antigone.pdf - Liceo Muratori
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Sofocle<br />
Antigone
Tragedia di Sofocle (ca.496-406 a.C.), composta<br />
probabilmente nel 441 a.C. Altri sei drammi ci<br />
sono pervenuti integri: Trachinie, Aiace, Edipo<br />
re, Elettra, Filottete, Edipo a Colono.<br />
Aristotele: I suoi personaggi sono come noi,<br />
soltanto più nobili.<br />
I protagonisti sono posti in situazioni in cui<br />
debbono agire e mostrano la loro statura eroica<br />
nelle loro azioni, che spesso hanno tragiche<br />
conseguenze.<br />
Le tragedie rivelano una religiosità tradizionale,<br />
ma profondamente sentita: gli dèi fanno<br />
rispettare la loro giustizia nella vita degli uomini<br />
e i saggi agiscono come meglio possono in<br />
conformità con la volontà divina.
Sintesi dei contenuti
Creonte, re di Tebe, ha vietato di dare sepoltura<br />
al corpo di Polinice.
Ma Antigone rifiuta di obbedire ai suoi ordini e<br />
compie i riti funebri dovuti al fratello.
Per questo Antigone è imprigionata e condotta<br />
davanti al re.
Antigone si difende sostenendo che il suo<br />
operato è conforme alle leggi degli dei.
Ma Creonte, inflessibile, la condanna a essere<br />
sepolta viva in una caverna.
La sorella Ismene, che si era rifiutata di<br />
partecipare con Antigone alla sepoltura, ora<br />
vuole dividere con lei la colpa e la punizione, ma<br />
il re la considera impazzita
Anche Emone, figlio di Creonte e promesso ad<br />
Antigone, supplica il padre, ma invano, e si<br />
allontana avvertendo che si ucciderà.
L’indovino Tiresia rivela a Creonte le terribili<br />
conseguenze dell’aver trasgredito le leggi divine:
Il re alla fine si lascia convincere e scende alla<br />
tomba, dove Emone tiene fra le braccia il<br />
cadavere di Antigone, che si è impiccata.
Emone si lancia contro il padre con la spada in<br />
pugno, ma lo manca e si uccide.
Creonte fa ritorno alla reggia, dove scopre che<br />
anche la moglie Euridice, in preda alla<br />
disperazione, si è tolta la vita.
Culto dei morti = leggi non scritte<br />
In Grecia era indispensabile coprire il<br />
corpo, cremato o no, con la terra. Tre<br />
manciate erano sufficienti per una<br />
sepoltura simbolica, per impedire alla<br />
decomposizione di contaminare gli dèi e i<br />
loro altari e per permettere allo spirito del<br />
morto di passare nell’oltretomba.<br />
Santo crimine (9), ciò che il cielo onora<br />
(15), il vento (18), leggi non scritte (19),<br />
parentela (32), leggi divine (33), leggi<br />
eterne (39).
Polis / ghenos (Hegel)<br />
L’interpretazione del filosofo Hegel<br />
vede in Antigone lo scontro fra lo<br />
Stato, incarnato da Creonte, e il<br />
clan, rappresentato da Antigone:<br />
due istituzioni contrapposte, due<br />
fasi dell’organizzazione storica del<br />
potere, ognuna con le sue istanze.<br />
Città (9), governo (12), falange (26),<br />
Erinni (38).
Donna / uomo<br />
Ismene esorta sua sorella a<br />
rispettare le convenzioni<br />
che la società prevede per<br />
le donne: Noi siamo nate<br />
donne, non possiamo<br />
competere con gli uomini,<br />
non possiamo non<br />
obbedire agli ordini di chi è<br />
più forte di noi, a questi e<br />
ad altri ancora più dolorosi<br />
(8).
ΥΒΡΙΣ e ΑΤΗ<br />
Hybris è la tracotanza che spinge<br />
l’uomo a oltrepassare il proprio limite<br />
nei confronti degli dèi (9, 10),<br />
attirandone il castigo (24,43). E’ il<br />
contrario della moderazione, ideale<br />
della polis. Creonte non rispetta la<br />
volontà degli dèi, le loro leggi eterne. E’<br />
accecato dal potere.<br />
L’accecamento è personificato in hate,<br />
punizione divina della hybris, la follia<br />
cieca che impedisce di distinguere il<br />
bene dal male, l’opportunità dalla<br />
rovina (23,43).
