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“Di noi senesi e de le nostre gesta” 411<br />

Non bisogna mai dimenticare che nonostante rimanga per lo più<br />

neutrale nelle questioni cittadine, il nostro cronista è sempre un senese,<br />

e non si smentisce nel dichiarare la poca simpatia che nutre nei confronti<br />

di Firenze. Probabilmente non sarebbe stata considerata una Cronaca<br />

attendibile se non ci fosse stato almeno un riferimento alla battaglia di<br />

Montaperti. I riferimenti a questo scontro nella cronachistica precedente<br />

al diario sono molto blandi, mentre nella seconda metà del quattrocento<br />

l’inasprimento dei rapporti con Firenze fa sì che il mito di Montaperti<br />

ritorni in auge con forza rinnovata, arricchendo di nuovi particolari la<br />

leggenda che circonda questo evento.<br />

Il 24 agosto 1483 la città si radunò per consegnare simbolicamente<br />

le chiavi della città alla Madonna, protettrice dei senesi durante la<br />

battaglia; in quell’occasione si radunarono anche le più importanti<br />

cariche ecclesiastiche a benedire la memoria della vittoria senese.<br />

Gli episodi di rivolte interne e congiure non si interrompono mai<br />

per tutta la durata del diario. Anche il 1484 comincia con un episodio<br />

di cattura di quattro rivoltosi. In questo caso veniamo a sapere che per<br />

estorcere le confessioni veniva usata la tortura e che tutta la faccenda<br />

andò a finire in maniera imprevista. Dopo essere stato torturato per ore,<br />

il congiurato chiamato “lo Strega” fu condotto dal Podestà per confessare<br />

la congiura, ma lui, con uno stratagemma banale ma evidentemente<br />

sempre efficace, si fece accompagnare al gabinetto e al ritorno, pur di<br />

non tradire i compagni, preferì gettarsi dalla finestra; morì quattro ore<br />

dopo all’ Ospedale di Santa Maria della Scala.<br />

Altri congiurati importanti furono Lodovico di Giovanni Tolomei,<br />

Tomè d’Anton di Goro e Francesco di Tancredi; di loro sappiamo che<br />

appartenevano al Monte del Popolo e che erano tenuti sotto controllo<br />

dai governanti, in quanto la loro fama di cospiratori doveva essere nota<br />

a tutti. Questi personaggi e in particolare i primi due, sono nominati<br />

più volte nella Cronaca fino ad arrivare all’inevitabile epilogo. Il 29<br />

di novembre vengono catturati tutti e tre e torturati; dopo vari processi<br />

Francesco di Tancredi viene riconosciuto innocente, ma per gli altri<br />

due i capi d’accusa sono molto più seri e prevedono la messa a morte.

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