energie e le<br />

risorse per un progetto pastorale con<strong>di</strong>viso.<br />

Una volta chiarito il concetto <strong>di</strong> pastorale integrata,


ecco allora che mons. Tononi ci ha guidato a<br />

rispondere ad alcune domande.<br />

Quale è lo scopo della pastorale integrata ?<br />

Essa deve servire come efficace e cre<strong>di</strong>bile<br />

evangelizzazione del territorio. L’aspetto positivo<br />

è la <strong>di</strong>mensione unitaria che ne deriva, perché se<br />

viviamo seriamente questa unità nel territorio in<br />

cui ci troviamo, <strong>di</strong>ventiamo testimoni dell’amore <strong>di</strong><br />

Dio per noi. E’ Gesù stesso che ci invita a questo<br />

atteggiamento, sottolinea mons. Tononi, come si<br />

legge in Gv, 17,21: “perché il mondo creda,… tutti<br />

siano una cosa sola”.<br />

Qual è il luogo della pastorale integrata?<br />

Si deve agire non all’interno della parrocchia, ma<br />

in relazione al territorio dove la gente vive. Ciò<br />

non significa che le parrocchie perdono significato<br />

o smettono <strong>di</strong> esistere, ma devono essere “abitate”<br />

in un modo nuovo.<br />

Qual è lo spirito della pastorale integrata?<br />

Essa deve essere animata da uno spirito <strong>di</strong><br />

comunione operativa aperto a più livelli, ovvero si<br />

devono sostenere e incoraggiare collaborazioni:<br />

tra sacerdoti, consacrati, religiosi, laici uniti in<br />

uno spirito <strong>di</strong> corresponsabilità;<br />

tra parrocchie del medesimo territorio attraverso<br />

una logica integrativa, ovvero le singole parrocchie<br />

continuano ad esistere, ma ora con<strong>di</strong>vidono risorse.<br />

E più sono le parrocchie che cooperano, maggiore<br />

è lo scambio <strong>di</strong> risorse e l’offerta pastorale si<br />

arricchisce;<br />

tra parrocchie e <strong>di</strong>ocesi, in comunione con il<br />

progetto <strong>di</strong>ocesano;<br />

tra parrocchie, movimenti cristiani e congregazioni<br />

del territorio.<br />

Quali sono le qualità della pastorale integrata?<br />

Esse <strong>di</strong> possono sintetizzare nei seguenti punti:<br />

ecclesialità: il progetto da seguire deve essere<br />

fatto in comunione con il vescovo, per assumere<br />

appunto quella ufficialità riconosciuta a tutti i<br />

livelli;<br />

territorialità: ovvero un progetto non chiuso<br />

all’interno <strong>di</strong> una singola parrocchia, ma aperto<br />

a più parrocchie e al territorio;<br />

progettualità, insieme <strong>di</strong> azioni che consentono<br />

una cooperazione per realizzare qualcosa <strong>di</strong><br />

nuovo in ambito collettivo;<br />

spiritualità <strong>di</strong> comunione, nel senso che questo<br />

tipo <strong>di</strong> pastorale promuove una con<strong>di</strong>visione<br />

<strong>di</strong> progetto attingendo ispirazione e nutrimento<br />

anche dall’Eucarestia;<br />

priorità delle relazioni: questa strada mette<br />

in primo piano le relazioni tra le persone,<br />

relazioni che permettono l’interazione <strong>di</strong>alettica<br />

e costruttiva tra i soggetti.<br />

Dopo tutta la sua completa e schematica<br />

relazione, mons. Tononi ci ha portato alla naturale<br />

conclusione del suo intervento: le unità pastorali in<br />

generale e quin<strong>di</strong> anche la nostra unità pastorale<br />

sono una forma e una manifestazione <strong>di</strong> pastorale<br />

integrata <strong>di</strong>scussa durante tutta la serata, e<br />

questa forma si concretizza sia strutturalmente sia<br />

giuri<strong>di</strong>camente partendo dalle scelte del vescovo,<br />

che la costituisce e la affida ad un parroco e ai suoi<br />

collaboratori parrocchiali.<br />

Gianfranco Metelli<br />

13<br />

Parrocchia


Parrocchia<br />

14<br />

L’iniziazione cristiana degli adulti<br />

La primavera della Chiesa<br />

Perché Dio ha scelto proprio me? Con la<br />

risposta nel cuore a questa domanda 45<br />

(quarantacinque) catecumeni, domenica 17<br />

Febbraio 2013, sono stati scelti dal Vescovo<br />

Mons. Monari, e quin<strong>di</strong> inscritti (cioè eletti)<br />

nel libro degli ammessi alla celebrazione<br />

del rito dell’iniziazione cristiana degli adulti<br />

nella notte <strong>di</strong> Pasqua. Dopo due anni <strong>di</strong><br />

preparazione intensa, iniziata con il rito<br />

dell’accoglienza, riceveranno dunque il<br />

Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia.<br />

Ai catecumeni il vescovo ha de<strong>di</strong>cato l’omelia<br />

domenicale presentando un Dio buono, che<br />

vuole il nostro bene. Proprio per questo, per<br />

rafforzare la nostra fede, sono necessarie<br />

le prove, come le tentazioni <strong>di</strong> Gesù nel<br />

deserto, dalle quali, come Gesù, si può (e si<br />

deve) uscire vincitori. Le tentazioni <strong>di</strong> Gesù sono<br />

para<strong>di</strong>gmatiche anche per le nostre tentazioni.<br />

La tentazione del pane, ossia del denaro.<br />

La tentazione del regno, ossia del potere. La<br />

tentazione del miracolo, ossia della magia. Tutte<br />

queste tentazioni perseguono una “salvezza”<br />

illusoria. Dio non chiede <strong>di</strong> rinunciare ad un<br />

benessere sociale o personale, né <strong>di</strong> rinunciare<br />

a perseguire obiettivi <strong>di</strong> crescita nel lavoro o<br />

nella professione, tantomeno <strong>di</strong> coltivare sogni e<br />

aspirazioni, ma mette in guar<strong>di</strong>a dal non fare, <strong>di</strong><br />

queste cose buone, degli idoli cui prostrarsi.<br />

Il percorso catecumenale è iniziato, per questi<br />

eletti, due anni fa col rito dell’accoglienza. Con<br />

questo rito si <strong>di</strong>venta membri della Chiesa anche<br />

se non battezzati, cioè non facenti ancora parte<br />

dell’or<strong>di</strong>ne dei fedeli. I catecumeni hanno alcuni<br />

<strong>di</strong>ritti nella Chiesa: <strong>di</strong>ritto al matrimonio cristiano,<br />

alla sepoltura ecclesiastica, ad una posizione<br />

speciale nel culto (specie nella celebrazione<br />

della Parola). Hanno anche la responsabilità<br />

<strong>di</strong> prestare servizio agli altri cristiani, specie<br />

facendo conoscere e con<strong>di</strong>videndo con gli altri<br />

l’esperienza della conversione.<br />

Con la quaresima inizia il periodo della<br />

purificazione e dell’illuminazione, un tempo<br />

cioè <strong>di</strong> ritiro, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> intensa preparazione<br />

spirituale per ricevere degnamente i sacramenti.<br />

Durante questo percorso si svolgono alcuni riti<br />

speciali come gli scrutini, cioè preghiere della<br />

comunità cristiana per assistere gli eletti nel<br />

vivere in giustizia e santità vincendo il peccato<br />

e le debolezze. Gli scrutini sono celebrati nella<br />

Messa della 3°, 4° e 5° domenica <strong>di</strong> quaresima.<br />

In altri due rituali vengono consegnati il Credo e<br />

il Padre nostro.<br />

Dopo aver ricevuto i sacramenti dell’iniziazione<br />

cristiana, i neofiti vivranno il Periodo della<br />

mistagogia (stu<strong>di</strong>o dei misteri): è un tempo <strong>di</strong><br />

riflessione sui misteri o sacramenti celebrati.<br />

Comincia durante i 50 giorni del tempo pasquale<br />

e prosegue per tutto l’anno successivo. Insieme<br />

con la comunità i neofiti me<strong>di</strong>tano sul Vangelo<br />

(primariamente nelle Messe domenicali nel tempo<br />

pasquale), partecipano all’Eucarestia (con gli<br />

accompagnatori e i padrini, svolgendo qualche<br />

servizio liturgico) e compiono opere <strong>di</strong> carità. Il<br />

neofita viene inserito in un gruppo <strong>di</strong> adulti e gli<br />

viene affidato un piccolo servizio a favore della<br />

comunità.<br />

Gli accompagnatori seguono i neofiti nell’accostarsi<br />

per la prima volta al Sacramento della<br />

Riconciliazione.<br />

Dunque nelle varie parrocchie della <strong>di</strong>ocesi,<br />

anche nella nostra, la notte <strong>di</strong> Pasqua 45<br />

catecumeni entreranno a far parte della Chiesa.<br />

Nessuno si aspettava un numero così elevato <strong>di</strong><br />

conversioni, un vero annuncio <strong>di</strong> primavera, a<br />

riprova che Cristo opera <strong>di</strong>scretamente nell’animo<br />

degli esseri umani. Un granello <strong>di</strong> senape sta<br />

cominciando a germogliare e questo è motivo <strong>di</strong><br />

grande gioia e speranza per le nostre comunità<br />

parrocchiali.<br />

Nazzareno L.


Quando era ancora lontano ...<br />

... suo padre lo vide, ebbe compassione,<br />

gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo<br />

baciò.<br />

Oggi ti guar<strong>di</strong> intorno e spesso ti senti lontano.<br />

Lontano da un mondo che non senti tuo, da uno<br />

stile <strong>di</strong> vita che non risponde al tuo cuore, da un<br />

vissuto che non rispecchia i tuoi valori. Siamo noi<br />

lontano dal mondo o non sappiamo scrutare chi<br />

ci circonda alla ricerca dello sguardo che ci apre<br />

all’incontro, alla relazione, alla vita.<br />

Come il figlio giovane della parabola nel vangelo<br />

<strong>di</strong> Luca vogliamo seguire le vie del voglio, mi<br />

piace, io penso e con testardaggine esaltiamo<br />

l’uomo come l’unico capace <strong>di</strong> formare sé stesso.<br />

Che gioia, per noi cristiani, trovare in Dio il<br />

modello capace <strong>di</strong> educarci alla novità <strong>di</strong> vita.<br />

Credere, avere fede è apertura a un nuovo che da<br />

valore e senso a tutto l’uomo fatto a immagine e<br />

somiglianza <strong>di</strong> Dio. E con Dio Padre guar<strong>di</strong>amo<br />

lontano, scrutiamo l’orizzonte. E’ l’atteggiamo <strong>di</strong><br />

chi pone il cuore nella speranza <strong>di</strong> un futuro in cui<br />

è l’amore che trionfa , è la gioia della verità che ha<br />

l’ultima parola, la fedeltà l’essenza della vita. E in<br />

questo guardare lontano che il Padre vide il figlio<br />

che ritorna, lo riconosce, anche sotto gli stracci, la<br />

polvere, la barba incolta, la puzza. Vedere l’uomo,<br />

con il suo vissuto, con il suo anelito <strong>di</strong> speranza,<br />

con l’imput <strong>di</strong> chi cerca uno sguardo per essere<br />

riaccolto. Giovani, sposi, adulti, anziani,<br />

<strong>di</strong>soccupati, <strong>di</strong>vorziati, bambini, donne, ogni<br />

uomo oggi chiede a noi cristiani uno sguardo<br />

attento capace <strong>di</strong> vedere e <strong>di</strong> scrutare.<br />

Ma ciò che rende il nostro sguardo vivo, vero è<br />

la compassione il nostro scendere accanto, farci<br />

vicino, mescolare il cuore con l’umanità su cui<br />

volgi lo sguardo. È la compassione che non ci<br />

fa perdere la testa <strong>di</strong>etro l’affrettato giu<strong>di</strong>zio, lo<br />

scandalo del peccato, il facile emozionalismo,<br />

il sensazionale che finisce con il tramonto del<br />

sole.<br />

E poi c’è la corsa. Chi ama corre, a fretta <strong>di</strong><br />

esserci, <strong>di</strong> prendere in mano la vita e <strong>di</strong> darsi<br />

da fare. Non si sta sul <strong>di</strong>vano, sul comodo<br />

magari <strong>di</strong>etro a uno schermo per cliccare un<br />

semplice “mi piace“ che allontana. Se vedo, ho<br />

scrutato, ho compassione non posso non agire,<br />

esserci, lottare, piangere, operare, salvare.<br />

Sì gettò al collo e lo baciò. Dio ti ama, ci ama<br />

con un amore totale fino alla morte e alla morte<br />

<strong>di</strong> croce. Non sei lontano dal mondo se cre<strong>di</strong>, ma<br />

