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il covo freddo mafie e antimafia in umbria - Libera Informazione

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FONDAZIONE LIBERA INFORMAZIONE<br />

OSSERVATORIO NAZIONALE<br />

SULL’INFORMAZIONE PER LA LEGALITA’ E CONTRO LE MAFIE<br />

IL COVO FREDDO<br />

MAFIE E ANTIMAFIA IN UMBRIA


La presente pubblicazione è stata curata dalla redazione di <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong><br />

Si r<strong>in</strong>graziano:<br />

Il presidente di <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong> Santo Della Volpe e <strong>il</strong> coord<strong>in</strong>atore nazionale<br />

Lorenzo Frigerio, Walter Card<strong>in</strong>ali, <strong>Libera</strong> Umbria, l’Assessorato alle Politiche Sociali<br />

della Regione Umbria, l’assessore Carla Casciari, i consiglieri regionali Damiano<br />

Stufara e Paolo Brutti, la Commissione <strong>antimafia</strong> del Consiglio Regionale dell’Umbria<br />

Progetto grafico e realizzazione:<br />

Giacomo Governatori<br />

La presente pubblicazione contiene materiali frutto del lavoro di ricerca e articoli pubblicati<br />

sul portale on l<strong>in</strong>e della Fondazione – Osservatorio, <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong> (www.libera<strong>in</strong>formazione.<br />

org) ed è parte del progetto “Diritti negati dalle <strong>mafie</strong>” realizzato <strong>in</strong> collaborazione con l’Assessorato alle<br />

Politiche Sociali della Regione Umbria.<br />

Roma, novembre 2011


Al nostro direttore Roberto Morrione


6 Premessa<br />

Per una libera <strong>in</strong>formazione<br />

di Roberto Morrione*<br />

L’impegno sull’<strong>in</strong>formazione che <strong>Libera</strong> assunse agli Stati Generali <strong>antimafia</strong><br />

alla f<strong>in</strong>e del 2006 fu frutto di un sem<strong>in</strong>ario ricco di passione. Ieri come oggi<br />

tanti giornalisti e <strong>in</strong>sieme tanti giovani, <strong>in</strong>viati conosciuti e voci che venivano<br />

dai territori occupati dalle <strong>mafie</strong>, animatori di un sito sul Web o di un blog,<br />

o di un giornale magari espulso dalle edicole e diffuso a mano. Voci da una<br />

prima l<strong>in</strong>ea fatta di rischio e solitud<strong>in</strong>e, di una faticosa lotta contro poteri e<br />

<strong>in</strong>differenza, fuori dai riflettori, nei quartieri degradati delle città o <strong>in</strong> paesi<br />

dove imperano comitati d’affari, omertà, complicità politiche, connivenze<br />

amm<strong>in</strong>istrative e imprenditoriali. Voci fuori dal coro che chiedono di non essere<br />

lasciate sole, di essere conosciute al di là del loro territorio, aiutate, collegate a<br />

un movimento. In quel sem<strong>in</strong>ario ebbi conferma di una <strong>in</strong>tuizione che <strong>Libera</strong><br />

avrebbe fatto sua a ogni livello: l’enorme bisogno di un’<strong>in</strong>formazione che vada<br />

al di là delle poche Testate presenti a livello nazionale, attente solo alle leggi del<br />

mercato consumistico, già <strong>in</strong>vase o assediate dalla d<strong>il</strong>agante deriva culturale.<br />

Senza l’<strong>in</strong>formazione, come dimostra l’azione demolitrice portata avanti<br />

scientificamente dal “berlusconismo”, tutte le battaglie civ<strong>il</strong>i sarebbero vane,<br />

nella società <strong>in</strong> cui l’apparire ha sostituito l’essere e solo la conoscenza della<br />

realtà è condizione per i cittad<strong>in</strong>i di avere una qualche possib<strong>il</strong>ità di cambiarla.<br />

Come dice Luigi Ciotti, l’<strong>in</strong>formazione o è libera o non è…<br />

Così siamo partiti. Con la Fondazione e un osservatorio basato su una piccola<br />

redazione, molto entusiasmo, un po’ di antica esperienza e, naturalmente,<br />

poche risorse, <strong>in</strong>tegrate però dallo stretto impegno di <strong>Libera</strong>. L’impegno<br />

assunto agli Stati Generali era una sfida diffic<strong>il</strong>e, ma lo abbiamo mantenuto e<br />

<strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong> è ormai una realtà.<br />

La galleria di esperienze affrontate nella costruzione della rete è ricchissima,<br />

come la sequenza di volti e di storie <strong>in</strong>contrate lungo la strada. Dai sem<strong>in</strong>ari <strong>in</strong><br />

tutte le regioni del Sud dom<strong>in</strong>ate dalle <strong>mafie</strong>, all’impegno nelle scuole, al fianco<br />

di <strong>Libera</strong> Formazione, al lavoro per costituire le basi di una vera comunicazione<br />

con lo scambio di materiali audio e video, co<strong>in</strong>volgendo le teche della Rai e


Premessa<br />

l’archivio del Premio Alpi, ai rapporti – decisivi oggi di fronte alla evidente<br />

assenza di <strong>in</strong>iziative governative – con le amm<strong>in</strong>istrazioni regionali.<br />

Ci sono stati anche risultati che hanno <strong>in</strong>ciso su situazioni <strong>in</strong>cancrenite , come<br />

l’impegno coronato da successo per fare arrivare nelle edicole di Catania e<br />

delle città vic<strong>in</strong>e l’edizione sic<strong>il</strong>iana de “La Repubblica”, <strong>in</strong>terdetta per anni<br />

da un <strong>in</strong>accettab<strong>il</strong>e accordo con l’editore monopolista de “La Sic<strong>il</strong>ia”, Mario<br />

Ciancio. E <strong>il</strong> sito www.libera<strong>in</strong>formazione.org, con la sua Newsletter “Verità e<br />

Giustizia”, è divenuto un punto di riferimento, aperto alle analisi, alle denunce,<br />

alle <strong>in</strong>iziative che partono dai territori, agli articoli di associazioni e di tanti<br />

giovani volontari come di cronisti spesso isolati all’<strong>in</strong>terno stesso dei loro<br />

giornali, <strong>in</strong> stretto collegamento con i percorsi di Articolo 21 e le <strong>in</strong>iziative<br />

della FNSI. Come per “Ossigeno”, l’Osservatorio che denuncia la condizione<br />

dei cronisti e dei volontari esposti alle rappresaglie e alle <strong>in</strong>timidazioni mafiose,<br />

per spezzarne l’isolamento.<br />

Negli ultimi tempi <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong> è salita anche nel Centro-Nord, senza<br />

tralasciare gli impegni nel Meridione. Come la simbolica palma, che Leonardo<br />

Sciascia metaforicamente descriveva protesa verso Nord, anche le <strong>mafie</strong> hanno<br />

<strong>in</strong>vaso <strong>in</strong> veste apparentemente legale tutte le regioni della penisola. E’ dunque<br />

urgente dare loro battaglia svegliando l’op<strong>in</strong>ione pubblica, <strong>in</strong>formandola<br />

sui reali pericoli di un’economia e di una vita sociale già <strong>in</strong> parte pervase da<br />

<strong>in</strong>teressi e presenze crim<strong>in</strong>ali, con l’aiuto dei governi regionali più consapevoli e<br />

di strutture <strong>in</strong>formative f<strong>in</strong>ora troppo disattente. Tutto questo va fatto <strong>in</strong> corsa,<br />

mentre <strong>in</strong>furia l’offensiva contro l’<strong>in</strong>formazione libera, quando <strong>in</strong>combono<br />

progetti di legge repressivi come quelli del governo sulle <strong>in</strong>tercettazioni e la<br />

riforma della procedura penale, nel tentativo di imbavagliare la stampa come<br />

premessa di un più generale assalto ai pr<strong>in</strong>cipi fondanti della Costituzione.<br />

Una ragione di fondo, <strong>in</strong> nome della democrazia, per consolidare la rete di<br />

<strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong> e riaffermare le motivazioni di coloro che vi partecipano.<br />

* L’articolo a firma di Roberto Morrione è contenuto <strong>in</strong> “M<strong>il</strong>le giorni, m<strong>il</strong>le voci”, Fondazione<br />

<strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong>, Roma, ottobre 2009<br />

7


L’isola felice


10 L’isola felice<br />

Introduzione<br />

«… In alcuni paes<strong>in</strong>i tenevano ancora le chiavi ai portoni, capisce? Ci<br />

conoscevamo tutti, era una terra che accoglieva con serenità e fiducia.<br />

Negli ultimi dieci anni molto è cambiato. Noi resistiamo ma questa non è<br />

più l’isola felice. Le nostre attività commerciali non sono più sicure, c’è più<br />

paura. E’ nato <strong>il</strong> sospetto che talvolta è confermato da arresti e denunce».<br />

Così ha <strong>in</strong>izio <strong>il</strong> viaggio di <strong>Libera</strong> <strong>in</strong>formazione verso l’Umbria: <strong>il</strong><br />

colloquio con un commerciante del centro storico perug<strong>in</strong>o e la sensazione<br />

che, anche nel cuore verde dell’Italia, qualcosa stesse cambiando verso una<br />

direzione <strong>in</strong>attesa. Poi consultazione di archivi, ricerche, rassegna stampa e<br />

numerose cronache locali. Era la primavera del 2008 quando una serie di<br />

segnali preoccupanti, <strong>in</strong>chieste giudiziarie e dati statistici, resero opportuna<br />

una analisi sulle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose nella regione per adottare migliori e<br />

più efficaci strategie di contrasto e prevenzione sul versante economico,<br />

culturale e politico rispetto ad un fenomeno che non ha più conf<strong>in</strong>i: le<br />

organizzazioni crim<strong>in</strong>ali.<br />

Così l’Osservatorio <strong>Libera</strong> <strong>in</strong>formazione, sollecitato dal tessuto di<br />

associazioni aderenti a <strong>Libera</strong> <strong>in</strong> Umbria, ha cercato di mettere <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e,<br />

contestualizzare, monitorare, <strong>in</strong>terrogare <strong>il</strong> territorio con l’obiettivo<br />

di capire meglio cos’è accaduto nella regione un tempo lontana da<br />

fenomeni di crim<strong>in</strong>alità organizzata di stampo mafioso. Nel nostro viaggio<br />

(pubblicato sul portale liber<strong>in</strong>formazione.org e <strong>in</strong>titolato “Numero zero”)<br />

fra le cronache giornalistiche e le carte giudiziarie, abbiamo <strong>in</strong>crociato<br />

frammenti di Umbria <strong>in</strong> mano alle <strong>mafie</strong> che osservano, <strong>in</strong>vestono<br />

e occupano <strong>il</strong> mercato economico – f<strong>in</strong>anziario. Nel corso di questi<br />

due anni abbiamo avuto modo di registrare che se è vero che le <strong>mafie</strong><br />

avanzano, anche l’<strong>antimafia</strong> non è da meno. Il livello di allerta della società<br />

civ<strong>il</strong>e, delle istituzioni e delle associazioni è alto. Il tessuto sociale non<br />

nasconde, a vari livelli, la preoccupazione per una <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione da parte<br />

delle organizzazioni crim<strong>in</strong>ali, spesso di stampo mafioso, caratterizzata<br />

dall’<strong>in</strong>visib<strong>il</strong>ità e dalla trasversalità dei settori co<strong>in</strong>volti. Una denuncia che<br />

non è soltanto a parole ma si concretizza nei fatti. Il primo di tanti. Nel<br />

2009 le associazioni <strong>Libera</strong> Umbria, Legambiente e Cittad<strong>in</strong>anza Attiva


L’isola felice<br />

hanno <strong>in</strong>oltrato al Consiglio regionale dell’Umbria una richiesta senza<br />

precedenti: istituire una Commissione d’<strong>in</strong>chiesta sulle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose<br />

e <strong>in</strong> particolare, controllare <strong>il</strong> sistema degli appalti pubblici. La richiesta<br />

è stata accolta <strong>il</strong> 20 gennaio dello stesso anno quando è nata la prima<br />

Commissione, presieduta dal consigliere Paolo Baiard<strong>in</strong>i, rimasta <strong>in</strong> carica<br />

un anno. Dopo l’elezione della nuova presidente della Regione, Catiuscia<br />

Mar<strong>in</strong>i, <strong>il</strong> Consiglio regionale ha r<strong>in</strong>novato <strong>il</strong> suo impegno e ha istituito una<br />

seconda Commissione <strong>antimafia</strong>, presieduta dal Consigliere Paolo Brutti,<br />

che sarà <strong>in</strong> carica tre anni. La società civ<strong>il</strong>e e buona parte della politica<br />

hanno <strong>in</strong>tuito che le <strong>mafie</strong>, anche qui <strong>in</strong> un luogo non tradizionalmente<br />

fert<strong>il</strong>e stanno gradualmente occupando e <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ando l’economia legale e<br />

ha chiesto subito che venissero messi <strong>in</strong> atto <strong>in</strong>terventi mirati ed efficaci<br />

per contrastarle.<br />

Terra di soggiorni obbligati, di carceri che hanno ospitato alcuni fra i più<br />

pericolosi boss di Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra, l’Umbria si scopre<br />

al centro anche di altri affari mafiosi quali <strong>il</strong> riciclaggio e le <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni<br />

nel settore degli appalti, attraverso subappalti e forniture. S<strong>in</strong> dagli anni<br />

’90 - come conferma <strong>il</strong> procuratore di Terni, Fausto Cardella - «si parlava<br />

già della regione Umbria come uno dei possib<strong>il</strong>i covi freddi della crim<strong>in</strong>alità<br />

organizzata». Erano gli anni della fase stragista di Cosa nostra e gli <strong>in</strong>quirenti<br />

avevano sufficienti elementi - già all’epoca - per ritenere che le <strong>mafie</strong> stessero<br />

virando verso l’Umbria <strong>in</strong> cerca di una zona franca per ripulire <strong>il</strong> denaro<br />

sporco dell’organizzazione <strong>in</strong>vestendo <strong>in</strong> attività commerciali, ricettive,<br />

turistiche. Affari a zero rischi e guadagni redditizi, scoperti sul territorio solo<br />

decenni dopo. Mafie e Umbria: un b<strong>in</strong>omio, dunque, che s<strong>il</strong>enziosamente<br />

si è fatto strada nel circuito legale dell’economia ma che produce già un<br />

volume di affari non <strong>in</strong>differente attraverso i più longevi bus<strong>in</strong>ess: <strong>il</strong> traffico<br />

di droga e quello della prostituzione. Cartelli più o meno stab<strong>il</strong>i gestiscono<br />

nel capoluogo umbro questo doppio affare che rispetto al 2008 (data di<br />

pubblicazione del nostro primo dossier) sembra sempre più governato da<br />

soggetti appartenenti alla vasta rete della crim<strong>in</strong>alità straniera organizzata,<br />

<strong>in</strong> particolare albanese, magreb<strong>in</strong>a e nigeriana. Un panorama crim<strong>in</strong>ale<br />

che non può considerarsi lontano da contatti con soggetti appartenenti<br />

alle storiche consorterie mafiose, presenti sul territorio umbro. Ma se della<br />

11


12 L’isola felice<br />

vasta rete di crim<strong>in</strong>e <strong>in</strong>ternazionale <strong>in</strong> azione sul territorio si conosce molto,<br />

un tentativo di analisi più approfondito si arena proprio sulla presenza<br />

delle organizzazioni crim<strong>in</strong>ali “nostrane”, a causa della loro capacità di<br />

“sommersione” dimostrata <strong>in</strong> Umbria come nel resto del centro – nord.<br />

I casi della Lombardia, della Liguria e dell’Em<strong>il</strong>ia Romagna, solo per<br />

citarne alcune (sim<strong>il</strong>i per caratteristiche e posizione geografica) hanno ben<br />

evidenziato quali siano i “varchi” di <strong>in</strong>gresso di queste <strong>mafie</strong> nel settentrione<br />

d’Italia. Quali cont<strong>in</strong>u<strong>in</strong>o ad essere i bus<strong>in</strong>ess ambiti e “convenienti” al<br />

Nord e quanto la politica e gli operatori economici rimangano i pr<strong>in</strong>cipali<br />

avamposti di legalità da rafforzare <strong>in</strong> questa battaglia che vede tutti<br />

protagonisti e corresponsab<strong>il</strong>i. Ciò nonostante da una osservazione attenta,<br />

attraverso documenti nazionali redatti sull’Umbria, è possib<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire una<br />

prima fotografia, soggetta a cambiamenti, del comportamento delle <strong>mafie</strong><br />

“nostrane” anche <strong>in</strong> Umbria. Qui le operazioni delle forze dell’ord<strong>in</strong>e<br />

negli ultimi dieci anni raccontato di una camorra che tende a sfruttare<br />

<strong>il</strong> bus<strong>in</strong>ess del traffico di coca<strong>in</strong>a (<strong>in</strong> “società” con le <strong>mafie</strong> albanesi, <strong>in</strong><br />

particolare) della contraffazione e dei reati di piccolo calibro per arricchire<br />

le casse dell’organizzazione nei luoghi di provenienza. E una ‘ndrangheta<br />

che mira allo stanziamento, al radicamento sul territorio, all’<strong>in</strong>gresso nel<br />

tessuto socioeconomico umbro, con un occhio particolarmente attento<br />

agli affari nel settore della ristorazione, quello commerciale e immob<strong>il</strong>iare.<br />

Per farlo mette <strong>in</strong> piedi lo stesso “pacchetto crim<strong>in</strong>ale” offerto nel resto<br />

del mondo, come ampiamente documentato anche nella relazione della<br />

Commissione <strong>antimafia</strong>, presieduta dall’on. Francesco Forgione.<br />

Il maxi sequestro di beni dell’agosto del 2009 nel ternano, <strong>in</strong>vece, consegna<br />

un altro tassello importante: Cosa nostra, dai quartieri della Palermo dei<br />

Lo Piccolo e di Provenzano ben prima degli altri clan aveva già messo le<br />

mani su alcune aziende del settore della grande distribuzione nella regione.<br />

Mafia, camorra e ‘ndrangheta, dunque, non sono poi così lontane da questa<br />

terra, sebbene <strong>il</strong> traffico di attività <strong>il</strong>lecite si registri pr<strong>in</strong>cipalmente a carico<br />

di soggetti di altre nazionalità. Poi nella regione, anche altri numeri, solo <strong>in</strong><br />

apparenza diversi dal violenza del racket e degli omicidi che soffocano le<br />

regioni del centro - sud e f<strong>in</strong>iscono per rappresentare la punta dell’iceberg<br />

di qualcosa che si muove su molteplici canali <strong>il</strong>legali: i reati di ecomafia,


L’isola felice<br />

l’usura, <strong>il</strong> riciclaggio di denaro. Tutte facce delle <strong>mafie</strong> che hanno sp<strong>in</strong>to<br />

gli <strong>in</strong>quirenti a parlare di graduale “mafizzazione dell’Umbria”. In un<br />

<strong>in</strong>contro pubblico che si è tenuto a Foligno <strong>il</strong> 14 marzo 2011, <strong>il</strong> procuratore<br />

nazionale <strong>antimafia</strong>, Piero Grasso, ha evidenziato che «la mafia sceglie<br />

zone dove può <strong>in</strong>vestire e che possano produrre redditività, senza avere<br />

tanti controlli. Ora – ha proseguito – le <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni avvengono a livello<br />

economico, senza la volontà di avere <strong>il</strong> controllo di un territorio come<br />

nel Sud, e diventa molto più diffic<strong>il</strong>e trovare le prove per <strong>in</strong>castrare la<br />

crim<strong>in</strong>alità». Riportando alta l’attenzione anche sull’Umbria.<br />

Questo viaggio che, due anni dopo, ritorna a fare <strong>il</strong> punto sulla faccia<br />

nascosta dell’altra Umbria è una analisi resa possib<strong>il</strong>e, anche dalla risposta<br />

istituzionale e sociale che questa regione ha saputo mettere <strong>in</strong> moto.<br />

Oltre alla scelta di dotarsi di una Commissione regionale d’<strong>in</strong>chiesta sul<br />

fenomeno mafioso, la Regione Umbria ha sostenuto percorsi di formazione<br />

e <strong>in</strong>formazione con i giovani e i cittad<strong>in</strong>i. Incontri pubblici ut<strong>il</strong>i a fare <strong>il</strong><br />

punto della situazione e a far conoscere sempre più <strong>il</strong> fenomeno per dotarsi<br />

degli strumenti ut<strong>il</strong>i al contrasto e alla prevenzione. Inoltre, prima fra tutte<br />

le regioni italiane ha istituito una legge che sancisce <strong>il</strong> 21 marzo, “Giornata<br />

della Memoria e dell’Impegno” <strong>in</strong> memoria di tutte le vittime delle <strong>mafie</strong>.<br />

Dimostrando di saper stare un passo avanti al Parlamento che ancora<br />

“riflette” sull’opportunità di questa data <strong>in</strong> luogo di altre (nonostante sia<br />

stata scelta spontaneamente da 16 anni da più di 900 fam<strong>il</strong>iari delle vittime<br />

della <strong>mafie</strong>) facendo arenare, di fatto, la proposta di legge depositata alla<br />

Camera, più due anni dai deputati, Beppe Giulietti e Fabio Granata (primi<br />

firmatari della proposta).<br />

13


14 L’isola felice<br />

Un «<strong>covo</strong> <strong>freddo</strong>», <strong>in</strong> azione<br />

«L’Umbria mantiene la sua vocazione maturata ai tempi del terrorismo di “base fredda”.<br />

Cosi come fu ai tempi del terrorismo cont<strong>in</strong>ua oggi ad essere base fredda nei confronti<br />

della crim<strong>in</strong>alità organizzata essenzialmente quella di tipo mafioso. Proprio questa sua<br />

peculiare connotazione di regione tranqu<strong>il</strong>la […] costituisce l’humus, l’ambiente nel<br />

quale più specificatamente e meglio possono realizzarsi determ<strong>in</strong>ate attività economiche<br />

f<strong>in</strong>anziarie <strong>il</strong>lecite o per lo meno con forti connotati <strong>il</strong>leciti. Mi riferisco appunto agli<br />

<strong>in</strong>vestimenti al riciclaggio dei quali noi abbiamo dei segni <strong>in</strong>quietanti che devono esser<br />

oggetto della nostra attenzione». Così parlava nel 1994, l’attuale procuratore<br />

di Terni, Fausto Cardella (all’epoca presso la Dda di Perugia) ad un<br />

convegno organizzato dai s<strong>in</strong>dacati <strong>in</strong> Umbria per fare <strong>il</strong> punto sul rischio<br />

di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose nella regione*. A distanza di più un decennio<br />

quell’immag<strong>in</strong>e cont<strong>in</strong>ua a rappresentare <strong>in</strong> maniera d<strong>in</strong>amica <strong>il</strong> rapporto<br />

fra <strong>il</strong> territorio e le <strong>mafie</strong>, anche alla luce dei tanti cambiamenti strutturali<br />

attraversati dalle organizzazioni mafiose e dalla regione presa <strong>in</strong> esame.<br />

L’Umbria è cresciuta economicamente <strong>in</strong> questi anni e anche le <strong>mafie</strong>. Il<br />

loro “confronto” oggi si gioca su altri livelli anche a causa di un panorama<br />

economico - f<strong>in</strong>anziario <strong>in</strong>ternazionale mutato. La mafia del nuovo<br />

m<strong>il</strong>lennio agisce sempre più come una S.p.a. <strong>in</strong> alcuni territori e come<br />

un Service <strong>in</strong> altri. Se al Sud assume anche le facce di un ammortizzatore<br />

sociale, qui <strong>in</strong> Umbria sodalizi crim<strong>in</strong>ali si saldano grazie all’arrivo, come<br />

sottol<strong>in</strong>eavamo <strong>in</strong> apertura, di soggetti provenienti da quelle che gli<br />

<strong>in</strong>quirenti chiamo zone “sensib<strong>il</strong>i” <strong>in</strong> un terreno che nel tempo ha mostrato<br />

dei “cedimenti strutturali”: la corruzione, la crisi economica delle piccole<br />

e medie imprese, ad esempio, hanno creato <strong>il</strong> varco <strong>in</strong> cui i capitali delle<br />

<strong>mafie</strong> hanno tentato di <strong>in</strong>serirsi. Non sempre ci sono riusciti.<br />

«Se si vuole combattere la mafia, non solo nelle zone con l’epicentro,<br />

ma anche quelle di possib<strong>il</strong>e contagio – dichiara nell’<strong>in</strong>tervista r<strong>il</strong>asciata<br />

a <strong>Libera</strong> <strong>in</strong>formazione, <strong>il</strong> procuratore Fausto Cardella - bisogna prima<br />

di tutto combattere <strong>il</strong> fenomeno della corruzione e del malcostume,<br />

terreno molle sul quale avanza fac<strong>il</strong>mente la mafia». Per l’Umbria è, a vari<br />

livelli, certamente la ‘ndrangheta a far registrare la m<strong>in</strong>accia pr<strong>in</strong>cipale


L’isola felice<br />

per l’economia del capoluogo perug<strong>in</strong>o; la camorra per <strong>il</strong> ternano. Da<br />

queste aree arrivano pregiudicati e colletti bianchi, seguendo codici e rete<br />

tentacolare delle ‘ndr<strong>in</strong>e e dei clan camorristici. Si radicano nel territorio,<br />

si mimetizzano e poi a distanza di tempo tornano ut<strong>il</strong>i all’organizzazione<br />

crim<strong>in</strong>ale di appartenenza. Questo ancora oggi rappresenta l’attività<br />

costante del «<strong>covo</strong> <strong>freddo</strong>». Un luogo capace di accogliere anche<br />

bus<strong>in</strong>ess importati e che hanno <strong>in</strong>nestato qui i due mercati più longevi:<br />

narcotraffico e prostituzione. Soprattutto la mafia albanese e quella<br />

nigeriana, conferma <strong>il</strong> procuratore di Perugia, Giacomo Fumu. La frase<br />

più ricorrente per raccontare delle <strong>mafie</strong> <strong>in</strong> Umbria, dunque, cont<strong>in</strong>ua<br />

ad essere “regione a rischio di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione mafiosa” ma secondo l’ultima<br />

relazione dell’<strong>antimafia</strong>, Dia e Dna, <strong>il</strong> territorio avrebbe già registrato<br />

<strong>in</strong>gressi di capitali mafiosi e alcuni reati di stampo crim<strong>in</strong>ale (e talvolta<br />

mafioso) che lasciano chiaramente <strong>in</strong>tendere l’esistenza di un più vasto<br />

giro <strong>in</strong>ternazionale che attraversa l’Umbria e la collega, come nemmeno<br />

le <strong>in</strong>frastrutture regionali sanno fare, con <strong>il</strong> resto del mondo. R<strong>il</strong>eggendo la<br />

storia crim<strong>in</strong>ale delle organizzazioni che qui hanno di volta <strong>in</strong> volta <strong>in</strong>viato<br />

“soldi” e “uom<strong>in</strong>i” possiamo affermare che quella di comportarsi da<br />

«<strong>covo</strong> <strong>freddo</strong>» <strong>in</strong> azione, cont<strong>in</strong>ui ad essere la strategia scelta dalle diverse<br />

organizzazioni crim<strong>in</strong>ali, quelle italiane <strong>in</strong> particolare, per muoversi <strong>in</strong><br />

Umbria. Ut<strong>il</strong>izzando la regione come base di smistamento, transito e<br />

<strong>in</strong>vestimento, dei capitali e talvolta anche delle attività <strong>il</strong>lecite. Con una<br />

raccomandazione che arriva dagli ambienti giudiziari, <strong>in</strong> particolare dal<br />

procuratore Fausto Cardella, profondo conoscitore del fenomeno sul quale<br />

ha <strong>in</strong>vestigato a lungo: «Parlare di organizzazioni crim<strong>in</strong>ali, camorra e<br />

‘ndrangheta <strong>in</strong> Umbria richiede mantenere una rotta fra Sc<strong>il</strong>la e Cariddi,<br />

non bisogna enfatizzare per non allarmare una popolazione estranea al<br />

fenomeno e <strong>in</strong> una certa misura anche r<strong>il</strong>uttante ad ammettere che i tempi<br />

sono cambiati dappertutto, forse anche <strong>in</strong> Umbria. Non bisogna sm<strong>in</strong>uire<br />

i fenomeni che ci sono perché questo porterebbe ad un abbassamento dei<br />

livelli, che <strong>in</strong>vece devono essere massimi, proprio <strong>in</strong> territori come l’Umbria,<br />

che essendo sostanzialmente sane, sono per questo, paradossalmente più<br />

esposte all’arrivo di fenomeni crim<strong>in</strong>ali».<br />

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16 L’isola felice<br />

E <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e una osservazione: «Non tutte le organizzazioni crim<strong>in</strong>ali, <strong>in</strong><br />

particolare quelle dedite al narcotraffico, si possono etichettare come mafia.<br />

Dire che tutto è mafia può portare al fattore “niente è mafia”. Stiamo ben<br />

attenti a parlare del fenomeno mafioso quando ce ne sono i presupposti,<br />

non tutte le prevaricazioni o altri sim<strong>il</strong>i attività sono di tipo mafioso».<br />

Umbria, l’allarme dei Servizi segreti<br />

Era <strong>il</strong> primo marzo 2010 quando la Direzione nazionale <strong>antimafia</strong><br />

consegnava al m<strong>in</strong>istero dell’Interno e - per conoscenza - alla Commissione<br />

parlamentare <strong>antimafia</strong>, la relazione dei Servizi segreti. Una doccia fredda<br />

per l’Umbria. Dall’analisi della procura nazionale emerge, <strong>in</strong>fatti, che la<br />

regione è la quarta a rischio mafia fra quelle del nord Italia. I magistrati<br />

della superprocura spiegano che Cosa nostra, l’organizzazione crim<strong>in</strong>ale<br />

nei confronti della quale lo Stato è riuscito, pagando un caro prezzo <strong>in</strong><br />

term<strong>in</strong>i di vite umane perse, a <strong>in</strong>fliggere i colpi più pesanti, si starebbe<br />

riorganizzando e sarebbe “<strong>in</strong> risalita”. Lo aveva detto ai tempi del maxi<br />

processo, <strong>il</strong> magistrato Paolo Borsell<strong>in</strong>o: “non sono consentiti allentamenti<br />

di impegno e di tensione, non perniciose <strong>il</strong>lusioni di cessata pericolosità”.<br />

Lo ripetono oggi i fatti e questo testo ufficiale parla di una mafia che<br />

“sopravvive” agli arresti e che cont<strong>in</strong>ua ad operare. Lo fa posizionando<br />

al centro i capisaldi del suo “statuto” <strong>in</strong>terno, cui nonostante i tanti<br />

cambiamenti, devono attenersi anche i cosiddetti “nuovi padr<strong>in</strong>i”.<br />

Cosi, l’<strong>in</strong>telligence <strong>antimafia</strong> <strong>in</strong>vita a non abbassare la guardia perché proprio<br />

dalle regioni del centro – nord ripartirà la risalita dell’organizzazione,<br />

che <strong>in</strong> questi anni aveva scelto la “sommersione”, come strategia per<br />

attraversare <strong>il</strong> fiume <strong>in</strong> piena delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i <strong>antimafia</strong> e degli arresti da<br />

parte dello Stato, dopo gli attentati di Capaci e via D’Amelio. Sono la<br />

Lombardia, <strong>il</strong> Piemonte, la Liguria, <strong>il</strong> Lazio e l’Umbria, le c<strong>in</strong>que regioni<br />

a rischio secondo l’<strong>antimafia</strong>. Nello specifico <strong>in</strong>oltre, <strong>in</strong> relazione a quella<br />

che è <strong>in</strong> questo ultimo decennio, di certo, la mafia più <strong>in</strong>sidiosa, potente<br />

e radicata, la ‘ndrangheta, i magistrati accomunano l’Umbria e l’Em<strong>il</strong>ia


L’isola felice<br />

Romagna, sottol<strong>in</strong>eando che vengono segnalati soggetti collegati a cosche della<br />

‘ndrangheta, che risiedono nelle regioni anzidette al f<strong>in</strong>e di riciclare capitali delittuosi.<br />

Le <strong>in</strong>vestigazioni hanno messo <strong>in</strong> luce fitte relazioni sv<strong>il</strong>uppatesi tra i vertici crim<strong>in</strong>ali<br />

di alcuni gruppi mafiosi calabresi con soggetti, di analoga orig<strong>in</strong>e, presenti sul territorio.<br />

Un dato confermato anche nell’ultima relazione della Direzione nazionale<br />

<strong>antimafia</strong> che sottol<strong>in</strong>ea nuovamente <strong>in</strong> merito alle due regioni: «l’Umbria<br />

e l’Em<strong>il</strong>ia Romagna, non sfuggono alla regola. Anche esse sono oggetto<br />

di appetiti mafiosi, tra i quali quelli della ‘ndrangheta risultano di tutto<br />

r<strong>il</strong>ievo» ribadendo <strong>in</strong> pieno l’allarme già lanciato nella primavera scorsa.<br />

Anche <strong>il</strong> procuratore di Perugia, Giacomo Fumu, nell’<strong>in</strong>tervista r<strong>il</strong>asciata<br />

a <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong>, precisa: «In Umbria è <strong>in</strong> atto un fenomeno di<br />

<strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione mafiosa, soprattutto sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o del riciclaggio <strong>in</strong> Umbria o<br />

degli <strong>in</strong>vestimenti del narcotraffico o dei re<strong>in</strong>vestimenti di questi proventi e<br />

questo è un fenomeno che deve essere monitorato e contrastato dagli organi<br />

della prevenzione. E’ compito di tutti. Dei cittad<strong>in</strong>i, delle associazioni, degli<br />

ord<strong>in</strong>i professionali, s<strong>in</strong>dacati, imprenditoriali»<br />

Gli affari delle <strong>mafie</strong> arrivano <strong>in</strong> Umbria<br />

Se ne cont<strong>in</strong>ua a parlare a distanza di anni, di tanto <strong>in</strong> tanto le polemiche<br />

tengono alta l’attenzione per qualche giorno. Poi torna <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio, nella<br />

normale d<strong>in</strong>amica del sistema della politica e dell’<strong>in</strong>formazione. Si tratta<br />

della ricostruzione post sisma, quella avviata dopo la scossa di magnitudo<br />

5.8 (VIII grado scala Mercalli) che con epicentro a Colfiorito, Foligno, fece<br />

tremare le prov<strong>in</strong>ce di Perugia, Terni e Macerata e si avvertì <strong>in</strong> quasi<br />

tutto <strong>il</strong> centro Italia, nel settembre del ‘97. Per anni numerose famiglie del<br />

conf<strong>in</strong>e fra le Marche e l’Umbria sono state costrette a vivere <strong>in</strong> piccoli<br />

paesi fantasma, sotto la neve, stretti fra casette di legno e conta<strong>in</strong>er (la<br />

maggior parte provenienti da un altro sisma, quello dell’Irp<strong>in</strong>ia del<br />

novembre 1980). La ricostruzione venne affrontata <strong>in</strong> fasi di <strong>in</strong>tervento e<br />

«ha rappresentato – afferma <strong>Libera</strong> Umbria - una ghiotta occasione per le<br />

17


18 L’isola felice<br />

<strong>mafie</strong> che l’hanno colta al volo e sfruttata nel migliore dei modi possib<strong>il</strong>e»;<br />

la ricostruzione di quegli <strong>in</strong>gressi è affidata a cronache giornalistiche e<br />

alcune <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i giudiziarie. Ma cosa accadde <strong>in</strong> quegli anni di emergenza,<br />

nell’assegnazione di subappalti e forniture, è rimasto anche per gli addetti<br />

ai lavori, già qualche anno dopo un groviglio di nomi e prestanome, diffic<strong>il</strong>e<br />

da identificare.<br />

Solo qualche anno fa l’onorevole Giuseppe Lumia, componente<br />

commissione <strong>antimafia</strong> nazionale, sulle pag<strong>in</strong>e di un quotidiano locale,<br />

aveva dichiarato: «la crim<strong>in</strong>alità organizzata è penetrata <strong>in</strong> Umbria durante<br />

la ricostruzione per <strong>il</strong> terremoto e non è detto che ciò non si ripeta».« In<br />

passato possono esserci stati <strong>in</strong>gressi “sospetti” - dichiara <strong>il</strong> procuratore di<br />

Perugia, Giacomo Fumu - durante <strong>il</strong> periodo della ricostruzione, anche se<br />

c’è stato, parimenti, un monitoraggio attento e frequente. Ma <strong>il</strong> contesto<br />

è di diffic<strong>il</strong>e lettura. Le aziende non pulite spesso non seguono i normali<br />

iter normativi, questo li rende ancora meno r<strong>in</strong>tracciab<strong>il</strong>i su un territorio».<br />

Dietro quell’arrivo di imprese ed<strong>il</strong>i e di fornitura materiali che parteciparono<br />

per un buon dieci percento dalla Campania alle gare d’appalto che misero<br />

<strong>in</strong> piedi circa 15.000 cantieri <strong>in</strong> tutta la regione (con buona partecipazione<br />

delle imprese umbre) a distanza di dieci anni si possono leggere anche altre<br />

vicende.<br />

A svelare parte di un sistema manomesso e violato da aziende <strong>in</strong> odor di<br />

mafia o direttamente facenti capo a famiglie mafiose, sono anche i pentiti<br />

di Cosa nostra. Le deposizioni arrivano dalle aule giudiziarie di Palermo<br />

e fanno <strong>il</strong> giro dei corridoi <strong>in</strong>vestigativi siculo umbri <strong>in</strong> poco tempo. E’<br />

un arresto eccellente a confermare sospetti e d<strong>in</strong>amiche di un “sistema<br />

possib<strong>il</strong>e” quello dell’imprenditore ed<strong>il</strong>e Francesco Ferranti, avvenuta nel<br />

dicembre del 2007 poco dopo l’arresto dei Lo Piccolo e dei primi uom<strong>in</strong>i<br />

del mandamento che stanno vuotando <strong>il</strong> sacco sugli affari dell’ultimo<br />

componente della cosiddetta “Commissione”. Ferranti, imprenditore<br />

ed<strong>il</strong>e, avrebbe partecipato ai lavori della ricostruzione post-terremoto <strong>in</strong><br />

Umbria.<br />

L’imprenditore avrebbe operato attraverso la società “Ferranti Costruzioni<br />

srl Unipersonale” cui gli <strong>in</strong>vestigatori hanno messo i sig<strong>il</strong>li. La sua presenza


L’isola felice<br />

sul territorio, nonostante <strong>il</strong> fatturato dell’azienda fosse di sei m<strong>il</strong>ioni<br />

di euro, non era così nota come quella di altri soci. Arrestato <strong>in</strong>sieme a<br />

Gaspare Di Maggio (considerato <strong>il</strong> reggente della famiglia mafiosa di<br />

C<strong>in</strong>isi e Calogero Battista Passalacqua, detto «Battistone», già reggente<br />

della famiglia di Car<strong>in</strong>i) è ritenuto vic<strong>in</strong>issimo ai boss di Tommaso Natale<br />

e Paol<strong>in</strong>o Dalfone, <strong>in</strong>dicato come mafioso di Brancaccio (poi prosciolto<br />

dalle accuse ha consentito con la sua collaborazione di arrestare un boss<br />

del calibro di Gaspare Spatuzza, a sua volta pentito che sta rivelando<br />

aspetti decisivi sulla strage di via D’Amelio). Ben prima di questo fermo,<br />

sul territorio umbro si era consumato l’arresto del titolare di alcuni cantieri<br />

della ricostruzione post - terremoto <strong>in</strong> Umbria (un presunto mafioso<br />

co<strong>in</strong>volto <strong>in</strong> un’ operazione di polizia <strong>in</strong> Sic<strong>il</strong>ia) Ettore Tedesco, 60 anni,<br />

di Enna bloccato a Foligno su ord<strong>in</strong>e della Procura <strong>antimafia</strong> nel marzo<br />

del 2000, aveva fornito ulteriori elementi che collegano gli affari di Cosa<br />

nostra con gli <strong>in</strong>vestimenti nel mercato ed<strong>il</strong>e umbro. Sospetti, dunque, che<br />

lentamente si rivelano realtà. Cosa nostra, <strong>in</strong> quegli anni, sotto la direzione<br />

di Provenzano e Lo Piccolo, aveva posto sotto osservazione alcuni affari <strong>in</strong><br />

Umbria. Non solo, anche molte altre aziende campane e calabresi giunsero<br />

e si stab<strong>il</strong>irono con i propri lavoratori nelle montagne dell’altopiano di<br />

Colfiorito e d<strong>in</strong>torni. In molti, fra gli abitanti di quelle tranqu<strong>il</strong>le zone,<br />

frazionate <strong>in</strong> piccoli centri abitati, raccontano come da allora quelle<br />

aree abbiano <strong>in</strong>iziato ad essere oggetto di “<strong>in</strong>cendi sospetti, risse <strong>in</strong>solite,<br />

movimenti strani”. I tentacoli della mala hanno messo piede <strong>in</strong> un’oasi che<br />

non sapeva comprendere allora cosa stesse accadendo ma che sa percepire<br />

oggi che <strong>il</strong> clima è nettamente cambiato dopo <strong>il</strong> ’97- 98. La ricostruzione<br />

post - sisma, già sul f<strong>in</strong>ire degli anni Novanta dunque, potrebbe essere<br />

stato un catalizzatore dell’<strong>in</strong>gresso della crim<strong>in</strong>alità organizzata <strong>in</strong> questa<br />

regione, un tempo def<strong>in</strong>ita “verg<strong>in</strong>e”.<br />

19


20 L’isola felice<br />

Terra di “soggiorni a regime speciale”<br />

Era <strong>il</strong> periodo dei maxi processi e <strong>in</strong> Sic<strong>il</strong>ia i primi boss di Cosa nostra erano<br />

stati messi dietro le sbarre, si conoscevano i loro volti e si com<strong>in</strong>ciavano a<br />

ricostruire i fatti crim<strong>in</strong>ali di un’<strong>in</strong>tera generazione di mafiosi <strong>in</strong> terra di<br />

Sic<strong>il</strong>ia ma anche <strong>in</strong> giro per <strong>il</strong> mondo. “Pizza connection” e i viaggi del<br />

giudice Falcone <strong>in</strong> America. Le prime sentenze, assoluzioni e condanne.<br />

Condanne, soprattutto. La mafia <strong>in</strong> Sic<strong>il</strong>ia c’era e non era più possib<strong>il</strong>e farla<br />

passare per un fatto di costume e di folklore, era <strong>in</strong>vece un fatto di sangue,<br />

di soldi (tanti soldi) e di politica. Erano anni <strong>in</strong> cui dentro Cosa nostra<br />

alcuni mafiosi com<strong>in</strong>ciavano a pentirsi e nasceva la figura del collaboratore<br />

di giustizia. Un uomo d’onore che viola <strong>il</strong> v<strong>in</strong>colo che ha contratto a vita<br />

con la mala e com<strong>in</strong>cia a parlare della propria organizzazione crim<strong>in</strong>ale,<br />

a fare nomi e cognomi, a raccontare circostanze e omicidi eccellenti,<br />

aiutando la giustizia. Il carcere di Palermo e la Sic<strong>il</strong>ia non sono più luoghi<br />

sicuri per scelte di questo tipo, i programmi di protezione com<strong>in</strong>ciano,<br />

<strong>in</strong>vece, a guardare alle carceri di regioni “tranqu<strong>il</strong>le” <strong>in</strong> cui trasferire<br />

detenuti eccellenti come alcuni testimoni di mafia, ma anche di camorra<br />

e ‘ndrangheta. L’Umbria è una di queste regioni adatte ad ospitare questi<br />

ed altri boss, <strong>il</strong> carcere di Spoleto <strong>in</strong> particolare come confermano le<br />

parole del magistrato, Luigi De Ficchy: “è polo attrattivo per la costituzione nella<br />

regione di sodalizi di stampo mafioso costituisce la detenzione nella casa circondariale<br />

di Spoleto di elementi mafiosi di particolare capacità crim<strong>in</strong>ale, attirano gruppi di sodali<br />

e di fam<strong>il</strong>iari che progressivamente attuano forme di radicamento sul territorio”. Una<br />

storia che viene da lontano e che nel Paese ha spesso diviso e fatto discutere<br />

la politica, gli amm<strong>in</strong>istratori locali e chi lo strumento del “conf<strong>in</strong>o” l’ha<br />

adottato negli anni per evidenti necessità legate al sistema giudiziario e<br />

carcerario italiano.<br />

Il carcere, i soggiorni obbligati, gli arresti domic<strong>il</strong>iari, tutti luoghi e<br />

condizioni di vita che hanno avvic<strong>in</strong>ato le <strong>mafie</strong> all’Umbria e i mafiosi<br />

tra loro. Diversi codici d’onore a confronto, diversi bus<strong>in</strong>ess da difendere,<br />

dialetti e v<strong>in</strong>coli associazionistici si sono parlati dietro le sbarre delle carceri<br />

di Spoleto, Terni o Capanne. Intere famiglie di mafiosi gradualmente li


L’isola felice<br />

hanno seguiti <strong>in</strong> una immigrazione che è diventata nel tempo stanziamento<br />

e radicamento sul territorio. Una storia raccontata, di volta <strong>in</strong> volta, nelle<br />

pag<strong>in</strong>e <strong>in</strong>terne dei quotidiani nazionali e <strong>in</strong> brevi notizie di agenzia. Come<br />

l’ultima, <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e di tempo, emersa a seguito di una imponente operazione<br />

<strong>antimafia</strong> dei carab<strong>in</strong>ieri del comando prov<strong>in</strong>ciale di Caltanissetta che<br />

ha <strong>in</strong>dividuato nel carcere di Spoleto una delle centrali dei clan di Cosa<br />

Nostra e della Stidda. L’operazione <strong>antimafia</strong>, condotta dai Carab<strong>in</strong>ieri<br />

del Comando Prov<strong>in</strong>ciale di Caltanissetta, <strong>il</strong> 20 luglio scorso ha co<strong>in</strong>volto<br />

Sic<strong>il</strong>ia, Lombardia, Umbria e Marche. Gli <strong>in</strong>vestigatori hanno notificato<br />

27 ord<strong>in</strong>anze di custodia cautelare, a carico di esponenti di spicco di Cosa<br />

Nostra e della Stidda di Mazzar<strong>in</strong>o, un paese della zona del Vallone tra<br />

Caltanissetta e Gela. L’accusa è per i soggetti co<strong>in</strong>volti di: associazione<br />

mafiosa, estorsione, traffico di stupefacenti, detenzione e porto <strong>il</strong>lecito<br />

d’armi. Tanti anche i boss della camorra che hanno scontato nelle carceri<br />

umbre <strong>il</strong> 41 bis, <strong>il</strong> regime di carcere duro previsto dal nostro ord<strong>in</strong>amento.<br />

«Ci sono stati casi eccellenti di pentiti che sono tornati a del<strong>in</strong>quere –<br />

dichiara Giovanna Montanaro studiosa e autrice del libro “Dalla mafia<br />

allo Stato” – ; altri pentiti ai quali <strong>in</strong>vece è stato sospeso <strong>il</strong> programma<br />

di protezione perché term<strong>in</strong>ato di deporre <strong>in</strong> un processo non sono stati<br />

più ritenuti a rischio; Per alcuni di loro la mancanza di un lavoro e di<br />

una nuova vita è stato uno degli elementi che ne ha favorito <strong>il</strong> ritorno a<br />

del<strong>in</strong>quere. Quella dei collaboratori di giustizia – commenta la Montanaro<br />

- è una materia notevolmente delicata, per i collaboratori, per lo Stato e<br />

per la società civ<strong>il</strong>e». Anche qui <strong>in</strong> Umbria le autorità giudiziarie però,<br />

come confermano le numerose <strong>in</strong>tercettazioni telefoniche e ambientali a<br />

loro carico, non li hanno persi di vista ma la capacità “liquida” (come<br />

evidenziato anche dalla relazione della Commissione parlamentare<br />

<strong>antimafia</strong> sulla ‘ndrangheta del 2009) di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trarsi, di scorrere e scivolare fra<br />

gli affari più lucrosi e impensab<strong>il</strong>i, senza lasciare grande traccia del proprio<br />

passaggio, ha consentito di dare <strong>il</strong> via ad una “mafizzazione” dell’Umbria<br />

approfittando anche di un tessuto sociale ancora solido ma, poco <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>e<br />

per sua natura, a leggere fra le righe, <strong>in</strong>terpretare comportamenti e azioni<br />

“mafiose”.<br />

21


22 L’isola felice<br />

Quei s<strong>il</strong>enzi che parlano, cenni d’<strong>in</strong>tesa, i progetti sommersi e di ampio<br />

respiro, tutti strumenti con i quali le <strong>mafie</strong> <strong>in</strong> Umbria, come testimoniano<br />

alcune <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i hanno com<strong>in</strong>ciato la loro scalata a settori come quello<br />

ed<strong>il</strong>izio e turistico recettivo. «Dall’istituzione del conf<strong>in</strong>o per soggetti mafiosi<br />

– dichiara <strong>Libera</strong> Umbria - si è registrata, qui come altrove, un’impennata<br />

di reati precedentemente sconosciuti ed estranei alla crim<strong>in</strong>alità locale:<br />

estorsione, sequestri di persona, omicidi legati a faide tra cosche e ‘ndr<strong>in</strong>e».<br />

«Negli anni passati <strong>il</strong> fenomeno dei soggiorni obbligati ha contribuito<br />

all’esportazione, al nord delle realtà mafiose consolidatesi al sud – afferma<br />

<strong>il</strong> procuratore di Terni, Fausto Cardella. Oggi questa misura è meno usata<br />

che <strong>in</strong> passato: non c’è bisogno di questo per esportare la crim<strong>in</strong>alità. Oggi<br />

i mezzi di comunicazione, <strong>in</strong>ternet, telefono, sono <strong>in</strong> grado di mettere <strong>in</strong><br />

comunicazione da qualsiasi luogo […] e quello che comporta <strong>il</strong> contatto<br />

della crim<strong>in</strong>alità con le regioni del nord – cont<strong>in</strong>ua <strong>il</strong> procuratore - è<br />

l’<strong>in</strong>teresse verso i settori particolarmente redditizi che cont<strong>in</strong>uano ad<br />

essere l’ed<strong>il</strong>izia e i rifiuti». Sebbene sottol<strong>in</strong>ei che <strong>in</strong> «Umbria di mafia,<br />

camorra o ‘ndrangheta, <strong>in</strong>tese nel significato culturale che questi term<strong>in</strong>i<br />

hanno nei territori di orig<strong>in</strong>e, e nemmeno di estorsioni, danneggiamenti di<br />

esercizi e turbative d’asta con metodi <strong>in</strong>timidatori, non si possa parlare – <strong>il</strong><br />

generale della Legione Umbra dei carab<strong>in</strong>ieri, Claudio Curcio nella sua<br />

audizione presso la Commissione regionale <strong>antimafia</strong>, <strong>in</strong>dividua c<strong>in</strong>que<br />

concause che hanno portato a queste presenze crim<strong>in</strong>ali: l’arrivo di aff<strong>il</strong>iati<br />

ad associazioni mafiose, con i propri fam<strong>il</strong>iari e reclusi <strong>in</strong> regime di 41<br />

bis, o piu’ semplicemente trasferiti qui come collaboratori di giustizia; la<br />

presenza di un importante comparto ed<strong>il</strong>e regionale e di un gran numero<br />

di attività ricettive; la r<strong>il</strong>evanza del mercato degli stupefacenti; la crisi<br />

economica globale che colpendo anche le aziende umbre sp<strong>in</strong>ge alcuni<br />

operatori a rivolgersi agli usurai».<br />

Ovvero le <strong>mafie</strong>, tradizionalmente <strong>in</strong>tese, non ci sono ma i loro “tradizionali”<br />

bus<strong>in</strong>ess “abitano” queste aree già da tempo.


