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leggi l'articolo per intero - MILITARIA di Carlo Rastrelli

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UN ESERCITO IN CAMICIA NERA<br />

CARLO RASTRELLI<br />

Breve storia della Milizia Volontaria <strong>per</strong> la Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.)<br />

La sera del 25 luglio 1943, alle 22.47, dai microfoni dell‟EIAR, Giambattista Arista lesse all‟Italia ed al<br />

mondo il comunicato ufficiale delle “<strong>di</strong>missioni” <strong>di</strong> Benito Mussolini e della nomina del Maresciallo<br />

d‟Italia Pietro Badoglio a nuovo capo del Governo.<br />

Nelle sue memorie, pubblicate nel 1946, Badoglio racconta che molti, nella Casa Reale, nelle Forze<br />

armate e tra i vari "congiurati" del 25 luglio, ritenevano che il buon esito del colpo <strong>di</strong> stato sarebbe<br />

<strong>di</strong>peso dall‟intervento, o meglio dal non intervento, della Milizia fascista.<br />

Nella sola capitale, oltre a numerosi reparti delle Milizie speciali, erano presenti una legione <strong>di</strong> camicie<br />

nere e tre battaglioni “M”. A Ostia, sul litorale laziale, era in attività la Scuola allievi ufficiali “M”<br />

ed a pochi chilometri da Roma, a Campagnano, era acquartierata la Divisione corazzata “M”.<br />

Quest‟ultima grande unità si era radunata nella zona <strong>di</strong> Chiusi sul finire del mese <strong>di</strong> maggio del 1943 ed<br />

era stata costituita ufficialmente il 25 giugno 1943. Disponeva <strong>di</strong> una forza complessiva <strong>di</strong> oltre<br />

5.700 uomini, in buona parte veterani dei battaglioni “M” <strong>di</strong>stintisi sul fronte russo ed era, tra l‟altro,<br />

dotata <strong>di</strong> 36 mezzi corazzati tedeschi, tra carri armati dei tipi PZKW IV G e II N e semoventi Stu.GZ<br />

III, tutti armati <strong>di</strong> cannoni da 75 mm, oltre a numerosi dei celebri pezzi da 88 mm anticarri ed<br />

antiaerei. Proprio pochi giorni prima, il 10 luglio, la <strong>di</strong>visione aveva eseguito un‟esercitazione a<br />

fuoco alla presenza del Duce e delle massime autorità militati italiane e tedesche.<br />

Quando si <strong>di</strong>ffuse la notizia della caduta <strong>di</strong> Mussolini (e poi del suo arresto), tutti i coman<strong>di</strong> della Milizia,<br />

in Italia e nei territori occupati, rimasero in attesa <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ni dal Comando Generale <strong>di</strong> Roma. Molti<br />

responsabili locali domandarono e sollecitarono ripetutamente l‟autorizzazione ad agire. Ma altre<br />

furono le <strong>di</strong>sposizioni trasmesse, infine, dalla sede del Comando Generale situata nella grande<br />

caserma della Milizia in viale Romania.<br />

In effetti, nella notte tra il 25 ed il 26 luglio - dopo che nella capitale avevano già avuto luogo alcuni<br />

occasionali episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> reazione armata da parte <strong>di</strong> singole camicie nere e anche <strong>di</strong> plotoni in servizio<br />

d‟or<strong>di</strong>ne pubblico nei confronti dei più aggressivi tra i primi manifestanti, subito riversatisi nelle<br />

strade - il XVI Battaglione "M" <strong>di</strong> Como, da poco rientrato dalla Slovenia e <strong>di</strong>slocato nei pressi <strong>di</strong><br />

Roma al comando del console Marabini, si mise in marcia <strong>per</strong> raggiungere la città, ma venne<br />

bloccato sia dalla presenza <strong>di</strong> unità del Regio Esercito sia da un sopravvenuto, preciso or<strong>di</strong>ne<br />

emanato dal Capo <strong>di</strong> S.M. della Milizia stessa.<br />

Nel corso <strong>di</strong> quelle prime e confuse ore, il comando della Divisione "M" aveva a sua volta preso contatto<br />

con la vicina 3 a Divisione Panzergrena<strong>di</strong>eren tedesca al fine <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare un'eventuale azione<br />

militare congiunta sull'Urbe. Tuttavia, alla fine, né i tedeschi né la "M" si mossero. Nel settembre del<br />

1944 il comandante della Divisione "M", console generale Alessandro Lusana, scrisse un lungo<br />

memoriale a Mussolini sostenendo che il mancato intervento della propria unità era stato causato<br />

dalla presenza in zona della <strong>di</strong>visione corazzata "Ariete" del Regio Esercito che aveva costituito già<br />

la sera del 23 luglio, forse in vista <strong>di</strong> imminenti e importanti avvenimenti politici, un posto <strong>di</strong> blocco<br />

sulla Cassia in località La Storta. L‟azione della <strong>di</strong>visione della Milizia fu <strong>per</strong>ò bloccata soprattutto<br />

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all'or<strong>di</strong>ne ricevuto la notte tra il 25 e il 26 luglio 1943 da parte del generale Galbiati <strong>di</strong> "continuare<br />

tranquillamente a sviluppare l'addestramento".<br />

Posto che l‟incarico <strong>di</strong> Comandante Generale della Milizia era rivestito formalmente, sin dal 9 ottobre<br />

1926, dallo stesso Benito Mussolini, l‟onere <strong>di</strong> effettivo vertice o<strong>per</strong>ativo della Forza Armata<br />

ricadeva sul Capo <strong>di</strong> Stato Maggiore della Milizia. All‟epoca della crisi del regime quest‟incarico era<br />

rico<strong>per</strong>to, ormai da più <strong>di</strong> due anni, dal luogotenente generale Enzo Emilio Galbiati, succeduto in<br />

quel ruolo ad Achille Starace il 15 maggio 1941.<br />

Galbiati, classe 1897, monzese e “fascista dalla prima ora”, vantava un passato <strong>di</strong> valoroso combattente e<br />

