6. Cefalea attribuita a disturbi vascolari cranici o cervicali - Gruppo ...
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<strong>6.</strong> <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a <strong>disturbi</strong> <strong>vascolari</strong><br />
<strong>cranici</strong> o <strong>cervicali</strong><br />
<strong>6.</strong>1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a ictus ischemico o attacco<br />
ischemico transitorio<br />
<strong>6.</strong>1.1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a ictus ischemico (infarto<br />
cerebrale)<br />
<strong>6.</strong>1.2 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad attacco ischemico<br />
transitorio (TIA)<br />
<strong>6.</strong>2 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a emorragia intracranica non<br />
traumatica<br />
<strong>6.</strong>2.1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a emorragia intracerebrale<br />
<strong>6.</strong>2.2 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a emorragia subaracnoidea<br />
(SAH)<br />
<strong>6.</strong>3 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a malformazione vascolare<br />
che non ha sanguinato<br />
<strong>6.</strong>3.1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad aneurisma sacculare<br />
<strong>6.</strong>3.2 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a malformazione arterovenosa<br />
(AVM)*<br />
<strong>6.</strong>3.3 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a fistola durale arterovenosa<br />
<strong>6.</strong>3.4 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad angioma cavernoso<br />
<strong>6.</strong>3.5 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad angiomatosi encefalotrigeminale<br />
o leptomeningea (sindrome<br />
di Sturge Weber)<br />
<strong>6.</strong>4 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad arterite<br />
<strong>6.</strong>4.1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad arterite a cellule<br />
giganti (GCA)**<br />
<strong>6.</strong>4.2 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad angioite primaria del<br />
sistema nervoso centrale (SNC)<br />
<strong>6.</strong>4.3 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad angioite secondaria<br />
del sistema nervoso centrale (SNC)<br />
<strong>6.</strong>5 Dolore a partenza dall’arteria carotide o vertebrale<br />
<strong>6.</strong>5.1 <strong>Cefalea</strong> o dolore facciale o del collo attribuiti<br />
a dissecazione arteriosa<br />
<strong>6.</strong>5.2 <strong>Cefalea</strong> post-endoarteriectomia<br />
<strong>6.</strong>5.3 <strong>Cefalea</strong> da angioplastica carotidea<br />
<strong>6.</strong>5.4 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a procedure endo<strong>vascolari</strong><br />
intracraniche<br />
<strong>6.</strong>5.5 <strong>Cefalea</strong> da angiografia<br />
<strong>6.</strong>6 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a trombosi venosa cerebrale<br />
(CTV)***<br />
<strong>6.</strong>7 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad altro disturbo vascolare<br />
intracranico<br />
<strong>6.</strong>7.1 Arteriopatia cerebrale autosomica dominante<br />
con infarti sottocorticali e leucoencefalopatia<br />
(CADASIL)<br />
<strong>6.</strong>7.2 Encefalopatia mitocondriale, acidosi lattica<br />
ed episodi simil-ictali (MELAS)<br />
<strong>6.</strong>7.3 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad angiopatia benigna<br />
del sistema nervoso centrale<br />
<strong>6.</strong>7.4 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad apoplessia pituitaria<br />
*Acronimo derivato dall’inglese Arteriovenous Malformation<br />
**Acronimo derivato dall’inglese Giant Cell Arteritis<br />
***Acronimo derivato dall’inglese Cerebral Venous Thrombosis<br />
© International Headache Society 2003<br />
Commento generale<br />
<strong>Cefalea</strong> primaria, secondaria o entrambe?<br />
Quando una nuova cefalea si verifica per la prima<br />
volta in stretta relazione temporale con un disturbo<br />
vascolare, è codificata come una cefalea secondaria<br />
<strong>attribuita</strong> al disturbo vascolare. Questo vale anche se<br />
la cefalea ha le caratteristiche dell’emicrania, della<br />
cefalea di tipo tensivo o della cefalea a grappolo.<br />
Quando una cefalea primaria preesistente peggiora<br />
in stretta relazione temporale con un disturbo vascolare,<br />
ci sono due possibilità diagnostiche, a seconda<br />
del giudizio clinico: porre la sola diagnosi di cefalea<br />
primaria preesistente, oppure effettuare la doppia<br />
diagnosi di cefalea primaria e di forma <strong>attribuita</strong> a un<br />
disturbo vascolare. Gli elementi a favore della seconda<br />
opzione sono: una relazione temporale molto<br />
stretta con il disturbo vascolare, un marcato peggioramento<br />
della cefalea primaria preesistente, ottimo<br />
livello di evidenza che il disturbo possa aggravare la<br />
cefalea primaria e, infine, il miglioramento della cefalea<br />
dopo la fase acuta del disturbo vascolare.<br />
Certa, probabile o cronica?<br />
Una diagnosi di <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a disturbo vascolare<br />
diviene usualmente certa solo quando la cefalea si<br />
risolve o migliora considerevolmente entro un tempo<br />
