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«Abere non potuero neque carta neque breve» 41<br />

La base documentaria per tale ricerca, pur avendo un taglio esteso oltre<br />

la dimensione storico-giuridica, non potrà presumibilmente allargarsi<br />

a produzioni letterarie cronachistiche, così proficuamente utilizzate in<br />

altri casi, per la mancanza di queste nei materiali di monte Amiata ad<br />

oggi individuati 79 . Non si potrà però nemmeno limitare, per uno scavo<br />

proficuo, alla sola documentazione strettamente giuridica, nella quale<br />

“memoria” ha certamente un significato proprio e specifico che sembra<br />

tuttavia corretto e proficuo considerare come parte di una più generica<br />

propensione al tentativo di documentare il ricordo, di costruire, appunto,<br />

una memoria, questa volta in un senso più ampio.<br />

Addentrandoci nel secolo XI, potremmo produrre altri esempi<br />

nell’alveo di tale tendenza che mostrano come i monaci amiatini<br />

piegassero le forme del breve altomedievale alle nuove esigenze già vive<br />

nel corso del secolo XI. Il breve, il breve recordationis in particolare,<br />

finiva per essere concetto di uso ricorrente, pur conservando un profilo<br />

di ufficialità, di peso giuridico, se necessario: un sigillo confirmatorio di<br />

una qualche formalità che i monaci usavano non solo con gli esempi che<br />

abbiamo presentato ma anche per usi ancora meno formalizzati di cui ci<br />

occuperemo in altra sede, ad esempio per trasmettere autorità a un testo<br />

come la leggenda della fondazione – definita breve recordationis qualiter<br />

monasterium S. Salvatoris constructum est 80 – o all’elenco dei libri della<br />

biblioteca monastica che venivano prestati a altre fondazioni 81 : si può<br />

ritenere che anche per tali esempi l’influenza della cultura giuridica si<br />

facesse sentire. Inoltre, il breve rimase una forma scrittoria utilizzata<br />

anche per più ordinarie funzioni documentarie, con esiti meno clamorosi<br />

di CDA 215 o CDA 226 e meno estemporanei delle scritture librarie sopra<br />

79 Sul fronte librario si sta comunque lavorando nell’ottica proposta da M. GORMAN, Codici<br />

manoscritti dalla Badia Amiatina nel secolo XI, in La Tuscia nell’alto e pieno medioevo cit., pp. 15-<br />

102, che ringraziamo qui per la liberale ed amichevole attenzione con cui segue i nostri lavori.<br />

80 Cfr. MARROCCHI, Scritture documentarie e librarie cit. e IDEM, Le scritture librarie e<br />

documentarie cit.<br />

81 Se ne è occupato GORMAN, Codici manoscritti cit., particolarmente alle pp. 38-42 ma si veda<br />

anche MARROCCHI, Scritture documentarie e librarie cit., note 49-52 e testo corrispondente.

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