Mutilato della Grande Guerra. Tra il 1922 e il 1937 aveva <strong>per</strong>corso tutto il cursus honorum, da<br />

squadrista a Ispettore Generale della Milizia Universitaria. Distintosi sul campo dapprima in Etiopia<br />

e, nel 1940-1941, sul fronte greco-albanese al comando <strong>di</strong> un raggruppamento CC.NN che da lui<br />

prese nome, era stato più volte citato nei bollettini <strong>di</strong> guerra.<br />

Al generale Galbiati si deve anche l‟idea della costituzione dei battaglioni “M”.<br />

Durante la 187 a (e ultima) seduta del Gran Consiglio del Fascismo, <strong>di</strong>panatasi la notte tra il 24 e il 25<br />

luglio 1943, Galbiati non aveva mancato <strong>di</strong> criticare vivacemente e <strong>di</strong> votare contro l‟or<strong>di</strong>ne del<br />

giorno Gran<strong>di</strong> la cui approvazione, come è noto, pose praticamente fine al regime. La mattina del 25<br />

fu quin<strong>di</strong> ricevuto dal Capo del governo a Palazzo Venezia <strong>per</strong> poi accompagnarlo, alle 14.00 <strong>di</strong><br />

quello stesso giorno, al quartiere San Lorenzo duramente colpito nel bombardamento aereo sulla<br />

capitale del 19 precedente. Nel corso della notte sul 25, durante la successiva u<strong>di</strong>enza mattutina e<br />

ancora in occasione della visita pomeri<strong>di</strong>ana nella zona sinistrata, Galbiati chiese ripetutamente al<br />

Duce un or<strong>di</strong>ne che lo autorizzasse a procedere al sollecito arresto dei <strong>di</strong>ciannove "tra<strong>di</strong>tori" del<br />

Gran Consiglio che avevano approvato il citato or<strong>di</strong>ne del giorno Gran<strong>di</strong>. Mussolini <strong>per</strong>ò,<br />

confidando forse ancora una volta nel favore del sovrano, sottovalutando la portata politica del voto<br />

del Gran Consiglio e rincuorato dalla lettera <strong>di</strong> Cianetti con la quale il ministro delle corporazioni<br />

aveva ritrattato il proprio voto favorevole, , non lo ascoltò.<br />

Intorno alle 22 <strong>di</strong> quel fatale giorno <strong>di</strong> luglio, infine, Galbiati, dopo aver scartato, alle otto <strong>di</strong> sera, la<br />

possibilità <strong>di</strong> un intervento della Milizia parlando con il vice segretario del Partito (e compaesano)<br />

Alessandro Tarabili, un‟ora dopo negò, al console Caromio l‟autorizzazione a far intervenire nel<br />

centro della capitale i reparti mobili della Milizia, telefonò al sottosegretario agli interni Umberto<br />

Albini pregandolo <strong>di</strong> comunicare “a chi in questo momento ha responsabilità <strong>di</strong> governo che la<br />

Milizia rimane fedele ai suoi principi e cioè: servire la Patria nel binomio Re e Duce”. Convito,<br />

come avrebbe <strong>di</strong>chiarato dopo la guerra nelle proprie memorie e in numerose interviste, che<br />

“l‟indomani ci sarebbe stato l‟armistizio” e che l‟intera, confusa vicenda <strong>di</strong> quelle ore fosse avvenuta<br />

con l‟avallo tacito del Duce, Galbiati preferì chiamarsi fuori passando, il 26 luglio, le consegne ai<br />

generali del Regio Esercito Quirino Armellini e Giuseppe Conticelli, designati da Badoglio ai vertici<br />

della MVSN, uscendo silenziosamente <strong>di</strong> scena. Nel settembre del 1943, come racconta nelle proprie<br />

memorie Giorgio Pini (op. cit. in bibliografia) Mussolini ricevette Galbiati alla Rocca delle<br />

Caminate; in quell‟ultima occasione il Duce "non gli contestò il mancato or<strong>di</strong>ne alla Milizia <strong>di</strong><br />

reagire al suo arresto, ammettendo che il colpo <strong>di</strong> stato si era svolto in modo tanto <strong>di</strong>abolico da<br />

confondere tutti". Galbiati fece successivamente una breve apparizione testimoniale al processo <strong>di</strong><br />

Verona contro alcuni dei firmatari dell‟or<strong>di</strong>ne del giorno Gran<strong>di</strong> senza poi più apparire nelle<br />

cronache della Repubblica Sociale.<br />

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Uscito indenne dalle vicende del conflitto e da quelle, in parte ancora misteriose, dell‟imme<strong>di</strong>ato<br />

dopoguerra, si ritirò sulla riviera ligure, a Bor<strong>di</strong>ghera, dove condusse una vita molto riservata sino<br />

alla morte, avvenuta a Solbiate, in provincia <strong>di</strong> Como, il 23 maggio del 1982.<br />

Nel 1950 Galbiati aveva dato alle stampe un libro <strong>di</strong> memorie ove sosteneva ripetutamente la tesi che il<br />

25 luglio del 1943 la <strong>di</strong>visione "M" non era ancora pronta, in quanto si trovava solo all'inizio <strong>di</strong> un<br />

vasto programma addestrativo, e che comunque la mancata reazione armata della Milizia al nuovo<br />

governo aveva <strong>di</strong> fatto evitato una guerra civile nel momento in cui "la guerra continuava" contro un<br />

nemico che già "calpestava il sacro suolo della Patria".<br />

Con la destituzione <strong>di</strong> Galbiati la Milizia, ad oltre vent‟anni dalla sua costituzione, cessò <strong>di</strong> esistere come<br />

forza armata in<strong>di</strong>pendente ed uscì definitivamente dalla storia d‟Italia. Inizialmente “incorporata” nel<br />

