mostra dialetto ranco.pub - Comune di Ranco
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Tanto tempo fa nei nostri paesi e nelle nostre città non esistevano i<br />
negozi che ci sono ora; c‘era qualche raro fruttivendolo, qualche<br />
panetteria, il “macelaar“ e la merceria in cui si poteva trovare un po‘<br />
<strong>di</strong> tutto quel che non era alimentare.<br />
C‘erano peró tanti artigiani che, a pie<strong>di</strong> o con il loro carrettini, si<br />
recavano <strong>di</strong> casa in casa per procurarsi il lavoro che consisteva<br />
prevalentemente nel riparare gli oggetti piú <strong>di</strong>sparati <strong>di</strong> uso comune, o<br />
anche a vendere cose che nei pochi negozi esistenti non c‘erano.<br />
Ad esempio c‘era “ul magnan“ che ristagnava le pentole <strong>di</strong> rame<br />
consumate per poterle usare piú alungo; c‘era “chel <strong>di</strong> spagnulett“ che<br />
vendeva arachi<strong>di</strong>, soprattutto nelle feste <strong>di</strong> fine anno, cosicchè I nostri<br />
nonni alla mattina <strong>di</strong> Natale avrebbero trovato sul tavolo “un pugn<br />
de spagnulett“ lasciate dal “Bambin“.<br />
C‘era “ul gelatee“ che spingendo un colorato carrettino arrivava nelle<br />
piazze a vendere per la gioia <strong>di</strong> tutti i bambini la sua dolce mercanzia<br />
al grido <strong>di</strong> “Gelatiiiiiii!“.<br />
C‘era “lo stracee“ che acquistava gli stracci consunti che la gente non<br />
poteva piú utilizzare; c‘era lo scalpellino, artigiano che lavorava le<br />
pietre manualmente con lo scalpello; il maniscalco, che provvedeva a<br />
mettere i ferri sugli zoccoli dei cavalli.<br />
C‘era anche la levatrice, che andava dove stava per nascere un<br />
bambino per aiutare la mamma a partorire.<br />
Tanti mestieri che oggi sono quasi <strong>di</strong>menticati e che noi bambini<br />
possiamo solo immaginare attraverso i racconti dei piú gran<strong>di</strong>.<br />
Riccardo Mandelli