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Lezione Moccia - formaggi molli

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FORMAGGI MOLLI<br />

I <strong>formaggi</strong> a pasta molle, sono<br />

caratterizzati da una pasta molto<br />

umida, dovuta essenzialmente alla<br />

alta percentuale di acqua contenuta e<br />

alla tessitura, elastica e coerente ma<br />

tenera e molle.


FORMAGGI MOLLI<br />

• Sono i <strong>formaggi</strong> più diffusi nel mondo e<br />

soprattutto in Europa dove, per esempio in<br />

Francia, arrivano a rappresentare quasi la<br />

metà dei <strong>formaggi</strong> prodotti;<br />

• Sono <strong>formaggi</strong> che incontrano sempre di<br />

più il gusto dei consumatori per la bassa<br />

percentuale di scarto e il sapore dolce,<br />

poco pronunciato, molto apprezzato dai<br />

palati più delicati.


FORMAGGI MOLLI<br />

La crescenza, l’Italico, il Taleggio, le<br />

Caciotte, sono alcuni degli esempi di<br />

<strong>formaggi</strong> <strong>molli</strong> conosciuti, tra cui si<br />

vantano dei successi internazionali per<br />

l’Italia, come il “Bel Paese”


I <strong>formaggi</strong> <strong>molli</strong> si<br />

distinguono<br />

FORMAGGI MOLLI<br />

Formaggi a pasta molle con crosta<br />

poco o nulla influente sulla<br />

maturazione:<br />

• a pasta molto umida, senza crosta<br />

(Crescenza);<br />

• senza crosta e senza sale (Pannerone);<br />

• con o senza crosta (Havarti, Tilsit);<br />

• con crosta (Italico, Caciotte)<br />

Formaggi a pasta molle con crosta<br />

fiorita bianca influente su lla<br />

maturazione:<br />

• a questo gruppo appartengono i <strong>formaggi</strong><br />

muffettati bianchi.<br />

Formaggi a pasta molle con crosta<br />

pigmentata influente sulla maturazione:<br />

• a crosta “lavata” (Taleggio, Robiola,<br />

MUnster, Limburger)<br />

Hanno pasta chiusa,<br />

uniforme, consistente<br />

ed elastica nell’Italico<br />

e deliquescente nella<br />

Crescenza ed un<br />

sapore dolce, con un<br />

piacevole aroma<br />

latteo<br />

Hanno pasta<br />

uniforme, morbida e<br />

proteolizzata che si<br />

accompagna ad un<br />

sapore aromatico e<br />

piccante


FORMAGGI MOLLI<br />

La tecnologia dei <strong>formaggi</strong> <strong>molli</strong> si<br />

basa su una coagulazione presamico-<br />

acida del latte con acidificazione più o<br />

meno ritardata e intensa della<br />

cagliata, secondo i tipi<br />

Tipo Italico Tipo Crescenza Tipo Taleggio<br />

- Coagulazione presamica<br />

- Acidificazione minima<br />

- Coagulazione presamica<br />

- Acidificazione media ritardata<br />

- Coagulazione presamica<br />

- Acidificazione spinta ritardata<br />

seguita da disacidificazione per<br />

effetto della microflora della<br />

crosta e dei lavaggi


Umidità della<br />

pasta<br />

Cure in<br />

maturazione<br />

FORMAGGI MOLLI<br />

I principali parametri di<br />

interesse nell’evoluzione<br />

tecnologica e della<br />

maturazione dei <strong>formaggi</strong><br />

<strong>molli</strong> sono riferibili<br />

Dimensioni e<br />

formato dei<br />

<strong>formaggi</strong><br />

Sviluppo di<br />

microflora<br />

superficiale


FORMAGGI MOLLI<br />

• I <strong>formaggi</strong> a pasta molle sono <strong>formaggi</strong> essenzialmente<br />

umidi (da un minimo di 40% ca. di acqua per Caciotte<br />

stagionate, fino al 60% di umidità per la Crescenza), nei<br />

quali la tecnologia deve tendere ad ottenere un coagulo<br />

ben strutturato, capace di trattenere molta acqua;<br />

• La coagulazione è presamica, con sineresi primaria<br />

accentuata, spurgo secondario rallentato;<br />

• Il contenuto di umidità in questi <strong>formaggi</strong> grassi è<br />

correlato al contenuto in grasso della pasta, più è<br />

elevato e minore sarà l’umidità.


FORMAGGI MOLLI<br />

• Nei <strong>formaggi</strong> a crosta lavata il rapporto superficievolume<br />

delle forme è indispensabile per il regolare<br />

apporto lipo-proteolitico della microflora superficiale<br />

al’interno della pasta;<br />

• Più massiccio è il <strong>formaggi</strong>o, minore è l’azione degli<br />

enzimi prodotti dalla microflora superficiale;<br />

• Questa tipologia di <strong>formaggi</strong>o prevede forme piccole o<br />

molto piccole (da 2 kg a meno di 200 gr) nei quali la<br />

forma è generalmente tale (parallelepipeda) da<br />

assicurare un grande sviluppo superficiale.