specificato dopo l’esordio o dopo la fase acuta del disturbo.<br />
Negli altri casi, o prima che sia trascorso l’intervallo<br />
di tempo definito, si pone usualmente diagnosi<br />
di <strong>Cefalea</strong> probabilmente <strong>attribuita</strong> a disturbo vascolare.<br />
L’alternativa, quando la cefalea non si risolve o<br />
non migliora considerevolmente dopo 3 mesi, è una<br />
diagnosi di A<strong>6.</strong>8 <strong>Cefalea</strong> cronica post-disturbo vascolare.<br />
Questa è descritta solo in Appendice, poiché cefalee di<br />
questo tipo sono state scarsamente documentate ed è<br />
necessario indagare per definire criteri causali migliori.<br />
Introduzione<br />
ICHD-II 69<br />
La diagnosi di cefalea e del nesso causale è facile nella<br />
maggior parte delle condizioni <strong>vascolari</strong> sottoriportate<br />
in quanto la cefalea può presentarsi acutamente e con<br />
segni neurologici e risolversi spesso con rapidità. La<br />
stretta relazione temporale tra la cefalea e i segni neurologici<br />
è pertanto cruciale per stabilire la causalità.<br />
In molte di queste condizioni, come nell’ictus<br />
ischemico o emorragico, la cefalea è meno importante<br />
dei segni focali e/o dei <strong>disturbi</strong> dello stato di<br />
coscienza. In altre, come nell’emorragia subaracnoi-
70 ICHD-II<br />
dea, la cefalea è generalmente il sintomo preminente.<br />
In diverse altre condizioni che possono indurre sia<br />
cefalea sia ictus, come le dissecazioni, la trombosi<br />
venosa cerebrale, l’arterite a cellule giganti e la<br />
angioite del sistema nervoso centrale, la cefalea è<br />
spesso un sintomo precoce di allarme. È pertanto<br />
fondamentale riconoscere l’associazione della cefalea<br />
con questi <strong>disturbi</strong> per poter diagnosticare correttamente<br />
la patologia vascolare sottostante e iniziare<br />
l’idoneo trattamento il più precocemente possibile<br />
per poter prevenire conseguenze neurologiche<br />
potenzialmente devastanti.<br />
Tutte queste condizioni possono verificarsi in<br />
pazienti che hanno già lamentato una cefalea primaria<br />
di qualsiasi tipo. Un dettaglio che indirizza verso<br />
una condizione vascolare sottostante è rappresentato<br />
dall’esordio, generalmente improvviso, di una nuova<br />
cefalea, sino a quel momento sconosciuta al paziente.<br />
Quando ciò si verifica, le condizioni <strong>vascolari</strong><br />
dovrebbero essere urgentemente indagate.<br />
Per tutti i <strong>disturbi</strong> <strong>vascolari</strong> qui riportati, i criteri<br />
diagnostici includono quando possibile:<br />
A. <strong>Cefalea</strong> con una (o più) delle caratteristiche stabilite<br />
(se ve ne sono di conosciute) che soddisfi i<br />
criteri C e D<br />
B. Criteri diagnostici maggiori del disturbo vascolare<br />
C. Relazione temporale dell’associazione e/o altra<br />
evidenza di causalità con il disturbo vascolare<br />
D. Miglioramento o remissione della cefalea entro<br />
un periodo di tempo definito 1 dopo l’esordio o<br />
dopo la remissione del disturbo vascolare o dopo<br />
la sua fase acuta<br />
Nota:<br />
1. Per la cefalea <strong>attribuita</strong> ad alcuni <strong>disturbi</strong> <strong>vascolari</strong>,<br />
il criterio D non è indicato, poiché non ci<br />
sono dati sufficienti per indicare un qualsivoglia<br />
limite di tempo per il miglioramento o la scomparsa<br />
della cefalea.<br />
<strong>6.</strong>1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a ictus ischemico<br />
o attacco ischemico transitorio<br />
<strong>6.</strong>1.1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a ictus ischemico<br />
(infarto cerebrale)<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea acuta che soddisfi il<br />
criterio C<br />
B. Segni neurologici e/o evidenza alle indagini<br />
neuroradiologiche di un ictus ischemico recente<br />
C. La cefalea insorge simultaneamente o in relazione<br />
temporale molto stretta con i segni o altre evidenze<br />
di ictus ischemico<br />
Commento:<br />
La cefalea dell’ictus ischemico è accompagnata da<br />
segni neurologici focali e/o alterazioni dello stato di<br />
coscienza che usualmente permettono una facile differenziazione<br />
dalle cefalee primarie. È usualmente di<br />
intensità media e non ha caratteristiche specifiche.<br />
La cefalea accompagna l’ictus ischemico nel 17-<br />
34% dei casi; è più frequente negli ictus in territorio<br />
vertebro-basilare che in territorio carotideo. È di<br />
scarso valore pratico per stabilire l’eziologia dell’ictus,<br />
salvo la considerazione che la cefalea è molto<br />
raramente associata con infarti lacunari ed estremamente<br />
comune nella dissecazione arteriosa.<br />
<strong>6.</strong>1.2 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad attacco ischemico<br />
transitorio (transient ischaemic attack, TIA)<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea acuta che soddisfi i criteri<br />
C e D<br />
B. Deficit neurologico focale di origine ischemica di<br />
durata
<strong>6.</strong>2.1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a emorragia intracerebrale<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea acuta che soddisfi il<br />
criterio C<br />
B. Segni neurologici o evidenza alle indagini neuroradiologiche<br />