Il potere<br />
Scontro tra interpretazione<br />
rigida e formale della legge e<br />
rispetto della coscienza, anche<br />
quando è in contrasto con le<br />
regole stabilite. Inflessibilità di<br />
Creonte, che calpesta quanto<br />
è dovuto agli dèi.<br />
Hybris (20), tirannide (21),<br />
autorità paterna (25), onore<br />
(25), autoritarismo (26),<br />
ostinazione (43).
Solitudine e forza dell’eroe<br />
Nella prova l'uomo scopre se<br />
stesso e decide. Se non scende<br />
a un compromesso e rifiuta il<br />
condizionamento degli eventi,<br />
compie una scelta eroica, che<br />
Se nobile o …<br />
vile (8), sola<br />
(9,21-22,25),<br />
morte<br />
(9,20,28), fiera<br />
(20), sposa<br />
Ade (30,32)<br />
però lo isola. Antigone non può<br />
contare che su se stessa nella<br />
difesa delle leggi non scritte. La<br />
sua solitudine è resa più amara<br />
dal contrasto con chi è vicino ma<br />
non comprende e vuole<br />
distoglierla dai suoi propositi.<br />
Vittima della sua lealtà verso gli<br />
dèi e il fratello, muore sola.
La ragione e la dialettica<br />
Il teatro si incentra sul dialogo, come<br />
sviluppo del pensiero e strumento di<br />
discussione. La dialettica ad Atene è<br />
ricerca filosofica (i dialoghi di Platone,<br />
la maieutica di Socrate): mira alla<br />
definizione del giusto (26). La<br />
sticomitia è uno scambio di battute di<br />
un solo verso tra due personaggi:<br />
Antigone/Ismene(9),<br />
Creonte/guardia(14-16),<br />
Antigone/Creonte(21),<br />
Antigone/Ismene(22),<br />
Creonte/Emone(27), Creonte/Tiresia<br />
(37).
Stile<br />
● Echi omerici: pasto gradito agli<br />
uccelli (8), i flutti canuti (16);<br />
● Sentenziosità: 9, 14, 18, 19, 20, 24,<br />
27; tyche 34, 39, 45; errore 37;<br />
felice solo dopo la morte 41;<br />
stoltezza re 43;<br />
● Lessico: solitudine, morte, pazzia;<br />
● Coro: funzione lirica (non<br />
prevalente): eros 29; miti 30, 34,39;<br />
funzione di commento: a Emone<br />
(27), ad Antigone (30- 31); finale<br />
(45).
Spartire amore, non odio (21)<br />
Antigone non vuole<br />
sovvertire le regole<br />
della società, ma<br />
rispettare un vincolo<br />
basato sugli affetti:<br />
non si compiace della<br />
contrapposizione tra<br />
sé e il mondo, ma<br />
rivendica una diversa<br />
forma di giustizia<br />
(νεμω, νομος).
L'uomo<br />
Primo stasimo, vv. 332-75:<br />
celebre inno alla capacità<br />
inventiva e organizzativa<br />
dell'ingegno umano. L'uomo è<br />
δεινος, straordinario e<br />
preoccupante insieme. E'<br />
libero, gli è lasciata la<br />
responsabilità della scelta: se<br />
però non riconosce i suoi limiti<br />
e si innalza a norma assoluta di<br />
se stesso, va verso la rovina.
Il denaro<br />
Il disprezzo per il denaro e la<br />
condanna dell'avidità e dlla<br />
corruzione sono τοποι<br />
caratteristici dell'idealità<br />
greca. Vi fa allusione Creonte:<br />
le città manda in rovina (15),<br />
a Tiresia: i furbi cadono<br />
vergognosamente … quando<br />
fanno turpi discorsi per<br />
brama inconfessata di vile<br />
guadagno (37).