Regio Esercito (dando corso, contemporaneamente, alla trasformazione della Divisione corazzata<br />

“M” in “Divisione corazzata legionaria Centauro 2°”) la M.V.S.N. fu infine sciolta, il 6 <strong>di</strong>cembre<br />

1943, me<strong>di</strong>ante il Regio Decreto 16 B emanato dal Governo Badoglio, ormai riparato da quasi tre<br />

mesi al sud. Questo stesso provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>spose inoltre, <strong>per</strong> l‟occasione, il definitivo scioglimento<br />

delle ultime quattro legioni, trasformate poco prima in reggimenti <strong>di</strong> fanteria, ancora presenti<br />

nell‟Italia meri<strong>di</strong>onale e insulare.<br />

Le origini<br />

Nel gennaio del 1922 ad Oneglia, in Liguria, e nel settembre successivo a Torre Pellice, in Piemonte, due<br />

<strong>di</strong>verse commissioni del Partito Nazionale Fascista (P.N.F.) si erano riunite al fine <strong>di</strong> organizzare ed<br />

inquadrare militarmente le varie “squadre d‟azione” in vista dell‟imminente Marcia su Roma.<br />

Una volta giunto al potere, nell‟ottobre del 1922, uno dei primi problemi che il fascismo si trovò <strong>di</strong> fronte<br />

fu quello <strong>di</strong> inquadrare organicamente, “conservandone intatto lo spirito e l‟ar<strong>di</strong>mento”, le squadre<br />

d‟azione trasformandole in una milizia <strong>di</strong> stato e non più <strong>di</strong> partito. Mussolini incaricò a questo<br />

proposito un gruppo <strong>di</strong> “fedelissimi” - Aldo Finzi, Cesare Maria De Vecchi, Emilio de Bono, Italo<br />

Balbo e Attilio Teruzzi - <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre uno specifico progetto <strong>di</strong> legge.<br />

Dopo essere passato, il 28 <strong>di</strong>cembre 1922, attraverso il Consiglio dei Ministri approdando quin<strong>di</strong>, il 12<br />

gennaio 1923, al Gran Consiglio del Fascismo, il provve<strong>di</strong>mento assunse forza <strong>di</strong> legge 14 gennaio<br />

1923 in seguito all‟emanazione del Regio Decreto n.31/1923 istitutivo della Milizia Volontaria <strong>per</strong> la<br />

Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.) che entrò a sua volta in vigore <strong>di</strong>ciotto giorni dopo. La Milizia<br />

nacque <strong>per</strong>tanto ufficialmente il 1° febbraio 1923 quale “Guar<strong>di</strong>a armata della rivoluzione”.<br />

Gli articoli 1 e 2 dell‟atto costitutivo - convertito successivamente in legge - recitavano testualmente: ”E'<br />

istituita una Milizia Volontaria <strong>per</strong> la Sicurezza Nazionale. La M.V.S.N. è al servizio <strong>di</strong> Dio e della<br />

Patria e agli or<strong>di</strong>ni del Capo del Governo. Provvede, in concorso con i corpi armati <strong>per</strong> la Pubblica<br />

Sicurezza e con il Regio Esercito a mantenere all‟interno l‟or<strong>di</strong>ne pubblico; prepara e conserva<br />

inquadrati i citta<strong>di</strong>ni <strong>per</strong> la <strong>di</strong>fesa degli interessi dell‟Italia nel mondo”.<br />

L'articolo 7 aggiungeva inoltre che: "In caso <strong>di</strong> mobilitazione generale o parziale dell'Esercito e della<br />

Marina, la Milizia fascista viene assorbita dall'Esercito e dalla Marina in armi, a seconda degli<br />

obblighi e dei gra<strong>di</strong> militari dei singoli componenti".<br />

Anche se il Regio Decreto n.1292 del 4 agosto 1924 includeva la M.V.S.N. tra le Forze Armate dello<br />

Stato la sua istituzione fu, <strong>di</strong> <strong>per</strong> se stessa, un fatto politico <strong>di</strong> primissimo or<strong>di</strong>ne, così commentato<br />

dallo stesso Mussolini in un proprio scritto del 1927:<br />

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La Milizia è il fiore, l'aristocrazia, l'anima guerriera del fascismo.<br />

La creazione della Milizia fu il fatto fondamentale, inesorabile, che poneva il governo sopra un piano assolutamente<br />

<strong>di</strong>verso da tutti i precedenti e ne faceva un regime. Il partito armato conduce al regime totalitario. La notte del<br />

gennaio 1923, durante la quale fu creata la Milizia, segnò la condanna a morte del vecchio stato demo-liberale<br />

[…] che da allora non fece che attendere <strong>di</strong> essere sepolto; il che accadde, con tutti gli onori, il 3 gennaio 1925.<br />

La Milizia fu organizzata sulla falsariga delle antiche legioni <strong>di</strong> Roma con inquadramento ternario: tre<br />

squadre formavano un manipolo, tre manipoli una centuria, tre centurie una coorte e tre coorti una<br />

legione. Le legioni furono inquadrate in Gruppi ed i Gruppi in Zone CC.NN. (Camicie Nere)<br />