di una recente emorragia intracerebrale<br />
non traumatica<br />
C. La cefalea si sviluppa simultaneamente o in relazione<br />
temporale molto stretta con l’emorragia<br />
intracerebrale<br />
Commento:<br />
Il termine intracerebrale impiegato in questo contesto<br />
include intracerebellare.<br />
La cefalea è più frequente e più severa nell’ictus<br />
emorragico che nell’ictus ischemico. È spesso meno<br />
importante dei deficit focali o del coma, ma può rappresentare<br />
la caratteristica precoce preminente dell’emorragia<br />
cerebellare, che può richiedere una<br />
decompressione chirurgica in urgenza.<br />
La forma <strong>6.</strong>2.1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a emorragia intracerebrale<br />
è più spesso dovuta a presenza di sangue<br />
nello spazio subaracnoideo e a fenomeni di compressione<br />
locale che non a ipertensione endocranica.<br />
Può essere occasionalmente presente come cefalea “a<br />
rombo di tuono”.<br />
<strong>6.</strong>2.2 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a emorragia<br />
subaracnoidea (SAH)<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. <strong>Cefalea</strong> severa a esordio improvviso che soddisfi<br />
i criteri C e D<br />
B. Evidenza alle indagini neuroradiologiche (tomografia<br />
computerizzata [TC] o risonanza magnetica<br />
[RM] con sequenze T2 pesate o flair) o all’esame<br />
liquorale di emorragia subaracnoidea non<br />
traumatica con o senza altri segni clinici<br />
C. La cefalea si sviluppa simultaneamente all’emorragia<br />
D. La cefalea si risolve entro 1 mese<br />
Commento:<br />
L’emorragia subaracnoidea è di gran lunga la causa<br />
più comune di cefalea a esordio improvviso, intensa<br />
e disabilitante (cefalea “a rombo di tuono”) e rimane<br />
un’evenienza grave (il 50% dei pazienti muore, spesso<br />
prima di arrivare in ospedale e il 50% dei sopravvissuti<br />
rimane disabile).<br />
Escludendo i traumi, l’80% dei casi consegue a rottura<br />
di aneurismi sacculari.<br />
La cefalea <strong>attribuita</strong> a SAH è spesso unilaterale<br />
all’esordio e accompagnata da nausea, vomito, alte-<br />
© International Headache Society 2003<br />
ICHD-II 71<br />
razioni dello stato di coscienza, rigidità nucale e,<br />
meno frequentemente, da febbre e aritmia cardiaca.<br />
Può comunque essere meno severa e senza segni<br />
associati. L’esordio improvviso è la caratteristica<br />
principale. Qualunque paziente con cefalea a esordio<br />
improvviso o cefalea “a rombo di tuono” dovrebbe<br />
essere studiato come se fosse un’emorragia subaracnoidea.<br />
La diagnosi è confermata dalla TC senza contrasto<br />
o dalla RM (sequenze flair), che hanno una<br />
sensibilità superiore al 90% nelle prime 24 ore. Se le<br />
indagini neuroradiologiche sono negative, dubbie o<br />
tecnicamente inadeguate, dovrebbe essere effettuata<br />
una puntura lombare.<br />
L’emorragia subaracnoidea costituisce un’emergenza<br />
neurochirurgica.<br />
<strong>6.</strong>3 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a malformazione vascolare che non<br />
ha sanguinato<br />
Classificata altrove:<br />
La cefalea <strong>attribuita</strong> a malformazione vascolare che<br />
ha sanguinato è codificata come <strong>6.</strong>2.1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong><br />
a emorragia intracerebrale o come <strong>6.</strong>2.2 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong><br />
a emorragia subaracnoidea.<br />
<strong>6.</strong>3.1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad aneurisma sacculare<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea acuta, compresa una<br />
cefalea “a rombo di tuono”, e/o una paralisi<br />
dolorosa del terzo nervo cranico che soddisfi i<br />
criteri C e D<br />
B. Evidenza di aneurisma sacculare alle indagini<br />
neuroradiologiche<br />
C. Evidenze a favore della relazione causale fra<br />
cefalea e aneurisma sacculare<br />
D. La cefalea si risolve entro 72 ore<br />
E. Emorragia subaracnoidea, emorragia intracerebrale<br />
e altre cause di cefalea sono escluse<br />
mediante indagini appropriate<br />
Commento:<br />
La cefalea è riportata approssimativamente dal 18%<br />
dei pazienti con aneurisma cerebrale che non ha sanguinato.<br />
Generalmente non ha caratteristiche specifiche.<br />
Comunque, la cefalea “a rombo di tuono” si manifesta<br />
prima di una SAH da aneurisma confermato in<br />
circa il 50% dei pazienti. Anche se una cefalea “a<br />
rombo di tuono” può verificarsi in assenza di malformazioni<br />
<strong>vascolari</strong>, queste dovrebbero essere sempre<br />
ricercate con indagini non invasive appropriate<br />
(angioRM o angioTC) e, nei casi dubbi, con angio-
72 ICHD-II<br />
grafia convenzionale. Una varietà classica di dolore<br />
sentinella (che segnala l’imminente rottura o un progressivo<br />
accrescimento) è rappresentata da una paralisi<br />
acuta del terzo nervo cranico, con dolore retrorbitario<br />
e dilatazione pupillare indicativa di un aneurisma<br />
dell’arteria comunicante posteriore o della<br />
porzione terminale dell’arteria carotide.<br />
<strong>6.</strong>3.2 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a malformazione<br />
