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Marzo 2008 • Anno 1 • Numero 3<br />
chicco<br />
“ il di grano che muore<br />
fr utto<br />
produce molto utto”<br />
Nella Risurrezione la gloria e la pace<br />
S’avvicina la Domenica delle<br />
domeniche, il Primo dei giorni del<br />
Signore. È la Pasqua, il giorno in cui,<br />
diceva sant’Atanasio, «Cristo risorto<br />
fa della vita dell’uomo una festa<br />
cristiana».<br />
La Risurrezione è l’evento decisivo<br />
della nostra fede. Solo alla luce di essa<br />
possiamo comprendere pienamente<br />
il disegno di Dio: Cristo è dovuto<br />
morire, e risorgere, per sconfi ggere<br />
la morte e perché l’uomo diventasse<br />
un uomo “altro”, un uomo nuovo.<br />
Non è mai stato facile, per la Chiesa,<br />
annunciare che Gesù, condannato e<br />
messo a morte mediante il supplizio<br />
della croce, resuscitò dopo tre giorni<br />
ed è vivente per sempre.<br />
E’ follia più grande dello stesso<br />
annuncio della croce, ma contro ogni<br />
evidenza la Chiesa e noi credenti<br />
dobbiamo dire agli sfi duciati, ai<br />
delusi e agli scettici che l’amore che<br />
promana da questo Mistero è vero e<br />
che è bello sperare, che è possibile<br />
tornare a credere di poter essere<br />
uomini nuovi.<br />
La Chiesa, in questa società<br />
secolarizzata, ha spazi aperti per<br />
annunciare i valori alti che il Cristo<br />
Risorto propone. San Paolo,<br />
rivolgendosi ai Colossesi, li esortava<br />
a cambiare. «Cercate le cose di lassù,<br />
pensate alle cose di lassù» (Col. 3,11).<br />
Nelle sue parole, l’invito a spogliarsi<br />
dell’uomo vecchio, dei valori illusori,<br />
egoistici, distruttivi e ad indossare<br />
il vestito nuovo per l’uomo nuovo,<br />
ovvero il superamento delle divisioni<br />
che oppongono popolo a popolo,<br />
razza a razza, religione a religione.<br />
Gli scettici, coloro che, per restare<br />
nella metafora, ancor oggi indossano<br />
panni vecchi e fuori moda, sono i<br />
discendenti dei discepoli, timorosi<br />
di fare la fi ne del Maestro: come<br />
erano stati lesti nel portare le spoglie<br />
nel sepolcro, così erano tardi nella<br />
fede. Anche in quella circostanza,<br />
Gesù prese l’iniziativa, ritornando<br />
ed attendendoli. Ma prima che agli<br />
apostoli, si mostrò ad una donna.<br />
E quando loro seppero ciò che era<br />
accaduto, si precipitarono trafelati<br />
da Chi li stava aspettando: e videro<br />
e credettero. In questo meraviglioso<br />
scorcio di storia dell’umanità,<br />
troviamo due rifl essioni.<br />
La prima: è possibile passare dalla<br />
tristezza alla gioia, dalla disperazione<br />
alla speranza.<br />
La seconda: se gli apostoli, Pietro in<br />
testa, sono dovuti passare attraverso<br />
un cunicolo stretto e oscuro per<br />
arrivare alla luce della Verità, allora<br />
ciascuno di noi, anche oggi, potrà,<br />
se vorrà, ripercorrere lo stesso<br />
cammino.<br />
Dimentichiamo allora i dubbi.<br />
Corriamo incontro a Dio con il vestito<br />
nuovo: solo così potremo spiccare<br />
il volo, dopo aver paolinamente<br />
guardato lassù. «Cristo», scriveva<br />
don Primo Mazzolari, «nacque fuori<br />
della casa, e morì fuori della città, per<br />
essere in modo ancora più visibile<br />
il crocevia e il punto d’incontro».<br />
Cristo ci aspetta: buona Pasqua.<br />
† Vincenzo Bertolone<br />
• marzo 2008 • 1
2 • marzo 2008 • 3<br />
• marzo 2008 •<br />
Pasqua<br />
festa delle feste<br />
festa delle feste<br />
- di Giuseppe Malomo -<br />
La Pasqua è la maggiore festività nel<br />
calendario liturgico cristiano. Essa<br />
celebra la resurrezione di Gesù che,<br />
secondo le Scritture, sarebbe avvenuta il<br />
terzo giorno successivo alla sua morte in<br />
croce.<br />
La Pasqua cristiana è in stretta relazione<br />
con quella ebraica, chiamata Pesach.<br />
La differenza sostanziale fra la Pasqua<br />
ebraica e quella cristiana sta nel fatto che<br />
l’Agnello cristiano è risorto e di questo<br />
viene dato annuncio subito.<br />
La Resurrezione di Cristo (che vuol dire<br />
l’Unto) è, per i cristiani, l’evento nuovo<br />
e divino che offre agi uomini il dono<br />
della nuova Vita, veicolata dal battesimo.<br />
Infatti, in origine si battezzava una<br />
sola volta l’anno, nella notte di Pasqua,<br />
perché momento di morte e nascita a<br />
nuova vita in Cristo e con Cristo. Con<br />
il cristianesimo, la Pasqua ha perso la<br />
sua accezione originaria, venendo a<br />
rappresentare non solo il passaggio di<br />
Cristo dalla vita alla morte, non solo<br />
quindi la festa della resurrezione, ma<br />
anche e soprattutto la festa della salvezza<br />
nella sua globalità e onnicomprensività.<br />
La Pasqua non è semplicemente<br />
una festa tra le altre: è la “festa delle<br />
feste”, la “solennità delle solennità”,<br />
come l’Eucaristia è il sacramento dei<br />
sacramenti. Sant’Atanasio la chiama “la<br />
grande domenica”.<br />
La Pasqua dei cristiani è preceduta da un<br />
periodo di preparazione, la Quaresima,<br />
che inizia il mercoledì delle Ceneri, nel<br />
quale il fedele è chiamato alla conversione<br />
attraverso alcune pratiche, quali il digiuno,<br />
l’astinenza, la preghiera incessante e la<br />
carità.<br />
La Quaresima ricorda i quaranta giorni<br />
trascorsi da Gesù nel deserto dopo il suo<br />
battesimo nel Giordano e prima del suo<br />
ministero pubblico.<br />
I cristiani di origine ebraica onoravano<br />
la Resurrezione dopo la celebrazione<br />
della Pasqua semitica, mentre i cristiani<br />
di origine pagana la ossequiavano tutte le<br />
domeniche dell’anno.<br />
Da questa ambivalenza e confusione<br />
di festeggiamenti nacquero numerosi<br />
controversie che terminarono nel 325<br />
d.C., col Concilio di Nicea, che stabilì che<br />
la Pasqua avrebbe dovuto essere celebrata<br />
la prima domenica dopo la luna piena<br />
che seguiva l‘equinozio di primavera. Nel<br />
525 d.C. si stabilì che questa data sarebbe<br />
caduta tra il 22 marzo e il 25 aprile.<br />
Da qui forte la componente simbolica: la<br />
Pasqua è giorno di luce ininterrotta, in<br />
cui la luna piena, nell’equinozio, subentra<br />
di continuo alla luce del sole a segnalare<br />
un giorno senza tramonto; essa inoltre<br />
raccoglie il simbolismo della rinascita<br />
del mondo a primavera, dopo i rigori<br />
dell’inverno (= il peccato e la morte),<br />
e - in dipendenza dall’associazione tra<br />
primavera e creazione - diviene sinonimo<br />
di nuova creazione, di una palingenesi<br />
che coinvolge l’universo intero.<br />
La Pasqua ortodossa non coincide con<br />
quella cattolica poiché la chiesa ortodossa<br />
non ha ancora accettato la riforma<br />
gregoriana del calendario, quindi, il più<br />
delle volte, cade in periodo diverso e<br />
successivo.<br />
Gli ebrei e la Pesach<br />
La Pesach o Pesah (detta anche Pasqua ebraica)<br />
è una festività ebraica che dura otto giorni<br />
(sette nella sola Israele) e che ricorda l’Esodo e<br />
la liberazione del popolo israelita dall’Egitto.<br />
Il termine Pesach appare nella Torah (Antico<br />
testamento). Dio annuncia al popolo di Israele,<br />
schiavo in Egitto, che lui lo libererà: «In questa<br />
notte io passerò attraverso l’Egitto e colpirò a<br />
morte ogni primogenito egiziano, sia fr a le genti<br />
che tra il bestiame». Ordina al popolo di Israele<br />
di marcare gli stipiti delle loro porte con sangue<br />
di agnello, cosicché «io vedrò il sangue e passerò<br />
oltre; colpirò invece con il mio castigo l’intero<br />
Egitto, e a voi non succederà niente». La fr ase<br />
“passerò oltre” in ebraico viene resa con la parola<br />
Pesach: da qui il termine italiano Pasqua.<br />
I due principali comandamenti legati alla<br />
festa di Pesach sono il cibarsi di matzah (pane<br />
non lievitato) e la proibizione di nutrirsi di<br />
qualsiasi cibo contenente lievito durante l’intero<br />
periodo della festività. Il lievito è simbolo e segno<br />
dell’istinto malvagio che abita nell’uomo. Il<br />
desiderio di annientare ogni traccia di lievito e di<br />
cibo lievitato prepara l’ebreo per la festa di Pesach,<br />
nella quale deve essere contrastato ogni istinto<br />
malvagio. In epoca antica ve ne era un terzo:<br />
l’off erta dell’agnello nella sera del giorno 14 del<br />
mese ebraico di Nissan ed il cibarsi quella stessa<br />
notte del sacrifi cio di Pesach. I comandamenti<br />
sono stati trasformati in una cena particolare<br />
chiamata seder celebrata nelle prime due sere<br />
della festa (in Israele solo il primo giorno). Altri<br />
usi associati alla Pesach sono l’uso di erbe amare<br />
ed altri alimenti durante la celebrazione del<br />
seder. Sebbene parecchie siano le spiegazioni che<br />
sono state date al cibarsi di pane azzimo, la più<br />
accreditata è che si tratti di un ricordo del pane<br />
di cui gli Israeliti si cibarono durante l’Esodo:<br />
durante la loro fuga dall’Egitto non ebbero il<br />
tempo di far lievitare il pane.<br />
Anche Gesù da buon ebreo, celebrò la festa di<br />
paseh insieme agli apostoli. Questa fu l’ultima<br />
cena. Gesù dà un nuovo signifi cato alla Pasqua.<br />
Non è più solo il passaggio dalla schiavitù<br />
dell’Egitto alla libertà della Terra Promessa. In<br />
lui si realizza «il passaggio da questo mondo al<br />
Padre» (Gv 13, 1).<br />
Giu. Ma.<br />
... vista da loro<br />
“Una leggera crocetta onorifi ca è pur<br />
sempre qualcosa di piacevole nella<br />
vita, ma nessun uomo assennato<br />
dovrebbe sforzarsi di esumare e<br />
drizzare l’odioso legno della croce, la<br />
cosa più disgustosa che esista sotto il<br />
sole” (Wolfgang Goethe, poeta)<br />
“La croce è compagna fedele<br />
dell’esistenza” (Luigi Santucci,<br />
scrittore)<br />
“[La Pasqua] è eternità. L’eternità<br />
è il tempo senza tempo, costruito<br />
nel bene” (Don Primo Mazzolari,<br />
sacerdote)<br />
“E’ stato detto che talvolta Dio ha<br />
bisogno degli uomini, ed è parso<br />
vero persino nei fi lm. Ma vogliamo<br />
aggiungere che Dio ha sempre bisogno<br />
delle donne: che mantengano l’amore<br />
nel mondo , con l’amore, la fede”<br />
(Cesare Angelini, sacerdote e scrittore,<br />
rivolto alle<br />
donne della<br />
Pasqua)<br />
“Col viso<br />
volto ad<br />
oriente per<br />
a s p e t t a r e<br />
l’alba e<br />
il cuore<br />
volto ad un<br />
