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QUADRIMESTRALE DELL'ARCIDIOCESI - inComunione

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OMELIE<br />

Essi nella Chiesa sono segno sacramentale di Gesù-servo secondo quanto<br />

Gesù stesso disse ai suoi apostoli: “Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare<br />

grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro<br />

schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire<br />

e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mt 20, 28). Ed imitare l’esempio di<br />

Gesù così come ce lo riporta Giovanni nel suo vangelo: “Quando ebbe lavato loro<br />

i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: Capite quello che ho fatto<br />

per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se<br />

dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare<br />

i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate<br />

come io ho fatto a voi. In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del<br />

suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste<br />

cose, siete beati se le mettete in pratica” (Gv 13, 12-17).<br />

Il diaconato è un grande dono dello Spirito alla Chiesa. Esso è richiamo forte<br />

alla ministerialità di tutta la Chiesa, così come leggiamo nelle premesse del Rito<br />

di Ordinazione: “Nella prospettiva di una Chiesa tutta ministeriale, occorre che<br />

sia viva fra i fedeli la consapevolezza della comune vocazione al servizio. I diaconi<br />

sono speciale espressione di questa chiamata come ministri della carità, come<br />

segno della dimensione domestica della Chiesa e della promozione del senso<br />

comunitario e dello spirito familiare del popolo di Dio” (n. 3).<br />

I diaconi aiutano tutta la Chiesa a vivere la diaconia nell’annuncio della Parola,<br />

nella celebrazione della Liturgia, nella testimonianza della Carità.<br />

Questi tre uffici essi li compiono secondo lo spirito di Cristo Signore, cioè<br />

per glorificare il Padre celeste e per costruire il Suo regno sulla terra, facendolo<br />

conoscere agli uomini con la Parola, portandoli nell’ubbidienza a Dio con la Liturgia,<br />

sostenendoli a vivere nell’amore fraterno.<br />

In vista del presbiterato, essi promettono pubblicamente di vivere nel celibato<br />

volontario per il regno. In questa condizione di vita “essi si preoccupano delle<br />

cose del Signore, come possono piacere al Signore […] per essere santi nel corpo<br />

e nello spirito” (1 Cor 7, 32 ss.).<br />

Il celibato per il regno non è un’imposizione che la Chiesa fa a chi elegge al<br />

diaconato, ma è una qualità che Essa riscontra esserci nell’eletto come dono di<br />

Dio, ed esige come condizione per essere ammesso al ministero ordinato diretto<br />

verso il presbiterato.<br />

Il celibato è uno stato di vita che indica la totale ed esclusiva appartenenza<br />

a Dio e al prossimo così come è nello stile di vita di Gesù Cristo nostro Signore.<br />

Esso esprime più chiaramente la “consacrazione” del diacono e del presbitero al<br />

Padre per la salvezza degli uomini in Gesù Cristo “sacerdote e vittima”. Il diacono<br />

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