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Il Medioevo a Siena e nel territorio 335<br />

di legno, periodicamente abbandonate e ricostruite per almeno tre fasi<br />

successive. Dopo il loro definitivo abbandono, a ridosso del salto di quota<br />

del fosso di S. Ansano si costruì con materiali di recupero un lungo muro,<br />

che probabilmente costituiva una primitiva cinta a difesa della collina<br />

più a monte, dove comparvero alcune capanne in legno. Anche per la<br />

prima metà del VII secolo, però, il quadro che scaturisce dallo studio<br />

del materiale ceramico non collima con l’immagine desolante emersa<br />

dallo scavo, ovvero quella di un abitato fatto solo di misere capanne e<br />

ruderi. Infatti, anche se erano ormai del tutto cessate le importazioni di<br />

ceramiche a lunga distanza e dominavano i prodotti locali, circolava però<br />

ancora vasellame di buona qualità, declinato in un copioso campionario<br />

di oggetti.<br />

Un forte contrasto che perdura nel periodo di passaggio al pieno<br />

altomedioevo (seconda metà VII-VIII sec.) quando nell’area indagata<br />

continuano a depositarsi nuovi strati di terre scure e le tracce di<br />

frequentazione, dopo il crollo del muro lungo il fosso di S. Ansano, si<br />

riducono solo a strutture molto povere in legno che in parte riutilizzavano<br />

i ruderi antichi, mentre mancano del tutto tracce di quegli edifici in buona<br />

muratura che proprio tra fine VII e VIII secolo iniziano a ricomparire in<br />

molte città italiane, su committenza dei rappresentanti del potere regio,<br />

dei vescovi o di potenti privati; lo studio della ceramica associata a<br />

queste stratigrafie – che invece presenta ancora una morfologia articolata<br />

– continua quindi a suggerire che la parte più importante dell’abitato<br />

cittadino rimaneva ‘contratta’ in una zona diversa da quella toccata dallo<br />

scavo.<br />

La contraddizione tra il quadro insediativo e quello offerto dai reperti<br />

scompare solo con il passaggio al IX secolo, periodo in cui si assiste ad un<br />

radicale cambiamento del paesaggio dell’area, con la costruzione di due<br />

edifici in muratura di buona fattura. Al riaffiorare di tecniche costruttive<br />

che facevano uso di pietra e malta si affiancò il riemergere di ceramiche e<br />

di manufatti vitrei di pregio, forse da collegare con la frequentazione dei<br />

nuovi edifici in pietra. La fase successiva, immediatamente precedente<br />

all’impianto del cantiere del complesso ospedaliero, vede tutto il versante

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