arterovenosa (AVM)<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea acuta che soddisfi i criteri<br />
C e D<br />
B. Evidenza di una malformazione arterovenosa<br />
alle indagini neuroradiologiche<br />
C. Evidenze a favore della relazione causale fra<br />
cefalea e malformazione arterovenosa<br />
D. La cefalea si risolve entro 72 ore<br />
E. Emorragia subaracnoidea, emorragia intracerebrale<br />
e altre cause di cefalea sono escluse<br />
mediante indagini appropriate<br />
Commento:<br />
Sono stati riportati casi che evidenziano l’associazione<br />
delle AVM con una varietà di cefalee come la cefalea a<br />
grappolo, l’hemicrania cronica parossistica e la SUNCT,<br />
anche se questi casi presentano caratteristiche atipiche.<br />
Non c’è un’evidenza certa di una relazione tra le AVM<br />
e queste cefalee primarie quando sono tipiche.<br />
L’emicrania con aura è stata riscontrata fino al 58%<br />
delle donne con AVM. Una forte argomentazione a<br />
favore di una relazione causale è rappresentata dalla<br />
consistente correlazione tra lato della cefalea o dell’aura<br />
e lato della AVM. Ne consegue l’importante<br />
deduzione che la AVM può causare attacchi di emicrania<br />
con aura (emicrania sintomatica). Tuttavia, in<br />
ampie casistiche di AVM, l’emicrania come sintomo<br />
di presentazione è rara e molto meno frequente dell’emorragia,<br />
dell’epilessia o dei deficit focali.<br />
<strong>6.</strong>3.3 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a fistola durale arterovenosa<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea acuta che soddisfi il<br />
criterio C<br />
B. Evidenza di una fistola durale arterovenosa alle<br />
indagini neuroradiologiche<br />
C. Evidenze a favore della relazione causale fra<br />
cefalea e fistola<br />
D. Emorragia subaracnoidea, emorragia cerebrale e<br />
altre cause di cefalea sono escluse mediante indagini<br />
appropriate<br />
Commento:<br />
Gli studi dedicati alla presenza di cefalea in casi di<br />
fistola durale arterovenosa sono carenti. Un tinnito<br />
doloroso con caratteristiche di pulsatilità può rappresentare<br />
un sintomo di presentazione, come anche<br />
una cefalea con altri segni d’ipertensione endocranica<br />
dovuti al ridotto efflusso venoso e a volte a trombosi<br />
del seno. La fistola carotido-cavernosa può presentarsi<br />
come oftalmoplegia dolorosa.<br />
<strong>6.</strong>3.4 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad angioma cavernoso<br />
Classificata altrove:<br />
La cefalea da emorragia cerebrale o da convulsioni<br />
secondarie ad angioma cavernoso è codificata come<br />
<strong>6.</strong>2.1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a emorragia intracerebrale o come<br />
7.6 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a crisi epilettica.<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea acuta che soddisfi il<br />
criterio C<br />
B. Evidenza alle indagini neuroradiologiche di un<br />
angioma cavernoso<br />
C. Evidenze a favore della relazione causale fra<br />
cefalea e angioma cavernoso<br />
D. Emorragia subaracnoidea, emorragia intracerebrale<br />
e altre cause di cefalea sono escluse con<br />
indagini appropriate<br />
Commento:<br />
Gli angiomi cavernosi vengono riconosciuti con<br />
maggiore facilità dalla RM. Non esistono studi validi<br />
dedicati alla cefalea associata con queste malformazioni.<br />
La cefalea è comunemente riportata come conseguenza<br />
dell’emorragia cerebrale o di convulsioni<br />
dovute ad angioma cavernoso e dovrebbe essere<br />
codificata di conseguenza.<br />
<strong>6.</strong>3.5 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad angiomatosi<br />
encefalo-trigeminale o leptomeningea<br />
(sindrome di Sturge Weber)<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea acuta che soddisfi il<br />
criterio C<br />
B. Angioma del volto, convulsioni ed evidenza alle<br />
indagini neuroradiologiche di un angioma<br />
meningeo ipsilaterale rispetto all’angioma del<br />
volto<br />
C. Evidenze a favore della relazione causale fra<br />
cefalea e gli angiomi<br />
D. Altre cause di cefalea sono escluse mediante<br />
indagini appropriate<br />
© International Headache Society 2003
Commento:<br />
La cefalea è frequentemente riportata in questa condizione,<br />
ma scarsamente documentata. Casi isolati<br />
suggeriscono che l’angiomatosi encefalo-trigeminale<br />
o leptomeningea possa rappresentare una causa di<br />
emicrania sintomatica e soprattutto di attacchi con<br />
aura protratta (verosimilmente correlati a oligoemia<br />
cronica).<br />
<strong>6.</strong>4 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad arterite<br />
<strong>6.</strong>4.1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad arterite<br />
a cellule giganti (GCA)<br />
Terminologia usata in precedenza:<br />
Arterite temporale, malattia di Horton<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea persistente che soddisfi<br />
i criteri C e D<br />
B. Almeno uno dei seguenti:<br />
1. arteria dello scalpo dolente e rilevata con<br />
aumento della velocità di eritrosedimentazione<br />
(VES) e/o della proteina C reattiva (PCR)<br />
2. biopsia dell’arteria temporale con evidenza di<br />
arterite a cellule giganti<br />
C. La cefalea si sviluppa in stretta relazione temporale<br />
