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Il Telespettatore - N. 3 - Marzo 2009 - Aiart

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COMMENTI<br />

Lo sconcertante successo sul social network più frequentato<br />

- soprattutto dai giovani - di pagine che inneggiano ai boss<br />

mafiosi. È forte il sospetto che, oltre la stupidaggine di alcuni<br />

sprovveduti, vi sia un preciso disegno della criminalità organizzata<br />

Anche mafia e camorra<br />

utilizzano facebook<br />

di Francesco Giacalone<br />

Internet oggi mette in<br />

mostra vizi e le virtù<br />

della nostra società. Ci<br />

accorgiamo, sempre più<br />

spesso, che le Rete si presenta<br />

come un mezzo difficile<br />

da controllare nella sua<br />

complessa struttura e dunque<br />

al suo interno possiamo<br />

trovare davvero di tutto.<br />

E così nel mese di gennaio<br />

è divenuto “caso nazionale”<br />

il successo su Facebook di<br />

decine di pagine inneggianti<br />

ai boss mafiosi. <strong>Il</strong><br />

social network più frequentato<br />

del momento si<br />

trasforma in veicolo di trasmissione<br />

di idee legate a<br />

Cosa Nostra. In Rete non<br />

sono finiti solo gli “auguri<br />

di buon anno ai Padrini”<br />

o le foto di quelli che<br />

hanno aderito ai cosiddetti<br />

“Provenzano fans club”,<br />

c’è anche chi ha messo in<br />

discussione sentenze definitive<br />

su capimafia accusati<br />

di omicidi e stragi; chi<br />

ha più volte ribadito nei<br />

suoi messaggi: “Ma siamo<br />

sicuri che quei verdetti<br />

siano davvero giusti?”. <strong>Il</strong><br />

sospetto è che dietro la<br />

stupidaggine e la volgarità<br />

12 <strong>Il</strong> <strong>Telespettatore</strong> - N. 3 - <strong>Marzo</strong> <strong>2009</strong><br />

di alcuni sprovveduti si nascondano<br />

personaggi con<br />

ben altri obiettivi. Come se<br />

ci fosse una regia occulta<br />

per riproporre i soliti temi<br />

“cari” ai mafiosi: la revisione<br />

dei processi e un aggiustamento<br />

del 41 bis. La questione<br />

gira dunque a due<br />

grandi problemi: il primo è<br />

cercare di capire se si possono<br />

catalogare i commenti<br />

<strong>Il</strong> Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso.<br />

nelle pagine “dei fan della<br />

mafia” come reati di opinione,<br />

perseguibili anche attraverso<br />

internet, ma legati alla<br />

legge Mancino, che condanna<br />

soltanto l’apologia<br />

del fascismo e le discriminazioni<br />

razziali. E non è<br />

questo il caso dei gruppi in<br />

favore della mafia. Gli investigatori<br />

stanno comunque<br />

tenendo sotto controllo il<br />

sito per vedere se siano<br />

ravvisabili tipologie di<br />

reato diverse, ma per ora<br />

non sarebbero state rilevate<br />

illegalità.<br />

<strong>Il</strong> secondo ostacolo da superare<br />

riguarda l’eliminazione<br />

delle pagine web.<br />

Per rimuoverle dal network<br />

sarebbe necessaria<br />

una rogatoria internazionale:<br />

il server su cui “gira”<br />

Facebook è a Palo Alto, in<br />

California e dunque l’Italia<br />

non può intervenire direttamente.<br />

Dal quartier generale<br />

americano intanto<br />

non arrivano buone notizie:<br />

i responsabili del sito<br />

infatti fanno sapere che i<br />

fans club virtuali non saranno<br />

rimossi. On line gli<br />

iscritti alle pagine ribattez-

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