più chiaro<br />
oriente da<br />
cui verrà la<br />
risurrezione,<br />
io mi sono<br />
coricata. Che importa se per una<br />
sola notte o per tutte? Uno stesso<br />
Signore mi è guida verso l’alba e la<br />
risurrezione” (Margherita Guidacci,<br />
poetessa)<br />
“Egli è presente, eternamente<br />
presente tra noi come il primo giorno,<br />
eternamente, tutti i giorni”.<br />
(Charles Pèguy, scrittore, meditando<br />
sulla domenica di Pasqua)<br />
A cura di Giuseppe Roseti<br />
Quel sepolcro<br />
vuoto...!<br />
- di Carmine Scaravaglione -<br />
Le donne e i discepoli che, il mattino della<br />
domenica, dopo la passione e morte di Gesù,<br />
vanno al sepolcro, scoprono che esso è vuoto.<br />
Il corpo del Signore non c’è più. Nelle loro<br />
menti sconvolte, la promessa di Gesù, che<br />
sarebbe risuscitato il terzo giorno, non viene<br />
presa in alcuna considerazione: sgomento e<br />
angoscia invadono il loro animo e il ritorno a<br />
Gerusalemme è un ributtarsi nella desolazione.<br />
Tuttavia Pietro e Giovanni, recatisi al sepolcro, vi<br />
entrano, scoprono le bende al posto del corpo e<br />
Giovanni “vide e credette”. Capì, nell’innocenza<br />
della sua anima vergine e giovanile, che il suo<br />
Maestro aveva mantenuto la promessa.Noi<br />
cristiani sappiamo che tutta la nostra fede si regge<br />
su questo pilastro fondamentale: la risurrezione<br />
di Gesù. Se Cristo, afferma san Paolo, non è<br />
risorto, la nostra fede è vana: E noi che abbiamo<br />
creduto in lui siamo i più infelici tra gli esseri<br />
perché ci si è fi dato di un volgare mistifi catore.<br />
Cosa accadde, veramente, tra il tramonto del<br />
sabato e l’alba della domenica? Molti, pur di<br />
distruggere la prova fondamentale della divinità<br />
di Cristo, hanno fatto ricorso alle teorie più<br />
inverosimili che si possono ridurre alle seguenti:<br />
i discepoli, di nascosto hanno trafugato il corpo;<br />
o, segretamente, Giuseppe di Arimatea trasportò<br />
altrove il corpo di Gesù; o anche, il corpo venne<br />
rimosso per ordine della autorità romane oppure<br />
di quelle ebraiche; o, ancor più stupidamente,<br />
Gesù non era morto e<br />
rinvenne nell’ambiente<br />
fresco del sepolcro. Altri<br />
sostengono che alla luce<br />
IL MISTERO PASQUALE<br />
Molti cristiani, forse,<br />
sentono spesso ma forse<br />
non capiscono a fondo il<br />
signifi cato di quello che<br />
viene chiamato “mistero<br />
pasquale”. Esso - lo diciamo<br />
con le parole del Concilio<br />
Vaticano II, è quello<br />
“della beata passione,<br />
Risurrezione da morte e gloriosa ascensione ;<br />
mistero col quale, ‘morendo, Gesù ha distrutto<br />
la nostra morte e, risorgendo, ci ha ridonato la<br />
vita!”.<br />
Ogni anno la Chiesa lo ricorda, in modo<br />
particolare: il Giovedì Santo: in tale giorno<br />
Gesù ha istituito il sacramento dell’Eucaristia,<br />
farmaco di immortalità; e il sacerdozio, come<br />
servizio, nella Chiesa, al popolo di Dio; il Venerdì<br />
Santo: si ricorda la morte di Gesù in croce ove,<br />
con l’eff usione del suo sangue, ha riscattato<br />
incerta del mattino, le donne scambiarono la<br />
tomba del Signore con un’altra; infi ne, che non<br />
ci fu alcuna visita al sepolcro e la vicenda delle<br />
donne fu aggiunta in seguito. Tutte queste teorie<br />
hanno in comune la volontà di negare un Evento<br />
che ha rivoluzionato la storia; l’idea fi ssa di<br />
distruggere il Cristianesimo in ciò che lo fonda<br />
e lo rende specifi co a confronto di tutte le altre<br />
religioni; il voler trovare, a tutti i costi, anche<br />
sfi orando il ridicolo, ciò che nei Vangeli potrebbe<br />
dare adito ad incertezze o a contraddizioni,<br />
usando le categorie che valgono per gli altri fatti<br />
della storia, ma non per quella che è la “Storia<br />
della salvezza”, cioè l’ingresso e la presenza di<br />
Dio nella vicenda umana.Molti, in odium Christi,<br />
vorrebbero che la parabola umana di Cristo si<br />
fosse chiusa il sabato che noi chiamiamo santo.<br />
Chiuso nel sepolcro, tutto sarebbe fi nito tra il<br />
sorriso ironico degli increduli di ogni tempo e<br />
quel Messia crocifi sso avrebbe mostrato tutta la<br />
sua fragilità di semplice uomo, giustiziato una<br />
volta per tutte. Ma non fu così.<br />
Quel sepolcro era vuoto perché all’alba della<br />
domenica, come attestano i Vangeli, Gesù<br />
mantenne la sua promessa apparendo alle donne,<br />
ai discepoli nel cenacolo, all’incredulo Tommaso,<br />
a più di cinquecento persone insieme. Da quella<br />
risurrezione si compie il nostro destino: non<br />
uomini sospesi sull’abisso del nulla, ma – anche<br />
se precari in questa vita terrena – pronti a seguire<br />
il Maestro, primizia dei risorti, nella dimensione<br />
eterna della luce e della gloria “ove è silenzio e<br />
tenebra la gloria che passò”.<br />
ogni anima dal peccato sottraendola alla morte<br />
eterna; il Sabato Santo: è il giorno in cui Gesù<br />
giace nel sepolcro. La Chiesa medita il sacrifi cio<br />
di Cristo e si prepara al grande giorno della<br />
Risurrezione; la Pasqua: è il trionfo di Gesù sul<br />
peccato e sulla morte. E’ il culmine del “mistero<br />
pasquale” che senza la risurrezione non avrebbe<br />
alcun signifi cato. l’Ascensione al cielo di Gesù:<br />
quaranta giorni dopo la Pasqua, Cristo ritorna<br />
al Padre, lasciando alla sua Chiesa i fr utti della<br />
redenzione perché vengano applicati a tutti gli<br />
uomini, di ogni popolo e nazione, fi no alla fi ne dei<br />
tempi. Pertanto, Passione, Morte, Risurrezione<br />
sono atti di un identico dramma defi nito “mistero<br />
pasquale”, in quanto con esso si celebra non solo il<br />
passaggio dalla morte alla vita, ma il singolare,<br />
unico evento di una morte che ridona la vita in<br />
virtù dell’Amore con il quale è stata aff rontata<br />
da Cristo per la gloria del Padre e la salvezza dei<br />
fr atelli. (C.S.)
La passione di Cristo nella tradizione popolare<br />
- di Leonardo R. Alario -<br />
La processione del venerdì<br />
santo affonda le sue radici<br />
nel MedioEvo, in quella<br />
particolare temperie in<br />
cui le sacre rappresentazioni rendevano<br />
visibili e immediatamente comprensibili le<br />
vicende principali della storia di salvezza<br />
dell’uomo, e i riti penitenziali affi navano<br />
lo spirito, elevandolo alla contemplazione<br />
e all’imitazione di sante vite e, soprattutto,<br />
dei patimenti di Gesù. Teatralizzazione di<br />
storie edifi canti e invito alla contrizione e alla<br />
penitenza erano, fra gli altri, mezzi riconosciuti<br />
per l’evangelizzazione permanente dei fedeli<br />
costantemente richiamati sulla strada della<br />
salvezza.<br />
A Cassano, ad esempio, a rendere ancora più<br />
grandiosa e solenne la sacra rappresentazione<br />
della passione e della morte di Gesù, e più<br />
sentita la partecipazione dei fedeli oranti<br />
contribuì la Congrega del SS. Crocifi sso,<br />
i cui Confratelli, in abito di penitenza,<br />
partecipavano alla Via Crucis, fl agellandosi<br />
ininterrottamente lungo tutto il percorso.<br />
Ai Confratelli si unirono, man mano, tanti<br />
altri, che per voto, implorando salvezza a<br />
Gesù morto, presero a fl agellarsi.<br />
Estinta la Congrega, sono rimasti, oggi, solo<br />
le discipline, i fedeli penitenti e imploranti<br />
la liberazione dal male, il cui numero negli<br />
ultimi anni è<br />
cresciuto in modo impressionante, misura<br />
del diffuso disagio, che la comunità vive.<br />
L’infl uenza spagnola, con la sua grandiosità<br />
barocca, ha fatto sì che le persone fossero<br />
sostituite da gruppi di cartapesta, man<br />
mano sostituiti o rifatti (gli ultimi sono<br />
a cura di Giuseppe Maolomo<br />
Castrovillari<br />
Venerdì 21 marzo:<br />
Via Crucis. Partenza h. 18,30<br />
Chiesa della Trinità; processione<br />
per le strade della città, rientro<br />
Chiesa Trinità (h. 21,30)<br />
Saracena<br />
Domenica 16 marzo:<br />
inaugurazione nuovo quartiere<br />
con celebrazione Santa Messa.<br />
Sabato 22 marzo:<br />
processione dell’Addolorata;<br />
partenza h. 5,30 dalla Chiesa di<br />
san Leone e rientro alle h. 8,30.<br />
Morano<br />
Domenica 16 marzo:<br />
Via Crucis (con fi guranti).<br />
Partenza h. 19 dal Convento<br />
dei Padri Cappuccini: percorso<br />
cittadino, arrivo al piazzale del<br />
Castello Normanno (h. 21,30)<br />
Venerdì 21 marzo:<br />
Processione dell’ Addolorata<br />
Partenza dalla Chiesa di San<br />
ottocenteschi più volte rattoppati, tra i quali<br />
s’inserisce qualche nuovo gruppo di legno di<br />
recente fattura).<br />
Sono le varette, che raffi gurano i momenti<br />
salienti della Via Crucis, dal Getsemani alla<br />
Deposizione di Cristo.<br />
La processione (come avviene in genere,<br />
in eventi similari, in moltissimi paesi del<br />
Meridione d’Italia) si snoda per le vie<br />
principali della città tra ali consistenti di folla,<br />
annunciata dal lugubre suono della bùccina,<br />
a cui s’aggiungono il rullio dei tamburi e<br />
il gracidio della troccola, e preceduta dai<br />
penitenti portatori della fune e della pesante<br />
catena.<br />
L’attesa è per il Cristo morto e per l’Addolorata,<br />
in cui i fedeli vedono concentrarsi tutto il<br />
dolore del mondo e, quindi, anche il loro. Il<br />
Figlio è toccato, baciato, abbracciato con lo<br />
sguardo. La Madre è attorniata da gruppi di<br />
cantori, i quali intonano le Passioni, e seguita<br />
da una folla, che va sempre più ingrossandosi<br />
fi no ad assumere forme imponenti.<br />
Il centro è Gesù morto. È per Lui che, raccolta,<br />
silenziosa, sofferta, prettamente penitenziale,<br />
la processione attraversa il centro storico.<br />
Compiuto tutto intero, con compunzione e<br />
contrizione, il rito della passione e della morte<br />
di Gesù, il fedele ne attende la Resurrezione.<br />
Quindi, la processione si scompone. Si<br />
avvertono competizione e opposizione.<br />
Il sacro sembra essere scavalcato. Sta ai<br />
credenti, con rinnovata coscienza, riportarlo<br />
al centro, restituendo solennità a momenti<br />
per mezzo dei quali comunità smarrite e<br />
divise ritrovano, fi nalmente, unità e identità<br />
attorno al Cristo di Resurrezione.<br />
I principali appuntamenti della Settimana santa in diocesi<br />
Nicola h. 16,45 e rientro alla<br />
stessa alle h. 18,45.<br />