con altri sintomi e segni di arterite a cellule<br />
giganti<br />
D. La cefalea si risolve o migliora considerevolmente<br />
entro 3 giorni dall’inizio di terapia con steroidi<br />
ad alte dosi<br />
Commento:<br />
Di tutte le arteriti e le malattie <strong>vascolari</strong> del collagene,<br />
l’arterite a cellule giganti è la malattia più frequentemente<br />
associata a cefalea (dovuta a infiammazione<br />
delle arterie craniche, prevalentemente delle<br />
diramazioni dell’arteria carotide esterna). Vanno<br />
considerati i seguenti aspetti:<br />
• la variabilità delle caratteristiche della cefalea e<br />
degli altri sintomi associati alla GCA (polimialgia<br />
reumatica, claudicatio mandibolare) sono tali che<br />
una recente cefalea persistente in un paziente di<br />
età superiore ai 60 anni dovrebbe suggerire una<br />
GCA e indurre a indagini appropriate;<br />
• attacchi recenti e ripetuti di amaurosis fugax<br />
associati a cefalea sono particolarmente indicativi<br />
di GCA e dovrebbero sollecitare accertamenti<br />
urgenti;<br />
• il rischio maggiore è rappresentato dalla cecità<br />
dovuta a neuropatia ottica anteriore ischemica,<br />
che può essere prevenuta da un trattamento steroideo<br />
immediato;<br />
© International Headache Society 2003<br />
• l’intervallo di tempo tra la perdita del visus in un<br />
occhio e nell’altro è usualmente inferiore a 1 settimana;<br />
• esistono rischi aggiuntivi di eventi cerebro<strong>vascolari</strong><br />
e di demenza;<br />
• all’esame istologico, l’arteria temporale può<br />
risultare normale in alcune aree (lesioni a salti)<br />
indicando la necessità di sezioni seriate;<br />
• il duplex scanning delle arterie temporali può<br />
visualizzare la parete arteriosa ispessita (come<br />
una aureola nelle sezioni assiali) e può aiutare a<br />
selezionare la parte da sottoporre a biopsia.<br />
<strong>6.</strong>4.2 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad angioite primaria<br />
del sistema nervoso centrale (SNC)<br />
ICHD-II 73<br />
Terminologia usata in precedenza:<br />
Angioite isolata del SNC, angioite granulomatosa<br />
del SNC<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea persistente che soddisfi<br />
i criteri D e E<br />
B. Segni encefalici di qualsiasi tipo (per es., ictus,<br />
convulsioni, <strong>disturbi</strong> cognitivi o dello stato di<br />
coscienza)<br />
C. Angioite del SNC accertata con biopsia cerebrale<br />
o meningea o sospettata sulla base di segni<br />
angiografici, in assenza di arterite sistemica<br />
D. La cefalea si sviluppa in stretta relazione temporale<br />
con i segni encefalici<br />
E. La cefalea migliora entro 1 mese di trattamento<br />
con steroidi e/o immunosoppressori<br />
Commento:<br />
La cefalea è il sintomo dominante nell’angioite del<br />
SNC (sia essa primaria o secondaria). È presente nel<br />
50-80% dei casi, in rapporto ai metodi diagnostici<br />
usati (angiografia o esame istologico), ma la cefalea<br />
non ha caratteristiche specifiche ed è quindi di scarso<br />
valore diagnostico se non sono presenti altri segni<br />
neurologici come deficit focali, convulsioni, <strong>disturbi</strong><br />
cognitivi o dello stato di coscienza. Comunque, l’assenza<br />
di cefalea e di pleiocitosi liquorale rende scarsamente<br />
probabile un’angioite del SNC.<br />
La patogenesi della cefalea è multifattoriale:<br />
infiammazione, ictus (ischemico o emorragico),<br />
aumentata pressione endocranica e/o emorragia<br />
subaracnoidea.<br />
L’effetto della terapia è molto meno risolutivo che<br />
nella <strong>6.</strong>4.1 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad arterite a cellule giganti.<br />
Un’angioite primaria del SNC dimostrata istologicamente<br />
è comunque una condizione grave e frequentemente<br />
letale.
74 ICHD-II<br />
<strong>6.</strong>4.3 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad angioite secondaria<br />
del sistema nervoso centrale (SNC)<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea persistente che soddisfi<br />
i criteri D e E<br />
B. Segni encefalici di qualsiasi tipo (per es., ictus,<br />
convulsioni, <strong>disturbi</strong> cognitivi o dello stato di<br />
coscienza)<br />
C. Evidenza di arterite sistemica<br />
D. La cefalea si sviluppa in stretta relazione temporale<br />
con i segni encefalici<br />
E. La cefalea migliora entro 1 mese di trattamento<br />
con steroidi e/o immunosoppressori<br />
Commento:<br />
La cefalea è il sintomo dominante nell’angioite del<br />
SNC (sia essa primaria o secondaria). È presente nel<br />
50-80% dei casi, in rapporto ai metodi diagnostici<br />
usati (angiografia o esame istologico). Inoltre, la cefalea<br />
non ha caratteristiche specifiche ed è quindi di<br />
scarso valore diagnostico se non sono presenti altri<br />
segni neurologici come deficit focali, convulsioni, <strong>disturbi</strong><br />
cognitivi o dello stato di coscienza. Comunque,<br />
l’assenza di cefalea e di pleiocitosi liquorale rende<br />
scarsamente probabile una angioite del SNC.<br />
La difficoltà in questa forma è duplice in quanto<br />
occorre: 1) diagnosticare un’angioite del SNC in un<br />
paziente noto per avere una delle molte condizioni<br />
che possono causare angioite e 2) trovare la condizione<br />
