QUADRIMESTRALE DELL'ARCIDIOCESI - inComunione

OMELIE
Gesù, nella sinagoga di Nazareth, fa sua la profezia di Isaia: “Lo Spirito del
Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato e mandato ad annunciare il
lieto messaggio” (Lc 4,18).
Queste parole si adempiono in ogni ordinazione sacerdotale. In essa, infatti,
il Vescovo ordinante chiede al Padre di rinnovare nell’ordinando l’effusione del
suo Spirito di santità. E questo avviene proprio nel momento dell’imposizione
delle mani e nella preghiera di consacrazione.
Diceva Giovanni Paolo II: “La vocazione sacerdotale è essenzialmente una
chiamata alla santità, nella forma che scaturisce dal sacramento dell’Ordine. La
santità è intimità con Dio, è imitazione di Cristo, povero, casto ed umile; è amore
senza riserve alle anime e donazione al loro bene; è amore alla Chiesa che è santa
e ci vuole santi, perché tale è la missione che Cristo le ha affidato” (Insegnamenti,
Città del Vaticano, 1979, 89).
4. Carissimo don Filippo, 20 anni or sono nascevi sacerdote in questa nostra
Chiesa diocesana per il ministero del mio venerato predecessore, S.E. Mons.
Giuseppe CARATA. Giustamente hai desiderato che fosse il Vescovo di oggi a
unirsi al tuo rendimento di grazie alla SS. Trinità, perché “siamo uniti - così mi hai
scritto - da un mistero che tutti ci avvolge e ci accomuna nella fede: il mistero di
Dio comunione da celebrare, da vivere, da testimoniare” (d. Filippo, lettera invito)
aggiungo, nella continuità della successione apostolica
In questa Concelebrazione eucaristica noi rendiamo presente lo stesso mistero
che 20 anni or sono avvolgeva la tua persona, trasformandola in ministro
sacro, in sacerdote di Cristo.
Oggi lo stesso mistero ti avvolge in una maturità umana e sacerdotale che si
manifesta attraverso il tuo ministero di pastore di questa comunità parrocchiale
e attraverso gli altri servizi che incombono sulla tua responsabilità di Vicario
giudiziale della diocesi, di giudice del tribunale ecclesiastico regionale. Sei stato
sempre ubbidiente e mai ti sei sottratto ad impegni che ti sono stati affidati dal
Vescovo. La tua vita è esemplare.
Insieme con te e con i Confratelli concelebranti pongo sulla patena e nel
calice tutto il tuo vissuto e chiedo allo Spirito Santo che ti identifichi pienamente
a Cristo sacerdote e vittima; e ti renda sempre più “buon pastore” delle anime
a te affidate, collaboratore solerte e generoso della Chiesa nel promuovere la
giustizia e la pace.
Noi ci uniamo al tuo rendimento di grazie nella Concelebrazione eucaristica
unendoci alle tue intenzioni di preghiera.
È nel contesto della Messa, infatti, che si realizza pienamente il legame tra
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