QUADRIMESTRALE DELL'ARCIDIOCESI - inComunione

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OMELIE
dei racconti scritturistici che ce la riferiscono incominciarono fin dai primi tempi
cristiani ad opera di Celso, Porfirio, l’imperatore Giuliano.
Nel sec. XVII (illuminismo) ebbero una sistematizzazione filosofico-critica ad
opera di Reimarus (trafugamento del cadavere), di Paulus (morte apparente),
Strauss, Renan, Harmack, Weiss (le apparizioni sono visioni fantastiche, allucinazioni).
Ai nostri giorni, Bultmann (Cristo è risorto nella predicazione degli apostoli):
il fatto storico di pasqua non è la risurrezione, ma la fede pasquale dei discepoli.
Willi Marxesen (è un tentativo di esprimere ciò che è avvenuto di Gesù).
Chiediamoci: Cos’è la “Sacra Sindone”?
Qui ci troviamo dinanzi a un fatto: l’impronta frontale e dorsale del corpo di
un uomo nudo, ma ben proporzionato, in stato di rigidità cadaverica, con i segni
delle lesioni provocate dalla crudeltà umana.
Quei segni, ben letti e studiati, coincidono con i segni della passione di Gesù
di Nazareth così come sono descritti nei vangeli.
La Dott. Emanuela Marinelli, sindologa, non ha timore di esprimersi così: “La
Sindone è l’impronta della luce di Dio. È la traccia lasciata da Cristo “irradiazione
della gloria del Padre e impronta della sua sostanza”. (Eb 1, 3).
Ma non tutti credono in Gesù Cristo, il Crocifisso risorto. Per costoro la Sindone
è semplicemente oggetto di studio e di ricerca interessante, perché è un
fatto veramente singolare.
Per chi ha la fede, invece, prova la forte emozione di trovarsi davanti alla
vera immagine di Gesù Cristo, al documento visivo della Passione descritta dai
vangeli, testimonianza della sua risurrezione. La Sindone esiste - dice il credente
- perché Cristo è risorto.
Essa, perciò, è oggetto di venerazione e invita a meditare sul mistero del
dolore dell’uomo e dell’amore di Dio.
Sostare con spirito di preghiera e con animo sincero davanti alla Sindone può
essere un aiuto efficace a camminare in una vita cristiana più autentica e credibile.
Sento, ora, il dovere di ringraziare il Gruppo Sindonico Diocesano, diretto dal
Dott. Giuseppe Di Monaco, animato dall’Assistente ecclesiastico don Mimmo
De Toma, per averci ottenuto la speciale concessione di avere con noi la duplice
copia della Sacra Sindone da parte del Centro Internazionale di Sindologia di
Torino. Grazie anche ai benefattori che con il loro contributo ci hanno permesso
di inaugurare oggi l’ostensione permanente della stessa Sacra Sindone.
Un grazie particolare al dottor Bruno Barberis, direttore del Centro Internazionale
di Sindologia, per aver attenuto questo singolarissimo dono e per l’affetto
con cui segue il nostro Gruppo Diocesano.