sottostante (infiammatoria, infettiva, maligna,<br />
tossica) in un paziente con angioite del SNC.<br />
La patogenesi della cefalea è multifattoriale: infiammazione,<br />
ictus (ischemico o emorragico), aumentata<br />
pressione endocranica e/o emorragia subaracnoidea.<br />
<strong>6.</strong>5 Dolore a partenza dall’arteria carotide o vertebrale<br />
<strong>6.</strong>5.1 <strong>Cefalea</strong> o dolore facciale o del collo<br />
attribuiti a dissecazione arteriosa<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea, dolore facciale o del<br />
collo a esordio acuto, con o senza altri sintomi o<br />
segni neurologici, che soddisfi i criteri C e D<br />
B. Dissecazione dimostrata con appropriati accertamenti<br />
<strong>vascolari</strong> e/o indagini neuroradiologiche<br />
C. Il dolore si sviluppa in stretta relazione temporale<br />
e dallo stesso lato della dissecazione<br />
D. Il dolore scompare entro 1 mese<br />
Commento:<br />
La cefalea con o senza dolore al collo può essere la<br />
sola manifestazione di dissecazione arteriosa cervi-<br />
cale. Rappresenta il sintomo di gran lunga più frequente<br />
(55-100% dei casi) ed è anche il più frequente<br />
disturbo d’esordio (33-86% dei casi).<br />
La cefalea, il dolore facciale e del collo sono abitualmente<br />
unilaterali (ipsilaterali all’arteria dissecata),<br />
severi e persistenti (in media 4 giorni). La sintomatologia<br />
dolorosa, tuttavia, non possiede un comportamento<br />
costante specifico e può risultare a volte<br />
molto fuorviante simulando altre cefalee come l’emicrania,<br />
la cefalea a grappolo, la cefalea primaria “a<br />
rombo di tuono” e l’emorragia subaracnoidea (specificamente<br />
in quanto una dissecazione intracranica<br />
dell’arteria vertebrale può essa stessa esordire con<br />
un’emorragia subaracnoidea). I segni associati sono<br />
frequenti: segni di ischemia cerebrale o retinica e<br />
segni locali. Una sindrome di Horner o un tinnito<br />
associati a dolore con esordio improvviso sono altamente<br />
indicativi di una dissecazione carotidea.<br />
La cefalea precede abitualmente l’esordio dei segni<br />
ischemici e richiede pertanto diagnosi e trattamento<br />
precoci. La diagnosi si basa sul duplex scanning, la RM,<br />
l’angioRM e/o la TC spirale e, nei casi dubbi, sull’angiografia<br />
convenzionale. In genere, è necessario eseguire<br />
più di un’indagine poiché qualcuna può risultare<br />
nella norma. Non ci sono trial randomizzati relativi al<br />
trattamento, pur essendovi un consenso a favore dell’impiego<br />
di eparina seguita da warfarin per 3-6 mesi in<br />
rapporto alla qualità della guarigione dell’arteria.<br />
<strong>6.</strong>5.2 <strong>Cefalea</strong> post-endoarteriectomia<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. <strong>Cefalea</strong> acuta con una delle seguenti tipologie e<br />
che soddisfi i criteri C e D<br />
1. dolore lieve diffuso<br />
2. dolore unilaterale simil-cluster che si verifica<br />
una o due volte al giorno con attacchi della<br />
durata di 2-3 ore<br />
3. dolore unilaterale pulsante, di forte intensità<br />
B. Intervento di endoarteriectomia carotidea<br />
C. La cefalea si sviluppa entro 1 settimana dall’intervento,<br />
in assenza di dissecazione<br />
D. La cefalea si risolve entro 1 mese dall’intervento<br />
Commento:<br />
Tre sottotipi di cefalea sono stati descritti dopo<br />
endoarteriectomia carotidea. Il più frequente (fino al<br />
60% dei casi) è rappresentato da una cefalea isolata<br />
diffusa e lieve, che si manifesta nei primi giorni dopo<br />
l’intervento. Si tratta di una condizione benigna<br />
autolimitantesi. Il secondo tipo (segnalato fino al<br />
38% dei casi) è rappresentato da un dolore unilaterale<br />
simil-cluster con attacchi della durata di 2-3 ore che<br />
si verificano una o due volte al giorno. Si risolve in<br />
© International Headache Society 2003
circa 2 settimane. Il terzo tipo fa parte della rara sindrome<br />
da iperperfusione, in cui un dolore unilaterale<br />
pulsante e di forte intensità si manifesta dopo un<br />
intervallo di 3 giorni dall’intervento. Precede spesso<br />
un incremento della pressione arteriosa e l’esordio di<br />
convulsioni o di deficit neurologici intorno alla settima<br />
giornata. È necessario un trattamento urgente<br />
poiché questi sintomi possono preannunciare un’emorragia<br />
cerebrale.<br />
<strong>6.</strong>5.3 <strong>Cefalea</strong> da angioplastica carotidea<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea acuta che soddisfi i criteri<br />
C e D<br />
B. Intervento di angioplastica extra- o intracranica<br />
C. La cefalea si sviluppa durante l’intervento o<br />
entro la settimana successiva, in assenza di dissecazione<br />
D. La cefalea si risolve entro 1 mese<br />
Commento:<br />
La valutazione dell’efficacia e della tollerabilità dell’angioplastica<br />
percutanea transluminale (APT) e<br />
stenting versus la chirurgia è attualmente oggetto di<br />
trial randomizzati. I dati relativi alla cefalea sono<br />
ancora scarsi e la cefalea non è menzionata in ampie<br />
casistiche di APT carotidea. In una piccola casistica<br />
di 53 pazienti, il dolore cervicale si è manifestato nel<br />
51% dei pazienti e quello cranico nel 33% durante il<br />