è la tua fede in Dio che è capace <strong>di</strong> portare a<br />

compimento ciò che sei. Una vita buona nasce e si<br />

alimenta dal Vangelo.<br />

don Gigi<br />

Ma questo potrebbe fi nire?<br />

Che bello vedere i nostri bambini che vanno al<br />

catechismo e imparano l’amicizia, il servizio, il<br />

perdono, la solidarietà, l’amore; MA QUESTO<br />

POTREBBE FINIRE? SI’ potrebbe, perché non ci<br />

sono catechiste sufficienti per coprire tutti i gruppi<br />

e tutti i turni. Che bello quando i nostri bambini<br />

al ritiro si fermano a mangiare tutti assieme, si<br />

<strong>di</strong>vertono, con<strong>di</strong>vidono, a loro piace davvero<br />

molto; MA QUESTO POTREBBE FINIRE?<br />

SI’ potrebbe, perché non ci sono abbastanza<br />

mamme e papà che si rendono <strong>di</strong>sponibili<br />

per apparecchiare, cucinare, servire e pulire.<br />

Che bello quando i nostri bambini trovano<br />

gli ambienti puliti e or<strong>di</strong>nati; MA QUESTO<br />

POTREBBE FINIRE? SI’ potrebbe, perché<br />

scarseggiano le persone che si sono rese<br />

<strong>di</strong>sponibili per farlo. Che bello quando si fa festa<br />

in oratorio, ci sono i giochi organizzati, la pesca,<br />

la corrida, le frittelle, le patatine, le salamine; MA<br />

QUESTO POTREBBE FINIRE? SI’ potrebbe,<br />

perché sono sempre le stesse persone a “dare una<br />

mano” e ne servono molte molte <strong>di</strong> più! Che bello<br />

quando durante l’estate i bambini vanno al campo<br />

scuola oppure fanno merenda al Giolab, fanno i<br />

laboratori; MA QUESTO POTREBBE FINIRE’?<br />

SI’ potrebbe, perchè preparare la merenda e<br />

i laboratori per un numero così alto <strong>di</strong> bambini<br />

richiede l’aiuto <strong>di</strong> tante persone e ne servirebbero<br />

<strong>di</strong> più!<br />

QUINDI?<br />

La risposta cercala dentro <strong>di</strong> te, sì proprio tu che<br />

stai leggendo, pensaci un attimo, PENSA SE<br />

TUTTO QUESTO POTREBBE FINIRE!!!!…Sono<br />

sicuro che anche tu puoi fare qualcosa per la tua<br />

comunità, guarda se riesci a ritagliare del tempo<br />

per metterlo al servizio degli altri, le persone che<br />

ci sono lo fanno già, mettono da parte loro stesse<br />

e le loro famiglie per de<strong>di</strong>carsi anche a tuo figlio;<br />

pensi <strong>di</strong> poterlo fare anche tu? In oratorio c’è<br />

sempre bisogno e ricordati che il servizio che fai<br />

lo metti a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutti.<br />

NON RISCHIAMO DI FAR FINIRE TUTTO<br />

QUESTO!!!<br />

una catechista<br />

15<br />

<strong>Oratorio</strong>


<strong>Oratorio</strong><br />

16 6<br />

Il capo scout e il coraggio <strong>di</strong> educare<br />

Pensare e agire con lo sguardo alla generazione<br />

futura, pronti a partire ogni giorno, senza<br />

paura e senza preoccupazione – questo è<br />

il comportamento che praticamente ci viene<br />

imposto e che non è facile, ma necessario,<br />

mantenere con coraggio. Gli educatori,<br />

Capi dell’Agesci, sono immersi e partecipi <strong>di</strong><br />

queste situazioni, vivono anch’essi il dubbio,<br />

le contrad<strong>di</strong>zioni, la fatica <strong>di</strong> “capire” e <strong>di</strong><br />

essere coerenti. Potrebbero, legittimamente,<br />

essere tentati <strong>di</strong> rinunciare al proprio<br />

compito <strong>di</strong> educatori e potrebbero scegliere<br />

la strada, apparentemente rispettosa e<br />

intelligente, <strong>di</strong> sostituire l’educazione con<br />

un accompagnamento silente e <strong>di</strong>screto,<br />

amichevole e affettuoso verso i giovani a loro<br />

affidati rinunciando a proporre scelte, valori,<br />

stile <strong>di</strong> comportamento, come invece è chiesto<br />

da una vera proposta educativa.<br />

Questo nodo è ineluttabile: non c’è educa-<br />

zione senza proposta <strong>di</strong> valori, non<br />

c’è proposta autentica <strong>di</strong> valori senza<br />

speranza verso il futuro. Lo scautismo è una<br />

grande scuola in questo impegno. Esso crede<br />

nell’Uomo e crede nella possibilità <strong>di</strong> educare il<br />

suo carattere, il suo cuore, le sue scelte.<br />

Le gran<strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni dell’epoca attuale,<br />

che all’inizio ho evidenziato, possono trovare<br />

soluzione soltanto partendo da persone<br />

nuove, che sappiano e vogliono mettersi<br />

al servizio del Bene in un atteggiamento<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità alla volontà <strong>di</strong> Dio e<br />

<strong>di</strong> seria preparazione delle proprie<br />

capacità. I valori espressi con chiarezza e<br />

semplicità nella Legge Scout sono i valori che<br />

un capo propone ai suoi ragazzi: la lealtà, il<br />

senso <strong>di</strong> responsabilità, la cortesia e lo spirito <strong>di</strong><br />

servizio, la sobrietà, la chiarezza e linearità dei<br />

comportamenti.<br />

Un capo non deve avere paura nel proporli con<br />

forza e convinzione ai ragazzi sapendo che<br />

questo non è solo il migliore servizio che può<br />

offrire loro, ma è anche un grande impegno<br />

<strong>di</strong> valore politico e sociale. L’umanità ha oggi<br />

bisogno <strong>di</strong> persone che sappiano e vogliano<br />

sperare in un futuro migliore e abbiano il<br />

coraggio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care ai giovani la strada della<br />

solidarietà, della giustizia, della linearità dei<br />

comportamenti, seminando la fiducia anche<br />

quando questa sembrerebbe poco giustificata.<br />

Non vi sarà futuro qualitativamente migliore se<br />

lo affideremo soltanto allo sviluppo tecnologico,<br />

a una più sofisticata professionalità, a una<br />

in<strong>di</strong>scriminata esuberanza produttiva, a un più<br />

ampio orizzonte geografico, ma non lo sapremo<br />

animare con un <strong>di</strong>verso spirito: con una più forte<br />

ossatura morale. Educare, avere il coraggio <strong>di</strong><br />

educare, è partecipare <strong>di</strong> questo impegno, è<br />

assumersi responsabilità con i rischi che questo<br />

comporta. Ciò esige “coraggio civile” e fede in<br />

Dio, in quel Dio che, sa venire a capo non solo<br />

delle nostre supposte buone azioni ma anche<br />

dei nostri errori e delle nostre manchevolezze<br />

quando sono espressione delle nostre rette<br />

intenzioni e delle nostre azioni responsabili.<br />

Giancarlo Lombar<strong>di</strong>, R/S Servire, 2003, n.1,<br />

pp.47-50


Meeting <strong>di</strong>ocesano dell’AC a <strong>Rovato</strong><br />

... un’occasione da non perdere<br />

Il prossimo 19 maggio <strong>Rovato</strong> ospiterà il Meeting<br />

Diocesano dell’Azione Cattolica.<br />

Molti si chiederanno <strong>di</strong> che cosa si tratta. Ogni<br />

anno, la terza o quarta domenica <strong>di</strong> maggio,<br />

una parrocchia (scelta dal Consiglio Diocesano)<br />

della nostra <strong>di</strong>ocesi, ospita tutta l’Azione<br />

Cattolica bresciana che si ritrova per una<br />

giornata <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong> festa. Da<br />

alcuni anni il Meeting viene organizzato a livello<br />

unitario, sono cioè presenti contemporaneamente<br />

i gruppi dell’ACR, dei giovanissimi, dei giovani<br />

e degli adulti. Per i vari gruppi parrocchiali<br />

è un momento importante dell’anno, perché<br />

oltre a farci incontrare con altre persone che<br />

con<strong>di</strong>vidono i nostri stessi ideali, è possibile<br />

con<strong>di</strong>videre le esperienze dell’anno associativo<br />

che si sta concludendo.<br />

Riprendendo le parole <strong>di</strong> Vittorio Bachelet,<br />

possiamo <strong>di</strong>re che oggi l’Azione Cattolica si<br />

presenta come una realtà dei cristiani che si<br />

conoscono, che si vogliono bene, che lavorano<br />

assieme nel nome del Signore, che sono amici e<br />

che cercano <strong>di</strong> servire la Chiesa. E’ una rete <strong>di</strong><br />

uomini, donne, giovani, ragazzi e fanciulli che<br />

operano in tutte le <strong>di</strong>ocesi, con concor<strong>di</strong>a, con<br />

spirito comune, essendo sempre più un cuor solo<br />

e un’anima sola.<br />

L’appuntamento <strong>di</strong> domenica 19 maggio porterà<br />

a <strong>Rovato</strong> oltre 2000 persone provenienti dai vari<br />

paesi delle Diocesi. Ritengo sarà un momento<br />

importante <strong>di</strong> comunione tra laici corresponsabili,<br />

ma sarà anche l’occasione per far conoscere le<br />

potenzialità del nostro paese.<br />

Il Meeting si aprirà al mattino <strong>di</strong> buon ora con il<br />

raduno in <strong>Oratorio</strong>, luogo centrale dell’incontro,<br />

anche se gli spazi <strong>di</strong> <strong>Rovato</strong> coinvolti saranno<br />

vari dato l’elevato numero <strong>di</strong> partecipanti.<br />

Poi ci si <strong>di</strong>viderà in gruppi a seconda dell’età<br />

(Acr, Giovanissimi, Giovani e Adulti) e nel<br />

corso della giornata si potrà prendere parte a<br />

varie proposte formative. Il momento centrale<br />

dell’incontro sarà la Celebrazione Eucaristica<br />

che vedrà riunite tutte le componenti<br />

dell’associazione.<br />

Per noi membri dell’Azione Cattolica <strong>di</strong><br />

<strong>Rovato</strong>, il Meeting sarà un momento speciale,<br />

ma vorremmo che questa giornata <strong>di</strong> festa<br />

potesse coinvolgere tutta la citta<strong>di</strong>nanza ed<br />

è per questo che vi invitiamo domenica 19<br />

maggio a trascorrere qualche momento della<br />

giornata con noi.<br />

Giovanni Bonetti<br />

17<br />

<strong>Oratorio</strong>


Attualità<br />

18<br />

50ª Giornata Mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> Preghiera per le vocazioni<br />

21 aprile 2013<br />

Il tema: «Le vocazioni segno della speranza<br />

fondata sulla fede», che ben si inscrive nel<br />

contesto dell’Anno della fede e nel 50°<br />

anniversario dell’apertura del Concilio<br />

Ecumenico Vaticano II. Il Servo <strong>di</strong> Dio Paolo<br />

VI, durante l’Assise conciliare, istituì questa<br />

Giornata <strong>di</strong> invocazione corale a Dio Padre<br />

affinché continui a mandare operai per la sua<br />

Chiesa (cfr Mt 9,38). «Il problema del numero<br />

sufficiente dei sacerdoti - sottolineò allora il<br />

Pontefice - tocca da vicino tutti i fedeli: non<br />

solo perché ne <strong>di</strong>pende l’avvenire religioso<br />

della società cristiana, ma anche perché<br />

questo problema è il preciso e inesorabile<br />

in<strong>di</strong>ce della vitalità <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> amore delle<br />

singole comunità parrocchiali e <strong>di</strong>ocesane, e<br />

testimonianza della sanità morale delle famiglie<br />

cristiane. Ove numerose sbocciano le vocazioni<br />

allo stato ecclesiastico e religioso, là si vive<br />

generosamente secondo il Vangelo» (Paolo VI,<br />

Ra<strong>di</strong>omessaggio, 11 aprile 1964).<br />

In questi decenni, le <strong>di</strong>verse comunità ecclesiali<br />

sparse in tutto il mondo si sono ritrovate<br />

spiritualmente unite ogni anno, nella quarta<br />

domenica <strong>di</strong> Pasqua, per implorare da Dio il dono<br />

<strong>di</strong> sante vocazioni e per riproporre alla comune<br />

riflessione l’urgenza della risposta alla chiamata<br />

<strong>di</strong>vina. Questo significativo appuntamento<br />

annuale ha favorito, infatti, un forte impegno<br />

a porre sempre più al centro della spiritualità,<br />

dell’azione pastorale e della preghiera dei fedeli<br />

l’importanza delle vocazioni al sacerdozio e alla<br />

vita consacrata.<br />

La speranza è attesa <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> positivo<br />