Cure in maturazione<br />

FORMAGGI MOLLI<br />

Nei <strong>formaggi</strong> tipo crescenza, molto<br />

umidi, le cure sono ridotte al minimo<br />

(maturazione brevissima), è<br />

necessario evitare la fomazione della<br />

crosta e mantenere l’umidità del<br />

<strong>formaggi</strong>o<br />

Nei tipi Italico, è necessaria la<br />

formazione della crosta, senza<br />

crescite superficiali, per esaltare la<br />

maturazione lattica dei <strong>formaggi</strong><br />

Nei tipi a crosta lavata, i lavaggi della<br />

crosta in maturazione sono<br />

determinanti per lo sviluppo della<br />

microflora aerobica superficiale.<br />

Molto utile per questa atipologia di<br />

<strong>formaggi</strong><br />

Per questa tipologia<br />

di <strong>formaggi</strong> è difficile<br />

il confezionamento<br />

con film plastici<br />

semipermeabili


Per la fabbricazione dei <strong>formaggi</strong> a<br />

pasta molle un tempo veniva, e<br />

viene ancora oggi in alcuni casi,<br />

effettuata esclusivamente con latte<br />

crudo, non essendovi la possibilità<br />

di pastorizzarlo.<br />

FORMAGGI MOLLI<br />

Presenza di difetti come gonfiore<br />

precoce dovuto all’effetto dei<br />

Coliformi e Lieviti i quali si sviluppano<br />

in modo eccellente in questi tipid id<br />

<strong>formaggi</strong>.<br />

Germi anche patogeni sono stati<br />

associati a <strong>formaggi</strong> del tipo molle<br />

prodotti con tecniche tradizionali in<br />

varie parti del mondo


La pastorizzazione del latte e l’uso<br />

di ferenti lattici selezionati,<br />

eliminano gli inconvenienti prima<br />

menzionati.<br />

FORMAGGI MOLLI<br />

Lo sviluppo dei sapori ed aromi non<br />

viene limitato<br />

Eccellente riuscita dei <strong>formaggi</strong>


FORMAGGI MOLLI<br />

Nei <strong>formaggi</strong> a pasta molle con crosta poco<br />

o nulla influente sulla maturazione: la<br />

fermentazione è di tipo lattico prevalentemente<br />

termofila, con intervento, per lacuni tipi, di lieviti<br />

e altra microflora (S. faecalis, L. Casei),<br />

responsabile dello sviluppo sapido-aromatico<br />

della pasta.


FORMAGGI MOLLI<br />

La specie lattica più indicata per la produzione di questi<br />

tipi di <strong>formaggi</strong> italiani è costituita dallo Streptococcus<br />

thermophilus, è indispensabile però:<br />

• avere attività acidificante media (attività troppo elevata o<br />

rapida può provocare difetti nella pasta);<br />

• avere ceppi capaci di favorire un buono spurgo della<br />

cagliata;<br />

• avere ceppi capaci di impartire le necessarie<br />

caratteristiche organolettiche (da evitare ceppi troppo<br />

proteolitici).


Taleggio<br />

• Il Taleggio è un <strong>formaggi</strong>o antico, prodotto già<br />

nel basso medioevo. Deve il suo nome<br />

all'omonima Val Taleggio, situata in provincia di<br />

Bergamo.<br />

• Fino agli inizi del 1900 il Taleggio era chiamato<br />

stracchino quadro di Milano, appellativo<br />

dovuto al fatto che la sua produzione avveniva<br />

con il latte delle mucche "stracche", ovvero<br />

stanche per il lungo cammino di ritorno dai<br />

pascoli estivi.


Taleggio<br />

1. Dal 1986 è stata riconosciuta la DOP;<br />

2. Un tempo era prodotto stagionalmente solo nella<br />

zona circonvicina alla plaga di origine (dove veniva<br />

invecchiato e fatto maturare), con l’avvento delle<br />

celle condizionate per la maturazione è oggi<br />

fabbricato tutto l’anno;<br />

3. L’area di produzione comprende le province di<br />

Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Milano, Pavia,<br />

Novara ed alcune aree della provincia di Treviso;<br />

4. Una volta era prodotto esclusivamente con latte<br />

crudo, oggi è fabbricato con latte pastorizzato;<br />

5. Si identificano ancora due tipi di taleggio:<br />

• A pasta cruda (latte crudo)<br />

• A pasta cotta (latte pastorizzato)


Taleggio<br />

Taleggio a pasta cotta:<br />

• Acidificazione non molto spinta;<br />

• Temperatura di coagulazione più elevata;<br />

• Quantità maggiore di caglio;<br />

• Rottura della cagliata un po’ più spinta per ottenere una<br />

cagliata più dolce e mineralizzata, che spurghi comunque in<br />

modo adeguato;<br />

• Crosta distinta, colorata e macchiata;<br />

• pasta marcatamente fondente nel sottocrosta e<br />

tendenzialmente compatta e friabile, quasi calcinata nelcuore,<br />

con sapore tendente all’acidulo e piccante se stagionato a<br />

lungo;<br />

• Forma parallelepipeda quadrangolare, con laro di 20-30 cm,<br />

facce piane, scalzo dritto di 5-7 cm, con peso medio di ca. 2<br />

kg.


Taleggio<br />

Taleggio a pasta cruda:<br />

• Crosta più sottile, più morbida;<br />

• Crosta colore aranciato meno marcato;<br />

• Pasta a struttura unita, mantecata e morbida, elastica e<br />

pastosa;<br />

• Sapore meno dolce e uniforme;<br />

• Forma parallelepipeda quadrangolare, con laro di 20-30<br />

cm, facce piane, scalzo dritto di 5-7 cm, con peso medio<br />

di ca. 2 kg.


