Il Telespettatore - N. 3 - Marzo 2009 - Aiart
Il Telespettatore - N. 3 - Marzo 2009 - Aiart
Il Telespettatore - N. 3 - Marzo 2009 - Aiart
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
CINEMA IN<br />
Fortapàsc, un film di Marco Risi sull’assassinio del giornalista<br />
del Mattino Giancarlo Siani e sui rapporti tra politica, affari<br />
e camorra nell’area napoletana. Un doveroso riconoscimento<br />
alla grande professionalità e al coraggio di una vittima<br />
innocente dei vigliacchi killer assoldati da boss spietati<br />
Quando un film esalta<br />
il valore della legalità<br />
di Gianluca Arnone<br />
Don Chisciotte<br />
né san- “Nè<br />
to ma un ragazzo<br />
che aveva tanta voglia<br />
di vivere e faceva bene<br />
il suo lavoro”. Le parole<br />
che Paolo Siani dedica al<br />
fratello Giancarlo, mettono<br />
i brividi. Nessuna traccia di<br />
retorica, voce trattenuta, gli<br />
occhi attaccati ancora alle<br />
ultimi immagini di Fortapàsc,<br />
quelle che hanno<br />
scosso anche noi: Giancarlo<br />
che guarda i suoi aguzzini<br />
e sorride. Lo stesso<br />
sguardo curioso che aveva<br />
caratterizzato le sue inchieste<br />
di cronaca nera. Una<br />
carriera fulminante, e breve.<br />
La sera che venne ucciso,<br />
il 23 settembre 1985, il<br />
cronista del Mattino aveva<br />
solo 26 anni. Un "praticante<br />
abusivo", amava definirsi,<br />
senza contratto ma dallo<br />
smisurato entusiasmo.<br />
Per usare una delle migliori<br />
battute del film, “ non<br />
un giornalista impiegato<br />
ma un giornalista-giornalista",<br />
uno che va a caccia di<br />
20 <strong>Il</strong> <strong>Telespettatore</strong> - N. 3 - <strong>Marzo</strong> <strong>2009</strong><br />
scoop, che si sporca le mani<br />
e non vanta amicizie importanti.<br />
Una specie di<br />
eroe per caso, ingenuo e<br />
brillante, che Marco Risi ha<br />
saputo bene raccontare nel<br />
suo ultimo lavoro, Fortapàsc.<br />
Quattro mesi nella<br />
vita di Giancarlo Siani (interpretato<br />
da un sorprendente<br />
Libero De Rienzo),<br />
gli ultimi: le corse in macchina<br />
tra i vicoli di Torre<br />
Annunziata insieme all’amico<br />
Rico (un irriconoscibile,<br />
intenso, Michele Riondino),<br />
i rimbrotti del capo-<br />
<strong>Il</strong> regista Marco Risi.<br />
redattore Sasà (il solito Ernesto<br />
Mahieux), i contatti<br />
in polizia, l’amicizia col<br />
pretore Rosone (Gianfelice<br />
Imparato), la scoperta di<br />
un enorme mercato di appalti<br />
per la ricostruzione<br />
edilizia post-terremoto, e<br />
l’indagine sui pericolosi<br />
rapporti tra politici locali,<br />
mondo degli affari ed<br />
esponenti del clan di Valentino<br />
Gionta - allora egemone<br />
-, fino alla sua morte,<br />
annunciata sin dalle prime<br />
immagini. Film di classica<br />
fattura, sceneggiatura<br />
di ferro (scritta dallo stesso<br />
regista con Andrea Purgatori<br />
e Jim Carrington),<br />
un’ottima prova d’attori e<br />
una Napoli malinconica e<br />
selvaggia, restituita allo<br />
schermo con la stessa grana<br />
di quegli anni, viscosa e<br />
un tantino sporca. Come la<br />
vita nelle sue strade.<br />
"Qualcuno potrebbe prenderlo<br />
per il prologo di Gomorra<br />
- ha dichiarato Risi -<br />
ma la verità è che la sceneggiatura<br />
del film era