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Appunti delle lezioni di istituzioni di matematica attuariale per le ...

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La (4) incorpora infatti l’avversione al rischio dell’assicuratore. Per ben noti fatti <strong>di</strong> teoria<br />

dell’utilità è più stringente: se va<strong>le</strong> la (5) l’assicuratore <strong>per</strong>cepisce svantaggiosa l’o<strong>per</strong>azione.<br />

Infatti, se va<strong>le</strong> la (5) si ottiene che<br />

u (E0 [(c + P )(1 + i) − D]) = u c(1 + i) ; (7)<br />

<strong>per</strong> la <strong>di</strong>suguaglianza <strong>di</strong> Jensen1 si ha che<br />

<br />

u (E0 [(c + P )(1 + i) − D]) > E0 u (c + P )(1 + i) − D<br />

e quin<strong>di</strong> che<br />

<br />

E0 u (c + P )(1 + i) − D < u c(1 + i) , (9)<br />

cioè che l’equità dell’o<strong>per</strong>azione ne comporta la svantaggiosità <strong>per</strong> l’assicuratore. In realtà si<br />

può <strong>di</strong>mostrare un risultato più forte: in ipotesi <strong>di</strong> mercato assicurativo idea<strong>le</strong> (che qui non<br />

speficheremo) un assicuratore che accetti o<strong>per</strong>azioni eque è destinato a fallire con probabilità<br />

1.<br />

Esempio 1.1.1. Si assuma che il danno D possa assumere una sola determinazione determinazione<br />

positiva d > 0 con probabilità p > 0 e che sarà quin<strong>di</strong> nullo con probabilità 1 − p. La<br />

(4) assume allora la forma<br />

p u (c + P )(1 + i) − d + (1 − p) u (c + P )(1 + i) = u c(1 + i) . (10)<br />

La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> equità (5) è invece<br />

cioè, posto v = (1 + i) −1 ,<br />

p[(c + P )(1 + i) − d] + (1 − p)(c + P )(1 + i) = c(1 + i) , (11)<br />

1.2 Il premio equo e il premio puro<br />

(8)<br />

P = p d v . (12)<br />

Fissato D, la (4) può essere utilizzata <strong>per</strong> determinare il premio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>fferenza P , cioè il<br />

premio che rende l’o<strong>per</strong>azione in<strong>di</strong>fferente <strong>per</strong> l’assicuratore. Si è già osservato che il premio<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>fferenza, detto anche premio puro, deve essere maggiore del premio equo, definito invece<br />

dalla (6).<br />

Per determinare il premio puro occorre risolvere la (4) rispetto a P . Si osservi che, fissati<br />

c, i e D la funzione<br />

<br />

f(P ) = E0 u (c + P )(1 + i) − D − u c(1 + i) (13)<br />

è continua, monotona crescente e concava. In particolare è invertibi<strong>le</strong> e l’inversa può essere<br />

calcolata con meto<strong>di</strong> numerici (ad esempio, il metodo <strong>di</strong> Newton) e, <strong>per</strong> la concavità, in modo<br />

semplice e computazionalmente efficiente. Il premio puro è allora la soluzione dell’equazione<br />

f(P ) = 0, cioè P = f −1 (0).<br />

Esempio 1.2.1. Se si assume che il danno sia quello dell’esempio 1.1.1 e che la funzione<br />

dell’assicuratore sia <strong>di</strong> tipo esponenzia<strong>le</strong><br />

u(x) = −e −rx , con r > 0, (14)<br />

il premio puro P si può ricavare in forma chiusa. La (4) <strong>di</strong>venta infatti<br />

− p e −r<br />

<br />

(c+P )(1+i)−d<br />

− (1 − p) e −r(c+P )(1+i) = e −r c(1+i) . (15)<br />

1 Disuguaglianza <strong>di</strong> Jensen. Se f(x) è una funzione concava e X una variabi<strong>le</strong> a<strong>le</strong>atoria, allora E[f(X)] ≤<br />

f E(X) e va<strong>le</strong> “=” se e solo se X è degenere (certa).<br />

c○ C. Pacati 2005, <strong>Appunti</strong> IMAAV, sezione 1 (v. 18/10/2005) pag. 2

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