Taleggio<br />

Tipico <strong>formaggi</strong>o grasso da tavola (grasso sul<br />

secco minimo 48%), dal gusto molto definito.<br />

Viene venduto al pubblico in ottavi o<br />

sedicesimi di forma (peso da 250 gr a 125 gr)<br />

avvolto in carte pergamenate capaci di<br />

permettere gli scambi gassosi


Aggiunta fermenti<br />

Lactobacillus bulgaricus<br />

Streptococcus thermophilus<br />

Inoculo intorno all’1%<br />

Latte, intero o solo parzialmente<br />

scremato (grasso minimo > 3,6%<br />

(rapporto grasso proteine 1,2 – 1,2)<br />

Temperatura del latte in caldaia 34-<br />

36 °C<br />

Pastorizzazione T° ca. 72-74<br />

°C per 15 secondi<br />

Ph della pasta non inferiore<br />

a 4,8-5,0<br />

Sale secco impiegato 4-5 kg<br />

per 100 kg di <strong>formaggi</strong>o, nel<br />

prodotto finito non deve<br />

superare il 3%<br />

Formazione di colonie di muffe con<br />

colorazione intensa della crosta<br />

arancione, divetando viscida e<br />

limacciosa<br />

Taleggio<br />

Coagulazione latte intero, a bassa<br />

acidità<br />

Rottura moderata della cagliata<br />

Nessuna cottura e lavorazione in<br />

caldaia ridotta al minimo<br />

Travaso rapido della cagliata negli<br />

stampi<br />

Stufatura della cagliata negli<br />

stampi in condizioni controllate<br />

Acidificazione progressiva, ma<br />

non troppo spinta, della cagliata<br />

Salatura a secco o in salamoia<br />

Maturazione e stagionatura a<br />

temperature basse e U.R. elevata<br />

Lavaggi progressivi della crosta<br />

con acqua e sale in stagionatura<br />

Caglio di vitello liquido<br />

(pepsina < 25%) a titolo<br />

standard 10.000 in ragione di<br />

25-35 ml/hl<br />

Acidità mx 3,3 – 3,5 °SH/50<br />

Tempo di presa (ca. 8-10’)<br />

Dopo 25-30 minuti rottura<br />

Prima rottura in cubetti di ca. 3 cm di lato,<br />

riposo per circa 5-10 minuti, seconda<br />

rottura fino a grani di ca. 1,5-2 cm<br />

(nocciola grossa<br />

22-26°C (più bassa per le paste crude,<br />

più elevata per le paste cotte)<br />

Durata ca. 8-10 ore<br />

Durante la stufatura si eseguono vari<br />

rivoltamenti, il primo dopo 20-30 minuti<br />

Salatura in salmoia 8-10 ore a<br />

18° Baumé<br />

Durata 30-40 giorni


TALEGGIO<br />

• Caglio: liquido di vitello<br />

• Crosta: fiorita per le particolari muffe originatesi<br />

durante la stagionatura, sottile, giallognola o<br />

rosata;<br />

• Pasta: molle, con leggera occhiatura, di colore<br />

paglierino più pronunciato nel sottocrosta a<br />

causa dei fenomeni di proteolisi che si<br />

manifestano nel prodotto stagionato;<br />

• Facce: piane, con lato di 18-25 cm;<br />

• Territorio: le intere province di Bergamo,<br />

Brescia, Como, Cremona, Milano e Pavia in<br />

Lombardia, Treviso in Veneto e Novara in<br />

Piemonte;<br />

• DOP: del 12/06/1996 regolamento n. 1107


Forma cilindrica<br />

Facce piane 10 cm<br />

Scalzo 3-4 cm<br />

Peso medio 300 gr<br />

MURAZZANO<br />

Latte ovino >60% e vaccino<br />

(grasso sul secco min. 50%)<br />

o interamente ovino<br />

(grasso s.s. min. 53%)<br />

Aggiunta di caglio liquido<br />

Coagulazione a 37 °C<br />

Rottura sommaria a grumi<br />

grandi come un’arancia<br />

Riposo 10 minuti<br />

Seconda rottura a grandezza di<br />

nocciola<br />

Estrazione della cagliata<br />

Posizionamento in fascere<br />

Salatura a secco<br />

Conservazione 6-10 giorni in<br />

locali freschi e umidi su teli<br />

Si consuma fresco o invecchiato<br />

per qualche mese<br />

Tempo di rassodamento 30’<br />

Pasta bianca<br />

Granulosa<br />

Si consuma<br />

condito con olio,<br />

sale e pepe


• Caglio: liquido di vitello<br />

MURAZZANO<br />

• Crosta: pelle sottile, di colore bianco latte o<br />

paglierino;<br />

• Pasta: morbida, consistente, con eventuale<br />

leggera occhiatura, finemente granulosa, di<br />

colore bianco paglierino;<br />

• Facce: piane, leggermente orlate, con un<br />

diametro di 10-15 cm;<br />

• Territorio: 43 comuni in provincia di Cuneo:<br />

• DOP: del 12/06/1996 regolamento n. 1107


Stagionatura<br />

(complessiva circa 45<br />

giorni)<br />

A distanza di una<br />

settimana seconda<br />

foratura<br />

Dopo circa un mese si<br />

procede alla foratura con<br />

aghi su entrambi i lati<br />

GORGONZOLA<br />

Latte vaccino<br />

Aggiunta di caglio liquido,<br />

fermenti lattici, spore di<br />

Penicillium<br />

Coagulazione a 30 °C<br />

Rottura in quadrati di 3-4 cm<br />

Seconda rottura a grandezza di<br />

noce<br />

Estrazione della cagliata con teli<br />

a forma di fagotto<br />

Sgrondo per mezz’ora<br />

Posizionamento in fascere per<br />

ca. 24 ore su tavoli<br />