L’isola felice<br />

Le famiglie e i clan sul territorio umbro<br />

Una liquida penetrazione delle <strong>mafie</strong> nel tessuto umbro: niente conflitti,<br />

s<strong>il</strong>enzio delle armi, pax mafiosa e suddivisione degli affari fra i partecipanti.<br />

Azioni comuni e qualche differenza sostanziale: la camorra partecipa <strong>in</strong><br />

Umbria, <strong>in</strong>sieme alle altre organizzazioni crim<strong>in</strong>ali, al traffico di droga,<br />

la contraffazione e reati di piccolo calibro. La sua struttura crim<strong>in</strong>ale,<br />

ovvero quella di cellule satellitari, strumento commerciale e m<strong>il</strong>itare dei<br />

clan campani, ha portato ad una gestione degli affari umbri a f<strong>in</strong>i di lucro<br />

e potenziamento. Attraversati dai cambiamenti impressi da Antonio<br />

Bardell<strong>in</strong>o, uno dei capi della “Nuova famiglia” che - come spiegano gli<br />

<strong>in</strong>quirenti - “sp<strong>in</strong>se la camorra a farsi impresa e controllare da dentro<br />

le amm<strong>in</strong>istrazioni, per assicurarsi gli appalti” i clan camorristici si sono<br />

fatti strada nel centro - Italia. In Umbria, i clan maggiormente presenti<br />

sarebbero <strong>il</strong> gruppo Ciccone – Fabbric<strong>in</strong>o (attivi nel settore immob<strong>il</strong>iare) i<br />

Marand<strong>in</strong>o (luogo tenente di Cutolo) e i Casalesi (clan Schiavone – Pariota<br />

- Licciardi) anche nella zona del ternano e orvietano.<br />

Per la ‘ndrangheta la missione è diversa, l’Umbria non è terra di passaggio,<br />

qui le ‘ndr<strong>in</strong>e hanno deciso di impiantare le loro basi, di stanziare,<br />

penetrando dapprima <strong>il</strong> mercato dei traffici, appropriandosi poi delle<br />

attività commerciali e di ristorazione (tramite prestanome, <strong>in</strong> genere, e <strong>il</strong><br />

centro storico perug<strong>in</strong>o <strong>in</strong> questo è uno scrigno che contiene molti di questi<br />

misteri di mafia sotto falso nome). Famiglie presenti sul territorio, delle<br />

quali si è avuto riscontro tramite sequestri di beni o operazioni di polizia<br />

sono: i Facch<strong>in</strong>eri e i De Stefano di Reggio Calabria (ai secondi è stato<br />

confiscato un terreno a Pietralunga) i Mar<strong>in</strong>cola, di Cirò Mar<strong>in</strong>a (gruppo<br />

molto forte anche nell’<strong>in</strong>vestimento <strong>in</strong> attività commerciali e di ristorazione<br />

nel centro storico perug<strong>in</strong>o) con <strong>il</strong> gruppo Palamara – Bruzzaniti (ed<strong>il</strong>izia,<br />

appalti pubblici, ristorazione e, negli ultimi anni, smaltimento dei rifiuti).<br />

Commercio di droghe a parte, s’<strong>in</strong>tende. La ‘ndrangheta pare essere<br />

portatrice anche della cosiddetta “mafia dai colletti bianchi”, forte anche<br />

di una immigrazione che storicamente presente <strong>in</strong> Umbria con numeri da<br />

capogiro, <strong>in</strong> quasi tutti i pr<strong>in</strong>cipali centri di “comando” della città. Una<br />

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24 L’isola felice<br />

caratteristica confermata dal magistrato della procura di Perugia, Manuela<br />

Comodi, che durante una <strong>in</strong>iziativa pubblica organizzata da <strong>Libera</strong><br />

<strong>Informazione</strong> e l’Università di Perugia, ha ricordato come da almeno<br />

c<strong>in</strong>quant’anni, per varie ragioni, sia <strong>in</strong>iziata una migrazione di famiglie<br />

legate alla ‘ndrangheta, <strong>in</strong> fuga da una guerra di mafia, fra cosche, <strong>in</strong> atto<br />

sul territorio di orig<strong>in</strong>e. Giunti qui, negli stessi anni, per tutt’altre ragioni,<br />

corregionali che avevano scelto <strong>il</strong> capoluogo come meta di studio e spesso<br />

anche di lavoro. In alcuni casi si è creata una convergenza di <strong>in</strong>teressi.<br />

Talvolta, conferma <strong>il</strong> magistrato, sono stati punti di riferimento<br />

<strong>in</strong>consapevoli, per una attività crim<strong>in</strong>ale svolta sempre più <strong>in</strong> maniera<br />

dis<strong>in</strong>volta all’<strong>in</strong>terno del tessuto economico umbro. Queste però sono<br />

solo co<strong>in</strong>cidenze, oppure come li ha chiamati l’onorevole Marco M<strong>in</strong>niti,<br />

durante la presentazione a Roma del volume Ndrangheta, boss, luoghi e affari<br />

della mafia più potente del mondo, “covi freddi”. Li stessi che hanno potenziato<br />

e moltiplicato a dismisura presenza e forza dell’organizzazione più arcaica<br />

e globalizzata, partita dall’<strong>in</strong>terno della Calabria e arrivata s<strong>in</strong>o al cuore<br />

delle democrazie più avanzate del mondo. Ciò nonostante la loro presenza<br />

è diffic<strong>il</strong>e da r<strong>in</strong>tracciare, da raccontare, qui <strong>in</strong> Umbria.<br />

Perché oltre ai detenuti, gli ex collaboratori di giustizia, e tante altre<br />

presenze <strong>in</strong>visib<strong>il</strong>i s<strong>in</strong>o alla scoperta di reati, ci sono molti sorvegliati<br />

speciali; di loro per ragioni di sicurezza poco si sa ma secondo <strong>il</strong> giornalista<br />

Claudio Lattanzi, autore del libro “La mafia <strong>in</strong> Umbria – Cronaca di un<br />

assedio” nel 2000 si calcola che a Terni fossero circa <strong>in</strong> 200. Anche <strong>il</strong><br />

procuratore della Dda perug<strong>in</strong>a, Antonella Duch<strong>in</strong>i, da anni impegnata su<br />

questo fronte, durante <strong>il</strong> 21 marzo 2011, giornata <strong>in</strong> memoria delle vittime<br />

delle <strong>mafie</strong>, ha dichiarato: «Le <strong>mafie</strong> operano ormai <strong>in</strong> una dimensione<br />

globalizzata ed <strong>in</strong>ternazionale e sono presenti e ramificate ovunque con<br />

evidenti <strong>in</strong>teressi nei settori della prostituzione, della droga, dello sbarco<br />

degli immigrati. Questo e’ vero anche per l’Umbria che non e’ più l’isola<br />

felice, citata ancora da qualcuno» .<br />

Parole importanti e chiare sono giunte proprio da chi – per <strong>il</strong> lavoro che<br />

svolge ogni giorno <strong>in</strong> questa regione – ha la possib<strong>il</strong>ità di raccontare<br />

quale siano, alla luce delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i e dell’attività di <strong>in</strong>telligence, i settori


L’isola felice<br />

maggiormente a rischio per le <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni, soprattutto di natura economica,<br />

delle organizzazioni crim<strong>in</strong>ali nel tessuto socioeconomico umbro. «In<br />

questo terrorizzante scenario <strong>in</strong>ternazionale, l’Umbria - ha cont<strong>in</strong>uato<br />

- <strong>in</strong> quanto considerata dalle stesse organizzazioni mafiose un territorio<br />

appetib<strong>il</strong>e perché non a rischio al pari della bassa Toscana, e’ diventata<br />

meta f<strong>in</strong>ale della tratta degli esseri umani: qui vengono concentrati elementi<br />

pericolosi veri e propri crim<strong>in</strong>ali per organizzare la prostituzione. C’e’ poi<br />

<strong>il</strong> fenomeno della <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione economica, con una presenza sul territorio<br />

umbro diffusa, radicata e non episodica. Conclude la Duch<strong>in</strong>i - assistiamo<br />

a una progressiva “mafizzazione” del territorio umbro». Conferme,<br />

smentite, riconferme. Che le <strong>mafie</strong> siano giunte <strong>in</strong> Umbria, lo sottol<strong>in</strong>eano<br />

queste e altre autorevoli testimonianze e non è più un dato che è possib<strong>il</strong>e<br />

mettere <strong>in</strong> discussione. Ancora, <strong>in</strong>vece, da chiarire cosa stia accadendo <strong>in</strong><br />

questi anni, mentre gli <strong>in</strong>quirenti cercano di r<strong>in</strong>tracciare reati di stampo<br />

mafioso per isolarli e sradicare “la mala pianta” e dall’altra parte la società<br />

civ<strong>il</strong>e e le istituzioni si organizzano per ridurre al m<strong>in</strong>imo le possib<strong>il</strong>ità<br />

che questa trovi terreno fert<strong>il</strong>e e cresca, fra le coll<strong>in</strong>e umbre, devastando <strong>il</strong><br />

territorio, l’economia e la democrazia.<br />

Latitanze e omicidi nel cuore verde dell’Italia<br />

L’Umbria, secondo gli <strong>in</strong>quirenti, si presta al “soggiorno” di latitanti, spesso<br />

provenienti dalle organizzazioni crim<strong>in</strong>ali italiane ma anche straniere,<br />

poiché “<strong>covo</strong> tranqu<strong>il</strong>lo”, territorio nel quale la pressione delle stesse forze<br />

dell’ord<strong>in</strong>e non ha le stesse caratteristiche dei territori a tradizionale presenza<br />

mafiosa. Deve averlo pensato anche Gennaro D’Agost<strong>in</strong>o, pregiudicato,<br />

reggente del clan camorristico di Qualiano (NA) riconducib<strong>il</strong>e al detenuto<br />

Paride De Rosa, quando decise di trasferirsi dalla Campania a Todi (Pg)<br />

per trascorrere la sua latitanza, lontano da troppi rischi e occhi <strong>in</strong>discreti.<br />

Nella cittad<strong>in</strong>a umbra è stato trovato dagli <strong>in</strong>vestigatori nel giugno del<br />

2009. D’Agost<strong>in</strong>o è accusato di vari reati e pers<strong>in</strong>o di un omicidio per un<br />

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26 L’isola felice<br />

probab<strong>il</strong>e regolamento di conti con un clan rivale e si nascondeva - come<br />

<strong>in</strong> un f<strong>il</strong>m - <strong>in</strong> un soppalco, sopra ad una falegnameria a Pantalla di Todi.<br />

In maniera meno rocambolesca ma altrettanto preoccupante per <strong>il</strong><br />

territorio trascorreva la sua latitanza <strong>in</strong> Umbria, Em<strong>il</strong>io di Cater<strong>in</strong>o<br />

detto “Em<strong>il</strong>iotto”, non uno qualsiasi ma un camorrista aff<strong>il</strong>iato alla<br />

fazione stragista del gruppo del boss Setola, lo stesso della strage di Castel<br />

Vorturno del 18 settembre 2008, nella quale morirono Antonio Celiento,<br />

un pregiudicato aff<strong>il</strong>iato ai casalesi, titolare di una sala giochi a Baia Verde<br />

e sei immigrati africani, vittime <strong>in</strong>nocenti della strage: Kwame Antwi Julius<br />

Francis, Affun Yeboa Eric, Christopher Adams del Ghana, El Hadji Ababa<br />

e Samuel Kwako del Togo; Jeemes Alex della Liberia. Di Cater<strong>in</strong>o è stato<br />

arrestato a Terni dai carab<strong>in</strong>ieri del nucleo <strong>in</strong>vestigativo di Castello di<br />

Cisterna. Era nascosto <strong>in</strong> una v<strong>il</strong>letta che si era fatto affittare pochi giorni<br />

prima, grazie ad alcuni parenti. Lì nel cuore verde dell’Italia aveva portato<br />

con se moglie e figli, dopo la strage, ma i carab<strong>in</strong>ieri campani non avevano<br />

perso def<strong>in</strong>itivamente le sue tracce e l’hanno arrestato mentre rientrava<br />

a casa dopo aver fatto la spesa al supermercato con tutta la famiglia, <strong>in</strong><br />

un sabato qualunque. Anche lui, una presenza <strong>in</strong>visib<strong>il</strong>e, ben mimetizzata<br />

nel territorio. Ma sulle sue spalle pesano ben tre ord<strong>in</strong>anze di custodia<br />

cautelare firmate dal Gip di Napoli che lo accusano di associazione mafiosa<br />

e tentata estorsione.<br />

In molti lo <strong>in</strong>dicano come componente del gruppo che fece fuoco a Castel<br />

Volturno nella strage passata alle cronache come “ la strage degli africani”.<br />

Anche quando sono dietro le sbarre, i mafiosi spesso riescono a gestire gli<br />

affari sul territorio <strong>in</strong> cui si trovano ma anche <strong>in</strong> quello di orig<strong>in</strong>e. E’ la<br />

procura di Caltanissetta a fornire, a tal proposito, l’ultimo quadro della<br />

situazione, confermando sospetti che si fanno avanti da anni. In una vasta<br />

operazione <strong>antimafia</strong>, condotta dai Carab<strong>in</strong>ieri del Comando Prov<strong>in</strong>ciale<br />

di Caltanissetta, nel luglio scorso e che ha co<strong>in</strong>volto, Sic<strong>il</strong>ia, Lombardia,<br />

Umbria e Marche, gli <strong>in</strong>vestigatori hanno emesso 27 ord<strong>in</strong>anze di custodia<br />

cautelare a carico di mafiosi di Cosa nostra e Stidda del paese di Mazzar<strong>in</strong>o,<br />

nel Vallone tra Caltanissetta e Gela. Da dietro le sbarre del supercarcere<br />

di Spoleto, i due mafiosi del clan Sanf<strong>il</strong>ippo, cont<strong>in</strong>uavano ad impartire


L’isola felice<br />

ord<strong>in</strong>i che venivano eseguiti a ch<strong>il</strong>ometri di distanza.<br />

Dal cuore dell’Umbria <strong>il</strong> controllo sul piccolo paese di Mazzar<strong>in</strong>o,<br />

nonostante <strong>il</strong> regime carcerario, non era stato m<strong>in</strong>imamente scalfito. Tanto<br />

che i componenti di Cosa nostra e Stidda sono accusati a vario titolo di<br />

associazione mafiosa, estorsioni, traffico di stupefacenti e detenzione<br />

di armi. Il metodo per comunicare era dei più classici e cont<strong>in</strong>ua ad<br />

evidenziare alcune carenze nel sistema, <strong>il</strong> boss <strong>in</strong>fatti governava tramite<br />

pizz<strong>in</strong>i, consegnati durante i colloqui ai propri cari, <strong>in</strong> carcere. Così<br />

si imponeva <strong>il</strong> pizzo, così si riscuoteva la “messa a posto” da tutti gli<br />

imprenditori che facevano lavori nella zona e poi ancora gestiva <strong>il</strong> traffico<br />

di droga, <strong>in</strong> accordo con la famiglia Sic<strong>il</strong>iano. L’<strong>in</strong>chiesta ha poi riguardato<br />

un vasto numero di paesi distanti fra loro, da Brescia a Paternò, da Monza<br />

a Enna, nota ulteriore che conferma quanto fosse articolata e organizzata<br />

la rete che beffava lo Stato e i cittad<strong>in</strong>i, comodamente dal supercarcere di<br />

Spoleto. Queste ed altre latitanze non sarebbero realizzab<strong>il</strong>i senza appoggi,<br />

amici di amici, parentele <strong>in</strong> loco. Qualche s<strong>il</strong>enzio e spesso molta <strong>in</strong>genuità.<br />

Non sempre, <strong>in</strong>oltre, l’Umbria rappresenta la dest<strong>in</strong>azione f<strong>in</strong>ale delle<br />

latitanze, talvolta non è <strong>il</strong> territorio umbro a stimolare l’<strong>in</strong>teresse dei boss<br />

ma la sua prossimità a regioni operose e ricche, <strong>in</strong> cui collocare affari<br />

più importanti di quelli che animano l’economia umbra. Si tratta della<br />

Toscana, dell’Em<strong>il</strong>ia Romagna e talvolta anche del nord del Lazio o delle<br />

vic<strong>in</strong>e Marche.<br />

La sua posizione centrale ha motivato la sosta e <strong>il</strong> passaggio, di molti più<br />

latitanti di quelli arrestati sul territorio. Inoltre, <strong>il</strong> suo collegamento diretto<br />

con <strong>il</strong> capoluogo m<strong>il</strong>anese, grazie ai voli giornalieri <strong>in</strong> partenza e arrivo<br />

dal piccolo aeroporto di Sant’Egidio, ha favorito, come emerge da alcune<br />

<strong>in</strong>chieste giudiziarie, un canale diretto con la capitale del traffico di coca<strong>in</strong>a<br />

e cuore f<strong>in</strong>anziario del Paese. Nella relazione della Direzione nazionale<br />

<strong>antimafia</strong> questa preoccupazione viene confermata. Le forze dell’ord<strong>in</strong>e<br />

registrano “l’<strong>in</strong>tensificarsi di <strong>in</strong>sediamenti di nuclei fam<strong>il</strong>iari immigrati<br />

dalle zone sensib<strong>il</strong>i della penisola” (soprattutto calabresi e campani e, <strong>in</strong><br />

m<strong>in</strong>or misura, sic<strong>il</strong>iani e pugliesi). Le cause più evidenti di questo flusso<br />

migratorio vengono ricondotte sempre allo svolgimento di attività ed<strong>il</strong>izie<br />

27


28 L’isola felice<br />

(la ricostruzione post-sisma, che per alcuni centri non è conclusa, potrebbe<br />

ancora richiamare l’<strong>in</strong>teresse dei sodalizi mafiosi verso remunerative attività<br />

di condizionamento delle economie locali) la domic<strong>il</strong>iazione <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di<br />

“soggiornanti obbligati” e di detenuti <strong>in</strong> regime di “carcere duro” presso le<br />

case di reclusione di Spoleto e Perugia.<br />

Dei delitti e dei s<strong>il</strong>enzi<br />

Questa la cronistoria di una colonizzazione <strong>in</strong> corso, vista attraverso la lente<br />

d’<strong>in</strong>grandimento delle presenze fisiche, accertate, sul territorio. A fronte di<br />

arresti e di provvedimenti di sequestri e confische di patrimoni, ci sono tante<br />

altre presenze, di cui parleremo <strong>in</strong> seguito, quelle legate alle <strong>in</strong>chieste che<br />

parlano di riciclaggio, narcotraffico e usura, prostituzione. Ma <strong>il</strong> dato che<br />

colpisce per questo graduale assedio del territorio è la rigorosa regola della<br />

pax mafiosa che boss di diverse organizzazioni crim<strong>in</strong>ali sono chiamati a<br />

rispettare. In una sorta di garanzia che ha equ<strong>il</strong>ibri frag<strong>il</strong>i che è vietato anche<br />

solo far vac<strong>il</strong>lare. Però anche <strong>in</strong> Umbria, come nelle altre regioni del centro<br />

- nord talvolta è accaduto che questa regola venisse violata. Spesso <strong>in</strong> nome<br />

di un <strong>in</strong>teresse generale di gran lunga più importante, al punto da rischiare<br />

di commettere reati fac<strong>il</strong>mente r<strong>in</strong>tracciab<strong>il</strong>i, s<strong>in</strong>o agli omicidi e attirare<br />

l’attenzione delle forze dell’ord<strong>in</strong>e. A volte i clan hanno dovuto rompere la<br />

pax mafiosa che vige sul territorio.<br />

In Umbria, secondo gli <strong>in</strong>quirenti, sono due gli omicidi ritenuti collegati<br />

a fatti di mafia: quello di Roberto Provenzano, ucciso nel 2005 a Ponte<br />

Felc<strong>in</strong>o con un colpo alla testa e quello di Salvatore Conte, aff<strong>il</strong>iato al clan<br />

camorristico La Torre, assass<strong>in</strong>ato allo stesso modo nel novembre 2007 e<br />

ritrovato a Monte Urb<strong>in</strong>o di Gubbio. Quello del muratore Provenzano è<br />

ancora un caso sul quale non si è riusciti a fare piena luce. Secondo l’accusa<br />

si tratterebbe di un omicidio “per un regolamento di conti” all’<strong>in</strong>terno di un<br />

traffico di droga, che vedeva co<strong>in</strong>volti la vittima e dell’imputato, Gregorio<br />

Procopio. Il processo è <strong>in</strong> appello mentre la Corte di Assise di Perugia


L’isola felice<br />

l’ha assolto dall’aver commesso <strong>il</strong> fatto. Per <strong>il</strong> delitto Conte, <strong>in</strong>vece, è stato<br />

condannato nell’ottobre scorso, uno degli esecutori, Paolo Carpisassi, 46 anni,<br />

di Perugia. Il presunto mandante, Salvatore Menzo, sic<strong>il</strong>iano di Niscemi,<br />

sarebbe a capo di un’organizzazione crim<strong>in</strong>ale composta da ex pentiti. La<br />

storia di questo clan, la scopriremo <strong>in</strong> seguito. Questi dunque i due delitti<br />

che hanno rotto la pax mafiosa umbra. Sono quelli di cui conosciamo i nomi<br />

ma nonostante <strong>il</strong> procuratore di Perugia, Giacomo Fumu, confermi che «al<br />

momento <strong>in</strong> procura non ci siano <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i per mafia» molti sono i delitti<br />

irrisolti che co<strong>in</strong>volgono l’Umbria, tanti altri sono <strong>il</strong> risultato di violenza<br />

crim<strong>in</strong>ale comune, come le rap<strong>in</strong>e <strong>in</strong> v<strong>il</strong>la, gli assalti ai portavalori e quelli<br />

<strong>in</strong> banca, che sono <strong>in</strong> aumento negli ultimi anni. E <strong>in</strong>quietano anche alcune<br />

sparizioni, come quella di cui da notizia la trasmissione “Chi l’ha visto”,<br />

che riguarda una donna di Amelia, Barbara Corvi. Sposata con due 2 figli<br />

esce di casa <strong>il</strong> 26 ottobre 2009 e non vi fa più ritorno. E’ solo uno dei 16<br />

casi di persone scomparse su territorio umbro ma questa storia ne ha dietro<br />

un’altra. Più grande, più vic<strong>in</strong>a agli argomenti di cui stiamo parlando. La<br />

Corvi, <strong>in</strong>fatti, è la moglie di Roberto Lo Giudice, fratello e figlio di due<br />

uom<strong>in</strong>i di ‘ndrangheta, Giuseppe e Antonio Lo Giudice. Poco si sa di questa<br />

vicenda fam<strong>il</strong>iare se non che la donna avrebbe probab<strong>il</strong>mente litigato con <strong>il</strong><br />

marito prima della scomparsa, forse a causa di una relazione con un altro<br />

uomo. Da quel giorno non si hanno più notizie e rispetto ad altri “gialli” che<br />

hanno co<strong>in</strong>volto mass media locali e nazionali e l’op<strong>in</strong>ione pubblica umbra<br />

e non, questo giallo rimane avvolto nel mistero e nel s<strong>il</strong>enzio. Rotto solo,<br />

appunto, dal programma di Raitre, che <strong>in</strong>daga sulla vicenda e ricostruisce<br />

piccoli frammenti di verità dal 2009 ad oggi. Fra le altre cose, la redazione<br />

coord<strong>in</strong>ata da Federica Sciarelli, scopre che <strong>il</strong> dest<strong>in</strong>o di Barbara Corvi, è lo<br />

stesso che nel 1994 ha visto la scomparsa della cognata, Angela Costant<strong>in</strong>o,<br />

moglie di uno dei fratelli Lo Giudice. Anton<strong>in</strong>o Lo Giudice, <strong>in</strong>vece, ha<br />

deciso di collaborare con la giustizia e ha ammesso di essere lui <strong>il</strong> mandante<br />

della bomba <strong>in</strong> Procura e del bazooka fatto ritrovare a Reggio Calabria che<br />

avrebbe dovuto <strong>in</strong>timidire <strong>il</strong> procuratore, Giuseppe Pignatone. Chissà che<br />

questa presa di posizione rispetto alla “famiglia” d’orig<strong>in</strong>e non porti alla luce<br />

la verità sulla scomparsa delle due donne, <strong>in</strong> Calabria e <strong>in</strong> Umbria.<br />

29


30 L’isola felice<br />

Anni ’80, un pentito racconta<br />

Quando parliamo di <strong>mafie</strong> <strong>in</strong> Umbria riusciamo a datare al massimo<br />

agli anni ’90 la storia di questa colonizzazione da parte delle diverse<br />

organizzazioni crim<strong>in</strong>ali. E <strong>in</strong>vece, da pochi mesi, l’Umbria viene citata<br />

<strong>in</strong> carte giudiziarie che sposterebbero l’asse dell’<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento mafioso,<br />

tramite affari <strong>il</strong>legali, ancora <strong>in</strong>dietro, s<strong>in</strong>o agli anni ’80. In un verbale <strong>il</strong><br />

pentito V<strong>in</strong>cenzo S<strong>in</strong>acori, mafioso e oggi collaboratore di giustizia della<br />

prov<strong>in</strong>cia di Trapani, chiamato a deporre su notizie che riguardano un<br />

traffico di armi, di scorie e rifiuti tossici, racconta di traffici <strong>il</strong>leciti targati<br />

Cosa nostra. Spiega la rotta percorsa dai grandi carichi di rifiuti e da quelli<br />

“speciali”. Fa i nomi dei boss co<strong>in</strong>volti, quelli dei garanti e lascia <strong>in</strong>tendere<br />

che tutto questo veniva gestito con la complicità di pezzi deviati delle<br />

istituzioni. Un quadro importante che consente di seguire <strong>il</strong> percorso fatto<br />

dai rifiuti, non solo dal nord alla Campania, ma negli anni <strong>in</strong> cui a gestire<br />

<strong>il</strong> bus<strong>in</strong>ess era anche Cosa nostra, le tratte vedevano la Sic<strong>il</strong>ia al centro di<br />

questi scambi <strong>il</strong>legali. S<strong>in</strong>acori spiega, a questo punto, come i rifiuti non<br />

fossero <strong>in</strong>dirizzati a Trapani, bensì spesso partissero dalla città del vento<br />

per dirigersi altrove.<br />

“Erano rifiuti che provenivano dagli ospedali”. Invece di essere smaltiti<br />

come prevede la legge – spiega S<strong>in</strong>acori si facevano sparire. Erano le<br />

imprese della mafia a gestire questi appalti, facevano <strong>in</strong> modo che risultasse<br />

un regolare smaltimento ma quei rifiuti non f<strong>in</strong>ivano nei centri autorizzati.<br />

“Per quello che ne ho saputo questi carichi f<strong>in</strong>ivano <strong>in</strong> Umbria” ha detto<br />

S<strong>in</strong>acori; <strong>il</strong> collaboratore di giustizia ha spiegato di non conoscere altro ma<br />

di averne sentito parlare durante quelle sue “passeggiate” con <strong>il</strong> boss del<br />

mandamento trapanese, V<strong>in</strong>cenzo Virga. Quale canale era attivo <strong>in</strong> quegli<br />

anni, fra l’Umbria e la Sic<strong>il</strong>ia, tanto da garantire un percorso “sicuro” ai<br />

traffici di Cosa nostra? Quel canale si è chiuso dopo gli anni ’80? A queste<br />

ed altre domande, carte alla mano, non si è ancora <strong>in</strong> grado di dare una<br />

risposta. Ma si attendono gli sv<strong>il</strong>uppi delle <strong>in</strong>chieste <strong>in</strong> corso sui traffici di<br />

armi, droga e rifiuti tossici, <strong>in</strong> quegli anni all’<strong>in</strong>terno del territorio italiano<br />

e verso l’estero. La notizia, <strong>in</strong>tanto, la diffonde l’<strong>in</strong>serto qu<strong>in</strong>dic<strong>in</strong>ale di


L’isola felice<br />

“<strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong>” sul quotidiano ecologista “Terra” nel febbraio<br />

2011, <strong>in</strong> un articolo a firma del cronista de “La Sic<strong>il</strong>ia” e collaboratore della<br />

testata on l<strong>in</strong>e della Fondazione <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong>, R<strong>in</strong>o Giacalone.<br />

31


Una<br />

“mafizzazione”<br />

<strong>in</strong> corso


34 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

Narcotraffico, <strong>il</strong> primato dell’Umbria<br />

La regione è al centro di un traffico di stupefacenti, di portata <strong>in</strong>ternazionale.<br />

L’ultima maxi operazione è del luglio scorso e co<strong>in</strong>volge direttamente una<br />

delle cosche più violente e potenti della ‘ndrangheta, quella dei Mancuso.<br />

Il gruppo dei Mancuso ha ramificazioni che partono dal piccolo paes<strong>in</strong>o<br />

di Limbadi (Vibo valentia) e arrivano s<strong>in</strong> nel cuore della Colombia, dove la<br />

“Narcoeconomy” ormai si è mischiata con quella legale e <strong>il</strong> conf<strong>in</strong>e non è<br />

visib<strong>il</strong>e ai più. Già nel mir<strong>in</strong>o degli <strong>in</strong>vestigatori da anni (l’ultimo sequestro<br />

di 6 m<strong>il</strong>ioni di beni gli <strong>in</strong>vestigatori l’hanno notificato a Antonio Mancuso,<br />

di 73 anni, sorvegliato speciale, ritenuto uno dei capi carismatici) la cosca<br />

e’ già stata al centro di precedenti <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i riguardanti <strong>il</strong> narcotraffico dalle<br />

quali, sostiene <strong>il</strong> Ros, sono emersi gli ‘’enormi <strong>in</strong>teressi’’ dell’organizzazione<br />

nel narcotraffico <strong>in</strong>ternazionale, gestito <strong>in</strong> particolare da V<strong>in</strong>cenzo Barbieri,<br />

l’esponente di spicco della cosca ucciso <strong>in</strong> un agguato a San Calogero nel<br />

marzo scorso. Indag<strong>in</strong>i <strong>in</strong> questa direzione hanno consentito di scovare<br />

operazioni di riciclaggio connesse al reimpiego di questi capitali targati<br />

narcotraffico <strong>in</strong>ternazionale.<br />

Anche l’Umbria è sfiorata dall’operazione, perché i soldi dei “signori della<br />

droga” sono stati <strong>in</strong>vestiti anche qui, nel cuore verde dell’Italia. E poi<br />

anche <strong>in</strong> Calabria, Lazio, Liguria ed Em<strong>il</strong>ia Romagna. I provvedimenti<br />

sono stati emessi dal gip del tribunale di Catanzaro, su richiesta della<br />

procura distrettuale <strong>antimafia</strong>. Quelli che riguardano <strong>il</strong> narcotraffico <strong>in</strong><br />

Umbria sono dati ormai noti, oggetto di molteplici studi. Nell’estate scorsa<br />

si è <strong>in</strong>sediata all’<strong>in</strong>terno del Consiglio regionale umbro una Commissione<br />

regionale d’<strong>in</strong>chiesta ad hoc, per mettere <strong>in</strong>sieme le energie migliori e<br />

affrontare <strong>il</strong> problema delle tossicodipendenze, senza scorciatoie. Già da<br />

più di un anno la Regione ragiona sul tema con esperti del settore, fra


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

loro anche Leopoldo Grosso, vicepresidente del Gruppo Abele di Tor<strong>in</strong>o.<br />

Molte le operazioni che <strong>in</strong> questi anni hanno documentato questo bus<strong>in</strong>ess<br />

che ha trovato <strong>in</strong> Umbria terreno fert<strong>il</strong>e e – ad oggi – cont<strong>in</strong>ua a proliferare<br />

producendo ricavi da capogiro. Un traffico che è sempre meno un affare<br />

italiano, o del centro Italia e sempre più un circuito crim<strong>in</strong>ale di respiro<br />

<strong>in</strong>ternazionale.<br />

Più di dieci anni fa, gli <strong>in</strong>vestigatori coord<strong>in</strong>ati dalla procura di Perugia,<br />

si sono imbattuti <strong>in</strong> un’organizzazione di “trenta presunti narcotrafficanti<br />

che importavano <strong>in</strong>genti quantità di droga dalla Colombia” per venderli<br />

nel capoluogo umbro e poi da li anche <strong>in</strong> altre regioni del Centro – Italia.<br />

L’operazione che all’epoca venne chiamata “Luisa” consentì di <strong>in</strong>dividuare<br />

circa 10 ch<strong>il</strong>i di coca<strong>in</strong>a e <strong>in</strong>tercettare, già <strong>in</strong> quegli anni, la rotta della<br />

droga, che dal Sud America, passando per varie capitali europee, fra le<br />

quali Amsterdam, giungeva <strong>in</strong> Italia. Spesso tramite “donne che facevano<br />

da corrieri, <strong>in</strong>gerendo ovuli di coca<strong>in</strong>a”. Nel maggio dello stesso anno,<br />

l’operazione “W<strong>in</strong>dshear” aveva <strong>in</strong>tercettato una rete di narcotrafficanti<br />

che collegava Calabria, Umbria e Lombardia. Protagoniste, neanche a<br />

dirlo, le ‘ndr<strong>in</strong>e di Mar<strong>in</strong>a di Gioiosa Jonica. L’accusa è di associazione a<br />

del<strong>in</strong>quere di stampo mafioso e commercio di droga e alcuni degli accusati,<br />

riuscivano a coord<strong>in</strong>are l’affare che attraversava anche la regione, dal<br />

carcere di San Vittore.<br />

Non solo narcotraffico <strong>in</strong>ternazionale e della ‘ndrangheta (<strong>in</strong> seguito i due<br />

canali spesso co<strong>in</strong>cideranno) nel 1999 c’era ancora spazio nel mercato del<br />

traffico di droga per i cartelli statunitensi <strong>in</strong> affari con le famiglie sic<strong>il</strong>iane,<br />

quelle di V<strong>il</strong>labate (Palermo), <strong>in</strong> particolare. Poi con <strong>il</strong> passare degli anni,<br />

cambieranno alcune rotte <strong>in</strong>ternazionali del narcotraffico, si rafforzeranno<br />

<strong>in</strong> Italia alcuni canali di <strong>in</strong>gresso e uscita della droga. La coca<strong>in</strong>a, <strong>in</strong><br />

particolare, è diventata <strong>il</strong> bus<strong>in</strong>ess preferito dalle <strong>mafie</strong>, <strong>il</strong> più redditizio. Nel<br />

2004 le cronache fanno registrare un’altra grossa operazione antidroga. Si<br />

tratta della ‘’Columna’’, <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e avviata due anni prima dai carab<strong>in</strong>ieri<br />

che avevano r<strong>in</strong>tracciato sul territorio umbro <strong>il</strong> centro nevralgico di import<br />

di coca<strong>in</strong>a dalla Colombia, previo stoccaggio <strong>in</strong> Spagna. Il viaggio dalla<br />

penisola iberica al cuore verde dell’Italia avveniva attraverso svariati<br />

35


36 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

mezzi, aerei compresi. Durante la conferenza stampa, gli <strong>in</strong>vestigatori<br />

def<strong>in</strong>irono <strong>il</strong> capoluogo umbro come “la base logistica dell’organizzazione.<br />

Qui venivano presi i contatti diretti per l’arrivo della droga ma anche quelli<br />

con personaggi sic<strong>il</strong>iani legati a Cosa nostra, ai quali veniva fornita la<br />

coca<strong>in</strong>a”. “Una complessa struttura organizzata <strong>in</strong> via transnazionale, con<br />

capacità crim<strong>in</strong>ale elegantissima’’, così la def<strong>in</strong>ì <strong>in</strong> chiusura, <strong>il</strong> pm Antonella<br />

Duch<strong>in</strong>i, precisando che era “connotata da caratteristiche mafiose e molti<br />

degli <strong>in</strong>dagati erano timorosi di ritorsioni”.<br />

Il dossier “Numero zero” pubblicato nel 2008 raccontava – fra le altre<br />

cronache – di una rete di commercio di droga che co<strong>in</strong>volgeva Foligno, ma<br />

anche l’Olanda e Castel Volturno. L’operazione “Mol<strong>in</strong>i a vento” aveva<br />

messo a nudo una rete <strong>in</strong>ternazionale del traffico di droga che partiva<br />

dall’Olanda e aveva <strong>il</strong> suo primo term<strong>in</strong>ale <strong>in</strong> terra di Gomorra. Qui la<br />

coca<strong>in</strong>a giungeva <strong>in</strong> treno attraverso due nigeriani che <strong>in</strong>goiavano dai 50<br />

ai 100 ovuli e poi, giunti a dest<strong>in</strong>azione, venivano espulsi e consegnati ad<br />

altri connazionali residenti nella zona; poi la droga proseguiva, con dei<br />

corrieri, alla volta di Perugia ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e Foligno, dove venivano riforniti,<br />

tramite pagamento anticipato, i “pusher” che la distribuivano sul territorio.<br />

Sono dunque reti “bianche” come queste a sostenere un bus<strong>in</strong>ess che non<br />

conosce conf<strong>in</strong>i, né battute d’arresto e che rappresenta <strong>il</strong> più longevo affare<br />

della crim<strong>in</strong>alità organizzata <strong>in</strong> terra umbra.<br />

La piccola regione detiene <strong>il</strong> triste primato, <strong>in</strong> Italia, di morti per overdose:<br />

ogni anno ci sono oltre 2,5 decessi per 100 m<strong>il</strong>a abitanti, un dato quasi tre<br />

volte superiore alla media nazionale. E l’ultima relazione semestrale della<br />

Polizia di stato classifica l’Umbria come la seconda <strong>in</strong> Italia per operazioni<br />

antidroga: 23,73 ogni 100 m<strong>il</strong>a abitanti. Terza dopo la Liguria. Mentre<br />

i sequestri di sostanze stupefacenti registrano un aumento del 675,54%<br />

rispetto al primo semestre del 2009. Sempre secondo le forze dell’ord<strong>in</strong>e,<br />

<strong>il</strong> numero di persone denunciate per violazioni alla legge sugli stupefacenti,<br />

<strong>in</strong> Umbria, è aumentato del 97.19% rispetto al 2009: sono 68 ogni 100<br />

m<strong>il</strong>a abitanti, un record. In Umbria si registra la quota più alta rispetto<br />

a tutte le altre regioni (55,7%) relativa alle persone straniere segnalate<br />

per violazione delle leggi sulla droga. Dall’ultima relazione semestrale


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

antidroga della Polizia di Stato del 2011 (chiusa nel mese di giugno)<br />

risultano 220 le operazioni effettuate <strong>in</strong> Umbria e la regione è collocata<br />

al terzo posto per operazioni antidroga, dopo Lazio e Liguria, <strong>in</strong> rapporto<br />

al numero di abitanti. I sequestri di stupefacenti sono aumentati del 291%.<br />

Un altro triste primato della regione è quello delle morti per overdose. E<br />

questo non accenna a dim<strong>in</strong>uire dal 2007 ad oggi. I decessi per droga, <strong>in</strong><br />

Umbria, avvengono soprattutto nella prov<strong>in</strong>cia di Perugia (nel 2007, 32 su<br />

38 totali); (fonte: Processo legislazione e Studi del Consiglio regionale). Poi<br />

ci sono i dati del Sert a raccontare <strong>il</strong> resto: nel 2006 3.418, l’80% uom<strong>in</strong>i,<br />

età media è di 32 anni per lo più dipendenti da ero<strong>in</strong>a. Più della metà delle<br />

persone <strong>in</strong> carico al Sert ha un lavoro, <strong>il</strong> 31% ha un’istruzione superiore<br />

e circa <strong>il</strong> 7% sono studenti universitari. E ancora, dopo le cifre, ci sono i<br />

movimenti delle <strong>mafie</strong> dietro <strong>il</strong> narcotraffico a tracciare <strong>il</strong> percorso seguito,<br />

a Perugia, come Terni, Foligno, Spoleto, dalle organizzazioni che dall’<br />

Italia gestiscono <strong>il</strong> traffico, <strong>in</strong>crociando le rotte <strong>in</strong>ternazionali di droga.<br />

Numerose sono le ragioni che hanno portato qui, nella terra dei tartufi e<br />

del cioccolato, fra le quali anche una certa predisposizione geografica ad<br />

accogliere e nascondere, <strong>in</strong> una regione poco collegata al resto dell’Italia,<br />

meno esposta. Una terra che contiene e smista quella <strong>in</strong> cui ad amm<strong>in</strong>istrare<br />

questo commercio, che solo per la coca<strong>in</strong>a è pari a 446 ch<strong>il</strong>i annui venduti,<br />

da tempo sono direttamente le <strong>mafie</strong> straniere con la collaborazione della<br />

camorra e della ‘ndrangheta.<br />

Quest’ultima - come sottol<strong>in</strong>eava la dettagliata relazione della Commissione<br />

parlamentare <strong>antimafia</strong> presieduta da Francesco Forgione - con la sua<br />

struttura cap<strong>il</strong>lare è ormai player unico del traffico <strong>in</strong>ternazionale di droga.<br />

Ma le ‘ndr<strong>in</strong>e non stanno a guardare. Se dalle ultime operazioni della Dda<br />

risulta ancora saldamente <strong>in</strong> mano alla camorra <strong>il</strong> traffico della coca<strong>in</strong>a,<br />

va alle “jo<strong>in</strong> - venture” calabro – albanesi <strong>il</strong> resto del narcotraffico, coca<strong>in</strong>a<br />

compresa. L’Umbria dunque è ormai diventata <strong>il</strong> salotto del commercio<br />

a dettaglio di sostanze stupefacenti. Ed è fra le righe della relazione della<br />

Direzione nazionale <strong>antimafia</strong> che troviamo la conferma di un dato che<br />

gli addetti ai lavori segnalano da tempo: “l’aumento generalizzato del<br />

consumo anche per <strong>il</strong> sopraggiungere degli assuntori da regioni limitrofi”<br />

37


38 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

- provocato come - sottol<strong>in</strong>ea <strong>il</strong> magistrato Antonella Duch<strong>in</strong>i della Dda di<br />

Perugia - “dalla presenza su uno stesso territorio di diverse organizzazioni<br />

crim<strong>in</strong>ali con <strong>il</strong> risultato di un abbassamento del prezzo complessivo della<br />

droga” (Corso di Legislazione <strong>antimafia</strong> - Perugia, apr<strong>il</strong>e 2008). In breve,<br />

se una dose di un grammo di coca<strong>in</strong>a costa <strong>in</strong> media 70 – 80 euro, nel<br />

capoluogo umbro può scendere s<strong>in</strong>o al 10 % <strong>in</strong> meno a causa della presenza<br />

di più <strong>mafie</strong> che si contendono <strong>il</strong> prezzo con i grossisti e applicano la regola<br />

del m<strong>in</strong>imo ribasso nel commercio a dettaglio per assicurarsi gli acquirenti.<br />

Sono questi numeri qu<strong>in</strong>di che garantiscono l’affaire droga <strong>in</strong> Umbria per<br />

tutti i partner <strong>in</strong>ternazionali che qui gestiscono una rete che restituisce,<br />

con <strong>il</strong> m<strong>in</strong>imo rischio, un capitale ut<strong>il</strong>e da re<strong>in</strong>vestire, talvolta legalmente,<br />

<strong>in</strong> altre attività che sul territorio nascono e si sv<strong>il</strong>uppano: dagli agriturismi,<br />

agli appalti pubblici, dalle attività commerciali, alle imprese ed<strong>il</strong>i.<br />

La rotta umbra delle droghe<br />

Oasi e vie dello spaccio nella Perugia universitaria controllate da albanesi e<br />

magreb<strong>in</strong>i. Carichi di droga che arrivano <strong>in</strong> Italia dal Nord ovest (Coca<strong>in</strong>a)<br />

da Est (ero<strong>in</strong>a afgana) da Sud (hashish) raggiungono <strong>il</strong> capoluogo umbro<br />

attraverso la via del Nord (Lombardia) quella del Sud (Lazio) e quella del<br />

litorale est (Romagna). Due i corridoi ideali <strong>in</strong> questi anni per <strong>il</strong> viaggio verso<br />

la pr<strong>in</strong>cipiale piazza umbra delle droghe: quella su rotaie e quella, meno<br />

sospettata, aerea. Le ‘ndr<strong>in</strong>e e la mafia albanese primeggiano nel controllo<br />

di questi viaggi ma per la coca<strong>in</strong>a <strong>in</strong> particolare è la mafia nigeriana, che<br />

trasporta la droga normalmente <strong>in</strong> piccoli quantitativi affidati a corrieri,<br />

anche ai cosiddetti, “corrieri <strong>in</strong>goiatori”.<br />

La via ferroviaria rimane la più diffusa sebbene non così sicura poiché i<br />

controlli sui regionali che dalla Lombardia si dirigono <strong>in</strong> Toscana e poi<br />

nel nodo di Terontola <strong>in</strong>crociano Perugia, sono aumentati. Nel 2007 le<br />

persone segnalate alle autorità giudiziarie sono <strong>il</strong> 25, 54% <strong>in</strong> più del 2006<br />

(565 persone segnalate, 237 per <strong>il</strong> reato associativo). Nel primo semestre del


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

2011 sono stati 365 quelli segnalati all’autorità giudiziaria. Di questi 334 per<br />

traffico <strong>il</strong>lecito e 38 per organizzazione f<strong>in</strong>alizzata al narcotraffico. 292 sono<br />

state tratte <strong>in</strong> arresto e 73 sono tutt’ora <strong>in</strong> libertà. Questi gli ultimi numeri<br />

ma è la via aerea, ad aver <strong>in</strong> passato <strong>in</strong>curiosito i narcotrafficanti. Il piccolo<br />

scalo aeroportuale di Sant Egidio, che da poco ospita due voli low cost della<br />

compagnia aerea Rayan air, s<strong>in</strong>o a qualche anno fa era solo un aeroporto<br />

di nicchia, privo del controllo doganale e dedito ai voli da e per la capitale<br />

dell’economia: M<strong>il</strong>ano. Punto franco nel territorio umbro nel quale non si<br />

esclude che avvengano e siano avvenuti, scambi, trasporti e ripartenze di<br />

traffici <strong>il</strong>leciti targati ‘ndrangheta e mafia albanese, pr<strong>in</strong>cipalmente – come<br />

conferma <strong>il</strong> magistrato Antonella Duch<strong>in</strong>i (Perugia, Corso di legislazione<br />

<strong>antimafia</strong> - apr<strong>il</strong>e 2008). Le operazioni antidroga condotte nell’ultimo anno<br />

dalla procura di Perugia hanno fornito un identikit delle <strong>mafie</strong> impegnate a<br />

sfruttare e rafforzare la rete del narcotraffico, dentro un territorio - per così<br />

dire - tradizionalmente a basso tasso di mafiosità,.<br />

La “Sigfried2” dell’agosto 2006 ha consentito <strong>il</strong> sequestro di circa 9 kg<br />

di coca<strong>in</strong>a ed ero<strong>in</strong>a e l’arresto di 32 trafficanti di stupefacenti che<br />

importavano la droga da una rotta che passava da cellule stanziate <strong>in</strong><br />

Olanda e Germania. “Sweet-baby” e la “Magbara” hanno portano <strong>in</strong><br />

carcere narcotrafficanti alla ricerca di un prezzo concorrenziale, al ribasso<br />

con <strong>il</strong> quale avere <strong>il</strong> monopolio dello spaccio nel perug<strong>in</strong>o. E’ <strong>il</strong> gruppo<br />

magreb<strong>in</strong>o quello che meglio è entrato <strong>in</strong> affari con le <strong>mafie</strong> italiane, nella<br />

vendita al m<strong>in</strong>uto, ovvero lo spaccio. Nel 2005 un bar del centro storico,<br />

<strong>in</strong> mano a prestanome di una cosca di Cirò Mar<strong>in</strong>a, chiude i battenti<br />

poco dopo aver aperto e ristrutturato i propri locali. I proprietari sono<br />

due giovani ragazzi dall’aria <strong>in</strong>sospettab<strong>il</strong>e. A loro, tunis<strong>in</strong>i pagavano <strong>il</strong><br />

pizzo per poter ut<strong>il</strong>izzare quel locale come base per lo scambio di droga<br />

o altro. Piccoli fatti, nascosti fra le cronache raccontate o mai rese note<br />

sono testimonianza di un sistema che accoglie e <strong>in</strong>clude la presenza di<br />

un bus<strong>in</strong>ess <strong>in</strong> mano alle <strong>mafie</strong> straniere e alla ‘ndrangheta. Anche <strong>il</strong><br />

capoluogo, percorso a piedi o <strong>in</strong> auto, racconta molto di questo traffico di<br />

droga e dei suoi gesti rituali: è sul tardo pomeriggio o a metà serata che <strong>in</strong><br />

città ci si dirige verso via della Viola, le strad<strong>in</strong>e laterali di via dei Priori,<br />

39


40 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

le zone <strong>in</strong>dustriali e periferiche che dalla stazione ferroviaria si aprono<br />

verso via Settevalli <strong>in</strong> cerca di “roba”, li <strong>in</strong> quelle che sono ormai “le vie<br />

dello spaccio”; dove i controlli non arrivano, dove la vendita al dettaglio<br />

è un affare rapido e <strong>in</strong> qualche modo beneficia anche della copertura di<br />

chi, da cliente, la droga la compra. «Il traffico di droga – dichiara <strong>il</strong><br />

procuratore Fausto Cardella - è da sempre <strong>il</strong> primo fra gli affari della <strong>mafie</strong><br />

<strong>in</strong> Umbria, e se considera la massiccia presenza di giovani, studenti per<br />

esempio, che <strong>in</strong> questa regione affluisce rispetto ad altre, si capisce come <strong>il</strong><br />

fenomeno sia diffic<strong>il</strong>e da contrastare sotto più di un prof<strong>il</strong>o: da prevenzione<br />

a spaccio di droga». «Le <strong>mafie</strong> sfruttano le occasioni di guadagno che si<br />

presentano – commenta <strong>Libera</strong> Umbria - Qualunque esse siano. Dove<br />

c’è da guadagnare cercano di ritagliarsi una fetta importante della torta:<br />

armi, appalti, estorsioni, ed<strong>il</strong>izia ecc. In Umbria è successo esattamente<br />

quello che è successo nelle altre regioni italiane» - rispetto alle quali però<br />

l’Umbria ha un primato che per le <strong>mafie</strong> è s<strong>in</strong>onimo di guadagno sicuro<br />

e mercato <strong>in</strong> espansione. E <strong>in</strong> Umbria, per alcuni anni, anche Leopoldo<br />

Grosso, vicepresidente del Gruppo Abele di Tor<strong>in</strong>o, psicologo e esperto del<br />

settore ha lavorato per capire come mettere un freno ai dati che portano,<br />

soprattutto <strong>il</strong> capoluogo, ai primi posti <strong>in</strong> classifica per <strong>il</strong> narcotraffico, le<br />

morti di overdose e le dipendenze.<br />

«Abbiamo provato, <strong>in</strong>sieme alla Regione a promuovere anche <strong>in</strong> Umbria<br />

– dichiara Grosso – <strong>in</strong>terventi sim<strong>il</strong>i a quelli già messi <strong>in</strong> atto qui <strong>in</strong><br />

Piemonte. Luoghi di accoglienza, tentativi di <strong>in</strong>contrare le persone<br />

dipendenti direttamente sulla strada e prenderci cura di loro. La situazione<br />

dell’Umbria, sotto questo aspetto, almeno s<strong>in</strong>o a tre anni fa era complessa.<br />

A Perugia – cont<strong>in</strong>ua Grosso – c’è un traffico di droga che ha carattere<br />

<strong>in</strong>terregionale ma anche <strong>in</strong>ternazionale. E <strong>in</strong> quegli anni di lavoro ci<br />

accorgemmo – cont<strong>in</strong>ua Grosso – che <strong>il</strong> sistema del traffico di droga era<br />

gestito a vari livelli da organizzazioni crim<strong>in</strong>ali differenti: quelle straniere<br />

si occupavano del commercio <strong>in</strong> città, mentre la camorra aveva <strong>il</strong> controllo<br />

<strong>in</strong> senso ampio del mercato. Probab<strong>il</strong>mente non da sola». I dati nazionali,<br />

e si ripropongono anche <strong>in</strong> Umbria con d<strong>in</strong>amiche sim<strong>il</strong>i, sottol<strong>in</strong>eano<br />

anche un ritorno all’uso dell’ero<strong>in</strong>a, anche fra i più giovani. Vari studi di


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

settore anche <strong>in</strong> Umbria, confermano questa tendenza e anche Leopoldo<br />

Grosso afferma «<strong>il</strong> ritorno all’uso di ero<strong>in</strong>a è già un dato noto da anni.<br />

Oggi però è riapparsa sul mercato sotto forma di “droga da fumare”. Ma<br />

poi si prosegue con l’assunzione <strong>in</strong> vena, come sempre. Ci aspettavamo –<br />

conclude Grosso – questa <strong>in</strong>versione di tendenza sul mercato delle droghe,<br />

poiché <strong>il</strong> tutto è strettamente collegato alla grande produzione di droga <strong>in</strong><br />

arrivo dall’Afghanistan». Le vie del centro e le periferie del capoluogo non<br />

sono ancora quartieri dello spaccio, ovviamente, sono però luoghi dove<br />

la morte e la dipendenza si vende sui grad<strong>in</strong>i dei portoni, sotto <strong>il</strong> fresco<br />

delle mura dell’acropoli. Tutti percorsi consolidati che rappresentano una<br />

fotografia del bus<strong>in</strong>ess che ha nel numero di decessi e di affluenza ai Sert<br />

della città l’ altra faccia drammatica della morte che le <strong>mafie</strong> gestiscono<br />

con solida dis<strong>in</strong>voltura. Per quel che riguarda la zona del ternano, <strong>il</strong><br />

procuratore Fausto Cardella, dichiara: «c’è una pluralità di soggetti<br />

co<strong>in</strong>volti nel traffico di droga, stranieri e italiani. Fra questi ultimi, a Terni,<br />

non ho la percezione della presenza di organizzazioni crim<strong>in</strong>ali come la<br />

camorra, al momento. Non vorrei peccare di ottimismo; la camorra avrà i<br />

suoi canali ma non possiamo dire che gestisca <strong>il</strong> traffico degli stupefacenti<br />

su quel territorio. Ci sono una pluralità di fonti di approvvigionamento ma<br />

non una egemonia».<br />

Prostituzione, alle <strong>mafie</strong> <strong>il</strong> controllo dell’offerta<br />

L’acropoli umbra vive la notte come un rito senza storia. Il mondo perug<strong>in</strong>o<br />

dei locali notturni, ha un fasc<strong>in</strong>o particolare per molti universitari, italiani<br />

e stranieri e per molti giovani che vivono nei paesi al conf<strong>in</strong>e con le Marche<br />

e che scelgono Perugia per trascorrere <strong>il</strong> loro sabato sera “fuori”. Dentro<br />

la notte del capoluogo però <strong>in</strong>contriamo altri affari delle <strong>mafie</strong>. Giovani<br />

acquistate al mercato clandest<strong>in</strong>o e portate qui dove connazionali avevano<br />

<strong>in</strong>tuito che, fra un campan<strong>il</strong>e e una sede del partito rosso, ci sarebbe stato<br />

spazio per un bus<strong>in</strong>ess che per sua natura diffic<strong>il</strong>mente conosce periodi di<br />

41


42 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

crisi: la prostituzione. In Umbria questo affare è gestito pr<strong>in</strong>cipalmente<br />

dalle <strong>mafie</strong> albanesi, troppo spesso concordato con clienti e proprietari<br />

di locali notturni perug<strong>in</strong>i, compiacenti o nel peggiore dei casi complici<br />

anche nella tratta oltre che nello sfruttamento delle ragazze. Dichiara<br />

la Dna “la crim<strong>in</strong>alità albanese si giova del collegamento operativo <strong>in</strong>staurato con<br />

i titolari di night-club al cui <strong>in</strong>terno le donne si prostituiscono. In alcuni casi si è<br />

arrivati ad una vera e propria cogestione da parte delle <strong>mafie</strong> albanesi dei locali notturni<br />

di proprietà dei perug<strong>in</strong>i, spesso <strong>in</strong> ottenimento dell’affidamento del servizio d’ord<strong>in</strong>e<br />

oltreché della prestazione delle ragazze”. E non ci vuole molto a capire che <strong>il</strong><br />

fenomeno è visib<strong>il</strong>mente <strong>in</strong> aumento ma - dichiara <strong>il</strong> procuratore Fausto<br />

Cardella - «l’attività di contrasto è costante ed elevata. Si sono verificati<br />

nuovi fattori sul versante della prostituzione come l’aumento del numero di<br />

immigrati e clandest<strong>in</strong>i, ma ad esempio nel ternano, <strong>il</strong> fenomeno è ad oggi<br />

sotto controllo. Nel perug<strong>in</strong>o ci sono stati <strong>in</strong>terventi mirati a colpire alcune<br />

zone e <strong>il</strong> risultato è stato che prostitute e protettori si spostano da una zona<br />

all’altra. Dunque si può avere l’impressione che <strong>il</strong> fenomeno sia avanzato<br />

<strong>in</strong> città - sottol<strong>in</strong>ea <strong>il</strong> procuratore - mentre <strong>in</strong>vece spesso questo è solo <strong>il</strong><br />

risultato di un maggior controllo nelle aree periferiche».<br />

Basta fare un giro per <strong>il</strong> capoluogo, <strong>in</strong>fatti, per scoprire che la l<strong>in</strong>ea che le<br />

relegava nelle zone <strong>in</strong>dustriali della città e nelle periferie sembra avanzata<br />

tanto da entrare all’<strong>in</strong>terno della città, anche <strong>in</strong> r<strong>in</strong>omate e rispettate zone<br />

residenziali. La domanda è costante tanto quanto <strong>il</strong> denaro sporco che la<br />

mafia albanese e italiana consegna alle organizzazioni che trafficano esseri<br />

umani. I soldi che sono usati per comprare ragazze, droga e locali notturni,<br />

una volta diventato denaro ripulito ritorna alla <strong>mafie</strong>. La mala locale è<br />

parte attiva <strong>in</strong> questo bus<strong>in</strong>ess, lo gestisce e ne alimenta la diffusione. Ci<br />

sono state operazioni della polizia come, “Girasole” e la “Alba nera”, che<br />

nel novembre 2006 ha sgom<strong>in</strong>ato un’associazione a del<strong>in</strong>quere capeggiata<br />

da albanesi che m<strong>in</strong>acciavano, usavano violenza e sfruttavano connazionali<br />

e altre ragazze clandest<strong>in</strong>e costr<strong>in</strong>gendole a prostituirsi. In altre piccole<br />

operazioni si è riscontrata la presenza delle <strong>mafie</strong> africane, <strong>in</strong> particolare<br />

nigeriane, magreb<strong>in</strong>e e della Costa d’Avorio, gruppi fra i più numerosi<br />

ed <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trati nel tessuto crim<strong>in</strong>ale umbro che tendono a mantenere nel


