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614<br />

Notiziario bibliografico<br />

ENZO MECACCI, L’ordinamento della biblioteca di Monte Oliveto Maggiore (secc. XV-<br />

XVIII), in Conoscere il manoscritto: esperienze, progetti, problemi. Dieci anni<br />

del progetto Codex in Toscana, a cura di Michelangiola Marchiaro e Stefano<br />

Zamponi, Atti del convegno internazionale, Firenze 29-30 giugno 2006, Firenze,<br />

SISMEL- Edizioni del Galluzzo, 2007, pp. 253-263.<br />

L’Autore analizza i manoscritti provenienti dalla biblioteca del monastero di<br />

Monte Oliveto Maggiore, presenti nella Biblioteca Comunale <strong>degli</strong> Intronati. Per quanto<br />

il fondo non sia stato conservato unito, Mecacci procede alla identificazione dei tomi<br />

olivetani, rintracciandoli attraverso le caratteristiche legature in cuoio bruno rossiccio<br />

e attraverso l’osservazione delle vecchie carte di guardia, fortunatamente conservate,<br />

con l’indicazione delle originali segnature e delle note di possesso.<br />

Orientandosi all’interno di una serie di inventari (il più risalente dei quali data<br />

al 1569 e il più recente a metà del XVIII secolo) lo studioso ricostruisce la consistenza<br />

del fondo originale e spiega la vistosa discrasia fra quella attestata per il ‘500 – quasi<br />

400 titoli – e le successive che censiscono un massimo di 172 unità per il pieno<br />

Settecento. Nell’inventario più antico, spiega infatti Mecacci, siamo in presenza di una<br />

catalogazione generalizzata, che metteva insieme manoscritti e libri a stampa, mentre<br />

nei censimenti successivi sono stati presi in considerazione i soli manoscritti.<br />

m.m.<br />

FABRIZIO NEVOLA, «La piu gloriosa solemnità che a di de padri nostri giammai fusse<br />

veduta»: feste ed apparati urbani durante il pontificato di Pio II Piccolomini, in<br />

I luoghi del sacro. Il sacro e la città fra Medioevo ed Età Moderna, a cura di F.<br />

Ricciardelli, atti del convegno, Georgetown University, Fiesole, 12-13 giugno<br />

2006, Firenze, Mauro Pagliai Editore, 2008, pp. 171-186.<br />

Fabrizio Nevola, riallacciandosi ad un filone di studi a lui particolarmente caro,<br />

offre l’ennesimo prezioso contributo per delineare l’incidenza che feste, apparati urbani<br />

e rituali ebbero sulla società italiana a cavallo tra età medievale e moderna, in particolare<br />

sulla struttura architettonica delle città. Un legame che emerge con forza analizzando<br />

una serie di processioni e cerimonie religiose, svoltesi a Siena, Roma, Viterbo e Pienza,<br />

durante il pontificato di Pio II. A proposito di Siena, Nevola focalizza l’attenzione sulla<br />

festa allestita nella piazza del Campo il 3 settembre 1458, stesso giorno in cui a Roma<br />

ebbe luogo la solenne incoronazione a papa del Piccolomini. La cerimonia, immortalata<br />

nella Biccherna del Vecchietta, venne concepita come un’autentica rappresentazione<br />

teatrale, dove un sacerdote recitava il ruolo di controfigura del pontefice e riceveva,

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