Trasferimento fascere in locali<br />

di stufatura ( i cosiddetti<br />

purgatori) 96% UR – 20-22 °C<br />

Salatura a secco<br />

Tempo di rassodamento<br />

ca. 30’<br />

Riposo cagliata ca. 10<br />

minuti<br />

Durata 4-5 ore


GORGONZOLA<br />

• Tipo tradizionale: con struttura della pasta<br />

consistente, omogenea, talvota con lievi<br />

gessature, sapore tipico, muffa color verde<br />

brillante, ben sviluppata e uniforme, gusto<br />

piccante;<br />

• Prodotto in quantitativi limitati è detto anche a<br />

fermentazione naturale o anche del nonno o<br />

antico;<br />

• La tecnica di produzione prevede ancora in<br />

alcuni casi la sosta della cagliata in telo appeso<br />

nell’habitat naturale al fine dell’insemenzamento<br />

spontaneo con le spore fungine;


GORGONZOLA<br />

• Tipo cremoso: con struttura della pasta<br />

soffice, cremosa, spalmabile, talvolta con<br />

lievi occhiature, gusto dolce e muffa verde<br />

chiaro, poco sniluppata;<br />

• Questa tipologia di <strong>formaggi</strong>o incontra<br />

molto il gusto dei consumatori, che<br />

preferiscono un <strong>formaggi</strong>o cremoso, quasi<br />

colante, scarsamente erborinato, con<br />

gusto dolce, poco aggressivo.


GORGONZOLA<br />

• Tendenza a trattenere acqua nella cagliata, effettuando<br />

tagli più grossi ed evitando rotture in estrazione;<br />

• Tempi di lavorazione in caldaia più brevi e sosta della<br />

cagliata sugli spersoli più lunga;<br />

• Acidificazione iniziale più lenta e con livello finale<br />

inferiore, con conseguente diminuzione dello spurgo (la<br />

produzione di acido lattico è lenta nelle prime ore e poi<br />

aumenta nel tempo) – (rapporto cocchi/bastoncini a<br />

favore dei bastoncini) ;<br />

• Diminuzione del numero dei rivoltamenti;<br />

• Diminuzione delle temperature di stufatura (18-23°C),<br />

della cella di raffreddamento (8-10 °C) e del purgatorio<br />

(22-24 °C);<br />

• Umidità elevata in tutti i locali di lavorazione.


GORGONZOLA<br />

• Caglio: liquido di vitello<br />

• Crosta: ruvida, umida, tendente al rossiccio<br />

quando matura;<br />

• Pasta: cruda, unita, di colore bianco o<br />

paglierino, screziato di verde blu per sviluppo di<br />

muffe (erborinature);<br />

• Facce: piane, con un diametro di 25-30 cm;<br />

• Territorio: in Piemonte le province di Novara,<br />

Vercelli, Cuneo e il comune di Casale<br />

Monferrato, in Lombardia le province di<br />

Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Milano e<br />

Pavia;<br />

• DOP: del 12/06/1996 regolamento n. 1107


GORGONZOLA<br />

• Difetti:<br />

– Calcinazione: eccessiva acidità, spurgo ridotto, con conseguente<br />

sapore amarognolo e acidulo;<br />

– Sviluppo errato del Penicillium al centro: eccessiva acidità con pasta di<br />

sapore molto acido, talvolta forte e amaro;<br />

– Eccessiva refrigerazione del latte: allungamento tempi di<br />

coagulazione con coagulo meno sodo, scarso spurgo.Il latte raffreddato<br />

a lungo può avere fenomeni di lipolisi generando sapori sgradevoli e<br />

rancidi;<br />

– Scarso sviluppo delle muffe: è dovuto a <strong>formaggi</strong> maturati troppo<br />

rapidamente o troppo slati, oppure a scarsità di Penicillium. A volte<br />

ambienti asfittici, troppo amminiacali possono provocare questo difetto;<br />

– Cancrena o vaiolo della crosta: crosta inizialmente con punti e<br />

chiazze <strong>molli</strong>, di colore giallo bruno, cui segue necrosi della parte<br />

esterna con sviluppo di batteri putrefacenti, odori sgradevoli. E’ dovuto<br />

ad eccessiva umidità e temperatura dei magazzini di stagionatura,<br />

scarsa igiene, spurgo irregolare, scarsa salatura;<br />

– Ram<strong>molli</strong>mento o colatura; <strong>formaggi</strong> ram<strong>molli</strong>ti, appiattiti, fessurati,<br />

dalle fessure cola una pasta deliquescente, l’erborinatura non si forma.<br />

Dovuto a errata acidificazione della pasta, purgatura in locali troppo<br />

freddi, interruzione dell’acidificazione della pasta.


• Difetti:<br />

GORGONZOLA<br />

– Duroni: macchie bianche delimitate che appaiono<br />

indurite e scolorate e non uniformi all’interno della<br />

pasta, localizzate. Pasta con tessitura poco<br />

permeabile, spurgo troppo spinto;<br />

– Colorazioni animale della crosta: colrazione rosea<br />

del sottocrosta dovuta a fermentazioni anomali di<br />

microrganismi estranei;<br />

– Screpolature e fenditure della crosta: maneggio<br />

inadeguato, ventilazione eccessiva, temperature<br />

errate, eccessivo, spurgo, eccessiva acidità;<br />

– Amarore: eccesso di pepsina nel caglio, fermenti<br />

inadatti, eccessivo raffreddamento del latte, ambienti<br />

ammoniacali.