per il futuro, ma che al tempo stesso deve<br />

sostenere il nostro presente, segnato non <strong>di</strong> rado<br />

da insod<strong>di</strong>sfazioni e insuccessi. Dove si fonda<br />

la nostra speranza? Guardando alla storia del<br />

popolo <strong>di</strong> Israele narrata nell’Antico Testamento,<br />

ve<strong>di</strong>amo emergere, anche nei momenti <strong>di</strong><br />

maggiore <strong>di</strong>fficoltà come quelli dell’esilio, un<br />

elemento costante, richiamato in particolare<br />

dai profeti: la memoria delle promesse fatte da<br />

Dio ai Patriarchi; memoria che chiede <strong>di</strong> imitare<br />

l’atteggiamento esemplare <strong>di</strong> Abramo, il quale,<br />

ricorda l’Apostolo Paolo, «credette, saldo nella<br />

speranza contro ogni speranza, e così <strong>di</strong>venne<br />

padre <strong>di</strong> molti popoli, come gli era stato detto:<br />

così sarà la tua <strong>di</strong>scendenza» (Rm 4,18). Una<br />

verità consolante e illuminante che emerge da<br />

tutta la storia della salvezza è allora la fedeltà <strong>di</strong><br />

Dio all’alleanza, alla quale si è impegnato e che<br />

ha rinnovato ogniqualvolta l’uomo l’ha infranta<br />

con l’infedeltà, con il peccato, dal tempo del<br />

<strong>di</strong>luvio (cfr Gen 8,21-22), a quello dell’esodo e<br />

del cammino nel deserto (cfr Dt 9,7);fedeltà <strong>di</strong><br />

Dio che è giunta a sigillare la nuova ed eterna<br />

alleanza con l’uomo, attraverso il sangue del<br />

suo Figlio, morto e risorto per la nostra salvezza.<br />

In ogni momento, soprattutto in quelli più <strong>di</strong>fficili,<br />

è sempre la fedeltà del Signore, autentica forza<br />

motrice della storia della salvezza, a far vibrare i<br />

cuori degli uomini e delle donne e a confermarli<br />

nella speranza <strong>di</strong> giungere un giorno alla «Terra<br />

promessa». Qui sta il fondamento sicuro <strong>di</strong><br />

ogni speranza: Dio non ci lascia mai soli ed è<br />

fedele alla parola data. Per questo motivo, in<br />

ogni situazione felice o sfavorevole, possiamo<br />

nutrire una solida speranza e pregare con il<br />

salmista: «Solo in Dio riposa l’anima mia: da<br />

lui la mia speranza» (Sal 62,6). Avere speranza<br />

equivale, dunque, a confidare nel Dio fedele,<br />

che mantiene le promesse dell’alleanza. Fede<br />

e speranza sono pertanto strettamente unite.<br />

« “Speranza”, <strong>di</strong> fatto, è una parola centrale<br />

della fede biblica, al punto che in <strong>di</strong>versi<br />

passi le parole “fede” e “speranza” sembrano<br />

interscambiabili. Così la Lettera agli Ebrei lega<br />

strettamente alla “pienezza della fede” (10,22)<br />

la “immutabile professione della speranza”<br />

(10,23). Anche quando la Prima Lettera <strong>di</strong> Pietro<br />

esorta i cristiani ad essere sempre pronti a dare<br />

una risposta circa il logos - il senso e la ragione<br />

- della loro speranza (cfr 3,15), “speranza” è<br />

l'equivalente <strong>di</strong> “fede”» (Enc. Spe salvi, 2).<br />

Cari fratelli e sorelle, in che cosa consiste la<br />

fedeltà <strong>di</strong> Dio alla quale affidarci con ferma<br />

speranza? Nel suo amore. Egli, che è Padre,<br />

riversa nel nostro io più profondo, me<strong>di</strong>ante lo<br />

Spirito Santo, il suo amore (cfr Rm 5,5). E proprio<br />

questo amore, manifestatosi pienamente in Gesù<br />

Cristo, interpella la nostra esistenza, chiede una<br />

risposta su ciò che ciascuno vuole fare della<br />

propria vita, su quanto è <strong>di</strong>sposto a mettere<br />

in gioco per realizzarla pienamente. L’amore<br />

<strong>di</strong> Dio segue a volte percorsi impensabili, ma<br />

raggiunge sempre coloro che si lasciano trovare.<br />

La speranza si nutre, dunque, <strong>di</strong> questa certezza:<br />

« Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore<br />

che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16). E questo amore<br />

esigente, profondo, che va oltre la superficialità,<br />

ci dà coraggio, ci fa sperare nel cammino della<br />

vita e nel futuro, ci fa avere fiducia in noi stessi,<br />

nella storia e negli altri. Vorrei rivolgermi in<br />

modo particolare a voi giovani e ripetervi: «Che<br />

cosa sarebbe la vostra vita senza questo amore?<br />

Dio si prende cura dell’uomo dalla creazione<br />

fino alla fine dei tempi, quando porterà a


compimento il suo progetto <strong>di</strong> salvezza. Nel<br />

Signore Risorto abbiamo la certezza della nostra<br />

speranza» (Discorso ai giovani della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />

San Marino-Montefeltro, 19 giugno 2011).<br />

Come avvenne nel corso della sua esistenza<br />

terrena, anche oggi Gesù, il Risorto, passa lungo<br />

le strade della nostra vita, e ci vede immersi<br />

nelle nostre attività, con i nostri desideri e i<br />

nostri bisogni. Proprio nel quoti<strong>di</strong>ano continua a<br />

rivolgerci la sua parola; ci chiama a realizzare<br />

la nostra vita con Lui, il solo capace <strong>di</strong> appagare<br />

la nostra sete <strong>di</strong> speranza. Egli, Vivente nella<br />

comunità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scepoli che è la Chiesa, anche<br />

oggi chiama a seguirlo. E questo appello può<br />

giungere in qualsiasi momento. Anche oggi<br />

Gesù ripete: «Vieni! Seguimi!» (Mc10,21). Per<br />

accogliere questo invito, occorre non scegliere<br />

più da sé il proprio cammino. Seguirlo significa<br />

immergere la propria volontà nella volontà <strong>di</strong><br />

Gesù, dargli davvero la precedenza, metterlo al<br />

primo posto rispetto a tutto ciò che fa parte della<br />

nostra vita: alla famiglia, al lavoro, agli interessi<br />

personali, a se stessi. Significa consegnare la<br />

propria vita a Lui, vivere con Lui in profonda<br />

intimità, entrare attraverso <strong>di</strong> Lui in comunione<br />

col Padre nello Spirito Santo e, <strong>di</strong> conseguenza,<br />

con i fratelli e le sorelle. E questa comunione<br />

<strong>di</strong> vita con Gesù il «luogo» privilegiato dove<br />

sperimentare la speranza e dove la vita sarà<br />

libera e piena!<br />

Le vocazioni sacerdotali e religiose nascono<br />

dall’esperienza dell’incontro personale con<br />

Cristo, dal <strong>di</strong>alogo sincero e confidente con<br />

Lui, per entrare nella sua volontà. È necessario,<br />

quin<strong>di</strong>, crescere nell’esperienza <strong>di</strong> fede, intesa<br />

come relazione profonda con Gesù, come ascolto<br />

interiore della sua voce, che risuona dentro <strong>di</strong> noi.<br />

Questo itinerario, che rende capaci <strong>di</strong> accogliere<br />

la chiamata <strong>di</strong> Dio, può avvenire all’interno <strong>di</strong><br />

comunità cristiane che vivono un intenso clima <strong>di</strong><br />

fede, una generosa testimonianza <strong>di</strong> adesione al<br />

Vangelo, una passione missionaria che induca al<br />

dono totale <strong>di</strong> sé per il Regno <strong>di</strong> Dio, alimentato<br />

dall’accostamento ai Sacramenti, in particolare<br />

all’Eucaristia, e da una fervida vita <strong>di</strong> preghiera.<br />

Quest’ultima «deve, da una parte, essere molto<br />

personale, un confronto del mio io con Dio, con<br />

il Dio vivente. Dall’altra, tuttavia, essa deve<br />

essere sempre <strong>di</strong> nuovo guidata e illuminata<br />

dalle gran<strong>di</strong> preghiere della Chiesa e dei<br />

santi, dalla preghiera liturgica, nella quale il<br />

Signore ci insegna continuamente a pregare<br />

nel modo giusto» (Enc. Spe salvi, 34).<br />

La preghiera costante e profonda fa crescere<br />

la fede della comunità cristiana, nella certezza<br />

sempre rinnovata che Dio mai abbandona il suo<br />

popolo e che lo sostiene suscitando vocazioni<br />

speciali, al sacerdozio e alla vita consacrata,<br />

perché siano segni <strong>di</strong> speranza per il mondo.<br />

I presbiteri e i religiosi, infatti, sono chiamati a<br />

donarsi in modo incon<strong>di</strong>zionato al Popolo <strong>di</strong><br />

Dio, in un servizio <strong>di</strong> amore al Vangelo e alla<br />

Chiesa, un servizio a quella salda speranza<br />

che solo l’apertura all’orizzonte <strong>di</strong> Dio può<br />

donare. Pertanto essi, con la testimonianza<br />

della loro fede e con il loro fervore apostolico,<br />

possono trasmettere, in particolare alle nuove<br />

generazioni, il vivo desiderio <strong>di</strong> rispondere<br />

generosamente e prontamente a Cristo che<br />

chiama a seguirlo più da vicino.<br />

Quando un <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Gesù accoglie la <strong>di</strong>vina<br />

chiamata per de<strong>di</strong>carsi al ministero sacerdotale<br />

o alla vita consacrata, si manifesta uno dei frutti<br />

più maturi della comunità cristiana, che aiuta<br />

a guardare con particolare fiducia e speranza<br />

al futuro della Chiesa e al suo impegno<br />

<strong>di</strong> evangelizzazione. Esso infatti necessita<br />

sempre <strong>di</strong> nuovi operai per la pre<strong>di</strong>cazione del<br />

Vangelo, per la celebrazione dell’Eucaristia,<br />

per il Sacramento della Riconciliazione. Non<br />

manchino perciò sacerdoti zelanti, che sappiano<br />

accompagnare i giovani quali «compagni <strong>di</strong><br />

viaggio» per aiutarli a riconoscere, nel cammino<br />

a volte tortuoso e oscuro della vita, il Cristo,<br />

Via, Verità e Vita (cfr Gv 14,6); per proporre<br />

loro, con coraggio evangelico, la bellezza<br />

del servizio a Dio, alla comunità cristiana, ai<br />

fratelli. Sacerdoti che mostrino la fecon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

un impegno entusiasmante, che conferisce un<br />

senso <strong>di</strong> pienezza alla propria esistenza, perché<br />

fondato sulla fede in Colui che ci ha amati per<br />

primo (cfr 1Gv 4,19). Ugualmente, auspico che<br />

i giovani, in mezzo a tante proposte superficiali<br />

ed effimere, sappiano coltivare l’attrazione<br />

verso i valori, le mete alte, le scelte ra<strong>di</strong>cali,<br />

per un servizio agli altri sulle orme <strong>di</strong> Gesù.<br />

Cari giovani, non abbiate paura <strong>di</strong> seguirlo e<br />

<strong>di</strong> percorrere le vie esigenti e coraggiose della<br />

carità e dell’impegno generoso! Così sarete felici<br />

<strong>di</strong> servire, sarete testimoni <strong>di</strong> quella gioia che il<br />

mondo non può dare, sarete fiamme vive <strong>di</strong> un<br />

amore infinito ed eterno, imparerete a «rendere<br />

ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3,15)!<br />

Benedetto XVI<br />

19<br />

Attualità


Attualità<br />

20<br />

47ª Giornata Mon<strong>di</strong>ale delle comunicazioni<br />

Reti Sociali: porte <strong>di</strong> verità e <strong>di</strong> fede; nuovi spazi<br />

<strong>di</strong> evangelizzazione.<br />

(12 maggio 2013)<br />

Cari fratelli e sorelle,<br />

in prossimità della Giornata Mon<strong>di</strong>ale delle<br />

Comunicazioni Sociali del 2013, desidero<br />

proporvi alcune riflessioni su una realtà sempre<br />

più importante che riguarda il modo in cui le<br />

persone oggi comunicano tra <strong>di</strong> loro. Vorrei<br />

soffermarmi a considerare lo sviluppo delle<br />

reti sociali <strong>di</strong>gitali che stanno contribuendo a<br />

far emergere una nuova «agorà», una piazza<br />

pubblica e aperta in cui le persone con<strong>di</strong>vidono<br />

idee, informazioni, opinioni, e dove, inoltre,<br />

possono prendere vita nuove relazioni e forme<br />

<strong>di</strong> comunità.<br />

Questi spazi, quando sono valorizzati bene e<br />

con equilibrio, contribuiscono a favorire forme<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito che, se realizzate con<br />

rispetto, attenzione per la privacy, responsabilità e<br />

de<strong>di</strong>zione alla verità, possono rafforzare i legami<br />

<strong>di</strong> unità tra le persone e promuovere efficacemente<br />

l’armonia della famiglia umana. Lo scambio <strong>di</strong><br />

informazioni può <strong>di</strong>ventare vera comunicazione,<br />

i collegamenti possono maturare in amicizia, le<br />

connessioni agevolare la comunione. Se i network<br />

sono chiamati a mettere in atto questa grande<br />

potenzialità, le persone che vi partecipano devono<br />

sforzarsi <strong>di</strong> essere autentiche, perché in questi spazi<br />

non si con<strong>di</strong>vidono solamente idee e informazioni,<br />

ma in ultima istanza si comunica se stessi.<br />

Lo sviluppo delle reti sociali richiede impegno:<br />

le persone sono coinvolte nel costruire relazioni<br />

e trovare amicizia, nel cercare risposte alle loro<br />

domande, nel <strong>di</strong>vertirsi, ma anche nell’essere<br />

stimolati intellettualmente e nel con<strong>di</strong>videre<br />

competenze e conoscenze. I network <strong>di</strong>ventano<br />

così, sempre <strong>di</strong> più, parte del tessuto stesso della<br />

società in quanto uniscono le persone sulla base<br />

<strong>di</strong> questi bisogni fondamentali. Le reti sociali sono<br />

dunque alimentate da aspirazioni ra<strong>di</strong>cate nel<br />

cuore dell’uomo.<br />

La cultura dei social network e i cambiamenti nelle<br />

forme e negli stili della comunicazione, pongono<br />

sfide impegnative a coloro che vogliono parlare <strong>di</strong><br />

verità e <strong>di</strong> valori. Spesso, come avviene anche per<br />

altri mezzi <strong>di</strong> comunicazione sociale, il significato<br />

e l’efficacia delle <strong>di</strong>fferenti forme <strong>di</strong> espressione<br />

sembrano determinati più dalla loro popolarità<br />

che dalla loro intrinseca importanza e vali<strong>di</strong>tà.<br />

La popolarità è poi frequentemente connessa alla<br />

celebrità o a strategie persuasive piuttosto che alla<br />

logica dell’argomentazione. A volte, la voce <strong>di</strong>screta<br />

della ragione può essere sovrastata dal rumore<br />

delle eccessive informazioni, e non riesce a destare<br />

l’attenzione, che invece viene riservata a quanti si<br />

esprimono in maniera più suadente. I social me<strong>di</strong>a<br />

hanno bisogno, quin<strong>di</strong>, dell’impegno <strong>di</strong> tutti coloro<br />