Laino Borgo<br />
Venerdì 21 marzo:<br />
h.10, Giudaica, processo a Gesù<br />
Roseto Capo Spulico<br />
(Parrocchia San Nicola di Bari)<br />
Domenica 16 marzo:<br />
h. 9,30, Cappella dell’Immacolata<br />
Concezione; Benedizione delle<br />
Palme.<br />
Venerdì 21 marzo:<br />
h. 18, Via Crucis.<br />
Sabato 22 marzo:<br />
h. 23,30, Veglia Pasquale.<br />
Domenica 23 marzo:<br />
h. 9,30, Santa Messa Chiesa<br />
Sant’Anna; h. 11, Santa Messa<br />
Chiesa San Nicola.<br />
Canna<br />
(Parrocchia dell’Immacolata)<br />
Venerdì 21 marzo:<br />
h. 22: Via Crucis<br />
Sabato 22 marzo:<br />
h. 23, Veglia Pasquale.<br />
Domenica 23 Marzo:<br />
h. 10 ed h. 17, Santa Messa<br />
Montegiordano Marina<br />
(Parrocchia B. V. Maria del<br />
Rosario)<br />
Domenica 16 marzo:<br />
h. 18, Sacra rappresentazione.<br />
Venerdì 21 marzo:<br />
h. 18,30, Via Crucis (inizio P.za<br />
Zipitelli)<br />
Sabato 22 marzo:<br />
h. 23, Veglia Pasquale<br />
Domenica 23 marzo:<br />
h. 11 e h. 18, Santa Messa<br />
Amendolara<br />
(Parrocchia “S. Margherita V.<br />
M.”)<br />
Domenica 16 marzo:<br />
h. 18, Via Crucis, con partenza<br />
dalla Chiesa Madonna della<br />
Salute<br />
Venerdì 21 marzo:<br />
h. 19, liturgia della passione;<br />
segue processione<br />
Sabato 22 marzo:<br />
h. 22,30, Veglia Pasquale.<br />
Domenica 23 marzo.<br />
h. 11, Santa Messa<br />
Cassano Ionio<br />
Giovedì 20 Marzo<br />
h. 10, Santa Messa Crismale, in<br />
Duomo; h. 18, Santa Messa in<br />
coena domini, in Duomo.<br />
Venerdì 21 Marzo:<br />
da metà mattino al tardo<br />
pomeriggio, processione del<br />
venerdì santo e funzioni legate<br />
alle celebrazioni della Passione<br />
Domini.<br />
Sabato 22 Marzo:<br />
h. 23, veglia pasquale, in Duomo<br />
Domenica 23 Marzo:<br />
h. 11, Pasqua del Signore; Solenne<br />
Pontifi cale, in Duomo<br />
Off ri te stesso<br />
- di Giovanni Maurello -<br />
Rabbi Uri diceva. «Sta scritto: “E Abele<br />
portò anche lui” (Gen 4,4). ‘Lui’ è se stesso.<br />
Solo quando un uomo off re se stesso, il suo<br />
sacrifi cio è valido».<br />
E’ prossima la Pasqua del Signore, mistero di<br />
amore e di dolore. Si staglia, solenne e silenziosa,<br />
la fi gura del Signore Gesù che, come annota<br />
l’evangelista Luca, si “diresse decisamente<br />
a Gerusalemme” (Lc 9,51): qui la vita si fa<br />
off erta, il dolore diventa espiazione, la croce si<br />
trasforma in gloria.<br />
Siamo presi da mille domande, oggi, e andiamo<br />
alla ricerca di quali strade potrebbero favorire<br />
cambiamenti signifi cativi o immissioni di<br />
idee nuove capaci di produrre trasformazioni<br />
desiderate e quanto mai urgenti. Ma non ci<br />
salverà né un’idea né una legge. Noi credenti<br />
siamo colpiti da una Persona, il Signore Gesù,<br />
nel suo intenso e determinato atto di dare la<br />
vita per noi e per tutti. Tale atto lo chiamiamo<br />
“redenzione” e a chi lo compie attribuiamo i<br />
titoli di “Signore e Salvatore”.<br />
Uscire dal buio dell’incertezza e dalle miserie<br />
delle nostre situazioni – personali, civili,<br />
educative, culturali, religiose – necessita di<br />
uomini capaci di off rire se stessi in sacrifi cio.<br />
Ognuno sa per chi o per cosa sacrifi care la<br />
propria vita, ma ciò che più conta è sapere<br />
che senza questi quotidiani e feriali atti di<br />
sacrifi cio, nessun cambiamento è possibile<br />
favorire o realizzare.<br />
Come tanti genitori che off rono le proprie<br />
membra, come tanti contadini che “buttano il<br />
sangue” nella terra, come tanti educatori che<br />
inventano strategie e regalano passione perché<br />
ogni ragazzo cresca bene. E, non da ultimo,<br />
come Gesù, il cui sacrifi cio ha redento il mondo.<br />
E’ Lui, per noi, la sola ragione che fonda la scelta<br />
e l’esperienza di una vita donata. Forse, stiamo<br />
correndo il rischio di dimenticarlo. Noi che la<br />
vita, sembrerebbe, vogliamo giocarcela, ma con<br />
moderazione!<br />
Il venerdì santo, nell’area del<br />
- di Roberto Fittipaldi -<br />
Pollino, è particolarmente<br />
sentito anche per una sacra<br />
rappresentazione teatrale, antica più di duecento anni:<br />
la Giudaica di Laino Borgo, processo a Gesù su testo settecentesco<br />
del Morone, Dia ed altri autori.<br />
Nel piccolo e suggestivo centro calabrese circa duecento persone,<br />
tra attori protagonisti e comparse, dirette quest’anno da Giulio<br />
Palange, regista, scrittore e saggista calabrese, dal mattino sino al<br />
tardo pomeriggio, quando viene rappresentata la crocifi ssione di<br />
Cristo, si mobilitano per l’evento dell’anno organizzato dalla Pro<br />
Loco e dall’amministrazione comunale. L’antica tradizione pare<br />
risalga al XVII secolo ed è legata al pellegrinaggio di Domenico<br />
Longo in Terra Santa. La rappresentazione, allora itinerante come<br />
oggi, è documentata dal 1832 in poi. Secondo quanto riporta<br />
Giuseppe Caterini in una pubblicazione del 1994, “già nel 1832<br />
il parroco dell’epoca riferisce della rappresentazione svolta con<br />
somma divozione e con gran pianto di ogni ceto di persone anche<br />
forestiere. (…) “La peculiarità e atipicità di questa tradizione tutta<br />
lainese, rispetto alle tante altre del genere, sono due: il testo dotto,<br />
diffi cile eppure piacevole del Morone, colto prelato del ‘700, dal<br />
linguaggio aulico ricercato e suggestivo, di cui però comunque<br />
da tempo immemorabile la gente lainese si è appropriata,<br />
mantenendolo più o meno intatto, nonché la centralità del tema<br />
drammaturgico impostato più sul processo a Gesù che sul dolore<br />
di Maria e sulla crocifi ssione, temi dominanti di quasi tutte le altre<br />
sacre rappresentazioni popolari. Va pure rilevato che unico termine<br />
dialettale usato in tutta la rappresentazione, che peraltro non<br />
compare neanche nel testo, è l’incitazione sadica camina, rivolta con<br />
forte immedesimazione dai manigoldi a Gesù in funi, trascinato da<br />
Caifa a Pilato a Erode e poi al Calvario, grido che, ripetuto più volte,<br />
costituisce il punto di riferimento costante nella memoria collettiva<br />
che impressiona, raggela lo spettatore, credente e non, giovane<br />
e anziano, bambino e adolescente e fi nisce per caratterizzare la<br />
sofferenza il dolore umano espresso nella manifestazione”.<br />
Così la piccola Gerusalemme dell’Italia del Sud, come viene defi nita<br />
Laino, che ha candidato nel 2007 il Santuario delle Cappelle a far<br />
parte del Patrimonio Mondiale Unesco, ogni due anni rappresenta<br />
al Mondo la sua grande tradizione cristiana.<br />
Le varette di Cassano<br />
A Cassano i riti della Settimana santa,<br />
e in particolare la processione delle<br />
“varette”, il venerdì, acquistano un valore<br />
e un signifi cato particolare, sia per la<br />
numerosa partecipazione di fedeli. sia per<br />
la manifestazioni di pietà popolare che<br />
toccano momenti di alta commozione.<br />
Nella processione vengono rappresentati,<br />
in particolare, i misteri della passione,<br />
altrimenti detti dell’Addolorata. Essi sono<br />
23: il primo è Gesù nell’orto, l’ultimo<br />
è Cristo nella bara. La processione si<br />
snoda lungo le tortuose strade del centro<br />
storico, per poi rientrare in cattedrale, nel<br />
tardo pomeriggio. Cosa rappresentano<br />
le varette? Il parroco della cattedrale,<br />
monsignor Silvio La Padula chiarisce: “I<br />
personaggi o gruppi di personaggi sono<br />
stati realizzati in cartapesta, e risalgono al<br />
1600, provenienti molto probabilmente da<br />
Lecce dove fi oriva l’arte della cartapesta;<br />
molti di essi, deperiti, sono stati sostituiti dal<br />
legno”. I fl agellanti, scalzi, con cappuccio<br />
bianco, sono preceduti da tromba, tamburi,<br />
tròccola, e, uno di essi, a turno con altri,<br />
trascina una pesante catena in ferro:<br />
perché tutto questo? Monsignor La Padula<br />
continua: «Il trascinamento della catena<br />
ricorda la cattura di Gesù e denota l’attuale<br />
condizione di oppressione e di ingiustizia<br />
in cui versa il popolo. I fl agellanti risalgono<br />
ad una antica tradizione medievale: vivono<br />
questa pratica in segno di penitenza e di<br />
implorazione del perdono per colpe<br />
commesse; alcuni di essi si sttopongono<br />
a questo duro sacrifi cio per voto, oppure<br />
per promesse non mantenute». Questi<br />
sono soltanto limitati aspetti di una<br />
manifestazione consolidata nei decenni<br />
che meriterebbe un approfondito studio di<br />
carattere religioso, storico e sociologico.<br />
Martino Zuccaro<br />
4 • marzo 2008 •<br />
• marzo 2008 •<br />
5
Cassano festeggia il suo patrono<br />
- di Gianpaolo Iacobini -<br />
«Il Crocifi sso, segno di<br />
distinzione, unità e speranza,<br />
è la carta d’identità del popolo<br />
cassanese».<br />
Le mani fendono l’aria e come pennelli<br />
dipingono sulla tela della fantasia l’immagine<br />
che prende forma dai colori delle calde parole<br />
pronunciate sull’altare. Il pittore è un pastore<br />
di anime, monsignor Vincenzo Bertolone. Nel<br />
giorno in cui, per la prima volta da vescovo<br />
della Diocesi di Cassano, si trova ad offi ciare<br />
la messa in onore del Santissimo Crocifi sso,<br />
patrono della città, a far da cornice all’evento<br />
è un Duomo gremito di fedeli. Almeno un<br />
migliaio, disciplinati ed attenti, tanto da<br />
render superfl uo il servizio d’ordine curato<br />
con discrezione dagli scout e dall’equipe<br />
liturgica. Tra la gente, anche le autorità, civili e<br />
militari: il sindaco Gianluca Gallo, l’assessore<br />
provinciale Rosetta Console, il tenente dei<br />
Carabinieri Giorgio Feola. Davanti a loro, una<br />
volta rinnovato il voto di fedeltà e devozione,<br />
monsignor Bertolone dipinge il quadro del<br />
Crocifi sso. «Il Signore – dice - è stato innalzato<br />
sulla croce per noi, perché, accogliendo il suo<br />
messaggio d’amore, potessimo avere la vita<br />
eterna. Questi tratti caratterizzano il Crocifi sso,<br />
nei cui lineamenti è possibile ravvisare la<br />
carta di identità del fedele cassanese». Spiega<br />
Il santissimo Crocifi sso del duomo<br />
il presule: «Nel Crocifi sso, Dio si è dato a<br />
noi fi no all’estremo. Il Crocifi sso è segno<br />
di distinzione: ecco perché è presente nelle<br />
nostre case, nelle nostre aule; ecco perché lo<br />