FONTINA<br />

• Sull’etimologia della parola ci sono<br />

diverse versioni:<br />

– Il nome deriva dall’alpeggio<br />

Fontin, nel comune Quart;<br />

– Oppure c’è chi lo fa risalire al<br />

nome della famiglia di produttori<br />

di <strong>formaggi</strong>o<br />

• E’ il famoso <strong>formaggi</strong>o<br />

valdostano per antonomasia,<br />

viene prodotto in alpeggio,<br />

effettuando due caseificazioni<br />

giornaliere di latte prodotto da<br />

vacche di razza valdostana.


Durante i primi 30 giorni le<br />

forme vengono strofinate in<br />

superficie con sale e acqua,<br />

per favorire la formazione del<br />

rosso<br />

FONTINA<br />

Latte vaccino intero crudo<br />

(caldo o refrigerato)<br />

Aggiunta di caglio liquido o in<br />

polvere, raramente pellette<br />

Coagulazione a 36 °C<br />

Rottura a chicchi di riso<br />

Cottura della cagliata a ca. 49<br />

°C per 15-20’<br />

Estrazione della cagliata e<br />

posizionamento in teli con<br />

fascere<br />

Pressatura per ca.12 ore con<br />

due o più rivoltamenti<br />

Salatura a secco e spazzolature<br />

umide della crosta<br />

Stagionatura in locali naturali<br />

(grotte) per circa 3 mesi, 8-12<br />

°C, UR 90%<br />

Tempo di rassodamento<br />

ca. 30’<br />

Oggi in salmoia per un<br />

giorno a secco per 30-40<br />

giorni


FONTINA<br />

• Caglio: di vitello, liquido o in polvere, molto<br />

raramente pellette;<br />

• Crosta: compatta, sottile, di colore giallo scuro o<br />

bruno rossastro;<br />

• Pasta: morbida, fondente, con una leggera<br />

occhiatura (occhio di pernice) e colore che varia<br />

dal paglierino al giallo intenso;<br />

• Facce: piane, con un diametro di 30-45 cm;<br />

• Territorio: intero territorio regionale;<br />

• DOP: del 12/06/1996 regolamento n. 1107


FONTINA<br />

• Difetti:<br />

– Sfoglia: fessure longitudinali, parallele, dovuta a latte troppo acido, o<br />

troppo grasso;<br />

– Occhiatura: assente o irregolare può derivare da uno sviluppo<br />

insufficiente dei ceppi lattici produttori di gas;<br />

– Gonfiori: propionici dovuti a inquinamenti occasionali di batteri, che<br />

trovano in questo <strong>formaggi</strong>o pH elevato e quindi danno origine a<br />

occhiature eccessive o troppo grandi;<br />

– Crosta insufficiente: essiccazione troppo rapida degli strati superficiali<br />

del <strong>formaggi</strong>o;<br />

– Pasta sabbiosa e granulosa: sviluppo inadeguato dell’acidità, o lavaggio<br />

eccessivo o combinazione dei due fattori. Cotture e lavorazioni<br />

eccessive possono intensificare il difetto;<br />

– Sapore amaro: inquinamento da streptococchi mesofili eccessivamente<br />

proteolitici;<br />

– Sapore acido, o piatto, o fruttosi e fermentati: causati da eccessivo<br />

lavaggio della cagliata accompagnato da pasta troppo fragile e<br />

gommosa.


• Difetti:<br />

FONTINA<br />

– Odori solforosi o putridi: sviluppo superficiale di microflora riducente lo<br />

zolfo. Causa primaria eccessiva umidità dei locali di stagionatura;<br />

– Gonfiore precoce: inquinamento da coliformi che si evidenzia dopo<br />

poche ore;<br />

– Gonfiore tardivo:dovuto a presenza di spore batteriche (bacilli, clostridi)<br />

che si sviluppano in condizioni di anaerobiosi all’interno della pasta,<br />

producendo gas nel giro di due o tre settimane, creando sacche tipiche<br />

all’interno del <strong>formaggi</strong>o;<br />

– Muffe superficiali e batteri: possono provocare marciumi, vaiolature<br />

putride degli strati superficiali e della crosta;


STRACHITUNT<br />

• Formaggio erborinato appartenente alla<br />

famiglia degli erborinati;<br />

• Prodotto in Val Taleggio sin dal 1800;<br />

• E’ un <strong>formaggi</strong>o a due paste, ottenuto<br />

mescolando la cagliata della sera con<br />

quella del mattino;