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

capoluogo una sorta di “basso prof<strong>il</strong>o” cercando di <strong>in</strong>tegrarsi nella<br />

comunità, nella quale sono fra l’altro <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua espansione e manifestano<br />

grande elasticità nella gestione dei traffici con i paesi di orig<strong>in</strong>e. Nel febbraio<br />

del 2007 i carab<strong>in</strong>ieri del comando prov<strong>in</strong>ciale di Perugia sono <strong>in</strong>tervenuti<br />

mettendo f<strong>in</strong>e ad un traffico <strong>in</strong>ternazionale di esseri umani e riduzione<br />

<strong>in</strong> schiavitù con sfruttamento della prostituzione che co<strong>in</strong>volgeva diverse<br />

regioni del centro – Italia emettendo 21 ord<strong>in</strong>anze di custodia cautelare.<br />

I provvedimenti dell’operazione “One way” sono stati disposti dal gip di<br />

Perugia su richiesta del pubblico m<strong>in</strong>istero della Direzione distrettuale<br />

<strong>antimafia</strong>. E proprio <strong>il</strong> magistrato, <strong>in</strong> forza alla procura perug<strong>in</strong>a da molti<br />

anni, <strong>il</strong> 21 marzo scorso, <strong>in</strong>tervenuta nel dibattito che si è tenuto durante<br />

la “Giornata della Memoria e dell’Impegno” <strong>in</strong> ricordo delle vittime<br />

delle <strong>mafie</strong>, ha sottol<strong>in</strong>eato: «Le <strong>mafie</strong> operano ormai <strong>in</strong> una dimensione<br />

globalizzata ed <strong>in</strong>ternazionale e sono presenti e ramificate ovunque, con<br />

evidenti <strong>in</strong>teressi nei settori della prostituzione, della droga, dello sbarco<br />

degli immigrati.<br />

Questo e’ vero anche per l’Umbria che non e’ più l’isola felice citata ancora<br />

da qualcuno». «In questo terrorizzante scenario <strong>in</strong>ternazionale, l’Umbria<br />

- ha cont<strong>in</strong>uato - <strong>in</strong> quanto considerata dalle stesse organizzazioni mafiose<br />

un territorio appetib<strong>il</strong>e perché non a rischio, al pari della bassa Toscana<br />

e’ diventata meta f<strong>in</strong>ale della tratta degli esseri umani: qui vengono<br />

concentrati elementi pericolosi veri e propri crim<strong>in</strong>ali per organizzare, ad<br />

esempio, la prostituzione sulle strade».<br />

I dati cui fa riferimento <strong>il</strong> magistrato di Perugia da anni impegnata <strong>in</strong> queste<br />

<strong>in</strong>chieste delicate nel capoluogo, emergono da uno studio realizzato e reso<br />

noto dall’Università di Trento e consegnano alla piccola regione un altro<br />

pesante primato, quello della tratta degli esseri umani. Anche la Direzione<br />

nazionale <strong>antimafia</strong> segnala la gravità della situazione <strong>in</strong> Umbria, nella<br />

relazione annuale per <strong>il</strong> distretto umbro si legge, <strong>in</strong>fatti: “la crim<strong>in</strong>alità<br />

albanese si giova del collegamento operativo <strong>in</strong>staurato con i titolari di night-club al<br />

cui <strong>in</strong>terno le donne si prostituiscono. In alcuni casi si è arrivati ad una vera e propria<br />

cogestione da parte delle <strong>mafie</strong> albanesi dei locali notturni di proprietà dei perug<strong>in</strong>i,<br />

spesso <strong>in</strong> ottenimento dell’affidamento del servizio d’ord<strong>in</strong>e oltreché della prestazione delle<br />

43


44 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

ragazze”.<br />

Ma questo fenomeno, ancora più complesso da r<strong>in</strong>tracciare con le<br />

normative vigenti sia <strong>in</strong> materia di cittad<strong>in</strong>anza (per le ragazze migranti<br />

con <strong>il</strong> reato di clandest<strong>in</strong>ità è molto raro riuscire a rimanere con <strong>il</strong> permesso<br />

di soggiorno <strong>in</strong> regola – ci spiega Stella Cerasa, della Caritas di Perugia)<br />

sia di riciclaggio. I soldi che sono usati per comprare ragazze, droga e<br />

locali notturni, una volta diventato denaro ripulito, <strong>in</strong>fatti, ritorna alla<br />

<strong>mafie</strong>. Spesso senza lasciare traccia. La mala locale è parte attiva <strong>in</strong> questo<br />

bus<strong>in</strong>ess, lo gestisce e ne alimenta la diffusione. Ci sono state operazioni<br />

della polizia come, “Girasole” o “Alba nera”, che hanno sgom<strong>in</strong>ato<br />

un’associazione a del<strong>in</strong>quere capeggiata da albanesi che m<strong>in</strong>acciavano,<br />

usavano violenza e sfruttavano connazionali e altre ragazze clandest<strong>in</strong>e<br />

costr<strong>in</strong>gendole a prostituirsi. In altre piccole operazioni si è riscontrata la<br />

presenza delle <strong>mafie</strong> africane, <strong>in</strong> particolare nigeriane, magreb<strong>in</strong>e e della<br />

Costa d’Avorio, gruppi fra i più numerosi ed <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trati nel tessuto crim<strong>in</strong>ale<br />

umbro che tendono a mantenere nel capoluogo una sorta di “basso<br />

prof<strong>il</strong>o” cercando di <strong>in</strong>tegrarsi nella comunità, nella quale sono fra l’altro<br />

<strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua espansione e manifestano grande elasticità nella gestione dei<br />

traffici con i paesi di orig<strong>in</strong>e.<br />

Storie di <strong>mafie</strong> <strong>in</strong>visib<strong>il</strong>i<br />

“Avevo solo 17 anni quando sono stata condotta <strong>in</strong> Italia da un parente di<br />

mia madre che aveva promesso di trovarmi un lavoro. Diceva che sarebbe<br />

stato fac<strong>il</strong>e per me, per noi, mettere <strong>in</strong>sieme i soldi per poi tornare nel mio<br />

paese e ricom<strong>in</strong>ciare una vita migliore”. Era solo una scelta temporanea, “si<br />

è trasformato <strong>in</strong> un <strong>in</strong>ferno”, lasciandole solo una gran voglia di scappare<br />

da qui. Queste parole ce le sussurra con diffidenza e <strong>in</strong> uno stentato italiano<br />

misto ad altri idiomi nel 2008 Ir<strong>in</strong>a (<strong>il</strong> nome è di fantasia e l’<strong>in</strong>tervista<br />

è r<strong>il</strong>asciata <strong>in</strong> occasione del primo lavoro di approfondimento <strong>in</strong>titolato<br />

“Numero Zero”) <strong>in</strong>contrata <strong>in</strong> un cort<strong>il</strong>e esterno alle palazz<strong>in</strong>e residenziali


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

del perug<strong>in</strong>o, risultato dello spostamento della l<strong>in</strong>ea di prostituzione verso<br />

l’<strong>in</strong>terno della città.<br />

Lo fa dal suo spazio, quello che gli anni assegnato, perché c’è stata una<br />

sorta di divisione <strong>in</strong> aree di “battuta”. Nonostante questa vita le abbia<br />

tristemente rese tutte uguali agli occhi del passante, Ir<strong>in</strong>a ha ancora lo<br />

sguardo di chi, con la testa, è libera, è <strong>in</strong> un altro luogo. Non abbiamo<br />

potuto chiedere di più (alcuni sguardi furtivi <strong>in</strong>torno ci hanno fatto capire<br />

che da qualche parte colui che li le ha messe, cont<strong>in</strong>ua ad osservarne<br />

l’operato) non abbiamo voluto (<strong>il</strong> tempo per loro è stab<strong>il</strong>ito dalla notte e<br />

dai clienti). Di lei dunque sappiamo solo che viene dalla Nigeria e che la<br />

“vita” la conduce fra i marciapiedi di Madonna Alta e quelli di Fontivegge<br />

e solo di rado <strong>il</strong> suo “gestore” la porta <strong>in</strong> un locale notturno poco fuori<br />

Perugia (forse un night) per alcune serate. Le chiediamo se sa di altri uom<strong>in</strong>i<br />

co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> questo affare, se <strong>il</strong> suo capo dipende da qualcun altro e se<br />

questo qualcuno è italiano. Lei risponde che non sa nulla, con molta fretta<br />

ed un pizzico di dolorosa ironia ci dice che i suoi aguzz<strong>in</strong>i sono nigeriani e<br />

albanesi (un dato strano poiché nel mercato della prostituzione dovrebbero<br />

essere concorrenti) ma che italiani sono tutti i suoi “clienti”, umbri ci tiene<br />

a precisare, come se ormai di quel popolo della notte sapesse davvero di più<br />

di quanto di giorno possa scoprire su fatti cont<strong>in</strong>genti che la riguardano, e<br />

fra gli altri, anche: chi ha <strong>in</strong> mano <strong>il</strong> suo documento d’identità.<br />

Le <strong>mafie</strong> nel capoluogo perug<strong>in</strong>o le abbiamo <strong>in</strong>contrate anche così nel<br />

primo viaggio nel “numero zero” delle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose ed è ancora quel<br />

bus<strong>in</strong>ess che nell’altra Umbria, con tecniche mafiose ruba l’aria e pers<strong>in</strong>o<br />

la parola, rendendo omertose e complici anche le sue vittime esattamente<br />

come fanno i mafiosi nei quartieri di Palermo attraverso <strong>il</strong> pizzo. Storie<br />

come quella Ir<strong>in</strong>a sono frequenti nel capoluogo e la giornalista de “Il<br />

Messaggero – Umbria”, Vanna Ugol<strong>in</strong>i, ha racchiuso <strong>in</strong> un libro “Tania<br />

e le altre” la tragica vicenda di Tania Bogus, diciassettenne moldava,<br />

giunta <strong>in</strong> Italia a sedici anni e mezzo, f<strong>in</strong>ita nelle mani brutali e spietate<br />

di un albanese che divenne prima <strong>il</strong> suo sfruttatore e poi <strong>il</strong> suo aguzz<strong>in</strong>o.<br />

Costretta a lavorare <strong>in</strong> un night e poi per strada, la ragazza cercò <strong>in</strong> ogni<br />

modo di ribellarsi a quel dest<strong>in</strong>o <strong>in</strong>iziato già nel suo paese con uno stupro<br />

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46 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

ad opera degli uom<strong>in</strong>i che la portarono <strong>in</strong> Umbria.<br />

Dopo averla r<strong>in</strong>chiusa <strong>in</strong> una stanza d’albergo per mesi durante i quali<br />

venne sistematicamente picchiata per conv<strong>in</strong>cerla ad essere la loro<br />

schiava, l’albanese la massacrò con 23 martellate <strong>in</strong> testa. Sentita da<br />

<strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong> conferma la situazione attuale nella quale versano le<br />

ragazze che da tempo segue, conosce e racconta <strong>in</strong> articoli e reportage. Al<br />

giornalista Claudio Lattanzi, autore del primo libro sulle <strong>mafie</strong> <strong>in</strong> Umbria,<br />

ha r<strong>il</strong>asciato una <strong>in</strong>teressante <strong>in</strong>tervista che riproponiamo perché spiega <strong>il</strong><br />

fenomeno nella sua complessità, senza semplificazioni, né stereotipi. «Un<br />

altro settore sul quale le organizzazione malavitose straniere mantengono<br />

una presa ferrea è quello della prostituzione e del traffico di donne, spesso<br />

giovanissime e non di rado, m<strong>in</strong>orenni – afferma la Ugol<strong>in</strong>i. Questo ambito<br />

è notoriamente di competenza degli albanesi e dei rumeni che gestiscono<br />

la prostituzione di strada. Anche <strong>in</strong> questo caso però le connessioni con la<br />

malavita italiana sono molto strette ed <strong>il</strong> punto di contatto è spesso costituito<br />

dai night club <strong>in</strong> cui si <strong>in</strong>contrano gli italiani che gestiscono questi locali e<br />

gli stranieri che controllano e sfruttano le ragazze.<br />

Frequentemente gli affari si <strong>in</strong>trecciano e i ruoli si sovrappongono, non<br />

solo perché gli albanesi si occupano della sicurezza dei night, ma anche<br />

perché a volte diventano soci di fatto nella conduzione dei locali e nella<br />

gestione delle donne. La situazione è molto difforme tra le due prov<strong>in</strong>ce,<br />

con <strong>il</strong> ternano che sembra attualmente sotto controllo dopo che, nell’ultimo<br />

triennio, sono stati sequestrati qu<strong>in</strong>dici appartamenti e arrestate undici<br />

persone mentre <strong>il</strong> perug<strong>in</strong>o presenta una realtà <strong>in</strong> pieno fermento <strong>in</strong><br />

cui ai blitz e alle retate delle forze dell’ord<strong>in</strong>e <strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ate zone della<br />

periferia corrisponde sempre uno spostamento cont<strong>in</strong>uo <strong>in</strong> altre aree di<br />

prostitute e protettori. La prostituzione a Perugia è anche <strong>in</strong> appartamento<br />

e, ora, è tornata per le strade dato che si sono allentati i controlli che erano<br />

scattati <strong>in</strong> seguito al decreto Carfagna». «F<strong>in</strong>o a questo momento non ci<br />

sono segnali che <strong>il</strong> denaro guadagnato dal racket con lo sfruttamento della<br />

prostituzione sia re<strong>in</strong>vestito <strong>in</strong> Italia né tantomeno <strong>in</strong> Umbria - cont<strong>in</strong>ua.<br />

Le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i hanno dimostrato che <strong>il</strong> denaro viene <strong>in</strong> parte re<strong>in</strong>vestito per <strong>il</strong><br />

mantenimento dell’organizzazione (case, auto, spese legali) <strong>in</strong> parte viene


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

dest<strong>in</strong>ato al mercato della droga e, ancora, <strong>in</strong> attività economiche nei paesi<br />

d’orig<strong>in</strong>e da cui provengono gli sfruttatori.<br />

Le cronache fanno emergere una realtà fatta di degrado, violenze ed<br />

um<strong>il</strong>iazioni quotidiane con sequestri di persona, stupri e m<strong>in</strong>acce che<br />

costituiscono gli strumenti abituali con i quali albanesi e rumeni mantengono<br />

<strong>il</strong> controllo sulle ragazze. Il mercato del sesso implica lo sfruttamento anche<br />

dei transessuali come dimostrò l’operazione messa a segno dalla polizia<br />

nel 2008 quando venne scoperta un’organizzazione che faceva arrivare<br />

dal Bras<strong>il</strong>e sia transessuali che giovani donne, tra cui alcune poco più che<br />

qu<strong>in</strong>dicenni, facendoli transitare per l’Ungheria <strong>in</strong> aereo e poi trasferiti <strong>in</strong><br />

Umbria <strong>in</strong> treno o <strong>in</strong> pullman. Per lavorare sul marciapiede veniva imposta<br />

loro una sorta di tassa che poteva arrivare anche a trem<strong>il</strong>a euro ed una<br />

somma fissa di cento euro al mese. Per chi provava a sottrarsi al pagamento<br />

era pronta una squadra di picchiatori che <strong>in</strong>terveniva per riprist<strong>in</strong>are <strong>il</strong><br />

corretto funzionamento dell’organizzazione». Nell’<strong>in</strong>tervista la giornalista<br />

approfondisce i vari aspetti di un fenomeno che non conosce crisi.<br />

Quali dimensioni assume <strong>in</strong> Umbria <strong>il</strong> mercato dello sfruttamento sessuale?<br />

In questi anni sono successe tante cose. Il mercato dello sfruttamento della<br />

prostituzione è cambiato, anche <strong>in</strong> Umbria, si è adeguato, anticipando,<br />

addirittura i provvedimenti legislativi di cui si stava parlando nel dibattito<br />

politico, ha co<strong>in</strong>volto maggiormente le ragazze nei meccanismi del racket,<br />

ha sciolto le grandi bande, feroci ma troppo visib<strong>il</strong>i e <strong>in</strong>gombranti, per<br />

trasformarsi <strong>in</strong> un mercato diffuso, flessib<strong>il</strong>e, che sposta le ragazze da una<br />

città all’altra e che ut<strong>il</strong>izza tutte le debolezze e le complicità della società<br />

civ<strong>il</strong>e. Ma se la violenza ha assunto forme diverse non è certo placata. In<br />

questi anni, <strong>in</strong> Umbria, ci sono state altre donne vittime del racket. E’ stata<br />

uccisa nel 2007 Ana Maria che aveva vent’anni e un bamb<strong>in</strong>o di c<strong>in</strong>que,<br />

<strong>in</strong> Romania. E’ stata trovata <strong>in</strong> un appartamento di Perugia con un laccio<br />

al collo. Era f<strong>in</strong>ita <strong>in</strong> una storia di sfruttamento della prostituzione e anche<br />

di droga. E’ così che, oggi, <strong>il</strong> racket spariglia le carte, confonde i conf<strong>in</strong>i del<br />

bene e del male: Ana era una vittima del racket ma ne era anche diventata<br />

complice. Tre anni fa, è stata la volta di N<strong>il</strong>de Beatriz, sudamericana. N<strong>il</strong>de<br />

rappresenta un’altra faccia dello sfruttamento della prostituzione oggi.<br />

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48 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

N<strong>il</strong>de non era una baby prostituta, era una donna, aveva 46 anni e, <strong>in</strong><br />

Spagna, un ex marito e tre figli. Di lei si sa pochissimo perché era arrivata<br />

a Perugia da poco, perché sembra che ancora non avesse uno sfruttatore<br />

e che proprio per questo abbia pagato con la vita. E’ morta anche lei <strong>in</strong><br />

maniera atroce con <strong>il</strong> colpo di una lama al cuore e poi schiacciata dall’auto<br />

<strong>in</strong> fuga del suo o dei suoi assass<strong>in</strong>i. N<strong>il</strong>de è lungamente rimasta <strong>in</strong> una<br />

cella frigorifera dell’obitorio di Perugia perché i carab<strong>in</strong>ieri non riuscivano<br />

a r<strong>in</strong>tracciare i suoi fam<strong>il</strong>iari. Poi un parente è venuto a Perugia, ha fatto<br />

cremare <strong>il</strong> suo corpo e se l’è riportata via dentro una scatola. So bene che<br />

parlare di queste situazioni, soprattutto oggi, può sembrare strano, fuori<br />

luogo. Eppure accanto a noi vivono donne la cui condizione è questa: la<br />

loro vita non vale nulla, sono solo corpi da comprare e da vendere, rifiuti<br />

sociali di cui è diffic<strong>il</strong>e anche lo smaltimento dopo la morte. Molte di loro<br />

non sapevano che, arrivando <strong>in</strong> Italia sarebbero f<strong>in</strong>ite <strong>in</strong> vendita, altre<br />

sapevano che, venendo <strong>in</strong> Europa, avrebbero dovuto accettare un periodo<br />

di vita durissimo ma, forse, non arrivavano ad immag<strong>in</strong>are quanto. Quasi<br />

nessuna, io credo, sulla base delle tante testimonianze raccolte <strong>in</strong> questi<br />

anni dai centri di accoglienza, dalle associazioni di volontariato, dalle forze<br />

di polizia, aveva la consapevolezza piena di quello che avrebbe vissuto. E<br />

nessuna aveva possib<strong>il</strong>ità di scelta: queste donne fuggono dalla miseria.<br />

Cercare di capire che dimensioni ha oggi questo fenomeno non è fac<strong>il</strong>e.<br />

Perché è una realtà <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uo movimento, perché, spesso, è popolata da<br />

fantasmi, da gente che non ha documenti, che non ha nome o, a volte, ne<br />

ha più di uno, non ha una casa perché si sposta di cont<strong>in</strong>uo, appoggiandosi<br />

ad amici e complici. Perché è un fenomeno complesso, fatto di connessioni,<br />

legami, complicità, un enorme giro di denaro. E tutto ciò avviene anche<br />

lungo le nostre strade, dentro l’appartamento vic<strong>in</strong>o a quello <strong>in</strong> cui viviamo.<br />

C’è poi un altro elemento che va preso <strong>in</strong> considerazione: c’è stato un<br />

calo di tensione, sia da parte della società civ<strong>il</strong>e, sia da parte delle forze<br />

dell’ord<strong>in</strong>e nel combattere lo sfruttamento della prostituzione e la tratta di<br />

esseri umani.<br />

Qual è la situazione a Perugia?<br />

Nel 2004 e per alcuni anni, sotto la sp<strong>in</strong>ta di don Oreste Benzi, della


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

comunità Giovanni XXIII ma anche dell’assessorato ai servizi sociali del<br />

Comune, della Caritas, ci fu una sorta di collaborazione fra le associazioni<br />

di volontariato laiche e cattoliche, le istituzioni, le forze dell’ord<strong>in</strong>e.<br />

Sia la polizia sia i carab<strong>in</strong>ieri costituirono al loro <strong>in</strong>terno della squadre<br />

antiprostituzione, con persone capaci sia di accogliere le ragazze, riceverne<br />

la fiducia e poi, conseguentemente, anche la denuncia e fare <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i per<br />

arrestare gli sfruttatori. Il Comune decise che si sarebbe costituito parte<br />

civ<strong>il</strong>e contro <strong>il</strong> racket (e ancora oggi è così) e fu costituita anche una rete<br />

di protezione legale che tutt’ora è efficace. Va detto, e questo è un dato<br />

confortante che tutte le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i per sfruttamento della prostituzione che<br />

sono arrivate a processo, a Perugia, si sono concluse con la condanna, a<br />

volte anche pesantissima, degli sfruttatori, grazie anche all’impegno di due<br />

avvocati impegnate su questo fronte <strong>in</strong> prima l<strong>in</strong>ea, Alessandra Donatelli<br />

Castaldo e Maria Antonietta Confalonieri. In quel periodo furono applicate<br />

anche <strong>in</strong>terpretazioni più restrittive della legge, attuati sequestri delle<br />

auto e presi anche provvedimenti più forti come la denuncia del cliente<br />

per favoreggiamento della prostituzione. I successi non mancarono, molti<br />

sfruttatori vennero arrestati e le ragazze messe <strong>in</strong> protezione. Ma via via<br />

questa l<strong>in</strong>ea dura si è allentata e oggi non è forse un caso che le morti di<br />

Ana Maria e Nadia Beatriz siamo rimaste senza un colpevole.<br />

Come valutare la normativa attuale?<br />

Due anni fa è stato approvato un disegno di legge a firma del m<strong>in</strong>istro Mara<br />

Carfagna che ha cercato di discipl<strong>in</strong>are <strong>il</strong> mondo dello sfruttamento della<br />

prostituzione. La legge è composta da quattro articoli e <strong>in</strong>troduce <strong>il</strong> reato di<br />

«prostituzione <strong>in</strong> luogo pubblico o aperto al pubblico». E’ dunque vietato<br />

prostituirsi nei parchi, nelle strade, nelle campagna e <strong>in</strong> ogni altro luogo<br />

pubblico. Le sanzioni previste sono l’arresto da c<strong>in</strong>que a qu<strong>in</strong>dici giorni<br />

e un’ammenda da 200 a 3 m<strong>il</strong>a euro. La medesima sanzione si applica<br />

sia a chi si prostituisce sia a chi si avvale del sesso a pagamento. Cambia<br />

così, dopo 50 anni, la legge Merl<strong>in</strong> che nel 1958, sanciva l’abolizione della<br />

regolamentazione della prostituzione <strong>in</strong> Italia e la chiusura delle case<br />

chiuse. Con l’attuale normativa <strong>in</strong>fatti la prostituzione per le strade è un<br />

comportamento del tutto libero e sostanzialmente lecito. La legge prevede<br />

49


50 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

anche sanzioni più severe per lo sfruttamento della prostituzione m<strong>in</strong>or<strong>il</strong>e.<br />

Per gli sfruttatori è previsto <strong>il</strong> carcere da 6 a 12 anni ed una multa da 15<br />

m<strong>il</strong>a a 150m<strong>il</strong>a euro. Carcere da 6 mesi a 4 anni e multe tra i 1500 ed i<br />

6m<strong>il</strong>a euro se <strong>il</strong> m<strong>in</strong>ore ha tra i 16 ed i 18 anni. La legge, come chiarito<br />

dalla Carfagna, prevede anche <strong>il</strong> rimpatrio per i m<strong>in</strong>ori stranieri che si<br />

prostituiscono «se ci saranno le garanzie che nel paese di provenienza c’è ad<br />

attenderli la famiglia o, almeno, una struttura <strong>in</strong> grado di fornire assistenza<br />

adeguata». Inf<strong>in</strong>e, chi si fa promotore e organizzatore di associazioni a<br />

del<strong>in</strong>quere f<strong>in</strong>alizzate allo sfruttamento della prostituzione rischia tra i 4 e<br />

gli 8 anni di carcere mentre chi vi partecipa potrà essere punito con una<br />

pena che va dai 2 ai 6 anni di reclusione.<br />

Questa legge ha portato a una riduzione dello sfruttamento della prostituzione?<br />

E’ diffic<strong>il</strong>e dirlo. Perchè <strong>il</strong> fatto che ci siano meno arresti e meno denunce non<br />

significa che <strong>il</strong> fenomeno sia debellato. E quando gli <strong>in</strong>vestigatori riescono<br />

ad aprire le porte su quanto avviene dentro le case vic<strong>in</strong>o alla nostra, lungo<br />

le frontiere, <strong>in</strong> certi privè dove la musica e i dr<strong>in</strong>k sono solo un optional,<br />

ecco che si rivedono le stesse situazioni, le stesse prevaricazioni, violenze,<br />

sofferenze. Basta ricordare l’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, a livello nazionale, portata a term<strong>in</strong>e<br />

dalla direzione <strong>in</strong>vestigativa anti mafia di M<strong>il</strong>ano, nel giugno 2010, che ha<br />

condotto alla liberazione di 104 ragazz<strong>in</strong>e (ma, forse, dovremmo chiamarle<br />

bamb<strong>in</strong>e), prese dagli orfanotrofi della Lombardia e costrette a vendersi <strong>in</strong><br />

un giro di appartamenti del m<strong>il</strong>anese, m<strong>in</strong>acciate e seviziate nel caso si<br />

rifiutassero di farlo. Le stime dicono che le donne <strong>in</strong> vendita sono tra le<br />

18m<strong>il</strong>a e le 36m<strong>il</strong>a nel 2007, secondo i dati di una ricerca di Transcrime<br />

che si occupa di questo fenomeno. E che i guadagni <strong>in</strong> un anno sono stati<br />

di circa 6 m<strong>il</strong>iardi di euro f<strong>in</strong>iti quasi tutti esclusivamente nelle tasche degli<br />

sfruttatori. Una delle poche imprese, quella della tratta delle donne che<br />

sembra non conoscere crisi.<br />

Se, dunque, <strong>il</strong> racket si è organizzato così bene e non ha risentito nei suoi guadagni, cosa<br />

è successo a Perugia alle donne vittime dello sfruttamento e della tratta?<br />

Ora le donne sono mimetizzate <strong>in</strong> <strong>in</strong>terni di condom<strong>in</strong>i qualunque e spostate<br />

cont<strong>in</strong>uamente da una città all’altra: gli <strong>in</strong>vestigatori lo chiamano carousel<br />

system, una mob<strong>il</strong>ità che crea donne <strong>in</strong>visib<strong>il</strong>i e racket evanescenti. In casa


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

entrano soprattutto le ragazze dell’Est. Le nigeriane sono così povere e<br />

si vendono a prezzi così bassi che, ancora, non sono riuscite ad accedere<br />

al giro degli appartamenti. Negli appartamenti, dunque, si vendono le<br />

ragazze dell’Est, le m<strong>in</strong>orenni e, ora, le c<strong>in</strong>esi che com<strong>in</strong>ciano a esserci<br />

anche <strong>in</strong> Umbria. Il racket si è organizzato <strong>in</strong> tempo e ci sono ormai <strong>in</strong>teri<br />

palazzi, i nomi delle strade, dei palazzi, dei quartieri dove a Perugia, si<br />

trovano ragazze <strong>in</strong> vendita, è conosciuto da tutti, anche qui ne è complice<br />

una politica urbanistica che ha permesso di costruire palazzi-alveare da<br />

parte di costruttori che hanno pensato più a riempire cubature che a creare<br />

case e centri residenziali <strong>in</strong> cui fosse alta la qualità della vita. Il racket e lo<br />

dimostrano i risultati delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i, vive anche, grazie alla complicità di<br />

umbri che si <strong>in</strong>testano <strong>il</strong> contratto d’affitto degli appartamenti, ad esempio.<br />

Ma cosa accade dentro queste case?<br />

Secondo una statistica del Parsec Consortium di Roma, un ente no profit<br />

che aiuta le vittime della tratta, oltre un terzo delle straniere trafficate <strong>in</strong><br />

Italia a scopi sessuali sta <strong>in</strong> questa sorta di bordelli clandest<strong>in</strong>i. Le ragazze<br />

che lavorano negli appartamenti sono più controllate di quelle <strong>in</strong> strada e,<br />

naturalmente, contraggono debiti ancora più alti con gli sfruttatori: quasi<br />

sempre sono loro a dover pagare l’affitto. Inoltre, al chiuso, <strong>il</strong> racket abb<strong>in</strong>a<br />

lo sfruttamento della prostituzione allo spaccio di coca<strong>in</strong>a, offrendo così <strong>il</strong><br />

b<strong>in</strong>omio droga e sesso a prezzi, ormai, più che accettab<strong>il</strong>i per ogni fascia<br />

sociale.<br />

Cosa comporta questa segregazione?<br />

Dal punto di vista delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i, un aumento della difficoltà per gli<br />

<strong>in</strong>vestigatori che, per poter entrare nell’appartamento hanno bisogno di<br />

essere certi che lì dentro ci siano donne che si prostituiscono e, comunque,<br />

l’appartamento è un f<strong>il</strong>tro che mette una distanza tra l’operatore di polizia<br />

e quello sociale e le ragazze. In Umbria due anni fa le forze dell’ord<strong>in</strong>e<br />

com<strong>in</strong>ciarono un’altra battaglia contro gli sfruttatori, cercando di colpire<br />

i proprietari degli appartamenti dati <strong>in</strong> affitto, sequestrandoli e, qu<strong>in</strong>di,<br />

togliendo loro una fonte di reddito. Ma <strong>in</strong> quasi tutti i casi i proprietari<br />

riuscirono a dimostrare di non sapere cosa succedesse dentro i loro<br />

appartamenti, le case vennero ben presto dissequestrate e anche questa<br />

51


52 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

l<strong>in</strong>ea dura, ormai, si è molto allentata. Anche <strong>il</strong> fatto che ora sia possib<strong>il</strong>e<br />

multare i clienti è un deterrente che non sta dando i risultati sperati. Chi si<br />

deve occupare di multare i clienti (che pure sono la “causa” pr<strong>in</strong>cipale dello<br />

sfruttamento della prostituzione: se non ci fosse domanda non ci sarebbe<br />

neanche offerta) sono gli stessi <strong>in</strong>vestigatori che dovrebbero essere impegnati<br />

a dare la caccia ai crim<strong>in</strong>ali che portano <strong>in</strong> Italia le donne. Le multe sono<br />

state fatte, sostanzialmente solo durante i primi mesi dall’entrata <strong>in</strong> vigore<br />

del decreto. Insomma, un circolo vizioso che, al momento, sta ottenendo<br />

soprattutto un risultato: chiudere la porta delle nostre coscienze. Se prima<br />

potevamo dire di guardare senza capire cosa stesse <strong>in</strong> realtà succedendo ora<br />

abbiamo ancora di più questo compito fac<strong>il</strong>itato. Non vediamo nemmeno.<br />

Come mai non si riesce ad arrestare questo reato così grave e lesivo della libertà personale?<br />

La risposta è complessa, alcuni elementi di riflessione sono stati <strong>in</strong>trodotti,<br />

possiamo provare ad offrire altri spunti.<br />

La tratta di essere umani che riguarda le aree più povere del mondo,<br />

è uno dei reati a più alta redditività. La materia prima è gratuita e,<br />

addirittura, sono le vittime stesse a pagare i loro costi nel miraggio, un<br />

giorno, di essere libere. Se un trafficante trasporta droga, ad esempio, è<br />

diffic<strong>il</strong>e trovare delle giustificazioni plausib<strong>il</strong>i per evitare l’arresto. Se si<br />

trasporta una persona sarà questa a dare una giustificazione della sua<br />

presenza. O, nel peggiore dei casi, ce se ne potrà liberare senza troppe<br />

preoccupazioni. Come successe a Tania Bogus, come succede ogni giorno<br />

agli immigrati che vengono scaricati <strong>in</strong> mare, ad esempio, dai barconi<br />

che arrivano verso le coste italiane. Poi, lo abbiamo già accennato, <strong>il</strong> giro<br />

di denaro è così ampio che c’è la possib<strong>il</strong>ità di pagare, <strong>in</strong> questo modo<br />

<strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio e la collaborazione di molti complici. Ci guadagnano anche<br />

umbri, come <strong>in</strong> generale, tutti gli italiani che, <strong>in</strong> qualche modo decidono di<br />

diventare complici del racket. Lo r<strong>il</strong>eva la direzione distrettuale <strong>antimafia</strong>:<br />

a beneficiare dell’<strong>in</strong>dotto della prostituzione <strong>in</strong>door ci sono anche degli<br />

italiani. Non crim<strong>in</strong>ali di professione bensì gregari delle cupole albanesi o<br />

delle organizzazioni romene che nella prostituzione casal<strong>in</strong>ga ricoprono<br />

ruoli importanti: tassisti, gestori di club, <strong>in</strong>testatari degli appartamenti,<br />

garzoni che portano a casa la spesa, albergatori che <strong>in</strong>tascano soldi <strong>in</strong> nero


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

<strong>in</strong> più per non registrare la ragazza. Insomma, <strong>il</strong> problema non è risolto,<br />

si è spostato. Dal centro della città alle periferie. Dalle strade alle case e<br />

l’aggancio diventa o <strong>il</strong> web oppure i giornaletti di annunci gratuiti che mai<br />

come <strong>in</strong> questi tempi hanno visto aumentare la loro diffusione. Non tutti<br />

i clienti delle prostitute sanno usare <strong>il</strong> computer. Oggi, secondo le ultime<br />

ricerche fatte dalle associazioni, la percentuale media della prostituzione <strong>in</strong><br />

appartamento è del 68 per cento. E cioè ogni cento prostitute <strong>in</strong> strada ce<br />

ne sono 68 <strong>in</strong> appartamento, con una concentrazione maggiore nel centro<br />

Italia, Umbria compresa e m<strong>in</strong>ore nel sud. Mentre <strong>in</strong> Italia si cerca di<br />

mettere questa sorta di “toppa” al problema, <strong>il</strong> racket va avanti e raff<strong>in</strong>a le<br />

sue tecniche.<br />

Come avviene <strong>il</strong> reclutamento?<br />

F<strong>in</strong>o a qualche anno fa, come abbiamo accennato le ragazze venivano<br />

sequestrate con la forza e poi vendute all’asta e da lì smistate sui marciapiedi<br />

di tutta Europa. La violenza, però, lascia i segni sui corpi delle donne e viene<br />

punita. La tratta delle donne usando i metodi violenti che conosciamo era<br />

diventato un lavoro decisamente rischioso per i malviventi che hanno anche<br />

subito gravi sconfitte da parte delle polizie dei paesi. Così oggi <strong>il</strong> racket<br />

ha abbassato <strong>il</strong> gradiente di violenza nei confronti delle donne e le grosse<br />

organizzazioni crim<strong>in</strong>ali si sono frantumate <strong>in</strong> un arcipelago di bande. Il<br />

nuovo sfruttamento è “dolce” e poco visib<strong>il</strong>e. Gli sfruttatori si sono fatti più<br />

morbidi e le ragazze non parlano più perché, nonostante un forte elemento<br />

di costrizione, è stato <strong>in</strong>trodotto un m<strong>in</strong>imo elemento volontario. In alcuni<br />

casi siamo di fronte a una sorta di semi-schiavitù che, se da un lato riduce la<br />

dimensione dello sfruttamento, dall’altro consente di allargare <strong>il</strong> mercato a<br />

nuove vittime. E, soprattutto, <strong>il</strong> reclutamento “morbido”, facendo leva sugli<br />

<strong>in</strong>centivi che spengono <strong>il</strong> moto di ribellione delle ragazze, rende <strong>in</strong>adeguate<br />

anche molte norme anti-mafia. Le testimonianze di chi lavora nei centri<br />

di accoglienza sono univoche: se le ragazze ricevono dagli sfruttatori un<br />

po’ di denaro <strong>in</strong> cambio del loro sfruttamento, magari per comprarsi un<br />

telefon<strong>in</strong>o o un abito, f<strong>in</strong>isce che si sentono complici, “sporche” (è <strong>il</strong> term<strong>in</strong>e<br />

che viene più usato nelle testimonianze raccolte) e di fatto dim<strong>in</strong>uisce la<br />

loro propensione a denunciare. Ancora oggi l’elemento di coercizione più<br />

53


54 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

forte, rimane anche <strong>il</strong> ricatto del “debito” contratto per arrivare <strong>in</strong> Italia,<br />

un debito che, <strong>in</strong> genere, i trafficanti tendono a gonfiare nel tempo <strong>il</strong> più<br />

possib<strong>il</strong>e e che oggi, per quanto riguarda le ragazze dell’Est, è di circa<br />

50-60m<strong>il</strong>a euro. Il fenomeno della violenza, delle ritorsioni alle famiglie,<br />

dell’um<strong>il</strong>iazione e dello stupro sistematico che caratterizzava ogni momento<br />

della vecchia “f<strong>il</strong>iera” rimane ancora un <strong>in</strong>cubo soprattutto per le ragazze<br />

africane. Il risultato è che tra <strong>il</strong> 2007 e <strong>il</strong> 2008 non c’è stato <strong>in</strong> Italia alcun<br />

procedimento aperto per <strong>il</strong> reato di tratta <strong>in</strong> Italia.<br />

Il clan degli ex pentiti<br />

Affari, traffico di droga, <strong>in</strong>timidazioni e <strong>in</strong>cendi a locali notturni, rap<strong>in</strong>e<br />

<strong>in</strong> banche e supermercati, ma soprattutto, un omicidio, per regolare e<br />

gestire gli equ<strong>il</strong>ibri del clan. Lo hanno chiamato “<strong>il</strong> clan degli ex pentiti”<br />

ed è l’operazione della Dda di Perugia a restituirci, con l’ottimo lavoro di<br />

<strong>in</strong>tercettazione ed <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, una radiografia base di questo clan atipico<br />

che operava sul territorio perug<strong>in</strong>o, ufficialmente fra <strong>il</strong> 2006 e <strong>il</strong> 2007. Si<br />

tratta di un gruppo composto da ex collaboratori di giustizia, alcuni di loro<br />

si sono conosciuti nel periodo di detenzione, altri sono stati r<strong>in</strong>tracciati<br />

sul territorio solo dopo la f<strong>in</strong>e del programma di protezione. Nel marzo<br />

del 2008 gli <strong>in</strong>quirenti hanno ottenuto l’autorizzazione, nell’ambito di una<br />

<strong>in</strong>chiesta per un traffico d’armi, ad <strong>in</strong>tercettare l’utenza telefonica di uno<br />

dei componenti di questo clan, Paolo Carpisassi, imprenditore caduto <strong>in</strong><br />

disgrazia e fagocitato dagli ambienti crim<strong>in</strong>ali, ritenuto <strong>in</strong> contatto con<br />

alcuni spacciatori albanesi.<br />

E’ l’<strong>in</strong>izio di una storia, che cont<strong>in</strong>ua ancora oggi a svelare ramificazioni e<br />

affari di questo clan ben oltre <strong>il</strong> commercio di armi e droga e che approda<br />

pers<strong>in</strong>o ad un omicidio. Nei lunghi mesi di <strong>in</strong>tercettazione ambientale e<br />

telefonica, gli <strong>in</strong>quirenti scoprono l’esistenza di una consorteria mafiosa,<br />

<strong>in</strong> qualche modo legata ai rispettivi clan di provenienza e a nuove cellule<br />

residenti <strong>in</strong> Lombardia. Stessa rotta, <strong>in</strong> breve, percorsa dalla coca<strong>in</strong>a,


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

non una semplice co<strong>in</strong>cidenza poiché questo sarebbe stato, secondo gli<br />

<strong>in</strong>quirenti, <strong>il</strong> pr<strong>in</strong>cipale bus<strong>in</strong>ess <strong>in</strong>torno al quale “lavoravano” Marcello<br />

Russo, pugliese ex pentito, Salvatore Conte, casalese ex pentito aff<strong>il</strong>iato<br />

al clan camorristico La Torre e Salvatore Menzo, sic<strong>il</strong>iano di Niscemi, ex<br />

pentito. Pugliesi, campani e sic<strong>il</strong>iani <strong>in</strong>sieme per gestire traffici <strong>il</strong>leciti e<br />

fornire una base per <strong>il</strong> riciclaggio dei proventi dello stesso traffico. Poi<br />

all’improvviso gli equ<strong>il</strong>ibri <strong>in</strong>terni al clan saltano e qualcuno decide di<br />

proteggere gli affari e “salvare” la consorteria mafiosa, anche a costo di<br />

“emettere una sentenza di morte”. La vittima designata all’<strong>in</strong>terno del<br />

gruppo è l’ex pentito Salvatore Conte, che nel marzo del 2006, viene<br />

def<strong>in</strong>ito dai componenti del clan durante conversazioni telefoniche<br />

<strong>in</strong>crociate “<strong>in</strong>gestib<strong>il</strong>e”, anche per l’abuso cont<strong>in</strong>uo di coca<strong>in</strong>a che ne<br />

alterava umore e comportamenti. La sentenza per Conte, scatta da<br />

parte di un non precisato “Tribunale dell’omertà”, nelle <strong>in</strong>tercettazioni<br />

telefoniche si legge “dobbiamo farlo fuori entro domenica, altrimenti salgono quelli<br />

la e lo fanno fuori alla scappata (al volo, <strong>in</strong> mezzo alla folla, ovvero <strong>in</strong> pieno<br />

st<strong>il</strong>e camorristico, ndr). Sarebbe un disonore far commettere sul proprio<br />

territorio un omicidio da gente “di fuori”, si ev<strong>in</strong>ce dall’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, così la<br />

sentenza viene eseguita dal clan sul territorio umbro e <strong>il</strong> camorrista Conte,<br />

aff<strong>il</strong>iato alla famiglia del Clan La Torre, viene ucciso nel marzo del 2007 di<br />

ritorno da un viaggio <strong>in</strong> Lombardia. Verrà ritrovato cadavere <strong>in</strong> un bosco<br />

a Carpiano di Monteurb<strong>in</strong>o, nell’eugub<strong>in</strong>o, <strong>il</strong> 23 novembre 2007. I Ros<br />

ritroveranno <strong>il</strong> corpo solo dopo <strong>il</strong> pentimento di Paolo Carpissati e l’arresto<br />

di Marcello Russo che, raggiunto da un mandato di arresto da parte della<br />

procura di Voghera, viene fermato dalle forze dell’ord<strong>in</strong>e e racconta tutto,<br />

anche dell’omicidio Conte.<br />

L’ex pentito, <strong>in</strong> un primo momento, era ritenuto dal ‘papà’ (così i sodali<br />

chiamavano <strong>il</strong> loro capo, Salvatore Menzo) “... un buon procacciatore<br />

d’affari, sapeva presentarsi - si legge nell’ord<strong>in</strong>anza di custodia cautelare<br />

firmata dal gip Nicola Restivo - era conv<strong>in</strong>cente, sapeva sostenere i rapporti<br />

con i direttori di banca, teneva i contatti con i broker...”. Insomma, quasi<br />

<strong>in</strong>sostituib<strong>il</strong>e. Poi, però, qualcosa era saltato e Conte era diventato una<br />

sorta di “scheggia impazzita” da elim<strong>in</strong>are. Dalle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i della procura di<br />

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56 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

Perugia però emergono anche altri aspetti. Questo clan non avrebbe agito<br />

<strong>in</strong> maniera isolata sul territorio ma <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uo contatto con camorristi<br />

campani, parte di loro stanziati nel capoluogo lombardo. Il fascicolo di<br />

<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i che racconta la storia di questo clan viaggia su doppi b<strong>in</strong>ari<br />

a cavallo fra l’Umbria e la Lombardia, ma anche fra la Toscana e la<br />

Sic<strong>il</strong>ia. E’ da un’<strong>in</strong>chiesta della Dda di Firenze sulle truffe telefoniche che<br />

ha portato <strong>in</strong> carcere 18 persone residenti <strong>in</strong> varie regioni italiane che<br />

emergono i primi collegamenti fra i componenti del clan degli ex pentiti<br />

e le altre regioni. Al centro dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e promozioni legate ai numeri a<br />

tariffazione maggiorata 899, 892 e 166 o cellulari <strong>in</strong>ternazionali 0088, per<br />

un giro di affari di circa10 m<strong>il</strong>ioni di euro. Le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i, hanno co<strong>in</strong>volto<br />

oltre al presidente dell’Arezzo calcio Piero Manc<strong>in</strong>i, titolare della Fly Net<br />

di Arezzo, anche Giuseppe Cimieri, calabrese di Ciro’ Mar<strong>in</strong>a di 43 anni,<br />

residente a Perugia, <strong>il</strong> fratello Fancesco Cimieri, di 45 anni, residente a<br />

Londra, ancora non arrestato e Carlo Cont<strong>in</strong>i, 46 anni, residente a Perugia.<br />

I tre avrebbero costituito, all’epoca dei fatti contestati dagli <strong>in</strong>quirenti, due<br />

societa’ a Londra, la Plug Easy e la Global Management Trade Ldt, dove<br />

venivano trasferiti i soldi provento delle attività <strong>il</strong>lecite. Ed è proprio con<br />

Salvatore Menzo, capo del clan degli ex pentiti, che Cimieri e Cont<strong>in</strong>i,<br />

calabro umbri, avrebbero avuto contatti diretti. Menzo, ex collaboratore<br />

e gestore di un night club a Perugia (Cristal Night Club) sarebbe stato<br />

contattato per riciclare 80 m<strong>il</strong>ioni di franchi svizzeri, attraverso la<br />

Repubblica di San Mar<strong>in</strong>o.<br />

Il Gip di Firenze che ha condotto le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i ha def<strong>in</strong>ito <strong>il</strong> gruppo ‘’una<br />

struttura crim<strong>in</strong>ale particolarmente raff<strong>in</strong>ata e organizzata’’. Non si esclude<br />

la possib<strong>il</strong>ità che <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i attualmente <strong>in</strong> corso raccont<strong>in</strong>o altro di questo<br />

clan s<strong>il</strong>enzioso, s<strong>in</strong>golare e pronto anch’esso all’attività di “riciclaggio”,<br />

pr<strong>in</strong>cipale avamposto delle <strong>mafie</strong> <strong>in</strong> Umbria. La seconda storia <strong>in</strong>vece<br />

la raccontano i colleghi di Mess<strong>in</strong>a e riguarda l’omicidio di Salvatore<br />

Conte (così come riportato dai cronisti del settimanale “Centonove”). L’ex<br />

camorrista Conte da pentito avrebbe parlato di faccende che riguardano<br />

mafia mess<strong>in</strong>ese, Sacra Corona Unita, ‘ndrangheta e massoneria. Ad<br />

occuparsene, <strong>in</strong> quegli anni, <strong>il</strong> magistrato regg<strong>in</strong>o Francesco Neri, che


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

dichiara “le deposizioni di Conte sono presenti <strong>in</strong> importanti <strong>in</strong>chieste<br />

anche se Conte è stato collaboratore di giustizia solo f<strong>in</strong>o al 2000”.<br />

È diffic<strong>il</strong>e dire se, come ipotizzato nella città dello Stretto, la sentenza<br />

di morte nei suoi confronti non sia stata emessa anche per motivi che<br />

andavano oltre gli equ<strong>il</strong>ibri del clan degli ex pentiti. Diffic<strong>il</strong>e capire se gli<br />

ex collaboratori di giustizia appartenenti a questo clan siano anche ped<strong>in</strong>e<br />

ancora pericolose per moltissimi altri affari che si svolgono nelle aule<br />

giudiziarie, nel mercato <strong>il</strong>legale dell’economia e nelle stanze dei bottoni<br />

delle pr<strong>in</strong>cipali organizzazioni mafiose, cui cont<strong>in</strong>uano <strong>in</strong> qualche modo,<br />

ad essere “aff<strong>il</strong>iati”. Il processo per l’ omicidio Conte, di cui sono accusati<br />

Salvatore Menzo e Marcello Russo si è svolto a Perugia e l’accusa è stata<br />

sostenuta dal pubblico m<strong>in</strong>istero Gabriele Paci. Secondo <strong>il</strong> pm Menzo,<br />

considerato dagli <strong>in</strong>quirenti la «mente» della banda, avrebbe ord<strong>in</strong>ato di<br />

far fuori Conte perché non più gestib<strong>il</strong>e. Furono Carpisassi e Russo (sempre<br />

stando al castello accusatorio) a occuparsene, tendendogli una trappola: <strong>il</strong><br />

primo lo portò con sé a vedere un casale a Castel del Piano, <strong>il</strong> secondo gli<br />

puntò contro <strong>il</strong> caricatore della 357 Magnum, facendo fuoco. La sentenza<br />

di condanna per l’omicidio Conte è arrivata nell’apr<strong>il</strong>e del 2009.<br />

Il gup ha condannato Paolo Carpisassi (45 anni, di Perugia) a 16 anni di<br />

carcere: era accusato di essere uno dei due esecutori materiali del delitto.<br />

Sul suo capo pendevano anche le accuse di associazione a del<strong>in</strong>quere,<br />

rap<strong>in</strong>a e <strong>in</strong>cendio doloso. Gli avvocati di Salvatore Menzo hanno chiesto<br />

<strong>il</strong> r<strong>in</strong>vio degli atti alla Corte costituzionale, accolta dal pm, poiché “si<br />

verificherebbe nel suo caso una sorta di conflitto tra la possib<strong>il</strong>ità che<br />

gli vengano concesse le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti<br />

(garantita a tutti, ancor più a chi collabora all’<strong>in</strong>chiesta come nel suo caso)<br />

e l’impossib<strong>il</strong>ità di ottenerle, essendo già stato giudicato per reati analoghi<br />

negli scorsi c<strong>in</strong>que anni. In pratica, a Menzo stando alla norma non<br />

potrebbe essere riconosciuto <strong>il</strong> comportamento ‘collaborante’ tenuto nel<br />

corso dell’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e.<br />

L’altro imputato, <strong>in</strong>vece, per l’omicidio Conte, Marcello Russo, si è<br />

suicidato <strong>in</strong> carcere a Voghera, secondo le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i, <strong>il</strong> 22 marzo 2009, solo<br />

un mese prima della sentenza di Perugia. Russo è stato ritrovato cadavere,<br />

57


58 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

nella propria cella, con un sacchetto di cellophane sulla testa e dentro una<br />

bomboletta di gas con l’erogatore ancora aperto. Suicidio o disgrazia? La<br />

madre dell’ex collaboratore di giustizia sostiene che non si sia trattato di un<br />

suicidio. La Procura di Voghera ha aperto una <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e. Il titolo di reato<br />

era istigazione al suicidio. Ma circa un anno dopo, <strong>il</strong> pubblico m<strong>in</strong>istero al<br />

quale è toccato <strong>il</strong> fascicolo ha chiesto l’archiviazione. “All’esito degli accurati<br />

accertamenti effettuati - scrive <strong>il</strong> magistrato - si deve escludere che sussistano prof<strong>il</strong>i di<br />

responsab<strong>il</strong>ità di terzi <strong>in</strong> relazione al decesso del detenuto Russo Marcello. In particolare<br />

non sussiste alcuna istigazione o aiuto al suicidio sia perché non si configurano condotte<br />

dolose f<strong>in</strong>alizzate allo scopo e sia perché non vi è neanche certezza che di un suicidio si<br />

sia trattato e non piuttosto di una morte accidentale, derivante dalla diffusa pratica fra<br />

i detenuti di assumere <strong>il</strong> gas delle bombolette per i suoi effetti euforizzanti e di “sballo”.<br />

Addolorata Masiello, madre di Russo si è opposta all’archiviazione del<br />

fascicolo sulla morte del figlio. Il suo avvocato, Sara Bressani, ha ricordato<br />

altri atti di autolesionismo compiuti <strong>in</strong> precedenza da Marcello Russo<br />

e l’uso di antipsicotici e antidepressivi durante <strong>il</strong> precedente periodo di<br />

detenzione nel carcere di Perugia, ciò nonostante <strong>in</strong> un articolo pubblicato<br />

su Ristretti Orizzonti ribadisce un concetto: «se una persona viene affidata<br />

all’istituzione carceraria, la stessa ha <strong>il</strong> dovere di tutelarlo <strong>in</strong> ogni modo».<br />

Quello di Marcello Russo non è l’unico suicidio che riguarda, anche se non<br />

ci sono collegamenti diretti <strong>in</strong> sede giudiziaria, questo clan. Niki Apr<strong>il</strong>e<br />

Gatti, ragazzo di 26 anni, programmatore per una delle aziende <strong>in</strong>crim<strong>in</strong>ate<br />

nell’<strong>in</strong>chiesta di Firenze (la Oscorp SpA), trovato morto nel carcere di<br />

massima sicurezza di Sollicciano (FI) dopo appena 4 giorni dal suo arresto.<br />

L’accusa era frode <strong>in</strong>formatica, secondo la madre, Ornella Gem<strong>in</strong>i (che<br />

si è più volte opposta all’avvenuta archiviazione del caso) sarebbe stato<br />

pronto a collaborare con le istituzioni. Le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i brancolano nel buio ma<br />

rimane un dato sorprendente: com’è possib<strong>il</strong>e che nel carcere di Solliciano<br />

un detenuto di 92 ch<strong>il</strong>i si sia ucciso da solo con lacci di scarpe e strisce di<br />

tessuto (che dovrebbero essere proibite <strong>in</strong> un carcere di massima sicurezza).<br />

Questi e altri <strong>in</strong>terrogativi, circondano, senza spiegazioni, la storia del clan<br />

degli ex pentiti.


