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Notiziario bibliografico 639<br />

Particolarmente prezioso risulta, proprio in quest’ultimo contesto, il quadro delle<br />

voci di entrata, con le contribuzioni conferite dalle singole comunità che formavano il<br />

territorio sangimignanese.<br />

Un ampio indice, non solo <strong>degli</strong> antroponimi e dei toponimi, ma anche delle<br />

cose notevoli, permette di rintracciare agevolmente una serie di notizie sugli aspetti<br />

più disparati della storia della comunità: dalle spese sostenute per i saltimbanchi che<br />

rallegravano le feste cittadine, a quelle per pagare i “campioni” impiegati in duelli<br />

giudiziari; dai costi sostenuti per rifondere il danno dei cavalli danneggiati o morti in<br />

azioni belliche, a quelle necessarie per le molte “missioni diplomatiche” del Comune.<br />

Del resto, la stessa curatrice premette alla trascrizione di ogni documento, una sommaria<br />

descrizione delle principali informazione contenute in ciascuno di essi.<br />

Il volume è stato realizzato con il contributo della Deputazione Toscana di Storia<br />

Patria, del Comune di San Gimignano e della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.<br />

DUCCIO BALESTRACCI<br />

WALTER BRANDMÜLLER, Il Concilio di Pavia-Siena 1423-1424. Verso la fine del<br />

conciliarismo, ed. it., Siena, Cantagalli, 2004, pp. 239.<br />

La traduzione italiana del libro di Walter Brandmüller (Das Konzil von Pavia-<br />

Siena 1423-1424, Paderborn, München, Wien, Zürich 2002) ricostruisce le vicende<br />

politiche, diplomatiche, ecclesiologiche che hanno fatto da scenario al concilio di<br />

Pavia-Siena (1423-1424). Un sinodo spesso bistrattato nella storia dei concili, tanto da<br />

essere per lo più considerato non ecumenico e che al contrario, come dimostra l’autore,<br />

oltre ad avere avuto all’epoca un’indiscussa validità disciplinare, è stato una delle tappe<br />

fondamentali nella storia della chiesa pre-tridentina. Successivo al concilio di Costanza<br />

esso ha svolto una funzione cardine nell’elaborazione di “un tipo di concilio valido per<br />

il futuro, il quale non innalzasse l’assemblea al di sopra del papato, come un’istanza di<br />

controllo, e neppure la sminuisse a mero organo esecutivo” della volontà papale.<br />

Brandmüller è un noto studioso dei concili che ha già offerto alla comunità<br />

scientifica importanti contributi in materia. In questo lavoro egli assomma alla sua<br />

esperienza un numero amplissimo di fonti diplomatiche, liturgiche ed epistolari dando<br />

vita ad una narrazione particolarmente precisa e minuziosa nei dettagli. Le vicende<br />

storiche sono ricostruite in maniera scorrevole ed anche le questioni più prettamente<br />

ecclesiologiche vengono sviluppate con un linguaggio piano.<br />

Nel 1417 il concilio di Costanza era riuscito a ricomporre il così detto “scisma<br />

d’Occidente” e a deporre i tre contendenti al soglio papale proclamandosi autentico<br />

Consiglio Generale della Chiesa e, in virtù di questo, superiore al pontefice stesso. Era

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