Le due cagliate avendo diversa<br />

consistenza, non si amalgamano<br />

bene e lasciano pertanto piccoli<br />

spazi pieni di aria, dove si<br />

insediano le muffe naturali dando la<br />

loro caratteritica di efflorescenza<br />

STRACHITUNT<br />

Latte intero della mungitura serale lavorato<br />

con la tecnologia simile ai <strong>formaggi</strong>ni<br />

stracchini<br />

Il coagulo viene raccolto in fagotti di tela,<br />

posti a sgocciolare per l’intera notte a circa<br />

18 °C<br />

La stessa operazione ripetuta con il latte<br />

della mattina, ottenendo un coagulo che è<br />

posto a sgocciolare per circa 20-30 minuti<br />

Posizionamento delle due cagliate negli<br />

stampi, tenendo sulle due facce e lo scalzo<br />

la cagliata fresca, ed al centro mescolando<br />

le stesse<br />

Segue la stufatura e la salatura a<br />

secco<br />

Stagionatura con temperature prima<br />

intorno ai 10 °C e successivamente di<br />

2-4 °C.<br />

Dopo circa 30 giorni le forme vengono<br />

forate sule facce e sullo scalzo


FORMA<br />

DIMENSIONI<br />

STRUTTURA<br />

CROSTA<br />

CONSITENZA<br />

COLORE<br />

ODORE<br />

SAPORE<br />

INGREDIENTI<br />

STRACHITUNT<br />

Cilindrica<br />

Diametro 21 cm, scalzo 12 cm – dimetro 19 cm, scalzo 10 cm<br />

Leggermente morbida, unita e compatta<br />

Rugosa di colore giallognolo tendente al grigio nel prodotto stag.<br />

Compatta<br />

Pasta interna con striature cremose, fondente nel sottocrosta diffuse<br />

venature di colore verde<br />

Delicato<br />

Aromatico<br />

STAGIONATURA 60 giorni<br />

Latte vaccino, sale e caglio


ROBIOLA DI ROCCAVERANO<br />

Il disciplinare di produzione<br />

prevede l’utilizzo di latte<br />

vaccino fino all’85%,<br />

miscelato con latte caprino<br />

e ovino in rapporto variabile<br />

Latte intero delle due mungiture viene<br />

portato a 18 °C<br />

Addizionato con caglio liquido di vitello,<br />

raramente con caglio di capretto in pasta<br />

circa (8-10 ml per hl)<br />

Si lascia cagliare per 24 ore, e poi si pone<br />

la cagliata senza romperla in fascere di<br />

plastica per un’altra giornata<br />

Si effettua la salatura e si lascia maturare<br />

per tre giorni in ambienti con temeperatura<br />

tra i 15 e i 20 °C<br />

Il <strong>formaggi</strong>o a questo punto è pronto, ma<br />

spesso si lascia maturare per una ventina di<br />

giorni


ROBIOLA DI ROCCAVERANO<br />

FORMA<br />

DIMENSIONI<br />

STRUTTURA<br />

CROSTA<br />

CONSITENZA<br />

COLORE<br />

ODORE<br />

SAPORE<br />

INGREDIENTI<br />

Cilindrica, facce piane, leggermente orlate<br />

Diametro 10-14 cm, scalzo 4-5 cm<br />

Fresca, tenera e compatta, finemente granulosa<br />

Pelle sottilissima<br />

Compatta<br />

Pasta interna bianca, esterno bianco avorio tendente al paglierino o<br />

al bruno con striature rossicce<br />

Delicato<br />

STAGIONATURA Max 20 giorni<br />

Se stagionata piccante, lievemente piccante, leggermente acidulo<br />

Latte vaccino, ovino e caprino, sale e caglio


VACHERIN MONT D’OR<br />

Durante questo periodo il <strong>formaggi</strong>o acquista un deciso<br />

aroma di abete, delicatissimo<br />

La stagionatura richiede tre settimane, durante le quali il<br />

<strong>formaggi</strong>o è rivoltato più volte e strofinato con un panno<br />

bagnato di salamoia, con T° di 13 °C su taglieri di abete<br />

rosso<br />

Pressatura per circa 6-8 ore, con salatura il giorno<br />

successivo mediante immersione in salamoia per circa 1<br />

ora<br />

Latte intero vaccino non riposato<br />

portato a 36-38 °C<br />

Addizionato con caglio<br />

Si taglia la cagliata, agitandola tre volte<br />

Messa in forma in tubi cilindrici forati di<br />

piccolo diametro<br />

Una volta estratte le forme, i boudins<br />

(cilindri) vengono tagliati in <strong>formaggi</strong> di<br />

4-5 cm di altezza con diametro di 15<br />

cm<br />

Avvolgimento dei pezzi di <strong>formaggi</strong>o in<br />

corteccia di abete rosso ,<br />

precedentemente bollita in acqua salata<br />

e fissata con un perno<br />

La fascera permea con la sua essenza<br />

il <strong>formaggi</strong>o conferendogli un aroma<br />

gradevole


VACHERIN MONT D’OR<br />

FORMA<br />

DIMENSIONI<br />

STRUTTURA<br />

CROSTA<br />

CONSITENZA<br />

COLORE<br />

ODORE<br />

SAPORE<br />

INGREDIENTI<br />

Cilindrica<br />

Diametro 15 cm, scalzo 4-5 cm<br />

Molle con occhiatura di forma irregolare<br />

Poco spessa<br />

Molle, liquida<br />

Bianco avorio<br />

Delicato<br />

Tendente al dolce<br />

Latte vaccino<br />

STAGIONATURA Min 21 giorni


ROQUEFORT<br />

Formaggio a denominazione di origine dal 1996, antico<br />

(menzionato sin dall’epoca di Carlo Magno) e sicuramente<br />

documentato dal 1500) derivante esclusivamente da latte di<br />

pecora, prodotto nella plaga intorno al comune di<br />

Roquefort, nella zona dei Pirenei francesi da quando, nel<br />

1411, Carlo VI di Francia firmò un documento che garantiva<br />

agli abitanti di Roquefort il monopolio dell’affinaggio di<br />

questi <strong>formaggi</strong><br />

La sua particolarità non solo è la escusiva fabbricazioe con<br />