<strong>di</strong>pendenti dal Comando Generale <strong>di</strong> Roma.<br />

Tale organizzazione fu mo<strong>di</strong>ficata il 1° settembre 1929 attraverso l'eliminazione delle Zone e la<br />

costituzione in loro vece <strong>di</strong> quattro Raggruppamenti e <strong>di</strong> due coman<strong>di</strong> CC.NN. delle isole. Il 1°<br />

ottobre del 1935 i Raggruppamenti ed i Gruppi legioni furono soppressi e sostituiti nuovamente da<br />

coman<strong>di</strong> <strong>di</strong> Zona e da coman<strong>di</strong> <strong>di</strong> Gruppi <strong>di</strong> battaglioni CC.NN. Il 1° gennaio 1939, infine, si ritornò<br />

all‟originaria ripartizione del 1923 su Zone, Gruppi legioni e legioni autonome.<br />

La M.V.S.N. comprendeva, a sua volta, la Milizia Or<strong>di</strong>naria e <strong>di</strong>verse Milizie Speciali. La Milizia<br />

Or<strong>di</strong>naria, oltre a un ruolo speciale riservato ai quadrunviri ed ai luogotenenti generali che durante la<br />

marcia su Roma avevano esercitato funzioni <strong>di</strong> comando <strong>di</strong> colonna o assolto incarichi speciali,<br />

annoverava tre categorie <strong>di</strong> ufficiali: quelli in Servizio Permanente Effettivo (SPE), quelli compresi<br />

nei ruoli dei Quadri e, infine, gli iscritti alla Riserva.<br />

I comandanti <strong>di</strong> Zona, <strong>di</strong> Gruppo e <strong>di</strong> Legione, con gli ufficiali ed i militi addetti, erano tutti in SPE<br />

mentre tutti gli altri ufficiali erano, normalmente, in congedo.<br />

Gli ufficiali generali, quelli su<strong>per</strong>iori e i centurioni provenivano, a domanda, dalle file degli ufficiali delle<br />

categorie in congedo dell‟Esercito, della Marina e dell‟Aeronautica mentre i capimanipolo e i<br />

sottocapi manipolo (equivalenti, rispettivamente, ai tenenti e ai sottotenenti) potevano essere<br />

reclutati <strong>di</strong>rettamente anche tra i civili ed i sottufficiali. Gli ufficiali arruolati nella Milizia<br />

conservavano, in<strong>di</strong>pendentemente dal rango rivestito nel corso degli anni nella M.V.S.N., il grado e<br />

l‟anzianità loro attribuiti nelle categorie in congedo dell‟arma <strong>di</strong> provenienza.<br />

Secondo le <strong>leggi</strong> istitutive della M.V.S.N. alla nomina degli ufficiali si sarebbe dovuto provvedere<br />

me<strong>di</strong>ante Decreto Reale; tale <strong>di</strong>sposizione venne <strong>per</strong>ò sospesa dal R.D. n. 967 del 1925 me<strong>di</strong>ante il<br />

quale si stabilì, sia pure transitoriamente, che le nomine venissero fatte, nel rispetto <strong>di</strong> nuove e più<br />

precise norme relative all'avanzamento, <strong>di</strong>rettamente dal Comando Generale della Milizia.<br />

L‟arruolamento nella Milizia era <strong>di</strong> natura volontaria, avveniva su base provinciale ed era a<strong>per</strong>to ai<br />

citta<strong>di</strong>ni dai 17 ai 50 anni giu<strong>di</strong>cati in possesso <strong>di</strong> determinati requisiti fisici e morali. I militi non<br />

prestavano servizio <strong>per</strong>manente; erano studenti, o<strong>per</strong>ai, artigiani, impiegati o professionisti che<br />

venivano richiamati in servizio <strong>di</strong> volta in volta <strong>per</strong> motivi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pubblico, <strong>per</strong> l‟istruzione<br />

militare o in occasione <strong>di</strong> particolari cerimonie. La chiamata, che poteva essere <strong>di</strong>sposta dal ministro<br />

degli Interni, dal Prefetto o dal Podestà, avveniva, tramite pubblici manifesti o, a livello <strong>di</strong> reparto,<br />

me<strong>di</strong>ante cartolina precetto. La mobilitazione generale <strong>per</strong> motivi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pubblico, viceversa,<br />

poteva essere <strong>di</strong>sposta solo dal Capo del Governo.<br />

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L'armamento in<strong>di</strong>viduale e <strong>di</strong> squadra, praticamente identico a quello in uso nel Regio Esercito, era<br />

depositato presso le varie caserme della Milizia e veniva <strong>di</strong>stribuito all'atto del richiamo, salvo essere<br />

restituito al termine dell‟esigenza.<br />

L'uniforme era invece presa in consegna e custo<strong>di</strong>ta dalla singola camicia nera. La Milizia indossò sempre<br />

(in Europa) la medesima <strong>di</strong>visa in grigioverde del Regio Esercito e, nelle colonie, quella color cachi,<br />

<strong>di</strong>stinguendosi con l‟adozione esclusiva della camicia e, in seguito, <strong>di</strong> una cravatta nera, oltre che <strong>per</strong><br />

le fiamme nere apposte sul bavero della giacca e dalla presenza <strong>di</strong> piccoli fasci metallici in luogo<br />

delle stellette; il copricapo, infine, era il caratteristico fez nero sostituito, <strong>per</strong> alcune specialità, dal<br />

cappello alpino privo della penna.<br />

La M.V.S.N. adottò inoltre sin dall‟inizio, come segno <strong>di</strong>stintivo, il cosiddetto "saluto romano", sia a capo<br />

co<strong>per</strong>to che sco<strong>per</strong>to, nella forma del braccio destro teso obliquamente in avanti. Per tutti gli effettivi<br />

era obbligatoria l‟iscrizione al Partito Nazionale Fascista.<br />

Tra i compiti istituzionali della Milizia figurava in primo luogo la preparazione pre e postmilitare dei<br />

citta<strong>di</strong>ni del Regno e la tutela dell'or<strong>di</strong>ne pubblico, oltre a particolari funzioni specializzate <strong>di</strong><br />

polizia. Queste ultime mansioni vennero assegnate a cinque Milizie Speciali: Ferroviaria, Portuaria,<br />