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

Operazione Naos, è allarme mafia <strong>in</strong> Umbria<br />

Ad oggi ci sono pochi aggiornamenti sulla f<strong>in</strong>e di questo procedimento<br />

che tanto fece scalpore <strong>in</strong> quel febbraio del 2008. Ma all’epoca dei fatti<br />

quella che gli <strong>in</strong>quirenti chiamarono “operazione Naos” attirò l’attenzione<br />

della società civ<strong>il</strong>e, dei mass media e delle istituzioni locali. E fece alzare <strong>il</strong><br />

livello di allerta rispetto ad un fenomeno, s<strong>in</strong>o a quel giorno, solo sporadico<br />

e apparentemente lontano. Per la prima volta, <strong>in</strong>fatti, i pm ipotizzarono <strong>il</strong><br />

reato di associazione a del<strong>in</strong>quere di stampo mafioso sul territorio umbro.<br />

«Diventa allarmante la portata dell’ ‘aggressione crim<strong>in</strong>ale’ nei confronti<br />

dell’ Umbria e di Perugia». Con queste parole la Giunta comunale del<br />

capoluogo umbro commentava, qualche ora dopo la notizia della prima<br />

operazione <strong>antimafia</strong> scattata <strong>il</strong> 13 febbraio del 2008 e condotta dai Ros,<br />

<strong>in</strong> diverse regioni del centro e del sud. «Non erano <strong>in</strong>fondati dunque - si<br />

legge <strong>in</strong> una nota dell’esecutivo - i sospetti che, <strong>in</strong> particolare attraverso<br />

l’<strong>in</strong>tensificarsi del traffico degli stupefacenti, fosse <strong>in</strong> atto un tentativo di<br />

esportare e radicare <strong>in</strong> Umbria una pratica del malaffare da estendere<br />

poi a settori dell’ economia e della società umbra. Il lavoro compiuto<br />

per disarticolare <strong>il</strong> cartello ‘ndrangheta-camorra ha prodotto risultati<br />

importanti che contribuiscono a ridare serenità e sicurezza».<br />

E’ racchiusa <strong>in</strong> queste frasi la preoccupazione della politica all’<strong>in</strong>domani<br />

dell’operazione Naos, condotta dalla Dda di Perugia pm Antonella<br />

Duch<strong>in</strong>i che ha portato alla luce una consorteria crim<strong>in</strong>ale che operava fra<br />

la Toscana, l’Umbria e la Calabria. E’ la prima <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e che sancisce la<br />

presenza della mafia, così come la connota <strong>il</strong> 416 bis, <strong>in</strong> Umbria. Si tratta<br />

di un lavoro lungo un anno e contenuto <strong>in</strong> un ord<strong>in</strong>anza cautelare di oltre<br />

300 pag<strong>in</strong>e. Intercettazioni telefoniche, <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i a tappeto per scoprire che<br />

imprenditoria, politica e mafia stavano per essere <strong>in</strong>teressate <strong>in</strong> affari che<br />

superavano i conf<strong>in</strong>i calabresi e lambivano quelli umbri.<br />

La regione, dunque, nuovamente base di appoggio e terreno operativo<br />

di questi <strong>in</strong>teressi mafiosi, per alcuni potenziali affari da realizzare nel<br />

cuore verde dell’Italia. 57 le ord<strong>in</strong>anze di custodia cautelare (una vent<strong>in</strong>a<br />

rivolte a soggetti umbri) per un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e che all’epoca dei fatti, colpì<br />

59


60 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

per le dimensioni e la capacità di collegamento acquisita dalle diverse<br />

cellule <strong>in</strong> azione: clan camorristici e albanesi <strong>in</strong> un primo tempo, ‘ndr<strong>in</strong>e<br />

calabresi e personaggi umbri, successivamente. Nell’azione condotta dai<br />

Ros <strong>in</strong> Umbria vennero fermati anche politici di regioni del Sud, come<br />

<strong>il</strong> calabrese, Pasquale Tripodi. Tra gli arrestati figuravo anche l’assessore<br />

regionale, con delega al turismo ed alle attività produttive della Regione<br />

Calabria, <strong>il</strong> s<strong>in</strong>daco del comune di Staiti (Reggio Calabria), V<strong>in</strong>cenzo Ielo<br />

ed <strong>il</strong> vices<strong>in</strong>daco di Brancaleone (Reggio Calabria) Gent<strong>il</strong>e Scaramuzz<strong>in</strong>o,<br />

con un tecnico dello stesso comune, Domenico Vitale. Gran parte degli<br />

<strong>in</strong>dagati umbri e calabresi di questa operazione sono poi stati scarcerati,<br />

su ricorso dei legali, con provvedimento emesso dal Tribunale del riesame<br />

e alcuni procedimenti giudiziari sono ancora <strong>in</strong> corso. I racconti delle<br />

<strong>in</strong>tercettazioni telefoniche, racchiuse nel provvedimento di custodia<br />

cautelare, <strong>in</strong>dicavano <strong>in</strong> Giuseppe Ben<strong>in</strong>casa, Ciro Zampella e Pasquale<br />

Magliulo, i tre card<strong>in</strong>i dell’associazione a del<strong>in</strong>quere di stampo mafioso che<br />

disponevano e organizzavano <strong>in</strong> associazione con le cosche calabresi dei<br />

Morabito, Palmara, Buzzanti, gli affari <strong>in</strong> Calabria, come la costruzione<br />

della centrale Idroelettrica e quelli <strong>in</strong> Umbria, tramite la costruzione di<br />

aziende pulite con le quali partecipare ad appalti <strong>in</strong> entrambe le regioni.<br />

In Umbria le <strong>mafie</strong> erano <strong>in</strong>teressante ad affari nel settore turistico<br />

alberghiero, <strong>in</strong> particolare le ‘ndr<strong>in</strong>e calabro - umbre, si apprestavano<br />

a <strong>in</strong>vestire <strong>in</strong> un centro turistico a Norcia, fra i monti sib<strong>il</strong>l<strong>in</strong>i. Giuseppe<br />

Ben<strong>in</strong>casa, calabrese di orig<strong>in</strong>e residente da anni sul territorio umbro e già<br />

noto agli <strong>in</strong>quirenti come pregiudicato, era riuscito a porsi grazie alle sue<br />

amicizie <strong>in</strong> noti ambienti calabresi e umbri a porsi come <strong>in</strong>terfaccia, locale<br />

e mafiosa, sul territorio. «Dalle attività d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e - scriveva <strong>il</strong> gip – si<br />

ev<strong>in</strong>ce che i guadagni <strong>il</strong>leciti dell’organizzazione venivano re<strong>in</strong>vestiti dai<br />

s<strong>in</strong>goli <strong>in</strong> attività all’apparenza legali, che permettevano di ripulire enormi<br />

quantità di denaro.<br />

E’ altresì emersa di gestire un “cartello di imprenditori”, facenti capo a<br />

Giuseppe Ben<strong>in</strong>casa ed <strong>in</strong>dirizzare <strong>il</strong> mercato dell’ed<strong>il</strong>izia, ut<strong>il</strong>izzando<br />

espedienti <strong>il</strong>leciti e truffe. Nelle società, oltre a nomi di comodo, figurano<br />

sempre gli <strong>in</strong>dagati, <strong>in</strong> una sorta di rete di <strong>in</strong>carichi di rappresentanza


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

che, da un lato, rendeva problematica dall’esterno la ricostruzione del<br />

gruppo societario, dall’altra consentiva al sodalizio di gestire, <strong>in</strong> maniera<br />

unitaria, gli <strong>in</strong>teressi comuni. Significativa è stata la preponderanza della<br />

figura del Ben<strong>in</strong>casa che svolgeva un ruolo di vertice cumulando <strong>in</strong> sé<br />

funzioni di promotore, procurando le commesse, impartendo disposizioni<br />

ai sodali, decidendo le strategia di impresa <strong>il</strong>lecite». Con Ben<strong>in</strong>casa<br />

co<strong>in</strong>volti nell’<strong>in</strong>chiesta altri umbri e calabresi, fra i quali Luigi Cicioni<br />

e Luigi Martelli. Al centro gli appalti e la loro gestione. Gli <strong>in</strong>quirenti<br />

hanno <strong>in</strong>dividuato sul territorio, fra Perugia e Ponte San Giovanni,<br />

imprese, <strong>in</strong>testate a prestanome e qu<strong>in</strong>di “pulite” nate esclusivamente per<br />

la partecipazione ai bandi di gara. Alcune di queste aziende contenute<br />

nell’ord<strong>in</strong>anza di custodia cautelare erano: Teti spa; Bnn costruzioni srl;<br />

Emmebì costruzioni srl; Italappalti; Imextra spa, IV m<strong>il</strong>lennio, Magliulo<br />

Costruzioni, Ed<strong>il</strong> Benny. Gli appalti erano concentrati <strong>in</strong> gran parte nel<br />

comune di Marsciano (Pg) dove per realizzare un lavoro sarebbero stati<br />

ut<strong>il</strong>izzati materiali scadenti, all’<strong>in</strong>saputa della ditta”pulita” che ne copriva<br />

l’appalto e che a sua volta lo aveva subappaltato ad altre due ditte del<br />

“cartello” la Ed<strong>il</strong>Benny e la IV M<strong>il</strong>lennio. I tentativi di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione<br />

all’<strong>in</strong>terno del tessuto imprenditoriale umbro sono evidenti e non si<br />

limitano alla mimesi dentro imprese a capitale pulito ma <strong>in</strong> alcuni casi<br />

si sono sp<strong>in</strong>te s<strong>in</strong>o a imporre racket ed estorsione ad altri imprenditori e<br />

commercianti umbri: alcuni di loro, secondo gli <strong>in</strong>quirenti, pagavano <strong>il</strong><br />

Ben<strong>in</strong>casa per poter lavorare; anche un’attività di ristorazione è risultata<br />

vittima del racket, un fenomeno non <strong>in</strong> uso sul territori umbro. Poi a seguire<br />

altri bus<strong>in</strong>ess possib<strong>il</strong>i: un v<strong>il</strong>laggio turistico, comprensivo di campeggio,<br />

albergo, ristorante, m<strong>in</strong>imarket ed una c<strong>in</strong>quant<strong>in</strong>a di m<strong>in</strong>i appartamenti<br />

nel bel mezzo del Parco nazionale dei monti Sib<strong>il</strong>l<strong>in</strong>i.<br />

Ma l’affare che più <strong>in</strong>curiosì gli <strong>in</strong>quirenti fu, senza dubbio, quello della<br />

centrale idroelettrica da realizzare <strong>in</strong> Calabria. Scriveva <strong>il</strong> gip di Perugia<br />

«Un’<strong>in</strong>tesa per la realizzazione della centrale idroelettrica di Bivongi (Reggio<br />

Calabria) fu trovata tra gli esponenti delle cosche della ‘ndrangheta regg<strong>in</strong>a<br />

nel corso di un summit svoltosi a Monasterace». Nelle conversazioni del<br />

Ros, si fa riferimento ad un <strong>in</strong>contro tra «gruppi crim<strong>in</strong>ali» - sostiene <strong>il</strong><br />

61


62 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

Gip di Perugia - storicamente non alleati che hanno stab<strong>il</strong>ito accordi volti a<br />

gestire gli <strong>in</strong>teressi e <strong>in</strong> questo caso, come si ev<strong>in</strong>ce dal lavoro <strong>in</strong>vestigativo,<br />

l’affare era così grande da essere riuscito a mettere d’ accordo le famiglie<br />

dei Mazzaferro – Ier<strong>in</strong>ò (Salvatore Agost<strong>in</strong>o) dei Morabito – Palmara<br />

– Buzzaniti (Lelo Carmelo e Vadalà Anton<strong>in</strong>o) e quella dei Speranza –<br />

Palamara – Scriva (Luigi Martelli). Gli <strong>in</strong>vestimenti <strong>in</strong> sostanza si gestivano<br />

così: numerosi <strong>in</strong>contri fra la Calabria e l’ Umbria servivano per pianificare<br />

le mosse mentre una pax mafiosa sul territorio di orig<strong>in</strong>e stab<strong>il</strong>ita di comune<br />

accordo garantiva, senza destare sospetti, “l’affaire centrale”. Mentre <strong>in</strong><br />

Calabria si aff<strong>in</strong>avano le armi della diplomazia per questo appalto storico<br />

e gli altri e venire, <strong>in</strong> Umbria si muovevano le ped<strong>in</strong>e più <strong>in</strong>teressanti, gli<br />

istituti di credito. Questo era <strong>il</strong> nodo delicato che la cosca doveva gestire<br />

per <strong>il</strong> bene delle famiglie calabresi, per la buona riuscita dell’affare ma<br />

anche per <strong>il</strong> proprio <strong>in</strong>sediamento <strong>in</strong> terra umbra. La costituzione di questa<br />

società, la richiesta di mutui alle banche, erano tutti tentativi di garantire<br />

un luogo del riciclaggio capace all’occorrenza di <strong>in</strong>vestire <strong>in</strong> grossi affari<br />

anche <strong>in</strong> Umbria.<br />

L’ associazione - secondo gli <strong>in</strong>quirenti - operava da una anno circa sul<br />

suolo umbro. A dirigere gli affari <strong>in</strong> un primo tempo camorristi e albanesi,<br />

dunque operanti <strong>in</strong>torno al traffico di coca<strong>in</strong>a e di alcune forniture per<br />

gli appalti. Successivamente ad avere la meglio sul territorio <strong>in</strong>vece<br />

sarebbero state le ‘ndr<strong>in</strong>e calabresi, che ut<strong>il</strong>izzando quando necessario<br />

anche questa prima jo<strong>in</strong>t-venture, erano riuscite a mettere <strong>in</strong> piedi anche<br />

un vero e proprio controllo del territorio, tramite imposizione delle ditte<br />

che dovevano lavorare, estorsioni ai piccoli imprenditori umbri e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e<br />

avevano tentato anche qui un contatto diretto con la politica, che per<br />

quanto riguarda i grandi partiti era stata rimandata all’anno successivo,<br />

non ritenendo ancora maturo «<strong>il</strong> territorio umbro della politica a pressioni<br />

di questo tipo». Forse i clan calabresi si erano accorti che di regione <strong>in</strong><br />

regione anche la mafia deve cambiare l<strong>in</strong>guaggio e modo di avvic<strong>in</strong>arsi<br />

alla politica se vuole ottenere risultati certi nelle tornate elettorali. E a<br />

giudicare dalla capacità d’<strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione delle ‘ndr<strong>in</strong>e <strong>in</strong> tutto <strong>il</strong> mondo, non<br />

è da escludere che anche qui <strong>in</strong> Umbria, la ‘ndrangheta cercherà un nuovo


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

e più efficace varco per un <strong>in</strong>gresso stab<strong>il</strong>e, anche con <strong>il</strong> mondo politico –<br />

f<strong>in</strong>anziario della regione.<br />

I beni confiscati e <strong>il</strong> riciclaggio di capitali <strong>il</strong>leciti<br />

«Non è terra priv<strong>il</strong>egiata di riciclaggio questa - dichiara <strong>Libera</strong> Umbria<br />

- ma una delle regioni che <strong>in</strong> mancanza di una crim<strong>in</strong>alità organizzata<br />

locale si presta all’<strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione delle varie <strong>mafie</strong> e ad alleanze temporanee<br />

tra di loro per portare a term<strong>in</strong>e operazioni crim<strong>in</strong>ali». E i loro affari<br />

partiti dai quartieri di Palermo, le <strong>mafie</strong> sic<strong>il</strong>iane li avevano portati s<strong>in</strong>o<br />

a Terni, dove <strong>il</strong> 17 giugno del 2008 la Direzione <strong>in</strong>vestigativa <strong>antimafia</strong><br />

di Palermo, <strong>in</strong> collaborazione con i carab<strong>in</strong>ieri del nucleo <strong>in</strong>vestigativo di<br />

Terni, hanno sequestrato attività commerciali e beni immob<strong>il</strong>i, <strong>in</strong>testati<br />

a prestanome e fiancheggiatori della cosca mafiosa palermitana di San<br />

Lorenzo - Resuttana, per un valore complessivo di circa un m<strong>il</strong>ione e<br />

mezzo di euro. Dopo le dichiarazioni dei pentiti del clan Lo Piccolo sugli<br />

<strong>in</strong>vestimenti post sisma <strong>in</strong> Umbria da parte di un imprenditore legato<br />

al clan, sono ancora gli affari della famiglia di S. Lorenzo a occupare <strong>il</strong><br />

mercato legale dell’economia umbra. A Terni <strong>in</strong>fatti, sono stati sono stati<br />

sequestrati un magazz<strong>in</strong>o, un supermercato ed un negozio di abbigliamento<br />

ed accessori. Ad Acquasparta due appartamenti ed un magazz<strong>in</strong>o, nella<br />

vic<strong>in</strong>a Narni un ristorante. Secondo la Dia questi beni sarebbero stati<br />

<strong>in</strong>testati <strong>in</strong> maniera fittizia e ad un imprenditore palermitano, residente a<br />

Terni, parente dell’esponente di Cosa nostra Salvatore Lo Piccolo.<br />

L’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e <strong>in</strong> corso dal novembre del 2005 quando gli <strong>in</strong>quirenti hanno<br />

posto sotto controllo e accertato i rapporti tra un pregiudicato ternano,<br />

l’imprenditore palermitano ed altri pregiudicati <strong>in</strong> varie città italiane.<br />

Gli <strong>in</strong>quirenti hanno <strong>in</strong>dividuato così un sodalizio crim<strong>in</strong>oso composto<br />

da diverse persone orig<strong>in</strong>arie di Terni, Verona, Palermo e Roma. La<br />

consorteria mafiosa era dedita anche al riciclaggio di denaro sporco<br />

proveniente da Palermo, San Lorenzo e Resuttana, riconducib<strong>il</strong>e ad<br />

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64 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

aff<strong>il</strong>iati a Cosa Nostra. Questo denaro era stato ut<strong>il</strong>izzato per acquistare le<br />

attività commerciali e gli immob<strong>il</strong>i sequestrati durante l’operazione. Solo<br />

oggi si viene a conoscenza anche di altro. Già nel febbraio scorso <strong>in</strong>fatti<br />

15 però persone erano state denunciate per associazione per del<strong>in</strong>quere<br />

f<strong>in</strong>alizzata al riciclaggio e alla commissione di reati contro <strong>il</strong> patrimonio,<br />

truffe e appropriazione <strong>in</strong>debita. Alcuni di loro (due di Terni, gli altri<br />

di Roma, Verona e Palermo) sono stati arrestati da tempo ma la notizia<br />

è rimasta riservata per parecchio tempo consentendo agli <strong>in</strong>quirenti di<br />

lavorare nel massimo riserbo f<strong>in</strong>o al maxisequestro avvenuto non solo nel<br />

ternano ma anche <strong>in</strong> Sic<strong>il</strong>ia, dove sono stati sequestrati altri beni della<br />

mafia per circa 500 m<strong>il</strong>a euro. E’ un altro duro colpo al clan Lo Piccolo<br />

e a Cosa nostra <strong>in</strong> Sic<strong>il</strong>ia, ma è soprattutto un’ altra ped<strong>in</strong>a importante<br />

che consente di ricostruire <strong>il</strong> percorso e le nuove rotte che le <strong>mafie</strong> hanno<br />

disegnato per i loro affari <strong>il</strong>leciti nello stivale. «La situazione è diffic<strong>il</strong>e ma<br />

non drammatica» – commenta <strong>Libera</strong> Umbria. La sensazione è che le<br />

consorterie crim<strong>in</strong>ali abbiano affondato attacchi pesanti, come dimostrano<br />

le <strong>in</strong>tercettazioni telefoniche e le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i a carico dell’operazione Naos,<br />

ma che <strong>il</strong> tessuto sociopolitico abbia retto a tale pressione, grazie al lavoro<br />

dei Ros, ma anche grazie ad una rete solida che ha fatto si che gli umbri<br />

reagissero come <strong>in</strong> altre regioni del centro Italia a questi attacchi «senza<br />

eroismi ma senza e omertà – come conferma <strong>Libera</strong> Umbria».<br />

Come dichiarato nella relazione della Dna la fotografia di questi<br />

tentativi di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione del tessuto economico umbro, si concretizza <strong>in</strong><br />

“un <strong>in</strong>cremento degli <strong>in</strong>vestimenti di capitali <strong>in</strong> attività recettive, quali<br />

l’agriturismo, da parte di soggetti che presentano collegamenti con la mala.<br />

Tali operazioni sono sostenute da una notevole entità di capitali <strong>in</strong>vestiti<br />

e dalla bassa redditività dell’attività stessa. Due dati che segnalano di per<br />

se un comportamento imprenditoriale atipico o sospetto”. Nel mese di<br />

novembre del 2007 nel comune di Pietralunga un primo sequestro è stato<br />

disposto dall’A. Giudiziaria di Reggio Calabria nell’ambito di un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />

che co<strong>in</strong>volgeva i De Stefano, famiglia calabrese della ‘ndrangheta. Il<br />

terreno, confiscato, è attualmente <strong>in</strong>serito nel lungo iter processuale che<br />

si spera porti, <strong>in</strong> tempi brevi, al suo riut<strong>il</strong>izzo a f<strong>in</strong>i sociali come previsto


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

dalla legge sulla confisca dei beni 109/96 (cfr. ultima relazione Agenzia<br />

beni confiscati, pag.69). Del tentativo di conquista della città di Perugia<br />

e del territorio umbro, scrivono gli <strong>in</strong>quirenti (nell’ord<strong>in</strong>anza di custodia<br />

cautelare della Naos): “sono <strong>in</strong>teressate da diversificati fenomeni <strong>il</strong>leciti<br />

che ne condizionano quegli equ<strong>il</strong>ibri che da sempre caratterizzano, non<br />

solo le locali relazioni economico-imprenditoriali, ma anche le abitud<strong>in</strong>i<br />

di vita della collettività regionale. Prende corpo, <strong>in</strong>fatti, una situazione<br />

<strong>in</strong> cui la realtà imprenditoriale si trova a subire l’<strong>in</strong>flusso di fattori esterni<br />

che determ<strong>in</strong>ano gravi squ<strong>il</strong>ibri, quali immissione di r<strong>il</strong>evanti quantità di<br />

capitali <strong>il</strong>leciti accompagnate spesso dalla pressione di condizionamenti di<br />

tipo mafioso. Allo stesso tempo è crescente la sensazione di <strong>in</strong>sicurezza<br />

che viene percepita dalla società civ<strong>il</strong>e, oggetto di aggressioni personali e<br />

patrimoniali, nonché di <strong>in</strong>timidazioni sempre maggiori.<br />

Lo spessore crim<strong>in</strong>ale di alcuni dei soggetti <strong>in</strong>dagati ha consentito<br />

all’organizzazione di guadagnare spazi operativi sempre più grandi, potendo<br />

essa approfittare di una sorta di rassegnata accettazione da parte della<br />

società e da parte dell’imprenditoria umbra di nuove e più spregiudicate<br />

regole, cui sono conseguite condotte di sostanziale connivenza e, a volte, di<br />

omertà”. Ed è soprattutto l’economia umbra e <strong>il</strong> tessuto imprenditoriale<br />

a sentirsi a rischio di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose <strong>in</strong> questa terra di conquista.<br />

Camorra, oltre a ‘ndrangheta e Cosa nostra, sono <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong> prima l<strong>in</strong>ea<br />

nell’aggiudicazione di importanti appalti, grazie alla tecnica del“massimo<br />

ribasso”, ovvero facendo offerte non sostenib<strong>il</strong>i per altre imprese locali,<br />

<strong>in</strong> particolare nel settore ed<strong>il</strong>izia, del ciclo dei rifiuti e della gestione dei<br />

servizi sanitari. E gli <strong>in</strong>dustriali, colpiti al cuore del sistema nei giorni<br />

dell’operazione Naos dichiarano alla stampa locale: “questa operazione dei<br />

Ros è anche la dimostrazione che la nostra non è una terra dove fac<strong>il</strong>mente<br />

può <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trarsi un’organizzazione di tipo mafioso e attecchire l’omertà.<br />

Si tratta di un successo che dà nuovamente speranza agli imprenditori e<br />

alle maestranze del settore delle costruzioni che troppo spesso sono citati<br />

solo per fatti negativi e che <strong>in</strong>vece, con <strong>il</strong> loro lavoro, hanno dato e danno<br />

un contributo fondamentale al miglioramento della condizione sociale e<br />

allo sv<strong>il</strong>uppo” delle nostre città. Nel febbraio 2011, durante le audizioni<br />

65


66 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

fatte dalla Commissione <strong>antimafia</strong> regionale, presieduta da consigliere<br />

Paolo Brutti, sono state sentite le pr<strong>in</strong>cipali associazioni/confederazioni<br />

che si occupano di economia e f<strong>in</strong>anza nella regione, da Conf<strong>in</strong>dustria a<br />

Confesercenti, i responsab<strong>il</strong>i regionali non hanno nascosto preoccupazione.<br />

«Più che dati ufficiali - ha detto Federico Fiorucci, di Confcommercio -<br />

abbiamo sentori, ma da una nostra <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e conoscitiva condotta f<strong>in</strong>o<br />

a pochi giorni fa tra i nostri operatori, anche <strong>in</strong> vista dell’audizione di<br />

oggi, si evidenzia un generale e diffuso sentimento di <strong>in</strong>sicurezza e di<br />

deterioramento delle condizioni di mercato. A questo si devono aggiungere<br />

segnalazioni ‘ufficiose’ dalle nostre categorie di acquisizioni di attività con<br />

quotazioni decisamente sopra <strong>il</strong> mercato, oltre a gestioni di esercizi pubblici<br />

condotte da soggetti di dubbia provenienza. Ma non ci sono dati ufficiali<br />

per poter procedere alla dovuta denuncia.<br />

C’e’ poi <strong>il</strong> fenomeno nuovo dei c<strong>in</strong>esi o comunque di una componente<br />

asiatica che, soprattutto nel ternano, sta acquisendo un gran numero<br />

di attività economiche. Spesso si presentano ad operatori commerciali<br />

anziani con valigette di soldi <strong>in</strong> contanti ed e’ diffic<strong>il</strong>e che, a fronte di<br />

un compenso perf<strong>in</strong>o superiore alle proprie aspettative, tali fatti possano<br />

essere denunciati. Questo fa pensare anche alla presenza di organizzazioni<br />

mafiose straniere». Anche <strong>il</strong> direttore di Conf<strong>in</strong>dustria, Aurelio Forcignano’<br />

e quello dell’ associazione dei costruttori (Ance), Walter Ceccar<strong>in</strong>i hanno<br />

confermato che esiste la «percezione’’ di possib<strong>il</strong>i elementi riconducib<strong>il</strong>i ad<br />

attività legate all’<strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione mafiosa, non ci sono però segnali diretti o<br />

comunicazioni di fatti ed eventi circostanziati».<br />

I dubbi però ci sono. «Le ultime 20 aree più importanti acquistate a Perugia<br />

- ha r<strong>il</strong>evato Ceccar<strong>in</strong>i - non hanno riguardato alcuna azienda storica e<br />

strutturata nel perug<strong>in</strong>o. Del resto, la gran parte delle società immob<strong>il</strong>iari<br />

sono a noi sconosciute e, pertanto, e’ come se fossero <strong>in</strong>visib<strong>il</strong>i». «Da<br />

anni ci impegniamo nella lotta ai ribassi anomali e per <strong>il</strong> rispetto delle<br />

regole - ha detto Forcignano’ - e facciamo le nostre verifiche, che non<br />

hanno fatto registrare eventi significativi». Per quanto riguarda la Confapi,<br />

rappresentata da Daniela De Paolis: «la natura stessa dell’associazione<br />

funge da f<strong>il</strong>tro - ha spiegato - e non abbiamo denunce o segnalazioni che si


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

riferiscano al fenomeno delle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni crim<strong>in</strong>ali, anche se e’ chiaro che<br />

tale fenomeno attecchisce piu’ fac<strong>il</strong>mente su commercio e piccoli esercenti».<br />

Quando le <strong>mafie</strong> fanno <strong>in</strong>gresso <strong>in</strong> terreni s<strong>in</strong>o ad allora verg<strong>in</strong>i, la prima<br />

conseguenza <strong>in</strong>fatti, è un’alterazione del libero mercato e una grave crisi<br />

economica <strong>in</strong> questi settori, <strong>il</strong> tutto <strong>in</strong> una regione che ha <strong>il</strong> triste primato<br />

delle morti sul lavoro. Caporalato e <strong>il</strong>legalità sul posto di lavoro <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

di sicurezza e prevenzione degli <strong>in</strong>fortuni sono <strong>in</strong>fatti un’altra conseguenza<br />

dell’aggiudicazione di appalti o subappalti da parte di ditte collegate alla<br />

crim<strong>in</strong>alità organizzata che molto spesso proprio per proporsi al m<strong>in</strong>imo<br />

prezzo sul mercato e ottenere lavori ut<strong>il</strong>izzano manodopera <strong>in</strong> nero,<br />

spesso clandest<strong>in</strong>i, e <strong>in</strong> assoluta assenza delle normative ant<strong>in</strong>fortunistiche.<br />

Ancora una volta si fa un giro lungo all’<strong>in</strong>terno della regione parlando di<br />

problemi che sembrano lontani dal racket e dagli omicidi ma basta poco<br />

per rendersi conto di quanto dietro, senza troppe remore, ci siano già da<br />

tempo i tentacoli delle <strong>mafie</strong>.<br />

Anche Sos impresa, l’associazione antiracket di Confesercenti, nella sua<br />

relazione annuale, ha evidenziato che: «sono presenti organizzazioni<br />

crim<strong>in</strong>ali che operano nel riciclaggio di denari sporchi, con cittad<strong>in</strong>i<br />

umbri strettamente legati a alla camorra e alla ‘ndrangheta che fanno da<br />

prestanome, anche per rassicurare le vittime, e sono arrivate qui a seguito<br />

della ricostruzione post terremoto, chiamati a gestire subappalti». Non si può<br />

parlare di massiccia <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione crim<strong>in</strong>ale <strong>in</strong> Umbria – ha <strong>in</strong>vece ribadito<br />

<strong>il</strong> generale Fabrizio Cuneo, della Guardia di F<strong>in</strong>anza dell’Umbria «ma<br />

certamente del potenziale rischio di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione attraverso l’acquisizione<br />

di attività produttive f<strong>in</strong>alizzato all’<strong>in</strong>vestimento di proventi <strong>il</strong>leciti, che<br />

solitamente avviene <strong>in</strong> luoghi lontano da quelli <strong>in</strong> cui l’organizzazione<br />

opera». Il generale Cuneo ha sottol<strong>in</strong>eato che «le difficoltà del sistema<br />

economico potrebbero aprire nuovi spazi a chi dispone di <strong>in</strong>genti liquidità<br />

e può qu<strong>in</strong>di sostituirsi agli istituti di credito per f<strong>in</strong>anziare imprenditori <strong>in</strong><br />

crisi e magari privi di garanzie.<br />

L’attività di contrasto alle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni crim<strong>in</strong>ali può passare dal controllo<br />

e dalla tracciab<strong>il</strong>ità dei pagamenti anche per le transazioni tra privati<br />

(possib<strong>il</strong>e se questi avvengono attraverso sistemi bancari o carte di credito)<br />

67


68 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

e dall’attività <strong>in</strong>vestigativa delle forse dell’ord<strong>in</strong>e, che può evidenziare<br />

situazione anomale non altrimenti riscontrab<strong>il</strong>i». Rassicurando comunque<br />

su un dato: «In Umbria, pure esistendo un pericolo reale di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni<br />

crim<strong>in</strong>ali, sono al momento assenti due dei fattori che maggiormente<br />

favoriscono l’<strong>in</strong>sediamento dei grandi gruppi crim<strong>in</strong>ali – ha detto: la<br />

corruzione nella Pubblica amm<strong>in</strong>istrazione e la predisposizione alle frodi<br />

del tessuto economico f<strong>in</strong>anziario».<br />

I soldi della camorra riciclati <strong>in</strong> Umbria<br />

Le mani della camorra sull’Umbria. L’operazione “Apogeo” dei Ros e<br />

della Guardia di F<strong>in</strong>anza di Perugia, scattata stamani all’alba, ha portato<br />

alla luce gli affari di una associazione per del<strong>in</strong>quere attiva nella regione,<br />

ma anche <strong>in</strong> Toscana e nelle Marche. A <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>are <strong>il</strong> tessuto economico e<br />

sociale umbro, un clan collegato ai Casalesi che a Perugia aveva stab<strong>il</strong>ito<br />

la base operativa per riciclare denaro sporco, attraverso società <strong>in</strong>esistenti o<br />

costituite all’estero, per poi immettere nei circuiti economici locali, <strong>in</strong>genti<br />

capitali pronti per esser <strong>in</strong>vestiti nel settore alberghiero, nella ristorazione<br />

e nell’ed<strong>il</strong>izia. 16 le ord<strong>in</strong>anze di custodia cautelare emesse <strong>in</strong> carcere e<br />

oltre 100 m<strong>il</strong>ioni di euro <strong>il</strong> valore dei beni mob<strong>il</strong>i e immob<strong>il</strong>i sottoposto a<br />

sequestro preventivo dalla Guardia di F<strong>in</strong>anza.<br />

L’operazione antiriciclaggio ha co<strong>in</strong>volto anche le prov<strong>in</strong>ce di Caserta,<br />

Ancona, Firenze, Padova e Pesaro. I carab<strong>in</strong>ieri hanno eseguito<br />

un’ord<strong>in</strong>anza di custodia cautelare <strong>in</strong> carcere emessa dal gip del tribunale<br />

di Perugia, su richiesta della direzione distrettuale <strong>antimafia</strong>, nei confronti<br />

di 16 <strong>in</strong>dagati accusati, a vario titolo di truffa aggravata, riciclaggio,<br />

bancarotta fraudolenta, emissione di ut<strong>il</strong>izzo di fatture per operazioni<br />

<strong>in</strong>esistenti, con l’aggravante del metodo mafioso. Oltre agli arresti, anche <strong>il</strong><br />

sequestro preventivo di beni mob<strong>il</strong>i e immob<strong>il</strong>i che ammontano a oltre 100<br />

m<strong>il</strong>ioni di euro. Il sistema era più o meno sim<strong>il</strong>e a quello delle scatole c<strong>in</strong>esi:<br />

con i soldi del clan dei Casalesi si compravano aziende ridotte al lastrico


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

(da crisi economica e/o sfortuna imprenditoriale), attraverso queste società<br />

si potevano acquistare attività commerciali, alberghi e appartamenti.<br />

Circa 300 le case di proprietà dell’organizzazione formata da sic<strong>il</strong>iani e<br />

campani, e collegata alla camorra, nella frazione di Ponte San Giovanni<br />

(PG). Durante la conferenza stampa nella quale Ros e Gdf hanno <strong>il</strong>lustrato<br />

i risultati dell’operazione, sono state sottol<strong>in</strong>eate soprattutto “la vocazione<br />

imprenditoriale” dei Casalesi e <strong>il</strong> rischio che l’Umbria corre <strong>in</strong> questa fase<br />

<strong>in</strong> cui le <strong>mafie</strong> cercano luoghi lontani <strong>in</strong> cui ripulire soldi - nonostante - sia<br />

stato precisato anche «che di assalto della camorra al territorio non si può<br />

parlare. I nostri dati <strong>in</strong>fatti parlano di episodi numericamente limitati».<br />

L’operazione “Apogeo” è solo un altro tassello che racconta la<br />

“mafizzazione”economica <strong>in</strong> corso nella regione, come l’ha def<strong>in</strong>ita <strong>il</strong><br />

magistrato della Dda di Perugia, Antonella Duch<strong>in</strong>i. Da anni magistrati,<br />

istituzioni e società civ<strong>il</strong>e hanno alzato <strong>il</strong> livello di allerta rispetto ad un<br />

fenomeno, ancora <strong>in</strong> crescita e che si muove sottotraccia, come quello del<br />

riciclaggio. Un allarme lanciato, alcuni mesi fa, dal procuratore di Perugia,<br />

Giacomo Fumu «In Umbria è <strong>in</strong> atto un fenomeno di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione mafiosa,<br />

soprattutto sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o del riciclaggio.<br />

Vengono riciclati i soldi degli <strong>in</strong>vestimenti del narcotraffico o i re<strong>in</strong>vestimenti<br />

di questi proventi. Questo è un fenomeno che deve essere monitorato e<br />

contrastato dagli organi della prevenzione. E’ compito di tutti: dei cittad<strong>in</strong>i,<br />

delle associazioni, degli ord<strong>in</strong>i professionali, s<strong>in</strong>dacati, imprenditoriali.<br />

[...] I clan oggi <strong>in</strong>vestono <strong>in</strong> grandi esercizi commerciali dove si creano<br />

nuovi posti di lavoro per i giovani, si trova merce a buon prezzo, si possono<br />

com<strong>in</strong>ciare a scambiare favori. Fare prestiti e poi riuscire a procurare<br />

favori alle amm<strong>in</strong>istrazioni locali. Ormai la mafia si caratterizza per questa<br />

capacità di <strong>in</strong>s<strong>in</strong>uarsi <strong>in</strong> maniera impercettib<strong>il</strong>e nella società; non c’è più la<br />

mafia con la coppola storta e la lupara». In quella <strong>in</strong>tervista <strong>il</strong> procuratore<br />

ricordava l’importanza della legge antiriciclaggio <strong>in</strong> vigore troppo spesso<br />

non applicata, nonostante sia stata approvata nel 2007 e imponga l’obbligo<br />

della segnalazione. La situazione riguarda l’Umbria e <strong>in</strong> particolare tutto<br />

<strong>il</strong> centro - nord dove i clan cont<strong>in</strong>uano ad <strong>in</strong>vestire con <strong>il</strong> m<strong>in</strong>imo rischio e<br />

massimo rendimento.<br />

69


70 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

Il coord<strong>in</strong>amento di <strong>Libera</strong> e la rete di associazioni impegnate sul territorio,<br />

da Legambiente a Cittad<strong>in</strong>anza attiva, denunciano da tempo la situazione<br />

e hanno chiesto più volte di alzare <strong>il</strong> livello di allerta contro l’<strong>in</strong>gresso di<br />

capitali sporchi nel tessuto sano dell’economia locale. Negli ultimi tempi,<br />

<strong>in</strong>sieme alla Regione Umbria sono impegnati nella realizzazione di un<br />

Osservatorio su <strong>mafie</strong> e legalità e nel “Rapporto su <strong>mafie</strong> e legalità <strong>in</strong><br />

Umbria” che hanno depositato agli atti della Commissione <strong>antimafia</strong><br />

regionale, presieduta da Paolo Brutti, <strong>il</strong> 21 marzo scorso, avevano evidenziato<br />

come proprio «i settori turistico - alberghiero e della ristorazione fossero<br />

quelli maggiormente a rischio per <strong>il</strong> riciclaggio dei capitali sporchi».<br />

Solo di alcuni mesi fa è l’arrivo nelle librerie di un libro, a cura del giornalista<br />

Claudio Lattanzi, <strong>in</strong> cui si racconta dell’assedio delle <strong>mafie</strong> all’Umbria.<br />

All’<strong>in</strong>terno del volume, edito da Intermedia edizioni, una <strong>in</strong>tervista al<br />

generale di brigata della Guardia di F<strong>in</strong>anza dell’Umbria, Fabrizio Cuneo,<br />

che afferma: [...] «prima i i clan erano orientati al controllo del territorio<br />

per sv<strong>il</strong>uppare attività <strong>il</strong>lecite tradizionali come l’estorsione, <strong>il</strong> traffico<br />

di droga, lo sfruttamento della prostituzione, <strong>il</strong> traffico di armi. Adesso<br />

si rivolgono all gestione aziendale perché si sono trovati con una massa<br />

economica talmente <strong>in</strong>gerente, derivante dalle loro attività del<strong>in</strong>quenziali<br />

classiche, da dover esser reimpiegata <strong>in</strong> settori leciti. E’ <strong>in</strong> questa fase che<br />

scatta l’esigenza di sp<strong>in</strong>gersi oltre ai territori di tradizionale <strong>in</strong>sediamento<br />

regionale».<br />

In Italia, secondo la Commissione parlamentare <strong>antimafia</strong>, <strong>il</strong> giro d’affari<br />

annuo delle <strong>mafie</strong> italiane è stimab<strong>il</strong>e <strong>in</strong> 150 m<strong>il</strong>iardi di euro e, come<br />

riportato <strong>in</strong> una recente relazione della stessa Commissione presieduta<br />

dal senatore Pisanu, la presenza delle <strong>mafie</strong> sottrae f<strong>in</strong>o al 15% di P<strong>il</strong> <strong>in</strong><br />

regioni come la Bas<strong>il</strong>icata e la Puglia. Nel documento si legge testualmente:<br />

“La pressione delle organizzazioni mafiose frena lo sv<strong>il</strong>uppo di vaste<br />

aree del Paese, comprime le prospettive di crescita dell’economia legale,<br />

alimentando un’economia parallela <strong>il</strong>legale e determ<strong>in</strong>a assuefazione alla<br />

stessa <strong>il</strong>legalità”. E <strong>in</strong> Umbria, secondo l’analisi realizzata dalla Fondazione<br />

Anton<strong>in</strong>o Caponnetto, <strong>il</strong> giro d’affari delle <strong>mafie</strong> sarebbe pari a 2 m<strong>il</strong>iardi<br />

di euro.


Usura non olet<br />

Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

E’ da anni diventato un affare altamente remunerativo, anche qui <strong>in</strong><br />

Umbria. Ha caratteristiche pervasive e costanti. Colpisce <strong>in</strong>dividui s<strong>in</strong>goli,<br />

imprenditori di piccole e medie imprese. Si tratta dell’usura, ovvero<br />

prestiti <strong>il</strong>leciti di denaro a tassi spropositati. Dietro molto spesso i soldi e<br />

gli uom<strong>in</strong>i della crim<strong>in</strong>alità organizzata che direttamente o <strong>in</strong>direttamente<br />

nelle regioni del centro Italia, hanno trovato un varco che consente loro di<br />

drogare l’economia legale. «In Umbria <strong>il</strong> fenomeno usura è sicuramente<br />

più esteso di quanto le denunce e gli arresti dimostr<strong>in</strong>o» - dichiarava qualche<br />

anno fa l’allora questore di Perugia, Gianni Carnevale, «una manovra che<br />

consente – commenta oggi <strong>il</strong> procuratore Fausto Cardella di riciclare anche<br />

<strong>il</strong> denaro sporco proveniente da attività <strong>il</strong>legali magari compiute <strong>in</strong> altre<br />

regioni». E ancora oggi è così. «<strong>il</strong> fenomeno è diffuso <strong>in</strong> Umbria come <strong>in</strong><br />

tutto <strong>il</strong> resto dell’Italia – dichiara Marcello Cozzi dell’ufficio di presidenza<br />

FAI». Alcune particolari occasioni come quella del post sisma possono poi<br />

averne accentuato i contorni. In quegli anni <strong>in</strong> molti hanno avuto accesso a<br />

crediti, alcuni a quello alternativo e gli <strong>in</strong>debitamenti ci sono stati, <strong>il</strong> ricorso<br />

ad altre fonti non legali, è ipotizzab<strong>il</strong>e”.<br />

Negli ultimi qu<strong>in</strong>dici anni però l’usura ha cambiato pelle, anche qui <strong>in</strong><br />

Umbria. Gradualmente da terreno di “cravattai” come si chiamavano<br />

<strong>in</strong> gergo gli usurai, <strong>il</strong> prestito stozz<strong>in</strong>o è diventato gradualmente affare<br />

delle <strong>mafie</strong>, camorra <strong>in</strong> testa. A differenza delle altre manovre mafiose,<br />

l’<strong>in</strong>gresso attraverso l’usura delle organizzazioni crim<strong>in</strong>ali su un territorio è<br />

impalpab<strong>il</strong>e, <strong>in</strong>visib<strong>il</strong>e, <strong>in</strong>odore. Questo consente loro con <strong>il</strong> m<strong>in</strong>imo rischio<br />

un massimo risultato. Talvolta anche imprenditoriale, laddove ridurre<br />

al lastrico un imprenditore oggi equivale all’opportunità di entrare <strong>in</strong><br />

possesso dell’impresa della vittima di turno. Sos impresa nel suo rapporto<br />

annuale calcola che <strong>in</strong> Italia <strong>il</strong> 36% dei ricavi sia <strong>in</strong> mano ai clan, e che<br />

ad essere colpiti da questo fenomeno siano ben 150.000 commercianti;<br />

Perugia, secondo gli <strong>in</strong>dici di rischio usura, calcolati dall’associazione,<br />

risulta fra le città a “medio rischio” e poco dopo <strong>in</strong> fondo alla lista anche<br />

Terni – ma sottol<strong>in</strong>eano nel rapporto annuale – “rispetto ad uno studio<br />

71


72 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

condotto l’anno precedente su Perugia e Terni, per conto del Cnel, le<br />

due prov<strong>in</strong>ce fanno segnalare un <strong>in</strong>cremento della pericolosità, sebbene<br />

le collochi al di sotto della percentuale dell’Italia. «Sulla base del nostro<br />

monitoraggio – si legge nel rapporto – stimiamo <strong>in</strong> oltre quaranta le reti<br />

attive nella regione nel “mercato del credito a nero” per un totale di 3000<br />

soggetti impantanati <strong>in</strong> rapporti usurai, per un giro d’affari che sfiora i<br />

duecento m<strong>il</strong>ioni di euro l’anno». «Nel cuore dell’Umbria – si legge ancora<br />

nel rapporto - a Perugia, l’usura ha <strong>il</strong> volto perbene dei colletti bianchi,<br />

personaggi <strong>in</strong> vista che <strong>in</strong>trecciano legami usurai ed affaristici cementati<br />

dalla comune fede massonica. Nei piccoli centri di prov<strong>in</strong>cia, per vergogna<br />

e per evitare pettegolezzi, si preferisce approvvigionarsi tra gli anonimi<br />

palazzoni della capitale”. Così <strong>mafie</strong> e cravattari si <strong>in</strong>contrano nel mercato<br />

della domanda e dell’offerta messo <strong>in</strong> piedi nel back stage dell’economia<br />

e oggi - come conferma Marcello Cozzi – è <strong>in</strong> atto una nuova sfida: i clan<br />

campani ad esempio offrono oggi prestiti ad <strong>in</strong>teressi molto sim<strong>il</strong>i a quelle<br />

delle banche, rivolgendosi anche a s<strong>in</strong>gole famiglie e <strong>in</strong>dividui.<br />

Questo comporta un maggiore <strong>in</strong>gresso nel tessuto sociale e anche un<br />

maggior guadagno <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i complessivi per l’organizzazione. Con un<br />

marg<strong>in</strong>e così diventa diffic<strong>il</strong>e anche per gli <strong>in</strong>quirenti scoprire queste<br />

<strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni, tanto più che come conferma Ugo Ant<strong>in</strong>olfi, volontario della<br />

Fondazione Antiusura di Perugia, su cento assistiti sono tre decidono di<br />

denunciare. E questo perché “<strong>in</strong> molti hanno paura”. La diffic<strong>il</strong>e situazione<br />

<strong>in</strong> cui versa l’Umbria sotto l’aspetto del contrasto all’usura e della diffusione<br />

del fenomeno crim<strong>in</strong>ale è data anche dagli ultimi episodi di cronaca. La<br />

stessa Fondazione che da anni si occupa di fare tutoraggio delle vittime,<br />

di assistere le famiglie <strong>in</strong> difficoltà ma soprattutto di fare prevenzione e<br />

<strong>in</strong>formazione sul fenomeno, pochi mesi fa si è trovata al centro di uno<br />

scandalo f<strong>in</strong>anziario e giudiziario. Una collaboratrice della Fondazione ha<br />

provocato un ammanco di danaro dai fondi della Fondazione - che come<br />

ricorda Ugo Ant<strong>in</strong>olfi - “da anni non è più f<strong>in</strong>anziata da contributi statali”.