che sono consapevoli del valore del <strong>di</strong>alogo, del<br />

<strong>di</strong>battito ragionato, dell’argomentazione logica; <strong>di</strong><br />

persone che cercano <strong>di</strong> coltivare forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorso<br />

e <strong>di</strong> espressione che fanno appello alle più<br />

nobili aspirazioni <strong>di</strong> chi è coinvolto nel processo<br />

comunicativo. Dialogo e <strong>di</strong>battito possono fiorire e<br />

crescere anche quando si conversa e si prendono<br />

sul serio coloro che hanno idee <strong>di</strong>verse dalle<br />

nostre. “Costatata la <strong>di</strong>versità culturale, bisogna<br />

fa sì che le persone non solo accettino l’esistenza<br />

della cultura dell’altro, ma aspirino anche a venire<br />

arricchite da essa e ad offrirle ciò che si possiede<br />

<strong>di</strong> bene, <strong>di</strong> vero e <strong>di</strong> bello” (Discorso nell’Incontro<br />

con il mondo della cultura, Belém, Lisbona, 12<br />

maggio 2010).<br />

La sfida che i network sociali devono affrontare<br />

è quella <strong>di</strong> essere davvero inclusivi: allora essi<br />

beneficeranno della piena partecipazione dei<br />

credenti che desiderano con<strong>di</strong>videre il Messaggio<br />

<strong>di</strong> Gesù e i valori della <strong>di</strong>gnità umana, che il<br />

suo insegnamento promuove. I credenti, infatti,<br />

avvertono sempre più che se la Buona Notizia<br />

non è fatta conoscere anche nell’ambiente<br />

<strong>di</strong>gitale, potrebbe essere assente nell’esperienza<br />

<strong>di</strong> molti per i quali questo spazio esistenziale è<br />

importante. L’ambiente <strong>di</strong>gitale non è un mondo<br />

parallelo o puramente virtuale, ma è parte della<br />

realtà quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> molte persone, specialmente<br />

dei più giovani. I network sociali sono il frutto<br />

dell’interazione umana, ma essi, a loro volta, danno<br />

forme nuove alle <strong>di</strong>namiche della comunicazione<br />

che crea rapporti: una comprensione attenta <strong>di</strong><br />

questo ambiente è dunque il prerequisito per una<br />

significativa presenza all’interno <strong>di</strong> esso.<br />

La capacità <strong>di</strong> utilizzare i nuovi linguaggi è<br />

richiesta non tanto per essere al passo coi tempi,<br />

ma proprio per permettere all’infinita ricchezza del<br />

Vangelo <strong>di</strong> trovare forme <strong>di</strong> espressione che siano<br />

in grado <strong>di</strong> raggiungere le menti e i cuori <strong>di</strong> tutti.<br />

Nell’ambiente <strong>di</strong>gitale la parola scritta si trova<br />

spesso accompagnata da immagini e suoni. Una<br />

comunicazione efficace, come le parabole <strong>di</strong> Gesù,<br />

richiede il coinvolgimento dell’immaginazione e<br />

della sensibilità affettiva <strong>di</strong> coloro che vogliamo<br />

invitare a un incontro col mistero dell’amore <strong>di</strong><br />

Dio. Del resto sappiamo che la tra<strong>di</strong>zione cristiana<br />

è da sempre ricca <strong>di</strong> segni e simboli: penso, ad<br />

esempio, alla croce, alle icone, alle immagini della<br />

Vergine Maria, al presepe, alle vetrate e ai <strong>di</strong>pinti<br />

delle chiese. Una parte consistente del patrimonio<br />

artistico dell’umanità è stato realizzato da artisti e


musicisti che hanno cercato <strong>di</strong> esprimere le verità<br />

della fede.<br />

L’autenticità dei credenti nei network sociali<br />

è messa in evidenza dalla con<strong>di</strong>visione della<br />

sorgente profonda della loro speranza e della loro<br />

gioia: la fede nel Dio ricco <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a e <strong>di</strong><br />

amore rivelato in Cristo Gesù. Tale con<strong>di</strong>visione<br />

consiste non soltanto nell’esplicita espressione<br />

<strong>di</strong> fede, ma anche nella testimonianza, cioè nel<br />

modo in cui si comunicano “scelte, preferenze,<br />

giu<strong>di</strong>zi che siano profondamente coerenti con<br />

il Vangelo, anche quando <strong>di</strong> esso non si parla<br />

in forma esplicita” (Messaggio per la Giornata<br />

Mon<strong>di</strong>ale delle Comunicazioni Sociali, 2011).<br />

Un modo particolarmente significativo <strong>di</strong> rendere<br />

testimonianza sarà la volontà <strong>di</strong> donare se stessi<br />

agli altri attraverso la <strong>di</strong>sponibilità a coinvolgersi<br />

pazientemente e con rispetto nelle loro domande e<br />

nei loro dubbi, nel cammino <strong>di</strong> ricerca della verità<br />

e del senso dell’esistenza umana. L’emergere nelle<br />

reti sociali del <strong>di</strong>alogo circa la fede e il credere<br />

conferma l’importanza e la rilevanza della religione<br />

nel <strong>di</strong>battito pubblico e sociale.<br />

Per coloro che hanno accolto con cuore aperto il dono<br />

della fede, la risposta più ra<strong>di</strong>cale alle domande<br />

dell’uomo circa l’amore, la verità e il significato<br />

della vita – questioni che non sono affatto assenti<br />

nei social network – si trova nella persona <strong>di</strong> Gesù<br />

Cristo. E’ naturale che chi ha la fede desideri, con<br />

rispetto e sensibilità, con<strong>di</strong>viderla con coloro che<br />

incontra nell’ambiente <strong>di</strong>gitale. In definitiva, però,<br />

se la nostra con<strong>di</strong>visione del Vangelo è capace<br />

<strong>di</strong> dare buoni frutti, è sempre grazie alla forza<br />

propria della Parola <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong> toccare i cuori,<br />

prima ancora <strong>di</strong> ogni nostro sforzo. La fiducia<br />

nella potenza dell’azione <strong>di</strong> Dio deve superare<br />

sempre ogni sicurezza posta sull’utilizzo dei<br />

mezzi umani. Anche nell’ambiente <strong>di</strong>gitale, dove<br />

è facile che si levino voci dai toni troppo accesi<br />

e conflittuali, e dove a volte il sensazionalismo<br />

rischia <strong>di</strong> prevalere, siamo chiamati a un attento<br />

<strong>di</strong>scernimento. E ricor<strong>di</strong>amo, a questo proposito,<br />

che Elia riconobbe la voce <strong>di</strong> Dio non nel vento<br />

impetuoso e gagliardo, né nel terremoto o nel<br />

fuoco, ma nel «sussurro <strong>di</strong> una brezza leggera» (1<br />

Re 19,11-12). Dobbiamo confidare nel fatto che<br />

i fondamentali desideri dell’uomo <strong>di</strong> amare e <strong>di</strong><br />

essere amato, <strong>di</strong> trovare significato e verità - che<br />

Dio stesso ha messo nel cuore dell’essere umano -<br />

mantengono anche le donne e gli uomini del nostro<br />

tempo sempre e comunque aperti a ciò che il beato<br />

Car<strong>di</strong>nale Newman chiamava la “luce gentile”<br />

della fede.<br />

I social network, oltre che strumento <strong>di</strong><br />

evangelizzazione, possono essere un fattore <strong>di</strong><br />

sviluppo umano. Ad esempio, in alcuni contesti<br />

geografici e culturali dove i cristiani si sentono<br />

isolati, le reti sociali possono rafforzare il<br />

senso della loro effettiva unità con la comunità<br />

universale dei credenti. Le reti facilitano la<br />

con<strong>di</strong>visione delle risorse spirituali e liturgiche,<br />

rendendo le persone in grado <strong>di</strong> pregare con<br />

un rinvigorito senso <strong>di</strong> prossimità a coloro che<br />

professano la loro stessa fede. Il coinvolgimento<br />

autentico e interattivo con le domande e i dubbi<br />

<strong>di</strong> coloro che sono lontani dalla fede, ci deve far<br />

sentire la necessità <strong>di</strong> alimentare con la preghiera<br />

e la riflessione la nostra fede nella presenza <strong>di</strong><br />

Dio, come pure la nostra carità operosa: “se<br />

parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,<br />

ma non avessi la carità, sarei come bronzo che<br />

rimbomba o come cimbalo che strepita” (1 Cor<br />

13,1).<br />

Esistono reti sociali che nell’ambiente <strong>di</strong>gitale<br />

offrono all’uomo <strong>di</strong> oggi occasioni <strong>di</strong> preghiera,<br />

me<strong>di</strong>tazione o con<strong>di</strong>visione della Parola <strong>di</strong> Dio.<br />

Ma queste reti possono anche aprire le porte ad<br />

altre <strong>di</strong>mensioni della fede. Molte persone stanno,<br />

infatti, scoprendo, proprio grazie a un contatto<br />

avvenuto inizialmente on line, l’importanza<br />

dell’incontro <strong>di</strong>retto, <strong>di</strong> esperienze <strong>di</strong> comunità<br />

o anche <strong>di</strong> pellegrinaggio, elementi sempre<br />

importanti nel cammino <strong>di</strong> fede. Cercando <strong>di</strong><br />

rendere il Vangelo presente nell’ambiente <strong>di</strong>gitale,<br />

noi possiamo invitare le persone a vivere incontri<br />

<strong>di</strong> preghiera o celebrazioni liturgiche in luoghi<br />

concreti quali chiese o cappelle.<br />

Non ci dovrebbe essere mancanza <strong>di</strong> coerenza o<br />

<strong>di</strong> unità nell’espressione della nostra fede e nella<br />

nostra testimonianza del Vangelo nella realtà in cui<br />

siamo chiamati a vivere, sia essa fisica, sia essa<br />

<strong>di</strong>gitale.<br />

Quando siamo presenti agli altri, in qualunque<br />

modo, noi siamo chiamati a far conoscere l’amore<br />

<strong>di</strong> Dio sino agli estremi confini della terra.<br />

Prego che lo Spirito <strong>di</strong> Dio vi accompagni e vi<br />

illumini sempre, mentre bene<strong>di</strong>co <strong>di</strong> cuore tutti voi,<br />

così che possiate essere davvero aral<strong>di</strong> e testimoni<br />

del Vangelo. “Andate in tutto il mondo e proclamate<br />

il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16, 15).<br />

Benedetto XVI<br />

Ra<strong>di</strong>o parrocchiale<br />

È in funzione la ra<strong>di</strong>o parrocchiale. Le trasmissione<br />

sono su bassa frequenza per cui, per ascoltare,<br />

serve un ricevitore apposito. Chi volesse acquistarlo<br />

(è un ottimo regalo per gli ammalati e anziani) lo<br />

può prenotare in sacrestia (costo € 50,00)<br />

21<br />

Attualità


Attualità<br />

22<br />

La fine del “NOI”. Ma per sopravvivere<br />

“CI” basta un sogno.<br />

E mentre il mondo cade a pezzi “IO”<br />

compongo nuovi spazi<br />

che “APPARTENGONO ANCHE A TE”.<br />

Si va a messa, si ascolta una lettura e non<br />

sempre si dorme, a volte si è resta colpiti da<br />

una frase. La prima domenica <strong>di</strong> quaresima,<br />

ad esempio, mentre si sopportava la lacerante<br />

campagna elettorale, una cosa mi è parsa<br />

avere una risonanza nuova. Dice Mosè in<br />

quella lettura: “Mio padre era un Araméo<br />

errante; scese in Egitto, vi stette come un<br />

forestiero con poca gente e vi <strong>di</strong>ventò una<br />

nazione grande. Gli Egiziani ci maltrattarono<br />

allora gridammo al Signore, e il Signore<br />

ascoltò, ci fece uscire dall’Egitto e ci <strong>di</strong>ede<br />

questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora<br />

io presento le primizie dei frutti del suolo che tu,<br />

Signore, mi hai dato» (Dent 26,5-11). Ho sentito<br />

parlare <strong>di</strong> “nazione” ed ho notato quei plurali: ci<br />

maltrattarono, gridammo, ci fece uscire, ci <strong>di</strong>ede,<br />

ed anche e ora io … È noto che il termine nazione<br />

nella Bibbia ha un significato sia politico che<br />

religioso che oggi potrebbe creare equivoci, ma<br />

comunque è pur sempre in ogni dove una entità<br />

collettiva. Tuttavia è <strong>di</strong>ssonante alle orecchie<br />

<strong>di</strong> oggi un leader che pensa al plurale (qui è<br />

Mosè ma perché non ricordare De Gasperi farsi<br />

carico umilmente degli errori non suoi dell’Italia<br />

fascista). Invece nel testo biblico siamo <strong>di</strong>ventati<br />

gran<strong>di</strong>, siamo stati maltrattati, e poi liberati come<br />

nazione. Mosè quin<strong>di</strong> davanti a Dio “ricorda”<br />

una storia collettiva, le bellezze e le bruttezza<br />

<strong>di</strong> un cammino e questo ricordo costruisce<br />

identità. Come in una coppia è bello ricordare<br />

le cose fatte insieme, il “noi” nasce dallo sforzo<br />

<strong>di</strong> costruire cose comuni. Ne abbiamo passate<br />

ma adesso siamo qui nella “nostra”casa. A volte<br />

è una identità con contrad<strong>di</strong>zioni, con cose <strong>di</strong><br />

cui vergognarsi, ma la prospettiva comune fa<br />

passare oltre i contrasti. Senza memoria invece<br />

siamo privi <strong>di</strong> identità, preda del primo che<br />

passa, iperconflittuali, in balìa della paura, in<br />

<strong>di</strong>fesa della “roba”. La memoria in Mosè <strong>di</strong>venta<br />