Postelegrafica, Stradale e Forestale.<br />

Erano viceversa specialità della Milizia Or<strong>di</strong>naria: la Milizia Confinaria, quella Universitaria, la Milizia<br />

Artiglieria Contraerea e la Milizia Artiglieria Marittima cui si aggiunse, in seguito, la Milizia<br />

Coloniale.<br />

La M.V.S.N. <strong>di</strong>sponeva inoltre <strong>di</strong> propri autonomi servizi sanitari, religiosi e amministrativi, oltre a una<br />

specifica o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> previdenza sociale. L‟organizzazione, ben presto assai ramificava, annoverava<br />

pure un “Ispettorato delle Bande e Cori” affidato al console generale maestro Giuseppe Blanc,<br />

autore, tra l‟altro, della musica dell‟inno Giovinezza.<br />

Non mancava neppure un Santo Patrono della Milizia. La Santa Sede elesse infatti, in occasione del<br />

Concordato, a protettore delle Camicie Nere il martire San Sebastiano, già legionario <strong>di</strong> Diocleziano,<br />

che, legato ad un albero, venne trafitto dalle frecce <strong>per</strong>ché accusato <strong>di</strong> voler convertire al<br />

cattolicesimo le legioni <strong>di</strong> Roma.<br />

La M.V.S.N. in guerra<br />

Già a pochi mesi dalla sua costituzione la Milizia fu chiamata ad impiegare i propri primi reparti in<br />

o<strong>per</strong>azioni militari. Nel settembre del 1923, infatti, tre legioni CC.NN. vennero mobilitate ed inviate<br />

in Libia. Agli or<strong>di</strong>ni del console generale Vernè i militi si <strong>di</strong>stinsero in occasione degli scontri <strong>di</strong><br />

Beni Ulid, El Regima, El Zuetina e Got el Sass contribuendo alla riconquista ed alla pacificazione<br />

della colonia in gran parte <strong>per</strong>duta durante la prima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

La buona prova offerta dalle Camicie nere in Libia spinse il governo a rendere <strong>per</strong>manente la presenza <strong>di</strong><br />

reparti legionari in colonia. Il Regio Decreto n. 1166 del 1° maggio 1924 istituì, a questo scopo, due<br />

legioni <strong>per</strong>manenti libiche: la 1 a "Oea", a Tripoli, e la 2 a "Berenice", a Bengasi.<br />

La vera, prima e grande prova del fuoco fu <strong>per</strong>ò rappresentata dalla Guerra d‟Etiopia del 1935.<br />

Alle prime luci dell‟alba del 3 ottobre 1935 , dopo mesi <strong>di</strong> aspre tensioni succedutesi all‟incidente <strong>di</strong> Ual<br />

Ual del <strong>di</strong>cembre 1934, le truppe italiane varcarono i confini del Mareb.<br />

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Il 10 ottobre l‟Assemblea Generale della Società delle Nazioni decretò le sanzioni economiche contro<br />

l'Italia a decorrere dal 18 novembre successivo.<br />

Gli effetti dell‟embargo, come noto, non produssero la chiusura del canale <strong>di</strong> Suez, non bloccarono le<br />

importazioni <strong>di</strong> fondamentali materie prime quali il ferro, il carbone ed il petrolio e non coinvolsero<br />

alcune nazioni, come la Germania, gli Stati Uniti ed il Giappone, che non facevano parte<br />

dell‟assemblea ginevrina.<br />

Al tempo stesso <strong>di</strong>edero impulso alla politica autarchica del regime e rafforzarono il fronte interno con un<br />

consenso che raggiunse il suo apice il 18 <strong>di</strong>cembre del 1935 allorquando tutto il popolo italiano,<br />

dalla famiglia reale al filosofo antifascista Benedetto Croce, consegnò la propria vera nuziale ed altri<br />

oggetti d‟oro <strong>per</strong> sostenere la guerra e reagire all‟asse<strong>di</strong>o economico.<br />

Per l‟Esigenza A.O. (Africa Orientale) la Milizia mobilitò sette ine<strong>di</strong>te <strong>di</strong>visioni CC.NN. ("23 Marzo",<br />

"28 Ottobre", "21 Aprile", "3 Gennaio", "1° Febbraio", "Tevere" e "Cirene"), oltre a due “Gruppi<br />

battaglioni CC.NN.”, una coorte della Milizia Forestale e altri reparti minori autonomi <strong>per</strong> un totale<br />

<strong>di</strong> 5.611 ufficiali e 162.390 camicie nere.<br />

Da questi contingenti vennero <strong>di</strong>staccati i reparti che contribuirono a formare le colonne “Starace”,<br />

“Vernè”, “Agostini” e “Navarra”.<br />

Me<strong>di</strong>amente, le <strong>di</strong>visioni CC.NN erano formate da tre legioni, oltre a un battaglione mitraglieri, un<br />

gruppo cannoni da 65/17, due battaglioni <strong>di</strong> complementi, un autoreparto e servizi.<br />

Sul fronte nord, agli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Badoglio succeduto a De Bono, e su quello sud, agli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Graziani, le<br />

camicie nere, alla pari dei soldati del Regio Esercito, dopo la facile conquista <strong>di</strong> A<strong>di</strong>grat, <strong>di</strong> Adua e<br />

<strong>di</strong> Macallè, scrissero pagine <strong>di</strong> valor militare nelle battaglie <strong>di</strong> Canale Doria, Mai Beles, Passo<br />