Reti usuraie <strong>in</strong> Umbria<br />

Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

«L’usura è sempre più un reato associativo. Non è un reato fatto da s<strong>in</strong>goli<br />

ma sempre più da gruppi di persone che, fra l’altro, commettono più<br />

di un reato f<strong>in</strong>anziario: dalle truffe, alle assicurazioni, o attraverso aste<br />

giudiziarie. Si tratta di un mondo parallelo che non assomiglia a quello<br />

che ci immag<strong>in</strong>iamo “con coppola e lupara” ma sempre più a quello di<br />

“persone per bene”. Anche <strong>il</strong> settore del gioco <strong>il</strong>lecito, alle agenzie di<br />

scommesse: questi sono terreni <strong>in</strong> cui girano tanti contanti, liquidità. A<br />

raccontarci <strong>il</strong> fenomeno, L<strong>in</strong>o Busà, presidente di Sos impresa<br />

Chi sono gli usurai <strong>in</strong> Umbria?<br />

L’usura è un reato sommerso, usurai sono persone pubbliche, sono persone<br />

note. Se hai bisogno <strong>in</strong> momenti di difficoltà sai a chi rivolgerti, anche<br />

per piccole cifre. Queste reti usuraie sono note: alle autorità giudiziarie, al<br />

cittad<strong>in</strong>o, alle forze di polizia. Sono note al sistema bancario. Un impiegato<br />

di banca di quarto livello è <strong>in</strong> grado di riconoscere, <strong>in</strong> funzione dei<br />

movimenti bancari, parliamo di soggetti noti. Non dei “Mess<strong>in</strong>a denaro”<br />

<strong>in</strong>trovab<strong>il</strong>i. Il reato è sommerso ma gli usurai sono persone note. Sulla<br />

base di questo abbiamo descritto <strong>il</strong> fenomeno usuraio nell’Umbria nel<br />

documento “Umbria non è isola felice”.<br />

Se si tratta di un reato sommerso com’è possib<strong>il</strong>e <strong>in</strong>dividuarlo o prevenirlo?<br />

Uno dei problemi che <strong>in</strong>contriamo <strong>in</strong> questa regione è che questo fenomeno<br />

è trattato <strong>in</strong> maniera superficiale. Le vittime di usura per esempio sono<br />

tenute a distanza, mentre loro potrebbero essere <strong>in</strong>vece una fonte importante<br />

per capire come funziona <strong>il</strong> sistema e capire <strong>il</strong> fenomeno. La stragrande<br />

<strong>in</strong>formazione che io ricavo deriva da loro ed è una <strong>in</strong>formazione a 360<br />

gradi. L’usura è sempre più un reato associativo. Non è un reato fatto da<br />

s<strong>in</strong>goli ma sempre più da gruppi di persone che, fra l’altro, commettono<br />

più di un reato f<strong>in</strong>anziario: dalle truffe, alle assicurazioni, o attraverso aste<br />

giudiziarie. Si tratta di un mondo parallelo che non assomiglia a quello<br />

che ci immag<strong>in</strong>iamo “con coppola e lupara” ma sempre più a quello di<br />

“persone per bene”. Anche <strong>il</strong> settore del gioco <strong>il</strong>lecito, alle agenzie di<br />

scommesse: questi sono terreni <strong>in</strong> cui girano tanti contanti, liquidità (bene<br />

73


74 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

prezioso al momento <strong>in</strong> possesso delle <strong>mafie</strong>).<br />

Come fanno le <strong>mafie</strong> a penetrare <strong>il</strong> sistema economico umbro?<br />

La penetrazione avviene attraverso soggetti prestanome, che <strong>in</strong>tervengono<br />

<strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ati settori, uno di questi è l’ed<strong>il</strong>izia. Si radicano all’<strong>in</strong>terno del<br />

tessuto e poi, gradualmente con modalità <strong>in</strong>sospettab<strong>il</strong>i, <strong>in</strong>vestono <strong>in</strong> varie<br />

attività: bar, ristoranti, negozi. I primi prestanome sono persone di assoluta<br />

fiducia. Successivamente quando l’usuraio o <strong>il</strong> mafioso diventa stanziale<br />

trova sul posto un prestanome. Oggi, non è <strong>in</strong> difficoltà, <strong>in</strong> un momento<br />

di crisi economica generale, non è complicato conv<strong>in</strong>cere un cass<strong>in</strong>tegrato<br />

a prendere cifre <strong>in</strong> nero pur di fare fiduciario per varie attività, <strong>in</strong> srl.<br />

Spesso sono persone perbene, dunque. E l’Umbria diventa terra appetib<strong>il</strong>e<br />

per queste operazioni perché ha sempre avuto una scarsa attenzione al<br />

fenomeno. Solo da due/tre anni - <strong>in</strong> particolare devo sottol<strong>in</strong>eare con <strong>il</strong><br />

lavoro fatto da <strong>Libera</strong> – è cambiato <strong>il</strong> modo di porsi rispetto a questi dati.<br />

C’è stata una diversa attenzione al pericolo delle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose nella<br />

regione.<br />

Quanto <strong>il</strong> fenomeno dell’usura è collegato ad altri, come la prostituzione e <strong>il</strong> traffico della<br />

droga. C’è un collegamento fra loro?<br />

Questo è <strong>il</strong> grande tema del presente e del futuro. Riguarda l’Umbria ma<br />

anche la Capitale e <strong>il</strong> prossimo rapporto di “Sos impresa” dedicherà proprio<br />

ampio spazio a questa “relazione” fra diversi fenomeni. Noi oggi abbiamo,<br />

per una serie di ragioni, questa situazione. Il traffico di coca<strong>in</strong>a e l’attività<br />

usuraia è nelle stesse mani. Questo cosa significa? Attraverso <strong>il</strong> commercio<br />

di coca<strong>in</strong>a queste reti entrano <strong>in</strong> contatto con attività aziendali importanti,<br />

con professionisti importanti e a loro sono <strong>in</strong> grado di fornire la coca<strong>in</strong>a ma<br />

anche di prestarti i soldi, <strong>in</strong>izialmente per comprarla, successivamente si<br />

possono appropriare della tua attività commerciale/f<strong>in</strong>anziaria. Abbiamo<br />

avuto un piccolo “accenno” di questa osmosi durante una operazione<br />

nazionale che ha riguardato tutta l’Italia, non solo l’Umbria. (L’operazione<br />

è la Money bags, ndr). Questo sarà un fenomeno che scoppierà da qui <strong>in</strong><br />

avanti. Ci sono operazioni <strong>in</strong> corso, condotte seguendo la droga, cioè da un<br />

punto di vista <strong>in</strong>vestigativo seguire <strong>il</strong> traffico di droga è relativamente fac<strong>il</strong>e<br />

e ti porta risultati immediati ma seguire una storia di usura non è certo che


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

porti all’<strong>in</strong>dividuazione del fenomeno e del reato.<br />

C’è sempre la mafia dietro la rete di usurai?<br />

Accanto a questa rete malavitosa, rimangono commercianti facoltosi. Ma ci<br />

sono anche reti “professionalizzate” fatte da notai, avvocati, commercialisti.<br />

Persone che hanno agganci dentro <strong>il</strong> sistema bancario, della f<strong>in</strong>anza, delle<br />

aste giudiziario<br />

Che ruolo hanno all’<strong>in</strong>terno del fenomeno?<br />

Questi ultimi gestiscono un pezzo importante di usura. E spesso quella<br />

rivolta verso persone benestanti, che gestivano patrimoni consistenti.<br />

Questi sono soggetti diffic<strong>il</strong>i da denunciare e qu<strong>in</strong>di si tratta di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i<br />

diffic<strong>il</strong>i da portare avanti. Spesso si pensa che l’usura sia un reato fatto da<br />

marg<strong>in</strong>ali verso marg<strong>in</strong>ali. Invece non ci si rende conto che si tratta anche<br />

di un fenomeno diffuso e realizzato da personaggi “<strong>in</strong>sospettab<strong>il</strong>i”. Le<br />

<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sono complesse e qu<strong>in</strong>di se non c’è una determ<strong>in</strong>azione, sostenuta<br />

da una attenzione generale, questo è un reato che rimane sommerso. Oggi<br />

– checché se ne dica – non c’è un grande <strong>in</strong>teresse nel perseguire <strong>il</strong> reato.<br />

Per fare un esempio: se ci sono dieci rap<strong>in</strong>e <strong>in</strong> v<strong>il</strong>la fatte da rumeni scatta<br />

un forte allarme sociale, se ci sono dieci mafiosi che si comprano pezzi di<br />

città <strong>in</strong>vece no.<br />

Non c’è ancora qu<strong>in</strong>di percezione del fenomeno?<br />

Non c’è consapevolezza, reale, di cosa rappresenti <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di sicurezza<br />

per i cittad<strong>in</strong>i, la presenza di reti usuraie importate dentro un territorio.<br />

Qu<strong>in</strong>di non essendoci questa percezione non parte un <strong>in</strong>dirizzo a<br />

contrastarla con forza da parte dei procuratori della Repubblica, dei<br />

prefetti, dei comandanti delle forze dell’ord<strong>in</strong>e. Spesso si tratta, lo ricordo<br />

nuovamente, di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i complesse, che hanno costi più alti, anche per chi<br />

deve condurle.<br />

Questo per l’usura, ma qual è la situazione sul versante estorsioni?<br />

Per quanto riguarda le estorsioni non facciamo registrare i numeri di città<br />

come Palermo o Napoli. Ma abbiamo fenomeni estorsivi di diversa natura.<br />

Il primo su corregionali che lavorano <strong>in</strong> Umbria: imprese che arrivano<br />

da altri territori e poi subiscono richieste di questo tipo, soprattutto nel<br />

campo ed<strong>il</strong>e, imprese che lavorano <strong>in</strong> Umbria (a volte con sede sociale<br />

75


76 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

<strong>in</strong> regione) e l’<strong>in</strong>timidazione si svolge nei territori d’orig<strong>in</strong>e e sono quasi<br />

sempre campani, per via del diffuso lavoro “a cottimo”. Le imprese grosse<br />

imprese ed<strong>il</strong>i non hanno gli operai ma hanno i tecnici e i contatti con le<br />

istituzioni. Nel momento <strong>in</strong> cui devono costruire si avvalgono di queste<br />

aziende con operai a cottimo. Questi tipi di attività sono a rischio estorsione.<br />

La seconda, non a tappeto, riguarda soggetti extracomunitari. Sia verso<br />

negozi gestiti da connazionali ma anche verso altri, soprattutto locali. Non<br />

sono <strong>in</strong> grado di dire se si tratta di “bande gang” o gruppi crim<strong>in</strong>ali. Si<br />

tratta però, nella forma classica del racket su imprenditori o commercianti<br />

umbri, di un fenomeno che ancora non attecchisce. In l<strong>in</strong>ea di massima,<br />

quando accade, basta la segnalazione e arriva la denuncia.<br />

E sulle grandi opere?<br />

Non ho <strong>in</strong>formazioni <strong>in</strong> merito, c’è segreto istruttorio fra l’altro. Ma risulta<br />

che si sta verificando sulla Terni – Rieti e su quella che collega l’Umbria<br />

e le Marche. C’è massimo riserbo sulle <strong>in</strong>chieste <strong>in</strong> corso e vedremo <strong>in</strong><br />

seguito i risultati, se ci saranno.<br />

Corruzione, terreno fert<strong>il</strong>e per <strong>in</strong>sediamento <strong>mafie</strong><br />

Un richiamo alla politica, alle istituzioni e ai s<strong>in</strong>goli cittad<strong>in</strong>i. «E’ la<br />

corruzione a creare un terreno fert<strong>il</strong>e per l’<strong>in</strong>gresso delle <strong>mafie</strong> nella<br />

regione». Come dire: <strong>in</strong>tervenire si può, si deve, ma prevenire è <strong>il</strong> miglior<br />

modo per contrastare l’avanzamento del fronte mafioso all’<strong>in</strong>terno del<br />

tessuto sociale. Lo aveva evidenziato con questa dichiarazione, durante la<br />

sua audizione nel maggio del 2009 l’allora procuratore di Perugia, Federico<br />

Centrone davanti alla prima commissione d’<strong>in</strong>chiesta regionale, presieduta<br />

da Paolo Baiard<strong>in</strong>i. «Molti reati che vengono segnalati alla procura di<br />

Perugia sono denunce anonime – dichiarava <strong>il</strong> magistrato della Dda di<br />

Perugia. Camorra e riciclaggio, <strong>in</strong> particolare sono due facce della stessa<br />

medaglia nella regione umbra. «Alcuni processi <strong>in</strong> corso - ha dichiarato<br />

Centrone - hanno come imputati degli aff<strong>il</strong>iati della camorra campana


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

legati al clan dei Casalesi che sono residenti <strong>in</strong> Umbria. Alcune attività<br />

lecite vengono ut<strong>il</strong>izzate per ripulire <strong>il</strong> denaro sporco ed occultarne la<br />

provenienza». Ripulire denaro sporco vuol dire mettere <strong>in</strong> piedi aziende<br />

fantasma o di prestanome che consentano al denaro proveniente dai traffici<br />

<strong>il</strong>leciti (droga, racket ecc …) di affluire nelle casse dell’impresa “lavatrice”<br />

e di tornare nel mercato legale dell’economia senza dare nell’occhio e<br />

producendo a nuovamente impresa, dunque ricchezza. Un <strong>in</strong>granaggio<br />

imperfetto che talvolta s’<strong>in</strong>ceppa grazie al lavoro <strong>in</strong>vestigativo delle forze<br />

dell’ord<strong>in</strong>e attraverso <strong>in</strong>tercettazioni ambientali o telefoniche.<br />

Molto spesso grazie al lavoro <strong>in</strong>crociato di procure anche distanti dall’<br />

Umbria. A fronte di questi fenomeni, <strong>in</strong>oltre, anche <strong>il</strong> magistrato Centrone<br />

ha sottol<strong>in</strong>eato «l’impegno della magistratura e delle forze dell’ord<strong>in</strong>e<br />

nell’azione di contrasto rispetto a fenomeni <strong>in</strong>quietanti come droga,<br />

prostituzione ed estorsioni. Centrone - a conclusione del suo <strong>in</strong>tervento<br />

- aveva <strong>in</strong>oltre evidenziato l’importanza dell’attivita’ che la Commissione<br />

<strong>antimafia</strong> regionale può svolgere <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di <strong>in</strong>formazione degli enti<br />

locali, manifestando la massima disponib<strong>il</strong>ità a collaborare con l’organismo<br />

di <strong>in</strong>chiesta del Consiglio regionale umbro.<br />

Un testimone raccolto anche dalla successiva Commissione regionale che<br />

ha attualmente concluso la prima fase esplorativa di audizioni e si appresta<br />

a mettere mano alla seconda fase d’<strong>in</strong>chiesta. Il procuratore ha dunque<br />

aggiunto un monito importante che alla luce delle note <strong>in</strong>chieste su appalti,<br />

tentativi di corruzione, sistemi più o meno “trasparenti” nel settore della<br />

Sanità, <strong>in</strong> particolare, suona sempre attuale, anche due anni dopo quella<br />

audizione: « è la corruzione a creare un terreno fert<strong>il</strong>e per l’<strong>in</strong>gresso delle<br />

<strong>mafie</strong> nella regione. La corruzione, che secondo le cifre rese note dalla<br />

Corte dei Conti, rappresenta una tassa occulta di 60 m<strong>il</strong>iardi, pagata<br />

<strong>in</strong>consapevolmente dai cittad<strong>in</strong>i. Spesso si palesa <strong>in</strong> scambio di tangenti,<br />

altre volte <strong>in</strong> “favori” <strong>in</strong> cambio di denaro, altre ancora <strong>in</strong> <strong>il</strong>legalità<br />

diffusa. Spesso anche nel settore pubblico. In Umbria è attivo da anni<br />

un Osservatorio sugli appalti che monitora su regolarità amm<strong>in</strong>istrativa<br />

e trasparenza. L’avvocato F<strong>il</strong>ippetti, <strong>in</strong> forza all’Osservatorio nel 2009,<br />

durante la sua audizione presso la Commissione regionale ha dichiarato<br />

77


78 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

che “uno dei limiti della normativa vigente <strong>in</strong> tema di controlli <strong>antimafia</strong><br />

<strong>in</strong>fatti è <strong>in</strong>fatti che non sempre si analizza la situazione ‘a valle’ dell’appalto<br />

pr<strong>in</strong>cipale: le norme vigenti prevedono, <strong>in</strong>fatti, che la verifica di eventuali<br />

elementi di contiguità delle imprese con organizzazioni crim<strong>in</strong>ali sia<br />

effettuata, attraverso le <strong>in</strong>formazioni prefettizie, per importi che super<strong>in</strong>o<br />

i 5 m<strong>il</strong>ioni 150 m<strong>il</strong>a euro per gli appalti di lavori ed i 206.000 euro per le<br />

forniture ed i servizi’’. Non solo punti di criticità ma anche proposte. I<br />

“protocolli di legalità” sono una delle possib<strong>il</strong>i soluzioni valutate ieri per<br />

evitare questi buchi neri che consentono alle <strong>mafie</strong> di aggirare la legge. I<br />

protocolli <strong>in</strong>fatti potrebbero elaborare prescrizioni da <strong>in</strong>serire nei bandi di<br />

gara per consentire controlli anche su appalti e forniture di m<strong>in</strong>ore entità.<br />

‘’Una particolare attenzione - ha spiegato F<strong>il</strong>ippetti - e’ stata posta anche agli<br />

affidamenti dei sub-contratti che possono costituire un ‘Cavallo di Troia’<br />

delle organizzazioni crim<strong>in</strong>ali’’. La Commissione regionale <strong>antimafia</strong> ha<br />

fatto sue le osservazioni di molti, e <strong>in</strong> particolare, quelle riguardanti gli<br />

appalti pubblici e dopo una missione nella capitale, <strong>in</strong> audizione da Piero<br />

Grasso, procuratore nazionale <strong>antimafia</strong>, ha scelto per l’Umbria un sistema<br />

equiparab<strong>il</strong>e alla stazione unica appaltante. Un unico f<strong>il</strong>tro centrale per<br />

controllare l’<strong>in</strong>gresso delle ditte <strong>in</strong> regione. Ed è solo di pochi giorni fa<br />

l’accordo Ance – Conf<strong>in</strong>dustria per la creazione di una “white list” delle<br />

aziende che hanno i requisiti per accedere agli appalti pubblici e privati. E<br />

tentare, con questa selezione , di ridurre <strong>il</strong> rischio di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione mafiosa<br />

nel tessuto socio economico.


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

Eco<strong>mafie</strong> nel cuore verde dell’Italia<br />

Terreno fert<strong>il</strong>e per le <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose l’Umbria scopre - giorno dopo<br />

giorno - che le pressioni sul territorio non arrivano solo dall’assegnazione<br />

di subappalti, forniture o la stipula di subcontratti, ma da buona parte<br />

dei canali dietro i quali circolano quantità consistenti di denaro. Anche<br />

dal traffico di rifiuti e dal ciclo del cemento. Più del 10 percento delle<br />

<strong>in</strong>chieste condotte contro i reati di traffici <strong>il</strong>leciti di rifiuti vedono co<strong>in</strong>volti<br />

a vario titolo soggetti legati al territorio umbro. Lo confermava nella sua<br />

audizione alla Commissione <strong>antimafia</strong> regionale, nel 2009, Alessandra<br />

Paciotto, presidente di Legambiente. «E’necessario - aveva ribadito la<br />

Paciotto - mantenere alta la guardia e contrastare con mezzi sempre piu’<br />

efficaci questo fenomeno crim<strong>in</strong>ale che e’ una vera e propria piaga per <strong>il</strong><br />

nostro Paese e un ostacolo allo sv<strong>il</strong>uppo dell’imprenditoria sana».<br />

Nell’ultima classifica, st<strong>il</strong>ata da Legambiente, sulle <strong>il</strong>legalità ambientali<br />

l’Umbria è <strong>in</strong> 14esima posizione con 651 <strong>in</strong>frazioni accertate, 2,3668<br />

persone denunciate, 20 persone arrestate e 159 sequestri effettuati.<br />

Un’analisi peggiorata rispetto allo scorso anno posiziona l’Umbria al centro<br />

di traffici favoriti dalla sua collocazione geografica e dall’<strong>in</strong>sospettab<strong>il</strong>e<br />

disegno crim<strong>in</strong>ale che camorra e ‘ndrangheta <strong>in</strong> particolare gestiscono con<br />

sempre maggiore <strong>in</strong>cisività. Fra le tante operazioni, anche quella scattata<br />

dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, coord<strong>in</strong>ata dai carab<strong>in</strong>ieri del<br />

Noe, contro alcuni trafficanti di rifiuti. L’operazione “Old Iron” racconta<br />

un traffico di veicoli fuori uso e rottami ferrosi, tra Napoli, Caserta e Terni.<br />

C<strong>in</strong>que le persone arrestate per traffico e smaltimento <strong>il</strong>lecito di questo<br />

“ferro vecchio”.<br />

L’attività <strong>il</strong>lecita della consorteria crim<strong>in</strong>ale e <strong>in</strong>terregionale consentiva<br />

<strong>in</strong>gentissimi guadagni, si snodava attraverso una rete vasta e ben<br />

organizzata e toccava la bassa Umbria, <strong>il</strong> ternano, porta d’<strong>in</strong>gresso della<br />

camorra <strong>in</strong> Umbria. Del novembre del 2008 <strong>in</strong>vece <strong>il</strong> gruppo <strong>in</strong>vestigativo<br />

dei Noe hanno portato allo smantellamento di un consistente traffico di<br />

rifiuti pericolosi costituiti da scarichi <strong>in</strong>dustriali prodotti da un centro di<br />

rottamazione di Gubbio. Dal marzo 2007 s<strong>in</strong>o a qualche mese fa le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i<br />

79


80 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

hanno seguito questo f<strong>il</strong>o nero che ha permesso di accertare l’attività<br />

<strong>il</strong>lecita svolta da due titolari della ditta che trattava rifiuti “particolari”<br />

con procedure <strong>il</strong>lecite (auto,bombole e altri rifiuti pericolosi); uno dei<br />

due titolari è ad oggi <strong>in</strong> carcere l’altro agli arresti domic<strong>il</strong>iari, <strong>il</strong> centro<br />

di rottamazione è stato posto sotto sequestro. Il ricavato <strong>il</strong>lecito di queste<br />

operazioni ammontava all’<strong>in</strong>circa a 1,5 m<strong>il</strong>ioni di euro per un totale di<br />

circa 1.500 tonnellate di rifiuti provenienti dall’eugub<strong>in</strong>o e dal tifernate.<br />

E’ <strong>il</strong> rapporto Ecomafia di Legambiente a tracciare questa radiografia<br />

crim<strong>in</strong>ale che produce soldi, impastando rifiuti tossici e cemento, arrecando<br />

notevoli danni all’ambiente, alla salute dei suoi cittad<strong>in</strong>i e al sistema legale<br />

dell’economia.<br />

In questa ultima analisi per l’Umbria l’Osservatorio ambiente e legalità<br />

di Legambiente lancia l’allarme sulle discariche abusive: una prassi<br />

consolidata <strong>in</strong> altre regioni, da tempo nel s<strong>il</strong>enzio generale, si è fatta strada<br />

anche <strong>in</strong> Umbria. Numerose le operazioni di contrasto al fenomeno. In<br />

prov<strong>in</strong>cia di Perugia, a Bettona, nel maggio scorso <strong>il</strong> gruppo <strong>in</strong>vestigativo<br />

del Noe ha sequestrato tre aree per un totale di 40 m<strong>il</strong>a metri quadri di<br />

rifiuti tossici. Questa è la storia di una discarica abusiva, non <strong>in</strong> Campania<br />

ma <strong>in</strong> Umbria. L’operazione ha riguardato l’<strong>in</strong>tera regione per un totale di<br />

80 m<strong>il</strong>a tonnellate di rifiuti speciali smaltiti <strong>il</strong>lecitamente, <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ando falde<br />

acquifere e <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ando l’atmosfera.<br />

All’<strong>in</strong>terno di queste discariche abusive si smaltisono rifiuti <strong>in</strong>dustriali<br />

ma anche quelli di aziende più diffuse nella regione: le agroalimentari e<br />

quelle d’allevamento (alcune aziende di Fontignano, Bettona e Cannara, <strong>in</strong><br />

particolare sono state al centro di altri controlli nel 2008 da parte del Noe).<br />

Non solo rifiuti - come denuncia a <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong> la presidente di<br />

Legambiente Umbria, Alessandra Piciotto - ma anche numerose <strong>il</strong>legalità<br />

nel ciclo del cemento. La cementificazione progressiva dell’Umbria è<br />

ormai un dato di fatto - denunciato dalle associazioni locali, qui e li dalla<br />

politica e dall’<strong>in</strong>formazione. I movimenti talvolta <strong>in</strong>giustificati di aziende<br />

che costruiscono sottraendo verde e aggiungendo cemento provocano<br />

modifiche ai piani regolatori sono sotto gli occhi dei cittad<strong>in</strong>i umbri e i<br />

più attenti chiedono da anni che si verifichi con attenzione la trasparenza di


Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

questo mercato <strong>in</strong> pieno boom economico nella regione nonostante le dei cifre<br />

<strong>in</strong>variate dell’anagrafe regionale. Si risponde con <strong>il</strong> cemento ad una domanda<br />

che non sembra esserci. E allora perché si costruisce? Chi ha <strong>in</strong>teresse a farlo<br />

proprio <strong>in</strong> Umbria?E soprattutto aggiunge: «<strong>in</strong> un periodo <strong>in</strong> cui gli enti<br />

locali hanno necessità di “fare cassa” molto spesso c’è <strong>il</strong> rischio che proposte<br />

importanti, a livello economico, da parte di privati f<strong>in</strong>iscano per danneggiare <strong>il</strong><br />

territorio e diventare anche varco d’accesso per possib<strong>il</strong>i capitali sporchi». Nel<br />

documento presentato da Legambiente Umbria all’ultimo congresso si legge:<br />

“In Umbria, è importante ricordarlo, non ci sono solo <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose, che comunque<br />

resta <strong>il</strong> problema più grave, ma tanti reati diffusi, piccoli e grandi, come è emerso anche<br />

dalle più recenti operazioni del Corpo Forestale dello Stato, durante una stagione di controlli<br />

cap<strong>il</strong>lari effettuati <strong>in</strong> tutta la regione che hanno riguardato soprattutto lo smaltimento <strong>il</strong>legale<br />

di rifiuti pericolosi, sversamenti nei fiumi e abusi nell’escavazione delle cave. Altrettanto grave<br />

è <strong>il</strong> problema della corruzione che <strong>in</strong>teressa <strong>il</strong> mondo della politica e degli affari e che è una<br />

delle cause pr<strong>in</strong>cipali del profondo distacco tra i rappresentanti politici e la cittad<strong>in</strong>anza. Per<br />

recuperare un clima di fiducia nei confronti delle istituzioni occorre dare chiari segnali di voler<br />

contrastare la corruzione. A questo proposito riteniamo importante r<strong>il</strong>anciare la campagna<br />

promossa da <strong>Libera</strong> per la confisca dei beni dei corrotti e la loro dest<strong>in</strong>azione a f<strong>in</strong>i sociali come<br />

avviene per quelli della crim<strong>in</strong>alità organizzata. Come dice Don Luigi Ciotti: “Tutti i patrimoni<br />

frutto della violenza e dell’<strong>il</strong>legalità vanno restituiti alla collettività”. Nella classifica<br />

nazionale delle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni nel ciclo del cemento l’Umbria è undicesima alle<br />

spalle della Lombardia; 253 reati accertati, 338 denunce e 29 sequestri. Non<br />

solo. La prima operazione <strong>antimafia</strong> che ha contestato <strong>il</strong> 416 bis nella regione<br />

è legata proprio ad un’<strong>in</strong>chiesta che parla di appalti, costruzioni e cemento<br />

fra Umbria, Calabria e Toscana e coord<strong>in</strong>ata dalla Direzione <strong>antimafia</strong><br />

del capoluogo umbro. Questo non è un dato casuale. Ad una prima analisi<br />

del mercato ed<strong>il</strong>izio umbro si registrano numerose attività provenienti dalla<br />

Calabria e dalla Campania che operano nel settore immob<strong>il</strong>iare e cementizio<br />

con la tecnica del massimo ribasso. Nell’ultimo anno anche le <strong>mafie</strong> albanesi si<br />

sarebbero <strong>in</strong>serite <strong>in</strong> questo bus<strong>in</strong>ess, rafforzando la loro penetrazione attiva sul<br />

territorio umbro già legata al traffico di droga e prostituzione. Proprio questa<br />

jo<strong>in</strong> venture crim<strong>in</strong>ale fra diverse <strong>mafie</strong>, italiane e straniere, ha catalizzato<br />

l’<strong>in</strong>gresso delle <strong>mafie</strong> su un territorio un tempo verg<strong>in</strong>e come l’Umbria.<br />

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82 Una “mafizzazione <strong>in</strong> corso”


Antimafia<br />

<strong>in</strong> Umbria<br />

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L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

21 marzo, approvata Legge regionale<br />

<strong>in</strong> memoria delle vittime delle <strong>mafie</strong><br />

«Esprimiamo soddisfazione per <strong>il</strong> provvedimento dell'Assemblea regionale:<br />

la nostra proposta di istituire <strong>il</strong> 21 marzo giornata regionale della legalità <strong>in</strong><br />

ricordo di tutte le vittime delle <strong>mafie</strong> è diventata legge». Con queste parole<br />

<strong>il</strong> coord<strong>in</strong>amento di associazioni umbre che aderisce a <strong>Libera</strong> accoglie una<br />

buona notizia che segna un passaggio importante per <strong>il</strong> lavoro <strong>antimafia</strong><br />

nella regione: l'approvazione della giornata <strong>in</strong> memoria di tutte le vittime<br />

della mafia. Un momento che rappresenta la tappa f<strong>in</strong>ale di un percorso<br />

lungo 365 giorni, un percorso che sensib<strong>il</strong>izzi cittad<strong>in</strong>i, studenti, anziani<br />

al rispetto delle regole, educa alla memoria per trasformarla <strong>in</strong> impegno.<br />

«Ricordare le tante vittime <strong>in</strong>nocenti cadute anche per la nostra libertà<br />

- cont<strong>in</strong>ua <strong>Libera</strong> Umbria - significa difendere la democrazia e <strong>il</strong> nostro<br />

avvenire e promuovere la legalità.<br />

Solo conoscendo, conservando e praticando la memoria possiamo<br />

costruire un tessuto che può' rendere forte una democrazia». La giornata<br />

regionale del 21 marzo è stata approvata l'8 febbraio del 2010 <strong>in</strong> Assemblea<br />

Regionale e prevede, fra le altre, anche <strong>il</strong> sostegno della Regione Umbria<br />

per le <strong>in</strong>iziative che si terranno <strong>in</strong> quella giornata, ogni anno. L'Umbria<br />

è la prima regione <strong>in</strong> Italia ad aver approvato, con una legge regionale,<br />

questa giornata scelta ormai da più di 15 anni da più di 900 fam<strong>il</strong>iari delle<br />

vittime delle <strong>mafie</strong> come <strong>il</strong> momento <strong>in</strong> cui r<strong>in</strong>novare l'impegno a partire<br />

dalla memoria dei propri cari, morti perchè credevano <strong>in</strong> una società libera<br />

dalle <strong>mafie</strong> e dalla corruzione.<br />

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86 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

LiberAzione <strong>in</strong> corso<br />

Foligno, 25.04.2009<br />

Un'Onda libera contro tutte le <strong>mafie</strong>. Parte da Foligno nel giorno <strong>in</strong> cui<br />

<strong>il</strong> Paese celebra la liberazione dal nazifascimo <strong>il</strong> tour promosso da <strong>Libera</strong><br />

<strong>in</strong> collaborazione con i Modena city Ramblers, che attraverserà l'Italia per<br />

un viaggio contro tutte le <strong>mafie</strong>. Colonna sonora di questo viaggio i brani<br />

musicali contenuti nell'album Onda <strong>Libera</strong> ispirato proprio alla lotta di<br />

liberazione dalle <strong>mafie</strong> e da ogni oppressione, scritto e voluto dal gruppo<br />

musicale em<strong>il</strong>iano che da anni <strong>in</strong> prima l<strong>in</strong>ea sulle battaglie di libertà per<br />

i diritti. (Leggi qui le tappe del Tour Onda <strong>Libera</strong>). Più di sessant'anni fa<br />

l'Italia lottava per liberarsi dalla dittatura fascista e dagli <strong>in</strong>vasori nazisti<br />

ma ancora oggi <strong>in</strong> molte aree del Paese la democrazia è sospesa nonostante<br />

quella vittoria, nonostante quella liberazione non siamo ancora davvero<br />

liberi. Anche di questo si è parlato a Foligno a palazzo Tr<strong>in</strong>ci, al convegno<br />

del 25 apr<strong>il</strong>e scorso con la partecipazione di Roberto Morrione presidente<br />

di <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong>, Salvatore Lo Leggio di <strong>Libera</strong> Umbria, Fausto<br />

Cardella, procuratore di Terni, Alvaro Fiorucci giornalista Rai e Paolo<br />

Baiard<strong>in</strong>i, presidente della neonata commissione <strong>antimafia</strong> regionale.<br />

“Fu un giorno speciale per molti aspetti quel 25 apr<strong>il</strong>e - ricorda Roberto<br />

Morrione, presidente di <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong> - molte le libertà che da<br />

quel giorno sono state conquistate, <strong>in</strong> primis la libertà di stampa. Non<br />

dobbiamo dimenticarlo mai che dentro quella pag<strong>in</strong>a di storia nasce<br />

l'articolo21 della Costituzione, oggi fortemente messo <strong>in</strong> pericolo".<br />

Una ventata di libertà quella che accompagnò la nascita della stampa<br />

nel postdittatura, spenta però quasi subito dagli <strong>in</strong>teressi di partito e da<br />

quelli editoriali. Centrale rimane, anche a distanza di anni, la conquista<br />

all'<strong>in</strong>terno della carta costituzionale, dell'articolo che sancisce <strong>in</strong> maniera<br />

<strong>in</strong>discutib<strong>il</strong>e la libertà di stampa nel Paese. "Oggi alcuni disegni di legge<br />

come <strong>il</strong> ddl Alfano sulle <strong>in</strong>tercettazioni rischiano - commenta Morrione - di<br />

condizionarne pesantemente l'esistenza". Una constatazione ripresa anche<br />

nell'<strong>in</strong>tervento del procuratore di Terni, Fausto Cardella che ha sottol<strong>in</strong>eato<br />

quanto importante sia <strong>il</strong> ruolo del giornalismo per la democrazia e per la


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

magistratura stessa.<br />

"L'<strong>in</strong>formazione è l'avanguardia della democrazia ma rappresenta<br />

anche le retrovie, quando queste vengono a mancare tutto <strong>il</strong> sistema<br />

democratico rischia un forte <strong>in</strong>debolimento - dichiara Cardella. C'è un<br />

fatto centrale nell'operato della magistratura e nell'uso delle <strong>in</strong>tercettazioni<br />

<strong>in</strong> relazioni alla crim<strong>in</strong>alità organizzata. E' a partire da reati comuni<br />

che spesso, mettendo <strong>in</strong> moto richieste di <strong>in</strong>tercettazioni telefoniche si è<br />

arrivati a scoprire piani crim<strong>in</strong>ali. E' a partire da reati comuni che spesso,<br />

mettendo <strong>in</strong> moto richieste di <strong>in</strong>tercettazioni telefoniche si è arrivati<br />

a scoprire piani crim<strong>in</strong>ali di portata mafiosa". Ricorda un esempio che<br />

gela la sala <strong>il</strong> procuratore di Terni all'epoca magistrato presso la procura<br />

di Caltanissetta; riguarda le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sulla strage di via d'Amelio: <strong>in</strong><br />

quell'<strong>in</strong>chiesta per trovare gli esecutori materiali partimmo da un reato<br />

di tipo comune, da furto d'auto; se passerà <strong>il</strong> ddl Alfano quello non sarà<br />

considerato un reato "<strong>in</strong>tercettab<strong>il</strong>e", dunque su molte <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i di reati di<br />

tipo mafioso non saremo <strong>in</strong> grado di procedere come abbiamo fatto s<strong>in</strong><br />

ora". Un <strong>in</strong>tervento - quello del procuratore Cardella - che parte da un<br />

ricordo personale e professionale che lega anche questa data di apertura<br />

del tour "sulle terre libere" alla data <strong>in</strong> cui si concluderà, l'omicidio del<br />

m<strong>il</strong>itante di democrazia proletaria Pepp<strong>in</strong>o Impastato nel 1978. "Da poco<br />

entrato <strong>in</strong> magistratura, presso la procura di Palermo, ricordo ancora <strong>il</strong><br />

giorno <strong>in</strong> cui giunse la notizia della morte di Pepp<strong>in</strong>o; all'epoca andammo<br />

sul posto per i r<strong>il</strong>ievi, solo negli anni successivi, molti anni dopo, capi <strong>il</strong><br />

resto su quella morte". Un frammento di Sic<strong>il</strong>ia ritornato alla mente del<br />

procuratore che proprio nell'isola ha lavorato molti anni prima di essere<br />

trasferito <strong>in</strong> Umbria. Umbria, <strong>mafie</strong> e <strong>in</strong>formazione e un f<strong>il</strong>o rosso che<br />

lega i valori dell'antifascismo a quelli che oggi animano nuove resistenze<br />

di chi <strong>in</strong> terra di <strong>mafie</strong> lotta per restare e costruire. "Voglio ricordarvi che<br />

questo tour - commenta Salvatore Lo Leggio di <strong>Libera</strong> Umbria - nasce per<br />

raccontare le storie di chi resiste fra m<strong>il</strong>le difficoltà <strong>in</strong> terre governate dalla<br />

crim<strong>in</strong>alità organizzata, i ragazzi delle cooperative <strong>Libera</strong> Terra, che con<br />

estrema fatica portano avanti aziende su terre che prima appartenevano a<br />

boss mafiosi e oggi vogliono stare sul mercato <strong>in</strong> autonomia e <strong>in</strong> maniera<br />

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88 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

etica". Esempi che rappresentano ribellioni che si sono fatte prassi, buone<br />

prassi nella lotta contro le <strong>mafie</strong>. Una lotta che non è solo resistenza ma<br />

soprattutto costruzione di un'alternativa reale. Terre libere ma non terre<br />

lontane dalla crim<strong>in</strong>alità organizzata. Anche <strong>in</strong> Umbria, come ampiamente<br />

documentato da <strong>in</strong>chieste della magistratura, le <strong>mafie</strong> operano. Invisib<strong>il</strong>i<br />

s<strong>in</strong>o a qualche tempo fa oggi i clan sul territorio sono una realtà con la<br />

quale <strong>il</strong> tessuto socio economico umbro deve fare i conti. La denuncia è<br />

partita alcuni mesi da dopo l'operazione Naos, la prima a sancire <strong>in</strong> terra<br />

umbra <strong>il</strong> 416bis, reato di associazione a del<strong>in</strong>quere di stampo mafioso, da<br />

parte di <strong>Libera</strong> Umbria, Cittad<strong>in</strong>anza Attiva e Legambiente e la risposta<br />

delle istituzioni non si è fatta attendere. Lo scorso 20 gennaio è nata una<br />

commissione regionale <strong>antimafia</strong> che - come dichiara <strong>il</strong> suo neopresidente<br />

Paolo Baiard<strong>in</strong>i - avrà quattro compiti da svolgere durante questo<br />

anno: conoscere <strong>il</strong> fenomeno sul territorio, <strong>in</strong>formare sulla situazione<br />

attuale, promuovere <strong>in</strong> tutte le forme educazione alla legalità e stimolare<br />

l'elaborazione di leggi regionali che rafforz<strong>in</strong>o <strong>il</strong> controllo sulle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni<br />

mafiose, <strong>in</strong> particolare modo negli appalti pubblici. Le <strong>mafie</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

sono una variab<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> anche <strong>il</strong> sistema dell'<strong>in</strong>formazione deve tenere<br />

presente. Collegare racconti frammentati, mettere <strong>in</strong> f<strong>il</strong>a date, numeri,<br />

movimenti sospetti e tentare di tenere alta l'attenzione degli <strong>in</strong>quirenti e<br />

dell'op<strong>in</strong>ione pubblica. "Ci sono dichiara <strong>il</strong> giornalista Alvaro Fiorucci -<br />

numeri r<strong>il</strong>evanti di <strong>in</strong>cendi di attività o capannoni di aziende nella regione,<br />

<strong>il</strong> 60 % di questi sono di orig<strong>in</strong>e dolosa". Cosa rappresenta da solo questo<br />

dato <strong>in</strong> una regione <strong>in</strong> cui sono quasi assenti le denunce per estorsione?<br />

Fiorucci, cronista umbro della Rai e profondo conoscitore del territorio<br />

lancia questo dato e poi commenta "chi dovrebbe occuparsi di segnalare<br />

queste e altre cronache <strong>in</strong> un Paese <strong>in</strong> cui <strong>il</strong> 60% dei colleghi che tengono<br />

<strong>in</strong> piedi <strong>il</strong> sistema della stampa locale è precario? è a loro che dobbiamo<br />

chiedere, stretti fra lo sfruttamento professionale e le difficoltà generali, di<br />

fare gli eroi? L'aveva già denunciato al sem<strong>in</strong>ario di <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong><br />

a Perugia Alvaro Fiorucci - quello umbro disse, qualche mese fa, "è un<br />

giornalismo compresso" e lo ha ribadito ieri ricordando che <strong>in</strong> molti giovani<br />

cronisti vengono pagati 5 euro ad articolo e hanno pochissime garanzie e


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

tutele. Un problema di cui la categoria stessa fatica a prendere coscienza<br />

ma che diventa "<strong>il</strong> problema" quando questi stessi colleghi si devono<br />

occupare di fare <strong>in</strong>chieste, cronache o approfondimenti, su tutto quello<br />

che riguarda notizie "delicate" per i rapporti che <strong>in</strong>tercorrono fra politica,<br />

economia e l'editoria impura, presente <strong>in</strong> Umbria come <strong>in</strong> quasi tutte le<br />

realtà locali dell'<strong>in</strong>formazione. Una <strong>Libera</strong>zione è di certo <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o,<br />

nonostante tutto. E' partita molti anni fa dal riut<strong>il</strong>izzo dei beni confiscati,<br />

dal sacrificio di molte donne e uom<strong>in</strong>i che hanno dato la vita nella lotta<br />

alle <strong>mafie</strong>, attraversa oggi cittad<strong>in</strong>i, magistrati, politici, associazioni, che <strong>in</strong><br />

prima l<strong>in</strong>ea esercitano diritto di cittad<strong>in</strong>anza e condividono scelte diffic<strong>il</strong>i<br />

ma necessarie. Una LiberAzione è <strong>in</strong> corso.<br />

Una commissione d’<strong>in</strong>chiesta sulle<br />

<strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose <strong>in</strong> Umbria<br />

Umbria, 21.10.2008 |<strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong><br />

Solo alcuni anni fa la Procura nazionale <strong>antimafia</strong> nel suo rapporto<br />

annuale collocava l’Umbria fra le regioni a basso rischio di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione<br />

mafiosa e Nicola Miriano, procuratore generale della Repubblica<br />

a Perugia, nel 2001 pur esprimendo la sua preoccupazione per le<br />

<strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni di gruppi crim<strong>in</strong>ali anche esterni alla regione aggiungeva "qui<br />

la mafia classica, quella con <strong>il</strong> governo del territorio, non trova terreno<br />

fert<strong>il</strong>e; a operare sono per lo più associazioni a del<strong>in</strong>quere a carattere<br />

organizzato". (Qc, giugno 2001). Da poco, <strong>in</strong>vece, le associazioni <strong>Libera</strong><br />

Umbria, Legambiente e Cittad<strong>in</strong>anza attiva hanno <strong>in</strong>oltrato ai presidenti<br />

del Consiglio di tutti i comuni, delle due prov<strong>in</strong>ce e della Regione<br />

dell’Umbria una richiesta senza precedenti: costituire una commissione<br />

d’<strong>in</strong>chiesta sulle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose nella regione e <strong>in</strong> particolare nel<br />

sistema degli appalti pubblici. Primo a rispondere all’appello <strong>il</strong> Comune<br />

di Perugia, molti ancora i s<strong>il</strong>enzi di altre amm<strong>in</strong>istrazioni locali. Cos’è<br />

accaduto dunque <strong>in</strong> questi anni, perché si è giunti a questo livello di allerta?<br />

89


90 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

Regione di soggiorni obbligati per molti boss di primo calibro proprio perché<br />

ritenuta “neutra”, l’Umbria è diventata terra di conquista nelle nuove<br />

“rotte” disegnate dalle <strong>mafie</strong>; camorra e ‘ndrangheta <strong>in</strong> testa. I numerosi<br />

arresti, la grande pressione da parte degli organi giudiziari nelle regioni del<br />

sud Italia e anche nel nord (Lombardia, Piemonte e Veneto, <strong>in</strong> particolare)<br />

hanno portato i clan a guardare altrove. Prosciugate le risorse economiche<br />

di gran parte dei territori del sud Italia, l’Umbria è stata <strong>in</strong>dividuata come <strong>il</strong><br />

luogo ideale nel quale agire <strong>in</strong>disturbati. Qui, come dimostra la Naos, ultima<br />

operazione della Dda di Perugia, le cosche sondano <strong>il</strong> terreno, fiutano la<br />

possib<strong>il</strong>ità di costruire aziende “pulite” e ut<strong>il</strong>izzano questa copertura per<br />

muoversi e fare affari nella regione stessa ma soprattutto nel resto dell’Italia.<br />

Prestanome più o meno consapevole, l’Umbria si scopre base di smistamento,<br />

progettazione e <strong>in</strong>vestimento degli affari delle <strong>mafie</strong>, italiane e straniere.<br />

«Siamo conv<strong>in</strong>ti che la lotta alle <strong>mafie</strong> – dichiara Walter Card<strong>in</strong>ali di<br />

<strong>Libera</strong> Umbria - non può essere delegata solo alle forze di polizia o alla<br />

magistratura o ad associazioni. E’ una lotta che può essere v<strong>in</strong>ta solo con<br />

una vasta partecipazione popolare. Le istituzioni elettive rappresentano<br />

qu<strong>in</strong>di uno strumento primario, anzi fondamentale, per monitorare <strong>il</strong><br />

territorio e verificare l’esistenza e la portata di eventuali <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni<br />

mafiose. Il co<strong>in</strong>volgimento delle assemblee elettive – prosegue <strong>Libera</strong><br />

Umbria - è uno strumento per costr<strong>in</strong>gere <strong>il</strong> maggior numero di cittad<strong>in</strong>i<br />

ad approfondire <strong>il</strong> problema della crim<strong>in</strong>alità organizzata e a costruire<br />

una cultura <strong>antimafia</strong> di massa. Inoltre: chi concede appalti pubblici,<br />

licenze ed<strong>il</strong>izie o commerciali? Gli enti locali, dunque chi meglio di<br />

loro può controllare eventuali <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni? Chi meglio degli eletti dalle<br />

diverse cittad<strong>in</strong>anze può avere quei collegamenti necessari per conoscere<br />

tutte le operazioni economiche sospette che avvengono nel territorio?».<br />

Questa commissione d’ <strong>in</strong>chiesta arriva dunque dopo anni <strong>in</strong> cui <strong>il</strong> tessuto<br />

sociale umbro e delle istituzioni aveva dato l’impressione di “resistere”<br />

alla pressione esercitata dalle <strong>mafie</strong>. Anni <strong>in</strong> cui, sotto gli occhi di tutti,<br />

l’<strong>in</strong>vestimento nel cemento, le cont<strong>in</strong>ue variazioni ai piani regolatori del<br />

capoluogo, <strong>il</strong> traffico di droga e di prostituzione, le denunce per usura,<br />

crescono con ritmi che erano per l’Umbria piuttosto sconosciuti. Alle


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

s<strong>in</strong>gole commissioni sarà richiesto di far luce sulle attuali <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni nel<br />

sistema degli appalti pubblici, di monitorare e fare prevenzione per i futuri.<br />

E a giudicare dal volume di affari <strong>in</strong> progetto per <strong>il</strong> capoluogo e per l’<strong>in</strong>tera<br />

regione, soprattutto nel settore dell’ed<strong>il</strong>izia, queste commissioni arrivano al<br />

momento giusto per evitare che ad aumentare sia anche <strong>il</strong> volume di affari<br />

delle <strong>mafie</strong>.<br />

Nasce la Commissione regionale <strong>antimafia</strong><br />

Perugia, 21.01.2009<br />

Con un ampio consenso trasversale è giunto <strong>il</strong> "si" def<strong>in</strong>itivo<br />

all’istituzione di una Commissione d’<strong>in</strong>chiesta che si occupi di fare<br />

luce sulle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose nella regione. La proposta partita dai<br />

consiglieri Stefano V<strong>in</strong>ti (Prc), Ada Girolam<strong>in</strong>i (Sdi - Uniti nell’Ulivo),<br />

Pav<strong>il</strong>io Lup<strong>in</strong>i (Prc) e Fabrizio Bracco (Pd) ha trovato riscontro nella<br />

volontà delle forze politiche della maggioranza come dell’opposizione.<br />

Una proposta sollecitata alcuni mesi fa dalle associazioni <strong>Libera</strong> Umbria,<br />

Legambiente e Cittad<strong>in</strong>anza Attiva. La commissione composta da c<strong>in</strong>que<br />

membri, tre <strong>in</strong>dicati dalla maggioranza e due dalla opposizione, resterà <strong>in</strong><br />

carica per circa sei mesi e opererà senza oneri aggiuntivi. La commissione<br />

si occuperà di: “crim<strong>in</strong>alità organizzata <strong>in</strong> materia di smaltimento dei<br />

rifiuti, di narcotraffico e di acquisizione di imprese e attività economiche”.<br />

Inoltre, nel dispositivo approvato, la Commissione dovrà anche "verificare<br />

i possib<strong>il</strong>i effetti del fenomeno sulla vita economica e sociale della Regione e le<br />

misure adottate per prevenirne la diffusione”, controllare <strong>il</strong> rispetto della normativa<br />

vigente <strong>in</strong> tema di controlli <strong>antimafia</strong> da parte di tutte le amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche<br />

che affidano appalti <strong>in</strong> ambito regionale” e porre particolare attenzione alle<br />

“deliberazioni emanate dal Cipe per <strong>il</strong> f<strong>in</strong>anziamento delle piattaforme logistiche<br />

da realizzare a Città di Castello-San Giust<strong>in</strong>o, a Terni-Narni e Foligno”.<br />

L’Umbria isola felice dunque non è più una fotografia realistica della<br />

regione un tempo cuore verde dell’Italia nella quale oggi, <strong>il</strong> cemento<br />

91


92 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

avanza <strong>in</strong> maniera sospetta (ovvero senza un aumento reale della domanda<br />

nel mercato immob<strong>il</strong>iare) e dietro attività del centro storico troppo spesso<br />

si muovono prestanome legati a regioni ad alta densità mafiosa (Calabria<br />

<strong>in</strong> testa), <strong>il</strong> traffico dei rifiuti è ormai oggetto di <strong>in</strong>chiesta e i numeri del<br />

narcotraffico e della tratta di esseri umani, restano alti. Lo dimostrano le<br />

ultime due operazioni della Dda del distretto perug<strong>in</strong>o “l’Umbria è diventata<br />

territorio preferito dalle <strong>mafie</strong> proprio perché al di sopra di ogni sospetto”.<br />

«Almeno s<strong>in</strong>o al 2001, sette anni dopo <strong>in</strong>vece – commentano dal<br />

consiglio regionale umbro – la relazione della Commissione parlamentare<br />

<strong>antimafia</strong> la def<strong>in</strong>isce base di smistamento progettazione e <strong>in</strong>vestimento<br />

degli affari delle <strong>mafie</strong> italiane e straniere, con presenze accertate di<br />

notissime famiglie mafiose. E’ cresciuto a dismisura <strong>il</strong> traffico di droghe<br />

(si venderebbero circa 6.000 dosi giornaliere) e la regione <strong>in</strong>tera sta<br />

diventando crocevia per le rotte di coca<strong>in</strong>a dal Nord Ovest, ero<strong>in</strong>a afgana,<br />

hascisc dal Sud. Siamo la quarta regione d’Italia per quantitativi di coca<strong>in</strong>a<br />

sequestrati e fra le prime per spacciatori stranieri e per morti per droga».<br />

Il dibattito seguito alla votazione sulla Commissione d’<strong>in</strong>chiesta ha<br />

ulteriormente messo <strong>in</strong> evidenza la necessità di questo nuovo organismo. I<br />

consiglieri della m<strong>in</strong>oranza hanno anche dichiarato che alla commissione<br />

dovrà dovrebbe spettare anche <strong>il</strong> compito di fare chiarezza sul s<strong>il</strong>enzio talvolta<br />

giunto dalle amm<strong>in</strong>istrazioni <strong>in</strong> carica, sul d<strong>il</strong>agare della microcrim<strong>in</strong>alità,<br />

sul traffico di sostanze stupefacenti <strong>in</strong> città (che fanno di Perugia <strong>il</strong> capoluogo<br />

dei morti per overdose <strong>in</strong> Italia) e sulle preoccupazioni scaturite dalla<br />

partecipazione sospetta di alcune imprese nella ricostruzione post sisma.<br />

«Serve un segnale forte – sottol<strong>in</strong>ea Ada Girolam<strong>in</strong>i del Sdi Uniti nell’Ulivo<br />

– da dare all’esterno, una piena s<strong>in</strong>tonia di <strong>in</strong>tenti fra istituzioni e forze<br />

dell’ord<strong>in</strong>e e sottol<strong>in</strong>ea <strong>il</strong> consigliere, Armando Fronduti (FI-PDL) non<br />

può esserci sv<strong>il</strong>uppo per l’Umbria senza sicurezza». Quella stessa sicurezza<br />

per i cittad<strong>in</strong>i che si garantisce <strong>in</strong> primis garantendo una trasparenza del<br />

sistema democratico del tessuto sociale, politico ed economico, oggi settori<br />

<strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ati anche <strong>in</strong> Umbria dagli affari delle <strong>mafie</strong> italiane e straniere.<br />

«Affari che hanno portato <strong>in</strong> poco meno di dieci anni ad un cambio<br />

repent<strong>in</strong>o del volto di questa regione <strong>in</strong> cui è importante - sottol<strong>in</strong>ea Stefano


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

V<strong>in</strong>ti - uno dei consiglieri che fortemente motivato la proposta di questa<br />

commissione d’<strong>in</strong>chiesta) riprist<strong>in</strong>are con forza una “cultura delle legalità”<br />

che sia difesa <strong>in</strong> primo luogo <strong>in</strong> sede politica e dalle istituzioni pubbliche<br />

ma che porti anche ad una mob<strong>il</strong>itazione delle coscienze». «Servono<br />

anche atti conseguenti delle istituzioni - cont<strong>in</strong>ua V<strong>in</strong>ti - per evitare che si<br />

re<strong>in</strong>vestano nella nostra economia legale, capitali che vengono da attività<br />

<strong>il</strong>lecite. Temiamo effetti tragici e una vera a propria rottura della legalità<br />

che dobbiamo prevenire ed evitare»<br />

La commissione regionale d’<strong>in</strong>chiesta<br />

<strong>in</strong>contra Piero Grasso<br />

Perugia, 15.09.2009<br />

Perugia - Roma, andata e ritorno. La commissione regionale d’<strong>in</strong>chiesta<br />

umbra ha <strong>in</strong>contrato ieri nella capitale <strong>il</strong> procuratore nazionale <strong>antimafia</strong><br />

Piero Grasso. Ripresi i lavori dopo la pausa estiva alla procura nazionale<br />

<strong>antimafia</strong> si sono recati <strong>il</strong> presidente Paolo Baiard<strong>in</strong>i, <strong>il</strong> vicepresidente<br />

Armando Fronduti, i consiglieri Stefano V<strong>in</strong>ti, Ada Girolam<strong>in</strong>i, Enrico<br />

Sebastiani. Ma anche <strong>il</strong> consulente esterno, professor Marco Angel<strong>in</strong>i,<br />

Mar<strong>in</strong>a Balsamo della segretaria generale del Consiglio regionale e<br />

Serenella Manc<strong>in</strong>i, segretaria della Commissione. Due ore di <strong>in</strong>contro<br />

che hanno messo faccia a faccia <strong>il</strong> procuratore nazionale e la neonata<br />

commissione che da sei mesi sta lavorando per fare luce sui vari aspetti<br />

connessi alla <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose nella regione ed elaborare proposte<br />

normative che possano impedire l’<strong>in</strong>gresso di capitali mafiosi <strong>in</strong> Umbria.<br />

Nel corso dell’<strong>in</strong>contro, che si è protratto per oltre due ore, <strong>il</strong> Procuratore<br />

nazionale “ha mostrato apprezzamento per <strong>il</strong> lavoro s<strong>in</strong> qui svolto dalla<br />

commissione". Da ieri qu<strong>in</strong>di viene r<strong>il</strong>anciata la collaborazione con la<br />

Direzione nazionale <strong>antimafia</strong> per "proseguire una attività di collaborazione<br />

- dichiarano dalla commissione regionale – con l’obiettivo di fare<br />

dell’Umbria una regione avanzata nell’azione di prevenzione del fenomeno<br />

93


94 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

mafioso, attraverso una s<strong>in</strong>ergia tra gli organi <strong>in</strong>quirenti e le istituzioni”.<br />

La parola chiave di queste <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni <strong>in</strong> Umbria cont<strong>in</strong>ua ad essere<br />

sempre la stessa (anche se non la sola): riciclaggio. S<strong>in</strong> dagli anni novanta la<br />

procura di Palermo segnalava anche l’Umbria fra le terre “sensib<strong>il</strong>i” verso<br />

le quali Cosa nostra aveva <strong>in</strong>dirizzato i propri <strong>in</strong>vestimenti, tramite una<br />

rete di prestanome e di società pulite. Oggi la storia di quelle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni<br />

si ripete anche se gli <strong>in</strong>vestimenti sono targati pr<strong>in</strong>cipalmente ‘ndrangheta<br />

e camorra. Si ripete, anche se non si tratta solo di ripulire soldi, come<br />

ha dimostrato l’ultima operazione che ha co<strong>in</strong>volto l’Umbria (la Naos) ma<br />

anche molto altro. Dal traffico di droga, all’usura, dagli appalti pubblici<br />

s<strong>in</strong>o ai reati contro l’ambiente. E' lunga la lista di settori <strong>in</strong> cui le ‘ndr<strong>in</strong>e,<br />

<strong>in</strong> particolare, hanno <strong>in</strong>vestito potenziando la loro presenza anche <strong>in</strong> altre<br />

regioni vic<strong>in</strong>e. Cont<strong>in</strong>uano <strong>in</strong>oltre a colpire l’Umbria anche ord<strong>in</strong>anze di<br />

custodia cautelare per latitanti o uom<strong>in</strong>i aff<strong>il</strong>iati a clan storici residenti sul<br />

territorio "cuore verde" dell'Italia. L’ultimo <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e di tempo risale al 10<br />

settembre scorso quando l'ord<strong>in</strong>anza di custodia cautelare dell’operazione<br />

“Maciste” scattata <strong>in</strong> Puglia contro 38 presunti aff<strong>il</strong>iati alla Sacra Corona<br />

Unita, ha raggiunto un uomo di 39 anni di Lecce che si trovava sul territorio<br />

umbro di Massa Martana.<br />

La richiesta è stata <strong>in</strong>oltrata dal Gip di Lecce per l’imputazione<br />

di omicidio. Umbria terra di rifugi, smistamento e pax mafiosa.<br />

Ma dopo alcuni anni di s<strong>il</strong>enzio, di allarmi <strong>in</strong>ascoltati e qualche svista, si<br />

è tornati a parlare di <strong>mafie</strong> <strong>in</strong> Umbria con nuovi propositi di contrasto<br />

alla crim<strong>in</strong>alità organizzata. Nei primi sei mesi di lavoro la Commissione<br />

regionale ha ascoltato alcuni esponenti impegnati nella lotta alle <strong>mafie</strong>,<br />

procuratori del tribunale di Perugia ma anche associazioni impegnate<br />

sul territorio, come <strong>Libera</strong>, Legambiente e Cittad<strong>in</strong>anza attiva (che<br />

per prime hanno richiesto al Consiglio regionale umbro l’istituzione<br />

della Commissione). Adesso una proroga consentirà alla Commissione<br />

di cont<strong>in</strong>uare i lavori. Anche <strong>Libera</strong> Umbria è stata ascoltata dalla<br />

Commissione <strong>antimafia</strong>. “Sensib<strong>il</strong>izzazione dell’op<strong>in</strong>ione pubblica,<br />

<strong>in</strong>iziative di educazione alla legalità prioritariamente rivolte ai giovani e<br />

istituzione <strong>in</strong> Umbria della Giornata della memoria; monitoraggio regionale


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

su attività e transazioni immob<strong>il</strong>iari e commerciali; controllo degli appalti<br />

pubblici e sub-appalti; Agenzia regionale per l’uso sociale dei beni confiscati<br />

alla mafia – queste e molte altre le pr<strong>in</strong>cipali richieste dei rappresentanti<br />

del coord<strong>in</strong>amento umbro <strong>in</strong> audizione lo scorso luglio a Palazzo Cesaroni.<br />

<strong>Libera</strong> Umbria ha posto <strong>in</strong>oltre l’attenzione sull’aspetto economico<br />

delle <strong>mafie</strong> nella regione: appalti pubblici e sub appalti ma anche istituti<br />

di credito e bancari. Inf<strong>in</strong>e anche una r<strong>in</strong>novata attenzione verso i beni<br />

sequestrati e/o <strong>in</strong> via di confisca nella regione umbra tramite l’istituzione<br />

di una agenzia regionale per i beni confiscati. Nei prossimi sei mesi<br />

dunque si cont<strong>in</strong>uerà ad osservare, analizzare e elaborare <strong>il</strong> panorama<br />

economico – sociale e politico dentro <strong>il</strong> quale <strong>in</strong>tervenire per strutturare<br />

una lotta alle <strong>mafie</strong> che sia maggiormente coord<strong>in</strong>ata, efficace ed<br />

avanzata dell’attuale. Ancora aperto <strong>il</strong> nodo della sanità, dei rifiuti e degli<br />

operatori economici co<strong>in</strong>volti, soprattutto <strong>in</strong> questa globale fase di crisi<br />

economica, saranno oggetto – dichiarano dalla commissione <strong>in</strong> una nota<br />