rigonfiamento del palloncino, scomparendo, nella<br />
maggior parte dei casi, entro pochi secondi dallo<br />
sgonfiamento del palloncino.<br />
La cefalea come parte di una sindrome da iperperfusione<br />
(vedi <strong>6.</strong>5.2 <strong>Cefalea</strong> post-endoarteriectomia) è<br />
stata riscontrata anche dopo APT carotidea.<br />
<strong>6.</strong>5.4 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a procedure<br />
endo<strong>vascolari</strong> intracraniche<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. <strong>Cefalea</strong> unilaterale localizzata, di forte intensità,<br />
a esordio improvviso, che soddisfi i criteri C e D<br />
B. Intervento di angioplastica o embolizzazione intracranica<br />
C. La cefalea si sviluppa entro pochi secondi dalla<br />
procedura<br />
D. La cefalea si risolve entro 24 ore dal termine della<br />
procedura<br />
Commento:<br />
Un sottotipo molto specifico di cefalea è stato<br />
descritto dopo rigonfiamento del palloncino o embo-<br />
© International Headache Society 2003<br />
lizzazione di una malformazione arterovenosa o di<br />
un aneurisma. È un dolore severo a esordio improvviso,<br />
localizzato in aree specifiche a seconda dell’arteria<br />
coinvolta, che si verifica entro pochi secondi<br />
dalla procedura e recede rapidamente.<br />
<strong>6.</strong>5.5 <strong>Cefalea</strong> da angiografia<br />
ICHD-II 75<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. <strong>Cefalea</strong> acuta con una delle seguenti tipologie e<br />
che soddisfi i criteri C e D<br />
1. cefalea diffusa, urente, di forte intensità<br />
2. cefalea, in un soggetto emicranico, con caratteristiche<br />
dell’emicrania<br />
B. Esecuzione di angiografia intra-arteriosa carotidea<br />
o vertebrale<br />
C. La cefalea si sviluppa durante l’angiografia<br />
D. La cefalea si risolve entro 72 ore<br />
Commento:<br />
L’iniezione intracarotidea o intravertebrale di mezzo<br />
di contrasto induce una cefalea diffusa severa con<br />
una sensazione urente che si risolve spontaneamente.<br />
L’iniezione può anche scatenare un attacco di emicrania<br />
in un soggetto emicranico. Questa dovrebbe<br />
essere codificata come 1. Emicrania (sottotipo appropriato)<br />
e come <strong>6.</strong>5.5 <strong>Cefalea</strong> da angiografia.<br />
<strong>6.</strong>6 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> a trombosi venosa cerebrale (CVT)<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Qualunque nuova cefalea, con o senza segni neurologici,<br />
che soddisfi i criteri C e D<br />
B. Evidenza di CVT alle indagini neuroradiologiche<br />
C. La cefalea (e i segni neurologici, quando presenti)<br />
si sviluppa(no) in stretta relazione temporale<br />
con la CVT<br />
D. La cefalea si risolve entro 1 mese in seguito a trattamento<br />
adeguato<br />
Commento:<br />
La cefalea è di gran lunga il sintomo più frequente di<br />
CVT (presente nell’80-90% dei casi) ed è anche il più<br />
frequente sintomo d’esordio. Non ha caratteristiche<br />
specifiche: molto spesso è diffusa, progressiva, severa<br />
e associata con altri segni di ipertensione endocranica.<br />
Può anche essere unilaterale e improvvisa, a volte<br />
realmente fuorviante, potendo simulare l’emicrania,<br />
la cefalea primaria “a rombo di tuono”, l’ipotensione<br />
liquorale o l’emorragia subaracnoidea (della quale<br />
può essere una causa). La cefalea può essere la sola<br />
manifestazione di CVT, ma in oltre il 90% dei casi si<br />
associa a segni focali (deficit neurologici o convulsio-
76 ICHD-II<br />
ni) e/o segni di ipertensione endocranica, encefalopatia<br />
subacuta o sindrome del seno cavernoso.<br />
Data l’assenza di caratteristiche specifiche, ogni<br />
cefalea persistente di recente esordio dovrebbe<br />
destare sospetto, soprattutto in presenza di una sottostante<br />
condizione protrombotica. La diagnosi si<br />
basa sulle indagini neuroradiologiche (RM +<br />
angioRM o TC + angioTC o angiografia intra-arteriosa<br />
nei casi dubbi). Il trattamento dovrebbe iniziare il<br />
più precocemente possibile e includere una terapia<br />
sintomatica con eparina seguita, per almeno 6 mesi,<br />
da anticoagulanti orali e, quando indicato, anche una<br />
terapia della patologia sottostante.<br />
<strong>6.</strong>7 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad altro disturbo vascolare<br />
intracranico<br />
<strong>6.</strong>7.1 Arteriopatia cerebrale autosomica dominante<br />
con infarti sottocorticali e leucoencefalopatia<br />
(CADASIL)*<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Attacchi di emicrania con aura, con o senza altri<br />
segni neurologici<br />
B. Tipiche alterazioni della sostanza bianca in RM<br />
nelle sequenze T2 pesate<br />
C. Conferma diagnostica mediante biopsia cutanea<br />
o test genetico (mutazioni Notch 3)<br />
Commento:<br />
La CADASIL è una patologia autosomica dominante<br />
(con alcuni casi sporadici) delle piccole arterie cerebrali<br />
identificata di recente, caratterizzata clinicamente<br />
da piccoli infarti profondi ricorrenti, demenza<br />
sottocorticale, <strong>disturbi</strong> del tono dell’umore ed emicrania<br />
con aura.<br />
L’emicrania con aura è presente in un terzo dei casi<br />
e, in questi, è generalmente il primo sintomo della<br />