forza del presente, impegno per gli altri, per il<br />

suo popolo. E il suo popolo lo riconosce come<br />

suo rappresentante perché nella storia ci sta<br />

dentro, è nomade “insieme”. Mosè sta nella<br />

tenda come tutti, non sta nel bel palazzo. Se<br />

c’è la crisi la sente anche lui. Mosè ricorda che<br />

dopo che “gridammo”, Dio poi <strong>di</strong>ede a “noi”<br />

latte e miele. Con<strong>di</strong>vide il bello e il brutto. Il suo<br />

Siamo un popolo<br />

essere parte del suo popolo da parte <strong>di</strong> Mosè<br />

arriva al ringraziamento personale per un bene<br />

che è dato a tutti. “Io presento le primizie dei<br />

frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Io<br />

ringrazio per le ricchezze che tu, Signore, hai<br />

dato a “me”. Solo che la sua ricchezza, il suo<br />

benessere, è il bene del popolo. Il bene comune<br />

comporta che ciascuno ne goda ma lo rispetti,<br />

e ringrazi <strong>di</strong> averlo. Un ringraziamento che è<br />

sentimento e impegno per costruire la comunità.<br />

C’è un lieto fine: “il latte e il miele”, ma lo stile<br />

è quello del farsi carico, della responsabilità <strong>di</strong><br />

ciascuno per il tutto. Questo sguardo “cattolico”,<br />

attento al tutto è frutto dell’educazione ma<br />

genera a sua volta educazione: per un cristiano<br />

la scuola è nell’eucarestia, l’apice del “farsi<br />

carico” dei fratelli. Il contrario che continuare<br />

a <strong>di</strong>videre, emarginare, selezionare, come se<br />

questo portasse bene <strong>di</strong> qualche tipo. Anche<br />

questa logica della <strong>di</strong>visione può finire mai ed<br />

è, in negativo, educazione: ci sono popoli che<br />

vivono anni <strong>di</strong> guerra e o<strong>di</strong>o e non sanno più<br />

vivere in pace perché dall’o<strong>di</strong>o nasce una forma<br />

“<strong>di</strong>pendenza”. Il popolo della bibbia insomma<br />

ne ha fatte <strong>di</strong> cotte e <strong>di</strong> crude, ma i suoi capi<br />

sapevano con<strong>di</strong>videre, e lo sapevano raddrizzare<br />

perché avevano una visione per tutti. A Sanremo<br />

Gualazzi canta che per sopravvivere “ci” basta<br />

un sogno. Mentre Mengoni <strong>di</strong>ce che mentre il<br />

mondo cade a pezzi io compongo nuovi spazi<br />

e desideri, che “appartengono anche a te”. La<br />

ricostruzione insomma, l’uscita dall’affanno,<br />

esige sogni, aperture, e non egoismi.<br />

Giorgio


Nuovo Papa e Nuovo Parlamento<br />

Non è per mescolare il sacro con il profano, ma<br />

per una <strong>di</strong> quelle singolari coincidenze che la<br />

storia talvolta combina, gli italiani nella seconda<br />

metà del mese <strong>di</strong> febbraio 2013 hanno vissuto<br />

con trepidazione ed interesse due eventi <strong>di</strong> grande<br />

importanza. Il primo, <strong>di</strong> portata davvero storica, è<br />

rappresentato dalle <strong>di</strong>missioni del Papa Benedetto<br />

XVI; il secondo, non certo paragonabile al primo<br />

ma sul piano temporale davvero importante, le<br />

elezioni per il rinnovo del parlamento e del consiglio<br />

regionale della Lombar<strong>di</strong>a, con i rispettivi esiti.<br />

Non è naturalmente possibile un confronto <strong>di</strong>retto<br />

fra i due eventi, ma qualche elemento comune<br />

possiamo rilevarlo, anche se a contrariis.<br />

Innanzi tutto, il grande affetto e solidarietà riversati<br />

dai cattolici italiani sul Papa che se ne va, contrasta<br />

apertamente con la generale protesta contro la<br />

cosiddetta casta.<br />

Inutile sottolineare che la lotta agli sprechi è giusta,<br />

sia sul piano etico che come mezzo materiale per<br />

ridurre le tasse e migliorare i servizi.<br />

E’ normale che in campagna elettorale si scal<strong>di</strong>no<br />

gli animi e aumentino i toni, ma quella <strong>di</strong> quest’anno<br />

è stata davvero eccessivamente chiassosa, tanto da<br />

far tornare alla mente “Il re travicello”, una celebre<br />

poesia ottocentesca <strong>di</strong> Giuseppe Giusti, in cui un<br />

pezzo <strong>di</strong> ramo caduto dal cielo in uno stagno fu<br />

nominato re dai ranocchi: “Calò nel suo regno con<br />

grande fracasso, / le teste <strong>di</strong> legno fan sempre del<br />

chiasso”.<br />

Quale <strong>di</strong>fferenza con la serenità <strong>di</strong> Papa Ratzinger,<br />

la sua umiltà ed il suo desiderio <strong>di</strong> silenzio, e <strong>di</strong><br />

appartarsi nella preghiera e nella me<strong>di</strong>tazione!<br />

Un secondo aspetto è quello legato all’esigenza del<br />

rinnovamento, che investe tanto l’organizzazione<br />

ecclesiale che la società civile.<br />

Pare, almeno dall’esterno, che la struttura (laica)<br />

della Chiesa abbia copiato le cose meno belle<br />

tipiche del mondo della politica: lotte intestine<br />

ai vertici, scandali finanziari, scandali <strong>di</strong> natura<br />

morale, violazione della riservatezza persino della<br />

vita del Papa.<br />

Benedetto XVI non può aver vissuto bene tutti<br />

questi eventi, che hanno avuto grande risonanza<br />

me<strong>di</strong>atica in tutto il mondo, e che hanno pesato<br />

sulla sua decisione <strong>di</strong> abbandonare la guida della<br />

barca <strong>di</strong> Pietro.<br />

Non è trasparsa amarezza dalle parole del Papa,<br />

che pure hanno sollecitato un cambio <strong>di</strong> passo, ma<br />

una grande e serena speranza nell’illuminazione<br />

dello Spirito Santo per proiettare verso i fedeli e<br />

la società civile i veri valori insiti nella nostra fede.<br />

Anche il mondo della politica italiano ha iniziato il<br />

percorso del cambiamento.<br />

Sulla spinta dell’in<strong>di</strong>gnazione popolare per gli<br />

sprechi, le ruberie ed i personalismi i citta<strong>di</strong>ni, che<br />

nel loro complesso non sbagliano mai (come<br />

insegna la democrazia ispirata dalla libertà <strong>di</strong><br />

espressione delle proprie idee), hanno cambiato<br />

la faccia del Parlamento.<br />

Personaggi politici <strong>di</strong> lungo corso o segnati da<br />

qualche indegnità ad occupare l’alta carica<br />

parlamentare sono stati mandati a casa; è nato<br />

un nuovo raggruppamento, i “grillino”, che<br />

dovrà <strong>di</strong>mostrare sul campo la serietà delle<br />

proprie idee e la capacità <strong>di</strong> governo, nel pieno<br />

rispetto delle regole della democrazia.<br />

Vedremo se saranno portate avanti, e come,<br />

iniziative nell’interesse del vero bene comune:<br />

se il buon giorno si vede dal mattino, pare sia<br />

necessario con<strong>di</strong>re i dubbi con una buona dose<br />

<strong>di</strong> ottimismo.<br />

Fra qualche mese si dovrà procedere alla<br />

nomina del nuovo Capo dello Stato: arriverà<br />

prima la nomina del nuovo Papa, e la atten<strong>di</strong>amo<br />

con ansia e speranza.<br />

Anche questo è un fatto che il crocevia della storia<br />

ha riservato, quest’anno, al nostro Paese.<br />

Franco M.<br />

23<br />

Attualità<br />

Un rapido sguardo ai risultati elettorali<br />

nel nostro Comune.<br />

L’affluenza alle urne per le politiche, in due giornate<br />

fredde e nevose, è stata pari a quasi l’82% degli aventi<br />

<strong>di</strong>ritto, superiore alla me<strong>di</strong>a nazionale del 75%.<br />

Alle amministrative <strong>di</strong> un anno fa, la percentuale dei<br />

votanti era stata del 75%:<br />

Un poco più bassi i votanti per il rinnovo del consiglio<br />

regionale della Lombar<strong>di</strong>a: poco più del 79%.<br />

Non vi erano can<strong>di</strong>dati rovatesi per le politiche; tre,<br />

invece, i nostri can<strong>di</strong>dati al consiglio regionale, e<br />

nessuno è stato eletto.<br />

Difficile il confronto fra i voti espressi quest’anno rispetto<br />

al 2012, in cui si è votato per l’elezione del sindaco e<br />

del consiglio comunale.<br />

Diversa la situazione, <strong>di</strong>versa la composizione delle liste<br />

e gli interessi elettorale.<br />

Ha raccolto un buon numero <strong>di</strong> voti (quasi il 18%) la lista<br />

Movimento5Stelle, pur in assenza, a quanto risulta, <strong>di</strong><br />

una organizzazione sul territorio comunale.<br />

I partiti che nel 2012 hanno sostenuto la can<strong>di</strong>datura<br />

dell’attuale sindaco hanno raccolto<br />

il 45% dei voti rispetto al 35% <strong>di</strong><br />

un anno fa: ma è una valutazione<br />

assolutamente relativa, come detto,<br />

che comunque deve ancor più<br />

impegnare l’attuale amministrazione<br />

comunale nel pieno interesse della<br />

citta<strong>di</strong>nanza.


Scuola materna<br />

24<br />

Scuola dell’infanzia Maddalena <strong>di</strong> Canossa<br />

I bambini della scuola dell'infanzia<br />

“Maddalena <strong>di</strong> Canossa” accolti all’oratorio.<br />

Nel mese <strong>di</strong> gennaio il gruppo dei bambini<br />

della Scuola dell’Infanzia “Maddalena <strong>di</strong><br />

Canossa” ha fatto visita all’oratorio Don<br />

Bosco <strong>di</strong> <strong>Rovato</strong>. L’uscita <strong>di</strong>dattica aveva la<br />

finalità <strong>di</strong> conoscere l’ambiente dell’oratorio<br />

ma soprattutto poter scoprire la figura <strong>di</strong><br />

San Giovanni Bosco cui esso è de<strong>di</strong>cato. Al<br />

centro del cortile, <strong>di</strong>sposti in semicerchio i<br />

bambini hanno ascoltato la storia del Santo,<br />

comprendendo il ruolo significativo che questo<br />

sacerdote ha avuto nella creazione <strong>di</strong> luoghi<br />

d’aggregazione per i giovani ed il profondo<br />

amore che nutriva nei loro confronti.<br />

Questo potrebbe essere un suo identikit:<br />

Passione: Farsi accanto ad ogni persona, scoprire<br />

e sperimentare insieme a lei la cura che Dio ha<br />

per ciascuno ed annunciarlo a molti come Padre<br />

buono.<br />

Desiderio: Promuovere la crescita specialmente<br />

dei più poveri: educare, evangelizzare, assistere<br />

nella malattia...<br />

La sua intuizione: Coinvolgere ogni possibile<br />

energia nel suo progetto in cui impegna tutta se<br />

stessa per la realizzazione del Regno.<br />

Il suo orizzonte: è una persona ambiziosa<br />

e coraggiosa, raggiungere il mondo intero,<br />

"andare sino ai confini della terra" perchè Gesù<br />

sia conosciuto ed amato.<br />

Avete indovinato chi è?<br />

È S. Maddalena <strong>di</strong> Canossa<br />

Grazie all’aiuto <strong>di</strong> Don Gigi la scoperta<br />

dell’oratorio è proseguita negli spazi interni dove<br />

i bambini hanno visitato la piccola e graziosa<br />

Chiesetta, la grotta con la statua della Madonna<br />

<strong>di</strong> Lourdes, il parco giochi, la sala bar, il teatro<br />

( luogo da noi già conosciuto perché da alcuni<br />

anni ci accoglie per festeggiare gli auguri del<br />

Santo Natale) ed infine le aule <strong>di</strong> catechismo per<br />

i ragazzi. La visita è terminata nel vicino cortile<br />

della Caritas.<br />

I bambini della scuola dell'infanzia “Maddalena<br />

<strong>di</strong> Canossa”, le insegnanti e le madri Canossiane<br />

ringraziano <strong>di</strong> cuore per questa bellissima<br />

esperienza!!!<br />

8 maggio: Non tutti i sogni sono fantasia!<br />

Maddalena nasce a Verona il 1 marzo 1774,<br />

dalla nobile famiglia dei Canossa. Educata<br />

alla scuola della fede e del dolore, sceglie <strong>di</strong><br />

vivere per Dio Solo mettendosi al servizio dei<br />

poveri. Inizia così l'Opera <strong>di</strong> Carità con alcune<br />

compagne l'8 maggio 1808 a Verona, che<br />

otterrà poi l'approvazione pontificia dell'Istituto<br />

delle Figlie della Carità, iniziando poi anche<br />

l'Istituto dei Figli della Carità. Maddalena muore<br />

a Verona il 10 aprile 1835. Viene beatificata nel<br />

1941 da Pio XII e proclamata Santa nel 1988 da<br />

Giovanni Paolo II.<br />

Con la sua grande personalità e il suo esempio<br />

<strong>di</strong> vita ha fatto sì che le Canossiane/i continuino<br />

ad avere quella attenzione particolare rivolta<br />

ai poveri, cioè quelli che sentono il bisogno <strong>di</strong><br />

essere sostenuti, incoraggiati e guidati nella loro<br />

vita.