– delle prossime audizioni della commissione guidata da Paolo Baiard<strong>in</strong>i.<br />

Commissione <strong>antimafia</strong> umbra:<br />

"no" alla vendita dei beni confiscati<br />

Perugia, 27.11.2009<br />

Un "no" alla vendita dei beni confiscati arriva dalla Commissione<br />

regionale <strong>antimafia</strong> umbra. In un ord<strong>in</strong>e del giorno la Commissione<br />

presieduta da Paolo Baiard<strong>in</strong>i ha espresso <strong>il</strong> suo parere contrario<br />

all'emendamento approvato <strong>in</strong> Senato che prevede la vendita dei beni<br />

confiscati, se non dest<strong>in</strong>ati a f<strong>in</strong>i sociali o istituzionali, entro tre o sei mesi.<br />

La Commissione <strong>in</strong>vece chiede al contrario un potenziamento<br />

dell'applicazione della legge 109/96 attraverso la predisposizione di una<br />

discipl<strong>in</strong>a organica della gestione dei beni confiscati e l'istituzione di<br />

una Agenzia per i beni confiscati. <strong>Libera</strong> Umbria ha portato avanti sul<br />

territorio la campagna di mob<strong>il</strong>itazione promossa <strong>in</strong> tutta Italia per <strong>il</strong><br />

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96 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

ritiro dell'emendamento, raccolta firme e <strong>in</strong>formazione sui rischi connessi<br />

alla vendita dei beni confiscati ai mafiosi.<br />

Di diverso avviso dall'opposizione, <strong>il</strong> vicepresidente del gruppo Pdl alla<br />

Camera, Pietro Laffranco che aggiunge "<strong>il</strong> rischio che la crim<strong>in</strong>alità<br />

organizzata torni <strong>in</strong> possesso di questi beni è una clamorosa stupidagg<strong>in</strong>e.<br />

In Commissione <strong>antimafia</strong> a Roma, Maroni ha annunciato che<br />

l'emendamento alla F<strong>in</strong>anziaria non sarà ritirato ma saranno possib<strong>il</strong>i<br />

solo modifiche. In tutta Italia giovani, associazioni e cittad<strong>in</strong>i, protestano<br />

contro quella che Laffranco ritiene solo "una clamorosa stupidagg<strong>in</strong>e".<br />

Eppure anche dai banchi del Governo, <strong>in</strong> commissione <strong>antimafia</strong> Angela<br />

Napoli (Pdl) e Fabio Granata (Pdl) si sono detti contrari all'emendamento,<br />

dando ampie spiegazioni sui rischi concreti che la messa <strong>in</strong> vendita dei<br />

beni confiscati comporterebbe.<br />

Diritti negati dalle <strong>mafie</strong><br />

Perugia, 07.03.2010<br />

Un terreno e un casolare sulla Flam<strong>in</strong>ia a Spoleto, acquistati "non da molto<br />

tempo", rientrano tra i beni sequestrati dalla Dia ai fratelli Diego e Ignazio<br />

Agrò, 64 e 72 anni, noti commercianti di olio della prov<strong>in</strong>cia di Agrigento.<br />

Condannati all'ergastolo per omicidio lo scorso anno, i due potenti fratelli<br />

di Racalmuto nel mir<strong>in</strong>o delle complesse <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i dell'<strong>antimafia</strong> c'erano<br />

da un pezzo. E' stato <strong>in</strong>fatti dimostrato <strong>in</strong> sede processuale <strong>il</strong> loro legame<br />

con capi mafia della prov<strong>in</strong>cia agrigent<strong>in</strong>a a cui i due imprenditori si<br />

rivolgevano quando c'era da dirimere qualche controversia legata alla<br />

loro attività di usurai. Questo raccontano le cronache dei giornali locali lo<br />

stesso giorno <strong>in</strong> cui <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong> e Regione Umbria, propongono<br />

agli operatori dell'<strong>in</strong>formazione di <strong>in</strong>contrarsi, ad una tavola rotonda, sul<br />

ruolo dell'<strong>in</strong>formazione locale per una società responsab<strong>il</strong>e <strong>in</strong> Umbria.<br />

Si tratta della prima tappa nel capoluogo perug<strong>in</strong>o, del percorso "Diritti<br />

negati dalle <strong>mafie</strong>", nato <strong>in</strong> collaborazione con l'assessorato alle politiche


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

sociali della Regione Umbria. A Palazzo Don<strong>in</strong>i, sede della Giunta<br />

regionale, si sono <strong>in</strong>contrati, <strong>il</strong> 6 marzo scorso, per fare <strong>il</strong> punto sul ruolo<br />

del giornalismo e del mondo della cultura nella lotta alle <strong>mafie</strong>, i direttori dei<br />

giornali umbri più letti nella Regione, responsab<strong>il</strong>i dell'ord<strong>in</strong>e dei giornalisti<br />

e dell'Assostampa umbra e <strong>il</strong> prof. dell'Università degli studi di Perugia,<br />

Roberto Segatori. A coord<strong>in</strong>arli e a seguire i lavori Roberto Morrione,<br />

presidente di <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong>, <strong>in</strong>trodotto dall'analisi del giornalista<br />

Andrea Gerli, del coord<strong>in</strong>amento di <strong>Libera</strong> <strong>in</strong> Umbria. "L'<strong>umbria</strong> è fra le<br />

prime regioni del centro - nord ad aver accettato la sfida della prevenzione<br />

e dell'<strong>in</strong>tervento immediato delle istituzioni e della società civ<strong>il</strong>e di fronte<br />

all'avanzare delle <strong>mafie</strong> - dichiara Andrea Gerli - ma è contestualmente<br />

anche la terra che le ultime operazioni <strong>antimafia</strong> descrivono come terra del<br />

riciclaggio, dell'<strong>in</strong>vestimento <strong>il</strong>lecito di capitali delle <strong>mafie</strong>".<br />

"Qual è <strong>il</strong> ruolo del giornalista nella battaglia contro le <strong>mafie</strong>? A questo<br />

<strong>in</strong>terrogativo risponde <strong>il</strong> prof. Roberto Segatori, docente di Sociologia<br />

dell'Università degli studi di Perugia. "Chi comunica sulla mafia- chiede<br />

Segatori - i mafiosi stessi, l'<strong>in</strong>formazione e la politica. Se togliamo ai<br />

giornalisti la possib<strong>il</strong>ità di raccontare questo fenomeno, a parlarne<br />

rimarranno soltanto la mafia e la politica". Fra l'altro spesso <strong>in</strong> pericolosa<br />

vic<strong>in</strong>anza fra loro. Leggi scivolose, mancanza di tutela giornalistica e<br />

autocensura, sono alcune fra le debolezze del mondo dell'<strong>in</strong>formazione nel<br />

racconto dei fatti di mafia e <strong>antimafia</strong>, <strong>in</strong> questo Paese - sottol<strong>in</strong>ea Segatori.<br />

" A loro serve dare maggiore protezione e garanzia".<br />

Luci e ombre del mestiere del giornalista<br />

A rappresentare proprio la categoria giornalistica umbra, Tiziano Bert<strong>in</strong>i,<br />

dell'Ord<strong>in</strong>e dei giornalisti e M<strong>in</strong>o Lo Russo, giornalista Rai e Assostampa<br />

umbra. "Il giornalismo - dichiara Bert<strong>in</strong>i - ha cercato di raccontare <strong>in</strong><br />

maniera puntuale qui <strong>in</strong> Umbria l'arrivo delle <strong>mafie</strong> e dei loro affari. Lo<br />

ha fatto però - ricorda Bert<strong>in</strong>i - all'<strong>in</strong>terno di quel quadro già complesso<br />

che è <strong>il</strong> mondo del giornalismo locale: conflitti d'<strong>in</strong>teresse editoriali,<br />

precarietà giornalistica, concorrenza pubblicitaria e mancanza di risorse".<br />

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98 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

Un sistema, che a causa di questi limiti, secondo Bert<strong>in</strong>i ha gradualmente<br />

messo da parte lo strumento dell'<strong>in</strong>chiesta giornalistica. "Non sarebbe da<br />

trascurare - conclude Bert<strong>in</strong>i - quella proposta già avanzata dall'ord<strong>in</strong>e,<br />

di fare <strong>il</strong> punto su quello che accade all'<strong>in</strong>terno della categoria, con<br />

appuntamenti periodici che consentano di dare supporto e di osservare<br />

mutamenti e necessità di questo settore prezioso per la democrazia". Un<br />

<strong>in</strong>vito ripreso, <strong>in</strong> varie parti, anche da M<strong>in</strong>o Lo Russo, che ha ricordato<br />

come non siano concessi "s<strong>il</strong>enzi ed autocensure" da parte dei giornalisti<br />

e come siano <strong>in</strong>vece necessarie più garanzie e elementi che rafforz<strong>in</strong>o <strong>il</strong><br />

sistema dell'<strong>in</strong>formazione.<br />

Viaggio nell'<strong>in</strong>formazione locale<br />

E' Roberto Morrione, presidente di <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong>, a tracciare una<br />

panoramica del mondo dell'<strong>in</strong>formazione locale che <strong>in</strong> questi tre anni,<br />

anche con l'osservatorio di <strong>Libera</strong>, ha visto <strong>in</strong> netta difficoltà, a rischio e<br />

spesso isolato. "Ci sono colleghi - ricorda Morrione - che <strong>in</strong> gran parte<br />

del centro sud non sono messi nelle condizioni di fare <strong>il</strong> proprio lavoro,<br />

liberamente. Accade <strong>in</strong> Sic<strong>il</strong>ia, <strong>in</strong> Campania, <strong>in</strong> Calabria, e <strong>in</strong> Puglia. Ma<br />

non solo. Accade anche <strong>in</strong> altre regioni, dove i giornalisti non rischiano un<br />

proiett<strong>il</strong>e, una macch<strong>in</strong>a <strong>in</strong>cendiata, ma non sono liberi, perchè subiscono<br />

altre forme di ricatto/pressioni, di raccontare i fatti, al di là delle verità<br />

ufficiali". Se un'<strong>in</strong>formazione non è libera, non è <strong>in</strong>formazione. E cosa<br />

accade ad un bene prezioso per la democrazia, come l'<strong>in</strong>formazione,<br />

quando <strong>in</strong> una regione fanno <strong>in</strong>gresso, da più di 15 anni, gli affari delle<br />

<strong>mafie</strong>, i tentacoli delle attività <strong>il</strong>lecite della crim<strong>in</strong>alità organizzata?<br />

Le <strong>mafie</strong> <strong>in</strong> Umbria fanno notizia<br />

Coord<strong>in</strong>ata da Roberto Morrione la tavola rotonda si è aperta agli <strong>in</strong>terventi<br />

dei quattro direttori delle testate umbre che hanno accettato l'<strong>in</strong>vito di <strong>Libera</strong><br />

<strong>Informazione</strong> (Corriere dell'Umbria, Giornale dell'Umbria, Messaggero<br />

Umbria, La Nazione). "In Umbria ci siamo occupati sempre senza remore


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

di queste notizie - dichiara Riccardo Regi, vicedirettore del Corriere<br />

dell'Umbria, e questo è un dato; altra cosa è capire se abbiamo la reale<br />

percezione di quello che <strong>in</strong> questa regione sia accaduto e stia accadendo.<br />

Si tratta di un fenomeno tradizionalmente lontano e diffic<strong>il</strong>e, anche per<br />

i giornalisti, da <strong>in</strong>terpretare e leggere sul territorio. L'unica nostra fonte<br />

- ricorda Regi - è la magistratura. Solo loro possono raccontarci queste<br />

<strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni nella regione. Non neghiamo le tante difficoltà - che rispetto<br />

ad altri temi - questo comporta per le nostre testate, per un modo di fare<br />

<strong>in</strong>formazione <strong>in</strong> questa regione e siamo pronti a confrontarci di più con<br />

altri giornalisti su questo tema, con altre realtà, altre fonti, per cercare<br />

di modificare e adeguare <strong>il</strong> nostro racconto quotidiano". Un appello<br />

diretto ai cittad<strong>in</strong>i <strong>in</strong>vece viene dal responsab<strong>il</strong>e della pag<strong>in</strong>a umbra de<br />

"Il Messaggero", Marco Brunacci. "Il nostro ruolo ha luci e ombre, ma<br />

noi tentiamo di farlo giornalmente come ci è consentito. Però anche voi<br />

cittad<strong>in</strong>i, chiedeteci di più, è essenziale". Brunacci ricorda <strong>il</strong> periodo della<br />

ricostruzione post - sisma <strong>in</strong> Umbria, a Nocera, <strong>in</strong> particolare, e ritiene<br />

che la regione sia stata scelta, alla stregua degli anni del terrorismo, come<br />

"<strong>covo</strong> <strong>freddo</strong>", come base di smistamento e accumulazione di capitali e<br />

di traffici che per loro stessa natura altrove non passerebbero <strong>in</strong>osservati,<br />

come spesso <strong>in</strong>vece accade qui <strong>in</strong> Umbria. Brunacci <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e <strong>in</strong>troduce<br />

un <strong>in</strong>teressante terzo elemento. "C'è un'altra realtà - dice <strong>il</strong> giornalista<br />

- che non abbiamo ancora identificate che si posiziona fra le <strong>mafie</strong> e la<br />

normalità". L'<strong>in</strong>tervento di Bruncacci apre a molteplici <strong>in</strong>terpretazioni, ma<br />

<strong>in</strong> una terra <strong>in</strong> cui la zona grigia potrebbe diventare <strong>il</strong> motore acceleratore<br />

degli affari delle <strong>mafie</strong>, è di certo necessario alzare <strong>il</strong> livello di allerta <strong>in</strong><br />

tutte quelle aree non chiare dove si decidono affari, si fanno patti, talvolta<br />

politici, si crea una rete che non favorisce la democrazia ma la ammorba.<br />

"Non conosco un altro modo di fare giornalismo - dichiara Gianfranco<br />

Ricci - se non quello di fare <strong>il</strong> giornalista". Un gioco di parole che contiene<br />

un richiamo forte alla missione del giornalista e al suo codice deontologico.<br />

Il giornalista de La Nazione, cronista attento e storico osservatore di<br />

questi fenomeni mafiosi nella regione, ricorda l'importanza dell'art. 2<br />

della carta dei diritti e dei doveri del giornalista. Lo ricorda alla platea<br />

99


100 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

come per riannodare a quell'articolo anche <strong>il</strong> futuro di questo mestiere.<br />

"In Umbria non c'è un'<strong>in</strong>formazione negata sulle <strong>mafie</strong> - dichiara Ricci<br />

- su altri argomenti è legata piuttosto ai conflitti d'<strong>in</strong>teresse del mondo<br />

editoriale, alla precarietà, ai contratti di lavoro. Non corriamo qui <strong>il</strong> rischio<br />

(che altrove ricordava Morrione si corre ancora oggi) di trovarci un buco<br />

<strong>in</strong> fronte, ma di trovarci un buco nel giornale, cioè una notizia mancante".<br />

Un'<strong>in</strong>formazione locale attenta a non perdere notizie, <strong>in</strong>formazioni, è<br />

quella descritta dal giornalista de La Nazione, frutto di una concorrenza<br />

editoriale non secondaria a regioni con maggior numero di abitanti. In<br />

quest'ottica si cerca di raccontare tutto, ma rimane ferma la domanda<br />

<strong>in</strong>iziale del prof. Segatori: come? con quali tutele?. "Si racconta quello che<br />

accade, quello di cui l'op<strong>in</strong>ione pubblica ha percezione - dichiara Giuseppe<br />

Castell<strong>in</strong>i, direttore del "Giornale dell'Umbria". Dobbiamo registrare che<br />

i cittad<strong>in</strong>i hanno <strong>in</strong> Umbria una percezione molto limitata delle <strong>mafie</strong><br />

e questo si riflette sui nostri giornali". Un'idea di giornalismo, quella di<br />

Castell<strong>in</strong>i, che rifugge dalle agenzie, che va <strong>in</strong> mezzo alla gente a raccontare<br />

quello che accade nella pancia più profonda della città. Con i pro e i contro<br />

che questo comporta per <strong>il</strong> racconto delle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose. "Abbiamo<br />

notizia - rivela <strong>il</strong> direttore - di alcuni casi di "pizzo" <strong>in</strong> un paes<strong>in</strong>o umbro.<br />

Stiamo cercando di verificare i fatti e capire come muoverci; per questo <strong>il</strong><br />

lavoro di associazioni come <strong>Libera</strong> sul territorio può essere di grande aiuto<br />

a muovere un'op<strong>in</strong>ione pubblica non ancora attenta al fenomeno".<br />

Bavaglio all'<strong>in</strong>formazione, <strong>in</strong> atto<br />

A seguire molti <strong>in</strong>terventi fra i quali quello di Arianna Ciccone del Festival<br />

<strong>in</strong>ternazionale del Giornalismo, Leonardo Espostio della Locomotiva<br />

universitaria, e Floriana Lenti della Tavola della Pace, hanno ricordato<br />

<strong>il</strong> ruolo fondamentale dei cittad<strong>in</strong>i nella costruzione di un'<strong>in</strong>formazione<br />

libera e completa sul tema dei diritti e <strong>in</strong> difesa del diritto fondamentale<br />

alla libertà d'<strong>in</strong>formazione. "In questa regione - sottol<strong>in</strong>ea però Morrione<br />

- al term<strong>in</strong>e di questa matt<strong>in</strong>ata densa di <strong>in</strong>terventi e spunti di riflessione -<br />

è chiaro che i cronisti sono nel mir<strong>in</strong>o ma dal dibattito sono emersi molti


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

fattori che ne condizionano l'operato e potrebbero <strong>in</strong> futuro anche <strong>in</strong><br />

relazione al tema delle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose". Dall'Umbria, <strong>il</strong> presidente<br />

di <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong>, <strong>in</strong>vita a tenere alta l'attenzione sui tentativi di<br />

imbavagliare l'<strong>in</strong>formazione, dal locale al nazionale. Cita le tante denunce<br />

a carico dei giornalisti e dei direttori, cità soprattutto, <strong>il</strong> ddl <strong>in</strong>tercettazione<br />

<strong>in</strong> via d'approvazione. "Sebbene si rendano necessarie delle tutele sulla<br />

privacy dei soggetti <strong>in</strong>dagati, non è ammissib<strong>il</strong>e <strong>in</strong> alcun modo che una<br />

maggioranza parlamentare tenti di mettere un bavaglio all'<strong>in</strong>formazione e<br />

alla cronaca giudiziaria, <strong>in</strong> particolare". Una posizione netta che risuona<br />

nella sala come una diretta chiamata alle "armi culturali" del mestiere,<br />

per i tanti free-lance presenti <strong>in</strong> sala, per i colleghi che hanno partecipato<br />

alla tavola rotonda e per i giovani studenti della scuola di giornalismo che<br />

hanno preso parte all'<strong>in</strong>iziativa.<br />

Interrogativi aperti...<br />

Il giornalismo deve arrivare prima o dopo la percezione dell'op<strong>in</strong>ione<br />

pubblica di fatti che, per loro natura, non sempre <strong>in</strong>cidono direttamente<br />

sulle s<strong>in</strong>gole vite dei cittad<strong>in</strong>i? L'<strong>in</strong>formazione locale <strong>in</strong> una regione <strong>in</strong><br />

cui le <strong>mafie</strong> si muovono, come si fa <strong>in</strong> un <strong>covo</strong> <strong>freddo</strong>, senza far rumore,<br />

senza lasciare tracce, può attendere o deve prevenire? può fare <strong>in</strong>chiesta o<br />

deve aspettare che i fatti oggi <strong>in</strong>visib<strong>il</strong>i divent<strong>in</strong>o domani allarme sociale?<br />

L'Umbria e i suoi cittad<strong>in</strong>i oggi (non tutti umbri) hanno davvero gli<br />

anticorpi per arg<strong>in</strong>are l'<strong>in</strong>serimento organico nell'economia e nella f<strong>in</strong>anza<br />

delle organizzazioni mafiose? Il rapporto dei servizi segreti, consegnato<br />

qualche giorno fa al Parlamento, ha posizionato l'Umbria fra le prime<br />

c<strong>in</strong>que regioni del centro nord a rischio <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose, soprattutto<br />

<strong>in</strong> questo periodo <strong>in</strong> cui la ndrangheta è <strong>in</strong> "espansione" e Cosa nostra<br />

<strong>in</strong> "risalita". Su queste ed altre domande cont<strong>in</strong>uerà "Diritti negati dalle<br />

<strong>mafie</strong>" <strong>il</strong> percorso che <strong>Libera</strong> <strong>in</strong>formazione e l'assessorato alle politiche<br />

sociali della Regione Umbria hanno <strong>in</strong>trapreso per capire cosa sta<br />

cambiando <strong>in</strong> questa regione, a più di dieci anni di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose,<br />

due omicidi riconducib<strong>il</strong>i alla crim<strong>in</strong>alità mafiosa, numerosi sequestri e<br />

una sola confisca def<strong>in</strong>itiva. E non secondarie, le cifre sempre <strong>in</strong> aumento,<br />

del narcotraffico, della tratta degli esseri umani e dell'usura.<br />

101


102 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

Terni, eco<strong>mafie</strong>, salute e legalità<br />

Terni, 20.10.2010<br />

E’ al quarto posto nella classifica delle <strong>il</strong>legalità ambientali, eppure è per<br />

tutti, da sempre, <strong>il</strong> cuore verde dell’Italia. L’Umbria, con i suoi 903.679<br />

abitanti, 8.456 km di superficie, nel 2009 ha fatto registrare 2,3 percento dei<br />

reati contro l’ambiente <strong>in</strong> Italia. Questa l’analisi condotta da Legambiente,<br />

che nel suo rapporto Eco<strong>mafie</strong> 2010 colloca la regione dopo Bas<strong>il</strong>icata,<br />

Calabria e Puglia, per l’<strong>in</strong>cidenza del traffico <strong>il</strong>lecito di rifiuti, <strong>in</strong> relazione<br />

agli abitanti. Un dato che obbliga a alzare <strong>il</strong> livello di allerta, contro le<br />

<strong>il</strong>legalità diffuse e l’arrivo della crim<strong>in</strong>alità organizzata nella regione. A<br />

parlarne ieri, <strong>in</strong> un <strong>in</strong>tenso dibattito coord<strong>in</strong>ato dal giornalista Andrea<br />

Chio<strong>in</strong>i, Enrico Fontana, condirettore del quotidiano ecologista “Terra”<br />

(una vita <strong>in</strong> Legambiente e curatore del rapporto eco<strong>mafie</strong>) e Peppe<br />

Ruggiero, giornalista e scrittore, impegnato sul versante dell’<strong>in</strong>formazione<br />

<strong>antimafia</strong>, con <strong>Libera</strong> e Legambiente e autore di libri e documentari sul<br />

tema.<br />

Il dibattito si è svolto nel cuore della città, presso la casa delle associazioni,<br />

grazie al coord<strong>in</strong>amento dell’associazione <strong>Libera</strong> a Terni, la partecipazione<br />

di molte altre realtà (da Legambiente, all’Arci) e di cittad<strong>in</strong>i <strong>in</strong>teressati<br />

all’argomento che hanno preso la parola raccontando la loro regione, i<br />

tanti timori e le proposte <strong>in</strong> cantiere per difendere e valorizzare <strong>il</strong> proprio<br />

territorio.<br />

L'Umbria quarta per i reati contro l'ambiente*<br />

Correva l'anno 2002 e l'operazione “Greenland” (Terra verde) portava al<br />

primo arresto per traffico di rifiuti <strong>in</strong> Italia. Protagonista <strong>in</strong>sospettab<strong>il</strong>e fu<br />

proprio <strong>il</strong> territorio umbro, Spoleto <strong>in</strong> particolare. L'operazione co<strong>in</strong>volse<br />

9 imputati accusati di associazione a del<strong>in</strong>quere f<strong>in</strong>alizzata alla gestione<br />

<strong>il</strong>lecita di rifiuti speciali, anche pericolosi. Un precedente <strong>in</strong>aspettato per<br />

chi ha sempre guardato alla regione come un lungo “sano” e lontano da<br />

fenomeni <strong>il</strong>legali e aggressivi nei confronti dell'ambiente e della salute dei


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

cittad<strong>in</strong>i. Eppure è accaduto. Da allora i fenomeni non si sono arrestati. E'<br />

Fontana di Legambiente a tracciare una precisa radiografia della regione<br />

vista da questa lente di <strong>in</strong>grandimento: «l'Umbria si colloca circa a metà<br />

della classifica delle <strong>il</strong>legalità ambientali, sia per quel riguarda <strong>il</strong> traffico dei<br />

rifiuti sia per quel concerne <strong>il</strong> bus<strong>in</strong>ess del ciclo del cemento.<br />

Dati che non sono ottimali ma che non metterebbero <strong>in</strong> allerta, se non<br />

fosse per un particolare: se calcolati <strong>in</strong> relazione alla percentuale di abitanti<br />

della regione, qu<strong>in</strong>di l'<strong>in</strong>cidenza di questi fenomeni nella vita dei cittad<strong>in</strong>i,<br />

racconta di un fenomeno che piazza la regione fra le prime quattro<br />

d'Italia». Nodi a lungo ignorati vengono al pett<strong>in</strong>e. Così si scopre che: non<br />

solo l'Umbria è la quarta regione d'Italia ma anche che Terni, si colloca<br />

al terzo posto fra le prov<strong>in</strong>ce, se considerata <strong>in</strong> relazione alla superficie.<br />

Tante le operazioni che hanno contraddist<strong>in</strong>to questo anno di <strong>il</strong>legalità,<br />

come l'operazione Laguna de Cerdos, realizzata a Perugia, e l'operazione<br />

Piombo fuso avvenuta a Terni (smaltimento <strong>il</strong>lecito di rifiuti).<br />

Obbligato <strong>il</strong> passaggio alle scelte politiche per l'ambiente. Fa discutere<br />

la scelta della Regione Umbria, di dotarsi di un termo valorizzatore.<br />

Inceneritore si o no? Chiedono gli <strong>in</strong>tervenuti all'<strong>in</strong>contro. «L'importante<br />

- risponde Fontana - è la concertazione, <strong>il</strong> dibattito con i cittad<strong>in</strong>i, <strong>il</strong><br />

confronto e che si rispett<strong>in</strong>o le due regole fondamentali per una corretta<br />

gestione del problema: trasparenza e partecipazione». Un dibattito, questo,<br />

che rimane aperto e che nelle prossime settimane vedrà gli umbri alle prese<br />

con questo nodo centrale per la gestione dei rifiuti, <strong>in</strong> particolare quelli<br />

<strong>in</strong>dustriali, <strong>in</strong> regione. * (<strong>in</strong>cidenza ogni 10.000 abitanti)<br />

Campania, cronaca di una tragedia annunciata<br />

Mentre si racconta l'Umbria, si guarda a territori un tempo sani poi<br />

diventati terra di conquista delle <strong>mafie</strong>. «Caserta negli anni '70 – dichiara<br />

Fontana - era una prov<strong>in</strong>cia con un paesaggio fra i più belli d'Italia». Era<br />

la bellezza. «Caserta anno 2010 è <strong>il</strong> risultato di speculazione, saccheggio<br />

e noncuranza». E' l'<strong>in</strong>ferno. Anni di denunce, documentate e circoscritte,<br />

che sono state poi puntualmente confermate da arresti e condanne. Anni<br />

103


104 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

di lavoro che senza perdere gr<strong>in</strong>ta e speranza - le donne e gli uom<strong>in</strong>i di<br />

Legambiente - hanno portato avanti <strong>in</strong> tempi <strong>in</strong> cui «venivamo visti come<br />

visionari, come matti» – commenta Ruggiero. E <strong>in</strong>vece era solo cronaca.<br />

Anticipata dalla capacità di leggere <strong>il</strong> territorio, di farsi cittad<strong>in</strong>anza<br />

attiva, «non possiamo aspettare che siano sempre gli altri a raccontarci <strong>il</strong><br />

posto <strong>in</strong> cui viviamo» – commenta Fontana. Diventata, suo malgrado, la<br />

cronaca di un disastro annunciato, <strong>il</strong> caso Campania fa scuola e da tanti<br />

anni Legambiente lo racconta nelle altre regioni, luoghi <strong>in</strong> cui ancora la<br />

– dichiara Fontana - «battaglia è aperta e si è <strong>in</strong> tempo ad impedire che<br />

accada lo stesso scempio del territorio avvenuto <strong>in</strong> Campania». Una terra<br />

che è stata violentata ma che su questa tragedia, lenta e <strong>in</strong>arrestab<strong>il</strong>e, ha<br />

sv<strong>il</strong>uppato gli anticorpi necessari per ripartire, riconvertire, bonificare e<br />

prevenire. «Si è trattato di uno scatto d'orgoglio» – afferma Peppe Ruggiero<br />

– potremmo dire - oggi “i napoletani sulla questione dei rifiuti nessuno li fa<br />

fessi”. «Oggi <strong>in</strong> Campania i cittad<strong>in</strong>i sono le prime sent<strong>in</strong>elle di legalità. Si<br />

sono documentati, hanno studiato, hanno fatto ricerche, sanno denunciare<br />

e proporre le alternative. Se qualcuno vuole aprire una discarica, avviare<br />

un <strong>in</strong>ceneritore, lì devi fare i conti con i cittad<strong>in</strong>i. A volte l'esasperazione<br />

è tanta: Terzigno <strong>in</strong> questi giorni, mostra proprio questo e chi conosce<br />

quell'area sa che non si tratta di camorra. Dietro le reazioni dei cittad<strong>in</strong>i,<br />

c'è esasperazione, c'è rabbia». Inoltre, l'apertura di una discarica li –<br />

commenta Ruggiero – sarebbe una ghiotta occasione per i clan.<br />

Eco<strong>mafie</strong> e agro<strong>mafie</strong>, crim<strong>in</strong>i che non fanno notizia<br />

Dist<strong>in</strong>guere per non confondere, ricorda Ruggiero. Non raccontare tutto<br />

sullo stesso piano, ma monitorare e imparare a leggere <strong>il</strong> territorio. I dati<br />

sono sotto gli occhi di tutti, ma non fanno notizia. « Solo qualche giorno<br />

fa <strong>il</strong> comandante Morelli è stato chiamato a rispondere del mancato<br />

funzionamento dell'<strong>in</strong>ceneritore di Acerra, bloccato dopo poche settimana<br />

dall'avvio - ricorda Ruggiero. Il generale ha dichiarato che “si erano<br />

create delle crepe nei forni” e mancavano le condizioni per cont<strong>in</strong>uare.<br />

Vi rendete conto – commenta Ruggiero – un <strong>in</strong>ceneritore che smette di


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

funzionare poco dopo l'avvio e non si sa se e come potrà andare avanti,<br />

poichè già danneggiato». Questa fotografia del “caso Campania” scattata<br />

da Ruggiero durante <strong>il</strong> dibattito si salda con un altro fenomeno <strong>in</strong> crescita,<br />

e ampiamente sottovalutato. Si tratta delle agro<strong>mafie</strong>, l' <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento e la<br />

gestione della catena alimentare dei cibi che arrivano sulle nostre tavole.<br />

Ruggiero è uno dei primi ad aver posto l'accento su questo tema, alzando<br />

<strong>il</strong> velo del s<strong>il</strong>enzio con <strong>il</strong> suo libro “A tavola con i boss” su un coacervo di<br />

<strong>in</strong>teressi che <strong>in</strong> troppi non voglio vedere. Anche qui i dati già <strong>in</strong> possesso<br />

delle forze dell'ord<strong>in</strong>e e dei centri di ricerca parlano chiaro.<br />

Più del 40% dei sequestri alimentari di questo primo semestre è legato alla<br />

crim<strong>in</strong>alità organizzata. Il magistrato Raffaele Guar<strong>in</strong>iello, qualche giorno<br />

fa alla presentazione del rapporto del Censis, ha chiesto a gran voce, la<br />

costituzione di una procura nazionale sulla sofisticazione alimentare. «Di<br />

tutto questo non avete letto nemmeno una riga sui giornali - commenta<br />

Ruggiero. Eppure è un fatto che dovrebbe farci riflettere attentamente<br />

e preoccuparci». Rifiuti ma non solo. I dati sull'<strong>il</strong>legalità ambientale<br />

comprendono tanti altri reati, da quelli verso <strong>il</strong> patrimonio culturale<br />

(archeomafia) a quelli contro la fauna (zoo<strong>mafie</strong>) e poi una larga fetta<br />

del cosiddetto ciclo del cemento: cave, abusivismo, costruzioni, forniture<br />

materiali e trasporti. L'Umbria ospita le due più grandi aziende leader nel<br />

settore del cemento, che <strong>in</strong>vestono <strong>in</strong> tutto <strong>il</strong> paese. Anche <strong>in</strong> questo settore,<br />

come <strong>in</strong>segnano le vicende campane e del centro sud, serve chiedere conto<br />

e vig<strong>il</strong>are. Per i reati di cemento depotenziato o <strong>il</strong>legale l' Umbria si colloca<br />

a metà classifica (e al quarto posto per <strong>in</strong>cidenza ogni 10.000 abitanti) e<br />

Terni fa registrare 80 <strong>in</strong>frazioni <strong>in</strong> un anno.<br />

Per un'<strong>antimafia</strong> del giorno prima<br />

«Delicato e centrale – afferma Andrea Chio<strong>in</strong>i – è <strong>il</strong> ruolo dell'<strong>in</strong>formazione<br />

su questi temi, e ancor più, quello delle strutture che possano fare da tramite<br />

fra i cittad<strong>in</strong>i e <strong>il</strong> mondo dei mass media». Farsi osservatori attenti, cittad<strong>in</strong>i<br />

attivi. Anche <strong>in</strong> Umbria. «Il fenomeno dell'<strong>in</strong>gresso delle <strong>mafie</strong> nella regione<br />

– dichiara <strong>il</strong> giornalista – è a mio avviso ampiamente sottovalutato. Dico<br />

105


106 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

questo, nonostante tutti gli sforzi fatti f<strong>in</strong> qui, da parte di tutti. C'è ancora<br />

la “guardia bassa”, anche nel mondo dell'<strong>in</strong>formazione, cont<strong>in</strong>uiamo<br />

ad occuparcene sempre dopo e mai prima». Chioni pone l'accento sulla<br />

necessità di leggere <strong>in</strong>sieme dati che la cronaca ci fornisce, separandoli.<br />

Cercare di andare oltre quello che si vede, evitando semplificazioni, ma<br />

non trascurando <strong>il</strong> contesto delle notizie. C'è una regione che ha cambiato<br />

volto, e va raccontata. C'è una buona parte della cittad<strong>in</strong>anza attiva che<br />

non <strong>in</strong>tende lasciare questo territorio alle <strong>mafie</strong>. La battaglia è aperta.<br />

Anche qui, nel cuore verde dell'Italia.<br />

Morire di lavoro e di <strong>il</strong>legalità<br />

a cura di Fabrizio Ricci<br />

Enrico Turutelli, meccanico, è morto lo scorso 21 marzo. Lavorava <strong>in</strong><br />

un'offic<strong>in</strong>a di moto ad Ellera, alle porte di Perugia, quando è stato<br />

avvolto dalle fiamme, riportando ustioni sull'80% del corpo. A tradirlo,<br />

probab<strong>il</strong>mente, qualche solvente altamente <strong>in</strong>fiammab<strong>il</strong>e. Il decesso<br />

è arrivato dopo un'agonia durata 10 giorni. Ugo Baiocco, pescatore,<br />

ha urlato per un quarto d'ora prima di perdere le forze e annegare nel<br />

lago Trasimeno, lo scorso 3 marzo. Probab<strong>il</strong>mente una folata di vento<br />

lo ha sbalzato dalla sua barca, <strong>il</strong> <strong>freddo</strong> poi ha fatto <strong>il</strong> resto. Baiocco era<br />

considerato un veterano del lago, per 30 anni presidente della cooperativa<br />

dei pescatori di Sant’Arcangelo, di cui era stato anche fondatore. Licio<br />

Nicoletti, pensionato, è caduto da un muretto mentre svolgeva dei lavori di<br />

manutenzione <strong>in</strong> un annesso agricolo a Lisciano Niccone. Dopo quattro<br />

giorni di rianimazione all'ospedale di Perugia è morto lo scorso 21 giugno.<br />

Pierantonio Spaccarotella, operaio ed<strong>il</strong>e di appena 33 anni, si è accasciato<br />

all'<strong>in</strong>terno del cestello della gru sulla quale stava lavorando dalle parti di<br />

Gualdo Cattaneo lo scorso 12 di luglio. Un malore, probab<strong>il</strong>mente causato<br />

dal gran caldo, gli è stato fatale. Tre giorni dopo è morto Paolo Cordella,<br />

anche lui operaio ed<strong>il</strong>e, di 39 anni. L'autocarro che stava guidando, <strong>in</strong>


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

una cava della zona di Spoleto, si è ribaltato schiacciandolo all'<strong>in</strong>terno<br />

dell'abitacolo. Matteo Egizi, professione geometra, di anni ne aveva solo 33<br />

quando lo scorso 13 febbraio è precipitato dal tetto di un capannone a<br />

Narni, morendo sul colpo. Rosario Lo Russo, <strong>in</strong>vece, lavorava a Scifo, vic<strong>in</strong>o<br />

Foligno, <strong>in</strong> uno dei cantieri della Quadr<strong>il</strong>atero, <strong>il</strong> nuovo asse viario che<br />

dovrebbe collegare Umbria e Marche, la più grande opera <strong>in</strong>frastrutturale<br />

attualmente <strong>in</strong> costruzione nella regione. E’ stato travolto da una cent<strong>in</strong>a,<br />

struttura <strong>in</strong> acciaio ut<strong>il</strong>izzata per <strong>il</strong> consolidamento delle gallerie che gli<br />

ha schiacciato <strong>il</strong> torace. A pochi metri di distanza dal luogo dell'<strong>in</strong>cidente<br />

lavorava suo figlio, operaio nello stesso cantiere. I numeri dell'Ina<strong>il</strong> dicono<br />

che <strong>in</strong> Umbria da qualche anno i morti sul lavoro sono <strong>in</strong> dim<strong>in</strong>uzione.<br />

Dalle 27 vittime del 2006, annus horrib<strong>il</strong>is, quello della tragedia alla<br />

Umbria Olii (<strong>in</strong> cui persero la vita 4 operai, Tullio Mott<strong>in</strong>i, Wladimir<br />

Todhe, Maurizio Man<strong>il</strong>i e Giuseppe Coletti), si è scesi alle 16 del 2010.<br />

Le brevissime storie riportate qui sopra <strong>in</strong>vece descrivono solo una parte<br />

dei 14 <strong>in</strong>fortuni mortali già registrati nel 2011. Numeri pesantissimi,<br />

seppure migliori rispetto al passato. Ma numeri che, da soli, non dicono<br />

abbastanza. Certamente, <strong>il</strong> calo degli <strong>in</strong>cidenti (mortali e non) è una buona<br />

notizia. Sarebbe assurdo però non tenere <strong>in</strong> considerazione <strong>il</strong> terremoto<br />

economico e occupazionale che ha scosso e cont<strong>in</strong>ua a scuotere <strong>il</strong> Paese (e<br />

anche l'Umbria) dal 2008. Solo <strong>in</strong> ed<strong>il</strong>izia, uno dei settori più “sensib<strong>il</strong>i”<br />

<strong>in</strong> materia di sicurezza sul lavoro, si sono persi negli ultimi 4 anni nella<br />

regione oltre 7.000 posti di lavoro (dati cassa ed<strong>il</strong>e). I numeri della cassa<br />

<strong>in</strong>tegrazione sono poi impressionanti: l'Umbria è tra le regioni più colpite,<br />

con una media di 20m<strong>il</strong>a addetti <strong>in</strong>teressati dal ricorso agli ammortizzatori<br />

sociali, di cui circa la metà a zero ore. E ancora, le grandi vertenze,<br />

come quelle della Antonio Merloni e del Polo Chimico ternano, hanno<br />

comportato la perdita di migliaia di posti di lavoro.<br />

Insomma, si muore di meno e ci si <strong>in</strong>fortuna di meno ma si lavora anche<br />

molto di meno. Poi, c'è l'altra faccia della medaglia, perché <strong>in</strong> tempi di crisi<br />

<strong>il</strong> lavoratore è anche più debole, più fac<strong>il</strong>mente ricattab<strong>il</strong>e e qu<strong>in</strong>di meno<br />

sicuro. Le ultime importanti operazioni <strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria (vedi la<br />

recentissima operazione “Apogeo” a Ponte San Giovanni) hanno dimostrato<br />

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108 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

che l'<strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione della malavita organizzata nel sistema economico locale<br />

non solo esiste, ma può essere anche molto profonda.<br />

La camorra acquista imprese <strong>in</strong> crisi, per lo più nell'ed<strong>il</strong>izia, nella<br />

ristorazione o nel settore alberghiero, <strong>in</strong> questo modo ripulisce <strong>il</strong> suo<br />

denaro e al tempo stesso può entrare nel sistema di appalti e sub appalti<br />

e soddisfare così la sua “vocazione imprenditoriale” (come l'ha def<strong>in</strong>ita<br />

<strong>il</strong> comandante regionale della Guardia di F<strong>in</strong>anza dell'Umbria, Fabrizio<br />

Cuneo). Una vocazione che però <strong>in</strong>evitab<strong>il</strong>mente <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>a la normale<br />

competizione tra imprese (favorendo ad esempio gli appalti con massimo<br />

ribasso) e si ripercuote pesantemente sulle condizioni di lavoro all'<strong>in</strong>terno<br />

delle imprese stesse. La presenza di fenomeni di caporalato soprattutto <strong>in</strong><br />

ed<strong>il</strong>izia <strong>in</strong> Umbria non è un segreto. I s<strong>in</strong>dacati hanno più volte richiamato<br />

l'attenzione delle autorità preposte, a partire dagli ispettori del lavoro, su<br />

situazioni particolarmente critiche. Euro Angeli, s<strong>in</strong>dacalista della F<strong>il</strong>lea<br />

Cg<strong>il</strong> di Perugia, riferisce ad esempio di diversi casi <strong>in</strong> cui i “trasfertisti”,<br />

ovvero i lavoratori che arrivano da altre regioni per essere impiegati nei<br />

cantieri aperti <strong>in</strong> Umbria, vengono “reclutati tutti nel medesimo paese di<br />

riferimento dell'impresa e poi trattati come schiavi”. Un metodo classico<br />

di caporalato che comporta anche la sistematica violazione dei contratti e<br />

dei diritti dei lavoratori. “In vari casi ad esempio – racconta ancora Angeli<br />

– si verifica che prima di versare i contributi <strong>in</strong> cassa ed<strong>il</strong>e le imprese<br />

chiedano agli operai stessi un corrispettivo <strong>in</strong> contanti pari all'importo da<br />

versare”. Fenomeni purtroppo abbastanza diffusi e segnalati, <strong>in</strong> tempi non<br />

sospetti, anche per i cantieri di Ponte San Giovanni, oggi f<strong>in</strong>iti al centro<br />

dell'operazione Apogeo. “Lì, ma non solo lì, ne abbiamo viste di tutti i<br />

colori – racconta un altro s<strong>in</strong>dacalista Cg<strong>il</strong> – dec<strong>in</strong>e di lavoratori portati dal<br />

Sud, poi non pagati e molti casi di ammut<strong>in</strong>amento, ovvero di lavoratori<br />

che si rifiutavano di cont<strong>in</strong>uare <strong>il</strong> lavoro a fronte dei mancati pagamenti e<br />

delle ripetute condotte antis<strong>in</strong>dacali.<br />

Alle nostre denunce, però, <strong>il</strong> cantiere si fermava per un po' e poi ripartiva<br />

come se niente fosse”. Episodi gravissimi, che tuttavia non devono oscurare<br />

<strong>il</strong> fatto che l'Umbria, soprattutto negli anni del post terremoto, è stata una<br />

regione all'avanguardia nella sperimentazione di strumenti normativi


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

<strong>in</strong> grado di combattere l'<strong>il</strong>legalità e assicurare maggiore sicurezza per<br />

i lavoratori. Non a caso tutta la ricostruzione dopo <strong>il</strong> sisma del 1997 è<br />

avvenuta senza <strong>in</strong>fortuni mortali. In particolare, la regione è stata la prima<br />

a dotarsi di uno strumento di grande impatto, <strong>il</strong> “Durc con congruità”,<br />

documento unico di regolarità contributiva, che attesta l'assolvimento da<br />

parte dell'impresa degli obblighi legislativi e contrattuali e la congruità,<br />

per tutto l'arco dei lavori, dei contributi versati a Inps, Ina<strong>il</strong> e Cassa Ed<strong>il</strong>e.<br />

Questo particolare modello di Durc è nato <strong>in</strong>izialmente per i soli appalti<br />

pubblici, ma poi, è stato esteso anche ai privati con una legge regionale del<br />

2008. E proprio <strong>in</strong> questi giorni, su sp<strong>in</strong>ta delle organizzazioni s<strong>in</strong>dacali,<br />

si sta arrivando alla def<strong>in</strong>izione di una norma che renda lo strumento<br />

realmente esigib<strong>il</strong>e per tutti i lavori superiori ai 50m<strong>il</strong>a euro. Un passo che<br />

potrebbe risultare decisivo nella lotta al sommerso, al lavoro irregolare e<br />

agli <strong>in</strong>fortuni.<br />

*Giornalista, responsab<strong>il</strong>e ufficio comunicazione della Cg<strong>il</strong> Umbria<br />

Un 21 marzo che dà voce alla società responsab<strong>il</strong>e<br />

Perugia. 21, 03, 2011<br />

I protagonisti della giornata della XVI giornata della Memoria e<br />

dell'Impegno sono stati loro: i tanti giovani umbri giunti da tre diverse<br />

scuole della prov<strong>in</strong>cia per ricordare le 900 vittime delle <strong>mafie</strong> <strong>in</strong> questo<br />

Paese. I ragazzi hanno ricordato – con rappresentazioni teatrali, musica<br />

e canti – le figure di Roberto Antiochia, Giuseppe di Matteo e Pepp<strong>in</strong>o<br />

Impastato. L'<strong>in</strong>iziativa pubblica è stata promossa dal Consiglio regionale<br />

dell'Umbria. La Regione Umbria, <strong>in</strong>fatti, è stata la prima regione ad aver<br />

istituito per legge, già dallo scorso anno, <strong>il</strong> 21 marzo come "Giornata della<br />

Memoria e dell'Impegno" <strong>in</strong> memoria delle vittime delle <strong>mafie</strong>.<br />

L'<strong>in</strong>contro è stato realizzato su <strong>in</strong>iziativa della Commissione sulle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni<br />

mafiose e ha visto la partecipazione attiva di molte associazioni umbre.<br />

109


110 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

Durante la giornata, <strong>Libera</strong><strong>in</strong>formazione, Legambiente, Sos impresa,<br />

Cittad<strong>in</strong>anza attiva, Menteglocale, associazioni convocate <strong>in</strong> Commissione<br />

<strong>antimafia</strong> lo scorso 27 gennaio hanno depositato, come richiesto, la loro<br />

relazione sullo stato delle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose e dell'impegno <strong>antimafia</strong><br />

<strong>in</strong> Umbria. Un documento che è stato ut<strong>il</strong>e a fare un quadro provvisorio<br />

ma preciso delle varie facce con le quali le organizzazioni si stanno<br />

manifestando nella regione.<br />

Il pm Duch<strong>in</strong>i: «C'è mafizzazione dell'Umbria»<br />

Un fatto, quello delle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose <strong>in</strong> regione, più vic<strong>in</strong>o ai cittad<strong>in</strong>i<br />

di quanto non si pensi. Il sostituto procuratore presso la Dda perug<strong>in</strong>a,<br />

Antonella Duch<strong>in</strong>i, relatrice all'<strong>in</strong>contro, ha <strong>in</strong>fatti affermato: «Le <strong>mafie</strong><br />

operano ormai <strong>in</strong> una dimensione globalizzata ed <strong>in</strong>ternazionale e sono<br />

presenti e ramificate ovunque con evidenti <strong>in</strong>teressi nei settori della<br />

prostituzione, della droga, dello sbarco degli immigrati.<br />

Questo e' vero anche per l'Umbria che non e' piu' l'isola felice citata ancora<br />

da qualcuno» . Parole importanti e chiare sono giunte proprio da chi –<br />

per <strong>il</strong> lavoro che svolge ogni giorno <strong>in</strong> questa regione – ha la possib<strong>il</strong>ità di<br />

raccontare quale siano, alla luce delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i e dell'attività di <strong>in</strong>telligence,<br />

i settori maggiormente a rischio per le <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni, soprattutto di natura<br />

economica, delle organizzazioni crim<strong>in</strong>ali nel tessuto socioeconomico<br />

umbro. «In questo terrorizzante scenario <strong>in</strong>ternazionale, l'Umbria - ha<br />

cont<strong>in</strong>uato - <strong>in</strong> quanto considerata dalle stesse organizzazioni mafiose<br />

un territorio appetib<strong>il</strong>e perche' non a rischio al pari della bassa Toscana,<br />

e' diventata meta f<strong>in</strong>ale della tratta degli esseri umani: qui vengono<br />

concentrati elementi pericolosi veri e propri crim<strong>in</strong>ali per organizzare ad<br />

esempio la prostituzione sulle strade.<br />

C'e' poi <strong>il</strong> fenomeno della <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione economica, con una presenza suo<br />

territorio umbro diffusa, radicata e non episodica. Umbria non e' per nulla<br />

episodica, come sento spesso dire – conclude la Duch<strong>in</strong>i - anzi, assistiamo<br />

a una progressiva mafizzazione del territorio umbro». La Duch<strong>in</strong>i si è<br />

più volte rivolta ai giovani, esortandoli a denunciare «non deve passare


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

<strong>in</strong>osservata una virgola di soprusi nei concorsi pubblici, negli appalti – ha<br />

affermato».<br />

La relazione delle associazioni umbre*<br />

Roberto Morrione, presidente di <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong> ha presentato<br />

<strong>il</strong> rapporto sulle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni crim<strong>in</strong>ali e mafiose <strong>in</strong> Umbria st<strong>il</strong>ato<br />

congiuntamente da <strong>Libera</strong> <strong>in</strong>formazione, Legambiente, Sos impresa,<br />

Cittad<strong>in</strong>anzattiva e Menteglocale. La relazione ha messo <strong>in</strong>sieme le denunce<br />

e analisi presentate già durante l'audizione presso la Commissione <strong>antimafia</strong><br />

regionale lo scorso 27 gennaio. (scarica qui <strong>il</strong> rapporto). <strong>Libera</strong> <strong>in</strong>formazione<br />

ha <strong>in</strong>cluso nella relazione un estratto del dossier <strong>in</strong> corso di aggiornamento<br />

"Il <strong>covo</strong> <strong>freddo</strong>" che sarà pubblicato a breve. Morrione ha presentato <strong>il</strong><br />

rapporto scritto a più mani e affermato «da questa relazione emerge <strong>il</strong><br />

grande pericolo che gli <strong>in</strong>teressi crim<strong>in</strong>ali rappresentano per la nostra<br />

democrazia, a partire dai diritti calpestati ma co<strong>in</strong>volgendo direttamente<br />

e svuotando anche parti essenziali dell'economia e dello sv<strong>il</strong>uppo. La<br />

Commissione parlamentare <strong>antimafia</strong>, la Direzione <strong>antimafia</strong>, le <strong>in</strong>chieste<br />

della magistratura e le operazioni di polizia hanno accertato che l'Umbria<br />

è divenuto un crocevia <strong>in</strong> cui appaiono società <strong>in</strong> mano alle <strong>mafie</strong> e agli<br />

aff<strong>il</strong>iati della crim<strong>in</strong>alità mafiosa: la penetrazione di <strong>in</strong>teressi crim<strong>in</strong>ali ha<br />

co<strong>in</strong>volto vaste zone della regione. Dai dati e dagli studi emerge la validità<br />

della teoria del '<strong>covo</strong> <strong>freddo</strong>': l'Umbria come crocevia del riciclaggio, base<br />

di smistamento, afflusso e consumo di droga, prostituzione e usura». Non<br />

solo analisi e denunce della situazione attuale, ma soprattutto proposte<br />

per <strong>il</strong> futuro, per un'<strong>antimafia</strong> responsab<strong>il</strong>e e concreta. «Proponiamo<br />

una <strong>in</strong>tegrazione nei percorsi dell'amm<strong>in</strong>istrazione regionale contro le<br />

<strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose che rappresenti una <strong>in</strong>novativa fusione partecipativa<br />

tra politica, amm<strong>in</strong>istrazione pubblica, cittad<strong>in</strong>i e organizzazioni per i<br />

diritti civ<strong>il</strong>i – ha <strong>in</strong>fatti dichiarato <strong>il</strong> presidente di <strong>Libera</strong> <strong>in</strong>formazione».<br />

I numeri del rapporto sono significativi come anche l'impegno e la<br />

disponib<strong>il</strong>ità offerta <strong>in</strong> questi anni dalla vasta rete associazionistica <strong>in</strong><br />

umbra per <strong>in</strong>formare e sensib<strong>il</strong>izzare, <strong>in</strong>sieme alla stampa e tv, su questo<br />

111


112 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

fenomeno, <strong>in</strong> una regione sostanzialmente a lungo estranea».<br />

Nel rapporto Eco<strong>mafie</strong> 2010 di Legambiente, ad esempio, vi sono dati<br />

preoccupanti che riguardano <strong>il</strong> territorio umbri, con gestione <strong>il</strong>legale dei<br />

rifiuti (evidenziata dalle operazioni che hanno co<strong>in</strong>volto Perugia, Castel<br />

Viscardo, Trevi, Orvieto e Terni), ciclo del cemento (l'Umbria si piazza<br />

al quarto posto tra le regioni italiane, con Perugia al 20° e Terni al 32°<br />

posto tra le 110 Prov<strong>in</strong>cie italiane), cementificazione e devastazione del<br />

territorio. Sos Impresa rimarca – <strong>in</strong>vece - che usura, racket ed economia<br />

sommersa ed estorsione si presentano come manifestazioni evidenti di una<br />

rete crim<strong>in</strong>ale organizzata, con società f<strong>in</strong>anziarie di natura molto sospetta<br />

che operano con tassi sospetti ed esosi.<br />

Il monitoraggio effettuato stima <strong>in</strong> oltre 40 le reti attive nel mercato del<br />

credito a nero, con circa 3 m<strong>il</strong>a persone co<strong>in</strong>volte <strong>in</strong> rapporti usurai che<br />

movimentano circa 200 m<strong>il</strong>ioni di euro l'anno. Per Cittad<strong>in</strong>anzattiva ben <strong>il</strong><br />