portiamo al collo. Ma ciò va tradotto in una<br />
vita differente. Dobbiamo perciò assimilare la<br />
logica della gratuità e del dono, dell’amicizia e<br />
del perdono». Dalla distinzione alla speranza:<br />
«Il Crocifi sso ci rivela che l’epilogo della<br />
storia umana non è la fi ne di tutto. Ci dice<br />
che non dobbiamo soccombere sotto il<br />
peso delle nostre sconfi tte, delle nostre croci<br />
quotidiane». Quindi, l’unità: «Il Crocifi sso è<br />
simbolo dell’amore di Dio. Autentici devoti<br />
del Crocifi sso sono coloro che si aprono al<br />
servizio del prossimo». Infi ne, il messaggio:<br />
«La tradizione vuole che lo scultore autore di<br />
Marzo per i cassanesi è il mese del SS. Crocifi sso, Patrono della<br />
città, la cui immagine, preziosa e miracolosa, si custodisce nel<br />
Duomo. La tradizione vuole che a scolpirne la statua, in un solido<br />
tronco d’ulivo, sia stato un artista cassanese del XV secolo. A ben<br />
guardare le fattezze, par che sia bene retrodatare di qualche<br />
decennio la realizzazione dell’opera, collocandola in un periodo a<br />
cavallo fr a la fi ne del XIV secolo e il principio del secolo successivo.<br />
A commissionarla fu, probabilmente, la locale Confr aternita del SS.<br />
Crocifi sso, che amava riunirsi in preghiera nella cripta.<br />
Si narra che lo scultore abbia realizzato l’opera all’interno della<br />
questo nostro Crocifi sso, compiuta l’opera, si<br />
inginocchiò mormorando: “Quanto sei bello,<br />
mio Crocifi sso!” Così dicendo, rese la sua<br />
anima a Dio. Possa la vita terrena di ciascuno<br />
di noi, quando il Signore ci chiamerà a sé,<br />
concludersi allo stesso modo, cogliendoci<br />
intenti ad esclamare: “Quanto sei bello, mio<br />
Crocifi sso. Ti ho incontrato e riconosciuto<br />
nel volto di tanti fratelli”».<br />
Si chiude l’omelia. La messa prosegue. Dopo<br />
la benedizione fi nale, vescovo e presbiteri, in<br />
processione, percorrono la navata centrale.<br />
Spontaneo, s’alza l’applauso della folla.<br />
Monsignor Bertolone saluta commosso. È<br />
l’ultimo tocco di passione d’una giornata<br />
particolare, vissuta nel segno della distinzione,<br />
dell’unità, della speranza in Cristo Crocifi sso.<br />
cripta, e che, a lavoro fi nito, contemplandola, abbia esclamato:<br />
«Quanto sei bello, mio Crocifi sso!», spirando súbito dopo. Una<br />
diversa lezione della tradizione orale, pure diff usa e parallela<br />
alla prima, ci dice che lo scultore abbia eseguito l’opera nella sua<br />
abitazione. Sparsasi in un baleno la voce, il Crocifi sso fu dal clero e<br />
dal popolo portato in trionfo per le strade della città, e collocato poi<br />
nella cripta del Duomo. Esposto ogni cento anni alla venerazione<br />
con solenne processione e accompagnato dai Confr atelli in abito di<br />
penitenza, il Crocifi sso richiamava così gran concorso di fedeli, non<br />
solo di Cassano, che Centenario prese a signifi care comunemente<br />
“evento straordinario, che richiama gran folla”, ma anche,<br />
semplicemente, “un gran concorso di popolo”.<br />
Eventi particolarmente calamitosi fecero volgere i Cassanesi al SS.<br />
Crocifi sso portato in processione e invocato contro l’invasione dei<br />
bruchi il 17 aprile 1781 e contro il terremoto il 1° marzo 1783. Fu<br />
nel 17 marzo successivo che il Vescovo del tempo, Monsignor Giovan<br />
Battista Coppola, stabilì di celebrarne la memoria il 1° marzo di ogni<br />
anno, con rito eucaristico preceduto da un settenario di preghiera e<br />
penitenza. Il SS. Crocifi sso, protettore dell’omonima Confr aternita,<br />
fu, così, proclamato Patrono, difensore, cioè, della Città e del suo<br />
vasto territorio. Cent’anni eran troppi, però, e alcune generazioni di<br />
fedeli non riuscivano ad assistere al più solenne degli avvenimenti.<br />
Si decise allora di ridurre a cinquanta, poi a venticinque anni, il<br />
tempo dell’attesa, spesso interrotto, in verità, proprio nel trascorso<br />
secolo. Da monsignor Giuseppe Bartolomeo Rovetta, il quale, in<br />
ringraziamento della fi ne della prima guerra mondiale, ne indisse,<br />
il 1919, i solenni festeggiamenti. Da monsignor Domenico Graziani,<br />
nel 2000, la preziosa immagine del Patrono fu portata più volte in<br />
processione. Monsignor Raff aele Barbieri volle sancire il patrocinio<br />
del SS. Crocifi sso con Atto notarile del 5 marzo 1943, emettendo il<br />
Voto di celebrare ogni anno una festa in Suo onore il 1° venerdì di<br />
marzo, così come, del resto, già avveniva.<br />
L.R.A.<br />
Politica<br />
è<br />
partecipazione<br />
Il clima civile della nostra comunità<br />
nazionale è segnato, ultimamente, dalla<br />
scelta, per mille ragioni irrinunciabile, di<br />
aver dovuto chiamare gli italiani a votare.<br />
Non manca, per la verità, un po’ di<br />
sfi ducia nelle Istituzioni per mille<br />
motivi che scegliamo di non prendere in<br />
considerazione. Ci piace, invece, seminare<br />
speranza ed aiutare a comprendere che<br />
non saranno certamente atteggiamenti<br />
disfattisti o autolesionisti ad impedire<br />
di indicare o auspicare strade nuove.<br />
E’ doveroso partecipare alla vita<br />
politica della propria Nazione?<br />
Piace ricordare alcuni interventi del<br />
Magistero della Chiesa che, sia in un lontano<br />
passato che in quello più recente, ha esortato<br />
gli uomini ad essere protagonisti della storia.<br />
E’ il Concilio Vaticano II, nel n°73 della<br />
Gaudium et Spes, che ci ricorda che “per<br />
instaurare una vita politica veramente<br />
umana non c’è niente di meglio che<br />
coltivare il senso interiore della giustizia,<br />
dell’amore e del servizio del bene comune<br />
e rafforzare le convinzioni fondamentali<br />
sulla vera natura della comunità politica<br />
e sul fi ne, sul buon esercizio e sui limiti<br />
della competenza dell’autorità pubblica”.<br />
Sembrano parole quanto mai<br />
attuali queste del Concilio.<br />
In un clima dove tutto sembra confuso e<br />
da più parti si registra e si conferma la crisi<br />
della Politica e delle Istituzioni, la Chiesa<br />
ci ricorda che senza la consapevolezza<br />
della natura della comunità politica<br />
non vi è progresso civile e sociale.<br />
Loro ridono, noi piangiamo<br />
6 • marzo 2008 •<br />
• marzo 2008 •<br />
7<br />
La crisi della<br />
p o l i t i c a<br />
è crisi di<br />
partecipazione.<br />
E partecipazione non vuol dire solo<br />
esercitare il ‘diritto-dovere’ del voto, ma<br />
anche favorire un’educazione necessaria<br />
al senso civico. Annota il Compendio<br />
della Dottrina Sociale della Chiesa al<br />
n° 191: “Il superamento degli ostacoli<br />
culturali giuridici e sociali, che spesso<br />
si frappongono come vere barriere alla<br />
partecipazione solidale dei cittadini alle<br />
sorti della propria comunità, richiede<br />
un’opera informativa ed educativa”.<br />
Sarebbe interessante commentare non solo<br />
il Concilio ma anche il Compendio della<br />
Dottrina Sociale(e speriamo che il nostro<br />
Giornale vi torni con maggiore frequenza<br />
e puntualità), ma ci piace lanciare l’idea<br />
che, non solo per le cose di Chiesa, ma<br />
anche per quelle della politica, sia più che<br />
mai urgente ritornare a scuola.<br />
Solo quando avremo capito cosa sia lo<br />
Stato e quali siano i doveri di noi cittadini,<br />
la nostra partecipazione non solo sarà<br />
fruttuosa, intelligente e creativa ma<br />
anche santa. Paolo VI amava dire che la<br />
politica è la forma più alta della carità.<br />
E, allora, quando partecipare alla<br />
vita politica è inteso come un atto di<br />
amore alla cosa pubblica e, quindi, alla<br />
gente, non c’è che da sperare bene!<br />
Gio. Ma.<br />
Sbatto la testa su queste colonne e chiedo aiuto<br />
al vostro giornale perché ormai da giorni<br />
non so davvero a che santo votarmi. Sono un<br />
dipendente pubblico con moglie e tre fi gli, perché<br />
quand’eravamo giovane avere bambini era una<br />
gioia immensa, non un problema economico.<br />
Mia moglie, donna splendida oltreché massaia<br />
accurata, non lavora perché ha preferito<br />
dedicarsi alla famiglia. D’altronde il mio ottimo<br />
posto fi sso prometteva un futuro senza problemi.<br />
E invece da tempo siamo costretti a contare le<br />
fette di mortadella comprate al supermercato,<br />
le mele al fr uttivendolo, i minuti d’accensione<br />
dei termosifoni, gli spostamenti con la macchina<br />
per risparmiare benzina. Ma io e Santa, così si<br />
chiama mia moglie, non temiamo il sacrifi cio.<br />
Ci addolora sino a divorarci l’anima, invece,<br />
la certezza di non riuscire a pagare le spese<br />
universitarie a Santo, il nostro primo fi glio che<br />
a giugno, a Dio piacendo, raggiungerà la licenza<br />
liceale. Sinora ha sempre avuto la media del 9,<br />
evitando il pagamento delle tasse. E per le nostre<br />
tasche è stato un sollievo molto importante. Ma<br />
come facciamo con l’università? Basterebbe ogni<br />
tanto chiudere un occhio sul lavoro, come mi<br />
chiedono da fare da anni, e così incassare qualche<br />
sostanzioso extra. Ma non ci riesco. Anche se lo<br />
volessi. Molti miei colleghi li chiudono tutti e due,<br />
e non solo riescono a mandare i fi gli all’università<br />
ma comprano loro pure gli scooter, regalano il<br />
visone alla moglie e si permettono l’amante. Ma per<br />
certe cose devi essere portato, altrimenti è inutile.<br />
Scrivo a “l’Abbraccio” perché sto impazzendo<br />
dinanzi al televisore. Siamo un Paese alla<br />
fame ma i nostri politici non se ne accorgono.<br />
Pensano solo ad alleanze, collegi, promesse,<br />
sorrisi falsi e abbracci ipocriti. Se ne infi schiano<br />
di me, della mia famiglia, di milioni di italiani<br />
al limite della fame come noi. Loro mettono<br />
in piazza un lusso imbarazzante mentre noi<br />
camminiamo con le scarpe rotte. Loro pensano<br />
ai fatti loro mentre dovrebbero pensare ai<br />
nostri. Loro ridono mentre noi piangiamo.<br />
Santo Speranza
Altomonte<br />
S. Maria della Consolazione<br />
don Giuseppe De Bartolo<br />
Tel. 0981.948436<br />
S. Giacomo Apostolo<br />
don Vincenzo Calvosa<br />
Tel. 0981.948930<br />
Cassano All’Ionio<br />
Natività B.V.Maria (Cattedrale)<br />
mons. Silvio La Padula<br />
Tel. 0981.71054<br />
(vicario parr.) mons. Giuseppe<br />
Campana<br />
Tel. 0981.71054<br />