Uareiu, Amba Aradam, Amba Tzellerè, Uork Amba, Selaclacà, A<strong>di</strong> Abò, Passo Mecan, Lago<br />

Ascianghi, Ogaden, Daua Parma, Gondar e Les Addas.<br />

La campagna italo-etiopica, che da tutti gli es<strong>per</strong>ti militari del mondo veniva prevista come lunga ed<br />

incerta, venne conclusa vittoriosamente in soli sette mesi.<br />

Il 5 maggio 1936, alle ore 16.00 ed alla testa delle truppe vittoriose, il maresciallo Badoglio entrava in<br />

Ad<strong>di</strong>s Abeba.<br />

Quattro giorni dopo, presso la stazione ferroviaria <strong>di</strong> Dire Daua, ebbe luogo l‟incontro tra i legionari del<br />

fronte sud e quelli del fronte nord.<br />

Il 4 luglio successivo, la società delle Nazioni votò la fine delle sanzioni contro l‟Italia.<br />

Alla fine delle o<strong>per</strong>azioni non tutti i reparti <strong>di</strong> CC.NN. mobilitati <strong>per</strong> l‟Esigenza A.O. rimpatriarono;<br />

molti battaglioni formati da aspiranti coloni rimasero infatti nella appena proclamata Africa<br />

Orientale Italiana assolvendo, a un tempo, finalità <strong>di</strong> polizia coloniale e <strong>di</strong> colonizzazione del vasto<br />

territorio dell‟im<strong>per</strong>o.<br />

La successiva guerra civile spagnola vide anch‟essa la partecipazione delle camicie nere. Già nel<br />

<strong>di</strong>cembre 1936, a cinque mesi dall‟inizio inatteso delle ostilità, sbarcarono a Ca<strong>di</strong>ce i primi reparti<br />

della Milizia. Seguirono, nel giro <strong>di</strong> pochissimi mesi, ben tre <strong>di</strong>visioni CC.NN (1ª "Dio lo vuole", 2ª<br />

"Fiamme Nere" e 3ª "Penne Nere") <strong>per</strong> un totale <strong>di</strong> oltre 20.000 legionari. Dopo lo scioglimento<br />

della 1ª Divisione, il corpo venne contratto, nel settembre 1937, a due sole <strong>di</strong>visioni CCNN (più una<br />

proveniente dalle file del Regio Esercito, la “Littorio”) contraendosi ulteriormente, due mesi dopo, in<br />

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omaggio alla politica <strong>di</strong> détente in atto con la Gran Bretagna, a un'unica <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> Camicie Nere.<br />

Nell'ottobre del 1938 anche quest‟ultima grande unità della Milizia venne sciolta lasciando infine in<br />

terra <strong>di</strong> Spagna, sino alla conclusione vittoriosa della guerra, la precedentemente menzionata<br />

Divisione “Littorio” con numerosi reparti minori e alcuni Gruppi <strong>di</strong> banderas (alias piccoli<br />

battaglioni) <strong>di</strong> CC.NN. inseriti nell‟organico <strong>di</strong> tre brigate miste (elevate successivamente al rango,<br />

cartaceo, <strong>di</strong> <strong>di</strong>visioni) italo - spagnole denominate "Frecce Nere", "Frecce Azzurre" e "Frecce<br />

Ver<strong>di</strong>".<br />

Nel corso del conflitto spagnolo le camicie nere conquistarono Malaga e Bilbao, si batterono<br />

valorosamente a Guadalajara, furono vittoriose a Santander, Tortosa, Levante, Javalambre ed<br />

entrarono con le truppe nazionaliste a Madrid ed a Barcellona dove, il 26 gennaio 1939, sfilarono in<br />

parata , alla presenza <strong>di</strong> Franco, <strong>per</strong> festeggiare la vittoria.<br />

Nell'aprile del 1939 fu quin<strong>di</strong> la volta dell‟invasione dell‟Albania, cui parteciparono anche sei battaglioni<br />

della Milizia. Il 18 settembre <strong>di</strong> quello stesso anno fu quin<strong>di</strong> costituita, nell‟ambito del programma <strong>di</strong><br />

sempre più stretta unione <strong>di</strong> quel paese al Regno d‟Italia, la Milizia Fascista Albanese (M.F.A.),<br />

composta da un Comando, con sede a Tirana, e da quattro legioni <strong>di</strong>slocate a Tirana, Coriza, Valona<br />

e Scutari. Reparti <strong>di</strong> questa nuova Milizia, agli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> ufficiali italiani e albanesi, vennero quin<strong>di</strong><br />

impiegati durante la guerra <strong>di</strong> Grecia lamentando un alto numero <strong>di</strong> caduti e dando altresì una prova<br />

assai migliore rispetto a quella fornita, in quello stesso frangente, dai sei battaglioni albanesi<br />

inquadrati nel Regio Esercito e tosto ritirati dal fronte dopo i primi rovesci contrassegnati da<br />

<strong>di</strong>serzioni <strong>di</strong> massa e ammutinamenti.<br />

Il 10 giugno 1940, alle ore 18.00 dal balcone <strong>di</strong> Palazzo Venezia in Roma, Mussolini annunciò l‟entrata<br />

in guerra dell‟Italia al fianco della Germania.<br />

Il 10 giugno 1940 la Milizia poteva offrire alla Patria in guerra una massa imponente <strong>di</strong> camicie nere in<br />

armi.<br />

La forza complessiva delle camicie nere presenti in Europa e in Africa su<strong>per</strong>ava, infatti, le 350.000 unità<br />

a fronte, <strong>per</strong> esempio, <strong>di</strong> meno <strong>di</strong> 100.000 SS tedesche da rapportare, a loro volta, a una popolazione<br />

germanica doppia rispetto a quella italiana. Dopo l‟esor<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ventotto battaglioni CC.NN. (inseriti<br />

pochi mesi prima nella compagine delle <strong>di</strong>visioni <strong>di</strong> fanteria del Regio Esercito quali reparti<br />

d‟assalto ma privi <strong>di</strong> specifico addestramento) sul fronte alpino francese, fu quin<strong>di</strong> la volta della<br />