23 percento dei capitali <strong>in</strong>vestiti <strong>in</strong> Umbria non passa attraverso gli sportelli<br />

degli istituti di credito e gli appalti al massimo ribasso rappresentano un<br />

settore con notevoli criticità. L'associazione Menteglocale ha messo <strong>in</strong><br />

campo un data base al quale att<strong>in</strong>gere ora e <strong>in</strong> futuro per una seria rassegna<br />

stampa sull'argomento. Un archivio digitale che rappresenterà la base e la<br />

memoria costantemente aggiornata di tutto quello che la stampa locale<br />

(fortemente impegnata <strong>in</strong> questa direzione) racconta di questi fenomeni di<br />

<strong>mafie</strong> e <strong>il</strong>legalità sul territorio umbro. Uno strumento a portata di mano,<br />

per i cittad<strong>in</strong>i, le scuole, le associazioni co<strong>in</strong>volte.<br />

*(<strong>Libera</strong><strong>in</strong>formazione, Legambiente, Sos impresa, Cittad<strong>in</strong>anza attiva, Menteglocale)<br />

Verso un Osservatorio regionale sul fenomeno mafioso<br />

La giornata è stata l'occasione anche per far <strong>in</strong>contrare giovani e istituzioni.<br />

Eros Brega, <strong>il</strong> presidente del Consiglio regionale, nel suo <strong>in</strong>tervento, ha<br />

ricordato la frase di John Fitzgerald Kennedy, trovata sulle tasche di Paolo<br />

Borsell<strong>in</strong>o dopo la sua barbara uccisione e che recitava: '"gli uom<strong>in</strong>i passano,<br />

le loro idee restano e cont<strong>in</strong>ueranno a camm<strong>in</strong>are sulle gambe di altri uom<strong>in</strong>i"


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

- ricordando anche che «nemmeno l'Umbria è immune da <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni di<br />

crim<strong>in</strong>alità organizzata» e <strong>in</strong>citando ad una maggiore collaborazione fra<br />

cittad<strong>in</strong>i e istituzioni su questo fronte. «Qualche giorno fa abbiamo celebrato<br />

i centoc<strong>in</strong>quant'anni di storia nazionale – ha detto Fabrizio Bracco, assessore<br />

regionale alla cultura: un bene che per essere difeso richiede atti di legalità,<br />

di tutte le forze dell'ord<strong>in</strong>e, dei giudici, dei poliziotti, come dei commercianti<br />

più a diretto contatto con le organizzazioni mafiose e di tutti noi cittad<strong>in</strong>i.<br />

Troppi hanno pagato con la vita <strong>il</strong> rispetto della legalità, <strong>il</strong> loro sacrificio è<br />

servito a difendere l'Unità nazionale e le istituzioni <strong>in</strong>tese come garanzia<br />

della stessa società». E' l'attuale presidente della Commissione regionale<br />

d'<strong>in</strong>chiesta sulle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose a guardare un po' più <strong>in</strong> là. «E' <strong>in</strong> atto<br />

da tempo una profonda trasformazione delle organizzazioni mafiose – ha<br />

affermato Brutti. Non c'è più <strong>il</strong> vecchio taglieggiamento dei mercati. Si è<br />

passati al controllo totale del traffico nazionale ed <strong>in</strong>ternazionale soprattutto<br />

della droga che sta producendo da anni quantità di denaro, <strong>in</strong>immag<strong>in</strong>ab<strong>il</strong>e<br />

per i capimafia di ieri, da reimpiegare ovunque <strong>in</strong> attività <strong>il</strong>lecite. E' la<br />

mafia dei colletti bianchi, ben descritta nell'ultimo rapporto della Procura<br />

nazionale <strong>antimafia</strong>». La Regione si è detta disponib<strong>il</strong>e a sostenere la nascita<br />

di un Osservatorio sulle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose <strong>in</strong> Umbria di comune accordo<br />

con <strong>il</strong> mondo associazionistico già impegnato <strong>in</strong> questi percorsi.<br />

113


114 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

Perugia chiama Potenza<br />

A cura di Andrea Gerli<br />

«Mi fa piacere sapere che a distanza di 24 anni Giuseppe esiste ancora»,<br />

esclama, commossa, la moglie del professor Rechichi, vittima <strong>in</strong>nocente<br />

della ‘ndrangheta, guardando i 600 ragazzi presenti al terzo e ultimo<br />

<strong>in</strong>contro del ciclo “Professione Cittad<strong>in</strong>o: Imparare la democrazia”,<br />

organizzato da <strong>Libera</strong> Umbria sabato 12 marzo <strong>in</strong> vista della Giornata<br />

della memoria e dell’impegno <strong>in</strong> ricordo delle vittime della mafia. Il centro<br />

Congressi di Perugia, <strong>in</strong>titolato al f<strong>il</strong>osofo della non violenza Aldo Capit<strong>in</strong>i,<br />

contiene a stento i ragazzi giunti da tutta la regione per “adottare una vittima<br />

della mafia”, così come recita <strong>il</strong> titolo dell’<strong>in</strong>iziativa. Due le importanti<br />

testimonianze previste <strong>in</strong> questa giornata, coord<strong>in</strong>ata da P<strong>in</strong>uccia Neve di<br />

<strong>Libera</strong> Umbria: quella del giudice Luca Semeraro, oggi gip a Perugia e <strong>in</strong><br />

passato a Secondigliano e Casal di Pr<strong>in</strong>cipe, e quella di Maria Carmela<br />

Furfaro, maestra elementare di Polistena.<br />

Il presidio scuola di <strong>Libera</strong> Umbria, coord<strong>in</strong>ato dalla professoressa<br />

Antonella Guerr<strong>in</strong>i, è riuscito a co<strong>in</strong>volgere dec<strong>in</strong>e di classi provenienti da<br />

tutta la regione, capaci di contribuire all’<strong>in</strong>iziativa con lavori multimediali,<br />

rappresentazioni artistiche e musicali. Così i ragazzi Istituto Tecnico<br />

Tecnologico A.Volta di Perugia hanno raccontato la storia di Giancarlo<br />

Siani, proiettando l’ormai celebre spezzone del f<strong>il</strong>m che ne racconta la<br />

vita, Fortapàsc, sulla differenza tra “giornalista-giornalista e giornalistaimpiegato”.<br />

Gli studenti dell’Ipsia Cavour-Marconi di Perugia hanno poi<br />

ricordato la figura di Pepp<strong>in</strong>o Impastato, mentre i ragazzi del Mazzat<strong>in</strong>ti di<br />

Gubbio hanno parlato di Joe Petros<strong>in</strong>o, <strong>il</strong> poliziotto italo-americano volato<br />

dagli Usa a Palermo per <strong>in</strong>dagare sulla mafia, da essa ucciso nel 1909. La<br />

giornata poi è proseguita con i lavori dell’Itas G. Bruno di Perugia e del<br />

Liceo classico di Todi, che hanno ricordato le figure di Roberto Antiochia,<br />

Emanuele Notarbartolo, Giuseppe Di Matteo, Salvatore Carnevale,<br />

Anton<strong>in</strong>o Saetta, Enrico Mattei. Immag<strong>in</strong>i forti e ricordi chiari, resi più<br />

vividi dalle musiche con cui gli studenti hanno accompagnato le loro<br />

rappresentazioni. Così come <strong>il</strong> rap e i balli del Liceo artistico di Deruta e


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

la breakdance proposta dai ragazzi del Liceo scientifico Alessi di Perugia.<br />

Ma tra le note e le letture, ha trovato spazio l’attento s<strong>il</strong>enzio con cui i<br />

600 studenti hanno accolto le due testimonianze. Il giudice Semeraro,<br />

raccontando la storia di don Peppe Diana, parroco di Casal di Pr<strong>in</strong>cipe<br />

ucciso dalla camorra nel 1994, ha ricordato che «l’hanno ucciso per mettere<br />

a tacere la sua voce. Perché la forza della parola, che è una cosa che tutte<br />

le persone ricordate questa matt<strong>in</strong>a hanno <strong>in</strong> comune, è più pericolosa del<br />

piombo». Maria Carmela Furfaro, <strong>in</strong>vece, era davanti al professor Rechichi<br />

<strong>il</strong> 4 marzo 1987, mentre una pallottola dest<strong>in</strong>ata ad altri lo colpiva a morte.<br />

«Lo ricordiamo come <strong>il</strong> professore con <strong>il</strong> sorriso – racconta Maria Carmela<br />

- . Io andavo a scuola nell’istituto di cui era preside, era un <strong>in</strong>segnante<br />

splendido, umanamente ricco. Ci aiutava a trovare i soldi per portarci poi<br />

<strong>in</strong> gita all’estero, una cosa molto rara <strong>in</strong> un piccolo istituto di un piccolo<br />

paese della Calabria». Maria Carmela, commossa, ha lasciato da parte la<br />

scaletta che si era preparata, tutti gli studenti la ascoltano con attenzione,<br />

<strong>in</strong> s<strong>il</strong>enzio. «F<strong>in</strong>ché quel giorno ce lo portarono via – cont<strong>in</strong>ua -. Lui era<br />

uscito dalla scuola per fare una telefonata, io lo <strong>in</strong>contrai per strada, lo<br />

salutai, lui mi sorrise. Poi gli spari, dest<strong>in</strong>ati al direttore della f<strong>il</strong>iale di<br />

una banca. Lo sento gridare: mammamia! E lo vedo accasciarsi a terra».<br />

Giuseppe Rechichi ha dato <strong>il</strong> proprio nome al presidio scuola di <strong>Libera</strong><br />

Umbria, ma anche all’istituto scolastico di Polistena e a un’associazione<br />

<strong>antimafia</strong> nata proprio nel suo paese, che ha stanziato delle borse di studio<br />

per studenti meritevoli.<br />

Al Centro congressi Capit<strong>in</strong>i sono presenti anche la moglie, la figlia e i<br />

due nipot<strong>in</strong>i del professor Rechichi, arrivati a Perugia da Modena, dove<br />

ora vivono, appositamente per questo <strong>in</strong>contro. Commosse, composte,<br />

moglie e figlia ascoltano la testimonianza di Maria Carmela. Al term<strong>in</strong>e<br />

del racconto si alzano timidamente e ricevono un lungo applauso dai 600<br />

studenti, tutti stretti <strong>in</strong>sieme a Giuseppe Rechichi e alla sua famiglia, che a<br />

24 anni di distanza trovano ogni giorno di più la forza di andare <strong>in</strong> giro a<br />

raccontare la storia del professore con <strong>il</strong> sorriso. Vittima <strong>in</strong>nocente, come<br />

tanti altri, della mano nera della ‘ndrangheta<br />

115


116 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

Le <strong>mafie</strong> avanzano ma anche l’<strong>antimafia</strong>,<br />

sociale e istituzionale<br />

a cura della prima Commissione regionale d'<strong>in</strong>chiesta sulle <strong>mafie</strong><br />

Capire e prevenire. Con questa missione nel gennaio del 2009 si è <strong>in</strong>sediata<br />

<strong>in</strong> Consiglio regionale la Commissione regionale <strong>antimafia</strong> per fare luce<br />

sulle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose nella regione. Circa un anno di lavoro, stimolato<br />

dalle associazioni <strong>Libera</strong>, Cittad<strong>in</strong>anza attiva e Legambiente, e seguito da<br />

vic<strong>in</strong>o dagli organi <strong>in</strong>quirenti e dagli esperti nazionali. La Commissione<br />

<strong>antimafia</strong> ha tenuto ben 23 sedute ed è stata istituita con le seguenti f<strong>in</strong>alità:<br />

appurare la presenza ed <strong>il</strong> livello di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione delle organizzazioni<br />

mafiose nel territorio regionale umbro. A tal f<strong>in</strong>e procedendo anche alla<br />

verifica:<br />

- delle azioni poste <strong>in</strong> atto dalle Amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche per contrastare le <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni<br />

della crim<strong>in</strong>alità organizzata <strong>in</strong> materia di smaltimento dei rifiuti, del narcotraffico e<br />

delle acquisizioni d'impresa e attività economica;<br />

- del rispetto della normativa vigente <strong>in</strong> tema di controlli <strong>antimafia</strong> da parte di tutte le<br />

Amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche che affidano appalti <strong>in</strong> ambito regionale;<br />

- del rispetto delle prescrizioni <strong>antimafia</strong> contenute nelle deliberazioni emanate dal C.I.P.E.<br />

per <strong>il</strong> f<strong>in</strong>anziamento della Piattaforma Logistica da realizzare a Città di Castello-San<br />

Giust<strong>in</strong>o, nonché delle prescrizioni di imm<strong>in</strong>ente emanazione - per la realizzazione delle<br />

Piattaforme Logistiche di Terni - Narni e di Foligno;<br />

- di stab<strong>il</strong>ire, <strong>in</strong>oltre, che la predetta Commissione dovrà anche <strong>in</strong>dividuare le prescrizioni<br />

da trasferire all’<strong>in</strong>terno di una proposta di Protocollo di legalità da siglare tra Regione<br />

Umbria, Prefetture di Perugia e di Terni, Autorità per la vig<strong>il</strong>anza sui contratti pubblici<br />

e le altre stazioni appaltanti che operano <strong>in</strong> ambito regionale”<br />

Dall’analisi conclusiva st<strong>il</strong>ata nel mese di febbraio 2010, emerge che<br />

“<strong>in</strong> Umbria <strong>il</strong> controllo del territorio ancora saldamente <strong>in</strong> mano alle istituzioni<br />

democratiche”. Tuttavia droga, prostituzione e usura sono fenomeni <strong>in</strong> costante crescita


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

ed allarmante è l’attività di riciclaggio come testimoniano i numerosi beni confiscati alle<br />

<strong>mafie</strong> nella nostra regione”. Per quel che riguarda gli appalti, cavallo di troia<br />

dell’<strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione mafiosa sul territorio, nella relazione si legge: “come tutti<br />

sanno, l’Umbria era tra le Regioni più avanzate <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di trasparenza<br />

avendo <strong>in</strong>trodotto l’obbligo del Documento Unico di Regolarità Contab<strong>il</strong>e<br />

Contributiva , sia per i lavori pubblici che per quelli privati e, tuttavia,<br />

oggi possiamo dire con un certo orgoglio di essere la Regione più avanzata<br />

perché abbiamo <strong>in</strong>trodotto l’obbligo del Codice Unico di Progetto e del<br />

Conto Corrente dedicato per tutte le imprese aggiudicatarie, subfornitrici<br />

e comunque affidatarie al f<strong>in</strong>e della tracciab<strong>il</strong>ità delle risorse. Abbiamo<br />

implementato la banca dati dell’Osservatorio regionale sui Lavori Pubblici<br />

attraverso la registrazione di tutti i concorrenti alle gare con i relativi<br />

ribassi d’asta; abbiamo istituito l’Albo regionale delle imprese fornitrici con<br />

<strong>il</strong> quale <strong>in</strong>tendiamo andare oltre la certificazione <strong>antimafia</strong> per avere le<br />

<strong>in</strong>formazioni prefettizie; abbiamo def<strong>in</strong>ito capitolati speciali con l’obbligo<br />

per le imprese di denunciare eventuali estorsioni, pena la cancellazione<br />

dall’Albo stesso e abbiamo anche def<strong>in</strong>ito i contenuti del Protocollo di<br />

Legalità (strumento che si è rivelato particolarmente appropriato per<br />

meglio regolare i capitolati delle gare d’appalto) da far sottoscrivere a tutti<br />

gli attori economici e le stazioni appaltanti della nostra Regione.<br />

Sugli appalti Rfi e Anas vig<strong>il</strong>erà la Dna come di sua competenza <strong>in</strong><br />

collaborazione con le istituzioni regionali preposte. La regione più avanzata,<br />

dunque, e gli appalti sono sotto controllo. Rimane fondamentale – cont<strong>in</strong>uano<br />

dalla Commissione - la mappatura delle cave e delle discariche accompagnata dalla<br />

previsione dell’obbligo per le ditte appaltatrici di stimare i rifiuti e di dichiarare dove<br />

dovrebbero essere smaltiti. Norme più str<strong>in</strong>genti <strong>in</strong> merito alle gare per la fornitura di<br />

beni e servizi, costruire con le Amm<strong>in</strong>istrazioni locali una rete di monitoraggio e controllo<br />

sulla compravendita di terreni e immob<strong>il</strong>i e delle attività commerciali. In collaborazione<br />

con le forze dell’ord<strong>in</strong>e, la Magistratura, <strong>il</strong> sistema bancario, gli <strong>in</strong>termediari f<strong>in</strong>anziari<br />

e i notai, sarà importante <strong>in</strong>dividuare degli strumenti più <strong>in</strong>cisivi per monitorare la<br />

provenienza dei capitali <strong>in</strong>vestiti nella nostra regione. I gruppi cons<strong>il</strong>iari hanno chiesto<br />

di poter proseguire nella prossima legislatura. Un giro di vite <strong>in</strong> arrivo, <strong>in</strong>oltre,<br />

anche per le attività commerciali, poiché la Dna ha fatto r<strong>il</strong>evare alla<br />

117


118 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

Commissione che c’è una preoccupante concentrazione di licenze per locali notturni<br />

(circa 47) non giustificate dalla dimensione di una città come Perugia.<br />

La Direzione nazionale <strong>antimafia</strong> ha <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e condiviso la necessità di<br />

una sollecitazione alle forze dell’ord<strong>in</strong>e nel contrasto alla prostituzione e<br />

soprattutto al consumo ed allo spaccio della droga, fenomeni quest’ultimi<br />

che hanno avuto un vertig<strong>in</strong>oso aumento negli ultimi dieci anni, proprio<br />

<strong>in</strong> co<strong>in</strong>cidenza dell’arrivo dei fondi per <strong>il</strong> terremoto del 1997. Al term<strong>in</strong>e<br />

dei lavori <strong>il</strong> consiglio regionale ha chiesto e ottenuto <strong>in</strong>oltre: chiesto ed<br />

ottenuto che nel b<strong>il</strong>ancio della Regione fossero impegnati circa 60 m<strong>il</strong>a<br />

euro per l’anno 2010 da dest<strong>in</strong>are a progetti formativi di educazione<br />

alla legalità da promuovere congiuntamente con le Istituzioni scolastiche<br />

e universitarie rivolti alle giovani generazioni, ed è con particolare<br />

soddisfazione che possiamo salutare anche <strong>il</strong> sostegno della Direzione<br />

Scolastica Regionale che <strong>in</strong>tende cof<strong>in</strong>anziare tali progetti con risorse<br />

messe a disposizione direttamente dal M<strong>in</strong>istero della Pubblica Istruzione.<br />

Progetti di educazione alla legalità che già oggi vedono l’impegno diretto di<br />

Associazioni come “<strong>Libera</strong>” e che ogni anno co<strong>in</strong>volgono dec<strong>in</strong>e di nostri<br />

giovani <strong>in</strong> esperienze di lavoro nelle terre confiscate alle <strong>mafie</strong>.<br />

Anche <strong>il</strong> Prefetto di Perugia, Dott. Laudanna, nel ritenersi direttamente<br />

impegnato nella redazione di tali progetti, ha anche detto che raramente<br />

vengono realizzati <strong>in</strong>vestimenti a lungo term<strong>in</strong>e, soprattutto rivolti ai giovani, ma che<br />

sicuramente saranno i più redditizi per la società tutta. Nel novembre scorso si è<br />

<strong>in</strong>sediata la seconda Commissione regionale <strong>antimafia</strong> che durerà <strong>in</strong> carica<br />

tre anni e ha già <strong>in</strong>iziato i lavori presieduta dal consigliere Paolo Brutti<br />

dell’Italia dei valori.


L’<strong>antimafia</strong> sociale<br />

a cura di Andrea Gerli<br />

L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

Entrare <strong>in</strong> contatto con i giovani, con le loro energie, comunicare i valori<br />

ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> loro l<strong>in</strong>guaggio. “Le narco<strong>mafie</strong> nell’economia globale e<br />

regionale”, l'<strong>in</strong>contro organizzato da <strong>Libera</strong> Umbria, grazie all’impegno del<br />

presidio scuola “Giuseppe Rechichi”, aveva fra gli obiettivi proprio i valori<br />

fondamentali che dall’etica dell’<strong>in</strong>dividuo alla sua dimensione sociale si<br />

oppongono alla cultura mafiosa sottesa al traffico e al consumo di stupefacenti.<br />

L’<strong>in</strong>contro è stato moderato dal giornalista perug<strong>in</strong>o Fabrizio Ricci, e ha visto<br />

<strong>in</strong>tervenire Davide Mattiello, dell’Ufficio presidenza di <strong>Libera</strong>, Manuela<br />

Mareso, direttrice di Narco<strong>mafie</strong>, e Andrea Chio<strong>in</strong>i del Tgr Umbria.<br />

«E' importante capire cosa comporta <strong>il</strong> consumo di droga, <strong>il</strong> sistema<br />

<strong>in</strong> cui si <strong>in</strong>serisce e la cultura di cui è portatrice», ha sottol<strong>in</strong>eato<br />

Manuela Mareso. «Non tutti gli anelli della f<strong>il</strong>iera del narcotraffico<br />

sono malavitosi - ha cont<strong>in</strong>uato - ma alimentare questo mercato<br />

significa arricchire solo i narcotrafficanti, perpetuando i soprusi e lo<br />

sfruttamento verso chi non ha alternativa, come i poveri agricoltori.<br />

Dietro questo mercato c'è una cultura di violenza e di morte».<br />

Come ha sottol<strong>in</strong>eato anche Davide Mattiello, che ha opposto a questa<br />

cultura un'etica di responsab<strong>il</strong>ità e di legalità. Un'etica che era ciò che<br />

l'<strong>in</strong>contro voleva far conoscere agli oltre 400 studenti provenienti dai licei<br />

di tutta l’Umbria. I veri protagonisti dell'evento. Come i ragazzi del Liceo<br />

classico A. Mariotti di Perugia, che probab<strong>il</strong>mente non immag<strong>in</strong>avano, che<br />

<strong>il</strong> loro lavoro avrebbe fatto scendere qualche lacrima tra i presenti.<br />

Hanno letto le loro frasi contro le <strong>mafie</strong>, contro l’<strong>il</strong>legalità, contro la droga.<br />

Hanno accompagnato le loro letture con musica, hanno cantato le loro canzoni<br />

contro la cultura di morte che si cela dietro <strong>il</strong> mercato degli stupefacenti.<br />

Inf<strong>in</strong>e hanno <strong>in</strong>scenato l'ormai celebre scena tratta dal f<strong>il</strong>m “I 100 passi”,<br />

di Marco Tullio Giordana, <strong>in</strong> cui Pepp<strong>in</strong>o Impastato percorre con <strong>il</strong><br />

fratello i 100 passi che dividevano la loro casa da quella del boss Tano<br />

Badalamenti. Il contributo dei ragazzi è f<strong>in</strong>ito tra le note dell’omonima<br />

canzone dei Modena City Ramblers, con tutta la platea, commossa, a<br />

119


120 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

seguirli. Musica, recitazione e tanto altro ma l'<strong>in</strong>contro è stato anche un<br />

momento per imparare qualcosa di nuovo sulle <strong>mafie</strong>.<br />

A partire dalla storia, dai secoli scorsi per arrivare ai giorni d’oggi,<br />

analizzata nei lavori degli studenti del liceo scientifico G. Gal<strong>il</strong>ei di<br />

Perugia, alla s<strong>in</strong>tesi sul ruolo e sul potere delle narco<strong>mafie</strong> nella società<br />

contemporanea proposta dagli studenti dell’istituto tecnico G. Bruno di<br />

Perugia. Passando poi per gli <strong>in</strong>terventi mirati e <strong>in</strong>cisivi della direttrice<br />

di Narco<strong>mafie</strong>, la prima rivista scientifica sul tema della crim<strong>in</strong>alità<br />

organizzata e del narcotraffico edita dal Gruppo Abele e da <strong>Libera</strong>.<br />

E poi la testimonianza, concreta, di chi ogni giorno racconta per <strong>il</strong><br />

servizio pubblico radiotelevisivo come Andrea Chio<strong>in</strong>i, giornalista<br />

umbro della Rai. In questa regione i fenomeni di <strong>il</strong>legalità si <strong>in</strong>crociano<br />

spesso con dati di cronaca che impongono una nuova responsab<strong>il</strong>ità del<br />

mondo dell'<strong>in</strong>formazione <strong>in</strong> Umbria ma anche della società civ<strong>il</strong>e che<br />

deve essere sempre più attenta e vig<strong>il</strong>e. L’Umbria è una regione <strong>in</strong> cui<br />

di certo non c’è una mafia aggressiva e radicata, ma è una terra che<br />

per la sua tranqu<strong>il</strong>lità ha attirato e cont<strong>in</strong>ua ad attirare le attenzioni<br />

delle organizzazioni crim<strong>in</strong>ali italiane e straniere. La crim<strong>in</strong>alità<br />

organizzata ricicla denaro sporco, ha <strong>in</strong>teressi nell’ed<strong>il</strong>izia e negli appalti<br />

pubblici, nel traffico di esseri umani, così come <strong>in</strong> quello della droga.<br />

Proprio dell’Umbria è <strong>il</strong> triste primato per morti per droga <strong>in</strong> Europa<br />

(2,8 ogni 100.000 abitanti), segno anche di una importanza centrale della<br />

regione nelle rotte nazionali dei corrieri, così come <strong>il</strong> vorticoso aumento<br />

dei sequestri di stupefacenti negli ultimi anni. In una regione che spesso si<br />

ritiene lontana, quando non immune, da certi fenomeni, è stato significativo<br />

<strong>il</strong> co<strong>in</strong>volgimento e l'impegno degli studenti liceali che hanno dimostrato<br />

come una nuova consapevolezza sull'argomento stia generando una nuova<br />

<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria.<br />

Di questo ha parlato Andrea Chio<strong>in</strong>i, del Tgr Umbria, a conclusione<br />

dell'<strong>in</strong>contro, sottol<strong>in</strong>eando come «Il giornalismo locale, per problemi di<br />

organizzazione e risorse, non ha la possib<strong>il</strong>ità di fare <strong>in</strong>chieste, di cercare<br />

notizie e di andare più di tanto oltre le fonti ufficiali. Per questo - ha concluso<br />

- è importante che i giovani sv<strong>il</strong>upp<strong>in</strong>o una propria sensib<strong>il</strong>ità. Leggendo i


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

giornali ed <strong>in</strong>terrogandosi su tematiche spesso ignorate dai maggiori media».<br />

Il percorso cont<strong>in</strong>uerà <strong>il</strong> 12 marzo, sempre al Capit<strong>in</strong>i, per un <strong>in</strong>contro<br />

<strong>in</strong>titolato “Verso la giornata della memoria: adotta una vittima delle <strong>mafie</strong>”<br />

<strong>in</strong> vista de 19 marzo giornata che <strong>Libera</strong> promuove <strong>in</strong> memoria di tutte le<br />

vittime della violenza mafiosa e che quest'anno si svolgerà <strong>in</strong> Bas<strong>il</strong>icata, a<br />

Potenza; una "ex isola felice" alle prese con la presenza di <strong>mafie</strong> e <strong>il</strong>legalità<br />

sul proprio territorio.<br />

Per una <strong>antimafia</strong> sociale<br />

documento presentato alla Commissione Antimafia del Consiglio Regionale<br />

<strong>Libera</strong> Umbria costituita nel 2004 si è radicata e diffusa <strong>in</strong> Umbria. Ormai è presente<br />

con propri presidi e coord<strong>in</strong>amenti <strong>in</strong> tutto <strong>il</strong> territorio regionale. Più di una volta da allora<br />

ci è accaduto di <strong>in</strong>tervenire polemicamente verso un atteggiamento di sottovalutazione del<br />

fenomeno delle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni malavitose nella nostra regione (soprattutto ‘ndrangheta e<br />

camorra) che ciò pare sbagliato e che co<strong>in</strong>volge una grande parte della politica e della<br />

stessa società umbra-. Di fronte alle <strong>in</strong>chieste giudiziarie che evidenziavano un fenomeno<br />

<strong>in</strong> espansione, di fronte alle stesse segnalazioni giornalistiche, è prevalsa a lungo l’idea di<br />

considerarli episodi isolati, <strong>in</strong>trusioni <strong>in</strong> un contesto sano che restava totalmente refrattario<br />

all’<strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione. Il nostro stesso <strong>in</strong>sistere sull’allarme da alcuni era considerato una<br />

fissazione, se non addirittura un’offesa alla buona reputazione dell’Umbria. E’ un grave<br />

errore non voler guardare <strong>in</strong> faccia <strong>il</strong> male, non aiuta a combatterlo ed estirparlo. Sia<br />

chiaro, l’Umbria non è la Calabria, la Sic<strong>il</strong>ia o la Campania ma proprio perché vogliamo<br />

che mai lo diventi, riteniamo necessario lanciare un allarme e aumentare l’attenzione e<br />

l’<strong>in</strong>iziativa contro tutto ciò che possa a favorire l’<strong>in</strong>sediamento delle attività commerciali.<br />

Cosa facciamo<br />

Il 2010 è stato un anno molto proficuo per quanto riguarda la cap<strong>il</strong>larizzazione della<br />

nostra presenza sul territorio.<br />

Si sono costituiti <strong>il</strong> coord<strong>in</strong>amento di Terni, <strong>il</strong> presidio di San Giust<strong>in</strong>o, <strong>il</strong> presidio di<br />

Città di Castello, di Pietralunga, Foligno, Spoleto,Orvieto. E per ultimo ma sicuramente<br />

121


122 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

quello più <strong>in</strong>teressante per l’ambito <strong>in</strong> cui opera è <strong>il</strong> presidio degli <strong>in</strong>segnanti delle scuole<br />

medie superiori della prov<strong>in</strong>cia di Perugia. A gennaio 2011, per <strong>il</strong> terzo anno consecutivo,<br />

abbiamo <strong>in</strong>iziato le giornate di apprendimento con le scuole medie superiori. Il titolo<br />

degli <strong>in</strong>contri, <strong>in</strong> preparazione del 21 marzo Giornata della Memoria e dell’Impegno <strong>in</strong><br />

ricordo delle vittime di mafia, è “Professione cittad<strong>in</strong>o: imparare la democrazia”. Diamo<br />

atto volentieri alla Regione Umbria, di avere istituito, prima <strong>in</strong> Italia, questa giornata<br />

con apposita legge regionale del gennaio 2010, che è stata la miglior conclusione che<br />

potessimo aspettarci dal lavoro svolto dalla precedente Commissione.<br />

Il progetto ha co<strong>in</strong>volto gli <strong>in</strong>segnanti <strong>in</strong> prima persona, dando vita al Presidio <strong>Libera</strong><br />

scuola “G. Richichi”, <strong>in</strong> memoria di un docente ucciso dalla ‘ndrangheta a Polistena. Gli<br />

<strong>in</strong>segnati con <strong>il</strong> loro lavoro, hanno stimolato i ragazzi, a mettersi <strong>in</strong> gioco ed a proporre<br />

loro stessi, diventato qu<strong>in</strong>di parte attiva del progetto, <strong>il</strong> materiale prodotto che nasce<br />

dall’approfondimento e dalla riflessione delle seguenti tematiche:<br />

20 gennaio – unità d’Italia e le <strong>mafie</strong>.<br />

18 febbraio – Le narco<strong>mafie</strong> nell’economia globale ed i loro riflessi nella Regione<br />

12 marzo – Verso la giornata della memoria<br />

Altri progetti <strong>in</strong> fase di svolgimenti sono: “L’Abc del cittad<strong>in</strong>o”rivolto alle scuole elementari<br />

e “Regoliamoci! Progetto rivolto alle scuole medie superiori.<br />

Molte sono le scuole che ci co<strong>in</strong>volgono per dibattere su f<strong>il</strong>m che riguardano le nostre<br />

specifiche tematiche e per partecipare ad assemblee degli studenti.<br />

* Per <strong>il</strong> qu<strong>in</strong>to anno si svolgerà presso la Facoltà di Giurisprudenza di Perugia, <strong>il</strong> corso<br />

di legislazione <strong>antimafia</strong> reso possib<strong>il</strong>e grazie al protocollo firmato con l’Università di<br />

Perugia e <strong>Libera</strong> nel febbraio 2007 con <strong>il</strong> prezioso aiuto del prof. Marco Angel<strong>in</strong>i<br />

* Nell’ambito del lavoro scoiale abbiamo avuto dei contatti con <strong>il</strong> Cnca con cui, <strong>in</strong><br />

futuro com<strong>in</strong>ceremo a lavorare <strong>in</strong>sieme sul terreno della difesa dei bisogni sociali e della<br />

solidarietà che <strong>in</strong> questo momento sono fortemente a rischio<br />

* Altro fronte su cui <strong>Libera</strong> si sta impegnando è quello, molto attuale, della gestione<br />

dei rifiuti <strong>in</strong> Umbria. Insieme ad altre 20 associazioni abbiamo aderito ad una rete<br />

di cittad<strong>in</strong>i che vogliono <strong>in</strong>formare e sensib<strong>il</strong>izzare l’op<strong>in</strong>ione pubblica <strong>in</strong> merito alla<br />

costruzione del termovalorizzatore a Perugia, credendo che esistano degli ottimi presupposti<br />

per promuovere una raccolta differenziata “sp<strong>in</strong>ta! Che possa far raggiungere alla nostra<br />

regione l’obiettivo di Rifiuti Zero e superare di fatto l’esigenza di tale opera, che come<br />

ci <strong>in</strong>segna la nostra esperienza è spesso fonte di grande attrazione delle organizzazioni


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

crim<strong>in</strong>ali, che hanno <strong>in</strong>dividuato nella gestione dei rifiuti uno dei settori più remunerativi<br />

per le loro attività.<br />

Cosa promuoviamo e cosa chiediamo<br />

Come si può constatare da diversi documenti, Rapporto Eco<strong>mafie</strong> di Legambiente 2010,<br />

rapporto della Confesercenti di Terni dello scorso novembre, dichiarazione le procuratore<br />

Fumu alla Commissione d’<strong>in</strong>chiesta selle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose <strong>in</strong> Umbria dello scorso<br />

gennaio: “La mia impressione è che <strong>in</strong> questa regione sia <strong>in</strong>vece ancora semplice riciclare i<br />

proventi di attività crim<strong>in</strong>ali, perché non esiste ancora una diffusa cultura dell’attenzione”,<br />

nonché da quanto racconta la stampa locale e nazionale, le <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose si stanno<br />

radicando e tendono ad <strong>in</strong>serirsi <strong>in</strong> un’ampia fetta dell’economia Umbria.<br />

Leggendo i dati si ev<strong>in</strong>ce che i settori più ambiti sono quelli immob<strong>il</strong>iare, commerciale,<br />

f<strong>in</strong>anziario, racket , usura, riciclaggio del denaro sporco, mercato della droga, tratta degli<br />

esseri umani e prostituzione. R<strong>il</strong>eviamo anche un altro pericolo: un rapporto dei servizi di<br />

sicurezza dello scorso marco, colloca l’Umbria al qu<strong>in</strong>to posto per la presenza di clan e<br />

gruppi mafiosi e camorristici nel territorio. Bisognerà pertanto, presidiare meglio lo stesso<br />

e rendere consapevoli i cittad<strong>in</strong>i. A tale proposito, ribadiamo quanto da noi chiesto nella<br />

passata legislatura, aff<strong>in</strong>ché i 92 comuni e le 2 prov<strong>in</strong>ce dell’Umbria si dot<strong>in</strong>o di tutti<br />

quegli strumenti necessari a contrastare <strong>il</strong> fenomeno.<br />

1) Attività di sensib<strong>il</strong>izzazione della pubblica op<strong>in</strong>ione e di promozione<br />

della legalità<br />

L’esperienza di <strong>Libera</strong> ha già verificato una forte volontà di conoscenza e di<br />

assunzione di responsab<strong>il</strong>ità nel mondo della scuola tra dirigenti, <strong>in</strong>segnanti,<br />

studenti; <strong>in</strong> alcuni Comuni sia grandi che piccoli; nel movimento cooperativo;<br />

nelle organizzazioni s<strong>in</strong>dacali dei lavoratori; <strong>in</strong> alcune associazioni datoriali;<br />

specie nel settore del commercio; <strong>in</strong> varie associazioni culturali e religiose.<br />

Altri pezzi della società regionale sembrano oggi avvertire meno l’esigenza di<br />

una partecipazione della società civ<strong>il</strong>e alla lotta contro le <strong>mafie</strong>. Chiediamo,<br />

<strong>in</strong> proposito, alla Regione di assumersi <strong>il</strong> compito di guidare, consolidare ed<br />

ampliare <strong>il</strong> processo di co<strong>in</strong>volgimento dell’<strong>in</strong>tera società umbra nella lotta contro<br />

le <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose, specie dopo l’approvazione della legge regionale che ha<br />

123


124 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

istituito la “Giornata regionale della memoria e dell’impegno <strong>in</strong> ricordo delle<br />

vittime delle <strong>mafie</strong>” con lo scopo “di promuovere l’educazione, l’<strong>in</strong>formazione e<br />

la sensib<strong>il</strong>izzazione <strong>in</strong> materia di legalità su tutto <strong>il</strong> territorio”<br />

2) Monitoraggio del territorio e delle transazioni<br />

Come già detto <strong>in</strong> precedenza numerose <strong>in</strong>chieste rivelano che nella nostra regione la<br />

‘ndrangheta <strong>in</strong> particolare, ma anche altre organizzazioni crim<strong>in</strong>ali stanno acquisendo<br />

immob<strong>il</strong>i, attività commerciali e altre attività con lo scopo di riciclare denaro sporco<br />

proveniente <strong>in</strong> primo luogo dai traffici di stupefacenti e di stab<strong>il</strong>izzare le loro presenza<br />

sul territorio. Tale <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione tende ad <strong>in</strong>tensificarsi nell’attuale situazione di crisi<br />

economica, spesso collegandosi a pratiche di usura, all’<strong>in</strong>staurazione di rapporti societari<br />

con imprenditori locali. Anche attraverso specifici atti di <strong>in</strong>dirizzo rivolti ai Comuni e<br />

co<strong>in</strong>volgendo la stessa Anci, la Regione dovrebbe provvedere a un monitoraggio dell’<strong>in</strong>tero<br />

territorio regionale: acquisire tramite l’Ufficio Registro i dati relativi ai mutamenti<br />

proprietari e societari che, se opportunamente studiati nella quantità e nella qualità,<br />

possono rivelare e offrire un quadro più puntuale delle presenze crim<strong>in</strong>ose e crim<strong>in</strong>ogene.<br />

In questo caso gli uffici della Regione potrebbero avere <strong>il</strong> compito, non solo di segnalare i<br />

sospetti all’autorità giudiziaria, ma anche quello di studiare le modifiche dei regolamenti<br />

<strong>in</strong> grado di ostacolare questa forma di penetrazione. A ciò si potrebbero accompagnare<br />

lo studio e l0<strong>in</strong>dividuazione di <strong>in</strong>terventi di persuasione possib<strong>il</strong>i su banche e istituti<br />

di credito per evitare che gli imprenditori locali <strong>in</strong> difficoltà possano venire fac<strong>il</strong>mente<br />

“tentati” dalla grande liquidità <strong>in</strong> possesso delle organizzazioni crim<strong>in</strong>ali.<br />

3) Controllo rigoroso di appalti e subappalti<br />

Dalle recenti <strong>in</strong>chieste appare altamente probab<strong>il</strong>e una attività <strong>in</strong> Umbria di<br />

imprese <strong>in</strong> vario modo collegate alla crim<strong>in</strong>alità nel campo delle costruzioni<br />

del movimento terra, del trattamento rifiuti. A fronte della nuova e più rigorosa<br />

normativa che regola gli appalti pubblici si degli Enti locali che di tutte le<br />

stazioni appaltanti pubbliche dipendenti dalla Regione, chiediamo tuttavia che:<br />

- bandi al massimo ribasso, non vengano ut<strong>il</strong>izzati dalle stazioni appaltanti, <strong>in</strong><br />

quanto ciò favorisce le imprese che meno rispettano le normative sulla sicurezza e


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

che sono spesso gestite direttamente o <strong>in</strong>direttamente dalla crim<strong>in</strong>alità organizzata<br />

- venga <strong>in</strong>trodotto un controllo più sistematico e rigoroso delle certificazioni<br />

<strong>antimafia</strong> attraverso le Prefetture, opportunamente sollecitate a garantire<br />

tempestivi accertamenti resi più completi ed efficaci attraverso l’accesso alla<br />

banche dati di Dna, Polizia e carab<strong>in</strong>ieri, e personale dedicato;<strong>il</strong> controllo deve<br />

riguardare non solo tutte le imprese che ottengono l’appalto, ma anche quelle dei<br />

subappalti a cui deve essere richiesta la stessa certificazione<br />

4) Proposta di un osservatorio permanente<br />

Bassa è la percezione che gli Umbri hanno della presenza delle <strong>mafie</strong> <strong>in</strong> regione,<br />

ma anche da parte di moltissimi politici locali e dirigenti degli attori sociali<br />

organizzati. Ciò, ci appare evidente, nelle cent<strong>in</strong>ai di giovani che contattiamo<br />

nel corso degli <strong>in</strong>contri che promoviamo con loro e che riflettono le percezioni<br />

trasmesse dalle famiglie e dai loro ambientali vitali; la stessa cosa si ev<strong>in</strong>ce<br />

dai docenti e dai rappresentati della società civ<strong>il</strong>e. Occorre, qu<strong>in</strong>di, un impegno<br />

straord<strong>in</strong>ario per alzare l’attenzione, mantenerla vig<strong>il</strong>e e stimolare la capacità<br />

di reagire.<br />

La società regionale , <strong>in</strong> tale contesto, avrebbe bisogno di un Osservatorio che<br />

funga da “centrale” <strong>in</strong> grado di raccogliere i dati, di organizzarli e di riproporli<br />

assemblati <strong>in</strong> “pacchetti <strong>in</strong>formativi” immediatamente fruib<strong>il</strong>i e a forte impatto<br />

comunicativo.<br />

Più precisamente, un “OSSERVATORIO” che <strong>in</strong> modo cont<strong>in</strong>uativo:<br />

- raccolta i dati, mettendoli a sistema <strong>in</strong>sieme a quelli già <strong>in</strong> possesso delle<br />

diverse pubbliche amm<strong>in</strong>istrazioni, dati non solo numerici ma anche documenti,<br />

testimonianze, possib<strong>il</strong>mente aggregati anche per aree territoriali<br />

- pubblichi un rapporto annuale sulla evoluzione nel tempo dei fenomeni<br />

crim<strong>in</strong>osi<br />

- tenga un elenco aggiornato dei beni sotto sequestro o confiscati alle <strong>mafie</strong> <strong>in</strong><br />

Umbria e ne segua l’Iter per la loro assegnazione<br />

125


126 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

- Compia <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i specifiche, ad esempio sui trasferimenti immob<strong>il</strong>iari di valore<br />

elevato<br />

- produca f<strong>il</strong>mati, dvd, schede ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i da scuole ed associazioni per<br />

sensib<strong>il</strong>izzare la popolazione, ut<strong>il</strong>izzando i materiali come sopra elencati.<br />

5) Istituzione di un fondo pubblico – privato<br />

In Umbria abbiamo soltanto un bene confiscato alla famiglia De Stefano della<br />

‘ndrangheta regg<strong>in</strong>a <strong>in</strong> località PIetralunga, un’azienda agricola di 10 ettari con<br />

dei casali annessi, ma oramai sono dec<strong>in</strong>e i beni sequestrati <strong>in</strong> varie località. In<br />

previsione che questi beni torn<strong>in</strong>o ad uso legale e sociale chiediamo l’istituzione<br />

di un fondo a partecipazione sia pubblica che privata, che ci faccia trovare<br />

pronti nel momento <strong>in</strong> cui verranno assegnati. Vorremmo segnalare, <strong>in</strong>fatti, che<br />

la difficoltà più grande per le cooperative che si formano è riuscire a trovare i<br />

fondi necessari per <strong>in</strong>iziare qualsiasi <strong>in</strong>vestimento, <strong>in</strong> quanto i beni sono dati <strong>in</strong><br />

uso e qu<strong>in</strong>di non accettati dalle banche come garanzia<br />

Conclusione<br />

Queste sono <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tesi le nostre proposte e siamo qui a vostra disposizione per<br />

chiarimenti o per rispondere alle vostre domande. Vogliamo sperare che questa<br />

occasione d’<strong>in</strong>contro sia l’<strong>in</strong>izio di una collaborazione organica tra <strong>Libera</strong> e La<br />

commissione <strong>antimafia</strong> del Consiglio regionale.<br />

Noi di “<strong>Libera</strong> Umbria” non dovremmo meravigliarci dei risultati dell’Indag<strong>in</strong>e Apogeo:<br />

ne sottol<strong>in</strong>eavamo l’importanza – con dati di provenienza ufficiale - nel dossier presentato<br />

alla Commissione regionale <strong>antimafia</strong> <strong>in</strong>sieme ad altre associazioni, al f<strong>in</strong>e di diffondere<br />

la consapevolezza e l’allarme nell’<strong>in</strong>tera società regionale. E tuttavia le dimensioni dei<br />

sequestri di Ponte San Giovanni a Perugia, a danno di una società di comodo collegata al<br />

clan camorristico dei Casalesi, hanno determ<strong>in</strong>ato anche <strong>in</strong> noi sconcerto e sorpresa: esse<br />

rivelano una penetrazione della crim<strong>in</strong>alità organizzata nel tessuto economico regionale più<br />

ampia e ramificata di quanto pensassimo ed evidenziano come non sia più lecito ricondurre<br />

la vicenda al semplice riciclaggio e si debba <strong>in</strong>vece pensare a progetti di stab<strong>il</strong>e <strong>in</strong>sediamento.


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

<strong>Libera</strong>: serve fare presto e bene<br />

a cura del coord<strong>in</strong>amento regionale di <strong>Libera</strong> Umbria<br />

Il primo sentimento che vogliamo esprimere è quello di gratitud<strong>in</strong>e verso la<br />

magistratura e le forze dell’ord<strong>in</strong>e che, con un alto grado di coord<strong>in</strong>amento a<br />

livello nazionale e con un impegno diuturno, hanno spezzato con l’<strong>in</strong>chiesta<br />

e <strong>il</strong> sequestro i tentacoli della piovra. Ma <strong>il</strong> compito di una associazione<br />

come la nostra, <strong>in</strong> casi come questo, non può essere limitarsi al sostegno alla<br />

magistratura. La nostra idea è che le <strong>mafie</strong> si fermano e si abbattono se c’è una<br />

diffusa consapevolezza e corresponsab<strong>il</strong>ità, un “noi” che rafforza la legalità<br />

e <strong>il</strong> senso della comunità: per questo da anni <strong>in</strong> Umbria facciamo al nostro<br />

meglio opera di <strong>in</strong>formazione, di sollecitazione alle istituzioni democratiche<br />

locali, di educazione, di valorizzazione delle positive memorie di chi le <strong>mafie</strong><br />

ha combattuto. Sentiamo che oggi anche a noi s’impone un salto di qualità<br />

nella riflessione per capire meglio quali leggi e provvedimenti chiedere allo<br />

Stato centrale, quali misure ed <strong>in</strong>terventi sollecitare da parte di Regioni,<br />

Prov<strong>in</strong>ce, Comuni, quale impegno stimolare nelle organizzazioni s<strong>in</strong>dacali e<br />

imprenditoriali, nell’associazionismo e nel volontariato, nei s<strong>in</strong>goli cittad<strong>in</strong>i per<br />

combattere le <strong>mafie</strong>. La riflessione ha due livelli<br />

Il primo – più generale – riguarda la penetrazione economica delle <strong>mafie</strong> nelle<br />

città dell’Umbria che va certamente al di là delle operazioni già rivelate dalla<br />

magistratura e che probab<strong>il</strong>mente cont<strong>in</strong>ua. Essa ha certamente collegamenti<br />

con l’accertata presenza nel perug<strong>in</strong>o di uno snodo importante del<br />

narcotraffico. Una delle conseguenze di questo fatto sono le grandi dimensioni<br />

dello spaccio, generalmente affidato alla crim<strong>in</strong>alità extracomunitaria, che<br />

attira consumatori da altre zone e le cifre da record delle morti per overdose.<br />

Un’altra conseguenza è appunto l’ottima conoscenza del territorio e delle sue<br />

opportunità anche di riciclaggio e di re<strong>in</strong>vestimento da parte delle <strong>mafie</strong>. Noi<br />

vorremmo poter confrontare con istituzioni ed esperti la nostra ipotesi di lavoro<br />

che la politica di contrasto concentrata sul tema della sicurezza e dello spaccio<br />

sia <strong>in</strong>sufficiente – come del resto mostrano i risultati – e che per contrastare<br />

davvero la droga (e anche lo spaccio) sia <strong>in</strong>dispensab<strong>il</strong>e un più forte impegno<br />

sul grande traffico e sul ruolo delle grandi organizzazioni crim<strong>in</strong>ali.<br />

127


128 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

Una seconda considerazione di carattere generale riguarda la debolezza del<br />

tessuto economico e imprenditoriale umbro, che rende la Regione più fac<strong>il</strong>e<br />

terra di conquista da parte delle <strong>mafie</strong>, che non sembrano soffrire crisi di<br />

liquidità. In particolare – nel tempo di una crisi economica generale e globale<br />

- si rivela frag<strong>il</strong>e uno sv<strong>il</strong>uppo concentrato sul ciclo del cemento e dell’ed<strong>il</strong>izia.<br />

La verticale crisi del mercato e dei prezzi delle abitazioni offre alle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni<br />

della crim<strong>in</strong>alità organizzata ottime opportunità. Riteniamo che sia molto da<br />

ripensare lo sv<strong>il</strong>uppo economico e urbanistico della Regione, ma che <strong>in</strong>tanto,<br />

da parte delle pubbliche istituzioni, delle banche e degli istituti f<strong>in</strong>anziari,<br />

servano <strong>in</strong>iziative di sostegno alle imprese <strong>in</strong> difficoltà f<strong>in</strong>anziarie anche per<br />

evitare che si assoc<strong>in</strong>o con <strong>il</strong> “diavolo” o che gli vendano imprese, aziende o<br />

immob<strong>il</strong>i.<br />

Il secondo livello di riflessione riguarda la specifica vicenda di Ponte San<br />

Giovanni. “<strong>Libera</strong>” non ha ricette salvifiche; pensiamo però che anche <strong>in</strong> questo<br />

caso la via maestra sia <strong>il</strong> co<strong>in</strong>volgimento più ampio possib<strong>il</strong>e delle istituzioni e<br />

dei cittad<strong>in</strong>i s<strong>in</strong>goli o associati. Intendiamo chiamare a raccolta la popolazione<br />

<strong>in</strong> una grande assemblea entro <strong>il</strong> mese di ottobre, per offrire <strong>in</strong> primo luogo<br />

ai cittad<strong>in</strong>i di Ponte San Giovanni <strong>il</strong> massimo di <strong>in</strong>formazione su quanto è<br />

accaduto attraverso la presenza di magistrati e di “<strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong>” e<br />

la testimonianza degli Enti Locali <strong>antimafia</strong> associati <strong>in</strong> “Avviso Pubblico” su<br />

quello che si può fare per fermare e impedire <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni. Vorremmo costruire<br />

l’assemblea <strong>in</strong> modo che sia possib<strong>il</strong>e ai cittad<strong>in</strong>i di esprimere i propri dubbi,<br />

le proprie preoccupazione e formulare le loro proposte. Inviteremo perciò<br />

le associazioni e <strong>in</strong>viteremo le istituzioni, a partire dalla Regione con sua<br />

Commissione <strong>antimafia</strong>, dal Comune e dalla Prov<strong>in</strong>cia, perché rispondano<br />

alle sollecitazioni esplicitando le proprie volontà d’<strong>in</strong>tervento. Inviteremo le<br />

associazioni s<strong>in</strong>dacali, imprenditoriali e le banche. Ognuno deve dire la sua,<br />

ognuno deve non solo fare le sue proposte ma mettere <strong>in</strong> comune <strong>il</strong> proprio<br />

impegno. Pensiamo che un tema urgente di riflessione sia <strong>il</strong> “che fare” delle<br />

costruzioni sottoposte al sequestro, un vero e proprio quartiere, che senza<br />

<strong>in</strong>terventi sarebbe dest<strong>in</strong>ato al degrado e contribuirebbe al degrado di tutta<br />

l’area di Ponte san Giovanni.


L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

Appendice<br />

129


130 L’<strong>antimafia</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

Nel r<strong>in</strong>graziare tutti coloro che hanno reso possib<strong>il</strong>e la realizzazione di questa ricerca,<br />

riteniamo ut<strong>il</strong>e pubblicare, <strong>in</strong> versione <strong>in</strong>tegrale, le <strong>in</strong>terviste realizzate ai due procuratori<br />

di Perugia e Terni, rispettivamente Giacomo Fumu e Fausto Cardella.


