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14<br />

Mario Marrocchi<br />

– lo scrivevamo del resto in apertura – e si vorrebbe riflettere su questa<br />

mutevolezza e sulle ragioni di un successo variabile nelle diverse fasi<br />

storiche, come del resto anche i lavori più recenti sopra rammentati non<br />

hanno mancato di sottolineare 9 . Senza volerne negare il profilo di scrittura<br />

documentaria duttile, di scritto-testimone, in un senso meno rigidamente<br />

amministrativo e più empirico, vissuto, culturale, è perfino superfluo<br />

sottolineare che una cosa doveva essere un breve giuridico, redatto e<br />

autenticato da un’autorità istituzionalmente riconosciuta in grado di<br />

compiere tale funzione, anche simbolica, culturale e ai limiti del sacro<br />

quanto si vuole ma sempre rigidamente legata a forme istituzionalizzate<br />

come è quella dei funzionari del diritto; un’altra sarà stato redigere da<br />

parte di monaci <strong>degli</strong> scritti dal formalismo variabile, fino ad alcuni che<br />

appaiono poco più che <strong>degli</strong> appunti, che pure è con la definizione di<br />

breve che vengono presentati 10 . L’idea della forma scrittoria del breve e<br />

questo stesso termine ci sono parsi presenti nella mentalità monastica in<br />

una così importante dimensione da sembrarci opportuno il tentativo di<br />

indagare i brevia e il loro effettivo valore di «documenti, scritture, cioè,<br />

attestanti un’azione giuridica svoltasi un certo giorno ad opera di certe<br />

persone» 11 .<br />

Il breve altomedievale conobbe dunque un processo di formazione<br />

che ha una sua partenza da scritture tardo antiche probabilmente povere<br />

di formalismi e che si dipana in un processo di graduale riduzione<br />

di approssimazioni e di molteplicità di direzioni, fino a concorrere<br />

in misura anche determinante alla nascita dell’instrumentum tardo<br />

medievale. Ciò grazie alla peculiarità documentaria del breve, nato<br />

con finalità non dispositiva bensì per «comunicare e pubblicare» 12 , per<br />

costruire una memoria che certamente doveva essenzialmente sfociare<br />

in una «materia processuale e più precisamente probatoria» ma che, in<br />

9 Il riferimento in particolare è per ANSANI, Appunti sui brevia cit., pp. 111-119.<br />

10 Sugli utilizzi dei termini notitia e breve e per una proposta di interpretazione dei diversi<br />

significati cfr. BARTOLI LANGELI, Sui ‘brevi’ italiani cit., pp. 13-18.<br />

11 Così ivi, p. 12.<br />

12 Riprendiamo qui parte di quanto appena sopra citato, cfr. nota 7 e testo corrispondente.

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