S. Francesco di Assisi<br />
mons. Silvio Renne<br />
Tel. 0981.76100<br />
(vicario parr.) don Honorè<br />
Abega<br />
Tel. 0981.76100<br />
S. Maria di Loreto<br />
don Giuseppe De Cicco<br />
Tel. 0981.71061<br />
Doria<br />
S. Domenico<br />
don Francesco Papasso<br />
Tel. 0981.71256<br />
(vicario parr.) don Joseph<br />
Amewouho<br />
Tel. 0981.72007<br />
Lauropoli<br />
SS. Cuori di Gesù e di Maria<br />
don Attilio Foscaldi<br />
Tel. 0981.708158<br />
(vicario parr.) don Michele<br />
Sewodo<br />
Tel. 0981.708326<br />
Presentazione del Signore<br />
don Pietro Martucci<br />
Tel. 0981.76359<br />
Sibari<br />
S. Giuseppe<br />
don Lazzaro Longobardi<br />
Tel. 0981.74067<br />
(vicario parr.) don Francesco<br />
Faillace<br />
Tel. 0981.74014<br />
S. Raffaele A.<br />
don Lazzaro Longobardi<br />
Tel. 0981.74067<br />
Albidona<br />
S. Michele Arcangelo<br />
8 • marzo 2008 • 9<br />
• marzo 2008 •<br />
PARROCCHIE E PARROCI<br />
Diocesi di Cassano all’Ionio<br />
don Massimo Romano<br />
Tel. 0981.52351<br />
Alessandria del Carretto<br />
S. Alessandro Martire<br />
don Marcello Di Giuseppe<br />
Tel. 0981.53262<br />
Cerchiara di Calabria<br />
S. Giacomo Apostolo<br />
don Vincenzo Barone<br />
Tel. 0981.991023<br />
S. Pietro Apostolo<br />
mons. Giuseppe Ramando<br />
Tel. 0981.991121<br />
S. Francesco di Paola<br />
don Luigi Risoli<br />
Tel. 0981.992631<br />
Francavilla Marittima<br />
Annunciazione del Signore don<br />
Nicola Francomano<br />
Tel. 0981.994379<br />
S. Rita da Cascia<br />
don Nicola Francomano<br />
Tel. 0981.994379<br />
San Lorenzo Bellizzi<br />
S. Lorenzo Martire<br />
don Anatolio Milambo<br />
Tel. 0981.993870<br />
Trebisacce<br />
S. Nicola di Mira<br />
mons. Francesco Morano<br />
Tel. 0981.51152<br />
(vicario parr.) don Joseph Vanson<br />
Tel. 0981.507301<br />
Madonna della Pietà<br />
don Gaetano Santagada<br />
Tel. 0981.500320<br />
Cuore Immacolato B. V. M.<br />
don Pietro De Salvo<br />
Tel. 0981.500158<br />
Villapiana<br />
S. Maria del Piano<br />
don Alessio De Stefano<br />
Tel. 0981.505747<br />
mons. Rodolfo Ettorre<br />
Tel. 0981.505009<br />
Stella Maris<br />
don Franco Brunetti<br />
Tel. 0981.56687<br />
Castrovillari<br />
SS. Trinità<br />
don Nicola Arcuri<br />
Tel.0981.27409<br />
SS. Cuori di Gesù e di Maria<br />
don Carmine De Franco<br />
Tel.0981.28788<br />
S. Francesco di Paola<br />
padre Paolo Sergi<br />
Tel. 0981.21433<br />
(vicario parr.) padre Francesco<br />
Capparelli<br />
Tel. 0981.21433<br />
S. Girolamo<br />
don Franco Oliva<br />
Tel.0981.44490<br />
(vicario parr.) don Giovanni<br />
Maurello<br />
Tel. 0981.44490<br />
(vicario parr.) don David Bage<br />
Tel. 0981.44490<br />
Auxilium Christianorum<br />
don Federico Baratta<br />
Tel. 0981.26107<br />
(vicario parr.) don Norbert<br />
Setho<br />
Laino Borgo<br />
Santo Spirito<br />
(vicario parr.) don Fulgenzio<br />
Nguza<br />
Tel. 0981.82137<br />
Laino Castello<br />
S. Teodoro<br />
don Pietro Lo Caso<br />
Tel. 0981.82702<br />
Mormanno<br />
S. Maria del Colle<br />
mons. Giuseppe Oliva<br />
Tel. 0981.80048<br />
S. Maria Goretti<br />
don Francesco Perrone<br />
Tel. 0981.81624<br />
Morano<br />
SS. Pietro e Paolo<br />
padre Flavio Paladino<br />
Tel. 0981.31138<br />
S. Maria Maddalena<br />
don Gianni L. Di Luca<br />
Tel. 0981.31711<br />
S. Nicola<br />
don Francesco Di Chiara<br />
Tel. 0981.31875<br />
Saracena<br />
S. Leone Vescovo<br />
mons. Domenico Cirianni<br />
Tel. 0981.34024<br />
S. Maria del Gamio<br />
don Leone Boniface<br />
Tel. 0981.34017<br />
Amendolara<br />
S. Margherita V.<br />
mons. Francesco Gimigliano<br />
Tel. 0981.911502<br />
(vicario parr.) don Francesco Di<br />
Marco<br />
Tel. 0981.911502<br />
Madonna della Salute<br />
don Diego Talarico<br />
Tel.0981.915045<br />
Canna<br />
Immacolata Concezione<br />
don Nicola Cataldi<br />
Tel.0981.934043<br />
Montegiordano<br />
S. Antonio di Padova<br />
(vicario parr.) don Pedro De<br />
Salvo<br />
B. V. Maria del Rosario<br />
don Pasquale Zipparri<br />
Tel. 0981.992314<br />
Nocara<br />
S. Nicola di Bari<br />
don Pierfrancesco Diego<br />
Tel.0981.934473<br />
Oriolo<br />
S. Giorgio Martire<br />
don Nicola De Luca<br />
Tel.0981.931104<br />
Rocca Imperiale<br />
Assunzione B. V. Maria<br />
don Vincenzo Santalucia<br />
Tel. 0981.936016<br />
Visitazione B. V. Maria<br />
don Mario Nuzzi<br />
Tel. 0981.933052<br />
Roseto Capo Spulico<br />
S. Nicola di Bari don Antonio<br />
Cavallo<br />
Tel. 0981.913012<br />
Corso di aggiornamento giuridico - pastorale<br />
Miramare Palace Hotel - Trebisacce<br />
“Il vescovo diocesano e il suo presbiterio<br />
a servizio della portio populi Dei”<br />
23 aprile 2008<br />
I sessione<br />
Il Vescovo e Curia diocesana<br />
Modera mons. Carmine SCARAVAGLIONE<br />
Ore 8,30 Introduzione<br />
S.E. Mons. Vincenzo BERTOLONE<br />
Vescovo di Cassano all’Ionio<br />
Ore 8,45 La Chiesa particolare. Elementi teologici,<br />
giuridici e pastorali<br />
Gianfranco GHIRLANDA<br />
Rettore Magnifi co Pontifi cia Università Gregoriana<br />
Ore 9,45 Il Vescovo Diocesano e i suoi compiti<br />
S.E. Mons. Carlo REDAELLI<br />
Vescovo Ausiliare e Vicario Generale di Milano<br />
Ore 10,30 La Curia diocesana: natura, composizione,<br />
uffi ci, compiti e fi nalità<br />
Gian Paolo MONTINI<br />
Promotore di Giustizia Sostituto del Supremo<br />
Tribunale della Segnatura Apostolica<br />
Ore 11,15 La Visita Pastorale e il Sinodo diocesano<br />
Piero AMENTA<br />
Offi ciale Congregazione per il Culto<br />
Divino e la Disciplina dei Sacramenti<br />
Ore 12,00 Dialogo con i relatori<br />
II sessione<br />
Corresponsabilità ecclesiale<br />
Modera don Franco OLIVA<br />
Ore 15,30 La corresponsabilità ecclesiale: Consiglio<br />
Presbiterale, Collegio dei Consultori e Consiglio<br />
Pastorale<br />
Mauro RIVELLA<br />
Sottosegretario C.E.I<br />
Ore 16,15 Il Consiglio Diocesano per gli Affari Economici<br />
e il Consiglio Parrocchiale per gli Affari<br />
Economici e Consiglio Pastorale Parrocchiale<br />
Mauro RIVELLA<br />
Sottosegretario C.E.I<br />
Ore 17,00 Questioni di carattere patrimoniale e<br />
amministrativo<br />
S.E. Mons. Domenico MOGAVARO<br />
Vescovo di Mazara del Vallo<br />
Ore 17,45 Dialogo con i relatori<br />
Segreteria<br />
Piazza S. Eusebio, 1<br />
87011 Cassano All’Ionio (CS)<br />
Tel. 0981.71006 - Fax 0981.782250<br />
vescovo@diocesicassano.191.it<br />
24 aprile 2008<br />
III sessione<br />
La parrocchia<br />
Modera don Gaetano SANTAGADA<br />
Ore 8,30 La parrocchia “chiesa locale” e il parroco suo<br />
proprio pastore<br />
S.E. Mons. Francesco COCCOPALMERIO<br />
Presidente Pontifi cio Consiglio per i Testi Legislativi<br />
Ore 9,15 I fedeli laici e le associazioni<br />
Raffaele FACCIOLO<br />
Presidente Tribunale Ecclesiastico Calabro e Vicario<br />
Generale dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace<br />
Ore 10,00 La predicazione della Parola di Dio. La<br />
catechesi in parrocchia e la preparazione ai<br />
sacramenti<br />
Damian ASTIGUETA<br />
Docente Pontifi ca Università Gregoriana<br />
Ore 10,45 La celebrazione dell’Eucaristia e degli altri<br />
sacramenti<br />
Janusz Piotr KOWAL<br />
Docente Pontifi ca Università Gregoriana<br />
Ore 11,30 Dialogo con i relatori<br />
IV Sessione<br />
Questioni pastorali<br />
Modera mons. Giuseppe RAMUNDO<br />
Ore 15:00 Il sacramento della penitenza:<br />
aspetti giuridici e pastorali. La<br />
penitenzeria e il penitenziere diocesano<br />
S.E. Mons. Gianfranco GIROTTI<br />
Reggente Penitenzeria apostolica<br />
Ore 15:45 Matrimonio e famiglia<br />
Francesco OLIVA<br />
Docente Istituto Teologico Calabro “S. Pio X”<br />
Ore 16:30 Tutela, conservazione e gestione del patrimonio<br />
artistico diocesano e parrocchiale<br />
Stefano RUSSO<br />
Direttore Uffi cio Nazionale per i beni culturali<br />
ecclesiastici<br />
Ore 17:15 Dialogo con i relatori<br />
Conclusioni<br />
S.E. Mons. Vincenzo BERTOLONE<br />
L’istanza di comunione del Concilio Vaticano II che chiama tutti, Vescovo, presbiterio e fedeli, secondo<br />
i propri ministeri e carismi alla corresponsabilità per il bene del popolo di Dio e per la edifi cazione<br />
del Corpo di Cristo, è lo scopo del Convegno.<br />
+ Vincenzo Bertolone
Nasce la nuova Provincia di Calabria<br />
dei fr ati Minori cappuccini<br />
Ci sono eventi destinati a rimanere nella storia. Questo è uno di quelli:<br />
è nata la nuova Provincia di Calabria dei frati minori cappuccini.<br />
L’evento è stato reso possibile dalla fusione delle province religiose<br />
di Cosenza e Reggio Calabria, ora unite in un’unica provincia<br />
comprendente l’intero territorio regionale, con ben 13 conventi:<br />
Morano Calabro, Belvedere Marittimo, Castiglione Cosentino,<br />
Cosenza, Acri, San Giovanni in Fiore, Camigliatello Silano, Lameza<br />
Ierme, Catanzaro, Chiaravalle, Vibo Valentia, Taurianova e Reggio<br />
Calabria. All’appuntamento l’Ordine cappuccino giunge forte della<br />
sua storia: fondato nel Cinquecento, si diffuse rapidamente in Italia<br />
(soprattutto in Calabria e Marche) ed all’estero, realizzando ovunque<br />
il desiderio di rinnovamento spirituale che allora pervadeva il mondo<br />
10 • marzo 2008 • 11<br />
• marzo 2008 •<br />
francescano, stretto tra l’osservanza radicale dei propri ideali di<br />
povertà e la necessità di conformarsi agli adattamenti propri di ogni<br />
epoca storica. La nuova provincia avrà come titolare lo Spirito Santo e<br />
godrà del particolare patrocinio della Beata Vergine Maria e dei Santi<br />
Daniele e Compagni, patron, rispettivamente, delle due preesistenti<br />
province di Reggio Calabria e Cosenza. La sede della Curia provinciale<br />
sarà il convento di Sant’Antonio, a Lamezia Terme, dove la neonata<br />
provincia è stata tenuta a battesimo nel corso di una solenne cerimonia<br />
inaugurale, offi ciata dal ministro generale dell’Ordine, frate Mauro<br />
Johri, alla presenza di tutti i 22 ministri provinciali d’Italia, dei vescovi<br />
calabresi nelle cui diocesi vivono ed operano comunità cappuccine, e<br />
tutti i laici francescani. G.I.<br />
Padre Leopoldo ci guarda dal cielo<br />
Se n’è andato in punta di piedi. Senza disturbare. Si è lasciato alle<br />
spalle il rumore del mondo ed è volato al cielo. Il cuore di Padre<br />
Leopoldo, al secolo Vincenzo Tiano, ha smesso di battere, nei giorni<br />