Grecia, che vide l‟impiego <strong>di</strong> ben 56 battaglioni CC.NN.; le <strong>per</strong><strong>di</strong>te subite furono molto elevate,<br />

tanto da determinare lo scioglimento, una volta conclusa quella campagna, <strong>di</strong> ben 27 <strong>di</strong> questi reparti<br />

in quanto, data la composizione provinciale delle Legioni, si era constata l‟impossibilità <strong>per</strong> le<br />

federazioni <strong>di</strong> rimpiazzare le <strong>per</strong><strong>di</strong>te.<br />

Nello stesso <strong>per</strong>iodo si era inoltre consumata la vicenda delle uniche tre <strong>di</strong>visioni CC.NN. esistenti nel<br />

1940 ("23 Marzo", "28 Ottobre" e "3 Gennaio"), tutte consumatesi rapidamente in Africa<br />

Settentrionale tra il <strong>di</strong>cembre 1940 e il gennaio del 1941 tra Si<strong>di</strong> el Barrani e Tobruch durante la<br />

prima controffensiva britannica che portò alla <strong>per</strong><strong>di</strong>ta dell‟intera Cirenaica meritando, nel caso della<br />

“3 Gennaio”, il plauso ed il rispetto dello stesso nemico.<br />

Già il 29 ottobre 1940, <strong>per</strong>altro, l‟“Or<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> guerra della M.V.S.N." aveva escluso l‟istituzione <strong>di</strong><br />

nuove gran<strong>di</strong> unità <strong>di</strong>visionali formate da camicie nere ed aveva <strong>di</strong>sposto che a ciascuna <strong>di</strong>visione<br />

del Regio Esercito venisse assegnata organicamente una legione della Milizia formata su due<br />

battaglioni CC.NN. ed una compagnia mitraglieri.<br />

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Reparti della Milizia parteciparono dunque, con le unità del R.E. ed i camerati dell‟Afrika Korps, alla<br />

riconquista della Cirenaica nel giugno 1941, al nuovo ripiegamento del novembre/<strong>di</strong>cembre<br />

successivo, alla vittoriosa riconquista <strong>di</strong> Tobruk, alla entusiasmante avanzata in Egitto, alle tre<br />

battaglie <strong>di</strong> El Alamein ed alla strenua resistenza in Tunisia nel maggio del 1943.<br />

Nell'Africa Orientale Italiana, nel frattempo, i complessivamente trenta battaglioni <strong>di</strong> camicie nere<br />

<strong>di</strong>slocati laggiù presero parte a ogni fase <strong>di</strong> quella campagna, dall‟iniziale conquista della Somalia<br />

britannica fino alla <strong>di</strong>fesa sui troppo estesi confini dell‟Im<strong>per</strong>o e alla lotta contro la risorta guerriglia<br />

etiope. Quest‟impegno, culminato nella lunga battaglia <strong>di</strong> Cheren, terminò, formalmente, con la<br />

caduta <strong>di</strong> Gondar nel novembre del 1941. Nel corso <strong>di</strong> tutto il 1942, tuttavia, gruppi <strong>di</strong> bande formate<br />

da elementi nazionali (in primo luogo proprio camicie nere) e nativi continuarono combattere in<br />

Africa Orientale un‟ultima, eroica guerriglia nel Galla Sidama fronteggiata dalla risorta armata del<br />

Negus affiancata da alcuni battaglioni inglesi e greci.<br />

L‟inatteso, duro e spietato fronte balcanico richiese a sua volta, tra Iugoslavia, Albania e Grecia,<br />

l‟impiego, soprattutto in compiti antiguerriglia, <strong>di</strong> complessivamente ben 144 battaglioni <strong>di</strong> camicie<br />

nere tra il 1941 e il 1943.<br />

In Russia la Milizia fu inizialmente rappresentata, nell‟ambito del Corpo <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione (CSIR) inviato<br />

laggiù nel 1941, dalla 63 a Legione "Tagliamento". Seguirono, l‟anno successivo, data anche l‟ottima<br />

prova offerta da quell‟unità, unico reparto della M.V.S. N. promosso sul campo alla <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> unità<br />

scelta “M”, tre Gruppi Battaglioni “M” ("Montebello", "Leonessa" e "Valle Scrivia") inquadrati a<br />

loro volta nei due Raggruppamenti C.C.N.N. "3 Gennaio" e "23 Marzo".<br />

Le <strong>per</strong><strong>di</strong>te totali dei do<strong>di</strong>ci battaglioni della Milizia sul fronte orientale furono, <strong>per</strong> contro, assai elevate:<br />

dopo essere stati impiegati come riserva d‟armata <strong>per</strong> fronteggiare le offensive lanciate sul Don<br />

dall‟Armata Rossa nell‟estate e nell‟inverno del 1942, il 90% dei comandanti <strong>di</strong> battaglione, il 70%<br />

degli ufficiali ed il 55% delle camicie nere caddero in territorio sovietico.<br />

Nel frattempo, con decorrenza 1° ottobre del 1941, erano stati costituiti i primi battaglioni "M" sopra<br />

menzionati. Si trattava <strong>di</strong> reparti scelti destinati a rappresentare l‟élite dei battaglioni CC.NN. e a<br />

fregiarsi delle ben presto ambite "M" smaltate <strong>di</strong> rosso sovrapposte ai fascetti sulle fiamme nere del<br />

bavero della giubba.<br />

I primi a fregiarsi delle “M” rosse furono le camicie nere del raggruppamento Galbiati (VIII – XVI e<br />