Anche qui a <strong>Rovato</strong> la nostra piccola fraternità<br />

vuole essere il segno <strong>di</strong> questa pre<strong>di</strong>lezione<br />

e <strong>di</strong> questa de<strong>di</strong>zione attraverso la scuola,<br />

l’accostamento ai malati, la catechesi, la<br />

preghiera con<strong>di</strong>visa.<br />

Se pensiamo a Maddalena oggi, essendo<br />

E’ stato un venerdì mattina dal sapore davvero<br />

speciale quello trascorso, l’8 febbraio, dai<br />

112 piccoli alunni della scuola dell’infanzia<br />

Maddalena <strong>di</strong> Canossa in occasione della<br />

conclusione del progetto <strong>di</strong> educazione stradale<br />

realizzato con la collaborazione della polizia <strong>di</strong><br />

Chiari. Una giornata in cui i bambini hanno potuto<br />

conoscere la piazza e le vie principali del centro<br />

<strong>di</strong> <strong>Rovato</strong>, mettendo in pratica le regole egole apprese<br />

a scuola grazie agli insegnamenti nti<br />

dei due agenti della stradale:<br />

sig. Mastrototaro e sig. Porcaro.<br />

Questa iniziativa, insieme ad<br />

altre, è stata programmata<br />

dalle insegnanti all’interno<br />

del progetto <strong>di</strong>dattico per<br />

l’anno scolastico 2012/2013<br />

intitolato “Gi ROVATando: un<br />

viaggio alla scoperta del paese”.<br />

L’uscita si è svolta in prossimità<br />

del carnevale ed ogni bambino,<br />

vista l’occasione, ha realizzato<br />

il proprio “costume”: un cartello<br />

stradale. Ad accompagnarli: le e<br />

insegnanti, i poliziotti, le mamme e<br />

rappresentanti <strong>di</strong> sezione e la a<br />

preziosa collaborazione dei ei<br />

Gi ROVATando<br />

“marchesa”, sarebbe una “donna in carriera”,<br />

ricca, che può permettersi tutto, invece è stata<br />

una donna capace <strong>di</strong> lasciare tutti i suoi beni,<br />

le sue sicurezze, le possibilità per vivere e<br />

testimoniare un sogno più grande: l’amore <strong>di</strong><br />

Dio ad ogni fratello che incontrava nel borgo<br />

<strong>di</strong> San Zeno (Verona).<br />

Nelle parole a lei de<strong>di</strong>cate dal Papa<br />

Giovanni Paolo II si è sentito l’eco delle<br />

beatitu<strong>di</strong>ni: “Beati i poveri in spirito, perché<br />

<strong>di</strong> essi è il Regno dei cieli”; S. Maddalena<br />

attraverso la sua esperienza ci lascia<br />

una sua testimonianza <strong>di</strong> vita:“Cristo<br />

non è amato, perché non è conosciuto”.<br />

L’8 maggio è per noi festa che ci ricorda<br />

questo che è il suo messaggio e il “sogno”<br />

che siamo chiamati ad abbracciare anche<br />

noi oggi facendolo <strong>di</strong>ventare, nei piccoli<br />

gesti <strong>di</strong> ogni giorno, una possibile realtà.<br />

m. Alessandra<br />

commercianti <strong>di</strong> piazza Cavour che hanno<br />

preso parte alla realizzazione <strong>di</strong> una mappa del<br />

tragitto effettuato donando ad ogni bambino il<br />

logo del proprio negozio. La scuola è <strong>di</strong>ventata<br />

l’occasione <strong>di</strong> apprendere… <strong>di</strong>vertendosi e<br />

questo è stato motivo <strong>di</strong> gioia per gran<strong>di</strong> e<br />

bambini! Viva la scuola che Gi Rovatando<br />

apprende… <strong>di</strong>vertendosi!!!<br />

25<br />

Scuola materna


Cronaca<br />

26<br />

S. Rocco: l’organo restaurato<br />

Dalla fine <strong>di</strong> febbraio è in corso il tanto sospirato<br />

montaggio dell’organo Perolini nella chiesa<br />

<strong>di</strong> S.Rocco. Prima si è provveduto a lucidare<br />

la magnifica cassa lignea e tinteggiato il<br />

fondo. Nel locale a<strong>di</strong>acente è stato bonificato<br />

il solaio dove sono ora montati i tre mantici<br />

originali, il nuovo elettroventilatore ed è pure<br />

stato ripristinato l’antico sistema <strong>di</strong> caricamento<br />

manuale con carrucole. Sono stati riposizionati i<br />

somieri collegandoli ai numerosi rispettivi tiranti<br />

<strong>di</strong> tastiera e pedaliera.<br />

La trasmissione è completamente meccanica.<br />

Al momento <strong>di</strong> andare in stampa col bollettini<br />

si stanno sistemando sui relativi somieri tutte le<br />

canne <strong>di</strong> metallo che, secondo l’organaro che<br />

le ha restaurate, hanno un suono bellissimo. Ciò<br />

è dovuto ad un’antica e raffinata fabbricazione<br />

e che per fattura e materiali usati (la facciata<br />

è composta <strong>di</strong> stagno a più del 90%) è molto<br />

somigliante ad organi più antichi <strong>di</strong> fine ‘700.<br />

Era il periodo in cui la zona della provincia <strong>di</strong><br />

Bergamo, da dove proviene il nostro costruttore,<br />

era ben fornita <strong>di</strong> organi preziosi. Per esempio<br />

nel santuario della Madonna <strong>di</strong> Ardesio (paese<br />

poco <strong>di</strong>stante da Villa d’Ogna dove era la sede<br />

del Perolini) vi era un gran<strong>di</strong>oso organo Rogantino<br />

del 1636. Quest’ultimo era un punto <strong>di</strong> riferimento,<br />

naturalmente non l’unico, per gli organari<br />

bergamaschi che andavano formandosi nel ‘700.<br />

Originale <strong>di</strong> quell’organo, purtroppo rimane ora<br />

solo la facciata, da cui si deduce che per bellezza<br />

del suono, qualità del metallo, i rapporti <strong>di</strong><br />

grandezza tra <strong>di</strong>ametro delle canne e grandezza<br />

delle bocche, a detta degli specialisti, il tutto porta<br />

all’organo rinascimentale lombardo <strong>di</strong> Facchetti e<br />

degli Antegnati. Che <strong>di</strong>re… “ne sentiremo delle<br />

belle!!!”.<br />

Un rammarico è quello <strong>di</strong> non aver messo mano<br />

prima al restauro <strong>di</strong> questo gioiello che negli anni<br />

’60 già non funzionava. “Meglio tar<strong>di</strong> che mai!!”.<br />

Quando leggerete queste righe probabilmente<br />

avrete già la possibilità <strong>di</strong> gustarne le melo<strong>di</strong>e.<br />

Buon ascolto.<br />

L.S.<br />

La Ricchino apre a nuove espressioni artistiche<br />

Innovativo Concorso <strong>di</strong> Tornitura Lignea<br />

presso la Scuola d’Arti e Mestieri<br />

“F.Ricchino” <strong>di</strong> <strong>Rovato</strong> previsto per sabato<br />

20 e domenica 21 Aprile 2013<br />

“Un bosco italiano”: questo il titolo del particolare<br />

evento che si prefigge <strong>di</strong> coinvolgere artisti<br />

appassionati e motivati a far emergere, oltre alla<br />

propria abilità, anche il valore delle materie prime<br />

e delle risorse del nostro territorio. Nei nostri boschi<br />

impariamo ad osservare qualcosa in più dei giochi<br />

<strong>di</strong> luce e <strong>di</strong> aromi, delle forme e del brulicare<br />

della vita: l’espressione <strong>di</strong> nuove figure attraverso<br />

gli interpreti per eccellenza delle potenzialità del<br />

legno:i tornitori.<br />

Forum (come legnofilia, il legno, l'arca <strong>di</strong> legno<br />

ecc.), Social, passaparola e me<strong>di</strong>a raccoglieranno<br />

nell’ambiente ideale della Scuola Ricchino un<br />

sodalizio <strong>di</strong> artisti concentrati a con<strong>di</strong>videre<br />

esperienze, tecniche e sensibilità artistiche.<br />

Il concorso <strong>di</strong> tornitura, annunciato, descritto<br />

e normato nell’apposita sezione del sito www.<br />

scuolaricchino.org, con vincolo primario all’uso<br />

<strong>di</strong> legni italiani, prevede due categorie: Tornitura<br />

monocroma e policroma<br />

Programma.<br />

Sabato 20 Aprile 2013<br />

Ore 14,00: apertura della Galleria del concorso<br />

Nell’arco dell’intero pomeriggio si terranno<br />

<strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong> tornitura.


Ore 19,00:chiusura della Galleria del Concorso<br />

Domenica 21 Aprile 2013<br />

Ore 10,00: apertura della Galleria del concorso<br />

Durante la mattinata si terranno <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong><br />

tornitura.<br />

Ore 12,00: chiusura della Galleria del Concorso<br />

Ore 14,00: apertura della Galleria del concorso<br />

Ore 15,00: convegno\conferenza “La tornitura: un<br />

pensiero nel bosco…”, i relatori saranno anche i<br />

componenti della giuria: F. Tad<strong>di</strong>a (Dir. <strong>di</strong>dattico)<br />

D.Castelvedere (Dir.artistico) S.Brescianini(docente<br />

<strong>di</strong> falegnameria) Richard (tornitore e organizzatore<br />

evento) Roberto Cecconello (tornitore e organizzatore<br />

evento) Emilio (tornitore)<br />

Ore 17,00: cerimonia <strong>di</strong> premiazione delle opere<br />

vincitrici<br />

Ore 18,00: rinfresco, offerto dalla Pasticcieria Liris<br />

<strong>di</strong> <strong>Rovato</strong>, e saluti.<br />

Ore 20,00: chiusura della Manifestazione<br />

Per partecipare al Concorso è necessario il rispetto<br />

<strong>di</strong> alcune regole fondamentali:<br />

1) L’Opera deve essere frutto <strong>di</strong> tornitura;<br />

2) L’opera deve essere originata solo da un<br />

bosco italiano (almeno per i 2/3 per la sezione<br />

policromia);<br />

Campi estivi <strong>di</strong> volontariato internazionale<br />

Dopo un inverno freddo e piovoso si guarda<br />

all’estate con attesa e speranza; l’estate<br />

infatti è tempo <strong>di</strong> vacanza e <strong>di</strong> riposo<br />

ma può anche essere un periodo <strong>di</strong><br />

solidarietà e crescita.<br />

Le Acli infatti, attraverso la loro<br />

Organizzazione Non Governativa<br />

Ipsia (Istituto Pace Sviluppo<br />

Innovazione delle Acli) promuovono<br />

anche per l’estate 2013 il progetto<br />

<strong>di</strong> volontariato internazionale “Terre<br />

e libertà”: campi <strong>di</strong> 2 o 3 settimane <strong>di</strong><br />

animazione tra<strong>di</strong>zionale e sportiva e campi <strong>di</strong><br />

lavoro in Bosnia, Kosovo, Albania, Brasile, Kenya,<br />

Mozambico.<br />

Il progetto, rivolto prevalentemente a giovani (a<br />

partire dai 16 anni) interessati a sperimentarsi,<br />

a cambiare, a conoscere realtà <strong>di</strong>verse, propone<br />

un’esperienza <strong>di</strong> vita comunitaria e <strong>di</strong> servizio<br />

volontario molto significativa, sia sul piano umano<br />

che formativo.<br />

I numerosissimi volontari che sono partiti in questi<br />

quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> “Terre e Libertà” erano convinti che<br />

sarebbero andati ad aiutare qualcun altro mentre<br />

il più delle volte sono tornati avendo ricevuto in<br />

dono un’esperienza importante per la propria vita,<br />

che insegna ad adattarsi alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita in<br />

3) Tutta l’Opera deve essere eseguita dal<br />

concorrente;<br />

4) I concorrenti possono presentare una sola<br />

Opera per ogni sezione del concorso;<br />

5) La Giuria terrà conto del design e<br />

l'adeguatezza dei materiali utilizzati, eccellenza<br />

tecnica, originalità e la <strong>di</strong>fficoltà delle tecniche<br />

impiegate e la qualità <strong>di</strong> finitura;<br />

6) La decisione dei giu<strong>di</strong>ci sarà definitiva e<br />

vincolante per tutti i concorrenti;<br />

7) L’opera presentata in concorso deve essere<br />

ine<strong>di</strong>ta.<br />

I moduli <strong>di</strong> iscrizione, <strong>di</strong>sponibili sul sito, vanno<br />

allegati all’Opera e l’insieme, confezionato<br />

adeguatamdente e contrassegnato in modo<br />

chiaro con il nome del concorrente e l'in<strong>di</strong>rizzo,<br />

deve pervenire entro il giorno 19/4/2013<br />

presso Econimo Pietro, Via della Resistenza 1 -<br />

Erbusco (BS).<br />

I partecipanti potranno alloggiare presso Agriturismo<br />

Cascina Carretto a Erbusco www.<br />

cascinacarretto.it e Bed and Breakfast IL DOSSO<br />

a Timoline <strong>di</strong> Cortefranca www.bb-ildosso.it<br />

tramite una convenzione con la Scuola secondo le<br />

in<strong>di</strong>cazioni pubblicate sul sito.<br />

un paese <strong>di</strong>verso dal proprio, a conoscere<br />

con rispetto altri popoli, con le loro<br />

usanze e la loro storia, spesso <strong>di</strong>fficile<br />

e tormentata dalla guerra o dalla<br />

povertà, mettersi in gioco sia con i<br />

propri compagni <strong>di</strong> equipe, ovvero<br />

gli altri volontari italiani, ma anche<br />

e soprattutto con i bambini e tutte le<br />

persone che si incontrano durante il<br />

campo. L’esperienza estiva <strong>di</strong>venta<br />

quin<strong>di</strong> un’occasione per impegnarsi a<br />

fare qualcosa <strong>di</strong> concreto a chi desidera<br />

attivarsi in prima persona <strong>di</strong>vertendosi:<br />

animazione e gioco con i bambini, attività sportiva<br />

e con<strong>di</strong>visione del lavoro sono le principali attività,<br />

attraverso le quali i volontari intrecciano reti e<br />

relazioni <strong>di</strong> pace, imparano insieme agli altri e<br />

approfon<strong>di</strong>scono la conoscenza dei vari contesti.<br />

Anche il circolo Acli <strong>di</strong> <strong>Rovato</strong> e l’Associazione<br />