scorsi, nel convento dei frati Cappuccini di Morano, dove ha trascorso<br />
parte della sua esistenza. Ha rimesso lo spirito al Signore dopo che<br />
la malattia, implacabile, lo aveva sottratto già da qualche tempo<br />
all’affetto della comunità. Uomo intelligente, colto, studioso, saggio,<br />
equilibrato, prudente, semplice e umile sino a sembrare timido. Ma<br />
forte, ardimentoso quando si trattava di tutelare e promuovere valori<br />
e principi della dottrina cristiana. Nella quotidianità del chiostro ha<br />
aderito compiutamente al progetto Divino. Di carattere mite, gentile,<br />
rispettoso, alternava il diuturno indefesso esercizio del confessionale<br />
alla predicazione e ad attività empiriche. Si sporcava le mani con<br />
la terra, fra Leopoldo... e non se ne schermiva. Con i (suoi) novizi,<br />
svestiva i panni del formatore erudito per divenire mentore fi dato:<br />
avvicendava i ruoli con armonia, vivifi cando e testimoniando col suo<br />
operato formule e pedagogie altrimenti vacue.<br />
Il nostro era nato a San Giovanni in Fiore 73 anni fa, da operosa famiglia<br />
contadina. Indossato il saio sin da giovane età, ha ricoperto l’uffi cio di<br />
parroco in diversi centri del cosentino ed è stato Ministro Provinciale<br />
dal 1984 al 1990. Ha avuto un ruolo fondamentale nell’istituzione<br />
del Noviziato a Morano, frutto della collaborazione delle province<br />
dell’Italia meridionale. Fu lui che nel 1990 aprì ai giovani il cenobio<br />
alle falde del Pollino. Ma non al curriculum volgiamo lo sguardo:<br />
troppe pagine occorrerebbero. Segnaliamo piuttosto, succintamente,<br />
l’incessante andirivieni che ha interessato la sobria chiesetta di Santa<br />
Maria degli Angeli nei due giorni in cui la salma vi ha sostato: in<br />
migliaia hanno reso omaggio ad un povero frate che si è donato per<br />
l’edifi cazione del Regno di Dio.<br />
Le esequie hanno avuto nella collegiata di Santa Maria Maddalena. Un<br />
funerale, certo, intriso però di quella speme che sconvolge e trasforma<br />
la sofferenza della perdita in prospettiva di salvezza. L’Infi nito<br />
sembrava alitare sulla povera bara adagiata ai piedi dell’altare. Una<br />
presenza tanto reale da apparire tangibile. E un sorriso appena<br />
accennato sul volto del Frate ha edifi cato per l’ultima volta la ressa di<br />
gente che ne ha baciato il saio e i piedi nudi.<br />
Pino Rimolo<br />
Avvocati solidali<br />
Diecimila euro. Tanto hanno raccolto<br />
gli avvocati dell’Ordine di Castrovillari,<br />
portando in scena, per ben due volte, il loro<br />
variegato spettacolo teatral-canoro, i cui<br />
incassi (ai quali s’aggiungerà il contributo<br />
elargito dalla Chiesa cassanese) saranno<br />
devoluti all’associazione “Non più soli”,<br />
presieduta dall’oncologo Giovanni Cicero.<br />
Obiettivo dichiarato: contribuire all’acquisto<br />
delle attrezzature per la radioterapia, destinate<br />
all’ospedale castrovillarese. Il traguardo è<br />
ancora lontano, ma solidarietà e sensibilità<br />
lo fanno divenire ogni giorno un po’ più<br />
vicino. L’ultimo passo avanti, in ordine di<br />
tempo, è stato quello compiuto dalle toghe.<br />
Che sul palco del teatro di Cassano, gremito<br />
all’inverosimile, hanno bissato (grazie<br />
all’impegno dello staff coordinato da Mariella<br />
Straticò) il successo già riscosso alle falde<br />
del Pollino. Presenti in sala anche il sindaco,<br />
Gianluca Gallo, ed il vescovo, monsignor<br />
Vincenzo Bertolone. Nel corso della serata,<br />
organizzata dall’Ordine forense (guidato da<br />
Mario Rosa) e patrocinata dal Comune e dalla<br />
Diocesi, sulla scena si sono alternati cantanti<br />
e musicisti (tra i tanti, la bravissima Maria<br />
Barletta, un paio di band ed un eccellente<br />
complesso dal nome improbabile: “Incidente<br />
probatorio”), la poetessa Paola Napoletano,<br />
l’attrice Erica Sassone, l’incantevole ballerina<br />
di tango Francesca Straticò, la compagnia<br />
teatrale forense capitanata da Antonio De<br />
Biase. Tutti rigorosamente avvocati, per<br />
una sera artisti per benefi cenza. Nel salutare<br />
il folto pubblico, monsignor Bertolone<br />
ha sottolineato la valenza dell’iniziativa,<br />
sostenendo la necessità di stringere più<br />
intensi legami tra le varie componenti della<br />
società per raggiungere obiettivi essenziali<br />
per l’avvenire della terra di Calabria.<br />
G. I.<br />
L’emozione di essere vivo<br />
La vita è in ciò che la rende degna d’essere vissuta fi no in fondo e impareggiabilmente bella.<br />
Una «emozione», quella di «essere vivo», che monsignor Vincenzo Bertolone ha richiamato<br />
come introduzione della sua rifl essione svolta sul rapporto tra l’uomo e la vita, Dio e la<br />
sua Parola, in occasione del convegno sulla Humanae Vitae, organizzato a Castrovillari lo<br />
scorso primo marzo dall’Uffi cio diocesano per la pastorale della famiglia. «L’uomo di oggi,<br />
così divorato ed assorbito dagli impegni e dalle cose da fare», ha affermato il pastore della<br />
Chiesa cassanese, «corre il pericolo di non apprezzare la bellezza profonda dell’esistenza,<br />
dell’amore, della verità, dello stesso nostro corpo, della sua ricchezza e complessità, ma<br />
soprattutto della nostra anima, capace di eternità e di infi nito». Un rischio reale, che<br />
equivale al «navigare senza bussola né meta». Per il credente, ha aggiunto il vescovo, questa<br />
conoscenza signifi ca «trovare il percorso che Dio ha tracciato per ciascuno nella storia».<br />
Inevitabile il riferimento alla famiglia, intima comunione di vita e d’amore, nella quale,<br />
secondo quanto afferma anche Papa Benedetto XVI, si fa esperienza di alcune componenti<br />
fondamentali della pace. Tuttavia, ha sottolineato monsignor Bertolone, «le tendenze attuali,<br />
segnate in particolare dall’introduzione del concetto di identità di genere, che riduce la<br />
differenza tra i sessi a un fattore culturale, sgretolano le fondamenta della famiglia, aprendo<br />
le porte a derive facilmente immaginabili». In coda, l’invito a laici e credenti. «La vita è<br />
bella, della bellezza rifl essa dall’Eterno, bontà, santità, pienezza di essere, gioia senza fi ne,<br />
perfezione. La vita rende belli i cristiani autentici: li introduce ad una relazione speciale<br />
con il pastore buono e bello che li ha attratti e li trascina dietro di sé con lo splendore<br />
del suo volto e la trasparenza del suo sguardo. Uno sguardo che crea amicizia, che parla<br />
di misericordia e tenerezza, che sollecita un legame di fedeltà e di fi ducia, che interroga<br />
la propria identità, che riconosce la propria dignità. La vita è bella. Difendiamola».<br />
Vincenzo Alvaro<br />
Il fuoco della tradizione<br />
Celebrata la festa in onore del patrono di Saracena<br />
Fedele ad una secolare tradizione, il 19 e 20<br />
febbraio scorsi Saracena ha rinnovato la sua<br />
devozione al suo Protettore, san Leone, vescovo<br />
di Catania. Il Santo viene festeggiato due volte<br />
l’anno: il 20 febbraio e la seconda domenica di<br />
agosto. Anticamente, e fi no al giugno del 1822,<br />
non v’era che la festività di febbraio, ma, poiché<br />
il tempo, nella stagione invernale non permetteva<br />
di solennizzarla come i fedeli avrebbero voluto, si<br />
pensò di trasferirla all’ultima domenica di giugno.<br />
Tale data, però, ricadendo nel periodo della<br />
mietitura, non consentiva una partecipazione<br />
massiccia, e pertanto, nel 1849, allorché papa Pio<br />
IX si recò nel Napoletano, gli venne presentata<br />
supplica in tal senso e così la festa di giugno venne<br />
spostata all’ultima domenica di agosto, periodo di<br />
minore occupazione nei lavori di campagna. Ma a<br />
molti dispiacque tale spostamento, e fu così che si<br />
fi nì col solennizzare entrambe le date.<br />
Quella di San Leone a Febbraio è una festa molto<br />
sentita dal popolo saracenaro, e rappresenta un<br />
momento di intensa partecipazione spirituale<br />
che inizia con il novenario di preparazione e<br />
l’intronizzazione solenne della statua del Santo<br />
sull’altare maggiore per concludersi, dopo una<br />
serie di celebrazioni liturgiche e religiose, con la<br />
tradizionale, suggestiva fi accolata, al seguito del<br />
labaro del Santo.<br />
Al comitato per i festeggiamenti civili va un<br />
meritato plauso perché quest’anno ha intensifi cato<br />
il proprio impegno, realizzando festose luminarie<br />
ed un apprezzato spettacolo di fuochi pirotecnici.<br />
La particolare clemenza del tempo ha propiziato<br />
una massiccia partecipazione alla fi accolata<br />
ed ai falò, durati tutta la notte, anche di molti<br />
gruppi organizzati di suonatori di strumenti<br />
caratteristici, tra cui uno zampognaro locale.<br />
Pietro Napoletano
Viaggio a Oriolo tra storia e fede<br />
Oriolo è un comune di circa tremila abitanti,<br />
uno dei paesi più suggestivi e caratteristici<br />
dell’alto Ionio cosentino. Nacque come<br />
fortezza a difesa dalle continue incursioni<br />
saracene. Conserva uno splendido borgo<br />
medievale la cui perla è la splendida chiesa<br />
di san Giorgio martire che, insieme al<br />
castello di origini medievali, è catalogata fra<br />
i monumenti nazionali dal Ministero dei beni<br />
culturali. La chiesa di San Giorgio è stata<br />
scenario di vicende storiche importanti che<br />
hanno segnato nei secoli la vita dell’intero<br />
circondario: il 22 maggio del 1530, proprio in<br />
essa fu solennemente sancito il privilegio con<br />
cui re Ferdinando dava a Roberto Sanseverino<br />
poteri giurisdizionali sulla zona. Oggi in<br />
12 • marzo 2008 • 13<br />
• marzo 2008 •<br />
questa chiesa è attiva<br />
u n ’ i m p o r t a n t e<br />
c o m u n i t à<br />
parrocchiale guidata<br />
dal giovane parroco<br />
don Nicola De<br />
Luca.<br />
Dal 22 al 24 aprile<br />
Oriolo festeggia i<br />
suoi santi patroni: sia<br />
san Giorgio martire,<br />
il cui culto risale<br />
ai primi del ‘600,<br />
sia san Francesco<br />
di Paola, del quale<br />
vengono esposte<br />
e venerate le sante<br />
reliquie custodite in<br />
un reliquiario d’argento di fine settecento. In<br />
parrocchia è attivo il cenacolo vocazionale, che<br />
organizza incontri di preghiera mensili animati<br />
dai Laici animatori vocazionali rogazionisti, e<br />