XXIX Btg.) e della legione Leonessa (XIV e XV Btg.).<br />

Complessivamente furono 22 i battaglioni CC.NN. - oltre ai 4 della neonata specialità “da sbarco”<br />

concepita nel 1941 in vista della mai realizzata invasione <strong>di</strong> Malta - che <strong>di</strong>vennero "M" nel corso del<br />

conflitto e che furono inquadrati, al fine <strong>di</strong> accrescerne l‟efficienza bellica, invece che in legioni in<br />

Gruppi <strong>di</strong> Battaglioni “M”. Ogni Gruppo Battaglioni “M” era costituito da due battaglioni d‟assalto e<br />

da uno <strong>di</strong> armi <strong>di</strong> accompagnamento.<br />

La forza organica totale <strong>di</strong> ogni Gruppo ammontava a circa 1.800 CC.NN..<br />

.<br />

Una menzione particolare meritano inoltre le specialità della Milizia Artiglieria Contro Aerei (MACA,<br />

già DICAT) e della Milizia Artiglieria Marittima (MILMART). La prima, costituita su 22 legioni<br />

forti <strong>di</strong> ben 85.000 camicie nere il 10 giugno 1940 e arrivata nel 1943 ad annoverare un numero più<br />

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che doppio <strong>di</strong> effettivi, aveva il compito <strong>di</strong> provvedere alla <strong>di</strong>fesa territoriale contro l'offesa aerea<br />

nemica armando un buon numero <strong>di</strong> batterie a.a.<br />

Alla MILMART era viceversa affidata, alle <strong>di</strong>pendenze o<strong>per</strong>ative della Regia Marina, la gestione delle<br />

artiglierie fisse schierate in <strong>di</strong>fesa costiera ed era organizzata su 10 legioni che impiegarono, <strong>per</strong> tutta<br />

la durata della guerra, oltre 30.000 camicie nere. Gli ufficiali provenivano dalle categorie in congedo<br />

dell'arma dell'artiglieria e, in misura minore, delle file degli ufficiali anziani della Regia Marina<br />

mentre la truppa era costituita (analogamente alla MACA) in buona parte da volontari esenti da<br />

obblighi militari schierando così giovanissimi avanguar<strong>di</strong>sti, riformati, mutilati, reduci della Grande<br />

Guerra e, ad<strong>di</strong>rittura, non vedenti, destinati in virtù della loro particolare sensibilità acustica,<br />

all'impiego degli aerofoni.<br />

Quasi 40 battaglioni CC.NN. della riserva, formati da elementi anziani e territoriali, furono inoltre<br />

assegnati, nel corso della guerra, a compiti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa territoriale e costiera.<br />

L'8 settembre del 1943 i reparti della Milizia rimasti al nord della congiungente Napoli - Bari e quelli <strong>di</strong><br />

stanza nei Balcani e in Francia rimasero, date le circostanze, piuttosto compatti schierandosi, subito<br />

dopo (fatta salva l‟isolata eccezione del II Gruppo CC.NN. da sbarco, rimasto in Corsica dopo che<br />

<strong>per</strong> primo vi aveva messo piede, e <strong>di</strong> alcune coorti nell‟Egeo) a fianco dei tedeschi e aderendo<br />

successivamente alla Repubblica Sociale Italiana trasmigrando nelle file della Guar<strong>di</strong>a Nazionale<br />

Repubblicana (vera e propria erede della vecchia Milizia) e dell‟Esercito Nazionale del Maresciallo<br />

Graziani.<br />

Al sud (una volta che si prescinda da alcuni battaglioni passati a ranghi pressoché completi dalla<br />

Sardegna al continente al fianco dei tedeschi) i circa do<strong>di</strong>ci battaglioni, ormai incorporati <strong>di</strong> nome e<br />

<strong>di</strong> fatto nel Regio Esercito, impegnati in compiti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa costiera in Campania, nelle Puglie e in<br />

Calabria al momento dell‟armistizio seguirono le travagliate vicende della locale VII Armata<br />

venendo <strong>per</strong>ò ben presto sciolti.<br />

Le quattro restanti, ultime gran<strong>di</strong> unità <strong>di</strong> “legionari” già camicie nere, tra Legioni e Gruppi Battaglioni<br />

da sbarco, rimaste in Sardegna e in Corsica e prive ormai <strong>di</strong> un Capo <strong>di</strong> Stato Maggiore che le<br />

tutelasse e delle loro stessa originaria ragione d„esistere, dopo essere state dapprima sveltamente<br />

trasformate in altrettanti reggimenti <strong>di</strong> fanteria, furono a loro volta sciolte <strong>per</strong> or<strong>di</strong>ne del governo<br />

Badoglio all‟inizio del 1944.<br />

Ad oltre sessanta anni da quegli avvenimenti, sopite le esas<strong>per</strong>azioni e le strumentalizzazioni <strong>di</strong> parte, alla<br />

Milizia Volontaria <strong>per</strong> la Sicurezza Nazionale deve essere giustamente riconosciuto il proprio ruolo<br />

nella storia militare italiana testimoniato dagli oltre 14.000 suoi Caduti e da 20 Or<strong>di</strong>ni militari <strong>di</strong><br />

Savoia, 90 Medaglie d‟oro, 1.232 d‟argento e 2.421 <strong>di</strong> bronzo meritate dalle camicie nere in Libia, in<br />

Africa Orientale, in Spagna e su tutti i fronti del secondo conflitto mon<strong>di</strong>ale dove furono impegnate<br />

forze nazionali.<br />

C. <strong>Rastrelli</strong><br />

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