Ipsia Brescia Onlus sostengono questa iniziativa e<br />

la consigliano a tutti quei giovani che hanno voglia<br />

<strong>di</strong> passare un’estate <strong>di</strong>versa che cambierà la loro<br />

vita.<br />

Per tutte le informazioni su perio<strong>di</strong>, località e<br />

costi: www.terreliberta.org oppure ipsia.brescia@<br />

aclibresciane.it<br />

Licia L.<br />

27<br />

Cronaca


Cronaca<br />

28<br />

Proposta <strong>di</strong> pellegrinaggio<br />

E se facessimo un pellegrinaggio Parroc-<br />

chiale?!<br />

Come parrocchia, dopo aver ricevuto richieste,<br />

stimoli, da varie persone che hanno vissuto negli<br />

anni passati o con altre comitive belle e profonde<br />

esperienze <strong>di</strong> viaggi, meglio <strong>di</strong>re pellegrinaggi,<br />

abbiamo pensato <strong>di</strong> provare a pensare all’idea<br />

<strong>di</strong> fare un pellegrinaggio parrocchiale in qualche<br />

luogo significativo e non proprio raggiungibile<br />

da tutti in questo anno della Fede! Certo i tempi<br />

e le finanze non sono proprio dei più flori<strong>di</strong> e<br />

migliori per fare un viaggio/ pellegrinaggio…<br />

però l’idea <strong>di</strong> pensarci, <strong>di</strong> parlarne, senza<br />

obblighi, credo che possa essere una bella idea.<br />

Stare assieme, visitare qualche luogo interessante<br />

e che fa crescere nella fede sicuramente non fa<br />

male, anzi!<br />

Dove andare? Non lo sappiamo! Parliamone e<br />

ve<strong>di</strong>amo insieme una meta che potrebbe essere<br />

interessante. La nostra Brevivet, agenzia <strong>di</strong><br />

viaggi <strong>di</strong> Brescia ci ha fatto questa proposta per<br />

settembre ottobre. Cosa ne pensiamo?<br />

Chi fosse interessato mi cerchi per fare due parole<br />

e pensare assieme… entro fine maggio.<br />

Don Roberto<br />

Fatima e Santiago de Compostela 2013<br />

Voli <strong>di</strong> linea da Milano 5 giorni (4 notti)<br />

Quota in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> partecipazione Euro 895,00 per persona (circa)<br />

Quota in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> gestione pratica Euro 35,00<br />

N.B.: Documenti - E' necessario un documento d'identità valido.<br />

Festa grande a S. Giuseppe e a S. Andrea<br />

Domenica 17 marzo le comunità <strong>di</strong> S.Giuseppe<br />

e <strong>di</strong> S.Andrea hanno accolto il nuovo parroco<br />

mons. Gian Mario Chiari e don Mario Lancini<br />

come curato delle parrocchie <strong>di</strong> S.Andrea (dove<br />

risiederà) S.Giuseppe, S.Maria Assunta, Lodetto<br />

e Bargnana.<br />

La liturgia <strong>di</strong> immissione è stata presieduta dal<br />

vicario generale della <strong>di</strong>ocesi mons. Gianfranco<br />

Mascher. La gioia e il calore con cui le comunità<br />

hanno accolto i sacerdoti sono una promettente<br />

garanzia per un cammino pastorale all’insegna<br />

della con<strong>di</strong>visione e della comunione.


La primavera 2013 <strong>di</strong> CIRCONDIAMOCI<br />

La prossima primavera Circon<strong>di</strong>amoci riveste<br />

<strong>Rovato</strong> <strong>di</strong> molti eventi significativi.<br />

Dopo la festa <strong>di</strong> presentazione domenica<br />

24 febbraio, e' iniziata la terza stagione dei<br />

laboratori <strong>di</strong> arti circensi: clowneria a S.Andrea,<br />

giocoleria a Lodetto, giocoleria, trampoli e ballo<br />

a <strong>Rovato</strong> centro. David, insegnante del ballo <strong>di</strong><br />

Michael Jackson, ha avuto un grande successo:<br />

vederlo ballare suscita gran<strong>di</strong> entusiasmi ed il<br />

suo corso si è riempito in poco tempo. Al via<br />

anche il corso <strong>di</strong> trampoli che prevede, nelle<br />

prime due lezioni, la costruzione degli attrezzi<br />

con l'aiuto dei papà dei ragazzi che si sono<br />

iscritti. Ormai una tra<strong>di</strong>zione i corsi <strong>di</strong> Giocoleria,<br />

pirami<strong>di</strong> umane e clowneria con Giulia e Laura.<br />

A maggio, lo spettacolo. I corsi rappresentano,<br />

come il progetto vuole, sia un'occasione <strong>di</strong><br />

appren<strong>di</strong>mento, <strong>di</strong>vertimento ed integrazione<br />

rivolta a bambini e ragazzi, anche <strong>di</strong>sabili, al<br />

<strong>di</strong> fuori della scuola e in luoghi già de<strong>di</strong>cati<br />

all'incontro; sia un occasione <strong>di</strong> impegno, cioè<br />

<strong>di</strong> “genitorialità sociale” per i genitori che<br />

assumono un ruolo attivo per sostenere una<br />

buona crescita dei ragazzi del nostro territorio.<br />

Proprio in riferimento al tema genitori,<br />

Circon<strong>di</strong>amoci e andato alla ricerca <strong>di</strong><br />

esperienze educative "<strong>di</strong> spessore". Abbiamo<br />

trovato don Lorenzo Milani: prete fiorentino<br />

vissuto tra il 1923 e il 1967. Appartenente<br />

ad una delle 13 famiglie più ricche <strong>di</strong> Firenze,<br />

entra in seminario e <strong>di</strong>venta prete. Portatore<br />

<strong>di</strong> un messaggio troppo provocatorio per quel<br />

tempo, venne mandato a Barbiana, nel Mugello,<br />

una frazione persa tra i monti, <strong>di</strong> poche case e<br />

una manciata <strong>di</strong> abitanti. Lì don Lorenzo crea<br />

per i ragazzi del posto una scuola e un metodo<br />

educativo che sarebbero <strong>di</strong>ventati importante<br />

in tutto il mondo. Il celebre motto milaniano, “I<br />

care” che significa “mi riguarda, mi interessa”,<br />

interpreta per intero il suo messaggio.<br />

Nell'ottobre scorso Circon<strong>di</strong>amoci ha organizzato<br />

una gita a Barbiana cui hanno partecipato 72<br />

persone <strong>di</strong> <strong>Rovato</strong>, tra adulti e bambini; in una<br />

bellissima giornata <strong>di</strong> sole abbiamo visitato il<br />

luogo e assaporato la sua carica emotiva: la<br />

strada per arrivarci, necessariamente a pie<strong>di</strong>,<br />

la scuola, la chiesa, la piscina costruita dagli<br />

allievi <strong>di</strong> don Milani, il pergolato dove don<br />

Lorenzo durante la stagione estiva faceva scuola<br />

e con i suoi ragazzi, ha scritto "Lettera ad una<br />

professoressa", "L'obbe<strong>di</strong>enza non è più una<br />

virtù" e molti altri testi. Abbiamo anche visitato il<br />

cimitero, visto la tomba dove è seppellito, accanto<br />

alla sua fedele Eda. Tutto questo in un fazzoletto<br />

<strong>di</strong> terra. Radunati in chiesa, perché nella scuola<br />

non ci stavamo, un suo vero allievo, Agostino,<br />

ci ha raccontato <strong>di</strong> lui e della sua scuola un<br />

sacco <strong>di</strong> cose davvero belle, che ci hanno<br />

riempito la mente e anche il cuore. Il "metodo<br />

<strong>di</strong> Barbiana" e unico nel suo genere, non è<br />

ripetibile, ma continua ad essere una grande<br />

provocazione per il messaggio educativo che<br />

continua a lanciare ad ogni ragazzo, alla<br />

scuola, alla Chiesa, al mondo.<br />

A <strong>Rovato</strong> l'Istituto Comprensivo statale è<br />

intitolato a don Milani. Tutti lo sapevano,<br />

forse senza conoscere il personaggio: ecco<br />

una grande occasione per <strong>di</strong>ffonderne il<br />

messaggio! Con tanti genitori <strong>di</strong>sponibili e la<br />

scuola, Circon<strong>di</strong>amoci sta organizzando un<br />

percorso <strong>di</strong> eventi:<br />

A febbraio, il collegio docenti della scuola e'<br />

stato de<strong>di</strong>cato a don Milani: il dottor Domenico<br />

Simeone, docente <strong>di</strong> Pedagogia Sociale<br />

dell'università Cattolica del Sacro Cuore <strong>di</strong><br />

Milano ha tenuto una splen<strong>di</strong>da lezione sulla<br />

figura e sulla pedagogia milaniana.<br />

Ad aprile e maggio: nelle <strong>di</strong>verse se<strong>di</strong> scolastiche<br />

<strong>di</strong> <strong>Rovato</strong> centro e frazioni che, per l'occasione,<br />

saranno arricchiti <strong>di</strong> murales e cartelli che<br />

serviranno a riconoscere il messaggio <strong>di</strong> don<br />

Milani e la sua famosa frase "I care", ci saranno<br />

momenti <strong>di</strong> festa. A chiudere gli eventi, il 4<br />

maggio una grande festa sugli spalti, presso<br />

l’ingresso della scuola primaria, con tanto <strong>di</strong><br />

rappresentazione teatrale curata dai genitori.<br />

Tutti i testi scritti da don Milani e dai suoi allievi<br />

saranno donati dai genitori alla biblioteca della<br />

scuola. Da Barbiana e' in arrivo anche la mostra<br />

fotografica curata dagli allievi <strong>di</strong> don Milani,<br />

che sarà esposta durante i festeggiamenti.<br />

Il progetto Circon<strong>di</strong>amoci, nella preparazione<br />

<strong>di</strong> questi eventi desidera coinvolgere e avere<br />

l'aiuto dei genitori che lo desiderano. (Per info<br />

e <strong>di</strong>sponibilità: 335.8025134)<br />

Gabri M.<br />

29<br />

Cronaca


Parrocchia Parrocchia S.Giovanni Bosco Bosco<br />

Anagrafe<br />

30<br />

PIERNO REBECCA<br />

<strong>di</strong> Christian e CHiari Silvia<br />

Offerte<br />

al fonte battesimale<br />

PEDROCCA MARIKA<br />

<strong>di</strong> Diego e Samanta Burini<br />

Pesca € 955,00<br />

Tombola € 802,00<br />

Classe 1958 in memoria <strong>di</strong> Taveri Virgilio € 180,00<br />

GILARDI BENEDETTA<br />

<strong>di</strong> Stefano e Parrinello Vitalba<br />

n. 16.8.2012 b. 3.2.2013<br />

FOGLIATA FILIPPO<br />

<strong>di</strong> Michele e Ghislotti Alessia<br />

nella pace <strong>di</strong> Cristo<br />

VENTURA PAOLO<br />

<strong>di</strong> anni 91<br />

al fonte battesimale<br />

PIRAS CRISTIAN<br />

<strong>di</strong> Marco e Facchi Monica<br />

n. 3.10.2012 b. 10.3.2013<br />

ROLFI GAIA<br />

<strong>di</strong> Lorenzo e Rizzini Ilaria Federica<br />

n. 3.11.2012 b. 10.3.2013<br />

TAVERI VIRGILIO<br />

<strong>di</strong> anni 55<br />

La nascita <strong>di</strong> un bambino è una bella notizia da dare, doverosamente, a tutta la comunità. Perciò invitiamo tutte le neo-mamme a telefonare<br />

ai sacerdoti l’avvenuta nascita del figlio per suonare le campane il mattino seguente alle ore 9.00<br />

