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334<br />

Maria Elena Cortese<br />

La crisi di quest’area della città continuò anche nel periodo<br />

immediatamente successivo (seconda metà VI-inizi VII sec.), quando<br />

l’edificio monumentale biabsidato venne spoliato fin quasi alle<br />

fondamenta ed i piani di calpestio tardoantichi furono coperti da spessi<br />

strati di terra scura ricca di materiale organico decomposto (i cosiddetti<br />

dark earths), in linea con quanto avveniva nello stesso periodo in molte<br />

città toscane e più in generale italiane. Se il quadro insediativo risulta<br />

ormai completamente destrutturato, i reperti ceramici mostrano invece<br />

che l’economia della città rimaneva in parte legata al modello tardoantico:<br />

fino alla metà del VI secolo, infatti, circolavano monete, continuavano<br />

ad arrivare alcune anfore africane e sono attestate ceramiche sigillate di<br />

produzione tunisina; anche nella seconda metà del VI i traffici con il nord<br />

Africa non paiono ancora del tutto interrotti, come attesta la presenza di<br />

vasi e scodelle, seppur in quantità limitatissime.<br />

Ma il dato particolarmente interessante riguarda il dilagare di<br />

produzioni ceramiche locali, che formano corredi da mensa e da cucina<br />

molto articolati e di buona qualità: fatto che chiaramente dimostra che<br />

se le importazioni erano andate drasticamente diminuendo, tuttavia la<br />

domanda di suppellettili di buon livello da parte <strong>degli</strong> abitanti della città<br />

non era venuta meno. Ciò significa, dunque, che l’insediamento cittadino<br />

doveva essere ancora vitale, ma doveva trovarsi altrove: probabilmente<br />

sul piano di S. Maria (come confermerebbe il rinvenimento nel corso<br />

della campagna del 1988 dei resti di un edificio databile VI-VII sec.), o in<br />

Castelvecchio. Quest’area, invece, ormai priva di strutture residenziali,<br />

si era andata ruralizzando fin dalla seconda metà del VI secolo ed era in<br />

pratica divenuta una grande discarica per l’abitato soprastante.<br />

Questa marginalità perdurò ancora nella prima metà del secolo<br />

VII, quando nuovi grandi strati di macerie, alternati a quelli di terra<br />

scura, continuarono ad obliterare le aree un tempo urbanizzate e quando<br />

– ancora una volta in linea con quello che si verificava in molte altre città<br />

– presso le rovine del grande edificio termale tardoantico comparvero le<br />

prime sepolture, raggruppate in una sorta di piccolo cimitero; in seguito,<br />

una volta cessato l’uso di quest’ultimo, si impiantarono nuove capanne

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