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“Di noi senesi e de le nostre gesta” 419<br />

Comune di Siena per regimare le acque di un fiume sotto Montemassi in<br />

Maremma. Questa diga era un progetto grandioso, ma molto rischioso se<br />

non eseguito nel migliore dei modi. Infatti non appena il corso del fiume<br />

fu deviato per confluire nel lago artificiale, la diga non resse alla pressione<br />

dell’acqua. Il crollo devastò tutti i terreni circostanti, ricoprendo di fango<br />

uomini, animali, case e campi. Anche se non è esplicitato il nome del<br />

fiume, sappiamo che si trattò quasi certamente della Bruna, teatro di uno<br />

dei più disastrosi progetti idraulici della Siena medievale.<br />

Di seguito si ricomincia a parlare della venuta dei francesi in Italia<br />

e se ne descrive tutto il tragitto, dal monte Argentario a Firenze, fino a<br />

che è la volta di Siena a prepararsi per l’arrivo del monarca francese. I<br />

lavori cominciano demolendo parte dell’antiporto di Camollia, chiamato<br />

allora la porta dipinta, per via <strong>degli</strong> affreschi che la decoravano. Questo<br />

provvedimento può solo farci immaginare la grandezza e lo sfarzo del<br />

corteo che accompagnava Carlo VIII nel suo viaggio italiano.<br />

Già dai primi commenti capiamo che i francesi, come già si è detto,<br />

non erano ben visti dai senesi, e che neanche il nostro cronista sembra<br />

apprezzarli molto. Infatti nella nota del 24 novembre 1494 egli ci dice<br />

che hanno impiccato un uomo di Casole perché aveva ucciso un francese,<br />

ma la cosa interessante è che per la prima volta egli giustifica l’imputato.<br />

Il cronista riferisce, infatti, che l’uomo fu impiccato a torto in quanto<br />

aveva ucciso il francese per legittima difesa e, come se non bastasse,<br />

aggiunge una frase che esplicita chiaramente il suo pensiero riguardo ai<br />

francesi, descrivendoli senza mezzi termini come “genti fastidiose”.<br />

Di seguito egli descrive una pratica usuale in tutte le invasioni:<br />

infatti egli vede i francesi andare in giro per la città e segnare col gesso<br />

le case che meglio parevano adatte a essere occupate da tutte le persone<br />

al seguito del re.<br />

Il cronista ci racconta che i commissari stranieri andarono a bussare<br />

anche a casa sua e di come riuscì ad evitare l’occupazione dicendo che la<br />

moglie aveva appena da poco partorito. Non sappiamo se quella fu una<br />

scusa o la verità, anche se evidentemente un figlio piccolo egli lo aveva,<br />

ma sta di fatto che con questo trucco riuscì nel suo intento.

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