malattia, manifestandosi a una età media di 30 anni,<br />
circa 15 anni prima degli ictus ischemici e 20-30 anni<br />
prima del decesso. Gli attacchi sono tipici per 1.2<br />
Emicrania con aura, fatta eccezione per una inusuale<br />
frequenza di aura protratta.<br />
La RM è sempre positiva con marcate alterazioni<br />
della sostanza bianca nelle sequenze T2 pesate. La<br />
patologia coinvolge le cellule muscolari lisce nella<br />
media delle piccole arterie ed è dovuta a mutazioni<br />
del gene Notch 3. La diagnosi si effettua con una<br />
semplice biopsia cutanea su cui si effettua una<br />
immunocolorazione per gli anticorpi Notch 3.<br />
La CADASIL è un eccellente modello di studio<br />
della fisiopatologia dell’emicrania con aura e delle<br />
correlazioni tra questa e l’ictus ischemico.<br />
<strong>6.</strong>7.2 Encefalopatia mitocondriale, acidosi lattica<br />
ed episodi simil-ictali (MELAS)**<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. Attacchi di emicrania con e senza aura<br />
B. Episodi simil-ictali e crisi convulsive<br />
C. Anomalie genetiche (mutazione puntiforme 3243<br />
del DNA mitocondriale nel gene Leu del tRNA o<br />
altra mutazione puntiforme del DNA MELAS)<br />
Commento:<br />
Gli attacchi di emicrania sono frequenti nella<br />
MELAS e questo ha indotto a ipotizzare che le mutazioni<br />
mitocondriali possano avere un ruolo nell’emicrania<br />
con aura, anche se la mutazione 3243 non è<br />
stata riscontrata in due gruppi di soggetti con emicrania<br />
con aura. Altre mutazioni non ancora identificate<br />
potrebbero avere un ruolo nell’emicrania e nell’ictus<br />
ischemico, dal momento che gli attacchi di<br />
emicrania, in particolar modo quelli con aura, si verificano<br />
anche in altre patologie mitocondriali.<br />
<strong>6.</strong>7.3 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad angiopatia benigna<br />
(o reversibile) del sistema nervoso centrale<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. <strong>Cefalea</strong> diffusa di forte intensità, a esordio<br />
improvviso o progressivo, con o senza deficit<br />
neurologici focali e/o convulsioni, che soddisfi i<br />
criteri C e D<br />
B. Aspetto “a salsicciotto” all’angiografia ed esclusione<br />
di emorragia subaracnoidea con indagini<br />
appropriate<br />
C. Una o entrambe le seguenti condizioni:<br />
1. La cefalea si sviluppa simultaneamente con i<br />
deficit neurologici e/o le convulsioni<br />
2. La cefalea induce a effettuare l’angiografia,<br />
con riscontro di aspetto “a salsicciotto”<br />
D. La cefalea (e i deficit neurologici, se presenti) scompare<br />
(scompaiono) spontaneamente entro 2 mesi<br />
Commento:<br />
Questa è una condizione scarsamente conosciuta,<br />
caratterizzata clinicamente da una cefalea diffusa<br />
severa con variabili modalità d’esordio: improvviso,<br />
nel qual caso può simulare l’emorragia subaracnoi-<br />
* Acronimo derivato dall’inglese Cerebral Autosomal Dominant Arteriopathy with Subcortical Infarcts and Leukoencephalopathy<br />
** Acronimo derivato dall’inglese Mitochondrial Encephalopathy, Lactic Acidosis and Stroke-like episodes<br />
© International Headache Society 2003
dea, o rapidamente progressivo nell’arco di ore, o<br />
ancora più lentamente evolutivo nell’arco di giorni.<br />
È una delle cause identificate di cefalea “a rombo di<br />
tuono”. Può essere il solo sintomo di tale condizione,<br />
ma è usualmente associata con deficit neurologici<br />
focali fluttuanti e a volte con convulsioni. L’angiografia<br />
è per definizione alterata con segmenti alternanti<br />
di costrizione e dilatazione arteriosa.<br />
Alcune delle cause sono state identificate: la più<br />
definita è l’angiopatia post-partum, che è stata in<br />
alcuni casi messa in relazione all’uso di bromocriptina.<br />
La patologia è autolimitantesi in 1-2 mesi senza<br />
terapia e con scomparsa delle alterazioni arteriose.<br />
Tuttavia, considerata la difficoltà di una diagnostica<br />
differenziale con l’angioite primaria del SNC, è a<br />
volte indicato un ciclo di terapia con steroidi.<br />
<strong>6.</strong>7.4 <strong>Cefalea</strong> <strong>attribuita</strong> ad apoplessia pituitaria<br />
Criteri diagnostici:<br />
A. <strong>Cefalea</strong> acuta di forte intensità, retro-orbitaria, frontale<br />
o diffusa, associata ad almeno uno dei seguenti<br />
segni/sintomi e che soddisfi i criteri C e D:<br />
1. nausea e vomito<br />
2. febbre<br />
3. ridotto livello di vigilanza<br />
4. ipopituitarismo<br />
5. ipotensione<br />
<strong>6.</strong> oftalmoplegia o riduzione dell’acuità visiva<br />
B. Evidenza di infarcimento emorragico acuto<br />
pituitario alle indagini neuroradiologiche<br />
C. La cefalea si sviluppa contemporaneamente<br />
all’infarcimento emorragico acuto pituitario<br />
D. La cefalea e altri sintomi e/o segni si risolvono<br />
entro 1 mese<br />
Commento:<br />
Questa rara sindrome clinica è una condizione acuta,<br />
potenzialmente letale, caratterizzata da un infarcimento<br />
emorragico spontaneo della ghiandola pituitaria.<br />
È una delle cause di cefalea “a rombo di tuono”.<br />
La RM è più sensibile della TC per evidenziare una<br />
patologia intrasellare.<br />
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