KONADU KWADWO<br />

<strong>di</strong> anni 42<br />

m. 3.2.2013 (GHANA)<br />

ANGELO PAOLO<br />

NEMBRINI<br />

<strong>di</strong> anni 68<br />

m. 16.2.2013<br />

nella pace <strong>di</strong> Cristo<br />

GIUSEPPE LANCINI<br />

<strong>di</strong> anni 78<br />

m. 4.2.2013<br />

CATERINA NOLI<br />

ved. Pighetti<br />

<strong>di</strong> anni 82<br />

m. 23.2.2013<br />

(Bargnana)<br />

ROSA GHITTI<br />

in Morelli<br />

<strong>di</strong> anni 67<br />

m. 12.2.2013<br />

LUIGINA DOTTI<br />

ved. Giovanni Conter<br />

<strong>di</strong> anni 74<br />

m. 22.2.2013<br />

ALESSANDRO LAMBERTI<br />

<strong>di</strong> anni 40<br />

m. 13.2.2013<br />

GIUSEPPE PETRONILLO<br />

FACCHI<br />

<strong>di</strong> anni 78<br />

m. 4.3.2013


Parrocchia<br />

In memoria <strong>di</strong> Lancini Giuseppe € 200,00<br />

In memoria <strong>di</strong> Ghitti Rosa € 150,00<br />

In memoria <strong>di</strong> Bertocchi Iride € 50,00<br />

Offerte per tridui € 555,00<br />

In occasione del Battesimo € 50,00<br />

Gruppo Alpini € 200,00<br />

In memoria <strong>di</strong> Facchi Giuseppe € 200,00<br />

In memoria <strong>di</strong> Dotti Luigina € 500,00<br />

<strong>Oratorio</strong><br />

In memoria <strong>di</strong> Dotti Luigina € 200,00<br />

S. Rocco<br />

NN per ceri € 50,00<br />

In memoria <strong>di</strong> Dotti Luigina € 300,00<br />

Sala Comunità<br />

NN € 100,00<br />

NN € 100,00<br />

O.D.I.A. € 200,00<br />

Santo Stefano<br />

NN € 100,00<br />

Un bene per tutta la Chiesa<br />

Preve<strong>di</strong>bili cambiamenti significativi<br />

Passata l’emozione del momento, rimane<br />

ferma e certa una impressione: l'ottima scelta<br />

compiuta dal collegio car<strong>di</strong>nalizio eleggendo<br />

papa l'arcivescovo <strong>di</strong> Buenos Aires Jorge Mario<br />

Bergoglio, un nome che non era fra quelli più<br />

gettonati e noti. Perché si ritiene la sua elezione<br />

un rande e sorprendente bene per la Chiesa?<br />

Perché ci sono alcune semplicissime, imme<strong>di</strong>ate e<br />

incontestabili ragioni per comprendere che sarà<br />

un pontificato secondo le attese dell'ora presente<br />

segnata da un paradosso: constatare come<br />

nel Vangelo <strong>di</strong> Cristo, e nella visione cristiana<br />

dell'esistenza, ci siano le risposte per le ansie e<br />

le domande egli uomini e delle donne <strong>di</strong> ogni<br />

paese del mondo, e come sia <strong>di</strong>fficile far suonare<br />

la parola cristiana, per stanchezza, pesantezza,<br />

fatica.<br />

Ogni povero prete in cura d'anime si confronta<br />

quoti<strong>di</strong>anamente, con gioia e sofferenza, con<br />

questo paradosso, col rischio <strong>di</strong> far prevalere<br />

la tentazione della chiusura, dello scoramento<br />

malinconico e la conseguente per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> speranza.<br />

Il nuovo Papa, con le poche parole e gesti del suo<br />

esor<strong>di</strong>o nella missione <strong>di</strong> successore <strong>di</strong> Pietro, ha<br />

fatto intravedere segni <strong>di</strong> speranza.<br />

Prima <strong>di</strong> tutto nella scelta del nome che ci rimanda<br />

al poverello <strong>di</strong> Assisi, ed è in<strong>di</strong>cativa del desiderio<br />

<strong>di</strong> una Chiesa più ancorata all'essenziale, alla<br />

povertà, al Vangelo, alla vicinanza ai più poveri<br />

ed emarginati.<br />

In secondo luogo si è presentato innanzitutto come<br />

Vescovo <strong>di</strong> Roma e, in quanto tale, riferimento <strong>di</strong><br />

unità <strong>di</strong> tutta la Chiesa: un richiamo ecclesiologico<br />

importante che riporta il pontificato nella sua<br />

vera <strong>di</strong>mensione, strappandolo a ogni sospetto <strong>di</strong><br />

potere temporale.<br />

Né va sottovalutata la preghiera silenziosa della<br />

gente per Lui prima <strong>di</strong> ricevere la sua prima<br />

bene<strong>di</strong>zione apostolica: è stata una eloquente<br />

spiegazione del significato del ministero<br />

gerarchico che è finalizzato alla santità del<br />

Popolo <strong>di</strong> Dio: pastori e laici camminano insieme<br />

verso una sola meta, sostenendosi gli uni gli altri.<br />

Papa Francesco, inoltre, è un gesuita che ha<br />

alle spalle stu<strong>di</strong> non solo teologici ma anche in<br />

scienze profane: saprà continuare bene il <strong>di</strong>alogo<br />

fra fede e scienza e l'incontro fra culture <strong>di</strong>verse<br />

da quella cristiana: darà certo una spinta non<br />

in<strong>di</strong>fferente alla costruzione <strong>di</strong> quella "civiltà<br />

cattolica" <strong>di</strong>venuta, con i pontificati da Paolo VI<br />

in poi, "civiltà dell'amore".<br />

Infine viene dall'Argentina, un Paese; che ho<br />

potuto conoscere alla fine degli anni Settanta<br />

per i rapporti avuti con un gruppo <strong>di</strong> "profughi”<br />

argentini, perseguitati politici. Più recentemente<br />

ho potuto conoscere la Chiesa argentina<br />

grazie al “gemellaggio" fra la Casa della<br />

gioventù <strong>di</strong> Santiago del Estero dove opera suor<br />

Saveria Menni e la Famiglia universitaria della<br />

Fondazione Tovini. Ho avuto modo <strong>di</strong> constatare<br />

la vivacità della Chiesa cattolica <strong>di</strong> quella nazione<br />

latinoamericana: sono certo che il Papa che viene<br />

da quella Chiesa porterà una ventata <strong>di</strong> maggior<br />

freschezza ed entusiasmo anche alle vecchie<br />

Chiese europee.<br />

(Gabriele Filippini – da La Voce del Popolo)<br />

31<br />

Offerte


32<br />

Calendario Liturgico Pastorale<br />

MARZO 2013<br />

24 DOMENICA delle PALME<br />

inizio Sante quarantore<br />

25 LUNEDÍ santo: sante quarantore<br />

in parrocchia ore 20.30 confessioni per giovani e adolescenti<br />

26 MARTEDÌ santo: ore 20.00 messa conclusione Sante quarantore<br />

27 MERCOLEDÌ santo: ore 20.00 recita del rosario al Crocifisso <strong>di</strong> via Cantù<br />

28 GIOVEDÌ SANTO: inizio Triduo Pasquale<br />

29 VENERDÌ SANTO: astinenza e <strong>di</strong>giuno<br />

30 SABATO SANTO<br />

31 DOMENICA DI PASQUA<br />

APRILE 2013<br />

1 LUNEDÌ dell’ANGELO: orario festivo parrocchia messe ore 7.00-8.15- 9.30<br />

San Rocco messa ore 10.30 - Santo Stefano ore 16.30 vespro; ore 17.00 S.Messa<br />

7 DOMENICA II <strong>di</strong> PASQUA<br />

8 Solennità liturgica dell’ANNUNCIAZIONE<br />

ore 20.00 fiaccolata da S. Stefano al monte e santa Messa al convento<br />

12 VENERDÌ: ore 20.30, all’oratorio, incontro genitori gruppo Betlemme<br />

14 DOMENICA III <strong>di</strong> PASQUA<br />

ore 15.00 all’oratorio, incontro genitori gruppo Betlemme<br />

20 SABATO: ore 20.30 preghiera e omaggio alla Madonna <strong>di</strong> Santo Stefano<br />

dei ragazzi e genitori gruppo Cafarnao<br />

21 DOMENICA IV <strong>di</strong> PASQUA 50ª giornata mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> preghiera per le vocazioni<br />

Prime confessioni in parrocchia ore 15.00 ragazzi gruppo Cafarnao<br />

25 GIOVEDÌ: festa <strong>di</strong> san Marco evangelista<br />

68° anniversario della Liberazione<br />

26 VENERDÌ: 33° anniversario della morte <strong>di</strong> Mons. Luigi Zenucchini<br />

28 DOMENICA V <strong>di</strong> PASQUA<br />

MAGGIO 2013<br />

1 MERCOLEDÌ: San Giuseppe Lavoratore, messa apertura mese <strong>di</strong> maggio<br />

a santo Stefano ore 20.00<br />

3 VENERDÌ: festa dei santi Filippo e Giacomo apostoli<br />

primo venerdì del mese, adorazione eucaristica e comunioni anziani e ammalati<br />

ore 20.30, all’oratorio, incontro genitori gruppo Betlemme<br />

5 DOMENICA VI <strong>di</strong> PASQUA<br />

ore 15.00, all’oratorio, incontro genitori gruppo Betlemme<br />

ritiro ragazzi, genitori, padrini e madrine del gruppo Emmaus a Brescia<br />

presso Padri Piamarta<br />

8 MERCOLEDÌ: Santa Maddalenna <strong>di</strong> Canossa<br />

11 SABATO: memoria della Beata Annunciata Cocchetti<br />

ore 20.30 preghiera e omaggio alla Madonna <strong>di</strong> Santo Stefano<br />

dei ragazzi e genitori gruppo Emmaus<br />

12 DOMENICA: solennità dell’ASCENSIONE DEL SIGNORE<br />

ore 17.30 gruppo Emmaus: i ragazzi ricevono i Sacramenti della Cresima<br />

e prima Eucaristia<br />

13 LUNEDÌ: memoria beata Vergine Maria <strong>di</strong> Fatima<br />

14 MARTEDÌ: festa S. Mattia apostolo<br />

19 DOMENICA: Solennità <strong>di</strong> PENTECOSTE<br />

47ª Giornata per le comunicazioni sociali<br />

Meeting <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> azione cattolica a <strong>Rovato</strong><br />

23 GIOVEDÌ ore 20.00 recita del Rosario alla santella Madonna del can<strong>di</strong>lì<br />

26 DOMENICA: Solennità della SANTISSIMA TRINITÀ<br />

Rinnovo promesse battesimali ragazzi gruppo Nazaret<br />

27 Lunedì: festa della Madonna <strong>di</strong> Caravaggio a Caporovato<br />

Santa Messe: ore 7.00 e 20.00. Ore 15.00 canto del vespro<br />

29 MERCOLEDI’: ore 20.00 Messa alla Santella delle Valli<br />

30 GIOVEDÌ: ore 20.00 santa messa e processione Corpus Domini<br />

31 VENERDÌ: ore 20.00 messa chiusura mese <strong>di</strong> maggio a Santo Stefano<br />

GIUGNO 2013<br />

2 DOMENICA Solennità del CORPUS DOMINI<br />

7 VENERDÌ: primo venerdì del mese<br />

adorazione eucaristica e comunioni anziani e ammalati<br />

9 DOMENICA X TEMPO ORDINARIO<br />

10 LUNEDÌ: iniziano i campiscuola per bambini e ragazzi a Valdobbiadene (Tv)<br />

Orario S.Messe<br />

Dal 3 settembre 2012 al 29 giugno 2013 la santa<br />

Messa feriale delle ore 7.00 viene celebrata nella<br />

cappella delle Madri Canossiane<br />

Giorni Feriali<br />

in Parrocchia: ore 8.30<br />

dalle Canossiane ore 7.00<br />

al Convento ore 18.45<br />

lunedì a S. Stefano ore 17.00<br />

martedì al D. Gnocchi ore 17.30<br />

mercoledì a S. Rocco ore 17.00<br />

giovedì a Caporovato ore 17.00<br />

venerdì Casa <strong>di</strong> riposo ore 15.45<br />

Giorni Festivi<br />

sabato prefestiva<br />

san Rocco ore 17.00<br />

santa Maria Assunta ore 19.00<br />

domenica:<br />

ore 7.00 - 8.15 - 9.30 - 11.00 - 18.30<br />

Vespro: ore 15.30<br />

al Convento<br />

ore 9.00 - 11.00 - 18.00<br />

Orari sante Messe<br />

Parrocchie Comune <strong>di</strong> <strong>Rovato</strong>:<br />

Sabato o prefestivi:<br />

ore 17.00: S. Anna, S.G. Bosco,<br />

S. Rocco<br />

ore 18.00: Bargnana, Duomo,<br />

Lodetto, S. Giuseppe<br />

ore 18.45: Convento<br />

ore 19.00: <strong>Rovato</strong> Centro<br />

Domenica o fetivi:<br />

ore 7.00: <strong>Rovato</strong> Centro<br />

ore 7.30: S. Andrea<br />

ore 8.00: Duomo, Lodetto<br />

ore 8.15: <strong>Rovato</strong> Centro<br />

ore 8.30: S. Anna<br />

ore 9.00: Conveto, S.G. Bosco<br />

S. Giuseppe<br />

ore 9.30: Bargnana, <strong>Rovato</strong> Centro<br />

ore 10.00: Lodetto<br />

ore 10.30: S. Andrea, Duomo<br />

ore 11.00: Convento, <strong>Rovato</strong> Centro<br />

S.Anna, S.G. Bosco<br />

ore 17.00: Convento, S.G. Bosco<br />

ore 18.00: Duomo, Lodetto<br />

ore 18.30: <strong>Rovato</strong> Centro<br />

Numeri <strong>di</strong> Telefono<br />

Mons. Gian Mario Chiari:<br />

0307721130 - 3333798958<br />

Don G. Luigi Moretti:<br />

0307721217 - 3288517755<br />

Don Roberto Morè:<br />

3929702054 - 3385314850<br />

Don Ettore Piceni:<br />

0307709945 - 3389761696<br />

Don Valentino Bosio:<br />

3392635347 - 0305785076<br />

Don Serafino Festa:<br />

0307722822<br />

Diacono Luigi Gozzini:<br />

3496445169<br />

Madri Canossiane:<br />

0307721431<br />

Convento Frati:<br />

0307721377<br />

Caritas Parrocchiale:<br />

0307701141<br />

(lunedì - mercoledì - venerdì: ore 14.00/16.00)<br />

Ufficio Parrocchiale:<br />

3462285040<br />

(da lunedì a venerdì: ore 9.00/11.00)

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