latte di pecora, ma anche la forte erborinatura da<br />

Penicillium Roqueforti, derivante dall’invecchiamento dei<br />

<strong>formaggi</strong> praticato solo ed esclusivamente nelle cave e<br />

grotte di Roquefort.<br />

Le cave di Roquefort sono delle grotte chiamate in<br />

francese fleurines (simili alle grotte della Val Sassina),<br />

ricavate sui contrafforti delle montagne che contornano<br />

il paese


ROQUEFORT<br />

Le grotte sono ricche di fessure attraverso le quali penetra<br />

all’interno aria fresca e umida, in mdo tale da mantenere,<br />

estate e inverno, una temperatura costante di circa 7-8 °C ed<br />

un umidità superiore al 90% e vicina alla saturazione<br />

Le grotte originali, oggi molto ingrandite con costruzioni<br />

e manufatti che scavano locali sovrapposti anche per<br />

oltre 10 piani nel cuore della montagna, sono celle<br />

ideali e naturali per la stagionatura di questi <strong>formaggi</strong>.<br />

Questo <strong>formaggi</strong>o viene fabbricato in aziende pastorali<br />

o industriali in comuni intorno alla zona di origine, e<br />

stagionato presso le grotte di Roquefort


ROQUEFORT<br />

Confezionamento e spedizione<br />

(avvolti in fogli di alluminio) o conservazione in frigorifero a 1 °C<br />

in attesa di vendita)<br />

Secondo periodo maturazione in grotta 7-8 °C – ca 1 mese<br />

(a volte i <strong>formaggi</strong> vengono fatti maturare in questa fase dopo<br />

rivestimento con fogli di alluminio)<br />

pH della pasta entro 2 cm dalla superficie 6,7-7,0)<br />

Maturazione<br />

Primo periodo di maturazione in grotta – ca 1 mese a 8-10 °C –<br />

U.R. > 95%<br />

Prima foratura dopo ca 1 settimana – seconda foratura 2<br />

settimane fino a comparsa erborinatura<br />

(ca 50 fori per faccia)<br />

Salatura<br />

(a secco per sfregamento successivo giornaliero per 5-6 giorni)<br />

Salatoio a 9-10 °C – Sale totale 4-4,5 %)<br />

pH della pasta 5,0-5,3<br />

Trasferimento in stampi<br />

(non telati a 18-22 °C e U.R. ca 90%<br />

Rivoltati giornalmente per 4-5 giorni<br />

Formaggi in cella fredda 10-15 °C per 1-2 giorni<br />

Latte di pecora intero<br />

(crudo o termizzato 63° x 5’)<br />

Aggiunta di fermenti lattici mesofili<br />

Aggiunta di Penicillium roqueforti<br />

Coagulazione<br />

28-32°C<br />

(caglio liquido 25-30 ml x hl)<br />

Presa lenta<br />

(20-25’ – rassodamento totale 1 h 30’)<br />

Taglio cagliata<br />

A noce – cubetti 1,5-2 cm lato<br />

Lavorazione lenta della cagliata<br />

(per ca 20’ poi riposo per altri 20’<br />

Travaso della cagliata in carrelli di sgrondo<br />

(a doppie pareti e fondo perforati per ca 2 ore)<br />

Insemenzamento ulteriore con spore di<br />

Penicillium miscelate in cagliata)


FORMA<br />

DIMENSIONI<br />

STRUTTURA<br />

CROSTA<br />

CONSITENZA<br />

COLORE<br />

ODORE<br />

SAPORE<br />

INGREDIENTI<br />

ROQUEFORT<br />

Cilindrica (1,8-2 kg)<br />

Diametro 20 cm, scalzo 9-10 cm<br />

Fragile e granulosa, fortemente erborinata<br />

Sottile<br />

Granulosa<br />

Bianco<br />

Funghi<br />

Dolce-forte, piccante, a volte tendente all’amaro<br />

Latte ovino<br />

STAGIONATURA Circa 60 giorni


Latte intero appena munto<br />

Coagulazione a temperatura naturale<br />

35 °C<br />

(aggiunta di 20 gr di caglio in pasta artigianale)<br />

Rottura grossolana<br />

Estrazione e messa in telo per sgocciolatura<br />

Impasto con 1-2 % di sale da cucina<br />

Riempimento piccole fascere di legno con fondo<br />

forato<br />

Maturazione in fascera per ca 24 ore fino al<br />

consumo<br />

Tecnica<br />

tradizionale<br />

TOMINI<br />

Latte pastorizzato<br />

Aggiunta o meno di fermenti lattici aromatizzanti<br />

Coagulazione 30-35 °C, con caglio liquido in<br />

misura tale da favorire la coaugulazione in 20-30’<br />

Taglio cagliata in cubetti di ca 3-5 cm di lato<br />

Versata dopo breve riposo in caldaia in stampi<br />

cilindrici di ca 5-8 cm di diametro per ca 8-10 cm<br />

di altezza con fondo e pareti forate<br />

Dopo 15 minuti gli stampi sono rivoltati e lasciati<br />

in questa posizione per un egual tempo, in modo<br />

che il <strong>formaggi</strong>o acquisti una certa consistenza<br />

ed uno spessore di ca 1,5 – 3 cm<br />

Estrazione dei tomini, saltura a secco o in<br />

salamoia per ca 20’<br />

Asciugatura per alcune ore, raffreddamento in<br />

cella, avviamento al consumo<br />

Tomini grassi


Tomini<br />

Semigrassi<br />

Tomini<br />

Cremini<br />

TOMINI<br />

I tomini “semigrassi” derivano da latte a ca 2% di grasso e vengono fabbricati secondo la tecnica<br />

precedente, ma con la variante di lasciare a riposo la cagliata in caldaia, dopo la coagulazione, per un<br />

periodo variabile di alcune ore<br />

1. I tomini “cremini” si preparano come i precedenti, dai quali differiscono per il fatto che la cagliata<br />

viene tolta dal siero con teli, per essere versata su grandi tavoli sui quali viene impastata con sale<br />

che, oltre ad insaporirla, la priva di una parte considerevole di siero. La cagliata impastata, viene<br />

posta in cilindri piccoli, da cui viene espulsa meccanicamente dando la classica forma.<br />

