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Allegato in .pdf - Fondazione di Piacenza e Vigevano

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poi alla riorganizzazione del piano terreno e degli accessi padronali,<br />

era <strong>in</strong><strong>di</strong>spensabile ricavare ambienti per il ricovero dei veicoli<br />

e le scuderie per i cavalli. Dove lo spazio lo consentiva, si<br />

organizzavano cortili separati per l’accesso padronale e per lo<br />

sbarco delle carrozze, quest’ultimo dava accesso alle stalle e agli<br />

ambienti <strong>di</strong> rimessaggio. È il caso dei palazzi Bald<strong>in</strong>i, Marazzani<br />

Visconti, Lan<strong>di</strong> <strong>di</strong> Chiavenna, Anguissola <strong>di</strong> Grazzano.<br />

Il d<strong>in</strong>amismo della cantieristica residenziale che caratterizza<br />

la città a partire dalla metà del Seicento e per tutto il secolo successivo,<br />

e il programma <strong>di</strong> autocelebrazione cui tende soprattutto<br />

la nuova abbiente nobiltà, <strong>in</strong>vestono con maggiore vivacità gli<br />

<strong>in</strong>terni delle fabbriche, riservando alle facciate un r<strong>in</strong>novamento<br />

condotto sul filo <strong>di</strong> una rivisitata geometria.<br />

La glorificazione del casato si manifesta anche e soprattutto<br />

per mezzo <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mora “magnifica”. Dallo stu<strong>di</strong>o della<br />

Matteucci sull’architettura residenziale <strong>di</strong> età barocca è emerso<br />

il volto <strong>di</strong> una “città <strong>di</strong> palazzi” che non ha pari <strong>in</strong> Emilia 11 . Un<br />

così <strong>in</strong>tenso <strong>in</strong>cremento dell’e<strong>di</strong>lizia privata lungo precise arterie<br />

e <strong>in</strong> prossimità o sulle pr<strong>in</strong>cipali piazze cittad<strong>in</strong>e, nonché il<br />

progressivo, conseguente arricchimento della forma urbana si<br />

giustificano <strong>in</strong> relazione alla presenza <strong>di</strong> un ceto nobiliare economicamente<br />

solido, alla sua stessa mentalità pervasa da quel<br />

“mal della pietra” che ne sostanzia la programmatica feconda<br />

res ae<strong>di</strong>ficatoria per tutta la seconda metà del Seicento e il secolo<br />

successivo. Vetustà del casato, elevato censo e larga <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> beni materiali caratterizzavano la committenza piacent<strong>in</strong>a,<br />

l’ambiziosa nobiltà.<br />

Un sensibile mutamento <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzo qualifica il XVII secolo rispetto<br />

al precedente. Orgoglio patrizio e ricchezza equamente<br />

amm<strong>in</strong>istrata <strong>di</strong>rottarono gli <strong>in</strong>genti capitali, <strong>di</strong> derivazione fon<strong>di</strong>aria<br />

e mercantile, e mantenuti per fedecommesso, nella costruzione<br />

<strong>di</strong> palazzi e ville suburbane dest<strong>in</strong>ati a consacrare la fama<br />

<strong>di</strong> s<strong>in</strong>goli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui o <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti personalità <strong>di</strong> una medesima<br />

famiglia, talora <strong>in</strong> competizione tra loro. Uno dei mezzi <strong>di</strong><br />

esibizione della ricchezza era quello <strong>di</strong> impegnarla nella costruzione<br />

<strong>di</strong> “fabbriche magnifiche”. Del resto l’opera capillare <strong>di</strong> rimodellamento<br />

dell’e<strong>di</strong>ficato era promossa pressoché esclusivamente<br />

dall’<strong>in</strong>iziativa privata. Alle forme della tra<strong>di</strong>zione architettonica<br />

emiliana, <strong>in</strong> pieno XVIII secolo il “theatrum” architet-<br />

12<br />

1, 2<br />

3<br />

11 A.M. Matteucci, Palazzi <strong>di</strong> <strong>Piacenza</strong><br />

dal barocco al neoclassico, Tor<strong>in</strong>o,<br />

1979.<br />

1. COSIMO MORELLI, Palazzo Anguissola <strong>di</strong> Grazzano, <strong>Piacenza</strong><br />

13

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