incontri periodici di formazione presso i Padri<br />
Rogazionisti di Oria. Importante è anche<br />
l’azione del Movimento Apostolico, che ogni<br />
venerdì promuove appuntamenti di catechesi<br />
biblica sul Vangelo della domenica. Sono<br />
organizzati inoltre eventi di approfondimento<br />
del carisma specifico, presso la cappella<br />
della casa parrocchiale Maria Madre della<br />
Redenzione. Il Movimento è impegnato<br />
altresì a programmare attività destinate ai<br />
giovani, per il coinvolgimento degli stessi ai<br />
musical preparati dalla presidente Cettina<br />
Marraffa. Da qualche anno è presente<br />
in parrocchia l’Unitalsi, la cui azione si<br />
concretizza principalmente nella preparazione<br />
di pellegrinaggi a Lourdes ed in iniziative di<br />
grande significato spirituale e sociale, momenti<br />
di aggregazione e riflessione. Maria Sede della<br />
Speranza è invece il nome della biblioteca<br />
parrocchiale nella quale si ritrovano giovani<br />
ed adulti desiderosi di sapere, conoscere ed<br />
incontrarsi.<br />
Intensa ed in continuo fermento l’attività<br />
pastorale: oltre alle consuete iniziative<br />
di formazione catechistica, è presente in<br />
parrocchia la scuola di formazione per i<br />
ministranti “SS. Angeli Custodi” che, insieme<br />
all’Apostolato della preghiera ed all’attività di<br />
visita agli ammalati per la somministrazione<br />
della comunione, evidenzia come l’Eucaristia<br />
sia al centro della vita parrocchiale e dei suoi<br />
operatori.<br />
La parrocchia di San Giorgio Martire è il cuore<br />
pulsante di questa comunità che conserva<br />
con cura tradizioni e valori. Oriolo, se non vi<br />
rapirà per la bellezza della sua natura ancora<br />
incontaminata, per l’originale costruzione del<br />
suo centro storico perfettamente conservato,<br />
per le sue opere d’arte gelosamente custodite,<br />
vi colpirà per la generosità della sua gente, per<br />
la solidarietà che non cede all’egoismo, per la<br />
semplicità di una vita forse dimenticata.<br />
Katia Adduci<br />
Dall’ 11 al 14 febbraio scorsi, una delegazione<br />
della diocesi di Cassano, guidata dal vescovo,<br />
monsignor Vincenzo Bertolone, e da don<br />
Carmine De Franco, è volata a Lourdes<br />
per onorare l’Immacolata Concezione in<br />
occasione del 150° anniversario dalla prima<br />
apparizione alla piccola Bernadette. La dolce<br />
Maria, per ringraziarci, ci ha riempito di<br />
doni, a cominciare dalle splendide giornate<br />
di sole col cielo sempre azzurro e sgombro<br />
di nuvole di giorno e<br />
volte stellate di notte.<br />
La temperatura<br />
frizzante ci ha<br />
stimolati e abbiamo<br />
potuto godere di un<br />
avvenimento storico,<br />
con la presenza di<br />
oltre 70.000 pellegrini<br />
provenienti da tutto<br />
il mondo, che nella<br />
giornata dell’11 hanno<br />
gremito la collinetta<br />
antistante la grotta per<br />
la messa internazionale.<br />
Nel pomeriggio si è<br />
svolta un’imponente<br />
p r o c e s s i o n e<br />
del Santissimo<br />
Sacramento in cui la<br />
preghiera del mondo<br />
intero in tutte le lingue<br />
è salita all’Altissimo,<br />
e la serata è stata<br />
illuminata dalle miriadi<br />
di candele che hanno<br />
reso questa fiaccolata<br />
sicuramente fra le<br />
più memorabili che<br />
Lourdes ricordi. Una<br />
giornata intensissima,<br />
Lourdes<br />
emozione senza tempo<br />
che non ci ha stancati, ma ci ha preparati a<br />
momenti più intimi, come la splendida via<br />
crucis, il rosario serale al di là del Gave, il<br />
percorso giubilare, le celebrazioni della santa<br />
messa nella Basilica superiore dell’Immacolata<br />
e quella finale davanti alla grotta, che il vescovo<br />
ha guidato rivelandosi un Pastore buono che<br />
ama raccogliere le sue pecorelle con parole<br />
profonde che possano raggiungere anche i<br />
cuori semplici e rimanervi, accompagnato<br />
dall’assistenza discreta, silenziosa di don<br />
Carmine, sempre attento verso ogni pellegrino.<br />
Ognuno di noi ha riportato a casa emozioni<br />
profondissime. Il miracolo di Lourdes, luogo<br />
di aggregazione per eccellenza, sta nel piegare<br />
l’anima, a volte indurita, di un popolo che ha<br />
ancora bisogno come sempre di adorare in<br />
maniera concreta e tradizionale Dio Padre, un<br />
popolo non di bigotti, ma di uomini e donne<br />
di oggi, dell’era tecnologica e moderna, che<br />
usano computers e cellulari, ma<br />
che davanti al sorriso di Maria<br />
sentono ancora il bisogno di<br />
piegare le ginocchia e lavarsi alla<br />
Sua fonte, segno inesauribile<br />
dell’amore di Dio che ci ama, ci<br />
purifica e ci perdona. A Lourdes<br />
ognuno sente di non essere solo.<br />
I poveri e i ricchi, i sani e gli<br />
ammalati, gli ultimi e gli arrivati,<br />
sono davvero solo figli di Dio che<br />
si ritrovano, gioiscono dell’amore<br />
del Padre che perdona, della<br />
Mamma che raduna e accoglie,<br />
del Fratello che ci guarda con<br />
amore e ci santifica mentre lo<br />
riceviamo nell’Eucarestia. Grazie<br />
alla Mamma che, instancabile, ci<br />
chiama. Grazie al nostro caro<br />
Vescovo che ci ha ricordato che<br />
dal peccato non solo dobbiamo<br />
astenerci ma dobbiamo<br />
distaccarcene e tenere sempre<br />
presenti le parole della Madre:<br />
“Fate quello che Lui vi dirà” (Gv<br />
2,5) Infine, ci ha invitato a passare<br />
a tutti coloro che incontriamo la<br />
gioia che il Signore ci ha donato<br />
a Lourdes, perché possa scaldarli<br />
e portarli a Lui.<br />
Mariella Martire
Il coraggio di educare<br />
«Vedo in voi la passione per<br />
il coraggio dell’educazione».<br />
Così monsignor Bertolone ha<br />
aperto il suo intervento davanti<br />
ai capi scout calabresi, riuniti<br />
a Trebisacce per il Consiglio<br />
Regionale dell’Agesci. Come<br />
pastore ed educatore, il vescovo<br />
ha voluto essere presente per<br />
salutare gli uomini e le donne<br />
in pantaloncini e fazzoletto al<br />
collo che, con il loro impegno<br />
quotidiano nel mondo scout,<br />
sono «impegnati», ha detto,<br />
«a lasciare il mondo un po’<br />
migliore da come lo si è trovato<br />
ed a trasformarlo con la bellezza<br />
delle vostre scelte e l’intensità<br />
del vostro servizio».<br />
Il presule ha parlato con grande<br />
entusiasmo, ripercorrendo le<br />
tre scelte che caratterizzano il<br />
Patto Associativo dell’Agesci<br />
e sottolineando come «le<br />
manifestazioni di affetto e<br />
di stima» che l’associazione<br />
ha ricevuto nel corso dei<br />
festeggiamenti del centenario<br />
appena concluso «sono state<br />
il segno del bene seminato in<br />
questo secolo di storia, ma ora<br />
la storia continua ed è fatta<br />
di quotidianità, di fedeltà, di<br />
nuovi slanci e nuove frontiere,<br />
dinnanzi alle quali la vostra<br />
identità deve essere più forte e<br />
più radicata».<br />
Il vero problema<br />
dell’educazione, oggi, ha<br />
sottolineato monsignor<br />
Bertolone, non sono i fruitori<br />
di essa, ma i loro maestri:<br />
citando il cardinale Agostino<br />
Casaroli, il pastore della Chiesa<br />
cassanese ha rimarcato che «per<br />
essere bravi capi Scout occorre<br />
che siano presenti in ciascuno<br />
di voi le tre convinzioni<br />
Bertolone, da un anno in diocesi<br />
Il 10 marzo2007 la sua ordinazione episcopale<br />
«Mi presento a voi con timore e tremore, col<br />
desiderio di conoscervi e farmi conoscere,<br />
per essere vostro compagno di viaggio. Una<br />
benedizione particolare riservo a voi, bambini<br />
e giovani, che siete la promessa del futuro di<br />
questa meravigliosa terra: lasciatevi afferrare da<br />
Cristo. Non sarò mai abbastanza grato al Signore<br />
per avermi mandato ad un popolo buono e<br />
geniale, protagonista nella storia per doti di<br />
umanità, cultura ed arte, ispiratore di una grande<br />
tradizione di civiltà. Consideratemi al vostro<br />
servizio, per quel poco che le mie povere forze<br />
potranno dare: inizio quest’altra tappa della mia<br />
vicenda terrena in punta di piedi, con la speranza<br />
che Gesù sprigioni le energie migliori presenti in<br />
ognuno di noi».<br />
Era il 10 marzo del 2007: in una Cattedrale<br />
gremita di fedeli richiamati dal suono delle<br />
campane, monsignor Domenico Crusco dava<br />
lettura del messaggio col quale padre Vincenzo<br />
Bertolone si presentava al popolo di cui era stato<br />
appena nominato Vescovo per volontà di Papa<br />
Benedetto XVI.<br />
Da allora, è già trascorso un anno: l’auspicio è<br />
dell’educazione cattolica: la<br />
prima è che si sia convinti che<br />
il Redentore dell’uomo, Gesù<br />
Cristo, è il centro della storia e<br />
del cosmo.<br />
Qui occorre bandire ogni<br />
relativismo e ogni boriosa<br />
supponenza. La seconda è che<br />
Gesù Cristo vive oggi nella sua<br />
Chiesa e che, pertanto, tutti<br />
siamo corpo di Cristo, un corpo<br />
strutturato con le sue funzioni,<br />
tutte preziose e indispensabili.<br />
La terza è la convinzione che<br />
Cristo è presente ed ha una<br />
sua peculiare predilezione per<br />
il bambino, l’adolescente, il<br />
giovane, perchè più indifesi e,<br />
nello stesso tempo, più aperti<br />
al fascino del suo amore».<br />
Quindi, in coda, il saluto.<br />
Rigorosamente scout: «Buona<br />
strada».<br />
V. A.<br />
che ne possano<br />
passare molti<br />
altri, tantissimi<br />
altri, da vivere<br />
intensamente<br />
come il primo e,<br />
se possibile ed a<br />
Dio piacendo,<br />
più del primo.<br />
A monsignor<br />
B e r t o l o n e ,<br />
d u n q u e ,<br />
un sincero,<br />
a f f e t t u o s o<br />
augurio per<br />
lo speciale<br />
c o m p l e a n n o<br />
ma pure, con sguardo all’immediato futuro, per<br />
il suo onomastico, in calendario per il 5 d’aprile:<br />
per l’occasione, una santa messa sarà celebrata<br />
nella Cattedrale di Cassano, con inizio alle 18.<br />
Nella comunione di fede e d’amore tra il pastore<br />
ed il suo popolo, il regalo più bello.<br />
G. I.<br />
MARZO<br />
l’agenda del Vescovo<br />
Lunedì 17, ore 11<br />
Santa Messa all’istituto penitenziario<br />
di Castrovillari<br />
Giovedì 20, ore 10<br />
Santa Messa Crismale, in Duomo.<br />
Giovedì 20, ore 18<br />
Santa Messa in coena domini, in<br />
Duomo.<br />
Venerdì 21<br />
Partecipazione alle funzioni legate<br />
