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Riccardo Castellana<br />

al passato. Ma prima e più che nelle soluzioni stilistiche e formali che<br />

Tozzi andava sperimentando nel suo laboratorio, l’immagine pubblica (e<br />

insisto sull’aggettivo) del giovane scrittore è sostanzialmente, secondo<br />

me, fino al 1914 inquadrabile nel contesto dell’avanguardia storica per<br />

almeno due buoni motivi. Il primo è che anche in Tozzi ritroviamo quella<br />

che Sanguineti chiamava l’«etimologia anarchica» 104 dell’avanguardia<br />

che, lungi dall’essere aideologica, è invece il movimento culturale<br />

più rappresentativo di quel ceto piccolo borghese che rifiuta in blocco<br />

il comunismo e la sua idea di Stato, in nome del genio e della libertà<br />

individuale. E quanto più, nell’età giolittiana e immediatamente dopo,<br />

i membri di questa classe si impoveriranno e diventeranno vittime della<br />

massificazione, tanto più forte diventerà in loro il bisogno di capri<br />

espiatori (il comunismo, in primis) e di nuovi idoli (la nazione). La<br />

parabola di Tozzi, prima anarchico, poi cattolico e infine nazionalista è<br />

da questo punto di vista, mi pare, assai significativa.<br />

Il secondo motivo per cui, secondo me, il giovane Tozzi respira<br />

la stessa aria dell’avanguardia è che il suo anarchismo violentemente<br />

antiborghese mostra un altro aspetto tipico di quel movimento: il rifiuto<br />

della mediazione. Come ha mostrato Franco Fortini, l’avanguardia storica<br />

vuol «essere un modo di arte e di letteratura che pone immediatamente<br />

le contraddizioni (forma-contenuto, soggettivo-oggettivo, arbitrarionecessario,<br />

razionale-irrazionale, psicologismo-naturalismo)» 105 . Questo<br />

rifiuto generalizzato della mediazione implica anche il rifiuto delle forme<br />

intermedie dell’essere sociale e dell’agire collettivo, che gli avanguardisti<br />

vedono come ostacoli all’affermazione del soggetto, come vincoli alla<br />

piena espressione della sua individualità. Questa ricerca «espressivista» 106<br />

che caratterizza tutte le avanguardie oltre che buona parte dell’arte<br />

moderna ha ovviamente una storia di lunga durata, e conosce il suo<br />

104 TELLINI, La tela di fumo cit., p.157.<br />

105 E. SANGUINETI, Ideologia e linguaggio, a cura di E. Risso, Feltrinelli, Milano, 2001 3 , p. 35. Il<br />

discorso di Sanguineti si riferisce, in particolare, all’avanguardia futurista.<br />

106 F. FORTINI, Avanguardia e mediazione [1968], in Verifica dei poteri. Scritti di critica e di<br />

istituzioni letterarie, Torino, Einaudi, 1989, pp.73-83; a p. 77.

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