2. Questi <strong>formaggi</strong> possono essere trattati in superficie con spore di Penicillium camemberti e posti in<br />

camere umide per fargli assumere le caratteristiche di un Brié.<br />

3. Si possono anche condire con spezie vari (alloro, peperoncino, basilico, prezzemolo, acciughe<br />

tritate, cipolla, origano etc.) e conservati sommersi in una miscela composta di olio, aglio e aceto<br />

Questi <strong>formaggi</strong>ni acquistano sapore molto piccante, apprezzato


FORMA<br />

DIMENSIONI<br />

STRUTTURA<br />

CROSTA<br />

CONSITENZA<br />

COLORE<br />

ODORE<br />

SAPORE<br />

INGREDIENTI<br />

TOMINI<br />

Cilindrica (50-150 gr)<br />

Diametro 4-8 cm, scalzo 1-3 cm<br />

Molle, friabile<br />

Sottile o assente<br />

Morbida, burrosa<br />

Bianco<br />

Lattico<br />

Dolce-delicato. acidulo<br />

Latte caprino o vaccino<br />

STAGIONATURA 1-2 giorni, max 20-30


Dopo la formazione della tipica muffa bianca,<br />

le forme vengono incartate con carta oleata<br />

e riposte in contenitori di legno.<br />

CAMEMBERT<br />

Tradizionale<br />

Latte intero vaccino scremto 20%<br />

portato a 36-38 °C<br />

Addizionato con batteri lattici<br />

omofermentanti<br />

Aggiunta caglio<br />

Rottura e raccolta cagliata<br />

Riempimento fascere cilindriche con<br />

apposito mestolo (5 mestoli di cagliata<br />

per fascera)<br />

Sgocciolatura per una notte<br />

Spruzzatura forme con muffe<br />

(penicillium candidum)<br />

Salatura, riposo per una notte,<br />

asciugatura<br />

Stagionatura (due settimane)


MONTASIO<br />

• Il <strong>formaggi</strong>o Montasio trae il suo nome dal<br />

massiccio del Montasio, in Friuli. Nei suoi alpeggi<br />

veniva anticamente prodotto - le prime notizie<br />

sicure risalgono al 1700 - con caratteristiche<br />

uniche, grazie alla combinazione fortunata di tre<br />

fattori fondamentali e molto particolari: il fieno, il<br />

latte e l’aria di quelle montagne. Oggi questa<br />

produzione si è diffusa nella pianura friulana, nelle<br />

vallate e nelle colline del Bellunese e del<br />

Trevigiano, nella pianura veneta compresa tra il<br />

Piave e il Brenta, conservando rigorosamente le<br />

caratteristiche originali di produzione.<br />

Il <strong>formaggi</strong>o Montasio ha caratteristiche diverse, a seconda della stagionatura. Il sapore, da morbido e<br />

delicato quando è fresco si fa via via più deciso ed aromatico. La pasta, da bianca compatta con una<br />

caratteristica occhiatura omogenea ed una crosta liscia ed elastica, con il passare dei mesi diventa<br />

granulosa e friabile con una crosta secca e più scura.<br />

E’ un <strong>formaggi</strong>o sempre in forma, ad ogni età:<br />

buono fresco, con stagionatura di due mesi,<br />

buono mezzano, con stagionatura dai cinque ai dieci mesi,<br />

buono stagionato, dopo dieci mesi.<br />

In forme perfette, nè troppo grandi, nè troppo piccole, adatte sia alla tavola della famiglia che a quella dei<br />

ristoranti. Ed è buono, anzi ottimo, anche per tutte le età, e grazie alla sua digeribilità è particolarmente<br />

indicato per i bambini e per gli anziani.


Nel Montasio, la forma è sostanza.<br />

E’ un <strong>formaggi</strong>o ad alto valore nutritivo e con<br />

una composizione equilibrata: 32-36% di<br />

acqua, 32-34% di lipidi, 24-26% di proteina.<br />

MONTASIO<br />

Valori medi per 100<br />

grammi<br />

2 mesi 12 mesi<br />

Acqua % 36 32<br />

Proteine % 24 26<br />

Grasso % 32 34<br />

Kcalorie % 360 420<br />

Vitamina A µ g 418 407<br />

Vitamina B carotene µ<br />

g<br />

Il montasio a DOP “Montasio” viene usato da<br />

grattuggia quando la stagionatura ha<br />

raggiunto almeno 12 mesi e si presenta<br />

friabile, di colore paglierino, con pochi e<br />

piccolissimi occhi.<br />

109 90<br />

Vitamina E µ g 455 928<br />

NaCl mg. 1630 1970<br />

Ca mg. 740 1000<br />

P mg. 530 850


Saltura a secco o in<br />

salamoie leggere con<br />

eventualecompletame<br />

nto a secco<br />

MONTASIO<br />

Riscaldamento latte 33-35 °C<br />

Aggiunta sieroinnesto/fermento<br />

naturale selezionato<br />

Aggiunta caglio in polvere o<br />

liquido di vitello<br />

Coagulazione<br />

Rottura cagliata<br />

Cottura 44-46°C<br />

Spinatura fuori fuoco per 20 -30<br />

minuti<br />

Estrazione<br />

Pressatura e rivoltamenti forme


MONTASIO

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