alle celebrazioni della Passione<br />
Domini, a Cassano.<br />
Sabato 22, ore 23<br />
Veglia pasquale, in Cattedrale.<br />
Domenica 23, ore 11<br />
Pasqua del Signore; Solenne<br />
Pontificale, in Cattedrale.<br />
Sabato 29, ore 17<br />
Santa Messa nella Parrocchia<br />
Sant’Alessandro Martire ad<br />
Alessandria del Carretto.<br />
Domenica 30 Marzo, ore 18<br />
Santa Messa presso la Parrocchia San<br />
Giacomo Apostolo di Altomonte.<br />
Dal 31 Marzo al 2 Aprile<br />
Partecipazione ai lavori della<br />
Conferenza episcopale calabra.<br />
APRILE<br />
Sabato 5, ore 18<br />
Santa Messa per l’onomastico<br />
di S.E. Monsignor Vincenzo<br />
Bertolone in Cattedrale<br />
Lectio divina<br />
itinerante<br />
L’esperienza della vicaria di Oriolo<br />
Dopo l’esperienza, più che positiva, della Lectio Divina, nel periodo di<br />
avvento, la Vicaria ha discusso e riflettuto sulla 1ª lettera pastorale del<br />
vescovo al clero ed ai laici: «Cristo è il centro di tutta la Bibbia […] la Chiesa<br />
raccomanda una familiarità orante della Parola di Dio affinchè per ciascun cristiano<br />
si realizzi pienamente l’incontro con Dio Uno e Trino. Vivere le Sacre Scritture<br />
significa soprattutto rivestirsi di Cristo per conformarsi al suo divino insegnamento,<br />
per diventare suoi imitatori e testimoniare il suo e nostro amore al mondo intero<br />
[…] L’antico modo di accostarsi alla Scrittura (chiamato tradizionalmente lectio<br />
divina), sia anche per la nostra Chiesa, una via privilegiata di ascolto della Parola».<br />
Forti di queste parole, la Vicaria, all’unanimità, ha deciso di ripetere<br />
l’esperienza nel periodo quaresimale. Per sensibilizzare maggiormente<br />
le singole comunità parrocchiali, si è deciso di realizzarla in modo<br />
itinerante. Si è iniziato da Roseto Marina, si è proseguito con Oriolo,<br />
Montegiordano, Canna ed infine con Rocca Imperiale Marina. Col<br />
tempo vi è l’intenzione di interessare tutti gli altri paesi della zona non<br />
ancora coinvolti. La Lectio tenuta in avvento ebbe un discreto successo<br />
e terminò con una magistrale meditazione tenuta da S.E. il Vescovo.<br />
Le Lectio quaresimali, tenute dai vari sacerdoti della Vicaria dell’Alto<br />
Ionio, hanno sortito maggior attenzione e partecipazione. I sacerdoti<br />
incaricati hanno dato il meglio per suscitare interesse. La gente è stata<br />
presente nonostante le non lievi difficoltà dovute alle distanze tra paese<br />
e paese. Il merito va all’entusiasmo dei singoli sacerdoti. Ci sforziamo<br />
di muoverci in sintonia con le direttive che ci vengono proposte, di<br />
volta in volta, dal centro Diocesi, tenendo conto delle nostre reali<br />
situazioni.<br />
Don Antonio Cavallo – Vicario foraneo di Oriolo<br />
Il 16 marzo, in occasione della Domenica delle<br />
palme e dell’inizio della Settimana Santa, a<br />
Montegiordano marina, presso la colonia delle<br />
suore, alcuni fedeli si sono improvvisati “attori”<br />
in una rappresentazione dal titolo: “Il processo e<br />
la condanna di Gesù di Nazareth”. La comunità<br />
della parrocchia “Beata Vergine Maria del Rosario”<br />
ha accolto con entusiasmo questa idea e tutti i<br />
partecipanti hanno preso a cuore questo evento e,<br />
sfidando le tante le difficoltà, ognuno ha cercato di<br />
calarsi il più possibile nel ruolo assegnato: da Gesù<br />
alla Madonna, da Ponzio Pilato a Zera e Caifa, dagli<br />
apostoli ai sacerdoti e i soldati. A giorni alterni si<br />
sono tenute prove di recitazione, mentre i vestiti<br />
sono stati realizzati da donne laboriose e sempre<br />
Campagna<br />
abbonamenti<br />
A Morano<br />
l’Ordine<br />
francescano<br />
secolare<br />
Esiste ed opera, a<br />
Morano Calabro,<br />
l’Ordine francescano<br />
secolare, che non è<br />
una pia confraternita<br />
alla quale ci iscrive,<br />
ma un vero ordine<br />
secolare al quale si<br />
accede per mezzo<br />
di una professione<br />
solenne e pubblica, che<br />
impegna a realizzare<br />
un’autentica forma di<br />
vita religiosa secolare.<br />
Esso ha una Regola<br />
e delle Costituzioni,<br />
riconosciute dalla<br />
Chiesa, alle quali<br />
uniforma il proprio<br />
stile di vita, informato<br />
agli esempi ed agli<br />
insegnamenti di san<br />
Francesco. Ne fanno<br />
parte persone che<br />
vivono nelle realtà<br />
del mondo. Nelle<br />
uscite successive<br />
dell’”Abbraccio”,<br />
se ci sarà concesso<br />
un po’ di spazio,<br />
parleremo di noi, per<br />
farci conoscere.<br />
Rebeca Velasquez,<br />
Ministra O.F.S. –<br />
Morano<br />
Attori per fede a Montegiordano<br />
disponibili della comunità; l’ambientazione e il<br />
contesto scenico è stato lasciato alla fantasia e<br />
creatività di un gruppo di giovani. Più si avvicinava<br />
il giorno del debutto, più, in protagonisti e no,<br />
cresceva l’ansia della preparazione dell’evento,<br />
nella consapevolezza della serietà di argomenti<br />
quali la condanna e crocifissione di Gesù.<br />
Sono stati giorni di aggregazione e di incontro<br />
e anche chi non è impegnato nei vari ruoli<br />
non ha fatto mancare il suo appoggio morale.<br />
Ne abbiamo tratto una considerazione: questa<br />
giovane comunità ha tanta voglia di fare, di<br />
progredire e vivere la propria vita cristiana<br />
condividendola anche con le altre comunità<br />
cristiane. Franco Di Martino<br />
Per sottoscrivere l’abbonamento al periodico di informazione<br />
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fuori diocesi), 40€ (socio sostenitore) sul<br />
C/C n° 13001870 intestato a Curia Vescovile - Cassano<br />
all’Ionio e spedire la ricevuta di versamento a:<br />
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Ospizio, 1 - 87011 Cassano all’Ionio (CS)<br />
Registrazione presso il Tribunale di<br />
Castrovillari n° 1/08 del 10 gennaio<br />
2008<br />
____________________<br />
<strong>DI</strong>RETTORE RESPONSABILE<br />
14 • marzo 2008 •<br />
• marzo 2008 •<br />
15<br />
Domenico Marino<br />
REDAZIONE<br />
S.E. Vincenzo Bertolone<br />
Vincenzo Alvaro<br />
Roberto Fittipaldi<br />
Gianpaolo Iacobini<br />
don Giovanni Maurello<br />
don Carmine Scaravaglione<br />
Giuseppe Malomo<br />
(Segreteria di redazione)<br />
____________________<br />
HANNO COLLABORATO A<br />
QUESTO NUMERO<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
Katia Adduci, Leonardo Alario, Mariella<br />
Arcidiacono, don Antonio Cavallo,<br />
Franco Di Martino, Pino Lofrano, Mariella<br />
Martire, Pietro Napoletano, Pino<br />
Rimolo, Giuseppe Roseti, Santo Speranza,<br />
Rebeca Velasquez, Raffaele Vidiri,<br />
Gaetano Zaccato, Martino Zuccaro<br />
____________________<br />
IMPAGINAZIONE<br />
Emerson Communication Giornalisti<br />
Associati<br />
STAMPA<br />
Tipografia Perri, Spezzano Albanese<br />
<strong>DI</strong>REZIONE, REDAZIONE E AM-<br />
MINISTRAZIONE<br />
Via Torto Ospizio, 1<br />
87011 Cassano all’Ionio<br />
tel e fax 0981.71442<br />
ucscassano@libero.it<br />
Il trattamento dei dati personali è assicurato<br />
in conformità alla normativa vigente.<br />
Il materiale inviato, anche se non<br />
pubblicato, non sarà restituito.<br />
La collaborazione è da intendersi a titolo<br />
gratuito.
La cooperativa Veritatis Splendor è un<br />
ente senza scopo di lucro di recente<br />
costituzione, attiva nella gestione<br />
dell’area della formazione e dello<br />
sviluppo delle risorse umane. La<br />
sua mission è promuovere, favorire<br />
e organizzare la partecipazione in<br />
tema di formazione professionale ed<br />
orientamento nel mondo del lavoro<br />
per organizzazioni private e pubbliche.<br />
Collabora con istituti scolastici,<br />
pubbliche amministrazioni, società<br />
private.<br />
Tra le sue azioni spiccano, in<br />
particolare, quelle volte a promuovere<br />
ed organizzare lo sviluppo di tutte<br />
quelle attività culturali concernenti il<br />
campo della formazione professionale,<br />
sia per gli studenti sia per gli adulti.<br />
Tutte le attività si svolgono tenendo<br />
in considerazione l’ambito europeo e<br />
si realizzano insieme ad altri Istituti<br />
Europei.<br />
Tra le molte attività di cui la cooperativa<br />
si occupa, fi gurano:<br />
- training per professionisti<br />
in molti ambiti, incluso<br />
l’addestramento per<br />
16<br />
• marzo 2008 •<br />
VERITATIS SPLENDOR<br />
formiamo uomini nuovi<br />
per la società di domani<br />
l’assunzione dei giovani,<br />
disoccupati adulti, laureati e<br />
diplomati;<br />
- formazione permanente e<br />
continua;<br />
- formazione manageriale;<br />
- formazione mirata alla<br />
abilitazione alle professioni;<br />
- formazione a distanza (elearning);<br />
- master e corsi di istruzione<br />
superiore;<br />
- aggiornamento per crediti<br />
universitari.<br />
L’ente si occupa, tra l’altro, di<br />
assistenza sociale e socio sanitaria,<br />
anche attraverso attività informative,<br />
formative, educative, rieducative<br />
e connesse al mantenimento e allo<br />
sviluppo della salute e del benessere<br />
delle persone nel proprio ambiente<br />
di vita e di lavoro. Al riguardo, nelle<br />
settimane passate la cooperativa ha<br />
promosso, ad esempio, un convegno<br />
sul tema della difesa dei diritti umani,<br />
con specifi co riferimento alla tutela<br />
delle donne, al fi ne di sensibilizzare<br />
l’opinione pubblica e rendere evidente<br />
la necessità della formazione culturale<br />
e sociale per una società aperta alla<br />
partecipazione ed all’uguaglianza, nel<br />
rispetto assoluto della vita umana.<br />
Particolare attenzione e notevoli risorse,<br />
umane e professionali, sono dedicate<br />
alla lotta contro l’emarginazione<br />
ed al reinserimento sociale di<br />
soggetti svantaggiati quali, a titolo<br />
esemplifi cativo, tossicodipendenti,<br />
alcolizzati, detenuti, ex detenuti, malati,<br />
portatori di handicap, disoccupati.<br />
La cooperativa Veritatis Splendor<br />
ha sede in Castrovillari, centro della<br />
provincia di Cosenza, nel Parco<br />
Nazionale del Pollino, dove è ubicata<br />
una sede operativa, sita in Via Alfano<br />
33.<br />
Per ogni contatto o informazione sulle<br />
iniziative della Veritatis Splendor è<br />
possibile chiedere approfondimenti<br />
telefonando presso la sede di<br />
Castrovillari al numero 0981.27845<br />
oppure veritatis.s@libero.it.<br />
REDAZIONALE