università degli studi di siena facoltà di scienze matematiche, fisiche ...
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specifico di quell’unico dominio. Ci siamo basati, come fondamento di tutta la teoria, su prodotti cartesiani finiti di n dominî, cosicché i records sono insiemi ordinati di n elementi, ed n è detto il loro grado. Se invece si hanno attributi distinti per ogni dominio sarà possibile costruire i records come insiemi non ordinati di n coppie, coppie formate dall’elemento scelto nel dominio e dall’attributo di quel dominio. Questa diversa visione è tipica della teoria classica. Esempio 42 . Riprendiamo per l’ultima volta la tabella sul Palio, un nostro record di quell’istanza ha la forma: (Aquila , 6.4 , 12.7 , 21.7 , 38.5 , 47.5 , 64 , null , null ) . Spesso, per mezzo degli attributi, i records sono pensati anche come: { (Contrade, Aquila), (Tempo1, 6.4), (Tempo2, 12.7), (Tempo3, 21.7), (Tempo4, 38.5), (Tempo5, 47.5), (Tempo5, 64), (Tempo7, null), (Tempo8, null) } . ♦ Questa diversa visione permette di considerare ininfluente la disposizione dei dominî (avendo ciascuno un attributo di riferimento). Pensando le istanze come tabelle, di cui noi consideravamo trascurabile l’ordine delle righe, diventa tale anche l’ordine delle colonne. Questa scelta andrà a ripercuotersi anche sugli operatori. Per dare un senso al prodotto cartesiano, fra istanze in cui si rischierebbero omonimie, sarà necessario introdurre un nuovo operatore: la ridenominazione, che cambia il nome di un attributo in tutte le coppie in cui compare. Le selezioni funzionano analogamente a quanto ci è già noto, ma in gran parte della letteratura c’è poca chiarezza su cosa si intenda per ”formule”, e sull’analogia fra vincoli e selezioni. Spesso, anzi, i vincoli sono trascurati o traspare una certa confusione. Ad esempio in molti testi viene considerato ”vincolo”, alla stregua delle chiavi (che noi abbiamo visto come vincolo di dimensione 2) la possibilità di avere valori nulli in alcuni dominî: vale a dire l’aggiunta dell’elemento null al dominio stesso (come noi avevamo fatto per Q che rappresentava i tempi). Per il resto poi l’algebra relazionale si adatta alle funzioni possibili nei softwares più comuni di gestione dei dati. Nascono cosí le funzioni di aggregazione, che comprendono, ad esempio, il conteggio dei records o un gran numero di comuni funzioni matematiche o statistiche, quali il reperimento del maggiore e del minore (fra gli elementi di una ”colonna”), o il calcolo della media. 48
Abbiamo visto, anche a scapito della nostra teoria, come alcuni di questi operatori siano utili ma impossibili da costruire con i mezzi forniti dalle semplici definizioni di partenza. 49
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specifico <strong>di</strong> quell’unico dominio.<br />
Ci siamo basati, come fondamento <strong>di</strong> tutta la teoria, su prodotti cartesiani<br />
finiti <strong>di</strong> n dominî, cosicché i records sono insiemi or<strong>di</strong>nati <strong>di</strong> n elementi, ed<br />
n è detto il loro grado.<br />
Se invece si hanno attributi <strong>di</strong>stinti per ogni dominio sarà possibile costruire<br />
i records come insiemi non or<strong>di</strong>nati <strong>di</strong> n coppie, coppie formate dall’elemento<br />
scelto nel dominio e dall’attributo <strong>di</strong> quel dominio. Questa <strong>di</strong>versa visione è<br />
tipica della teoria classica.<br />
Esempio 42 . Ripren<strong>di</strong>amo per l’ultima volta la tabella sul Palio, un<br />
nostro record <strong>di</strong> quell’istanza ha la forma:<br />
(Aquila , 6.4 , 12.7 , 21.7 , 38.5 , 47.5 , 64 , null , null ) .<br />
Spesso, per mezzo <strong>degli</strong> attributi, i records sono pensati anche come:<br />
{ (Contrade, Aquila), (Tempo1, 6.4), (Tempo2, 12.7),<br />
(Tempo3, 21.7), (Tempo4, 38.5), (Tempo5, 47.5),<br />
(Tempo5, 64), (Tempo7, null), (Tempo8, null) } . ♦<br />
Questa <strong>di</strong>versa visione permette <strong>di</strong> considerare ininfluente la <strong>di</strong>sposizione<br />
dei dominî (avendo ciascuno un attributo <strong>di</strong> riferimento). Pensando le istanze<br />
come tabelle, <strong>di</strong> cui noi consideravamo trascurabile l’or<strong>di</strong>ne delle righe,<br />
<strong>di</strong>venta tale anche l’or<strong>di</strong>ne delle colonne.<br />
Questa scelta andrà a ripercuotersi anche sugli operatori. Per dare un senso<br />
al prodotto cartesiano, fra istanze in cui si rischierebbero omonimie, sarà<br />
necessario introdurre un nuovo operatore: la ridenominazione, che cambia il<br />
nome <strong>di</strong> un attributo in tutte le coppie in cui compare.<br />
Le selezioni funzionano analogamente a quanto ci è già noto, ma in gran<br />
parte della letteratura c’è poca chiarezza su cosa si intenda per ”formule”, e<br />
sull’analogia fra vincoli e selezioni.<br />
Spesso, anzi, i vincoli sono trascurati o traspare una certa confusione.<br />
Ad esempio in molti testi viene considerato ”vincolo”, alla stregua delle chiavi<br />
(che noi abbiamo visto come vincolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione 2) la possibilità <strong>di</strong><br />
avere valori nulli in alcuni dominî: vale a <strong>di</strong>re l’aggiunta dell’elemento null<br />
al dominio stesso (come noi avevamo fatto per Q che rappresentava i tempi).<br />
Per il resto poi l’algebra relazionale si adatta alle funzioni possibili nei<br />
softwares più comuni <strong>di</strong> gestione dei dati. Nascono cosí le funzioni <strong>di</strong> aggregazione,<br />
che comprendono, ad esempio, il conteggio dei records o un gran<br />
numero <strong>di</strong> comuni funzioni <strong>matematiche</strong> o statistiche, quali il reperimento<br />
del maggiore e del minore (fra gli elementi <strong>di</strong> una ”colonna”), o il calcolo<br />
della me<strong>di</strong>a.<br />
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