Appendice 131<br />

Intervista al Procuratore della Repubblica<br />

di Terni Fausto Cardella<br />

a cura di Norma Ferrara<br />

«Parlare di organizzazioni crim<strong>in</strong>ali, camorra e ‘ndrangheta <strong>in</strong> Umbria, richiede<br />

mantenere una rotta fra Sc<strong>il</strong>la e Cariddi: non bisogna enfatizzare per non allarmare una<br />

popolazione estranea al fenomeno e <strong>in</strong> una certa misura anche r<strong>il</strong>uttante ad ammettere<br />

che i tempi sono cambiati dappertutto, forse anche <strong>in</strong> Umbria. Non bisogna sm<strong>in</strong>uire i<br />

fenomeni che ci sono perché questo porterebbe ad un abbassamento dei livelli, che <strong>in</strong>vece<br />

devono essere massimi, proprio <strong>in</strong> territori come l’Umbria, che essendo sostanzialmente<br />

sane, sono per questo, paradossalmente più esposte all’arrivo di fenomeni crim<strong>in</strong>ali.<br />

Un’altra avvertenza che vorrei fare è questa. C’è <strong>il</strong> rischio di dire che “tutto è mafia”. Non<br />

tutte le organizzazioni crim<strong>in</strong>ali, <strong>in</strong> particolare quelle dedite al narcotraffico, si possono<br />

etichettare come mafiose. Dire che tutto è mafia può portare al fattore “niente è mafia”.<br />

Stiamo ben attenti a parlare del fenomeno mafioso quando ce ne sono i presupposti, non<br />

tutte le prevaricazioni o altri sim<strong>il</strong>i attività, sono di tipo mafioso. La degenerazione dei<br />

costumi nella vita pubblica, talvolta, può portare ad una qualificazione che mette tutto<br />

sullo stesso piano. Se si vuole combattere la mafia, non solo nelle zone con l’epicentro,<br />

ma anche quelle di possib<strong>il</strong>e contagio. Bisogna prima di tutto combattere <strong>il</strong> fenomeno<br />

della corruzione e del malcostume, terreno molle sul quale avanza fac<strong>il</strong>mente la mafia».<br />

Ci accoglie cosi, con questa lunga ma centrale premessa <strong>il</strong> procuratore<br />

di Terni, Fausto Cardella, a lungo magistrato <strong>in</strong> Sic<strong>il</strong>ia, da molti anni <strong>in</strong><br />

Umbria. Con un passato alla Dda perug<strong>in</strong>a e oggi <strong>in</strong> forza alla procura<br />

ternana. Con lui, a distanza di due anni dal nostro primo colloquio,<br />

facciamo <strong>il</strong> punto della situazione per la prov<strong>in</strong>cia di Terni e sul fenomeno<br />

mafioso nella regione.<br />

Umbria a rischio <strong>mafie</strong>. Che tipo di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni malavitose<br />

m<strong>in</strong>acciano l’Umbria?<br />

Organizzazioni che producono fenomeni ben specifici: <strong>in</strong>vestimento e/o<br />

riciclaggio di denaro e atti di sopraffazione e prevaricazione, <strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ati<br />

settori dell’economia, con effetti devastanti sul mercato, sul buon


132 Una Appendice “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

andamento di tutta la vita pubblica e anche, talvolta, della vita privata dei<br />

cittad<strong>in</strong>i. Per fortuna non si registrano <strong>in</strong> Umbria, <strong>in</strong> particolare parlo per<br />

Terni, episodi tipici dell’attività crim<strong>in</strong>ale di tipo mafioso o camorristico,<br />

quali estorsioni, pizzo o <strong>in</strong>cendi dolosi. Anche se per la verità, <strong>in</strong> passato,<br />

ci sono stati episodi di questo tipo e all’epoca, avrebbero potuto costituire<br />

una “testa di ponte” per l’<strong>in</strong>gresso delle <strong>mafie</strong> <strong>in</strong> regione. Nel mio territorio<br />

c’è stato un ottimo livello di <strong>in</strong>tervento delle forze dell’ord<strong>in</strong>e che hanno s<br />

troncato questi autori di fatti crim<strong>in</strong>osi, compiendo attività di prevenzione<br />

e mettendo <strong>in</strong> campo un livello di attenzione (penso ad <strong>in</strong>cendi di aziende<br />

locali, denunce e qualche condanna per altri episodi sim<strong>il</strong>i) che ha bloccato<br />

quei tentativi. Ciò detto, spero che questo possa essere servito a dimostrare<br />

che l’Umbria non è una terra fac<strong>il</strong>mente espugnab<strong>il</strong>e. L’Umbria sconta<br />

questa nomea di isola felice che ha un costo concreto quando c’è da fare<br />

la ripartizione delle forze dell’ord<strong>in</strong>e per r<strong>in</strong>forzi, ad esempio. Terni ha lo<br />

stesso organico di procura della Repubblica con meno della metà degli<br />

abitanti della procura di Terni, organico non più adeguato ai rischi e alle<br />

situazioni che si possono verificare anche <strong>in</strong> Umbria.<br />

Fenomeno è cresciuto, mentre gli organici sono rimasti gli<br />

stessi …<br />

Compensa parzialmente, devo dire, la qualità e la sensib<strong>il</strong>ità degli uom<strong>in</strong>i<br />

preposti al controllo del fenomeno al momento. Al momento siamo <strong>in</strong><br />

grado di operare grazie all’impegno del personale attuale.<br />

Passiamo alle leggi, oltre gli arresti e i sequestri di beni, quali<br />

le norme che hanno reso complesso <strong>il</strong> lavoro di <strong>in</strong>vestigazione<br />

di questi reati <strong>in</strong> Umbria?<br />

Oggi abbiamo una devastazione costante della legislazione penale e della<br />

procedura penale tutta a vantaggio di chi del<strong>in</strong>que, non a vantaggio<br />

del cittad<strong>in</strong>o che subisce i reati. Partendo dalla f<strong>in</strong>e c’è ad esempio una<br />

recentissima proposta, speriamo non diventi legge, che obbligherebbe


Appendice<br />

a dare attenuanti generiche agli <strong>in</strong>censurati e agli imputati ultra<br />

sessantac<strong>in</strong>quenni. Se consideriamo l’<strong>in</strong>ter lunghissimo che comporta<br />

<strong>il</strong> nostro processo, noi troviamo degli <strong>in</strong>censurati, che tali non sono. Se<br />

consideriamo <strong>il</strong> fatto che oggi a 65 anni siamo ampiamente dentro l’età<br />

media dei capi mafiosi, <strong>in</strong>oltre, che senso ha prendere questo orientamento?<br />

Tutto ciò <strong>in</strong>fatti avrebbe effetti anche sulla prescrizione e la certezza della<br />

pena. Che senso ha sbandierare numeri, e talvolta parole (anche se oggi<br />

la lotta alla mafia è scomparsa anche dai discorsi ufficiali) e poi operare <strong>in</strong><br />

questa direzione? Una legge come questa è devastante anche <strong>in</strong> territori<br />

come <strong>il</strong> nostro. Non perché ci siano questi “capi mafiosi” ma perché si<br />

schiude un mondo di impunità per chiunque voglia arrivare qui.<br />

Si dice sempre che l’<strong>in</strong>gresso delle <strong>mafie</strong> sia arrivato anche con<br />

i “soggiorni obbligati” e oggi?<br />

Negli anni passati <strong>il</strong> fenomeno dei soggiorni obbligati ha contribuito<br />

all’esportazione al nord delle realtà mafiose. Oggi questa misura è meno<br />

usata che <strong>in</strong> passato e da quel punto di vista meno efficace. Terni, ad<br />

esempio, si trova ad un crocevia che mette <strong>in</strong> contatto con tutto <strong>il</strong> territorio<br />

italiano: <strong>il</strong> nostro territorio è aperto a vie di comunicazione e trasporti<br />

che rendono questa misura irr<strong>il</strong>evante sia per ster<strong>il</strong>izzare i contatti dei<br />

mafiosi con la base, sia perché non c’è bisogno di questo per esportare<br />

la crim<strong>in</strong>alità. Oggi i mezzi di comunicazione, <strong>in</strong>ternet, telefono, sono <strong>in</strong><br />

grado di mettere <strong>in</strong> comunicazione da qualsiasi luogo.<br />

Dunque, come arrivano oggi le <strong>mafie</strong> nella regione ?<br />

Oggi quello che comporta <strong>il</strong> travaso, <strong>il</strong> contatto di crim<strong>in</strong>alità, con le regioni<br />

del nord, e anche qui <strong>in</strong> Umbria sono i settori particolarmente redditizi che<br />

cont<strong>in</strong>uano ad essere l’ed<strong>il</strong>izia e i rifiuti. In materia di rifiuti, ad esempio,<br />

c’è una legislazione complessa obiettivamente diffic<strong>il</strong>e da rispettare per le<br />

aziende che praticano questo tipo di attività. Un legislazione anche costosa.<br />

Inut<strong>il</strong>e fare del moralismo, dobbiamo renderci conto che siamo <strong>in</strong> una<br />

133


134 Una Appendice “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

situazione di grave crisi economica, lo smaltimento dei rifiuti rappresenta<br />

un costo che le aziende non sono <strong>in</strong> grado di sopportare. A fronte di questo<br />

una crim<strong>in</strong>alità organizzata che offre a prezzi ridotti lo smaltimento dei<br />

rifiuti (non segue procedure, non paga manodopera … ) diventa appetib<strong>il</strong>e.<br />

E’ importante condannare gli <strong>il</strong>leciti e gli imprenditori che accettano tale<br />

compromesso ma anche cercare di comprendere i fenomeni e trovare<br />

soluzioni adeguate. Tanto è vero che la Procura Nazionale <strong>antimafia</strong> ha<br />

posto una particolare attenzione proprio ai reati di tipo ambientale con<br />

riferimento ai rifiuti.<br />

Altri settori a rischio di penetrazione dei capitali mafiosi?<br />

Le imprese sane che hanno bisogno di credito e che devono misurarsi con<br />

una situazione economica complessiva <strong>in</strong> cui credito non ce n’è più. Loro<br />

sono un altro settore a rischio. Di fronte all’ipotesi di un fallimento, con<br />

conseguente perdita di lavoro per i dipendenti, l’<strong>in</strong>gresso nell’economia del<br />

denaro proveniente dal crim<strong>in</strong>e si contrasta soltanto con la prevenzione, con<br />

<strong>il</strong> buon governo. La Regione Umbria ha istituito, per la seconda volta, una<br />

Commissione <strong>antimafia</strong>, alla quale faccio i miei migliori auguri e che accolgo<br />

con <strong>in</strong>teresse, poiché questo testimonia la particolare sensib<strong>il</strong>ità degli umbri<br />

su questo tema. La Commissione sa che può contare sul supporto della<br />

magistratura. Quando arriviamo noi, purtroppo, <strong>in</strong> merito al riciclaggio<br />

di denaro non riusciamo a risalire alla fonte. Non ho mai visto nella mia<br />

carriera una condanna per riciclaggio di denaro, con accertamento della<br />

provenienza. Dunque è meglio <strong>in</strong>cidere con provvedimenti amm<strong>in</strong>istrativi<br />

e di prevenzione. E’ tutto un settore <strong>in</strong> cui serve un contrasto sul versante<br />

politico – istituzionale come primo e efficace antitodo.<br />

Ma <strong>in</strong> Umbria sono già arrivati i soldi delle <strong>mafie</strong>?<br />

Potrei darle una risposta chiara e affermativa se ci fosse stato un processo<br />

che avesse stab<strong>il</strong>ito questo. Ma non c’è. Preferisco dunque, per ragioni di<br />

correttezza, segnalare <strong>il</strong> rischio. L’attenzione delle procure e delle forze


Appendice<br />

di polizia è <strong>in</strong>dirizzata <strong>in</strong> questo senso. Questo lo possiamo pienamente<br />

affermare senza ombra di dubbio.<br />

L’ed<strong>il</strong>izia <strong>in</strong> Umbria: si parla spesso delle norme messe <strong>in</strong> atto<br />

<strong>in</strong> questa regione e della loro capacità “preventiva”. E’ cosi?<br />

Le norme amm<strong>in</strong>istrativa <strong>in</strong> Umbria sono fra le più avanzate. Le due<br />

prefetture che governano <strong>il</strong> territorio sono particolarmente attente e serie. I<br />

certificati vengono r<strong>il</strong>asciati dopo accertamenti fatti con scrupolo e rigore.<br />

Questo è qualcosa di rassicurante. Non posso dire con altrettanta certezza<br />

che questo sbarramento sia efficace al cento per cento. Non dobbiamo <strong>in</strong><br />

alcun modo abbassare la guardia, la crim<strong>in</strong>alità è sempre un passo avanti<br />

a noi. Non possiamo correre <strong>il</strong> rischio di fermarci <strong>in</strong> questa r<strong>in</strong>corsa <strong>in</strong> cui<br />

lo Stato parte già un passo <strong>in</strong>dietro.<br />

C’è un gap fra quello che emerge dai dati ufficiali però e quello<br />

che la società civ<strong>il</strong>e percepisce. In breve: i cittad<strong>in</strong>i temono che<br />

le <strong>mafie</strong> stiano penetrando <strong>il</strong> tessuto socio economico più di<br />

quanto le fonti <strong>in</strong>vestigative non evidenz<strong>in</strong>o. Perché?<br />

Faccio riferimento alla mia premessa per risponderle. Da un lato c’è una<br />

crim<strong>in</strong>alità che non è mafiosa ma che commette crim<strong>in</strong>i. Di tutti questi<br />

casi, a rigore, dovremmo poter accertare <strong>in</strong> via giudiziaria i reati e stab<strong>il</strong>ire<br />

come prevede la legge l’attività mafiosa. In alcuni casi è accaduto, <strong>in</strong><br />

altri no, nonostante la giusta attenzione dei cittad<strong>in</strong>i. La società civ<strong>il</strong>e<br />

percepisce una serie di fenomeni che non sempre arrivano sotto forma<br />

di denuncia agli <strong>in</strong>vestigatori. E’ possib<strong>il</strong>e dunque che <strong>il</strong> gap sia dovuto <strong>in</strong><br />

parte ad una carenza di <strong>in</strong>formazioni. Carenza, che per quanto riguarda<br />

la prov<strong>in</strong>cia <strong>in</strong> cui opero, stiamo cercando di colmare con un lavoro più<br />

attento. Rimane però, <strong>il</strong> rischio, come dicevo all’<strong>in</strong>izio, che molti fenomeni<br />

percepiti vengano connotati come mafiosi ma non sempre abbiamo gli<br />

stessi riscontri <strong>in</strong> tribunale.<br />

135


136 Una Appendice “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

In particolare fenomeni come l’usura si collocano <strong>in</strong> questa<br />

soglia fra <strong>il</strong> percepito e le mancate denunce. Quale la situazione<br />

<strong>in</strong> Umbria?<br />

Con la difficoltà di accesso al credito, per via della crisi economica o di<br />

storie personali, l’usura arriva a strozzare l’economia di un luogo. Però<br />

è importante porre attenzione ad un fattore per quel che riguarda Terni.<br />

L’usura è un tipico reato sommerso ma, mentre nelle regioni a tradizionale<br />

presenza mafiosa è molto spesso <strong>in</strong> mano alle <strong>mafie</strong>, qui a Terni, spesso non<br />

è così. E’ un reato, è importante ricordarlo, diffic<strong>il</strong>e da r<strong>in</strong>tracciare e lo sarà<br />

<strong>in</strong> futuro ancora di più se disegni di legge come quello sulle <strong>in</strong>tercettazioni<br />

telefoniche diventeranno legge poiché proprio queste <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i ambientali e<br />

telefoniche aiutano a r<strong>in</strong>tracciare un reato che per sua natura fa registrare<br />

un bassissimo numero di denunce. A Terni spesso chi ha bisogno di<br />

ricorrere agli usurai, si vergogna, e va nelle prov<strong>in</strong>ce limitrofe. E’ un canale,<br />

comunque, da sorvegliare perché può essere luogo di riciclaggio ma non<br />

è detto che sia un fenomeno correlato alle <strong>mafie</strong>. Per le estorsioni ci sono<br />

stati degli episodi sent<strong>in</strong>ella – un <strong>in</strong>cendio di un locale - ma al momento<br />

sono meno gravi, se non addirittura assenti.<br />

C’è <strong>il</strong> sospetto che i soldi delle <strong>mafie</strong> s<strong>in</strong>o arrivati oggi agli<br />

usurai, come denuncia Sos impresa?<br />

E’ un sospetto ma non abbiamo certezza alcuna <strong>in</strong> questa direzione. Il<br />

sospetto è particolarmente ragionevole poiché tutti i soldi della droga<br />

verranno <strong>in</strong>vestiti attraverso canali leciti, una parte, ma la gran parte<br />

attraverso canali <strong>il</strong>leciti. E tra questi, certamente, l’usura che produce<br />

redditi alti con un effetto moltiplicatore che si somma all’alto reddito che<br />

arriva dal narcotraffico.


Appendice<br />

Passiamo alla presenza delle organizzazioni crim<strong>in</strong>ali straniere<br />

nella regione. Quale la situazione per Terni?<br />

Nella nostra prov<strong>in</strong>cia sono 15.000 gli stranieri regolari su 110 – 115<br />

m<strong>il</strong>a abitanti. A Terni ci sono certamente delle organizzazioni di spaccio<br />

di sostanze stupefacenti e alcune di queste co<strong>in</strong>volgono soggetti stranieri<br />

presenti sul territorio. Lo spaccio di droga, diversamente da Perugia,<br />

è assente nel centro storico. E’ <strong>in</strong>vece presente <strong>in</strong> periferia. Quello del<br />

narcotraffico è <strong>il</strong> settore di cui sono massimamente impegnate le forze di<br />

polizia. Le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i portano spesso ad arresti di spacciatori e sequestri di<br />

droga. A Terni lo spaccio è <strong>in</strong> mano a organizzazioni crim<strong>in</strong>ali di varie<br />

nazionalità ma non c’è un controllo unico. Le vie di accesso sono molte.<br />

La droga arriva dal Lazio, dalle altre regioni, da Perugia, da diversi canali<br />

di approvvigionamento ma non porta a atti violenti, le diverse <strong>mafie</strong><br />

“convivono” nella gestione di questo bus<strong>in</strong>ess.<br />

Droga <strong>in</strong>teramente <strong>in</strong> mano alle <strong>mafie</strong> straniere, anche a Terni?<br />

Non mi sentirei di dirlo. C’è una pluralità di soggetti co<strong>in</strong>volti, anche<br />

italiani.<br />

Si parla spesso di soggetti legati alla camorra … ?<br />

Non ho la percezione della presenza di organizzazioni crim<strong>in</strong>ali come la<br />

camorra, al momento, a Terni nella gestione di questo bus<strong>in</strong>ess. Non vorrei<br />

peccare di ottimismo; la camorra avrà i suoi canali ma non possiamo dire<br />

che gestisca <strong>il</strong> traffico degli stupefacenti su quel territorio. Ci sono una<br />

pluralità di fonti di approvvigionamento ma non una egemonia.<br />

137


138 Una Appendice “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

Intervista al procuratore della Repubblica di<br />

Perugia, Giacomo Fumu<br />

a cura di Norma Ferrara<br />

Da poco giunto alla guida della procura di Perugia, è alla sua seconda<br />

volta <strong>in</strong> Umbria. Il procuratore conosce bene questa regione e ha visto la<br />

procura crescere <strong>in</strong> organico <strong>in</strong> questi anni. Con lui abbiamo parlato della<br />

situazione che riguarda Perugia e l’Umbria <strong>in</strong> relazione alla presenza di<br />

organizzazioni crim<strong>in</strong>ali mafiose e dedite al narcotraffico. Il procuratore ha<br />

lanciato l’allarme sul rischio riciclaggio, ricordando <strong>in</strong> particolare, la legge<br />

del 2007 che impone, fra l’altro, l’obbligo di segnalazione dei movimenti di<br />

denaro. Un <strong>in</strong>vito a conoscere questa legge e applicarla, per essere efficaci<br />

nel contrasto al pericolo di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose.<br />

Possiamo parlare per l’Umbria di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione mafiose<br />

accertate, come scrive la Dna <strong>in</strong> un documento del 2009?<br />

Preciso che io sono <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e dell’ufficio della Procura che <strong>in</strong>terviene<br />

quando i reati sono stati commessi. Non abbiamo ruoli di prevenzione,<br />

né di studiare <strong>il</strong> fenomeno mafioso, se non per quel che riguarda la parte<br />

che concerne la repressione. Qu<strong>in</strong>di non ci occupiamo di questo specifico<br />

reato ma di una serie di reati che possono essere connessi anche a questi<br />

fenomeni. Nel mio ufficio non esistono attualmente procedimenti <strong>in</strong> corso<br />

per associazione mafiosa. Ci sono vari provvedimenti per associazioni<br />

crim<strong>in</strong>ali di tipo diverso: dedite al traffico di stupefacenti e quelle della<br />

prostituzione, dallo sfruttamento alla riduzione <strong>in</strong> schiavitù.<br />

Che connotazione hanno questi fenomeni sul territorio<br />

perug<strong>in</strong>o?<br />

Abbiamo da tempo <strong>in</strong>dividuato fenomeni di questo tipo. Fenomeni r<strong>il</strong>evanti,<br />

sia per quanto riguarda la tratta degli esseri umani che per quanto riguarda<br />

lo spaccio di stupefacenti. Mentre per quel che riguarda la tratta, spesso di


Appendice<br />

donne, <strong>in</strong>dividuiamo cittad<strong>in</strong>i provenienti dall’est europeo, <strong>in</strong> particolare,<br />

Balcani. Per <strong>il</strong> traffico di droga è più probab<strong>il</strong>e l’orig<strong>in</strong>e nigeriana o africana<br />

dei soggetti co<strong>in</strong>volti nel narcotraffico. Questi hanno formato sul territorio<br />

delle organizzazioni crim<strong>in</strong>ali dedite a questi reati. Spesso appartengono a<br />

reti molto più vaste a livello <strong>in</strong>ternazionale. Talvolta si aggiungono soggetti<br />

italiani<br />

Che faccia hanno le <strong>mafie</strong> sul territorio umbro?<br />

E’ <strong>in</strong> atto un fenomeno di <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazione mafiosa, soprattutto sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o<br />

del riciclaggio <strong>in</strong> Umbria. Vengono riciclati i soldi degli <strong>in</strong>vestimenti del<br />

narcotraffico o i re<strong>in</strong>vestimenti di questi proventi. Questo è un fenomeno<br />

che deve essere monitorato e contrastato dagli organi della prevenzione. E’<br />

compito di tutti: dei cittad<strong>in</strong>i, delle associazioni, degli ord<strong>in</strong>i professionali,<br />

s<strong>in</strong>dacati, imprenditoriali. Le <strong>mafie</strong> non si <strong>in</strong>s<strong>in</strong>uano più con quelle attività<br />

che <strong>in</strong>fastidiscono e allarmano la popolazione, come le estorsioni. I clan<br />

oggi provano ad attirare le simpatie dei cittad<strong>in</strong>i. Per esempio, <strong>in</strong>vestono<br />

<strong>in</strong> grandi esercizi commerciali dove si creano nuovi posti di lavoro per i<br />

giovani, si trova merce a buon prezzo, si possono com<strong>in</strong>ciare a scambiare<br />

favori. Fare prestiti e poi riuscire a procurare favori alle amm<strong>in</strong>istrazioni<br />

locali. Ormai la mafia si caratterizza per questa capacità di <strong>in</strong>s<strong>in</strong>uarsi <strong>in</strong><br />

maniera impercettib<strong>il</strong>e nella società; non c’è più la mafia con la coppola<br />

storta e la lupara, tutti dobbiamo esserne consapevoli e ciascuno per <strong>il</strong><br />

proprio ruolo partecipare al contrasto.<br />

Riciclaggio con <strong>il</strong> m<strong>in</strong>imo rischio e massimo rendimento. Vale<br />

ancora per l’Umbria?<br />

Certamente qui non si riesce ancora a dist<strong>in</strong>guere chi viene qui perché<br />

economicamente conviene <strong>in</strong>vestire da chi viene qui a riciclare soldi che<br />

non sono suoi o non sono frutto di attività lecite. Ci sono <strong>in</strong> corso <strong>in</strong>chieste<br />

sul riciclaggio ma non posso entrare nel merito. Anche perché sono da<br />

poco arrivato <strong>in</strong> questo ufficio. La l<strong>in</strong>ea di lavoro di questo ufficio – però<br />

139


140 Una Appendice “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

- è quella di risalire all’orig<strong>in</strong>e del denaro, alla tracciab<strong>il</strong>ità di quel flusso<br />

di denaro.<br />

Quali i punti deboli del sistema di contrasto al fenomeno del<br />

riciclaggio e quali le spie devono allarmare le amm<strong>in</strong>istrazioni<br />

locali?<br />

In passato possono esserci stati <strong>in</strong>gressi “sospetti” durante <strong>il</strong> periodo della<br />

ricostruzione, anche se c’è stato, parimenti, un monitoraggio attento e<br />

frequente. Ma <strong>il</strong> contesto è di diffic<strong>il</strong>e lettura. Le aziende non pulite spesso<br />

non seguono l’iter normativo, questo li rende ancora meno r<strong>in</strong>tracciab<strong>il</strong>i<br />

su un territorio. Possono contribuire, comunque, al monitoraggio delle<br />

situazioni a rischio strutture come i s<strong>in</strong>dacati, per segnalare agli organi della<br />

prevenzione i pericoli e i sospetti. A mio avviso, comunque, l’attenzione<br />

massima deve essere rivolta verso gli <strong>in</strong>vestimenti. Ogni volta che si <strong>in</strong>tuisce<br />

una sorta di sproporzione fra ciò che si spende e ciò che appare come<br />

un ragionevole risultato dell’<strong>in</strong>vestimento, bisognerebbe stare attenti e<br />

partecipare. C’è una legge del 2007 che impone <strong>in</strong> tema di riciclaggio<br />

una particolare attenzione e un obbligo di segnalazione. E’ una norma<br />

che pensavo proprio <strong>in</strong> questi giorni di ricordare all’op<strong>in</strong>ione pubblica<br />

con una funzione di stimolo per una crescita culturale di tutta la società<br />

umbra perché possa essere conosciuta e applicata da tutti. Questo può<br />

consentire di porre l’attenzione su fenomeni che possono essere <strong>il</strong> preludio<br />

dell’<strong>in</strong>vestimento. Talvolta questi <strong>in</strong>gressi di capitali mafiosi chiamano <strong>in</strong><br />

causa proprio “la collaborazione” di altri soggetti locali co<strong>in</strong>volti. Il tutto<br />

correlato al v<strong>in</strong>colo delle <strong>in</strong>timidazioni. Sempre di più le <strong>mafie</strong> cosi si<br />

espandono e formano una società con proprie regole alternative a quelle<br />

dello Stato e con una economia alternativa a quella legale<br />

Favori, <strong>in</strong>timidazioni, conflitti. Pensa che la società umbra<br />

abbia sv<strong>il</strong>uppato gli anticorpi per riconoscere <strong>il</strong> virus?<br />

Probab<strong>il</strong>mente ancora no. Questa cultura del pericolo e della prevenzione


Appendice<br />

non si è ancora sv<strong>il</strong>uppata. Ecco perché ho visto con particolare <strong>in</strong>teresse<br />

l’istituzione della Commissione d’<strong>in</strong>chiesta a livello regionale. Perché<br />

è proprio la Commissione che può, con i suoi contatti a vari livelli,<br />

creare questa cultura. Non fa <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i, ma può svolgere questa opera di<br />

<strong>in</strong>formazione, culturale, questa opera culturale anche di collegamento fra<br />

le varie istituzioni che può essere di grande ut<strong>il</strong>ità per i temi di cui stiamo<br />

parlando.<br />

141


I numeri,<br />

i l<strong>in</strong>k,<br />

i libri


144 I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

Operazioni antidroga <strong>in</strong> Umbria<br />

Fonte: (M<strong>in</strong>istero dell’Interno DGSA. Relazione semestrale Roma 2011)


Eco<strong>mafie</strong> <strong>in</strong> Umbria<br />

<strong>il</strong> ciclo del cemento – i dati delle forze dell’ord<strong>in</strong>e<br />

I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

UMBRIA Cta-CC G. di F. C. di P. CFS PS PP Totale<br />

Infrazioni accertate 5 0 0 196 0 0 201<br />

Persone denunciate 13 0 0 267 0 0 280<br />

Persone arrestate 0 0 0 0 0 0 0<br />

Sequestri effettuati 2 0 0 29 0 0 31<br />

Fonte: elaborazione Legambiente su dati delle forze dell’ord<strong>in</strong>e, Capitanerie di porto e polizie prov<strong>in</strong>ciali (2009).<br />

la classifica del ciclo del cemento <strong>in</strong> <strong>umbria</strong><br />

Prov<strong>in</strong>cia I nfrazioni P ercentuale sul Persone P ersone Sequestri<br />

accertate totale Italia denunciate arrestate effettuati<br />

1 Perugia 121 1,6 200 0 23<br />

2 Terni 80 1,1 80 0 8<br />

Totale<br />

201<br />

2,7 280<br />

0 31<br />

Fonte: elaborazione Legambiente su dati delle forze dell’ord<strong>in</strong>e, Capitanerie di porto e polizie prov<strong>in</strong>ciali (2009).<br />

<strong>il</strong> ciclo dei rifiuti – i dati delle forze dell’ord<strong>in</strong>e<br />

UMBRIA Cta-CC G. di F. C. di P. CFS PS PP Totale<br />

Infrazioni accertate 48 20 76 0 17 143<br />

Persone denunciate 172 20 55 0 31 260<br />

Persone arrestate 18 0 0 1 0 0 19<br />

Sequestri effettuati 24 20 30 0 0 56<br />

Fonte: elaborazione Legambiente su dati delle forze dell’ord<strong>in</strong>e, Capitanerie di porto e polizie prov<strong>in</strong>ciali (2009).<br />

la classifica del ciclo dei rifiuti <strong>in</strong> <strong>umbria</strong><br />

Prov<strong>in</strong>cia I nfrazioni P<br />

accertate<br />

ercentuale sul<br />

totale Italia<br />

Persone P ersone<br />

denunciate arrestate<br />

Sequestri<br />

effettuati<br />

1 Perugia 94 1,8 212 12 20<br />

2 Terni 49 0,9 48 7 36<br />

Totale 143 2,7 260 19 56<br />

Fonte: elaborazione Legambiente su dati delle forze dell’ord<strong>in</strong>e, Capitanerie di porto e polizie prov<strong>in</strong>ciali (2009).<br />

145


146 I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

Economia e mafia<br />

DENUNCE PER ESTORSIONE<br />

Regione 2005 2006 2007 2008<br />

Campania 9 66 1043 1019 997<br />

Calabria 354 356 311 258<br />

Sic<strong>il</strong>ia 673 540 660 567<br />

Puglia 6 36 5 17 5 35 5 15<br />

Italia 5594 4939 5935 5400 15<br />

Fonte: "Le mani della crim<strong>in</strong>alità sulle imprese", XII S.o.s Impresa 27 gennaio 2010<br />

OPERAZIONE ANTIUSURA<br />

Regione 2008 2009<br />

Operazioni Arresti Indagati Operazioni Arresti Indagati<br />

Abruzzo 14 23 11 14 74 1<br />

Bas<strong>il</strong>icata 1 1 3 1 1 0<br />

Calabria 11 28 46 13 82 0<br />

Campania 38 148 78 44 204 24<br />

Em<strong>il</strong>ia Romagna 4 36 1 3 3 0<br />

Lazio 21 43 22 19 98 29<br />

Liguria 11 11 6 3 5 0<br />

Lombardia 15 55 76 17 44 8<br />

Marche 1 2 0 1 1 0<br />

Molise 2 0 2 0 0 0<br />

Piemonte 11 28 21 4 5 0<br />

Puglia 11 30 50 27 72 6<br />

Sardegna 5 21 0 4 3 11<br />

Sic<strong>il</strong>ia 22 79 6 34 185 24<br />

Toscana 14 42 25 12 40 0<br />

Triveneto 5 7 13 5 17 0<br />

Umbria 0 0 0 1 1 0<br />

Valle D’Aosta 0 0 0 0 0 0<br />

Totale 186 554 360 202 835 103<br />

Fonte: "Le mani della crim<strong>in</strong>alità sulle imprese", XII S.o.s Impresa 27 gennaio 2010


Beni confiscati<br />

I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

Fonte: M<strong>in</strong>istero dell'Interno, Agenzia Nazionale per l'amm<strong>in</strong>istrazione e la dest<strong>in</strong>azione dei beni<br />

sequestrati e confiscati alla crim<strong>in</strong>alità organizzata<br />

147


148 I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

Aziende confiscate<br />

Fonte: M<strong>in</strong>istero dell'Interno, Agenzia Nazionale per l'amm<strong>in</strong>istrazione e la dest<strong>in</strong>azione dei beni<br />

sequestrati e confiscati alla crim<strong>in</strong>alità organizzata


L<strong>in</strong>k<br />

Enti locali e istituzioni<br />

I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

Associazione Nazionale Comuni Italiani: http://www.anci.it/<strong>in</strong>dex.cfm<br />

ANM – Associazione Nazionale Magistrati: http://www.associazionemagistrati.it/<br />

Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: http://www.agcm.it/<br />

Autorità per la Vig<strong>il</strong>anza sui Contratti Pubblici di Lavoro, Servizi e Forniture: http://<br />

www.autoritalavoripubblici.it/portal/public/classic/<br />

Avviso Pubblico. Enti locali e regioni per la formazione civ<strong>il</strong>e contro le <strong>mafie</strong>: http://<br />

www.avvisopubblico.it/<br />

Banca d’Italia: http://www.bancaditalia.it/<br />

Banca d’Italia – Unità d’<strong>Informazione</strong> F<strong>in</strong>anziaria: http://www.bancaditalia.it/UIF<br />

Camera dei Deputati: http://www.camera.it/<br />

Camera Deputati – XIII Legislatura – Commissione speciale anticorruzione: http://<br />

leg13.camera.it/organiparlamentarism/244/15490/documentotesto.asp<br />

Commissario prevenzione e contrasto corruzione: http://www.anticorruzione.it/<br />

Corte Costituzionale: http://www.cortecostituzionale.it/<br />

Corte dei Conti: http://www.corteconti.it/<br />

Corte di Cassazione: http://www.cortedicassazione.it/<br />

Consiglio Superiore della Magistratura: http://www.csm.it/<br />

Governo Italiano: http://www.governoitaliano.it/<br />

M<strong>in</strong>istero Economia e F<strong>in</strong>anze: http://www.mef.gov.it/<br />

M<strong>in</strong>istero Giustizia: http://www.giustizia.it/giustizia/<br />

M<strong>in</strong>istero Interno: http://www.<strong>in</strong>terno.it/<br />

Presidenza della Repubblica: http://www.quir<strong>in</strong>ale.it/<br />

Senato della Repubblica: http://www.senato.it/<br />

Consiglio Regionale dell'Umbria: http://www.consiglio.regione.<strong>umbria</strong>.it/<br />

Regione Umbria: http://www.regione.<strong>umbria</strong>.it/<br />

Assessorato alle Politiche sociali: http://www.sociale.regione.<strong>umbria</strong>.it<br />

Prov<strong>in</strong>cia di Perugia: http://www.prov<strong>in</strong>cia.perugia.it<br />

Comune di Perugia: http://www.comune.perugia.it<br />

Università degli Studi di Perugia: http://www.unipg.it<br />

149


150 I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

Europa e Mondo<br />

Consiglio d’Europa contro la crim<strong>in</strong>alità economica: http://www.coe.<strong>in</strong>t/t/DG1/<br />

LEGALCOOPERATION/ECONOMICCRIME/default_en.asp<br />

Consiglio d’Europa – GRECO, Gruppo di Stati contro la corruzione. http://www.coe.<br />

<strong>in</strong>t/t/dghl/monitor<strong>in</strong>g/greco/default_en.asp<br />

EuroJust: http://www.eurojust.europa.eu/<br />

Europol: http://www.europol.europa.eu/<br />

OLAF, Ufficio Europeo per la lotta antifrode: http://ec.europa.eu/anti_fraud/<strong>in</strong>dex_<br />

it.html<br />

Parlamento Europeo: http://www.europarl.it/<br />

The F<strong>in</strong>ancial Action Task Force: http://www.fatf-gafi.org/<br />

Transparency International: http://www.transparency.org<br />

Unione Europea: http://europa.eu/<strong>in</strong>dex_it.htm<br />

United Nations: http://www.un.org/<br />

News<br />

ANSA - Portale Legalità: http://www.ansa.it/legalita/<br />

Antimafia Duem<strong>il</strong>a: http://www.<strong>antimafia</strong>duem<strong>il</strong>a.com/<br />

Arcoiris: http://www.arcoiris.tv/<br />

Articolo 21: http://www.articolo21.<strong>in</strong>fo/<br />

Rai News 24: http://www.ra<strong>in</strong>ews24.rai.it/it/<br />

Rai Teche: http://www.teche.rai.it/<br />

Rivista sul diritto penale d’impresa: http://www.reatisocietari.it<br />

Left Umbria: http://www.<strong>umbria</strong>left.it<br />

Micropolis: http://www.micropolis-segnocritico.it/mens<strong>il</strong>e<br />

Perperugia: http://www.perperugia.it<br />

La Tramontana: http://www.latramontanaperugia.it<br />

Umbria24: http://www.<strong>umbria</strong>24.it<br />

La Nazione Umbria: http://www.lanazione.it/<strong>umbria</strong>


Il Messaggero Umbria: http://www.<strong>il</strong>messaggero.it<br />

Corriere dell'Umbria: http://www.corrieredell<strong>umbria</strong>.it/<br />

Giornale dell'Umbria: http://www.giornaledell<strong>umbria</strong>.it/<br />

Tef Channel: http://www.tefchannel.it/<br />

UmbriaTv: http://www.<strong>umbria</strong>tv.it/<br />

Umbria Radio: http://www.<strong>umbria</strong>radio.it/<br />

Redattore Sociale Umbria: http://www.redattoresociale.it/<br />

I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

Festival del giornalismo: http://www.festivaldelgiornalismo.it/<br />

Rai Umbria: http://www.rai.tv/<br />

Ricerca<br />

Archivio Flamigni Centro di documentazione: http://www.archivioflamigni.org/<br />

Associazione Italiana Responsab<strong>il</strong>i Antiriciclaggio: http://www.airant.it/<br />

CENSIS: http://www.censis.it/<br />

Centro studi Gruppo Abele: http://centrostudi.gruppoabele.org/<br />

CNEL: http://www.portalecnel.it/<br />

CNR: http://www.cnr.it/sitocnr/home.html<br />

EURISPES: http://www.eurispes.it/<strong>in</strong>dex.php<br />

Fondazione Unipolis: http://www.fondazioneunipolis.org<br />

FORMEZ: http://www.formez.it/<br />

SVIMEZ: http://www.svimez.it/<br />

Temi, Centro studi e ricerche sulla legalità e crim<strong>in</strong>alità economica: http://www.<br />

temiricerche.it/<strong>in</strong>dex.html<br />

Transcrime, Centro <strong>in</strong>teruniversitario sulla crim<strong>in</strong>alità transnazionale: http://www.<br />

transcrime.unitn.it/<br />

Transparency International Italia: http://www.transparency.it/<br />

Tavola della Pace: http://www.perlapace.it/<br />

LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le <strong>mafie</strong><br />

L’associazione: http://www.libera.it<br />

151


152 I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

La Fondazione <strong>Libera</strong> <strong>Informazione</strong>: http://www.libera<strong>in</strong>formazione.org<br />

Narco<strong>mafie</strong>: http://www.narco<strong>mafie</strong>.it/<br />

FLARE, la rete europea di associazioni: http://flarenetwork.org/<br />

Le cooperative di <strong>Libera</strong> Terra: http://www.liberaterra.it<br />

In viaggio sui beni confiscati: http://www.<strong>il</strong>giustodiviaggiare.it/<br />

L’agenzia Cooperare con <strong>Libera</strong> Terra: http://www.cooperareconliberaterra.it/<br />

Legambiente Umbria: http://www.<strong>umbria</strong>.legambiente.it/<br />

Tavola della Pace: http://www.perlapace.it/<br />

Menteglocale: http://www.menteglocale.com/<br />

PerPerugia: http://www.PerPerugia.it/<br />

Sos Impresa: http://www.sosimpresa.it/<br />

Cittad<strong>in</strong>anza attiva: http://www.cittad<strong>in</strong>anzattiva.<strong>umbria</strong>.it/<br />

Agesci Umbria: http://www.<strong>umbria</strong>.agesci.it/<br />

Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia: http://www.sgrtv.it/<br />

I libri<br />

Camorra<br />

• Balestr<strong>in</strong>i Nanni, SANDOKAN STORIA DI CAMORRA, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 2004<br />

• Behan Tom, Il libro che la camorra non ti farebbe mai leggere, Newton & Compton<br />

Editori, Roma 2009<br />

• Calabria Esmeralda, D’Ambrosio Andrea, Ruggiero Peppe, BIÙTIFUL CAUNTRI<br />

(libro + DVD), Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 2008<br />

• Cantone Raffaele, SOLO PER GIUSTIZIA, Mondadori, M<strong>il</strong>ano 2008<br />

• Capacchione Rosaria, L’ORO DELLA CAMORRA, Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 2008<br />

• De Stefano Bruno, I BOSS DELLA CAMORRA, Newton Compton Editori, Roma<br />

2007<br />

• Di Fiore Gigi, La camorra e le sue storie, Utet Libreria, Tor<strong>in</strong>o 2005<br />

• Di Fiore Gigi, L’IMPERO, Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 2008<br />

• Paliotti Vittorio, STORIA DELLA CAMORRA, Newton & Compton Editori, Roma<br />

2002<br />

• Sardo Raffaele, LA BESTIA, Melampo Editore, M<strong>il</strong>ano 2008


• Saviano Roberto, GOMORRA, Mondadori, M<strong>il</strong>ano 2006<br />

I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

• Scanni Matteo, Oliva Ruben. H. ‘O SISTEMA, Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 2006<br />

Cosa Nostra<br />

• AA. VV., MAFIA E POTERE, Edizioni Gruppo Abele, Tor<strong>in</strong>o 2006<br />

• Abbate Lirio, Gomez Peter, I COMPLICI, Fazi Editore, Roma 2007<br />

• Bianchi Stefano Maria, Nerazz<strong>in</strong>i Alberto, la mafia è bianca (libro + DVD), Rizzoli,<br />

M<strong>il</strong>ano 2005<br />

• Bianconi Giovanni, Savatteri Gaetano, L’ATTENTATUNI, Bald<strong>in</strong>i & Castoldi,<br />

M<strong>il</strong>ano 1998<br />

• Bolzoni Att<strong>il</strong>io, D’Avanzo Giuseppe, IL CAPO DEI CAPI, Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 2007<br />

(1993)<br />

• Dickie John, COSA NOSTRA. STORIA DELLA MAFIA SICILIANA, Laterza,<br />

Roma - Bari 2005<br />

• Lodato Saverio, TRENTA ANNI DI MAFIA, Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 2006<br />

• Lucarelli Carlo, la MATTANZA (libro + DVD), E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 2004<br />

• Sant<strong>in</strong>o Umberto, STORIA DEL MOVIMENTO ANTIMAFIA, Editori Riuniti,<br />

Roma 2000<br />

• St<strong>il</strong>le Alexander, NELLA TERRA DEGLI INFEDELI, Garzanti, M<strong>il</strong>ano 2007<br />

(1995)<br />

• Torrealta Maurizio, La trattativa, Editori Riuniti, Roma 2002<br />

• Tranfaglia Nicola, MAFIA, POLITICA E AFFARI, 1943-91, Editori Laterza, Roma<br />

- Bari 1992<br />

Documenti<br />

• Camera dei Deputati Comitato di studio sulla prevenzione della corruzione,<br />

LALOTTA ALLA CORRUZIONE, Editori Laterza, Roma - Bari 1998<br />

• Commissione Parlamentare d’<strong>in</strong>chiesta sul fenomeno della mafia e delle altre<br />

associazioni crim<strong>in</strong>ali sim<strong>il</strong>ari, Relazione sui sequestri di persona a scopo di estorsione,<br />

• XIII Legislatura, doc. XXIII n. 14, Senato della Repubblica - Camera dei Deputati,<br />

Roma 1998<br />

153


154 I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

• Commissione parlamentare d’<strong>in</strong>chiesta sul fenomeno della mafia e delle altre<br />

associazioni crim<strong>in</strong>ali sim<strong>il</strong>ari, LA LOTTA ALLE MAFIE NEL TERRITORIO,<br />

Senato della Repubblica - Camera dei Deputati, Roma 1999<br />

• Commissione Parlamentare Antimafia, MAFIA E POLITICA, Editori Laterza,<br />

Roma - Bari 1993<br />

• Commissione Parlamentare Antimafia, CAMORRA E POLITICA, Laterza, Roma<br />

- Bari 1994<br />

• Forgione Francesco, ‘NDRANGHETA, Bald<strong>in</strong>i Castoldi Dalai Editore, M<strong>il</strong>ano 2008<br />

• LA MAFIA AL NORD, Atti della Commissione Parlamentare d’<strong>in</strong>chiesta sulla mafia,<br />

Rubbett<strong>in</strong>o Editore, Soveria Mannelli (CZ) 1994<br />

<strong>Libera</strong>, associazioni, nomi e numeri contro le <strong>mafie</strong><br />

• AA. VV., DALLA PARTE DI LIBERA, Edizioni Gruppo Abele, Tor<strong>in</strong>o 1995<br />

• AA. VV., NONOSTANTE DONNA, Edizioni Gruppo Abele, Tor<strong>in</strong>o 1996<br />

• Barbieri Carlo, LE MANI IN PASTA, Coop Editrice Consumatori, Bologna 2005<br />

• Frigerio Lorenzo, Pati Davide (a cura di), L’USO SOCIALE DEI BENI<br />

CONFISCATI. Book formativo 2007/08 (Seconda edizione), M<strong>in</strong>istero<br />

dell’Interno –<br />

• PON Sicurezza, <strong>Libera</strong>. Associazioni, nomi e numeri contro le <strong>mafie</strong>, Roma 2007<br />

• Frigerio Lorenzo (a cura di), CONTROMAFIE ATTI. Gli <strong>in</strong>terventi, le relazioni, i<br />

gruppi di lavoro, i documenti, <strong>il</strong> manifesto f<strong>in</strong>ale, <strong>Libera</strong>. Associazioni, nomi e numeri<br />

contro le <strong>mafie</strong>, Roma 2007<br />

• L’ANTIMAFIA DELLO STATO E LO STATO DELL’ANTIMAFIA.<br />

SEMINARIO DI FORMAZIONE, <strong>Libera</strong>. Associazioni, nomi e numeri contro le<br />

<strong>mafie</strong>, Roma 2009<br />

• <strong>Libera</strong>. Associazioni, nomi e numeri contro le <strong>mafie</strong>, VIVI, Edizioni Gruppo Abele,<br />

Tor<strong>in</strong>o 2006<br />

• <strong>Libera</strong>. Associazioni, nomi e numeri contro le <strong>mafie</strong> (a cura di), LA MAFIA<br />

RESTITUISCE IL MALTOLTO. Guida sull’applicazione della legge 109/96<br />

sull’uso sociale dei beni confiscati ai mafiosi, Edizioni Gruppo Abele, Tor<strong>in</strong>o 1998<br />

• LIBERA FORMAZIONE. Proposte formative per l’anno scolastico 2009/2010,<br />

<strong>Libera</strong>. Associazioni, nomi e numeri contro le <strong>mafie</strong>, Roma 2009


I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

• Luciani Roberto, Calì Davide, DALLA PARTE GIUSTA, Giunti Progetti Educativi,<br />

Firenze 2008<br />

• MAFIA. MA NON SOLO. I tentacoli della ‘ndrangheta, le trattative di Cosa Nostra,<br />

i veri affari, <strong>Libera</strong>. Associazioni, nomi e numeri contro le <strong>mafie</strong>, Roma 2009<br />

• MAFIE D’ITALIA NEL NUOVO MILLENNIO: ANALISI E PROPOSTE. Vol. I,<br />

<strong>Libera</strong>. Associazioni, nomi e numeri contro le <strong>mafie</strong>, Roma 2005<br />

• Mareso Manuela, Pep<strong>in</strong>o Livio (a cura di), NUOVO DIZIONARIO DI MAFIA E<br />

•<br />

• ANTIMAFIA, Edizioni Gruppo Abele, Tor<strong>in</strong>o 2008<br />

• Morrione Roberto (a cura di), GIORNALISMI & MAFIE, Edizioni Gruppo Abele,<br />

Tor<strong>in</strong>o 2008<br />

• Vigna Piero Luigi, NON SOLO ANTIMAFIA, Edizioni Gruppo Abele, Tor<strong>in</strong>o 1997<br />

• Bianconi Giovanni, RAGAZZI DI MALAVITA, Bald<strong>in</strong>i & Castoldi, M<strong>il</strong>ano 1997<br />

(1995)<br />

• Ciconte Enzo, STORIA CRIMINALE, Rubbett<strong>in</strong>o, Soveria Mannelli (CZ) 2008<br />

• Cozzi Marcello, Quando la mafia non esiste, Edizioni Gruppo Abele, Tor<strong>in</strong>o 2008<br />

• Deaglio Enrico, PATRIA, Il Saggiatore, M<strong>il</strong>ano 2009<br />

• De Cataldo Giancarlo, ROMANZO CRIMINALE, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 2002<br />

• De Stefano Bruno, La penisola dei mafiosi, Newton Compton Editori, Roma 2008<br />

• Massari Monica, LA SACRA CORONA UNITA, Editori Laterza, Roma - Bari 1998<br />

Mafie ed economia<br />

• Amadore N<strong>in</strong>o, La zona grigia, La Zisa, Palermo 2007<br />

• Arlacchi P<strong>in</strong>o, LA MAFIA IMPRENDITRICE. Dalla Calabria al centro dell’<strong>in</strong>ferno,<br />

Il Saggiatore, M<strong>il</strong>ano 2007 (1983)<br />

• Bellavia Enrico, De Lucia Maurizio, Il cappio, Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 2009<br />

• Davigo Piercam<strong>il</strong>lo, Mannozzi Grazia, LA CORRUZIONE IN ITALIA, Laterza,<br />

Roma - Bari 2007<br />

• Grasso Tano, Varano Aldo, ‘U PIZZU, Bald<strong>in</strong>i & Castoldi, M<strong>il</strong>ano 2002<br />

• Legambiente, RAPPORTO ECOMAFIA 2009, Edizioni Ambiente, M<strong>il</strong>ano 2009<br />

• Napoleoni Loretta, LA MORSA, Chiarelettere, M<strong>il</strong>ano 2009<br />

• P<strong>in</strong>otti Ferruccio, POTERI FORTI, Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 2005<br />

155


156 I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

• P<strong>in</strong>otti Ferruccio, Tescaroli Luca, COLLETTI SPORCHI, Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 2008<br />

• Simoni Gianni, Turone Giuliano, Il caffè di S<strong>in</strong>dona, Garzanti, M<strong>il</strong>ano 2009<br />

• Uccello Serena, Amadore N<strong>in</strong>o, L’ISOLA CIVILE, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 2009<br />

‘Ndrangheta<br />

• Ciconte Enzo, ‘Ndrangheta, Rubbett<strong>in</strong>o, Soveria Mannelli (CZ) 2008<br />

• Fierro Enrico, “ammazzàti l’onorevole”, Bald<strong>in</strong>i Castoldi Dalai Editore, M<strong>il</strong>ano 2007<br />

• Gratteri Nicola, Nicaso Antonio, FRATELLI DI SANGUE, Mondadori, M<strong>il</strong>ano<br />

2008 (2006)<br />

• Guar<strong>in</strong>o Mario, poteri segreti e crim<strong>in</strong>alità, Edizioni Dedalo, Bari 2004<br />

• Oliva Ruben H., Fierro Enrico, La santa. Viaggio nella ‘ndrangheta sconosciuta (libro<br />

+ DVD), Rizzoli, M<strong>il</strong>ano 2007<br />

• Paoli Letizia, Fratelli di mafia. Cosa Nostra e ‘Ndrangheta, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna 2000<br />

• Stajano Corrado, AFRICO, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 1979<br />

• Zagari Antonio, AMMAZZARE STANCA, Aliberti Editore, Roma 2008<br />

Umbria<br />

• Claudio Lattanzi, LE MAFIE IN UMBRIA. CRONACA DI UN ASSEDIO,<br />

Intermedia Edizioni, Orvieto, 2011<br />

• Sos Impresa, C'ERA UNA VOLTA L'ISOLA FELICE, Terni, 2011<br />

• Relazione f<strong>in</strong>ale depositata dalla prima Commissione Antimafia del Consiglio<br />

Regionale dell'Umbria<br />

• Audizioni della seconda (e tutt'ora <strong>in</strong> carica) Commissione <strong>antimafia</strong> del Consiglio<br />

regionale dell'<strong>umbria</strong><br />

• Relazione della Direzione Nazionale Antimafia (dal 2008 al 2010)<br />

• Relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia (dal 2008 al 2011)<br />

• “La base fredda”, Organizzazioni crim<strong>in</strong>ali <strong>in</strong> Umbria, Perugia, Atti del Convegno a<br />

cura dei s<strong>in</strong>dacati dell'Umbria


I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri<br />

Indice<br />

157


158 158 Una Appendice Indice “mafizzazione <strong>in</strong> corso”<br />

Premessa<br />

Per una libera <strong>in</strong>formazione di Roberto Morrione.........................................p.6<br />

Introduzione..............................................................................................p.10<br />

L'isola felice<br />

Un <strong>covo</strong> <strong>freddo</strong>, <strong>in</strong> azione........................................................................p.14<br />

Umbria, l'allarme dei Servizi segreti......................................................p.16<br />

Gli affari delle <strong>mafie</strong> arrivano <strong>in</strong> Umbria..............................................p.17<br />

Terra di soggiorni a "regime speciale"...................................................p.20<br />

Le famiglie e i clan sul territorio umbro..................................................p.23<br />

Latitanze e omicidi nel cuore verde dell'Italia........................................p.25<br />

Dei delitti e dei s<strong>il</strong>enzi............................................................................p.28<br />

Anni '80, un pentito racconta.................................................................p.30<br />

Una "mafizzazione" <strong>in</strong> corso<br />

Narcotraffico, <strong>il</strong> primato dell'Umbria....................................................p.34<br />

La rotta umbra delle droghe...................................................................p.38<br />

Prostituzione, alle <strong>mafie</strong> <strong>il</strong> controllo dell'offerta......................................p.41<br />

Storie di <strong>mafie</strong> <strong>in</strong>visib<strong>il</strong>i..........................................................................p.44<br />

Il clan degli ex pentiti.............................................................................p.54<br />

Operazione Naos, è allarme mafia <strong>in</strong> Umbria.......................................p.59<br />

I beni confiscati e <strong>il</strong> reciclaggio di capitali <strong>il</strong>leciti...................................p.63<br />

I soldi della camorra riciclati <strong>in</strong> <strong>umbria</strong>.................................................p.68<br />

Usura non olet.......................................................................................p.71<br />

Reti usuraie <strong>in</strong> Umbria..........................................................................p.73<br />

Corruzione terreno fert<strong>il</strong>e per <strong>in</strong>sediamento <strong>mafie</strong>................................p.76<br />

Eco<strong>mafie</strong> nel cuore verde dell'Italia.......................................................p.79


Appendice <strong>in</strong>dice<br />

159<br />

159<br />

Antimafia <strong>in</strong> Umbria<br />

21 marzo, approvata legge regionale <strong>in</strong> memoria delle vittime delle <strong>mafie</strong>..p.85<br />

LiberAzione <strong>in</strong> corso..............................................................................p.86<br />

Una Commissione d'<strong>in</strong>chiesta sulle <strong>in</strong>f<strong>il</strong>trazioni mafiose <strong>in</strong> Umbria.......p.89<br />

Nasce la Commissione regionale <strong>antimafia</strong>...........................................p.91<br />

La Commissione regionale d'<strong>in</strong>chiesta <strong>in</strong>contra Piero Grasso....................p.93<br />

Commissione <strong>antimafia</strong>, "no" alla vendita dei beni confiscati...............p.95<br />

Diritti negati dalle <strong>mafie</strong>.........................................................................p.96<br />

Terni, eco<strong>mafie</strong> salute e legalità...........................................................p.102<br />

Morire di lavoro e di <strong>il</strong>legalità...............................................................p.106<br />

Un 21 marzo che da' voce alla società responsab<strong>il</strong>e..............................p.109<br />

Perugia chiama Potenza........................................................................p.114<br />

Le <strong>mafie</strong> avanzano ma anche l’<strong>antimafia</strong>, sociale e istituzionale..........p.116<br />

L’<strong>antimafia</strong> sociale................................................................................p.119<br />

Per un <strong>antimafia</strong> sociale........................................................................p.121<br />

<strong>Libera</strong>: serve fare preste e bene............................................................p.127<br />

Appendice<br />

Intervista al procuratore della Repubblica di Terni Fausto Cardella..........p.131<br />

ntervista al procuratore della Repubblica di Perugia, Giacomo Fumu........p.138<br />

I numeri, i l<strong>in</strong>k, i libri.....................................................................p.143

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